L`esperienza dell`IZS Sicilia nella gestione della

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L`esperienza dell`IZS Sicilia nella gestione della
11-05-2006
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S
L’esperienza dell’IZS icilia
nella gestione della
“emergenza influenza aviaria”
Santo Caracappa
Direttore Sanitario I.Z.S. della Sicilia
N. Autore
Carica
N. Autore
Carica
Dall’autunno del 2005 il ceppo virale H5N1
virus dell’influenza aviare ad alta patogenicità è stato segnalato sempre più frequentemente nei Paesi del sud-est asiatico e dell’Europa dell’est. All’inizio dello scorso febbraio detto virus, ha fatto la sua comparsa
anche in Italia; in seguito la sua presenza è
stata riscontrata in quasi tutti i Paesi Europei.
I focolai riscontrati sono prevalentemente
ascrivibili a volatili selvatici (cigni reali), ma
purtroppo un focolaio localizzato nell’Europa continentale (Francia) ha interessato un
allevamento industriale di volatili domestici.
Per quanto riguarda la Regione Sicilia durante il mese di febbraio sono stati avvistati lungo la costa orientale, tre stormi di Cigni reali
(Cygnus olor) di probabile provenienza dall’Est europeo. Evento piuttosto raro per la
nostra regione solitamente non interessata
dai flussi migratori di tale specie, infatti la
presenza di Cigni reali in Sicilia era stata documentata in precedenza soltanto nel 1984
e nel 1990. La diffusa moria che ha interessato i sopramenzionati cigni ha allarmato le
Autorità competenti con la conseguente attivazione dei meccanismi di controllo programmati. Probabilmente, il repentino abbassamento di temperatura che ha colpito
il Nord Europa e la pianura padana all’inizio
di febbraio ha causato una variazione delle
rotte tipiche degli uccelli migratori,dalle zone continentali a quelle mediterranee, con
clima più temperato.
In Sicilia, gli avvistamenti si sono verificati in
varie località della provincia di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa, dove sono stati esaminati in totale circa 20 soggetti, tra animali
vivi e morti, tutti sottoposti a controlli sanitari da parte del personale veterinario dell’IZS Sicilia e dalle A.S.L. provinciali.
Il primo avvistamento sospetto ha riguardato la provincia di Catania, con 8 cigni immediatamente catturati e trasportati nel Centro
di Recupero Fauna Selvatica della ASL 3 di
Catania, dove sono stati sottoposti a visita
clinica, quelli deceduti poco dopo la cattura, sono stati sottoposti ad esame anatomo-patologico. Alla visita clinica, i soggetti
esaminati presentavano i seguenti sintomi:
ottundimento del sensorio, scadimento organico generale, diarrea (in un caso verdastra). Le lesioni riscontrate all’esame necroscopico sono state simili per tutti i soggetti, con caratteristica presenza di:
- alterazioni macroscopiche dell’apparato
digerente;
- abbondante essudato catarrale nelle vie
aeree superiori;
- presenza di muco;
- congiuntivite.
A supporto dei quadri clinici ed anatomopatologici, il sospetto diagnostico di IA è
stato suffragato dalle indagini virologiche e
di biologia molecolare (PCR), eseguite anch’esse presso i laboratori di virologia dell’IZS Sicilia, che hanno consentito una diagnosi differenziale nei confronti della malattia di Newcastle (anch’essa soggetta a denuncia all’OIE). Dopo che la positività per il
virus H5N1 è stata confermata dalle controanalisi del CNR dell’IZS Venezie, sono state
adottate le misure sanitarie del caso, con
l’emanazione di Ordinanze regionali e De5 / 213
creti Dirigenziali emanati dall’Ispettorato Regionale Veterinario per l’istituzione di una
Zona di Protezione nel territorio del Comune di Mineo (CT) e di Zone di Sorveglianza
presso gli altri Comuni coinvolti delle province di SR, CT e ME.
Nell’ambito delle Zone di Protezione e Zone di Sorveglianza sono state: censite e sottoposte ad idonei sopralluoghi da parte
dei veterinari AA.UU.SS.LL. tutte le aziende
di volatili insistenti sul territorio coinvolto sia
industriale che familiare o rurale, poste rigide limitazioni alla movimentazione di questi ultimi e resi obbligatori gli eventuali adeguamenti strutturali necessari a garanzia della biosicurezza (come: doppie reti antipassero, alimentazione del pollame al chiuso e
abbeveraggio solo con acque non provenienti da serbatoi di superficie).
L’attenta sorveglianza, il tempestivo e competente intervento del personale sanitario
coinvolto, l’efficace controllo sui flussi di uccelli selvatici migratori e l’ottima capacità di
interazione tra tutti gli organi veterinari interessati, hanno permesso un controllo assai
efficace dell’emergenza, nonostante le molteplici segnalazioni di carcasse di svariate
specie di volatili spesso senza nessuna correlazione con la patologia. Il tutto ha permesso ai Servizi Veterinari di prevenire la
comparsa di focolai di infezione, sia nelle
specie stanziali siciliane che negli allevamenti avicoli rurali e industriali del territorio.
Attualità
05_Maggio_2006_DEF