G.O.B. - GRUPPO OCARINISTICO BUDRIESE HISTORY

Transcript

G.O.B. - GRUPPO OCARINISTICO BUDRIESE HISTORY
G.O.B. - GRUPPO OCARINISTICO BUDRIESE HISTORY
"Il concerto di ocarine al Crystal Palace - Un concerto di ocarine significa
musica suonata su strumenti in terracotta, chiamati ocarine. Gli ocarinisti,
vestiti nei loro pittoreschi costumi, si sono presentati alla Haendel orchestra e
sui loro strumenti, chiamati ocarine, hanno suonato una selezione di brani
d'opera con perfetta abilità in un'esecuzione brillante. Una selezione da Il
Trovatore, seguito dall'ouverture dal Guglielmo Tell, hanno sorpreso quanto
entusiasmato il pubblico; ma il grande successo è stato una polka, con
l'accompagnamento del canto degli uccelli, quest'ultimo imitato alla perfezione
da uno degli ocarinisti. Comunque, l'effetto di tutto il concerto è stato
eccellente e i suonatori sono stati richiamati per ricevere i complimenti del
pubblico dopo ogni chef d'oeuvre. Non abbiamo alcun dubbio che questi
concerti attrarranno folle di visitatori, non solo per la loro novità e le loro
peculiarità, ma per l'eccellenza intrinseca delle selezioni musicali e per l'abilità
degli esecutori. La difficile ouverture del Guglielmo Tell è stata resa con tutto il
fuoco e la precisione di un'intera orchestra " ( Londra, Daily News, 13 Luglio
1874)
"Uno dei grandi successi della stagione invernale che comincia sarà certamente
per Les Montagnards des Apennins [leggi: Gruppo Ocarinistico] che il Cirque de
Champs-Elysées ha mostrato ieri sera, per la prima volta, al suo pubblico
d'élite delle domeniche. Sono sette e suonano degli strumenti in terracotta
chiamati ocarine. I Montagnards sono stati applauditi a oltranza e richiamati
più volte. Il successo che hanno ottenuto non ha nulla di esagerato e
sicuramente tutta Parigi vorrà ascoltarli" ( Parigi, L'Evenement, 5 Ottobre
1874)
Così recitavano i giornali europei a proposito dei concerti del Gruppo
Ocarinistico Budriese, attorno agli anni settanta del secolo scorso. Ovunque
andassero, i musicisti della Société des concertistes italiens surnommés
les celèbres montagnards des Apennins (nome con cui si presentava il
gruppo ocarinistico a quei tempi) riscuotevano un successo stupefacente:
Berlino, Vienna, Londra, Parigi, New York, le capitali della cultura occidentale
dell'Ottocento
accolsero
gli
ocarinisti
con
grande
calore
e
interesse. Manifestazioni di grande importanza, a cominciare dalle esposizioni
internazionali di Londra, di Parigi, di Palermo, furono teatro dei concerti di
questo gruppo; grandi palcoscenici ospitarono le loro esibizioni; furono
chiamati a suonare alla corte degli zar così come al celebre Moulin Rouge di
Parigi. Senza porsi troppi problemi di ordine filologico, questi musicisti
eseguivano ogni sorta di composizione su questo strano e nuovo strumento,
meravigliando il pubblico per la loro abilità e, in assoluto, per il risultato
musicale che erano in grado di conseguire. Sull'onda del successo del
melodramma italiano, il loro repertorio non poteva che essere dominato da
arrangiamenti di arie e sinfonie d'opera: Il Barbiere di Siviglia, Guglielmo Tell
di Rossini, Rigoletto, La Traviata, Il Trovatore di Verdi, Elisir d'amore di
Donizetti furono solo alcune delle opere da cui gli ocarinisti trassero i loro
"cavalli di battaglia". Questa scelta, finalizzata indubbiamente ad un impatto
spettacolare, si fondava però su un valore musicale consistente, senza il quale
difficilmente sarebbe stato possibile sostenere un intero concerto mantenendo
sempre vivi l'interesse e l'attenzione del pubblico; le loro esecuzioni
estremamente precise e brillanti, fortemente risaltate dalle caratteristiche
timbriche ed espressive dello strumento, dimostravano la straordinaria
efficacia di un gruppo ben coordinato di strumentisti e una spiccata
interpretazione
virtuosistica
che
ben
si
adattava
alla
tecnica
ocarinistica. Naturalmente, dietro un simile successo c'era una notevole
capacità organizzativa, che tra il 1867 e 1872 aveva portato il gruppo, primo
settimino di ocarine nato intorno al 1866 e fino ad allora sconosciuto fuori della
provincia di Bologna (dopotutto l'invenzione dello strumento è datata 1853 e
del primo quintetto si parla solo verso il 1865), ad esibirsi con crescente
successo dapprima nei teatri dell'Emilia-Romagna, per poi spostarsi
gradualmente sempre più lontano (Padova, Milano, Trieste), fino ad arrivare ai
teatri romani, tra i quali, nel 1869, il teatro Argentina, nel cui foyer furono
ascoltati ed applauditi, nell'intervallo del suo Rigoletto, dallo stesso Giuseppe
Verdi. Sì, perché prima di raggiungere il successo delle tournées internazionali,
gli ocarinisti si fecero conoscere, in Italia, attraverso un'intensa attività, che
consisteva principalmente nel suonare nei foyer dei teatri, durante gli intervalli
delle opere, riprendendo i temi e le arie che il pubblico aveva appena sentito in
sala, facendo così da accompagnamento ai rinfreschi che usualmente si
tenevano tra un atto e l'altro. Ed è anche per questo che il repertorio
ocarinistico si arricchì di così tante trascrizioni operistiche. Del resto, la
produzione di questi arrangiamenti non si fermò affatto dopo che il gruppo
cessò questa attività ma, anzi, fu accelerata dal crescente successo incontrato
da questo tipo di musica durante i concerti. Negli anni che seguirono tanti
furono i suonatori che fecero parte di questo gruppo: alcuni per molti anni, altri
per brevi periodi, ma tutti animati dal desiderio di far musica e di stare insieme
in buona compagnia. Dal periodo di successi di cui abbiamo parlato si passò
però all'inesorabile declino nell'epoca dell'Italia giolittiana, quando l'ormai
trentennale successo dei gruppi ocarinistici andò lentamente ma
inesorabilmente scemando. Sarà solo a partire dalla fine degli anni venti che il
Gruppo Ocarinistico Budriese, sotto la guida di Alfredo Barattoni, che lo
dirigerà con abnegazione fino alla sua morte nel 1948, vedrà finalmente
rinascere le proprie fortune. Ma ormai i tempi erano cambiati, la cultura era
cambiata, il gusto musicale era decisamente cambiato, e nonostante i
significativi successi che i musicisti budriesi conseguirono in quegli anni, la loro
attività non ebbe più quel respiro internazionale che li aveva resi celebri mezzo
secolo prima. Nonostante ciò, per quasi vent'anni gli ocarinisti si esibirono nei
teatri italiani conseguendo anche successi clamorosi, come riporta la stampa
nazionale e locale dell'epoca; suonarono ripetutamente alla radio e incisero
vari dischi per la Columbia e per La voce del padrone, riservandosi sporadiche
apparizioni all'estero per suonare in Svizzera o a Parigi (ancora una volta per
esibirsi in locali quali il Moulin Rouge e l'Embassy). Questo periodo di attività fu
soprattutto importante per la sbalorditiva quantità di composizioni e
trascrizioni che il M° Barattoni riuscì a produrre, molte delle quali di notevole
interesse musicale, e che a tutt'oggi rappresentano il corpo maggiore
dell'archivio in possesso del Gruppo Ocarinistico Budriese. Dal dopo guerra fino
alla fine degli anni settanta, il Gruppo Ocarinistico Budriese lasciò un po' da
parte le trascrizioni operistiche ottocentesche per dedicarsi completamente
all'esecuzione di musiche folkloristiche, fino ad assumere nell'immaginario
collettivo uno strettissimo legame con la cultura contadina e popolare, cultura
che in realtà non gli appartenne storicamente, come si è avuto modo di
constatare da ciò che è stato detto prima. L'uso dell'ocarina nel liscio e nelle
orchestre da ballo ne garantì in qualche modo la notorietà a livello regionale,
ma la legò anche ad un modo di fare musica che, per quanto rispettabile, poco
aveva a che fare con le vere radici dello strumento e dei musicisti delle
origini. Alla fine degli anni settanta l'ultimo gruppo si sciolse definitivamente e
l'amministrazione del Comune di Budrio, intravedendo il pericolo di una perdita
rovinosa per il patrimonio musicale del paese, decise di istituire una scuola di
ocarina, con l'aiuto di alcuni componenti del vecchio gruppo. Da questa scuola
e dalla passione di musicisti di formazione classica è nato l'attuale Gruppo
Ocarinistico Budriese, il cui intento principale è quello di rilanciare, attraverso
una intensa attività concertistica nazionale e internazionale, l'ocarina e la sua
tradizione musicale, nel tentativo di eguagliare e recuperare il valore che era
attribuito più di un secolo fa al complesso di musicisti budriesi.
I componenti del gruppo
Il Gruppo Ocarinistico Budriese continua una tradizione musicale più che centenaria, che ha
legato indissolubilmente il nome di Budrio a quello dell'ocarina. L'ocarina (dal dialetto
bolognese ucarina, «piccola oca»), nacque a Budrio, paese in provincia di Bologna, nel 1853
grazie all'estro di Giuseppe Donati. Costruite sette ocarine di dimensioni differenti, nel 1864 si
formò il primo «Gruppo Ocarinistico Budriese» che, con il nome di «I Celebri Montanari degli
Appennini», si esibì per anni con successo nei maggiori teatri europei proponendo nei suoi
concerti brani originali e arrangiamenti di celebri arie tratte da opere liriche. Alla
inconfondibile sonorità naif, tipica di un insieme di ocarine, si è aggiunta negli ultimi anni
quella più classica di chitarre e flauti. Ecco allora nuove ed inedite soluzioni timbriche, pur
sempre legate all'atmosfera musicale del periodo d'oro dello strumento, la «Belle Époque». Il
Gruppo Ocarinistico Budriese, che nella sua attuale formazione è il risultato di un'evoluzione
più che ventennale, ha raccolto l'eredità musicale dei complessi ocarinistici sorti nel tempo a
Budrio, con particolare riferimento a quelli degli anni '20 e '30 diretti da Alfredo Barattoni. Al
nucleo originale del gruppo, formatosi nella scuola d'ocarina di Budrio, si sono in seguito
aggiunti musicisti di formazione classica.
Attivo da molti anni, il GOB ha effettuato oltre 800 concerti in Italia e all'estero ed inciso vari
CD. Tra i suoi impegni internazionali figurano: tournées in Australia (1987, 1996, 2000);
concerti a Stoccolma e Basilea (1988); tournées a Cuba (1989), Argentina (1990) e Cile
(1990, 1999); la partecipazione al "15° Klap Op De Vuurpijl" ospite del Willelm Breuker
Kollektief al teatro Bellevue di Amsterdam (1990); concerti a Caracas (Venezuela) (1991);
concerti in Belgio (1993); una tournée negli Stati Uniti durante la quale il Gruppo ha suonato
presso varie sale da concerto e università a New York e Detroit (1994). * Nel 1998 ha
partecipato al Festival de l'Ile de France di Parigi.
Al Gruppo Ocarinistico Budriese é stato assegnato il Premio Nazionale "Ribalte di Fantasia
1998", per la realizzazione dello spettacolo "Il Barbiere di Siviglia" in collaborazione con la
compagnia di burattini "I Burattini di Riccardo" di Riccardo Pazzaglia. Sempre col burattinaio
Riccardo Pazzaglia, nel 2000 il Gruppo ha realizzato lo spettacolo teatrale "Tutto nel mondo è
burla", basato sulla vita e le opere di Giuseppe Verdi.
Nel 2003, in occasione del Festival per i 150 anni dall'invenzione dell'ocarina, ha prodotto un
CD, con musiche tratte dal "Barbiere di Siviglia" di Rossini.
Nel 2005 è uscita l'ultima produzione discografica intitolata "Sprizzi e Sprazzi", dedicata a
musiche per ocarina della tradizione popolare.
Nell'Aprile 2010 ha effettuato una trionfale tournée in Corea del Sud, suonando nei principali
teatri coreani di fronte a oltre 3.000 spettatori, comparendo nella Tv nazionale KBS e
conquistando l'attenzione della principale rivista musicale coreana EDUCLASSIC, che ha
dedicato al GOB l'intera copertina. Nell'occasione è stato prodotto dalla Noble Ocarina
Company il DVD "Live in Korea 2010". · Nel 2011 ha pubblicato i CD "Magical Ocarina", "The
Four Seasons" e "Contemporary Earth", quest'ultimo insieme al libro di Claudio Cedroni "Il
Settimino di Ocarine - Storia di una tradizione italiana". Oltre a diverse apparizioni televisive
in Italia e all'estero, il Gruppo ha partecipato alla realizzazione del disco Miserere di Zucchero
ed alle registrazioni dal vivo dei concerti del Festival Internazionale "ANGELICA".
Ha inciso per CIME, Callisto Records, Tiechiku Records, Noble Ocarina e Sonicroket.
Infine il GOB, con la direzione artistica di Oderso Rubini, ha cominciato a cimentarsi con il
repertorio contemporaneo, proponendo il programma Contemporary Earth prima al
festival Angelica a Bologna (maggio) poi al Festival di Odegand (settembre) e a Radio
Klara (dicembre) a Gent, e infine partecipando al Concerto del 2 agosto in ricordo delle
vittime della strage alla stazione di Bologna
Sempre nel 2011 il Ministero per i Beni e le Attività culturali ha riconosciuto il Gruppo
Ocarinistico Budriese come Gruppo musicale d'interesse nazionale.
Il Gruppo Ocarinistico Budriese:
1ª
2ª
3ª
4ª
5ª
6ª
7ª
ocarina: Fulvio Carpanelli
ocarina: Fabio Galliani
ocarina: Simona Vincenzi
ocarina: Emiliano Bernagozzi
ocarina: Marco Venturuzzo e Piero Callegari
ocarina: Gianni Grossi
Ocarina e Chitarra: Claudio Cedroni
L'ocarina di Budrio
L’ocarina (dal dialetto bolognese ucarìna, «piccola oca») è un flauto globulare in terracotta
inventato a Budrio (Bologna) nel 1853 da Giuseppe Donati, che fu costruttore di ocarine e
membro del primo gruppo ocarinistico.
Dopo aver costruito una "famiglia" di sette ocarine di dimensioni differenti, nel 1864 Donati
formò il primo «Gruppo Ocarinistico Budriese» detto anche «Concerto» di Ocarine che propose
musiche brillanti e divertenti per ensemble di ocarine, dalla sonorità assolutamente nuova ed
inconsueta per il periodo. Successivamente il gruppo, con il nome di «i Celebri Montanari degli
Appennini», si esibì con successo per molti anni nei maggiori teatri europei.
Il repertorio del «Concerto» era costituito inizialmente solo da numerose composizioni ballabili
di genere popolare e folcloristico; in seguito fu arricchito da arrangiamenti di brani della
tradizione lirico/sinfonica. Il nome stesso di «Concerto» si riferisce alla denominazione che
veniva data alle piccole orchestre da ballo nell’area emiliana della pianura padana.
A queste forme musicali alla fine dell'Ottocento si associarono prima i nuovi balli «moderni»,
cioè il valzer, la polca e la mazurca che dagli ambienti «colti» passavano all’uso popolare
sovrapponendosi ai balli della tradizione folcloristica; in un secondo tempo si associarono
Fantasie e Capricci, con lo scopo di evidenziare sia le capacità musicali dello strumento nonché
le possibilità virtuosistiche dei suonatori.
Lo spirito allegro e vivace dell'ocarina viene esaltato da questo genere di composizioni, che
alternano zampilli di intense sonorità a improvvise intuizioni virtuosistiche .
La tecnica di comporre, trascrivere o adattare dei brani musicali famosi per ocarina è una
tradizione che si è sempre tramandata tra i componenti dei gruppi ocarinistici esistiti nei vari
periodi storici, al pari della costruzione delle ocarine, pratica intimamente legata con la vita
stessa dei gruppi di ocarine. Infatti, la scrittura di composizioni musicali per questo strumento
presuppone un’ottima conoscenza delle sue possibilità espressive e timbriche. Per questo
motivo i principali compositori e arrangiatori sono stati sempre anche membri del gruppo.