Ancorare In Sicurezza
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Ancorare In Sicurezza
TECNICHE DI ANCORAGGIO RIDOSSI E SITI PER ANCORAGGI IN SICUREZZA ( 18 Giugno 2005) Per ancorare con buone possibilità di tenuta si deve essere su un fondale non eccessivamente profondo. La regola è di calare catena per una lunghezza da tre a cinque volte la profondità; il che significa, visto che di solito a bordo abbiamo una linea di ancoraggio all’incirca di 50 mt., che dovremo scegliere un ancoraggio con un fondale massimo di 10 mt. N.B. Nelle zone a forte coefficiente di marea bisogna tener conto del cambiamento di livello del mare. Se si ancora in bassa marea la linea di ancoraggio potrebbe essere insufficiente quando la marea si alza. Es. Su un fondale di 4 mt. con 12 mt. di catena in acqua. a marea alta la profondità può passare a 12 mt., nel qual caso l’ancora si speda e la barca va alla deriva. Altrettanto pericoloso un ancoraggio in condizioni di alta marea se non si tiene conto che dopo circa 6 ore il livello scenderà di parecchi metri. La situazione ideale è quella di trovarsi in una rada in perfetta solitudine e con la possibilità di portare a terra una cima da legare ad un punto fisso. In questo modo sceglieremo di calare l’ancora al largo e di posizionare la barca in modo che presenti la prua verso la probabile direzione del vento (con vento da terra la catena dell’ancora andrà prolungata con uno spezzone di cima tessile fissata alla poppa della barca). Normalmente in presenza di altre imbarcazioni o con un fondale che ci impedisce di portare a terra una cima, la barca deve poter girare liberamente intorno al punto dove è fissata l’ancora. La scelta della posizione deve tenere conto che in caso di cambiamento di direzione del vento, tutte le barche devono essere libere di ruotare (da cui il termine “essere alla ruota”) senza incocciare nella barca vicina. La regola fondamentale per un corretto ancoraggio è di non avere fretta e prendersi tutto il tempo che si ritiene necessario per effettuare la manovra di ancoraggio. Una volta individuata la zona è meglio ammainare le vele e fare un primo passaggio a motore al minimo valutando attraverso le informazioni dell’ecoscandaglio l’andamento del fondale e, se possibile, incaricando un membro dell’equipaggio di mettersi a prua per individuare la presenza di eventuali scogli. Nel frattempo l’ancora verrà liberata dallo stroppo di sicurezza, il gavone del salpa ancore deve essere tenuto aperto con un elastico legato alla battagliola, va verificato che il disgiuntore del motore elettrico del salpa ancore sia su “on”. Il telecomando del salpa ancore elettrico, che normalmente viene tenuto al riparo, deve essere collegato all’apposita presa. N.B. Mai far funzionare il salpa ancore a motore spento Il timoniere porta la prua sulla verticale del punto in cui vuole che sia calata l’ancora e verifica la profondità con il sensore dell’ecoscandaglio, poi inizia a fare retromarcia al minimo e, mentre la barca perde il suo abbrivio in avanti, si ferma e inizia a retrocedere, dà l’ordine di calare l’ancora indicando quanti metri di catena approssimativamente devono essere filati. Il prodiere dovrà quindi tenere conto dei metri di catena che vengono calati e in più verificare che la velocità di discesa non sia eccessiva rispetto alla retromarcia della barca, per evitare che la catena si accumuli sul fondale. Una volta filati i metri richiesti, il prodiere arresta la discesa della catena e il timoniere mette in folle. L’abbrivio all’indietro della barca sarà sufficiente a tendere la catena e far inzeppare l’ancora nel fondale. Una volta spento il motore sarà opportuno vigilare qualche minuto per verificare che l’ancora non ari. Per essere più sicuri si possono effettuare dei rilevamenti al traverso usando qualche punto cospicuo della costa. L’uso degli allarmi inclusi nell’ecoscandaglio di basso e alto fondale permette di verificare se nella notte la barca si sposta dal suo ancoraggio. Per issare l’ancora per ripartire bisogna ricordarsi di accendere il motore. Non è opportuno far tirare la barca fino alla verticale dell’ancora usando il salpa ancore, bisogna aiutarne il lavoro procedendo a marcia avanti al minimo e facendosi indirizzare dal prodiere che segnalerà quando si è arrivati sulla verticale. Nell’issare l’ancora bisogna fare attenzione che questa non dondoli eccessivamente andando a colpire e a rovinare il dritto di prua della barca. Nel caso si disponga di una seconda linea di ancoraggio si può scegliere di afforcare o appennellare. Afforco significa posizionare due linee di ancoraggio della stessa lunghezza ad un angolo di circa 45°. In questo modo le due ancore lavorano insieme o, in caso di cambiamento di direzione del vento, quella sottoposta a maggior trazione può arare qualche metro fino ad essere di nuovo orientata correttamente con l’altra. Appennellare significa invece prolungare la consueta linea di ormeggio con una seconda ancora e relativa catena, di solito fissata con un grillo al diamante dell’ancora principale. In questo modo si ottiene una linea di ancoraggio di lunghezza doppia e le due ancore lavorano in serie. Il difetto di questo sistema è la difficoltà di issare e liberare le due linee di ancoraggio in condizioni di urgenza. In entrambi i casi la barca è meno libera di ruotare e quindi deve essere ben discosta da altre barche che invece hanno scelto un sistema di ancoraggio classico. Dopo una giornata di navigazione si dovrebbe poter scegliere un sito il più possibile tranquillo e riparato. Un’ondina che durante la veleggiata quasi non si sentiva, una volta ammainate le vele e calata l’ancora, provoca movimenti fastidiosi, al punto da impedire all’equipaggio di scendere in dinette, pena l’insorgere del mal di mare. Si deve quindi scegliere una rada profonda e sottovento, verificando che per la notte non siano previsti grossi cambiamenti di direzione del vento. La presenza di montagne particolarmente alte, incise da vallate profonde, può essere motivo per diffidare della scelta. In questo caso è probabile che all’alba vi ritroviate a dover affrontare un forte vento termico proveniente da terra (come il Peler a Torbole). Vento da terra = barca che tira verso il largo, ancora che viene spedata più facilmente arando verso fondali più profondi In linea di massima meno pericolo Vento dal largo = barca che tira verso terra, ancora che ara verso fondali meno profondi e dovrebbe migliorare la tenuta Però la situazione è più pericolosa Idealmente si dovrebbe poter scegliere l’ancora più adatta a seconda del tipo di fondale su cui si intende ancorare (sabbioso, roccioso, ecc.) In realtà non c’è possibilità di scelta e quindi dovremo tenere presente che il tipo di ancora che usiamo si può adattare meglio o peggio a seconda del tipo di fondale. Qui di seguito trovate una tabella con i modelli più diffusi di ancora e i pesi consigliabili in funzione della lunghezza dell’imbarcazione. Lungh. barca mt. 9 mt. 11 mt. 12 mt. 14 CQR 9 14 18 24 BRUCE 6 10 15 20 DANFORTH 10 15 20 30 DELTA 10 14 18 24 LISTA DI SITI ADATTI AD UN ANCORAGGIO Questa è una lista assolutamente non esaustiva, che tiene conto delle mie personali esperienze in zone non vicine a porti, con fondali al massimo di 10 mt. e con un ridosso dal vento da almeno due quadranti. N.B. Alcuni sono impraticabili nel mese di agosto a meno di non arrivare entro mezzogiorno. Costa Azzurra Zona Ile Porquerolles Ile Porquerolles Ile port Cros Ile port Cros Ile port Cros Golfe de S.Tropez Agay Cannes Golfe Juan Cap d’Antibes Cap d’Antibes Rade de Villefranche Saint Jean Cap Ferrat Liguria Zona Spotorno Paraggi Sestri Levante Cinque Terre Cinque Terre Cinque Terre Toscana Zona Piombino Isola d’Elba Isola d’Elba Sicilia Zona Palermo Trapani Is.Favignana - Località latitudine longitudine 06°09,968 06°10,072 06°22,799 06°21,851 06°24,876 06°39,736 06°51,711 07°02,816 07°06,975 07°07,409 07°08,298 07°19,338 Tipo di fondale Sabbia Sabbia Sabbia Rocce Sabbia Sassi Sassi Rocce Sabbia Rocce Sassi Sabbia Ridosso dai quadranti II – III - IV I – II - IV I – II - III III - IV II – III - IV II - III I - IV I – II – III - IV I - II I - IV III - IV I – II - IV P.te du langoustier N P.te du langoustier S Rada del porto Ile de Bagaud E Baie de Port Man Anse de Canebieres Rade d’Agay Iles de Lerins Mouillage du Piton Anse de l’Argent Faux Anse de la Garoupe Anse Grassuet 43°00,138 42°59,939 43°00,505 43°00,602 43°00,731 43°16,099 43°25,821 43°30,752 43°33,302 43°32,690 43°33,388 43°41,893 Rade de s. Hospice 43°41,256 07°20,570 Sabbia III - IV Località latitudine longitudine Isolotto Bergeggi Punta della Cervara Baia del Silenzio Rada di Moneglia Bonassola Seno di Canneto 44°14,137 44°19,081 44°16,048 44°14,280 44°10,760 44°05,392 08°26,594 09°12,827 09°23,659 09°29,055 09°34,870 09°45,385 Rocce Sabbia Sabbia Sassi Sassi Sassi Ridosso dai quadranti II - IV III - IV I - IV I - IV I - II - IV I - II Località latitudine longitudine 42°59,575 42°43,840 42°44,816 10°30,233 10°09,385 10°14,592 Sassi Sassi Sabbia Ridosso dai quadranti I – II I – III - IV I – III - IV Località latitudine longitudine Isola delle Femmine Golfo del Cofano Isola Preveto 38°11,941 38°08,389 37°55,023 13°14,259 12°43,998 12°18,202 Rocce Sabbia Sassi Ridosso dai quadranti I – II - III I – II - III I – III - IV Golfo di Baratti Fetovaia Marina di Campo Egadi Puglia Zona Capo d’Otranto Otranto Tremiti Località Isola S. Emiliano Baia di Limini Isola S. Domino latitudine longitudine 40°05,591 40°11,183 42°07,000 18°30,218 18°29,037 15°29,700 Rocce Sabbia Rocce Ridosso dai quadranti III - IV III - IV I – III - IV