- Centro Muni Gyana
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‘Alla scoperta del buddhismo’ è un programma di studio, articolato in quattordici moduli, finalizzato a favorire l’incontro con la profonda filosofia buddhista mahayana. Concepito dal settore educativo FPMT, l’Education Department, è stato progettato come strumento volto ad apportare un cambiamento concreto nella vita dell’individuo piuttosto che come studio accademico. Ciascuna dispensa raccoglie i materiali di studio indicati dall’Education Department, all’occorrenza integrati nell’ambito dei relativi corsi organizzati dai Centri FPMT. Per i loro contenuti, questi testi risultano utili sia a coloro che si avvicinano per la prima volta al buddhismo sia a quanti hanno già sviluppato una base di conoscenza. Provengono dalla straordinaria saggezza, apertura e larghezza di vedute di Sua Santità il Dalai Lama, di Lama Yeshe e di Lama Zopa Rinpoce. Contengono anche insegnamenti di altri maestri nonché materiale didattico dell’ILTK predisposto dallo staff del Masters Program e del Basic Program. MORTE RINASCITA SOMMARIO DEGLI ARGOMENTI Morte, stadio intermedio e rinascita di Sua Santità il Dalai Lama pag. 1 Ricordare la morte di Lama Zopa Rinpoce pag. 5 Dissoluzione di Lama Thubten Yeshe pag. 7 Reincarnazione di Ghesce Rabten pag. 11 Vita, morte e stato dopo la morte di Lama Thubten Yeshe pag. 13 Migrazione della coscienza nel tempo della morte di Lama Thubten Yeshe pag. 43 Impermanenza e morte di Lama Zopa Rinpoce pag. 71 La morte e il percorso di Ghesce Ngawang Dhargye pag. 113 APPENDICI Come prendersi cura dei testi di Dharma pag. 133 MORTE E RINASCITA MORTE, STATO INTER MEDIO E RINASCITA Sua Santità il quattordicesimo Dalai Lama Morte Attraverso le afflizioni di attaccamento, odio e ignoranza, si compiono azioni contaminate (karma) che determinano delle potenzialità nella mente sotto forma di predisposizioni. Quando l’esistenza si esaurisce, la persona con tali predisposizioni rinasce nell’esistenza ciclica con mente e corpo appropriati a queste cause contaminate. Alcuni individui muoiono per l’esaurirsi, in modo completo, dello stimolo dell’azione che in un’altra vita aveva posto la base per l’attuale. Altri muoiono senza aver interamente utilizzato il tempo disponibile per la scomparsa delle cause che sostengono la vita come la penuria di generi di prima necessità. Questa è definita morte prematura o morte tramite l’esaurirsi del merito poiché l’impulso dell’azione, che ha determinato la vita presente, permane mentre le circostanze esterne, ottenute tramite azioni meritevoli nelle vite precedenti, vengono a mancare. Un individuo muore con una mente virtuosa, non-virtuosa o neutrale. Nel primo caso il morente dovrebbe rivolgere il pensiero verso l’oggetto prezioso: i tre Gioielli (Buddha, Dharma e Comunità spirituale) o verso il proprio maestro, generando una mente di fede; oppure dovrebbe incrementare equanimità illimitata, liberandosi dall’attaccamento e dall’odio verso tutti gli esseri senzienti oppure dovrebbe meditare sulla vacuità o sviluppare compassione. Questo può essere fatto individualmente oppure tramite la sollecitazione di altri. Se viene mantenuto questo comportamento nel momento della morte, la cessazione avverrà con una mente virtuosa tramite la quale ci sarà una rinascita migliore. È, quindi, positivo morire in questo modo. A volte, tuttavia, l’apprensione di altre persone presenti, benché non abbiano alcuna intenzione di suscitare collera, disturbi il morente, provocando in tal modo irritazione. Altre volte amici e parenti si raccolgono intorno al capezzale, rattristandosi in modo tale da far sorgere un attaccamento manifesto. Benché sia attaccamento o collera, familiarizzare e morire con questa attitudine deplorevole, è molto pericoloso. Altri muoiono mantenendo un atteggiamento neutrale: essi non visualizzano né un oggetto virtuoso né dimostrano attaccamento o collera. Queste tre comportamenti – virtuoso, non-virtuoso e neutrale – si manifestano nella fase della mente sottile della morte. In accordo al metodo dei Sutra, questa mente sottile finale è sempre neutrale; a differenza dello Yoga Tantra supremo, i Sutra non descrivono nessuna 1 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO tecnica per la trasformazione delle menti sottili in stati virtuosi, ma si limitano solo alle coscienze grossolane. Un praticante qualificato di tantra può, quindi, trasformare le menti sottili, collegate alla morte, nella consapevolezza di un sentiero virtuoso: la pratica, a questo livello, è molto profonda. In ogni caso l’attitudine immediatamente prima della morte è molto importante perché, anche se il praticante è discretamente esperto ma viene disturbato in quel momento, sorgerà un attaccamento evidente o una profonda avversione. Questo perché tutti noi abbiamo predisposizioni stabilite da precedenti azioni non-virtuose che si attivano in circostanze sfavorevoli. Queste inclinazioni causano la spinta verso esistenze animali. In modo simile abbiamo predisposizioni stabilite da precedenti azioni virtuose che si attivano in circostanze favorevoli, potenziando la spinta verso esistenze future felici come esseri umani. Tali potenzialità, già presenti nel nostro continuum mentale, vengono alimentate dall’attaccamento e dall’afferrarsi, determinando una rinascita positiva o negativa. Così se l’impronta lasciata da un karma negativo viene sollecitata, darà come risultato un’esistenza nel regno animale, come spirito famelico o come essere infernale. Nello stesso modo la persona che ha abitualmente mantenuto un comportamento non-virtuoso, ma muore con attitudine virtuosa, avrà una rinascita presumibilmente migliore. Pertanto è molto importante evitare situazioni di attaccamento o avversione sia da parte della persona che sta morendo sia da parte di coloro che le sono vicino, favorendo, invece, stati mentali virtuosi. Dobbiamo essere consapevoli di questo. Coloro i quali muoiono con un’attitudine positiva hanno la sensazione di passare dall’oscurità alla luce; non sono ansiosi e sono accompagnati da visioni piacevoli. Ci sono molti esempi di persone gravemente malate che all’avvicinarsi del tempo della morte, affermano di provare un profondo benessere nonostante l’infermità. Altri, invece, affetti da malattie meno gravi, precipitano nel terrore con serie difficoltà respiratorie. Questi ultimi sono assorti in pensieri negativi e hanno la sensazione di passare dalla luce all’oscurità e intravedono forme, apparenze sgradevoli. Alcuni, la cui temperatura corporea scende a causa dell’infermità, desiderano intensamente calore, rafforzando, in tal modo, la predisposizione a una rinascita nell’inferno caldo; passano, poi, a una rinascita in luoghi di calura estrema. Altri si aggrappano alla sensazione di freschezza, anelando, ad esempio, un sorso d’acqua, aumentando, così, la predisposizione a rinascere come essere nell’inferno freddo: creano,quindi, la connessione per tale rinascita. Pertanto è molto importante evitare pensieri di attaccamento nel momento di morte e indirizzare la mente verso oggetti di beneficio. Nella vita di tutti i giorni le attitudini di attaccamento, odio, gelosia, ecc., a cui tutti noi siamo molto abituati, diventano evidenti alla minima provocazione; mentre gli atteggiamenti con i quali abbiamo meno 2 MORTE E RINASCITA familiarità, hanno bisogno di un intervento rilevante, come il raziocinio, per essere evidenti. Nello stesso modo durante il tempo della morte i comportamenti con cui abbiamo dimestichezza da tempo, hanno, di norma, la precedenza e dirigono la rinascita. Per la stessa ragione si sviluppa un forte attaccamento al sé per il timore che stia diventando non – esistente. Tale attaccamento serve da anello di congiunzione tra le vite e lo stato intermedio (bardo); la predilezione verso un corpo agisce, a sua volta, come causa determinante per la fisionomia dell’essere intermedio. Per coloro che sono fortemente coinvolti in azioni non- virtuose, il calore corporeo diminuisce dapprima nella parte superiore del corpo e poi dalle altre; per coloro, invece, profondamente abituati ad azioni virtuose, il calore comincia a diminuire nell’estremità inferiori. In entrambi i casi il calore si raccoglie infine al cuore, dal quale esce la coscienza. Le particelle di materia, costituite da liquido seminale e sangue, in cui inizialmente la coscienza era entrata nel ventre materno all’inizio della vita, si sono depositate ora al centro del cuore e da questo punto preciso la coscienza si avvia, in conclusione, verso il trapasso. Stato intermedio Immediatamente dopo ha inizio lo stato intermedio – ad eccezione di coloro che rinascono nei reami senza forma dello spazio infinito, coscienza illimitata, stato di non-esistenza o vetta dell’esistenza ciclica, per i quali la nuova vita inizia immediatamente dopo la morte. Chi è nato nei reami del desiderio e della forma deve passare attraverso lo stato intermedio ove assume la fisionomia della persona in cui rinascerà. L’essere di stato intermedio possiede tutti i cinque sensi ma anche la chiaroveggenza, la mancanza di contatto ostruttivo e la capacità di arrivare immediatamente ovunque desideri; vede gli altri esseri dello stato intermedio a lui o a lei simili – esseri infernali, spiriti famelici, animali, umani, semidei o dei - e può essere visto da esseri umani dotati di chiaroveggenza. Se non viene trovato un luogo adatto alle proprie predisposizioni, dopo sette giorni sopraggiunge una debole morte, quasi insignificante: si rinasce in un altro stato intermedio. Ciò può avvenire non più di sei volte con il risultato che il periodo più lungo trascorso nello stato intermedio è di quarantanove giorni. Rinascita Questo lasso di tempo determinato rivela che quegli esseri che, a un anno dalla morte, non hanno trovato nessun luogo per rinascere, non sono nello stato intermedio ma sono spiriti. Se la rinascita è umana, si vedono la propria futura madre e il proprio futuro padre in copulazione. Se la rinascita è maschile, tale vista provocherà attaccamento per la madre e odio per il padre – viceversa se la rinascita è femminile. Con bramoso desiderio l’essere si precipita 3 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO ove avviene il coito, l’accoppiamento, ma, ivi giunto, vede solo l’organo sessuale del patner desiderato. Ciò provoca collera e la cessazione dello stato intermedio: si crea il legame con la nuova esistenza. Si entra,così, nel grembo materno: la vita umana ha inizio. Quando il seme paterno e il sangue materno si congiungono a questa coscienza, le componenti di un essere umano si sviluppano in modo graduale e progressivo. Si è bramosamente attirati dal proprio luogo di nascita, anche se sarà un inferno. Ad esempio un macellaio potrebbe scorgere in lontananza alcune pecore come in un sogno; se si affrettasse verso quel punto con il fine di ucciderle, la visione svanirebbe provocando la sua collera: in quell’istante il suo stato intermedio avrebbe termine e una nuova vita infernale avrebbe inizio. Come affermato in precedenza, coloro i quali rinascono negli inferni caldi sono attratti dal calore; negli inferni freddi dal fresco: lo stato intermedio di chi avrà una migrazione negativa è orribile. In conclusione ci si affretta verso il luogo della rinascita e, quando il desiderio non si realizza, interviene la collera: in quel momento finisce lo stato intermedio e la nuova vita ha inizio. Il legame alla vita è, perciò, indotto da attaccamento, odio e ignoranza. Fino a che queste afflizioni non vengono annientate, rimaniamo incatenati, senza libertà alcuna. Ci sono,indubbiamente , rinascite positive e negative ma, fino a che permangono le catene, dobbiamo sostenere il fardello degli aggregati fisici e mentali, che sono conseguenti ad azioni contaminate e afflizioni. Tutto ciò non avviene una sola volta, ma di continuo, senza tregua. Attaccamento, odio e confusione devono essere sconfitti per superare le sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte. La loro causa (radice) è l’ignoranza – la convinzione di un’esistenza intrinseca della persona e dei fenomeni. Le cure mediche alleviano l’aspetto esteriore e superficiale della sofferenza ma non il problema principale: le pratiche interiori, come l’utilizzo di antidoti specifici contro odio e attaccamento, hanno maggiore efficacia ma con risultati temporanei, provvisori. Tuttavia l’ignoranza si può demolire – la loro radice – e allora tutto ciò ha fine in modo spontaneo. Con l’eliminazione dell’ignoranza anche le azioni contaminate, che dipendono da essa, verranno a cessare. Senza l’ignoranza, inoltre, l’attaccamento e le predisposizioni create da azioni precedenti, avranno termine e, di conseguenza, anche il ciclo della rinascita incontrollata avrà una fine. Pubblicato come prefazione a “Death, Intermediate State and Rebirth” di Lati Rinpoche e Jeffrey Hopkins. Riprodotto su autorizzazione di Snow Lion Pubblications, Ithaca, New York.Colophon: stampato qui per “Discovering Buddhism” su autorizzazione di Snow Lion Pubblications. 4 MORTE E RINASCITA RICORDARE LA MORTE Lama Zopa Rinpoce Questo insegnamento è stato pubblicato da MANDALA, marzo-aprile 1997, notiziario della FPMT. Non è gran cosa riflettere solamente su morte e impermanenza, ma riveste un’importanza vitale pensare a ciò che avviene dopo la morte. Se il karma è negativo, allora ci sono i reami inferiori con sofferenze inimmaginabili: tutto questo può essere impedito immediatamente. Non possiamo liberarci del samsara entro un’ora, oggi, questa settimana o quest’anno, ma possiamo purificare il karma negativo adesso, oggi stesso e, fermare, quindi, le rinascite nei reami inferiori se la morte sopraggiungesse adesso, tra un’ora, oggi stesso. Questo è possibile. Ricordando morte, impermanenza, karma e reami inferiori di sofferenza, la mente è indotta ad adottare la soluzione della pratica del Dharma. La mente si prepara immediatamente alla morte: senza esitazione purifica il karma negativo opprimente che causa il permanere nei reami inferiori ove le sofferenze sono inconcepibili e non vi è alcuna possibilità di praticare il Dharma. Ogniqualvolta si presentano problemi nella nostra vita, è sempre bene ricordare i reami inferiori di sofferenza. Non sopportiamo le problematiche del momento ma, nei reami inferiori, le sofferenze saranno bilioni, bilioni di volte peggiori, enormi quanto il cielo. Se raccogliessimo tutta l’energia del fuoco, non importa quanto rovente sia, diventerebbe fredda se paragonata a una sola piccola favilla dell’inferno. Tutto il calore prodotto dal fuoco di questo mondo umano è freddo se equiparato a una piccola fiamma del reame infernale. È bene fare il confronto. Gli esseri che possiedono un corpo umano e che non hanno incontrato il Dharma vivono un’allucinazione, conducono un’esistenza di visioni errate con un mucchio di opinioni sbagliate. Nonostante siano benestanti, benché abbiano molte amicizie e sembrino godersi la vita, essi non si rendono conto di cosa stia accadendo: non sono consapevoli della loro stessa vita. Non si rendono conto della forza delle loro allucinazioni, cumuli di concezioni errate che li costringono a porre le cause per il samsara e per i reami inferiori. Essi non hanno la possibilità di piantare i semi per essere liberi dal samsara, per tagliare la radice dell’ignoranza samsarica, perché non vi è comprensione della vacuità: nessuna occasione per meditare sulla vacuità. Se una persona è generosa, leale e aiuta il prossimo senza alcuna aspettativa, forse è in grado di creare un dharma puro ma è molto difficile che accada. 5 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Normalmente si conduce un’esistenza con attitudine esclusivamente materiale e con grande attaccamento a questa vita. Si fa uso dell’intera esistenza, del prezioso corpo umano e dell’istruzione per creare solamente cause ulteriori per i reami inferiori. Questo accade quotidianamente. Durante l’intera vita le persone si comportano come farfalle notturne attratte dal bagliore di una fiamma, completamente allucinate, ingannate e ignare della fiamma che le distruggerà: la realtà è ben diversa da come appare. Nonostante stiano per bruciarsi, nonostante abbiano ancora la possibilità di volare via, persistono nel farsi attirare dalla fiamma. Accade esattamente lo stesso per il pesce con l’esca: non riconosce l’inganno dell’amo che lo porterà a morte sicura e indicibile sofferenza. Ignaro del pericolo è sempre attratto dall’esca, che nasconde l’amo e il risultato che ne consegue è totalmente diverso da ciò che il pesce si aspetta. Una volta che ha abboccato non ha via più di scampo. L’attitudine mondana di una mente di attaccamento e di insoddisfazione porta allo stesso identico risultato. Una volta sprofondati nella palude delle attività di questa vita, è difficile evitare le innumerevoli e svariate problematiche o le sofferenze emotive della mente e del corpo che hanno la stessa identica radice: la mente insoddisfatta, la brama, l’attaccamento e l’afferrarsi a questa esistenza. Tutto quello che stiamo facendo è rendere il samsara più lungo, creando karma; stiamo dando un contributo alla sofferenza samsarica, rendendola sempre più lunga. Inoltre ci sono le sofferenze dei reami inferiori da cui è difficile evadere. Un metodo simile è usato per la cattura degli elefanti: l’elefantessa è il richiamo mentre il maschio impazzisce dal desiderio, ottenendo il risultato di trovarsi intrappolato in una gabbia; all’inizio si aspettava felicità ma, alla fine, ciò che ha ricevuto in cambio è ben altro, è terrificante. Tutti questi esempi dimostrano come il samsara e le perfezioni samsariche siano un inganno e, quindi, non dobbiamo fidarci. Di conseguenza diventa indispensabile riportare costantemente alla mente la morte e l’impermanenza. La riflessione su morte e impermanenza rende la vita altamente significativa, distruggendo in modo estremamente rapido le illusioni e il seme dell’impronta (del karma). Meditare è facile e si possono, così, annientare le illusioni. Questo spinge al Dharma e a perseverare nel portare a termine la pratica. Colophon: stampato con l’autorizzazione di Lama Yeshe Wisdom Archive 6 MORTE E RINASCITA DISSOLUZIONE Lama Thubten Yeshe Acqua che scorre rapidamente dalla scoscesa parete montana, una energia naturale: c’è la vita ma la potenza della morte è ciò che l’accompagna. Molta gente mi considera pazzo quando parlo della morte. Pensano che io non capisca nulla della vita. “se pensi alla morte e alla sofferenza, ti deprimi” Pensano che io ne sia ossessionato. “morire è atroce. Perché ti soffermi tanto?” È molto buffo, perché sono loro a non capire la vita. Viviamo una danza tra la vita e la morte: un dramma in maschera con un unico attore che cambia ruolo: un’espressione, poi un’altra e un’altra ancora, si muove si trasforma. L’impermanenza è con noi dal primo istante di vita. La decomposizione inizia dall’istante del concepimento. Nel secondo istante di vita, il cambiamento è già in atto mentre il primo si è già dileguato: queste sono impermanenza e morte. “Io esisto” “Io esisto” è un’illusione, è un concetto di permanenza. Ogni tipo di energia è in movimento Cambia, viene e va. Ha origine, poi si sviluppa, invecchia costantemente e muore, muore, muore. Quando vediamo un cadavere non lo visualizziamo mai come il nostro stesso corpo. “Ah, è morto. E’ terribile. Ora me ne vado”. 7 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Non pensiamo mai. “quello sono io”. Abbiamo paura e nessuna comprensione. Quel cadavere orrendo è già in noi. Tutti i fenomeni della sfera sensoriale esistono come le nuvole. Se c’è una confluenza oppure un inizio o un punto di contatto c’è ovviamente il cambiamento, la separazione e la scomparsa. L’uomo e la donna Amici, madri, padri, famiglie Atomi Acqua e fuoco Oggetti. Se c’è un incontro automaticamente seguirà la separazione accompagnata da paura assillante e sofferenza. Ogni evento mondano immaginato, ogni incontro, ogni piacere si dileguerà. E’ naturale. Siamo estremamente insicuri: troviamo un amico e temiamo di perderlo, assaporiamo il piacere ma ci preoccupiamo che finisca, abbiamo paura di perdere la casa, i soldi, gli affetti più cari e di lasciare il nostro corpo. Tutti noi abbiamo il timore del distacco e della perdita. Questa paura è universale ma inutile perché crea solamente confusione: non è una soluzione ma è una distruzione. Di recente un gruppo di persone ha organizzato una spedizione sull’Everest; hanno avuto successo e hanno raggiunto la cima ma, sulla via del ritorno, un uomo è deceduto. Hanno cercato invano di rianimarlo. Perché si sono avventurati in simile impresa? Milarepa ha detto: “ quando la gente ordinaria mi vede, pensa che io sia totalmente folle ma quando sono io ad osservarli, penso siano loro ad essere completamente pazzi”. É molto sciocco decidere di bere coca-cola quando potremmo avere champagne Non è forse vero? 8 MORTE E RINASCITA Le nostre vite materiali sono dedicate ai piaceri temporali. Pensiamo che sia il meglio da fare ma, quando la morte sopraggiunge, ci ritroviamo senza niente e moriamo infelici. Non vi è molta differenza tra il nostro modo di vivere e l’esistenza di un cane ad eccezione delle potenzialità. Il samsara non avrà mai fine perché non ci ricordiamo della morte. “No, non oggi, non oggi”. La vita è solo un respiro che entra e esce se non rientra di nuovo, la vita ha termine: questa è la morte. Fino alla fine pensiamo: “No, non oggi” L’esistenza scorre velocemente: la morte è certa ma non sapremo mai quando avverrà. La vita è come un lampo: appare e poi scompare. C’è qualcosa in noi che ci fa credere che la morte arriverà lentamente – il nostro concetto di permanenza – dimentichiamo la morte. La saggezza – la capacità di memorizzare è l’energia dell’atomo - distrugge l’illusione, ma noi dimentichiamo, non riflettiamo mai. La morte è certa e mai sapremo quando avverrà. Continuiamo ad accumulare dalla nascita; collezioniamo amici, ammassiamo beni: famiglia, amanti, patrimoni, questa e quella persona, questa cosa e quell’altra. Ci aggrappiamo a tutto, abbiamo paura. Niente di tutto questo ci aiuta nella morte ciò che abbiamo accumulato, invece di aiutarci, ci distrugge, perché dimentichiamo la morte. Con estrema certezza la morte arriverà. Il momento non è mai sicuro. 9 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO “Ah, oggi sono vivo. Sto bene. Non oggi”. Perché no? “Tuo padre è morto oggi”. O. K. era giunto il suo momento. Tutti devono morire. Ora che lui se n’è andato, è il mio turno. Hai capito? Devi agire subito, ora. Un esempio: se sono a conoscenza del fatto che tra dieci giorni qualcuno è intenzionato a tagliarmi il naso, nonostante non sappia chi sia e quando lo farà, devo essere prudente; proteggerò il mio naso quanto possibile e non perderò tempo a truccarlo per renderlo più attraente. Possiamo scegliere: la morte è un processo naturale, ma è possibile morire con gioia è “ ritornare a casa”. Colophon: tratto in originale da “Wisdom Energy 2” , Wisdom Pubblication , London.(non in commercio). Ristampato qui con l’autorizzazione di Lama Yeshe Wisdom Archive. 10 MORTE E RINASCITA REINCARNAZIONE Ghesce Rabten Alcune persone hanno predisposizioni negative sin dalla nascita: i frutti del karma. I genitori educano probabilmente i figli nello stesso modo, ma essi crescono in modo diverso a causa del karma. Le vite passate generano inclinazioni innate. Le azioni delle vite passate sono le cause che determinano, ad esempio, il luogo di nascita e il tipo di morte nelle vite future. Si nasce in una località pericolosa o dilaniata da conflitti a causa del proprio karma passato. Se una persona ne uccide un’altra in questa vita, nella prossima la vittima potrà essere l’assassino e viceversa. Ogni nostra azione è un anello di una catena senza inizio, perché il samsara non ha inizio. Può tuttavia avere una fine. Per capire questa catena è importante comprendere la relazione della mente con il corpo. La mente è come un fiume che attraversa differenti territori (i corpi). Un fiume assume svariati appellativi (forme) a seconda dei territori attraversati. La mente procede in questo modo, portando con sé il karma accumulato. Quando un essere muore, il corpo si decompone e la mente continua con un’altra apparenza fisica adattandosi al corpo in cui dimorerà in quella vita. Le persone non separano la mente dal corpo con la convinzione che entrambi discendano dai genitori e che scompaiano insieme dopo la morte. Il corpo si ferma a uno stato di decomposizione dopo il decesso: se corpo e mente fossero uguali, anche la mente dovrebbe trovarsi nella stessa condizione. La mente e il corpo di un essere vivente hanno una relazione simultanea, ma nella morte questo legame diventa sempre più debole. Non appena la mente lascia il corpo, le facoltà e le funzioni corporee svaniscono progressivamente fino a cessare definitivamente. Alcune persone sono convinte che le funzioni mentali dipendano dalla respirazione, ma yogi esperti sono in grado di rimanere in vita e mantenere una concentrazione mentale per anni senza respirare. Dato che mente e corpo sono completamente dissimili, le loro cause devono essere sicuramente differenti. La causa del corpo umano è l’unione di sperma e ovulo dei genitori, motivo per cui i bambini hanno una somiglianza fisica con i loro genitori. Questa causa diretta e materiale non può dare origine alla mente del nascituro: sarebbe possibile a condizione che non vi sia nessuna differenza tra mente e corpo. Ciascuna mente, all’interno del corpo, è la causa di quella seguente. I corpi hanno un inizio, la mente no. Il karma continua con la mente. Nel samsara le menti degli esseri sono sempre oscurate dall’illusione. La pratica del dharma rimuove le illusioni; si può raggiungere un elevato livello spirituale: la stessa mente può essere in più corpi; i lama reincarnati (tulku) sono in grado di assumere svariate sembianze fisiche in modo simultaneo. Quando si realizza lo stato di arhat – un elevato livello spirituale – si è fuori dal samsara. 11 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Colophon: tratto da “Buddhism 101 collected teachings” con l’autorizzazione di Tse Ling Centers. La fonte originaria del testo è sconosciuta. 12 MORTE E RINASCITA 13 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO VITA, MORTE E STATO DOPO LA MORTE Lama Thubten Yeshe Ginevra (Svizzera) – seminario tenuto durante un fine settimana, settembre 1983. Prima dissertazione Questa sera inizierò con una breve introduzione sulla realtà umana: morte e bardo dal punto di vista buddhista. Il Buddhismo sostiene che gli esseri umani possiedono qualità molto elevate e, in special modo, i requisiti dell’intuizione e della capacità mentale. Secondo il punto di vista buddhista, il processo di crescita umano è diverso da quello di un vegetale: ogni essere umano ha una storia estesa, un lungo periodo di evoluzione della coscienza umana individuale. Il Buddhismo afferma che la natura fondamentale della coscienza umana è pura e cristallina e che, inoltre, la coscienza è il nucleo dell’essere umano e non il corpo, il sangue o le ossa. Dovete anche rendervi conto che un’esistenza felice o infelice dipende dall’interpretazione della vostra stessa coscienza: se ritenete che la vostra vita sia triste, essa lo sarà. Tutte le difficoltà sono create dalla mente umana e non da Dio o da Buddha. Dato che siamo capaci di combinare molti guai in vita, dovremmo essere in grado anche di risolverli. Non e’positivo pensare: “ il mio problema è come l’universo, che abbraccia ogni cosa, cielo e spazio; quando sole e luna si disintegreranno, solo allora potrò eliminare il mio problema”. Questo è sbagliato. Noi tutti dovremmo ammettere di essere gli unici garanti nella risoluzione delle difficoltà personali. Siamo responsabili delle nostre azioni di corpo, parola e mente. Non dobbiamo colpevolizzare nessun altro. La gran parte delle problematiche umane sono di natura intellettuale: siamo coinvolti emotivamente dall’intelligenza e dal raziocinio. Esistono, ovviamente, anche i problemi legati all’intuizione ma la radice della maggior parte delle nostre difficoltà esistenziali, disturbi emotivi e stati ansiosi, risiede nell’intelligenza. Tendiamo a concettualizzare di continuo: questo è il nostro grande problema. Alla nascita, quando si è bimbi, non esistono conflitti politici. Non è forse vero? Rifletteteci. Il dubbio politico non affiora nella mente; non esistono difficoltà economiche né problematiche sociali, perché non siamo ancora pronti né abbastanza maturi per il conflitto dell’ego alla concettualizzazione; da bambini non abbiamo contrasti religiosi o razziali a livello mentale; da bambini non esistono intellettualismi. La concettualizzazione inizia con la crescita; si concettualizza di continuo: “Chi è ?” “Chi sono?“Come mi identifico?” “Quale archetipo 14 MORTE E RINASCITA diventa significativo?”. L’ego pretende di avere un’identità a cui aggrapparsi, da afferrare. Non è più possibile essere spontanei, naturali. Per questo motivo diventiamo completamente fittizi, innaturali e, di conseguenza, confusi e insoddisfatti. E’ facile constatare come, in questa era moderna, la gran parte delle difficoltà umane derivino dalla reciprocità delle relazioni conflittuali. Gli uomini hanno problemi con le donne, le donne con gli uomini – tutto ciò non dipende dall’intuito ma dalla concettualizzazione, da giochetti intellettuali. I concetti creano cose: “ Questo è il miglior oggetto da possedere e, se non lo posso avere, meglio il suicidio! Tutte le altre cose non esistono, perché questa è la mia unica realtà”. La difficoltà sta nel fatto che adoperiamo la nostra intelligenza in modo innaturale: non siamo realistici, non abbiamo contatti con la realtà, siamo degli illusi. Quando parliamo di una mela, descriviamo le sue svariate qualità: è saporita, ha un bel colore, eccezionale....ecco perché piace! Le nostre descrizioni sono talmente esagerate da provocare malessere: la mente è malata, perché, sostanzialmente, è fantasia, solo immaginazione. Le nostre proiezioni erronee vengono attribuite alla mela e, perciò, diventiamo tristi e insoddisfatti verso l’oggetto. La ragione per la quale siamo scontenti dell’oggetto “mela” è di esserci relazionati ad essa solamente con la nostra proiezione fantastica: non siamo stati realistici. In accordo alla visione buddhista, siamo in grado di esaminare la nostra stessa mente e di accertare se il nostro pensiero è positivo o negativo, se stiamo facendo delle proiezioni illusorie. Siamo proprio capaci di fare questo. Come ben sapete, “buddha” significa “completamente risvegliato” e ognuno di noi ha il potenziale per il completo risveglio, oltre alla capacità di eliminare ogni pensiero contaminato. La società è competitiva; si traggono molti vantaggi dalla collettività, dalla nostra nazione e ci si approfitta gli uni degli altri. Queste problematiche derivano dalla concettualizzazione, dal non essere spontanei e dall’afferrarsi con: “Io voglio, io desidero”. In tal modo si finisce per essere infelici. Capite? Molte volte diventiamo drastici, tristi, senza nessun controllo. Per sostenere la nostra immagine, costruiamo fantasie spropositate, arrivando al punto di non riuscire più a gestire la situazione: anneghiamo nell’oceano del nostro mondo illusorio. Non ce la facciamo e, in un modo o nell’altro, tutto diventa troppo difficile. Prima che sopraggiunga il disorientamento totale, il mio suggerimento è di provare ad eliminare, poco alla volta, la confusione: in tal modo la situazione migliorerà sempre di più. Dovreste chiedervi se l’estremo concettualizzare sia positivo o negativo. Da un punto di vista buddhista, dovreste ricorrere alla vostra saggezza e discriminazione per analizzare se ne vale veramente la pena, senza farvi dominare dall’intelletto. 15 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Ritengo che le difficoltà, le problematiche sociali del mondo e dell’individuo siano potenziate dall’ego e non siano innate; esse derivano da una concettualizzazione esagerata, perché, come abbiamo constatato, questi problemi non esistono alla nascita, né da fanciulli e neppure nella morte. Il buddhismo tibetano ricorre alla meditazione che permette di vedere molto chiaramente cosa accade a livello convenzionale: ovvero l’apparente conflitto dell’ego. La meditazione fornisce l’accesso: è la chiave. Più voi meditate e maggiori possibilità avrete di andare oltre l’emozione, oltre il conflitto dell’ego; potrete osservare cosa accade nella vostra mente: è simile alla contemplazione di un oggetto dall’esterno. Il buddhismo sostiene che tutti gli esseri umani hanno problemi quotidiani; il conflitto egoistico e gli ostacoli emotivi diventano assillanti. Tutti noi viviamo queste ostilità ma abbiamo anche la capacità – la chiave d’ entrata, l’accesso – per andare al di là di tutto questo e osservare. Tutti noi siamo dotati di questa abilità e nessuno dovrebbe pensare: “Io sono totalmente confuso; la mia natura è la confusione assoluta. Non c’è nessuna speranza di un sollievo liberatorio né di una via che conduca alla libertà”. E’ un’attitudine sbagliata, perché in questo modo si sminuisce la qualità umana. Il buddhismo è umanitario; è una sorta di religione scientifica, interessata ai problemi dell’uomo e alla loro risoluzione – l’enfasi non riguarda Buddha né Dio. Questo è il motivo per cui sono fermamente convinto che valga la pena approfondire la realtà della coscienza con molta attenzione, piuttosto che ignorarla per concentrarsi solo sul corpo. Preoccuparsi esclusivamente del corpo è nocivo e non ha nessun pregio, perché non porta nessuna soddisfazione. La realizzazione è nella coscienza, non nel corpo umano costituito da ossa e sangue. La coscienza dell’uomo è diversa dal corpo fisico e dal cervello. Ora, ciò che voglio dire riguardo la realtà della vita umana, è che siamo in grado di risolvere i nostri problemi, le difficoltà umane. Dovreste avere questa ferma convinzione: “ Il mio problema è il mio bambino a cui devo dare una risposta”. In tal modo comincerete ad avere fiducia in voi stessi. Dovete arrivare alla certezza di possedere la saggezza che risolve il dilemma umano. Ogni essere umano ha saggezza e intelligenza. Non dovete pensare che la natura umana sia completamente ignorante: abbiamo sicuramente saggezza, abbiamo certamente amore, abbiamo veramente compassione. Non dovreste pensare: “ sono una persona assolutamente collerica, sono totalmente dominato dall’odio, non ho amore né saggezza né compassione”. Questo è un atteggiamento decisamente nichilista nei confronti della vostra realtà. Se cominciate a credere in voi stessi, ad avere la fiducia e la conferma della vostra personale saggezza e compassione, allora inizierete a essere più spontanei, più naturali: lasciate che la vostra intuizione si amplifichi. A volte la concettualizzazione esagerata e l’egotismo danneggiano l’intuizione. L’intuito è innato e non è influenzato dalla filosofia né dalla religione né da insegnanti e 16 MORTE E RINASCITA neanche dall’ambiente. L’intuizione esiste e deve essere salvaguardata: non deve essere intrappolata o soffocata. Dovremmo ammettere e riconoscere che noi stessi siamo i creatori di tutti i problemi dell’umanità. Non dovremmo biasimare la società, non dovremmo colpevolizzare gli amici, nostro padre o nostra madre, non dovremmo attribuire colpe a nessuno. Le difficoltà sono una creazione esclusivamente personale. Siamo gli unici artefici dei nostri problemi ma siamo anche gli artefici della nostra liberazione. Durante il tempo della morte, nei vari stadi naturali di morte, tutte le concettualizzazioni – le idee politiche, le nozioni economiche, il concetto di società, il razzismo, il capitalismo, il comunismo – svaniscono in modo naturale nel vuoto. Riflettete: qualsiasi comportamento egoista, ogni proposito formulato per approfittarvi degli altri, come il pensare: “Io sono intelligente”. Mi approfitto degli africani perché sono ignoranti e arretrati. “Ci sono molte cose che loro non sanno, quindi posso trarne vantaggio”, qualsiasi atteggiamento egoista, qualsiasi intenzione di sfruttamento altrui abbiate avuto, si dileguano nel nulla al momento di morte. Questo non avviene solo nella morte ma anche prima di dormire. Non appena vi addormentate i concetti subiscono il medesimo processo di assorbimento che avviene durante la morte naturale. Durante il sonno ogni conflitto dell’ego, ogni problematica si dissolve. Ecco perché è meglio dormire piuttosto che farsi coinvolgere esageratamente dalle concettualizzazioni, dall’emozione, dalla collera o dall’odio: quando dormite siete in una condizione naturale, uno stato di coscienza primaria senza intelletto. Secondo la tradizione buddhista si dovrebbe meditare la mattina perché quando ci svegliamo, tutti i concetti contaminati sono assenti e abbiamo una certa chiarezza mentale. Durante il sonno tutte le energie, che sono state sviluppate e accumulate, si disperdono dileguandosi per un breve periodo di tempo per poi far ritorno al nostro risveglio. Se meditiamo durante la mattinata, saremo imparziali e neutrali piuttosto che estremistici o esagerati: la concentrazione è decisamente maggiore rispetto ad altri momenti in cui siamo distratti, svagati, assenti o assorti in noi stessi. Se non vi ritenete esperti meditatori, se non riuscite a meditare, ma desiderate semplicemente concentrarvi o pensare a qualcosa in modo chiaro e lucido, è consigliabile la mattina. Questo è il mio suggerimento. Nel buddhismo, tuttavia, la meditazione non e’esclusivamente rivolta alla concentrazione univoca sull’oggetto ma anche alla concentrazione analitica con il fine di investigare la realtà. E’ di estrema importanza conoscere come funziona la mente durante il giorno, durante il sonno e nei momenti della morte. E’ molto importante approfondire la conoscenza di queste fasi per non considerare la morte come qualcosa di orribile, come fosse un buco nero in cui veniamo risucchiati e divorati. La morte diventa una certezza con la nascita. Siete convinti che morire sia un grande evento, 17 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO molto più importante del perdere il lavoro, la fidanzata o il fidanzato, la moglie o il marito: è un atteggiamento sbagliato. Siete convinti, inoltre, che morire sia sempre negativo – questa è solo una vostra proiezione. La morte è, in realtà, più attraente di un fiore, perché il fiore non può donare la beatitudine straordinaria e la pace smisurata che l’esperienza di morte è in grado di regalare. E’ un’esperienza certamente migliore dell’avere una moglie o un marito, una fidanzata o un fidanzato, perché loro vi danno molta meno gioia! Non sono in grado di risolvere i vostri problemi primari ma solo qualche momentanea difficoltà emotiva mentre, nel momento della morte, ogni inquietudine, ogni emozione ha fine. Morire in modo naturale è un processo lungo e lento. Quando si muore in modo naturale, ognuno dei quattro elementi si deteriora – viene definito assorbimento – con il lento manifestarsi di allucinazioni interiori e esteriori. Anche i cinque aggregati – forma, sensazione, discriminazione, fattori di composizione e coscienza – degenerano, si affievoliscono e si dissolvono. Avete la convinzione che ammirare la forma sia fantastico, un grande piacere o che provare sensazioni cognitive sia importante, aggrappandovi ad esse il più possibile. Nel buddhismo, invece, c’è il proposito di mantenere un distacco dagli oggetti dei sensi: la rinuncia. La rinuncia è una caratteristica naturale. Perché? Ebbene, alla nascita, da neonati non esistono problemi di attaccamento; tutto l’attaccamento viene a crearsi con l’entrata nella società, ma, prima, in quel periodo particolare, non esistono oggetti dei sensi. Quando siete nel ventre materno, avete già rinunciato a tutto: non possedete nulla, non avete attaccamento, non esiste l’afferrarsi. Nel ventre di vostra madre non avete oggetti sensoriali esterni, nessuna cosa a cui afferrarvi: in quella circostanza voi avete già rinunciato – e’ la rinuncia naturale! Oggi siete proprietari di un’auto... ma non vi basta. Allora decidete di avere due auto... ma non sono sufficienti. Sentite la necessità di possedere anche una barca. Una sola imbarcazione non è sufficiente, quindi avete bisogno di una barca più grande. Capite? E’ così all’infinito. Questa è insoddisfazione. Dovete rendervi conto che siete nati con la rinuncia, siete rinunzianti per natura. Non avevate attaccamento, non avevate molto di cui preoccuparvi, eravate soddisfatti. In seguito vi siete creati molte inquietudini, tante ansie per morire, poi, nuovamente. Per tanto cercate di essere naturali, spontanei. Non pensate che rinuncia e distacco siano contaminazioni della filosofia orientale – solo opinioni orientali. Essere soddisfatti non dipende da oggetti materiali. La soddisfazione è nella semplicità. Non intendo dire che siete malvagi perché provenite da una società economicamente ricca. Non sono geloso e non sto cercando di dirvi che siete cattivi. Tutti noi abbiamo bisogno di semplicità per ottenere la soddisfazione interiore. 18 MORTE E RINASCITA Non sono invidioso delle vostre distrazioni, dei vostri piaceri, del vostro benessere. La domanda è: perché siete insoddisfatti? Trovate sempre qualche motivazione esterna su cui scaricare la colpa – “Non ce n’è abbastanza di questo... né di quello... ”. La verità è che dovete individuare ciò che vi manca interiormente. Quando uso l’aggettivo “distaccato”, intendo dire “accomodante, compiacente, con cui è facile andare d’accordo”. Essere distaccato non significa rinunciare a tutto in modo totale né non mollare mai o essere avari, ma vuol dire allentare la presa, essere più rilassato e controllato invece di essere nervoso, teso o adirato. Secondo la mia opinione il popolo svizzero, ad esempio, potrebbe avere una vita felice – rinunciare non significa necessariamente rifiutare la ricchezza: e’ positivo avere soldi e goderne in modo ragionevole, apprezzando la vita in modo sobrio ed essenziale come fanno le popolazioni del terzo mondo. Al contrario essere concentrati esclusivamente nell’accumulare franchi, vi renderà infelici. Dovreste apprezzare i piaceri e il benessere svizzero, dovreste rispettare il vostro habitat, goderne ed essere soddisfatti. Altrimenti anche se possedeste tutto il denaro dell’intera Svizzera, sareste depressi al posto di essere felici. Secondo la psicologia buddhista è la vostra coscienza che decide quando un oggetto è soddisfacente o meno. La vostra coscienza prende la decisione: “ ciò mi rende felice, è gradevole” ancor prima che voi abbiate individuato l’oggetto e quando lo percepite con i vostri stessi occhi pensate sia attraente. La vostra coscienza decide che “ questo è un ragazzo molto cattivo” e, quando lo vedete, lo considerate, quindi , un ragazzo malvagio. Il buddhismo tibetano educa gli esseri umani alla comprensione del processo di morte, descrivendo cosa accade e come affrontare le difficoltà dell’apparenza, dell’illusione e delle visioni che si manifestano, in modo tale che voi possiate gestirle e non essere confusi. Potrete, allora, riconoscere le illusioni come illusioni, le proiezioni come proiezioni e le credenze erronee come tali. Dopo la rapida diminuzione e scomparsa dei quattro elementi, la coscienza sottile permane: benché la respirazione sia scomparsa, la coscienza sottile esiste. I medici svizzeri ritengono che se voi non respirate, siete morti; in tal modo possono mettervi nella cella frigorifera! Da un punto di vista buddhista, anche se una persona non respira, è tuttavia ancora viva e sta sperimentando le quattro visioni: la visione bianca, la rossa, la nera e la chiara luce. Queste quattro visioni si manifestano dopo la totale cessazione della respirazione: è possibile, quindi, per i meditatori dimorare nello stato di chiara luce per innumerevoli giorni o anche per mesi. Essi rimangono nella chiara luce, uno stato di beatitudine a contatto con la realtà cosmica, universale che non è inquinata. Naturalmente gli occidentali penseranno che si tratti solo di fede buddhista: “questo monaco sta parlando del suo credo personale che 19 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO non ha nulla a che vedere con uomini e donne svizzeri”. Si tratta, invece, di un’esperienza umana anche se non fa parte della vostra pratica. Ho saputo di un signore francese che era morto per poi tornare in vita; non era una persona religiosa; i medici ne avevano constatato la morte, ma dopo circa due ore si è risvegliato e ha trascritto le esperienze avute. Questo è un buon esempio: non aveva nessuna fede religiosa né conosceva il buddhismo, era morto e ha poi messo per iscritto tutte le sue esperienze di morte. La spiegazione buddhista del processo di morte può essere facilmente compresa con la consapevolezza degli stadi del sonno. Penso che oggigiorno esistano strumentazioni scientifiche capaci di verificare la dissoluzione dei concetti emotivi durante gli stadi della morte e del sonno. Anche senza una spiegazione buddhista, sono convinto sia possibile esaminare questi processi e, quindi, collegare gli stadi del sonno con quelli della morte. Ora penso che il tempo a nostra disposizione sia terminato e sono sicuro di avervi confuso, perciò è utile fare qualche domanda a cui io risponderò. Studente: l’essere umano è in grado di sviluppare la conoscenza confrontando le cose – come potremmo capire l’escursione termica se non esistesse una variazione della temperatura? Mi sembra, quindi, necessario avere condizioni negative per apprezzare quelle positive ed è persino probabile che l’imperfezione faccia parte della perfezione della creazione per rendere possibile il cambiamento. Come possiamo eliminare la negatività e mantenere solo la positività? Lama: non ci si deve preoccupare del fatto che se non ci fosse il cattivo non ci sarebbe neanche il buono: è un pensiero deprimente, avvilente. Ritengo che felicità e afflizione siano condizioni interdipendenti. Voi stessi potete verificare sino a che punto siete capaci di eliminare la vostra afflizione per creare felicità. Studente: è possibile che esista conflittualità per chi è cristiano ma che vorrebbe applicare la metodologia buddhista? Lama: nessun problema! L’ostacolo Cristianesimo/Buddhismo è un problema esclusivamente intellettuale. Perché? Vi sono alcune lievi differenze filosofiche tra Buddhismo e Cristianesimo, ma le diverse filosofie sono come l’abbigliamento – gli svizzeri indossano giacca e pantaloni e i tibetani vestono in altro modo ma sono sicuro che apprezzino il burro di yak tanto quanto a me piace il formaggio e il cioccolato svizzero. Ho molti studenti americani, signore anziane che sono di fede cristiana a cui insegno il Buddhismo: come meditare, cos’è la vita – noi tutti affrontiamo l’esistenza ogni giorno e il Buddhismo è tutto questo. Il Buddhismo non è contro Dio e il Cristianesimo non è contrario al Buddha. Molte anziane signore dello stato dell’Indiana, in America, sono ottuagenarie e mi hanno detto: “ il Buddhismo ha contribuito a 20 MORTE E RINASCITA migliorare la nostra comprensione della Bibbia: prima, infatti, non capivamo la Bibbia ma il buddhismo ci ha aiutato a ragionare”. Prendiamo in considerazione, ad esempio, un problema: il Buddhismo afferma che i problemi sono creazioni della mente mentre il Cristianesimo che Dio è il creatore di tutto. Per me non c’è contraddizione. La dottrina cristiana secondo la quale tutto è creato da Dio, è valida e positiva per la mente occidentale poiché l’ego occidentale pensa: “ Io faccio tutto”. In Occidente l’individualismo è molto spiccato. Gli occidentali pensano di essere i protagonisti principali della creazione ma quando si afferma che Dio è il creatore e non loro, essi si tranquillizzano, rallentano, si calmano. Il Buddhismo è altrettanto valido perché sostiene che la mente crea ogni tipo di problema personale – non si può colpevolizzare Buddha! Io concordo pienamente. Ovviamente non sono un grande erudito della Bibbia cristiana ma continuo a studiarla e proseguo con i miei studi buddhisti. Secondo il mio punto di vista, l’essenza del Cristianesimo e del Buddhismo non sono in contraddizione. Facciamo un ulteriore esempio: gli europei, che diventano buddhisti, pensano: “nel Buddhismo c’è la meditazione e mi piace. Il Cristianesimo non ce l’ha”. Questa è un’opinione errata. Capite quello che sto dicendo? Molti buddhisti europei pensano: “ho scoperto il buddhismo, il buddhismo è valido, posso meditare tutti i giorni. Posso meditare sul bardo, non ho alcuna necessità di andare in chiesa, il Cristianesimo non medita”. Essi sono fieri del loro ego perché hanno scoperto il buddhismo. Questo è sbagliato. Essi non hanno capito che il Cristianesimo pratica la meditazione e, quindi, sfortunatamente sono ignoranti, perché non conoscono la loro religione. Studente: perché il neonato piange quando ha fame se non possiede attaccamento? Lama: buona domanda! Il neonato piange perché è affamato; non piange per la perdita della fidanzata o della moglie! Ok? Il neonato non strilla per la cioccolata ... noi piangiamo per la cioccolata. Siete certi che il bambino abbia delle problematiche politiche? E’ infelice perché non percepisce uno stipendio adeguato? Il bambino piange se è disoccupato? Allora è tutto chiaro? Studente: molte persone hanno avuto un’esperienza simile alla morte con l’uso delle droghe. Cosa ne pensa? Lama: penso che sia un buon esempio. Si tratta di una esperienza umana e ritengo che ciò possa aiutare a comprendere che l’essere umano non è costituito solo da un corpo. C’è ben altro, oltre questo corpo: il nucleo, come ho già spiegato prima. Il nucleo dell’essere umano è costituito dalla coscienza umana, la mente umana – non da queste ossa. Tuttavia è nocivo assumere droghe perché provoca la perdita di memoria. Ci sono i pro e i contro. Una volta fatta la vostra esperienza, meglio non ripeterla. Ok? E’ come aver vissuto un’esperienza negativa con una fidanzata – basta! 21 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Studente: ha parlato di quattro elementi e non di cinque. Potrebbe elencarli? Lama: terra, acqua, fuoco e aria. Studente: ha accennato ai cinque aggregati. Quali sono? Lama: d’accordo. Forma, sensazione, discriminazione, composizione e coscienza. fattori di Studente: i tre fattori principali non vengono presi in considerazione? Lama: i tre fattori principali sono: attaccamento/bramosia, odio e ignoranza. Studente: i tre fattori principali sono costitutivi dei quattro elementi? Lama: non facciamo uso di questa terminologia nel gergo buddhista. Studente: pensavo che la coscienza nello stato di sogno fosse grossolana. Lei afferma che l’intelletto scompare nella fase onirica. Vorrei capire meglio. Lama: dapprima ci si addormenta e, in seguito, dopo che i quattro elementi si sono riassorbiti come nel processo di morte, si raggiunge lo stato di chiara luce. Da quel momento si manifesta il corpo di sogno. Il corpo di sogno è come trovarsi in un locale notturno occidentale! Ho fatto questa battuta perché ho sbagliato. La fase del sonno è diversa da quella del sogno. La condizione di sogno o corpo di sogno appare nel sonno quando la mente di sogno è attiva. Al risveglio gli elementi del corpo di sogno si assorbono e si passa dalla fase di sonno allo stato di veglia. Ok? Il sonno e il sogno sono fenomeni diversi. Studente: durante la fase di sogno generiamo karma? Lama: oh, sì. Il Tantra afferma che il processo di morte è simile al sonno e che passare dalla morte al bardo è come entrare nello stato di sogno: l’esperienza è similare. Quando si muore gli elementi del corpo grossolano si assorbono come nel sonno; corpo e concetti grossolani scompaiono e, poi, dalla fase di sonno emerge una specie di chiara luce ove si manifesta il corpo sottile, che è il corpo dello stato di sogno. È abbastanza simile al corpo e alle attività del bardo. Il corpo di sogno è più sottile di questo corpo e la mente di sogno è più sottile della mente di veglia. Pertanto i meditatori buddhisti hanno sperimentato che la fase di sogno è uno stato mentale molto più limpido e incontaminato rispetto alla condizione di veglia. Qualsiasi cosa accada nella vostra mente di sogno, qualunque manifestazione o immagine voi abbiate, tutto è, però, estremamente collegato alla vostra condizione di veglia e, quindi, non viene considerata un’esperienza valida – come se maneggiare un oggetto fosse un evento più realistico nello stato di veglia che in quello di sogno: è la stessa cosa. Seconda dissertazione 22 MORTE E RINASCITA Ogni essere umano ha una mente. La mente si divide in: grossolana, sottile, molto sottile. Possediamo, inoltre, un corpo grossolano, un corpo sottile e uno molto sottile. La coscienza grossolana include le cinque coscienze sensoriali. Ogni giorno utilizziamo la coscienza grossolana. La coscienza sottile può essere denominata ego intuitivo o superstizione dell’intuizione: è una facoltà mentale che non siamo in grado di vedere né comprendere chiaramente. La coscienza grossolana è talmente affaccendata da oscurare la mente sottile. Quando la mente grossolana non è attiva, la coscienza sottile ha l’opportunità di emergere: ecco perché nel buddhismo tantrico tibetano si applica il metodo dell’eliminazione dei concetti grossolani per far posto alla coscienza sottile. Questo e’ specifico del Tantra. Sebbene la mente grossolana conferisca la facoltà dell’apprendimento, non ha nessuna potenzialità o forza, mentre la coscienza sottile ha maggior potere di pervasione, penetrazione e comprensione. La meditazione estirpa la mente grossolana e troppo affaccendata al fine di permettere alla coscienza sottile di entrare in funzione. La meditazione assolve un compito simile al processo di morte. Per questo tipo di meditazione è, ovviamente, necessaria una notevole concentrazione univoca per guidarci verso il processo di morte. Il Buddhismo spiega la realtà universale: la vacuità o sunyata. Eliminare la superficialità della mente grossolana, permette il sorgere dell’esperienza di sunyata. Un individuo che non ha alcuna nozione di sunyata o realtà, ma ha la capacità di comprendere il processo di morte, sarà portato, in una certa misura, all’esperienza di vacuità o sunyata. Quando la mente affaccendata si dissolverà totalmente, la vostra coscienza farà l’esperienza di vacuità immensa nonostante voi non abbiate nessuna idea di sunyata. Farete questa esperienza allorquando, estirpati i concetti grossolani, avrete l’intuizione di spazio: il vuoto. Quando descrivete sunyata: “blah blah blah blah, vuoto, blah blah blah “ sembra tutto molto complicato. La filosofia buddhista può essere molto, molto complessa, estremamente sofisticata. Individui ordinari non sono in grado di capire come è possibile realizzare sunyata. Nagarjuna afferma: “blah blah blah”; Chandrakirti sostiene: “blah blah blah”. Capite? Quando le assorte concettualizzazioni superstiziose vengono sradicate e eliminate con i metodi di un’autentica esperienza terrena, allora sunyata arriverà come il processo di morte. In generale siamo molto distanti dalla realtà: dalla realtà di noi stessi e dalla realtà di ogni cosa. Perché? Perché siamo avvolti da pesanti coperte – una, due, tre coperte di superstizione. La mente grossolana e queste coltri rozze e spesse sono configurate come il monte Meru, come l’Everest: in questo modo non siamo in grado di liberarci da un simile peso massiccio che ci sovrasta. 23 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Nel buddhismo si usa una meditazione metodica per togliere lentamente ogni strato di coperte: questo è ciò di cui ci occuperemo. Ora, per svolgere tale compito, dobbiamo comprendere le caratteristiche della nostra stessa mente. Prima di tutto la mente non è materia né sostanza: è un tipo di energia cosciente - pensiero - che non ha colore né forma. È energia priva di forma e colore, la sua caratteristica naturale è incontaminata e cristallina e riflette i fenomeni interiori. Persino un pensiero estremamente negativo possiede una sua natura, una sua chiarezza con il fine di percepire la realtà o rispecchiare delle proiezioni. La coscienza o mente è simile allo spazio: non è mescolata a torbide contaminazioni. La natura dello spazio è comunque diversa. Ci siamo? Anche nello spazio si verifica contaminazione ma non è della stessa natura. Gli esseri umani hanno tendenze e preconcetti, perché pensano: “ sono un individuo sgradevole, la mia mente è negativa e malvagia”. Sono sempre critici: “blah blah blah la mia mente... il mio corpo è brutto, blah blah blah”. Continuano a criticare se stessi in modo dualistico: secondo il pensiero buddhista è un’opinione errata. La natura caratteristica dello spazio non è la contaminazione, l’essenza che caratterizza la contaminazione non è lo spazio. In modo simile la natura che caratterizza la coscienza non è negativa. Buddha stesso ha proclamato che la buddhità, il tathagata, è all’interno di noi stessi: è essenza pura, incontaminata e cristallina. Persino Maitreya ha spiegato che, mescolando la natura incontaminata con gli escrementi, la qualità peculiare non cambia sebbene l’essenza dello sterco, sia ben diversa dalla purezza. Ci siamo? Mi dispiace che questo monaco tibetano non abbia argomenti piacevoli – parla sempre di circostanze spiacevoli ma è importante. La mente incontaminata e cristallina esiste; la natura pura o coscienza esiste; la sua essenza e chiarezza esistono, ma le concettualizzazioni – le pesanti coperte – contaminano, inquinano, soffocando le nostre facoltà mentali. Ciò nonostante l’essenza è incontaminata e cristallina; la natura della coscienza è incontaminata e cristallina. Prima di tutto - questo è molto importante – dovreste ammettere che la vostra natura, l’essenza della vostra coscienza, non è totalmente negativa. Dovreste riconoscere di avere una caratteristica incontaminata e cristallina, una natura esistente e pura, proprio in questo momento. La coscienza ha due qualità peculiari: relativa e assoluta. La caratteristica relativa non è negativa né superstiziosa. Ad esempio, secondo l’interpretazione cristiana, l’anima umana è pura, priva delle conflittualità dell’ego, senza negatività di brama, attaccamento, odio e gelosia. In modo simile ma relativo, la coscienza umana può procedere dal primo livello fino all’illuminazione, ma il conflitto egoistico non puo’ percorrere questo sentiero. La mente insoddisfatta e emotivamente agitata non procederà mai dal primo al secondo, al terzo... fino al decimo livello (bhumi) e all’illuminazione. L’essenza della coscienza umana, quindi, l’essenza dell’anima umana è in continua ascesa. La superstizione negativa delle coperte non si eleva. 24 MORTE E RINASCITA In ogni momento pensate che l’essenza sia incontaminata e cristallina e allora esse (le coperte) scompaiono, svaniscono, si dileguano. Spero che ora abbiate capito la caratteristica relativa della mente. La qualità peculiare e assoluta della coscienza umana o anima è di non essere duale. La non-dualità della coscienza umana non è emotivamente disturbata: è sempre incontaminata e cristallina. Dovremmo comprendere che il nucleo di ognuno di noi è la coscienza e che non va confusa con la negatività: ha caratteristiche sue proprie, relative e assolute. La coscienza o anima è come l’oceano e la conflittualità dell’ego come le onde. Conflitti e concettualizzazioni sono onde che emergono dalla coscienza, agitandola e scuotendola – woosh, woosh – per poi ritornare in essa e ricominciare. Questa è la ragione per cui ogni coscienza o anima ha una natura incontaminata e cristallina. In seguito la brama di attaccamento, l’odio e l’ignoranza prendono forma come onde sulla superficie dell’oceano. Abbiamo, però, la capacità di non agitare la nostra coscienza; possiamo mantenere la nostra coscienza tranquilla, senza alcun turbamento come l’oceano: questa è la funzione svolta dalla meditazione. Tutta la confusione, l’insoddisfazione, la sofferenza e l’afflizione derivano dalla motivazione della nostra mente. Siete spaventati? Rilassatevi. Pensate di essere nessuno: è la verità. Se pensate di essere qualcuno, sarete ansiosi. Ok? Ok, nessun problema. Tutta la conflittualità umana, la radice dei problemi dell’umanità, è qualcosa di sbagliato all’interno della mente. Vale la pena indagare immediatamente e capire che la natura di ognuno non è totalmente negativa né irrimediabilmente senza speranza. Si dovrebbe avere rispetto della nostra natura, della nostra purezza, della nostra stessa essenza. In seguito potremo cominciare a rispettare gli altri ma se vi considerate una seccatura, egoisti, totalmente negativi e disperati, allora psicologicamente giudicherete anche gli altri nello stesso modo. Ciò è pericoloso. Quando meditate, la vostra percezione sensoriale o coscienza sensoriale non è la persona che medita. A volte la gente pensa che l’unica realtà esistente sia quella sensoriale, perché è abituata ad usare solo i cinque sensi. La mentalità occidentale, per la forza dell’abitudine, considera reali le cose toccate, maneggiate o viste; l’oggetto sensoriale diventa l’unica realtà. La coscienza sensoriale è, infatti, una sciocchezza: non ha la capacità di discriminare tra giusto e sbagliato. Ecco perché dal momento in cui apriamo gli occhi, siamo perennemente distratti, inseguendo concezioni dualistiche. Durante la meditazione questa sciocca e vecchia abitudine delle percezioni sensoriali si attenua in modo naturale. Supponete di essere a casa e di pensare a una pera: “oh, questa bella pera”. Anche prima di recarvi al mercato, la mente ha già visualizzato la pera e ha deciso che è una buona idea comperare la pera. Allora 25 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO quando siete al mercato e vedete la pera, essa diventa molto bella e allettante, perché avevate già idee preconcette. La percezione sensoriale è paragonabile alla popolazione svizzera, la coscienza al governo. Il governo svizzero ha già deciso chi è buono e chi è cattivo nella popolazione. Ecco perché la coscienza ha già idee preconcette. Allora quando la percezione sensoriale coglie un oggetto, sarà piacevole se la mente lo conferma, ma, se la mente lo cataloga come sgradevole, sarà sgradevole. Ecco perché considero insensata la percezione sensoriale: non ha nessuna forza interiore discriminante; distingue solo la realtà grossolana e non intravede per niente la natura nella sua globalità. Assolutamente no. La scienza cerca faticosamente di scoprire la realtà con l’uso di potenti microscopi, ma è inadatta, senza speranza. I buddhisti sanno già che non è possibile ottenere sunyata con simili metodi. Questo pomeriggio mediteremo sulla nostra coscienza. Non dovete spaventarvi all’idea di non sapere cos’è la coscienza: “ questo monaco mi dice che dovrei meditare sulla mia coscienza ma se è l’origine dei miei problemi, come faccio ?”. Ora, ad esempio, siamo all’interno di questa stanza e possiamo scorgere i raggi del sole anche se non vediamo direttamente il sole. Attraverso la percezione dei raggi solari, quindi, il sole esiste veramente. In modo simile, noi sappiamo, attraverso l’esperienza, che pensiero e motivazione sono relazionati alla coscienza. Ora l’osservazione del vostro pensiero, la consapevolezza del pensiero e della vostra motivazione sono sufficienti per meditare sulla vostra coscienza. Quando osservate la mente, quando siete consapevoli dell’osservazione della vostra mente, è ciò che io considero meditare sulla coscienza individuale. Un altro modo di meditare sulla coscienza consiste nel conoscere la metodicità del vostro pensiero. Nel momento in cui chiudete gli occhi, sapete quali pensieri emergono: cercate, quindi, di essere consapevoli della parte fondamentale del vostro pensiero. Non ci si dovrebbe preoccupare di opinioni negative o positive. Capite? Il fondamento, l’essenza di entrambi i pensieri positivi o negativi è incontaminata: la mente riflette i fenomeni. In Occidente il termine “ meditazione” crea molti equivoci. A volte la gente interpreta la meditazione come una costrizione individuale, altri come un allontanamento, un distacco: entrambi sono errori. Se vi allontanate, sarete completamente assenti, distratti; se vi sforzate troppo, diverrete troppo egocentrici. Meditare è molto semplice. Socchiudete gli occhi. Cosa accade? La vostra consapevolezza si espande come una macchina sensibile: un radar. Cercate di percepire qualsiasi segnale o vibrazione. Siete ricettivi, completamente svegli e consapevoli di ciò che succede. Siamo in comunicazione? Questa è la meditazione sulla coscienza. Meditare non significa: “oh, c’è una luce, c’è blah blah blah”. Non stiamo facendo conversazione. Il vostro scopo è meditare. Siete 26 MORTE E RINASCITA consapevoli della realtà circostante – il cielo, gli autocarri che transitano – siete consci di tutto. Tuttavia non dovreste fare conversazione: “questi autocarri trasportano formaggio o vini per il mercato”. Ecco questo non dovreste proprio farlo. Sebbene siate consapevoli, dovreste mantenere il controllo per bloccare la mente impulsiva. Che cosa vi rende impulsivi? Intrattenere una conversazione – “lei è così; lei parla in questo modo; lui dice che; non mi piace, mi piace” – vi obbliga a rispondere. Controllo significa non reagire. Se vi si dice:”sei un tipo sgradevole”, non reagite dicendo: “ mi ha definito sgradevole; il mio ego è stato offeso”. Questo è una reazione; questa è la mente impulsiva, senza controllo ed è anche una mente ossessionata. La mia considerazione è che una mente ossessiva ha due oggetti: un oggetto di attrazione e un oggetto di repulsione. Ossessionata significa non poter smettere di pensare all’oggetto. Capite cosa intendo dire? Ossessionato significa non essere libero o sereno ma continuare a pensare senza sosta: “Questo, questo, questo, questo”. E’ossessione. La mente di odio, di gelosia, di brama di attaccamento è, quindi, troppo ossessiva e disturbata. Ecco perché la meditazione vi abitua a non reagire quando compare l’oggetto della vostra ossessione. Qual è il beneficio di indirizzare la consapevolezza verso la propria coscienza al posto di spostarla su questo fiore, sulla fidanzata o sul fidanzato? Il beneficio è dato dall’energia che si crea quando siete consapevoli della vostra coscienza e non si tratta di un concetto specifico di esistenza autonoma così come questo fiore o la vostra fidanzata o fidanzato. La bellezza di osservare o di essere consapevoli della vostra coscienza individuale abbatte le concettualizzazioni; vi porta a rimuovere in modo diretto le pesanti coperte delle idee superstiziose per provare l’esperienza di grande vacuità. Avete bisogno di conoscere la mente per risolvere i vostri problemi e per eliminare i concetti. Allora vi sentirete esperti, abili e incoraggiati a pensare: “Posso fare qualsiasi cosa. Posso risolvere i miei problemi se lo voglio”. Nel Buddhismo questo è il sentiero che conduce alla liberazione. Solitamente siete molto intellettuali; giudicate sempre “buono/cattivo, positivo/negativo, piacevole/sgradevole” sempre, in continuazione ma, quando meditate, smettete di ripetere “bene/male, positivo/negativo”, interrompendo, così, il flusso mentale “bene/male”, che è dualistico. La mente è divisa – bello/brutto, pregevole/spregevole, giusto/sbagliato – basta! Siate semplicemente consapevoli, siate coscienti, proprio come il sole e la luna che non pensano: “io scaldo il popolo svizzero” oppure “regalo molta luce agli svizzeri: sono irriconoscenti!”. Sole e luna non giudicano. Siate come il sole e la luna: è molto importante. Buddha Maitreya ha detto che i libri, i testi, le bibbie e così via hanno la funzione di ponte, di collegamento. Per oltrepassare un fiume avete bisogno di un ponte che sia sicuro e funzionale e, dopo averlo attraversato, potete esclamare: “arrivederci ponte”. Quando il ponte è stato superato, è insensato pensare: “questo ponte è utile” oppure “questa bibbia è piacevole”. Ciò dimostra solo che avete attaccamento. 27 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Ora, distinguere in modo intelligente il bene dal male ha una grande importanza ma evidenziare costantemente il positivo dal negativo o il bello dal brutto non ha molto valore. Ad un certo punto dovete andare oltre, al di là di tutto questo, ma avete, comunque, bisogno della saggezza discriminante. Come è possibile che la consapevolezza della coscienza individuale conduca all’esperienza non-duale? Potreste ribattere che esistono sempre due fiori, un sole e una luna e molte persone. Allora come è possibile sperimentare la non-dualità quando la dualità è sempre presente? La dualità è un livello convenzionale della realtà. Quando si sperimenta la non-dualità, non significa essere nichilisti ma, piuttosto, avere una visuale ampia della realtà ove il convenzionale non provoca più sensazioni né vibrazioni mentali. Ecco perché non dovreste parlare quando cercate di sperimentare la non-dualità. Quando meditate non dovreste discutere con voi stessi: “Come posso essere capace di fare questo? I due fiori esistono, come posso affermare che la dualità è inesistente?”. Dovreste immediatamente bloccare questo dibattito, questa dissertazione. State cercando di fare un’esperienza, non state annientando l’immagine del fiore. Avete capito? State tentando di sviluppare quella saggezza che comprendere la globalità del fiore. Dal punto di vista buddhista, raggiunta la concentrazione univoca di non-dualità del fiore, in quel preciso momento esperienziale il fiore scompare; il fiore convenzionale svanisce con la pratica. Siamo in comunicazione oppure no? Così quando sperimentate la non-dualità di voi stessi, in quell’istante esperienziale non ci sono più concettualizzazioni esasperate di voi stessi nella mente – tutto scompare. Non c’è sentimentalismo: “sono attraente oppure orrenda?”. Avete capito cosa intendo? Simili argomenti di paragone svaniscono e quel momento esperienziale non e’un affare di cosmetica. La preoccupazione, quindi, di apparire attraenti, senza rughe è inutile. Quando siete meno ansiosi, avete meno rughe! Stiamo, quindi, parlando di un livello esperienziale della coscienza e non dovreste avere timori: “ sto scomparendo, ogni cosa svanisce, forse diventerò nichilista”. Non dovete preoccuparvi di questo. Ok? Eliminate completamente le idee scorrette, le sfere egoiste. Durante la meditazione mantenete una profonda consapevolezza della vostra coscienza individuale. Non giudicate nemmeno la coscienza come positiva o negativa – siate e basta: lasciate andare. Avete capito? “lasciar andare” non significa allontanarsi, perdersi, ma semplicemente mollare mantenendo un’intensa consapevolezza. La consapevolezza profonda è simile al sole che illumina, perché irradia la coscienza – e poi lasciate andare, mollate. Siate e basta. Questo e’ sufficiente. Quando socchiudete gli occhi rilassatevi, siate consapevoli. A volte appaiono immagini di svariati colori: lasciate che vadano e vengano. Non 28 MORTE E RINASCITA pensate al colore bianco, non fate conversazione – semplicemente siate. In altre parole siate consapevoli del continuum mentale, di qualsiasi cosa la coscienza stia sperimentando in quel momento. Suppongo che il tempo sia scaduto, giusto? Chi controlla la durata del mio tempo? Mi trovo in Svizzera e, come voi sapete, devo rispettare il mio programma degli impegni! Ora, vorrei che voi faceste un’esperienza durante questo fine settimana: togliere la coperta della vostra superstizione. In questo modo il corso diventa utile. Avete capito? Questo è il mio stato d’animo ed è un mio umano diritto farvi capire. Non siete obbligati a credere ogni cosa che vi dico. Non vi è nessun obbligo o necessità di credere in ciò che affermo. Cercate semplicemente di fare l’esperienza. Questo monaco vi chiede: avete provato qualcosa oppure niente? Questo è tutto. Senza pratica meditativa non potete essere liberi e il Buddhismo non vi sarà d’aiuto. Allora è molto semplice. Non dovete diventare grandi meditatori; semplicemente rilassatevi e siate coscienti. Non giudicate positive o negative le vostre percezioni sensoriali; siate solo consapevoli della vostra coscienza senza alcuna interpretazione. Siate e basta. Anche se emerge un pensiero sgradevole, non preoccupatevi, non respingetelo. L’essenza di un pensiero negativo è, comunque, una coscienza incontaminata e cristallina. Non intrattenetevi né dialogate con l’oggetto: questo è il peggior nemico della meditazione. Dovreste essere consapevoli della vostra coscienza. Quando sorge un pensiero all’improvviso, non respingetelo pensando: “oh, è spiacevole, oh no” – non dovreste esserne turbati. Osservate il fondamento di tale pensiero dentro di voi; mantenete un’attenzione personale. Non instaurate un dialogo con voi stessi: “ questo giallo è piacevole, è magnifico, è semplicemente fantastico”. Non fate discorsi oggettivi. Bloccate la normale conversazione e siate consapevoli del pensiero specifico, siatene consci. Il pensiero vi riporterà nuovamente alla nondualità: vi condurrà oltre la distrazione. Ora penso che il tempo sia terminato. La motivazione è la prima cosa da prendere in considerazione, quando state per iniziare la meditazione. Se pensate che le “banane” siano il vostro stimolo, allora cercate di mantenere una respirazione regolare. In seguito osservate semplicemente con la consapevolezza del vostro pensiero. Bene, penso sia sufficiente. Forse non c’è bisogno di una ulteriore spiegazione. Voi ci proverete, non è forse vero? Vi ringrazio infinitamente. Ci rivedremo nel pomeriggio. Terza dissertazione Durante la nostra esistenza abbiamo accumulato esperienze talmente allucinanti da provocare reazioni ancor più confuse durante il tempo di morte. I quattro elementi iniziano a riassorbirsi internamente con l’invecchiamento, creando un dinamismo squilibrato. Gli organi sensoriali si deteriorano con la vecchiaia: i quattro elementi 29 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO cominciano a riassorbirsi. Si hanno complicazioni visive, la vista si sdoppia e gli organi dei sensi provocano degli squilibri. Quando si dice che l’elemento terra si è abbassato o è diminuito, potrebbe sembrarvi una affermazione priva di significato, ma in realtà l’elemento terra – il corpo – si sta deteriorato. Nelle persone anziane gli organi dei sensi si affievoliscono, perdono la capacità di mettere a fuoco con lucidità o di funzionare in modo appropriato. L’elemento terra comincia la fase di deterioramento già alla vostra età! Gli organi sensoriali si alterano e i cinque aggregati si indeboliscono, creando squilibrio e visioni allucinate. Anche il senso del piacere diminuisce, togliendo godimento. Quando ci si ammala gravemente, il cibo, la forma, i colori non arrecano più alcun piacere. Non si hanno più gratificazioni dagli oggetti sensoriali, nessun piacere da un fiore. Il fiore è lì ma voi non ne traete alcun godimento. Forse quel fiore vi provoca collera! “questo fiore rosso mi irrita, per favore portatelo via”. Alcuni malati reagiscono proprio in questo modo causa complicazioni interne. La dissoluzione dei quattro elementi provoca processi interiori, come il miraggio, il fumo e il fuoco. Sono esperienze interiori perché non c’è nessun incendio all’esterno. Pertanto alcune persone sofferenti rifiutano l’acqua oppure intravedono delle fiamme. La confusione è interna: sorge l’esperienza interiore di un fuoco divampante che trapassa. Queste sono allucinazioni intime. Acqua e fuoco vengono percepiti come presenze reali, quindi l’esperienza di coscienza si tramuta in confusione. Potrete intravedere la purezza e la trasparenza, immaginando tutto questo. Generalmente il vostro ego si afferra agli oggetti, ma, durante il processo di disintegrazione degli elementi, tali oggetti esterni scompaiono. Avrete esclusivamente immagini confuse e allucinate. State perdendo il vostro oggetto di attaccamento e ne siete spaventati. Allo stesso tempo perdete anche l’identità dell’ego. Durante l’assorbimento dei quattro elementi con le visioni corrispondenti, ricordate che anche le cinque facoltà sensoriali si stanno affievolendo. Le opinioni da voi sostenute per un’intera vita cominciano a vacillare; state perdendo la vostra identità e ne siete spaventati, anzi terrorizzati. Generalmente ci si identifica nel proprio compagno, perché arreca sicurezza. Quando ogni cosa si deteriora internamente ed esteriormente, sorge il timore di perdere l’abituale sicurezza. Attraverso la pratica meditativa, educate voi stessi a riconoscere le condizioni che vi provocheranno le allucinazioni nei momenti dell’esperienza di morte. Avrete una migliore comprensione di sunyata quando realizzerete che le visioni di allucinazione non sono esistenti di per sé, che non hanno un’esistenza intrinseca; fate in modo di non identificarvi con l’oggetto di allucinazione. Non dovete avere la convinzione che l’io esiste autonomamente. Proviamo ad usare una terminologia erudita: non esiste l’io dualistico. Giusto? Cerco di spronarvi: non c’è un io indipendente e 30 MORTE E RINASCITA autonomamente esistente. Cerchiamo di aprire la mente; nel tempo di morte la spinta mentale non è necessaria in quanto l’identificazione di un sé esistente scompare in modo del tutto spontaneo. Questa è la ragione per cui, durante la meditazione, alcune persone sperimentano la perdita di identità personale e si spaventano. Questo è positivo: dovete spaventarvi. Noi monaci tibetani vogliamo intimorirvi. Gli occidentali detestano la paura. Tuttavia noi possediamo l’abilità di provocare in voi situazioni di panico e molta gente ha vissuto questa esperienza. Perché avete il timore di perdere qualcosa? Perdere voi stessi significa liberarsi dal preconcetto di esistenza vera e indipendente che avete di voi stessi – ecco ciò che sconvolge. La proiezione di voi stessi subisce uno scossone ma non viene intaccata la veridicità della non-dualità o della natura autentica di voi stessi. Durante un insegnamento di Lama Tzong Khapa riguardante sunyata, uno dei discepoli a lui molto legato, realizzò sunyata in quel momento. Durante l’ascolto cominciò improvvisamente a tremare perché intuiva la sua scomparsa, stava perdendo sé stesso completamente. Allora, tremante, riprese il controllo di sé. L’esperienza dell’insegnamento e della realizzazione erano avvenute contemporaneamente. Dovrebbe accadere in questo modo. Per scoprire la vostra natura autentica dovete distruggere, quindi, l’idea preconcetta o l’illusorietà di voi stessi. In occidente vengono usati molti e svariati significati della terminologia: “perdere il sé”. Ci sono centinaia di interpretazioni della parola “sé”. Voi stessi stabilite la vostra realtà con opinioni preconcette: “io sono così”. Voi create un sé permanente, un’entità auto-esistente, indipendente. Allo stesso modo, quando i cristiani parlano dell’anima, creano un sé, convincendosi di essere questo o quello, l’io: hanno una salda idea preconcetta. Quel “sé” non esiste: è una mera proiezione dell’ego. Per esempio quando un uomo identifica se stesso affermando: “ io sono così e sono il marito di una certa signora”, introduce il concetto identificativo di sé stesso come marito che esiste in modo autonomo. Dal momento che si considera un marito realmente esistente di per sé, proietta immediatamente la stessa immagine sulla moglie. Avendo questa opinione di sé medesimo, è convinto che anche la coniuge sia una moglie veramente esistente. Un simile preconcetto porterà, poi, molta infelicità. Dal momento che la mia esistenza dipende da mia moglie anche la sua vita è subordinata alla mia; quindi se lei scompare anche io sparisco! Avete capito? Così, una volta identificato sé stesso come marito reale, si immagina anche una moglie reale. In seguito egli si trasformerà in un coniuge problematico perché la situazione, lui stesso e la moglie sono impermanenti, transitori: cambiano ogni giorno. Egli ha deformato la realtà. È positivo che anche voi, giovani occidentali, sperimentiate la confusione, ampliando la vostra visuale: “ cosa posso fare in questa 31 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO collettività svizzera? Sarò un ingegnere? ...uno scienziato?”. Desiderate identificarvi in qualcosa: volete una professione. I giovani sono estremamente confusi poiché la società impone dei modelli: “ dovete essere così e così”. Da un lato essi ci credono, dall’altro no. Malgrado ciò pretendono un metodo, un punto di vista in cui riconoscersi ma non trovano nessuna identità temporanea o transitoria e, quindi, diventano matti, insensati. Si drogano con la convinzione che non ci sia speranza: “Non riesco a trovare la mia individualità; meglio scappare”. Non significa che non abbiano ego, lo hanno già. Tuttavia il loro ego vuole riconoscersi in altre cose. Essi possiedono già il concetto del loro essere ma esigono un’ulteriore identità oppure una caratteristica aggiuntiva – ma non la trovano. L’immagine del sé esistente è molto facile a vedersi. Non è difficile. In questo momento potete osservare la natura di un io in cui vi riconoscete, a cui siete aggrappati. Proprio ora potete fare questa analisi. Vi trovate fondamentalmente nei pasticci sin da quando avete formulato dei concetti sull’immagine di un sé che vi appartiene. Siete sempre critici con voi stessi: “Non sono all’altezza” e la causa risiede nel vostro restare aggrappati. Se fate questa verifica, potete rendervi conto dell’inganno: non siete in contatto con la realtà – potete capirlo proprio ora. Avete una proiezione assai limitata di voi stessi, attribuendovi un’immagine molto circoscritta e ciò diventa la radice che limita, che restringe ogni cosa: moderazione dell’amore, restrizione della saggezza, limitazione della compassione. Avete già deciso di essere fondamentalmente limitati, ristretti; tutto – la vostra vita, la vostra saggezza e il vostro amore – diventa limitato perché avete un’immagine ristretta di voi stessi. Quando i quattro elementi si assorbono nel tempo di morte, ogni concetto grossolano di voi stessi, il piacere, ciò che vi ci circonda, gli amici, la sicurezza, l’amore e la compassione, tutto svanisce. Ecco perché si dice che quando l’elemento aria si assorbe nella coscienza, gli ottanta ego superstiziosi scompaiono. L’effetto risultante degli ottanta ego di superstizione, quindi, si interrompe, viene bloccato. La coscienza sperimenta interiormente la grande vacuità, un enorme spazio vuoto come il cielo di colore blu; un’esperienza interiore assoluta, uno spazio totalmente vuoto. Normalmente siamo talmente stipati dai concetti illusori, le ottanta superstizioni, da non avere spazio per apprendere la realtà. Nel tempo di morte tutti i concetti dualistici si dileguano con il risultato di entrare in contatto con una realtà più ampia. Questo è, dunque, ciò che sperimenterete. Inoltre le superstizioni, le illusioni diventano prorompenti allorquando l’energia fisica viene incanalata nella direzione sbagliata. Nei momenti di morte le energie si assorbono in modo naturale nel canale centrale (shushuma): si sperimenta la grande pace, la grande vacuità. Per tale motivo il tantra enfatizza l’attivazione delle energie nel shushuma. L’attenzione viene posta sui chakra al fine di convogliare energia nel canale centrale. Tramite la meditazione sui chakra del cuore, dell’ombelico, della gola, della fronte o capo, ci si addentra nel sottile, nel canale centrale, in modo 32 MORTE E RINASCITA da spostare la pressione energetica in quel punto e bloccare, così, il flusso dell’energia verso la direzione sbagliata. Gli yogi e le yoghine controllano, così, la loro energia con la meditazione di shushuma, vivendo la stessa esperienza del tempo di morte. Dopo l’assorbimento dei quattro elementi, la respirazione cessa. Allora sorgono le quattro visioni: quella bianca, rossa, nera e la visione di chiara luce, che spingono verso il canale centrale. La visione bianca è il riflesso dell’energia bianca o dell’aspetto del padre, la caratteristica maschile; la coscienza fa l’esperienza del grande vuoto simile a una luce bianca irradiante. Allo stesso modo l’aspetto materno o energia rossa si concentra in shushuma; la coscienza percepisce il colore rosso nel grande spazio vuoto. Il tantra spiega che ognuno di noi è l’unione di energia maschile e femminile sostanzialmente esistente in noi da sempre. Dopo la scomparsa della visione rossa, sorge la visione nera per breve tempo. In seguito appare la visione di chiara luce che è un enorme spazio assolutamente vuoto. In questo vuoto c’è un’impronta di luce incontaminata e cristallina: questa è l’esperienza di chiara luce in cui la coscienza non ha nessun tipo di esperienza sensoriale. Non esistono signori e signore di Ginevra e neppure i negozi di Ginevra; in quel momento non c’è nessun incontro alle Nazioni unite; la Ginevra laboriosa non esiste. Durante l’esperienza di chiara luce, gli oggetti del vostro ego se ne vanno – gli oggetti del vostro orgoglio, attaccamento, odio e gelosia sono tutti andati. La vostra immagine mentale nera di depressione non c’è più e voi sperimentate solo la visione di luce. Ora è importante capire. Quando siamo illusi, ingannati, non siamo consapevoli. Siamo rigidi, confusi e, di conseguenza, contaminati. La vostra coscienza sensoriale, perciò, subisce l’oscurità, ma siete incontaminati e cristallini per natura e avrete sempre luce davanti a voi. Credo fermamente che farete questa esperienza, ma, a causa dell’ignoranza, siete talmente ingannati da non scorgerla. Una mente incontaminata e cristallina produce una proiezione di luce. Se siete confusi e contaminati, appare una proiezione inquinata nella mente davanti a voi. È importante sapere questo. Quando vi sentite depressi e impuri interiormente, significa che la vostra mente ha subito un processo di degenerazione per un certo periodo. Avete la sensazione che persino la vostra esistenza sia una contaminazione per cui avrete proiezioni distorte anche se splende il sole. Quando, invece, siete interiormente puri e cristallini, anche la realtà esterna diventa una visione di luce. Quante persone hanno provato una simile evidente esperienza? È molto semplice. Non sto parlando di una sorta di realizzazione estremamente elevata. Cercate di essere semplicemente consapevoli. Quanto più siete confusi nella vita di tutti i giorni, tanto più la vostra intricata situazione determinerà il succedersi di eventi negativi all’esterno. Allo stesso modo ci sarà la comparsa di una manifestazione positiva esterna se siete incontaminati e cristallini 33 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO interiormente. Riflettete – è così evidente. Non si tratta di fare una grande esperienza meditativa ma piuttosto di una questione di sensibilità. Quando siete in una fase degenerata, estremamente negativa, percepite delle visioni esteriori nella vita quotidiana, ma quando siete incontaminati e cristallini, accade qualcosa di diverso. È molto importante. Non è una realizzazione elevata, ma si tratta di sensibilità. Parliamo di negativo e positivo – questo è il nostro argomento. Non è forse vero? Il nostro obbiettivo è di essere il più positivi possibile; analizziamo, quindi, questo tipo di vibrazione, di sensazione. Cercherò di dare una spiegaione logica. Avete letto biografie di grandi lama che hanno avuto ripetutamente visioni pure delle divinità: Buddha, Manjushri, Avalokiteshvara, ecc. Hanno avuto sempre qualche visione pura che si è manifestata. Noi abbiamo costantemente il sorgere di oggetti di rabbia, attaccamento, ignoranza e gelosia. Tutto ciò è evidente e logico, giusto? Benché tutti noi siamo esseri umani, alcuni hanno visioni pure mentre altri hanno visioni negative: non è complicato da capire. Se siete attenti e consapevoli di come e in quale ordine si manifestano i concetti mentali e della visuale della vostra coscienza, allora potrete esaminare sogni e apparizioni. Non è difficile ricercare qualche evento interiore che avviene nella mente. È molto utile, quindi, esaminare, analizzare. È molto importante: in questo modo si impara a comprendere il karma. Anche se ne parliamo: “blah blah blah karma, blah blah blah karma” non ne siamo convinti, ma l’esperienza karmica – la comprensione personale, la saggezza, l’essere conscio di ciò che avviene nella vita, ogni mese e anno – aiuterà nella comprensione del karma. Avrete sentito parlare di molti grandi meditatori rimasti in meditazione profonda durante il tempo di morte. Quando raggiungono il punto di chiara luce, gli yogi permangono nella meditazione di chiara luce. È possibile mantenere questo stato per giorni, settimane o mesi. Anche dopo l’interruzione del respiro, lo yogi può restare vivo per mesi, settimane o giorni: per tutto il tempo della meditazione egli è ancora vivo, non è morto. È importante, quindi, per i meditatori svizzeri modificare la legge a favore dei diritti umani. In breve essi dovrebbero ottenere il permesso dal governo svizzero! “Cosa intende Lama per ‘ottenere il permesso di meditare’ ? abbiamo già il permesso di meditare!”. Dopo la constatazione di morte, il corpo non dovrebbe essere toccato sino a che l’energia dello yogi non e’fuoriuscita dalle narici e da qualsiasi altra parte del corpo. Questo è il permesso di cui avete bisogno. Esiste un’ulteriore spiegazione: alcuni lama sostengono che l’esperienza di chiara luce è sunyata; altri affermano che non è quella effettiva, reale, ma si tratta di sunyata artificiale. C’è un grande dibattito su questo punto. Allora come è possibile sostenere di aver avuto l’esperienza di sunyata? Probabilmente non abbiamo alcun 34 MORTE E RINASCITA argomento valido per dibattere se è vera esperienza oppure no. Il vostro compito è di fermare le concettualizzazioni reali e la superstizione. È sufficiente per voi arrivare al momento esperienziale di non-dualità e di un io inesistente – il cioccolato svizzero. Non è necessario dibattere. Possiamo argomentare tra di noi a livello intellettuale: “qual’è l’esperienza di sunyata?” . Alcuni di voi potrebbero rispondere: “oh, la mia esperienza di sunyata, in questo momento, è che non c’è un fidanzato o una fidanzata, non esiste problema di cioccolata!” allora dovrei chiedervi: “perché?” e continuare in questo modo: “non esiste problema di cioccolata - non è sunyata”. Avete capito? Potrei dibattere anche in questo modo: “non esistono opinioni politiche – questa è la vostra esperienza di sunyata. Hmm. Non può essere sunyata”. Comunque, potrei discutere con voi a lungo e, in un modo o nella’altro, convincervi che non si tratta dell’esperienza di sunyata. Ora da un punto di vista pratico dobbiamo sviluppare l’esperienza di sunyata dal nulla. Dobbiamo potenziare l’esperienza di sunyata. Dobbiamo svilupparla in modo graduale – dall’esperienza di sunyata neonata a sunyata adolescente, poi sunyata di mezza età e in seguito sunyata anziana fino alla grande esperienza. Stiamo parlando di esperienza e non di concettualità anche se molti intellettuali ritengono che sia la vera sunyata alla quale l’esperienza dovrebbe corrispondere. Si tratta solo di un viaggio cerebrale; non è un metodo sistematico esperienziale. Sistematico significa cominciare lentamente, gradatamente. Voi accumulerete lentamente un certo tipo di sunyata e sempre meno nozioni concrete. Ecco perché l’approccio intellettuale di sunyata e l’esperienza vera sono diversi. Nel momento in cui l’esperienza di chiara luce ha termine, i segni delle visioni si ripresentano in ordine inverso. Mentre in precedenza si passava dal bianco al rosso, al nero e all’esperienza di chiara luce, ora, l’energia di chiara luce si interrompe e sorge la visione nera o oscura. Dall’oscurità si passa al rosso e, poi, alla visione bianca e tutte le superstizioni riemergono nuovamente. Adesso vi parlerò del bardo. Non siate frettolosi – desidero che voi comprendiate in modo corretto e chiaro. Al termine dell’esperienza di chiara luce, durante il processo di morte, voi diventate corpo di bardo per un secondo. Fate l’esperienza della visione nera per passare, poi, da quella rossa alla bianca. In tal modo l’ego appare nuovamente. Se siete consapevoli e sensibili, durante questi stati sempre più illusori, avrete delle visioni colorate. Ad esempio quando l’attaccamento, la brama e l’odio riemergono vigorosamente, un certo colore diventa predominante. Dovreste, quindi, essere consapevoli della natura di tali visioni. L’esperienza dei processi di morte è identica agli stadi del sonno; non avviene, quindi, solo nella morte ma anche nel sonno e con la perdita dei sensi o svenimento. Anche durante l’orgasmo avviene qualcosa di simile all’esperienza di morte. Dobbiamo esserne consapevoli. Sebbene l’esperienza del processo di morte sia già stata vissuta, non ne siamo abbastanza consci e sensibili da riconoscerla. Non abbiamo la comprensione dell’esperienza personale. 35 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Allora, come potete constatare il processo di morte non è inusuale. Vi siete già passati molte volte; durante l’orgasmo sperimentate il processo di morte. Nonostante sperimentiate, in una certa misura, l’assorbimento degli elementi e le visioni bianche, rosse nere e di chiara luce, non ne siete consci perché siete beatamente ignoranti. Se siete attenti e sensibili, profondamente consapevoli, potrete osservare questo processo di morte verificarsi durante la vostra esistenza. Tutto ciò è già stato sperimentato – anche prima che voi meditaste! Noi tutti facciamo esperienze preziose – proprio tutti. Non intendo dire che siamo grandi meditatori ma noi tutti abbiamo vissuto esperienze di valore. É importante prenderne atto, esserne consapevoli e riportare alla memoria quelle preziose esperienze. Allora guadagnerete fiducia e crescita interiore. Vi sarà d’aiuto. In caso contrario sprecherete inconsciamente le vostre preziose esperienze, proprio come si getta la spazzatura in Svizzera. Non va bene, non è giusto. Viviamo esperienze interiori di grande valore ma le sperperiamo per continuare a raccogliere e indossare le pesanti coperte. Ciò che siamo, ciò che proviamo non può essere ottenuto con il denaro: è la nostra componente più preziosa. Voi continuate, invece, a ignorare e a disperdere; prendete e vi coprite di ciò che non siete – è totalmente folle. Ora sarebbe meglio tornare al lavoro. Visualizzate OM AH HUM; la OM è bianca ed è alla sommità del capo. La OM bianca rappresenta l’energia incontaminata della parola eccellente o suono divino e del corpo supremo dei buddha e dei bodhisattva o di chiunque consideriate puro. Dopo aver emesso il suono “OM”, l’energia di luce bianca, che si irradia da OM, entra nel vostro corpo attraverso shushuma, permeandolo. Tutte le concettualizzazioni e l’energia contaminata del corpo vengono ripulite e purificate. Il corpo intero, dalla testa ai piedi, viene ricolmato di energia candida irradiante beatitudine. Provate questa sensazione. Ripetete il suono “OM” per due o tre minuti mentre meditate e purificate il corpo. Nel momento in cui si interrompe il suono del mantra OM, siate solo consapevoli, non fatevi coinvolgere da positività o negatività, non reagite, non conversate – concentrate esclusivamente l’attenzione sulla luce della coscienza al vostro capo. State lì. Siate profondamente attenti e lasciate andare – senza indolenza, senza distrazione. Prima di concludere, meditiamo per un breve lasso di tempo. Non c’è bisogno di sforzarsi – siate naturali, mettetevi a vostro agio. Lasciate che l’energia scorra spontaneamente, siate voi stessi. Lasciate che l’energia del respiro fluisca in modo naturale. Non pensate di essere meditatori né di essere persone misere. Non pensate di essere egoisti. Non pensate a niente – semplicemente siate. Assumete una comoda posizione delle mani e socchiudete gli occhi. Visualizzate la OM bianca al centro del vostro capo e ripetete il suono “OM” per tre minuti. Allo stesso tempo, dalla OM bianca, parecchia energia kundalini di felicità pervade il vostro corpo, purificando 36 MORTE E RINASCITA l’energia contaminata. È importante visualizzare l’intero corpo ricolmo di luce: tutto irradia energia bianca. Questo aiuta a rimuovere i giudizi critici sul corpo. (ripetizione di OM) Ok, ora mantenete il livello di attenzione profonda – lasciate andare – senza alcuna aspettativa. (pausa meditativa) La consapevolezza profonda porta all’esperienza del annullamento dell’io. Il vuoto. Il nulla. Afferrate questa percezione profonda e lasciatevi andare. nulla o (pausa meditativa) Va bene. Ora è meglio smettere – altrimenti potremmo perderci, smarrire noi stessi. Vi ringrazio infinitamente. Quarta dissertazione Ieri abbiamo affrontato gli stati confusionali durante il tempo di morte. Da un punto di vista buddhista la confusione, l’illusione e la malattia derivano dai tre veleni: attaccamento/gelosia, odio e ignoranza. Ogni allucinazione è il risultato dei tre veleni. Senza questi tre veleni, non ci sarebbero, quindi, complicazioni durante il processo di morte. Allora la morte diventa beatitudine. Ciò è molto importante. A volte la morte viene descritta come il dissolversi o l’assorbimento dei quattro elementi accompagnata da uno stato confusionale. La persona che ha alimentato le condizioni dei tre veleni, incrementerà la causa che provoca lo squilibrio degli elementi. L’assorbimento dei quattro elementi corrisponde a uno squilibrio. I testi tibetani citano i termini “terra, aria, acqua o fuoco” che “diminuiscono, si riducono, sprofondano”, ma non c’è un’effettiva penetrazione o mescolanza tra di essi. Non si parla di deterioramento dei quattro elementi o di squilibrio solo in termini scientifici. La scomparsa di un elemento crea confusione e quando l’altro elemento svanisce, si determina un ulteriore stato confusionale. Il deteriorarsi squilibrato dell’energia corporea è, quindi, causato dai tre veleni. La terminologia medica tibetana spiega che l’attaccamento causa il lung: significa che l’elemento aria non è bilanciato. Quando insorge attaccamento l’aria è irregolare e la respirazione diventa faticosa. Odio e gelosia influenzano la bile; l’ignoranza provoca la tubercolosi; l’attaccamento e la brama sviluppano troppa aria che influenza il sistema nervoso; l’odio produce un sovraccarico di bile che influisce 37 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO sull’elemento fuoco; l’ignoranza aumenta l’elemento acqua. Se l’energia di un individuo è iperattiva, anche i quattro elementi saranno superattivi, provocando, quindi, l’insorgere di uno stato confusionale. Il predominio di uno dei quattro elementi determina squilibrio e può essere causa di morte . L’elemento aria serve a preservare la vita, non è forse vero? Quando non è bilanciato, può essere fatale. Inoltre il cuore, il calore e l’energia preservano la vita ma, quando l’energia aumenta a dismisura, può diventare letale. L’acqua è necessaria, vero? Troppa acqua può, però, causare la morte. Quando i quattro elementi sono in equilibrio, si suppone ci sia buona salute. Può rivelarsi fatale lo squilibrio anche di uno soltanto di questi elementi. Questa è la nostra condizione reale. Molti occidentali hanno letto libri sul bardo che descrivono visioni orribili: esseri che aggrediscono con lame affilate o altre orrende creature pronte ad uccidere. In un certo qual modo, tutto ciò può sembrare esagerato. Potreste stupirvi o essere sorpresi del fatto che l’attaccamento produca simili visioni terrificanti ma sono convinto che ciò accada realmente poiché abbiamo accumulato molta negatività: menzogne e falsità dalla nostra nascita ad oggi e anche dalle innumerevoli vite precedenti. Le nostre esistenze sono come libri che narrano situazioni confuse. Una volta mi hanno raccontato di un cantante famoso che aveva venduto talmente tanti dischi in tutto il mondo che, se fossero stati messi l’uno sull’altro, avrebbero raggiunto un’altezza doppia rispetto al monte Everest. Allo stesso modo il cumulo delle nostre pesanti coperte di confusione è il doppio, il triplo del monte Everest. Si fanno, perciò, esperienze di ogni tipo durante il processo di morte causa le impronte di confusione. Un buon esempio è quando, in Occidente, qualcuno si ammala di cancro: “ hai il cancro? Vai in ospedale”. È possibile constatare come i malati di cancro vadano totalmente nel pallone dopo molti mesi di degenza. Secondo me questo è l’inferno e non ho alcun bisogno di ascoltare altre spiegazioni sui reami infernali. Nonostante le dettagliate descrizioni dell’inferno, è sufficiente, per me, vedere le sofferenze indicibili delle persone affette da cancro: si tratta di un tormento non comune, diverso, insolito. È assai peggio della sofferenza di un animale e potete constatarlo voi stessi; è incredibile. In certi momenti sono coscienti e in altri perdono conoscenza soprattutto durante tutto il processo di morte. È incredibile per me: è un’esperienza infernale. Il bardo è così: la visione sopraggiunge come hung (pag38 ingl). Yama (i signori della morte) arrivano hung in questo modo cercando di sbranarvi! Questi sono gli spiriti famelici. Nel 1978 mi sono recato a San Fransisco per visitare alcuni malati di cancro e, dopo l’incontro, non ho potuto dormire per tutta la notte: è stato, senza dubbio, troppo per me. Era l’inferno. Non ho proprio chiuso occhio. È importante mantenersi lucidi e incontaminati il più possibile: ogni giorno. Mantenetevi incontaminati e lucidi senza creare situazioni di 38 MORTE E RINASCITA disagio con corpo, parola e mente. Allora non ci sarà alcun problema. Sarete interiormente e fisicamente più equilibrati, riducendo, così, il rischio di malattia. Quando sorge la confusione durante il processo meditativo, etichettatela come un’illusione, un’apparenza, una falsità. Potrete, quindi, realizzare l’inesistenza del sé e la non- dualità durante il processo di morte; avrete una comprensione più stabile. Dipenderà da come e quanto sarete in grado di fronteggiare la situazione. Se c’è troppa agitazione, non c’è controllo. Se sopraggiunge l’apparenza illusoria e mantenete la forza cosciente per gestirla, allora avrete il controllo. Per esempio le persone che sono affette da grave malattia, da profondo disagio o confusione, non sono in grado di affrontare la situazione. Non riescono a mantenere uno stato lucido e incontaminato a causa dell’enorme potere della confusione. Se accettate la morte in modo naturale, senza gravi malattie o profonda confusione, potrete affrontare la fine in modo lucido e incontaminato. Questo si rifletterà anche esteriormente. In altre parole, il grado di consapevolezza e di controllo nel processo di morte dipende in gran parte dai tre veleni. Potreste chiedervi come sia possibile avere attaccamento bramoso nei momenti di morte. L’attaccamento bramoso è un sogno, una chimera. Anche durante lo stato di veglia, la nostra esistenza è dominata dall’attaccamento bramoso a credenze erronee. Durante il processo di morte il corpo cessa ogni attività ma permane la fantasia dell’afferrarsi alla vita futura: come in un sogno. L’attaccamento bramoso è proprio così e anche quando il corpo si raffredda e non c’è più circolazione, i tre veleni continuano ad avere le loro funzioni interiori. Le persone fortunate muoiono in modo naturale senza grave disagio o confusione: muoiono serenamente, dolcemente; hanno il vantaggio di mantenere il controllo della situazione, sono lucidi, senza contaminazioni. Quando comincia l’assorbimento degli elementi, sebbene possa insorgere un po’ di confusione, tali persone sono in grado di riconoscerla come un’allucinazione. Non hanno il concetto di acqua o fuoco veramente esistenti, hanno, quindi, il controllo. Gli elementi lentamente, molto lentamente, si assorbono, diminuiscono e diventano più limpidi, fondendosi alla non- esistenza del sé e alla nondualità. Tali persone raggiungono, poi, lo stato completo di chiara luce. Anche questa condizione può causare confusione. Non ci si dovrebbe preoccupare della difficoltà della morte o della rinascita animale come tigre, asino, scimmia o in uno dei tre reami inferiori. Insisto nel dire di non temere perché c’è l’amorevole gentilezza: chiunque abbia amorevole gentilezza nei momenti di morte, non dovrà avere alcun timore di una cattiva rinascita. L’amorevole gentilezza non conduce ai tre reami inferiori. Ora procediamo con la meditazione. L’ultima volta abbiamo purificato il corpo. Adesso purifichiamo la parola. Visualizzate una AH rossa al ciakra della gola. Dalla AH si irradia energia di luce rossa. 39 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Identificate la rossa AH come la parola pura dei buddha e dei bodhisattva. Purificare significa che la mente incontrollata e la parola agiscono in modo interdipendente l’una dall’altra. Le negatività della parola, ovvero menzogna e calunnia, feriscono e provocano sofferenza agli altri. Una mente chiara, cristallina e la parola controllata purificano le parole impure e senza controllo. Visualizzate, quindi, la AH rossa, simile al colore del sole al tramonto, che si irradia dal ciakra della gola. L’intero corpo è colmato dall’energia di luce radiante di beatitudine. Nello stesso momento ripetete il suono e, come in precedenza, mantenete lo stato di intensa consapevolezza della mente. Restate così senza alcuna aspettativa o interpretazione: mantenete questo stato di profonda consapevolezza. (ripetizione di AH) Abbiate la comprensione dell’esperienza di un io non-duale, non esistente intrinsecamente, nulla, zero, uno spazio vuoto come verità, come realtà. Una solida comprensione rafforza l’energia conoscitiva. Questa esperienza è molto più reale del vostro mondo sensoriale che risveglia fantasia, apparenza. Se insorge un pensiero che vi distrae in modo incontrollato, riprendete il controllo, pensando che, anche nel bardo, tutti gli altri esseri senzienti si trovano nella stessa medesima situazione. Siate sereni e equilibrati, praticando l’amorevole gentilezza verso tutti. Riflettete sull’amorevole gentilezza altruistica. Una mente distratta e incontrollata diventa il mezzo per rafforzare l’amorevole gentilezza. Allorquando emerge l’amorevole gentilezza, indirizzate l’intensa consapevolezza della sua energia verso la vostra coscienza. Allora avete due oggetti: uno si focalizza sulla coscienza con profonda consapevolezza, l’altro indirizza l’amorevole gentilezza verso la coscienza, quando subentra la distrazione. Alternate questi due. L’energia dell’amorevole gentilezza vi deve apparire come un disco di luna piena nella shushuma al vostro cuore. Sul disco lunare visualizzate una HUM blu radiante. Riconoscete la saggezza non-duale dell’energia dei buddha e dei bodhisattva. Il vostro cuore è incontaminato, tranquillo, sereno mentre si dischiude alla luce irradiante della luna e della HUM. Illimitati raggi di luce blu si emanano dalla HUM. Tutte le opinioni ristrette e anguste si dileguano. Ogni mente dubbiosa scompare. Tutte le menti assillanti svaniscono. Dalla HUM blu e dalla luna, la grande quantità di luce blu radiante pervade l’intero corpo, che percepisce la beatitudine. Siete avvolti da infinita luce blu e non c’è più spazio per concettualismi fanatici e dualistici. Nello stesso momento emettete il suono HUM per due minuti. Trascorsi i due minuti, percepite l’illimitata luce blu come la vostra coscienza che abbraccia l’immensa realtà dell’universo. La vostra 40 MORTE E RINASCITA consapevolezza senza limiti avvolge l’immensa realtà universale. Percepite e siate, senza alcuna aspettativa o superstizione. (Ripetizione di HUM) Abbiamo, quindi, la necessità di svolgere due pratiche: la saggezza e il metodo. La pratica della saggezza è la profonda consapevolezza della realtà della vostra coscienza: questa è la via. Il metodo si applica quando ricomincia la perdita di controllo, la distrazione: l’esperienza della distrazione diventa una risorsa potente per generare, di nuovo, l’amorevole gentilezza, ma, quando non c’è distrazione, dimorate nella saggezza. Quindi due cose da ricordare: rivolgete la vostra attenzione all’aspetto della saggezza, quando non non sussistono difficoltà; passate all’applicazione del metodo, ovvero l’amorevole gentilezza, quando subentra la distrazione. Allora avete due compiti da svolgere, affiancandoli alla vostra attività lavorativa quotidiana. (Ripetizione della meditazione) La recitazione del mantra OM AH HUM è estremamente utile. Dato che siete persone molto impegnate, non potete recitare il mantra lungo, quindi, ripetete solo il mantra breve: OM AH HUM. Esso è l’essenza di tutti i mantra. In particolar modo quando pronunciate OM, si risveglia qualcosa; l’intensa consapevolezza rafforza e ridesta la coscienza. Ho saputo che alcuni scienziati hanno eseguito degli esperimenti sonori per curare danni cerebrali. Persino loro non sanno come agisca, ma hanno appurato che il suono è efficace nella cura del cervello umano. Hanno scoperto che il mantra stimola l’aspetto di veglia cerebrale piuttosto che lo stato di torpore. Quando “OMmmmmm” viene pronunciato, è possibile constatare un rafforzamento dell’intero sistema nervoso. Il proposito della meditazione è, perciò, di risvegliare e non di addormentare, per la comprensione di una vasta realtà universale, senza provocare l’insorgere di ulteriori fanatismi. Il mantra entra in contatto con una realtà più ampia. Ecco l’utilità del mantra. Penso di aver esaurito l’argomento del fine settimana. È importante che siate, in certo qual modo, convinti di mantenervi limpidi – incontaminati e non solo a livello intellettuale ma anche nella fase meditativa, che vi permette di focalizzare una consapevolezza profonda sulla coscienza senza distrazione e indolenza. Questo è già abbastanza buono. Il percorso buddhista per azionare un missile nucleare è quello di focalizzare l’attenzione profonda sulla propria coscienza. Essere in grado di indirizzare la consapevolezza intensa verso la coscienza è come costruire un missile nucleare per penetrare la nondualità dello spazio. Quando voi “costruite”, non ci sono altri scopi: il missile nucleare interiore è destinato o programmato ad andare nello spazio non-duale, mantenendo sempre l’attenzione sulla consapevolezza o sulla coscienza individuale. 41 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO In altre parole, se siete determinati a meditare in questo modo, io scommetto, metto la mia firma, che voi farete, ad un certo punto, l’esperienza non-duale. Darò una terza spiegazione: nel momento in cui farete l’esperienza non-duale o di vacuità, voi avrete potenziato la consapevolezza profonda e la comprensione. Questa è la realtà. Non parlate di questo o di quello ma sviluppate forza interiore. Non so se le parole possono spiegare, ma la forza interiore è una realtà, che è in voi, per comprendere la consapevolezza della coscienza. Perché diventa necessario enfatizzare la determinazione di capire? Normalmente si pensa che le apparenze siano reali e ci afferriamo ad esse, ma, con l’esperienza di non-dualità, arriviamo a capire che l’abitudine è la sola responsabile nel farci credere che le apparenze siano reali. Allora la pratica interiore è irreale? È il contrario. State seguendo? Questo è il motivo per cui la determinazione diventa importante. Penso che ciò sia sufficiente. Non vi ho spiegato il processo del bardo – troppo intellettualismo – è difficile spiegare come avviene la reincarnazione successiva. Sono necessari tempo e maggiori dettagli. Tuttavia la cosa più importante è l’esperienza, poi, potrete intravedere la possibilità di uno stato intermedio senza che sia io a spiegarvelo: “blah, blah, bardo blah, blah reincarnazione”. Scoprirete con la pratica. Adesso procediamo con alcune rapide domande. Sono certo di aver infastidito qualcuno. Forse ho parlato di cose senza senso oppure ho aumentato la vostra confusione: per favore fatemi delle domande. Studente: come aiutare la persona morente? Lama: dipende dall’ambiente sociale, dalla preparazione culturale, dalla pratica religiosa e dalla filosofia del morente, ma, qualunque esso sia, è necessario fare qualcosa per rinvigorire o stimolare la persona. Importante è non irritarla. Quando è pronta al trapasso, lasciatela sola. Non continuate a dire: “Prendi la medicina” oppure “ firma qui”. Piangere e sussurrare: “Stai per morire”, crea ulteriori grandi difficoltà. Supponiamo, come esempio, che io sia vostro padre: voi arrivate e cominciate a piangere: “Papà, come posso vivere senza di te?”. Allora io sarei estremamente turbato e incapace di sostenere la situazione. Allora, lasciate andare, Ok ? evitate di creargli enorme preoccupazione e disturbo emozionale; lasciatelo semplicemente in pace. Penso che ciò sia molto importante. Dategli sicurezza, fiducia in se stesso. Cercate di aiutarlo con queste parole: “ Quando morirai, sarai felice, nessun timore, tutto andrà per il meglio. Ora è il momento perfetto per lasciarci”. Qualunque cosa accresca attaccamento e collera, non va bene. È importante che vi siano anche condizioni ambientali di silenzio e tranquillità. Se il morente è cristiano sussurrategli: “Dio si prenderà cura di te. Sei fortunato – andrai in paradiso”. È bene essere positivi perché in questi momenti, benché non ci sia una convinzione profonda, l’inconscio è ancora alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi, un’opportunità di 42 MORTE E RINASCITA prendere rifugio. Allora quando nominiamo Gesù o Dio, sollecitiamo l’inconscio. Va molto bene e penso che ciò sia quello che si deve fare. Molti occidentali sostengono di non aver nulla a che fare con la religione della loro nazione. Ho potuto, però, constatare che la religione della nazione di appartenenza influisce molto sulla loro esistenza e sulla mentalità. Inconsciamente sono cristiani anche se affermano in modo consapevole: “ non voglio essere cristiano”. Di conseguenza, quando si trovano in una situazione disastrosa, senza niente a cui aggrapparsi, pronunciare il nome “Dio” o “Gesù” risveglia qualcosa in loro. Ovviamente se si tratta di una persona buddhista, si può nominare “Buddha”! Studente: cosa si può fare per chi sostiene sul letto di morte: “ andrò all’inferno”? Lama: sì, questo è vero. Alcune volte è possibile intravedere di essere già sulla via per l’inferno ed è possibile dire: “io posso vedere che sto andando all’inferno”. Penso sia molto difficile aiutare queste persone a livello mentale: è una situazione senza speranza. Potrebbe essere utile l’intervento di un medico per rallentare l’attività del morente invece di aumentare la confusione per l’eccessiva energia. In tal caso diventa un aiuto, altrimenti devo ammettere che è molto difficile. Studente: nel buddhismo zen ci sono i koan che aiutano a realizzare l’esistenza non- inerente, non-innata. Ad esempio, c’è una frase, un koan, che dice: “ quale rumore produce l’applauso di una sola mano?” come può una simile frase aiutarci nella realizzazione di sunyata? Come può il rumore di un applauso avere attinenza con sunyata? Lama: ti ricordi quando ho accennato all’uomo che considera la moglie come esistente intrinsecamente e della donna che sostiene che il fidanzato è veramente, autonomamente esistente? Tali esempi sono come questo. Prova a dare una dimostrazione reale di tale esistenza senza che vi sia l’uno o l’altro. Ci sei? In verità si tratta di una semplice concettualizzazione, una fantasia. Il governo svizzero sostiene il franco svizzero come se fosse intrinsecamente esistente e crede che la moneta svizzera esista di per sé creando una società svizzera autonomamente esistente. È così. Tutta questa apparenza, considerata vera, esistente intrinsecamente, non è reale. Devi colpire in questo punto per produrre una sonorità (suono del battito delle mani). Fai in modo, quindi, di entrare in contatto con la realtà e di scoprire che le tue concettualizzazioni, fantasie e preconcetti cercano un riscontro reale, cercano di emettere una sonorità, ma non ci riescono. Perciò l’inconsistenza della credenza erronea dell’esistenza inerente svanisce. Questo è il sentiero per conoscere sunyata. Il suono OM è un fenomeno interdipendente che influenza l’intero sistema nervoso. Non esiste suono OM che sia autonomamente esistente; non c’è nessun suono intrinsecamente esistente (battito delle mani). La sonorità di un applauso è subordinata alle mani, allo spazio, alla dinamica che, in seguito, diventano così (battito). Ogni suono è interdipendente, è un sorgere completamente dipendente. Solo così il 43 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO battito delle mani diventa suono, dimostrando la sua non - esistenza intrinseca. Nel Buddhismo la non-dualità e la non-esistenza intrinseca vengono spesso citate. Per esempio quando entri in una caverna e ti metti ad urlare “ahhhh” anche la grotta riproduce l’eco “ahhh”. Conosci questo? Il suono è un esempio perfetto per l’esistenza interdipendente delle cose. La comprensione dell’interdipendenza in natura dimostra che non c’è un io veramente esistente né un concetto intrinsecamente esistente. Se sostieni che questa sonorità (battito delle mani) esiste autonomamente, allora il suono non dipende da condizioni particolari. Cerca di capire la spiegazione scientifica e razionale del Buddhismo. Se questo suono (battito delle mani) fosse intrinsecamente esistente, non sarebbe, quindi, dipendente dalle’unione delle mani e non sarebbe un fenomeno interdipendente. Penso che ora abbiate una buona comprensione del fenomeno interdipendente. Anche questa assemblea è un’assemblea non-esistente autonomamente. Ringrazio voi e le persone che mi hanno invitato per questa conferenza in Svizzera. Tutti hanno fatto enormi sforzi organizzativi. Dedico il vostro duro lavoro – almeno una piccola parte – al beneficio altrui. Ok ? Vi ringrazio. Se il mio discorso ha creato troppa confusione, potete scrivermi e, dato che sono ancora su questa terra, io vi risponderò. Mi assumo la responsabilità di tutto ciò che ho detto, quindi potete scrivermi. Non ho intenzione di sparire dalla circolazione immediatamente. Io stesso devo mettere ordine nel mio disordine! Vi ringrazio infinitamente. [cinque mesi dopo, lama Yeshe lasciò il corpo ] Colophon: dal ciclo di trascrizioni “Life, Death and After Death” Wisdom. Qui ristampato per “Discovering Buddhism” con il permesso di Wisdom Pubblication. 44 MORTE E RINASCITA MIGRAZIONE DELLA COSCIENZA NEL TEMPO DELLA MORTE Lama Tubten Yeshe Insegnamento dato presso il centro Tushita Retreat, Dharamsala, India nel mese di marzo del 1981. Prima dissertazione 2 marzo 1981 Questa sera farò una breve introduzione sulla migrazione della coscienza conosciuta come po-wa, in tibetano. Questa volta rivolgeremo la nostra pratica a Buddha Amithaba come oggetto di rifugio. Infatti si può applicare la meditazione del po-wa a molte e svariate divinità di meditazione: Vajrayoghini, Yamantaka e così via. Tutte queste differenti meditazioni hanno origine dagli insegnamenti diretti di Buddha Shakyamuni e non da altri lama tibetani. Per la precisione il po-wa deriva dal tantra di Guhyasamaja, che contiene una descrizione di questa tecnica sebbene non fornisca istruzioni dettagliate su come svolgere la pratica. Tuttavia il soggetto di nostro interesse appartiene al livello più elevato del tantra e molti abili lama lo hanno estrapolato da quel contesto per esporlo in riferimento alle divinità delle classi inferiori del tantra. Io stesso ho ricevuto le istruzioni in riferimento a Vajrayoghini, ma ho la sensazione che sarebbe di beneficio per gli occidentali e anche per me, dare una spiegazione in riferimento a Buddha Amitabha. Il mio ragionamento è sostenuto dal fatto che Buddha Amitabha è una divinità meno complessa di altre e, ancor più rilevante, la maggior parte degli occidentali si relazionano e comprendono più facilmente Avalokiteshvara oltre ad aver già ricevuto l’iniziazione. Dato che avete grande devozione per questo Signore della compassione e che esiste una forte intesa tra Lui e Amitabha, ho pensato fosse di beneficio approfittare di queste strette connessioni per introdurre una pratica di grande utilità a molti occidentali spinti da questo interesse. Nonostante le istruzioni del po-wa siano differenti a seconda delle divinità, l’effettiva metodologia è la medesima per ognuna di esse. Non esiste grande diversità tra il metodo effettivo per Vajrayoghini e quello indicato qui per Amitabha. L’essenziale, tuttavia, è praticare con l’attitudine giusta: ciò è estremamente importante. Ad esempio molte persone hanno sentito dire che, avendo le istruzione del po-wa, non fa differenza se si commettono gravi azioni negative come uccidere i propri genitori e così via, perché è ancora possibile ottenere una rinascita fortunata. Questa è un’attitudine errata: non funziona in questo modo. Se non ci si affida alla creazione di karma virtuoso e non si stabilisce l’esatta connessione con Buddha Amitabha, sarà molto difficile raggiungere la sua terra pura. Non è una destinazione qualsiasi verso cui volare con un jet! Allora dobbiamo creare il karma adatto. La questione del karma è, in realtà, abbastanza semplice. 45 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Dobbiamo essere devoti a Avalokiteshvara, dobbiamo avere fiducia nell’essenza, nella natura di Avalokiteshvara e di Buddha Amitabha e avere, a un certo punto, una discreta conoscenza intellettuale della terra pura di Amitabha. Abbiamo bisogno, però, di devozione e di un’attitudine corretta verso queste pratiche. Sappiamo che la nostra attuale condizione – dove ci troviamo ora – dipende da una causa karmica e che sperimentiamo costantemente la legge di causa- effetto nella vita di tutti i giorni. Al momento attuale godiamo di una certa dose di fortuna in quanto non siamo nati in uno dei tre reami inferiori. Possediamo capacità, abilità mentale e una forza intellettuale ben definita: anche questo fa parte del karma. Nonostante ci sia libertà di movimento, ovvero la possibilità di evitare situazioni spiacevoli e di perseguire i nostri desideri ovunque siamo, finiamo sempre con l’ottenere delusioni opprimenti. Non ha importanza dove andiamo: finiamo sempre con l’avere dei problemi. Tutti noi facciamo questa esperienza. Siamo sempre insoddisfatti e confusi anche senza pensare alla malattia, alla vecchiaia, alla morte e alle altre nostre preoccupazioni. In tal modo, anche se avessimo l’enorme desiderio di beneficiare gli altri tanto quanto Buddha Shakyamuni, Padmasambhava, Lama Tzong Khapa, Milarepa e tanti altri grandi maestri, le attuali circostanze lo renderebbero difficile se non impossibile. In questo reame del desiderio la vita è talmente difficile da rendere irrealizzabili le nostre aspirazioni altruistiche. Di conseguenza, vale proprio la pena ottenere la rinascita nella terra pura di Amitabha. Inoltre, riflettendo sulla nostra personale esperienza, scopriamo di essere persone molto indolenti. Per esempio, pensate a quanto tempo abbiamo sprecato oggi: abbiamo trascorso gran parte della giornata dormendo o in inutili passatempi. Il nostro stile di vita ci travolge e non è facile trascendere l’assurdità dell’esistenza. Anche questo è dovuto al karma. La terra pura di Amitabha non comporta simili difficoltà e ostacoli. Là non esiste neanche la definizione ‘sofferenza mondana’; non esistono malattie, morte e sofferenza di nascita. Si rinasce in quel reame puro in modo istantaneo e si ricevono insegnamenti direttamente da Buddha Amitabha. Per il semplice fatto di essere in quella terra pura si possiedono i cinque poteri telepatici. Tutte queste condizioni favorevoli si sono realizzate grazie alle preghiere fatte da Buddha Amitabha per cinquecento grandi eoni in cui ha percorso il sentiero del bodhisattva. Per tale motivo, chiunque rinasca nell’effettiva terra pura di Amitabha, sarà possessore di poteri extrasensoriali e non avrà confusione mentale. Inoltre, a differenza di altri reami superiori, la rinascita nella terra pura di Amitabha non comporta cadute nei reami inferiori. Pertanto, in riferimento alla giusta attitudine menzionata prima, dovreste essere interessati a conoscere il metodo più veloce per beneficiare tutti gli esseri nostre madri; dovreste avere la motivazione di rinascere nella terra pura di Amitabha per il solo motivo che è la via più rapida per realizzare tale scopo. In questo reame è possibile raggiungere l’illuminazione in una sola vita e beneficiare, quindi, tutti gli esseri. Dovreste praticare la grande attitudine illuminata di 46 MORTE E RINASCITA bodhicitta e la meditazione sarà redditizia. Se, al contrario, siete esclusivamente interessati ad accrescere la vostra reputazione o alimentare l’ego, la vostra attitudine sarà scorretta. Nonostante la profonda predisposizione alla bodhicitta, dovreste anche imparare ad essere rilassati. È molto importante. La vera bodhicitta è di per sé un’attitudine rilassata. È una questione pratica: se siete nervosi e vi si presenta qualcuno con problemi, non sarete di alcun aiuto perché troppo agitati, ma con la giusta attitudine rilassata di bodhicitta , avrete tutta la disponibilità per risolvere qualsiasi problematica vi si presenti. Questo è un punto fondamentale. Allora tutti noi dovremmo approcciare le istruzioni del po-wa con la giusta attitudine. È, tuttavia, importante sapere che chi ha già ottenuto l’illuminazione in questa vita, non necessita nessuna di queste istruzioni sulla migrazione della coscienza. Questi insegnamenti non sono necessari per tutti. Questi insegnamenti non sono utili per chi ha raggiunto l’illuminazione in questa vita e con questo corpo. Le istruzioni per il po-wa sono solo per quelle persone che ritengono sia impossibile ottenere l’illuminazione in questa vita. Sono per coloro che pensano: “ ho ricevuto insegnamenti sui tre aspetti principali del sentiero; ho meditato su di essi; ho conseguito le istruzioni per il Vajrayana e praticato lo stadio di generazione, ma ho scoperto che è impossibile per me ottenere l’illuminazione nella durata di questa vita. Posso intravederne l’impossibilità tenendo conto delle circostanze. Di conseguenza non sopporto più aspettare né affrontare nuovamente la sofferenza della confusione; devo andare nella terra pura di Amitabha.” Ora non posso fingere di ignorare la moltitudine di gente accorsa ad ascoltare questi insegnamenti: significa che nessuno pensa di ottenere l’illuminazione in questa vita? Dovreste ricordare anche la citazione contenuta nella guru puja: “ Lam-na ma-zin chi-way du-je-na” la cui traduzione è: “se non avessi completato gli stadi del sentiero nei momenti di morte”. Significa che se avete praticato il sentiero del bodhisattva ma non avete ancora raggiunto lo scopo ( l’illuminazione ), allora dovreste praticare il powa. Diventa, così, una pratica necessaria solo per chi non è in grado di perseguire il suo scopo. In altre parole avete la necessità di seguire le pratiche del po-wa se ritenete che è assolutamente impossibile ottenere l’illuminazione senza dover passare attraverso l’esperienza di un’altra vita – o ne siete almeno in parte convinti. La questione diventa personale. Da un punto di vista filosofico, si ritiene che le pratiche siano utili per chi non ottiene l’illuminazione nell’attuale periodo di vita e ove sia necessaria un’altra esistenza per raggiungere la meta. Sappiamo che i reami samsarici sono zeppi di ostacoli per il completamento delle nostre pratiche. Questa è la logica che chiarisce il desiderio di trasferire la propria coscienza in una terra pura. Le pratiche del po-wa possono, tuttavia, essere un problema per gli occidentali. Noi, tibetani, non abbiamo nessuna difficoltà nel credere che sia possibile una rinascita dal fiore di loto, senza che vi siano 47 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO padre e madre. La mente occidentale può accettare ciò? Ritenete sia possibile rinascere in una terra pura senza il corpo fisico o psichico(mentale) di un padre e di una madre? Secondo le istruzioni del po-wa è proprio ciò che avviene – una nascita istantanea da un fiore di loto. Tramite l’azione di Amitabha come causa cooperante, la coscienza viene lanciata come seme in un loto e, da questa condizione, rinasce in modo simultaneo nella terra pura. Inoltre, a rinascita avvenuta nella terra pura, non vi è alcun bisogno di lavorare per vivere né di cucinare e neppure impegnarsi in altre attività mondane. Ogni necessità o desiderio si realizza intuitivamente e istantaneamente. Penso sia di grande aiuto visualizzare le eccellenti qualità della terra pura di Amitabha; è utile per eliminare le opinioni basse e spregevoli che abbiamo dell’ambiente che ci circonda. Infatti ne abbiamo una modesta considerazione, giudicandolo troppo complesso. Non ha importanza dove ci si trovi: si pensa, sempre, che ogni condizione ambientale sia troppo complicata. Per esempio, quando sono in America mi sembra tutto inquinato; quando mi trovo in Italia mi sembra tutto sporco; in Spagna ho l’impressione che un’energia nevrotica penetri le mie orecchie; in Inghilterra sento che la rigida formalità inglese si scaglia contro di me; in Francia che la loro tecnologia samsarica mi insegue. Abbiamo bisogno, quindi, di sviluppare una visione incontaminata. Ben sapete che, per la pratica tantrica, è importante visualizzare noi stessi come Buddha e l’ambiente circostante come un mandala: è la visualizzazione della terra pura. È incredibilmente positivo ricordare le qualità eccellenti di una terra pura. L’importanza di ciò può essere spiegata con vari esempi. Quando arrivo al centro Tushita, a Dharamsala, mi sento automaticamente rilassato. Ogni volta che rientro da un viaggio in Occidente, soggiorno al Tushita dove mi sento a mio agio: nella mia piccola stanza sono libero dai problemi assillanti della gente. Si tratta di un ambiente molto favorevole per me. Questo esempio dimostra che ci sono le potenzialità per la terra pura di Amitabha, generata dalle sue preghiere per più di cinquecento grandi eoni, un luogo ove la mente può sperimentare il risveglio completo e incessante. È un luogo ove la mente non si distrae dal risveglio, dove non esistono odio, aggressività e così via. Questo certamente esiste. Come ho già detto prima, coloro i quali non hanno nessuna possibilità di ottenere l’illuminazione in questa vita e necessitano sicuramente di un’altra, dovrebbero seguire le istruzioni del po-wa. Che ne sarà di noi? Non abbiamo certezze: forse diventeremo illuminati in questa esistenza o forse no. Tutto dipende da numerose circostanze cooperanti. Pertanto è molto difficile affermare con totale certezza chi otterrà o non otterrà l’illuminazione in questa vita. In entrambi i casi la miglior cosa da fare è di dar inizio ai preparativi sin d’ora. Non è mai troppo tardi per cominciare ad organizzarsi. Ho saputo che alcuni monaci, a Sera, ricevuta la notizia dell’arrivo dei cinesi nel 1959, fecero la scelta di non restare perché non era di alcuna utilità; praticarono il po-wa e lasciarono il corpo. Infatti molti monaci e ghesce hanno ottenuto dei risultati con questa pratica. 48 MORTE E RINASCITA È molto positivo possedere questa abilità: è una questione di volontà. Bodhicitta, per esempio, è una mente molto potente, sia a livello soggettivo che oggettivo. Allo stesso modo chi possiede la forza di volontà corretta e il mezzo tecnicamente necessario può trasferire la propria coscienza in una terra pura. È utile, quindi, conoscere i metodi speciali anche se si ritiene di non averne bisogno nel momento attuale. Forse oggi godiamo di ottima salute e pensiamo che la morte sia lontana, ma non ne siamo sicuri perché non esiste certezza di ciò che può accadere in realtà. È saggio, perciò, essere padroni, adesso, di queste tecniche in modo tale da essere pronti anche nella morte prematura. Se non ci prepariamo in anticipo, diventerà impossibile fare le pratiche per la migrazione della coscienza quando la morte si presenterà. Un proverbio tibetano afferma che un cavallo non può gareggiare correttamente senza allenamento. In modo simile dobbiamo prima esercitarci per, poi, applicare il po-wa nel tempo di morte. Per di più, anche se non sussiste la necessità della pratica personale del po-wa, può essere d’aiuto per trasferire la coscienza di altre persone. Avere la padronanza di questa tecnica, inoltre, permette di vivere senza paura: si sa cosa fare anche in una situazione di catastrofe. Se ci trovassimo in un momento difficile, avremmo la certezza di sapere che possiamo andare in un luogo migliore. Questo ci permette di essere tranquilli e non ansiosi. Deve essere ben chiaro che la pratica del po-wa e l’ottenimento della terra pura non sono facili. Perché ? Perché siamo legati al reame del desiderio con la catena di ferro del nostro afferrarci. Fino a che non rompiamo la catena dell’attaccamento, sarà impossibile raggiungere la terra pura di Amitabha. Quindi la preparazione necessaria a questa pratica è sviluppare una mente libera da beni materiali, dalle amicizie e così via. Questa è la vera preparazione. La nostra attitudine all’afferrarci è l’ostacolo effettivo al raggiungimento della terra pura di Amitabha. Ecco il motivo per cui, in Tibet, il monaco, che voleva morire, dava precise disposizioni sui suoi beni materiali, indicando in modo accurato come dovevano essere distribuiti. Di conseguenza non rimaneva nulla a cui aggrapparsi durante il tempo di morte. In Occidente si fa testamento. Lo scopo è essere capaci di andare nella terra pura di Amitabha senza rimanere bloccati dagli oggetti dei piaceri temporali. Questo è il nostro solito problema che interferisce sempre, anche nell’ottenimento della terra pura di Amitabha. A questo proposito vi racconto la storia di un anziano monaco morente, che aveva una grande difficoltà a trasferire la coscienza nella terra pura di Tushita in quanto era troppo legato al burro del suo tè. Il suo maestro comprese che la dipendenza era causata dall’attaccamento al tè al burro e così gli disse: “c’è un tè al burro migliore a Tushita”. Tali parole tranquillizzarono la mente del monaco, che fu in grado, quindi, di trasferire facilmente la coscienza. Ora passiamo dalle considerazioni filosofiche a quelle pratiche. Abbiamo bisogno di una concentrazione notevole per portare a termine il po-wa. Abbiamo anche la necessità particolare di preparare il nostro canale centrale (shushuma). Dobbiamo visualizzare chiaramente il canale, che dovrebbe essere più sottile nella parte terminale 49 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO inferiore rispetto a quella superiore. Il canale parte all’altezza di circa quattro dita al di sotto dell’ombelico e sale dritto fino alla sommità del capo, all’altezza di otto dita dietro l’attaccatura dei capelli. La sua natura è chiara e cristallina e non è mai solida o consistente ma liscia e soffice. È importante visualizzare correttamente senza forzare troppo la nostra mente. In accordo al tantra esistono livelli mentali grossolani, sottili e molto sottili. Noi utilizzeremo il livello mentale grossolano durante la pratica del po-wa in preparazione alla morte; quando giungerà il nostro momento di trasferire davvero la coscienza, verrà attivato il livello molto sottile. Durante l’evento del concepimento, le cellule embrionali della madre e del padre si uniscono; esse contengono le gocce essenziali di energia chiara e leggera, che esistono tuttora al centro del nostro cuore, all’interno del canale centrale. Tale goccia di energia molto sottile al cuore è conosciuta nella lingua tibetana come tig-le e in sanscrito bindu: la mente sottile è ubicata all’interno di tig-le. Nel momento migratorio della coscienza l’energia molto sottile e la mente molto sottile vengono sospinte dal canale centrale fino alla sommità del capo da cui fuoriescono per andare nella terra pura di Amitabha. La pratica di questa sera sarà esercitarsi sul canale centrale, visualizzandolo il più possibile vicino alla schiena, davanti alla spina dorsale e, per il momento, chiuso nella parte inferiore e aperto alla sommità del capo. Visualizzate, poi, l’energia primaria di tig-le, o sillaba seme, come se fosse un pisello minuscolo all’interno del canale all’altezza del cuore. Dopo aver focalizzato la vostra attenzione sulla sillaba seme, dovreste portarla, se ci riuscite, all’altezza della gola e poi alla sommità del capo. Da questa posizione strategica guardate verso il basso il canale centrale cercando di vedere il suo interno nel modo più nitido possibile. In seguito riportate la sillaba seme al centro della gola, poi al centro del cuore e infine fin sotto l’ombelico. Questa fase esplorativa del canale centrale è una preparazione eccellente per la pratica effettiva del po-wa. Prima di iniziare la meditazione sopra descritta, è utile visualizzare Buddha Amitabha seduto nello spazio davanti a voi, all’altezza della fronte; è di colore rosso rubino e il suo intero corpo è luce radiante e trasparente. Nelle pratiche effettive del po-wa, Amitabha dovrebbe essere visualizzato al di sopra del capo, ma, ora, in fase preliminare, è consentita la posizione frontale rivolta verso di voi. Dovreste iniziare la pratica con la presa di Rifugio in Amitabha e visualizzare, poi, l’energia lucente che si irradia dal suo corpo al vostro canale centrale, purificandovi da ogni ostacolo alla pratica. Questa luce purifica soprattutto la vostra mente dubbiosa e l’abitudine dell’afferrarsi con la quale vi aggrappate agli oggetti del reame del desiderio. Tale purificazione è molto utile e dovrebbe essere eseguita in modo esteso. La visualizzazione di purificazione vi permette di trasformare il corpo fisico grossolano in corpo di luce radiante. Una volta completata questa trasformazione, durante la meditazione, sarà più semplice visualizzare il canale centrale all’interno del vostro corpo. Meditare su di un corpo trasparente rende più semplice la 50 MORTE E RINASCITA visualizzazione del canale centrale e della sillaba seme di beatitudine al vostro cuore. Tig-le o sillaba seme dovrebbe essere di colore bianco trasparente come cristallo con una leggera sfumatura rossastra: un piccolo punto luminoso, una minuscola stella palpitante di luce bianca e dal bagliore rossastro. Focalizzate la concentrazione sulla sillaba seme, spostandola, poi, nei vari punti centrali descritti sopra. Durante il movimento verso l’alto e il basso, lungo il canale centrale, dovreste fare una breve pausa all’altezza di ogni punto. Ad esempio, dovreste fermarvi e emanare luce intorno a voi, quando siete all’altezza della gola. Pensate che questo bagliore ha il potere di rimuovere qualsiasi occlusione ostruttiva al ciakra della gola permettendo, in tal modo, all’energia di scorrere fluida lungo i numerosi piccoli canali che costituiscono il ciakra della gola. Questa stessa visualizzazione di purificazione andrebbe eseguita anche per gli altri ciakra. Per rafforzare la vostra visualizzazione del canale centrale e della sillaba seme, potreste abbinarla alla respirazione del vaso. Simile tecnica vi verrà spiegata, più avanti, con maggiori dettagli, ma, in breve, consiste nel far scendere un lungo e lento respiro fino all’addome e mantenere contratti i muscoli più bassi della zona pelvica (quelli coinvolti nella ritenzione di urine , feci ecc. ). In seguito focalizzerete la vostra attenzione sulla sillaba seme al cuore mentre trattenete il respiro. Nel momento in cui diventerà difficile trattenere il respiro, fate in modo di espirare lentamente sia dalle narici che dalla bocca. La respirazione del vaso, così mantenuta, aiuta la mente a sperimentare beatitudine e ad accrescere la concentrazione. Inspirare profondamente e contrarre i muscoli inferiori stimolano la confluenza, in modo impercettibile, delle energie inferiori e superiori e questo incontro vicendevole genera una sensazione di felicità. Quando si verifica una simile esperienza, dovete abbandonarvi, lasciandovi andare; dovete imparare a non afferrarvi al piacere senza prestare alcuna attenzione emotiva. Questo è un valido e effettivo esercizio mentale di cui tutti noi abbiamo bisogno. Per quanto concerne la visualizzazione del canale centrale, dovreste scegliere l’aspetto a voi consono. A questo punto della pratica non ha alcuna rilevanza se lo visualizzate sottile come una matita o ampio come un braccio, ma dovrebbe apparirvi più largo nella parte superiore che in quella inferiore. La pratica del po-wa non è semplice, poiché è strettamente connessa al vostro karma. Ragione per cui dovreste praticare nel modo a voi più congeniale e rilassato. In aggiunta alle tecniche illustrate fino ad ora, ci sono altre cose da fare per incrementare la pratica. Per esempio, questa notte, quando vi coricate, pensate di andare nella terra pura di Amitabha. Quando siete nel vostro letto, immaginate di appoggiare il capo nel grembo di Buddha Amitabha. Al vostro risveglio, la mattina, supponete di essere stati risvegliati dalla campana di saggezza di Amitabha che vi invita ad alzarvi. Quando intraprendete la sessione successiva di meditazione, visualizzate Amitabha stesso che entra in voi e pensate di essere in cammino verso la terra pura. Questo modo di pensare e di praticare è molto positivo – molto meglio del vostro agire e riflettere confuso e insensato. 51 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO É sufficiente per questa lezione. Dobbiamo terminare, come sempre, con la dedica con lo scopo di rinascere molto velocemente nella terra pura di Buddha Amitabha per beneficiare tutti gli esseri senzienti, nostre madri. Vi ringrazio. Seconda dissertazione 3 marzo 1981 Ieri ho detto che dobbiamo creare le cause adatte, o karma, per trasferire la coscienza nella terra pura di Amitabha. Quale è la causa effettiva per una simile rinascita? Prendere un saldo Rifugio in Amitabha, attualizzando bodhicitta, dedicando ogni attività virtuosa alla rinascita nella terra pura e ricordando ininterrottamente le sue eccellenti qualità. Se c’è l’accumulazione di tutte queste cause, ci sarà la certezza della rinascita desiderata nella terra pura. Le preghiere tibetane enfatizzano spesso la richiesta di salvezza dalla rinascita in uno dei tre reami inferiori. Non esiste possibilità di rinascita in questi stati sfortunati di esistenza per chi ha realizzato i tre aspetti principali del sentiero ( rinuncia, bodhicitta e visione corretta della vacuità ). Anche se fossimo responsabili della morte di milioni di persone durante la nostra vita, è possibile la salvezza da rinascite inferiori con l’incremento del pensiero compassionevole di bodhicitta per tutti gli esseri. Bodhicitta è l’autentico po-wa. Se avete la bodhicitta, non vi è alcuna possibiltà di ritrovarvi in un reame inferiore. È sufficiente la generazione della mente di bodhicitta nel momento di morte per ottenere rinascite superiori nonostante sia un’ottima idea imparare anche la tecnica del trasferimento di coscienza. Per coloro che hanno difficoltà a generare i tre aspetti principali del sentiero all’illuminazione, sono a loro disposizione i metodi del po-wa spiegati qui. Nei testi dell’Abhidharma si asserisce che una volta raggiunto il terzo livello del secondo sentiero – il livello pazienza del sentiero della preparazione – diventa impossibile ricadere nei reami inferiori. Significa che il bodhisattva di questo livello ha acquisito una tale sicurezza fiduciosa da non ricadervi mai più. Tuttavia anche prima di raggiungere un simile livello, i tre aspetti principali del sentiero chiudono le porte dei reami inferiori. La tecnica qui esposta, fa riferimento ad un testo in cui viene presentata come: “ il potente metodo per gli esseri malvagi per sfuggire alle rinascite inferiori”. È impossibile che persone come noi siano peggiori di Hitler, ma non possiamo, pero’, ricordare le azioni compiute nelle vite precedenti. Qualunque azione sia stata commessa dalla persona più crudele al mondo, nelle vite precedenti, non fa differenza. Quando compaiono i segni della morte, quella persona sicuramente eviterà le rinascite inferiori a condizione che abbia sviluppato la mente di grande compassione, applicato i quattro poteri opponenti, gli antidoti al karma negativo e praticato il potente metodo del po-wa. Pertanto non dovreste farvi ossessionare dalle negatività 52 MORTE E RINASCITA ma capire che sono fenomeni interdipendenti e che possono essere trasformati con i metodi appropriati. La conoscenza delle tecniche del po-wa è in grado di liberare la mente dalle apparenze ossessive e di utilizzare, invece, la visione di una terra pura. Vari commentari annoverano le qualità eccellenti della terra pura di Amitabha. Prima di tutto, come ho già detto, non sussiste più alcun pericolo di caduta nei reami inferiori se c’è rinascita nella terra pura. Inoltre la rinascita nella terra pura libera dalle otto condizioni sfavorevoli che, normalmente, ostacolano la pratica del Dharma. In poche parole, tutte le situazioni nelle quali ci si imbatte nella terra pura di Amitabha, sono favorevoli alla pratica del sentiero spirituale. Vi è anche una completa emancipazione dal dubbio mentale; una volta raggiunta questa terra pura, è inequivocabilmente certo il procedere sul sentiero mahayaha verso la completa illuminazione. Non ci sarà più alcun pericolo per la rinuncia all’aspirazione mahayana al posto di un impegno esclusivo alla liberazione personale, che è il traguardo del sentiero hinayana. Gli esseri di questa terra pura rinascono intuitivamente dal fiore di loto e non sono mai soggetti a morte prematura. Ogni piacere diventa spontaneo e immediato, poiché il solo pensiero di un delizioso godimento, diventa esperienziale. Ciascun corpo possiede i trentadue segni caratteristici di un buddha e ogni mente i cinque poteri telepatici: 1) spostarsi da un campo di buddha all’altro nella frazione temporale di un secondo 2) ricordare le proprie vite precedenti e le altrui 3) avere una visione senza ostruzioni delle terre pure e delle condizioni degli esseri senzienti 4) udire gli insegnamenti degli innumerevoli buddha 5) capire la mente e il comportamento degli altri esseri. Possedere queste qualità mentali straordinarie non è estremamente utile solo per il discepolo ma diventa essenziale anche per il maestro. Quando Buddha Shakyamuni era su questa terra, pronunciando semplicemente poche parole, era in grado di guidare migliaia di discepoli alla realizzazione. Questo era il risultato della sua abilità conoscitiva diretta e intuitiva delle menti dei discepoli. Per concludere, nella terra pura di Amitabha avrete la capacità ininterrotta di incontrare esseri completamente illuminati e ricevere i loro insegnamenti. La potenzialità di una mente delle terre pure è evidente. Provate ad immaginare la potenza straordinaria di una mente che rimane focalizzata su bodhicitta per ventiquattro ore al giorno. Per una mente simile, l’illuminazione non è certamente molto distante. Al momento, tuttavia, la mente è impegnata in pensieri mondani, sprecando, in tal modo, gran parte del tempo. Nella terra pura di Amitabha la mente è focalizzata ininterrottamente su metodo e saggezza. Per tale ragione si realizza l’illuminazione molto velocemente. Attraverso la comprensione di queste qualità eccellenti della terra pura di Amitabha dovreste nutrire la risoluta aspirazione di una simile rinascita. Tutti noi abbiamo una certa comprensione dell’attuale condizione esistenziale e riponiamo fiducia nella nostra capacità di migliorare la 53 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO mente. La fiducia sincera nel sentiero mahayana diventa imprescindibile per evitare risultati negativi di un uso improprio di queste tecniche. Ora, pertanto, visualizzate Buddha Amitabha che purifica ogni vostra oscurazione e ostacolo, dandovi la garanzia che la pratica del po-wa vi guiderà sicuramente verso una rinascita nella sua terra pura. Meditate i metodi del trasferimento di coscienza con grande compassione. (recitazione delle preghiere per l’incremento del Rifugio, della bodhicitta e dei quattro pensieri incommensurabili) Quando visualizzate Buddha Amitabha sopra il vostro capo, un fascio di luce dal suo cuore entrererà in voi attraverso il canale centrale. In tal modo si creerà un flusso ininterrotto dal cuore di Buddha Amitabha al vostro. Questo passaggio di scorrimento è ermetico senza fessure o imperfezioni. Il grande mahasiddha Naropa disse: “ci sono nove porte di accesso nel nostro corpo, di cui otto samsariche. La nona entrata, la porta mahamudra o della grande liberazione è posizionata sulla cima del capo”. Le altre porte conducono a una rinascita nei vari reami samsarici: non sono, quindi, passaggi idonei alla dipartita della coscienza. Per tale ragione il raggio di luce bianca di Amitabha penetra dalla cima del capo sino al canale centrale, creando il passaggio attraverso il quale la nostra coscienza può avanzare. Un canale ininterrotto e indistruttibile di radiosa luce bianca scaturisce dal nostro ombelico (quattro dita al di sotto) fino al cuore di Buddha Amitabha. Al centro del nostro cuore, all’interno del canale centrale, è ubicata la sillaba seme, l’essenza della nostra mente: ha la dimensione e la forma di un minuscolo pisello; è di colore bianco ma emette un bagliore rossastro. Questa goccia bianca è estremamente leggera, talmente lieve che pare pronta a spiccare il volo. Essa è estremamente delicata, pura, cristallina: una piccola stella al nostro cuore, un fascio di luce simile a un arcobaleno. Questa goccia luminosa è la mente sottile che normalmente si attiva nel tempo di morte. In un luogo idoneo e secondo il metodo, dovreste mantenere la mente in concentrazione univoca sulla goccia con l’aspirazione profonda di diventare inseparabili dalla mente di Buddha Amitabha. È molto importante sviluppare questo intenso desiderio per superare il divario dualistico tra la vostra mente e quella di Amitabha: dovreste diventare una cosa sola. Allo stesso tempo la mente in forma di minuscola sillaba seme, o goccia, dovrebbe dirigersi verso l’alto, attraverso il canale centrale fino al cuore di Amitabha. Ascoltate la parola di Amitabha che vi invita a salire e a raggiungerlo. Dal cuore di Buddha Amitabha un raggio di luce rossa radiosa aggancia, come un uncino, la vostra mente nell’aspetto della sillaba seme. Questo uncino di luce rossa e radiosa scende attraverso il canale di luce fino alla vostra mente esercitando su di essa una forza di attrazione verso l’alto. ( recitazione delle preghiere ) 54 MORTE E RINASCITA Inspirate, poi, dalle narici e comprimete l’aria nella zona dell’ombelico. Irrigidite, quindi, i muscoli pelvici e spostate le energie dal basso verso l’alto. Cercate di avere la sensazione che la sillaba seme, colma di devozione per Buddha Amitabha, stia per librarsi in volo. Nello stesso momento le energie spingono la sillaba seme dal basso verso l’alto mentre anche l’uncino di luce rossa la trascina verso l’alto. Così potenziata, la mente molto sottile passa dal ciakra della gola alla cima del capo, dal loto al disco di luna fino a raggiungere il centro del cuore di Buddha Amitabha. A questo punto diventa inseparabile dall’onnipresente saggezza non-duale di Amitabha evidenziata da un fulgore di beatitudine al suo cuore. Tramite la recitazione del mantra primario HIC, la vostra coscienza sottile sotto forma di sillaba seme vola al cuore di Buddha Amitabha. Imputate il suo cuore come meta principale della vostra mente. Considerate il canale di luce radiosa come un sentiero verso la vostra meta. Reputate, infine, la vostra mente molto sottile con la forma di sillaba seme, come un viandante in cammino verso la meta. È molto importante ricordare questi tre punti durante la pratica. In seguito, la recitazione di KAAH spinge la mente a ripercorrere il canale di luce e a ritornare al vostro cuore. Allora ripeto: durante la recitazione della prima sillaba dovreste avere la sensazione che la mente stia andando in alto fino a raggiungere l’inseparabilità con l’onnipresente saggezza di beatitudine di Buddha Amitabha. Con la recitazione della seconda sillaba, la vostra mente lascia questa condizione per ritornare al vostro cuore. L’intera modalità si suddivide in: 1) visualizzazione della mente molto sottile come luminosa e molto leggera al vostro cuore 2) aspirazione all’inseparabilità con la mente di Buddha Amitabha 3) respirazione lenta e profonda senza perdere la concentrazione 4) compressione del respiro all’ombelico, irrigidimento dei muscoli pelvici e spinta dell’energia verso l’alto 5) recitazione di HIC mentre la spinta energetica e il rosso uncino portano la vostra mente verso l’alto 6) meditazione sull’inseparabilità della vostra mente molto sottile con quella di Buddha Amitabha 7) recitazione di KAAH mentre la coscienza ridiscende. Ripetete la pratica di questi stadi svariate volte. Focalizzate, quindi, l’attenzione sulla ciotola delle offerte di Buddha Amitabha da cui fuoriesce il nettare che comincia a scorrere nel vostro canale centrale fino a colmare l’intero sistema nervoso di bianca energia di beatitudine. Questa visualizzazione rafforza le energie probabilmente disperse durante la pratica. Come già spiegato, Guru Buddha Amitabha si dissolve in luce, scende nel canale centrale e diventa inseparabile dal vostro cuore. In questo modo Egli diventa inseparabile dalla vostra coscienza molto sottile. Al termine ricordate la dedica. 55 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Terza dissertazione 3 marzo 1981 Durante la pratica la concentrazione assume grande rilevanza. Il trasferimento avviene tramite la concentrazione coadiuvata dalla tecnica di respirazione, come già spiegato. Con la pratica di altre meditazioni molte persone sanno già che l’aria inspirata passa dal canale destro e sinistro che si uniscono a quello centrale o shushuma al di sotto dell’ombelico. Allora è il momento di contrarre i muscoli inferiori e precisamente quelli dell’ano e dell’organo sessuale. Può essere d’aiuto irrigidire anche i muscoli dei piedi e delle mani. Potrete percepire chiaramente come la contrazione spinga l’energia dal basso verso il canale centrale: non si tratta solo di semplice immaginazione. È molto importante praticare queste tecniche adesso. Se ciò non avviene, non si potranno applicare nel tempo di morte, nonostante se ne conosca la successione. Dovrebbe essere considerata una delle nostre pratiche ordinarie di Dharma. Forse riteniamo di aver imparato tutto e che non ci siano altri antidoti da conoscere, ma non appena insorge l’afflizione mentale, siamo completamente indifesi. L’antidoto non viene sempre applicato in modo corretto. Pertanto dovremmo impegnarci ora nella pratica delle tecniche del po-wa. In verità, si tratta di tecniche molto facili, semplici, scientifiche e molto pratiche. Non esiste alcun motivo di insuccesso. I maestri spirituali sostengono che la concentrazione sulla pratica dovrebbe essere talmente forte da non essere disturbata neanche da un branco di cani inferociti. È importante praticare adesso perché nei momenti della morte, quando sarà necessario mettere in pratica gli insegnamenti, sarà molto probabile che insorgano ostacoli e interferenze. Dovremmo prepararci sin d’ora perché siamo liberi da simili problematiche. Alcuni insegnamenti affermano che ciascuna delle otto porte samsariche dovrebbe essere sigillata dalla sillaba HUM al fine di prevenire l’uscita della coscienza da una di esse. Tuttavia non è strettamente necessario visualizzare queste lettere. Perché? Perché abbiamo già visualizzato un’unica apertura nel canale centrale – la sommità del capo. La visualizzazione corretta, quindi, del canale centrale non comporta alcun pericolo di uscita della coscienza da una di queste altre porte. Tuttavia se permane una sensazione disturbante causa le porte samsariche del vostro corpo, potete sigillarle come descritto. Anche se non ne avvertite la necessità ora, vi sarà probabilmente d’aiuto nei momenti di morte allorquando la concentrazione si farà più debole rispetto all’attuale. Riveste molta importanza ricordare che la goccia di luce trasparente al cuore è la nostra coscienza sottile. Dovremmo accettare e capire che è la coscienza derivante dalle vite precedenti e la costituente di quelle future, percependola leggera come una piuma, estremamente delicata e cristallina. Tutto ciò di cui necessita è una semplice causa 56 MORTE E RINASCITA per librarsi prontamente in volo. Dal cuore di Buddha Amitabha una luce rossa radiosa si propaga in modo fulmineo verso il basso e aggancia la mente sottile al vostro cuore. Durante la recitazione di HIC, l’energia di luce rossa del cuore di Amitabha attira la mente verso l’alto nello stesso istante in cui la forza sottostante dell’aria la sospinge verso l’alto. La spinta di elevazione non comporta, tuttavia, grande sforzo: è semplice e automatica perché, eseguendo l’esatta visualizzazione, esiste un’unica via da seguire. Vi sono alcuni segni che si manifestano con il successo della pratica e di cui parleremo con maggiori dettagli più avanti, ma uno di questi è la sensazione di prurito alla sommità del capo. Alcune persone possono persino acquisire poteri telepatici o la capacità di vedere un’altra realtà. Questo è possibile. Nei tempi antichi i maestri testavano la perizia dei discepoli in questa meditazione infilando il gambo di un fiore nella cavità alla cima del capo: se le meditazioni avevano successo, la cavità aumentava la sua ampiezza e il fiore manteneva la posizione eretta. La mia intenzione è di fare lo stesso con voi al termine di questo corso! Amitabha è, in generale, una divinità appartenente al livello inferiore delle classi del tantra, ma, come ho già specificato, questa tecnica particolare deriva dal livello più alto del tantra. Questa pratica è di grande beneficio per gli occidentali in quanto svela un aspetto totalmente differente della realtà in un lasso di tempo molto breve. È di grande aiuto nel far crollare i forti preconcetti riguardanti la realtà. Esistono molti modi differenti per svolgere questa pratica e quello spiegato sino ad ora, utilizza una HIC prolungata per sospingere la coscienza verso l’alto. Un altro metodo impiegato è quello delle tre HIC: la prima porta la mente all’altezza della gola, la seconda alla sommità del capo e la terza la spinge nel cuore di Amitabha. Questi metodi sono ugualmente efficaci e dipende da voi la scelta, in base alle vostre esigenze. Inoltre l’utilizzo delle preghiere dovrebbe essere applicato a seconda dei bisogni individuali e sono utili in quanto stimolano la sensibilità richiesta. Tuttavia potete renderle più brevi a vostro piacimento se pensate siano troppo estese per voi. Un’ultima parola prima di provare queste tecniche ancora una volta. Un’ottima idea è la meditazione del po-wa di gruppo: meglio della pratica individuale, perché in questo modo ci si controlla vicendevolmente prevenendo qualsiasi rischio. Infatti esiste una remota possibilità che la persona in solitudine possa avere delle complicazioni. Quarta dissertazione 4 marzo 1981 - Sessione di domande e risposte 57 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Studente: subentra il lung, quando stringo mani e piedi durante la pratica. La pratica è corretta anche senza l’irrigidimento di questi muscoli? Lama: non devi farlo se diventa disturbante. Infatti puoi persino abolire le tecniche di respirazione se mantieni una buona concentrazione. Coloro i quali ritengono sia di aiuto, dovrebbero trattenere il respiro e contrarre i muscoli come descritto. Come accennato prima, è molto probabile che la concentrazione non sia elevata nei momenti di morte e la respirazione forzata, abbinata alle tecniche di contrazione muscolare, può essere di grande aiuto. Studente: avete affermato che gli yogi del passato hanno fatto uso del po-wa per sottrarsi a situazioni difficili. Come posso sapere quando l’applicazione di queste tecniche diventa appropriata? Lama: dunque, prendi l’esempio del monaco che aveva saputo dell’arrivo dei cinesi. Egli aveva più di cinquant’anni e sapeva di non poter fare molto di più. Avendo ben chiaro questo, decise di dipartire. Allo stesso modo se hai la certezza di trovarti in una simile situazione, ove il mantenere la tua condizione diventa totalmente inutile, allora puoi usufruire anche tu di queste tecniche. Devi, comunque, avere saggezza. Studente: ho posto questa domanda in quanto molti occidentali credono che la vita venga data da Dio e non si dovrebbe rinunciarvi prima che sia Lui a toglierla. Lama: la coscienza che diventa inseparabile dal cuore di Amitabha e Dio che se la riprende sono la stessa cosa. Non esiste alcuna differenza, per me, tra Amitabha e Dio. Va bene, quindi, che la vostra coscienza entri in unione con Amitabha. Importante è spezzare le catene di ferro che ci tengono legati ai piaceri mondani e se ciò non avviene, non esiste possibilità di successo. C’è la storiella di un ricco uomo d’affari che, nella morte, rimaneva avvinghiato alle sue numerose proprietà e che ebbe, poi, una rinascita da serpente: visse nella medesima casa, attaccando chiunque osasse impossessarsi dei suoi averi. Oppure la storia del monaco che aveva troppo attaccamento per la sua ciotola delle offerte: egli rinacque come preta inseguendo la ciotola da un proprietario all’altro. Anche se abbiamo familiarizzato con queste tecniche, ma la nostra mente continua ad essere molto coinvolta nella realtà dell’afferrarsi al sé, sarà impossibile trasferire la coscienza con successo. Questa è la ragione per cui abbiamo bisogno di tecniche energiche e risolute. Studente: vorrei la sua opinione sull’assorbimento al cuore di Buddha Amitabha. In quel momento si dovrebbe visualizzare anche la terra pura? Lama: non è necessario farlo. Cerca semplicemente di avere la sensazione di essere inseparabile dall’onnipresente saggezza nonduale di Amitabha nell’istante in cui sei nel suo cuore. È meglio porre maggior enfasi sull’inseparabilità dalla saggezza piuttosto della visualizzazione della terra pura. Studente: se si ottiene l’abilità di trasferire la coscienza, perché non farlo subito? 58 MORTE E RINASCITA Lama: è considerato un errore rinunciare al proprio corpo per chi ha ricevuto un’iniziazione della classe più alta del tantra. Sarebbe come uccidere un tathagata o commettere un suicidio. Studente: ma non è forse vero che nella terra pura di Amitabha si può raggiungere l’illuminazione molto velocemente e, quindi, aiutare gli altri persino dopo breve tempo? Lama: sì, nella terra pura non esiste la seccatura di trovarsi un lavoro né di allevare i figli; la pratica del sentiero è senza sosta. Studente: lasciare il proprio corpo con la motivazione di beneficiare gli altri non è , quindi, da considerarsi un suicidio. Lama: va bene a condizione che sia il momento giusto per la tua decisione. Studente: è vero che il modo più rapido per ottenere l’illuminazione è la nostra attuale rinascita umana a condizione che permanga il karma di restare in vita ? Lama: è sicuramente possibile ma dipende da cosa combinate durante la vostra esistenza. Ciò che mi spaventa è il modo in cui molti occidentali vivono. In America, ad esempio, la gente è sempre di corsa, sin da quando si sveglia: diventa assai difficile non essere risucchiati da quello stile di vita e se ciò accade è praticamente impossibile usufruire della rinascita umana nel modo migliore. Studente: è consentito o consigliato visualizzare se stessi nella divinità di meditazione durante lo svolgimento delle pratiche del po-wa a condizione che si abbia il permesso appropriato? Lama: sì, va bene. In effetti alcune persone trovano più facile visualizzare se stessi in Cenresig per rimuovere la realtà della concezione del sé in generale e del corpo fisico in particolare. Ciò può essere di beneficio. Studente: si dice che ci siano animali nelle terra pura. È vero? Lama: sì, nella terra pura ci sono uccelli, daini e molti altre specie animali: svolgono la funzione di rinvigorire e incrementare la pratica personale; non emettono mai vibrazioni negative e sono d’aiuto per la pratica individuale. Studente: allora questi animali sono, in realtà, dei bodhisattva oppure esseri sfortunati che in qualche modo hanno commesso degli errori nella pratica del po-wa? Lama: sono dei bodhisattva. ( risata) Studente: è possibile percepire la sofferenza degli esseri senzienti nelle terre pure? Lama: nelle terre pure non esistono sofferenze. Studente: allora come è possibile incrementare la compassione? Lama: ci sono molti altri stati di esistenza, numerosi sistemi solari. Sebbene non vi sia sofferenza nelle terre pure propriamente dette, un bodhisattva è in grado di vedere gli esseri che risiedono in altri reami e incrementare compassione per loro. 59 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Studente: è possibile entrare in stadi di assorbimento con questa pratica? Lama: sì, i venti si dissolvono nel canale centrale a condizione che vi sia una profonda concentrazione sulla goccia cristallina al cuore. Ogni volta che ciò avviene si sperimentano i segni premonitori dell’assorbimento. È richiesta la massima concentrazione. Infatti se siete abbastanza consapevoli, potete notare gli stessi assorbimenti nella beatitudine dell’orgasmo sessuale. Studente: per prepararci alla pratica del po-wa ci sono segni premonitori in prossimità della morte? Lama: sì, ve ne sono molti. Si possono percepire nei sogni, nei mutamenti del sistema respiratorio, nell’aura corporale e così via. Molti anziani sanno quando stanno per morire. Spiegazioni più dettagliate di questi segni premonitori di morte vi verranno date in seguito. Studente: è possibile realizzare la terra pura di Amitabha con la sola devozione? Lama: sì, è decisamente possibile. I testi asseriscono che la rinascita in una terra pura non è il risultato di un’azione karmica specifica, ma avviene piuttosto per la forza della preghiera/richiesta e dell’intensa concentrazione. Studente: dopo la recitazione di HIC c’e’ la completa dissolvenza nel cuore di Buddha Amitabha, chi recita, quindi, KAAH per riportare la coscienza verso il basso? Lama: il livello sottile della mente sale e scende; il livello grossolano della mente recita HIC e KAAH. Durante la pratica effettiva non dovresti farti coinvolgere da simili domande. Semplicemente emetti questi suoni e considerali il segnale per far salire la mente e farla scendere nuovamente. Studente: esiste la possibilità di far uso di questa pratica per dare conforto ad amici cristiani durante le fasi di morte? Lama: sì, per esempio, potresti aiutare il morente a visualizzarsi nel cuore di Cristo o rammentargli un ambiente puro e sacro. Studente: è necessario stare seduto e in posizione eretta nella morte? Lama: no. Molti praticanti muoiono in posizione sdraiata, la stessa tenuta da Buddha nel trapasso e il po-wa può essere praticato anche in questa posizione. Studente: alcuni di noi potrebbero trovarsi nella situazione di assistere morenti in circostanze assai preoccupanti: non ci sono esseri altamente realizzati nei dintorni e il corpo del morente sta per essere rimosso prima che la coscienza lo abbia lasciato e così via...in simili casi dovremmo sollecitare la cavità alla cima del capo prima che qualcun’altro interferisca? Lama: è una buona idea, dovreste farlo se possibile. Inoltre potreste persino eseguire il trasferimento di coscienza per quella persona a condizione che siate abili nel farlo. La concentrazione è il punto 60 MORTE E RINASCITA fondamentale: se la vostra è profonda, potete visualizzare la mente del morente al suo cuore, poi, dal canale centrale alla sommità del capo per raggiungere la terra pura di Amitabha. Studente: lei ha detto che è pericoloso praticare queste tecniche in solitudine. Se stiamo praticando con altre persone, cosa si può fare nel caso sorgesse una complicazione? Lama: prima di tutto se la concentrazione è debole, non ci sarà alcun pericolo durante la pratica. Tuttavia può accadere che qualcuno cominci a “sballare”e a perdersi; è probabile che la coscienza lo abbandoni accidentalmente per via della potenza della pratica. Se vi accorgeste che “sta sballando”, potete colpirlo in modo energico nella parte intorno alle ginocchia: ciò aiuta a riportare la coscienza nel corpo. Potete anche urlare a gran voce KAAH. Studente: nel tempo di morte come si può decidere di praticare il po-wa o seguire, invece, altre tecniche tantriche e utilizzare la chiara luce della morte come il sentiero per il Dharmakaya? Lama: se si è certi di percepire l’esperienza di chiara luce e fonderla con la vacuità, allora è ciò che andrebbe sicuramente fatto e non c’è bisogno della pratica del po-wa. Tuttavia se non si ha una notevole familiarità, si dovrebbe ricorrere, invece, al po-wa. Un autentico praticante sarà in grado di giudicare quale tecnica può essere adatta a lui o lei . Si dovrebbe, inoltre, ricordare l’enorme potenzialità protettiva dei tre aspetti principali del sentiero. Ad esempio, se si sviluppa la mente effettiva di bodhicitta, non importa cosa si faccia nei momenti di morte: non c’è nulla di cui preoccuparsi. Si recita semplicemente: “possa io rinascere in qualunque luogo sia di beneficio per gli altri esseri senzienti. Oh, buddha e bodhisattva, portatemi dove io possa essere più utile. Fossero anche i reami infernali, non importa”. Studente: come dovremmo praticare una volta che il ritiro sarà terminato? Lama: dovreste praticare tutti i giorni fino a quando riceverete i segnali di successo nella pratica. In seguito, sarà sufficiente rivedere la pratica solo occasionalmente, diciamo una volta al mese, proprio per non dimenticarvene. Studente: è stato detto che, durante la pratica, la sillaba seme al cuore dovrebbe essere molto luminosa. Io riesco a visualizzare la sillaba ma priva di luce radiosa. È un errore? Lama: no, non importa che emetta luce a patto, però, tu possa visualizzare, con buona concentrazione, la mente sottile come una goccia al tuo cuore. Il proposito della meditazione è visualizzare e sviluppare concentrazione sulla goccia; l’emissione di luce non è essenziale. L’importante è entrare in contatto con l’oggetto di meditazione che può anche essere visto come una piccola goccia di sangue o di rugiada trasparente. Se riesci a mantenere la concentrazione sulla goccia al tuo cuore, non devi preoccuparti della luminosità. 61 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Studente: Lei ha sottolineato la pericolosità della pratica in solitudine in quanto esiste la possibilità di lasciare accidentalmente il corpo. Perché lo considera rischioso? Lama: lasciare il corpo dopo aver preso la grande decisione è una cosa, ma è ben altra farlo in modo accidentale. In quest’ultimo caso non c’è l’intenzione di andarsene ma è la forza della meditazione che spinge casualmente la mente fuori dal corpo; non essendo preparati a questa evenienza, sussiste ancora un forte legame con le catene dell’attaccamento ai piaceri samsarici e il risultato sarebbe la rinascita come spirito famelico al posto di una terra pura. Studente: significa che è possibile per la coscienza fuoriuscire dal chakra del capo e rinascere, ciò nonostante, in un reame inferiore? Lama: sì, può accadere semplicemente perché la coscienza si allontana in modo casuale come risultato della forza meditativa. È meglio, quindi, meditare in compagnia quando non si è esperti, al fine di evitare incidenti di questo genere. Studente: perché ritiene sia meglio percepire la chiara luce nei momenti di morte piuttosto che praticare il po-wa? Lama: con l’addestramento alle pratiche tantriche si può cogliere l’esperienza di chiara luce della morte per ottenere la realizzazione intuitiva della vacuità, che permetterà di raggiungere il primo bhumi del bodhisattva. È molto meglio della rinascita in una terra pura. Una volta ottenuto il primo bhumi non si è solo più esperti di un bodhisattva ordinario di una terra pura, che deve ancora praticare il sentiero dall’inizio, ma si possiede anche l’abile mezzo di andare nelle terre pure secondo la propria volontà. Nel tempo di morte è, quindi, meglio usufruire delle tecniche tantriche rispetto al po-wa. Tuttavia la pratica del po-wa è preferibile se non si possiede la totale sicurezza nelle tecniche tantriche. I metodi meditativi del po-wa sono di grande beneficio anche se non sono abbinate alle tecniche di respirazione. In generale le problematiche emergono quando l’energia si riversa nella direzione sbagliata e nei punti inadatti: questa è l’origine della malattia fisica e mentale. Si può, comunque, migliorare il flusso energetico del corpo e, allo stesso tempo, curare molte problematiche a condizione che vi sia la corretta concentrazione sul canale centrale e sulla sillaba seme al cuore. La concentrazione focalizzata all’interno del canale centrale rimuove la distrazione che provoca molti impedimenti. Focalizzarsi sull’oggetto di meditazione all’interno del canale centrale è molto più efficace del concentrarsi su qualcosa all’esterno. La contemplazione del canale centrale all’altezza del cuore è una meditazione estremamente semplice, potente e di beneficio. Studente: potrebbe dare ulteriori spiegazioni dell’uncino di luce rossa che proviene dal cuore di Amitabha? Lama: non è indispensabile visualizzare la luce rossa. È un ulteriore e semplice aiuto per sospingere la coscienza attraverso il canale centrale – si può tralasciare se diventa una scomodità. Non è neanche necessario visualizzare l’uncino. Si può piuttosto pensare a una luce rossa che lampeggia dal cuore di Amitabha come un fulmine verso il basso, esercitando un’attrazione magnetica sulla mente. Questa è un’altra visualizzazione, forse più agevole per voi. 62 MORTE E RINASCITA Studente: ci ha consigliato di visualizzare la mente molto sottile all’altezza del cuore. È il punto ideale? Lama: sì, vi sono molti vantaggi con la concentrazione al centro del cuore. Il chakra del cuore è un punto speciale e il suo dischiudersi, con la meditazione, è di grande aiuto. Inoltre se siete preoccupati dei possibili pericoli della meditazione del po-wa, portate la sillaba seme dal chakra del cuore fino alla sommità del capo e non oltre durante la recitazione di HIC e fate in modo che non fuoriesca dal vostro corpo: non sussisterà più alcun pericolo e la pratica manterrà la sua efficacia. Studente: durante la pratica sospingiamo la mente in forma di sillaba seme verso il cuore di Amitabha. Significa che rinasceremo nella terra pura di Amitabha con l’aspetto della sillaba seme? Lama: no. Dal cuore di Amitabha la mente viene indirizzata verso il centro di un fiore di loto dal quale emergiamo con un corpo di luce completamente purificato. Questo non deve essere visualizzato: avviene automaticamente una volta raggiunto il cuore di Amitabha. Molti praticanti prediligono la posizione rivolta verso ovest quando stanno per morire. È il probabile segnale che intendono praticare il trasferimento della coscienza nella terra pura di Amitabha. Quando io stesso medito, trovo più agevole la direzione ovest o est piuttosto che quella a nord o a sud – forse è solo una mia superstizione. Ad ogni modo molte persone hanno addestrato la mente con gli insegnamenti del po-wa e hanno affrontato la morte con successo; non esiste motivo per cui non dovreste anche voi riscuotere successo nella pratica. Tutto quello che c’è da fare è allenarsi correttamente. Quinta dissertazione 5 marzo 1981 In generale è necessario ricevere l’iniziazione della divinità conferimento di poteri o autorizzazione – per il trasferimento di coscienza nella terra pura della divinità specifica. Cosa significa ricevere un’iniziazione? L’ottenimento della realizzazione delle quattro grandi iniziazioni è una faccenda abbastanza personale e delicata. Per esempio, Naropa praticò sotto la guida di Tilopa per molti anni fino a che non venne considerato idoneo ad essere da lui iniziato. Egli ottenne immediatamente, in un istante, le realizzazioni di quelle iniziazioni, poiché era molto preparato e qualificato. Questo era il percorso tradizionale dei discepoli che venivano guidati sul sentiero all’illuminazione. Oggigiorno la situazione è molto diversa. Le iniziazioni vengono conferite pubblicamente e rimane il grande dubbio che solo un piccolo gruppo di noi le riceva davvero. Ricevere un’iniziazione è effettivamente un evento raro e speciale: questa è l’essenza. Quando ci viene chiesto se abbiamo un certa iniziazione, la maggior parte di noi risponde: “sì, questo lama ha conferito l’iniziazione ed io ero là”. Non significa ricevere qualcosa per il solo fatto di essere presenti all’autentica cerimonia. Dopo tutto 63 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO anche numerosi insetti, ragni, cani, gatti ecc. sono presenti, ma hanno ricevuto l’effettiva iniziazione? Non ritengo, comunque, sia questo il modo di ottenere le realizzazioni delle quattro grandi iniziazioni, benché io sia convinto che qualcosa si riceva con la semplice presenza alla cerimonia. La maggior parte di noi può affermare di aver fabbricato e prodotto l’imitazione artificiale dell’esperienza effettiva. Ma questo è positivo comunque! Abbiamo, in ogni caso, ricevuto benedizioni e grandi ispirazioni, non dovremmo scoraggiarci. Anche se non siamo altamente qualificati, possiamo ancora trarne un beneficio futuro. Una volta uno dei miei maestri mi disse che se riceviamo un’iniziazione e rinasciamo, poi, come animali, il beneficio rimane: saremo animali molto possenti! Ovviamente il beneficio più grande di una iniziazione è ricevere il seme (la causa) che, in condizioni appropriate, potrà maturare istantaneamente nell’esperienza dell’illuminazione. Vorrei sottolineare che ricevere un’iniziazione non è una faccenda semplice; non c’è nessuna ragione per diventare arroganti e ritenere di aver fatto qualcosa di straordinario per il solo fatto di aver presenziato a una cerimonia di iniziazione. La maggior parte delle volte sussiste il dubbio di aver ricevuto effettivamente l’iniziazione, che non vuol dire negare di avere ricevuto qualcosa di cui valeva la pena. In termini di beneficio altruistico, dovremmo fare qualche esperienza personale prima di insegnare questi metodi. Non significa dover ottenere il completo successo ma almeno aver raggiunto un certo livello di realizzazione con la pratica. In un secondo tempo daremo insegnamenti agli altri per beneficiarli – senza dubbio non vi è nessun beneficio quando l’insegnamento si basa solo sulle parole senza che vi sia un’esperienza effettiva. È già stato accennato che uno degli ostacoli alla rinascita nella terra pura di Buddha Amitabha è la non osservanza degli impegni (samaya) tra il guru e il discepolo. Afferrarsi ai piaceri, ai parenti e agli amici diventa un ostacolo enorme al trasferimento della coscienza. Tutte le relazioni sono transitorie, persino i rapporti tra fratelli e sorelle di dharma: aggrapparsi a simili rapporti diventa, ovviamente, un notevole impedimento alla nostra pratica. Dobbiamo capire e accettare che la causa di un’eventuale separazione si crea nel momento in cui incontriamo qualcuno. Un incontro sfocia sempre in una separazione e, osservando attentamente le nostre esperienze, noteremo che corrisponde al vero. Non importa quanto piacere riceviamo da qualcuno o da qualcosa perché giungerà il momento in cui ogni connessione svanirà. Non c’è bisogno di riflettere a lungo per ammetterne la sua veridicità. Tutto è momentaneo e nel tempo di morte nessuno potrà aiutarci. Non solo il fallimento ma, peggio ancora, l’attaccamento creatosi, provoca grosse difficoltà. Se riflettiamo, possiamo notare come il nostro migliore amico può facilmente diventare il nostro peggior nemico. Prendete l’esempio di una coppia che ha convissuto per quaranta o cinquant’anni: quando uno dei due muore, l’altro è talmente addolorato da rinunciare a vivere. In alcune regioni dell’India, con la morte del marito, la moglie si immola 64 MORTE E RINASCITA sul rogo funerario. Questa è ignoranza ma, in un certo qual modo, abbiamo lo stesso comportamento. Ecco perché diventa importante prepararci sin d’ora. Tramite la pratica del po-wa dovremmo arrivare alla comprensione dell’inutilità del rimanere aggrappati alle cose. Dovremmo ottenere, come minimo, questa realizzazione. L’addestramento del po-wa e la preparazione personale alla morte dovrebbero spingerci ad essere più accomodanti. Dovremmo imparare ad accettare la natura impermanente della nostra esistenza, delle relazioni e così via. Non sono, quindi, particolarmente interessato alla vostra abilità nel po-wa ma piuttosto al vostro atteggiamento più accomodante e realistico nei confronti della vita e della morte. Questi insegnamenti avranno successo solo quando avrete imparato ad accettare la morte dei vostri cari come un accadimento naturale, sia che siate o non siate esperti nelle tecniche del powa. Nel mondo ci sono molte persone preoccupate della morte. Il Lam-rim indica chiaramente le sofferenze specifiche degli esseri umani: il travaglio della nascita, la malattia, l’invecchiamento e persino la morte. Gli insegnamenti del po-wa sono di grande beneficio in quanto rappresentano un modo per superare la paura della morte. Inoltre sono un’alternativa alle altre pratiche di dharma che, con le nostre debolezze, forse, sono state la causa della creazione del nostro karma negativo: la rottura dei voti e così via. Per tutte queste svariate ragioni, quindi, gli insegnamenti del po-wa sono molto preziosi. Una certa quantità di citazioni scritturali usa l’analogia del loto per spiegare la nostra condizione attuale. Il loto nasce e cresce nel fango ma il suo fiore è sempre immacolato. Allo stesso modo possiamo liberare noi stessi da una condizione contaminata con la pratica del powa nonostante l’effettiva coscienza molto sottile sia imprigionata in un corpo contaminato. Anche se abbiamo commesso una delle gravi azioni negative, come uccidere il padre o la madre, è ancora possibile conseguire il trasferimento della coscienza e raggiungere la terra pura di Amitabha. Anche se toglieste la vita a un buddha durante la prima colazione, a un bodhisattva a pranzo e a un arhat per cena, ogni giorno per molti anni, avreste ancora l’opportunità di trasferire la coscienza in una terra pura a condizione che siate sufficientemente abili per farlo. Si può purificare tutto con l’abilità. Uno dei Panchem Lama, considerato essere Buddha Amitabha stesso, una volta scrisse: “ il metodo per raggiungere l’illuminazione senza la meditazione è il powa”. Pertanto è inutile essere ossessionati dalle negatività e pensare di essere la persona peggiore al mondo. Dovreste, invece, considerarvi fortunati di essere rinati come umani con l’opportunità sia di vivere sia di morire con successo. Non dovreste scegliere il momento sbagliato per praticare il po-wa. Per esempio una modesta malattia non significa una morte imminente; ci sono molte altre cose da fare al posto della pratica del po-wa: le puja di lunga vita neutralizzano l’esaurirsi dell’energia vitale, l’impegno benefico contrasta la perdita del patrimonio. In Tibet gli animali destinati alla macellazione vengono comprati e rimessi in libertà al fine di incrementare la durata della vita di un essere umano. Ci sono molte altre cose che potete fare per prolungare la vostra vita. 65 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Nella sessione “domande e risposte” ho già indicato alcuni dei segnali premonitori di morte imminente: mutamenti nei sogni, nell’apparato respiratorio e nelle sensazioni. Il cambiamento, la trasformazione della respirazione è il segnale più preciso dell’approssimarsi della morte. Se siete attenti osservatori, potete avere simili indizi circa sei mesi prima del vostro decesso. Questo vi dà il tempo per prepararvi alla pratica del po-wa. Si dice che il momento migliore sia sette giorni prima che l’energia vitale si esaurisca. Lo ribadisco ancora una volta: non impegnatevi nella pratica effettiva del po-wa per spingere la coscienza in un’altra esistenza sino a che non avete ottenuto il segnale indicatore di morte imminente. Tutt’altra questione è la pratica del trasferimento di coscienza per il beneficio di altre persone. Secondo Jetsun Milarepa non si dovrebbe tentare il trasferimento dell’altrui coscienza sino all’entrata nel sentiero della visione e, inoltre, è necessario possedere poteri telepatici e altre realizzazioni per guidare la mente di un’altro essere. È difficile essere seriamente efficaci senza realizzazioni. Diventerebbe estremamente arduo per il morente ricevere qualsiasi beneficio se la persona prescelta ad espletare il po-wa non avesse una mente controllata e una buona motivazione. Un esempio: la persona già morta diventa un essere del bardo e ottiene, per natura, alcuni poteri di chiaroveggenza; proverà disgusto e si sottrarrà all’influenza della persona chiamata per il trasferimento di coscienza allorquando vedrà la sua avidità ingannatrice. Come risultato, l’essere del bardo non trarrà alcun beneficio dal po-wa praticato in suo favore. La mente negativa non può essere occultata alla chiaroveggenza dell’essere del bardo e, quindi, assume molta importanza che la persona prescelta per la pratica del po-wa sia libera da simili negatività. Il modo con il quale le persone morenti vengono generalmente gestite in Occidente costituisce un grande ostacolo al successo della pratica del po-wa; essi non dovrebbero essere mai toccati, soprattutto le parti inferiori del corpo, fino a che la coscienza molto sottile non abbia lasciato il corpo. L’unico punto dovrebbe essere la sommità del capo. È tradizione appoggiare il Lam-rim Chen-mo, il testo di Lama Tzong Khapa, sulla cima del capo del morente: è di grande beneficio. Un aiuto ulteriore è quello di sollecitare la testa del morente tirandogli i capelli nel punto del chakra, alla sommità del capo. Lo ripeto ancora: dovreste evitare di toccare le parti inferiori del corpo. A volte, persone bene intenzionate, cambiano la posizione del corpo per renderlo più gradevole alla vista degli altri perché sicure che la fine sia giunta. Potrebbe essere la cosa giusta e non farebbe alcuna differenza se la coscienza molto sottile avesse già lasciato il corpo, ma, se ciò non fosse, cambiare la posizione degli arti al morente comporta l’annientamento definitivo di ogni probabilità di trapasso coronato da successo. Pertanto dovreste sempre toccare la cima del capo per prima cosa, se si presentasse la necessità di maneggiare il corpo del morituro. Dovreste, anche, scegliere il momento adatto per aiutare il morente a ricordare i suoi trascorsi meditativi. Durante il processo di morte naturale l’espirazione è sempre più prolungata mentre l’inspirazione si accorcia e diventa più faticosa. Non vi è alcun pericolo nel toccare le varie parti del corpo durante questa fase respiratoria. 66 MORTE E RINASCITA Infatti, si possono tastare le gambe per verificarne l’abbassamento della temperatura in quanto il calore corporeo dovrebbe affievolirsi dal basso verso il cuore: questo è il momento di riportare alla mente del morente qualunque pratica abbia svolto in vita, mentre il centro del cuore è ancora caldo. Per esempio dovreste rammentargli che Buddha Amitabha è seduto alla sommità del suo capo, se il suo principale addestramento e’ stato il po-wa. È il momento giusto per ricorrere a qualsiasi pretesto religioso con cui ha avuto familiarità in vita. Se è cristiano potreste fargli sentire il suono di una campana per ricordargli la funzione religiosa al fine di condurlo a uno stato mentale di preghiera e devozione. Anche le persone agnostiche cercano, però, un rifugio nei momenti di morte: è possibile, quindi, essere di beneficio ricordando loro argomenti spirituali. In accordo ai testi, è d’aiuto posizionare un frammento di ferro magnetizzato sopra la cima del capo del morente: attira la coscienza verso l’alto e ad uscire dalla porta mahamudra. Come è possibile? Ricordatevi che l’energia molto sottile, supporto della mente di chiara luce, contiene anche le oscillazioni degli elementi. Il magnete, quindi, esercita una forza di attrazione, perché è presente la caratteristica di natura ferrosa. Quando la coscienza sottile è stata indotta ad uscire dalla cavità centrale alla cima del capo in questo modo, sussiste, tuttavia, il pericolo di una caduta nei reami inferiori. Ora dovremmo meditare. Non è così importante essere abili esperti nei metodi del po-wa a condizione che la vostra mente sviluppi concentrazione attraverso queste tecniche. Incrementare la concentrazione è estremamente benefico. Sesta dissertazione 6 marzo 1981 Quando recitate le preghiere preliminari della pratica del po-wa, dovreste essere molto attenti, consapevoli del loro significato. Ad esempio, dovreste riflettere profondamente sul significato della preghiera del rifugio e di bodhicitta. Prendere rifugio nel Buddha, Dharma e Sangha è totalmente diverso dal tipo di rifugio mondano che prendiamo nella vita normale di tutti i giorni. Quando cerchiamo la gratificazione negli hamburger e nella pizza, rifugiandoci definitivamente in essi, diventa un ovvio motivo di insoddisfazione; tuttavia molta gente mantiene costantemente questo atteggiamento, perché è talmente sfortunata da non trovare oggetti autentici di rifugio. Assume particolare importanza, quindi, ricordare le qualità dei tre Gioielli del rifugio e sviluppare una profonda devozione. Noi siamo molto fortunati perché possediamo, già, una discreta fiducia nei tre Gioielli e abbiamo una certa comprensione di come possono condurci veramente alla liberazione. Le strofe riguardanti la generazione di bodhicitta ci esortano a dedicare tutti i nostri meriti per il conseguimento dell’illuminazione 67 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO per il beneficio altrui, includendo il merito di ogni azione virtuosa da noi compiuta – parlare gentilmente, ascoltare in un silenzio partecipe mentre ci vengono raccontate le altrui sofferenze, meditare con i fratelli e le sorelle di dharma per donare limpida energia di compassione. Il merito da noi creato può essere dedicato all’illuminazione di tutti gli esseri senzienti. Vi sono, quindi, molti modi di creare meriti e l’aspetto essenziale di tutta la pratica mahayana si fonda sulla dedica di ogni azione positiva al beneficio ultimo e fondamentale degli altri. Non è facile dedicarsi agli altri in maniera totale, ma, nonostante la grande difficoltà, è il modo più significativo per vivere la nostra esistenza. Più si familiarizza con questa attitudine altruistica e più profonda ed estesa essa diventa. Ne vale veramente la pena! Dovreste essere molto felici e considerarvi incredibilmente fortunati di aver trovato un sentiero pratico e agevole, il Mahayana – vasto, profondo e illimitato. Qualunque cosa voi facciate per l’altrui beneficio con una mente generosa, diventa una risoluzione ai problemi della vostra mente ristretta, limitata. È importante, inoltre, far sorgere il desiderio mahayana: “per il resto della mia vita dedicherò l’energia di corpo, parola e mente al beneficio degli altri esseri. Non importa dove e quali circostanze io vivrò; possa io beneficiare gli altri il più possibile e ovunque io sia; possa io dedicare le mie energie e illustrare agli altri i tre aspetti principali del sentiero”. Uno dei discepoli di Lama Tzong Khapa lo elogiava dicendo che persino l’alitare del suo respiro era di beneficio agli altri, senza menzionare l’effettivo beneficio dei suoi insegnamenti e così via. Allo stesso modo è possibile dedicare ogni attimo della nostra energia mentale e fisica al beneficio altrui. L’autentica capacità di aiutare gli altri si concretizza con la preghiera di dedica. Il risultato desiderato diventa esperienza in modo naturale quando orientiamo la nostra mente in questa direzione tramite la dedica. Tutte le azioni benefiche di Buddha Shakyamuni – venire su questo pianeta, insegnare, condurre i suoi discepoli allo stato di arhat e all’illuminazione e così via – furono compiute in modo completamente spontaneo come risultato della sua dedica antecedente. Per tutti questi svariati motivi, dovremmo propagare costantemente preghiere autentiche, genuine. Molte persone, tuttavia, hanno un’opinione sbagliata della preghiera o supplica: sono convinte che si debba pregare in modo molto formale, con eccessivo contegno e contrizione. Non è vero! La preghiera può o dovrebbe svolgersi in uno stato mentale di completo rilassamento. La vera essenza della supplica è costituita dal pensiero di essere preparati ad andare dovunque e fare qualsiasi cosa sempre per l’altrui beneficio. Questo pensiero ripetuto costantemente dalla vostra mente, in ogni situazione, è incredibilmente potente. Per tanto dovreste sempre chiedervi: “quale importanza può avere il tempo o dove mi trovo? Qual’è il miglior modo per aiutare il maggior numero possibile di esseri?”. Molta gente ha delle perplessità nella pratica del po-wa. Probabilmente è stupita di non sapere chi sia Buddha Amitabha, è 68 MORTE E RINASCITA dubbiosa della reale esistenza della terra pura o non comprende il beneficio di queste pratiche. La verità è che queste pratiche sono di grande beneficio. Anche se il trasferimento di coscienza non avviene con successo, avrete sviluppato, almeno, un’attitudine fortemente positiva. Questo atteggiamento neutralizza il potere della negatività. Nel tempo di morte qualunque karma prevalga – sia positivo che negativo – ci spingerà verso la prossima rinascita, ma se possiamo diminuire le nostre negatività, morire con una mente serena e sospingere la nostra coscienza attraverso la porta mahamudra, eviteremo, almeno, una rinascita nei tre insopportabili reami inferiori. Questo sarebbe già un buon risultato. Abbiamo elencato in breve i segnali che indicano l’approssimarsi della morte e quelli che confermano il successo della pratica del po-wa. Le seguenti spiegazioni sono una sintesi tratta dal testo del grande mahasiddha Pabongkha Rimpoce ove questi segni sono stati descritti in modo dettagliato. Innanzitutto quali sono i segnali che confermano il successo della pratica del po-wa? Il primo è che il corpo diventa leggero perché la mente, che controlla il corpo, lo assimila con la forza della concentrazione. Più il controllo della mente aumenta, maggiori sono le possibilità di fare del vostro corpo ciò che volete. A livello ordinario la pesantezza della massa corporea è il diretto risultato di una mente opprimente. È ovvio, pertanto, che l’addestramento mentale con le pratiche del po-wa darà una sensazione di leggerezza e di maggior controllo sul corpo. Il miglioramento della digestione è il risultato successivo. Esiste un’evidente connessione tra mente e stomaco – persino gli psicologi occidentali sostengono che lo stomaco si irrigidisce e si comprime per i crampi quando la mente è turbata. Ulcere, cancro e infermità simili sono le conseguenze di una mente stressata. Assumendo semplicemente la corretta posizione meditativa rilassante, potrete curare molte malattie che affliggono il vostro corpo. Ulteriori segnali comprendono: l’aumento dell’energia termica del corpo, l’umidità della testa, la comparsa di una fessura alla sommità del capo, l’aumento delle cefalee e dello stordimento, il prurito o il rigonfiamento alla cima della testa e così via. Questi sono alcuni dei segni del buon esito della pratica. I segnali dell’avvicinarsi della morte sono numerosi e si possono osservare con diverse metodologie: esaminando la vostra ombra alla luce del sole o della luna, considerando i segni premonitori dei sogni e notando i mutamenti della respirazione. Il primo metodo consiste nel mantenere una posizione con sole o luna alle spalle e osservando la vostra ombra all’altezza del cuore per un certo periodo di tempo. Guardate, poi, verso l’alto, nel cielo e fate attenzione all’immagine che vi apparirà. Se la sagoma del vostro corpo è completa, non siete in pericolo, ma, se la testa è mancante, morirete nell’arco di un mese. Se la mano destra è assente significa che vostro figlio morirà, mentre se non compare la mano sinistra, forse, vostra 69 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO moglie morirà. Quando appare un pugnale conficcato nel vostro corpo significa che la morte sopraggiungerà in un mese. Anche quando la secrezione dell’organo sessuale diventa nerastra o si verifica l’esatto contrario – fuoriuscita di sangue dall’uomo e liquido seminale dalla donna – significa che la morte arriverà entro un mese. Altri segnali di morte imminente si evidenziano in tal modo: non appare nessun bagliore esercitando una leggera pressione sugli occhi chiusi, non si sente alcun brusio mettendo le mani a coppa sulle orecchie, il braccio sembra scomparire mettendolo in posizione verticale davanti al viso. È possibile che la fine sia entro tre mesi quando piedi e occhi sono doloranti contemporaneamente. Quando non riuscite a distinguere l’estremità della lingua, pur tirandola fuori il più possibile, la morte avverrà in quindici giorni oppure in tre mesi se scompare il rumore caratteristico delle narici. La fine sarà in sei mesi se avvertite un dolore proveniente dai piedi fino all’ombelico, se le unghie perdono il loro colore rosato, se i denti rimangono asciutti o se il flusso urinario è verso sinistra. Morirerete in una settimana se le narici si appiattiscono. Morirete durante la notte se compaiono chiazze nere sulla lingua. Quando la superficie dei piedi e la parte in corrispondenza del cuore permangono asciutte anche dopo un bagno, la morte sopraggiungerà entro alcuni giorni. Quando l’ombelico improvvisamente sporge all’infuori, la morte avverrà dopo cinque giorni. La morte vi raggiungerà in cinque mesi se non siete più in grado di vedere la punta del vostro naso. Se qualcuno vi guarda negli occhi e non riesce a intravedere la luce riflessa, morirete entro due settimane. Alcuni dei segnali sopra menzionati fanno riferimento a periodi temporali abbastanza lunghi. In tal caso la morte può essere allontanata o posticipata con la meditazione. Pertanto i segni appena elencati non danno una certezza assoluta mentre i mutamenti respiratori forniscono un’indicazione più accurata del decesso. Benché sia condizionato dal mese e dal giorno, il segnale della morte entro un numero preciso di anni, è dato soprattutto dal respiro che lascia il vostro corpo attraverso un’unica narice. Si dice anche che la fine avverrà in sei mesi quando il centro dell’occhio secerne sporcizia. Altri sintomi allarmanti sono: vedere un arcobaleno nell ore notturne, scorgere stelle cadenti durante il giorno, intravedere fulmini in direzione sud in assenza di nubi, osservare uccelli acquatici, corvi e pavoni condividere lo stesso spazio in modo insolito, distinguere due lune e due soli, vedere case costruite miracolosomente sulla vetta di montagne o sulle cime degli alberi. Ulteriori segni includono: l’incontro inaspettato con creature dalle forme terrificanti, brividi improvvisi, tremori involontari, cadute improvvise e ripetute, vomito, feci di colore dorato o argenteo, incapacità a distinguere la luce stellare, lunare o solare, vedere il proprio corpo di colore differente, avere la sensazione che il chiarore lunare sia infuocato e i raggi solari freddi e così via. Vi sono altre avvisaglie di morte volte una persona, malata da inaspettatamente vitale e persino “vivrà per sempre!”, ma l’improvviso 70 che sono abbastanza frequenti. A lungo tempo, sembra diventare più giovane. Potremmo esclamare: cambiamento del suo aspetto indica MORTE E RINASCITA probabilmente che è giunto il suo momento. Questo accade a molte persone. Inoltre si dice che i segni di morte si manifesteranno in quindici notti se l’ugola rimane priva di sensibilità per almeno cinque giorni e che il decesso avverrà nell’arco di quattro mesi se la vostra ombra si sposta quando il corpo rimane immobile. I segnali di morte imminente possono manifestarsi anche nei sogni. In generale, i sogni appartengono alla sfera intuitiva, sono una risposta a accadimenti o influenze momentanee: non sono certezze. Molto spesso al loro interpretazione è difficile o incomprensibile. I sogni, quindi, rispecchiano gli stati d’animo quotidiani assai variabili, caratteristica peculiare dei ritiri meditativi. Per tutte queste svariate ragioni, non è, quindi, facile dare un’interpretazione accurata degli indizi di morte durante lo stato onirico, ma ne elencherò un paio, solo per darvi l’idea di quali vengono menzionati nei testi scritturali: vedere fiori di colore rosso o cavalcare un asino al contrario (con le spalle al senso di marcia): sono entrambi segni di cattivo auspicio. Sebbene i sogni siano, in generale, inattendibili, penso sia tuttavia possibile una loro interpretazione, se si è dotati di una certa abilità. Per esempio, quando avete una domanda particolare da fare, potete ricevere la risposta tramite il sogno: prima di coricarvi, rivolgete le vostre richieste al guru o alla divinità di meditazione a voi più vicina, pregando che vi dia una risposta durante la notte. Rimarrete sorpresi da ciò che vi verrà svelato a condizione che siate stati sinceri e molto devoti; sono convinto che avrete sicuramente una dimostrazione esplicativa nei vostri sogni ma avete bisogno di estrema devozione e determinazione. Se avete fiducia in Chenresig, ad esempio, dovreste meditare molto intensamente, riportando alla mente la sua qualità caratteristica di compassione illuminata. Ponetegli, poi, la vostra domanda e pregatelo di una risposta attraverso i vostri sogni. Quando la sincerità è inequivocabile e incisiva, il riscontro ci sarà. Purtroppo, però, la nostra fiducia è spesso troppo debole per creare la connessione indispensabile. Sono molto felice di aver incontrato tutti voi, fratelli e sorelle di dharma. Sebbene io non sia un insegnante qualificato o un grande praticante, ho, tuttavia, una certa devozione. Inoltre non mi aspetto che voi otteniate il risultato della terra pura di Amitabha dopo questo breve corso; il mio unico desiderio è che voi, occidentali, siate convinti del valore del Dharma di Buddha. Sarò soddisfatto quando raggiungerete la convinzione di poter ottenere qualsiasi risultato con la forza della vostra mente e della meditazione; non sono un buddha e, quindi, non mi aspetto che voi lo diventiate dopo pochi giorni di pratica. Questo corso è coronato dal successo se avete raggiunto, ora, la convinzione di fare qualcosa di positivo con la vostra vita, nonostante abbiate iniziato il corso con una profonda sensazione di inadeguatezza. È già sufficiente che gli insegnamenti del po-wa abbiano attenuato la paura della morte o il senso di colpa derivante da azioni negative commesse. In qualche modo avete acquisito il controllo sull’eventualità di procedere verso i tre reami inferiori. Allora potete godervi la vita. 71 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Ho la grande convinzione che voi dobbiate gioire della vostra esistenza: anche le pratiche di Dharma saranno migliori, ma, se non lo fate, non vale la pena praticare. L’insegnamento metodologico sul sentiero per l’illuminazione di Buddha Shakyamuni vi guida da uno stato di felicità all’altro. L’aspetto fondamentale, quindi, risiede nell’essere o diventare più felici ed emancipati di giorno in giorno e nel raggiungere un controllo maggiore. Per il futuro, potete coltivare questa pratica quotidianamente e fare dei ritiri saltuari. Se il po-wa diventa parte integrante della vostra pratica giornaliera, non è necessario recitare i mantra HIC e KAAH, ma usufruire, semplicemente, della forza della concentrazione e della visualizzazione. La mia conclusione è che dobbiamo essere molto felici. Siamo molto fortunati e non esiste alcuna ragione di preoccuparsi. Tenete ben a mente questo: i tre aspetti principali del sentiero per l’illuminazione sono la pratica fondamentale. In particolare dovete sviluppare la rinuncia e non rimanete aggrappati all’oggetto dei sensi o a qualsiasi altro concetto. Siate beati e godetevi la vita; non fatevi ossessionare da niente. Siate determinati nel beneficiare gli altri per il resto della vostra vita. Non è necessario sottomettersi alla sofferenza: dovreste mantenere l’attitudine alla sopportazione serena di ogni esperienza, a condizione che sia di beneficio agli altri. Per quanto concerne la meditazione sulla vacuità, tenete sotto controllo la vostra vita quotidiana e osservate come vi circondate di assurde proiezioni. Ricordate, inoltre, che il miglior metodo per il trasferimento della coscienza è possedere la compassione, in generale, e i tre aspetti principali del sentiero, in particolare, sia che pratichiate o no il po-wa. Il modo migliore di vivere e di essere felici sta nel comunicare le migliori vibrazioni possibili agli altri. Dovreste sforzarvi di essere sereni con voi stessi e con gli altri al posto di adirarvi, preoccuparvi o sentirvi colpevoli e turbati di voi stessi. Adesso, quindi, pratichiamo e, poi, faremo la dedica. Vi ringrazio. Colophon: stampato per la prima volta come:“Transference of Consciousness at the time of Death, A Wisdom Transcript” (pubblicazione fuori commercio). È stato qui ristampato con il permesso di Wisdom Pubblications. N.B. la meditazione del Po-wa richiede l’iniziazione e dovrebbe svolgersi esclusivamente sotto la guida di un maestro qualificato. 72 MORTE E RINASCITA 73 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO IMPERMANENZA E MORTE diLama Zopa Rinpoce1 Quanto è lunga la durata della vita? La vita è così fragile, la sua natura è transitoria. Si può vedere come cambia anche in un solo anno, in un mese, in una settimana, un giorno, un'ora, un minuto e di secondo in secondo. Nel tempo necessario a schioccare le dita trascorrono sessantacinque brevissimi istanti2 e anche in queste infinitesimali frazioni di secondo la vita sta cambiando. Potreste pensare: “Perché dovrei sorprendermi per il fatto che la vita cambi così tanto? È naturale; lascia che accada!”, ma questo modo di pensare è molto sciocco e ignorante perché, mentre la vita sta cambiando così velocemente, in questi stessi brevi istanti stiamo diventando più vecchi. Qualcuno potrebbe asserire: “E' naturale, divento più vecchio; lascia che accada!”, ma anche non curarsi del fatto di invecchiare è un'altra attitudine errata. Altri invece negano la natura impermanente della loro vita, non vogliono vedere per niente la sua vera natura; cercano di camuffare la loro apparenza agli occhi degli altri, i quali compiono anch'essi lo stesso gioco. Si tratta di sforzi assolutamente vani, tali azioni sono al di fuori del livello di conoscenza potenziale della mente umana e la loro creazione non è certo lo scopo della rinascita umana dal punto di vista del Dharma. Nessuno sforzo artificiale può mutare ottant'anni in sedici. L'età non può mai diminuire nella visione della mente completamente illuminata, che realizza pienamente che la sofferenza del corpo samsarico è causata dalla sua natura impermanente. Le menti di queste persone hanno una doppia illusione: credono nella creazione artificiale (le scoperte scientifiche utilizzate per preservare la materia e la vita dallo sfacelo e dalla decadenza) e nella concezione errata che esiste un sé permanente. La prima credenza errata causa il continuo sorgere di problemi, mentre la seconda determina l'incremento dell'ignoranza, della pigrizia e dell'assenza di attenzione. L'impermanenza può essere suddivisa in due livelli: 8) cambiamenti grossolani della materia che accadono nel corso di periodi di tempo lunghi, 9) cambiamenti sottili/interiori della mente e cambiamenti invisibili della materia che avvengono nella più breve frazione di tempo. La nostra mente non può percepire i cambiamenti sottili della materia, ma è in grado di vedere solo i cambiamenti grossolani che avvengono di giorno in giorno, di ora in ora, come la decadenza, la morte, ecc. Il grande meditatore Gampopa disse: 1 Lama Zopa Rinpoce ha trasmesso questo autocommentario sulla sezione relativa all'impermanenza e morte di The Wish-Fulfilling Golden Sun nel sesto corso tenuto a Kopan nell'aprile 1974. Le sezioni in caratteri punto 11 sono tratte dal testo radice; le sezioni in corsivo sono soggetti per la meditazione analitica in prima persona. Il resto è il commentario di Rinpoce. 2 Il momento di tempo più breve è postulato in un sessantacinquesimo di uno schiocco di dita 74 MORTE E RINASCITA Questo mondo simile a un contenitore, che è esistito in un momento precedente, non ha luogo nel successivo. Sembra che continui nello stesso modo perché sorge qualcosa di simile, come il flusso di una sorgente. Perché dovrei preoccuparmi dei cambiamenti dovuti al processo di invecchiamento? Perché mentre gli anni, i mesi, i giorni e le frazioni di secondo trascorrono e io divento sempre più vecchio, l'occasione perfetta di ottenere l'illuminazione offerta dalla mia rinascita umana si appresta ad esaurirsi ed io mi avvicino sempre più alla morte. Ho il giusto equipaggiamento, un pilota, una navicella spaziale e abbastanza combustibile per fare un giro intorno all'universo e visitare tutti i pianeti, ma siedo qui, con il motore che gira, bruciando combustibile mentre la mia mente è distratta da altre cose. Più a lungo la mia mente resta distratta e più perdo la possibilità di vedere i pianeti, tutto il combustibile si sta consumando e il tempo diventa sempre più breve. Comunque anche questa analogia non mostra adeguatamente la tragedia di sprecare questa preziosa rinascita umana. Anche se la mia vita durasse per 100.000 anni, la morte si avvicinerebbe allo stesso modo. Ogni secondo che passa i minuti si accorciano, così le ore con ogni minuto, i giorni con ogni ora, i mesi con ogni giorno, gli anni con ogni mese. Ogni anno che passa accorcia la mia vita e il momento della mia morte si avvicina. Pur avendone cura, anche una vita così lunga deve finire. In confronto la mia vita è estremamente breve, può durare quaranta, cinquanta, forse ottant'anni, certo non più di un centinaio d'anni. Con ogni secondo, minuto, ora, giorno, mese, anno, la vita si accorcia e la morte si avvicina. Questa vita umana è veramente breve; questo mio corpo non ha più molto da vivere. Nel corso della sessione di meditazione è bene ricordare le meditazioni di base che si dovrebbero utilizzare; si tratta di soggetti importanti perché aiutano a vedere l'impermanenza, ad acquisire le realizzazioni relative all'impermanenza della propria vita. Sono le cose basilari utili a favorire la realizzazione di come la vita è impermanente. Così rapidamente come il sole, che sorge, attraversa velocemente il cielo e tramonta, questa mattina stavamo facendo qualcosa e ora è sera e il tempo è trascorso così in fretta; proprio come il sole che passa così velocemente, così come esso cambia, così come è impermanente, allo stesso modo la nostra vita cambia velocemente; dal momento della nascita fino alla morte la vita trascorre velocemente. In modo simile all'incenso o alle candele che bruciano, che sono impermanenti e si consumano rapidamente, anche la vita cambia velocemente e presto finisce. Essi non sono permanenti e cambiano velocemente, proprio come la vita umana. Dal momento in cui siamo nati sino ad ora, fino alla morte, proprio come il sole che sorge e tramonta ogni giorno, la nostra vita si sta avvicinando alla morte allo stesso modo. Il giorno appare, termina, la notte appare, termina; essi sono impermanenti, non continuano per sempre. Il giorno non esiste sempre come giorno; non è permanente. Così come il giorno cambia nella notte, ogni altra cosa, tutti i fenomeni causativi, cambiano proprio così velocemente. Come il giorno passa, la notte passa, il sole passa, ogni cosa cambia nello stesso modo. 75 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Tutte le piante sono impermanenti, quindi mentre si sviluppano diventano sempre più vecchie. Dal momento in cui il germoglio esce dal suo seme, crescendo diventa sempre più vecchio, fino a decadere e morire, esso è impermanente. In estate ogni cosa è meravigliosa, in inverno tutto decade; nulla è permanente, nulla è definitivo. Come le foglie che cambiano colore e cadono, similmente tutto il territorio cambia, tutta la Terra cambia; nulla è definitivo. In questo caso, definitivo significa qualcosa che mantiene sempre la stessa forma, lo stesso colore e aspetto, che esiste sempre nello stesso modo. Nulla è definitivo. È stato così fin da quando siamo rinati, dal momento in cui la nostra mente è entrata nel grembo di nostra madre e siamo stati concepiti. Da quel momento abbiamo avuto una certa lunghezza della vita, determinata karmicamente, in quanto risultato del karma precedente: quaranta, venticinque anni – di qualunque numero di anni disponiamo, dal momento del nostro concepimento nel grembo materno fino alla nostra morte, esso è stato determinato dal nostro karma. La lunghezza della vita è stata determinata dal karma proiettante. È certo che non si vivrà molto oltre i cento anni, probabilmente non si riuscirà a superare i novanta. Tuttavia, anche se si vivesse un milione di anni, la nostra vita inizierebbe a finire dal momento del concepimento. Dal momento in cui la mente entra nell'utero materno gli anni iniziano a trascorrere, inizia l'impermanenza della nostra vita. Anche se avessimo una vita lunga centomila anni, questa vita appena è iniziata comincia ad abbreviarsi. Essa cambia nella più breve frazione di tempo, un millesimo, un milionesimo di secondo; così come anche i nanosecondi passano, nulla resta uguale; nulla perdura. Come trascorrono i secondi, così i minuti che sono composti da questi. Come trascorrono i minuti, così le ore che sono composte da questi. Mentre trascorrono i secondi, i minuti e le ore, la vita cambia. Come ventiquattro ore passano, così trascorre un giorno, come trenta giorni passano, trascorre un mese. Come passano i mesi, così gli anni. Che la lunghezza della vita sia di mille o di centomila anni, è lo stesso: ha luogo un cambiamento costante e si diventa sempre più vecchi, si decade dal momento in cui la mente entra nel grembo materno. Dal momento in cui inizia, la vita comincia a estinguersi. Ogni secondo che passa quel tot di vita è finita e ci si avvicina alla morte. Similmente, ogni minuto, ora, giorno e mese che trascorre, quel lasso di vita è finito e quindi si è più vicini alla morte. Alla fine, una volta passati quei centomila anni, quella persona, pur avendo avuto una vita tanto lunga, ha raggiunto il momento della morte. Quindi, anche se una vita fosse tanto lunga, diventerebbe comunque costantemente sempre più breve, si consumerebbe e la morte si avvicinerebbe sempre più, figuriamoci rispetto alle nostre vite, che sono molto più brevi – sei, quindici, venti, cinquanta...qualunque sia, a seconda dell'individuo. Le nostre vite al confronto di una della durata 76 MORTE E RINASCITA di centomila anni non sono comparabili, sono così brevi, brevissime. Anche se consideriamo una lunghezza media, diciamo sessanta o settanta anni, dal momento del concepimento la vita diventa sempre più breve, inizia a consumarsi. Come la vita cambia, mentre la parte infinitesimale di ogni secondo si disintegra, quella parte di vita è finita e quindi siamo più vicini alla morte. Gli anni della vostra vita che avete vissuto finora – venticinque, ventotto, trenta, trentadue – quelli che sono, è una quantità di vita che è trascorsa, siete di quel tanto più vicini alla morte e il tempo di vita di cui disponete è pertanto molto meno. Non ha importanza se pensate di essere giovane o vecchio, qualunque sia la vostra età, quel tanto della vostra vita è trascorso, andato per sempre, irrecuperabile. La vita che vi è rimasta è certamente più breve di quanta ne è trascorsa, sono passati più anni della vostra vita di quelli che vi sono rimasti. Sintetizzando il modo di meditare sull'impermanenza di questa vita, è efficace riflettere nel modo seguente: • quando vedete un fiume, pensate che proprio come il fiume fluisce, anche la vita trascorre così velocemente. • Così come il sole sorge e tramonta, riflettete che anche la vita trascorre velocemente • Mentre vedete le cose esterne cambiare in modo visibile – come l'incenso o una candela che bruciando si consumano – non vedete in modo analogo la vostra vita che si sta consumando, tuttavia se prestate attenzione a quello che vi accade intorno sarete facilmente in grado di capire che la vostra vita sta terminando senza tardare di un secondo. Proprio come l'olio che brucia in una lampada si consuma costantemente, altrettanto avviene della vostra vita. • Così come le stagioni passano, altrettanto vale per la vostra vita; l'estate, l'autunno, l'inverno e la primavera trascorrono veloci e così la vostra vita, che diventa sempre più breve e si consuma sempre più velocemente. Relazionare quello che vedete all'esterno con voi stessi è estremamente utile; è un tipo di meditazione analitica. È utile perché impedisce che la mente diventi afflitta; rende la mente consapevole del cambiamento, della vita che si accorcia sempre più, della fugacità della vita umana, la vostra vita. Vediamo che le cose esterne passano velocemente, ma non riflettiamo mai in merito alla nostra vita. Facciamo sempre progetti come se avessimo una vita lunga; siamo totalmente convinti che continueremo ad esistere a lungo. Siamo del tutto inconsapevoli del modo effettivo in cui la nostra vita si evolve: consumandosi velocemente ogni momento. Gli stessi cambiamenti evolutivi che vediamo all'esterno accadono al nostro interno; questo è il modo effettivo in cui evolviamo, ma non ce ne rendiamo conto. Il fatto di non realizzare quanto velocemente e inesorabilmente la vita stia terminando costituisce il maggiore ostacolo per rendere pura tutta la nostra vita, per vivere in modo positivo, per trascorrere la 77 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO vita completamente nel Dharma. Per via della concezione errata che non moriremo presto e vivremo a lungo, non ci ricordiamo della morte, non pensiamo al Dharma e non ci preoccupiamo affatto della nostra prossima vita. Dato che non pensiamo alla morte e a quanto sia breve la vita, non abbiamo paura. Per via di non avere paura della brevità della vita, della morte e della sofferenza che segue, non cambiamo stile di vita. Possiamo anche conoscere tutto riguardo alla meditazione o essere grandi studiosi del Dharma, tuttavia se, a causa delle nostre concezioni errate, restiamo inconsapevoli dell'effettiva evoluzione della vita, se siamo privi di saggezza, non cambieremo le nostre vite, non le renderemo pure. Essere preoccupati e spaventati nel momento della morte non aiuta, poiché a quel punto non possiamo fare più nulla. Per quanto siano grandi la nostra sofferenza, la paura e la preoccupazione nel renderci conto che stiamo proprio per morire, non possiamo farci nulla. Qualunque karma negativo che abbiamo creato, tutta la gran quantità di ciarpame nella nostra mente ce la dobbiamo tirare dietro. Dal momento che abbiamo creato la causa dobbiamo subire ogni risultato. Allora, per quanta paura e incredibile preoccupazione potremo avere, non saranno di aiuto, perché non ci sarà più tempo per praticare, il nostro tempo sarà esaurito, finito, andato. Non ci sarà più nulla da fare per risolvere questo problema. Se si ha una casa che rischia di subire dei danni da un'inondazione è saggio controllare in anticipo quanto è grande il pericolo che si corre. Se si riscontra un pericolo reale ci si preoccupa; grazie a quella paura si argina il fiume o si fanno altri preparativi per proteggere la casa, la propria famiglia e le proprietà dall'essere portati via o rovinati dall'inondazione. Quando si sa di essere fuori pericolo la vita diventa tranquilla, non ci dobbiamo preoccupare. Allo stesso modo è necessario fare dei preparativi per proteggere la pace della propria mente prima che arrivi la piena della morte. Prima dell'arrivo della morte esaminare il pericolo e agire di conseguenza. Senza aver paura del pericolo non farete mai i preparativi necessari per proteggervi; per questo dovete meditare sull'impermanenza e sulla morte per realizzare il pericolo, provare paura e fare quanto necessario per proteggervi. I vantaggi di ricordarsi della morte Questi insegnamenti sulla morte e l'impermanenza sono molto utili. Sono utili per coloro che non praticano il Dharma, perché fanno scoprire loro il Dharma, e sono utili anche per coloro che praticano il Dharma, i quali meditano. Si dovrebbe sempre ricordare la morte, così facendo la nostra mente resterà consapevole dei cambiamenti che avvengono costantemente in noi, di quanto sia breve la vita umana, di come la vita si sta accorciando in ogni momento. Tutto questo è di grande beneficio. Molti grandi yogi hanno iniziato meditando sulla brevità della vita umana, sull'impermanenza e la morte; la loro illuminazione, le loro 78 MORTE E RINASCITA realizzazioni e loro pratica del Dharma sono stati determinati da questo. La forza e la capacità di vivere una vita ascetica in luoghi estremamente isolati; la pratica di soggetti vasti e profondi, senza preoccuparsi né di quanto tempo sia necessario per conseguire le realizzazioni e ottenere i sentieri superiori, né di quanto sia difficile; generare la straordinaria energia necessaria per perseverare nella pratica – tutte queste cose derivano dal riflettere sulla brevità della vita umana, l'impermanenza e la morte, l'acquisizione dell'illuminazione nel corso della loro vita è dovuta all'aver tenuto questo ben presente. È necessaria molta energia per raggiungere l'illuminazione; più si desidera ottenerla velocemente e maggiore sarà l'energia da impiegare. Se, per esempio, si vuole percorrere velocemente una lunga distanza in auto, sono necessarie una buona auto, un buon combustibile e l'energia per guidare. Similmente, non è facile ottenere l'illuminazione nel corso della propria vita: occorre molta energia per superare le difficoltà nel praticare il Dharma e seguire il sentiero. Da dove scaturisce tale energia? Deriva dal ricordare l'impermanenza della vita e la morte. Perciò questa meditazione è estremamente utile. Anche rispetto agli esseri illuminati che beneficano continuamente gli esseri senzienti si può risalire alla loro pratica di questa meditazione. Ricordare l'impermanenza e la morte è importante anche se vi limitate a desiderare di rinascere in un reame superiore o di liberarvi dal samsara. Ricordare l'impermanenza e la morte è potente, inoltre, perché aiuta a metter fine alle 84.000 afflizioni. Tutte le diverse menti negative – la grande radice che è l'ignoranza, l'odio, tutte le altre concezioni errate, tutte le oscurazioni che ostacolano la liberazione dal samsara e l'illuminazione – possono essere cessate mediante l'energia generata dal ricordare l'impermanenza e la morte, questa è la causa originale della cessazione di tutte le afflizioni. Per questo è molto potente Se si ricordano l'impermanenza e la morte si può anche ostacolare il sorgere di menti negative come la bramosia, l'ignoranza, l'odio, l'orgoglio, la gelosia e così via – menti che causano disagio, sofferenza e confusione – anche se cercano di sorgere prepotentemente. Si ostacola il loro sorgere perché ricordare l'impermanenza e la morte genera timore della morte e della brevità della vita umana. È quindi utile per pacificare la mente, anche al presente. Ricordare l'impermanenza e la morte è utile non solo all'inizio della pratica - quando persuade, obbliga a ricercare il Dharma, a iniziare la pratica, a meditare invece di seguire la mente negativa e agire in modo opposto al Dharma – ma è di beneficio anche durante la pratica, dal momento che si è sul sentiero, in quanto è molto utile a far sì che si continui a praticare. Anche se si è già avanzati nel corso della pratica, si sta seguendo il sentiero, ricordare la morte aiuta a non perdere le realizzazioni e a continuare verso le realizzazioni più alte del sentiero. 79 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Inoltre è utile alla fine della pratica, come ho già accennato. Infine, al momento della morte, questo ricordo è molto utile in quanto permette di morire tranquillamente, con felicità, con la mente rilassata, senza alcuna preoccupazione. Anche se i parenti, vostro marito/moglie potrebbero piangere, le persone che vi attorniano provare sofferenza, voi potete morire con grande gioia, come se andaste in vacanza o a un picnic. Sicuramente. La persona che ha trascorso la propria vita meditando, ricordando la morte ogni giorno, continuando a purificare, a creare merito, a cercare di fermare la creazione di karma negativo, creando meno karma negativo possibile, al momento della morte non è preoccupata. Domanda: E' veramente possibile essere felici al momento della morte? Rinpoce: Coloro che hanno creato un grande, vasto merito sono felici al momento della morte. Questo è certamente possibile. Per i praticanti di Dharma più puri la morte è come ritornare a casa o andare a un picnic. Le menti dei praticanti intermedi al momento della morte sono felici, scevre da preoccupazione. I praticanti di un livello inferiore, quelli che hanno almeno creato molto merito durante la loro vita, non sono sconvolti al momento della morte, non sono preoccupati perché hanno praticato molto la purificazione e accumulato molto merito, non hanno la paura che in genere hanno le persone comuni al momento della morte. Di conseguenza, dato che derivano tanti benefici dal ricordare e dal meditare la morte, invece di rimanere sconvolti da tutto questo parlarne, dimenticandola, impedendo a noi stessi di ricordarla, questo è quanto dovremmo fare; dovremmo sempre ricordare e meditare l'impermanenza della vita e la morte. Perché questo soggetto sconvolge le persone? Perché le persone rimangono scosse quando viene chiesta loro l'età e l'altra persona commenta “Oh, sei così vecchio?” Perché riscontrano l'opposto di quello che sentono, l'opposto delle loro concezioni errate, di quanto essi credono. Le persone vogliono sempre sembrare giovani, non invecchiare, non cambiare, tuttavia per quanto possa essere forte il loro desiderio non hanno scelta. Quindi si sentono sconvolti se qualcuno dice loro che sono vecchi. Mentre il tempo passa la vita umana finisce. Dal momento del concepimento nel grembo materno si invecchia costantemente. Non importa quanto non vorremmo che accada, non possiamo smettere di cambiare, non possiamo fermare l'evoluzione naturale della vita impermanente. Cercare di dimenticarlo, non rifletterci, occultarlo non può influenzare l'effettiva evoluzione. I cambiamenti artificiali prodotti dalla cosmesi, la chirurgia plastica e così via non possono rendervi più giovani, non possono fermare il processo di invecchiamento, non possono impedire il decadimento, non possono fermare la morte. Non importa se passate tutto il tempo cercando di sembrare giovane all'esterno, comunque invecchiate e morite. Non potete fermare la morte dimenticandola, senza pensarci 80 MORTE E RINASCITA mai, chiudendo gli occhi e non ascoltando se qualcun altro ne parla, nulla può fermare la morte, per tanto che possiate impegnarvi. Qualunque sia la vostra età, per quanto cerchiate di rimanere giovanili mediante mezzi esterni, l'effettiva evoluzione ha luogo, diventate sempre più vecchi e decadete, simili a un frutto deteriorato dipinto all'esterno per sembrare bello. Un frutto dipinto può sembrare piacevole e fresco ma all'interno, come passa il tempo, si decompone, perde il sapore, avvizzisce e inacidisce. Non importa quanto sia dipinto bene all'esterno, nulla ferma l'effettiva evoluzione della decadenza. Dal momento che dobbiamo andare attraverso l'evoluzione naturale della vita, senza scelta, tutte queste manipolazioni esterne non aiutano. Non importa quanto possiamo mascherare ciò che sta accadendo e fingere che non sia così, dobbiamo comunque sperimentare i fastidi dell'età avanzata e la sofferenza della morte. Cercare di dimenticare queste cose non è una soluzione. Se qualcuno viene per uccidervi, come può aiutare il fingere che questo non stia avvenendo? Ignorare il fatto non evita il pericolo della persona che viene ad uccidervi. Dovete fare qualcos'altro. Quindi, invece di rimanere scossi e cercare di scantonare dal modo naturale d'essere delle cose, fate l'opposto e tenete sempre presente nella mente l'impermanenza e la morte. Questo è molto più utile che cercare di bloccare la paura, che sorge normalmente dal ricordare la morte, ignorandola, e arreca tutti i vantaggi che ho menzionato prima. Come ha detto il grande yogi Milarepa: “Sono fuggito sulle montagne per la paura della morte, dove ho realizzato la vera natura assoluta della mente. Ora, anche se la morte viene da me, io non sarò spaventato”. Questo ha sapore, è molto efficace. Milarepa era un grande Yogi, il suo corpo era qualcos'altro. Se si fosse mostrato ai nostri giorni, in occidente, sarebbe stato arrestato; tutti avrebbero detestato il suo aspetto esteriore. Sarebbe stato nascosto fuori dalla vista. Per il fatto che aveva trascorso molto tempo nudo, compiendo pratiche austere, conducendo una vita ascetica nelle montagne, il suo corpo era verdastro, scheletrico e brutto. Condurre una vita austera significa dimenticare i possedimenti e le necessità temporali, non importa quanto sia difficile, sobbarcandosi qualunque difficoltà sorga per poter praticare il Dharma. Dunque, pensando alla morte, Milarepa era spaventato e la sua paura lo spinse sulle montagne, dove realizzò la vera natura assoluta, la realtà della mente, e così superò la sua paura della morte. Questo grande ottenimento ha origine dal suo ricordare e temere la brevità della vita umana e la morte. Dovremmo imparare dal suo esempio e praticare allo stesso modo, ricordare la morte e superarne la paura prima del suo arrivo. Questo è l'approccio saggio, un modo di agire saggio, il metodo abile; è molto meglio di quanto fa normalmente la gente, ossia evitare la paura della morte non pensandoci finché è il suo momento di morire. 81 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Un altro Yogi tibetano, che ha scritto molti testi ed era in costante contatto con il buddha femminile Tara [lama Longdöl Rinpoce], praticava anch'egli la consapevolezza dell'impermanenza e della morte, creò molto merito, ottenne molte realizzazioni e alla fine superò la sua paura della morte. Egli disse: “Nel momento in cui l'impermanenza della vita mi si manifesterà, non avrò paura. Posso essere un monaco al mattino e prendere il corpo di una divinità lo stesso pomeriggio”. Non solo non era spaventato dalla morte, ma aveva anche il potere di prendere un corpo puro una volta lasciato quello ordinario. Tutti questi benefici che ho menzionato sono i vantaggi del ricordare l'impermanenza e la morte, dunque questa pratica è molto utile. Ricordando la morte si smette di seguire la propria mente negativa e quindi si crea meno karma negativo. Più si è consapevoli della morte, maggiori risultati si sperimenteranno, è davvero di aiuto. Gli svantaggi del non ricordarsi della morte 1. Se non ci si ricorda della morte non ci si ricorda del Dharma, che è il solo metodo che può eliminare completamente la paura della morte. Come avviene questo? Se non si ricorda la morte, non si è impauriti, senza tale paura si resta fortemente afferrati alle comodità di questa vita e si passa la maggior parte del tempo cercando solo quel benessere. Si segue un'idea dopo l'altra, si fanno affari, si fa questo, si fa quello, tutto solo per ottenere il benessere di questa vita. Si fa una cosa, poi un'altra, poi qualcos'altro, questo è il modo in cui trascorre l'intera vita, spinti dall'attaccamento, il pensiero negativo per cui ci si afferra al benessere di questa vita. Non si ricorda la morte e di conseguenza si spende tutto il tempo operando per questa vita, così non si può praticare il Dharma. Poi si finisce con una grande sofferenza al momento della morte; non solo è stata usata tutta la vita per creare la causa della sofferenza, ma nemmeno si ha la felicità o la pace della mente al momento di morire. 2. In secondo luogo, poiché non si ricorda la morte, si è ancora sotto il controllo dell'attaccamento e si segue la propria mente negativa, dicendo: “Ma si, posso praticare il Dharma fra un paio d'anni, non c'è fretta. Forse lo posso capire in un anno, nel giro di pochi mesi”. Rimandate. Poi quando arriva il momento, dite di nuovo: “Forse il prossimo mese, il prossimo anno”. Questo è molto pericoloso. Anche se vi ricordate del Dharma, rimandate la vostra pratica in questo modo. All'origine di questo c'è il non ricordare l'impermanenza e la morte fermamente o con sufficiente frequenza. 3. Un altro problema è che potreste cercare di praticare il Dharma, di meditare, ma qualunque cosa fate non diventa pura. Sarà molto difficile che la vostra pratica risulti pura se non ricordate la morte. Questo è un altro inconveniente. Questa concezione errata, questa sensazione innata, pensare sempre, ogni giorno, ogni mattina al risveglio: “Vivrò la mia vita per molto tempo; non morirò; non morirò oggi” è il peggiore ostacolo per rendere pura la propria pratica del Dharma. Qualunque cosa fate – camminare, 82 MORTE E RINASCITA stare seduto, ovunque – la sensazione interiore “Non morirò oggi” è sempre nella mente. Naturalmente qualcuno può dire: “Alla fine morirò, dopo molto tempo”. Questo non è difficile da pensare, ma non basta. Anche le persone che non meditano lo pensano. Il problema, in ugual misura per il meditatore che per il non meditatore, specialmente per chi tra noi sta cercando di praticare il Dharma, è che la concezione errata “Io non morirò oggi”, significa che non si ricorda la morte, perciò, anche se si cerca di praticare il Dharma, la nostra pratica diventa impura. In che modo il pensiero “Io non morirò oggi” impedisce che la nostra pratica diventi pura? Perché quando si ha tale pensiero non si ha paura della morte e senza la paura della morte si segue sempre l'attaccamento per il benessere di questa vita, si cade sotto il controllo dell'attaccamento. Funziona in questo modo; per questo non ricordare la morte impedisce che qualunque pratica che intraprendiamo diventi pura. A causa della continua sensazione “Io non morirò oggi”, non abbiamo paura della morte, siamo controllati dall'attaccamento al benessere di questa vita e quindi agiamo solo per questa vita. In tal modo tutto quello che facciamo diventa causa della sofferenza. A causa dell'assenza del timore della morte, anche se si cerca di fare qualcosa di positivo, si cerca di meditare, la motivazione non è pura; si è privi del forte pensiero che ciò che si sta facendo sia solo per il beneficio delle vite future; non sviluppiamo la completa noncuranza per questa vita; non abbiamo la sensazione che il comfort di questa vita è come carta igienica usata, qualcosa che è solo da abbandonare. Si è privi di una forte motivazione come questa. Anche se si ha una qualche idea delle vite future, si desidera tuttavia in modo molto più forte il beneficio di questa vita, pertanto quello che si fa non diventa puro Dharma. Se non si ha una forte motivazione, come volere ottenere la felicità suprema dell'illuminazione, la cessazione del samsara o la felicità delle vite future, e il completo distacco dal comfort di questa vita – considerando la felicità di questa vita alla stregua di spazzatura da buttare – se si ha il pensiero impulsivo “Io oggi non morirò” che sorge costantemente, la pratica diventa impura perché la motivazione pura di praticare solo per gli scopi superiori non sorgerà. Domanda: Se si scopre che la pratica del Dharma risolve i propri problemi temporali, non può essere un buon tipo di motivazione per continuare la pratica? Si è sofferenti, prima di udire il Dharma, e si inizia a praticare. Poi, dopo aver praticato per un certo tempo, si trova che la sofferenza è diminuita e i problemi temporali se ne sono andati. Si tratta di una motivazione interessata a questa vita? Rinpoce: Vuoi dire pensare che mediante la pura pratica del Dharma si possono risolvere i propri problemi temporali? Con questa idea poi si pratica il Dharma? 83 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Domanda: Significa scoprire, mediante l'esperienza, che la pratica del Dharma rende felici e le proprie necessità temporali si soddisfano. Questa motivazione può comunque condurre a una pratica pura? Rinpoce: La pratica del Dharma di cui stiamo parlando ora – seguire i rimedi che fungono da antagonisti della mente negativa, praticare gli antidoti alle afflizioni – anche se si sa dalla teoria che renderà felice la vita presente, o si ha l'esperienza che rende felice la vita presente, fin quando si pratica il rimedio per le afflizioni, è sempre puro Dharma e pertanto non c'è pericolo. Se si ha l'esperienza che rinunciare a questa vita risolve anche i problemi quotidiani, apporta anche molta felicità in questa vita e si sa anche che si possono conseguire la suprema felicità dell'illuminazione, la cessazione della sofferenza e migliori vite future, e poi con questa consapevolezza si pratica il Dharma, si pratica la rinuncia ai pensieri negativi dettati dall'attaccamento al benessere di questa vita - il rimedio alla mente negativa - le azioni compiute diventano sempre puro Dharma e non sono mai un'interruzione al sentiero per l'illuminazione. Essendo privi dell'attaccamento al comfort di questa vita, anche se si conoscono i benefici della propria pratica per questa vita e per quelle future, la pratica diventa puro Dharma. Il motivo per cui vi parlo degli svantaggi e dei vantaggi è che sono importanti da conoscere e da ricordare. Altrimenti non avrete interesse e non vedrete il valore di meditare sulla morte e l'impermanenza; se non vi renderete conto del suo valore, non avrete l'energia per la meditazione. Senza praticare la meditazione non otterrete tutte le perfezioni che derivano dal ricordare e meditare l'impermanenza e la morte. Pertanto è molto utile riflettere sugli inconvenienti e i benefici, su ciò che accade senza tenere presenti queste cose oppure ricordandole. Questo conferisce energia per meditare sull'impermanenza e la morte invece che rimanere scioccati dal soggetto. Sarete interessati e vorrete sperimentare queste meditazioni. Una meditazione su come la vita termina velocemente, guidata da Lama Zopa Rinpoce Per prima cosa pensate a come termina una vita della durata di centomila anni, composta di secondi, mesi e anni. Centomila anni sono l'insieme di un certo numero di secondi, di un certo numero di frazioni di secondo, che iniziano a trascorrere dal momento del concepimento nell'utero della madre. Appena la vita inizia, come trascorre ogni attimo, l'intero insieme di attimi inizia a finire; l'intero insieme di frazioni di secondo che compongono centomila anni diminuisce attimo dopo attimo, in ogni istante la vita di centomila anni diventa più breve. In questo modo, sottraendo ogni istante all'intero, il totale diventa sempre minore e così, velocemente, la vita trascorre. La vita termina così velocemente. 84 MORTE E RINASCITA Pensate: dal momento in cui sono stato concepito nell'utero di mia madre, dal momento in cui la mia mente è entrata nell'ovulo fertilizzato, la durata della mia vita, determinata karmicamente, che sia di settanta anni, o di quanti anni sia, è andata diminuendo. La durata della mia vita, proiettata [dal karma], ha un numero di ore, di minuti e di secondi definito, è composta da un numero di istanti definito. Mentre passa ogni frazione di secondo, ogni secondo si accorcia e finisce; come passa ogni secondo, ogni minuto diventa più breve fino a finire; mentre trascorre ogni giorno, ogni settimana diventa più breve e finisce; mentre passa ogni settimana, ogni mese diventa più breve e finisce; come passa ogni mese, ogni anno diventa più breve e finisce e ogni anno che passa mi resta un anno in meno da vivere. Se vivrò fino a settant'anni, con il trascorrere di ogni anno – ogni anno che è composto di frazioni di secondo, di secondi, di minuti, di ore, di giorni, settimane e mesi – la mia vita si sta consumando. Per quante frazioni di secondo ci siano nella mia vita, frutto della proiezione karmica, mentre trascorrono a una a una, la mia vita si avvicina sempre più alla fine, consumandosi costantemente. Dal momento del mio concepimento, dal momento in cui la mia mente è entrata nel grembo di mia madre, la mia vita si è accorciata sempre più, senza nemmeno la pausa di una frazione di secondo, da quel momento i miei settanta anni hanno iniziato a trascorrere. La mia vita è simile a un mucchietto di riso da cui i chicchi sono rimossi uno a uno, per cui ogni chicco in meno, il mucchietto si avvicina all'esaurimento. Proprio in questo modo, mentre ogni momento trascorre, la mia vita sta finendo e io sto diventando sempre più vecchio e vicino alla morte. Come passa ogni secondo che costituisce i miei settanta anni, io mi avvicino alla morte. Giorno e notte, qualunque cosa stia facendo – mangiare, bere, dormire, parlare, meditare – momento per momento, costantemente, mi sto avvicinando alla morte. Dal momento del mio concepimento fino ad ora è trascorso un certo numero di secondi del totale disponibile nella mia vita; sono trascorsi un certo numero di giorni, mesi e anni. Da quel momento sto andando verso la morte senza nemmeno una frazione di secondo di pausa. “Nel periodo di tempo che ho da vivere, ad esempio settant'anni, ho a disposizione un certo numero di respiri, si tratta di un numero fisso, non è infinito. Quindi ogni volta che respiro la mia vita si sta consumando. Mentre il numero totale di respiri che costituisce la mia vita diminuisce, io mi avvicino sempre più alla morte...proprio come un animale che è condotto al macello.” “Mentre una capra è condotta dal suo ovile nel luogo in cui sarà macellata, ogni passo che compie la rende più vicina al momento della sua uccisione, più vicina alla morte. La capra, condotta con una corda legata al collo, non sa che con ogni passo si sta avvicinando alla morte; io sono simile a questo povero animale ignorante, anch'io resto inconsapevole che con ogni respiro, con il passare di ogni frazione di secondo, mi sto avvicinando alla morte.” 85 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO “La mia vita si sta avvicinando alla morte proprio come una pietra lanciata in aria costantemente diventa sempre più vicina a toccare il suolo, senza nessun momento di indugio. Proprio in modo simile la mia vita si avvicina costantemente alla morte. Per quanto io possa asserire di essere vivo, il fatto è che ogni momento mi sto avvicinando a non essere vivo, ad essere morto.” Una meditazione sulle circostanze della morte guidata da Lama Zopa Rinpoce Ora ho ricevuto una perfetta rinascita umana, ma durerà ancora a lungo? Questa rinascita umana esisterà per sempre? No, non esisterà sempre; finirà dopo un certo tempo. In breve tempo il corpo che ho si svuoterà, sarà finito. Arriverà presto un tempo in cui questo corpo sarà visto solo nelle vecchie fotografie. Tale momento arriverà tra non molto. Così come ora faccio io, riferendo agli altri “Quella tale persona è morta, è morta in questa e quella circostanza”, presto gli altri parleranno allo stesso modo di me. In breve tempo la visione di questa vita finirà. Come il giorno finisce e si fa notte, così anche la visione di questa vita presto finirà, nonostante io possa pensare di vivere a lungo. Improvvisamente avrò il pensiero: “Ora sto morendo” e non ci sarà nulla da fare tranne che preoccuparsi. Piangerò, tutta la mia famiglia e gli amici intorno a me piangeranno, ci sarà una situazione di totale turbamento e nella mia mente non ci sarà nient'altro che preoccupazione e sofferenza. A causa di questa sofferenza non sarò in grado di ricordare Buddha, Dharma e Sangha; sperimenterò una grande paura a causa della visione illusoria creata dalle mie afflizioni e dallo squilibrio degli elementi del mio corpo. Anche adesso, quando accade qualcosa all'improvviso, quando c'è un qualche pericolo immediato, non mi ricordo mai di prendere rifugio; la mia mente è completamente oscurata, e questo perfino ora, prima dell'arrivo del momento di morire. Cosa accadrà al momento della morte, quando le sofferenze saranno maggiori e la mia mente ancora più incontrollata? Come potrò ricordare allora di prendere rifugio nell'essere illuminato? • Ora tutti, la mia famiglia e gli amici, sono allegri e sorridenti e gradiscono la mia compagnia, presto verrà il momento in cui saranno in lacrime per la notizia della mia morte. • Ora tengo il mio corpo piacevolmente coperto di abiti; verrà presto il momento in cui sarà morto, come una pietra, privo di sensibilità. • Ora il mio corpo non può sopportare neppure il tocco di un bastoncino d'incenso acceso; presto brucerà nel fuoco. • Questo corpo, che è stato sempre ben accudito, presto sarà cenere. • Questo corpo, che è sempre andato dappertutto, incapace di restare fermo in un posto, sarà presto inchiodato dentro una 86 MORTE E RINASCITA cassa e seppellito sotto terra. • Questo corpo, che non sopporta neppure la puntura di una piccola pulce, sarà presto pieno di vermi che lo mangeranno. • Questo corpo, abituato a parlare sempre di ogni cosa, sarà presto morto incapace di parlare. • Questo corpo, che al presente ha la capacità di esprimere tutti i suoi desideri, sarà presto incapace di vedere bene o di esporre la mia volontà. • Questo corpo, che ho cercate sempre di mantenere attraente, presto sarà diventato uno spaventoso cadavere. Anche le persone che al momento sono attaccate al mio corpo presto ne saranno terrorizzate, spaventate al solo vederlo, figuriamoci a toccarlo. • Questo corpo, che ha sempre goduto di ottimi cibi e bevande, sarà presto incapace di deglutire qualunque cosa, comprese le gocce di medicina poste nella mia bocca. In quel momento sarò completamente incapace di muovere il corpo o di aprire la bocca; tutto quello che sarò in grado di fare sarà aprire un occhio con grande difficoltà. Anche se i miei parenti e amici cercheranno di incoraggiarmi, sarò in grado appena di aprire un occhio. Subito dopo non sarò in grado neppure di udire quello che dicono. • Questo corpo sarà presto chiamato 'cadavere'. Presto nessuno vorrà più toccarmi. Gli altri vorranno solo trascinarmi via dal punto più distante dei miei vestiti che potranno raggiungere. • Presto questo corpo che ho sempre vestito con cura sarà completamente nudo, disteso su un tavolo dell'obitorio. Il momento in cui tutte queste cose accadranno non è definito, ma non sarà lontano. Potrebbe accadere questa notte, questo mese, questo anno. In qualunque momento accadrà, io mi ci sto costantemente avvicinando, giorno dopo giorno. Questo è il modo per iniziare a meditare sulla morte. Prima si medita su come questa vita trascorre velocemente e poi si medita sulle circostanze della morte. Non riflettete sulle circostanze della morte in modo intellettuale, meditate seguendo le linee guida precedenti. Meditate sui cambiamenti che il vostro corpo avrà in futuro, su quanto accadrà sicuramente, ma visualizzatelo proprio come se accadesse ora; come se foste proprio ora in quella situazione. Questo è molto utile, è una tecnica speciale per realizzare l'impermanenza e la morte. Meditate su ciò che accadrebbe al vostro corpo se foste in punto di morte proprio ora, in che modo il vostro corpo cambierebbe, come apparirebbe. Se svolgerete correttamente questa meditazione, se generate una forte sensazione che state morendo proprio ora, vi accorgerete di avere il batticuore e il respiro accelerato. Questo è segno che avete acquisito un livello di esperienza della meditazione sull'impermanenza e la morte. Dovreste continuare a praticare questa meditazione finché questi segni appaiono. Al presente si tratta più che altro di parole e non c'è molta sensibilità. Tuttavia, se meditate continuamente sull'impermanenza e la morte, la vostra sensibilità diverrà sempre più profonda. Al presente la vostra mente non è ben addestrata ma, allenandola mediante una continua 87 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO meditazione, la sensibilità sarà incrementata sempre più fino ad avere una netta sensazione che sia vero, reale. Allora non desidererete più impegnarvi in azioni prive di significato, non vorrete più compiere alcuna azione che si limiti a riguardare solo il corpo presente. Agirete spontaneamente per l'illuminazione e non vorrete trascorrere neppure un breve lasso di tempo operando per il corpo di questa vita. Questa sensazione si rafforzerà sempre più mediante la meditazione sull'impermanenza, sulla brevità della vita e sull'avvicinarsi al momento della morte. Non vorrete neppure sprecare il breve tempo necessario per farvi la barba. Riflettete in questo modo. Gli yogi che realizzano l'impermanenza non vogliono sprecare tempo neppure a rimuovere una scheggia. Uno yogi, il meditatore Ghesce Karag Gomchung, si ritirò in una grotta in un luogo isolato e realizzò l'impermanenza. C'era un cespuglio spinoso che cresceva all'entrata della grotta e, ogni volta che lui entrava o usciva, i suoi vestiti si impigliavano nelle spine. Ogni volta che usciva pensava di tagliarlo, ma poi rifletteva che non c'era certezza che sarebbe tornato, quindi non se ne sarebbe preoccupato. Poi, quando ritornava, restava di nuovo impigliato e pensava che avrebbe dovuto tagliarlo, ma poi rifletteva che non c'era certezza neppure che sarebbe uscito ancora, perciò di nuovo non se ne sarebbe preoccupato. In tal modo trascorse la vita meditando in solitudine senza prendere il tempo per potare il cespuglio. Questo mostra che aveva realizzato l'impermanenza. È importante che voi stessi cerchiate di farlo per quanto vi è possibile. Perché sto parlando della morte? Potreste pensare: “Il mio paese è pieno di pericoli, le persone muoiono sempre, bla e bla. Tutto questo l'ho già sentito. Che senso ha udire questo di nuovo?” Questo è tuttavia differente. Se osservassimo effettivamente in modo corretto tutti gli esempi di impermanenza intorno a noi, sarebbe facile comprenderla da noi stessi, ma non lo facciamo. Possiamo vedere innumerevoli esempi esterni di impermanenza, tuttavia non realizziamo l'impermanenza per conto nostro. Prendete la paura della morte, per esempio. Anche gli animali sono spaventati dalla morte, quando sono minacciati, quando cadono, ma non è di alcuna utilità. Anche noi ci sentiamo spesso spaventati dalla morte, quando avviene un incidente, quando ci ammaliamo e così via, ma queste sensazioni non durano. Dopo uno o due giorni, quando il pericolo è passato, non ci sentiamo più spaventati e quanto accaduto diventa inutile perché non lo abbiamo utilizzato per praticare il Dharma. Pertanto non basta provare la sensazione di paura per la morte limitatamente a pochi minuti; non è questo il modo di meditare sull'impermanenza. È necessario che tale forte sensazione, la paura della morte, duri più di pochi minuti, più di un'ora, poiché non si può completare la pratica del Dharma in un'ora. Potete vedere quanto siete pigri e lenti, pertanto questo non è sufficiente. Dovete fare in modo 88 MORTE E RINASCITA che la sensazione duri finché saprete di poter rinascere in accordo con la vostra scelta, o almeno finché sarete pienamente certi di aver ottenuto lo scopo minimo di questa meditazione, ossia non soffrire al momento della morte. Ad ogni modo è necessario che la sensazione sia durevole per ricevere le realizzazioni superiori e più ardue; questo è il proposito per meditare sull'impermanenza e la morte: rendere la sensazione durevole. Come ho già detto, anche le persone ordinarie, che non sanno nulla di Dharma, a volte pensano “Oh, a un certo punto morirò, tra molto tempo”. Ma questo non è nulla. Se avete la realizzazione, se avete realmente paura della morte, se avete avuto l'esperienza dell'impermanenza mediante la meditazione, non potrete mai addormentarvi mentre meditate, per esempio. Talvolta succede che potete meditare sull'effettivo soggetto per un paio di minuti e poi la vostra mente se ne va a fare un picnic. Se avete compreso e realizzato l'impermanenza la vostra mente sarà così forte che questo tipo di cose non accadrà mai, la vostra mente non si distrarrà mai facilmente. Cose come addormentarsi durante la meditazione, distrarsi con facilità e trovare difficile focalizzarsi sul soggetto mostrano che avete bisogno di energia, che dovete applicarvi per una migliore comprensione dell'impermanenza e della morte. Se non avete sperimentato l'impermanenza mediante la meditazione, se non avete questa realizzazione, ogni minimo problema disturberà la vostra meditazione. I meditatori che hanno una reale, effettiva, profonda comprensione ed esperienza dell'impermanenza e della morte non restano mai scossi nell'udire “rinuncia a questa vita”. Tali parole sono solo piacevoli per le loro menti. Coloro che realizzano l'impermanenza e la morte sono solo ben felici di praticare quanto sia più potente e di beneficio per fermare le afflizioni, senza preoccuparsi di quanto possa essere difficile. Per tali persone non è difficile. Perché noi non ne siamo capaci? Per il fatto che non abbiamo realizzato l'impermanenza della vita e la morte. Inoltre, meditare ad esempio solo per un mese, in un corso a Kopan, non è molto efficace per fermare i vostri problemi futuri. Naturalmente è di beneficio, di grande beneficio – non sto dicendo che non apporta benefici – tuttavia per fermare i vostri problemi futuri dovrete continuare a meditare. Inoltre, dato che la meditazione è intesa per fermare i vostri problemi, dovete sapere come farla, pertanto praticare solo per un giorno o due non è sufficiente per apprendere; neppure è sufficiente ascoltare qualcuno che spiega qualcosa una volta e poi lavorare solo su quello. La morte è certa? La mia morte è inevitabile, perché nessun essere è mai esistito nei reami del samsara senza essere continuamente soggetto alla sofferenza della morte e della rinascita. Il momento della mia morte è certo? La morte ha molte cause, pertanto il suo momento non è certo: 1. la fine della vita è determinata dal karma passato 89 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO 2. i fattori che sostengono la vita non sono presenti, ad esempio la morte per inedia 3. a causa dell'ignoranza, ad esempio il suicidio o la mancanza di cure. In questo momento, se esamino realmente dentro me stesso, non posso trovare nessuna prova o garanzia che la mia vita continuerà per un periodo definito. La morte è certa Qui trovate dei suggerimenti su come meditare su questo soggetto. Riflettete dal profondo della vostra mente: “Dopo un periodo di tempo, tutto questo mondo diventerà completamente vuoto; inoltre, io cesserò di esistere su questa Terra”. Sentite la completa vacuità di tutte le cose e concludete: “Pertanto, la morte è certa”. Riflettete: “Non c'è nessuna causa o condizione cooperante che possa fermare la morte; non c'è una condizione esterna che possa fermare la morte. Non è stato possibile impedire la morte da quando il mondo ha avuto inizio fino ad ora, pertanto la morte è certa. Inoltre, la lunghezza della vita non può essere allungata, ma decresce naturalmente, pertanto è certo che la morte avverrà”. Mentre pensate questo tenete presente la vostra stessa vita. “Inoltre, la mia morte avverrà prima che abbia avuto abbastanza tempo da impiegare per praticare il Dharma. Nulla che sia esterno può impedirla e quando sarà il mio momento di morire, neppure i migliori ospedali o gli ultimi ritrovati medici potranno aiutarmi. Ovunque andrò non potrò sfuggirle.” “Se vado indietro col pensiero, dai miei genitori ai loro genitori e ai genitori dei loro genitori e così via fino ai miei lontani antenati, essi sono moltissimi, un numero infinito, ma ora nessuno di loro esiste. Tutte quelle precedenti generazioni sono trapassate, non resta nessuno di loro.” Pensate ai genitori, ai nonni, ai bisnonni, ai bis bisnonni che sono morti, se ne sono andati tutti. “Pertanto è certo che anch'io morirò. Così come essi hanno cessato di esistere, sarà lo stesso per me. Presto verrà il mio turno di morire. Pertanto la mia morte è certa.” Il momento della morte è indefinito In generale, la lunghezza della vita degli esseri in questo mondo non è definita. Non è fissa a cento anni o a mille anni come in alcuni altri reami. In questo mondo la lunghezza della vita varia, specialmente in questi tempi degenerati è più breve e ancora più indefinita; più breve e più incerta che in epoche precedenti. Pertanto il momento della morte è incerto, non è definito. Per esempio: • Ci sono persone che vengono in Oriente dall'Occidente, ma non è certo che ritorneranno; prima del momento del ritorno muoiono. Il momento della morte è incerto in questo modo. • Anche se tornano in Occidente, può accadere che muoiono prima di arrivare alle loro case. 90 MORTE E RINASCITA • Molte persone vanno a dormire e muoiono prima del momento del risveglio. • Molte persone iniziano un pasto ma muoiono prima di aver finito. • Molte persone vanno a fare un trekking ma muoiono prima di poter tornare. • Molte persone escono in macchina e muoiono prima di tornare a casa. • Molte persone nascono e muoiono prima di raggiungere l'età adulta. • Molte persone sono concepite ma muoiono ancor prima di nascere dal grembo materno. • Molte persone vanno a praticare uno sport ma muoiono prima della fine del gioco. • Molte persone comprano abiti nuovi ma muoiono prima di avere il tempo di indossarli. • Molte persone iniziano a leggere un libro ma muoiono prima di finirlo. • Molte persone pianificano un progetto ma muoiono prima di completarlo. • Molte persone vanno in guerra e muoiono prima di tornare a casa. • Molte persone vanno a lavorare ma muoiono prima di poter riscuotere il proprio salario. • Molte persone iniziano a parlare ma muoiono prima di aver finito quello che volevano dire. • Molte persone espirano ma muoiono prima di poter inspirare di nuovo. Questi sono solo pochi esempi di come il momento effettivo della morte sia incerto, indefinito, sono pochi esempi che potete usare per la meditazione. Proprio come vedete queste cose che accadono intorno a voi, è necessario che applichiate questi esempi a voi stessi, che meditiate che ciò che accade agli altri può accadere a voi. È importante pensare: “Un giorno anch'io morirò in modo o nell'altro, prima di avere il tempo di finire quello che stavo facendo”. Così come vedete gli altri morire prima di avere il tempo di finire quello che stanno facendo, dovete vedere la stessa cosa che accade a voi. Questo è un modo di meditare molto efficace. È certo che morirete, durante il giorno oppure di notte, al mattino o al pomeriggio, senza aver finito qualcosa. Espirerete ma morirete prima di poter inspirare ancora. È certo che vi accadrà, che morirete in un modo o nell'altro, in accordo col vostro karma. Quando sarete in casa oppure fuori di casa. Dovete riflettere anche su come le necessità temporali possono diventare causa di morte; su come ci sono più cause cooperanti che mettono a repentaglio la vita di quante ce ne siano a sostegno della vita. Pertanto, il tempo della morte è incerto. 91 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Anche le cose che sostengono la vita possono essere un rischio per la vita, ad esempio il cibo. Le persone muoiono mentre mangiano la carne o il pesce, quando un ossicino si pianta nella loro gola. Altri muoiono per il crollo di una casa, sotto il tetto che crolla loro addosso. Alcuni sono uccisi da altri nel corso di discussioni per i soldi o in risse tra ubriachi. Altri per overdose di qualche droga. Anche le cose che si considerano di sostegno alla vita posso finire per distruggerla. Pertanto il momento effettivo della morte è indefinito. Questo corpo è estremamente fragile, come una bolla d'acqua. Anche un minimo movimento può causare un danno; pertanto è molto facile rischiare la vita. Anche per questa ragione il momento della morte è indefinito. Il momento della morte non è certo perché avviene: 1. quando la causa della fine della vita è in accordo al karma precedente 2. quando si è privi di fattori che sostengono la vita 3. per via dell'ignoranza. Esaminate nella vostra mente se potete percepire quando morirete. Controllate anche se è sicuro che accadrà solo dopo molto tempo, dopo dieci anni; vedete se potete essere certi di vivere tanto a lungo. Controllate anche per vedere se potete essere sicuri di essere vivi domani, come tendete a pensare; dato che si tende a pensare che si vivrà a lungo, esaminate se è certo che vivrete fino a domani. Quale ragione avete per pensare che sarete ancora vivi? Similmente, esaminate se potete essere sicuri di essere ancora vivi questa notte; se sarete vivi abbastanza a lungo per andare a letto. Quale prova avete che vivrete per tale periodo? Se non riuscite a trovare nessuna prova che certamente esisterete per quel lasso di tempo, allora non potete essere sicuri che vivrete abbastanza per andare nel vostro letto. Forse potreste pensare: “Io ho questa sensazione intuitiva che esisterò. Non vedo nulla che indica che morirò in questo o quel momento; ho proprio questa sensazione istintiva”. Si parla molto dei propri istinti, tuttavia questa sensazione istintiva che continuerete ad esistere vi accompagnerà fino al momento della morte e si tratta del peggiore ostacolo alla pratica del Dharma. Questa sensazione è la ragione che date, tuttavia essa continuerà fino in punto di morte. Anche se vi restasse solo un minuto di vita, continuereste ad avere questa sensazione. Questa sensazione istintiva è il maggior ostacolo alla pratica del Dharma. Molte persone si preoccupano, pensando “Qual è il metodo per fermare le distrazioni? Non riesco a concentrarmi; non posso fare questo, non posso fare quello”. Perché hanno questi problemi? Per il fatto che sono distratti dal pensiero istintivo : “Non morirò ora; vivrò. Non voglio morire ora; non voglio morire oggi”. Questa sensazione istintiva che abbiamo sempre causa gli ostacoli che impediscono che la nostra concentrazione sia durevole e dovrebbe essere distrutta; questa concezione disturbante dovrebbe essere fermata dalla meditazione sull'impermanenza e la morte. Immaginate una persona che cammina attraverso una foresta infestata dalle tigri. Essa è costantemente consapevole del pericolo di essere attaccata da una tigre, pertanto è sempre all'erta, si guarda attorno; 92 MORTE E RINASCITA essa non rischia di passare neanche pochi minuti guardando qualcosa senza perdere la vigilanza sulle tigri. Perché mantiene spontaneamente la vigilanza sulle tigri? È allo stesso modo per qualcuno che realizza che il momento della morte è indefinito, che sempre sente che la morte potrebbe avvenire oggi, tra un'ora, tra un minuto; qualcuno che pensa costantemente in modo opposto a quello nostro. Noi pensiamo sempre:”Non muoio, non morirò ora”, ma la persona che ha realizzato, mediante la meditazione, che il momento della morte è indefinito è proprio all'opposto. Il meditatore pensa: “potrei certamente morire tra un'ora, in questo momento, stanotte”, un modo del tutto opposto alla nostra idea consueta. Poiché la persona pensa:”Morirò ora, tra un minuto, tra un'ora”, lui/lei ha una straordinaria quantità di energia per rendere ogni azione perfetta e pura. Quindi, se meditate con questo pensiero, non avrete alcun ostacolo alla meditazione; la vostra mente non si distrarrà facilmente. La concentrazione durerà molto più a lungo perché questo pensiero e la paura che sorge con esso non vi permette di cadere sotto il controllo degli ostacoli, vi protegge dagli ostacoli. Quando Guru Buddha Shakyamuni fu in punto di morte si tolse i vestiti e si sdraiò, poi disse ai suoi discepoli: “Questo è l'ultimo santo corpo del tathagata, dunque dovete guardarlo”. Un tathagata è un essere arya che è andato al di là di tutta la sofferenza e della mente illusoria, dunque quando disse 'tathagata' intendeva sé stesso. Poi dette il suo ultimo insegnamento: “Tutti i fenomeni causativi sono impermanenti. Questo è l'ultimo insegnamento del tathagata”. Poi morì. Questo fu il suo ultimo insegnamento; questo fu il suo lascito a noi esseri senzienti. Questa era la cosa più importante che aveva da lasciarci: un insegnamento sull'impermanenza. Poi trapassò. Quando chiese ai suoi discepoli di guardare l'ultimo corpo del tathagata, molti di loro svennero e alcuni arhat morirono anche loro; essi non avrebbero potuto sopportare il suo trapasso. In seguito, poiché gli insegnamenti di Guru Buddha Shakyamuni correvano il pericolo di andare persi, cinquecento arhat che li avevano memorizzati si riunirono in tre occasioni differenti e recitarono gli insegnamenti a memoria, mentre altri pandit arhat li trascrivevano per il beneficio dei futuri esseri senzienti. Quindi proprio l'ultima cosa che lasciò, il suo ultimo insegnamento – così come un essere ordinario lascia le sue ultime volontà rispetto al denaro o a qualunque cosa che una volta morente ha principalmente lasciato, la cosa più preziosa della persona morente – la cosa più di beneficio che Guru Buddha Shakyamuni poteva lasciare, la cosa più importante per noi da realizzare, da capire, è stata l'impermanenza. Pertanto egli concluse la sua vita con un insegnamento sull'impermanenza; il suo intero insegnamento si concluse con questo soggetto. Questo è quanto ci ha lasciato detto: “Voi esseri senzienti dovreste praticare il Dharma; se non lo fate ci sono l'impermanenza e la morte.” Nel dire questo intendeva la sofferenza. Questa sola parola, impermanenza, mostra l'intera portata della sofferenza samsarica: “Voi esseri senzienti dovreste praticare il Dharma perché 93 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO state vivendo nella sofferenza, nell'impermanenza, sotto il potere della morte”. Quando meditate sulla morte, un'altra utile tecnica è ricordare e contare tutti i vostri parenti e amici che sono morti. Prima abbiamo meditato principalmente sulle generazioni di antenati che sono morti; ora sto parlando di quelli che avete incontrato in questa vita. Molti dei miei parenti e amici di questa vita sono morti – laici, monaci, lama e molti altri amici. Non ho mai conosciuto mio nonno, neanche da bambino, ricordo solo mia nonna – capelli grigi, rosario, sempre seduta vicino al fuoco in cucina. Mentre ero in Tibet fu malata per sette anni e poi divenne cieca, quando già era vicina al momento in cui morì; a quel punto non era più in grado di fare nulla. Mio zio si prese cura di lei per molti anni – le dava il cibo, l'accompagnava in bagno e la riportava indietro; offrì le cure a sua madre per molto tempo e tra un servizio e l'altro faceva le prostrazioni. Prima di questo, tuttavia, anche mio zio si era ammalato. Egli fu visitato da molti dottori, a Solu Kumbu [Nepal] e anche in Tibet, prese ogni tipo di medicine, ma nulla poteva aiutarlo. Soffriva al punto da non poter neppure mangiare. Anch'egli fu malato per sette anni. Allora chiese consiglio a un lama, la cui grotta era vicina a Lawudo; quel lama era un ottimo meditatore. Io lo ricordo vagamente, perché quand'ero piccolo ho sempre pensato che fosse un buon monaco. Egli mi ispirava anche molta simpatia, sentivo una buona sensazione nei suoi confronti, diversa dagli altri. Egli giocava sempre con me e aveva una buona vibrazione, per il fatto che manteneva una buona mente. Mio zio era in accordo con questo meditatore e gli chiese di essere esaminato. Il lama osservò che la causa della malattia di mio zio era un'oscurazione karmica, ossia il risultato di un karma negativo – qualcosa che non era possibile curare con le medicine, ma solo mediante la purificazione. Allora mio zio chiese una meditazione con le prostrazioni e la presa di rifugio, qualcosa di simile, e il lama gli dette delle meditazioni da fare. Mio zio era povero, ma proprio sopra la grotta del meditatore viveva la famiglia di un lama sposato, che lo aiutò prendendosi a cuore i suoi bisogni temporali. Essi lo aiutarono anche a costruire un piccola stanza per le prostrazioni e così via, dove avrebbe potuto anche prendersi cura della madre. Fece le prostrazioni per circa sette anni, qualcosa come sette volte 100.000 e mentre continuava a farle gradualmente il suo stato di salute migliorava e alla fine guarì del tutto. Egli si ristabilì completamente. Da quel momento non si ammalò più, per lo meno non di qualcosa di grave. Durante quel periodo, mentre si prendeva cura della madre, lei morì in quel posto. C'è poi mio padre. Non ho mai visto mio padre. Intorno al momento in cui dovevo uscire dal grembo di mia madre egli era già andato nella sua successiva rinascita. Ricordo che quando ero molto piccolo, tutti noi bimbi si dormiva insieme la notte sotto il giaccone dalle lunghe maniche di mio padre, la sua chuba, come è chiamata in tibetano. Essa era fatta con una pelle d'animale con il pelo all'interno. Così dormivamo tutti sotto la giubba di nostro padre morto e talvolta dicevamo “Questa era di papa'”. Mia madre aveva avuto vari altri figli, ma molti di loro erano morti prima che nascessi. Uno di loro aveva due teste, non era in grado di sopravvivere a lungo e morì ancora piccino. C'erano dei racconti su 94 MORTE E RINASCITA quel bimbo. Mia madre non sapeva come accudirlo e il bimbo morì. Anche un'altra sorella nata prima di me morì. Essa aveva una specie di piccola coda, come quella di un animale. Ora sono rimasti solo tre di noi. Presto anche tutti loro se ne andranno e resteranno solo i loro nomi, con le persone che diranno: “Quella tale persona fece questo”, ma nessuno potrà vedere più il loro corpo fisico. Poi c'è stato il primo amico di penna occidentale che ho avuto, quando ero in India. La nostra insegnante era una monaca [buddhista], credo sia stata una delle prime monache occidentali. Essa è stata monaca per molti anni; in origine era cristiana, poi fece un viaggio e a Ceylon prese i precetti da un guru Theravadin, poi andò in India, dove viveva e lavorava. Intorno a questo periodo avvenne la ribellione dei tibetani [contro l'occupazione cinese] del 1959 e molti tibetani fuggirono in India; questa monaca era tra coloro inviati dal comitato di assistenza del governo indiano per aiutare i rifugiati tibetani. Dov'era lei i rifugiati erano principalmente monaci che provenivano da Lhasa. Seguitò ad avere molti contatti con i monaci, anche il suo cuoco era un monaco. Lei divenne gradualmente familiare con i tibetani e sempre più interessata. In seguito andò in un luogo in cui più di mille monaci avevano vissuto per molti anni, continuando i loro studi relativi alla filosofia del Dharma e al Tantra. Uno dei modi in cui aiutò i monaci fu trovando loro degli 'amici di penna', ossia delle persone in occidente con cui potevano intrattenere uno scambio epistolare. L'amico di penna che lei mi trovò fu una donna ebrea che viveva a Londra. A volte lei mi spediva delle foto di se stessa, alcune di quando era giovane e alcune contemporanee, in cui era molto anziana. Io restavo un po' confuso perché ero molto giovane e non capivo quali fossero le foto di lei, non realizzavo che erano foto della stessa persona, pensavo che fossero due persone differenti. Lei era conosciuta come una persona dotata di una buona personalità e di saggezza. Credo che scrisse anche dei libri, benché io non ne abbia letto nessuno. Essa mi scrisse delle lettere per sette anni, ogni settimana, molte lettere. La mia stanza era piena delle sue lettere. Io rispondevo solo occasionalmente, forse solo tre o quattro volte in tutto. Lei aveva più di ottantasette anni, ma in quell'epoca non potevo fare molto per aiutarla. Lei voleva veramente capire il Dharma, ma io non ero in grado di comunicare molto in inglese con lei e in quel posto non c'era nessun altro tibetano che poteva scrivere bene in inglese. Noi studiavamo molto ABCD, ma non era sufficiente. Se si chiedeva aiuto agli indiani diventava davvero molto complicato! Essi scrivevano sempre cose che non volevamo. Così scrivere a lei per me era sempre pieno di inconvenienti. In seguito ho provato, sia che fosse corretto o meno e, nonostante gli errori, forse lei capiva, forse no. Poi il flusso delle sue lettere si interruppe per un paio di mesi e mi chiedevo cosa fosse accaduto. Penso che lei credeva che se mi avesse detto di essere andata in ospedale per una operazione io mi sarei preoccupato, per questo non mi scrisse. Quando uscì dall'ospedale cercò di scrivermi, ma la sua scrittura non era chiara; non aveva l'energia per formare bene le parole. Non poté neppure finire la lettera che stava scrivendo e fu aiutata da qualche ragazza. Questa fu l'ultima che ricevetti, in cui mi disse di essere stata appena dimessa dall'ospedale. 95 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Dopo questo ebbi un sogno, nel quale ero vicino alla mia casa e qualcuno mi consegnava una lettera bianca. Il giorno dopo ricevetti una lettera esattamente come quella da un suo amico, che era un amico di penna di un altro lama incarnato, in cui mi comunicava che lei era morta. Allora i più di mille monaci che vivevano lì fecero delle puja per lei; anche il guru di Sua Santità e altri alti lama pregarono affinché lei avesse una buona rinascita. In seguito ho esaminato come morì, in quale direzione era rivolta – qualcuno mi ha spiegato queste cose. Intorno a quel periodo le avevo spedito un regalo ma non sono sicuro che lo abbia ricevuto. Essa fu cremata e le sue ceneri furono sparse nel suo giardino. Lei aveva donato i dipinti che le avevo spedito dall'India – Guru Shakyamuni Buddha e forse altri – al centro tibetano del luogo, prima di morire. Questa è solo una piccola storia di impermanenza. Così, come questo accade ad altre persone, lo stesso accadrà a noi. Un paio di anni fa, il nostro primo studente occidentale, la monaca Zina, progettò di andare a Kathmandu e a Dharamsala per ricevere insegnamenti dai nostri guru; fece molti progetti per fare tutte queste cose preziose. Tuttavia, appena prima del momento in cui doveva scendere [dalle montagne in cui era in ritiro], improvvisamente si ammalò e non poté alzarsi. Del tutto inaspettatamente, quattro o cinque giorni dopo, morì. In quei pochi giorni di malattia giacque sdraiata nel letto, ma appena prima di morire si mise seduta, tenendo il rosario in mano. La figlia era presente, la guardava e piangeva “Ti prego, madre, non morire”. Il giorno in cui morì sua figlia pianse molto, ma dopo un paio di giorni tornò normale e giocava nel cortile. Anche se Zina era ammalata, ebbe un poco di tempo per prepararsi alla morte. Lei si aspettava senz'altro di fare tutto quello che aveva programmato, ma all'improvviso la sua vita finì, prima che avesse il tempo di farlo. Comunque lei fu molto fortunata di poter morire come una monaca, più fortunata delle persone che muoiono in America nei loro bellissimi e costosi appartamenti, circondati dai parenti e dai loro possedimenti. Morì in una stanza semplice e minuscola, dopo aver trascorso la maggior parte degli anni precedenti in ritiro. Inoltre lei ebbe il costante desiderio di aiutare gli altri, specie gli occidentali, ma si preoccupava sempre di non essere capace di farlo. Non fu in grado neppure di firmare la lettera che ci spedì. Perché dovrei essere spaventato dalla morte? Karmapa dü sum kyenpa3 (Karmapa che realizza i tre tempi [passato, presente e futuro]) disse: Perché dovrei essere spaventato per la morte? Perché quando il Signore della Morte4 arriva è difficile che la mente sia felice. Io sono molto ignorante per il fatto di non essere spaventato dalla morte. Questa assenza di paura risulta dal non comprendere la sofferenza del processo della morte stesso o la sofferenza delle mie vite future. Dopo la morte la mia mente ignorante soffrirà continuamente nel ciclo dei dodici anelli del sorgere dipendente. In un 3 Karmapa dü sum kyenpa era un lama altamente realizzato che viveva in Tibet molto tempo fa [il primo Karmapa, 1110-1193]. 4 Il così chiamato 'Signore della Morte', nella citazione, è in effetti creato dal nostro stesso karma - un essere che interrompe la nostra vita. 96 MORTE E RINASCITA mese, un giorno, perfino in un'ora, ho creato più karma negativo che virtuoso ed ho fatto questo da tempo senza inizio, in tutte le mie vite precedenti. A meno che non rompa le catene che mi legano al ciclo dei dodici anelli del sorgere dipendente, finirò per rinascere in uno dei tre reami inferiori. Per queste ragioni dovrei iniziare a praticare il Dharma il più presto possibile, senza essere pigro. Morire senza aver tempo per praticare il Dharma Quando si medita su questo è utile riflettere nel modo seguente: “Se vivessi per settant'anni, la metà della mia vita, tutte le notti, sarebbe stata impiegata per dormire. La maggior parte del restante tempo diurno è consumato in distrazioni o nel creare karma negativo, la causa della sofferenza. Anche se ho creato un minimo di merito, ne ho distrutto la maggior parte perché non l'ho dedicato ed ho generato le menti negative delle visioni errate, della rabbia, e così via. Pertanto, finita questa vita, le possibilità che io rinasca nei tre reami inferiori sono molto maggiori”. Riflettere in questo modo è molto efficace, poiché il modo in cui opera è la sua evoluzione effettiva, vera. In questo modo si conosce se stessi, si riconosce la propria vita. Guru Shakyamuni disse: Non è certo se verrà prima domani o la prossima vita. Perciò [dato che il domani è molto incerto] è più utile e saggio essere preparati per la vita futura piuttosto che per l'indomani. Riflettete su quanto Guru Buddha Shakyamuni disse. È veramente ragionevole. Anche tra un'ora, è più probabile che sarete morti piuttosto che vivi. Perché è più certo che sarete morti? Dato che la morte è certa, è certo che non esisterete permanentemente, pertanto la morte è più certa del proseguire dell'esistenza, anche in questo momento. Riflettete in questo modo, è molto, molto utile. Se esaminate bene con la vostra mente, vedrete che è così non solo per il fatto che lo ha detto Guru Buddha Shakyamuni, ma perché si tratta di un'evoluzione effettiva. È proprio così. Poiché la morte è più certa di un'esistenza che perdura, anche ora, è pertanto più proficuo per voi fare qualcosa che sia di beneficio per le vostre vite future piuttosto che fare qualcosa con un'ottica limitata a questo corpo. Non potete mai essere certi di quando dovrete lasciare questo corpo, di quando non lo possiederete più. Riflettere in questo modo è utile specialmente quando andate in collera, per esempio; in tal caso è più di aiuto riflettere sulla morte che su shunyata, che è qualcosa che in effetti non comprendete bene. Naturalmente, parlando in generale, riflettere sulla vacuità è profondo, ma quando state sperimentando un problema immediato, riflettere sulla morte è più profondo. Quando dovete risolvere un problema, è più veloce e più profondo riflettere sulla morte piuttosto che su shunyata o sui vari soggetti tantrici. Quando avete un problema mentale con qualcuno – estrema bramosia, attaccamento ai possedimenti o a una persona, rabbia, orgoglio o qualunque altra mente negativa – per fermare la creazione di karma negativo e pacificare la mente, dissolvere la confusione, cercate di ricordare ciò che ha detto Guru Buddha Shakyamuni e riflettete: “Guru Buddha Shakyamuni disse che la morte è più probabile che la 97 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO continuazione dell'esistenza, dunque sto andando verso la morte proprio ora”, pensate dal profondo del vostro cuore che state per morire, “se il mio respiro si sta per fermare proprio ora, che utilità c'è nell'arrabbiarsi? Perché essere arrabbiati, orgogliosi o attaccati?” non c'è proprio alcuna utilità. Non potrete portare la persona a cui siete attaccati nella vostra vita futura, in un altro reame. È completamente inutile, senza senso. State solo creando la causa della sofferenza. Riflettete dunque in questo modo. È molto utile. Ogni volta che sorge l'attaccamento verso altre persone pensate “c'è maggiore certezza che io lascerò questo corpo piuttosto che vi rimanga”. Pensate dal profondo del vostro cuore che state per lasciare il vostro corpo. Se fate questo correttamente, tutte le sensazioni improvvise, scomode, la mente negativa che sentite manifestarsi fortemente, il forte svilupparsi di orgoglio, di rabbia, di qualunque sia, si allenterà, diminuirà, si calmerà. Non vedrete più uno scopo nello sviluppare la collera; scoprirete da soli che è privo di significato, insensato. In questo modo non causerete problemi agli altri e la vostra mene sarà calma; cesserete di creare karma negativo e confusione. Questo è veramente concreto; questo è usare la meditazione nell'effettivo momento critico. Questa è meditazione reale, pratica. La meditazione è un'energia per fermare i problemi, non solo qualcosa che si può praticare molto tranquillamente da qualche parte su una montagna. Le meditazioni come questa sulla morte devono risolvere i problemi; se non le usate per il proposito da conseguire, qual è il senso? Non abbiamo molto tempo per entrare nei dettagli in merito, ma si tratta di un punto importante, ve lo introdurrò semplicemente. Shantideva, nel suo Bodhicharyavatara disse: Non è corretto godere dei piaceri samsarici pensando “Io non morirò oggi”, rimandando la pratica del Dharma e non confessando i karma negativi. È molto, molto utile anche ricordare questa citazione. In primo luogo chiedetevi come è possibile che possiate permettervi di creare ancora dell'altro karma negativo, oltre a quello che avete già creato nel corso di tante vite da tempo senza inizio. Non c'è nessuna ragione in assoluto per accrescere questa già enorme raccolta. In secondo luogo non c'è ragione neanche in un atteggiamento rilassato per cui si differisce la pratica del Dharma. Perché non potete distrarvi nemmeno per un giorno, mettendo da parte la pratica del Dharma? Perché anche quest'oggi – questo è il modo in cui dovreste pensare – la morte è più certa della continuazione dell'esistenza. Avete una straordinaria raccolta di karma negativo nella vostra coscienza, accumulato da tempo senza inizio. Sapendo questo come potete rilassarvi? Avete una quantità infinita di karma negativo nella vostra mente, così come potete procrastinare la pratica del Dharma? Fin quando resterà questa causa di sofferenza, è certo che la sofferenza sorgerà. Dal momento che la morte è più certa della continuazione dell'esistenza, come potete lasciare la pratica del Dharma? Dato che avete così tanto karma negativo nella mente, come potete rilassarvi, anche per un solo giorno? Fintanto che c'è la causa, la sofferenza sorge continuamente; avete un'enorme accumulo di karma 98 MORTE E RINASCITA negativo nella mente; la morte è più certa della continuità dell'esistenza, dunque, per tutte queste ragioni, come potette rilassarvi rinviando la pratica del Dharma? Questo insegnamento è molto significativo, sostanzioso, è molto utile ricordarlo, ha molti significati. Nei momenti in cui vi sentite troppo pigri per meditare, per praticare il Dharma, è molto utile ricordare queste potenti parole benedette. Le persone o i possedimenti materiali possono aiutare ad alleviare o ad evitare la morte? Quando giunge l'ora della morte, neppure innumerevoli gioielli che potrebbero soddisfare tutti i desideri contenuti in un universo di mondi possono impedire che la morte avvenga. Neppure le persone – i parenti, gli amici o altri – né il fatto di possedere qualunque quantità di forza personale o di fama possono impedire la morte. Queste cose non solo non aiutano, ma contribuiscono ad aumentare la sofferenza. In che modo i miei attaccamenti causano grande sofferenza al momento della morte? Al momento della morte io realizzo che mi si sto separando da tutti i miei possedimenti e dai miei cari e sorgono, tremendamente forti, attaccamento e paura. La mia preoccupazione è molto maggiore di quella che sorge di consueto, come nel caso della separazione di una coppia o dai propri genitori. Il mio corpo fisico ora mi crea grande sofferenza e, sebbene abbia avuto più cura di esso che di qualunque altro corpo di un essere, ora mi sta diventando nemico. Quando è l'ora della morte, sia un re che un mendicante sono esattamente uguali, in quanto nessuna quantità di parenti o di possedimenti può influenzare o impedire la morte. Tuttavia, chi è più ricco al momento della morte? Se il mendicante ha creato più merito, allora, pur sembrando povero materialmente, in realtà è lui l'uomo ricco. Dal punto di vista del Dharma, la mente che si è preparata per il passaggio nella vita successiva ha la ricchezza reale. Se i possedimenti materiali, i parenti e gli amici sono così privi di significato e inefficaci al momento della morte, e sono anche causa di sofferenza, diventando dei nemici, perché attribuire loro tanta importanza e passare tanto tempo preoccupandosi di loro? Sono stato attaccato al mio corpo per innumerevoli vite, procurandogli tutti i comfort, tuttora non ho finito di prendermene cura, e il mio corpo continua a causarmi problemi. Questa cura ha realmente una fine? Non sarebbe meglio trascorrere la mia vita lavorando per qualcosa che può essere completato? Mentre leggete le parole scritte qui sopra, meditate sul loro significato. Perché il vostro corpo è descritto come un nemico? A causa della sensazione di stare per lasciarlo, diventate estremamente ansiosi; non lo volete lasciare. Invece di aiutarvi a risolvere il vostro problema in quel momento, il forte attaccamento al vostro corpo vi causa solo di rimanere ancora più a lungo nel samsara, di essere 99 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO sempre intrappolato nel ciclo che lega alla sofferenza, nel ciclo di rinascita e morte. La stessa ansietà e preoccupazione che provate per il vostro corpo – attaccamento, paura di lasciarlo, non volere quanto accade – li avete nei confronti dei vostri possedimenti e parenti; vi sentite molto sconvolti per via di doverli lasciare. Padmasambhava disse: La visione di questa vita è come il sogno fatto la notte scorsa. Tutte le azioni prive di significato sono simili alle increspature sulla superficie di un lago. Il sogno che avete avuto la scorsa notte era così breve; dall'inizio alla fine, era velocissimo. In un sogno può sembrare di aver fatto un lungo viaggio o aver trascorso molti anni facendo qualcosa, ma in realtà la durata di un sogno è solo di pochi minuti. Qualunque buona cosa che accade in un sogno accade molto velocemente. Questa è una delle ragioni per cui Padmasambhava ha paragonato la vita a un sogno, entrambi terminano velocemente. La vita trascorre così veloce, in modo simile a un sogno. Un'altra ragione è che non importa quanto piacere si prova in un sogno, al risveglio è tutto finito. Si può sognare di avere successo negli affari, si possono fare miliardi di dollari e sentirsi felici, ma al risveglio non rimane neanche un dollaro, non vi siete portati dietro nulla dal sogno, ogni cosa che fate in un sogno non è utile. Esattamente allo stesso modo, non importa cosa fate nella vita, quanti soldi fate, quanti possedimenti accumulate, quanto avrete successo negli affari, quanto siete felici, sarà come il sogno della scorsa notte, non potrete portare nulla nella vostra vita successiva. Come ciò che fate in un sogno è privo di significato, così lo sono anche tutte le cose che fate solo per questa vita, ogni cosa che acquisite mediante grande sforzo. “Tutte le azioni prive di significato sono simili alle increspature sulla superficie di un lago”. Le onde increspano il lago: una viene, una va, un'altra viene, un'altra va, è sempre così. Le cose fatte solo per questa vita sono così; tali azioni sono senza fine. Non importa quanto ci si adopera per esse, non potranno aver fine. Anche questa citazione dal grande yogi Padmasambhava è molto potente. Avendo cura solo del mio corpo fisico, sono come una persona che morirà comunque domani, ma va in ospedale oggi per un trattamento più dispendioso. Ogni felicità temporale è priva di significato e ha come risultato solo la sofferenza, non aiuta mai a cessare il ciclo di morte e rinascita. Al momento della morte i numerosi parenti, qualunque possedimento, anche se fossero innumerevoli universi pieni di innumerevoli gioielli, e il mio corpo di cui ho avuto cura sopra ogni altra cosa, dovranno tutti essere lasciati. Tutto questo sarà utile alla stessa stregua di un singolo capello, infatti alla morte nulla può essere portato via con la mente: in effetti non ci sarà differenza tra tutti i possedimenti del mondo e un piccolo capello. È molto utile anche riflettere su questo, nel corso della meditazione sulla morte; molto utile. Se si riflette sul fatto che è più certo morire ora che continuare a vivere e che né il corpo né nessuno dei possedimenti possono essere portati con noi, che al momento della 100 MORTE E RINASCITA morte queste cose sono inutili come un semplice capello, ossia non possono essere di alcun aiuto, vedrete quanto sono realmente insignificanti, quanto sono futili. Quando capirete che tutti i vostri possedimenti e un singolo pelo del corpo hanno lo stesso valore, riuscirete a vedere che i vostri possedimenti, che ora considerate così terribilmente importanti e per i quali vi impegnate tanto nella vita, per i quali morireste pur di proteggerli, non sono poi così importanti. Dato che non ho la certezza di esistere neppure di secondo in secondo, perché dovrei essere attaccato al mio corpo o a qualunque altro possedimento, anche in questo momento? Quando si pratica regolarmente questa meditazione, quando sorgono certi problemi in relazione al proprio corpo, forse state lottando o facendo qualcos'altro inerente al prendersene cura, dovreste pensare: “E' più sicuro che lascerò questo corpo, piuttosto che vi rimanga, dunque perché dovrei esserci attaccato? Come posso essere sicuro che certamente continuerò ad esistere?” In questo modo scoprirete che ciò che state facendo, creando confusione e problemi per gli altri, è senza senso. Quando meditate su tali soggetti vedete quali sono le parti più potenti per voi, più efficaci per la vostra mente e focalizzatevi su queste. In generale, è bene ricordarle tutte, ma se alcune parti vi risultano più difficili, focalizzatevi su quelle che sono più efficaci per voi e poi sviluppatele in accordo alla vostra saggezza ed esperienza per vedere le cose più chiaramente. Domanda: se abbiamo un amico o un parente morente, cosa dovremmo fare con il corpo e per quanto tempo dovremmo lasciarlo stare? Rinpoce: in generale dovrebbe essere lasciato stare per due o tre giorni. I tibetani spesso controllano astrologicamente se il corpo dovrebbe essere portato fuori della casa al mattino o al pomeriggio. L'astrologo esamina lo stato della mente della persona in quel momento, quali attaccamenti ci sono, le cause cooperanti esterne della morte, quali tipi di spiriti potrebbero avere reciso la vita della persona e in quale momento il corpo dovrebbe essere rimosso. Tutte queste cose possono essere determinate astrologicamente. A meno che la persona abbia un certo controllo e sia in grado di ascoltare, è estremamente difficile parlare a una persona che sta morendo. Altrimenti, ci sono molti metodi per aiutare. Dipende molto dal fatto che la persona conosca qualcosa di Dharma o meno, se ha fede o meno nell'essere illuminato. Se la persona non ha alcuna idea del Dharma, dell'essere illuminato, nessuna fede, è difficile dire qualcosa di utile, specialmente al momento della morte. È difficile comunicare queste cose durante la vita, è ancora più difficile al momento della morte, quando la mente è ancora più incontrollata. Ad ogni modo, in generale è bene se, quando la persona smette di respirare, si possono recitare delle preghiere o dei mantra a voce molto alta. Per esempio si possono recitare i mantra di Avalokiteshvara o di Guru Buddha Shakyamuni o la preghiera “Lama tonba ciom den de...” Per la persona morente è difficile udire, quindi prima soffiate nell'orecchio della persona o chiamate il nome della persona e poi recitate il mantra con voce molto forte. Prima che la persona smetta di respirare – questo sarà esposto in dettaglio sotto, quando discuteremo il processo effettivo della morte – i venticinque oggetti grossolani si 101 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO dissolvono. Dopo questo si assorbe la mente grossolana ed è pressoché impossibile comunicare con la persona morente dall'esterno. Dunque prima che questo accada è bene dire alla persona il nome del guru o le altre cose come preghiere e mantra a voce molto alta. Questa è una cosa che potete fare. Un'altra cosa è che durante il processo delle dissoluzioni, delle visioni e così via, la persona ha molta paura e sofferenza, a meno che lui/lei sia un po' fortunato/a, abbia creato molto merito durante la sua vita, è difficile che la persona morente possa udire le parole. Se la persona ha creato molto merito ed è in grado di udire almeno un po', è di grande aiuto per ridurre la terribile sofferenza che la persona sta sperimentando. Inoltre, se la persona morente ha creato molto buon karma durante la sua vita, ha realmente avuto cura di osservare il karma ed ha fatto molta purificazione, se qualcuno gli ricorda il nome del suo guru radice, anche se la sua mente è fuori controllo, grazie alla purificazione compiuta e all'aiuto degli amici, questa persona fortunata può ricordare di pregare il suo guru o la manifestazione del Buddha. Poiché la persona morente è in stato di shock e molto spaventata, normalmente non può ricordare di fare nulla, ma se qualcuno dice “Fai questo” può ricordare e la sua sofferenza diventa minore. Quindi, ricordando il loro guru o altre manifestazioni del Buddha e pregando in accordo, coloro che hanno creato più merito, che sono un po' più fortunati, che hanno un minimo di controllo, possono proteggersi dal rinascere nei reami inferiori di sofferenza. Anche quando accade qualcosa di pauroso nei sogni non ricordate di prendere rifugio, di pregare, di affidarvi all'essere illuminato, alla guida perfetta, dunque potete immaginare quanto sarà difficile ricordarlo al momento della morte. Quando in Tibet moriva qualcuno, ciò che gli altri che conoscevano un po' di Dharma cercavano di fare era recitare dei mantra al meglio delle loro capacità. Se la persona morente è circondata da persone che non conoscono nulla e stanno solo attorno piangendo, creando un'atmosfera agitata, ciò serve solo a peggiorare la sua sofferenza ed è difficile aiutare quella persona. Anche piccole cose, come recitare i mantra a voce molto alta, ricordare alla persona il nome del suo guru, ricordargli di pregare e così via, possono essere d'aiuto...tanto quanto lo permette la fortuna della persona morente. Leggere qualcosa [come il Bardo Thödrol, il Libro Tibetano dei Morti], dopo che la persona è morta, può essere difficile. Se quella persona non poteva capire tali testi in vita, come può farlo mentre sta morendo? Naturalmente questo ha un certo potere, perché è l'insegnamento di un essere illuminato, ma l'intensità con cui può arrivare ad aiutare dipende principalmente dalla fortuna della persona morente. Talvolta in Tibet mettono anche delle pillole di nettare benedette nella bocca della persona morente. Comunque, la cosa più pratica che si può fare è recitare i mantra e soffiare. Solo ascoltare il santo nome di un essere illuminato può aiutare molto. Un'altra cosa che può aiutare è offrire i possedimenti della persona morta agli esseri santi, chiedendo loro di pregare, o usare i possedimenti della persona per opere virtuose e dedicare il merito a beneficio della persona. Anche se la persona è rinata nei reami degli 102 MORTE E RINASCITA inferni o degli spiriti famelici questo può certamente aiutare. Dato che le menti degli esseri santi hanno potere, anche le loro preghiere possono essere molto efficaci. Un'altra cosa che veniva fatta in Tibet quando qualcuno moriva era far venire un lama dal monastero per trasferire la coscienza della persona, tuttavia anche in tal caso l'efficacia di questo dipende da quanto buon karma la persona morente ha creato. Comunque fare delle puja sponsorizzate con la vendita dei possedimenti della persona morta può certamente aiutare. Quello che potete fare voi stessi è meditare, invece di piangere; compiere la purificazione con Guru Buddha Shakyamuni, purificando tutti gli esseri senzienti, incluso la persona morta, come abbiamo fatto in precedenza in questo corso [per il padre, deceduto di recente, di uno degli studenti]. Questo è eccellente, è una reale, pratica puja. Uno o due anni fa, un monaco del monastero sotto il Gompa di Lawudo [Thamo Gompa] morì. Il lama a capo del monastero aveva istruito questo monaco a stare in ritiro e non uscire mai; penso compisse un ritiro su Avalokiteshvara, recitando mantra e così via. Egli era una persona molto fortunata. Prima di morire fu malato per un po', ma appena prima della morte si ristabilì. Allora non voleva restare nella sua stanza, voleva uscire. L'abate del monastero era un monaco buono, quieto e semplice che si era preso molta cura della sua moralità, e il monaco chiese all'abate di leggergli il Libro Tibetano della Morte appena prima della sua morte. Chiedere che venga letto prima della morte è molto saggio, così come fare la richiesta in relazione a qualunque altro metodo perché, se si può acquisire familiarità con queste cose in anticipo, c'è la possibilità che si sarà in grado di sperimentarle al momento effettivo della morte. La ragione per cui il monaco chiese che gli fosse letto prima della morte era che durante l'evoluzione della morte è estremamente difficile ricordare il testo e se non si ha abbastanza autocontrollo si deve dipendere da qualcun altro che lo legge per te. Quindi fece questa richiesta prima di morire e morì molto pacificamente, ebbe una buona morte. In quel monastero c'era anche una monaca che morì bene. La maggior parte delle persone non aveva idea che sarebbe morta così bene, ma al momento della morte essa non ebbe né malattia né alcun altro problema. Essa semplicemente si sdraiò molto tranquillamente sul fianco destro, nella posizione che Guru Buddha Shakyamuni adottò quando andò nel parinirvana, e chiese alle monache assistenza perché le ricordassero i suoi guru mentre moriva. Poi trascorse molti giorni del processo della sua morte in meditazione. Ebbe una morte veramente piena di pace. Io seppi cos'era accaduto perché alcune delle altre monache arrivarono e mi chiesero di pregare per lei, allora io chiesi dei dettagli su come lei conduceva la sua vita quotidiana. Sembra che lei abbia praticato sempre molta purificazione, senza mai dimenticare di recitare le sue preghiere quotidiane e prendendo molti insegnamenti di lam rim. Non aveva studiato molta filosofia, non era un'erudita, ma semplicemente conduceva un'ottima vita quotidiana. Anche molte altre persone, sia in India che in Tibet, hanno avuto delle buone morti, anche ai giorni nostri. Il lama a capo del monastero [che si trova in Nepal] è stato un altro di questi casi. Egli era un lama asceta, significa che aveva rinunciato a questa vita e viveva nella pura pratica del Dharma. Indossava sempre abiti molto vecchi e semplici; egli 103 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO stesso era molto anziano. Non conosco molto di lui perché l'ho incontrato solo piuttosto tardi in questa vita. Egli aveva udito che stavamo costruendo un monastero sulla montagna, ma noi non avevamo avuto la possibilità di andare a trovarlo in quel periodo. In apparenza divenne molto malato e vomitava moltissimo sangue, ma nell'udire alcune buone notizie di Dharma migliorò. Poi si ammalò di nuovo, vomitando sangue e così via. Così ci invitò [lama Yeshe e lama Zopa Rinpoce] a scendere da lui a vederlo, e noi andammo. A prima vista pensai che fosse una monaca. Appariva molto semplice, era seduto e una stoffa gli copriva la testa, ma le vibrazioni erano eccellenti. Fu molto compiaciuto nell'udire che stavamo costruendo il monastero [di Lawudo] come centro per insegnare il Dharma, e mi rivolse il consiglio di non costruirlo troppo piccolo. Disse: “Non avere una mente piccola; non ti preoccupare solo delle spese e di costruirlo piccolo. Devi avere una grande mente, forte, e fare il monastero più grande possibile. Questo sarà un grande beneficio per gli insegnamenti.” Poi mi dette alcuni libri – insegnamenti di lam rim e di tantra – da portare in America; li aveva già pronti da donare. Disse: “Tu o qualcun altro che va in America dovrebbe prenderli. Non importa dove, l'importante è che vadano là.” Fece delle riflessioni, pregò su testi e li dette a noi. Poi disse che aveva solo un anno da vivere, ed anche alcune altre cose. Gli chiesi di pregare per il successo del monastero che stavamo costruendo ed egli disse:”Se la mente è nobile, ogni cosa avrà successo”. Con 'nobile' intendeva pura, come con la motivazione di bodhicitta. Questo potrebbe essere stato un riferimento a quanto disse Lama Tzong Khapa: “Se la mente è pura, nobile, ogni cosa, anche il luogo, diventa nobile. Se la mente è negativa, ogni cosa, anche i piaceri, diventano sventurati”. Questo insegnamento di Lama Tzong Khapa è proprio vero. Comunque, come aveva predetto, un anno dopo morì. Prima dette il suo ultimo consiglio a tutti i monaci su cosa dovessero fare, come riunire tutti i soldi offerti dalle persone e usarli per fare delle puja nei giorni speciali; cose simili. Nel periodo in cui fu in Tibet questo lama si prese cura di tutti i monaci. Quando le persone gli offrivano denaro per fare preghiere o puja, egli lo spendeva tutto per i suoi monaci; era il tipo di persona che spendeva sempre tutto quello che riceveva, asserendo che era meglio non tenerlo, altrimenti sarebbe diventato causa di litigi e problemi. Al momento della sua morte egli stava molto bene. Durante l'ultima notte parlò con tutti e quando giunse l'alba chiese del tè, del buon tè, fece uscire tutti, chiuse la porta e trapassò sedendo nella posizione di meditazione. Si è reincarnato in quella zona e il suo tulku è stato riconosciuto da Sua Santità il Dalai Lama e da molti altri grandi lama. All'inizio questo lama era il manager di un bellissimo monastero in Tibet che fu fondato da una emanazione di Tara, un aspetto femminile del Buddha. Esso si trovava in alto su un'enorme montagna rocciosa. Stando ai piedi della montagna si poteva vedere un sentiero che conduceva al monastero sulla cresta di un affioramento roccioso. Il suo lavoro consisteva nel portare le cose dentro dall'esterno, pagare i conti, tenere la contabilità, fare offerte e così via. Nonostante lavorasse molto duramente, per un motivo o per l'altro fallì nel suo lavoro come manager, divenne molto turbato e smise di prendere 104 MORTE E RINASCITA insegnamenti dai suoi guru in qualche altro luogo. Poi andò in ritiro per molti anni. Piano piano, mentre le sue realizzazioni si sviluppavano, le persone iniziavano a riconoscerlo come un lama. Prima era un monaco ordinario, molto semplice, ma gradualmente il suo nome divenne ben conosciuto. In seguito costruì due monasteri, uno per i monaci e uno per le monache. Quando i cinesi occuparono il Tibet fuggì in Nepal e si stabilì a Thamo, proprio sotto Lawudo. All'inizio viveva in una tenda, ma poi un benefattore gli offrì del terreno e in capo a sei giorni costruì un monastero. Poiché era stato costruito così velocemente era piuttosto rudimentale; le mura non avevano una configurazione. Tuttavia trasmetteva una sensazione molto buona, molto pacifica, molto tranquilla. Ci sono molti metodi che si possono usare al momento della morte. La cosa più saggia, più abile da fare è, prima della morte, rendere se stessi capaci di proteggersi dai pericoli che sorgono al momento della morte. Quando morirete siate la vostra stessa guida, diventate capaci di aiutare voi stessi, come quel lama, come quella monaca; guidate voi stessi senza dover dipendere dagli altri. Siate la vostra stessa guida; proteggetevi dalla sofferenza al momento della morte. Questa è la cosa più intelligente da fare, la cosa migliore da fare. Addestratevi nelle corrette meditazioni nel corso della vita; rendetevi pronti, abili. Se siete destinati a sostenere cose pesanti ma avete un corpo debole, dovete affidarvi ai facchini perché le portino per voi, ma se avete un corpo forte, potete trasportare le cose senza dover dipendere o pagare altre persone. In modo simile rendetevi in grado di guidare voi stessi al momento della morte. La cosa principale consiste nel meditare continuamente sul sentiero graduale; questo è molto di aiuto. Inoltre purificate continuamente il vostro precedente karma negativo ed evitate di crearne altro, specialmente con gli oggetti santi. Poi, sulla base di osservare il karma, ci sono molte tecniche tantriche, metodi speciali, tecniche molto pratiche in cui potete addestrarvi prima della morte per essere in grado di trasferire la vostra coscienza da voi stessi, per rinascere in una terra pura sotto la vostra stessa guida, grazie alla vostra pratica del Dharma. Comunque, anche se tali speciali e potenti tecniche esistono, se non avete alcuna idea o esperienza delle meditazioni fondamentali, queste tecniche non potranno essere messe in pratica. Tali pratiche vanno svolte con una profonda comprensione delle sofferenze del samsara e una forte motivazione di bodhicitta; con grande amore e compassione. Non si tratta di tecniche facili; devono essere fatte sulla base delle meditazioni fondamentali, che sono molto, molto importanti. Ci sono vari metodi speciali per trasferire la propria coscienza al momento della morte, per cui molti deva maschi e femmine dalle terre pure vi accoglieranno come un re, con prostrazioni, una dolce musica, incenso e molte altre offerte. Potete rinascere in una terra pura in questo modo ma, come prima, per far sì che tali pratiche funzionino, perché siano di beneficio, in quel momento dovete avere una forte comprensione delle basi fondamentali, in specie dell'impermanenza e della morte, della natura della sofferenza e naturalmente anche la bodhicitta; dovete aver compreso e praticato il sentiero graduale per l'illuminazione. 105 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO In breve, solo la pura pratica del Dharma può rendere applicabili le tecniche superiori, apportando una veloce rinascita in una terra pura. Senza le fondamenta non lo potrete mai fare, come un'automobile senza le ruote non può affatto muoversi. Una illustrazione di quanto sia importante la pratica del sentiero graduale per l'illuminazione, di quanto sia di aiuto, specialmente la pura pratica di rinunciare a questa vita, è la storia tibetana molto conosciuta del vecchio monaco che stava avendo dei problemi a trasferire la coscienza nella terra pura al momento della morte. Nel corso della vita aveva praticato i metodi per trasferire la coscienza nella terra pura al momento della morte, ma ora che era moribondo trovava che le tecniche non funzionavano. La ragione era che non aveva una comprensione abbastanza profonda dell'impermanenza - non aveva riflettuto abbastanza sull'impermanenza e la morte o vissuto a sufficienza nella pura pratica del Dharma, il distacco dagli otto dharma mondani – e non poteva lasciare, rinunciare al tè al burro nella ciotola di legno sul suo tavolo. Anche se cercava di praticare la tecnica per trasferire la sua coscienza, non poteva perché era attaccato al tè al burro. Tuttavia, il guru da cui aveva appreso queste tecniche era in grado di vedere, grazie ai suoi poteri psichici, che il vecchio monaco aveva dei problemi a trasferire la sua coscienza nella terra pura di Tushita, la terra pura di Buddha Maitreya e di Lama Tzong Khapa. Così il guru spedì un messaggio al monaco: “A Tushita il tè al burro è ancora più buono”, appena ricevuto questo messaggio egli fu in grado di trasferire la coscienza. Questo è un punto importante e pertanto enfatizzo la necessità della pratica pura del Dharma così spesso. L'attaccamento alle cose materiali è uno degli otto dharma mondani, in quel momento il monaco non poteva recidere il suo attaccamento, rinunciare al tè al burro. Questo mostra che per rendere effettive le tecniche avanzate, di beneficio nel momento cruciale, tutto dipende dalle fondamenta su cui ci basiamo. Se non addestrate la mente continuamente durante il corso della vita e poi improvvisamente cercate di praticare qualcosa al momento della morte, non potrà funzionare. La cosa più intelligente, più abile è addestrarsi principalmente nelle basi essenziali; praticare la meditazione per eliminare la mente negativa. Questa è la cosa più importante. Se vi addestrate bene durante la vita, quando arriva il momento di mettere in pratica le tecniche sarà facile e funzionerà. Vi narro un altro esempio di cosa non va fatto. C'era uomo che viveva in famiglia che credette a lungo di essere pronto per andare nella terra pura di Padmasambhava. Egli annunciò perfino alla sua famiglia: “Voi siete persone da compatire. Io sono pronto prima del tempo!” Al momento della sua morte le persone intorno a lui piangevano ed erano turbate – non per lui ma per se stessi, perché credevano “Egli non ha preoccupazioni, può andare nella terra pura, ma per noi è terribile, noi non siamo pronti, non ci possiamo andare”. Ma poi l'uomo disse: “Ora penso che sarebbe stato meglio pregare per restare qui e divertirmi con voi, piuttosto che per andare nella terra pura”. Poiché non era vissuto nella pratica pura del Dharma, quando venne il momento fu incapace di rinunciare. Le persone che ho menzionato che hanno avuto delle morti pacifiche furono in grado di morire in tal modo per il potere del Dharma 106 MORTE E RINASCITA dell'essere illuminato. Altrimenti, che siate sulla luna, sotto terra, in qualunque parte del sistema solare, spaventati dalla morte, ovunque siate, nient'altro può aiutare. Pertanto, prima dell'arrivo del pericolo, meditate sul sentiero graduale per l'illuminazione; rendete questa meditazione la base delle azioni della vostra vita e adornatela con la pratica degli insegnamenti superiori. Questo è quanto è necessario fare. Solitamente gli esseri umani cercano di copiare coloro che sono molto ricchi o attraenti. Se qualcuno ha degli eccellenti possedimenti li vogliamo uguali; se vediamo qualcuno con vestiti bellissimi vogliamo indossare quello che indossa, se si acconcia i capelli in un certo modo vogliamo fare lo stesso. C'è molta confusione nella nostra mente; continuiamo ad essere indaffarati cercando di imitare il ricco e di bell'aspetto. Ma nulla di questo è di aiuto, anzi crea più confusione, specialmente nel momento più pericoloso della nostra vita, la morte. Ci sono moltissimi buoni esempi di esseri santi e yogi. Perché non cerchiamo di fare come loro? Anche noi siamo umani, siamo tutti spaventati dalla morte. Dunque è necessario, saggio e pratico trovare un metodo che sia d'aiuto in quel frangente. Qual è il metodo? È quello di mantenere la pratica del sentiero graduale per l'illuminazione come nostro compito fondamentale nella vita, come compito quotidiano e, in aggiunta, praticare anche le tecniche tantriche superiori. Possiamo studiare, possiamo apprendere, possiamo praticare. Molte di queste cose non sono solo per i monaci, le monache e i lama; anche le persone laiche possono praticare e acquisire questi metodi superiori. In Tibet molte persone laiche ordinarie erano in grado di fruire di una morte pacifica, molti nella vita successiva si ritrovavano in una terra pura. Anche in India; ricordo come morì la madre di uno dei nostri benefattori. Lei era una persona molto semplice, ma recitava sempre il mantra della sua divinità particolare e aveva una personalità veramente nobile. Essa trascorreva anche molto tempo circoambulando il monastero in cui vivevano più di mille monaci. Un giorno scese le scale come di consueto, senza problema, ringraziò i suoi figli per il loro aiuto e disse arrivederci. Si sedette su una sedia, chiese dell'acqua fresca e, prima che potessero portargliela, se ne andò, molto pacificamente. Inoltre, in Tibet molte persone hanno vissuto il momento del trapasso in meditazione. Una signora, sapendo di stare per morire, pulì e rassettò la sua stanza, dispose molte offerte, fece una puja, chiese alle altre persone di andarsene, chiuse la porta e passò, in meditazione, in un reame puro. Comunque non si tratta di qualcosa che è appannaggio dei soli tibetani, anche tutti gli altri possono farlo allo stesso modo. È quanto di più meritevole può essere fatto. Una breve spiegazione della morte come si mostra a una mente dotata di pieno discernimento Al momento della morte gli elementi che costituiscono il nostro corpo fisico – terra, acqua, fuoco e vento - si assorbono in sequenza uno nell'altro. A causa di questo molti cambiamenti appaiono gradualmente alla persona morente, come sensazioni e visioni. Al momento della morte la mente si separa dal corpo. Il momento finale della morte ha 107 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO luogo quando la mente più sottile si separa dal corpo e anche questo passaggio è accompagnato da segni fisici. Alla morte, la persona che ha creato molto karma non meritorio soffre nel vedere molte allucinazioni disturbanti che sono il risultato delle sue passate azioni negative. Una situazione fisica satura di spavento avviene a causa del vedere le terribili visioni in quel frangente. Al momento della morte, quando la mente si separa dal corpo, il creatore di negatività ha la sensazione di andare dalla luce nell'oscurità. Una persona che ha creato karma virtuoso sperimenta una morte pacifica. Una persona che muore con una mente indifferente, né virtuosa e neppure non virtuosa, non sperimenta né piacere né sofferenza. Quando qualcuno che ha creato molta negatività muore, il calore inizia a lasciare il corpo dalla testa. Quando qualcuno che ha creato molto merito muore, il calore inizia a lasciare il corpo dai piedi. In ogni caso il calore termina di uscire dal cuore. Di seguito è spiegato il processo di una morte naturale, ossia una morte che non è improvvisa o traumatica: 1) a. L'aggregato (sanscr. skanda) della forma è assorbito. Segno esterno: il corpo fisico diventa fievole e perde potere. b. La saggezza simile allo specchio è assorbita. Questa saggezza vede chiaramente molti oggetti allo stesso tempo, come uno specchio riflette molti oggetti insieme. c. L'elemento terra è assorbito. Segno esterno: il corpo fisico diventa molto debole, le mani e le gambe sono molto allentate, ci sentiamo molto privi di controllo e come se fossimo schiacciati sotto un grande fardello di terra. d. La facoltà sensoriale dell'occhio è assorbita. Segno esterno: è impossibile controllare o muovere gli occhi. e. La forma sottile interna è assorbita. • i. Segno esterno: il colore del corpo fisico svanisce e il corpo perde completamente la sua forza. • ii. Il segno interno è la visione come di un miraggio azzurroargenteo, simile ad acqua quando fa molto caldo. 2) a. L'aggregato (skanda) della sensazione è assorbito. Segno esterno: il corpo non prova più né piacere né dolore né indifferenza fisici. b. La saggezza dell'eguaglianza è assorbita. Questa saggezza vede tutte le sensazioni, di felicità, sofferenza e indifferenza come aventi la stessa natura. Segno esterno: non si ricordano più queste sensazioni, ossia quelle percepite con il senso mentale, come distinte da quelle percepite con il corpo fisico. c. L'elemento acqua è assorbito. Segno esterno: tutti i liquidi del corpo – urina, sangue, saliva, sperma, sudore, ecc – si seccano. d. La facoltà sensoriale dell'orecchio è assorbita. Segno esterno: cessa la facoltà uditiva e. Il suono interno è assorbito. • i. Segno esterno: il brusio nelle orecchie cessa • ii. il segno interno è una visione di fumo, come in una stanza 108 MORTE E RINASCITA piena di fumo d'incenso 3) a. L'aggregato (skanda) della percezione è assorbito. Segno esterno: non si riconoscono più gli amici e i parenti. b. La saggezza della consapevolezza discriminante è assorbita. Si tratta della saggezza che discrimina e ricorda chi sono i propri amici e parenti. Segno esterno: non si ricordano i loro nomi. c. L'elemento fuoco è assorbito. Segno esterno: Il calore del corpo fisico svanisce e cessa la capacità di digerire il cibo. d. La facoltà sensoriale del naso è assorbita. Segno esterno: l'inspirazione diventa difficile e sempre più debole, mentre l'espirazione diventa più forte e prolungata. e. Il senso interno dell'olfatto è assorbito. • i. Segno esterno: il naso non sente più gli odori • ii. Il segno interno è una visione di scintille di fuoco, tremolanti come la luce delle stelle. 4) a. L'aggregato (skanda) dei fenomeni composti è assorbito. Segno esterno: il corpo fisico non si muove più. b.La saggezza del pieno completamento è assorbita. Si tratta della saggezza dell'ottenimento, che ricorda le azioni esterne, il risultato e la loro necessità. Segno esterno: si perde la nozione della necessità e del proposito delle azioni esterne. c. L'elemento aria è assorbito. Segno esterno: la respirazione cessa. d. i. la facoltà sensoriale del gusto è assorbita. Segno esterno: la lingua si contrae e si appesantisce e la sua radice diventa bluastra ii. la facoltà sensoriale tattile è assorbita. Segno esterno: non si percepiscono più le sensazioni, né morbide né ruvide e. la facoltà del gusto interna è assorbita. i. Segno esterno: non si percepiscono più i sei diversi sapori. ii. Segno interno: una visione di una luce fioca rosso-blu, come l'ultimo bagliore di una candela. 5) Lo skanda della coscienza è assorbito. Si tratta delle ottanta superstizioni grossolane e delle loro basi, ciò che le fa muovere (sansc. Prana, tib. rLung). Con 'superstizioni' si intende la mente illusoria grossolana, la mente dualistica che concepisce erroneamente. A questo punto abbiamo le seguenti visioni: a. Visione bianca Una visione come di un cielo molto chiaro, simile a quello autunnale pervaso dal chiarore della luna. È causata dal prana che sale dalle nadi destra e sinistra, apre il ciakra del capo e scende attraverso la nadi centrale; avviene quando, mentre si apre la nadi centrale, il seme bianco, o sperma, ricevuto dal padre scende al ciakra del cuore, 109 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO visualizzato nella forma della lettera HAM capovolta. Questa è chiamata 'visione e vacuità'. b. Visione rossa Una visione come un riflesso rosso ramato nel cielo. È causata dal prana che risale la nadi centrale fino al cuore, aprendo il quinto ciakra e quello dell'ombelico. Avviene quando il sangue rosso ricevuto dalla madre, la cui natura è fuoco-calore, sale al ciakra della testa, visualizzato nella forma della lettera AH capovolta. c. Visione nera Una visione di oscurità vuota, come uno spazio buio e vuoto. A questo punto lo sperma e il sangue sono assorbiti in un minuscolo seme: la parte rivolta verso il basso è rossa, quella in alto è bianca. Avviene quando i due giungono al cuore. Dopo questa visione si cade nell'incoscienza, nell'oscurità completa. d. Visione della chiara luce. È una visione di completa vacuità, molto chiara, come il cielo all'alba in autunno. Si tratta della chiara luce, la visione finale della morte. In questo momento, il momento della morte effettiva, la mente grossolana, quella che ha oggetti grossolani, cessa, ma solo momentaneamente; per via del karma i suoi semi ci sono sempre. La mente sottile che ha questa visione è racchiusa nel seme formato dalle semisfere unite bianca e rossa. Poi il seme si apre e la mente sottile esce, lasciando il corpo per prendere la forma intermedia. Poi lo sperma bianco scende ed esce dall'organo sessuale, mentre il sangue rosso esce dalle narici. Questo è il segno finale, la coscienza (namshe) ha lasciato il corpo. Ora la mente è completamente separata dal corpo. Per le persone ordinarie è possibile restare in questo stadio per un certo tempo, ma senza che se ne rendano conto. Gli yogi altamente realizzati possono restare in questo stadio, meditando nel vuoto per mesi, e sono in grado di riconoscere tutte le visioni che avvengono nell'evoluzione della morte. Non occorre che io parli molto dei cambiamenti che avvengono durante l'evoluzione della morte, essi sono sintetizzati sopra. Studiando di più questo soggetto la vostra comprensione aumenterà. Ora non c'è tempo per esaminarlo a fondo. Come potete vedere varie visioni vanno e vengono: miraggio, scintille, fiammella. Poi la visione bianca, come il sorgere della luna in autunno o la neve che copre il terreno, poi la visione rossa, poi nera, poi l'oscurità completa di una stanza buia, simile al cadere improvvisamente nell'oscurità. Queste visioni avvengono mentre il seme bianco scende, il seme rosso sale e così via. Dopo la visione buia sorge la visione della chiara luce, la vacuità. Ma non si tratta di shunyata, non di quella vacuità. Se lo fosse si tratterebbe di una realizzazione priva di sforzo, ottenuta senza meditazione. Non è shunyata ma una vacuità come quella del cielo all'alba, vuota delle visioni bianca, rossa e nera. Sto cercando di introdurvi brevemente a queste idee; in generale non è permesso fornire apertamente i dettagli di questi metodi. Comunque, a questo punto nel processo della morte, gli yogi, i meditatori che hanno trascorso la vita in meditazione e praticato il Vajrayana, ossia i metodi tantrici, che hanno osservato correttamente la legge del karma e mantenuto puramente i loro precetti, usano i metodi che hanno 110 MORTE E RINASCITA praticato per tutta la loro vita. Questo è il momento che stavano aspettando. Essi possono rimanere in meditazione nella chiara luce per molti giorni, anche per settimane, la durata cambia, dipende dal meditatore. Durante questo periodo il corpo non manda cattivo odore né si decompone, essi hanno lo stesso odore di quando erano vivi. Inoltre hanno una splendida apparenza, totalmente differente da quella di una persona ordinaria morente. Le persone ordinarie, che non hanno praticato il Dharma in vita, che non hanno osservato bene la legge del karma, che hanno creato molte azioni negative, appaiono molto impaurite quando stanno morendo. I loro occhi sono fissi e spalancati, piangono perché hanno molte visioni paurose, agitano gli arti, muovono le mani come cercando di afferrarsi a qualcosa e possono diventare incontinenti. Accadono molte cose simili. Molti lama tibetani sono trapassati in meditazione dopo essere venuti in India. Le persone indiane ordinarie non credevano che fosse mai possibile perché non l'avevano mai visto accadere. Il loro concetto comune è che dal momento in cui una persona è morta, lui o lei devono essere portati via e bruciati, altrimenti il corpo inizia a puzzare. Molti monaci tibetani sono andati in ospedale in India e se morivano lì, era difficile ottenere il permesso di lasciarli soli per un certo tempo, poiché i dottori non volevano ascoltare. Essi avrebbero voluto portar via il corpo immediatamente. Il loro concetto era che, appena termina di respirare, la persona è morta. Pertanto gli indiani che hanno visto gli alti lama in meditazione dopo la morte sono rimasti molto sorpresi. Invece di esserci un cattivo odore nella stanza, c'era un fantastico dolce profumo dovuto al potere delle loro realizzazioni. Queste visioni, compresa la visione della chiara luce, avvengono anche nel passaggio tra il sonno e il sogno e tra il sogno e il risveglio, ma passano molto velocemente. I grandi meditatori, coloro che praticano il tantra, prima praticano in queste occasioni. Una volta che possono controllare i loro sogni, sanno per certo che saranno in grado di impiegare i metodi profondi durante la morte effettiva. Quindi si può capire dalla propria incapacità di fare questo durante il sonno quanto sarà impossibile essere abbastanza coscienti per praticare questi metodi durante la morte, essere sufficientemente coscienti per riconoscere le visioni che si succedono durante il processo della morte. Tutte queste visioni, fino alla visione della chiara luce, sono eventi comuni che tutti gli esseri sperimentano, a meno che la morte non sia improvvisa, come in caso di incidente, di uccisione e così via, in questi casi la morte avviene istantaneamente; anche le persone ordinarie sperimentano l'assorbimento graduale delle ottanta concettualizzazioni grossolane dopo il cessare del respiro, prima delle visioni bianca, rossa e nera. La visione nera avviene quando la mente molto sottile è racchiusa nel seme al cuore. Questo seme, come un piccolo fagiolo, è composto da due semisfere congiunte, come una coppia di coperchi messi insieme. Il momento della morte avviene quando questo seme si apre e la mente molto sottile lascia il corpo. Il segno che questo è avvenuto è che un rivoletto di sangue rosso esce dal naso della persona e un fluido bianco trasuda dall'organo sessuale. Di solito ci vogliono fino a tre giorni perché questo accada, anche se nel caso di alcune malattie questi fluidi non escono. Quando i grandi 111 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO meditatori hanno completato la loro meditazione, i fluidi rosso e bianco escono. Lo stato intermedio (bardo) Fino a quando la cognizione diventa non chiara e debole, la mente mantiene il suo abituale attaccamento al sé. A causa di questo attaccamento, mentre la cognizione si indebolisce, sorge la concezione errata: “Sto diventando non esistente”. Questo causa la paura di perdere l'io. Questi pensieri creano attaccamento e bramosia per il corpo, che a loro volta conducono alla nascita nello stato intermedio, lo stato tra la morte di questa vita e la nascita della vita successiva. Dopo la visione della chiara luce, prima di entrare effettivamente nel bardo, sperimentiamo le altre tre visioni nell'ordine inverso. Poi le ottanta superstizioni grossolane della mente sorgono, si formano gli skanda, e l'essere prende il corpo intermedio. L'evoluzione dalla morte allo stato intermedio è simile al passare dal sonno al sogno. (Durante questo periodo possiamo vedere il mondo, i parenti e il nostro corpo morto, ma karmicamente non ricordiamo nulla, quindi non abbiamo il desiderio di tornarvi.) Il corpo del bardo è formato dal karma e dalle afflizioni precedenti. La causa principale della mente dello stato intermedio è la mente sottile e la sua causa cooperante è il prana, che è insieme alla mente sottile. La causa principale del corpo dello stato intermedio è il prana e la sua causa cooperante è la mente sottile. La forma del corpo del bardo è quella della rinascita successiva, il corpo non subisce l'ostacolo della materia, nulla lo può respingere, è indistruttibile ed ha molti poteri psichici posseduti karmicamente, come la capacità di volare o di fare qualunque cosa pensa. La durata dell'esistenza di ogni corpo del bardo è di sette giorni, dopo tale tempo quell'essere intermedio muore, riprendendo un corpo simile ancora per sette giorni, oppure trova un corpo fisico. Questo processo può avvenire al massimo per sette volte, l'esistenza massima nel bardo è di quarantanove giorni. Se si nasce nel reame senza forma non si passa attraverso il bardo. La coscienza lascia il corpo fisico in accordo con il reame di rinascita karmicamente determinato dell'essere: reame infernale: dall'ano reame dei preta: dalla bocca reame animale: dall'organo sessuale reame umano: dagli occhi reame dei deva dei sensi: dall'ombelico Spiriti negativi e demoni: dal naso. reame della forma: dal ciakra della fronte reame senza forma: dal ciakra superiore del capo terra pura: dal ciakra superiore del capo. Poi l'essere entra nello stadio intermedio. La coscienza lascia il corpo, come abbiamo spiegato sopra, in accordo a dove la persona rinascerà, dalla cima del capo, dall'ano e così via. Il calore lascia il corpo in due modi diversi, o dalla testa scende al cuore, se la persona ha coltivato la non virtù, oppure dai piedi verso il 112 MORTE E RINASCITA cuore se la persona ha creato molto merito. Le persone hanno visioni differenti mentre entrano nello stato intermedio in accordo con la futura rinascita che prenderanno. La causa principale della mente dell'essere dello stato intermedio è la mente molto sottile della persona, che funge anche da causa cooperante del corpo dell'essere dello stato intermedio. La causa principale del corpo dell'essere dello stato intermedio è il vento che sostiene la mente molto sottile; questo vento funge anche da causa cooperante della mente dell'essere dello stato intermedio. Quando la persona entra nello stato intermedio, le visioni che avvengono durante il processo della morte si ripetono, ma in ordine inverso: nera, rossa e bianca, poi sorgono le ottanta superstizioni. Il corpo dello stato intermedio è indistruttibile, come un vajra, come un diamante. Non ha ostacoli, nulla può opporgli resistenza. Ha anche dei poteri psichici determinati karmicamente. Può istantaneamente arrivare ovunque pensa di essere. Tuttavia patisce anche molta sofferenza, per esempio la sensazione di essere sepolto sotto terra e di essere schiacciato da enormi montagne. Ha anche delle visioni illusorie, ma non realizza che sono proiettate dalla sua stessa mente, ne rimane molto spaventato. Si sente come se fosse spinto qua e là, incontrollabilmente, di luogo in luogo da un forte vento rosso o da una violenta tempesta, o impigliato in un fuoco turbolento, o si sente affogare in un oceano con enormi onde paurose. Può vedere yama creati karmicamente, mostri con corpi terrificanti e teste spaventose di animali: leoni, pecore, scorpioni ecc., che lo inseguono, gridando, cercando di picchiarlo e distruggerlo. Ha molte spaventose esperienze come queste. Non c'è un momento di relax nello stato intermedio, ci sono molta paura e sofferenza. Se l'essere dello stato intermedio potesse riconoscere il corpo della sua vita precedente sarebbe in grado di rientrarci, ma non può. Una volta che la coscienza è uscita dimentica completamente la sua vita passata. La vita di ogni corpo dello stato intermedio è di sette giorni. A volte può trovare rinascita prima della fine dei primi sette giorni, in tal caso muore e ripercorre di nuovo il processo dell'evoluzione della morte, molto velocemente, e si ritrova nel corpo della vita successiva. Se questo non avviene, dopo sette giorni il corpo dello stato intermedio muore e ne viene preso un altro di tipo simile. Questo processo può avvenire fino a un massimo di sette volte, lo stato intermedio non può durare più di quarantanove giorni. Pertanto i tibetani compiono la puja per il deceduto ogni sette giorni dopo la morte per sette settimane, l'ultima nel quarantanovesimo giorno. Descrivendo di nuovo il processo della morte, possiamo dire che quando moriamo è simile al cadere addormentati; quando si sogna è simile all'essere nello stato intermedio e al risveglio da un sogno è come rinascere. Tutto a un tratto, come al risveglio improvviso da un sogno, trovarsi rinati in un incredibile, terrificante luogo. L'intero terreno è di ferro incandescente e su quella base molte case roventi senza porte o finestre, solo solidi muri fatti di ferro rovente, in cui soffriamo senza scampo, oppure case incandescenti doppie [in cui la sola via di fuga da una è nell'altra]. Tali case non sono state edificate per noi da nessuno, si tratta di creazioni karmiche, create dal nostro karma; 113 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO dobbiamo soffrire in esse per eoni. Anche se riusciamo a fuggire da una casa per via di uno specifico karma che si sta esaurendo automaticamente ci troviamo in un'altra casa di ferro incandescente creata karmicamente. Nei reami infernali inoltre i corpi creati karmicamente dagli esseri senzienti sofferenti sono enormi, come se fossero fatti specialmente per soffrire. i corpi sono grandi e la pelle estremamente sottile, non come la pelle spessa dei nostri talloni, per esempio. E' come la prima pelle nuova che cresce per coprire una ferita; è sottilissima. Oltre a questo, per quanto si possa soffrire, non si muore facilmente. Nel reame umano è facile morire – per una iniezione, per la puntura di una spina, per molte piccole cose. Nei reami infernali non è così. Per quanto la sofferenza sia grande e prolungata, poiché è creata karmicamente, gli esseri senzienti non muoiono. Ho udito che una volta, in Occidente, un uomo fu messo in una bara e portato al cimitero, ma prima di poterlo sotterrare furono uditi dei rumori provenire dall'interno della bara, allora la aprirono e trovarono che era vivo. Studiarono il caso ma non riuscirono a determinare come fosse accaduto; egli era stato certificato come morto in quanto il respiro si era fermato e così via, ma era ancora vivo. Domanda: Tutta l'evoluzione del bardo è determinata karmicamente? Rinpoce: Sì, come ho spiegato. Domanda: Cosa accade alla persona che muore velocemente, come in un incidente automobilistico, e non ha il tempo di percorrere il processo normale? Rinpoce: La coscienza esce direttamente. Dipende dai casi individuali, come da quanto la persona sia gravemente ferita. È possibile che la coscienza esca direttamente. Domanda: C'è più sofferenza per la persona se la coscienza deve uscire velocemente? Rinpoce: Non si può essere certi, ma è assai probabile che la persona rinascerà nei reami inferiori. Dipende comunque dall'individuo. Se la persona che muore ha controllo, è pressoché impossibile che rinasca nei reami inferiori, anche con una morte improvvisa. Domanda: Qual è miglior modo di dormire se si vuole addestrare la mente? Rinpoce: Molte cose si possono fare quando si va a letto. Una cosa consiste nel percorrere l'evoluzione del processo della morte. Poi, una volta arrivati alla visione della chiara luce, meditate come come fate quando praticate la meditazione di guru Buddha Shakyamuni: la visione della chiara luce, la santa mente di guru Buddha Shakyamuni e la vostra mente, tutte e tre sono una. Cercate di addormentarvi con questa concentrazione. Praticare così prepara anche la mente per la pratica successiva di metodi tantrici più elevati. È ottima anche perché serve a ricordare la morte e, ovviamente, permette di addestrare la mente cosicché quando sarete nell'effettivo processo della morte sarete familiari con la sua evoluzione. Svolgendo bene questa pratica sarete in grado anche di meditare nei vostri sogni con concentrazione continua. Quando vi sdraiate per dormire, sdraiatevi sul fianco destro, come fece guru Buddha Shakyamuni quando passò nel parinirvana. La mano destra accoglie la testa e il dito anulare chiude la narice destra. Il braccio sinistro poggia lungo il fianco sinistro e le gambe sono completamente 114 MORTE E RINASCITA distese. Dormire in questo modo arreca molti benefici. Pensate “Quando guru Buddha Shakyamuni è trapassato in questo modo ha mostrato la natura dell'impermanenza e della sofferenza. Ricordando questo seguirò i suoi insegnamenti.” Chiudere la narice destra serve per fermare il vento mediante cui si muove l'afflizione dell'attaccamento. È ottimo anche visualizzare se stessi nella forma di guru Buddha Shakyamuni. Prima sedete in meditazione, visualizzandolo di fronte a voi, che vi purifica; poi si assorbe in voi e diventate una cosa sola nella forma, quindi coricatevi. Poi andate attraverso l'evoluzione del processo della morte e così via come sopra. Al risveglio ricordate la meditazione che avete fatto alla sera, la vostra mente come una cosa sola con la santa mente di guru Buddha Shakyamuni e voi stessi nella forma di guru Buddha Shakyamuni e poi alzatevi. Questo è molto efficace ed è una buona preparazione per la pratica successiva dei metodi tantrici superiori. Conclusione Sono disponibili molti ospedali e mezzi chimici per impedire la morte, tuttavia pazienti e dottori comunque muoiono senza controllo. Dato che il pensiero scientifico sostiene l'idea dell'assenza di vita dopo la morte, non sarebbe meglio scegliere la morte, piuttosto che questa vita complicata con tutte le sue numerose difficoltà, tanto impegno nel cercare di risolvere i problemi quotidiani e le sue preoccupazioni per la morte – una vita senza soddisfazione o risposte a questi problemi? Secondo questa visione, questi problemi dopo la morte non esistono e tale credenza rende lo sviluppo dei metodi esterni privo di significato. Il pensiero limitato dalla conoscenza tecnica limita il potere della mente di comprendere l'effettiva, vera natura dell'evoluzione della mente. Se le menti scientifiche fossero veramente scientifiche – dotate di una comprensione completa e pienamente affidabili – allora perché gli scienziati non sono in grado di spiegare chiaramente e con logica le ragioni per l'evoluzione della Terra? Perché ci sono esseri viventi sulla Terra? Cosa ha causato la degenerazione della mente? Con la loro grande conoscenza di fisica, medicina e psicologia, gli scienziati osservano tutti i fenomeni in termini dei loro aspetti esterni materiali, piuttosto che della loro intima natura. Con questa conoscenza limitata non hanno alcun modo di vedere lo sviluppo della perfetta felicità interiore senza essere materialisti o avidi. La bramosia rimpiazza la conoscenza e questa conoscenza limitata è la qualità o funzione dell'ignoranza. C'è qualche scienziato o psicologo che può provare la sua idea 'scientifica' sulla morte? Essi possono vedere l'evoluzione della mente o vedere pienamente ogni esistenza? Esaminate queste domande – le pratiche di meditazione sono la migliore ricerca: il metodo migliore, il più veloce e logico, per ottenere una piena conoscenza della scienza ad ogni livello. Senza l'esperienza che provi la loro comprensione scientifica della morte e dell'inizio della vita, come possono provare che non esistono le vite passate e future? Questa conoscenza scientifica è esattamente come la mente limitata che vede solo oggi, dimenticando ieri e senza percepire il domani. Colophon: 115 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Lama Zopa Rinpoce ha trasmesso questo autocommentario alla sezione relativa all'impermanenza e morte di The Wish-Fulfilling Golden Sun nel sesto corso tenuto a Kopan nell'aprile 1974. Le sezioni in caratteri punto 11 sono tratte dal testo radice; le sezioni in corsivo sono soggetti per la meditazione analitica in prima persona. Il resto è il commentario di Rinpoce, edito dal Lama Yeshe Wisdom Archive per il programma Discovering Buddhism della FPMT. La traduzione italiana e una leggera revisione, sulla base del testo Heart Advice for Death and Dying, di LZR, FPMT Education Publications, sono di G. Aurora Maggio, per l'ILTK di Pomaia, luglio 2010. 116 MORTE E RINASCITA 117 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO LA MORTE E E IL PERCORSO Ghesce Ngawang Dhargye La tradizione della meditazione sulla morte insegnata qui ha origine da Buddha Shakyamuni ed è stata praticata da famosi meditatori come Shantideva, i primi ghesce Kadampa, Gampopa il discepolo di Milarepa, lo yogi incomparabile Lama Je Tzong Khapa, i Dalai Lama e molti altri rinomati maestri. Infine è stata trasmessa da Pabongka Rinpoce, uno dei maggiori maestri vissuti all'inizio di questo secolo [il 20°]. Pabongka la trasmise a Kyabje Trijang Dorje Chang, il Tutore Junior di Sua Santità il Dalai Lama. È stato da questo guru perfetto, Kyabje Trijang Dorje Chang, che l'ho udita. Io mi sono formato sotto la guida di una ventina di guru, ognuno dei quali era senza dubbio un Buddha pienamente illuminato; tuttavia, dal punto di vista della mia personale disposizione karmica, il più gentile tra tutti loro è stato Kyabje Trijang Dorje Chang. L'eccellenza di questo maestro non può essere descritta. Il suo modo di insegnare e i sottili mezzi abili da lui adottati per generare una vera esperienza del Dharma nel discepolo sono così profondi che è pressoché impossibile, anche per il più ottuso degli ascoltatori, non restarne influenzato. È proprio molto triste che questo essere pienamente realizzato assuma ora la forma di un anziano che può insegnare solo raramente5. Il solo stare seduti in sua presenza conferisce controllo sulla propria mente. Oltre ad aver cura dei suoi discepoli a livello spirituale, egli non trascurava il livello fisico. Molte volte, nel corso del mio addestramento, sono stato senza cibo giorno dopo giorno, con i vestiti divenuti cenci sbrindellati, ed era Kyabje Trijang Dorje Chang che mi salvava. Accade che molte persone studiano e parlano del Dharma, ma non lo praticano mai realmente. Il loro Dharma consiste solo nelle parole. Questo perché non hanno trascorso abbastanza tempo meditando sulla morte. Gli svantaggi di non meditare sulla morte Gli svantaggi dovuti al non meditare sulla morte sono innumerevoli, ma possono essere riassunti nei seguenti sei punti: 1) Se non si medita sulla morte non si sarà consapevoli della propria pratica di Dharma. Tutto il tempo andrà perso a perseguire scopi mondani. Uno dei primi ghesce Kadampa disse: “Se non si medita sulla morte al mattino quando ci si sveglia, l'intera mattinata sarà sprecata, se non si medita sulla morte a mezzogiorno l'intero pomeriggio sarà sprecato e se non si medita sulla morte alla sera l'intera notte sarà sprecata.” In questo modo la maggior parte delle persone sprecano tutta la loro vita. 2) Benché si possano compiere delle pratiche di Dharma, la pratica principale sarà la procrastinazione. Molti tibetani dicono ai loro 5 Kyabje Rinpoce è morto nel 1981. 118 MORTE E RINASCITA guru di voler andare presto in ritiro ma, non avendo meditato a sufficienza sulla morte, rinviano anno dopo anno e muoiono prima di riuscire a farlo. 3) La propria pratica diventerà impura. Sarà mescolata alle ambizioni mondane, come gli 'otto dharma mondani'. Molti praticanti si prefiggono più di diventare eruditi o celebrità, piuttosto che di ottenere realizzazioni spirituali. Una volta chiesero a Jowo-je (Atisha): “Se qualcuno desidera solo la felicità di questa vita, cosa guadagnerà?” Jowo-je rispose “Solo ciò che ha desiderato!”; il discepolo chiede: “Cosa otterrà nelle vite future?” e la risposta fu: “La rinascita nei reami degli inferni, degli spiriti famelici o degli animali”. Si dice che, per poter praticare perfettamente, questa vita dev'essere abbandonata. Cosa significa? Non che si devono abbandonare l'attuale stile di vita, la casa, i possedimenti o la posizione, ma che si devono abbandonare gli otto dharma mondani: desiderare di sperimentare ricchezza, fama, lodi o felicità e di evitare la povertà, la cattiva fama, le critiche e i disagi. Distinguere un vero praticante spirituale da un non praticante è semplice. Un praticante è qualcuno che ha abbandonato gli otto dharma mondani, mentre un non praticante è qualcuno che subisce il loro controllo. Ghesce Potowa una volta chiese a Lama Dromtömpa: “Qual è il confine tra il Dharma e il non Dharma?” Lama Drom rispose “Ciò che contraddice le credenze delle persone samsariche è Dharma, ciò che non lo fa non è Dharma.” 4) La pratica sarà priva di vigore. Sebbene intraprendiate una pratica, al primo ostacolo l'abbandonerete. Fuori della grotta del Ghesce Kadampa Karag Gomchung cresceva un piccolo cespuglio spinoso. Ogni volta che entrava o usciva le sue spine gli graffiavano le carni ma quel cespuglio rimase lì fino alla sua morte perché questo grande meditatore praticava con tale intensità che non volle mai sprecare i pochi momenti necessari per tagliarlo. Ghesce Karag Gomchung ha realizzato i frutti del meditare sulla morte. 5) Si continuerà a creare karma negativo. Senza la continua consapevolezza della morte persisterà l'attaccamento a questa vita. Amici e parenti saranno considerati come maggiormente degni di amore degli sconosciuti e degli esseri che vi arrecano disagio. Lo squilibrio emozionale fa sorgere una serie infinita di distorsioni mentali, che a loro volta risultano nella generazione di infiniti karma negativi. In questo modo si perde la felicità di questa vita nonché quella di tutte le vite future. 6) Si morirà in uno stato di rimpianto. È certo che la morte arriverà. Senza vivere nella consapevolezza di essa, arriverà di sorpresa. In quel momento cruciale realizzerete che tutte le attitudini orientate in senso materialistico che avete coltivato per tutta la vita non hanno alcun valore e che, similmente, la ricchezza, la famiglia e il potere sono inutili. Al momento della morte non ha valore null'altro che la realizzazione spirituale ma, avendo trascurato la pratica della consapevolezza della morte, avete 119 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO trascurato la pratica del Dharma e ora rimanete a mani vuote, il rincrescimento riempie la vostra mente. Shantideva, nella sua Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva scrive: Una volta afferrato dagli agenti della morte, che valore hanno gli amici, che valore hanno i parenti? In quel momento la sola protezione è la forza della bontà, ma di questo non mi sono mai occupato. Ghesce Kadampa Kamaba una volta rimarcò che dovremmo aver paura della morte ora, mentre c'è ancora tempo per agire, ed essere impavidi al momento della morte. Gli esseri mondani si comportano all'opposto. Quando sono forti e in salute non hanno mai un pensiero per la morte, ma quando la morte arriva si battono il petto terrorizzati. La maggior parte dei praticanti non inizia mai a praticare realmente, ma procrastina giorno dopo giorno. Poi, mentre giacciono nel letto di morte, pregano per solo pochi giorni ancora di vita, ma è troppo tardi: ora sono nelle fauci del Signore della Morte e il tempo per praticare è solo un ricordo – come un pezzo di carne che tenevamo in mano ma non abbiamo mangiamo, che ci è sfuggito, ed ora è nella pancia di un cane e non può essere ripreso. Sebbene il rammarico sia insensato, il rammarico sorge. I vantaggi di meditare sulla morte Anche i vantaggi di meditare sulla morte sono innumerevoli, ma di nuovo possiamo sintetizzarli sotto sei punti. 1. La vita si arricchisce di uno scopo. Nel Sutra del Trapasso del Buddha (Mahaparinirvana Sutra) è detto: “Tra tutte le impronte, quella dell'elefante è la più grande; tra tutte le meditazioni di consapevolezza, quella sulla morte è suprema”. Se si pratica correttamente la meditazione sulla morte, la mente desidererà cercare una comprensione più profonda della vita. Si può vedere questo nelle biografie dei santi. Buddha stesso fu distolto dall'attrazione per l'esistenza mondana dopo aver visto prima un uomo malato, poi un vecchio e infine un cadavere. Lo yogi Milarepa fu ispirato a rinunciare alla magia nera e a cercare un sentiero più significativo dall'assistere alla reazione del suo maestro di magia alla morte di un protettore. 2. La consapevolezza della morte è un antidoto estremamente potente alle afflizioni. L'antidoto più forte alle afflizioni è la realizzazione della vacuità, ma la consapevolezza della morte la segue da vicino. Se ci si ricorda della morte ogni volta che l'attaccamento o l'avversione sorgono nella mente, quell'afflizione è immediatamente distrutta, così come il colpo di un martello di ferro frantuma una pietra. Gli yogi e i mahasiddha dell'antica India mangiavano il loro cibo in ciotole ricavate da calotte craniche umane e suonavano delle trombe fatte con femori umani. Similmente, i monaci ponevano teschi umani sulla porta delle loro toilet. Questo non aveva lo scopo di spaventare le persone ma di mantenere la consapevolezza della morte. Anche 120 MORTE E RINASCITA oggigiorno, nei pressi dell'entrata principale della maggior parte dei templi, c'è appeso un dipinto del Signore della Morte che tiene l'intera esistenza condizionata nella bocca; non come decorazione ma per ispirare il pensiero della morte nei visitatori. Nella pratica tantrica visualizziamo i cimiteri pieni di cadaveri e così via attorno al mandala mistico. 3. La meditazione sulla morte è importante all'inizio della pratica perché ispira a praticare e a praticare bene. 4. La meditazione sulla morte è importante nel mezzo della pratica perché ispira a esercitarsi intensamente e con purezza. 5. La meditazione sulla morte è importante alla fine della pratica perché causa il perfezionamento e completamento della pratica. Alcune persone, appena avuti i primi approcci col Dharma, sviluppano molto facilmente un senso di rinuncia ed entrano in ritiro, ma dopo alcuni mesi il loro entusiasmo è svanito e bramano di tornare a casa. Tuttavia si sento costretti a restare e completare il ritiro come previsto perché temono di cadere nel ridicolo se interrompono la loro pratica. Essi finiscono per maledire la loro rinuncia, considerando che sia stata per loro nient'altro che una fonte di fastidi. 6. La morte avverrà felicemente e senza rincrescimenti. Mantenendo la consapevolezza della morte durante la vita si sarà spontaneamente inclini verso la virtù e la pratica del Dharma. La morte non arriverà come una sorpresa e non porterà né paura né rincrescimento. È detto che i migliori praticanti muoiono in uno stato di beatitudine, i praticanti mediocri muoiono felicemente ed anche un praticante scarso non avrà né rincrescimento né spavento al momento della morte. Dovremmo mirare, tra questi, ad essere per lo meno come il praticante inferiore. Milarepa dichiarò: “Terrorizzato dalla morte, sono fuggito sulle montagne, dove ho realizzato la natura ultima della mente. Ora non sono più spaventato.” Se pratichiamo intensamente come fece Milarepa, non c'è motivo per cui non dovremmo ottenere un uguale livello di realizzazione. Abbiamo lo stesso tipo di corpo e di capacità mentale che ebbe lui, e i vari metodi che ha applicato sono giunti a noi in un puro flusso ininterrotto tramite i vari guru del lignaggio. In un certo senso la nostra opportunità di diventare illuminati è persino maggiore della sua, poiché abbiamo a disposizione molte trasmissioni orali di cui Milarepa non disponeva. Dunque questi sono gli svantaggi del non meditare sulla morte e i vantaggi di meditare. Come meditare sulla morte Come si dovrebbe meditare sulla morte? I modi principali sono due. A. Il primo modo consiste nella meditazione sulla morte in nove parti (le tre radici, le nove ragioni e le tre determinazioni). 121 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Questo metodo è insegnato nei Sutra e si trova sia nel Gioiello Ornamento della Liberazione di Gampopa che nella Grande Esposizione degli Stadi del Sentiero di Lama Tzong Khapa. B. Il secondo è una tecnica in cui si visualizza se stessi mentre si attraversa il processo della morte. Questo è un metodo tantrico e si trova in ogni sistema di Tantra dello Yoga Supremo nella fase della meditazione del mandala conosciuta come prendere i tre kaya come sentiero. A. La meditazione sulla morte in nove parti Le tre radici su cui meditare sono: 1. l'inevitabilità della morte 2. l'incertezza del momento della morte 3. al momento della morte nulla, a parte la propria realizzazione spirituale, ha valore. Le nove ragioni e le tre determinazioni sono equamente divise tra queste tre radici nel modo seguente: 1. L'inevitabilità della morte Anche se la morte ha in progetto di colpirci, la maggior parte delle persone vive fingendo che non esiste. Non è difficile provare logicamente che ogni singola persona morirà. Prendendo se stessi come esempio, certamente si morirà, poiché la morte è inevitabile. Come sappiamo che è inevitabile? Meditando su queste tre ragioni: (a) Sinora la morte è arrivata per tutti gli umani. Senza menzionare gli esseri ordinari, anche i grandi esseri realizzati, come gli arhat, i bodhisattva e i buddha, sono morti. Dunque perché dovremmo aspettarci di sopravvivere? Buddha Shakyamuni stesso è morto, dimostrando così l'impermanenza ai suoi discepoli. Chi conoscete che sia anche solo centenario? In base a questi fatti è difficile credere che solo noi saremmo immortali. (b) Giorno dopo giorno la vita decresce, non c'è possibilità di accrescerla. La lunghezza della vita umana può essere paragonata a un laghetto, a cui è stato interrotto l'afflusso d'acqua: momento per momento la sua acqua diminuisce; oppure è simile a un monaco che possiede solo 1000 rupie e nient'altro come entrata: se spende dieci rupie al giorno alla fine sarà al verde. Shantideva scrisse: “Senza fermarsi, giorno e notte, la vita scorre via e non diventa mai più lunga. Perché la morte non dovrebbe venire da me?” La lunghezza della nostra vita è andata decrescendo dal momento del concepimento. Quando 100 pecore sono portate al macello per essere uccise in serata, l'uccisione di ciascuna rende più vicina la morte dell'ultima pecora. È lo stesso per la durata della nostra vita: mentre i minuti si consumano le ore passano, come le ore si consumano trascorrono i giorni, come i giorni si consumano trascorrono i mesi e una volta consumati i mesi gli anni passano. Con il consumarsi dei nostri anni la morte si avvicina rapidamente. (c). Nel corso della vita troviamo poco tempo per praticare il Dharma. La nostra vita può probabilmente essere ripartita come segue: venti anni trascorrono dormendo, venti anni lavorando, dieci anni giocando, cinque anni mangiando e così via. Forse impieghiamo quattro o cinque 122 MORTE E RINASCITA anni nella pratica. Queste sono le parti che compongono il fenomeno composto che è la vita di una persona media. Come ha indicato Buddha, ogni cosa che è composta è destinata a disintegrarsi; ciò che è un insieme di parti esiste in dipendenza da quelle parti, che prima o poi si devono disintegrare. Se si medita intensamente su questa prima radice e le sue tre ragioni si può, in capo a sette giorni, realizzare l'inevitabilità della morte. Da questa realizzazione sorgerà la prima delle tre determinazioni: la determinazione di praticare il Dharma. 2. L'incertezza del momento della morte Questa seconda radice è più difficile da realizzare pienamente. Molte persone vivono con la comprensione che alla fine devono morire, ma poche credono veramente che potrebbero essere morte tra un minuto. Per generare questa consapevolezza, meditate sulle tre ragioni seguenti: (a) La lunghezza della vita degli umani su questo pianeta non è fissa. Migliaia di anni fa la lunghezza della vita era misurata in secoli; ora è inferiore ai cento anni; in seguito durerà solo una decade. La vita umana è instabile in particolare in questa fase degenerata dell'eone. Si può pensare che si ha molto tempo da vivere perché si è ancora giovani, ma guardate le persone più anziane che portano i loro figli morti al cimitero. Si può pensare che si vivrà a lungo perché si ha abbastanza ricchezza per comprare buon cibo e medicine, ma guardate i mendicanti vecchi e i milionari che muoiono giovani. Si può pensare di vivere a lungo perché si è in buona salute, ma anche questo non è un pensiero fondato, infatti molte persone muoiono pur essendo sane mentre altre malate continuano a vivere, anno dopo anno. (b) Molte forze contrastano la vita e poche la sostengono. Gli spiriti malvagi che possono porre fine a una vita umana sono più di 80.000; le 424 malattie aleggiano intorno a noi come nebbia. Questi spiriti e malattie ci aspettano come un gatto fuori della tana di un topo. Per di più, i quattro elementi che costituiscono la base fisica del nostro essere – terra, acqua, fuoco e aria – sono simili a quattro serpenti in un solo contenitore, il più forte cerca continuamente di sopraffare il più debole. Quando questi elementi sono in armonia, godiamo di buona salute, ma quando diventano squilibrati la nostra vita è in pericolo. Oltretutto, quello che usiamo per sostenere la vita può facilmente diventare una causa di morte: le case crollano, uccidendo gli abitanti; il cibo può diventare un veleno; le medicine usate impropriamente possono causare la morte, i vari mezzi di trasporto, pensati per aiutare l'esistenza umana, spesso arrecano la morte. Nella sua Preziosa Ghirlanda, Nagarjuna scrisse: “O re, la vita è come una lampada al burro in una tempesta di vento”. Sia che la lampada sia piena, a metà o quasi vuota ha poca importanza, essa può estinguersi in qualsiasi momento. Similmente, l'età non è un'indicazione di quanto si sia vicini alla morte. (c) Il corpo umano è estremamente fragile. Possiamo dire: “Certo, ci sono molte cose che ostacolano alla vita, ma io sono abbastanza forte per resistere a tutte”, ma si tratta solo di voler credere quello che si desidera. Il corpo umano è distrutto così facilmente come una goccia di rugiada è scossa va dalla punta di un filo d'erba. Come disse Nagarjuna nella sua Lettera a un Amico: “Se l'intero mondo sarà distrutto alla 123 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO fine di questo eone, cosa dire dei corpi degli umani?” Kunga Rinpoce una volta disse: “Se pensate che prima finirete le vostre attività mondane e poi praticherete il Dharma, tenete in mente che la morte di oggi può venire prima della pratica di domani”. Meditando con diligenza su questa seconda radice e sulle sue tre ragioni, sorgerà la seconda delle tre determinazioni: praticare il Dharma immediatamente. 3. Al momento della morte nulla, tranne la propria realizzazione spirituale, ha valore. Per ottenere convinzione su questa terza radice, meditate le seguenti tre ragioni: (a) Ricchezza, possedimenti, fama o potere sociale non hanno valore. Al momento della vostra morte potete avere centinaia di lingotti d'oro in casa, ma neppure uno sarà di beneficio. Un mendicante deve lasciare perfino il suo bastone. Un re può avere milioni di sudditi e un migliaio di regine ma nessuno sarà in grado di accompagnarlo nella vita successiva. Come disse Buddha: “Anche se si può avere abbastanza cibo e abiti per la durata di cento anni, quando si muore si prosegue soli, nudi e senza cibo”. (b) La famiglia, gli amici e i parenti non hanno valore. Si nasce soli e si deve morire soli. Quando si sta morendo, tutti i propri cari possono stringersi intorno al vostro corpo cercando di impedire alla morte di portarvi via, ma sarà inutile; neppure uno solo vi accompagnerà. Il mahasiddha Maitripa disse: “Amico mio, morire è come passare da solo attraverso una valle pericolosa piena di predoni. Nessuno, tra le tue regine, figlie, figli o sudditi, verrà con te. Perciò preparati bene”. Nella sua Guida allo Stile di Vita di un Bodhisattva, Shantideva scrisse: “Lasciando tutto, devo partire da solo. Ahimè, non conoscendo questo ho commesso tutti i tipi di negatività per il fine della famiglia e degli amici, ma chi tra loro mi aiuterà di fronte al Signore della Morte?” (c) Neppure il proprio corpo avrà valore. Pur avendo avuto il vostro corpo dal momento in cui avete lasciato l'utero di vostra madre, lo avete vestito e protetto dalla sofferenza del caldo e del freddo e nutrito per risparmiargli i morsi della fame, alla morte dovrete abbandonarlo. Il flusso della coscienza se ne va solo. Meditando intensamente su questa terza radice e sulle sue tre ragioni, sorgerà la terza delle tre determinazioni: praticare il Dharma puramente, senza mescolarlo con tendenze materialistiche. Shantideva scrisse: “Al momento della morte solo la bontà ha valore, ma di questo non mi sono mai occupato!”. Se sapete che vi state muovendo in un paese in cui la sola valuta valida è l'oro, sarebbe saggio convertire tutta la vecchia valuta mentre se ne ha ancora l'opportunità. Al momento della morte la sola valuta valida è la realizzazione spirituale, quindi dovreste praticare il Dharma intensamente per ottenere quella valuta mentre ancora avete la possibilità. Come si conduce esattamente questa meditazione in nove parti? Sedete nella posizione corretta, iniziando con lo scorrere mentalmente i sei svantaggi del non ricordare la morte e i sei vantaggi 124 MORTE E RINASCITA del ricordarla. Dopo aver trascorso cinque-dieci minuti su questo, date uno sguardo ad ognuna delle tre radici con le rispettive ragioni e determinazioni. Poi tornate con la mente indietro alla prima ragione della prima radice e rimaneteci per venti-trenta minuti, entrando nella stabilizzazione meditativa su questo punto. Il primo giorno la stabilizzazione meditativa avrà come oggetto la prima delle nove ragioni, il secondo giorno la seconda e così via, procedendo gradualmente attraverso l'intera meditazione. Per concludere ogni sessione, scorrete i punti rimanenti, soffermandovi per breve tempo sulle tre determinazioni e al termine recitate una breve preghiera di dedica come la seguente: Per il potere di questa pratica, possa velocemente ottenere la buddhità perfetta, e così possa ogni essere senziente arrivare a realizzare la felicità della saggezza eterna. B. Visualizzare se stessi mentre si attraversa il processo della morte. I metodi per praticare questa tecnica possono essere sia essoterici che esoterici. Il metodo essoterico Visualizzatevi sdraiati sul vostro letto, morenti. I vostri genitori e amici vi circondano, lamentandosi. La luce del vostro volto è svanita e le narici hanno perso vigore. Le labbra seccano e della bava fangosa inizia a formarsi sui vostri denti. Tutta la grazia è svanita dalle vostre forme e il corpo appare piuttosto brutto. Il calore del corpo scema, il respiro diventa pesante e l'epirazione è più lunga dell'inspirazione. Si ricorda tutto il karma negativo creato durante la vita e si è colmi di rincrescimento. Si cerca aiuto da tutte le parti ma non c'è nulla da trovare. Pensate questo in modo tanto più convincente possibile e osservate come vi sentite. Sorgono l'attaccamento o la paura? Meditando in questo modo si può scoprire quali afflizioni vi disturberanno alla morte e lavorare per abbandonarle anche da oggi stesso. Il metodo esoterico La tecnica di meditazione esoterica sul processo della morte è molto più complessa. Per compierla completa di tutti i dettagli è necessaria l'iniziazione tantrica. Questo metodo è svolto in tutti i sistemi di Tantra dello Yoga Supremo nella fase conosciuta come prendere i tre kaya come sentiero. Solo una parte limitata dell'insegnamento può essere impartita apertamente; la spiegazione relativa al mandala, alle cinque famiglie di buddha e alla chiara luce devono essere omesse. Questa meditazione riguarda la dissoluzione delle venticinque sostanze grossolane, un soggetto importante nella pratica tantrica. Quali sono le venticinque sostanze grossolane? 1. cinque costituenti psicofisici (skandha): forma, sensazione, discriminazione, fattori compositivi e coscienza. 2. Le cinque saggezze di base: la saggezza simile allo specchio, la saggezza dell'uguaglianza, la saggezza dell'investigazione individuale, la saggezza che compie le attività e la saggezza della natura dei fenomeni. Queste saggezze sono chiamate 'imperfette' o 'di base' perché sono menzionate in riferimento a qualcuno che 125 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO non ha ottenuto la buddhità. 3. I quattro elementi: terra, acqua, fuoco e vento. 4. Le sei sorgenti: le facoltà sensoriali dell'occhio, dell'orecchio, del naso, del corpo e della mente 5. : I cinque oggetti: colori e configurazioni, suoni, odori, sapori e oggetti tangibili. Quando la morte arriva naturalmente giunge come un processo di disintegrazione graduale. La prima fase di questo processo è la disintegrazione simultanea di (i) il costituente psicofisico della forma, (ii) la saggezza imperfetta simile allo specchio, (iii) l'elemento terra, (iv) la facoltà visiva e (v) colori e configurazioni. Un segno esterno si manifesta come risultato della disintegrazione di ognuno di questi cinque , rispettivamente come segue: (i) il corpo avvizzisce e perde vitalità. (ii) gli occhi diventano oscurati, (iii) non si riesce più a muovere gli arti, (iv) cessa il battito delle palpebre e (v) la luminosità del corpo svanisce. Questi segni sono esterni e pertanto possono essere notati dagli altri. Con la disintegrazione di questi cinque fattori la persona morente sperimenta un segno interno, che può essere visto solo da quella persona: una visione simile a un miraggio che riempie tutto lo spazio. Nella seconda fase ha luogo la disintegrazione di: (i) il costituente psicofisico della sensazione (ii) la saggezza imperfetta dell'eguaglianza, (iii) l'elemento acqua, (iv) la facoltà dell'udito (v) i suoni. Di nuovo c'è un segno esterno che accompagna la disintegrazione di ognuno dei cinque. I segni esterni sono: (i) si perde la discriminazione rispetto al fatto che le sensazioni fisiche siano piacevoli, spiacevoli o indifferenti, (ii) non si è più consci delle sensazioni che accompagnano la coscienza mentale, (iii) le labbra si seccano, la traspirazione si ferma e il sangue e lo sperma coagulano, (iv) i suoni interni ed esterni non possono più essere uditi e (v).anche il sottile ronzio nelle orecchie cessa. La persona morente sperimenta il segno interno che è la visione simile a fumo che riempie tutto lo spazio. La terza fase è la disintegrazione di (i) il costituente psicofisico della discriminazione o riconoscimento, (ii) la saggezza imperfetta della discriminazione o investigazione individuale, (iii) l'elemento fuoco, (iv) la facoltà dell'olfatto e (v) gli odori. I segni esterni sono : (i) non si riconosce più il proposito di qualunque cosa detta da coloro che ci circondano, (ii) svanisce la memoria anche dei nomi dei genitori, dei familiari, degli amici ecc. (iii) il calore del corpo scema e i poteri della digestione e dell'assimilazione del cibo cessano, (iv) l'espirazione è più forte mentre l'inspirazione si indebolisce e (v) il potere di riconoscere gli odori svanisce. La persona morente sperimenta come segno interno la visione come di faville di fuoco che riempiono lo spazio. La quarta fase è la disintegrazione di: (i) il costituente psicofisico dei fattori compositivi, (ii) la saggezza imperfetta del compimento delle azioni, (iii) l'elemento vento, (iv) la facoltà del gusto, (v) i sapori e (vi) la facoltà sensoriale tattile e gli oggetti tangibili. I segni esterni sono: (i) tutte le capacità fisiche vengono meno, (ii) si dimenticano tutti gli scopi per le attività, (iii) i venti maggiori e minori si dissolvono nel ciakra del cuore e l'inspirazione e l'espirazione cessano, (iv) la lingua diventa spessa e corta e la radice diventa bluastra, (v) tutti i poteri del gusto svaniscono e (vi) non si possono sperimentare la morbidezza 126 MORTE E RINASCITA o la ruvidità. Il segno interno è una visione di una luce simile a quella dell'ultimo tremolio di una candela. A questo punto del processo, un medico dichiarerebbe che la persona è morta. Tuttavia, dato che la coscienza si trova ancora nel corpo, la persona è ancora viva. Nella quinta fase, con la perdita dell'energia vento che lo sostiene, un residuo dello sperma originale, che proviene dal padre al momento del concepimento e da allora è stato depositato nel ciakra del capo, fluisce giù dal canale centrale e arriva al cuore. A causa del suo passaggio attraverso i nodi dei ciakra è sperimentata una visione di biancore niveo. Nella sesta fase, con la perdita dell'energia vento che lo sostiene, un residuo dell'ovulo originale, che proviene dalla madre al momento del concepimento e da allora è stato depositato nel ciakra dell'ombelico, fluisce verso l'alto nel canale centrale e giunge anch'esso al cuore. A causa del suo passaggio attraverso i nodi dei ciakra è sperimentata una visione di rossore simile alla luce del tramonto. Nella settima fase, i residui dello sperma e dell'ovulo si incontrano e si sperimenta una visione di oscurità, come quando il cielo è completamente coperto da spesse nubi. Qui la persona ordinaria cade nell'incoscienza, mentre per un yogi tantrico questa è una condizione eccellente per la meditazione speciale. Nell'ottava fase, alla fine il cuore ha un leggero tremito e la coscienza esce dal corpo. Avviene un'esperienza di chiara luce, come il sorgere dell'alba in un buio mattino privo di luna. Questa è la chiara luce della morte, la cui apparenza indica che il processo della morte è completo. Per la maggioranza degli esseri queste esperienze sono totalmente incontrollate e terrificanti, ma grazie alla preparazione fatta nel corso della vita, i praticanti tantrici hanno padronanza su di esse e le usano a loro vantaggio. Molti lama hanno ottenuto l'illuminazione proprio in questo momento della morte. Nel tantra i soggetti principali sono il vento e la coscienza. Entrambi hanno aspetti grossolani e sottili. Il vento grossolano forma il corpo di questa vita; la coscienza grossolana fornisce la consapevolezza sensoriale. Al momento della morte entrambe queste qualità grossolane si dissolvono nei loro aspetti sottili, che perdurano fino all'illuminazione. Il palazzo reale della mente è il cuore. Qui la mente risiede nella goccia che non si dissolve tra i residui dell'ovulo e dello sperma della madre e del padre. Questa è la goccia che non si dissolve grossolana; si dice che non si dissolve perché permane fino alla morte. La goccia che non si dissolve sottile è la combinazione del vento e della coscienza sottili; si dice che non si dissolve perché permane fino all'illuminazione. La meditazione sul processo della morte include la meditazione su entrambe queste gocce. L'importanza di meditare sulla morte La meditazione sull'impermanenza è di suprema importanza. È stato il primo insegnamento del Buddha quando ha insegnato le quattro nobili verità nel Parco dei Daini, a Sarnath, ed è stato il suo insegnamento finale, poiché morì per imprimere l'idea dell'impermanenza nelle menti dei suoi discepoli. 127 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Buddha una volta disse: “Ogni cosa nei tre mondi è impermanente come le nuvole d'autunno. La nascita e la morte degli esseri sono come scene di un dramma. La vita umana è come il balenare di un lampo nel cielo o come l'acqua di un torrente di montagna.” Se meditate correttamente sulla morte in accordo con uno dei due metodi – la meditazione sulla morte in nove parti o la tecnica di visualizzare se stessi nel corso del processo della morte – non c'è dubbio che ne trarrete beneficio. Se un cane si slancia per mordervi, non serve provare meramente paura, occorre usare la paura che si sente per evitare di essere morso. Similmente, non ha senso temere meramente la morte, usate la paura della morte per sviluppare la saggezza che è al di là delle zanne della morte. Dovreste cercare di praticare il Dharma, praticarlo proprio ora e praticarlo puramente. Il Dharma è la mappa che mostra il modo per realizzare i modi di esistenza convenzionale e ultimo; è il cibo che nutre i pellegrini, la guida che accompagna attraverso i rischiosi passaggi della strada verso l'illuminazione. Trasferimento della coscienza La pratica ha molti livelli, quello basilare consiste nel mantenere un buon cuore, un cuore di amore e compassione. Anche se non si riesce a trovare la forza o il tempo di impegnarsi nelle pratiche di meditazione superiori o negli studi filosofici, dovreste per lo meno cercare di mantenere un'attitudine simpatetica verso i propri simili, un'attitudine che evita sempre di danneggiare e cerca solo di aiutare gli altri. Se riuscite a fare questo le negatività lentamente vi abbandoneranno. Poi, al momento della morte, sarete in grado di prendere rifugio nei Tre Gioielli e di essere fiduciosi di ottenere una buona rinascita. Questo è il metodo del trasferimento della coscienza (po-wa) per i praticanti di minime capacità. I praticanti più ambiziosi cercano di sviluppare la rinuncia, i tre addestramenti superiori – moralità, concentrazione e saggezza – e l'attitudine illuminata di bodhicitta, il desiderio di ottenere lo stato di buddha per beneficare tutti gli esseri senzienti. Quando tali praticanti hanno acquisito un certo grado di realizzazione di queste qualità entrano nell'oceano del tantra per realizzare le loro aspirazioni spirituali più velocemente; solo attraverso la pratica del tantra è possibile ottenere la buddhità pienamente completa in un breve periodo, come due o tre anni. Comunque, anche se è possibile ottenere l'illuminazione così velocemente, non tutti i praticanti possono farlo. Pertanto, le varie tecniche di trasferimento della coscienza per i praticanti di motivazione superiore sono state insegnate. Trasferimento della coscienza alla lettera significa 'migrazione'. Questo perché l'ultimo pensiero che si ha quando si muore è la forza che determina la successiva rinascita. Molte persone hanno condotto vite virtuose ma, per il fatto di aver avuto un pensiero negativo mentre morivano, sono caduti in un reame inferiore, mentre altri hanno condotto vite malvagie ma, per il fatto di avere avuto un pensiero positivo mentre morivano, hanno conseguito una rinascita superiore. Lo yoga del trasferimento della coscienza trae profitto da questo fenomeno. 128 MORTE E RINASCITA Le tecniche esclusive mahayana del trasferimento della coscienza possono essere divise in due categorie: quelle insegnate nei sutra e quelle insegnate nei tantra. Trasferimento della coscienza nei sutra: i cinque poteri Il metodo del sutra è chiamato applicazione dei cinque poteri, poiché quando quando si sa che la morte si sta avvicinando si applicano i poteri dell'intenzione, del seme bianco, della familiarità, della distruzione e della preghiera. 1. Il potere dell'intenzione. Generate la ferma intenzione di non permettere che la vostra mente sia separata, durante la morte, lo stato intermedio o la rinascita, dall'aspirazione ad ottenere la buddhità pienamente completa per il beneficio di tutti gli esseri. 2. Il potere del seme bianco. Cercate di sbarazzare la vostra mente da tutte le forme di attaccamento fisico, dando via tutte le vostre ricchezze, proprietà e beni. 3. Il potere della distruzione. Cercate di distruggere le macchie di tutti i karma negativi che avete accumulato durante la vita applicando i quattro poteri opponenti: pentimento, ferma decisione di non creare di nuovo tali karma negativi, prendere rifugio nei Tre Gioielli e generare bodhicitta; purificate la radice della macchie meditando sulla vacuità, Vajrasattva e così via. Se avete ricevuto un'iniziazione tantrica chiedete al vostro lama di iniziarvi di nuovo o, se questo non è possibile, svolgete il rituale dell'auto iniziazione. 4. Il potere della familiarità. Generate bodhicitta quanto più intensamente possibile. 5. Il potere della preghiera. Il termine preghiera si riferisce all'aspirazione del vero praticante mahayana che tutte le oscurazioni, il karma negativo e le sofferenze degli altri possano maturare su se stesso e di non essere mai separato dall'attitudine mahayana di voler ottenere l'illuminazione completa per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Un giorno Ghesce Potowa era seduto sul suo trono tenendo una conferenza, quando improvvisamente disse “Possa io sempre essere un protettore per coloro che sono privi di aiuto e una guida per coloro nella confusione”. Poi morì. Quando era vicino a morire, Ghesce Chekawa disse ai suoi discepoli che aveva praticato a lungo per rinascere negli inferni più bassi, per essere in grado di beneficare lì gli esseri senzienti, ma che recentemente aveva avuto un sogno che indicava che sarebbe rinato in una terra pura. Egli chiese ai suoi discepoli di fare molte offerte ai buddha e bodhisattva affinché questo potesse essere evitato e la sua preghiera fosse esaudita. Questa applicazione dei cinque poteri al momento della morte garantisce una rinascita con condizioni adatte a continuare la pratica del Dharma. Trasferimento della coscienza nel Tantra Se avete ricevuto un'iniziazione tantrica dovreste cercare di praticare il metodo tantrico di trasferimento della coscienza. Ci sono molte varianti a questo metodo in dipendenza dal sistema tantrico in cui si è stati iniziati e da dove si vuole rinascere. Una delle più popolari è quella che si trova nel tantra di Vajrayogini. Si dice che l'iniziazione nella pratica di Vajrayogini sia un biglietto per la terra delle dakini. 129 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO Il trasferimento della coscienza come insegnato nei tantra è chiamato 'metodo potente' perché anche una persona estremamente afflitta che ha compiuto le azioni più negative durante la vita può rinascere in una terra pura con questo mezzo. La sua pratica durante la vita per prepararsi alla morte è chiamata la 'pratica potente' perché meramente pronunciando la sillaba PHAT! la coscienza è fatta uscire dal corpo e pronunciando la sillaba HIC! è riportata indietro. Il segno dell'aver completato questa pratica è la comparsa di una pustola sulla cima del capo che si rompe e trasuda poche gocce di sangue e pus. Tuttavia non è permesso insegnare i metodi tantrici ai non iniziati. Buddha Vajradhara stesso disse: “Non si dovrebbe versare il latte di un leone delle nevi in una tazza di terracotta”. Non solo il latte diventa acido, ma anche la tazza si rovina. Alcune persone accusano i maestri tantrici di essere troppo rigidi nel mantenere il segreto, ma si tratta di un'accusa stupida, fatta da coloro che ovviamente non comprendono il tantra. Insegnare il tantra a un essere spiritualmente immaturo è come legare un bambino a un elefante selvaggio. Pertanto, grandi praticanti come il Quinto Dalai Lama hanno insistito sull'importanza di acquisire un'esperienza dei fondamenti comuni sia al sutra che al tantra prima di specializzarsi nella pratica tantrica. Domanda: Cosa si può fare a beneficio di una persona morente? Gen Rinpoce: E' utile recitare mantra nell'orecchio della persona. I mantra di Buddha Shakyamuni, OM MUNI MUNI MAHA MUNAYE SOHA; di Avalokiteshvara, OM MANI PADME HUM; di Arya Tara, OM TARE TUTTARE TURE SOHA; di Manjushri, OM AH RA PA TSA NA DHIH, sono facili da dire e anche molto efficaci nel lasciare forti impronte karmiche nel continuum mentale della persona morente. Questi mantra sono estremamente potenti e, senza dubbio, saranno di immenso beneficio per una persona morente. È utile anche porre un'immagine di un buddha o di un bodhisattva dove la persona può osservarla. In particolare, se la persona è un praticante religioso, si dovrebbe recitare il mantra del suo maestro spirituale e mostrare a lui/lei una fotografia di quel maestro. La cosa più importante è di aiutare la persona morente a generare e mantenere un'attitudine virtuosa. Non fate nulla che possa creare agitazione o collera nella persona. Morire con un'attitudine positiva garantisce pressoché con certezza una buona rinascita. Dopo la morte i possedimenti della persona dovrebbero essere dati come offerte agli oggetti virtuosi come i Tre Gioielli o usati nei rituali dell'offerta tantrica (tsok). Si dovrebbe richiedere al maestro spirituale della persona di fare preghiere speciali, poiché la relazione guru-discepolo è particolarmente importante e qualunque cosa un guru fa per un discepolo deceduto, o un discepolo per un guru deceduto, ha effetti straordinari. Anche i genitori e gli amici dovrebbero offrire preghiere, dato che anch'essi possono influenzare grandemente la rinascita della persona. Ci sono molti esempi di persone che sono morte con stati mentali negativi ed erano diretti a una rinascita infernale ma che, grazie alle preghiere e alle offerte dei loro cari, hanno preso una rinascita superiore. Nel suo Compendio di Metafisica (Abhidharmasamuccaya), Arya Asanga spiega a fondo come occuparsi di una persona morta o morente. Domanda: Quanto sopra può essere fatto sia per i buddhisti che per i non buddhisti? 130 MORTE E RINASCITA Gen Rinpoce: I buddha e i bodhisattva sono protettori universali e non discriminano, dunque perché dovremmo farlo noi? Tuttavia, se la persona è un buddhista, a causa del legame tra di voi ogni cosa che farete avrà un impatto maggiore. Domanda: In occidente spesso non diciamo a una persona morente che lui o lei sta, in effetti, morendo. Lei pensa che questo sia saggio o insensato? Gen Rinpoce: Dipende dalla persona. Ai praticanti è meglio dirlo, in modo che possano mettere tutti i loro sforzi nella pratica. Essi non saranno spaventati dal conoscere che stanno morendo e potranno essere in grado di praticare il trasferimento della coscienza. Rispetto alle persone che non sono praticanti, forse non c'è motivo di dirglielo. Essi non devono essere terrorizzati. Domanda: Quanto a lungo rimane la coscienza nel corpo, una volta che una persona è apparentemente morta? Per quanto tempo il cadavere dovrebbe essere lasciato senza essere toccato? Gen Rinpoce: Se la persona morente è un grande yogi, la coscienza può rimanere nel corpo per giorni o anche mesi. Per esempio, uno dei precedenti Panchen Lama rimase nel suo corpo, in meditazione, quasi per un anno dopo la morte apparente. Egli morì nel Kham, il Tibet orientale, ma il suo corpo fu portato nel Tibet centrale, un viaggio di molti mesi, prima che la sua coscienza lo lasciasse. Anche la coscienza di un non praticante può rimanere fino a tre giorni. Pertanto, un cadavere non dovrebbe mai essere mosso finché non appaiono i segni che la coscienza è uscita. Il segno più evidente è l'uscita di una goccia di sangue dalle narici o di fluido dall'organo sessuale. Un segno meno certo è quello di un cattivo odore che emana dal cadavere. Se il corpo è cremato prima di questo periodo equivale a un assassinio. In effetti è preferibile che il corpo non sia nemmeno toccato prima che la coscienza esca. Se lo è, la coscienza probabilmente uscirà dal punto in cui il corpo è stato toccato per primo. Dato che è più favorevole che la coscienza esca dalle parti superiori piuttosto che da quelle inferiori, si dovrebbe toccare per prima la cima del capo. Domanda: Perché la sepoltura era così rara in Tibet? Gen Rinpoce: Era considerato preferibile offrire il corpo agli uccelli come atto di carità finale della persona. Solo quando un corpo era considerato inadatto a questo veniva sepolto. Era consueto che i grandi praticanti facessero dei riti speciali tantrici di chöd prima di morire, offrendo i loro corpi agli uccelli, quelli che non potevano fare il rito da soli avevano un praticante di chöd che lo faceva per loro. In questo modo il numero di uccelli invitati arrivavano al banchetto. Se il cadavere era piccolo e poteva cibare solo dieci uccelli, solo dieci uccelli arrivavano; se era abbastanza grande per cibarne venti, ne arrivavano venti. È detto che gli uccelli invitati in questo modo sono manifestazioni di dakini e seguono un codice etico nel divorare il cadavere. Era consuetudine che il cervello fosse rimosso dal cadavere e mescolato con farina di ceci. Quando gli uccelli avevano finito di mangiare il resto del cadavere, veniva data loro questa mistura da mangiare. Solo dopo questo essi volavano via, soddisfatti. Domanda: Qual è la fonte dell'enorme quantità di letteratura tibetana che descrive la morte e lo stato dopo la morte? Gen Rinpoce: Questi testi furono scritti da yogi esperti che avevano ottenuto la chiaroveggenza o percezioni extrasensoriali e non sono 131 ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO paragonabili ai libri scritti ai giorni nostri. Oggigiorno appena qualcuno impara a scrivere inizia a comporre libri. Gli yogi di un tempo scrivevano solo in base alla loro esperienza. Inoltre, Buddha stesso insegnò molto sullo stato intermedio, sia nei sutra che nei tantra. Colophon: Questo insegnamento è stato dato a Dharamsala nel 1976, tradotto in inglese da Michael Hellbach e Glenn H. Mullin. È stato pubblicato per la prima volta nel 1977 nel lungo testo fuori commercio From Tushita. Una versione leggermente revisionata è inclusa in Living in the Face of Death. Questa versione è stata revisionata da Nicholas Ribush. La traduzione in italiano è di G. Aurora Maggio per l'ILTK, Pomaia, luglio 2010. 132 MORTE E RINASCITA COME PRENDERSI CURA DEI TESTI DI DHARMA I testi di Dharma contengono gli insegnamenti di Buddha Shakyamuni. La preziosità del Buddhadharma consiste nell’essere una vera fonte di felicità per tutti gli esseri e la causa per abbandonare ogni sofferenza presente e futura. Quindi, testi che contengano insegnamenti o i nomi dei propri Maestri, sono assai più preziosi di un oggetto materiale; mostrano come mettere in pratica gli insegnamenti e integrarli nella propria vita, e dovrebbero essere trattati con estrema cura e rispetto. Per questa ragione, per favore, conservateli rispettosamente in luoghi alti, puliti, separatamente da altri oggetti mondani. Essi dovrebbero essere protetti in un tessuto se portati con sé. Si dovrebbe evitare di appoggiarli sul pavimento, di calpestarli, non si dovrebbero appoggiare su di essi oggetti di qualsiasi tipo, incluso il rosario, e non dovrebbero essere usati come sedili. Se in ogni caso si dovesse avere la necessità di eliminare del materiale di Dharma, questo non dovrebbe essere gettato nella spazzatura ma bruciato in un modo speciale. Dovrebbe essere bruciato separatamente da altri materiali, recitando il mantra om ah hum. Quindi, quando il fumo si sprigiona, si dovrebbe visualizzare che esso, pervadendo l’intero spazio, trasporta l’essenza del Dharma a tutti gli esseri senzienti dei sei reami, purifica la loro mente e li allevia da ogni sofferenza portando loro ogni felicità, compresa la felicità definitiva dell’illuminazione. Infine, le ceneri rimanenti dovrebbero essere raccolte e sparse in luoghi puliti, sotto alberi o piante, dove non possano essere calpestate. Questa, che può sembrare una strana usanza, è in realtà, in accordo alla tradizione, il modo di evitare di creare il karma che impedirebbe di incontrare in futuro il Dharma. 133