Acqua – fonte di vita
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Acqua – fonte di vita
©UNICEF/HQ00-0578/Shehzad Noorani L’acqua potabile è dispensatrice di vita, quella sporca e inquinata distrugge l’ambiente e porta malattie. Di queste carenze soffrono maggiormente le popolazioni africane, quelle rurali e i bambini. Il quadro si ripete in molte regioni: i pozzi e gli impianti di rifornimento non funzionano, perché mancano i pezzi di ricambio o nessuno sa provvedere alla manutenzione. I periodi siccitosi più lunghi prosciugano i punti d’acqua tradizionali, costringendo la gente a bere acqua sporca e a lavarsi in pozze scavate con le mani. Mancano le recinzioni per tener lontano il bestiame dalle fonti. Scarseggiano o sono totalmente assenti anche gli impianti sanitari, sicché ognuno deve provvedere ai suoi bisogni all’aperto. La mancanza d’acqua impedisce anche il rispetto delle più elementari regole igieniche, come lavarsi le mani dopo la ritirata. Conseguenze gravi per i bambini Gli effetti della mancanza d’acqua sono gravosi per i bambini. Il consumo di acqua inquinata è all’origine di malattie diarroiche e della disidratazione, ostacola l’assunzione del nutrimento e conduce spesso alla morte. I bambini affetti da HIV/Aids ne sono doppiamente colpiti, perché il loro sistema immunitario già debilitato offre ancora minori resistenze agli attacchi di diarrea. Se mancano gli impianti sanitari, mancano anche le premesse igieniche per un sano sviluppo dei bambini. La non osservanza delle regole igieniche basilari è all’origine di molte malattie, come le infezioni alle vie respiratorie, dell’aumentato rischio di contrarre la malaria, della presenza di vermi e di infiammazioni alla pelle e agli occhi, tutti fattori che rendono difficile la vita. Oltre a questi effetti diretti, il mancato accesso all’acqua sortisce Altre informazioni www.unicef.ch www.unicef.org/wash www.unwater.org anche conseguenze indirette per l’infanzia. Anziché andare a scuola, i bambini devono seguire le madri e camminare ore e ore sotto il sole cocente per andare a cercare un po’ d’acqua, reggendo sul capo recipienti pieni d’acqua troppo grandi e pesanti per loro. Queste maratone giornaliere e le malattie possono essere evitate con un pozzo nel villaggio, una latrina in casa e un pezzo di sapone nella tinozza. Un pozzo nel villaggio L’UNICEF si adopera da anni per migliorare il rifornimento idrico, in particolare con la costruzione di pozzi. Per far sì che buttino acqua anche nei periodi di siccità, occorre scavare fino a 40-50 metri di profondità. Se però la falda si trova a un livello più superficiale, possono bastare anche i pozzi scavati a mano profondi almeno cinque metri. L’UNICEF provvede a fornire semplici pompe a mano standardizzate che semplificano la manutenzione e la fornitura di pezzi di ricambio, come pure ad aiutare a riparare e a curare la manutenzione dei pozzi esistenti. Per quest’ultimo compito, vengono formati residenti volontari che si occupano anche di organizzare una giusta distribuzione del prezioso liquido. Il più significativo contributo dell’UNICEF alla soluzione del problema acqua nei paesi emergenti è stato lo sviluppo della pompa a mano «India Mark II». Sono stati due ingegneri dell’UNICEF che, in collaborazione con il governo indiano, hanno progettato questa pompa messa inizialmente in funzione nelle regioni settentrionali dell’India, spesso confrontate con lunghi periodi di siccità. La nuova tecnologia si è poi velocemente diffusa in molti altri paesi. Forte della sua pluriennale esperienza, l’UNICEF coordina gli interventi delle varie agenzie delle Nazioni Unite nelle situazioni di crisi e di emergenza nei settori dell’acqua, degli impianti sanitari e dell’igiene. Igiene a scuola L’UNICEF sostiene pure la costruzione di allacciamenti idrici nei centri sanitari e nelle scuole, di latrine separate per ragazze e ragazzi, e organizza incontri informativi nei villaggi per divulgare i principî igienici elementari. Per ancorare nei costumi locali il rispetto delle norme igieniche e la consapevolezza di quanto sia importante avere pozzi funzionanti nel villaggio, occorre educare adeguatamente i bambini. Un compito che comincia nella scuola, che deve insegnare agli allievi a rispettare la natura, a tener pulite le fonti, a individuare le cause di malattie pericolose come la diarrea. L’UNICEF si prodiga affinché i programmi di scuola elementare trattino anche i temi acqua e salute. I comitati scolastici per la salute, formati da insegnanti e allievi, danno l’esempio, mantenendo puliti la scuola, i servizi igienici e i dintorni, raccogliendo la spazzatura ed evacuando l’acqua dalle pozze. L’acqua contro la povertà L’acqua è il presupposto fondamentale per una vita sana e per uno sviluppo sociale ed economico. Per rimanere sana, il fabbisogno minimo di una persona è di venti litri al giorno. Il miglioramento dell’approvvigionamento idrico è determinante per sconfiggere definitivamente la povertà. Nei paesi in sviluppo, le ricorrenti malattie e l’insufficiente istruzione scolastica causano ogni anno miliardi di spese. La perdita di produttività costa ai paesi più poveri fino a 81 miliardi di franchi svizzeri. Il rifornimento idrico è di conseguenza tra i più importanti obiettivi della cooperazione allo sviluppo. All’inizio del nuovo secolo, le Nazioni Unite hanno promulgato gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio, OSM, con i quali la comunità mondiale si impegna a promuovere congiuntamente lo sviluppo nei paesi del Sud del mondo e a eliminare entro il 2015 la povertà estrema. Per sottolineare quanto sia importante l’acqua per lo sviluppo, è stato formulato un obiettivo specifico, il settimo relativo alla sostenibilità ambientale, secondo il quale entro il 2015 occorre dimezzare il numero delle persone che non hanno accesso all’acqua potabile e agli impianti sanitari. Base: aprile 2012