Rassegna stampa settimanale 15 Marzo Documento Adobe

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Rassegna stampa settimanale 15 Marzo Documento Adobe
Presidenza del Consiglio dei Ministri
DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ
UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI
RASSEGNA STAMPA
SETTIMANALE
Anno III – Roma,11-15 Marzo2013
A cura di Fernando FRACASSI
Collaborazione
Monica D’Arcangelis, Alessandro Tudino
Contact Center
www.unar.it
Rassegna Stampa
11-15 /03/2013
COMUNICATO STAMPA
Unar: al via la IX Settimana d’azione
contro il Razzismo ”Se chiudi col
razzismo ti si apre un mondo”
Come
ogni
anno,
in
occasione
della
“Giornata
mondiale
per
l’eliminazione delle discriminazioni razziali,” che si celebra in tutto il
mondo il 21 marzo, l’UNAR l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni
Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità organizza la
Settimana di azione contro il razzismo, campagna di sensibilizzazione
giunta ormai alla sua IX edizione, in programma dal 17 al 24
marzo.
“Lo slogan scelto per questa edizione – “Se chiudi col Razzismo, ti si
apre un mondo”- afferma il Ministro Fornero con delega alle pari
opportunità – vuol far riflettere sull’importanza di aprire le nostre menti,
i nostri cuori e le nostre coscienze a chiunque, da qualunque parte del
mondo provenga, senza pregiudizi o intenti discriminatori. Così agendo prosegue il Ministro - potremo rendere migliore e più libera la nostra
società. Sono certa - conclude il Ministro- che le numerose iniziative
che si susseguiranno nel corso di questa Settimana, anche grazie al
coinvolgimento
dei
più
giovani,
contribuiranno
a
rafforzare
la
consapevolezza di dover chiudere le porte ad ogni tipo di intolleranza o
di discriminazione verso il prossimo”.
Ufficialmente la settimana prenderà il via con il weekend sportivo del
16 e 17 marzo.
Grazie al sostegno di FIGC, Lega Calcio di Serie A e Serie B, Lega Pro e
con la collaborazione della UISP, Rete FARE e dell'Oscad (Osservatorio
per la sicurezza contro gli atti Discriminatori) prima del fischio di inizio
delle partite in tutti i campi di serie A, sarà esposto uno striscione
contro il razzismo e i capitani delle squadre leggeranno un messaggio
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rivolti ai tifosi. Analoghe manifestazioni sono previste su tutti gli altri
campi di calcio.
Anche la Nazionale
nell’amichevole
di calcio, impegnata il 21 marzo a Ginevra
conto
il
Brasile,
testimonierà
contro
il
razzismo
ospitando a Coverciano il 19 marzo una rappresentanza di giovani
giocatori
italiani
e
stranieri
appartenenti
ad
associazioni
sportive
impegnate contro il razzismo.
Sempre il 17 marzo l’UNAR correrà a fianco della XIX maratona di Roma,
ripetendo lo slogan “Ti si Apre il Mondo” riportato sulle magliette di
colore verde cui migliaia di persone e ragazzi correranno la stracittadina
dandosi appuntamento al Colosseo per una giornata che unirà tutto lo
sport.
Centinaia le iniziative promosse in tutta Italia, a cominciare dal progetto
didattico “Look around. Per non restare indifferenti”, in collaborazione
con l’associazione 'Il razzismo è una brutta storia” e con le librerie
Feltrinelli, che coinvolgerà studenti elementari e medi e i loro insegnanti
nella
fruizione
di
cortometraggi
sui
temi
dell'antirazzismo
e
dell’educazione alla cittadinanza.
In tante città, nei quartieri a forte vocazione etnica, (tra le altre Roma,
Bologna, Verona, Milano, Trieste, Torino, Genova Prato, Cosenza, Bari,
Palermo),
in
collaborazione
con
le
associazioni
locali
e
Amnesty
International, saranno allestiti gazebo informativi pensati come punti
di incontro fra la popolazione italiana e le comunità straniere della città,
in cui far conoscere le tradizioni e le diverse culture attraverso mostre
fotografiche, percorsi e spettacoli teatrali.
Dal 18 al 23 marzo ci sarà “Diversità al lavoro”, progetto promosso
dall’UNAR, sul tema delle discriminazioni nel mondo del lavoro, che vede
coinvolte nei vari incontri, seminari, dibattiti, le organizzazioni datoriali
e i sindacati facente parte della cabina di regia.
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Con un altro evento intitolato “Questa è l’Italia”, l’Unar entra in
numerosi istituti scolastici per raccontare a più voci il nuovo volto
dell’Italia multietnica, invitando gli studenti a riflettere sui cambiamenti
sociali e demografici che hanno interessato il loro territorio, per
approfondire il tema del rapporto con la diversità, con l’identità
nazionale e la cittadinanza, con la discriminazione e l’integrazione. Sui
banchi
della
propria
scuola
ritorneranno
a
supportare
l’iniziativa
personaggi del mondo dello spettacolo come Filippo Solibello, Peppe
Barra,
Michele
Venitucci,
Bruno
Morelli,
il
rapper
Amir
Isaaa
e
Ratapignata.
Il 19 e 22 marzo l’UNAR, in collaborazione con il Centro studi IDOS,
promuove a Roma un incontro con la comunità romena e con la
comunità albanese.
Il 20 marzo a Roma presso la Biblioteca della Libera Università LUSPIO
si terrà la cerimonia di premiazione dei vincitori del premio per tesi di
dottorato di ricerca UNAR/CRUI.
Il 21 marzo a Roma, alle ore 10.30 al Teatro Ambra Jovinelli, in
collaborazione con ARCI, sará presentato uno spettacolo dedicato agli
istituti superiori della Capitale, dal titolo “Basta Razzismo, per una
nuova cittadinanza”.
Il 20 e 21 marzo a Napoli, andrà in scena la quarta tappa della
campagna “Dosta!” iniziativa di sensibilizzazione per combattere i
pregiudizi e gli stereotipi nei confronti dei Rom e Sinti, promossa dal
Consiglio d’Europa.
Anche
la
Regione
Emilia
Romagna
parteciperà
attivamente
alla
Settimana di azione contro il razzismo. Fra le tante iniziative che
coinvolgeranno il territorio si segnalano, in particolare, il convegno del
21 marzo a Bologna “Rom e Sinti: discriminazioni, diritti e inclusione” e,
sabato 23 marzo, sempre a Bologna, il convegno pubblico “Together
against discrimination”.
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Il 24 marzo a Napoli, l’Arcigay Antinoo di Napoli Onlus organizza un
quadrangolare di calcio a 5, patrocinato dal Comune di Napoli, dal titolo
“Un
calcio
alle
discriminazioni”.
Si affronteranno
una
squadra
di
giornalisti, una squadra di calcetto LGBT napoletana, la selezione
Afronapoli united e la squadra della Consulta provinciale degli studenti.
La Settimana di azione contro il razzismo sarà presente in molti
programmi televisivi e radiofonici. In particolare per tutto il mese di
marzo, l’edizione mattutina di Caterpillar su Radio2 Rai, inviterà tutti gli
ascoltatori a calarsi nei panni di una persona straniera che vive in Italia
e deve affrontare i tanti ostacoli e imprevisti della vita quotidiana
attraverso il gioco www.giocaneimieipanni.it. La campagna radiofonica
cercherà di coinvolgere attivamente anche i radioascoltatori invitandoli
simbolicamente il 21 marzo a testimoniare conto il razzismo. A Messina
il 21 marzo all’interno dei portici del Palazzo dei Leoni (sede della
Provincia), il gioco verrà messo in scena dal vivo attraverso un percorso
didascalico corredato da gigantografie, videoclip, giochi di ruolo.
Per tutte le altre iniziative ed ulteriori dettagli consulta il programma sul
sito
www.unar.it,
alla
pagina
Facebook
norazzismi
e
all’hashtag
#chiudialrazzismo.
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COMUNICATO STAMPA
Se chiudi col Razzismo ti si apre un
mondo. UNAR e Maratona di Roma
insieme contro il razzismo
L’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, da tante edizioni sostiene la Maratona di
Roma,
sport
simbolo
di
ogni
olimpiade,
ma
soprattutto
della
partecipazione senza barriere di etnia, orientamento sessuale, abilità,
genere. Quest’anno l’UNAR correrà a fianco della Maratona di Roma
sotto l’insegna del comune slogan “Ti si Apre il Mondo” e ai nastri di
partenza della gara stracittadina RomaFun tutti i partecipanti potranno
scegliere di correre a difesa delle differenze indossando la maglietta
dell’Ufficio, con lo slogan “Se chiudi col razzismo ti si apre un mondo”
distribuita nei pacchi gara. “Abbiamo raccolto l'esortazione del Ministro
Fornero chiamando
tutti i volontari , ma soprattutto i più giovani, ad
unirsi a noi in questa corsa simbolica contro ogni forma di razzismo” ha
dichiarato Marco De Giorgi, Direttore Unar. L’UNAR sarà inoltre
presente con un suo stand al Marathone Village nei tre giorni di
esposizione al Palacongressi il 14, il 15 e il 16 marzo e il 17 mattina con
un gazebo allestito ai Fori Imperiali dove, prima dell’inizio della corsa,
sarà ancora possibile ritirare la maglietta. Con la Maratona di Roma
prende il via anche il fitto calendario di iniziative che l’Unar promuove
in tutta Italia per la IX Settimana d’Azione contro il Razzismo, dal 17 al
24 marzo, con eventi informativi, attività ludico-aggregative e di piazza,
momenti di riflessione e di formazione, che vedranno il coinvolgimento
di enti locali, della scuola, delle forze sindacali ed imprenditoriali, del
mondo
dello
consultabile
sport
sul
e
delle
sito
comunità
dell’Unar
straniere.
www.unar.it
Il
e
programma
alla
pagina
faceebook.com/norazzismi.
Per ulteriori informazioni
Antonio Giuliani [email protected]
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COMUNICATO STAMPA
Come è la vita di un immigrato in Italia?
Unar e CaterpillarAM
ti invitano a
provarlo per un mese.
"Avete mai provato a mettervi nei panni di una persona straniera che
vive in Italia? Di una donna ucraina, per esempio, oppure di un ragazzo
senegalese che ha due figli a casa e deve mantenerli con il suo lavoro.
Volete provare a vedere se ve la cavereste?" Chiede Marco De Giorgi,
Direttore UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) nella
Settimana di azione contro il razzismo. La sfida a provarci “giocando” è
su
www.giocaneimieipanni.it,
un
progetto
ideato
da
Unar
in
collaborazione con la trasmissione di Rai Radio2 Caterpillar AM. On line i
giocatori vengono invitati a vivere un mese in Italia con un budget
limitato, prendendo così coscienza delle difficoltà quotidiane dell’essere
straniero. Ma attenzione, c’è ben poca fantasia nel gioco: tutti gli
esempi
sono
stati
elaborati
sulla
base
di
dati
reali.
In
radio
l'immedesimazione continua attraverso le storie e i racconti di stranieri
La campagna terminerà il 21 marzo con l'invito a dire no al razzismo
con un gesto semplice e conviviale quello di fare colazione assieme a
cittadini nati o provenienti in altri paesi del mondo.
Una “colazione
antirazzista”, a casa, al bar, in albergo, alla macchinetta del caffè
dell'ufficio, all'autogrill in autostrada, per un giorno si proverà a dire no
al
razzismo
spotanei
mangiando
di
assieme.
cittadini
Tanti
stanno
bar,
associazioni,
aderendo
gruppi
info
su
http://caterpillaram.blog.rai.it/ e www.giocaneimieipanni.it
Per ulteriori informazioni:
Paola Di Lazzaro
[email protected]
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OMOFOBIA: A PALERMO BANCARIA
INSULTA DUE CLIENTI PERCHE' GAY
(ANSA) - PALERMO, 14 MAR - ''Spero di non avere mai bisogno di due
medici come voi. Non siete uomini, ma froci''. Cosi' una bancaria del
Banco popolare siciliano, a Palermo, si e' rivolta a una coppia di medici
gay.
''C'era stato un disguido con un assegno - racconta Giovanni M., 34
anni, pediatra -. Gia' al telefono la donna aveva avuto un atteggiamento
poco cordiale, come da sempre nei nostri confronti. Io e il mio
compagno ci siamo recati in banca per risolvere il problema. Siamo stati
accolti dal direttore che e' stato molto cortese. Il pediatra e il compagno
Augusto, ginecologo, stavano uscendo quando l'impiegata ha inveito
contro i due professionisti. ''Mentre uscivamo dalla filiale – racconta
ancora Giovanni - nell'area che separa le casse dall'uscita,senza alcun
motivo siamo stati aggrediti verbalmente dalla bancaria, in presenza
degli impiegati e dei clienti. Ci ha detto: 'Mi auguro di non avere mai a
che fare con due medici come voi, pezzenti, non siete uomini, froci''.
Adesso i due medici, dopo avere consultato il loro avvocato, citeranno in
giudizio penalmente e civilmente l'impiegata. ''Lo faremo - continua il
medico - non solo per la frase omofoba, ma perche' ha pesantemente
danneggiato la nostra professione. Quelle frasi sono state rivolte davanti
a numerose persone che si trovavano in banca. Purtroppo i vertici della
banca hanno cercato di giustificare l'impiegata, ma ancora non e'
arrivata neppure una telefonata di scuse. E' questo ci rammarica molto''.
In caso di risarcimento i due medici devolveranno il ricavato all'Arcigay
e alle associazioni che si battono per la causa degli omosessuali. Il
sindaco Leoluca Orlando, d'accordo con gli organizzatori, ha invitato i
due professionisti a partecipare sabato alla conferenza stampa di
presentazione del Pride nazionale. ''Ci sono esperienze di vita quotidiana
che testimoniano l'omofobia del quotidiano meglio di qualsiasi ricerca ha detto il sindaco - puo' esserci un semplice invito che testimonia la
solidarieta' meglio di qualsiasi parola''. (ANSA).
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GAY: MONASTRA, SOLIDARIETA' A
DUE MEDICI INSULTATI IN BANCA
Palermo, 15 mar. - "Esprimo solidarieta' alla coppia gay di medici che
e' stata verbalemente aggredi ta ieri in una banca. Il nostro Paese
resta ancorato a stereotipi e pregiudizi duri a morire, specie in Sicilia:
l'episodio e' drammaticamente emblematico e rappresenta un diffuso
clima di omofobia. Domani sara' presentato il Pride nazionale che
quest'anno si svolgera' a Palermo, un' occasione quanto mai opportuna
e
significativa
per
lottare
contro
l'omofobia
e
restituire
piena
cittadinanza ai diritti di tutti". Lo ha detto la consigliera comunale di
Palermo, Antonella Monastra tornando a parlare dell'episodio dei due
medici
gay
insultati
da
una
impiegata
bancaria
per
la
loro
omosessualita'. - (Adnkronos)
OMOFOBIA: AGGREDITO E RAPINATO
A ROMA, A GIUDIZIO TRE ROMENI
(AGI) - Roma, 12 mar. - Era stato aggredito, rapinato e insultato
perche' gay, a Roma. Per questo tre romeni sono stati rinviati a giudizio
dal gup Antonella Minunni. Il processo per i tre romeni iniziera' il 24
settembre prossimo davanti alla seconda sezione penale. Le accuse
contestate sono quelle di rapina e lesioni aggravate. I fatti avvennero'
nella notte tra il 25 e il 26 maggio. La vittima e' un ragazzo di 26 anni
che aveva trascorso la serata in un locale gay di via San Giovanni in
Laterano. All'uscita dal locale, mentre stava parlando al telefono
cellulare, e' stato circondato dai rumeni e preso a calci e pugni. Una
volta caduto a terra e' stato colpito anche al volto con un calcio e per
questo ha rischiato di perdere un occhio. Le indagini hanno permesso di
rintracciare due dei responsabili in Germania. La vittima si e' costituita
nel procedimento assistito dall'avvocato Daniele Stoppello. (AGI)
Rmn/Dib/Pgi 121722 MAR 13
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GAY: PRIDE PALERMO, INDIGNATI
PER OMOFOBIA RITA DALLA CHIESA
(ANSA) - PALERMO, 12 MAR - Il Comitato Pride Palermo esprime
''profonda indignazione per le frasi ostili ed omofobe''
espresse oggi
durante la trasmissione Forum, in onda su Canale 5, da Rita Dalla
Chiesa. ''La conduttrice ha dichiarato che i gay devono essere tollerati,
che dovrebbero non esibire la loro omosessualita', che i figli hanno
bisogno di mamma e papa', che la coppia etero sterile e' comunque
piu' naturale di quella gay perche' puo' adottare'', afferma Titti De
Simone, presidente del Coordinamento Pride. E aggiunge: ''E' grave
che Rita Dalla Chiesa usi il mezzo televisivo per diffondere posizioni
oggettivamente omofobe. E' vergognoso che in Italia questo possa
ancora avvenire, ricorreremo all'Autorithy''. ''In tutta Europa ogni
giorno si registrano progressi sul fronte dei diritti civili, - afferma De
Simone - con la previsione di leggi che disciplinano unioni di fatto e
matrimonio egualitario e con leggi antiomofobia. Da decenni inoltre
tutti gli studi effettuati hanno dimostrato che i figli cresciuti da due
padri o da due madri non crescono in modo differente da quelli con un
padre ed una madre. In altri paesi, infine, in molte parti del mondo da
anni le coppie omosessuali possono sposarsi ed adottare bambini. In
Italia invece non solo mancano leggi che garantiscono la parita' dei
diritti, ma assistiamo troppo spesso a pubbliche dichiarazioni di
omofobia, che diffondono e rinforzano i pregiudizi''. (ANSA).
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La risposta, non ufficiale, di Rita Dalla
Chiesa alla sua presunta omofobia
Ha già trovato ampio spazio su queste pagine la polemica sollevata da
alcune esternazioni pubbliche di Rita Dalla Chiesa, con le conseguenti
rimostranze da parte del Comitato Pride di Palermo, che ha annunciato
una denuncia all’Autorithy, e la lettera di Silvia Nespoli esponente delle
famiglie Arcobaleno.
Adesso è apparsa sulle pagine di discoigor, a questo link, una breve
risposta della Rita Dalla Chiesa, una riflessione sulla sua pagina
Facebook, in cui la nota conduttrice ribadisce la sua posizione di gay
friendly.
Mi spiace di dover rispondere a qualcosa che non mi appartiene. Mi
spiace che a parlare siano persone che, evidentemente, non hanno visto
una sola puntata della mia trasmissione né mai ascoltato o letto una
sola parola di quella che per me è una battaglia che dura da oltre 30
anni […] Non accetto di essere messa in discussione su un argomento su
cui tutti, dico tutti, sanno esattamente come la penso. Non a caso i gay
mi amano e mi rispettano […]
( Fonte: www.queerblog.it )
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Prato,
nasce
il
Antidiscriminazione
Centro
Inaugurato in occasione della Settimana contro il razzismo.
Si occuperà di prevenzione e contrasto alla discriminazione
Apre a Prato, in Provincia,
il Centro Antidiscriminazione. Lo sportello,
che è operativo già da oggi, ha l'obiettivo di prevenire e tutelare
cittadini e cittadine da qualsiasi tipo di discriminazione e nasce grazie al
protocollo
d'intesa
siglato
con
Unar
(l'ufficio
nazionale
antidiscriminazioni razziali che ha sede presso il dipartimento Pari
opportunità della Presidenza del Consiglio). L'apertura è stata fissata in
occasione della Settimana contro il razzismo (dal 17 al 23 marzo) e per
farsi conoscere sarà in strada sabato 23 marzo con “Diverse da chi?”
l'iniziativa promossa da Unar in collaborazione con la Provincia. Lo
sportello è stato presentato questa mattina dall'assessore alle politiche
sociali Loredana Ferrara insieme alla consigliera di Parità della Provincia
Micaela Venturi, Eranda Sadushi e Alba Ferretti dell'associazione Le
Mafalde e Luciana Bigagli de Il Sicomoro. Una collaborazione con le
associazioni del terzo settore per costruire un tessuto connettivo tra
istituzioni, società civile e cittadini in grado di contrastare tutti i
fenomeni di discriminazione. Questa la finalità dello sportello che ha
sede
negli
l'associazione
uffici
Le
della
Provincia
Mafalde
(in
e
ha
come
collaborazione
soggetto
con
le
capofila
associazioni
Sicomoro, Ceis e Opera Santa Rita).
“E' importante, in un momento di crisi come quello attuale, tenere alta
l'attenzione sui temi che riguardano la discriminazione ed evitare che vi
sia una sfaldamento ulteriore del tessuto sociale che porta a fare vittime
fra i soggetti più deboli - ha sottolineato Ferrara – Il Centro si occuperà
di qualunque tipo di discriminazione, sia essa per provenienza o genere,
orientamento sessuale, scelta religiosa, lavorativa o altro.” “Punto di
forza del Centro è la rete di collaborazione fra le diverse istituzioni e
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associazioni che possono accogliere istanze provenienti da settori diversi
ed essere in grado di indirizzare correttamente gli utenti per una
soluzione del problema” – ha ricordato Venturi.
Oltre a funzionare come organismo di sintesi e monitoraggio delle azioni
già presenti sul territorio, lo sportello si occuperà di prevenzione e
contrasto alle varie forme di discriminazione attraverso la promozione e
la difesa dei diritti di cittadinanza e il coinvolgimento delle istituzioni e
delle associazioni che garantiranno l’assistenza alle vittime. Il Centro
avrà anche il coordinamento dello sportello legale, che sarà svolto dalle
legali de Le Mafalde in collaborazione con la Consigliera di Parità della
Provincia, nella tutela della posizione lavorativa delle donne nelle
situazioni che sono di ostacolo alla realizzazione della piena parità
uomo-donna sul lavoro, e con il Difensore Civico quale "garante
dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione".
( Fonte: www.intoscana.it )
Conte a tifosi Juve, basta cori
razzisti
(ANSA) - VINOVO (TORINO), 15 MAR - 'I cori contro le altre squadre
non ci esaltano né ci danno piu' birra in corpo. Ogni tifoso dovrebbe
concentrarsi sulla propria squadra: é la cosa più bella e ci dà qualcosa di
piu' Cosi' Antonio Conte, sui cori razzisti e in particolare di quelli contro
il Napoli, per i quali la Juve è stata multata. "Leggo di diffide e non
vorrei che per colpa di questi cori ci trovassimo a giocare a porte chiuse.
Facciamo in modo che di qui a fine stagione non succeda piu'.
( Fonte: www.corrieredellosport.it )
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Unioni
civili,
gli
“Vicesindaco omofobo”
attivisti:
Le dichiarazioni di Carmen Tessitore, vicesindaco di Lecce, che non
lasciano spazio ad alcuna forma di apertura sulle unioni civili e
omosessuali, scatena l'ira dell'associazione Between: “La legittimità del
registro non è di competenza dei Comuni ma del Parlamento”.
La famiglia? Solo tra uomo e donna. Questo in sintesi il pensiero della
vicesindaca di Lecce Carmen Tessitore, titolare anche della delega alle
Politiche familiari ed ex presidentessa del Forum delle associazioni
familiari, all'indomani dell'iniziativa promossa dall’associazione Between
Onlus 'Per il matrimonio di tutte e tutti'. Non lascia dunque spazio
all'interpretazione la rappresentante di Palazzo Carafa, cui oggi è rivolta
la secca risposta dell'associazione Between, che di contro promuove una
campagna nazionale per l'istituzione dei registri delle unioni civili.
“La Sua dichiarazione in cui afferma che una campagna nazionale 'per il
matrimonio di tutte e tutti nel capoluogo del Salento non troverà
cittadinanza' certamente non può passare inosservata”, rispondono i
rappresentanti dell'associazione.
"Ci chiediamo: chi stabilisce cosa debba trovare cittadinanza? Può farlo
un vicesindaco? Può parlare forse a nome di tutte e tutti? Ed ancora, la
democrazia consiste nel negare cittadinanza ad una minoranza solo
perché non è maggioranza?"
“Lei”,
continuano,
“si
appella
alla
Costituzione
e,
in
particolare,
all’articolo 29 («La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come
società naturale fondata sul matrimonio»), sostenendo che se è vero che
non si parla di matrimonio fra uomo e donna, è solo perché i padri
costituenti lo davano per scontato. Bene, all'epoca non si pensava
neanche a un vicesindaco donna, eppure è un diritto finalmente
acquisito".
"Le domande dunque sgorgano a fiumi. Quando Lei afferma che 'per
prima cosa vanno tutelate le famiglie tradizionali', pensa che si tolga
qualcosa alle famiglie tradizionali? Si inorgoglisce nel privare una parte
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della sua comunità anche di un semplice simbolo, un pezzo di carta,
privo di alcuna incidenza pratica, quale un registro delle Unioni Civili. La
civiltà
si
misura
nella
qualità
degli
amministratori
e
nella
loro
propensione al bene comune, totalmente assente dalle sue parole".
"La Corte Costituzionale ha avuto modo di smentirla, in punta di diritto,
sul suo ragionamento, stabilendo che la scelta spetta al Parlamento e
che per la Costituzione nulla osta. Le sue argomentazioni, dunque,
risultano solo basate su una profonda e radicata omofobia che Lei cerca
di mascherare dietro il paravento della difesa della tradizione. Per
fortuna il mondo è dalla parte opposta a quella da Lei desiderata, e se
non possiamo essere cittadini di Lecce allora lo siamo nel mondo, con
buona pace sua. Di un mondo diverso, caro Vicesindaco, dal quale Lecce
potrà non per molto ancora smettere di far parte. Non lo meritano le
cittadine e i cittadini.
Che le piaccia o no, la realtà e la giustizia non sono quelle che Lei
descrive e auspica.
Dietro le sue parole e nonostante le sue parole, cogliamo il Suo invito e
con piacere siederemmo a quel tavolo di studio che Lei stessa propone
al fine di lanciare delle proposte legislative a tutela delle famiglie, tutte
le famiglie”.
Per poi concludere: “Il matrimonio è un diritto di tutti. Perché l'amore
non fa differenze. Non è meraviglioso?”.
( Fonte: www.leccesette.it )
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Comune e Acli contro la
discriminazione razziale, al via
l'integrazione
Obiettivo primario è favorire il rafforzamento anche a livello
locale
di
un
clima
di
convivenza
interculturale
e
di
consapevolezza dei rischi della discriminazione nelle reti di
socializzazione giovanili
“Giovani: promotori di un nuovo dialogo interculturale” è il seminario
che si è svolto nell'aula consiliare di Palazzo degli Elefanti per dare
l'avvio al progetto “Torre di Babele”, finanziato dall’Agenzia Nazionale
dei Giovani nell’ambito del Programma Gioventù in Azione e promosso
dal Circolo Acli Cantieri Sociali e dal Comune di Catania sulla base di un
protocollo di collaborazione.
Il Progetto prevede la partecipazione attiva di giovani dai 18 ai 30 anni,
italiani e stranieri, ad attività laboratoriali di comunicazione/montaggio
video e fotografia, alla creazione di spazi su social network e a confronti
su
temi
di
particolare
rilevanza
sociale
quali
l’immigrazione,
la
discriminazione razziale e il bisogno d’integrazione. Obiettivo primario è
favorire il rafforzamento anche a livello locale di un clima di convivenza
interculturale e di consapevolezza dei rischi della discriminazione nelle
reti di socializzazione giovanili. All'incontro è intervenuto il sindaco
Raffaele Stancanelli: “Ho sostenuto da subito l'iniziativa – ha detto il
primo cittadino - perché sono convinto che anche grazie ad azioni come
queste si può fattivamente contribuire a contrastare le discriminazioni a
favore del rispetto della diversità e della collaborazione reciproca”.
Hanno partecipato l’assessore comunale alle Politiche sociali Carlo
Pennisi, il presidente ACLI Catania Francesco Luca, il presidente Circolo
Acli Cantieri Sociali Marco Bonaccorso, il presidente del Centro Studi Acli
Claudio Saita, il vice prefetto Rosaria Giuffrè, la docente Deborah De
Felice del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell' Università degli
Studi di Catania e il mediatore culturale Abdul Jurourairi.
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L'assessore Pennisi ha tenuto a sottolineare che “la Torre di Babele
rimanda sì alla confusione delle lingue e al peccato di orgoglio che
consiste nel pensare di poter fare a meno dei pregiudizi, ma questi – ha
precisato - sono strumenti, seppur 'provvisori', necessari a semplificare
la realtà e utili, se solo si è consapevoli di questa provissorietà dei
giudizi”.
Dal canto suo, il presidente del Circolo Acli Cantieri Sociali Marco
Bonaccorso, dopo aver ringraziato il Sindaco e l'Amministrazione per la
collaborazione, ha spiegato: “della Torre di Babele, il progetto vuole
cogliere non tanto l'aspetto dell'arroganza quanto quello della diversità,
che può essere strumento utile a migliorare la collettività. Ai laboratori –
ha aggiunto- parteciperanno anche giovani provenienti da Marocco,
Tunisia, Egitto”.
( Fonte: www.cataniatoday.it )
Le discriminazioni basate sull’età
di Valeria Viale
L’adozione di una specifica legislazione contro le discriminazioni basate
sull’età sarà certamente importante, ma per risolvere il problema si
dovrà guardare anche ad altro e nello specifico del lavoro, pensando a
una società in cui la componente dei giovani sarà sempre minore, le
aziende
dovranno
segnatamente
indirizzare
il
cambiamento
nella
direzione di una forza lavoro più anziana
Il motivo di discriminazione in base all’età riguarda le differenze di
trattamento o di godimento dei diritti in ragione dell’età di una persona.
Sebbene la discriminazione fondata sull’età di per sé non rientri
nell’ambito di un particolare diritto riconosciuto nella Convenzione
Europea
dei
Diritti
dell’orientamento
dell’Uomo
sessuale),
(al
questioni
contrario
legate
della
alla
religione
discriminazione
fondata sull’età possono emergere nel contesto di diversi diritti.
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o
16
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11-15 /03/2013
Nel 2000 l’Unione Europea ha adottato una Direttiva che proibisce le
discriminazioni sul posto di lavoro basate sull’origine etnica e sulla
razza,
sulla
religione
o
credenza,
sulla
disabilità,
sull’età
o
sull’orientamento sessuale. Questo testo segue le numerose norme che
sono state adottate dall’Unione stessa, a partire dal 1975, al fine di
promuovere l’uguaglianza tra gli uomini e le donne sul posto di lavoro.
Negli
ultimi
anni,
l’aumento
della
popolazione
anziana
ha
posto
l’attenzione sul crescente interesse se le politiche sociali si indirizzino
equamente o meno a tutte le fasce di età della popolazione. Le politiche
del lavoro dovranno agire sia sulle competenze nell’ambito lavorativo –
attraverso percorsi mirati e articolati di formazione continua – sia sul
sistema pensionistico.
Persone a rischio di discriminazione per il fattore età
La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (articolo 21) ha
impresso un impulso importante verso la qualificazione del principio di
discriminazione
in
base
all’età,
quale
vero
e
proprio
diritto
fondamentale.
Le discriminazioni in base all’età riguardano principalmente i giovani e
gli anziani. Al 1° gennaio 2006, il 22,1% della popolazione dell’Unione
Europea era al di sotto dei 19 anni. Nella maggior parte degli Stati
Membri, questa fascia di età rappresentava il 20-25% della popolazione.
Soltanto in alcuni Stati dell’Europa meridionale i ragazzi al di sotto dei
19 anni non raggiungevano il 20% (il 19,1 % in Italia) (1).
Secondo l’European Policy Evaluation Consortium (EPEC), un altro
gruppo rilevante – in termini di discriminazioni in base all’età – è quello
dei giovani al di sotto dei 25 anni. In merito, invece, alle persone
anziane a rischio potenziale di discriminazione, la popolazione europea
presenta due fasce più a rischio delle altre: gli ultrasessantenni e le
persone di età superiore a ottant’anni. Considerando che al 1° gennaio
2006, il 21,9% della popolazione dell’Unione Europea rientrava nella
fascia di età trai 60 anni e più, si evince che questo gruppo di età
rappresentava circa il 17,5% della popolazione totale. In Italia, alla
stessa data, la percentuale era pari al 25,1%. Per quanto concerne
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invece le persone con più di ottant’anni – sempre al 1° gennaio 2006 –
esse rappresentavano il 4,1% della popolazione dell’Unione Europea (in
Italia il 5,1%).
La popolazione italiana, al pari di quella degli altri Paesi europei,
continua a invecchiare: considerando il tasso di crescita naturale (tasso
medio annuo 2010), l’Italia mostra un saldo negativo tra decessi e
nascite, in particolare al Nord e al Centro. Solo al Sud e nelle Isole il
saldo è ancora positivo, ma in decisa contrazione. Gli altri Paesi europei
presentano un tasso di crescita naturale medio annuo positivo e in molti
casi in aumento (2). La vita media, poi, continua ad aumentare:
secondo le stime effettuate nel 2011, è arrivata infatti a 79,4 anni per
gli uomini e 84,5 per le donne, con valori leggermente più bassi nel
Mezzogiorno (rispettivamente 78,8 e 83,9 anni).
In base all’analisi dell’Istat, dal 2008 le nascite sono tornate a
diminuire, con 556.000 nascite nel 2011, circa 21.000 in meno rispetto
a tre anni prima. Le donne residenti in Italia hanno in media 1,42 figli.
Il processo di invecchiamento è in progressivo aumento e ciò sta
cambiando la struttura della società italiana, per cui le politiche di pari
opportunità devono necessariamente tener in debita considerazione
questo aspetto, poiché gli anziani costituiscono una fetta rilevante della
società italiana non solo dal punto di vista numerico, ma anche da quello
del grande contributo che essi possono ancora apportare alla crescita
economica e sociale del Paese.
Gli anziani e i giovani rappresentano per il nostro Paese un patrimonio di
risorse umane e professionali da valorizzare per lo sviluppo della società
italiana. È compito delle Istituzioni rimuovere ogni fattore strutturale
che possa determinare una loro esclusione o discriminazione, sia diretta
che indiretta, dovuta alla condizione di maggiore vulnerabilità in cui si
trovano a causa dell’età.
Sinora il dibattito politico si è concentrato sul prolungamento della vita
lavorativa dei lavoratori anziani, al fine di metterli in condizione di
raggiungere l’età pensionabile. Al momento prevale l’approccio che
estendere l’età lavorativa significa mantenere lo status quo di questa
categoria di lavoratori. Si profila invece la necessità di attuare politiche
del lavoro che siano centrate sulla realizzazione di sistemi innovativi
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nell’organizzazione
aziendale,
capaci
di
costruire
un
sistema
di
opportunità per tutti: giovani e anziani.
Strategie nazionali di contrasto e tutela
La maggior parte degli Stati Membri dell’Unione Europa non ha una
legislazione specifica concernente le discriminazioni in base all’età,
sebbene molti Paesi coprano questo ambito attraverso le Costituzioni o il
Codice del Lavoro. Si tratta, comunque,
di riferimenti generali alla
discriminazione, che possono includere l’età.
Il diritto del lavoro italiano distingue nettamente il principio di parità di
trattamento da quello di divieto di discriminazione. Mentre il primo
impone infatti di trattare in modo uguale situazioni uguali – nel senso
della proporzionalità fra prestazione lavorativa e retribuzione – il
secondo impone di trattare in modo uguale situazioni differenti: impone
cioè di ignorare una differenza, anche se rilevante.
Il principio della parità di trattamento viene garantito dall’articolo 36
della Costituzione, che sancisce la necessità della commisurazione del
trattamento del lavoratore alla quantità e alla qualità del suo lavoro. Per
la Costituzione spetta alla contrattazione collettiva, e soltanto ad essa,
stabilire tale commisurazione (nota anche come principio della “giusta
retribuzione”).
Per quanto riguarda il divieto di discriminazione, l’ordinamento italiano –
in linea con il diritto comunitario – distingue tra discriminazioni dirette e
indirette. Le discriminazioni dirette impongono al datore di lavoro – nella
selezione o nella determinazione del trattamento dei propri dipendenti –
di ignorare certe differenze tra di loro, non attinenti al contenuto della
prestazione lavorativa (come il sesso, la razza, la religione ecc.). Le
discriminazioni indirette obbligano invece il datore di lavoro a ignorare le
differenze, anche attinenti al contenuto della prestazione, che non sono
connesse
immediatamente,
ma
soltanto
indirettamente
con
discriminazioni dirette (come, ad esempio, le promozioni automatiche
dopo un determinato periodo di lavoro effettivo che penalizzano gli
eventuali periodi di astensione dal lavoro della donna per maternità).
A differenza della parità di trattamento, il divieto di discriminazioni viene
sancito dall’ordinamento legislativo, che rende nulle quelle clausole della
contrattazione collettiva che violano tale principio.
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Nell’ordinamento italiano, quindi, l’età è considerata in modo implicito
nella clausola sulla parità di trattamento. L’articolo 3 della Costituzione
fa riferimento alla rimozione degli ostacoli sociali ed economici che
limitano
la
piena
partecipazione
dei
lavoratori
alla
vita
politica,
economica e sociale del Paese. Lo Statuto dei Lavoratori, invece,
all’articolo 15, fa riferimento alle discriminazioni sulla base dell’opinione
politica, della religione, del sesso e dell’attività sindacale, ma non fa
espliciti riferimenti all’età.
Con il Decreto Legislativo 216/03, l’Italia ha attuato la citata Direttiva
Europea 2000/78. Esso si conforma alle richieste imposte dal Legislatore
Comunitario,
sancendo
il
divieto
perentorio
di
trattare
in
modo
differenziato uno o più soggetti sulla base della loro età. Tale divieto
vale per tutte le tipologie di comportamento discriminatorio che il
Decreto contempla: la discriminazione diretta, quella indiretta e le
molestie.
Il Decreto stesso, inoltre, reca le disposizioni relative all’attuazione della
parità di trattamento fra le persone, indipendentemente dalla religione,
dalle convinzioni personali, dagli handicap, dall’età e dall’orientamento
sessuale, per quanto concerne l’occupazione e le condizioni di lavoro,
disponendo le misure necessarie affinché tali fattori non siano causa di
discriminazione, in un’ottica che tenga conto anche del diverso impatto
che le stesse forme di discriminazione possono avere su donne e uomini.
Le più recenti politiche nazionali, per far fronte alla crisi economica,
hanno riguardato anche aspetti relativi a quello che viene definito come
“invecchiamento attivo”. L’articolo 19 della Legge 2/09, ad esempio, ha
promosso
un
insieme
disoccupazione,
di
focalizzando
misure
finalizzate
l’attenzione
sul
a
fronteggiare
capitale
umano
e
la
in
particolare anche sui lavoratori anziani a rischio di esclusione dal
mercato del lavoro.
Una specifica attenzione, poi, è stata data ai lavoratori anziani,
nell’àmbito
della
Manovra
correttiva
alla
Finanziaria
2010
(Legge
122/10), che prevede il finanziamento della contribuzione per quelle
imprese che assumano lavoratori ultracinquantenni in mobilità o che
ricevano l’assegno di disoccupazione e il finanziamento dei contributi
che mancano al raggiungimento dell’età pensionabile, per quei lavoratori
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che abbiano trentacinque anni di contribuzione e che ricevano il
sostegno al reddito.
Si desume, da quanto sinora detto, che in Italia ancora non c’è una
tradizione antidiscriminatoria sulla base dell’età che sia consolidata.
Indubbiamente,
l’adozione
di
una
specifica
legislazione
antidiscriminatoria è una delle misure essenziali per combattere le
discriminazioni e tuttavia, il problema della discriminazione in base
all’età non può essere limitato semplicemente ad un mero aspetto
legale. L’analisi che andrebbe proposta, infatti, dovrebbe affondare le
proprie radici in ambito culturale, storico e sociologico. Il tema è
collegato ai cambiamenti delle strutture organizzative che impongono
efficienza e soluzioni innovative al fine di rimanere competitivi sul
mercato del lavoro. Normalmente queste caratteristiche sono associate
alle persone giovani, ma in una società in cui la componente dei giovani
sarà sempre minore, le aziende dovranno indirizzare il cambiamento
nella direzione di una forza lavoro più anziana.
Conclusioni
Le politiche nazionali dovranno promuovere l’occupazione dei lavoratori
anziani migliorando le condizioni di lavoro degli ultracinquantenni,
sostenendo schemi che facilitino la transizione dall’occupazione al
pensionamento attraverso la programmazione per fasi delle varie opzioni
di pensionamento (concessione del part time e dell’orario flessibile).
Le aziende si troveranno a dover gestire una categoria di lavoratori la
cui fascia di età non era presente nelle aziende stesse, talché dovranno
essere implementate le cosiddette“politiche di work life balance”,
fornendo cioè un sostegno ai lavoratori che hanno carichi di cura,
facilitando il pensionamento – con l’incoraggiare iniziative come il
volontariato o il lavoro in comune, per rendere più agevole la transizione
dal lavoro al pensionamento stesso – e promuovendo misure che
supportino una miglior condivisione delle responsabilità di cura tra
uomini e donne, al fine di affrontare le disparità di genere.
Inserire l’età tra i motivi di discriminazione vietata è stata una scelta del
Legislatore Europeo dettata dalla necessità di dover preservare le
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categorie di giovani lavoratori da una parte, e quelli anziani dall’altra,
dal rischio di essere discriminati sul lavoro per il solo fatto di trovarsi in
una condizione di diversità anagrafica rispetto a quella che viene
considerata l’etàstandard del lavoratore medio. Ciò significa che l’età
non
può
costituire
un
fattore
discriminatorio
nelle
decisioni
che
riguardano le risorse umane.
( Fonte: www.superando.it )
Rom, donne in prima linea contro
le discriminazioni
di Carlotta Sami*
«Spesso
subiscono
le
conseguenze
più
pesanti
delle
politiche
di
segregazione e sgomberi. Ma sono anche tra le più attive per rivendicare
un miglioramento delle condizioni di vita». L'intervento di Carlotta Sami,
di Amnesty International
Amnesty International è impegnata da anni nella difesa dei diritti delle
donne e in una campagna europea contro la discriminazione delle
persone rom, inoltre a Gennaio ha lanciato una grande campagna sui
Diritti
umani
in
Italia:
Ricordati
che
devi
rispondere,
www.ricordatichedevirispondere.it. Uno dei 10 punti riguarda proprio i
diritti dei rom nel nostro Paese.
Vogliamo mettere insieme questi due temi evidenziando il ruolo,
fondamentale, che le donne hanno nell’attivismo per i diritti umani –
questo è vero sempre, ed è vero anche per le persone rom, che in Italia
e in tutta Europa hanno di fronte a sé un impegnativo cammino di
rivendicazione e conquista dei propri diritti.
Un impegno e un attivismo che avrà l’obiettivo di una maggiore
rappresentanza, anche politica.
Le informazioni e le analisi sulle quali si basa la nostra campagna
europea per i diritti dei rom emergono dalla ricerca sul diritto a un
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alloggio adeguato e sugli sgomberi forzati che abbiamo svolto in Italia,
Francia, Macedonia, Romania, Serbia e Slovenia.
L'impatto delle violazioni che i rom subiscono è particolarmente grave
per le donne, spesso vittime di discriminazione multipla, a causa del
genere e dell’appartenenza etnica, e costrette a sormontare ostacoli
altissimi per accedere all’alloggio, all’assistenza sanitaria, all’istruzione e
al lavoro.
La loro condizione va a inscriversi infatti in un contesto – quello Europeo
– in cui le comunità rom affrontano un sistematico pregiudizio e
politiche inadeguate, quando non palesemente discriminatorie, da cui
derivano rischi altissimi per i diritti e talvolta la stessa incolumità
personale di adulti e bambini.
Fanno parte di questo contesto i frequenti sgomberi forzati, spesso in
mancanza di alternative abitative accettabili, e una sistematica difficoltà
di accesso a un alloggio adeguato. Milioni di persone rom in Europa sono
di fatto costrette a vivere in baraccopoli, senza accesso ad acqua
corrente o elettricità, a grande rischio di malattie e senza assistenza
sanitaria. Nei casi in cui, durante gli sgomberi, le autorità offrano alloggi
alternativi, essi sono spesso costruiti in condizioni molto precarie e privi
di servizi essenziali quali l'acqua, il riscaldamento, l’energia elettrica. Ciò
ha un particolare impatto sulla vita delle donne rom le quali, a causa del
loro ruolo all’interno della comunità, hanno di fatto la responsabilità
primaria della cura dei bambini e delle attività domestiche come la
pulizia della casa e la cucina.
Alle cattive condizioni abitative si accompagna spesso la collocazione dei
rom in campi lontani dai centri abitati, con quanto ne segue in termini di
isolamento e segregazione. Secondo le testimonianze di donne rom che i
nostri ricercatori hanno raccolto a Roma, ad esempio, una particolare
difficoltà deriva dal fatto che i campi siano scarsamente collegati ai
quartieri abitati, ai negozi e ai servizi tramite i mezzi pubblici o strade
con marciapiedi sicuri su cui camminare. I negozi di generi di prima
necessità, i medici e le scuole e strutture per l'infanzia sono difficili da
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raggiungere e questo rende la vita delle donne rom che li abitano e dei
loro bambini ancora più difficile.
La segregazione in aree periferiche isolate rende, inoltre, ancora più
difficile la ricerca di un lavoro e può aumentare il rischio di violenza sulle
donne e sui loro bambini, perché esse vengono a perdere le proprie reti
di sicurezza e solidarietà.
Vivere in insediamenti informali a rischio di sgombero forzato provoca,
nel
complesso,
grande
incertezza
e
sofferenza.
La
stessa
salute
psicologica delle donne rom viene segnalata come significativamente
peggiore di quella del resto della popolazione femminile dei paesi
europei, proprio a causa delle condizioni di vita inadeguate, alloggi
disagiati, della povertà e della posizione svantaggiata delle stesse nel
loro ambiente domestico.
Amnesty International lavora al fianco delle donne rom che vivono nei
campi e negli insediamenti informali in Europa. In molti casi, le donne
rom
sono
impegnate
in
prima
persona
nelle
campagne
di
sensibilizzazione per porre fine a sgomberi forzati e alla segregazione, e
dovrebbero essere, a nostro avviso, ulteriormente sostenute in questo
loro impegno, perché nessun vero cambiamento e miglioramento per i
diritti umani è possibile senza un ruolo centrale e determinante delle
donne.
Alle donne occorre dare accesso al credito e opportunità di indipendenza
economica: solo in questo modo si cancellerà la violenza e sarà possibile
garantire ai bambini e alle bambine l’accesso all’istruzione.
Dobbiamo credere nelle enormi potenzialità di queste donne e abbiamo,
da loro, molto da imparare.
( Fonte: www.vita.it )
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Rassegna Stampa
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Giornata di primavera del Fai: per
la prima volta a "raccontarla"
anche gli stranieri in Italia
ROMA, 14 marzo 2013 - Settecento luoghi aperti, 280 località coinvolte,
7.000 volontari e 21 mila apprendisti ciceroni impegnati, 400 patrocini,
21 mila visitatori previsti: sono i numeri della ventunesima edizione
delle giornate Fai di primavera, in programma sabato 23 e domenica 24
marzo.
Ma quest'anno ci sarà una novità importante: per la prima volta in 80
città i luoghi speciali saranno raccontati nelle diverse lingue per gli
stranieri in Italia dagli stranieri residenti in Italia.
La giornata FAI di Primavera è un'iniziativa organizzata dal Fondo per
l'Ambiente Italiano ogni anno, dal 1992, nel periodo primaverile.
Manifestazione
che,
sotto
l'Alto
Patronato
della
Presidenza
della
Repubblica Italiana, promuove le bellezze naturali e culturali per
riscoprire
i
tesori
d'Italia,
dando
la
possibilità
di
visitare
beni
normalmente chiusi al pubblico, in molte città dislocate su tutto il
territorio italiano. Alcuni eventi della giornata FAI di Primavera, sono
riservati agli iscritti al FAI, anche se è prevista la possibilità di iscriversi
in loco.
"Perché la sigla Fai non vuol dire solo Fondo italiano per l'ambiente - ha
spiegato Moussa Gnign, guida senegalese, al Corriere della Sera - ma
può essere letta anche come Fondazione per l'amicizia internazionale,
che permette, attraverso la mediazione culturale, di sentire ogni terra
dove si vive come la propria".
(fonte WWW.STRANIERIINITALIA.IT)
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Rassegna Stampa
11-15 /03/2013
Il Governo impugna dinanzi alla
Corte Costituzionale la legge
regionale umbra sull’accesso
agli
alloggi
di
edilizia
residenziale pubblica
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delibera dd. 7 dicembre
scorso, ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale gli artt. 24 e 34
della legge regionale n. 15 del 5 ottobre 2012, recante: Ulteriori
modificazioni ed integrazione della legge regionale 28 novembre 2003,
n. 23 (Norme di riordino in materia di edilizia residenziale pubblica)”
(B.U.R. del 10 ottobre 2012 n. 44). Tali norme prevedono quali requisiti
generali dei beneficiari dei contributi e, in particolare, quali requisiti per
l’assegnazione
degli
alloggi
di
edilizia
residenziale
sociale
(ERS)
pubblica, la residenza o l’attività lavorativa nella regione per un periodo
di cinque anni.
Secondo il
requisito
Governo, il legislatore regionale umbro, nel prevedere tale
di
anzianità
di
residenza,
ha
introdotto
una
forma
di
discriminazione indiretta a danno innanzitutto dei cittadini di altri Stati
membri dell’Unione europea, con questo determinando un ostacolo
illegittimo
al
principio
della
libera
circolazione.
Ugualmente,
nell’esentare da detto requisito i cittadini italiani residenti all’estero che
intendono
rientrare
in
Italia
entro
un
anno
dalla
presentazione
dell’istanza, la legislazione regionale umbra avrebbe introdotto una
discriminazione diretta non solo a danno dei cittadini di altri Stati
membri dell’UE, ma anche dei cittadini di Paesi terzi residenti in Umbria
e titolari del permesso di soggiorno CE per lungo soggiornanti, che sono
ugualmente protetti dal principio di parità di trattamento con i cittadini
nazionali nell’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica per
effetto
dell’art.
11
della
direttiva
109/2003/CE.
Ugualmente,
il
legislatore regionale umbro avrebbe esondato dai limiti delle proprie
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Rassegna Stampa
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prerogative in quanto non avrebbe considerato la normativa nazionale in
materia di immigrazione, che fissa un principio di parità di trattamento
in materia di accessi agli alloggi di edilizia residenziale pubblica anche a
favore dei cittadini di Paesi terzi non membri dell’UE titolari di un
permesso di soggiorno della durata almeno biennale e che esercitano
un’attività lavorativa (art. 40 c. 6 d.lgs. n. 286/98).
Il ricorso
del Governo
sottolinea
inoltre
la
contradditorietà
della
normativa regionale rispetto ai principi di eguaglianza e ragionevolezza
richiamati dalla giurisprudenza costituzionale anche con riferimento al
diritto sociale all’abitazione (sentenze n. 40/2011 e 61/2011).
(fonte www.asgi.it)
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Discriminazione sul lavoro e
negli annunci: parte il ricorso
alla Corte Europea
Il quotidiano torinese La Stampaprende ad esempio gli annunci di posti
di lavoro presso Camera o Senato, nei quali viene indicataun’età
massima. Scrive la testata diretta da Mario Calabresi, che “ci sono delle
leggi che lo impediscono”. Ed è vero. E sono addirittura europee. Le
discriminazioni sul posto di lavoro o nelle offerte sono appunto vietate
dall’Ue. Eppure, se in molti paesi d’Europa l’età spesso non è nemmeno
indicata nel curriculum (figuriamoci quindi negli annunci di lavoro), in
Italia, vedere un’offerta che recita “cercasi giovane laureato con
esperienza almeno triennale, max 26 anni” per un qualsiasi posto di
lavoro, potrebbe non essere così impossibile.
Quindi se uno si è
laureato in tempo, per puro caso ha già fatto il lavoro richiesto per tre
anni, è disponibile subito, ma di anni ne ha 27, perché per uno è andato
in Erasmus, è out. L’esempio è ovviamente un po' surreale e forse non
esiste realmente così come è scritto, ma calza.
Per contrastare questa pratica e quella forse ancora più grave della
discriminazione direttamente sul posto di lavoro (che sia per motivi
religiosi, di genere, politici o altro poco importa), Le associazioni degli
over 40 e 50, hanno
contenente
accuse
presentato un ricorso alla Corte Europea
non
proprio
leggere:
“violazione
dei
diritti
previdenziali, mancato controllo e repressione delle offerte di lavoro
pubbliche e private contenenti la discriminante della barriera dell’età
anagrafica”. Se è vero che talvolta, per alcuni casi ben determinati, una
persona giovane risulta essere più adatta di una in età più matura, è
altrettanto vero che, molto più spesso, quasi sempre, la discriminazione
per età avviene o per motivi di costo, o per ragioni che appaiono
addirittura inspiegabili. Per gestire quei pochi casi di giusta richiesta di
“gioventù”,
basterebbe
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forse
un
maggiore
buon
senso
da
28
parte
Rassegna Stampa
11-15 /03/2013
dell’intero sistema lavoro. Il problema quindi, in Italia, sembra essere
più culturale che altro.
Perché, ad esempio, se si cerca un autista (qualsiasi sia la patente in
suo possesso), si dovrebbe indicare un’età inferiore ai 35 o ai 30 anni (a
seconda dei casi)? Un quarantenne (o più) che ha condotto chissà quanti
mezzi (seguendone pure l’evoluzione tecnologica
solo
portare
semplificazioni)
per
quindi, la quale può
vent’anni
ed
è
rimasto
improvvisamente senza lavoro, è possibile che sia diventato
del tutto
incapace di guidare di colpo? L’ipotesi è a dir poco assurda, concordate?
E allora perché inserire un limite di età per un lavoro che, tra
l’altro,basa
dell’autista
molta
è,
della
appunto,
sua
qualità
soltanto
un
sull’esperienza?
esempio.
Lo
L’esempio
stesso
discorso
potrebbe infatti valere per una miriade di impieghi e di categorie di
lavoratori. Certo, volendo estremizzare nuovamente, se si vuol fare la
modella o il modello, iniziare a 50 anni è difficile. Ma appunto, i casi in
cui l’età
giovane
funge
da discriminante
se
non giusta, almeno
giustificata, non sono certo molti.
Per giunta, anche la nostra Costituzione, oltre alla Carta europea dei
Diritti, vieta la discriminazione sul lavoro. Ma allora perché in Italia
continua ad accadere? E soprattutto, perché talvolta vengono poste in
essere leggi fiscali che favoriscono i più giovani, a scapito di quelli che
hanno passato la cosiddetta boa dei 35 anni? Non sarebbe invece il caso
di
fare
leggi
diverse,
che
sì,
diano
slancio
al
lavoro
giovanile
importantissimo ad esempio per creatività, idee, passione, voglia di
crescere, ma senza penalizzare la restante parte di lavoratori (che vanta
cifre non certo trascurabili), altrettanto fondamentale per esperienza, un
probabile maggiore sangue freddo, competenze costruite nel
lungo
periodo e via dicendo? E soprattutto, qualcuno risponderà, prima o poi,
a queste domande?
( Fonte: www.news.biancolavoro.it )
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Rassegna Stampa
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17 MARZO, XIX MARATONA DI
ROMA: PER I CAMPIONI E PER
TUTTI
La Maratona di Roma Acea, 19ma edizione, si corre domenica 17 marzo.
La conferma definitiva è arrivata alla presentazione dell’evento con il
sindaco Gianni Alemanno, il delegato allo Sport Alessandro Cochi, il
presidente della Commissione Cultura e Sport Federico Mollicone, il
presidente del comitato organizzatore Enrico Castrucci. Se lo stesso
giorno si terrà la cerimonia dell’ascesa del nuovo Pontefice al Soglio di
Pietro, la corsa slitterà al pomeriggio con partenza alle 16. Via libera,
dunque, alla competitiva e alla stracittadina più attese d’Italia.
Lo start alle 9 ai Fori Imperiali, 42 chilometri e 195 metri di percorso tra
storia e arte, quindi ritorno al punto di partenza (tempo limite sette
ore). Per la RomaFun, la maratonina per tutti di 5 chilometri, partenza
(alle 9.15) e arrivo sempre ai Fori. E poi la corsa degli atleti disabili su
handbike, la musica sulle strade e le piazze, la grande raccolta di fondi
con 80 obiettivi di solidarietà: la Maratona di Roma, circuito IAAF Road
Race Gold Label, è sempre più in pista tra le maggiori competizioni
mondiali, diciottesima nel 2012 su oltre 2.400 maratone in ogni angolo
del globo.
Lo confermano i numeri: l’anno scorso hanno chiuso la gara 12.500
atleti, stavolta le iscrizioni – ancora aperte – sono oltre 14mila (ottomila
italiani e oltre seimila runners da 81 nazioni). “Quattordicimila persone
si riapproprieranno della città e potranno godere delle sue bellezze
storiche”, ha sottolineato il Sindaco. All’insegna – aggiungiamo – della
lotta alle discriminazioni razziali, dato che Acea Maratona di Roma ha
fatto proprio, e ha inserito nei manifesti e in ogni elemento di
comunicazione
visiva,
lo
slogan
Unar
(Ufficio
Nazionale
Anti-
discriminazioni Razziali, Ministero Pari Opportunità): Ti si apre un
mondo, chiudi al razzismo.
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Il tracciato previsto per la competitiva, ha detto il sindaco Alemanno, è
ancora suscettibile di modifiche vista la concomitanza di più eventi nel
giorno della Maratona: oltre alla possibile cerimonia per il nuovo Papa,
le celebrazioni per l’Unità d’Italia con il Presidente della Repubblica. Il
percorso sarà comunque suggestivo come sempre, toccando oltre 500
tra monumenti, chiese e altri luoghi simbolo della Città Eterna. Il
programma 2013 (come l’anno scorso) elimina i passaggi a Tor di Quinto
e sulla Tangenziale, inserendo il Villaggio Olimpico e (novità 2013)
l’Auditorium. E dove passa la corsa c’è Una città in festa, un lungo
nastro di arte, cultura e suoni con oltre 50 esibizioni musicali. E ai Fori
Imperiali, punto di partenza e arrivo, ad accogliere campioni e sportivi
della domenica ci saranno i legionari del Gruppo Storico Romano,
l’associazione che dal 1994 rievoca i fasti dell’Urbe antica.
Gli atleti: tra gli iscritti spiccano 49 top runners, 29 uomini e 20 donne
da 12 nazioni. Non ci sarà il nostro Andrea Lalli, per via del recente
infortunio al polpaccio. Tra gli accreditati per il podio figurano – per fare
qualche nome – l’etiope Chele Dechasa, il keniano Sylvester Kimeli
Teimet e il suo connazionale Luka Lokobe Kanda (vincitore dell’edizione
2012). Tra gli europei il russo Artjòm Aplačkin e il portoghese Hermano
Ferreira (ma il plotone africano rischia di restare senza rivali).
Più equilibrato il confronto Africa-Europa sul versante femminile con, da
un lato, Ashu Rabo Kasim (Etiopia), Helena Loshanyang Kirop (Kenia),
Goitetom Haftu Tesema (Etiopia) e altre velocissime etiopi e keniane
come Hellen Jemaiyo Kimutai, vincitrice dell’edizione 2012; e sulla
sponda europea la turca Sultan Haydar, la russa Olga Glok, la bielorussa
Nastassija Staravojtava e la lituana Drazdauskaite Rasa.
I premi: 25mila euro ai primi (uomo e donna), 16mila ai secondi, 10mila
ai terzi. In più, bonus legati a prestazioni di rilievo. E a tutti i podisti che
tagliano il traguardo la medaglia della Maratona, realizzata su disegno di
Marco Pittacci, romano, 25 anni, vincitore dell’apposito concorso bandito
tra gli studenti degli istituti d’arte.
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Da segnalare anche i “servizi in corsa”: l’assistenza sanitaria a cura di
Anpas
con
il San
Filippo
Neri, Ares
118, Croce
Rossa Italiana,
Misericordiae, Ordine di Malta, Aniad, Aifi, Cardiosalus, Protezione Civile
Radio e Non Solo, il tutto – medici, massaggiatori, infermieri, postazioni
fisse, ambulanze, centri di rianimazione… – coordinato da Claudio Lo
Presti, responsabile medico della Maratona; i fisioterapisti non vedenti
per l’assistenza ai maratoneti dopo l’arrivo; il ristoro finale per i celiaci; i
pacemaker, corridori segna-passo contraddistinti da palloncini colorati; il
team di Passo Capponi, compagni di strada per chi vuole scambiare
quattro chiacchiere e godersi la competizione per se stessa e per la
bellezza del percorso; gli Archeo-runner (a pagamento) che raccontano
durante la gara la storia dei monumenti toccati dal tracciato.
Ed eccoci alla RomaFun, la stracittadina non competitiva. Attesi oltre
80mila partecipanti, lungo un percorso tutto compreso nella Roma
storica ma – come per la gara maggiore – ancora da stabilire nei
dettagli in funzione della giornata. Anche quest’anno ci sono
le
“categorie speciali”: oltre diecimila studenti grazie a La Maratona va a
scuola, iniziativa in collaborazione con Roma Capitale e Centrale del
Latte; gli over-65 dei centri anziani (più di quattromila); oltre duemila
partecipanti iscritti nelle parrocchie; e poi gli scout Agesci, i soci dei Cral
e gli oltre 3.000 soci di palestre e società sportive dilettantistiche. E,
last but not least, i quattro zampe della Stracanina di Roma, 4,7
chilometri per cani e padroni (www.stracanina.it).
Di rilievo, poi, la corsa dei circa 110 atleti disabili. Categoria più affollata
(60 partecipanti), la handbike con Alex Zanardi (l’ex pilota di formula 1
divenuto leggenda dello sport paralimpico a Londra 2012). Altro nome di
punta, Raffaele Panebianco tra i non vedenti. Su strada, come ormai da
tradizione, la staffetta dei ragazzi autistici del Progetto Filippide.
Il
capitolo
solidarietà:
come
sempre,
decine
di
onlus
italiane
s’impegnano a raccogliere fondi nell’ambito dell’annuale Charity program
della Rete del Dono. Finora la gara solidale ha riguardato le sole
iscrizioni alla stracittadina, da quest’anno è estesa alla 42 chilometri. 80
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i progetti di aiuto e sostegno. Ogni atleta può associare il proprio nome
a un progetto e stimolare così le donazioni. L’atleta che raccoglierà più
fondi riceverà una speciale medaglia del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano (vedi http://retedeldono.it).
Il Marathon Village: è al Palazzo dei Congressi dell’Eur (piazza John F.
Kennedy 1): 15mila metri quadri, 120 stand, tre giorni di apertura da
giovedì 14 a sabato 16 marzo (dalle 10 alle 20, ingresso libero),
convegni, spettacoli, dimostrazioni sportive, musica, animazione per
bambini, giochi e pasta party. La stracittadina, dal suo canto, ha il
RomaFun Village al punto d’arrivo con la degustazione dei prodotti delle
aziende partner, le dimostrazioni di sport, le attività ricreative e
l’intrattenimento musicale di Radio Lattemiele.
La Maratona in televisione: anche quest’anno diretta su La7 (dalle 8.40
alle 11.55, in hd sul canale 507), in streaming su www.la7.it . Diretta
internazionale in 67 Paesi con commento in inglese.
Tutto sulla maratona romana consultando www.maratonadiroma.it.
( Fonte: www.romanotizie.it )
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Pari opportunita': in arrivo un
piano nazionale per la lotta alla
discriminazione
Intensificare e sistematizzare le azioni di
contrasto al razzismo, alla xenofobia e
all'intolleranza
Ufficio
è
l'obiettivo
Nazionale
dell'Unar,
Antidiscriminazioni
Razziali, che intende definire un Piano
d’azione nazionale volto a promuovere
l'applicazione
effettiva
del
principio
di
parità di trattamento e non discriminazione. L'iniziativa sarà realizzata
nel corso del triennio 2013-2015 e l'Unar ha lanciato un avviso rivolto ai
soggetti interessati a contribuire alla sua definizione. Tenendo presenti
le raccomandazioni formulate dal Comitato delle Nazioni Unite per
l’eliminazione
della
discriminazione
razziale
(CERD),
dal
Relatore
Speciale delle Nazioni Unite contro il Razzismo, dalla Commissione
contro il razzismo e l’intolleranza razziale del Consiglio d’Europa (ECRI)
e dall’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione europea (FRA), l'Unar
ha predisposto un avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse a
partecipare alle diverse fasi di definizione del programma di lotta alla
discriminazione. Le manifestazioni dovranno essere inviate entro il 26
marzo prossimo e quanto raccolto costituirà la base del Piano d’azione
nazionale. Possono partecipare al progetto le associazioni e altri
organismi, anche non riconosciuti, che svolgono attività, senza fini di
lucro, nel campo della lotta alle discriminazioni a base etnica e/o
razziale.
Avviso per la raccolta delle manifestazioni di interesse
Link
http://www.pariopportunita.gov.it/images/stories/documenti_vari/UserFiles/Il_Dipartimento/bandi_avvisi/U
NAR_allegatoA_11marzo2013.pdf)
(fonte http://www.fasi.biz/it/news/ultime-notizie/6614-pari-opportunita-inarrivo-un-piano-nazionale-per-la-lotta-alla-discriminazione.html)
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Facce da Faenza, parte la
campagna di sensibilizzazione
contro le discriminazioni
Si svolgerà dal 18 al 23 marzo la
campagna di sensibilizzazione contro
le discriminazioni “Facce da Faenza”
promossa dal Comune di Faenza, con
la collaborazione della cooperativa
RicercAzione,
nell’ambito
della
“Settimana contro il razzismo (18-24
marzo)”
indetta
dall’Unar
e
dalla
regione Emilia Romagna.
«Obiettivo
di
questa
campagna
-
spiega Giovanna Brondino, socia di
RicercAzione
-
sensibilizzare,
è
quello
informare
di
e
promuovere azioni positive contro le discriminazioni ed in particolare
contro il razzismo».
Le azioni previste dagli organizzatori sono in tutto tre: la campagna
"Facce da Faenza" che prevede dal 18 al 23 marzo la mostra omonima
presso il Salone delle bandiere del Comune di Faenza (Piazza del Popolo
31) e una serie di manifesti affissi in tutta la città manfreda; la
proiezione del documentario "Dalle onde del mondo", realizzato da
Sunset con la collaborazione del Teatro due mondi (21 marzo ore 21,15
presso il Cinema Sarti); il Flash Mob "Ci metto la faccia" previsto per
sabato 23 marzo alle ore 17 in Piazza del Popolo.
«La campagna "Facce da Faenza" - continua Brondino - è costituita da
12 immagini che mostrano i diversi volti che abitano la città e che
appartengono
a
diversi
cittadini
stranieri
immigrati
e
ad
alcuni
rappresentanti dell'Amministrazione comunale. Nelle immagini sono
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presenti il nome, l'età e la professione, di chi ha prestato il proprio
volto, con l'obiettivo di sottolineare il concetto di cittadinanza e
appartenenza alla città».
La seconda azione in programma è la proiezione del documentario "Dalle
onde del mondo", che racconta la storia di alcuni rifugiati fuggiti dalla
Libia. I giovani hanno trovato accoglienza a Lugo e Faenza e, attraverso
un progetto di teatro di strada portato avanti dal Teatro due mondi,
riescono a rielaborare e a raccontare le loro storie.
La campagna si chiude sabato 23 marzo con il Flash Mob "Ci metto la
faccia": «Il Flash Mob - continua Brondino - è un evento in cui un
gruppo di persone che si riunisce più o meno all'improvviso in uno
spazio pubblico, mette in pratica un'azione insolita per poi disperdersi. Il
raduno
verrà
organizzato
tramite
passaparola
su
internet
(http://www.facebook.com/FacceDaFaenza) e telefoni cellulari, e le
regole dell'azione verranno illustrate ai partecipanti solo pochi minuti
prima dell'inizio. Abbiamo scelto questa modalità di comunicazione per
dare ai partecipanti l'opportunità di esprimersi in piena libertà contro
ogni forma di discriminazione e in particolare contro il razzismo. Allo
stesso tempo si vuole offrire agli spettatori dell'evento che si troveranno
in piazza in quel momento un "flash" che li solleciti a riflettere sul tema
delle discriminazioni ancora così pressante nella nostra società».
Hanno partecipato alla realizzazione dell'iniziativa: Oksana Dziuba,
Mykola Shcherbyna, Mamadou Lamine Ndiaye, Giama Omar M, Ibrahima
Diop, Sumaiya Sykes, Heide Wilm, Chiungpei Wang, Giovanni Malpezzi,
Massimo Isola e Antonio Bandini, prestando il loro volto; il grafico
Matteo Valtancoli; il fotografo Federico Baioni e il Museo Carlo Zauli,
mettendo a disposizione i suoi locali per la realizzazione delle foto.
(fonte http://faenzanotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=12741 )
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11-15 /03/2013
Cagliari, insulti razzisti durante
la gara. Il giudice dà partita
persa alle 2 squadre
Domenica scorsa, sono volati insulti razzisti durante una partita
di terza categoria. Il giudice sportivo ha così deciso di punire
entrambe le squadre.
Gli insulti razzisti erano avvenuti
durante la partita tra le squadre
della Don Massimiliano Kolbe e del
Frutti
D'Oro
nel
campo
di
Is
Mirrionis, Cagliari.
Il
giudice
sportivo
della
Lega
nazionale dilettanti della Figc ha
così deciso di punire entrambe le squadre con un pesante 3-0.
Il referto dell'arbitro non racconta di offese razziali, non sentite dunque
dal direttore di gioco, ma di una contesa verbale tra due giocatori, di
proteste di un dirigente, dell'espulsione del ragazzo autore dell'offesa e
del ragazzo di colore, eventi che hanno fatto nascere un vero parapiglia
all'interno del campo. Da qui la sospensione della partita e la decisione,
una settimana dopo, del giudice sportivo di dare per 'persa' la partita ad
entrambe le squadre.
L'EPISODIO - A ricevere l'insulto razzista era stato un ragazzo di colore
della squadra della Don Massimilano Kolbe. L'episodio si era verificato al
12' minuto del secondo tempo nei campi di via Sulcis nel quartiere di Is
Mirrionis. Sarebbe stato un giovane del Frutti D'Oro ad apostrofare in
maniera offensiva il 17enne di colore della Don Massimiliano: "Oh negro,
guà che ti faccio diventare bianco", gli avrebbe detto. La squadra e la
società cagliaritana avevano sùbito lasciato il campo.
( Fonte: www.unionesarda.it )
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11-15 /03/2013
Serie A, ammende per Juventus
e Genoa
La
Juventus
dovrà
pagare
un'ammenda
di
quattromila euro per aver tra le altre cose
intonato cori razzisti verso Balotelli nell'ultima
partita casalinga contro il Catania. Lo riferisce il
giudice sportivo Tosel, secondo il quale «Al 4’
del secondo tempo la curva sud intonava per
pochi secondi il coro "se saltelli muore Balotelli"», si tratta di cori
ingiuriosi verso un giocatore e quindi scatta l'ammenda. Trentamila
invece sono gli euro che dovrà versare il Genoa per «aver rivolto al 25°
del primo tempo, ad un calciatore della squadra avversaria, cori
costituenti espressione di discriminazione razziale e aver lanciato, al 30°
del secondo tempo, alcune monete ed accendini verso un arbitro
addizionale ed il portiere della squadra avversari».
(Fonte http://www.calcionews24.com/serie-a-ammende-per-juventus-e-genoa305995.html)
J-STADIUM: NO AL RAZZISMO!
Come noto ai più, nei mesi passati più volte lo Juventus Stadium è stato
al centro di polemiche riguardo a presunti cori razzisti soprattutto nei
confronti
dei
tifosi
del
Napoli,
ma
oggi,
finalmente,
occasione
ghiottissima per il popolo bianconero per mostrare la faccia più pulita
dello sport. Come riportato da TuttoSport, proprio in questi istanti sulle
tribune bianconere sta andando in scena un’iniziativa Unesco-Juve per
lanciare un messaggio forte contro l’ignoranza che regna sovrana dietro
a determinate situazioni: striscioni e magliette ad hoc, punto di partenza
di una collaborazione che troverà la sua massima espressione il 21
marzo quando a Vinovo ci sarà una partita per giovani calciatori: borse
di studio per studenti e associazioni di volontariato per questi.
( Fonte: www.canalejuve.it )
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11-15 /03/2013
Calcio,
ancora
razzismo:
negro di m...E il ragazzino
scoppia a piangere
Il caso sul campetto dell'Orlando. Il tecnico ritira la squadra
LIVORNO - «Negro di m...», il ragazzino senegalese cresciuto in Italia
scoppia in lacrime e il suo allenatore ritira la squadra: accade nella gara
di allievi provinciali Orlando-Venturina.
Il ragazzo di colore gioca con l'Orlando, club satellite del Milan. Quando
nell'agonismo
è entrato
il razzismo, il tecnico dell'Orlando, Luigi
Campetti, ha ritirato la squadra che vinceva 4-0. la notizia viene
raccontata dal Tirreno, anche se il Venturina nega l'episodio avvenuto a
metà ripresa, quando l'arbitro ha fischiato la fine della gara.
(fonte
http://www.ilmessaggero.it/sport/calcio/razzismo_nel_calcio_negro_di_m_e_il_
ragazzino_scoppia_a_piangere/notizie/257515.shtml)
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11-15 /03/2013
Provincia
e
Tep
lanciano
campagna contro il razzismo
Nei mesi scorsi era stato denunciato il caso di due studenti
stranieri fatti oggetto di bullismo sulla linea Colorno - Parma
PARMA – A fine 2012 una donna aveva denunciato, con una lettera a un
quotidiano, un grave caso di razzismo e bullismo nei confronti di due
giovani studenti stranieri, fatti oggetto di insulti e prevaricazioni sul bus
tra Colorno e Parma. Una vicenda che ha provocato prese di posizione e
indignazione nel parmense. La Provincia di Parma e la Tep, anche per
rispondere a questi episodi, nell’ambito della settimana contro il
razzismo che si terrà dal 17 al 23 marzo, ha previsto una serie di
appuntamenti.
Il
calendario
prevede
incontri
nelle
scuole,
una
campagna
di
sensibilizzazione sugli autobus Tep, momenti di confronto tra studenti e
tra giovani e anziani, presentazioni di video realizzati dagli alunni delle
superiori, spettacoli teatrali.
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11-15 /03/2013
Maggiori dettagli sulla campagna di sensibilizzazione saranno forniti
domani dalla Provincia di Parma.
(fonte http://www.parmaonline.info/notizie/2013/03/11/provincia-e-teplanciano-campagna-contro-il-razzismo_29981#.UT7w99YreuI )
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Rassegna Stampa
11-15 /03/2013
Europarlamento:
politiche
comuni per l’integrazione e
lotta al razzismo all’esame della
plenaria
Inserire nei programmi di studio di lingua e educazione
civica anche la storia dell’Unione europea.
L’integrazione dei migranti e la lotta alla xenofobia sono due dei punti
rilevanti nel calendario dei lavori dell’Europarlamento che da ieri è
riunito in seduta plenaria fino al prossimo 14 marzo.
“I migranti hanno bisogno di imparare la lingua del Paese ospitante e di
comprenderne le leggi, il sistema politico e i costumi”, si legge in una
risoluzione approvata dalla Commissione occupazione e affari sociali che
sarà dibattuta in aula il 12 marzo e votata il giorno successivo. Per
Nadja Hirsch, eurodeputata tedesca, che ha presentato il documento,
l’integrazione dei lavoratori migranti “nella società e nel mercato del
lavoro europei richiede impegno da entrambe le parti”; per questo gli
accordi bilaterali degli Stati membri con i Paesi terzi “dovrebbero essere
meglio coordinati a livello Ue”.
Tra i suggerimenti che derivano agli Stati, si sostiene che “i programmi
nazionali d’integrazione dovrebbero includere corsi di storia, di diritto e
sui valori e i principi della democrazia europea”.
Sempre il 12 marzo si svolgerà in emiciclo un confronto tra Parlamento,
Consiglio e Commissione Ue sulle nuove norme per contrastare i
fenomeni di razzismo e xenofobia. È infatti da cinque anni in itinere una
direttiva che si occupa di discriminazione, la quale dovrebbe garantire
pari diritti e medesimi trattamenti fra i cittadini indipendentemente dalle
condizioni e convinzioni personali: sesso, eventuali handicap, età,
orientamento sessuale, credo religioso.
(fonte http://immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=005108 )
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Rassegna Stampa
11-15 /03/2013
Via al tavolo tecnico per un
protocollo contro l’omofobia
CONCORDIA. Un tavolo tecnico che stili un protocollo d’intesa per
combattere l’omofobia e altre forme di discriminazione, siano esse
sessuali o di altro genere. È il risultato che sono riusciti a ottenere le
associazioni che si battono per i diritti degli omosessuali e delle lesbiche,
in una riunione che si è svolta ieri in municipio a Concordia. All’incontro
c’erano, oltre al sindaco Marco Geromin, anche rappresentanti di Lgbt
Veneto orientale, Agedo (associazione che riunisce i genitori con figli
gay e lesbiche), Arcilesbiche Treviso e altri importanti attori come
servizi sociali e l’Asl 10 10. Il tavolo tecnico cui si faceva riferimento è
stato convocato per mercoledì 20 marzo prossimo, e sarà aperto alle
forze dell’ordine presenti sul territorio come polizia, carabinieri e guardia
di finanza. Un’iniziativa analoga c’è stata, in Italia, soltanto a Roma e a
Torino. Nel confronto di ieri a Concordia si è parlato anche di un altro
tema scottante, quello della violenza tra le mura domestiche. Tra i
relatori c’era anche il gestore di alcuni locali di San Donà, Marco Lo
Faro, da sempre vicino a queste tematiche. L’incontro ha presentato
anche toni accesi, ma su un punto tutti sono stati d’accordo: quello
appunto della formazione di questo nuovo tavolo tecnico e l’adozione di
un protocollo chiaro, che diventi punto di riferimento per agire sul
territorio contro la discriminazione di genere.(r.p.)
( Fonte: www.nuovavenezia.gelocal.it )
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11-15 /03/2013
La Regina Elisabetta II firma il
documento per la parità dei diritti
e contro la discriminazione di
genere
Prima le donne e gli omosessuali. Per la prima volta nei suoi 60 anni di
regno, la regina Elisabetta firma un documento, in qualità di capo del
Commonwealth,
discriminazione
a
di
sostegno
genere.
della
Un
parità
testo
che,
di
diritti
sebbene
e
non
contro
la
contenga
riferimenti espliciti ai diritti degli omosessuali, è considerato uno
'spartiacque' verso il loro riconoscimento. La firma arriverà doveva
arrivare in coincidenza con la prima uscita pubblica della sovrana. La
Regina infatti è stata recentemente ricoverata in ospedale, il primo da
dieci anni e dovuto ai sintomi di gastroenterite che hanno anche imposto
alla regina di cancellare per alcuni giorni tutti i suoi impegni pubblici,
compreso un viaggio a Roma, dove si sarebbe dovuta recare mercoledì e
giovedì scorsi su invito del capo dello Stato Giorgio Napolitano. Ma a
quanto pare la visita di questo pomeriggio prevista a Westminster Abbey
è stata annullata per continuare la sua convalescenza dopo il breve
ricovero a causa di una gastroenterite. L'evento, un appuntamento
ufficiale, si terrà verso la rappresentanza del Commonwealth su Pall Mall
nel centro di Londra. La regina apporrà la sua firma sotto il testo
approvato dai 54 Paesi che compongono il Commonwealth e che recita:
"Ci opponiamo implacabilmente a tutte le forme di discriminazione, che
affondino le loro radici in genere, razza, colore, fede, convinzioni
politiche o altro", poi pronuncerà anche un discorso a sostegno del
documento. Buckingham palace ricorda tuttavia che il 'gesto' della
regina, come del resto il suo ruolo richiede, è del tutto "apolitico". Resta
però un segnale. Sebbene non ancora sufficiente secondo gli attivisti per
la difesa dei diritti dei gay che lamentano il fatto che non contenga
riferimenti espliciti ai diritti degli omosessuali.
( Fonte: www.huffingtonpost.it )
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11-15 /03/2013
Deputati lgbt polacchi si siedono
in prima fila al Parlamento per
dire no all’omofobia di Wałęsa
Anna Grodzka, la prima deputata apertamente transessuale della
Polonia, e Robert Biedron, primo deputato gay dichiarato nel paese, si
sono seduti in prima fila nel Parlamento per mostrare la loro opposizione
alle parole dell’ex presidente della Polonia, nonché Premio Nobel per la
Pace 1983, Lech Wałęsa.
Come ricorderete Wałęsa, riferendosi ai diritti delle persone lgbt, ha
recentemente sostenuto che non si deve permettere a una minoranza di
imporsi alla maggioranza. Inoltre ha detto che secondo le persone lgbt
presenti in Parlamento dovrebbero sedersi non all’ultimo posto, ma
addirittura dietro un muro. Di queste sue affermazioni ne va fiero e non
intende chiedere scusa, perché secondo lui il 95% dei polacchi la pensa
come lui.
Ma Anna Grodzka e Robert Biedron non si sono certo lasciati intimidire e
per questo si sono seduti in prima fila nel Parlamento polacco, con il
chiaro intento di dare visibilità all’intera comunità lgbt del paese. Nel
loro gesto simbolico i due deputati sono stati sostenuti dal loro partito
che ha riassegnato i posti in Parlamento ai suoi deputati, mettendo
Grodzka e Biedron su scranni molto più visibili.
In tal modo il partito ha anche mostrato il suo sostegno alla diversità
sessuale e ha condannato la discriminazione promossa da Lech Wałęsa.
(di Roberto Russo)
( Fonte: www.queerblog.it
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Rassegna Stampa
11-15 /03/2013
Roms : Valls attise la colère des
associations
Récit Alors que le ministre de l'Intérieur redit son
intention de poursuivre les expulsions des campements
illicites, les associations demandent au Premier ministre
de reprendre la main sur le dossier.
Par SYLVAIN MOUILLARD
(Libération)
«Ce n’est pas une interview, c’est un article commandé dont je pense
le plus grand mal.» Laurent El Ghozi ne décolère pas après la lecture de
l’entretien accordé par Manuel Valls au Parisien, ce jeudi, dans lequel le
ministre de l’Intérieur martèle son message de fermeté à l’encontre des
Roms. Membre fondateur du collectif Romeurope, El Ghozi redoute une
accélération des expulsions des campements illégaux à l’issue de la trêve
hivernale. Depuis le mois de décembre, 19 terrains ont été évacués, selon
le décompte du collectif. Une vingtaine d’autres seraient dans le collimateur
des autorités, qui recensent 400 campements «illicites» sur le territoire.
«Plus que jamais les démantèlements sont nécessaires et se
poursuivront, il en va du respect de la loi et de la sécurité de leurs
résidents», assure Manuel Valls. Qui n’oublie pas d’ajouter que ses
services
procéderont
«avec
humanité,
sans
abandonner
l’accompagnement social, l’objectif de scolarisation des enfants et,
quand c’est possible, l’accès à un logement et au monde du travail».
Un vocabulaire soigneusement choisi, et qui permet au ministre de
l’Intérieur de rester dans les clous de la circulaire interministérielle
du 26 août.
Signée de la main de sept ministres après un débat animé au coeur
de l’été, celle-ci fixait les modalités d’évacuation des installations
illégales. Elle insistait notamment sur la nécessaire «logique
d’anticipation et d’individualisation» et «l’établissement, chaque fois
que possible, d’un diagnostic et la recherche de solutions
d’accompagnement».
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11-15 /03/2013
Ayrault appelé à la rescousse
Six mois plus tard, les associations spécialisées en tirent un bilan
mitigé. «La circulaire est appliquée de manière hétérogène, juge
Jean-François Corty, directeur des missions France de Médecins du
Monde. Dans certaines villes, comme Lyon et Strasbourg, les choses
se sont calmées. Mais en Ile-de-France et à Marseille, on assiste
encore à des expulsions sans aucune préparation en amont.»
Laurent El Ghozi redoute que les propos de Manuel Valls ne
«décomplexent les gens peu coopératifs». Un passage l’a
particulièrement irrité. «En se retranchant derrière le Premier
ministre roumain, Valls explique que les Roms auraient "vocation à
rester en Roumanie, ou à y retourner". C’est complètement faux !»,
s’insurge-t-il. «Nous terminons actuellement un diagnostic sur un
terrain francilien, où vivent environ 250 personnes. Il s’avère que la
moitié des habitants vivent en France depuis plus de dix ans, et sont
donc régularisables. Deux tiers des enfants sont scolarisés. Et la
plupart des familles n’ont plus aucune attache en Roumanie. Qu’on le
veuille ou non, elles feront leur vie en France.» Jean-François Corty,
de son côté, rappelle que les Roms «restent des citoyens européen.
S’ils le souhaitent, ils ont tout autant le droit de venir travailler en
France que des Allemands ou des Espagnols».
Unanimement,
les
associations
déplorent
une
forme
de
privatisation du dossier par le ministère de l’Intérieur. Elles
viennent même d’adresser un courrier à Jean-Marc Ayrault pour lui
demander de reprendre la main. «La circulaire du 26 août est
interministérielle et globale, appuie Laurent El Ghozi. Valls ne fait
pas cette politique tout seul. Nous espérons pouvoir faire le point
avec le Premier ministre sur sa mise en oeuvre.»
«La position de Valls favorise tous les dérapages racistes»
Les acteurs associatifs déplorent aussi les tensions que pourraient
provoquer les déclarations de Manuel Valls sur le terrain. Ces
derniers mois, les altercations avec les riverains de campements
illégaux se sont multipliées. Les expulsions se déroulent dans un
climat de plus en plus tendu. «La position de Valls favorise tous les
dérapages racistes, même s’il s’en défend, regrette Laurent El Ghozi.
Un article comme celui-ci va redonner à tout le monde le sentiment
que les Roms doivent partir.»
Jean-François Corty s’inquiète de la «mise en danger» des Roms,
des personnes «en situation d’hyper-précarité». «Les destructions
répétées des campements, sans alternative de relogement, cassent le
travail des associations, explique-t-il. Les réseaux de solidarité
s’amenuisent. Cette gestion au coup par coup, où chaque commune
se refile la patate chaude, ne fait que repousser les problèmes.»
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Rassegna Stampa
11-15 /03/2013
Roms : Manuel Valls affiche sa
fermeté
Le ministre de l'Intérieur, qui lance un cri d'alarme, entend
intensifier les démantèlements de camps illicites.
«La situation, devenue intolérable, ne peut perdurer: il faut faire respecter
la loi en démantelant le maximum de camps de Roms insalubres…» Dans
un entretien accordé jeudi au Figaro, Manuel Valls tire la sonnette d'alarme
et affiche une fermeté qu'il veut sans faille face à un fléau d'une ampleur
insoupçonnée. Le dernier état des lieux est, il est vrai, assez édifiant.
«Aujourd'hui, nous estimons qu'environ 20.000 hommes, femmes et
enfants, originaires de Roumanie et de Bulgarie pour la plupart, occupent
en toute illégalité plus de 400 campements dans notre pays, dont les deux
tiers sont en Ile-de-France, précise le ministre de l'Intérieur. Implantés en
bordure de quartiers populaires déjà percutés par la crise, ils sont à
l'origine de problèmes de cohabitation qui prennent des formes parfois
inquiétantes comme en témoignent les incendies constatés la semaine
dernière à Aubervilliers et Sarcelles.»
Affirmant avoir été «alerté et questionné par de nombreux maires de toutes
sensibilités», l'hôte de la Place Beauvau entend donc enrayer la spirale.
Selon nos informations, il vient notamment de donner des instructions très
précises aux policiers et aux gendarmes afin d'investir ces bidonvilles à ciel
ouvert afin d'y multiplier les contrôles d'identité. Plusieurs camps, où des
dizaines d'occupants se mettaient en danger en vivant sur le bord d'axes
routiers, ont encore été évacués la semaine dernière à Saint-Denis et
Bondy (Seine-Saint-Denis), ainsi qu'à Vigneux-sur-Seine (Essonne). Et des
vols sont régulièrement organisés à destination de Bucarest ou de Sofia.
L'année dernière, la France a été le théâtre de pas moins de 36.822
éloignements d'étrangers en situation irrégulière, dont 12.800 Roumains et
Bulgares. Et Manuel Valls de marteler: «Je partage les propos du premier
ministre roumain quand ce dernier dit “Les Roms ont vocation à rester en
Roumanie, à y retourner”.»
Scolarisation accrue
Le ministre de l'Intérieur se félicite par ailleurs d'avoir coupé l'aide au
retour de 300 euros proposée aux adultes roms et de 100 euros pour les
enfants. «C'était un système pervers, dénoncé tant par les autorités
roumaines que les ONG, qui organisait, favorisait, voire institutionnalisait
un vaste circuit d'immigration clandestine, note l'hôte de la Place Beauvau.
Les candidats à l'exil débarquaient en France avec la certitude de faire un
voyage lucratif. Ils repartaient vers leur pays avec l'argent de l'aide en
poche avant de revenir grâce des prête-noms, en compagnie d'enfants ou
encore de faux parents. La France est devenue l'aimant d'un trafic dont les
organisateurs tirent les ficelles depuis l'étranger.»
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Rassegna Stampa
11-15 /03/2013
Concédant être confronté à une «situation difficile et extrêmement
complexe», Manuel Valls tente de trouver des nouvelles «logiques
d'accompagnement» pour intégrer une partie de cette population précaire.
S'il considère avec un «certain intérêt» l'expérimentation de «villages
d'insertion», comme à Tourcoing (Nord) ou Montreuil-sous-Bois, il a déjà
mesuré les limites de ces réponses ne concernant qu'un nombre très limité
de familles volontaires. «Cela ne peut concerner qu'une minorité car, hélas,
les occupants de campements ne souhaitent pas s'intégrer dans notre pays
pour des raisons culturelles ou parce qu'ils sont entre les mains de réseaux
versés dans la mendicité ou la prostitution, observe le ministre. Les préfets,
de leur côté, sont soumis à une contradiction car ils doivent à la fois
démanteler les campements et répondre à la demande de mener un
diagnostic social visant à trouver des mesures alternatives…»
Face à ce casse-tête et un tissu associatif très pugnace, Manuel Valls
explore de nouvelles voies. Comme, par exemple, la scolarisation accrue
des enfants roms ainsi que «l'ouverture du droit au séjour et au travail pour
les personnes employables et qui souhaitent s'intégrer». Le premier flic de
France a conscience que la solution à l'épineuse question des Roms, si elle
existe, ne peut se résumer au seul usage de la force.
(Fonte da Le Figaro)
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