Rassegna stampa settimanale 15 Marzo Documento Adobe
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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE Anno III – Roma,11-15 Marzo2013 A cura di Fernando FRACASSI Collaborazione Monica D’Arcangelis, Alessandro Tudino Contact Center www.unar.it Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 COMUNICATO STAMPA Unar: al via la IX Settimana d’azione contro il Razzismo ”Se chiudi col razzismo ti si apre un mondo” Come ogni anno, in occasione della “Giornata mondiale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali,” che si celebra in tutto il mondo il 21 marzo, l’UNAR l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità organizza la Settimana di azione contro il razzismo, campagna di sensibilizzazione giunta ormai alla sua IX edizione, in programma dal 17 al 24 marzo. “Lo slogan scelto per questa edizione – “Se chiudi col Razzismo, ti si apre un mondo”- afferma il Ministro Fornero con delega alle pari opportunità – vuol far riflettere sull’importanza di aprire le nostre menti, i nostri cuori e le nostre coscienze a chiunque, da qualunque parte del mondo provenga, senza pregiudizi o intenti discriminatori. Così agendo prosegue il Ministro - potremo rendere migliore e più libera la nostra società. Sono certa - conclude il Ministro- che le numerose iniziative che si susseguiranno nel corso di questa Settimana, anche grazie al coinvolgimento dei più giovani, contribuiranno a rafforzare la consapevolezza di dover chiudere le porte ad ogni tipo di intolleranza o di discriminazione verso il prossimo”. Ufficialmente la settimana prenderà il via con il weekend sportivo del 16 e 17 marzo. Grazie al sostegno di FIGC, Lega Calcio di Serie A e Serie B, Lega Pro e con la collaborazione della UISP, Rete FARE e dell'Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti Discriminatori) prima del fischio di inizio delle partite in tutti i campi di serie A, sarà esposto uno striscione contro il razzismo e i capitani delle squadre leggeranno un messaggio Contact Center Unar | Ad uso interno 1 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 rivolti ai tifosi. Analoghe manifestazioni sono previste su tutti gli altri campi di calcio. Anche la Nazionale nell’amichevole di calcio, impegnata il 21 marzo a Ginevra conto il Brasile, testimonierà contro il razzismo ospitando a Coverciano il 19 marzo una rappresentanza di giovani giocatori italiani e stranieri appartenenti ad associazioni sportive impegnate contro il razzismo. Sempre il 17 marzo l’UNAR correrà a fianco della XIX maratona di Roma, ripetendo lo slogan “Ti si Apre il Mondo” riportato sulle magliette di colore verde cui migliaia di persone e ragazzi correranno la stracittadina dandosi appuntamento al Colosseo per una giornata che unirà tutto lo sport. Centinaia le iniziative promosse in tutta Italia, a cominciare dal progetto didattico “Look around. Per non restare indifferenti”, in collaborazione con l’associazione 'Il razzismo è una brutta storia” e con le librerie Feltrinelli, che coinvolgerà studenti elementari e medi e i loro insegnanti nella fruizione di cortometraggi sui temi dell'antirazzismo e dell’educazione alla cittadinanza. In tante città, nei quartieri a forte vocazione etnica, (tra le altre Roma, Bologna, Verona, Milano, Trieste, Torino, Genova Prato, Cosenza, Bari, Palermo), in collaborazione con le associazioni locali e Amnesty International, saranno allestiti gazebo informativi pensati come punti di incontro fra la popolazione italiana e le comunità straniere della città, in cui far conoscere le tradizioni e le diverse culture attraverso mostre fotografiche, percorsi e spettacoli teatrali. Dal 18 al 23 marzo ci sarà “Diversità al lavoro”, progetto promosso dall’UNAR, sul tema delle discriminazioni nel mondo del lavoro, che vede coinvolte nei vari incontri, seminari, dibattiti, le organizzazioni datoriali e i sindacati facente parte della cabina di regia. Contact Center Unar | Ad uso interno 2 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Con un altro evento intitolato “Questa è l’Italia”, l’Unar entra in numerosi istituti scolastici per raccontare a più voci il nuovo volto dell’Italia multietnica, invitando gli studenti a riflettere sui cambiamenti sociali e demografici che hanno interessato il loro territorio, per approfondire il tema del rapporto con la diversità, con l’identità nazionale e la cittadinanza, con la discriminazione e l’integrazione. Sui banchi della propria scuola ritorneranno a supportare l’iniziativa personaggi del mondo dello spettacolo come Filippo Solibello, Peppe Barra, Michele Venitucci, Bruno Morelli, il rapper Amir Isaaa e Ratapignata. Il 19 e 22 marzo l’UNAR, in collaborazione con il Centro studi IDOS, promuove a Roma un incontro con la comunità romena e con la comunità albanese. Il 20 marzo a Roma presso la Biblioteca della Libera Università LUSPIO si terrà la cerimonia di premiazione dei vincitori del premio per tesi di dottorato di ricerca UNAR/CRUI. Il 21 marzo a Roma, alle ore 10.30 al Teatro Ambra Jovinelli, in collaborazione con ARCI, sará presentato uno spettacolo dedicato agli istituti superiori della Capitale, dal titolo “Basta Razzismo, per una nuova cittadinanza”. Il 20 e 21 marzo a Napoli, andrà in scena la quarta tappa della campagna “Dosta!” iniziativa di sensibilizzazione per combattere i pregiudizi e gli stereotipi nei confronti dei Rom e Sinti, promossa dal Consiglio d’Europa. Anche la Regione Emilia Romagna parteciperà attivamente alla Settimana di azione contro il razzismo. Fra le tante iniziative che coinvolgeranno il territorio si segnalano, in particolare, il convegno del 21 marzo a Bologna “Rom e Sinti: discriminazioni, diritti e inclusione” e, sabato 23 marzo, sempre a Bologna, il convegno pubblico “Together against discrimination”. Contact Center Unar | Ad uso interno 3 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Il 24 marzo a Napoli, l’Arcigay Antinoo di Napoli Onlus organizza un quadrangolare di calcio a 5, patrocinato dal Comune di Napoli, dal titolo “Un calcio alle discriminazioni”. Si affronteranno una squadra di giornalisti, una squadra di calcetto LGBT napoletana, la selezione Afronapoli united e la squadra della Consulta provinciale degli studenti. La Settimana di azione contro il razzismo sarà presente in molti programmi televisivi e radiofonici. In particolare per tutto il mese di marzo, l’edizione mattutina di Caterpillar su Radio2 Rai, inviterà tutti gli ascoltatori a calarsi nei panni di una persona straniera che vive in Italia e deve affrontare i tanti ostacoli e imprevisti della vita quotidiana attraverso il gioco www.giocaneimieipanni.it. La campagna radiofonica cercherà di coinvolgere attivamente anche i radioascoltatori invitandoli simbolicamente il 21 marzo a testimoniare conto il razzismo. A Messina il 21 marzo all’interno dei portici del Palazzo dei Leoni (sede della Provincia), il gioco verrà messo in scena dal vivo attraverso un percorso didascalico corredato da gigantografie, videoclip, giochi di ruolo. Per tutte le altre iniziative ed ulteriori dettagli consulta il programma sul sito www.unar.it, alla pagina Facebook norazzismi e all’hashtag #chiudialrazzismo. Contact Center Unar | Ad uso interno 4 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 COMUNICATO STAMPA Se chiudi col Razzismo ti si apre un mondo. UNAR e Maratona di Roma insieme contro il razzismo L’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, da tante edizioni sostiene la Maratona di Roma, sport simbolo di ogni olimpiade, ma soprattutto della partecipazione senza barriere di etnia, orientamento sessuale, abilità, genere. Quest’anno l’UNAR correrà a fianco della Maratona di Roma sotto l’insegna del comune slogan “Ti si Apre il Mondo” e ai nastri di partenza della gara stracittadina RomaFun tutti i partecipanti potranno scegliere di correre a difesa delle differenze indossando la maglietta dell’Ufficio, con lo slogan “Se chiudi col razzismo ti si apre un mondo” distribuita nei pacchi gara. “Abbiamo raccolto l'esortazione del Ministro Fornero chiamando tutti i volontari , ma soprattutto i più giovani, ad unirsi a noi in questa corsa simbolica contro ogni forma di razzismo” ha dichiarato Marco De Giorgi, Direttore Unar. L’UNAR sarà inoltre presente con un suo stand al Marathone Village nei tre giorni di esposizione al Palacongressi il 14, il 15 e il 16 marzo e il 17 mattina con un gazebo allestito ai Fori Imperiali dove, prima dell’inizio della corsa, sarà ancora possibile ritirare la maglietta. Con la Maratona di Roma prende il via anche il fitto calendario di iniziative che l’Unar promuove in tutta Italia per la IX Settimana d’Azione contro il Razzismo, dal 17 al 24 marzo, con eventi informativi, attività ludico-aggregative e di piazza, momenti di riflessione e di formazione, che vedranno il coinvolgimento di enti locali, della scuola, delle forze sindacali ed imprenditoriali, del mondo dello consultabile sport sul e delle sito comunità dell’Unar straniere. www.unar.it Il e programma alla pagina faceebook.com/norazzismi. Per ulteriori informazioni Antonio Giuliani [email protected] Contact Center Unar | Ad uso interno è 5 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 COMUNICATO STAMPA Come è la vita di un immigrato in Italia? Unar e CaterpillarAM ti invitano a provarlo per un mese. "Avete mai provato a mettervi nei panni di una persona straniera che vive in Italia? Di una donna ucraina, per esempio, oppure di un ragazzo senegalese che ha due figli a casa e deve mantenerli con il suo lavoro. Volete provare a vedere se ve la cavereste?" Chiede Marco De Giorgi, Direttore UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) nella Settimana di azione contro il razzismo. La sfida a provarci “giocando” è su www.giocaneimieipanni.it, un progetto ideato da Unar in collaborazione con la trasmissione di Rai Radio2 Caterpillar AM. On line i giocatori vengono invitati a vivere un mese in Italia con un budget limitato, prendendo così coscienza delle difficoltà quotidiane dell’essere straniero. Ma attenzione, c’è ben poca fantasia nel gioco: tutti gli esempi sono stati elaborati sulla base di dati reali. In radio l'immedesimazione continua attraverso le storie e i racconti di stranieri La campagna terminerà il 21 marzo con l'invito a dire no al razzismo con un gesto semplice e conviviale quello di fare colazione assieme a cittadini nati o provenienti in altri paesi del mondo. Una “colazione antirazzista”, a casa, al bar, in albergo, alla macchinetta del caffè dell'ufficio, all'autogrill in autostrada, per un giorno si proverà a dire no al razzismo spotanei mangiando di assieme. cittadini Tanti stanno bar, associazioni, aderendo gruppi info su http://caterpillaram.blog.rai.it/ e www.giocaneimieipanni.it Per ulteriori informazioni: Paola Di Lazzaro [email protected] Contact Center Unar | Ad uso interno 6 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 OMOFOBIA: A PALERMO BANCARIA INSULTA DUE CLIENTI PERCHE' GAY (ANSA) - PALERMO, 14 MAR - ''Spero di non avere mai bisogno di due medici come voi. Non siete uomini, ma froci''. Cosi' una bancaria del Banco popolare siciliano, a Palermo, si e' rivolta a una coppia di medici gay. ''C'era stato un disguido con un assegno - racconta Giovanni M., 34 anni, pediatra -. Gia' al telefono la donna aveva avuto un atteggiamento poco cordiale, come da sempre nei nostri confronti. Io e il mio compagno ci siamo recati in banca per risolvere il problema. Siamo stati accolti dal direttore che e' stato molto cortese. Il pediatra e il compagno Augusto, ginecologo, stavano uscendo quando l'impiegata ha inveito contro i due professionisti. ''Mentre uscivamo dalla filiale – racconta ancora Giovanni - nell'area che separa le casse dall'uscita,senza alcun motivo siamo stati aggrediti verbalmente dalla bancaria, in presenza degli impiegati e dei clienti. Ci ha detto: 'Mi auguro di non avere mai a che fare con due medici come voi, pezzenti, non siete uomini, froci''. Adesso i due medici, dopo avere consultato il loro avvocato, citeranno in giudizio penalmente e civilmente l'impiegata. ''Lo faremo - continua il medico - non solo per la frase omofoba, ma perche' ha pesantemente danneggiato la nostra professione. Quelle frasi sono state rivolte davanti a numerose persone che si trovavano in banca. Purtroppo i vertici della banca hanno cercato di giustificare l'impiegata, ma ancora non e' arrivata neppure una telefonata di scuse. E' questo ci rammarica molto''. In caso di risarcimento i due medici devolveranno il ricavato all'Arcigay e alle associazioni che si battono per la causa degli omosessuali. Il sindaco Leoluca Orlando, d'accordo con gli organizzatori, ha invitato i due professionisti a partecipare sabato alla conferenza stampa di presentazione del Pride nazionale. ''Ci sono esperienze di vita quotidiana che testimoniano l'omofobia del quotidiano meglio di qualsiasi ricerca ha detto il sindaco - puo' esserci un semplice invito che testimonia la solidarieta' meglio di qualsiasi parola''. (ANSA). Contact Center Unar | Ad uso interno 7 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 GAY: MONASTRA, SOLIDARIETA' A DUE MEDICI INSULTATI IN BANCA Palermo, 15 mar. - "Esprimo solidarieta' alla coppia gay di medici che e' stata verbalemente aggredi ta ieri in una banca. Il nostro Paese resta ancorato a stereotipi e pregiudizi duri a morire, specie in Sicilia: l'episodio e' drammaticamente emblematico e rappresenta un diffuso clima di omofobia. Domani sara' presentato il Pride nazionale che quest'anno si svolgera' a Palermo, un' occasione quanto mai opportuna e significativa per lottare contro l'omofobia e restituire piena cittadinanza ai diritti di tutti". Lo ha detto la consigliera comunale di Palermo, Antonella Monastra tornando a parlare dell'episodio dei due medici gay insultati da una impiegata bancaria per la loro omosessualita'. - (Adnkronos) OMOFOBIA: AGGREDITO E RAPINATO A ROMA, A GIUDIZIO TRE ROMENI (AGI) - Roma, 12 mar. - Era stato aggredito, rapinato e insultato perche' gay, a Roma. Per questo tre romeni sono stati rinviati a giudizio dal gup Antonella Minunni. Il processo per i tre romeni iniziera' il 24 settembre prossimo davanti alla seconda sezione penale. Le accuse contestate sono quelle di rapina e lesioni aggravate. I fatti avvennero' nella notte tra il 25 e il 26 maggio. La vittima e' un ragazzo di 26 anni che aveva trascorso la serata in un locale gay di via San Giovanni in Laterano. All'uscita dal locale, mentre stava parlando al telefono cellulare, e' stato circondato dai rumeni e preso a calci e pugni. Una volta caduto a terra e' stato colpito anche al volto con un calcio e per questo ha rischiato di perdere un occhio. Le indagini hanno permesso di rintracciare due dei responsabili in Germania. La vittima si e' costituita nel procedimento assistito dall'avvocato Daniele Stoppello. (AGI) Rmn/Dib/Pgi 121722 MAR 13 Contact Center Unar | Ad uso interno 8 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 GAY: PRIDE PALERMO, INDIGNATI PER OMOFOBIA RITA DALLA CHIESA (ANSA) - PALERMO, 12 MAR - Il Comitato Pride Palermo esprime ''profonda indignazione per le frasi ostili ed omofobe'' espresse oggi durante la trasmissione Forum, in onda su Canale 5, da Rita Dalla Chiesa. ''La conduttrice ha dichiarato che i gay devono essere tollerati, che dovrebbero non esibire la loro omosessualita', che i figli hanno bisogno di mamma e papa', che la coppia etero sterile e' comunque piu' naturale di quella gay perche' puo' adottare'', afferma Titti De Simone, presidente del Coordinamento Pride. E aggiunge: ''E' grave che Rita Dalla Chiesa usi il mezzo televisivo per diffondere posizioni oggettivamente omofobe. E' vergognoso che in Italia questo possa ancora avvenire, ricorreremo all'Autorithy''. ''In tutta Europa ogni giorno si registrano progressi sul fronte dei diritti civili, - afferma De Simone - con la previsione di leggi che disciplinano unioni di fatto e matrimonio egualitario e con leggi antiomofobia. Da decenni inoltre tutti gli studi effettuati hanno dimostrato che i figli cresciuti da due padri o da due madri non crescono in modo differente da quelli con un padre ed una madre. In altri paesi, infine, in molte parti del mondo da anni le coppie omosessuali possono sposarsi ed adottare bambini. In Italia invece non solo mancano leggi che garantiscono la parita' dei diritti, ma assistiamo troppo spesso a pubbliche dichiarazioni di omofobia, che diffondono e rinforzano i pregiudizi''. (ANSA). Contact Center Unar | Ad uso interno 9 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 La risposta, non ufficiale, di Rita Dalla Chiesa alla sua presunta omofobia Ha già trovato ampio spazio su queste pagine la polemica sollevata da alcune esternazioni pubbliche di Rita Dalla Chiesa, con le conseguenti rimostranze da parte del Comitato Pride di Palermo, che ha annunciato una denuncia all’Autorithy, e la lettera di Silvia Nespoli esponente delle famiglie Arcobaleno. Adesso è apparsa sulle pagine di discoigor, a questo link, una breve risposta della Rita Dalla Chiesa, una riflessione sulla sua pagina Facebook, in cui la nota conduttrice ribadisce la sua posizione di gay friendly. Mi spiace di dover rispondere a qualcosa che non mi appartiene. Mi spiace che a parlare siano persone che, evidentemente, non hanno visto una sola puntata della mia trasmissione né mai ascoltato o letto una sola parola di quella che per me è una battaglia che dura da oltre 30 anni […] Non accetto di essere messa in discussione su un argomento su cui tutti, dico tutti, sanno esattamente come la penso. Non a caso i gay mi amano e mi rispettano […] ( Fonte: www.queerblog.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 10 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Prato, nasce il Antidiscriminazione Centro Inaugurato in occasione della Settimana contro il razzismo. Si occuperà di prevenzione e contrasto alla discriminazione Apre a Prato, in Provincia, il Centro Antidiscriminazione. Lo sportello, che è operativo già da oggi, ha l'obiettivo di prevenire e tutelare cittadini e cittadine da qualsiasi tipo di discriminazione e nasce grazie al protocollo d'intesa siglato con Unar (l'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali che ha sede presso il dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio). L'apertura è stata fissata in occasione della Settimana contro il razzismo (dal 17 al 23 marzo) e per farsi conoscere sarà in strada sabato 23 marzo con “Diverse da chi?” l'iniziativa promossa da Unar in collaborazione con la Provincia. Lo sportello è stato presentato questa mattina dall'assessore alle politiche sociali Loredana Ferrara insieme alla consigliera di Parità della Provincia Micaela Venturi, Eranda Sadushi e Alba Ferretti dell'associazione Le Mafalde e Luciana Bigagli de Il Sicomoro. Una collaborazione con le associazioni del terzo settore per costruire un tessuto connettivo tra istituzioni, società civile e cittadini in grado di contrastare tutti i fenomeni di discriminazione. Questa la finalità dello sportello che ha sede negli l'associazione uffici Le della Provincia Mafalde (in e ha come collaborazione soggetto con le capofila associazioni Sicomoro, Ceis e Opera Santa Rita). “E' importante, in un momento di crisi come quello attuale, tenere alta l'attenzione sui temi che riguardano la discriminazione ed evitare che vi sia una sfaldamento ulteriore del tessuto sociale che porta a fare vittime fra i soggetti più deboli - ha sottolineato Ferrara – Il Centro si occuperà di qualunque tipo di discriminazione, sia essa per provenienza o genere, orientamento sessuale, scelta religiosa, lavorativa o altro.” “Punto di forza del Centro è la rete di collaborazione fra le diverse istituzioni e Contact Center Unar | Ad uso interno 11 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 associazioni che possono accogliere istanze provenienti da settori diversi ed essere in grado di indirizzare correttamente gli utenti per una soluzione del problema” – ha ricordato Venturi. Oltre a funzionare come organismo di sintesi e monitoraggio delle azioni già presenti sul territorio, lo sportello si occuperà di prevenzione e contrasto alle varie forme di discriminazione attraverso la promozione e la difesa dei diritti di cittadinanza e il coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni che garantiranno l’assistenza alle vittime. Il Centro avrà anche il coordinamento dello sportello legale, che sarà svolto dalle legali de Le Mafalde in collaborazione con la Consigliera di Parità della Provincia, nella tutela della posizione lavorativa delle donne nelle situazioni che sono di ostacolo alla realizzazione della piena parità uomo-donna sul lavoro, e con il Difensore Civico quale "garante dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione". ( Fonte: www.intoscana.it ) Conte a tifosi Juve, basta cori razzisti (ANSA) - VINOVO (TORINO), 15 MAR - 'I cori contro le altre squadre non ci esaltano né ci danno piu' birra in corpo. Ogni tifoso dovrebbe concentrarsi sulla propria squadra: é la cosa più bella e ci dà qualcosa di piu' Cosi' Antonio Conte, sui cori razzisti e in particolare di quelli contro il Napoli, per i quali la Juve è stata multata. "Leggo di diffide e non vorrei che per colpa di questi cori ci trovassimo a giocare a porte chiuse. Facciamo in modo che di qui a fine stagione non succeda piu'. ( Fonte: www.corrieredellosport.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 12 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Unioni civili, gli “Vicesindaco omofobo” attivisti: Le dichiarazioni di Carmen Tessitore, vicesindaco di Lecce, che non lasciano spazio ad alcuna forma di apertura sulle unioni civili e omosessuali, scatena l'ira dell'associazione Between: “La legittimità del registro non è di competenza dei Comuni ma del Parlamento”. La famiglia? Solo tra uomo e donna. Questo in sintesi il pensiero della vicesindaca di Lecce Carmen Tessitore, titolare anche della delega alle Politiche familiari ed ex presidentessa del Forum delle associazioni familiari, all'indomani dell'iniziativa promossa dall’associazione Between Onlus 'Per il matrimonio di tutte e tutti'. Non lascia dunque spazio all'interpretazione la rappresentante di Palazzo Carafa, cui oggi è rivolta la secca risposta dell'associazione Between, che di contro promuove una campagna nazionale per l'istituzione dei registri delle unioni civili. “La Sua dichiarazione in cui afferma che una campagna nazionale 'per il matrimonio di tutte e tutti nel capoluogo del Salento non troverà cittadinanza' certamente non può passare inosservata”, rispondono i rappresentanti dell'associazione. "Ci chiediamo: chi stabilisce cosa debba trovare cittadinanza? Può farlo un vicesindaco? Può parlare forse a nome di tutte e tutti? Ed ancora, la democrazia consiste nel negare cittadinanza ad una minoranza solo perché non è maggioranza?" “Lei”, continuano, “si appella alla Costituzione e, in particolare, all’articolo 29 («La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio»), sostenendo che se è vero che non si parla di matrimonio fra uomo e donna, è solo perché i padri costituenti lo davano per scontato. Bene, all'epoca non si pensava neanche a un vicesindaco donna, eppure è un diritto finalmente acquisito". "Le domande dunque sgorgano a fiumi. Quando Lei afferma che 'per prima cosa vanno tutelate le famiglie tradizionali', pensa che si tolga qualcosa alle famiglie tradizionali? Si inorgoglisce nel privare una parte Contact Center Unar | Ad uso interno 13 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 della sua comunità anche di un semplice simbolo, un pezzo di carta, privo di alcuna incidenza pratica, quale un registro delle Unioni Civili. La civiltà si misura nella qualità degli amministratori e nella loro propensione al bene comune, totalmente assente dalle sue parole". "La Corte Costituzionale ha avuto modo di smentirla, in punta di diritto, sul suo ragionamento, stabilendo che la scelta spetta al Parlamento e che per la Costituzione nulla osta. Le sue argomentazioni, dunque, risultano solo basate su una profonda e radicata omofobia che Lei cerca di mascherare dietro il paravento della difesa della tradizione. Per fortuna il mondo è dalla parte opposta a quella da Lei desiderata, e se non possiamo essere cittadini di Lecce allora lo siamo nel mondo, con buona pace sua. Di un mondo diverso, caro Vicesindaco, dal quale Lecce potrà non per molto ancora smettere di far parte. Non lo meritano le cittadine e i cittadini. Che le piaccia o no, la realtà e la giustizia non sono quelle che Lei descrive e auspica. Dietro le sue parole e nonostante le sue parole, cogliamo il Suo invito e con piacere siederemmo a quel tavolo di studio che Lei stessa propone al fine di lanciare delle proposte legislative a tutela delle famiglie, tutte le famiglie”. Per poi concludere: “Il matrimonio è un diritto di tutti. Perché l'amore non fa differenze. Non è meraviglioso?”. ( Fonte: www.leccesette.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 14 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Comune e Acli contro la discriminazione razziale, al via l'integrazione Obiettivo primario è favorire il rafforzamento anche a livello locale di un clima di convivenza interculturale e di consapevolezza dei rischi della discriminazione nelle reti di socializzazione giovanili “Giovani: promotori di un nuovo dialogo interculturale” è il seminario che si è svolto nell'aula consiliare di Palazzo degli Elefanti per dare l'avvio al progetto “Torre di Babele”, finanziato dall’Agenzia Nazionale dei Giovani nell’ambito del Programma Gioventù in Azione e promosso dal Circolo Acli Cantieri Sociali e dal Comune di Catania sulla base di un protocollo di collaborazione. Il Progetto prevede la partecipazione attiva di giovani dai 18 ai 30 anni, italiani e stranieri, ad attività laboratoriali di comunicazione/montaggio video e fotografia, alla creazione di spazi su social network e a confronti su temi di particolare rilevanza sociale quali l’immigrazione, la discriminazione razziale e il bisogno d’integrazione. Obiettivo primario è favorire il rafforzamento anche a livello locale di un clima di convivenza interculturale e di consapevolezza dei rischi della discriminazione nelle reti di socializzazione giovanili. All'incontro è intervenuto il sindaco Raffaele Stancanelli: “Ho sostenuto da subito l'iniziativa – ha detto il primo cittadino - perché sono convinto che anche grazie ad azioni come queste si può fattivamente contribuire a contrastare le discriminazioni a favore del rispetto della diversità e della collaborazione reciproca”. Hanno partecipato l’assessore comunale alle Politiche sociali Carlo Pennisi, il presidente ACLI Catania Francesco Luca, il presidente Circolo Acli Cantieri Sociali Marco Bonaccorso, il presidente del Centro Studi Acli Claudio Saita, il vice prefetto Rosaria Giuffrè, la docente Deborah De Felice del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell' Università degli Studi di Catania e il mediatore culturale Abdul Jurourairi. Contact Center Unar | Ad uso interno 15 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 L'assessore Pennisi ha tenuto a sottolineare che “la Torre di Babele rimanda sì alla confusione delle lingue e al peccato di orgoglio che consiste nel pensare di poter fare a meno dei pregiudizi, ma questi – ha precisato - sono strumenti, seppur 'provvisori', necessari a semplificare la realtà e utili, se solo si è consapevoli di questa provissorietà dei giudizi”. Dal canto suo, il presidente del Circolo Acli Cantieri Sociali Marco Bonaccorso, dopo aver ringraziato il Sindaco e l'Amministrazione per la collaborazione, ha spiegato: “della Torre di Babele, il progetto vuole cogliere non tanto l'aspetto dell'arroganza quanto quello della diversità, che può essere strumento utile a migliorare la collettività. Ai laboratori – ha aggiunto- parteciperanno anche giovani provenienti da Marocco, Tunisia, Egitto”. ( Fonte: www.cataniatoday.it ) Le discriminazioni basate sull’età di Valeria Viale L’adozione di una specifica legislazione contro le discriminazioni basate sull’età sarà certamente importante, ma per risolvere il problema si dovrà guardare anche ad altro e nello specifico del lavoro, pensando a una società in cui la componente dei giovani sarà sempre minore, le aziende dovranno segnatamente indirizzare il cambiamento nella direzione di una forza lavoro più anziana Il motivo di discriminazione in base all’età riguarda le differenze di trattamento o di godimento dei diritti in ragione dell’età di una persona. Sebbene la discriminazione fondata sull’età di per sé non rientri nell’ambito di un particolare diritto riconosciuto nella Convenzione Europea dei Diritti dell’orientamento dell’Uomo sessuale), (al questioni contrario legate della alla religione discriminazione fondata sull’età possono emergere nel contesto di diversi diritti. Contact Center Unar | Ad uso interno o 16 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Nel 2000 l’Unione Europea ha adottato una Direttiva che proibisce le discriminazioni sul posto di lavoro basate sull’origine etnica e sulla razza, sulla religione o credenza, sulla disabilità, sull’età o sull’orientamento sessuale. Questo testo segue le numerose norme che sono state adottate dall’Unione stessa, a partire dal 1975, al fine di promuovere l’uguaglianza tra gli uomini e le donne sul posto di lavoro. Negli ultimi anni, l’aumento della popolazione anziana ha posto l’attenzione sul crescente interesse se le politiche sociali si indirizzino equamente o meno a tutte le fasce di età della popolazione. Le politiche del lavoro dovranno agire sia sulle competenze nell’ambito lavorativo – attraverso percorsi mirati e articolati di formazione continua – sia sul sistema pensionistico. Persone a rischio di discriminazione per il fattore età La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (articolo 21) ha impresso un impulso importante verso la qualificazione del principio di discriminazione in base all’età, quale vero e proprio diritto fondamentale. Le discriminazioni in base all’età riguardano principalmente i giovani e gli anziani. Al 1° gennaio 2006, il 22,1% della popolazione dell’Unione Europea era al di sotto dei 19 anni. Nella maggior parte degli Stati Membri, questa fascia di età rappresentava il 20-25% della popolazione. Soltanto in alcuni Stati dell’Europa meridionale i ragazzi al di sotto dei 19 anni non raggiungevano il 20% (il 19,1 % in Italia) (1). Secondo l’European Policy Evaluation Consortium (EPEC), un altro gruppo rilevante – in termini di discriminazioni in base all’età – è quello dei giovani al di sotto dei 25 anni. In merito, invece, alle persone anziane a rischio potenziale di discriminazione, la popolazione europea presenta due fasce più a rischio delle altre: gli ultrasessantenni e le persone di età superiore a ottant’anni. Considerando che al 1° gennaio 2006, il 21,9% della popolazione dell’Unione Europea rientrava nella fascia di età trai 60 anni e più, si evince che questo gruppo di età rappresentava circa il 17,5% della popolazione totale. In Italia, alla stessa data, la percentuale era pari al 25,1%. Per quanto concerne Contact Center Unar | Ad uso interno 17 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 invece le persone con più di ottant’anni – sempre al 1° gennaio 2006 – esse rappresentavano il 4,1% della popolazione dell’Unione Europea (in Italia il 5,1%). La popolazione italiana, al pari di quella degli altri Paesi europei, continua a invecchiare: considerando il tasso di crescita naturale (tasso medio annuo 2010), l’Italia mostra un saldo negativo tra decessi e nascite, in particolare al Nord e al Centro. Solo al Sud e nelle Isole il saldo è ancora positivo, ma in decisa contrazione. Gli altri Paesi europei presentano un tasso di crescita naturale medio annuo positivo e in molti casi in aumento (2). La vita media, poi, continua ad aumentare: secondo le stime effettuate nel 2011, è arrivata infatti a 79,4 anni per gli uomini e 84,5 per le donne, con valori leggermente più bassi nel Mezzogiorno (rispettivamente 78,8 e 83,9 anni). In base all’analisi dell’Istat, dal 2008 le nascite sono tornate a diminuire, con 556.000 nascite nel 2011, circa 21.000 in meno rispetto a tre anni prima. Le donne residenti in Italia hanno in media 1,42 figli. Il processo di invecchiamento è in progressivo aumento e ciò sta cambiando la struttura della società italiana, per cui le politiche di pari opportunità devono necessariamente tener in debita considerazione questo aspetto, poiché gli anziani costituiscono una fetta rilevante della società italiana non solo dal punto di vista numerico, ma anche da quello del grande contributo che essi possono ancora apportare alla crescita economica e sociale del Paese. Gli anziani e i giovani rappresentano per il nostro Paese un patrimonio di risorse umane e professionali da valorizzare per lo sviluppo della società italiana. È compito delle Istituzioni rimuovere ogni fattore strutturale che possa determinare una loro esclusione o discriminazione, sia diretta che indiretta, dovuta alla condizione di maggiore vulnerabilità in cui si trovano a causa dell’età. Sinora il dibattito politico si è concentrato sul prolungamento della vita lavorativa dei lavoratori anziani, al fine di metterli in condizione di raggiungere l’età pensionabile. Al momento prevale l’approccio che estendere l’età lavorativa significa mantenere lo status quo di questa categoria di lavoratori. Si profila invece la necessità di attuare politiche del lavoro che siano centrate sulla realizzazione di sistemi innovativi Contact Center Unar | Ad uso interno 18 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 nell’organizzazione aziendale, capaci di costruire un sistema di opportunità per tutti: giovani e anziani. Strategie nazionali di contrasto e tutela La maggior parte degli Stati Membri dell’Unione Europa non ha una legislazione specifica concernente le discriminazioni in base all’età, sebbene molti Paesi coprano questo ambito attraverso le Costituzioni o il Codice del Lavoro. Si tratta, comunque, di riferimenti generali alla discriminazione, che possono includere l’età. Il diritto del lavoro italiano distingue nettamente il principio di parità di trattamento da quello di divieto di discriminazione. Mentre il primo impone infatti di trattare in modo uguale situazioni uguali – nel senso della proporzionalità fra prestazione lavorativa e retribuzione – il secondo impone di trattare in modo uguale situazioni differenti: impone cioè di ignorare una differenza, anche se rilevante. Il principio della parità di trattamento viene garantito dall’articolo 36 della Costituzione, che sancisce la necessità della commisurazione del trattamento del lavoratore alla quantità e alla qualità del suo lavoro. Per la Costituzione spetta alla contrattazione collettiva, e soltanto ad essa, stabilire tale commisurazione (nota anche come principio della “giusta retribuzione”). Per quanto riguarda il divieto di discriminazione, l’ordinamento italiano – in linea con il diritto comunitario – distingue tra discriminazioni dirette e indirette. Le discriminazioni dirette impongono al datore di lavoro – nella selezione o nella determinazione del trattamento dei propri dipendenti – di ignorare certe differenze tra di loro, non attinenti al contenuto della prestazione lavorativa (come il sesso, la razza, la religione ecc.). Le discriminazioni indirette obbligano invece il datore di lavoro a ignorare le differenze, anche attinenti al contenuto della prestazione, che non sono connesse immediatamente, ma soltanto indirettamente con discriminazioni dirette (come, ad esempio, le promozioni automatiche dopo un determinato periodo di lavoro effettivo che penalizzano gli eventuali periodi di astensione dal lavoro della donna per maternità). A differenza della parità di trattamento, il divieto di discriminazioni viene sancito dall’ordinamento legislativo, che rende nulle quelle clausole della contrattazione collettiva che violano tale principio. Contact Center Unar | Ad uso interno 19 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Nell’ordinamento italiano, quindi, l’età è considerata in modo implicito nella clausola sulla parità di trattamento. L’articolo 3 della Costituzione fa riferimento alla rimozione degli ostacoli sociali ed economici che limitano la piena partecipazione dei lavoratori alla vita politica, economica e sociale del Paese. Lo Statuto dei Lavoratori, invece, all’articolo 15, fa riferimento alle discriminazioni sulla base dell’opinione politica, della religione, del sesso e dell’attività sindacale, ma non fa espliciti riferimenti all’età. Con il Decreto Legislativo 216/03, l’Italia ha attuato la citata Direttiva Europea 2000/78. Esso si conforma alle richieste imposte dal Legislatore Comunitario, sancendo il divieto perentorio di trattare in modo differenziato uno o più soggetti sulla base della loro età. Tale divieto vale per tutte le tipologie di comportamento discriminatorio che il Decreto contempla: la discriminazione diretta, quella indiretta e le molestie. Il Decreto stesso, inoltre, reca le disposizioni relative all’attuazione della parità di trattamento fra le persone, indipendentemente dalla religione, dalle convinzioni personali, dagli handicap, dall’età e dall’orientamento sessuale, per quanto concerne l’occupazione e le condizioni di lavoro, disponendo le misure necessarie affinché tali fattori non siano causa di discriminazione, in un’ottica che tenga conto anche del diverso impatto che le stesse forme di discriminazione possono avere su donne e uomini. Le più recenti politiche nazionali, per far fronte alla crisi economica, hanno riguardato anche aspetti relativi a quello che viene definito come “invecchiamento attivo”. L’articolo 19 della Legge 2/09, ad esempio, ha promosso un insieme disoccupazione, di focalizzando misure finalizzate l’attenzione sul a fronteggiare capitale umano e la in particolare anche sui lavoratori anziani a rischio di esclusione dal mercato del lavoro. Una specifica attenzione, poi, è stata data ai lavoratori anziani, nell’àmbito della Manovra correttiva alla Finanziaria 2010 (Legge 122/10), che prevede il finanziamento della contribuzione per quelle imprese che assumano lavoratori ultracinquantenni in mobilità o che ricevano l’assegno di disoccupazione e il finanziamento dei contributi che mancano al raggiungimento dell’età pensionabile, per quei lavoratori Contact Center Unar | Ad uso interno 20 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 che abbiano trentacinque anni di contribuzione e che ricevano il sostegno al reddito. Si desume, da quanto sinora detto, che in Italia ancora non c’è una tradizione antidiscriminatoria sulla base dell’età che sia consolidata. Indubbiamente, l’adozione di una specifica legislazione antidiscriminatoria è una delle misure essenziali per combattere le discriminazioni e tuttavia, il problema della discriminazione in base all’età non può essere limitato semplicemente ad un mero aspetto legale. L’analisi che andrebbe proposta, infatti, dovrebbe affondare le proprie radici in ambito culturale, storico e sociologico. Il tema è collegato ai cambiamenti delle strutture organizzative che impongono efficienza e soluzioni innovative al fine di rimanere competitivi sul mercato del lavoro. Normalmente queste caratteristiche sono associate alle persone giovani, ma in una società in cui la componente dei giovani sarà sempre minore, le aziende dovranno indirizzare il cambiamento nella direzione di una forza lavoro più anziana. Conclusioni Le politiche nazionali dovranno promuovere l’occupazione dei lavoratori anziani migliorando le condizioni di lavoro degli ultracinquantenni, sostenendo schemi che facilitino la transizione dall’occupazione al pensionamento attraverso la programmazione per fasi delle varie opzioni di pensionamento (concessione del part time e dell’orario flessibile). Le aziende si troveranno a dover gestire una categoria di lavoratori la cui fascia di età non era presente nelle aziende stesse, talché dovranno essere implementate le cosiddette“politiche di work life balance”, fornendo cioè un sostegno ai lavoratori che hanno carichi di cura, facilitando il pensionamento – con l’incoraggiare iniziative come il volontariato o il lavoro in comune, per rendere più agevole la transizione dal lavoro al pensionamento stesso – e promuovendo misure che supportino una miglior condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne, al fine di affrontare le disparità di genere. Inserire l’età tra i motivi di discriminazione vietata è stata una scelta del Legislatore Europeo dettata dalla necessità di dover preservare le Contact Center Unar | Ad uso interno 21 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 categorie di giovani lavoratori da una parte, e quelli anziani dall’altra, dal rischio di essere discriminati sul lavoro per il solo fatto di trovarsi in una condizione di diversità anagrafica rispetto a quella che viene considerata l’etàstandard del lavoratore medio. Ciò significa che l’età non può costituire un fattore discriminatorio nelle decisioni che riguardano le risorse umane. ( Fonte: www.superando.it ) Rom, donne in prima linea contro le discriminazioni di Carlotta Sami* «Spesso subiscono le conseguenze più pesanti delle politiche di segregazione e sgomberi. Ma sono anche tra le più attive per rivendicare un miglioramento delle condizioni di vita». L'intervento di Carlotta Sami, di Amnesty International Amnesty International è impegnata da anni nella difesa dei diritti delle donne e in una campagna europea contro la discriminazione delle persone rom, inoltre a Gennaio ha lanciato una grande campagna sui Diritti umani in Italia: Ricordati che devi rispondere, www.ricordatichedevirispondere.it. Uno dei 10 punti riguarda proprio i diritti dei rom nel nostro Paese. Vogliamo mettere insieme questi due temi evidenziando il ruolo, fondamentale, che le donne hanno nell’attivismo per i diritti umani – questo è vero sempre, ed è vero anche per le persone rom, che in Italia e in tutta Europa hanno di fronte a sé un impegnativo cammino di rivendicazione e conquista dei propri diritti. Un impegno e un attivismo che avrà l’obiettivo di una maggiore rappresentanza, anche politica. Le informazioni e le analisi sulle quali si basa la nostra campagna europea per i diritti dei rom emergono dalla ricerca sul diritto a un Contact Center Unar | Ad uso interno 22 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 alloggio adeguato e sugli sgomberi forzati che abbiamo svolto in Italia, Francia, Macedonia, Romania, Serbia e Slovenia. L'impatto delle violazioni che i rom subiscono è particolarmente grave per le donne, spesso vittime di discriminazione multipla, a causa del genere e dell’appartenenza etnica, e costrette a sormontare ostacoli altissimi per accedere all’alloggio, all’assistenza sanitaria, all’istruzione e al lavoro. La loro condizione va a inscriversi infatti in un contesto – quello Europeo – in cui le comunità rom affrontano un sistematico pregiudizio e politiche inadeguate, quando non palesemente discriminatorie, da cui derivano rischi altissimi per i diritti e talvolta la stessa incolumità personale di adulti e bambini. Fanno parte di questo contesto i frequenti sgomberi forzati, spesso in mancanza di alternative abitative accettabili, e una sistematica difficoltà di accesso a un alloggio adeguato. Milioni di persone rom in Europa sono di fatto costrette a vivere in baraccopoli, senza accesso ad acqua corrente o elettricità, a grande rischio di malattie e senza assistenza sanitaria. Nei casi in cui, durante gli sgomberi, le autorità offrano alloggi alternativi, essi sono spesso costruiti in condizioni molto precarie e privi di servizi essenziali quali l'acqua, il riscaldamento, l’energia elettrica. Ciò ha un particolare impatto sulla vita delle donne rom le quali, a causa del loro ruolo all’interno della comunità, hanno di fatto la responsabilità primaria della cura dei bambini e delle attività domestiche come la pulizia della casa e la cucina. Alle cattive condizioni abitative si accompagna spesso la collocazione dei rom in campi lontani dai centri abitati, con quanto ne segue in termini di isolamento e segregazione. Secondo le testimonianze di donne rom che i nostri ricercatori hanno raccolto a Roma, ad esempio, una particolare difficoltà deriva dal fatto che i campi siano scarsamente collegati ai quartieri abitati, ai negozi e ai servizi tramite i mezzi pubblici o strade con marciapiedi sicuri su cui camminare. I negozi di generi di prima necessità, i medici e le scuole e strutture per l'infanzia sono difficili da Contact Center Unar | Ad uso interno 23 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 raggiungere e questo rende la vita delle donne rom che li abitano e dei loro bambini ancora più difficile. La segregazione in aree periferiche isolate rende, inoltre, ancora più difficile la ricerca di un lavoro e può aumentare il rischio di violenza sulle donne e sui loro bambini, perché esse vengono a perdere le proprie reti di sicurezza e solidarietà. Vivere in insediamenti informali a rischio di sgombero forzato provoca, nel complesso, grande incertezza e sofferenza. La stessa salute psicologica delle donne rom viene segnalata come significativamente peggiore di quella del resto della popolazione femminile dei paesi europei, proprio a causa delle condizioni di vita inadeguate, alloggi disagiati, della povertà e della posizione svantaggiata delle stesse nel loro ambiente domestico. Amnesty International lavora al fianco delle donne rom che vivono nei campi e negli insediamenti informali in Europa. In molti casi, le donne rom sono impegnate in prima persona nelle campagne di sensibilizzazione per porre fine a sgomberi forzati e alla segregazione, e dovrebbero essere, a nostro avviso, ulteriormente sostenute in questo loro impegno, perché nessun vero cambiamento e miglioramento per i diritti umani è possibile senza un ruolo centrale e determinante delle donne. Alle donne occorre dare accesso al credito e opportunità di indipendenza economica: solo in questo modo si cancellerà la violenza e sarà possibile garantire ai bambini e alle bambine l’accesso all’istruzione. Dobbiamo credere nelle enormi potenzialità di queste donne e abbiamo, da loro, molto da imparare. ( Fonte: www.vita.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 24 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Giornata di primavera del Fai: per la prima volta a "raccontarla" anche gli stranieri in Italia ROMA, 14 marzo 2013 - Settecento luoghi aperti, 280 località coinvolte, 7.000 volontari e 21 mila apprendisti ciceroni impegnati, 400 patrocini, 21 mila visitatori previsti: sono i numeri della ventunesima edizione delle giornate Fai di primavera, in programma sabato 23 e domenica 24 marzo. Ma quest'anno ci sarà una novità importante: per la prima volta in 80 città i luoghi speciali saranno raccontati nelle diverse lingue per gli stranieri in Italia dagli stranieri residenti in Italia. La giornata FAI di Primavera è un'iniziativa organizzata dal Fondo per l'Ambiente Italiano ogni anno, dal 1992, nel periodo primaverile. Manifestazione che, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, promuove le bellezze naturali e culturali per riscoprire i tesori d'Italia, dando la possibilità di visitare beni normalmente chiusi al pubblico, in molte città dislocate su tutto il territorio italiano. Alcuni eventi della giornata FAI di Primavera, sono riservati agli iscritti al FAI, anche se è prevista la possibilità di iscriversi in loco. "Perché la sigla Fai non vuol dire solo Fondo italiano per l'ambiente - ha spiegato Moussa Gnign, guida senegalese, al Corriere della Sera - ma può essere letta anche come Fondazione per l'amicizia internazionale, che permette, attraverso la mediazione culturale, di sentire ogni terra dove si vive come la propria". (fonte WWW.STRANIERIINITALIA.IT) Contact Center Unar | Ad uso interno 25 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Il Governo impugna dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale umbra sull’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delibera dd. 7 dicembre scorso, ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale gli artt. 24 e 34 della legge regionale n. 15 del 5 ottobre 2012, recante: Ulteriori modificazioni ed integrazione della legge regionale 28 novembre 2003, n. 23 (Norme di riordino in materia di edilizia residenziale pubblica)” (B.U.R. del 10 ottobre 2012 n. 44). Tali norme prevedono quali requisiti generali dei beneficiari dei contributi e, in particolare, quali requisiti per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale sociale (ERS) pubblica, la residenza o l’attività lavorativa nella regione per un periodo di cinque anni. Secondo il requisito Governo, il legislatore regionale umbro, nel prevedere tale di anzianità di residenza, ha introdotto una forma di discriminazione indiretta a danno innanzitutto dei cittadini di altri Stati membri dell’Unione europea, con questo determinando un ostacolo illegittimo al principio della libera circolazione. Ugualmente, nell’esentare da detto requisito i cittadini italiani residenti all’estero che intendono rientrare in Italia entro un anno dalla presentazione dell’istanza, la legislazione regionale umbra avrebbe introdotto una discriminazione diretta non solo a danno dei cittadini di altri Stati membri dell’UE, ma anche dei cittadini di Paesi terzi residenti in Umbria e titolari del permesso di soggiorno CE per lungo soggiornanti, che sono ugualmente protetti dal principio di parità di trattamento con i cittadini nazionali nell’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica per effetto dell’art. 11 della direttiva 109/2003/CE. Ugualmente, il legislatore regionale umbro avrebbe esondato dai limiti delle proprie Contact Center Unar | Ad uso interno 26 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 prerogative in quanto non avrebbe considerato la normativa nazionale in materia di immigrazione, che fissa un principio di parità di trattamento in materia di accessi agli alloggi di edilizia residenziale pubblica anche a favore dei cittadini di Paesi terzi non membri dell’UE titolari di un permesso di soggiorno della durata almeno biennale e che esercitano un’attività lavorativa (art. 40 c. 6 d.lgs. n. 286/98). Il ricorso del Governo sottolinea inoltre la contradditorietà della normativa regionale rispetto ai principi di eguaglianza e ragionevolezza richiamati dalla giurisprudenza costituzionale anche con riferimento al diritto sociale all’abitazione (sentenze n. 40/2011 e 61/2011). (fonte www.asgi.it) Contact Center Unar | Ad uso interno 27 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Discriminazione sul lavoro e negli annunci: parte il ricorso alla Corte Europea Il quotidiano torinese La Stampaprende ad esempio gli annunci di posti di lavoro presso Camera o Senato, nei quali viene indicataun’età massima. Scrive la testata diretta da Mario Calabresi, che “ci sono delle leggi che lo impediscono”. Ed è vero. E sono addirittura europee. Le discriminazioni sul posto di lavoro o nelle offerte sono appunto vietate dall’Ue. Eppure, se in molti paesi d’Europa l’età spesso non è nemmeno indicata nel curriculum (figuriamoci quindi negli annunci di lavoro), in Italia, vedere un’offerta che recita “cercasi giovane laureato con esperienza almeno triennale, max 26 anni” per un qualsiasi posto di lavoro, potrebbe non essere così impossibile. Quindi se uno si è laureato in tempo, per puro caso ha già fatto il lavoro richiesto per tre anni, è disponibile subito, ma di anni ne ha 27, perché per uno è andato in Erasmus, è out. L’esempio è ovviamente un po' surreale e forse non esiste realmente così come è scritto, ma calza. Per contrastare questa pratica e quella forse ancora più grave della discriminazione direttamente sul posto di lavoro (che sia per motivi religiosi, di genere, politici o altro poco importa), Le associazioni degli over 40 e 50, hanno contenente accuse presentato un ricorso alla Corte Europea non proprio leggere: “violazione dei diritti previdenziali, mancato controllo e repressione delle offerte di lavoro pubbliche e private contenenti la discriminante della barriera dell’età anagrafica”. Se è vero che talvolta, per alcuni casi ben determinati, una persona giovane risulta essere più adatta di una in età più matura, è altrettanto vero che, molto più spesso, quasi sempre, la discriminazione per età avviene o per motivi di costo, o per ragioni che appaiono addirittura inspiegabili. Per gestire quei pochi casi di giusta richiesta di “gioventù”, basterebbe Contact Center Unar | Ad uso interno forse un maggiore buon senso da 28 parte Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 dell’intero sistema lavoro. Il problema quindi, in Italia, sembra essere più culturale che altro. Perché, ad esempio, se si cerca un autista (qualsiasi sia la patente in suo possesso), si dovrebbe indicare un’età inferiore ai 35 o ai 30 anni (a seconda dei casi)? Un quarantenne (o più) che ha condotto chissà quanti mezzi (seguendone pure l’evoluzione tecnologica solo portare semplificazioni) per quindi, la quale può vent’anni ed è rimasto improvvisamente senza lavoro, è possibile che sia diventato del tutto incapace di guidare di colpo? L’ipotesi è a dir poco assurda, concordate? E allora perché inserire un limite di età per un lavoro che, tra l’altro,basa dell’autista molta è, della appunto, sua qualità soltanto un sull’esperienza? esempio. Lo L’esempio stesso discorso potrebbe infatti valere per una miriade di impieghi e di categorie di lavoratori. Certo, volendo estremizzare nuovamente, se si vuol fare la modella o il modello, iniziare a 50 anni è difficile. Ma appunto, i casi in cui l’età giovane funge da discriminante se non giusta, almeno giustificata, non sono certo molti. Per giunta, anche la nostra Costituzione, oltre alla Carta europea dei Diritti, vieta la discriminazione sul lavoro. Ma allora perché in Italia continua ad accadere? E soprattutto, perché talvolta vengono poste in essere leggi fiscali che favoriscono i più giovani, a scapito di quelli che hanno passato la cosiddetta boa dei 35 anni? Non sarebbe invece il caso di fare leggi diverse, che sì, diano slancio al lavoro giovanile importantissimo ad esempio per creatività, idee, passione, voglia di crescere, ma senza penalizzare la restante parte di lavoratori (che vanta cifre non certo trascurabili), altrettanto fondamentale per esperienza, un probabile maggiore sangue freddo, competenze costruite nel lungo periodo e via dicendo? E soprattutto, qualcuno risponderà, prima o poi, a queste domande? ( Fonte: www.news.biancolavoro.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 29 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 17 MARZO, XIX MARATONA DI ROMA: PER I CAMPIONI E PER TUTTI La Maratona di Roma Acea, 19ma edizione, si corre domenica 17 marzo. La conferma definitiva è arrivata alla presentazione dell’evento con il sindaco Gianni Alemanno, il delegato allo Sport Alessandro Cochi, il presidente della Commissione Cultura e Sport Federico Mollicone, il presidente del comitato organizzatore Enrico Castrucci. Se lo stesso giorno si terrà la cerimonia dell’ascesa del nuovo Pontefice al Soglio di Pietro, la corsa slitterà al pomeriggio con partenza alle 16. Via libera, dunque, alla competitiva e alla stracittadina più attese d’Italia. Lo start alle 9 ai Fori Imperiali, 42 chilometri e 195 metri di percorso tra storia e arte, quindi ritorno al punto di partenza (tempo limite sette ore). Per la RomaFun, la maratonina per tutti di 5 chilometri, partenza (alle 9.15) e arrivo sempre ai Fori. E poi la corsa degli atleti disabili su handbike, la musica sulle strade e le piazze, la grande raccolta di fondi con 80 obiettivi di solidarietà: la Maratona di Roma, circuito IAAF Road Race Gold Label, è sempre più in pista tra le maggiori competizioni mondiali, diciottesima nel 2012 su oltre 2.400 maratone in ogni angolo del globo. Lo confermano i numeri: l’anno scorso hanno chiuso la gara 12.500 atleti, stavolta le iscrizioni – ancora aperte – sono oltre 14mila (ottomila italiani e oltre seimila runners da 81 nazioni). “Quattordicimila persone si riapproprieranno della città e potranno godere delle sue bellezze storiche”, ha sottolineato il Sindaco. All’insegna – aggiungiamo – della lotta alle discriminazioni razziali, dato che Acea Maratona di Roma ha fatto proprio, e ha inserito nei manifesti e in ogni elemento di comunicazione visiva, lo slogan Unar (Ufficio Nazionale Anti- discriminazioni Razziali, Ministero Pari Opportunità): Ti si apre un mondo, chiudi al razzismo. Contact Center Unar | Ad uso interno 30 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Il tracciato previsto per la competitiva, ha detto il sindaco Alemanno, è ancora suscettibile di modifiche vista la concomitanza di più eventi nel giorno della Maratona: oltre alla possibile cerimonia per il nuovo Papa, le celebrazioni per l’Unità d’Italia con il Presidente della Repubblica. Il percorso sarà comunque suggestivo come sempre, toccando oltre 500 tra monumenti, chiese e altri luoghi simbolo della Città Eterna. Il programma 2013 (come l’anno scorso) elimina i passaggi a Tor di Quinto e sulla Tangenziale, inserendo il Villaggio Olimpico e (novità 2013) l’Auditorium. E dove passa la corsa c’è Una città in festa, un lungo nastro di arte, cultura e suoni con oltre 50 esibizioni musicali. E ai Fori Imperiali, punto di partenza e arrivo, ad accogliere campioni e sportivi della domenica ci saranno i legionari del Gruppo Storico Romano, l’associazione che dal 1994 rievoca i fasti dell’Urbe antica. Gli atleti: tra gli iscritti spiccano 49 top runners, 29 uomini e 20 donne da 12 nazioni. Non ci sarà il nostro Andrea Lalli, per via del recente infortunio al polpaccio. Tra gli accreditati per il podio figurano – per fare qualche nome – l’etiope Chele Dechasa, il keniano Sylvester Kimeli Teimet e il suo connazionale Luka Lokobe Kanda (vincitore dell’edizione 2012). Tra gli europei il russo Artjòm Aplačkin e il portoghese Hermano Ferreira (ma il plotone africano rischia di restare senza rivali). Più equilibrato il confronto Africa-Europa sul versante femminile con, da un lato, Ashu Rabo Kasim (Etiopia), Helena Loshanyang Kirop (Kenia), Goitetom Haftu Tesema (Etiopia) e altre velocissime etiopi e keniane come Hellen Jemaiyo Kimutai, vincitrice dell’edizione 2012; e sulla sponda europea la turca Sultan Haydar, la russa Olga Glok, la bielorussa Nastassija Staravojtava e la lituana Drazdauskaite Rasa. I premi: 25mila euro ai primi (uomo e donna), 16mila ai secondi, 10mila ai terzi. In più, bonus legati a prestazioni di rilievo. E a tutti i podisti che tagliano il traguardo la medaglia della Maratona, realizzata su disegno di Marco Pittacci, romano, 25 anni, vincitore dell’apposito concorso bandito tra gli studenti degli istituti d’arte. Contact Center Unar | Ad uso interno 31 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Da segnalare anche i “servizi in corsa”: l’assistenza sanitaria a cura di Anpas con il San Filippo Neri, Ares 118, Croce Rossa Italiana, Misericordiae, Ordine di Malta, Aniad, Aifi, Cardiosalus, Protezione Civile Radio e Non Solo, il tutto – medici, massaggiatori, infermieri, postazioni fisse, ambulanze, centri di rianimazione… – coordinato da Claudio Lo Presti, responsabile medico della Maratona; i fisioterapisti non vedenti per l’assistenza ai maratoneti dopo l’arrivo; il ristoro finale per i celiaci; i pacemaker, corridori segna-passo contraddistinti da palloncini colorati; il team di Passo Capponi, compagni di strada per chi vuole scambiare quattro chiacchiere e godersi la competizione per se stessa e per la bellezza del percorso; gli Archeo-runner (a pagamento) che raccontano durante la gara la storia dei monumenti toccati dal tracciato. Ed eccoci alla RomaFun, la stracittadina non competitiva. Attesi oltre 80mila partecipanti, lungo un percorso tutto compreso nella Roma storica ma – come per la gara maggiore – ancora da stabilire nei dettagli in funzione della giornata. Anche quest’anno ci sono le “categorie speciali”: oltre diecimila studenti grazie a La Maratona va a scuola, iniziativa in collaborazione con Roma Capitale e Centrale del Latte; gli over-65 dei centri anziani (più di quattromila); oltre duemila partecipanti iscritti nelle parrocchie; e poi gli scout Agesci, i soci dei Cral e gli oltre 3.000 soci di palestre e società sportive dilettantistiche. E, last but not least, i quattro zampe della Stracanina di Roma, 4,7 chilometri per cani e padroni (www.stracanina.it). Di rilievo, poi, la corsa dei circa 110 atleti disabili. Categoria più affollata (60 partecipanti), la handbike con Alex Zanardi (l’ex pilota di formula 1 divenuto leggenda dello sport paralimpico a Londra 2012). Altro nome di punta, Raffaele Panebianco tra i non vedenti. Su strada, come ormai da tradizione, la staffetta dei ragazzi autistici del Progetto Filippide. Il capitolo solidarietà: come sempre, decine di onlus italiane s’impegnano a raccogliere fondi nell’ambito dell’annuale Charity program della Rete del Dono. Finora la gara solidale ha riguardato le sole iscrizioni alla stracittadina, da quest’anno è estesa alla 42 chilometri. 80 Contact Center Unar | Ad uso interno 32 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 i progetti di aiuto e sostegno. Ogni atleta può associare il proprio nome a un progetto e stimolare così le donazioni. L’atleta che raccoglierà più fondi riceverà una speciale medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (vedi http://retedeldono.it). Il Marathon Village: è al Palazzo dei Congressi dell’Eur (piazza John F. Kennedy 1): 15mila metri quadri, 120 stand, tre giorni di apertura da giovedì 14 a sabato 16 marzo (dalle 10 alle 20, ingresso libero), convegni, spettacoli, dimostrazioni sportive, musica, animazione per bambini, giochi e pasta party. La stracittadina, dal suo canto, ha il RomaFun Village al punto d’arrivo con la degustazione dei prodotti delle aziende partner, le dimostrazioni di sport, le attività ricreative e l’intrattenimento musicale di Radio Lattemiele. La Maratona in televisione: anche quest’anno diretta su La7 (dalle 8.40 alle 11.55, in hd sul canale 507), in streaming su www.la7.it . Diretta internazionale in 67 Paesi con commento in inglese. Tutto sulla maratona romana consultando www.maratonadiroma.it. ( Fonte: www.romanotizie.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 33 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Pari opportunita': in arrivo un piano nazionale per la lotta alla discriminazione Intensificare e sistematizzare le azioni di contrasto al razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza Ufficio è l'obiettivo Nazionale dell'Unar, Antidiscriminazioni Razziali, che intende definire un Piano d’azione nazionale volto a promuovere l'applicazione effettiva del principio di parità di trattamento e non discriminazione. L'iniziativa sarà realizzata nel corso del triennio 2013-2015 e l'Unar ha lanciato un avviso rivolto ai soggetti interessati a contribuire alla sua definizione. Tenendo presenti le raccomandazioni formulate dal Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD), dal Relatore Speciale delle Nazioni Unite contro il Razzismo, dalla Commissione contro il razzismo e l’intolleranza razziale del Consiglio d’Europa (ECRI) e dall’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione europea (FRA), l'Unar ha predisposto un avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse a partecipare alle diverse fasi di definizione del programma di lotta alla discriminazione. Le manifestazioni dovranno essere inviate entro il 26 marzo prossimo e quanto raccolto costituirà la base del Piano d’azione nazionale. Possono partecipare al progetto le associazioni e altri organismi, anche non riconosciuti, che svolgono attività, senza fini di lucro, nel campo della lotta alle discriminazioni a base etnica e/o razziale. Avviso per la raccolta delle manifestazioni di interesse Link http://www.pariopportunita.gov.it/images/stories/documenti_vari/UserFiles/Il_Dipartimento/bandi_avvisi/U NAR_allegatoA_11marzo2013.pdf) (fonte http://www.fasi.biz/it/news/ultime-notizie/6614-pari-opportunita-inarrivo-un-piano-nazionale-per-la-lotta-alla-discriminazione.html) Contact Center Unar | Ad uso interno 34 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Facce da Faenza, parte la campagna di sensibilizzazione contro le discriminazioni Si svolgerà dal 18 al 23 marzo la campagna di sensibilizzazione contro le discriminazioni “Facce da Faenza” promossa dal Comune di Faenza, con la collaborazione della cooperativa RicercAzione, nell’ambito della “Settimana contro il razzismo (18-24 marzo)” indetta dall’Unar e dalla regione Emilia Romagna. «Obiettivo di questa campagna - spiega Giovanna Brondino, socia di RicercAzione - sensibilizzare, è quello informare di e promuovere azioni positive contro le discriminazioni ed in particolare contro il razzismo». Le azioni previste dagli organizzatori sono in tutto tre: la campagna "Facce da Faenza" che prevede dal 18 al 23 marzo la mostra omonima presso il Salone delle bandiere del Comune di Faenza (Piazza del Popolo 31) e una serie di manifesti affissi in tutta la città manfreda; la proiezione del documentario "Dalle onde del mondo", realizzato da Sunset con la collaborazione del Teatro due mondi (21 marzo ore 21,15 presso il Cinema Sarti); il Flash Mob "Ci metto la faccia" previsto per sabato 23 marzo alle ore 17 in Piazza del Popolo. «La campagna "Facce da Faenza" - continua Brondino - è costituita da 12 immagini che mostrano i diversi volti che abitano la città e che appartengono a diversi cittadini stranieri immigrati e ad alcuni rappresentanti dell'Amministrazione comunale. Nelle immagini sono Contact Center Unar | Ad uso interno 35 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 presenti il nome, l'età e la professione, di chi ha prestato il proprio volto, con l'obiettivo di sottolineare il concetto di cittadinanza e appartenenza alla città». La seconda azione in programma è la proiezione del documentario "Dalle onde del mondo", che racconta la storia di alcuni rifugiati fuggiti dalla Libia. I giovani hanno trovato accoglienza a Lugo e Faenza e, attraverso un progetto di teatro di strada portato avanti dal Teatro due mondi, riescono a rielaborare e a raccontare le loro storie. La campagna si chiude sabato 23 marzo con il Flash Mob "Ci metto la faccia": «Il Flash Mob - continua Brondino - è un evento in cui un gruppo di persone che si riunisce più o meno all'improvviso in uno spazio pubblico, mette in pratica un'azione insolita per poi disperdersi. Il raduno verrà organizzato tramite passaparola su internet (http://www.facebook.com/FacceDaFaenza) e telefoni cellulari, e le regole dell'azione verranno illustrate ai partecipanti solo pochi minuti prima dell'inizio. Abbiamo scelto questa modalità di comunicazione per dare ai partecipanti l'opportunità di esprimersi in piena libertà contro ogni forma di discriminazione e in particolare contro il razzismo. Allo stesso tempo si vuole offrire agli spettatori dell'evento che si troveranno in piazza in quel momento un "flash" che li solleciti a riflettere sul tema delle discriminazioni ancora così pressante nella nostra società». Hanno partecipato alla realizzazione dell'iniziativa: Oksana Dziuba, Mykola Shcherbyna, Mamadou Lamine Ndiaye, Giama Omar M, Ibrahima Diop, Sumaiya Sykes, Heide Wilm, Chiungpei Wang, Giovanni Malpezzi, Massimo Isola e Antonio Bandini, prestando il loro volto; il grafico Matteo Valtancoli; il fotografo Federico Baioni e il Museo Carlo Zauli, mettendo a disposizione i suoi locali per la realizzazione delle foto. (fonte http://faenzanotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=12741 ) Contact Center Unar | Ad uso interno 36 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Cagliari, insulti razzisti durante la gara. Il giudice dà partita persa alle 2 squadre Domenica scorsa, sono volati insulti razzisti durante una partita di terza categoria. Il giudice sportivo ha così deciso di punire entrambe le squadre. Gli insulti razzisti erano avvenuti durante la partita tra le squadre della Don Massimiliano Kolbe e del Frutti D'Oro nel campo di Is Mirrionis, Cagliari. Il giudice sportivo della Lega nazionale dilettanti della Figc ha così deciso di punire entrambe le squadre con un pesante 3-0. Il referto dell'arbitro non racconta di offese razziali, non sentite dunque dal direttore di gioco, ma di una contesa verbale tra due giocatori, di proteste di un dirigente, dell'espulsione del ragazzo autore dell'offesa e del ragazzo di colore, eventi che hanno fatto nascere un vero parapiglia all'interno del campo. Da qui la sospensione della partita e la decisione, una settimana dopo, del giudice sportivo di dare per 'persa' la partita ad entrambe le squadre. L'EPISODIO - A ricevere l'insulto razzista era stato un ragazzo di colore della squadra della Don Massimilano Kolbe. L'episodio si era verificato al 12' minuto del secondo tempo nei campi di via Sulcis nel quartiere di Is Mirrionis. Sarebbe stato un giovane del Frutti D'Oro ad apostrofare in maniera offensiva il 17enne di colore della Don Massimiliano: "Oh negro, guà che ti faccio diventare bianco", gli avrebbe detto. La squadra e la società cagliaritana avevano sùbito lasciato il campo. ( Fonte: www.unionesarda.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 37 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Serie A, ammende per Juventus e Genoa La Juventus dovrà pagare un'ammenda di quattromila euro per aver tra le altre cose intonato cori razzisti verso Balotelli nell'ultima partita casalinga contro il Catania. Lo riferisce il giudice sportivo Tosel, secondo il quale «Al 4’ del secondo tempo la curva sud intonava per pochi secondi il coro "se saltelli muore Balotelli"», si tratta di cori ingiuriosi verso un giocatore e quindi scatta l'ammenda. Trentamila invece sono gli euro che dovrà versare il Genoa per «aver rivolto al 25° del primo tempo, ad un calciatore della squadra avversaria, cori costituenti espressione di discriminazione razziale e aver lanciato, al 30° del secondo tempo, alcune monete ed accendini verso un arbitro addizionale ed il portiere della squadra avversari». (Fonte http://www.calcionews24.com/serie-a-ammende-per-juventus-e-genoa305995.html) J-STADIUM: NO AL RAZZISMO! Come noto ai più, nei mesi passati più volte lo Juventus Stadium è stato al centro di polemiche riguardo a presunti cori razzisti soprattutto nei confronti dei tifosi del Napoli, ma oggi, finalmente, occasione ghiottissima per il popolo bianconero per mostrare la faccia più pulita dello sport. Come riportato da TuttoSport, proprio in questi istanti sulle tribune bianconere sta andando in scena un’iniziativa Unesco-Juve per lanciare un messaggio forte contro l’ignoranza che regna sovrana dietro a determinate situazioni: striscioni e magliette ad hoc, punto di partenza di una collaborazione che troverà la sua massima espressione il 21 marzo quando a Vinovo ci sarà una partita per giovani calciatori: borse di studio per studenti e associazioni di volontariato per questi. ( Fonte: www.canalejuve.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 38 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Calcio, ancora razzismo: negro di m...E il ragazzino scoppia a piangere Il caso sul campetto dell'Orlando. Il tecnico ritira la squadra LIVORNO - «Negro di m...», il ragazzino senegalese cresciuto in Italia scoppia in lacrime e il suo allenatore ritira la squadra: accade nella gara di allievi provinciali Orlando-Venturina. Il ragazzo di colore gioca con l'Orlando, club satellite del Milan. Quando nell'agonismo è entrato il razzismo, il tecnico dell'Orlando, Luigi Campetti, ha ritirato la squadra che vinceva 4-0. la notizia viene raccontata dal Tirreno, anche se il Venturina nega l'episodio avvenuto a metà ripresa, quando l'arbitro ha fischiato la fine della gara. (fonte http://www.ilmessaggero.it/sport/calcio/razzismo_nel_calcio_negro_di_m_e_il_ ragazzino_scoppia_a_piangere/notizie/257515.shtml) Contact Center Unar | Ad uso interno 39 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Provincia e Tep lanciano campagna contro il razzismo Nei mesi scorsi era stato denunciato il caso di due studenti stranieri fatti oggetto di bullismo sulla linea Colorno - Parma PARMA – A fine 2012 una donna aveva denunciato, con una lettera a un quotidiano, un grave caso di razzismo e bullismo nei confronti di due giovani studenti stranieri, fatti oggetto di insulti e prevaricazioni sul bus tra Colorno e Parma. Una vicenda che ha provocato prese di posizione e indignazione nel parmense. La Provincia di Parma e la Tep, anche per rispondere a questi episodi, nell’ambito della settimana contro il razzismo che si terrà dal 17 al 23 marzo, ha previsto una serie di appuntamenti. Il calendario prevede incontri nelle scuole, una campagna di sensibilizzazione sugli autobus Tep, momenti di confronto tra studenti e tra giovani e anziani, presentazioni di video realizzati dagli alunni delle superiori, spettacoli teatrali. Contact Center Unar | Ad uso interno 40 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Maggiori dettagli sulla campagna di sensibilizzazione saranno forniti domani dalla Provincia di Parma. (fonte http://www.parmaonline.info/notizie/2013/03/11/provincia-e-teplanciano-campagna-contro-il-razzismo_29981#.UT7w99YreuI ) Contact Center Unar | Ad uso interno 41 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Europarlamento: politiche comuni per l’integrazione e lotta al razzismo all’esame della plenaria Inserire nei programmi di studio di lingua e educazione civica anche la storia dell’Unione europea. L’integrazione dei migranti e la lotta alla xenofobia sono due dei punti rilevanti nel calendario dei lavori dell’Europarlamento che da ieri è riunito in seduta plenaria fino al prossimo 14 marzo. “I migranti hanno bisogno di imparare la lingua del Paese ospitante e di comprenderne le leggi, il sistema politico e i costumi”, si legge in una risoluzione approvata dalla Commissione occupazione e affari sociali che sarà dibattuta in aula il 12 marzo e votata il giorno successivo. Per Nadja Hirsch, eurodeputata tedesca, che ha presentato il documento, l’integrazione dei lavoratori migranti “nella società e nel mercato del lavoro europei richiede impegno da entrambe le parti”; per questo gli accordi bilaterali degli Stati membri con i Paesi terzi “dovrebbero essere meglio coordinati a livello Ue”. Tra i suggerimenti che derivano agli Stati, si sostiene che “i programmi nazionali d’integrazione dovrebbero includere corsi di storia, di diritto e sui valori e i principi della democrazia europea”. Sempre il 12 marzo si svolgerà in emiciclo un confronto tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulle nuove norme per contrastare i fenomeni di razzismo e xenofobia. È infatti da cinque anni in itinere una direttiva che si occupa di discriminazione, la quale dovrebbe garantire pari diritti e medesimi trattamenti fra i cittadini indipendentemente dalle condizioni e convinzioni personali: sesso, eventuali handicap, età, orientamento sessuale, credo religioso. (fonte http://immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=005108 ) Contact Center Unar | Ad uso interno 42 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Via al tavolo tecnico per un protocollo contro l’omofobia CONCORDIA. Un tavolo tecnico che stili un protocollo d’intesa per combattere l’omofobia e altre forme di discriminazione, siano esse sessuali o di altro genere. È il risultato che sono riusciti a ottenere le associazioni che si battono per i diritti degli omosessuali e delle lesbiche, in una riunione che si è svolta ieri in municipio a Concordia. All’incontro c’erano, oltre al sindaco Marco Geromin, anche rappresentanti di Lgbt Veneto orientale, Agedo (associazione che riunisce i genitori con figli gay e lesbiche), Arcilesbiche Treviso e altri importanti attori come servizi sociali e l’Asl 10 10. Il tavolo tecnico cui si faceva riferimento è stato convocato per mercoledì 20 marzo prossimo, e sarà aperto alle forze dell’ordine presenti sul territorio come polizia, carabinieri e guardia di finanza. Un’iniziativa analoga c’è stata, in Italia, soltanto a Roma e a Torino. Nel confronto di ieri a Concordia si è parlato anche di un altro tema scottante, quello della violenza tra le mura domestiche. Tra i relatori c’era anche il gestore di alcuni locali di San Donà, Marco Lo Faro, da sempre vicino a queste tematiche. L’incontro ha presentato anche toni accesi, ma su un punto tutti sono stati d’accordo: quello appunto della formazione di questo nuovo tavolo tecnico e l’adozione di un protocollo chiaro, che diventi punto di riferimento per agire sul territorio contro la discriminazione di genere.(r.p.) ( Fonte: www.nuovavenezia.gelocal.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 43 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 La Regina Elisabetta II firma il documento per la parità dei diritti e contro la discriminazione di genere Prima le donne e gli omosessuali. Per la prima volta nei suoi 60 anni di regno, la regina Elisabetta firma un documento, in qualità di capo del Commonwealth, discriminazione a di sostegno genere. della Un parità testo che, di diritti sebbene e non contro la contenga riferimenti espliciti ai diritti degli omosessuali, è considerato uno 'spartiacque' verso il loro riconoscimento. La firma arriverà doveva arrivare in coincidenza con la prima uscita pubblica della sovrana. La Regina infatti è stata recentemente ricoverata in ospedale, il primo da dieci anni e dovuto ai sintomi di gastroenterite che hanno anche imposto alla regina di cancellare per alcuni giorni tutti i suoi impegni pubblici, compreso un viaggio a Roma, dove si sarebbe dovuta recare mercoledì e giovedì scorsi su invito del capo dello Stato Giorgio Napolitano. Ma a quanto pare la visita di questo pomeriggio prevista a Westminster Abbey è stata annullata per continuare la sua convalescenza dopo il breve ricovero a causa di una gastroenterite. L'evento, un appuntamento ufficiale, si terrà verso la rappresentanza del Commonwealth su Pall Mall nel centro di Londra. La regina apporrà la sua firma sotto il testo approvato dai 54 Paesi che compongono il Commonwealth e che recita: "Ci opponiamo implacabilmente a tutte le forme di discriminazione, che affondino le loro radici in genere, razza, colore, fede, convinzioni politiche o altro", poi pronuncerà anche un discorso a sostegno del documento. Buckingham palace ricorda tuttavia che il 'gesto' della regina, come del resto il suo ruolo richiede, è del tutto "apolitico". Resta però un segnale. Sebbene non ancora sufficiente secondo gli attivisti per la difesa dei diritti dei gay che lamentano il fatto che non contenga riferimenti espliciti ai diritti degli omosessuali. ( Fonte: www.huffingtonpost.it ) Contact Center Unar | Ad uso interno 44 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Deputati lgbt polacchi si siedono in prima fila al Parlamento per dire no all’omofobia di Wałęsa Anna Grodzka, la prima deputata apertamente transessuale della Polonia, e Robert Biedron, primo deputato gay dichiarato nel paese, si sono seduti in prima fila nel Parlamento per mostrare la loro opposizione alle parole dell’ex presidente della Polonia, nonché Premio Nobel per la Pace 1983, Lech Wałęsa. Come ricorderete Wałęsa, riferendosi ai diritti delle persone lgbt, ha recentemente sostenuto che non si deve permettere a una minoranza di imporsi alla maggioranza. Inoltre ha detto che secondo le persone lgbt presenti in Parlamento dovrebbero sedersi non all’ultimo posto, ma addirittura dietro un muro. Di queste sue affermazioni ne va fiero e non intende chiedere scusa, perché secondo lui il 95% dei polacchi la pensa come lui. Ma Anna Grodzka e Robert Biedron non si sono certo lasciati intimidire e per questo si sono seduti in prima fila nel Parlamento polacco, con il chiaro intento di dare visibilità all’intera comunità lgbt del paese. Nel loro gesto simbolico i due deputati sono stati sostenuti dal loro partito che ha riassegnato i posti in Parlamento ai suoi deputati, mettendo Grodzka e Biedron su scranni molto più visibili. In tal modo il partito ha anche mostrato il suo sostegno alla diversità sessuale e ha condannato la discriminazione promossa da Lech Wałęsa. (di Roberto Russo) ( Fonte: www.queerblog.it Contact Center Unar | Ad uso interno 45 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Roms : Valls attise la colère des associations Récit Alors que le ministre de l'Intérieur redit son intention de poursuivre les expulsions des campements illicites, les associations demandent au Premier ministre de reprendre la main sur le dossier. Par SYLVAIN MOUILLARD (Libération) «Ce n’est pas une interview, c’est un article commandé dont je pense le plus grand mal.» Laurent El Ghozi ne décolère pas après la lecture de l’entretien accordé par Manuel Valls au Parisien, ce jeudi, dans lequel le ministre de l’Intérieur martèle son message de fermeté à l’encontre des Roms. Membre fondateur du collectif Romeurope, El Ghozi redoute une accélération des expulsions des campements illégaux à l’issue de la trêve hivernale. Depuis le mois de décembre, 19 terrains ont été évacués, selon le décompte du collectif. Une vingtaine d’autres seraient dans le collimateur des autorités, qui recensent 400 campements «illicites» sur le territoire. «Plus que jamais les démantèlements sont nécessaires et se poursuivront, il en va du respect de la loi et de la sécurité de leurs résidents», assure Manuel Valls. Qui n’oublie pas d’ajouter que ses services procéderont «avec humanité, sans abandonner l’accompagnement social, l’objectif de scolarisation des enfants et, quand c’est possible, l’accès à un logement et au monde du travail». Un vocabulaire soigneusement choisi, et qui permet au ministre de l’Intérieur de rester dans les clous de la circulaire interministérielle du 26 août. Signée de la main de sept ministres après un débat animé au coeur de l’été, celle-ci fixait les modalités d’évacuation des installations illégales. Elle insistait notamment sur la nécessaire «logique d’anticipation et d’individualisation» et «l’établissement, chaque fois que possible, d’un diagnostic et la recherche de solutions d’accompagnement». Contact Center Unar | Ad uso interno 46 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Ayrault appelé à la rescousse Six mois plus tard, les associations spécialisées en tirent un bilan mitigé. «La circulaire est appliquée de manière hétérogène, juge Jean-François Corty, directeur des missions France de Médecins du Monde. Dans certaines villes, comme Lyon et Strasbourg, les choses se sont calmées. Mais en Ile-de-France et à Marseille, on assiste encore à des expulsions sans aucune préparation en amont.» Laurent El Ghozi redoute que les propos de Manuel Valls ne «décomplexent les gens peu coopératifs». Un passage l’a particulièrement irrité. «En se retranchant derrière le Premier ministre roumain, Valls explique que les Roms auraient "vocation à rester en Roumanie, ou à y retourner". C’est complètement faux !», s’insurge-t-il. «Nous terminons actuellement un diagnostic sur un terrain francilien, où vivent environ 250 personnes. Il s’avère que la moitié des habitants vivent en France depuis plus de dix ans, et sont donc régularisables. Deux tiers des enfants sont scolarisés. Et la plupart des familles n’ont plus aucune attache en Roumanie. Qu’on le veuille ou non, elles feront leur vie en France.» Jean-François Corty, de son côté, rappelle que les Roms «restent des citoyens européen. S’ils le souhaitent, ils ont tout autant le droit de venir travailler en France que des Allemands ou des Espagnols». Unanimement, les associations déplorent une forme de privatisation du dossier par le ministère de l’Intérieur. Elles viennent même d’adresser un courrier à Jean-Marc Ayrault pour lui demander de reprendre la main. «La circulaire du 26 août est interministérielle et globale, appuie Laurent El Ghozi. Valls ne fait pas cette politique tout seul. Nous espérons pouvoir faire le point avec le Premier ministre sur sa mise en oeuvre.» «La position de Valls favorise tous les dérapages racistes» Les acteurs associatifs déplorent aussi les tensions que pourraient provoquer les déclarations de Manuel Valls sur le terrain. Ces derniers mois, les altercations avec les riverains de campements illégaux se sont multipliées. Les expulsions se déroulent dans un climat de plus en plus tendu. «La position de Valls favorise tous les dérapages racistes, même s’il s’en défend, regrette Laurent El Ghozi. Un article comme celui-ci va redonner à tout le monde le sentiment que les Roms doivent partir.» Jean-François Corty s’inquiète de la «mise en danger» des Roms, des personnes «en situation d’hyper-précarité». «Les destructions répétées des campements, sans alternative de relogement, cassent le travail des associations, explique-t-il. Les réseaux de solidarité s’amenuisent. Cette gestion au coup par coup, où chaque commune se refile la patate chaude, ne fait que repousser les problèmes.» Contact Center Unar | Ad uso interno 47 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Roms : Manuel Valls affiche sa fermeté Le ministre de l'Intérieur, qui lance un cri d'alarme, entend intensifier les démantèlements de camps illicites. «La situation, devenue intolérable, ne peut perdurer: il faut faire respecter la loi en démantelant le maximum de camps de Roms insalubres…» Dans un entretien accordé jeudi au Figaro, Manuel Valls tire la sonnette d'alarme et affiche une fermeté qu'il veut sans faille face à un fléau d'une ampleur insoupçonnée. Le dernier état des lieux est, il est vrai, assez édifiant. «Aujourd'hui, nous estimons qu'environ 20.000 hommes, femmes et enfants, originaires de Roumanie et de Bulgarie pour la plupart, occupent en toute illégalité plus de 400 campements dans notre pays, dont les deux tiers sont en Ile-de-France, précise le ministre de l'Intérieur. Implantés en bordure de quartiers populaires déjà percutés par la crise, ils sont à l'origine de problèmes de cohabitation qui prennent des formes parfois inquiétantes comme en témoignent les incendies constatés la semaine dernière à Aubervilliers et Sarcelles.» Affirmant avoir été «alerté et questionné par de nombreux maires de toutes sensibilités», l'hôte de la Place Beauvau entend donc enrayer la spirale. Selon nos informations, il vient notamment de donner des instructions très précises aux policiers et aux gendarmes afin d'investir ces bidonvilles à ciel ouvert afin d'y multiplier les contrôles d'identité. Plusieurs camps, où des dizaines d'occupants se mettaient en danger en vivant sur le bord d'axes routiers, ont encore été évacués la semaine dernière à Saint-Denis et Bondy (Seine-Saint-Denis), ainsi qu'à Vigneux-sur-Seine (Essonne). Et des vols sont régulièrement organisés à destination de Bucarest ou de Sofia. L'année dernière, la France a été le théâtre de pas moins de 36.822 éloignements d'étrangers en situation irrégulière, dont 12.800 Roumains et Bulgares. Et Manuel Valls de marteler: «Je partage les propos du premier ministre roumain quand ce dernier dit “Les Roms ont vocation à rester en Roumanie, à y retourner”.» Scolarisation accrue Le ministre de l'Intérieur se félicite par ailleurs d'avoir coupé l'aide au retour de 300 euros proposée aux adultes roms et de 100 euros pour les enfants. «C'était un système pervers, dénoncé tant par les autorités roumaines que les ONG, qui organisait, favorisait, voire institutionnalisait un vaste circuit d'immigration clandestine, note l'hôte de la Place Beauvau. Les candidats à l'exil débarquaient en France avec la certitude de faire un voyage lucratif. Ils repartaient vers leur pays avec l'argent de l'aide en poche avant de revenir grâce des prête-noms, en compagnie d'enfants ou encore de faux parents. La France est devenue l'aimant d'un trafic dont les organisateurs tirent les ficelles depuis l'étranger.» Contact Center Unar | Ad uso interno 48 Rassegna Stampa 11-15 /03/2013 Concédant être confronté à une «situation difficile et extrêmement complexe», Manuel Valls tente de trouver des nouvelles «logiques d'accompagnement» pour intégrer une partie de cette population précaire. S'il considère avec un «certain intérêt» l'expérimentation de «villages d'insertion», comme à Tourcoing (Nord) ou Montreuil-sous-Bois, il a déjà mesuré les limites de ces réponses ne concernant qu'un nombre très limité de familles volontaires. «Cela ne peut concerner qu'une minorité car, hélas, les occupants de campements ne souhaitent pas s'intégrer dans notre pays pour des raisons culturelles ou parce qu'ils sont entre les mains de réseaux versés dans la mendicité ou la prostitution, observe le ministre. Les préfets, de leur côté, sont soumis à une contradiction car ils doivent à la fois démanteler les campements et répondre à la demande de mener un diagnostic social visant à trouver des mesures alternatives…» Face à ce casse-tête et un tissu associatif très pugnace, Manuel Valls explore de nouvelles voies. Comme, par exemple, la scolarisation accrue des enfants roms ainsi que «l'ouverture du droit au séjour et au travail pour les personnes employables et qui souhaitent s'intégrer». Le premier flic de France a conscience que la solution à l'épineuse question des Roms, si elle existe, ne peut se résumer au seul usage de la force. (Fonte da Le Figaro) Contact Center Unar | Ad uso interno 49