Bollettino Parrocchiale mese di agosto 2012

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Bollettino Parrocchiale mese di agosto 2012
• 1 agosto: Perdono di Assisi. Indulgenza plenaria della Porziuncola
Può essere acquistata visitando una chiesa parrocchiale, recitando il
Padre nostro e il Credo, con la Confessione, la Comunione e la
preghiera per il Papa. In San Sebastiano-BI alle ore 20,30: Messa,
veglia Eucaristica e preghiera per l’acquisto dell’Indulgenza.
• 5 agosto: Madonna della neve di Campra
Siamo al corrente non solo dei momenti celebrativi e di preghiera ma
anche di quelli musicali. Maria ci attende, partecipiamo numerosi.
• 18 agosto: festeggiamo San Rocco all’Asilo
Per offrire una celebrazione più partecipata e significativa ricordiamo
san Rocco con la celebrazione della santa Messa alle ore 18 nel
cortile della nostra Scuola d’Infanzia «Asilo Aldisio & Bertola».
• 23-26 agosto: 22ª Festa patronale e dell’Estate
È l’occasione per un momento di gioia, di vita insieme, per rallegrare
abitanti e villeggianti, per superare steccati e conoscerci… Anche il
«pranzo sociale» di domenica è momento significativo. Un grazie a chi
dona tempo e si presta per realizzare la festa. È bello che i giovani
partecipino al gruppo organizzatore non solo e non tanto perché c’è
bisogno del loro prezioso aiuto, ma per fare amicizia e sentire il Paese
come una comunità di vita e vivacizzarlo. Il domani si realizza oggi…
• 25 agosto: nella s. Messa ricordiamo il 10° anniversario di:
Angiolina e Nello Peretto e di Lidia Baghe e Peretto Severino. Ha detto
Benedetto XVI: «Io penso spesso alle nozze di Cana. Il primo vino è
bellissimo: è l’innamoramento. Ma non dura fino alla fine: deve venire
un secondo vino, cioè deve fermentare e crescere, maturare. Un
amore definitivo che diventi realmente "secondo vino" è più bello,
migliore del primo vino». Sia un augurio per loro ma anche per
ciascuna unione matrimoniale: ognuno cerchi il vino migliore!
• 10 settembre: Santuario di san Clemente - Giornata Lourdiana
Pellegrinaggio degli ammalati delle parrocchie della Valle Elvo alla
Madonna di s. Clemente in Occhieppo Inferiore. Programma: 15,30
Accoglienza degli ammalati; 16,00 s. Messa con meditazione sul
messaggio Lourdiano e Sacramento dell’Unzione degli Infermi; 17,00
Momento di gioia con le dame dell’OFTAL. Per ricevere l’Unzione degli
Infermi è necessario essere in grazia di Dio. La possono ricevere
quanti sono anziani e ammalati; si può ricevere più volte nella vita.
• Il notiziario è scaricabile su: www.comune.muzzano.bi.it
8/2012
COMUNICAZIONI tra di noi...
Parrocchia di Sant’Eusebio
Muzzano BI
340.0618102 • [email protected]
ORARI SANTE MESSE
FESTIVE: in Parrocchia sabato ore 18; domenica ore 10,30;
dai Salesiani ore 9,30
FERIALI ore 18,00: Mercoledì in Parrocchia e Venerdì al Margone
Agosto 2012
1 Mc
18,00 Def. Marino Favre
2 Gv
18,00 Adorazione
18,30 Def. Peretto, Feretti, Cupertino
3 Vn
18,00
4 Sb
18,00
5D
9,30 Def. Mario Girelli e Lidia Coda
10,30
8 Mc
18,00
s. Domenico
10 Vn 18,00
s. Lorenzo
s. Eusebio, patrono
Perdono di Assisi
1° Venerdì
11 Sb 18,00
12 D 10,30 Def. Osvaldo Cerrutti
14 Mr
18,00
15 Mc 18,00
Assunzione della B.V. Maria
17 Vn 18,00 Def. Giuseppe Bevilacqua
18 Sb 18,00
Nel cortile dell’Asilo: s. Rocco
19 D 10,30
22 Mc 18,00
B.V. Maria Regina
24 Vn 18,00
s. Bartolomeo
25 Sb 18,00 10° anniversario di Matrimonio
26 D 10,30
Festa Patronale e dell’Estate
29 Mc 18,00
Martirio s. Giovanni Battista
31 Vn 18,00
Il rischio di vivere
Carissimi Muzzanesi e Amici,
Leo Buscaglia scrive: «A ridere c’è il rischio di
apparire sciocchi; a piangere c’è il rischio di essere
chiamati sentimentali; a stabilire un contatto con
un altro c’è il rischio di farsi coinvolgere; a mostrare i propri
sentimenti c’è il rischio di mostrare il vero io; a esporre le
proprie idee e sogni c’è il rischio d’essere chiamati ingenui; ad
amare c’è il rischio di non essere corrisposti; a vivere c’è il
rischio di morire; a sperare c’è il rischio della disperazione e a
tentare c’è il rischio del fallimento. Ma bisogna correre i rischi,
perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare
nulla. La persona che non rischia nulla, non è nulla e non
diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l’angoscia, ma non
può imparare a sentire e cambiare e progredire e amare e
vivere. Incatenata alle sue certezze, è schiava. Ha rinunciato
alla libertà». Solo la persona che rischia è veramente libera. La
vita è il dono che Dio ci fa: una vita vissuta è il mio dono a Lui.
E una vita sprecata è il peccato. Ma noi siamo chiamati con e
come Maria Santissima alla Vita piena. Lei è l’Assunta!
Un giorno in alta montagna incontrai un gruppo di giovani, se
ne stavano soli per ore, pregando e meditando, mi fermai con
loro. «Non vi verrebbe il desiderio, chiesi, di stare nell'euforia
del mondo?». «Non ci facciamo rubare l'anima», mi rispose
uno. «La vita non è un paese di balocchi come quello di
Pinocchio, dove fai a brandelli il bello che Dio ha dato al cuore.
Sono dette trasgressioni, come se trasgredire volesse dire
divertirsi. Ma non ci si diverte mai facendo a brandelli i valori
irrinunciabili che Dio ci ha dati e sono la nostra bellezza e gioia.
Si rischia di fare la fine di Pinocchio, diventare asini da
baraccone». Abbiamo bisogno di fermarci per gustare. Perché
finché si corre non si gusta niente. Dobbiamo dire: «Sono in
sovrastress e ho bisogno di “natura”, di silenzio o di tempo per
me». La vita è fatta per essere vissuta, altrimenti non si
chiamerebbe «vita» ma «lavoro». Dobbiamo ritornare ai grandi
ideali: santificare la solitudine e imparare a vivere con gli altri
in unanimità. Il cristiano sta in pace con Dio e con gli uomini.
Don Michelangelo con Padre Massimo e le Comunità
ÍAli per scalare senza fatica
Un caro amico, Padre Andrea, tempo fa per invitarmi alla speranza e
all’ardimento mi raccontava questa sua esperienza di vita. Può servire
a noi tutti in questo mese che guarda a Maria e ci fa essere parte della
sua vita. Lei è la nostra speranza. Lei vuole darci le ali.
Stanco e sudato, dopo la faticosa arrampicata in montagna, mi siedo
per riposare e ammirare il panorama. Incuriosito, quasi incredulo,
vedo un bambino, a 2500 metri! Un bimbo di due o tre anni che,
tranquillo e beato, raccoglie i fiori del prato e senza alcun segno di
stanchezza... Come può esserci arrivato?
Vedo poco più in là una giovane signora, la mamma. Le faccio i
complimenti per il suo bambino, un così bravo scalatore, capace di
arrivare tanto in alto e... chissà con quanta fatica!
La signora mi spiega che la più grande fatica, la vera impresa del suo
bambino è stata quella di lasciarsi finalmente portare dalla mamma.
Varie volte – mi confida – aveva cercato di portarlo fin lassù, ma non
le era mai riuscito perché il piccolo, capriccioso, voleva camminare da
solo, e, fatti pochi passi, si fermava per mancanza di forze. Insomma
voleva salire senz'ali.
«Ma oggi è stato molto bravo perché si è lasciato portare...». Ha fatto
la più grande impresa che possa fare un bambino.
Farsi portare per un bambino non è passività; è l'unico
comportamento che gli consente di fare ciò che fa la mamma. Il
bambino che si fida della mamma, che crede all'amore, tanto fa
quanto lascia fare, e dal canto suo la mamma tanto può fare per il suo
piccolo quanto lui la lascia fare.
Maria ha cantato alla cugina Elisabetta: «Ha fatto in me grandi cose
Colui che è potente... Ha deposto i potenti e ha innalzato gli umili».
Invito la signora a mettersi sulle spalle il piccolo, seduto sul suo
seggiolino. Di profilo le faccio una foto con lo sfondo delle cime attorno
alla Marmolada. Incuriosita, mi domanda il perché della foto. Le
rispondo subito: «Signora, oggi è il 15 agosto, la festa dell'Assunta...
Il suo bambino ha fatto la sua più bella impresa: è arrivato alto
quanto la mamma perché da lei si è lasciato portare... L'Assunta è
arrivata all'altezza di Dio, nel cielo di Dio, perché da Dio si è lasciata
portare».
Ma come il bambino non poteva salire senza le ali della mamma,
anch'io, anche tu, avremo la grazia di salire nel cielo di Dio solo se ci
lasciamo portare dalla mamma, Maria. È Dante che ce lo ricorda:
«Donna, sei tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non
ricorre, sua disianza vuol volar senz'ali».