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Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DICB Milano Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano
N. 31 | MAGGIO 2012
TENDENZE E ATTUALITÀ DELLA DISTRIBUZIONE EDILE
INCAPACI
DI SPENDERE
Disponibili subito, i milioni di euro
di fondi europei sono utili per ridare
ossigeno all’economia.
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mercato
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C
risi e tecnologia cambiano
il mercato delle costruzioni.
Le imprese si riorganizzano, la filiera si modifica e, in
parallelo, chi fa acquisti chiede
di più. A partire dalle informazioni,
il rapporto con chi vende è diventato
2.0, più diretto e mediato dalla Rete. A tutto
questo si aggiunge la spinta verso un’edilizia più
sostenibile. Per questo il dibattito che YouTrade propone quest’anno non riguarderà solo la gestione del
business in un periodo in cui la recessione mette in
pericolo l’esistenza stessa di tante aziende. Perché
in questi anni sono cambiate anche le richieste
stesse del mercato. Chi acquista è più consapevole
e utilizza il web, chi vende deve adeguarsi. Senza
dimenticare la maggiore attenzione ai temi dell’ambiente, l’efficienza energetica di città ed edifici:
bisogna adeguarsi entro
il 2020, secondo quanto
chiede l’Europa. Insomma, la sfida mette al centro
la particella «ri»: rivalutare,
riusare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridurre, ringegnerizzare. È il momento di rinnovare,
di rinnovarci, con un approccio smart,
intelligente e innovativo.
Il convegno di settembre sarà dedicato a questi
temi, partendo dall’analisi congiunturale del mercato per affrontare il tema della distribuzione e
delle prospettive future in relazione ai nuovi attori
e ai nuovi consumatori. Sarà anche l’occasione
per presentare, come lo scorso anno, i risultati
del nuovo tavolo tecnico che YouTrade promuoverà
nel corso dei prossimi mesi e che sarà concentrato
sul tema del credito in rapporto alle necessità di
rilancio economico delle costruzioni e del Paese.
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consumatore 2.0
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Anno 4 - Numero 31 - Maggio 2012
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Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità
Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising
Virginia Gambino Editore S.r.l.
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di esperienza nel settore.
Collaboratori / Contributors
Umberto Anitori, Federico Della Puppa,
Carlo Ezechieli, Cleo Fuentes, Ludovico Lucchi, Sofia Marsigli,
Leda Martinelli, Federico Mombarone, Veronica Monaco,
Santina Muscarà, Brunella Orsini,
Arianna Pace, Nicola Zeni
Progetto grafico e impaginazione
Graphic Design and Page layout
Fabio Monauni
Curcu & Genovese Associati s.r.l. - Trento
Comitato Tecnico / Technical Committee
Giampiero Abrate
Umberto Bonazza
Matteo Camillini
Claudio Cammi
Giovanni Carubelli
Gilberto Castoldi
Stefano Colombino
Mario Cuc
Fabrizio Di Luzio
Daniele Ferrai
Giovanni Pietro Grazioli
Gianni Guidoccio
Franco Nessi
Andrea Veroni
C.C.E.
De Eccher
Gruppo BigMat
Cammi
Edilpadana
TopHaus
Gruppo Uniedil
Edilcuc
Vemac
Bauexpert
Centredil
Consorzio C.R.E.
Eternedile - Iperedil
Lino Veroni
Come abbonarsi / How to subscribe
Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 70,00
Copia singola € 5,00
Per abbonarsi è sufficiente fare richiesta a
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senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni
inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa
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Tiratura del presente numero: n. 10.000 copie
Periodicità / Frequency of publication : mensile
Poste Italiane Spa - Sped. In a.p. - D.L. 353/2003 conv.
in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano
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Tel. 0461-244444 • Fax 0461-241557 • [email protected]
Registrazione / Registration: N. 406 del 25-06-2008
del Tribunale Civile e Penale di Milano
Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati
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dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003.
editoriale
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L’eurodieta
di Rigor Montis
e
D
iceva Charles De Gaulle:
«Come posso governare un
Paese che ha 246 diversi tipi di
formaggi?». Un’obiezione sensata. Ma
oggi al generale e presidente francese
verrebbe un ictus al pensiero che
l’economia, anzi, il destino stesso del
Vecchio continente sia in balia di un
numero doppio di formaggi, cioè di
Stati e governanti. L’unità dell’Europa
è diventata molle come una mozzarella
di bufala. E, forse, coltiva il timore di
essere essa stessa una bufala.
I motivi sono noti: c’è una sola moneta
(perlomeno per l’area euro), ma tanti
governi diversi, ognuno preoccupato di
far felici i propri elettori. La crisi, poi,
ha trasformato questo euromatrimonio
a 17 in una centrifuga. Fare impresa
a Catanzaro non è come gestire
una società a Nantes, ottenere un
permesso per edificare a Monaco
dista parecchio da quanto avviene a
Monza. E la burocrazia di Roma risulta
un rompicapo per un manager di
Helsinki. L’Europa assomiglia sempre
più a un puzzle di cui non si trovano
le tessere. Qualcuno, come Marine Le
Pen in Francia, oppure Beppe Grillo e
la Lega in Italia, ne invoca la sepoltura.
Ma sarebbe un’impresa ardua: senza
l’euro i tassi sui mutui sarebbero alle
stelle, e i prodotti dall’estero (a partire
dalla benzina), costerebbero tutti
molto di più se tornassimo alla lira.
Saremmo in breve tempo molto, molto
più poveri.
Insomma, come in una famiglia
litigiosa, c’è chi vorrebbe cambiare
casa, chi minaccia di tornare dalla
mamma, chi occupa il bagno ore
senza curarsi degli altri. Ma, alla
fine, nessuno può permettersi di
traslocare in un nuovo appartamento.
La Germania, per esempio, continua
a fare conto su un interscambio con
l’estero che, per una buona metà,
avviene con i Paesi dell’Unione. Un
ritorno al marco significherebbe un
disastro per l’export dei concittadini
di Angela Merkel. Per l’Italia, che
ha metà del debito pubblico nelle
mani di investitori esteri, l’uscita
dall’euro significherebbe un decennio
di recessione pesante, con tagli
spartani ai servizi pubblici e una
disoccupazione da terzo mondo, visto
che molte aziende sarebbero costrette
a chiudere. L’addio all’euro sembra,
come dicono in Veneto, «peso el tacon
del buso», peggio il rammendo del
buco. Dobbiamo rassegnarci alla dieta
di Mario Monti, soprannominato Rigor
Montis, il premier che è allegro come
un funerale, ma necessario come un
defibrillatore.
7
l’econauta
di Federico Mombarone
Giornalista
Fanno bene i tagli
che fanno male
I
l chirurgo lo sa bene: bisogna intervenire
per salvare il malato dalla cancrena. E
senza il rischio di peggiorare lo stato
di salute del paziente, perché i tagli sono
necessari, ma sono anche un’operazione
delicata. Il chirurgo, inoltre, conosce bene
un’altra cosa: privarsi di qualcosa è doloroso.
Il paziente si lamenterà e, forse, protesterà
se ritiene che l’operazione non sia stata
adeguata oppure eccessiva. Il governo Monti
si trova nella stessa situazione: i giornali e
perfino i politici (con la faccia di bronzo)
chiedono di ridurre la spesa. Ma per ogni
intenzione di risparmio annunciata c’è chi
protesta, proclama sollevazioni e adombra un
pericolo per la democrazia. Ridurre del 10%
il numero di poliziotti e carabinieri (l’Italia
detiene il record europeo di componenti
delle forze dell’ordine)? Qualcuno prevede
un Paese nelle mani della mafia. Porre un
rimedio alla crescente spesa per i servizi
sanitari? È considerato un atto contro la salute
dei cittadini. Tagliare le spese di ambasciate
e burocrazia della Farnesina? La lobby delle
feluche è pronta a provocare un incidente
diplomatico. E che dire delle Province, cioè
110 centri di spesa (e stipendi) che lottano
per non essere cancellate, mentre sono già di
fatto un peso superfluo? Eppure ridurre i costi
è qualcosa che le imprese fanno da sempre:
se non si incassano abbastanza quattrini non
c’è altra strada che comprimere le spese. A
nessun imprenditore piace tagliare, ma lo fa.
Non solo: l’azienda che impara a riutilizzare
materiali e risorse già disponibili trova un
vantaggio economico, oltre che equo. Non si
capisce perché lo Stato non possa riuscirci. I
veti non servono. In realtà spazio per ridurre
i costi (e abbassare le tasse) c’è. Basti pensare
che la spesa pubblica per pensioni e sanità è
chiacchiere di condominio
meno della metà del 50% del Pil, eppure le
sole forniture sanitarie incidono per il 5%,
il doppio di sette anni fa. Forse nel 2005 gli
ospedali funzionavano peggio? Macché. Ma
lo spreco ha una ragione: ogni ospedale e Asl
rifiuta la centralizzazione delle spese. E gli
scandali che rimbalzano sui giornali fanno
capire perché la resistenza di faccendieri e
amministratori sia così forte. Per la stessa
ragione, sindaci e governatori restano
affezionatissimi alle oltre 3.700 aziende
pubbliche di servizi, grande serbatoio di
posti. Dalla raccolta dell’immondizia alla
distribuzione di luce e gas fino agli aeroporti:
molte di queste attività possono essere ceduta
ai privati per fare cassa. Così come buona
parte del patrimonio immobiliare (non di
interesse artistico) che giace inutilizzato e
dequalificato. Certo, i tagli fanno male. La
cancrena, però, è peggio.
di Umberto Anitori
Ex segretario nazionale ANACI
LA CRISI E
IL CONDOMINIO
D
a alcuni mesi tutti gli
amministratori lamentano
difficoltà nel gestire i
condomini a causa dei ritardi nei
pagamenti da parte dei condomini.
In effetti la mancanza di liquidità
generale si risente anche nei
condomini e crea non poche
difficoltà nella conduzione degli stessi
mettendo spesso a repentaglio anche i
rapporti di buon vicinato. Il ritardato
pagamento delle quota condominiali
costringe l’amministratore a non
pagare o pagare in ritardo le bollette
delle forniture di elettricità, gas,
acqua, gasolio, ascensore etc. con
il rischio che le stesse forniture
possano essere interrotte per
morosità. L’amministratore a questo
punto deve immediatamente agire
8
giudizialmente nei confronti dei
condomini morosi per ottenere il
pagamento del dovuto, con il risultato
immediato che deve distogliere altri
fondi dalla cassa per anticipare spese
legali e di far lievitare la somma che
il condomino dovrà corrispondere,
aumentando in questo modo lo
stato di disagio generale. Purtroppo
non è possibile sospendere i servizi
ai condomini morosi, o meglio il
codice civile art 63 III comma delle
disposizioni di attuazione prevede
“In caso di mora (art. 1219 c.c.)
nel pagamento dei contributi, che
si sia protratta per un semestre,
l’amministratore, se il regolamento
di condominio ne contiene
l’autorizzazione, può sospendere al
condominio moroso l’utilizzazione
dei servizi comuni che sono
suscettibili di godimento separato”.
In applicazione della sentenza della
Suprema Corte a sezioni unite n°
9148/08, mi permetto di consigliare
agli amministratori di procedere
a pagamenti parziali, rimettendo
alle aziende fornitrici soltanto le
quote versate dai condomini e
comunicando alle stesse aziende i
nominativi dei condomini morosi con
i rispettivi importi.
Si tratta senza dubbio di un aggravio
di lavoro per gli amministratori
ma può consentire di guadagnare
del tempo senza creare disagi ai
condomini che hanno effettuato
regolarmente i propri pagamenti,
in attesa che i morosi si mettano in
regola.
l’avvocato
di Ludovico Lucchi
del Foro di Milano
e-mail [email protected]
IL COMPENSO
DELL’AMMINISTRATORE
S
uperando un contrasto
giurisprudenziale di merito,
con la sentenza n° 24978/2011
la Suprema Corte ha affermato che,
in mancanza di diversa previsione,
il compenso dell’amministratore di
condominio stabilito al momento
del conferimento dell’incarico deve
intendersi riferito al complesso
dello svolgimento dei suoi compiti,
tra i quali sono compresi quelli
attinenti ai lavori di manutenzione
straordinaria compiuti sulle parti
comuni dell’edificio. Pertanto, in
mancanza di diversa previsione,
nessun compenso extra, rispetto
all’onorario annuale pattuito,
è dovuto all’amministratore
per l’esecuzione dei lavori
condominiali di manutenzione
straordinaria. Chi sosteneva che per
l’esecuzione di lavori che esulano
dall’ordinaria amministrazione
fosse dovuto all’amministratore
un compenso extra adduceva il
fatto che l’esecuzione di lavori di
manutenzione straordinaria occupa
l’amministratore in attività che per
legge non gli competerebbero.
L’assemblea condominiale nel
nominare l’amministratore deve
stabilire anche il suo compenso; se
nulla viene stabilito dai condomini,
si presume l’onerosità dell’incarico e
per la misura del compenso occorre
fare riferimento alle tariffe o agli usi.
Poiché l’articolo 1135 n.1 c.c. prevede
come eventuale la retribuzione
dell’amministratore, si ritiene che
l’assemblea possa determinare la
gratuità dell’incarico, decidendo
espressamente per la sua gratuità
al momento della nomina e della
successiva conferma in carica.
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9
I FATTI NOSTRI
di Roberto Anghinoni
Giornalista
UNICO RIFERIMENTO,
LA QUALITÀ
Per sopravvivere al cambiamento abbiamo bisogno di creare
una nuova filiera virtuosa, dove al primo posto, per tutti, ci siano
scelte tecnicamente corrette e condivise. Solo così la rivendita edile
potrà recuperare il tempo (e il mercato) perduto
L
a cultura omogenea della qualità
è alla base della definizione dei
prossimi modelli di riferimento
fra produzione, distribuzione e clienti.
Oggi questi modelli latitano, anche se
qualcuno ci sta provando, per giunta
con successo. I modelli di riferimento
sono alla base delle nuove regole
di competitività, perché le leggi del
mercato sono cambiate. In sostanza,
la cultura omogenea della qualità
non è altro che l’elevazione condivisa
degli standard qualitativi di materiali
e sistemi costruttivi, il primo passo
verso la tanta sospirata qualità del
costruire. Tutto ciò non discrimina
la componente prezzo – un prodotto
di qualità costa più caro di uno di
bassa qualità – ma certamente la
ridimensiona. Tutto ciò non risolve il
problema della messa in opera, perché
se, per esempio, un operatore applica
una guaina al contrario, quella guaina
potrà anche essere la migliore del
mondo ma l’impermeabilizzazione non
funzionerà. Ecco perché il concetto
di “cultura omogenea” va allargato
a tutta la filiera. Ancora, la cultura
omogenea della qualità, applicata al
nostro settore, può diventare uno dei
modelli di riferimento per generare
anche un nuovo tipo di rapporto fra
gli attori della filiera, altrimenti non
ci potrebbe essere omogeneità di
intenti e, quindi, di risultati. Anche
questo, come potete facilmente intuire,
significa cambiamento. È un po’ come
scegliere se essere professionali oppure
no; se decidere di essere portatori (e
acquirenti) di innovazione oppure
no; se immaginare di essere veri
imprenditori o rimanere commercianti,
tanto per rispolverare quello che ormai
10
è un vecchio adagio della convegnistica
di settore. Credo inoltre che la cultura
omogenea della qualità sia anche un
prezioso antidoto per tutte le rivendite
edili che stanno vivendo una fase
di declino anche morale, dominato
dalla sfiducia ancor più che dal calo
dei fatturati. Un mercato nuovo non
si materializza da solo, va costruito, e
trovare la forza per farlo è la migliore
delle medicine. In un certo senso, il
mondo della produzione, almeno nelle
sue firme più prestigiose (che non
vuol dire solo “famose” ma soprattutto
tecnologicamente all’avanguardia) è
pronto per fare un passo che, più che
altro, è una necessità. Distribuzione
e imprese edili devono provare a
scrollarsi di dosso i luoghi comuni che
li vogliono per motivi diversi anelli
deboli del sistema, dicerie certamente
non nate per caso ma per una
oggettiva e indifendibile inadeguatezza
troppe volte palesata. La loro nuova
responsabilità è fare delle scelte
precise e coraggiose, anche in questo
caso, più che altro, una necessità. Nella
storia del nostro mercato, almeno
degli ultimi vent’anni, non ricordo
si siano verificati momenti difficili
come quelli che tutti stiamo vivendo.
Attraverso la cultura omogenea della
qualità possiamo risalire un po’ la
china, ma soprattutto prepararci
e strutturarci per lavorare con
soddisfazione nei prossimi anni, che
non saranno semplici, ma neanche
impossibili se si lavora a un certo
livello. I produttori di cui sopra sono
pronti per aiutarci a conquistare
quote di mercato, noi dobbiamo
essere pronti ad ascoltarli, i
nostri clienti devono avere
l’umiltà di ascoltare noi. Dobbiamo
creare una nuova filiera che prenda
spunto dall’”altro mercato” formato
da specialisti e produttori che, come
ho già ricordato in queste pagine,
non considerano la rivendita edile
utile per il loro lavoro per mancanza
di cultura tecnica. L’edilizia
tradizionale, come l’abbiamo vissuta
per trent’anni – lo ripeto ancora una
volta e probabilmente lo farò ancora
– non esiste più, è un filone che si sta
esaurendo. Il mercato dei prossimi
anni è quello della specializzazione,
quello delle risposte alle domande
più disparate, quello degli interventi
diretti in cantiere, perché la qualità
va dimostrata. Solo con la conoscenza
tecnica potremo sopravvivere, e
imporre la cultura omogenea della
qualità significa entrare in una fase
nuova, dove trionfa la competenza
e non l’approssimazione, dove le
normative sono rispettate e non
ignorate, dove la scelta dei materiali
è la conseguenza di una corretta
progettazione e non la soluzione più
a buon mercato. Anche questo, direte
voi, è cambiamento.
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MAGGIO 2012
N. 31
14
INCAPACI DI
SPENDERE
Il ritardo italiano nell’uso dei fondi
europei è tanto noto quanto grave e
strutturale: siamo incapaci di spendere.
Ma nell’attuale fase di recessione
economica, la velocizzazione della
spesa può essere un elemento utile a
recuperare competitività e a dare slancio
all’economia. Come fare?
36
QUESTA STANZA NON HA PIù PARETI...
PRENDIAMO IN PRESTITO UNO DEI VERSI DELLA FAMOSA CANZONE
DI GINO PAOLI PER RACCONTARE UN COMPONENTE
FONDAMENTALE DELLA CASA, LE PARETI APPUNTO, OGGI SEMPRE
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48
YTONG, IL BLOCCO DI CALCESTRUZZO
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SUPER PREMIATO, DEL GRUPPO XELLA
50
GLI italiani stranieri
CHE COMBATTONO LA CRISI
SONO I NUOVI ITALIANI, CRESCONO OGNI ANNO IN MANIERA
ESPONENZIALE E NON HANNO NESSUNA INTENZIONE DI
SOCCOMBERE ALLA CRISI E, ANZI, PENSANO di ESPANDERSI E
CREARE NUOVI POSTI DI LAVORO
53
I.LAB APRE I BATTENTI:
13 MILIONI DI EURO ALL’ANNO
PER LA RICERCA
Collocato su un’area
di 23mila metri quadrati, il centro hi-tech
e iper green di Italcementi ospita
la Direzione Ricerca e Sviluppo,
la Direzione Laboratori del Centro
Tecnico di Gruppo e la Direzione
Innovazione dell’azienda bergamasca
54
SHARING E WEB A CACCIA
DEL LUSSO SOSTENIBILE
TRA CONDIVISIONE E SCONTI CERCATI SULLA RETE,
ECCO LE NUOVE TENDENZE DEGLI ITALIANI CHE NON VOGLIONO
RINUNCIARE ALLO STILE DI VITA PRE-CRISI
12
56
58
60
62
64
L’ITALIA CHE CAMBIA:
PIù FAMIGLIE, PIù STRANIERI,
PIù POVERI E PIù CEMENTO
Siamo fieri della
nostra LEEDership.
gli accessori e le nuove
performance
dell’involucro edilizio
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I TITANI DELL’EDILIZIA
speciale PO
SOLAREX
65
LO STATO GENERALE DELLE
RINNOVABILI E DELL’EFFICIENZA
ENERGETICA A SOLAREXPO
72
IL SISTEMA ENERGETICO
ITALIANO A CACCIA
DI NUOVE STRATEGIE
74
speciale tetto
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84A Pavia la prima scuola per
diventare Supergeometri
87
YOUBOOK
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NEWS DALLA RETE
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WROOM
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impegno che si realizza con il progetto FILA
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Per maggiori informazioni consultare il sito usgbc.org/leed
filachim.com
SINCE 1943
INCAPACI
DI SPENDERE
14 - youprimopiano
Il ritardo italiano
nell’uso dei fondi
europei è tanto
noto quanto grave e
strutturale:
siamo incapaci
di spendere. Ma
nell’attuale fase di
recessione economica,
la velocizzazione della
spesa può essere
un elemento utile a
recuperare competitività
e a dare slancio
all’economia. Come fare?
di Federico Della Puppa
U
no dei nodi irrisolti
nella politica di
intervento, investimento
e ammodernamento delle nostre
città e dei nostri territori è quella
della capacità di spesa. A fronte di
numerosi strumenti di intervento e
soprattutto a partire dalla dotazione
di fondi strutturali stanziati
dall’Unione Europea per il periodo di
programmazione 2007-2013, il quadro
che si sta delineando non è positivo. A
poco meno di un anno dalla fine della
fase di programmazione (2013) e a
poco meno di tre da quella della spesa
effettiva (2015) i rapporti e le notizie
che negli ultimi mesi sono giunte da
Bruxelles sono molto negative per il
nostro paese. Eppure l’Italia con il
QSN (Quadro Strategico Nazionale)
aveva indicato specificatamente dove
e quali interventi promuovere e le
Regioni per tempo avevano prodotti i
propri Programmi Operativi: il QSN
si compone infatti di 41 Programmi
Operativi Regionali (i cosiddetti
POR), da 8 Programmi Operativi
Nazionali (PON) e da 2 Programmi
youprimopiano - 15
Operativi Interregionali (POI), tutti
approvati e sottoscritti a suo tempo
da Bruxelles. A questi vanno aggiunti
14 Programmi Operativi (PO) per la
cooperazione territoriale europea,
per un totale di 65 programmi da
avviare alle fasi operative, realizzative
e gestionali.
Ma questo non basta. Non è
sufficiente infatti saper programmare,
saper costruire programmi di
intervento, coinvolgendo i territori
e le città, le forze produttive, sociali
ed economiche, nella costruzione dei
progetti di sviluppo a scala locale.
Serve un cambio di passo. Serve una
nuova capacità nell’attivazione della
spesa che, putroppo, non abbiamo
e che fatichiamo a definire, a
realizzare. E non è solo una questione
burocratica, purtroppo, ma spesso
è più una questione politica. I dati
dei recenti rapporti che Bruxelles
ha prodotto sulla spesa dei fondi
strutturali e del fondo sociale europeo
per il periodo 2007-2013 mette l’Italia,
ancora una volta, alle ultime posizioni
16 - youprimopiano
della classifica. Era già accaduto nella
passata fase programmatoria (20002006) e purtroppo la storia di ripete.
Ma il fatto grave è che la dotazione
finanziaria dei fondi straordinari
(per la maggior parte europei
e in parte provenienti dal
fondo di cofinanziamento
nazionale e da fondi
regionali) ammonta a 124,7
miliardi di euro, di cui
101,6 miliardi destinati
al Mezzogiorno. Questa
dotazione fa riferimento ad
una spesa programmata dalle
Regioni nel dettaglio, su obiettivi
precisi e su specifici assi e azioni
di spesa. Ma sino ad oggi l’obiettivo
di spesa è molto lontano da quanto
previsto.
Se si analizzano i dati del cosiddetto
Obiettivo Convergenza, che riguarda
le Regioni Campania, Puglia,
Calabria, Sicilia e parzialmente la
Basilicata (regione in “phasing out”),
a fronte di 43,6 miliardi di euro di
risorse disponibili a dicembre 2011
erano state impegnate poco meno del
40% delle risorse ed effettivamente
spese il 14,3%. Per le Regioni inserite
nell’Obiettivo Competitività (15
regioni del Centro-Nord, compresa
la Sardegna) la situazione è migliore
ma non poi di molto. Nonostante la
minore disponibilità di fondi, poco
più di 15 miliardi di euro, che poteva
presagire una più veloce capacità
di spesa, sono stati impegnati fondi
al 50% del totale ed effettivamente
spese il 28,4% delle risorse. Insomma,
complessivamente a livello nazionale
le amministrazioni regionali sono
state in grado di avviare impegni di
spesa (ovvero previsioni) pari a circa
il 47% del totale programmato e
questi impegni si sono tradotti in una
capacità di spesa pari a poco meno del
20%.
Decisamente poco, troppo poco. Si
dirà, le procedure burocratiche e i
controlli europei rallentano tutto.
Non è così, invece. Sono spesso
decisioni politiche, spesso vere e
proprie “non decisioni”, a rallentare
il processo. Un esempio eclatante è
quello della Regione Campania e della
gestione degli interventi relativi alle
“Città medie”: 600 milioni di euro,
destinati a 19 città medie, bloccati per
quasi due anni, a fronte di Comuni
pronti ad avviare i programmi di
intervento. Il nodo è in questo caso
è tutto politico, perché al cambio
della Giunta regionale nel 2010 è
corrisposto un evidente cambio nelle
strategie, che ha creato un blocco
quasi biennale dell’attività. Un ritardo
che non possiamo permetterci e
che è stato superato solo grazie al
rischio del disimpegno dei fondi.
Perché i fondi sono disponibili
finché si riesce a spenderli. Ma se la
capacità di spesa è bassa, l’Europa
chiede di disimpegnare i fondi non
utilizzati con il concreto rischio
che in futuro all’Italia vengano
assegnati in percentuali meno risorse
semplicemente perché abbiamo
dimostrato di non saperle spendere.
Uno dei nodi strategici di questa
incapacità di spesa è la governance del
processo e il sommarsi di competenze,
in particolare dei livelli decisionali e
autorizzativi. Eppure le regole sono
molto chiare e consentono, a chi le
applica, da un lato un controllo su
tempi e costi e da un altro un’effettiva
capacità di spesa e di intervento. Le
esperienze del passato lo dimostrano
e la bontà della programmazione
europea è nella capacità di attivazione
a livello locale di economie e di
sviluppo che si generano da questi
programmi. Per ogni euro investito
in un programma europeo di
riqualificazione urbana e del territorio
se ne generano complessivamente
tre di investimenti pubblici e privati
direttamente e indirettamente
connessi ad esso. Dunque è curioso
che, in un periodo di recessione
economica, non si utilizzino le risorse
per avviare gli investimenti previsti
e relativi a fondi già stanziati dalla
programmazione europea, nazionale
e regionale. Un vero e proprio
paradosso.
Il nuovo Governo, grazie all’azione
del Ministro Barca, ha parzialmente
avviato un percorso di ridefinizione
della spesa, attraverso il “Piano
di Azione Coesione” il cui ultimo
aggiornamento è del 3 febbraio
2012. Per spendere rapidamente
parte dei fondi europei destinati alle
regioni del Sud, la proposta prevede
di concentrare gli interventi solo su
quattro obiettivi (istruzione, agenda
digitale, occupazione, ferrovie),
impegnando circa 3,7 miliardi di
euro entro il 2013. Su un totale di
43,6 è un valore tutto sommato
relativo e non garantisce l’uso pieno
delle risorse, mentre al contempo
sancisce un sostanziale fallimento
delle politiche di programmazione
regionale e la conseguente incapacità
sia delle Amministrazioni centrali, che
regionali, nella gestione delle risorse.
Il fallimento è evidente ad esempio
se si considera il dato siciliano: a
fronte di 6,5 miliardi di euro di fondi
europei disponibili al 30 ottobre 2011
erano stati spesi solo circa 680 milioni.
Perché dunque siamo di fronte a
questo sostanziale fallimento? Il
perché va ricercato nei meccanismi
di attribuzione dei fondi, di avvio
dei bandi per il loro utilizzo, nella
lunghezza degli iter di assegnazione.
Molto meno nelle procedure
rendicontative e di controllo. Il nodo
più importante e che potrebbe invece
dare un impulso positivo risiede nella
mancata delega a livello territoriale
della spesa. L’accentramento
regionale dei fondi previsto
dall’attuale fase di programmazione
è un percorso molto diverso dalla
precedente stagione programmatoria,
quando si operava per “aree obiettivo”
ed esse gestivano direttamente
la propria programmazione e
partecipazione. Poche regioni hanno
istituito la possibilità di delegare
competenze gestionali e di spesa alle
città e ai Comuni, i veri attuatori a
livello locale delle politiche europee.
È un difetto che se fosse superato
garantirebbe di spendere nei tempi
e nei modi previsti. L’effetto è sotto
gli occhi di tutti e soprattutto sotto
quelli dell’Europa, che nella prossima
fase di programmazione 2014-2020
chiederà, purtroppo, il conto di
queste latenze.
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Un piano nazionale per la
RIGENERAZIONE
URBANA
di Veronica Monaco
nerazione urbana
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iuso, una parola che spalanca
la mente verso la rassicurante
opportunità di una seconda
vita: per gli oggetti, ma perché no
anche per gli edifici, le città, il Paese.
In una nazione bistrattata dalla crisi,
“riuso” è il termine giusto per aprire la
strada di un processo di rinnovamento
che generi quel progresso economico,
sociale e culturale di cui l’Italia, mai
come adesso, sente tanto la necessità.
Ma Ri.U.So è molto di più: è un piano
di intervento per la rigenerazione
urbana sostenibile del territorio.
Promosso dall’Associazione nazionale
costruttori edili, dal Consiglio
18 - youprimopiano
nazionale architetti pianificatori,
paesaggisti e conservatori, e da
Legambiente, l’iniziativa nasce
dall’intima consapevolezza della
profonda riqualificazione, urbanistica
ed urbana, di cui le nostre città
hanno bisogno, e dalla convinzione
che è questo il momento di mettere
mano al patrimonio edilizio ormai
obsoleto, rilanciando i settori delle
costruzioni e della progettazione
che purtroppo versano ora in grave
difficoltà. La prima tappa del progetto
chiamato RI.U.SO.01 si è declinata
in due momenti: a Roma (3 aprile)
con il convegno di studi “Un piano
per le città – trasformazione urbana
e sviluppo sostenibile”, e a Milano
con la due-giorni (20 e 21 aprile),
organizzata durante il grande evento
del Salone di Mobile, dedicata al
tema “Casa e città per disegnare
un futuro possibile”. YouTrade ha
presenziato l’evento milanese ed
è in grado di presentare, nelle
pagine che seguono, un documento
completo dei numerosi contributi
succedutisi nel corso del convegno,
che ha visto la partecipazione di
esponenti istituzionali, architetti,
progettisti, costruttori, funzionari
economici, ambientalisti, riuniti
IL PIANO NAZIONALE PER LA RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE IN PILLOLE
Gli obiettivi:
- messa in sicurezza, manutenzione e rigenerazione del patrimonio edilizio pubblico e privato (nelle zone a rischio sismico vivono oltre 24 milioni di persone,
altri 6 milioni convivono con il rischio idrogeologico)
- riduzione del consumo di suolo e degli sprechi energetici e idrici degli edifici,
promuovendo “distretti energetici ed ecologici” (il consumo energetico negli
edifici ad uso civile è pari a 29,4 Mtep, il 20% del consumo totale)
- rivalutazione degli spazi pubblici, del verde urbano, dei servizi di quartiere
- razionalizzazione della mobilità urbana e del ciclo dei rifiuti
- implementazione delle infrastrutture digitali innovative con la messa in rete
delle città italiane
- salvaguardia dei centri storici e loro rivitalizzazione
Le risorse:
- messa a sistema dei programmi comunitari, con un Piano complessivo e
un’adeguata organizzazione
- riequilibrio degli investimenti pubblici tra grandi infrastrutture e politiche
urbane nelle città
- risparmio derivato dalla messa in sicurezza dei fabbricati da eventi calamitosi
(stimato in 3 miliardi l’anno)
- razionalizzazione dei contributi o incentivi pubblici sull’energia in un progetto
sintetico e generale, che distingua risparmio e produzione energetica
- messa a sistema degli investimenti privati e pubblici per la manutenzione
ordinaria e straordinaria, oggi condotte sulla scorta dell’emergenza e senza
alcuna coordinazione
- messa a frutto delle dismissioni del patrimonio pubblico
- creazione di strumenti finanziari ad hoc in grado di mettere a reddito generato
dal risparmio energetico, idrico e dalla manutenzione
per discutere, finalmente insieme,
le nuove opportunità di rilancio del
territorio e dell’edilizia. Contributi
di significativo interesse che, a nostro
avviso, segnano un nuovo capitolo nella
storia economica e culturale del Paese.
Con la speranza che una volta scritto,
questo capitolo venga anche letto, a
gran voce.
IL PIANO NAZIONALE
E I DATI DEL CRESME
«Mandare avanti un progetto significa
estrarre da sé un’idea in modo tale che
essa acquisti una propria autonomia e
sia realizzata non tanto dagli sforzi di
Contesto normativo:
- nuovi programmi di riqualificazione urbana basati su “distretti energetici urbani”
- rivisitazione dei contratti di quartiere a sostegno dei distretti
- cooperazione progettuale, economica ed urbanistica tra pubblico e privato
- attivazione statale e regionale dei principi di compensazione e perequazione
urbanistica, sulla fiscalità e gli incentivi (ad esempio introdurre l’obbligo per
le Regioni di promulgare entro un massimo di 12 mesi, leggi che obblighino i
Comuni a ridefinire le destinazioni urbanistiche delle aree attualmente occupate
da proprietà dello Stato passate agli enti territoriali)
- introduzione di norme incentivanti la maggiorazione della fiscalità a carico della
nuova edificazione, defiscalizzazione degli interventi di sostituzione edilizia
- normativa favorevole ai Comuni che possono entrare in possesso di una quota
percentuale dell’incentivo urbanistico derivante dalla norma perequativa sulla
trattazione di mercato dei diritti edificatori
- incentivazioni volumetriche, di superficie e fiscali in misura diversificata a
livello territoriale in base a criteri di compatibilità ambientale, risparmio idrico
ed energetico, antisismica, trattamento dei rifiuti
- strumenti finanziari in grado di mettere a reddito i risparmi derivanti dal Ri.U.So
(es. fondi privati, eco-bond)
- incentivi per risolvere il problema dell’invenduto, come la defiscalizzazione
degli alloggi nuovi invenduti negli ultimi 5 anni, e rispondere al fabbisogno
abitativo
chi l’ha originata ma anche da quelli
indipendenti dal proprio io», affermava
il poeta e saggista polacco Czeslaw
Milosz, morto a Cracovia nel 2004. Da
questa citazione parte Leopoldo
Freyrie, presidente di CNAPPC per
introdurre il “Piano nazionale per la
generazione urbana sostenibile”,
protagonista della prima giornata del
convegno “Casa e città per disegnare un
futuro possibile”, coordinato da Pierluigi
Mutti, caporedattore di Focus. Il Piano
youprimopiano - 19
è stato promosso da CNAPP (Consiglio
Nazionale degli Arcitetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori) insieme ad
Anci, Ance, Regioni e Legambiente.
«Un grande progetto per il
rinnovamento dello spazio urbano che
deve cominciare a marciare e
camminare, poggiando su basi
concrete», ha affermato Mutti, aprendo
il Forum. «Questo progetto avrà
successo se diventerà di tutti – afferma
Freyrie -. Abbiamo una responsabilità
comune nei confronti dei cittadini
italiani, del Paese, del futuro per le
nuove generazioni. Il peggior nemico
che dobbiamo affrontare è la
rassegnazione, l’incapacità di fare
progetti e di mettere in gioco tutte le
energie di cui disponiamo». “L’Italia
(…) ha bisogno di politiche per lo
sviluppo per tornare a crescere,
garantendo un habitat migliore alla
nuove generazioni”, si legge nel Piano
Nazionale. E quale migliore opportunità
delle città? “L’obiettivo principale – si
legge ancora nel Piano – per dare
competitività al Paese e attrarre gli
investimenti è ridare efficienza,
sicurezza e vivibilità alle 100 città
italiane che ospitano il 67% della
popolazione nazionale, che sono il
principale patrimonio non solo
culturale ma anche produttivo del
Paese, producendo l’80% del Pil,
oltreché – con i suoi milioni di case
20 - youprimopiano
frutto del risparmio degli italiani – la
vera garanzia a fronte del debito
pubblico”. «Le città sono la struttura di
questo Paese, la sua spina dorsale, e
sulle città dobbiamo investire per non
perdere il treno dello sviluppo, con un
programma strategico globale capace
di allocare le risorse in questa
direzione. Non possiamo più aspettare
perché dalla crisi si esce solo tirandosi
su le maniche, producendo idee,
capacità e facendo sinergia», ha
proseguito il presidente di CNAPPC.
L’importanza delle città come luogo
strategico per lo sviluppo del Paese è
stato ricordato anche da Alessandro
Colucci, assessore dei sistemi verdi e
paesaggio della regione Lombardia:
«Le città sono la più grande occasione
di sviluppo. Nelle grandi città si
concentrano le possibilità di sviluppo
sociale ed economico che
caratterizzano la nostra modernità
come l’istruzione, il lavoro, i servizi, la
cultura, l’innovazione, le relazioni con
il resto del mondo. L’urbanizzazione ha
dimensioni impressionanti: basti
pensare che, se nel 1950 solo il 30%
della popolazione mondiale abitava in
una città, oggi tale proporzione è salita
oltre il 50%. Oggi però le città italiane
vivono un momento di difficoltà e non
riescono più a rispondere in modo
adeguato ai nuovi bisogni dei
cittadini». Il tema è complesso e
articolato, ma le soluzioni sono
possibili: «Le azioni proposte dal Piano
Nazionale come opportunità di
rilancio dell’intera economia italiana,
quali il rinnovo del patrimonio edilizio
esistente per non consumare suolo, per
dare soluzione ai problemi energetici,
per tutelare il paesaggio - continua
Colucci - sono senza dubbio proposte
che la Regione Lombardia condivide e
per le quali si dichiara aperta al
confronto. Abbiamo il dovere di
recuperare il senso di partecipazione
a un grande progetto comune, il
coraggio di metterci insieme di fronte
ad una responsabilità non più
rimandabile». Una responsabilità in
cui sarà sempre più centrale il ruolo
del credito, come ha sottolineato anche
Giuseppe Guzzetti, presidente di
Fondazione Cariplo, che dal 1991
opera per la promozione del bene
pubblico, erogando contributi a fondo
perduto per la realizzazione di progetti
di utilità sociale. Con l’obiettivo di
creare modelli di intervento, da
qualche anno la Fondazione ha iniziato
a realizzare anche progetti propri. In
ambito edilizio, è stata pioniera nello
sviluppo di progetti di housing sociale
sostenendo, dal 1999 al 2004, più di 80
interventi, per oltre 16 milioni di euro.
«La sfida è molto ampia. Il rigore di
bilancio, certamente necessario, sta
portando ad una drammatica
riduzione della spesa sociale dei nostri
Comuni, e lo stato sociale è purtroppo
ridotto ai minimi termini – ha
affermato Guzzetti -. I fondi sono
ridotti, ma i bisogni sociali sono
aumentati. Coloro che sono impegnati
a ridisegnare le città, devono fare
particolare attenzione agli aspetti di
carattere sociale. Dobbiamo sviluppare
Giuseppe Guzzetti
Lorenzo Bellicini
una nuova convivenza, nuova stili di
vita e dobbiamo ritornare ad una
concezione di comunità e di territorio
più circoscritta in cui ognuno si senta
parte di una comunità. L’housing
sociale mette in campo una soluzione
che risolve la domanda abitativa delle
fasce sociali che non hanno la
possibilità di accedere al libero
mercato, e permette di far ripartire
l’attività edilizia». E le risorse non
mancano. Guzzetti ha infatti ricordato
il Fondo Investimenti per l’Abitare,
istituito nel 2009 dalla CDP
Investimenti Sgr della Cassa depositi e
prestiti, unitamente all’Associazione
delle Fondazioni bancarie (ACRI) e
all’Associazione Bancaria italiana
(ABI), con la finalità di incrementare
sul territorio italiano l’offerta di alloggi
sociali a supporto e integrazione delle
politiche di settore dello Stato e degli
enti locali. Il fondo ha finora raccolto 2
22 - youprimopiano
miliardi e 28 milioni di euro, e in Italia
sono già presenti 14 progetti di
intervento in cui prende parte la CDP
Investimenti (attraverso partecipazioni
nel limite massimo del 40%). Le
risorse, dunque, ci sono, ma spesso
sono declinate secondo politiche
settoriali. Questo almeno è quanto
emerge dalla ricerca condotta dal
Cresme, dal titolo “Città, mercato e
rigenerazione 2012”, di cui il direttore
Lorenzo Bellicini ha presentato le
conclusioni. «C’è la consapevolezza
che il mercato è in un momento
difficile, caratterizzato da una
contrazione, ma anche dalla
riconfigurazione dei modelli
economici, dei sistemi di mercato, dei
modelli di offerta. Riduzione e
riconfigurazione producono selezione,
di tipo sociale, territoriale e
imprenditoriale. Selezione vuol dire
però anche competizione, nuovi
segmenti di mercato in forte crescita»,
ha esordito Bellicini nel suo intervento.
Ripartire dalle città è una delle chiavi
di azione del rilancio dell’economia del
Paese. “Ma se il nodo del “patto di
stabilità” e dei trasferimenti, così come
il nodo del debito pubblico, incidono
sul difficile scenario, una strada
potrebbe venire da una diversa
allocazione delle risorse, e da forme
innovative in grado di promuovere gli
interventi di rilancio e riqualificazione
urbana”, si legge nella ricerca del
Cresme. Innanzitutto c’è il mercato
della riqualificazione, che da solo vale
133 miliardi di euro, fatto
prevalentemente di microinterventi, di
manutenzione ordinaria e
straordinaria e scelte singole non
coordinate. Una risorsa strategica
importantissima, che però nelle aree
urbane è utilizzata soprattutto per
microinterventi, senza un progetto
globale. «Il nostro Paese deve misurarsi
con la domanda di riqualificazione: il
76% degli edifici delle città italiane ha
più di 40 anni (nei capoluoghi il 55%),
nel 2010 2,6 milioni di edifici sono in
stato di conservazione mediocre o
pessima. La riqualificazione è già oggi
il più importante settore delle
costruzioni, rappresentando il 63,4%
del mercato. Solo la manutenzione
ordinaria del patrimonio esistente vale
ogni anno 34 miliardi. Il cuore di
questo mercato sono le aree più dense,
le città, dove si concentra il patrimonio
edilizio del nostro Paese», ha
dichiarato Bellicini. Una parte di
questi interventi sono inoltre
caratterizzati dalle agevolazioni fiscali
legate al 36% e del 55%. Ma questi
incentivi sono stati usati bene? “È noto
– si legge nel rapporto Cresme – (…)
che l’edilizia italiana, dal punto di vista
energetico, è un vero “colabrodo” in
relazione all’anzianità del parco,
all’assenza di “manutenzioni
programmate”, al tipo di materiali
impiegati, o forse soprattutto, alla
perdita, nel tempo, della relazione fra
edilizia e caratteristiche climatiche del
luogo. In un contesto di drammatica
crisi per l’edilizia di nuova costruzione,
il mercato della riqualificazione
energetica ha mostrato negli ultimi
cinque anni una dinamica vivace: +6%
nel 2008, +2,5% nel 2009, +9% nel 2010
e +6,2% nel 2011. (…) Nella realtà solo
una piccola parte si è tradotta in
interventi per il contenimento
dell’energia consumata. Per esempio
spesso si è preferito una caldaia
tradizionale a quella a condensazione,
oppure degli infissi a vetro singolo ai
doppi, o ancora intervenire sulla
copertura o sulle pareti verticali senza
un idoneo isolamento”. Riferendosi
solamente alla riqualificazione degli
edifici destinati all’edilizia
residenziale, Bellicini parla di un
mercato da 44,7 miliardi di euro, di
cui 14 miliardi legati a potenziali
interventi di efficientamento
energetico, il 32% del mercato della
riqualificazione. «Il settore delle
costruzioni, che dal 2006 al 2011 ha
perso 40 miliardi di euro, si sta
aprendo verso un nuovo ciclo, il
settimo, che si muove su driver diversi
dal passato. Questi driver sono la
qualità, l’innovazione e la
riqualificazione, che implicano
concetti quali la sostenibilità sociale e
ambientale, l’energy e la
communication technology, il facility
management legato alla città e ai
servizi, il partenariato pubblicoprivato. Rispetto alle altre città europee
siamo un po’ indietro, ma le risorse
non mancano. Il problema è come
vengono allocate e l’assenza di un
programma strategico – afferma
Bellicini –. Dobbiamo allargare la base
del mercato della riqualificazione,
come tra l’altro stanno facendo molte
città europee, e ripensare le costruzioni
come un settore in grado di costruire
città e innovazione territoriale».
Mario Cucinella
L’EDIFICIO
L’edificio è il primo degli elementi da
cui partire per la riqualificazione delle
nostre città. “È necessario trasferire i
concetti di compatibilità ambientale,
ormai acquisiti per le nuove
edificazioni, impiego di materiali edili
eco-compatibili, ricorso a fonti
energetiche rinnovabili, limitazione
dell’inquinamento acustico, anche al
patrimonio edilizio esistente: da
singole unità immobiliari a interi
edifici, quartieri e perfino città,
rivolgendo lo sguardo soprattutto alle
esigenze degli abitanti, così da ottenere
case più umane, meno costose e più
vivibili” scrive il Piano Nazionale per la
rigenerazione urbana presentato al
convegno. Il primo ad intervenire
sull’argomento è stato l’architetto
Mario Cucinella, precursore del
risparmio energetico e degli edifici a
basso costo (suo il progetto “Casa
100K” per la realizzazione di un
edificio di 100 mq a zero emissioni, al
costo di 100mila euro). «Credo che
anche per l’architettura sia venuto il
momento di mettere in gioco il campo
delle proprie competenze, anche dal
punto di vista tecnico. Bisogna mettere
le mani sugli edifici per far fronte alla
domanda, ormai, insostenibile di
energia. Il tema della riduzione dei
consumi comporta inevitabilmente
anche una modifica dei
comportamenti e degli stili di vita, a
cui anche gli architetti devono saper
rispondere». Ma il mondo
professionale è pronto ad affrontare
questo cambiamento? «Non ne sono
sicuro – ha continuato Cucinella –.
Oggi siamo capaci di fare cose
impensabili fino a vent’anni fa, ma
continuiamo a costruire secondo una
logica volumetrica, non per rispondere
24 - youprimopiano
a un bisogno abitativo reale. La sfida è
globale, i professionisti devono
cambiare pelle, e la formazione e
l’informazione diventano oltremodo
cruciali. La sostenibilità è un processo,
che va condiviso col mondo
dell’ingegneria, con la politica, con le
imprese, e deve essere in grado di
rispondere alla domanda abitativa
delle famiglie, che non sono più quelle
di prima. C’è bisogno di un’edilizia
nuova che invece di andare fuori dalle
città, le completi, e dove il patrimonio
esistente sia ripensato in funzione di
una domanda ben precisa. Tutto
questo può essere una nuova
opportunità di natura estetica, di
qualità urbana e sociale». A
confrontarsi dal punto di vista dei
materiali e delle nuove tecniche di
costruzione, sul palco del forum
milanese dedicato al progetto Ri.U.So.
sono stati chiamati rappresentanti del
cemento, del legno e del laterizio.
«Qualità e quantità dell’ambiente
costruito non possono più essere
valutate in modo disgiunto, ma devono
concorrere insieme a dare un nuovo
criterio di misurazione dell’efficacia
che passa sotto il nome di sostenibilità.
È una scelta ineludibile, posta dall’Ue
per garantire la sopravvivenza delle
generazioni future, che porterà ad un
nuovo modo di pensare, progettare e
costruire gli edifici basato sulla
valutazione del cosiddetto ciclo di vita
– ha sottolineato Fabio Miseri,
responsabile sviluppo delle
applicazioni di prodotto AITEC
Fabio Miseri
Giovanni De Ponti
(Associazione Tecnico Economica
Cemento) –. Qualsiasi sia il prodotto
dell’industria delle costruzioni, deve
essere pensato alla luce della sua
effettiva capacità di contribuire allo
sviluppo economico e sociale,
riducendo il suo impatto sull’ambiente,
all’interno dell’intero ciclo di vita
dell’edificio. E il calcestruzzo è in
grado di farlo». Miseri ha poi elencato
una serie di ulteriori possibilità per il
miglioramento della sostenibilità del
calcestruzzo: ottimizzazione delle
prestazioni strutturali, l’uso di
materiali di rinforzo alternativi come
fibre o acciaio galvanizzato, sfruttare i
benefici offerti dalla sua massa
termica. «Per i produttori diventa
fondamentale l’ottimizzazione del mix
design, agire in funzione delle materie
prime disponibili localmente
utilizzando cementi di miscela, non
tralasciare la logistica e la
pianificazione della messa in opera,
migliorare il riutilizzo e il riciclo», ha
concluso. Anche il legno ha grandi
potenzialità, come ha ricordato
Giovanni De Ponti, amministratore
delegato e direttore generale
Federlegno Arredo. «Il legno è un
materiale ecocompatibile, sostenibile
e rinnovabile, duraturo e riciclabile.
Tutto il materiale di risulta in cantiere
è completamente riutilizzabile, e può
essere impiegato per produrre pannelli
per la costruzione di mobili, oppure
per la produzione di bioenergia». Con
notevoli benefici anche sul fronte della
riduzione delle emissioni inquinanti.
Come dichiara De Ponti, infatti, «la
costruzione di una casa di tre piani in
legno equivale all’eliminazione delle
emissione di CO2 su base annua pari a
80 autovetture. Ogni m3 di cemento
sostituito da 1m3 di legno rappresenta
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carbonica immessa in atmosfera.
L’utilizzo di questo materiale non può
quindi che favorire la diminuzione
dell’effetto serra, e nei prossimi anni
molto probabilmente ci saranno anche
degli incentivi per l’impiego del
legno». Ma il cambiamento passa
anche dalla reinterpretazione di
materiali tradizionali, come il
laterizio. «La muratura in laterizio è
passata da elementi di piccole
dimensioni con giunti di malta verticali
e orizzontali, ad elementi di
dimensioni maggiori, all’eliminazione
dei giunti verticali fino ad una
soluzione, immaginata già dal
Borromini, di un muro mono-materico
in cui il giunto sparisce grazie alla
rettifica. Il blocco, reso perfettamente
complanare sulle facce di appoggio,
può essere posato non più con la malta,
ma con del collante. Interessante,
anche l’ulteriore innovazione di
portare l’isolamento all’interno degli
elementi in laterizio, e la possibilità di
realizzare pannelli prefabbricati», ha
elencato Adolfo Baratta, consulente
ANDIL (Associazione Nazionale degli
Industriali dei Laterizi), che ha
proseguito illustrando due curiose
novità. «Una è quella messa a punto
dall’Università della Catalunya a
Barcellona, che ha inventato il laterizio
flessibile: tramite l’armatura di trefoli
d’acciaio, è possibile posare in opera
elementi strutturali al limite del
verosimile, utilizzabili anche come
rivestimenti e pavimentazioni. L’altra è
quella realizzata dagli architetti svizzeri
Gramazio & Kohler del Politecnico di
Zurigo, che hanno dato vita
all’Informing architecture, un software
che permette di trasferire l’idea
progettuale direttamente
all’esecuzione attraverso l’utilizzo di un
robot che realizza pannelli
prefabbricati». Il programma si basa
sul concetto di “muro programmato”:
ogni muro di mattoni è sottoposto a
regole che possono essere espresse in
termini matematici, e i pannelli non
sono assemblati da un comune
muratore, ma da un robot. L’edificio
diventa quindi espressione di
innovazione tecnologica ed efficienza
energetica, divenendo uno dei cardini
su cui si gioca la partita del programma
Ri.U.So. Il tema del recupero, della
trasformazione e della valorizzazione
del patrimonio immobiliare è stato
affrontato da Luigi Marchesini,
presidente del Comitato Sviluppo
Sostenibile di Assoimmobiliare,
l’associazione che rappresenta i
principali attori del mercato del real
estate. «Siamo secondi solo alla Grecia
in termini di obsolescenza del
patrimonio edilizio. È necessario
trasformare gli immobili vecchi e
progettare interventi di
efficientamento e rigenerazione – ha
dichiarato Marchesini -.
Assoimobiliare ha dato vita a un
codice etico in cui definisce diversi
criteri di sostenibilità (tra cui
responsabilità sociale nella
salvaguardia dell’ambiente e del
territorio, eccellenza nei servizi,
impulso alla crescita della comunità
nella quale l’azienda è inserita, ndr).
Vorremmo condividere questo
documento con altri investitori per
creare uno zoccolo duro in grado di
promuovere la realizzazione di edifici
sostenibili, con la cooperazione di
tutti gli attori della filiera delle
costruzioni, basata su un meccanismo
di autoregolamentazione». In questo
contesto, non può mancare
l’impiantistica, che assumerà un ruolo
sempre più determinante per il
risparmio energetico degli edifici.
«Entro il 2020 tutti gli edifici dovranno
essere a energia quasi zero. Questo
comporta una riduzione dei fabbisogni
termici, impianti di generazione ad alta
efficienza, integrazione con fonti di
energia rinnovabili. Penso in
particolare a sistemi solari termici e di
acqua calda sanitaria, abbinati a
caldaie a condensazione – spiega Paola
Ferroli, presidente di Assotermica -. E
ancora: pompe di calore aria-acqua,
abbinate o meno al fotovoltaico, sistemi
geotermici, biomasse, microcogenerazione, recupero di calore. La
cosa più importante, però, rimane una
sola: una progettazione integrata
dell’edifico e dell’impianto, con una
particolare attenzione ai costi, che
Luigi Marchesini
Paola Ferroli
Pietro Gimelli
Adolfo Baratta
26 - youprimopiano
Un classico... ad alto spessore
Piero Torretta
lasci ampia possibilità di scelta tra una
tecnologia e un’altra, da valutare a
seconda delle esigenze e dei bisogni
ambientali». Interessante anche
l’intervento di Pietro Gimelli,
direttore generale di Uncsaal (Unione
Nazionale Costruttori Serramenti
Acciaio Alluminio e Leghe) che ha
fornito alcuni dati molto significativi,
sottolineando la necessità per
produttori e progettisti di non
tralasciare i microinterventi di
riqualificazione. «Se in Europa si
sostituissero tutti i vetri singoli con i
doppi vetri – ha esordito - si
risparmierebbero 90 tonnellate di CO2.
Secondo me, la vera sfida è quella di
pensare in piccolo e realizzare
interventi che siano esportabili nella
microproprietà, in modo da agevolare i
cittadini che non possono permettersi
costi troppo elevati». A chiudere la
prima parte del convegno, Piero
Torretta, vicepresidente Ance, che ha
messo in luce alcune criticità. «Sulla
sostenibilità si sta facendo un grande
lavoro, ma c’è anche grande
confusione. Le istituzioni non
garantiscono uniformità e
standardizzazione, manca un
coordinamento complessivo. Dobbiamo
dotarci di una norma di riferimento che
definisca lo standard in termini di
sostenibilità ambientale, economica e
sociale». Uno strumento è già stato
avviato: si chiama Innovance, ed è il
primo data base nazionale dell’edilizia.
Il progetto, promosso dal Consorzio
Ancenergia, si propone di creare una
banca dati delle costruzioni
interoperabile e di libero di accesso,
contenente tutte le informazioni, di
natura tecnica, scientifica, economica,
legale e quant’altro, utili alla filiera
VIA MILANO è un sistema modulare
ad alto spessore dalla superficie
particolarmente estetica che ricorda gli
antichi lastricati del capoluogo lombardo.
La finitura a spacco richiama l’effetto pietra
rendendo VIA MILANO insostituibile in
tutte quelle situazioni in cui sono richieste
prestazioni eccezionali coniugate al fascino
della tradizione. Per questo VIA MILANO
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Marina Dragotto
delle costruzioni, ed è stato presentato
da una partnership di imprese
pubbliche, private, università e centri di
ricerca nell’ambito di “Industria 2015”
sul tema dell’efficienza energetica.
LA CITTÀ
“Il tema della rigenerazione urbana
sostenibile, a causa dell’esaurimento
delle risorse energetiche e delle
pessime condizioni del patrimonio
edilizio costruito nel dopoguerra è,
per gli architetti italiani, la questione
prioritaria nelle politiche di sviluppo
dei prossimi anni – afferma il Piano
Nazionale per la Rigenerazione
Urbana Sostenibile –. Questione da
intendersi non solo come materia
rilevante nella pratica urbanistica, ma
come una politica per uno sviluppo
sostenibile delle città, limitando la
dispersione urbana e riducendo gli
impatti ambientali insiti nell’ambiente
costruito: frenare il consumo di nuovo
territorio, attraverso la densificazione
di alcuni ambiti solo a fronte
della liberalizzazione di altre aree
urbanizzate, da tramutare in servizi
e luoghi di aggregazione”. I cittadini
chiedono sempre di più interventi e
soluzioni appropriate, trovandosi a
dover vivere – se non sopravvivere –
in città lontane dai loro bisogni. Per
questo, la seconda parte del Forum
Ri.U.So è stata dedicata esclusivamente
alla città e alle politiche che è possibile
mettere in atto per migliorarla dal
punto di vista architettonico, sociale,
culturale. «Le aree dismesse sono un
tassello importante nel tema della
rigenerazione urbana, ma non sono
28 - youprimopiano
l‘unico. Bisogna ripensare la città nel
suo insieme – ha affermato Marina
Dragotto del coordinamento generale
di Audis, organizzazione attiva per la
tutela e il recupero delle aree urbane
dismesse e la rifunzionalizzazione
delle aree industriali – e tornare
ad avere un progetto complessivo,
non solo per la loro ristrutturazione
fisica, ma anche per la valorizzazione
della sua complessità, mettendo al
centro il capitale sociale, la persona
e la possibilità di svilupparsi, di fare
economia e far crescere il Paese.
Serve una qualità complessiva e
degli strumenti che permettano di
essere elastici rispetto alle esigenze
di un particolare territorio, passando
dalla logica dello standard a quella
della prestazione, dalla logica della
tecnologia a quella dell’attenzione
agli obiettivi, all’autoreferenzialità del
progetto allo sviluppo del contesto in
cui è inserito, dal progetto chiavi-inmano alla gestione di lungo periodo».
Come ha sottolineato Dragotto nel
corso del suo intervento, si sente
dunque il «bisogno di una serie di
politiche strutturate e coordinate, in
grado di valorizzare la città a livello,
oltre che economico e culturale,
anche sociale, ridefinendone il ruolo
di catalizzatore di relazioni e servizi,
e architettonico, con interventi rivolti
al recupero dei centri storici, delle
aree dismesse, ma soprattutto di quei
quartieri residenziali, costruiti tra gli
anni ’50 e ’60». Rigenerazione urbana
Andrea Boschetti
sostenibile, le tre parole chiave sono
queste. E c’è chi su queste parole ha
costruito una mostra (Superurbano,
rigenerazione urbana sostenibile, visitabile
fino al febbraio scorso al Palazzo
della Ragione di Padova), come lo
studio di architetti Metrogramma di
Milano che ha voluto presentare 19
esperienze di riqualificazione e rinnovo
urbano sostenibili, realizzate in diverse
città del mondo. «Esempi virtuosi di
come si possano cambiare le cose a
partire non solo dalla rigenerazione
degli edifici, ma anche dallo spazio
pubblico, strategico per ogni intervento
che concerne la riqualificazione del
patrimonio esistente», ha dichiarato
Andrea Boschetti, architetto di
Metrogramma, che ha aggiunto:
«Le città contemporanee non sono
più frutto di un progetto studiato a
tavolino, le grandi metropoli del mondo
oggi appaiono come delle nebulose
straordinariamente poco geometriche
rispetto a un discorso progettuale
strutturato, delle costellazioni infinite
che mostrano una crescita espansiva
straordinaria negli anni. Lo spazio
pubblico collettivo non è più a misura
d’uomo: sono inquinate, trafficate,
hanno contribuito ad allargare la
forbice tra ricchi e poveri in maniera
quasi irreversibile, nel nome della
sicurezza intere aree sono state
sottratte alle persone. Tuttavia – ha
sottolineato – la città non è il problema
ma la soluzione. Anche lì dove non
si è costruito con parametri sani, è
possibile rovesciare il trend, ma bisogna
sperimentare, investire su cultura e
formazione, sui servizi e la mobilità
sostenibile, recuperare gli edifici,
riconvertirli o riciclarli, mettendo al
centro l’uomo». Le trasformazioni
urbane hanno anche implicazioni
rilevanti per un’altra realtà che vive
quotidianamente la città: le imprese
commerciali. «Ci arrivano segnali
netti e chiari che i centri storici e le
periferie si stanno progressivamente
spegnendo e una riflessione collettiva
sarebbe necessaria – ha sollecitato Angelo
Patrizio, responsabile urbanistica e
progettazione urbana di Comfcommercio
– Imprese per l’Italia –. Da tre anni
e mezzo Confcommercio ha inteso
costituire una struttura operativa che
fa concretamente piani e progetti
sul territorio nazionale attraverso
accordi con le municipalità, cercando
di salvare le attività commerciali
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dismesse o inattive, chiedendo
alle città di costituire gruppi di
co-progettazione tra artigiani,
commercianti e cittadini». Centralità
del terziario e delle specifiche
peculiarità dei territori sono alcune
delle proposte di Confcommercio
presentate a Bruxelles in merito
alla programmazione dei Fondi
strutturali 2014-2020, attualmente in
discussione. «Il 5% dei 357 miliardi
di fondi complessivi andranno sul
capitolo di bilancio dedicato alle città.
A livello politico, però, pochi se ne
stanno occupando», denuncia Patrizio.
Anche Gaetano Fasano, responsabile
dipartimento per l’efficienza energetica
nel residenziale e terziario di Enea,
ha lamentato l’assenza di una guida
forte da parte della politica, capace
di coinvolgere le imprese e i cittadini
sui temi dell’efficienza energetica e
della sostenibilità urbana. «Per fortuna
la Comunità europea sta dando
segnali molto forti, costringendoci a
prendere iniziative e rispettare degli
impegni precisi. Il maggior potenziale
di risparmio è stato individuato nello
sviluppo di interventi nel settore
dell’edilizia civile, da cui si aspettano i
maggiori ritorni non solo in termini di
risparmio delle emissioni e promozione
delle nuove tecnologie, ma anche per
l’aspetto occupazionale. Abbiamo
un’enorme potenzialità di risparmio
sulla fascia di edifici costruiti dagli
anni ’50 agli anni ’70, quasi il 65% del
parco-case, pessimi dal punto di vista
energetico – ha affermato Fasano -. Per
le nuove costruzioni, le criticità sono
altre: la certificazione energetica c’è,
ma non ci sono indirizzi precisi. Manca
un quadro normativo univoco, e così
facendo ci troviamo ad avere regioni
con regolamenti e standard diversi.
Stesso discorso per la certificazione
sostenibile degli edifici». A presentare
un progetto concreto di come la
riqualificazione e rigenerazione urbana
passi anche attraverso la promozione
di un’edilizia più vicina al sociale, è
stato Luciano Caffini, presidente di
Legacoop Abitanti, un’associazione
sindacale di cooperative che promuove
la formazione di programmi edilizi,
direttamente o con altri partner, che
permettano l’accesso alla casa in
proprietà (cooperative a proprietà
individuale o divisa) o alla casa in
locazione (le cooperative a proprietà
indivisa), o ancora lo sviluppo di
iniziative riguardo la nuova costruzione,
il recupero e i servizi legati all’abitare.
Attualmente le Cooperative di
abitanti sono impegnate in progetti
di elevato contenuto sociale, come
la realizzazione di abitazione per gli
anziani, per gli studenti, per le giovani
coppie e per gli immigrati. «Dal punto
di vista qualitativo – ha spiegato Caffini
– i nostri interventi sono orientati alla
sostenibilità ambientale, al risparmio
energetico, all’uso di nuovi modelli di
progettazione. Vogliamo contribuire a
disegnare una filiera delle relazioni che
dia un senso all’idea di housing sociale,
che più che un prodotto è un servizio.
Un tentativo di qualificare parti di città,
basato su presupposti originali per
realizzare nuove forme di progettazione
urbana».
Gaetano Fasano
Luciano Caffini
Gianni Carbonaro
Angelo Patrizio
30 - youprimopiano
LA FATTIBILITÀ:
POLITICHE, PROGRAMMI,
RISORSE
La seconda giornata del convegno
riservato alla rigenerazione urbana
sostenibile è stato interamente dedicato
all’analisi delle politiche, dei
programmi e delle risorse in grado di
dare al progetto una fattualità concreta,
soprattutto alla luce del momento
particolarmente complesso che la
società, e l’Italia, si trovano a dover
affrontare. Ad introdurre l’argomento,
è intervenuto Gianni Carbonaro,
responsabile dell’unità comunale e
regionale del dipartimento di
consulenza tecnica e finanziaria della
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Gruppo
Banca Europea per gli Investimenti
(BEI), che ha illustrato i meccanismi di
funzionamento e gli obiettivi di Jessica,
l’iniziativa messa in campo dall’Unione
europea nel 2006 per promuovere lo
sviluppo urbano sostenibile e la
rigenerazione urbana mediante
meccanismi di ingegneria finanziaria.
Jessica (Joint European Support for
Sustainable Investment in City Areas)
offre sostegno a progetti dedicati alle
infrastrutture urbane, siti e patrimonio
culturale, risanamento di aree dismesse,
creazione di nuovi spazi commerciali,
edifici universitari, potenziamento
dell’efficienza energetica. «La grande
novità è che una parte di questi fondi,
350 miliardi di euro per il periodo
2007-2013, non sono più impiegati
come sovvenzioni a fondo perduto, ma
come strumenti rotativi per il riuso
urbano. A causa della natura revolving
degli strumenti, i rendimenti degli
investimenti sono impiegati in nuovi
progetti di sviluppo urbano, che
devono far parte di un piano integrato
di sostenibilità, previo studio di
fattibilità», ha spiegato Carbonaro. E
per il futuro? «La Commissione
europea ha deciso di rafforzare gli
strumenti rotativi, rispetto alla quota
del periodo di programmazione
attuale, e per l’anno 2020 i fondi
potranno coprire diversi obiettivi
tematici – ha aggiunto Carbonaro –. È
necessario non addormentarsi proprio
ora: gli anni 2012-2013 saranno
fondamentali per il prossimo ciclo di
programmazione, perché saranno
quelli in cui gli stati membri e i
portatori di interesse dovranno
produrre i programmi operativi e le
strategie di utilizzazione per la prossima
tornata di fondi comunitari». Chi
dorme non piglia pesci, dice il
proverbio. Ed è così che molto
probabilmente la pensa anche Stefano
Boeri, architetto ed ex assessore alla
Cultura e all’Expo del Comune di
Milano, sempre attento alle nuove
opportunità e ai nuovi scenari che si
stanno delineando nel mondo delle
costruzioni, dell’architettura,
dell’urbanistica. «Siamo di fronte a
sfide dal carattere doppio: riguardano,
da un lato, la qualità dell’ambiente e
del territorio, sconquassato da una
crescita incontrollata, non
corrispondente alle domande
demografiche e di modernizzazione;
dall’altro riguardano lo sviluppo e
l’innovazione delle piccole imprese, il
motore trainante del nostro Paese. Tra
queste sfide, emergono quelle della
rigenerazione urbana, dell’energia,
della biodiversità, della mobilità – ha
dichiarato Boeri al Forum Ri.U.So. –. A
Milano stiamo cercando di ragionare in
particolare su tre temi: il riuso degli
spazi abbandonati con finalità abitative,
culturali, creative; la ridestinazione del
patrimonio edilizio non utilizzato che
faccia i conti con la nuova domanda
abitativa; e la sostituzione. Abbiamo
Stefano Boeri
Paola Delmonte
32 - youprimopiano
uno stock edilizio che è, per la maggior
parte, compromesso, e per il quale i
costi del riuso sono maggiori rispetto
ad una sostituzione radicale. Le città
hanno bisogno di questi interventi di
demolizione, uno dei più coraggiosi
scenari di sviluppo di rigenerazione
urbana». Sulla nuova domanda abitativa
si è soffermata anche Paola Delmonte,
dirigente di CDP Investimenti, che ha
evidenziato come «in un contesto in cui
i contributi pubblici si sono affievoliti o
sono comunque destinati alla fascia più
povera della società, l’edilizia pubblicoprivata vuole essere una risposta alla
sfida casa, sfida che deve fare i conti
con una precarietà sempre più diffusa,
con l’immigrazione, con la nascita di
nuove tipologie di famiglie». Delmonte
ha poi spostato l’attenzione sul tema
delle risorse, in particolare sulla
partnership pubblico-privato che ruota
intorno al mondo delle fondazioni
bancarie, che utilizzano parte del loro
capitale con finalità etiche. «Il progetto
pioniere in questo settore è stato quello
del fondo immobiliare di Lombardia
gestito da Polaris, primo esempio di
partenariato pubblico-privato, che oggi
ha progetti di investimento già in fase
di realizzazione per oltre 100 milioni di
euro tra Milano e Cremona.
L’esperienza è stata poi estesa a livello
nazionale, con l’introduzione di un
sistema integrato di fondi immobiliari
locali per la realizzazione di iniziative di
edilizia sociale, finanziati con una
quota di minoranza del 40% dalla CDP
Investimenti con il Fondo Ivestimenti
per l’Abitare». Tra le fondazioni
coinvolte in progetti di housing sociale,
c’è Fondazione Cariplo, che è
intervenuta anche nella seconda
giornata del convegno, con il
consigliere di amministrazione, Carlo
Cerami. «Dobbiamo rimetterci in
gioco, e noi l’abbiamo fatto con
modelli nuovi. La convinzione del
“credito facile”, che ha ispirato molte
iniziative immobiliari, è una mentalità
che non tornerà più. Le attività
immobiliari saranno sempre più difficili
da finanziarie. Per non disperdere la
straordinaria bellezza della piccolamedia impresa, va cercata una capacità
di aggregazione, che non significa
aziendalizzazione, ma aggregazione
temporanea, capacità di lavorare in
team, di cogliere anche l’offerta
concorsuale facendo collaborare
imprese e professionisti. E l’housing
Paolo Buzzetti
Carlo Cerami
Guido Inzaghi
sociale dà la possibilità di coinvolgere
moltissime risorse». Le imprese sono
pronte a dare il loro contributo per lo
sviluppo sostenibile? Alla domanda ha
risposto Aldo Fumagalli, presidente
della commissione Sviluppo Sostenibile
di Confindustria. «Ci vogliono le
aziende, ma anche una cittadinanza
attiva nel progetto di riqualificazione, e
una politica che dia l’esempio e
definisca una direzione precisa, anche
con una forte azione di semplificazione
normativa e burocratica. L’Italia è
all’avanguardia nell’elettronica, nella
meccanica, nella chimica, ma applica
poco le sue eccellenze nel settore
dell’efficienza energetica, perché
manca una politica coordinata. Pensare
che il 50% degli attuali consumi può
essere eliminato grazie ad una politica
efficace, ci fa capire come sia necessario
tagliare le spese inutili, e reinvestire in
sviluppo». A chiarire il nodo spinoso
degli strumenti normativi, Guido
Inzaghi, avvocato di DLA Piper,
specializzato in Diritto Urbanistico e
Ambientale. «Al momento, sul piano
del diritto urbanistico, c’è in atto un
conflitto tra l’attività regolativa statale e
quella regionale, che di fatto blocca i
progetti di sviluppo e riqualificazione
delle città – ha affermato Inzaghi -. Va
ripensato il modello normativo a
monte: servirebbe una legge urbanistica
statale che riconosca i principi della
minimizzazione del consumo del suolo,
che definisca in concreto la
perequazione e riduca la tassazione
rispetto ai processi perequativi con
salvaguardia del territorio». Se
passiamo invece alla disciplina
straordinaria, «ci rediamo subito conto
che la divisione Stato-Regione, così
com’è, non funziona. Buona parte degli
immobili pubblici sono gestiti dal
demanio statale, ma le varianti
urbanistiche, che definiscono in
sostanza il valore dell’immobile, sono
in mano ai Comuni. Per accelerare il
procedimento di valorizzazione di
questi immobili, la legge statale ha
stabilito processi accelerati per la
Aldo Fumagalli
Giorgio Squinzi
variante urbanistica, che però è di
competenza comunale. Per dipanare la
questione, molto probabilmente
interverrà ancora una volta la Corte
Costituzionale», ha spiegato Inzaghi. Il
Piano Nazionale per la rigenerazione
urbana sostenibile presentato dal
CNAPPC, non può fare i conti con
questo quadro normativo. Secondo
Izanghi «va quindi cambiata la cultura
della pubblica amministrazione.
Bisogna agire con interventi
programmati e sistematici, e anche il
progetto Ri.U.So., per essere
pienamente recepito dall’economia,
deve rappresentare un momento di
consolidamento e certezza».
IL CONFRONTO
La tavola rotonda, che ha chiuso la
seconda giornata del convegno Casa
e città per disegnare un futuro possibile,
ha visto il confronto tra importanti
esponenti del mondo istituzionale, tra
cui il neopresidente di Confindustria,
Giorgio Squinzi. Coordinata dal
vicedirettore del Tg1, Gennaro
Sangiuliano, la tavola rotonda è stata
aperta dall’intervento di Paolo Buzzetti,
presidente di Ance, che insieme a
CNAPPC e Legambiente, ha promosso
il Piano nazionale per la rigenerazione
urbana sostenibile. «In un momento
in cui tutti parlano di crisi, è possibile
Gennaro Sangiuliano
proporre un progetto virtuoso, che
coinvolga tutti gli attori della filiera: i
proprietari, le imprese, gli architetti,
le istituzioni, il credito. È possibile
procedere, coinvolgendo interventi
complessi che superino il singolo
edificio, riqualificando le nostre città,
sempre più produttrici di ricchezza»,
ha affermato Buzzetti. Un progetto su
cui crede anche Giorgio Squinzi, che
ha voluto sottolineare uno dei punti
fondamentali del suo programma in
Confindustria: il rilancio del mondo
delle costruzioni. «Ritengo che il
principale motore per far ripartire la
crescita nel nostro Paese sia il settore
delle costruzioni, un’attività ad alta
intensità di manodopera e che ha
un basso contenuto di importazione
– ha affermato Squinzi –. Dobbiamo
rimettere in moto l’economia e, a mio
avviso, l’unico modo è partire dallo
sviluppo sostenibile, puntando ad
un utilizzo più corretto delle risorse.
Oltre il 30% dell’energia si consuma
nelle case. Questo ci dà la coscienza
netta e precisa di cosa dobbiamo
fare. Abbiamo questo dovere nei
confronti delle prossime generazioni.
Confindustria si impegnerà moltissimo
in questa direzione». Una sostenibilità
che per Tommaso Del Bosco di Anci «si
nutre di tre gambe: economia, società
e ambiente». «Il problema grosso
che il Paese sconta nel governare il
processo di riprogettazione urbana
– ha poi proseguito – è quello della
fiscalità. Se fossimo in grado di
razionalizzare e aggregare le misure
di incentivazione che abbiamo,
credo sia possibile, già oggi, avviare
processi fattibili di ristrutturazione».
Il Ri.U.So. mette in gioco anche le
associazioni ambientaliste: Edoardo
Tommaso Del Bosco
Edoardo Zanchini
34 - youprimopiano
Zanchini, vicepresidente nazionale
di Legambiente, ha immaginato
una nuova «prospettiva di città, fatta
di riqualificazione del patrimonio
esistente, di semplificazione e la
trasparenza delle procedure, case a
basso prezzo che creino concorrenza
sul mercato, edifici a zero energia».
A chiudere i lavori Leopoldo Freyrie,
presidente di CNAPPC: «Vogliamo
mettere le nostre competenze di
architetti al servizio del Paese, perché
l’architettura è fondamentale per la
sicurezza e la vivibilità urbana, per
costruire città in cui la socialità si
svolga in modo adeguato. Ri.U.So. è un
progetto per il Paese, in cui crediamo
e con il quale vogliamo metterci in
sinergia con le imprese, i sindacati,
le associazioni ambientaliste, le
amministrazioni pubbliche».
Leopoldo Freyrie
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a qualche decennio a questa
parte, le tecnologie costruttive
stanno conoscendo uno
straordinario processo di innovazione,
stimolato anche dalla definizione di
nuove normative, sempre più stringenti
dal punto di vista del risparmio
energetico e dell’isolamento termoacustico degli edifici, oltre che della
normativa antisismica. Un processo
che ha portato allo sviluppo di sistemi
tecnologicamente sempre più evoluti per
la realizzazione di elementi orizzontali
(solai, solai intermedi e solai di
copertura) e componenti verticali per
pareti interne ed esterne, tamponamenti
e tramezzi, in grado di conseguire
ambiziosi risultati in termini strutturali,
prestazionali, oltre che economici.
È proprio sui componenti verticali,
interni ed esterni, che YouTrade vuole
soffermarsi, approfondendo l’argomento
con alcuni protagonisti del mondo delle
costruzioni, a partire da chi gli edifici li
progetta. «Con più lentezza rispetto ad
altri mercati, anche in Italia l’edilizia sta
evolvendosi verso l’industrializzazione e
la prefabbricazione.
Questo vuol
dire involucri e
partizioni interne
che, invece di
essere realizzate nel
tradizionale laterocemento, presentano
soluzioni più
flessibili e leggere,
Marco Imperadori
e più performanti
36 - youfocus
dal punto di vista dell’isolamento –
afferma Marco Imperadori, professore
di Progettazione e Innovazione
Tecnologica al Politecnico di Milano –.
Tendenzialmente, per lo scheletro
portante interno o esterno vanno
affermandosi strutture in legno e in
acciaio. Dopodiché vengono progettate
le varie stratificazioni, che devono
essere calcolate nel modo più opportuno
per ottenere le migliori perfomance sia
del singolo materiale che le migliori
prestazioni congiunte di pacchetto.
Non c’è una soluzione preconfezionata,
ma il progettista deve fin da subito
avere in mente le prestazioni statiche,
igrotermiche, acustiche, antincendio
dei materiali che utilizzerà». Legno,
acciaio, calcestruzzo cellulare,
cartongesso stanno prendendo
sempre più piede, al posto dei più
tradizionali sistemi in cemento e in
laterizio, che stanno tuttavia subendo
da parte delle aziende un interessante
processo di rivisitazione, grazie
all’implementazione di prodotti
ai distributori. Di una cosa Imperadori
è certo: «Chi non si aggiorna, sceglie
di dismettersi. L’edilizia non può
essere statica, ma deve ottimizzarsi
e migliorarsi, e così anche la
distribuzione che non può più essere
monoculturale, cioè distribuire solo
certi tipi di materiali in modo letargico e
monopolista, dove l’unica discriminante
è il prezzo. Oggi, anche per i rivenditori
si crea una possibilità di offerta molto
più ampia, in grado di incontrare nuove
tipologie di edificio e progettazione».
sempre più tecnologici. «Con l’occhio
di oggi vediamo i sistemi in laterocemento come privi di innovazione.
Il punto non è questo. Al loro tempo
queste tecnologie costruttive sono
state innovative, tuttavia continuare
a proporre tecniche a umido, in
maniera incondizionata, credo sia
limitante», continua Imperadori. «La
prefabbricazione bidimensionale
leggera è ormai un dato di fatto: i
materiali non vengono più prodotti in
situ, ma in fabbrica, e questo consente
una maggiore tracciabilità della
loro qualità. Inoltre, per realizzare
assemblaggi o costruzioni stratificate a
secco, è necessaria una progettazione e
una manodopera molto più preparata
e specializzata. Il muratore si trasforma
in assemblatore, e il progettista in un
project manager capace di lavorare
secondo il concetto dell’integrated
disegn e sempre più preparato dal
punto di vista del risparmio energetico».
Un’evoluzione interessante che coinvolge
tutti gli attori della filiera, dalle aziende
LEGNO
Tra i materiali che architetti e
progettisti hanno scelto di rivalutare, c’è
sicuramente il legno, molto apprezzato
soprattutto per le sue caratteristiche
di eco-biocompatibilità, leggerezza e
durabilità. Finora poco utilizzato in
edilizia, tranne alcune significative
specificità regionali come l’Alto
Adige, il legno sta ritornando in auge
grazie alle sue qualità di alta coibenza
termica e isolamento acustico, ai
costi più contenuti e alla semplicità di
esecuzione in cantiere, che spesso vede
l’utilizzo di soluzioni prefabbricate.
I più importanti sistemi strutturali
che utilizzano il legno sono quattro. Il
più tradizionale è il sistema a blocchi
(Blockbau), ormai poco utilizzato, che
prevede l’uso di travi assemblate in
maniera sovrapposta. La possibilità del
legno di muoversi senza impedimenti,
soprattutto in senso radiale, tuttavia
non garantiva l’assoluta impermeabilità
dell’involucro edilizio, determinando di
fatto il superamento di questa tecnica.
Un’altra tecnica che nel tempo è stata
abbandonata è quella a telaio Fachwerk,
propria di quelle zone in cui il legno
non era disponibile in grandi quantità.
In questo caso, infatti, il legno veniva
utilizzato solo per la realizzazione
della struttura portante, mentre il
tamponamento veniva eseguito coi
mattoni in laterizio. Tuttavia, la diversa
risposta dei due materiali all’azione
degli agenti esterni, causava diversi
problemi di tenuta e impermeabilità.
Le altre due tipologie costruttive,
tuttora maggiormente utilizzate, sono
il sistema Holzrahmenbau con telaio e
controventatura e il sistema a pannelli
Brettsperrholz, che adotta una tecnica
per incollaggio simile a quella usata
per il legno lamellare. Legno lamellare
e pannelli in legno massiccio X-Lam
sono i protagonisti dei due sistemi
youfocus - 37
attualmente più utilizzati in edilizia,
caratterizzati da un alto livello di
industrializzazione e ingegnerizzazione.
Tra le aziende italiane attive in questo
settore, Wood Beton opera da anni
nell’edilizia industrializzata in legno,
cioè in sistemi che sfruttano il concetto
della stratificazione a secco dell’edificio.
«Il fatto di trovarci in ambito di edilizia
industrializzata in legno fa sì che tutti
i processi, dalla fabbricazione alla posa
in opera, siano sottoposti a controlli
molto rigidi. Questo significa prodotti di
qualità, certificati, a garanzia dell’utente
finale – dichiara Lorena De Agostini,
responsabile
marketing di
Wood Beton –.
Inoltre il cantiere
diventa un luogo di
semplicissima posa
in opera, riducendo
notevolmente
le tempistiche
di lavorazione,
Lorena De Agostini
con costi certi
fin dalla fase di
preventivazione. Altri vantaggi sono
legati alle prestazioni di questi sistemi
costruttivi riguardo all’aspetto termico,
acustico, antisismico, alla durabilità,
alla resistenza al fuoco, al comfort
e benessere abitativo». Le soluzioni
proposte da Wood Beton in questo
ambito sono tre: il sistema a telaio
classico, quello in X-Lam e il sistema
brevettato Aria. La tipologia a telaio
classico prevede la realizzazione di
pareti portanti in legno lamellare con
isolante contenuto nello spessore. Il
tutto viene chiuso con pannelli tecnici
per interno ed esterno; sull’esterno dei
pannelli a parete viene applicato un
secondo blocco isolante che viene rasato
e intonacato, mentre il lato interno
fornisce il supporto per la posa degli
impianti e viene in seguito rivestito
con pannelli in gesso o cartongesso.
«Il sistema in X-Lam, cioè in pannelli
di legno massiccio a strati incrociati –
prosegue De Agostini – ha l’isolante
applicato solo esternamente, quindi
a cappotto. Internamente vengono
sempre fatti passare gli impianti, e poi
viene tutto chiuso con il gessofibra.
Infine Wood Beton ha brevettato il
sistema Aria, una nuova soluzione per
la realizzazione delle pareti perimetrali
che sfrutta la presenza contemporanea
di una struttura interna intelaiata in
legno, con strato isolante, e di una lastra
38 - youfocus
esterna in calcestruzzo. In più nella
stratigrafia di parete è prevista anche la
possibilità di una camera d’aria ventilata,
che prosegue in copertura e sfocia al
colmo del tetto. Internamente, avendo
la possibilità di avere la pianta libera,
perché dal punto di vista strutturale
lavorano le pareti perimetrali,
proponiamo tramezze in gessofibra e
cartongesso».
ACCIAIO
A livello strutturale, molto utilizzato
è anche l’acciaio, che però sconta in
Italia le conseguenze di un certo ritardo
culturale, nonostante la preminenza del
nostro Paese sul fronte della produzione
(l’Italia è il decimo produttore di acciaio
nel mondo ed il secondo in Europa –
Fonte: Federacciai). «Sebbene l’Italia sia
uno dei più importanti produttori e
trasformatori di acciaio, nel settore delle
costruzioni siamo ancora molto indietro
rispetto agli altri Paesi – afferma Marco
Perazzi, segretario generale di Acai,
l’associazione dei costruttori di acciaio
italiani – con percentuali che, sul fronte
dell’edilizia civile, si aggirano intorno
al 10% del mercato. Nell’industriale
abbiamo risultati migliori, ma nel
settore pesano molto l’impiantistica e la
carpenteria metallica. Siamo comunque
lontani dalle medie europee che sono
più avanti nell’utilizzo dell’acciaio,
tra il 25% e il 50% del mercato. La
vera sfida nei prossimi anni sarà
quindi quella di riuscire a intercettare
una domanda diversa, di un’edilizia
industrializzata con più attenzione al
prodotto». Seppur lentamente, l’utilizzo
dell’acciaio sta prendendo sempre più
piede tra i progettisti, non solo per
l’estrema libertà creativa che questo
materiale offre nell’utilizzo degli spazi
e nella realizzazione di nuove forme
architettoniche, ma anche per la sua
durabilità, e per le sue intrinseche
proprietà di duttilità e leggerezza.
Inoltre, le nuove vernici e le più recenti
tecniche di trattamento protettivo del
materiale consentono di ottenere ottime
risposte e soluzioni alla resistenza
al fuoco e alla corrosione. «Inoltre,
proprio la sua leggerezza – spiega
Perazzi – fa sì che, in presenza di un
fenomeno sismico, l’acciaio riceva meno
sollecitazioni dal terreno e metta in
moto inerzie molto minori. Non a caso
lo si utilizza per costruire grattacieli. Le
strutture molto alte vengono costruite
in acciaio proprio perché mettono in
gioco minori masse inerziali in presenza
di sollecitazioni dinamiche». Un altro
vantaggio dei sistemi in acciaio sta
nel processo di prefabbricazione e
ingegnerizzazione
che sta a monte del
cantiere: «La filiera
delle costruzioni
in acciaio è quanto
di meglio si sposa
con la logica del just
in time – afferma
Perazzi –.
La possibilità di
Marco Perazzi
prefabbricare
tutto il processo,
permette al cliente di avere un unico
referente che può sviluppare tutto il
lavoro esecutivo, portarlo in cantiere e
montarlo. “Lo sviluppo realizzativo di
un edificio in futuro sarà sempre meno
demandato alla fase di cantiere; esso è
destinato a spostarsi sempre di più in
stabilimento, sulla base di un progetto
complessivo, inclusivo dell’involucro e
di altre componenti, concepito ex-ante
da committente, progettista ed impresa
insieme. L’edificio, quindi, si avvicina
sempre di più a un concetto di prodotto
finito, con benefici anche in termini
di tempi di cantiere più certi e brevi. E
prosegue: «La casa sarà sempre più un
involucro, in cui la parte strutturale e
l’involucro saranno progettati con più
attenzione all’aspetto architettonico,
ma anche a quelli dell’energetica e
della domotica, con soluzioni sempre
più integrate e prestazionali. Anche
per le ripartizioni interne, l’evoluzione
dei prodotti è coerente con la logica
dell’integrazione, tanto che sono
all’ordine del giorno soluzioni innovative
che vedono la combinazione dell’acciaio
con il legno, materiali sinterici, e isolanti
di diverso tipo».
CARTONGESSO
Parlando di involucro esterno e pareti
interne, non possiamo non citare il
gesso rivestito, o più comunemente
cartongesso. Rivalutato rispetto a un
passato, neppure tanto lontano, in cui
era accusato di essere poco performante,
il cartongesso è divenuto il principe
delle costruzioni a secco, trovando,
anche in Italia, un impiego sempre
più diffuso nella progettazione di
uffici ed edifici residenziali. «La nostra
esperienza conferma che i sistemi a secco
sono sempre più apprezzati da progettisti
e imprese anche nella realizzazione delle
l
a
innovazione in cantiere
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rapidità di esecuzione in esterno e negli interni.
LA PAROLA AL RIVENDITORE
Gianni Guidoccio – direttore del consorzio Cre
«Per l’involucro proponiamo dei pacchetti esterni adattabili al legno, al laterizio, o
ad altri materiali tipo il calcestruzzo aerato autoclavato. I rivenditori cercano ormai
di andare nella direzione di sistemi garantiti, che offrano al cliente dei pacchetti
altamente tecnici e testati. Qualche volta, si presenta tuttavia la necessità di
realizzare soluzioni ad hoc, che a monte prevedono studi più
dettagliati. Da parte nostra, ogni consulenza diventa così un
affiancamento al lavoro del progettista o dell’artigiano, che
deve superare le difficoltà di un’opera particolare. Soprattutto in ambito di riqualificazione del patrimonio esistente
quando, insieme al sistema costruttivo, deve essere scelto
anche il giusto abbinamento con il sistema a cappotto. Per
quanto riguarda invece le pareti verticali interne, l’attenzione
è molto focalizzata sui sistemi a secco in cartongesso, in
grado ormai di offrire un’ampia varietà di lastre con le caratteristiche più diverse».
Gianni Guidoccio
pareti esterne, proprio per i vantaggi
che offrono in fase di progettazione e
di cantiere – afferma Roberto Nava,
direttore vendite di Knauf –. Costruire
l’involucro esterno a secco si traduce per
le imprese in un notevole vantaggio di
tempo, dato dalla velocità di posa, dalla
migliore organizzazione del cantiere e
dall’assenza dei tempi di applicazione e
asciugatura dell’intonaco. Le prestazioni
in termini di
sfasamento termico
e isolamento
acustico sono
ottenute con minori
spessori rispetto
al tradizionale
mattone. Anche
la leggerezza
e la possibilità
di realizzare
Roberto Nava
qualsiasi forma
architettonica sia stata concepita,
incluse le più ardite forme curve, offre
ai progettisti la possibilità di esprimersi
senza particolari vincoli garantendo
comunque ottimi comportamenti
prestazionali». Moltissime le soluzioni
proposte da Knauf, dal Sistema
Involukro (che comprende oltre al
sistema Aquapanel per la realizzazione
delle pareti di tamponamento, il Sistema
Cappotto Termico e Isolastra per la
realizzazione di contropareti interne) a
Diamant, la principale novità di Knauf
per pareti interne ad alte prestazioni.
«I vantaggi delle costruzioni a secco
stanno diventando sempre più tangibili,
sia a livello economico che per la
velocizzazione dei tempi di cantiere
– afferma Davide Kohen, product
40 - youfocus
manager Gyproc
Saint-Gobain –.
Il mondo delle
costruzioni si sta
muovendo sempre
più verso queste
tecnologie, facendo
aumentare di giorno
in giorno la richiesta
di prodotti come
Davide Kohen
il cartongesso.
L’impatto sarà forte anche sul fronte
della distribuzione, che inizia ad
essere molto ricettiva». Circa tre anni
fa, Gyproc Saint-Gobain ha lanciato
sul mercato un nuovo sistema di
costruzione a secco dedicato al mondo
del residenziale basato sulla lastra in
gesso rivestito Habito, di cui è stata
da poco presentata una soluzione
migliorata in grado di abbattere i VOC
presenti nell’aria (Habito Activ’Air).
Habito Casa Comfort si compone di
tre differenti sistemi divisi per tipologie
di utilizzo, basate su pareti divisorie
zona giorno/giorno (Habito Pratica),
pareti divisorie zona giorno/notte
(Habito Tecnica) e pareti divisorie tra
unità abitative (Habito Maxima) che
garantiscono le massime prestazioni di
isolamento termo-acustico, resistenza
meccanica e di anti-effrazione. «Per
quanto riguarda le pareti esterne da
circa un mese Gyproc ha lanciato sul
mercato il nuovo sistema Aquaroc –
continua Kohen – basato su una lastra
in cemento alleggerito per l’esterno,
abbinata ad una lastra in gesso rivestito
per la parete interna. Tre diverse
soluzioni a secco per il tamponamento
esterno (Prima, Performa e Perfecta con
sistema a cappotto
rispettivamente
in EPS e lana
minerale), che
raggiungono livelli
di sfasamento e di
attenuazione che
variano tra le 8 e le
12 ore». E prosegue:
«Gyproc ha voluto
Eugenio Cervato
scommettere su
questa nuova soluzione perché riteniamo
che i sistemi a secco rappresentino
il futuro dell’edilizia moderna. Non
solo per i ridotti tempi di cantiere
che è possibile raggiungere con
questi materiali, ma soprattutto per
la loro maggiore eco-sostenibilità e le
loro migliori prestazioni termiche e
acustiche». Anche Fassa Bortolo, azienda
storica italiana di prodotti e soluzioni
per l’edilizia, si è aperta a questo
mercato, inaugurando circa due anni fa
il nuovo Sistema Cartongesso Gypsotech
per la realizzazione di partizioni
interne. «A seconda delle condizioni
dell’edificio, proponiamo differenti
soluzioni – spiega Eugenio Cervato,
responsabile marketing di Fassa –: dalle
lastre standard alle lastre Aqua dedicate
agli ambienti con elevata umidità, dalle
lastre Focus particolarmente indicate
dove sia richiesta una maggiore classe
di reazione al fuoco, alle lastre Vapor
indicate in ambienti sottoposti a sbalzi
termici eccessivi. In più proponiamo
anche lastre accoppiate Duplex, abbinate
a pannelli in Eps estruso, espanso o lana
di roccia, che assolvono la funzione di
isolamento termico-acustico». Il sistema
comprende profili, accessori, stucchi
e malte, oltre alla finitura decorativa
GypsoPaint, specifica per il cartongesso.
«Per l’esterno invece proponiamo tre
diversi pacchetti: Fassatherm Classic che
prevede l’installazione di un cappotto in
EPS; FassathermPlus, più performante,
caratterizzato dall’utilizzo della lana di
roccia che associa isolamento termico
e acustico; infine per chi desidera
utilizzare materiali naturali, Fassatherm
Eco, che utilizza pannelli in sughero».
CEMENTO E CALCESTRUZZO
Cemento, acqua e sabbia, questi
gli ingredienti del calcestruzzo, un
materiale dagli antichi natali, utilizzato
già in epoca romana con il nome di
betunium (da cui la variante anglo-tedesca
“beton”). Da queste prime applicazioni,
il calcestruzzo ha conosciuto la sua
fase d’oro a partire dalla seconda
metà dell’Ottocento, quando a questo
materiale venne associato l’utilizzo
dell’acciaio. Sfruttando la collaborazione
statica tra i due materiali, nascono le
prime sperimentazioni del calcestruzzo
armato, quello che sarebbe diventato
uno dei sistemi costruttivi più diffusi
a livello mondiale. Da allora molte
sono state le innovazioni a carattere
tecnico, dal calcestruzzo precompresso
al calcestruzzo cellulare autoclavato,
che ancora oggi offre una valida
soluzione, in termini di eco-sostenibilità,
leggerezza, resistenza al fuoco e
isolamento termo-acustiche, fino ai
calcestruzzi ad elevate prestazioni (A.P.)
e quelli ad alta resistenza (A.R.) che
offrono nuovi requisiti performanti e
strutturali. Gli stessi materiali cementizi
stanno subendo un forte processo di
innovazione. Un esempio tutto italiano
è rappresentato da Italcementi, che ha
messo a punto diversi prodotti altamente
tecnologici, dal cemento fotocatalico
TxActive, in grado di abbattere gli
inquinanti organici e inorganici presenti
nell’aria, al cemento trasparente
i.light (vedi box a pag. 42). In generale,
l’attenzione della ricerca e sviluppo
si va focalizzando verso soluzioni
sempre più sostenibili, anche dal punto
di vista del risparmio energetico.
Proprio su questo fronte, l’azienda
friulana Pontarolo Engineering, che
da oltre 50 anni si occupa di ricerche
industriali riguardanti sistemi e
tecnologie per l’edilizia, ha messo a
punto un innovativo sistema per la
realizzazione di pareti in calcestruzzo.
Il sistema si basa su casseri Climablock
ed è in grado di integrare in un’unica
soluzione le capacità di resistenza
meccanica del calcestruzzo con le
capacità di isolamento termico del
polistirene. «L’elemento Climablock è
un cassero costituito da due pannelli
affacciati in polistirene espanso
sinterizzato e collegati da distanziatori in
polipropilene, appositamente progettati
e testati per resistere al getto di
calcestruzzo – spiega Andrea Da Canal,
responsabile assistenza tecnica di
Pontarolo Engineering –. I distanziatori
presentano apposite sedi per posizionare
l’armatura orizzontale sulla quale legare
quella verticale, operazione facilitata
da pioli posizionati sulla sommità dei
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ION TE
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VE VEN
O
SEM
pannelli. Questo
garantisce che,
durante la fase
di getto, non ci
sia fuoriuscita di
malta cementizia
attraverso i giunti.
In questo modo si
ottiene un elemento
leggero, comodo
Andrea Da Canal
da movimentare
e posizionare nelle operazioni di
montaggio in cantiere, e una muratura
in setti continui isolata termicamente,
che raggiunge valori di trasmittanza pari
0.14 W/m2K».
LATERIZIO
Materiale di antica tradizione,
negli ultimi anni il laterizio sta
fronteggiando un confronto
sempre più serrato con le “nuove”
tecnologie costruttive, come il
calcestruzzo cellulare e i sistemi a
secco, e logorando di fatto un primato,
che fino a poco tempo fa, pareva
indiscusso. Un successo plurisecolare
basato soprattutto sulla capacità del
laterizio di mediare tra leggerezza
e massa, ma che
fatica a rispondere
ai requisiti sempre
più stringenti
in termini di
prestazioni isolanti
e antisismiche,
imposte dalle
normative
nazionali ed
Michele Destro
europee. Il fronte
dell’innovazione,
tuttavia, non si ferma e continua a
lavorare per proporre al mercato
soluzioni tecnologicamente sempre
più avanzate. Un esempio è quello di
Gruppo Stabila che ha progettato e
brevettato il nuovo blocco Taurus,
studiato appositamente per murature
armate in laterizio. «L’antisismica è la
regola principe intorno a cui è stato
studiato Taurus – dichiara Michele
Destro, responsabile marketing del
gruppo –. L’armatura verticale si
trova all’interno, confinata dai setti
radiali del blocco che garantiscono
il miglior assorbimento delle
sollecitazioni dinamiche indotte dal
sisma». Definitivamente validata dalle
NTC del 2008, la muratura armata
in laterizio mostra diversi vantaggi
tra cui la totale eliminazione dei
ponti termici strutturali grazie alla
totale sovrapposizione dei setti, una
sostanziale libertà nello schema
distributivo e la riduzione dei tempi
di cantiere del 25% rispetto al classico
schema a pilastri. «Tutto deve seguire
requisiti antisismici, e oggi il laterizio
armato, in certi contesti, fa davvero la
differenza – prosegue Destro –. Oltre
a questo sono fondamentali anche
le prestazioni di isolamento termico
e acustico. L’ultima novità è quella
che vede l’inserimento dell’isolante
direttamente nel blocco». Come
ha fatto ad esempio Danesi, che ha
arricchito la sua gamma di prodotti
con la nuova linea rettificata Poroton
Plan TS8. «L’ultima novità riguarda
soprattutto le pareti esterne. Ai blocchi
rettificati Poroton Plan TS che già
producevamo abbiamo aggiunto
il polistirene addittivato di grafite
espanso – dichiara Emanuele Serventi,
responsabile marketing di Danesi –.
Questo ci permette di aumentare
notevolmente le prestazioni termiche
delle pareti, lasciando inalterato lo
spessore delle murature. Al momento
IL CEMENTO TRASPARENTE DI ITALCEMENTI
Andato in scena a Shangai, in occasione dell’Expo 2010, il cemento trasparente
i.light di Italcementi ha lasciato il segno. Il Padiglione Italiano, di cui i.light ha
rappresentato il fiore all’occhiello, non verrà più smantellato, così come previsto
dal regolamento della manifestazione internazionale, ma resterà in Cina. Per il
momento sono pervenute ben 23 offerte di acquisizione da parte delle principali
municipalità e istituzioni cinesi: vedremo chi si aggiudicherà la partita. «Il padiglione italiano è uno dei pochi che rimarranno a futura memoria dell’Expo 2010. E
questo anche grazie ad i.light», dichiara soddisfatto Andrea Parodi, responsabile
divisione prodotti innovativi di Italcementi. Messo a punto dai laboratori di ricerca
di Bergamo e Parigi, i.light, detto anche cemento trasparente, è una soluzione per
la realizzazione di facciate esterne, pareti divisorie interne e pavimenti flottanti
retroilluminati. Si tratta di un pannello prefabbricato, realizzato da un impasto
cementizio di nuova concezione legato a particolari resine, in grado di offrire a
un materiale per sua natura opaco, caratteristiche di trasparenza e traslucidità.
«Questo pannello ha una trasparenza tale che garantisce a un ambiente interno
di non necessitare durante il giorno della luce artificiale. Con il buio l’edificio fa
filtrare le luci interne, mentre di giorno mostra le variazioni di
luminosità esteriori», spiega Parodi. E prosegue: «Lo speciale
premiscelato alla base di i.light consente di realizzare pannelli
in grado di far filtrare la luce, senza creare fessure o indebolirne la struttura. Al momento il pannello non è coibente,
quindi è la parete che deve assolvere questa funzione, e non
è strutturale, quindi necessita sempre di una sottostruttura
che ne sorregga il carico. La superficie può essere lucida
con effetto marmo, oppure può presentare un effetto più
materico e scabro. Il pannello inoltre è disponibile in diversi
formati e colorazioni».
Andrea Parodi
42 - youfocus
possiamo offrire
tre formati (35,
40 e 45cm), con
trasmittanze che
arrivano fino a
0.17 W/m2K. Il
nostro scopo è
quello di avere un
unico prodotto
che possa assolvere
Emanuele Serventi
più requisiti,
garantendo prestazioni termiche,
acustiche e, per le zone a bassa
sismicità, anche resistenza meccanica».
La rettifica rappresenta sicuramente
il più significativo passo avanti nel
settore del laterizio. «Con questa
semplice evoluzione, che consiste
nel livellare millimetricamente la
superficie superiore ed inferiore del
laterizio, si riesce ad assicurare la
perfetta posa in opera del prodotto,
garantita in verticale dalla maschiatura
degli incastri
– spiega Dario
Mantovanelli,
responsabile
marketing di
Wienerberger –.
Si ottiene così un
sistema murario
in cui la malta si
riduce del 90%,
con un importante
Dario Mantovanelli
miglioramento
della performance termica. Al
posto della malta tradizionale, il
sistema rettificato prevede l’utilizzo
di un’apposita malta in grado di
garantire un giunto verticale di
appena 1 mm. In questo modo,
con un unico materiale e un’unica
posa, si garantisce uno straordinario
comfort e risparmio energetico, 365
giorni all’anno». Nell’ottica degli
edifici a energia quasi zero, che dal
2020 dovranno diventare standard
progettuale, anche Wienerberger
offre blocchi riempiti con isolante,
per raggiungere prestazioni
termiche ancora più performanti e
garantire una trasmittanza fino a
0,14 W/m²K. Due sono le gamme a
disposizione: Porotherm Plan Plus,
riempito di perlite, e Porotherm
Plana+, con lana di roccia ad alta
densità. Altra grande novità per il
settore «è quella di essere passati
da una logica di prodotto ad una
di sistema», come dichiara Davide
Desiderio, responsabile marketing
dell’azienda
SanMarco Terreal,
«in un’ottica
che vede come
obiettivi principali
il miglioramento
della qualità
tecnica dei prodotti
e l’ottimizzazione
del servizio per
Davide Desiderio
il cliente finale,
che si trova così a interagire con un
unico interlocutore». Per il sistema
parete, SanMarco ha implementato
diversi pacchetti, dal cappotto con
rivestimento in laterizio, alla parete
doppia con intercapedine d’aria, fino
alla parete ventilata, comprensivi
di tutte le stratigrafie funzionali
alla realizzazione: rivestimento
in laterizio, isolamento termico,
elementi per il fissaggio, ganci
metallici e teli a barriera vapore o
barriera isolante. Un’altra grande
novità « è quella di aver iniziato a
concepire il laterizio non solo nella
sua funzione statico-costruttiva,
ma anche nella sua funzione di
rivestimento estetico-architettonico
– aggiunge Desiderio –. Gli elementi
si fanno sottili, diventando una
vera e propria pelle dell’edificio, e
giocano su una maggiore libertà di
formati, dimensioni, concatenamenti
e geometrie in facciata, lasciando
al progettista una maggiore libertà
compositiva». Estetica, sicurezza,
efficienza energetica, ma anche
natura e tradizione. Per garantire
prodotti sempre più in linea con lo
sviluppo di un’edilizia sostenibile,
il romagnolo Gruppo Ripabianca si
è dotato di una politica aziendale
completamente legata ai temi della
sostenibilità e bioedilizia. «Il processo
produttivo si compone esclusivamente
di materie prime naturali, certificate
dal Politecnico di
Milano – dichiara
Michele Marconi,
amministratore
delegato di Laterizi
Alan Metauro,
la divisione del
gruppo dedicata
alle strutture
verticali –. Il
Michele Marconi
risultato finale
sono prodotti con attestato di assoluta
compatibilità ambientale, come ad
esempio i blocchi Brickwool nati
dalla combinazione di materie
prime naturali come terra, acqua,
legno, perlite, e riempiti con lana di
roccia. Questo permette di realizzare
murature portanti in laterizio, in
grado di garantire straordinarie
prestazioni termiche, acustiche, di
resistenza al fuoco e di benessere
abitativo». La gamma di prodotti della
Laterizi Alan Metauro comprende
anche la linea di blocchi rettificati
Rekta e il sistema misto Modula, per
chiusure laterali in laterizio e legno
con montaggio a secco, oltre ai laterizi
tradizionali e alla linea di mattoni fatti
a mano Terre del Danubio. «Stiamo
sviluppando anche un progetto per
la realizzazione di sistemi murari
prefabbricati – aggiunge Marconi –.
Sono ancora prodotti di nicchia, che
il mercato ha difficoltà a recepire,
però riscontriamo una costante
crescita, a conferma che ottengono
una valutazione positiva. Il mercato
sta andando verso questi sistemi
innovativi».
Centro commerciale
di Altessano (To),
realizzato con il
sistema Gypsotech
Il Sistema Gypsotech di Fassa Bortolo comprende una gamma completa di prodotti: lastre Standard, lastre ignifughe
con fibra di vetro (Focus), idrorepellenti a basso assorbimento d’acqua
(Aqua) e lastre con barriera vapore in alluminio (Vapor). Per migliorare
l’isolamento termico acustico, lastre accoppiate Gypsotech Duplex,
dove il cartongesso è abbinato con diversi materiali isolanti (polistirene espanso ed estruso, lana di vetro, lana di roccia), ed il “pannello
parete” con anima in cartone a nido d’ape (Alveum).
Re-styling del collegio
San Carlo a Milano
con i pannelli i.light
Utilizzando i pannelli di cemento
trasparente i.light di Italcementi
è possibile realizzare superfici molto ampie, estremamente resistenti
e luminose, preservando privacy e sicurezza e conferendo alla realizzazione un alto valore architettonico. È possibile disporre delle molte
possibilità di personalizzazione offerte dal prodotto.
Eraldo Fashion
Building, prestigiosa
boutique di Ceggia
(Ve) realizzata con le
travi Rep Cls, lasciate
a vista
Sistema REP di Tecnostrutture è un sistema
modulare completo e flessibile che si compone di
strutture verticali e orizzontali. Prodotti in stabilimento, gli elementi
vengono montati in cantiere in totale autoportanza, eliminando la necessità di casserature e puntellazioni provvisorie. Il prodotto composto
acciaio-calcestruzzo, nella fase successiva al getto di completamento,
dà luogo ad una struttura mista.
44 - youfocus
Complesso residenziale
a Locate Triulzi (Mi),
costruito con le soluzioni
Isolmant per l’isolamento
termico e acustico
Per le murature perimetrali è stato utilizzato
Isolmant Perfetto PM, prodotto versatile indicato per
l’isolamento acustico e termico delle partizioni verticali, sia perimetrali
che divisorie tra unità immobiliari. Isolmant Perfetto PM è stato inserito
nelle intercapedini fra muratura esterna e tamponamento interno.
Villa in classe A
realizzata a Cuneo
con i sistemi in gesso
fibra Fermacell
I sistemi in gessofibra Fermacell
assicurano elevate prestazioni in termini di
fonoisolamento, e garantiscono la possibilità di fissare carichi
elevati alle pareti senza sottostrutture di rinforzo. I muri perimetrali
dell’abitazione sono realizzati impiegando la tecnologia X-Lam, parte
dei rivestimenti esterni sono stati realizzati mediante l’uso di lastre
Powerpanel. Le pareti interne sono costituite da tramezzi con doppia
lastra da 12,5 mm di Gessofibra e fibra di legno in intercapedine.
Ville nel verde a Ponzano Veneto (Tv)
in cui è stato impiegato il sistema
Habito Casa Comfort
I sistemi a secco Habito offrono libertà di
progettazione, rispondendo alle moderne esigenze costruttive
per compartimentazioni interne in ambito residenziale. La gamma è
composta da tre diverse soluzioni di lastre: Pratica, Tecnica, Maxima.
Nuovissima la lastra Habito Activ’Air, che migliora la qualità dell’aria
all’interno degli ambienti abbattendo i Voc, in particolare la formaldeide. I sistemi Gyproc prevedono anche soluzioni per i tamponamenti
esterni, con Aquaroc (Prima, Performa e Perfecta).
Capannone industriale
realizzato con parete
Isolpack Star, a
giunto nascosto
I pannelli metallici precoibentati Isolpack
per parete sono prodotti con due supporti
metallici, all’interno dei quali viene colata, in continuo, schiuma
poliuretanica PUR, o la più performante PIR con migliori caratteristiche
di resistenza al fuoco. Il modello Isolpack Wall Star è caratterizzato da
un esclusivo sistema ad incastro con fissaggio nascosto, che assicura
un’eccezionale stabilità. Il giunto ha una configurazione a labirinto
con apposita sede per il fissaggio, che impedisce passaggi d’aria e ponti
termici fra interno ed esterno. Inoltre la superficie metallica esterna è
dotata di innovative nervature “micro-system” che conferiscono particolari riflessi, per un’estetica ed un effetto architettonico di grande pregio.
Facciata realizzata
con Betonyp, il
massetto a secco
biocompatibile di
Betonwood
Il pannello biocompatibile Betonyp è realizzato
miscelando cemento Portland e trucioli di
pino. Il prodotto unisce le caratteristiche di solidità e stabilità del
cemento ai vantaggi di isolamento termico, isolamento acustico e
lavorabilità del legno. La lastra è personalizzabile applicando materiali
in pietra da rivestimento, lastre ceramiche, lamiere, resine e materiali
plastici.
International School
of Turin a Chieri (To),
progetto dello Studio
BBB Associati, che
vede l’utilizzo del
Sistema Parete di
SanMarco Terreal
SanMarco Terreal offre un insieme di “pacchetti” di materiali per murature composti da più
prodotti e completi sotto il profilo tecnico-prestazionale. Si concretizza
così l’offerta di sistemi integrati, come il Sistema Parete, in grado di
fornire un’offerta completa e ricca di vantaggi per la clientela. La
strategia di base consiste nell’offrire un insieme di prodotti coordinati
e versatili in grado di soddisfare le esigenze più diverse.
Edificio residenziale
multipiano
“Panorama
Giustinelli” di Trieste:
sei piani interamente
in legno lamellare
Holzbau, certificato
Casa Clima A+
Il Pannello Universale Holzbau, certificato
ISO 9001, racchiude tutte le proprietà del legno, garantisce facilità e velocità di montaggio. In questo caso, la
struttura portante principale per i carichi verticali è formata da telai
travi-pilastri in legno lamellare di classe GL28c che sostengono i solai di
piano di classe GL24c e la copertura. L’adozione delle travi sdraiate in
legno lamellare come impalcato dei solai ha garantito la realizzazione
di orizzontamenti con il minimo ingombro statico-strutturale.
Cornelia Diamond
Resort, Antalya,
Turchia
Presentato all’ultima edizione di Klimahouse,
Poroton Plan TS8 è la nuova linea di blocchi
in laterizio di Danesi, che coniuga ai vantaggi del sistema
rettificato a setti sottili le prestazioni isolanti del polistirene espanso
additivato con grafite. Il processo meccanizzato di rettifica rende le facce
dei blocchi perfettamente piane e parallele, permettendo così la posa con
solo 1 mm di collante cementizio, in sostituzione
del tradizionale giunto di malta. Poroton
Plan TS8 consente di realizzare pareti
monostrato, intonacate tradizionalmente,
con elevati valori di isolamento e inerzia
termica, garantendo inoltre la riduzione
dei tempi e dei costi di posa.
Le lastre e gli accessori in cemento Aquapanel
aprono nuove prospettive nella progettazione e realizzazione di edifici.
Il Sistema, sviluppato da Knauf, offre a progettisti e installatori
un’alternativa ai materiali tradizionali, nonché ai sistemi di costruzione
in muratura piena. È in grado di affrontare le situazioni climatiche più
estreme, in esterno come in interno. Grazie alla tecnica di costruzione
a secco, i tempi di asciugatura sono e i costi di lavorazione si riducono
e la produttività aumenta.
youfocus - 45
Soluzione residenziale di
Lafarge Gessi a L’Aquila:
il sistema a secco per
costruire la casa con le
migliori prestazioni
Complesso residenziale
composto da 12 villette
indipendenti, realizzato a
Castiglione dei Pepoli (Bo)
con il sistema Nidyon.
Sistema AquaBoard
e LaDura di Lafarge Gessi
Pannello singolo portante Nidyon
Il connubio per la realizzazione di cantieri residenziali ad alte prestazioni certificate: termo-acustiche, antisismiche ed antintrusione. La
protezione all’esterno si sposa con la resistenza interna per offrire la
massima sicurezza ed il massimo comfort abitativo.
Il cassero coibentato armato per pareti portanti in calcestruzzo, inserito
nell’ambito della tecnologia costruttiva Nidyon, permette di realizzare
edifici con struttura solida e monolitica, particolarmente idonea per
aree ad alta sismicità. Gli elevati requisiti termo-acustici permettono
il raggiungimento della classe A.
Unità abitative a Rimini
Porta Sud, realizzate
con il blocco BLR 45/70
riempito con lana di roccia
Blocco BLR 45/70 di Gruppo Ripabianca riempito con lana di roccia ad alta densità. Questa evoluzione del laterizio
di tamponamento rappresenta un sistema esclusivo che, attraverso
blocchi monostrato e pezzi speciali a corredo, consente il raggiungimento di alte prestazioni energetiche, tipo case Classe A. Con il blocco
riempito è possibile minimizzare le dispersioni termiche invernali,
evitare condense interstiziali, e nel contempo attenuare l’effetto del
surriscaldamento estivo.
Complesso residenziale in
classe A realizzato a Selvino
(Bg) con le pareti miste in
legno-calcestruzzo Aria
Aria di Wood Beton
è il nuovo sistema costruttivo per la
realizzazione di pareti preassemblate in stabilimento miste in legnocalcestruzzo che garantiscono agli edifici un elevato comfort ambientale grazie alla presenza, nelle strutture esterne e nelle coperture, di
una camera d’aria continua che avvolge lo spazio abitativo. Il sistema
Aria consente con facilità di ottenere fabbricati classificabili in classe
A (con idonea progettazione e impiantistica).
Edificio
residenziale
realizzato a Lugo di
Romagna (Ra) con
sistema costruttivo
EBS ( Easy Building
System)
Edificio per
abitazione in
classe A a Trento
in Lecablocco
Bioclima Zero
Lecablocco
Bioclima Zero27p
È un blocco multistrato a posa unica per muratura portante anche
armata in zona sismica. La parete raggiunge una trasmittanza termica
di 0,27 W/m2K con intonaci tradizionali ed ha un ottimo comportamento anche nella stagione calda grazie all’elevata inerzia termica.
46 - youfocus
EBS di Cogefrin Group
È un sistema misto interamente a secco (pilastri in cls, solaio in legno
lamellare piano, pareti composte) che permette un’estrema flessibilità
nella costruzione. La parete è costituita da un telaio in legno lamellare
con stratigrafie differenti in base all’uso, alla dimensione e all’orientamento degli edifici.
BigMat,
specialmente
per l’edilizia.
Quando si tratta di edilizia, l’esperienza insegna che è meglio
affidarsi a chi se ne intende davvero. Come BigMat, il Gruppo
di distributori edili indipendenti leader in Italia e in Europa
da più di 30 anni. Negli oltre 190 punti vendita BigMat
presenti in tutta Italia trovi i prodotti delle migliori marche
accuratamente selezionati, una gamma di servizi sempre al
passo con i tempi e consulenza specifica sulle nuove
tecnologie costruttive. Oltre a promozioni e offerte
vantaggiose tutto l’anno. Passa agli specialisti, passa a BigMat.
YTONG, il blocco
di calcestruzzo
tutto in uno
ECCO TUTTI I SEGRETI DEi PRODOTTi DI PUNTA,
SUPER PREMIATO, DEL GRUPPO XELLA
di Brunella Orsini
Y
xhult e betong. No, non sono
parole di uno strano linguaggio
alieno, ma due nomi che
hanno fatto la storia dei materiali
da costruzione. Yxhult, il nome della
località svedese dove nel 1929 iniziò
la produzione del cemento cellulare,
e betong, il termine svedese per
indicare il cemento, uniti per dare vita
a un prodotto riconosciuto a livello
internazionale: Ytong, il calcestruzzo
aerato autoclavato (AAC), premiato
nel 2009 con il “Superbrand - Marchio
del Secolo”. Un materiale innovativo
a cui, negli anni ’60, Ytong ha anche
abbinato un formato inedito: un nuovo
mattone, di grande formato e dalla
precisione dimensionale fin ad allora
sconosciuta, destinato a rivoluzionare
la tecnica tradizionale di costruzione
delle murature, consentendo una posa
veloce e senza giunti. Sabbia, acqua,
calce e cemento, polvere d’alluminio,
questi gli ingredienti di un prodotto
messo a punto ormai quasi un secolo
fa come alternativa all’uso del legno, e
che negli ultimi anni sta conoscendo
una forte riscoperta da parte di
imprese e progettisti, sempre più
attenti alla sostenibilità e al risparmio
energetico delle nuove costruzioni e
ristrutturazioni. «Un unico blocco, che
racchiude in sé tutte le caratteristiche
che una muratura dovrebbe avere
dal punto di vista normativo e
prestazionale – dichiara Umberto
Lascar, responsabile vendite CentroSud Italia del Gruppo Xella, di cui fa
parte il marchio Ytong -. Caratterizzato
48 - youfocus
da un’estrema leggerezza e
traspirabilità, grazie alle micro
bolle d’aria che il cemento cellulare
forma durante la sua lavorazione,
il nostro sistema di costruzione in
blocchi permette di realizzare case
con prestazioni energetiche in classe
A». Disponibili in un’ampia gamma
di blocchi e architravi per divisori
interni e murature esterne, e in lastre
autoportanti per la realizzazione di
solai e tetti, i prodotti Ytong assicurano
un elevato livello di isolamento
termico, senza l’uso di ulteriori
coibentazioni, come intonaci termici o
sistemi a cappotto. Inoltre, l’ulteriore
controllo dell’inerzia termica, con
un elevato valore di sfasamento e
un ridotto fattore di attenuazione,
garantisce un ambiente più sano e
sicuro in modo costante. «Garantiamo
anche il più alto livello di traspirazione
presente in una muratura, lo stesso
della calce idraulica – aggiunge
Lascar. Questo vuol dire ambienti
più sani, un perfetto equilibrio tra
temperatura ed umidità dell’aria
interna, e l’assenza di capillarità.
Per prestazioni inalterate durante
tutto il ciclo di vita dell’edificio».
Oltre all’isolamento termico, i
prodotti Ytong garantiscono anche
elevati valori di isolamento acustico,
con valori sperimentali di potere
fonoisolante superiori di 2-4 dB. In
più, essendo costituiti solo da materie
prime minerali, sono ininfiammabili
e incombustibili, permettendo la
costruzione di pareti e solai tagliafuoco
per compartimenti antincendio.
«Un pacchetto di prestazioni che,
compresa la durabilità, non credo
francamente esistere in nessun altro
sistema di costruzione oggi presente
sul mercato», dichiara soddisfatto
Lascar. E prosegue: «La posa è un
altro aspetto interessantissimo.
Tutti i nostri prodotti hanno un peso
relativamente basso e sono facili
da lavorare e sollevare, grazie alle
maniglie di sollevamento presenti in
tutti i blocchi con spessore maggiore
di 20 cm. Le assistenze murarie per
i lavori impiantistici permettono
la realizzazione semplice e veloce
delle tracce, senza l’uso di martello
e scalpello. Inoltre, i materiali di
sfrido risultano praticamente nulli (al
massimo il 3%), e quel poco può essere
completamente riciclato».
Venite a trovarci
23-25 maggio 2012
FERRARA | Quartiere Fieristico
Pad. 6 Stand 53-54
Doppio piattello: doppia sicurezza
Valvola antiriflusso: la soluzione ai problemi di allagamento
Doppio piattello INOX
I cambiamenti climatici e le urbanizzazioni sempre più
concentrate portano spesso a problemi di sovraccarico delle
reti fognarie, con conseguenti problemi di allagamento. Il modo
più semplice ed economico per prevenire il problema è
.it
ISO 1 4 0 0 1
l’installazione di una Valvola antiriflusso. Questa semplice
operazione proteggerà l’abitazione da danni spesso gravi ed
economicamente rilevanti, a cui il proprietario della casa deve
far fronte personalmente.
SONO I NUOVI ITALIANI, CRESCONO OGNI
ANNO IN MANIERA ESPONENZIALE E
NON HANNO NESSUNA
INTENZIONE DI SOCCOMBERE ALLA CRISI
E, ANZI, PENSANO AD ESPANDERSI E A
CREARE NUOVI POSTI DI LAVORO
ITALIANI
STRANIERI
GLI
CHE COMBATTONO
LA CRISI
di Nicola Zeni
50 - youTrend
C’
è chi li chiama melting pot,
chi salad bowl - l’insalatiera
con vari tipi di verdure che,
condite insieme, hanno un sapore
armonioso – e chi, ancora con una
metafora culinaria, moussakàs, piatto
completo dal sapore unico, fatto da
ingredienti che vengono da diverse
parti del mondo. Tanti modi per
definire il processo di integrazione
che in Italia ha ancora molta strada
da fare, ma da cui oggi emergono
delle case history emblematiche,
fatte da nuovi italiani stranieri che,
seguendo varie strade e in vari settori
imprenditoriali, sono riusciti a dare
vita ad aziende che creano sviluppo
in Italia. Anche in questo momento di
crisi. Sono quasi 630mila, tra titolari
d’impresa, soci e amministratori,
molto diffusi sul territorio nazionale,
e non solo nelle aree dei distretti
industriali del Nord: sono marocchini,
cinesi, rumeni o egiziani – ma non
solo – e sono impegnati per lo più
nel comparto edile, dei servizi, della
ristorazione e del commercio. La
maggior parte sono micro-imprese
soprattutto di artigianato, settore
in cui gli italiani faticano a trovare
un cambio generazionale. Ma c’è
anche chi pensa in grande, riuscendo
a creare posti di lavoro e business
per tanti italiani. È il caso di Xu
Qiu Lin e della sua Giupel, azienda
produttrice di abbigliamento in pelle
e tessuto, dove, spiega il titolare, oggi
lavorano più italiani che cinesi, ovvero
13 contro 7. Il motivo è semplice:
«Questa è un’ azienda italiana e io ho
bisogno di gente che sappia parlare
l’italiano per l’amministrazione
e per il commerciale. E questo un
cinese, almeno per ora, non può
farlo». Quando, nel 1990, Xu Qiu
Lin scelse Prato come sua nuova
patria di vita e di lavoro di certo
non sapeva che sarebbe diventato
il primo imprenditore cinese a far
parte di Confindustria e la sua Giupel
la prima impresa orientale iscritta
all’associazione industriali. «Ho
iniziato aprendo una ditta di due
persone, tagliavamo pelli e poi via via
mi sono ingrandito ed ho cominciato
ad importare capi già fatti dalla Cina,
finché, nel 2000, non ho capito che la
strada giusta era fondare un’azienda
con dipendenti italiani e cinesi,
i primi perchè creativi, inventivi,
fantasiosi, perfetti organizzatori e
amministratori e i secondi perché
propensi e abituati a lavorare tanto,
molte ore al giorno, senza rimbrotti e
lamentele». L’ integrazione alla Giupel
funziona bene e paga tanto (Giupel
fattura circa 10 milioni di euro). «Sa
cosa distingue un’impresa del made
in Italy? É lo stile, la moda. Anche per
questo ho bisogno del gusto italiano,
dello stilista italiano che sappia
disegnare e creare un modello».
Se l’abbigliamento è uno dei must
degli italiani, non è da meno il
mattone e la “casa dolce casa”. Forse è
anche per questo che tanti immigrati
imprenditori puntano sull’edilizia e
hanno dato vita a 64.549 imprese di
costruzioni. I titolari spesso vengono
dall’Europa dell’est.
Ivan Cruscov, 37 anni, è il titolare
della Fabbroman, nata nel 2004 e
specializzata nella realizzazione di
carpenteria leggera, carpenteria
pesante, sistemi di sicurezza,
serramenti in alluminio,acciaio inox,
acciaio zincato, ferro, con i profili più
moderni e le tecnologie più avanzate.
La sede è a Mentana, in provincia di
Roma, anche se Ivan è bulgaro e ha
i nonni moldavi, per questo ha due
passaporti e parla greco, romeno,
bulgaro, russo, francese, tedesco
e capisce un po’ anche il serbo-
Xu Qiu Lin
Nelu Mega
croato. Ad aiutarlo a districarsi tra
le maglie della burocrazia italiana
ci ha pensato la Confederazione
nazionale dell’artigianato (Cna), e in
particolare la Cna World, il servizio
rivolto agli imprenditori stranieri in
cui sono rappresentate più di settanta
nazioni. L’85% di queste imprese
è stato registrato dopo il 2000, ma
non mancano i pionieri. È il caso
del rumeno Nelu Mega, che oggi
può raccontare con orgoglio la sua
carriera iniziata da lavoratore in nero
e approdata, con tanto lavoro e fatica,
a titolare di impresa edile. Approdato
in Italia nel 1984, Nelu ha cominciato
lavorando con contratto di prestazione
d’opera occasionale in nero nei
cantieri, sfruttato al massimo. Oggi è
normale vedere romeni che lavorano
in Italia, mentre fino a qualche
anno fa dovevo nascondere da dove
provenivo, dovevo nascondere quello
che sapevo fare: spesso mi sentivo
dire che non potevano assumermi
perché ero troppo preparato. Poi,
con il tempo, sono riuscito a crescere
professionalmente: avendo acquisito
conoscenze nel settore edile, ho
cominciato a lavorare per una
grande spa, con contratto a tempo
indeterminato e ben pagato. Però,
visto che avevo maturato delle capacità
dirigenziali ho deciso di mettermi in
proprio.
La molla che mi ha spinto ad avviare
un’impresa da solo - sottolinea - è stata
la convinzione che la stessa capacità di
gestire per gli altri la potevo impiegare
per me stesso. Così è partita la mia
sfida a livello imprenditoriale». Il
risultato è che Nelu ha un’impresa
edile che funziona e un’altra al via:
«I miei dipendenti diretti sono solo
rumeni, mentre tra quelli indiretti ci
sono anche italiani».
Non sono solo piccole imprese, quelle
degli imprenditori immigrati in Italia,
ma iniziano a spuntare anche piccoli
giganti come la Hirux International,
del siriano cinquantenne Radwan
Khawatmi. Sede principale a
Milano, la Hirux è una società
specializzata nella produzione di
elettrodomestici e, da poco, anche
televisori. Oggi fattura più di 50
milioni di euro, con il suo marchio
presente dal Nord Africa al Medio
Oriente. Nel 2010 la società si è anche
aggiudicata il prestigioso marchio
francese Thomson, diventando unico
youTrend - 51
e il 100% dei nostri prodotti sono
destinati all’export».
Khawatmi si è anche aggiudicato il
primo posto assoluto del MoneyGram
Award, il premio all’imprenditoria
immigrata in Italia. Nello stesso
anno a vincere nella categoria
“Innovazione” è stata la colombiana
Margarita Perea Sanchez, proprietaria
della Clinica dei vestiti in via
Macedonia, a Roma. Per aprire il
negozio sono bastati 6.500 euro.
Quando viveva a Cali, in Colombia,
sognava di diventare medico, ma suo
padre decise che doveva fare la sarta.
Per questo, il suo laboratorio si chiama
“Clinica dei vestiti”, perché come in
una sala operatoria, Margarita - 49
anni - cura gli abiti delle clienti e li
rimette a nuovo. È arrivata in Italia
nel 2001 con il figlio e l’ex marito.
Per mantenersi, Margarita faceva le
pulizie, anche nell’atelier di Valentino,
e ha frequentato per tre anni una
scuola di moda. Ha aperto la Clinica
nel 2005, grazie ai soldi che le ha
prestato Cristina, una sua amica.
All’inizio aveva solo una macchina
per cucire, mentre oggi il lavoro non
le manca e il suo sogno è lanciare
una linea di abiti tutta sua: la Modas
Margarita.
DAI MARMI ALL’ARREDAMENTO: L’ITALIA VA A “PESCA” DAGLI EMIRI DEL QATAR
Radwan Khawatmi
licenziatario. Quella di Khawatmi è
una storia tutta in salita, da quando
arriva dalla Siria, all’età di 17 anni, in
Italia per proseguire gli studi. Oggi
l’Italia è la sua patria, tanto che in
piena crisi ha voluto simbolicamente
acquistare 40mila euro di Bot italiani.
Per lui anche questa è integrazione.
«Sono più di 30 anni che vendiamo
lavatrici e frigoriferi a marchio nostro
nei Paesi del Golfo. E li facciamo
produrre in Italia, dove selezioniamo
i terzisti, commissioniamo i prodotti
e poi li distribuiamo. In media
facciamo 250mila pezzi l’anno. I
nostri fornitori sono una decina
in tutto: si va dalla San Giorgio di
La Spezia alla Meneghetti di Rosà
e alle Officine Smalvic di Sarcedo,
entrambe in provincia di Vicenza. Il
nostro marchio più noto è Magic Line
Margarita Perea Sanchez
52 - youTrend
Marmi e graniti, le lavorazioni più pregiate per l'edilizia e il design e le macchine
per le loro complesse trasformazioni si sono radunati tutti alla corte dell'emiro del
Qatar, qualche giorno fa, a inizio maggio. Con un piano di 185 miliardi di dollari
di investimenti nei prossimi anni – complici i mondiali di pallamano del 2015 e
quelli di calcio nel 2022 – il made in Italy nel settore delle pietre ornamentali
da arredamento cerca di ampliare i 145 milioni di export nell'area del Golfo (su
1,2 miliardi di euro di vendite globali nel solo 2011). È con questo spirito che
Veronafiere e Confindustria Marmomacchine hanno "esportato" la prima edizione del "Marmomacc" di Verona al Doha center (con il più accattivante brand di
Qatar Stone Tech), rassegna dedicata a marmi, granito e onici e ai macchinari e
alle tecnologie per la loro estrazione e lavorazione, nell'ambito di Project Qatar e
Heavy Max 2012, rassegne leader dell'area per il settore building.
«La prima edizione di Qatar Stone Tech, a cui partecipano una trentina di aziende
italiane – ha spiegato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani –
si aggiunge a quelle consolidate a Las Vegas e Riyad e a quelle manifestazioni
fieristiche, convegni, workshop business to business e tutte le iniziative utili a
supportare le imprese nei mercati emergenti dove il mercato fieristico cresce a
sua volta del 50% l'anno». E sarà il primo banco di prova tra diversi sistemi imprenditoriali dato che tramite la propria società indiana, Veronafiere Lems India
Private Limited, sarà presente una delegazione di una decina di aziende indiane.
Per Flavio Marabelli (Confindustria Marmomacchine) sarà «un'importante vetrina
promozionale per le aziende marmifere italiane, che hanno esportato nel 2011
prodotti grezzi e lavorati per 34,1 milioni di euro, con un incremento del 33,2%
rispetto ai 25,6 milioni dell'anno precedente». Più in generale, secondo i dati
del Centro studi Marmomacchine, nell'area del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait,
Bahrein, Qatar, Emirati Arabi e Oman) le nostre esportazioni lapidee, nel 2011,
sono state pari a 145 milioni di euro (+5% rispetto al 2010).
«Il Qatar – ha poi ricordato il presidente di Veronafiere, Ettore Riello - ha un reddito
pro capite di 105mila dollari, un Pil in crescita del 18% nel 2011 e un piano di
investimenti da centinaia di miliardi di investimenti destinati alla modernizzazione
del Paese che al made in Italy possono aprire spazi importanti».
Nel solo settore immobiliare e alberghiero, ad esempio, sono previsti complessi residenziali da 5 miliardi di dollari e 78mila nuove stanze in virtù delle kermesse sportive. Tutto il made in Italy a dover imparare a potenziare l'export verso il Golfo. Se
alimentari e abbigliamento scontano differenze culturali, solo negli Emirati Arabi –
in base alle previsioni del Centro studi Confindustria – soprattutto per il traino
della domanda alberghiera, le importazioni dal mondo nel settore dell'arredamento
saliranno dagli 1,3 miliardi di euro attuali a 2,3 nel 2017. Di questi, 161 milioni
di euro è la quota venduta nel 2011 dall'Italia. E 142 milioni (su acquisti globali
per oltre 1 miliardo) quanto esportato dall'Italia in Arabia Saudita. Lo spazio per
crescere, insomma, è tanto.
I.LAB apre i battenti:
13 MILIONI DI EURO
all’anno per la ricerca
Collocato su un’area di 23mila metri quadrati, il centro hi-tech
e iper green di Italcementi ospita la Direzione Ricerca e Sviluppo,
la Direzione Laboratori del Centro Tecnico di Gruppo e la Direzione
Innovazione dell’azienda bergamasca
di Brunella Orsini
I
l cuore dell’innovazione e della
sostenibilità batte a Bergamo,
e si chiama i.lab. Inaugurato lo
scorso 16 aprile, nel parco scientifico
tecnologico Kilometro Rosso, il
nuovo Centro Ricerca e Innovazione
di Italcementi apre le sue porte
a ingegneri, tecnici e ricercatori,
impegnati nello studio e nello sviluppo
di innovazioni tecnologiche, funzionali
ed estetiche dei nuovi materiali per
le costruzioni. Collocato su un’area
di 23mila metri quadrati, il centro
ospita la Direzione Ricerca e Sviluppo,
la Direzione Laboratori del Centro
Tecnico di Gruppo (CTG) e la
Direzione Innovazione dell’azienda
bergamasca. L’edificio, sintesi della più
avanzata tecnologia in termini di qualità
dei materiali e di tecnologie per la green
construction (realizzato secondo lo
standard Leed Platinum, i.lab ha vinto il
premio European Green Building Award
nel 2010 e il Green Good Design Award
nel 2009), si sviluppa su un progetto
dell’americano Richard Meier, una delle
firme più prestigiose dell’architettura
contemporanea. Il taglio del nastro è
stato affidato al Ministro dell’Ambiente
Corrado Clini che, nel corso della
cerimonia di inaugurazione, ha
dichiarato: «Le imprese, non solamente
in Italia ma anche nel mondo, stanno
cambiando rotta verso la sostenibilità:
è il fenomeno della green economy,
che ormai è di fatto “economy”, poiché
le produzioni, che non hanno dentro
di sé la componente ambientale e di
innovazione, sono destinate a uscire dal
mercato. Per questo motivo, il Governo è
attento a incentivare le iniziative, come
il progetto del Gruppo Italcementi,
che confermano la vivacità del mondo
imprenditoriale nella ricerca e
nell’innovazione». Alla cerimonia, oltre
al top management, ai rappresentanti
e ai giornalisti dei 18 paesi in cui il
gruppo Italcementi è attivo, erano
presenti anche il presidente Giampiero
Pesenti e il consigliere delegato, il figlio
Carlo Pesenti, che ha sottolineato
l’importanza strategica dell’innovazione
per il gruppo, su cui Italcementi
punta a costruire il proprio vantaggio
competitivo. «Italcementi Group
può contare su circa 170 persone, tra
chimici, geologi e ingegneri, impegnati
in attività di Ricerca e Innovazione
in Italia, con i.lab e in Francia, con il
campus Technodes di Guerville, vicino
a Parigi. Il budget annuo destinato alle
attività di Ricerca e Sviluppo è di circa
13 milioni di euro con un’incidenza
sul fatturato fra le più significative del
settore», ha affermato. Negli ultimi 10
anni, l’azienda ha depositato 60 brevetti,
e il suo tasso di innovazione, ovvero il
rapporto tra i ricavi derivanti da progetti
di innovazione e il totale delle vendite,
è attualmente pari a 4 (mentre nel 2010
era 3.9). L’obiettivo dichiarato è quello
di stabilizzarsi con un ratio pari a 5 nel
medio-lungo termine.
COSA SI STUDIA IN I.LAB
Sono cinque i temi strategici studiati nel nuovo i.lab di Italcementi:
- nuovi clinker, cementi o leganti alternativi ai tradizionali cementi Portland, che
prevedono l’utilizzo di materie prime rinnovabili e riutilizzabili, additivi e aggiunte
speciali ai calcestruzzi, e la sperimentazione di nanotecnologie e biotecnologie
applicate al settore dei materiali da costruzione;
- prodotti speciali come il cemento fotocatalitico TX Active e il cemento trasparente i.light, in grado di aggiungere valore tecnologico e funzionale ai prodotti
convenzionali;
- calcestruzzi e malte per ripristini e rinforzi strutturali di edifici esistenti o di
nuova costruzione, con nuove ed elevate performance ad alto valore aggiunto;
- soluzioni tecniche finalizzate alla riduzione dell’impatto di CO2 nel settore industriale dei materiali da costruzione;
- networking con architetti e progettisti a livello mondiale per definire e diffondere
una cultura del costruire attenta all’ambiente e all’uomo.
youTrend - 53
SHARING
E WEB
A CACCIA
DEL LUSSO
SOSTENIBILE
TRA CONDIVISIONE E SCONTI CERCATI SULLA RETE, ECCO
LE NUOVE TENDENZE DEGLI ITALIANI
CHE NON VOGLIONO RINUNCIARE
ALLO STILE DI VITA PRE-CRISI
di Cleo Fuentes
C
ondividere, noleggiare, andare
a caccia di sconti, soprattutto
sul web. È questo il mood degli
italiani – ma non riguarda solo il nostro
Paese – alle prese con una congiuntura
economica che costringe milioni di
persone ad acrobatici equilibrismi
per tentare di mantenere uno stile di
vita il più possibile simile a quello a
cui erano abituati. E così si affacciano
nuovi fenomeni sociali. Uno di questi
è vivere in “condivisione”: se non si
resta direttamente a casa di mamma
e papà o non ci si appoggi a loro con
solerte frequenza per ogni attività, in
primis mangiare, oggi capita sempre
più spesso che si affittino case con altre
persone (amici nel migliore dei casi,
ma molto spesso sono sconosciuti in
caccia di indipendenza come noi). Chi,
invece, qualche anno fa ha deciso di
acquistare casa accendendo un mutuo,
nella tranquillità di una carriera che
pareva promettere meglio di come si è
rivelata in realtà, subaffitta ad altri per
sforbiciare la rata mensile.
54 - youTrend
{
Ventèe Privée, club a invito
in cui fino a poco tempo fa si acquistavano solo marchi
di abbigliamento, da qualche mese, si è lanciato
in vendite di ogni genere:
dalle lampade di design fino a trapani,
seghe, smerigliatrici, tutti dei migliori marchi sul mercato.
Ma la condivisione si fa anche su
altre cose, in primis l’auto. Non è un
caso che in molte province italiane
stia scoppiando il fenomeno del
car sharing. Per un numero sempre
crescente di persone, e anche per le
aziende, possedere un’auto oggi può
rappresentare un costo eccessivo: in
loro soccorso arriva il car sharing,
servizio che prevede l’uso collettivo di
un parco auto messo a disposizione a
un gruppo di utenti che le utilizzano
grazie ad un sistema di prenotazione e
ad un costo proporzionale all’utilizzo.
Il car sharing permette di avere
a disposizione un’auto adatta alle
esigenze familiari o aziendali (dalla
piccola utilitaria chic alla spaziosa
monovolume) senza possederne una
e senza quindi sostenerne i costi fissi
(bollo, assicurazione, manutenzione,
garage o parcheggio), ma pagando solo
in proporzione all’utilizzo. Insomma,
una soluzione ideale, in particolare per
chi con un veicolo percorre meno di
10mila chilometri all’anno. A proporre
il servizio sono aziende specializzate
private (Milano è stata la prima in
Italia a proporre il servizio), ma anche
pubbliche, come il caso della Provincia
di Trento, che ha creato Car Sharing
Trentino, una cooperativa voluta da
Trentino Trasporti Spa, Trentino
Trasporti (che si occupa di parcheggi,
bike sharing e altri servizi di mobilità),
la cooperativa Car Sharing BZ e
l’associazione Trentino Arcobaleno
di cui fanno parte anche Distretto
Tecnologico Trentino, la Fondazione
Bruno Kessler, l’Università di Trento,
l’Opera Universitaria, la Cassa Rurale
di Trento, la Cassa Rurale di Aldeno e
Cadine, la Cassa Rurale Valle dei Laghi,
l’ACI di Trento, Confesercenti del
Trentino, Consolida e Legambiente del
Trentino. Attualmente a Trento sono 13
le auto a disposizione (con parcheggi
dedicati sparsi per la città, dove non si
paga alcuna tariffa per il posteggio).
Quanto costa? Nel caso del Trentino
l’abbonamento singolo costa 150 euro
all’anno a cui si deve aggiungere una
tariffa oraria di 2 euro dalle 7 alle 22
(gratis dalle 22 alle 7) oppure una
tariffa chilometrica di 40 centesimi fino
alla percorrenza di 100 chilometri, che
si abbassa a 30 centesimi dal 101mo
chilometro in poi.
Per il cellulare, o più spesso per lo
smartphone che per quanto costosetto
evita l’acquisto di un pc, il surfare
tra tariffe e operatori diversi è ormai
diventato il leit motiv degli utenti
privati, anche se poi si telefona perlopiù
con Skype e si mandano messaggi con
WhatsApp, in entrambi i casi senza
spendere un centesimo.
Per fare la spesa, oltre a frequentare
più di un supermercato selezionando
ogni promozione e offerta della
settimana, tra 3x2 e prodotti “civetta”,
si può aderire a un gruppo di acquisto,
scegliendo a seconda delle disponibilità
economiche, tra formule che puntano
al risparmio tout court e altre che
hanno come priorità un approccio
più “etico” e “critico” alla spesa,
rifornendosi dai produttori locali e
incentivando così sempre di più il
chilometro zero, soprattutto per quanto
riguarda frutta, verdura e carne.
Poi c’è il web, a cui ci si rivolge per
cercare lussi scontatissimi. Partiamo
dalle vacanze, dove per risparmiare
ancora di più che con i voli low cost, si
fruga tra i mille siti che propongono
last minute e last second e talvolta si
sceglie la meta in funzione di quale
sia l’offerta più vantaggiosa. Tra i
siti più cliccati c’è Trivago, oppure
il club su invito Voyage Privée, che
offre opportunità di soggiorni di
lusso con sconti che vanno dal 30 al
70%. Chi è più giovane e disinvolto,
invece, si cerca un passaggio in
macchina cercando tra gli annunci
di roadsharing.com, autostop.it e siti
analoghi e poi si arrangia con il couch
surfing – letteralmente “surfare sul
divano” – grazie a una rete mondiale
(www.couchsurfing.org) che mette
a disposizione nella propria una
sistemazione che può andare dal divano
a una camera.
Sul web si va anche per gli svaghi di
una sera. Per permettersi una cena
al ristorante, un corso di yoga, un
massaggio, una seduta di cavitazione
per ridurre la cellulite o qualche
necessità meno voluttuaria, come
una visita oculistica o un impianto
ondontoiatrico dal dentista, si
attende che compaia un annuncio
sui siti groupon.it o groupalia.it., che
propongono ogni genere di servizio con
ghiottissimi sconti. La Rete è l’ancora
di salvataggio anche di chi vuole
acquistare una poltrona di seconda
mano magari recuperando qualche
soldo dalla vendita della mountain bike
che non serve più e ingombra il solaio:
in questi casi si ricorre all’ormai ovvio
eBay o a siti che offrono opportunità
di baratto. Lo stesso avviene per
l’abbigliamento: i fashion victim dal
portafogli ristretto possono concedersi
qualche vezzo attraverso i cosiddetti
swap parties, incontri autorganizzati in
cui i partecipanti si scambiano a costo
zero abiti e accessori. In alternativa,
per comprare un capo nuovo ci si
può rivolgere a siti “a invito” come
saldiprivati.com, in cui, come in un
outlet virtuale, si trovano supersconti
nel campo dell’abbigliamento. È nato
così, tutto tagliato sulla moda e i suoi
accessori, anche Ventèe Privée, club
a invito in cui fino a poco tempo
fa si acquistavano solo marchi di
abbigliamento, di lingerie, di scarpe e
di gioielli a prezzi davvero golosi. Da
qualche mese, però, questo portale di
matrice francese si è lanciato in vendite
a tempo di ogni genere: dai bulbi per
giardinaggio all’arredamento per il
giardino, dalle lampade di design ai
biglietti per i concerti, dai motorini
fino a trapani, seghe, smerigliatrici,
tutti dei migliori marchi sul mercato.
Non sembra fantascienza pensare che
tra poco ci troveremo anche i sacchi di
cemento e le tegole per il tetto.
QUELLI DAL POLLICE EDILE
Quelli che hanno una solida tradizione nell’estrazione e nella lavorazione degli aggregati silicei.
Quelli che puntano all’innovazione e ad una ricerca d’avanguardia come da DNA del gruppo Mapei.
Quelli che con professionalità e passione hanno saputo rispondere alle esigenze del mercato edile.
Siamo quelli di VAGA e ci impegniamo a costruire con VOI un futuro più solido.
Costa de’ Nobili (PV) - tel. +39 0382.727111
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L’Italia
che cambia:
più famiglie,
più stranieri,
più poveri e
più cemento
Dai primi risultati del Censimento Istat
molte conferme e qualche amara sorpresa
di Federico Della Puppa
È
il ritratto di un’Italia fortemente
cambiata, quello che emerge
dai primi risultati provvisori
pubblicati dall’Istat ad appena sei
mesi dal Censimento. Sono dati che
vanno commentati e letti per ciò che
rappresentano: un primo indicatore
sui cambiamenti che negli ultimi dieci
anni hanno attraversato il nostro Paese,
cambiamenti sostanziali e strutturali
con i quali dovremo rapportarci per
il futuro. Ma pur sempre provvisori,
dunque con alcuni elementi di
parzialità che andranno ponderati
quando i dati definitivi saranno
disponibili. In particolare i dati di
molte grandi città, comprese Roma e
Milano, sono solo stimati in quanto,
come dichiarato dall’Istat, ad uno
“stadio di lavorazione relativamente
meno avanzato”. In ogni caso, al di là
della parzialità, il censimento conferma
quanto già sapevamo studiando i dati
anagrafici: siamo un paese che cresce
poco in popolazione ma moltissimo
in nuclei familiari. Dal 2001 al 2011 la
56 - youTrend
popolazione è aumentata di 2.468.900
residenti (+4,3%), ma le famiglie sono
passate da 21,8 a 24,5 milioni, con
un incremento di 2,7 milioni, pari ad
una crescita tripla (+12,4%) rispetto ai
residenti. Questa dinamica la si trova
anche negli indicatori relativi agli
stranieri residenti, passati dal 2,3%
al 6,3% del totale, e delle situazioni
di disagio abitativo acuto, passate da
22mila ad oltre 70mila. Cresce dunque
la complessità della società italiana,
ma cresce anche la precarietà, due
elementi ai quali va associato un altro
dato che emerge dalla lettura dei
dati: la forte crescita del patrimonio
edificato e di quello non utilizzato. In
dieci anni sono stati costruiti l’11% in
più di edifici, portando il loro numero
ad oltre 14 milioni, e 1,6 milioni
di abitazioni. Ma se si confronta il
numero di abitazioni occupate da
residenti (23.998.381) con il numero
totale di alloggi (28.863.604) emerge
che sono ben 4.865.223 le abitazioni
non occupate o occupate da non
residenti. Un valore elevatissimo, che
nelle stime dell’Istat si ridurrebbe a
2,7 milioni per le non occupate. I dati
definitivi consentiranno una migliore
analisi, ma è di tutta evidenza che
nel decennio si è avuta una grande
crescita edilizia speculativa, che ha
occupato suolo e realizzato alloggi
invenduti e vuoti che non generano
alcuna economia (un alloggio vuoto
non è arredato) e alcuna funzione
sociale (un alloggio vuoto non è
vissuto). La fotografia dell’Istat riporta
un’Italia che è stata attraversata dal
grande boom della produzione non
residenziale (la maggior parte degli
{
In dieci anni sono
stati costruiti l’11% in più
di edifici, portando
il loro numero ad oltre
14 milioni, e 1,6 milioni
di abitazioni.
edifici nuovi) e dalla costruzione di
nuove abitazioni che, tuttavia, oggi
per le loro caratteristiche tipologiche
e localizzative, non trovano mercato.
Dunque, tra le pieghe del censimento
si trovano importanti informazioni
per farci comprendere non solo come
siamo cambiati, ma anche come e
dove intervenire per riequilibrare gli
squilibri che i dati Istat raccontano.
Se si parla di bio-architettura,
siamo nel nostro ambiente.
Un ambiente che conosciamo perfettamente, come dimostrano gli importanti riconoscimenti che la Linea
Bio-Architettura Puracalce ha ottenuto dai più prestigiosi Istituti italiani e europei (ANAB-ICEA, IBO e IBN) e la
certificazione LEED® (Leadership in Energy and Environmental Design), che attesta gli edifici ambientalmente
sostenibili. E come dimostrano i nostri 300 anni di storia nella produzione di calce. È da questa storia che oggi
nascono prodotti come il K 1710, l’unico intonaco tradizionale a base di pura nano-calce, e tutta la gamma di
soluzioni ecocompatibili per l’edilizia bio. Per costruire case a misura di natura, nel pieno rispetto dell’ambiente.
www.fassabortolo.com
GLI ACCESSORI
E LE NUOVE
PERFORMANCE
DELL’INVOLUCRO
EDILIZIO
Dörken LANCIA IL DELTA-ETV System, IL SISTEMA IN GRADO DI RISPONDERE IN MODO
TECNOLOGICAMENTE ALL’AVANGUARDIA, MA ANCHE SEMPLICE E VELOCE, AI TRE MUST
DELL’Edilizia di oggi e di domani: ERMETICITà, TRASPIRAZIONE E VENTILAZIONE
di Nicola Zeni
S
i chiama ETV ed è un nuovo
acronimo destinato a lasciare il
segno. Non ha niente a che fare
con la sigla di un treno ad alta velocità,
anche se le nuove performance
dell’involucro edilizio corrono più
di un Freccia Rossa o del nuovo
Italo lanciato da Montezemolo&co.:
Delta-ETV System è il sistema per
l’ermeticità, la traspirazione e la
Gabriele Nicoli
58 - youTrend
ventilazione degli involucri edilizi
sempre più performanti e certificati,
che Dörken lancia sul mercato in
questi giorni, frutto di un know
how e di un’esperienza secolari. La
multinazionale tedesca che è tra i
più grandi produttori di schermi e
membrane traspiranti, nonché di
membrane alveolari e di accessori per
l’edilizia, ancora una volta si dimostra
all’avanguardia con il suo ETV System,
coniato ad hoc per rispondere in modo
semplice ed efficace alle richieste del
mercato edile. A raccontare le ultime
novità di mercato è l’amministratore
delegato di Dörken Italia, Gabriele
Nicoli.
Il mercato delle costruzioni
attualmente cosa cerca?
La direzione che sta prendendo
l’evoluzione del settore è ormai
cosa nota: si punta in primis alle
ristrutturazioni in chiave di efficienza
energetica, per rispettare le nuove
normative in vigore e quelle che
verranno. I punti focali di tutti i
nuovi progetti sono l’efficienza
energetica, il comfort abitativo e il
rispetto dell’ambiente. Per garantire
le altissime prestazioni richieste agli
edifici di oggi, oltre alla protezione
degli involucri è necessario progettare
al contempo: superfici ermetiche
all’aria, al vento e all’acqua capaci di
migliorare l’efficienza energetica e di
evitare ingressi d’aria fredda e perdite
di calore; superfici traspiranti che
assicurino l’evacuazione dell’umidità
DELTA-VENT ROLL:
Sottocolmo ventilato in speciale tessuto centrale
non infiammabile in fibra minerale di vetro e bordi in
alluminio rinforzato, con banda adesiva butilica sui lati.
Dimensione: 310/370/400 mm x 5m
Colore: Nero, Marrone, Rosso
dagli isolanti termici e dalle strutture
in modo da garantirne la massima
durabilità; superfici ventilate in grado
di veicolare all’esterno il vapore
acqueo espulso tramite la traspirazione
e di convogliare all’esterno il calore
estivo.
La questione, oggi, è come mettere
in pratica tutto questo con sistemi
semplici e con costi “sostenibili”.
È proprio questo che si prefigge quello
che noi chiamiamo Delta-ETV System.
I prodotti Dörken a marchio Delta,
infatti, rispettano tutte le esigenze
normative, che siano strutturali,
termiche o igrometriche. Grazie alla
loro leggerezza, alla rapidità di messa
in opera e alle loro alte performance,
garantite da una tecnologia
all’avanguardia, sono in grado di
offrire a tutti i professionisti i massimi
vantaggi e la sicurezza di costruzioni
durevoli, energeticamente sostenibili
ed ecocompatibili.
Quali sono i vantaggi di Delta-ETV
System?
Il sistema permette un’ottimizzazione
delle superfici isolate e in particolare
la limitazione del rischio di condensa,
proteggendo l’isolante termico e
la struttura della costruzione; la
diminuzione delle perdite energetiche;
l’ottimizzazione del funzionamento
del sistema di ventilazione. La posa
in opera di schermi e membrane
traspiranti, da sole, non sono
sufficienti ad assicurare l’ermeticità
all’aria della superficie dell’involucro.
Un cattivo raccordo ermetico in
punti particolari o a livello di
elementi passanti (come le finestre,
gli abbaini, i condotti di ventilazione,
etc.) possono portare a dei disordini
nella costruzione isolata e a delle
dispersioni energetiche importanti. Per
questo motivo l’impiego di accessori
adatti e di qualità professionale
come quelli della gamma Delta
risultano fondamentali per assicurare
un risultato perfetto, sinonimo
d’impermeabilità all’aria, nel rispetto
delle norme in vigore.
Quindi anche gli accessori hanno un
ruolo strategico, anzi, fondamentale?
Certamente. Ed è proprio per questo
che Dörken ha ampliato e potenziato
la produzione di tutta la gamma degli
accessori Delta per l’ermeticità e la
ventilazione del tetto, in particolare
dei sottocolmi e dei raccordi per le
coperture. A completamento della
gamma dei sottocolmi Delta-Vent Roll
da quest’anno sono disponibili nuove
versioni in non tessuto, in metallo e
in rame. Anche la gamma di elementi
butilici in metallo Delta-Top Flexx per
il raccordo tra le tegole e gli elementi
in elevazione – quali murature, camini
e sfiati – è stata ampliata con la nuova
versione in rame e nuove larghezze
disponibili per ogni esigenza. Per
garantire la sigillatura dei punti più
difficili di finestre e abbaini, inoltre, è
stato creato Delta-Fas Corner, angolare
in grado di garantire la perfetta tenuta
all’aria e all’acqua. Si tratta di sistemi
semplici, di facile impiego, derivanti
dalla ricerca scientifica e tecnologica
dei nostri laboratori di Herdecke, in
Germania, che si basano su ritrovati di
ultima generazione (come, ad esempio,
le nanotecnologie e gli ultrasuoni), che
hanno richiesto enormi investimenti
da parte di Dörken.
Sistemi facili, ma tecnologicamente
avanzati che richiedono anche partner
formati e qualificati, in grado di
saperli proporre al mercato?
Sicuramente prodotti di questo genere
necessitano di partner all’avanguardia,
che investono in formazione: mi
riferisco a distributori di materiali
edili – ovvero il canale di vendita
di Dörken – moderni e aggiornati
in grado di proporre ai propri
clienti questi nuovi sistemi. Partner,
insomma, capaci di affrontare sia le
costruzioni tradizionali, sia quelle
di nuova generazione, sempre più
a secco e performanti dal punto di
vista energetico e della sostenibilità
ambientale. Del resto, è questa
l’edilizia del futuro.
Un’edilizia del futuro che è
sempre più normata in termini di
certificazioni, anche per quanto
riguarda i materiali da costruzione.
In questo contesto, i prodotti Delta di
Dörken sono pronti?
Dörken gode di tutte le certificazioni
e di tutte le marcature CE necessarie.
Anche per quanto riguarda il
regolamento UE 305/2011, che
entrerà in vigore il primo luglio 2013 e
riguarderà i materiali da costruzione –
prevedendo che tutti i prodotti
dovranno avere una dichiarazione
di prestazione e di durabilità di un
prodotto, chiamata DOP –, Dörken
è già in grado oggi di rispondere,
con tutti i requisiti e le certificazioni
necessarie, a questa nuova legge.
youTrend - 59
Visti al SALONE
e al FUORI SALONE
DEL MOBILE di Milano
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futu
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tra spritz e tartine, si
TRA DEMATERIALIZZAZIONE E JOBBISMO
ECCO I NUOVI TREND EMERSI DALLA KERMESSE
DI DESIGN Più “OPEN MIND” CHE CI SIA
di Carlo Ezechieli
L
a febbrile, frenetica e
animatissima Settimana del
Design Milanese si è conclusa
da pochi giorni. Un evento che da
ormai qualche anno, specialmente per
il Fuori Salone, si sta configurando
come un festival capace di coinvolgere
tutta la città e “distretti” ogni anno
più numerosi e attivi. E nonostante il
pubblico sia sempre più eterogeneo,
l’attrazione principale dei vari
appuntamenti siano più che altro
Spritz e tartine e nonostante – tra
vari, euforici, “uhu” e “aha” – perfino
fioristi e gommisti riescano ad esporre
la propria merce come prodotti “di
design”, è innegabile che la funzione
di sensibilizzazione dei cittadini ed il
ruolo di richiamo internazionale sia
fortissimo. Il Fuori Salone rappresenta
il lato culturale, creativo, talvolta
frivolo dell’evento, ma permette, sia di
dar vita ad un imperdibile simposio per
60 - youSPECIAL
produttori e progettisti, sia di radunare
a Milano un numero incredibile di
architetti e designer di classe mondiale.
Gli eventi sono numerosi, altrettante
sono le conferenze e le occasioni di
incontro. Il Fuori Salone non sembra
insomma aver subito il contraccolpo di
un momento di grande e traumatico
cambiamento nel mondo economico
e produttivo, come quello che stiamo
attraversando attualmente.
Questo, forse, per due motivi
fondamentali. Il primo è che buona
parte di ciò che viene definito come
fine design si colloca nella categoria
“lusso” che – anche per via di una
polarizzazione dei redditi sempre
più netta – non sta conoscendo crisi,
ed il secondo è perché il mondo
della progettazione vive proprio
sul cambiamento e, in qualche
misura, sulla capacità di disegnare
il futuro. Ed è su quest’ultimo punto
che – credo – quest’anno al Salone
sia emersa, più che una tendenza
o più tendenze, un filo conduttore
comune. L’Europa sta senza dubbio
invecchiando, lo spostamento verso
l’Asia è ormai marcato, come peraltro
lo è la bancarotta dei modelli di
produzione e commercio nel XX
secolo. Sono temi noti e di cui molti
autori stanno parlando ormai da
decenni. Tra gli altri Paul Hawken
fa riferimento alla necessità di
“dematerializzare”, ovvero di destituire
oggetti e prodotti dell’importanza che
hanno avuto finora, guardando invece
ai processi e “all’esperienza utente”
finale. Possedere una bicicletta non è
importante quando, grazie a una rete
ed un sistema di georeferenziato e
super-efficiente di gestione dati, posso
spostarmi in città con la stessa efficacia,
usando un sistema “dematerializzato”
di bike-sharing. Come non ha molto
senso curare la grafica ed il design
di copertina, quanto piuttosto lo è
scaricare senza intralci mp3 di alta
qualità sonora. E lo stesso succederà tra
pochi anni con il mito principe del XX
secolo: l’automobile. Non per niente,
mentre negli Stati Uniti, secondo
recenti sondaggi, la percentuale di
compratori di auto nuove è ormai
limitata agli ultracinquantenni, con
ovvi crolli delle vendite, il mercato
degli smartphone – meglio se con
“app” che permettono l’ottimizzazione
dei tragitti e della mobilità – è
letteralmente esplosa. E siamo solo
all’inizio.
Il concetto di “esperienza utente” e
stato teorizzato e messo in pratica da
Steve Jobs in molti prodotti Apple,
(ormai il termine “ jobbismo” si
potrebbe usare né più né meno come
“fordismo” si usava nel XX secolo)
il cui design, per quanto perfetto, è
del tutto neutro e astratto: un mero
supporto alle molteplici forme e
funzionalità proprie di uno schermo
touch-screen. Come peraltro seguono
la logica touch le notevoli (anche
se, purtroppo, ancora costosissime)
piastre di cottura “full induction” di
Gaggenau, come di altre ditte. Ma
come si muovono i designer all’interno
di questo motivo conduttore comune?
È interessante notare come in
un’intervista recente il guru Philippe
Starck, definendo il ruolo attuale del
designer, abbia fatto indirettamente
riferimento agli stessi concetti
formulati da Hawken. Secondo Starck,
il designer non è più un “ideatore”
di beni da possedere, ma di processi
ed esperienze rivolte all’utente. In
questo panorama cosa può fare
l’Europa mentre l’Asia – buttandosi a
capofitto in un’altra grande illusione
del XX secolo – continua a “crescere”?
L’Europa ha già compiuto il proprio
percorso di crescita, e ora ha una
storia su cui basare un futuro fondato
non sulla crescita, ma sull’evoluzione.
Come ha sottolineato il Premio
Pritzker (per gli architetti l’equivalente
del Nobel) Tadao Ando, uno dei
pochissimi architetti contemporanei
a realizzare un grande intervento
di restauro a Venezia, e presente
a Milano nella settimana appena
trascorsa: mentre l’Asia o altre parti
del mondo “crescono”, in modo spesso
dissennato, l’Europa ha la possibilità
di creare appoggiandosi al proprio
passato, migliorando strutture e
luoghi già esistenti. In conclusione,
è possibile pensare a una metafora,
valida sia per le città sia per i designer:
avendo già l’hardware, non si tratta
d’altro che migliorare il software.
Lo stesso successo del Fuori Salone,
che anima la città dall’interno è, se
si vuole, rivelatore di questo nuovo
atteggiamento.
61
CALORE
SOSTENIBILE
UNA RICERCA DI HONEYWELL ENVIRONMENTAL CONTROL
TRACCIA IL COMPORTAMENTO E I TREND DEGLI ITALIANI
E DEL RISCALDAMENTO (SEMPRE Più SOSTENIBILE) DELLE LORO ABITAZIONI
di Arianna Pace
A
mbientalisti, risparmiatori,
cercatori di convenienza e
peace–of-mind, cioè coloro
che non vogliono complicazioni
di nessun genere. Sono queste
le quattro tipologie in cui 1.800
intervistati proprietari di case o
appartamenti appartenenti a sei Paesi
europei (Italia, Francia, Germania,
Spagna, Olanda e Regno Unito)
sono stati suddivisi nell’ambito di
una ricerca condotta da Honeywell
Environmental Control (EVC Italia),
in collaborazione con la società di
marketing Consulting Marketing
& Inustrieberatung. Obiettivo della
ricerca? Capire i comportamenti dei
consumatori in tema di risparmio
ed efficienza energetica, con
particolare riferimento agli impianti
di riscaldamento e all’adozione di
sistemi di controllo della temperatura.
E sono i risparmiatori ad avere la
meglio, aggiudicandosi un bel 50%,
con una percentuale del 45,3% per
quanto riguarda gli italiani. Subito
dopo i cercatori di convenienza sono
rappresentati dal 30% del totale e dal
27,2% degli italiani; gli ambientalisti
dal 13% del totale e dal 17,4% degli
italiani; e i peace of mind dal 7,6%
complessivo e dal 10,1% in Italia. A
quanto pare, risparmiare sulla spesa
energetica non è più un semplice
gesto di riguardo verso l’ambiente, ma
diviene una vera e propria necessità,
come dichiara il 55% degli italiani
intervistati, mentre per il 41% l’uso
di tecnologie a tutela dell’ambiente
è un elemento importante, ma non
prioritario. «Certamente – conferma
Umberto Paracchini, marketing
62 - youSPECIAL
& comm. manager EVC Southern
Europe & Med. Area –, il risparmio
energetico, oltre a ridurre le
emissioni di CO2 e altri gas nocivi
per l’ambiente, è vantaggioso per
il portafoglio dei consumatori, e
in un momento particolarmente
difficile per l’economia, diventa
fondamentale aiutare i cittadini ad
adottare comportamenti che aiutino
a migliorare l’efficienza energetica
nella vita di tutti i giorni, attraverso
tecnologie appropriate e di facile
utilizzo». Honeywell Environmental
Control, infatti, si impegna a mettere a
disposizione soluzioni intelligenti per
il controllo del calore all’interno delle
abitazioni.
Ma qual è la tipologia di riscaldamento
più adottata dagli italiani? Le caldaie
a gas o gasolio raggiungono una
percentuale dell’84%, e il 18%, contro
la media europea del 10%, utilizza
pompe di calore, dimostrando
la propensione verso impianti di
riscaldamento ad alta efficienza
energetica. Per regolare e gestire la
temperatura dei locali, invece, il 69%
degli italiani ricorre al termostato
per controllare tutta la casa, mentre
sono pochi quelli che usano valvole
poste sui radiatori. Ad accomunare
tutti vi è l’abitudine di programmare
l’accensione e lo spegnimento del
riscaldamento. Solo il 6% dichiara di
non usare alcun metodo di controllo
della temperatura. Dall’indagine,
l’86% del campione italiano risulta
interessato a migliorare la gestione
del proprio riscaldamento, per lo più
per contenere i costi e gli sprechi di
energia (42%), poi anche a favore del
comfort abitativo (16%) e per integrare
il sistema di controllo in uso con altre
applicazioni tecnologiche (16%). Il
risultato è chiaro: le priorità sono
economizzare i costi di riscaldamento,
ridurre gli sprechi e l’inquinamento e
migliorare la gestione degli impianti
domestici.
I TITANI
DELL’EDILIZIA
TYTAN PROFESSIONAL È IL MARCHIO CHE RAPPRESENTA MODERNE SOLUZIONI
PER LE COSTRUZIONI STUDIATE AD HOC DAL GRUPPO SELENA.
LA LINEA DI PRODOTTI COMPRENDE SCHIUME POLIURETANICHE, SIGILLANTI, ADESIVI,
ANCORANTI CHIMICI E IMPERMEABILIZZANTI. SCOPRIAMOLI MEGLIO CON GIANLORENZO
COMUNIAN, BUSINESS DEVELOPMENT MANAGER DI SELENA ITALIA
di Leda Martinelli
L
a forza sorprendente dei titani.
Un’indissolubile certezza
dell’immaginario collettivo,
radicata in secoli di racconti mitici
e di grandi saghe, a cui il gruppo
internazionale Selena F.M. si è voluto
ispirare nella scelta di uno dei marchi
che più lo rappresentano nel mondo
e anche in Italia. «Tytan Professional
è la linea di prodotti professionali
dedicati al mondo dell’edilizia, della
ferramenta e dei colorifici – spiega
Gianlorenzo Comunian, business
development manager di Selena
Italia – costituito da una vasta
gamma di schiume poliuretaniche,
sigillanti, adesivi, ancoranti chimici
ed impermeabilizzanti. Soluzioni
innovative, certificate ISO 9001, che
offrono qualità professionale, elevate
prestazioni tecniche, e innovazione
frutto della nostra esperienza
internazionale». Proprio per dar
prova delle elevate prestazioni dei
suoi prodotti di fissaggio, Selena ha
64 - youPRODUCT
recentemente organizzato un evento a
dir poco singolare: ha fatto sollevare
a più di 25 metri di altezza una Mini
Cooper. La macchina, pesante più
di una tonnellata, è stata agganciata
a una barra filettata, fissata su un
blocco di cemento con il tassello
chimico Tytan Evolution, l’ancorante
per materiali compatti e forati. Una
bella sfida, che l’azienda ha saputo
superare brillantemente, forte anche
di un’esperienza decennale nel settore
della chimica per edilizia. «Investiamo
molto in ricerca e sviluppo – dichiara
Comunian – e ogni anno presentiamo
soluzioni innovative, che hanno come
caratteristica comune quella di dare al
posatore benefici tecnici ed economici,
garantendo al contempo la massima
affidabilità, oltre a rispondere in modo
completo a tutti i requisisti normativi».
Il Gruppo Selena si occupa di tutte le
fasi di sviluppo dei suoi prodotti, dalla
ricerca alla produzione, alla vendita che
coinvolge oltre cinquanta paesi in tutto
il mondo. Fiore all’occhiello della linea
Tytan Professional è Styro 753, il nuovo
adesivo poliuretanico per pannelli
isolanti e cappotti in polistirene,
che consente una posa semplice e
immediata grazie alla bombola con
pistola erogatrice. Altra novità di Selena
è Aqua-Block, «un prodotto innovativo
per il trattamento impermeabilizzante
e anti-infiltrazioni per terrazzi,
pavimenti e pareti – afferma il business
development manager della divisione
italiana – che, con una sola pennellata,
consente in maniera semplice e
funzionale di impermeabilizzare le
superfici, senza più demolizioni e
ripristini». Aqua-Block è un liquido
incolore composto da oligopolimeri
e nanoparticelle, che si legano
chimicamente ai materiali e agiscono
in profondità, senza creare pellicole
o cambiare il colore dei materiali, e
bloccando infiltrazioni d’acqua, pitture
scrostate o spaccature per effetto del
gelo. Presente sul mercato italiano
da circa tre anni, «Selena conta nei
prossimi due anni di raddoppiare i
volumi sul mercato italiano – dichiara
Comunian –. Una crescita che contiamo
di conseguire proponendo soluzioni
attraverso prodotti innovativi che
permettono di risparmiare costi e
accorciare tempi, dando un contributo
economico concreto, ai nostri
rivenditori e utilizzatori.
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LO STATO GENERALE
DELLE RINNOVABILI
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ENERGETICA A
SOLAREXPO
TORNA A VERONA LA KERMESSE CHE PUNTA I RIFLETTORI SULLE TECNOLOGIE GREEN
E L’ENERGIA. ECCO TUTTE LE COSE DA NON PERDERE
di Santina Muscarà
C
i sarà anche il ministro
dell’ambiente, Corrado Clini,
il 9 maggio a Solarexpo, in
occasione dell’evento di apertura
“Gli stati generali delle rinnovabili e
dell’efficienza energetica in Italia”,
appuntamento in cui le istituzioni
tecniche, GSE e Autorità per
l’Energia, si confronteranno sulle
politiche energetiche nazionali per
gli obiettivi europei al 2020, sui
nuovi regimi di incentivazione delle
rinnovabili elettriche, termiche e
delle tecnologie ad alta efficienza,
e sulle politiche strategiche per
la transizione a un’economia low
carbon. Dal 9 al 13 maggio, quindi,
le novità non mancheranno a
Verona. E all’esposizione fieristica
Solarexpo, fra le prime tre al mondo
specializzate sull’energia solare,
è affiancato il salone parallelo
Greenbuilding, che contribuisce a
rendere la manifestazione il punto di
riferimento per eccellenza del settore
nazionale delle rinnovabili. «Oltre
agli attori industriali nazionali delle
rinnovabili, vi partecipano anche tutti
i leader internazionali del solare»,
precisa Sara Quotti Tubi, direttrice
di Solarexpo&Greenbuilding, che ci
concede qualche anticipazione.
Quali sono le principali novità di
questa edizione?
Quest’anno la manifestazione propone
la terza edizione del progetto speciale
Solarch - building solar design &
technologies, che rappresenta la
continuità tra architettura sostenibile
e tecnologie solari. Per i visitatori
vi è un’ampia offerta tecnologica
anche grazie ai technology focus
in programma: PV Supply Chain;
CSP - Concentrating Solar Power e
Polygen dedicato alla cogenerazione
e trigenerazione. Ad arricchire
l’area espositiva ci sono poi le aree
esterne con in mostra le tecnologie
dedicate a Mini Wind Power, Solar
Parks Inverters, PV Sun-Trackers e
CSP - Concentrating Solar Power. In
programma anche la seconda edizione
di E:Move, l’evento dedicato alla
mobilità elettrica.
youSPECIAL - 65
Centro Congressi “Arena” - Galleria pad. 6/7
pad. 7B
(piano •
+1)
 Sala / room Rossini
 Sala / room Puccini
 Sala / room Bellini
 Sala / room Corelli
 Sala / room Green Doc
“Arena” Conference Centre - Gallery Halls 6/7
Hall 7B
pad. 3
Hall 3
 Sala / room Cimarosa
Galleria pad. 10/11
Gallery Halls 10/11
pad. 2
(piano terra •
)
 Sala / room Paganini
 Sala / room Donizetti
Hall 2
 Sala / room Stradivari
Centro Congressi “Palaexpo”
“Palaexpo” Conference Centre
(piano •
-1)
 Sala / room Verdi
 Sala / room Salieri
 Saletta / room Scarlatti
 Sala / room Vivaldi
 Saletta / room Tartini
 Sala / room Monteverdi
 Sala / room Da Palestrina
 Sala / room Albinoni
 Sala / room Marcello
 Sala / room Gabrieli
(piano •
+1)
 Sala / room Respighi
 Sala / room Mozart
pad. 4 - stand EPIA
Hall 4 - EPIA booth
 Sala / room Pergolesi
Centro Stampa - Galleria pad. 4/5
Press Centre - Gallery Halls 4/5
(piano •
+1)
 Sala / room Mascagni
 Sala Stampa / Press room
Ci sono novità rivolte alla formazione?
Sì, proprio quest’anno Solarexpo
lancia Green Doc, il progetto dedicato
all’alta formazione per la green
economy pensato per i visitatori della
manifestazione. Un’area espositiva
punto di incontro tra domanda e
offerta di corsi di alta formazione,
specializzazione e master promossi
da università pubbliche e private, enti
di formazione e business school. A
Green Doc vi sarà la presentazione
di corsi rivolti agli operatori delle
rinnovabili, dell’efficienza energetica
e dell’architettura sostenibile. Sempre
in un’ottica di servizio per il visitatore,
inoltre, riproponiamo Meet&Deal,
il servizio gratuito di matchmaking
che facilita l’organizzazione e la
pianificazione degli incontri di
business che si svolgeranno nel corso
della manifestazione presso gli stand.
Grazie a Meet&Deal i visitatori possono
così pianificare i propri incontri con gli
espositori.
Quali sono i prodotti più innovativi
che saranno esposti?
Tra le tante anteprime proposte,
vi sono sistemi intelligenti green,
completamente integrati, per la
produzione di energia elettrica, calore
e raffrescamento; pannelli fotovoltaici
innovativi semi trasparenti, vetrovetro, con celle rosse, o neri per
SCHERMATURE SOLARI PROTAGONISTE Del programma convegnI ISTANT SHOWS
Basta segreti per quanto riguarda le schermature solari e il loro ruolo nel rapporto con
gli involucri architettonici. Il 10 maggio dalle 10 alle 13 a Solarexpo&Greenbuilding,
infatti, Assites (Associazione Italiana Tende, Schermature Solari e Chiusure Tecniche
Oscuranti) dedica un focus a questo tema, intitolato “Schermature solari: incentivo alla
qualità energetica degli edifici”. Tra gli argomenti, in primo piano anche le politiche di
incentivazione che l’Europa e l’Italia riservano agli interventi di efficienza energetica
degli edifici. Ad aprire il convegno Alberto Danieli, presidente di Assites, e a seguire
intervengono Vincenzo Corrado, professore del Politecnico di Torino; Michele Zinzi,
ingegnere collaboratore di Enea; Gaetano Fasano, architetto collaboratore di Enea.
Infine le aziende associate F.lli Giovanardi, Frama e Somfy presentano le loro relazioni.
66 - youSPECIAL
“mimetizzarli” sui tetti; pannelli i cui
livelli di efficienza sono sopra la media.
Poi ci sono gli inverter, con nuovi
modelli adatti a tutte le esigenze, non
solo per le tecnologie fotovoltaiche
ma anche per quelle eoliche; inverter
monofase senza trasformatore e ad
elevate prestazioni. E poi ancora,
sistemi di monitoraggio, di controllo
e simulatori. Nell’ambito di E:Move
vi sono interessanti novità da parte di
Bmw, Tesla, Renault, ma anche sistemi
innovativi di ausilio alla mobilità
elettrica.
Con la riduzione delle agevolazioni
previste per il fotovoltaico, cos’è
cambiato nel settore dall’anno scorso
e quali sono le prospettive future?
Il V conto energia è un provvedimento
che presenta luci e ombre.
Certamente si poteva prevedere un
accompagnamento del settore alla
grid-parity in modo più soft, invece
così come è stato formulato rischia di
penalizzare in modo serio il settore
proprio nel momento in cui si è a un
passo dalla competitività economica del
fotovoltaico. C’è tuttavia da dire che il
provvedimento prevede un corridoio di
installato di 2-3 GW di nuova potenza
installata all’anno, oltre a un aumento
di quota di energia rinnovabile al 2020
da 26% a 32-35%. Per il futuro l’Italia
punta comunque a rimanere il secondo
mercato del solare al mondo, inoltre i
prezzi delle tecnologie diminuiranno
e la competitività economica del
fotovoltaico sarà sempre più vicina.
Oggi per superare questo momento
di difficoltà del mercato, ma anche di
consolidamento, le aziende devono
fare fronte comune e restare compatte,
guardando anche ai mercati oltre
frontiera.
E per finire, qualche numero
riguardante la fiera…
Le aziende espositrici e case
rappresentate di questa edizione sono
1.230 – l’anno scorso erano 1.400 –;
il 40% degli espositori sono esteri,
provenienti da 40 nazioni europee
ed extraeuropee e prevediamo
oltre 70mila visitatori professionali.
La superficie espositiva supera i
100mila mq ed è suddivisa in undici
padiglioni. In programma ci sono
sessanta appuntamenti, tra convegni,
seminari, corsi ed eventi collegati in
calendario, con 300 relatori nazionali
e internazionali presenti e 6mila
partecipanti attesi.
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2
1
3
5
6
8
9
4
7
1 Bauder presenta il sistema verdepensile
estensivo che secondo le sperimentazioni
eseguite da enti italiani è risultato il
sistema con minor impegno manutentivo.
Galleria 10-11, postazione 1.
2 Blocco 44/18 c/grafite Isotex.
Bioedilizia, antisismica, termo-acustica
e traspirabilità, Rei 180. Solarexpo,
pad. 10, stand F 2.7.
3 Caparol presenta Capatect OrCa
DarkSide - Carbon Edition, che
definisce nuovi standard per i sistemi di
isolamento termico a cappotto. Stand
all’interno dell’area Anit.
68 - youSPECIAL
4 Diathonite Deumix, intonaco
7 Accessori della Linea Rubbersolar
deumidificante ed isolante naturale
ecocompatibile proposto da Diasen.
Greenbuilding, pad. 10, stand F 2.1.
5 Nuova linea di sistemi di montaggio
pensata da Enerpoint per
l’installazione di impianti fotovoltaici
sulle coperture più comuni. Solarexpo,
pad. 5, stand E 2.1.
6 Sistema di montaggio Knubix 100,
ideale per tetti piani che possono
supportare bassi carichi statici. Ibc
Solar, Solarexpo, pad. 7, stand D 3.1.
per impianti fotovoltaici tradizionali o
tecnologici e apparecchiature leggere
in copertura. Imper, Solarexpo, pad. 1,
stand C 3.1.
8 Nova EnergyFlex: potenza, leggerezza
e affidabilità. Elementi perfetti per
l’integrazione architettonica. Novaglass,
Solarexpo, pad.1, stand B 4.1.
9 Pannello solare ibrido di Brandoni
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di energia e calore. Solarexpo, pad. 7,
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risparmiata è la fonte di energia più
intelligente, più disponibile e più pulita.
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della cultura del sistema a cappotto:
per edifici energeticamente efficienti,
eco-sostenibili e confortevoli per l’intera
comunità. Quindi, uscite allo scoperto.
Con orgoglio!
speciale Solarexpo
10
11
12
13
15
14
16
17
10 Oventrop propone il nuovo Set di
13 Spyrogrip: isolamento a cappotto con
montaggio OV-TRV per radiatori che
include il termostato Vindo, la valvola
termostatica Serie A e il detentore
Combi 2. Solarexpo, pad.2, stand B 7.1.
11 Conergy Complete 200: nuovo sistema
fotovoltaico dall’elegante finitura
nera, alternativa perfetta alle tegole.
Solarexpo, pad. 4, stand C 5.1.
12 Growmat, sistemi innovativi brevettati per il verde pensile a bassa
manutenzione di Perlite Italiana.
Greenbuilding, stand Aivep, pad. 10,
stand D 2.4.
70 - youSPECIAL
denti di aggancio per una complanarità
automatica e gole per l’ancoraggio
senza l’uso di tasselli. Pontarolo
Engineering. Solarexpo, pad. 10, stand
C 4.4.
14 Serisolar presenta la “finestra 4
stagioni” con pellicola antisolare ad
alte prestazioni. Greenbuilding, pad.
10, stand E 3.1.
15 4Roof di Silfab, moduli con profilo
ad incastro per impianti integrati a
massima incentivazione, fino a +80%.
Solarexpo, pad. 5, stand F 2.1.
18
16 X-22 di XPark, modulo da 222 Wp ad
alta efficienza, 60 celle multicristalline,
tolleranza positiva 5%, 20 anni
garanzia. Solarexpo, pad 5, stand B 7.1.
17 Uni-Solar presenta i nuovissimi
PowerBond ePVL e PowerBond Dual
ePVL a potenza maggiorata. Solarexpo,
pad. 1 (Solarch), stand C 2.1.
18 Sistema di montaggio integrato
SunPlain di SolarWorld per un
impianto fotovoltaico innovativo per
tetto inclinato. Solarexpo pad. 4, stand
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IL SISTEMA
ENERGETICO
ITALIANO A CACCIA
DI NUOVE STRATEGIE
GIORGIO BERGAMINI, PRESIDENTE DI ASCOMAC COGENA, LANCIA L’APPELLO
PER RAGGIUNGERE AL Più PRESTO GLI OBIETTIVI EUROPEI. STRATEGIE
CHE PASSANNO OBBLIGATORIAMENTE ATTRAVERSO LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI
di Sofia Marsigli
«L’
Italia deve puntare sul
connubio “efficienza/
risparmio energetico e
fonti rinnovabili” quale importante
occasione di sviluppo economico e
sociale, oltre che opportunità per
un nuovo mercato sostenibile e per
nuove professionalità». Queste le
dichiarazioni di Giorgio Bergamini,
presidente di Ascomac Cogena,
in occasione dell’Audizione della
Commissione Ambiente, Territorio
e Lavori Pubblici della Camera dei
Deputati in merito all’indagine
conoscitiva sulle politiche energetiche
da fonti rinnovabili, avvenuta lo
scorso marzo. In poche parole,
Giorgio Bergamini
secondo la federazione serve una
nuova strategia energetica del Paese
per il raggiungimento degli obiettivi
europei, considerando inoltre che
«il sistema energetico nazionale è
caratterizzato ancora da forti elementi
di criticità e vulnerabilità e questo
fattore penalizza la crescita produttiva
a causa del permanente gap in termini
di prezzo, ma anche per un deficit
infrastrutturale rispetto ad altri paesi
europei», sostiene Bergamini. La
strategia suggerita dovrebbe prevedere
un quadro legislativo che sviluppi la
generazione distribuita di energia e le
reti energetiche private, azioni volte al
contenimento dei consumi finali, e la
promozione di strumenti di sostegno
non speculativi per aziende e cittadini
che decidano di investire nell’efficienza
energetica e in fonti rinnovabili.
Ma vediamo, nello specifico, quali
sono le principali proposte di Ascomac
Cogena.
RISPARMIO ENERGETICO
DEGLI EDIFICI
Il 40% del consumo globale di
energia dell’Unione europea è dovuto
agli edifici, «pertanto – suggerisce
Carlo Belvedere, segretario
generale di Ascomac Cogena –
riteniamo indispensabile avviare
72 - youSPECIAL
Carlo Belvedere
la riqualificazione energetica del
patrimonio immobiliare attraverso
seri audit energetici, l’attuazione
di un meccanismo di certificazione
energetica per tutti gli edifici, fino a
raggiungere l’obiettivo di costruzioni e
infrastrutture a impatto quasi zero».
GENERAZIONE DISTRIBUITA DI
ENERGIA ELETTRICA E TERMICA
Per mezzo della generazione distribuita
di energia elettrica e termica ognuno
potrebbe autoprodursi e consumare
energia verde ed efficiente. «Il nostro
Paese – afferma Bergamini – necessita
di una normativa specifica affinché
si sviluppino reti intelligenti private a
supporto della generazione distribuita
di energia da fonti rinnovabili e da
cogenerazione ad alto rendimento».
RETI ENERGETICHE PRIVATE
Solo grazie alle reti energetiche
intelligenti e private si avrebbe lo
sviluppo della generazione distribuita
in quanto diverse realtà, come aree
artigianali, industriali, commerciali,
centri servizi direzionali, centri
commerciali, centri residenziali,
condomini, avrebbero la possibilità
di autoprodursi energia. Invece,
secondo la legge vigente, questi soggetti
economici, non essendo riconosciuti
come “stabilimento industriale”, pur
avendo una produzione di energia
alimentata da fonti rinnovabili o da
cogenerazione ad alto rendimento,
possono trasferire a negozianti,
affittuari e condomini, solo energia
termica ma non energia elettrica.
Sarebbe molto più economico utilizzare
energia prodotta in sito piuttosto
che acquistarla dal sistema elettrico.
«Inoltre – segnala ulteriomente
Bergamini – mentre da un lato si
sostiene l’autoconsumo in sito di
energia da parte di un cliente finale,
dall’altro si penalizza l’autoconsumo
di una pluralità di clienti finali
aggregati connessi nello stesso sito
di produzione di energia, con danno
dell’efficienza diffusa». Ascomac
Cogena ha quindi segnalato questo
trattamento discriminatorio tra reti
elettriche private all’Autorità garante
della concorrenza e del mercato «che
– informa Belvedere –, ha confermato
le tesi sostenute dalla federazione già
dal 2008». Ora tocca al governo e al
parlamento rivedere l’intera materia.
FISCALITà ENERGETICA
Come promuovere la generazione
di energia da fonti rinnovabili se il
consumatore per scegliere l’energia
verde è costretto a pagare più volte?
Ecco che è necessario lo sviluppo del
mercato e la tutela del consumatore,
«distinguendo innanzitutto le due
fasi di investimento in tecnologia e
nell’esercizio della stessa, la prima
a carico della fiscalità generale e
la seconda a carico della bolletta
energetica termica ed elettrica»,
afferma Belvedere. Bisogna quindi
spostare l’investimento sulla fiscalità
generale e mantenere l’esercizio a
carico della bolletta energetica perché
oggi il cliente finale, pur contribuendo
allo sviluppo, non riceve alcun
beneficio.
Altra proposta di Ascomac Cogena
riguarda l’inserimento di un regime
fiscale specifico riferito al combustibile
usato da unità di cogenerazione ad alto
rendimento: «La cogenerazione utilizza
il combustibile solo per generare
elettricità e non per generare calore
che, con processo virtuoso, ma senza
bruciare combustibile, è recuperato
dal raffreddamento del motore e dai
fumi di scarico – spiega Belvedere -.
Non riteniamo corretto applicare al
calore recuperato un’accisa in funzione
dell’uso civile o industriale, proprio
perché il combustibile non è utilizzato
a fini di produzione di calore, come
nel caso di una caldaia, ma oggetto
di recupero quale cascame termico
derivante da produzione di energia
elettrica».
speciale
tetto
za
odotti di tenden
ecco gli ultimi pr
74 - youSPECIAL
di Arianna Pace
O
rmai non è più una novità
considerare il tetto un sistema
integrato, pensato soprattutto
in funzione degli standard imposti
dalle normative e dagli obiettivi del
2020. Perché l’efficienza energetica
comincia proprio dall’alto. Aziende,
imprese e progettisti l’hanno capito da
tempo e prodotti e soluzioni risultano
sempre più all’avanguardia e in linea
con le nuove esigenze. Sempre più
facile è, inoltre, trovare pacchetti
completi in base alle diverse coperture.
Ottimi dal punto di vista ambientale
youSPECIAL - 75
speciale tetto
isolanti. Non ultimi vetroresina e
vetro che possono durare per decenni
senza rompersi e offrono un buon
comfort termico interno, consentendo
una maggiore illuminazione naturale
e ricorrendo alle schermature solari
per il problema del surriscaldamento
estivo.
sono materiali come legno, metallo,
laterizi, vetro e plastica, ognuno in
grado di riparare, isolare e resistere
alle intemperie. Forse il tetto in
laterizio è il più presente nel nostro
Paese: non più solo di colore rosso,
viene proposto in diverse tonalità
integrandosi armonicamente con il
territorio circostante. I tempi di posa
si accorciano e l’installazione è sempre
più semplice anche per il laterizio che,
tra le tante qualità, concilia durabilità,
estetica e attenzione all’ambiente,
essendo riciclabile e riutilizzabile per
più cicli. La leggerezza è invece la
caratteristica principale dei sistemi
costruttivi a secco, che lasciano
spazio anche alla realizzazione di
strutture architettoniche dal design
innovativo, dando vita a tetti curvi,
piani e con differenti finiture che
arrivano in cantiere già pronte. La
manutenzione delle coperture a secco
è minima e la posa estremamente
veloce, così da avere costi convenienti
e tempi ridotti. Le coperture in
metallo sono in crescita, soprattutto
in alluminio, spesso utilizzato già
riciclato e dotato di grande resistenza.
Impermeabilizzazione, ventilazione,
isolamento termico e acustico
raggiungono risultati elevati anche
grazie all’accoppiamento di altri
materiali al metallo, per esempio
il polistirene espanso. L’utilizzo di
soluzioni stratigrafiche appositamente
studiate permette una ventilazione
e un raffrescamento adeguati alle
diverse stagioni. Nell’intradosso
76 - youSPECIAL
il materiale prediletto è invece
il legno, che negli ultimi anni è
tornato ad essere protagonista su più
fronti, coperture incluse. Tra le sue
peculiarità vi è la sostenibilità, infatti
il legno riduce o elimina le dispersioni
e i ponti termici apportando benefici
ai consumi energetici, che ovviamente
diminuiscono. Dal punto di vista
estetico il legno offre soddisfazioni,
richiamando finiture di pregio e
consentendo anche lavorazioni
prefabbricate. I pannelli in legno e
le finiture proposte dalle aziende
possono essere a strati incrociati,
scatolari, soluzioni piene o riempite
in un secondo tempo con materiali
Una trasmittanza da record
L’unico cupolino che è anche una finestra.
Da VELUX l’unico cupolino con vetro piano interno bassoemissivo Uw = 0,72 W (m2K)*.
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Programmabile e operabile con un semplice telecomando, il cupolino VELUX può essere
completato con tende interne ed esterne per il controllo dinamico dell’irraggiamento solare.
*calcolato su una superficie di 2,79 mq.
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speciale tetto
3
2
1
5
6
8
9
4
7
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4 Torggler presenta la schiuma
7 Derbilight di Derbigum è un
H 50 o 90 mm, adatto per tetti verdi
con inclinazioni anche superiori al
15%.
2 Fila HP98 di Fila Surface Care
Products, idrorepellente a base acqua,
ottimo anche per la protezione del
tetto. Difende i materiali dall’usura
degli agenti atmosferici.
3 Metroquadro Perfetto è il sistema tetto
di Vardanega: tre kit full optional che
incontrano le esigenze tipiche di ogni
zona d’Italia.
poliuretanica Sitol Schiumapur
Coppi versione “Manuale”,
confezionata in bombola aerosol e
specifica per l’incollaggio di coppi.
5 Sistema Pavafloc + Expander:
isolamento termico insufflabile
in fiocchi di cellulosa con
sottostrutture in legno. Firmato
Naturalia-Bau.
6 Aercoppo di Aertetto, il vero
sistema di ventilazione secondo
norma UNI 9460/2008.
lucernario tubolare che capta e
diffonde la luce solare distribuendola
uniformemente all’interno
dell’immobile.
8 Bituver Positive Roof di Saint- Gobain
è l’innovativa gamma di soluzioni
integrate per tetti fotovoltaici
impermeabilizzati ed isolati.
9 Posizionando sulla copertura
orizzontale dell’edificio i casseri Iglu’
di Daliform Group si isola l’edificio dal
caldo e dal freddo.
78 - youSPECIAL
Cesarea Anticondensa
Cesarea
10
Lariver
11
12
10 Il Tetto SanMarco: un’offerta
integrata con accessori
funzionali e in laterizio per
soluzioni pronte ad alte
prestazioni.
11 LecaMix Facile di Laterlite, il
massetto leggero e isolante in
argilla espansa Leca per strati
isolanti in coperture e terrazzi.
12 Conergy PowerPlus edizione
Noir, con celle e una lamina
posteriore nere, l’alternativa di
design ai classici moduli blu.
Cesarea, il sistema
di copertura e sovracopertura:
ecologica, senza manutenzione.
Lariver: l’ampia gamma
di laminati translucidi
per coperture e rivestimenti.
Cesarea Anticondensa
l’evoluzione nella copertura:
risposta all’umidità.
Divisione Edilizia
20019 Settimo Milanese - Via Manzoni, 28/32
Tel. 02/33505.1 - Fax 02/3286415
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speciale tetto
13
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19
20
15
18
21
16 Tettofacile strutture modulari e
13 Da Mapei Aquaflex Roof, membrana
elastica liquida con fibre, pronta
all’uso, per impermeabilizzare in
continuo superfici da lasciare a vista.
14 Guttatermic Bio, Gutta 3 Punti e
Guttafol, il sistema tetto veloce,
naturale, resistente e sicuro. Firmato
Gutta Italia.
15 Solaio portante in lamellare Pircher
che sostituisce il sistema tradizionale
costruttivo e rende possibile la
copertura di luci senza supporti
intermedi.
80 - youSPECIAL
Tettofacile casa di Polimeni. Per
una casa antisismica venti volte più
leggera di quelle in cemento armato
ma con la stessa solidità.
17 Koramic, tegole in cotto proposte da
Wienerberger. Naturali e costruite
nel più elevato rispetto della
preservazione delle risorse naturali.
18 Lastre Ytong di Xella per realizzare
solai e tetti di edifici residenziali
con un’estrema velocità di posa,
leggerezza ed ottimo isolamento
estivo ed invernale.
19 Isocoppo di Fibrotubi: lastra metallica
coibentata a forma di coppo in linea con
le più recenti prescrizioni in materia di
efficienza energetica.
20 Brianza Plastica presenta il nuovo
pannello sottotegola Isotec XL Plus con
guarnizione in PVC che incrementa la
resistenza alle infiltrazioni.
21 Pro.Tetto di Industrie Cotto Possagno
è la linea di dispositivi anticaduta
progettata per garantire sicurezza,
praticità e modularità estreme a chi
opera in quota.
22
23
24
25
22 Sistema Tetto Wierer: dieci soluzioni
progettuali studiate per limitare la
dispersione termica del tetto.
23 Coperture T74 Building di Pilosio
adatte al fissaggio su qualsiasi
ponteggio e veloci da montare. Ideali
anche per restauro, manutenzione,
industriale, eventi.
24 Sistema Arco Plus di Alubel, la
soluzione altamente tecnologica anche
in caso di coperture curve.
25 Con Xenergy SL, Dow Building
Solutions offre al mercato la nuova
generazione di polistirene estruso per
edifici a energia quasi zero.
speciale tetto
26
27
29
28
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32
33
26 Cover-Life, distribuito da First
31 Traspir 150 TT evo di Rothoblass:
Corporation, presenta il nuovo
modello di copertura industriale Euro
Greca per tetti a falda piana, centinata
o per il tamponamento verticale.
27 Gambale presenta Eurosole, un
basamento composto da speciali
mescole ad alta resistenza, che integra
impianti fotovoltaici e solari termici.
28Sistemi Pràtiko e Vèntilo di Mpe
Building Area, prodotti evoluti per
l’isolamento termico delle coperture
che assicurano comfort e risparmio
energetico.
29 Nuovi sistemi da sottocopertura
“SC” di Onduline: Lastre Polivalenti
economiche, robuste, ventilate,
impermeabili.
30 Pannello Splendido di Over-all,
prefabbricato ventilato per coperture,
composto da isolante termoriflettente
Over-foil più pannello in EPS.
telo sottotegola a tre strati con
membrana tecnica resistente alla
pioggia battente.
32La Linea Vita 795 Massif di Würth
comprende una gamma completa
di prodotti anticaduta, certificati in
acciaio inox A2, con prestazioni e
qualità garantite.
33 Zefyro di Akiba è il sistema per
coperture ventilate ad alte prestazioni,
semplice e veloce da applicare, sia in
fase di ristrutturazione che di nuova
costruzione.
34 Ambrotecno presenta Styrodur C,
l’isolante termico di colore verde
prodotto da Basf, ideale per la
realizzazione di tetti verdi.
35 Greypor X è la soluzione di Lape
per edifici a consumo quasi zero
ideale anche per tetti a falda in
laterocemento.
82 - youSPECIAL
34
35
36
37
36 Solida, estradosso ventilato con doppio
38 Delta-Liquixx è il nuovo prodotto, di accompagnamento a schermi al vapore, sviluppato da
strato di pannelli, di cui uno sottoposto
a carico e uno non sottoposto a carico,
proposto da Termolan.
37 Il pannello BetonEco di BetonWood
è realizzato con cementolegno ad alta
densità e lana di legno mineralizzata.
38
Dörken per sopperire alle difficoltà di resa ermetica di alcune difficili situazioni strutturali
come gli elementi di raccordo, spigoli e discontinuità del tetto. Grazie a una formula chimica
innovativa che conferisce al prodotto proprietà adesive hi-tech, Delta-Liquixx risulta essere
un prodotto dalle applicazioni universali, compatibile con la maggior parte dei materiali di
costruzione come legno, materiali a base di legno, metalli e materiali in plastica. Delta-Liquixx
è, inoltre, in grado idi evitare l’interruzione del lavoro durante il processo di essiccazione.
FINESTRE DA TETTO
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, diceva Dante nella Divina Commedia alla
fine del suo viaggio all’Inferno.
Perché le stelle rappresentano un buon presagio, oltre che la meta desiderata.
E anche perché da sempre l’uomo contempla il cielo con sguardo affascinato.
Di certo, però, una volta chiusi nelle proprie case diventa difficile concedersi
un momento per guardare il cielo.
A meno che sul nostro tetto non siano installate comode e, perché no, romantiche, finestre da tetto. Con apertura ad angolo, doppia, a bilico, a vasistas,
panoramiche, a balcone, lucernari, eccetera.
Le possibilità sono tante e oggi le aziende produttrici propongono prodotti
sempre più tecnologici, innovativi e attenti alle recenti normative in materia
di isolamento ed efficienza energetica. E le spese di riscaldamento in inverno
e raffreddamento in estate diminuiscono. Non solo luce naturale e ventilazione
che le normali finestre da parete non possono offrire, ma anche lunga durata,
sicurezza e parametri termoisolanti sempre più performanti.
Ovviamente, oltre alle finestre, si moltiplicano gli accessori, da interno ed esterno, studiati appositamente per ogni modello.
Ed ecco che tra le proposte ci sono le tende parasole che proteggono dal calore,
le tapparelle avvolgibili radiocomandate o con interruttore a muro, e le zanzariere
abbinabili al resto degli elementi.
Per un maggior comfort sono disponibili, inoltre, le finestre da tetto con vetro
autopulente che non necessitano di pulizia periodica esterna.
Per non parlare della manutenzione interna, spesso non richiesta. Infine, il
design ricercato degli ultimi modelli sul mercato affianca una piacevole nota
estetica alla funzionalità del sistema tetto.
1
2
1 Finestra Fakro a doppia apertura PPP-V U3 preSelect realizzata
con profili in PVC di colore bianco.
2 Designo R8 di Roto è la finestra a ribalta a doppia apertura che
offre libertà, comfort, design ed efficienza energetica.
3Il kit Velux per case energeticamente efficienti offre ottime
3
prestazioni energetiche con un coefficiente di trasmittanza
termica Uw 0,61 W/(m2K).
youSPECIAL - 83
A Pavia
la prima scuola
per diventare
“SuperGeometri”
84 - youPRODUCT
La Fondazione Pavia Città della Formazione
ha avviato il corso di Tecnico Superiore per
l’innovazione e la qualità delle abitazioni,
nuova figura necessaria al mercato
di Santina Muscarà
R
iconosce e gestisce i rischi
sismici, statici e i rischi
naturali come frane, alluvioni,
allagamenti. Sa gestire la qualità
costruttiva, cioè la scelta dei materiali,
delle tecnologie e delle impiantistiche
innovative, con attenzione al made
in Italy. È in grado di preparare la
documentazione tecnica, di stendere
i dettagli, di compilare capitolati
e stime comparative, e di redigere
piani di sicurezza. Sa condurre un
cantiere. E sa pure monitorare il
rischio economico. È un supereroe
dell’edilizia? Non proprio, ma
definirlo un geometra sarebbe
riduttivo. Suona meglio chiamarlo
“SuperGeometra”. È così, infatti, che
viene metaforicamente definito chi ha
la fortuna di frequentare il corso di
Tecnico Superiore per l’innovazione
e la qualità delle abitazioni avviato
dalla Fondazione Pavia Città della
Formazione. «Il mondo dell’edilizia si
evolve rapidamente e le tradizionali
tecnologie costruttive sono sempre
più orientate verso il contenimento
energetico, la velocità di costruzione,
il benessere igrotermico, e sono
diventate necessarie conoscenze e
competenze specifiche che gli attuali
tecnici del cantiere non sempre
dispongono, tanto da essersi resa
evidente l’esigenza di una nuova figura
professionale, con capacità tecnicooperative più elevate rispetto a quelle
di un geometra e meno specifiche
dal punto di vista progettuale e
architettonico rispetto a quelle di un
ingegnere o di un architetto», spiega
Alberto Damiani, titolare di Damiani
Costruzioni.
Alberto Damiani
youPRODUCT - 85
PAVIA CITTA’ DELLA FORMAZIONE
La Fondazione Pavia Città della Formazione Istituto Tecnico Superiore per le
nuove tecnologie per il Made in Italy – Sistema Casa è uno dei 58 ITS (Istituto
Tecnico Superiore) costituiti nel 2011 in Italia. Gli ITS sono scuole speciali di
tecnologia e rappresentano, dopo la maturità, un nuovo percorso formativo di
alto livello, alternativo all’università e fortemente orientato all’inserimento diretto nel mercato del lavoro. Nati dal dialogo tra mondo della scuola e impresa,
formano tecnici superiori nelle aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo
economico e la competitività del Paese utilizzando il modello di insegnamento
tipico delle più rinomate “boarding school” internazionali nelle quali gli studenti
vivono a stretto contatto con professori e ricercatori in un contesto dinamico ed
altamente innovativo. I soci fondatori di Pavia Città della Formazione sono la
Provincia di Pavia, l’IstitutoTecnico Industriale e Liceo Scientifico Tecnologico G.
Cardano, l’O.D.P.F. Istituto Santachiara, Eucentre - Fondazione Centro Europeo
di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica, l’azienda Damiani Costruzioni, il
Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Pavia, la Fondazione Geometri Italiani e l’Istituto d’Istruzione Superiore A. Volta di Pavia.
Quindi una figura intermedia tra
geometra e ingegnere, completamente
nuova sul panorama nazionale e
addirittura mondiale. Una figura
richiesta direttamente dal mercato.
«Oggi le aziende sono cambiate
– afferma Damiani – e se prima
investivano molto di più sulla
formazione, adesso puntano sulla
ricerca del lavoro, sulla stabilità
economica e hanno bisogno di
tecnici immediatamente disponibili.
Questo è l’obiettivo del corso avviato:
formare tecnici subito pronti per
il mondo del lavoro, che sappiano
rispondere alle aspettative delle
aziende. In aula, infatti, non ci sono
solo docenti universitari o provenienti
da istituti tecnici, ma veri e propri
professionisti che fanno parte del
mondo aziendale, capaci di dare agli
alunni le competenze richieste dal
mercato, che in questo momento
l’istruzione tradizionale non è in
grado di offrire». L’iniziativa è nata
da un bando di assegnazioni indetto
dalla Regione Lombardia che ha
permesso alla Fondazione Pavia Città
della Formazione di aggiudicarsi
l’organizzazione dell’ITS. Il corso di
FONDAZIONE EUCENTRE
La Fondazione Eucentre (Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria
Sismica) ha sede a Pavia ed è un ente senza fine di lucro che promuove, sostiene
e cura la formazione e la ricerca nel campo della riduzione del rischio sismico.
«Siamo una realtà internazionale e offriamo una formazione post laurea – dichiara
Renato Fuchs, direttore ICT, marketing e comunicazione di Eurocentre -. Ogni
anno riceviamo da ogni parte del mondo
numerose richieste di studio presso di noi
e, disponendo di posti limitati, abbiamo
il compito di selezionare gli studenti più
promettenti, alcuni dei quali diventeranno
ambasciatori della formazione italiana all’estero. Eucentre ha accettato di diventare
partner di Pavia Città della Formazione
perché crediamo nella possibilità di creare tecnici eccellenti, in grado di far fronte
alle attuali richieste del mercato edile e di
interfacciarsi nel modo più efficiente con
tutte le problematiche a cui oggi le imprese
devono far fronte nei cantieri. Oltre ai corsi
in parallelo, offriamo corsi full immersion
che, proprio per la loro durata limitata nel tempo (circa un mese o un mese e
mezzo) ci permettono di disporre di professori di altissimo livello e di preparare
al meglio gli studenti su una determinata materia».
86 - youPRODUCT
Tecnico Superiore per l’innovazione
e la qualità delle abitazioni si articola
in un biennio ed è iniziato lo scorso
novembre; adesso gli studenti stanno
frequentando il secondo semestre.
«L’ITS è rivolto a giovani inoccupati o
disoccupati con diploma di istruzione
secondaria di secondo grado, non
necessariamente a indirizzo geometra
- informa Damiani -. Una volta
terminato, gli studenti avranno il
titolo di diploma Tecnico Superiore
per l’innovazione e la qualità delle
abitazioni e, se vorranno, potranno
anche accedere direttamente all’esame
di stato per l’iscrizione all’Albo
dei Geometri». Plus non da poco è,
inoltre, l’opportunità di vivere in
una realtà fortemente avanzata come
quella di Eucentre: «Gli studenti, non
solo possono studiare in laboratori
all’avanguardia, ma hanno la
possibilità di confrontarsi con un
ambiente internazionale con docenti
e colleghi provenienti da diverse
parti del mondo e di vivere appieno
quest’esperienza grazie alla residenza
offerta da Eucentre – afferma
Damiani -. In questo modo il percorso
diviene occasione di crescita personale,
oltre che tecnica, e i ragazzi possono
vivere e studiare in un ambiente unico,
sulla scia di quel che già avviene
all’estero». Impossibile non uscirne
in veste di “SuperGeometra”, quindi,
considerando, tra i vantaggi offerti
dal corso, anche quello di iniziare a
dialogare con l’estero e di realizzare
lo stage previsto a fine corso anche
in aziende oltre i confini nazionali.
Per chi non ne sia già in possesso,
certificazione della lingua inglese B2 e
patente Europea del Computer ECDL
possono essere conseguiti grazie ad
appositi corsi gratuiti. Attualmente
l’esperienza è aperta a 25 studenti
che presto potranno sfoggiare le loro
conoscenze all’interno di imprese di
costruzione, aziende di produzione di
materiali e semilavorati per l’edilizia,
in laboratori di prova e nelle aziende
indirizzate ai servizi sul territorio.
Le informazioni su modalità e
iscrizioni sono disponibili sul sito
www.paviacittadellaformazione.it.
Valutare il rischio, gestire la sicurezza
in cantiere, amministrare il budget,
applicare le ultime norme emanate
sono solo una parte di tutto ciò che
sa fare chi può vantare il titolo di
“SuperGeometra”.
youbook
Social mobile marketing
L’innovazione dell’ubiquitous marketing con
device mobili, social media e realtà aumentata
di Andreina Mandelli e
Cosimo Accoto
Edizioni Egea
2012, pp. 288
33 euro
Il mondo in rete è ormai immerso
in un nuovo concetto di spazialità,
delineata dallo sviluppo di un modo
di comunicare sempre più “mobile”,
reso possibile dall’innovazione
tecnologica di Internet e dei device
a nostra disposizione. Tutto ciò ha
generato contenuti e servizi, che
coniugano utilità, personalizzazione e
contestualizzazione delle esperienze,
con un’estrema usabilità delle
interfacce, e architetture informatiche
che creano spazi aumentati di
informazione e virtualità, come i social
network. In questo contesto, come
si può ripensare la comunicazione
e il marketing? Con un approccio
originale, Andreina Mandelli, docente
di marketing e comunicazione, e
Cosimo Accoto media business director,
ripercorrono i principi concettuali del
social mobile marketing e le nuove
dinamiche di creazione del valore,
insieme a un’analisi dei più recenti studi
sui fenomeni in oggetto.
Per chi: esperti di marketing e
social media, internauti e smartphonedipendenti, e tutti coloro che
vogliono scoprire le possibilità di una
comunicazione sempre più “ubiquitous”.
The Wide Lens
A new strategy for innovation
di Ron Adner
Portfolio/Penguin
2012, pp. 288
29,95 dollari
Perché anche le migliori aziende falliscono,
nonostante apparentemente facciano tutto
a regola d’arte in termini di innovazione?
Qual è la struttura nascosta del successo in
un mondo basato sull’interdipendenza? A
queste domande risponde Ron Adner, guru
dell’innovazione e professore di Business
Administration e strategia alla Tuck
School of Business di Dartmouth, nel suo
nuovo libro The Wide Lens. A new strategy
for innovation. «La triste verità è che molte
aziende falliscono perché si concentrano
troppo intensamente sulle proprie
innovazioni e trascurano gli ecosistemi
di innovazione dai quali dipende il loro
successo. Nel nostro mondo, sempre
più interdipendente, la riuscita richiede
più di un semplice mantenimento delle
promesse personali» , spiega il professore.
Le aziende devono allargare il proprio
obiettivo, adottare appunto una “wide
lens”, spostandosi da un mondo autonomo
di prodotti a un mondo di soluzioni
interdipendenti. Come, ad esempio, hanno
fatto con successo Apple e Amazon, che
Adner passa in rassegna insieme ad altri
casi di innovazioni intelligenti che però si
sono rivelate un disastro commerciale.
Per chi: manager, uomini d’affari e
imprenditori, e tutti coloro che vogliono
dotarsi di una lente d’ingrandimento per
cogliere il successo, commercializzando
l’innovazione in modo proattivo.
Questa Europa è in crisi
di Jürgen Habermas
Edizioni Laterza, collana
Anticorpi
2012, pp. 112
14 euro
Jürgen Habermas, il famoso filosofo
e sociologo tedesco della seconda
generazione della Scuola di Francoforte,
lo va affermando già da qualche tempo.
La Comunità europea come l’abbiamo
conosciuto finora, è in crisi. E se a dirlo è lui,
europeista convinto e appassionato, vuol dire
che qualcosa, nel gigantesco ingranaggio
che muove l’Europa, si è rotto. «Il processo
dell’integrazione europea, che da sempre
avanza sulle teste della popolazione, si è
cacciato in un vicolo cieco (…) Non si può
più andare avanti, a meno di passare dalla
consueta modalità amministrativa a un ampio
coinvolgimento dell’opinione pubblica» ha
spiegato il filosofo in un incontro pubblico
organizzato dall’European council on foreign
relations. Questa Europa è in crisi è un libro
dal titolo inquietante e dirompente, in cui
Habermas auspica una diversa modalità di
fare politica, dove la funzione normativa si
espanda al di là dei confini nazionali, verso
una maggiore integrazione e una democrazia
transnazionale.
Per chi: politici, sociologi, economisti
e tutti coloro che vogliono approfondire
l’attuale situazione politica ed economica
attraverso le parole di uno dei pensatori più
importanti della nostra contemporaneità
Piccoli incontri
con grandi architetti
di Arosio Enrico
Skira Editore, collana
Paperbacks
2012, pp. 224
19,90 euro
Per quindici anni Enrico Arosio, giornalista
dell’“Espresso” ha incontrato grandi
architetti internazionali. Da questi
incontri è nato un libro, un lungo viaggio
a tappe per raccontare la vita, le sfide, le
affascinanti personalità di questi maestri,
amati e discussi autori di opere che hanno
trasformato l’identità delle città europee
e americane: da Renzo Piano a Jacques
Herzog, da Rem Koolhaas a Ettore Sottsass,
ai progettisti giapponesi, olandesi, svizzeri.
Sullo sfondo, una galleria di studi e cantieri,
inaugurazioni e polemiche, e le città
protagoniste delle profonde trasformazioni
urbane di inizio secolo: Berlino e New York,
Milano e Barcellona, Amsterdam e Parigi,
Roma e Pechino…
Per chi: architetti e progettisti, e tutti
coloro che vogliono confrontarsi con
alcuni dei protagonisti dell’architettura
contemporanea.
87
NASCE ASSODRAIN
Il 12 aprile scorso è stata costituita
l’Associazione Italiana Membrane Alveolari
Drenanti Assodrain. Assodrain nasce per
imporre il drenaggio di tutte le opere
interrate e contro terra come standard
costruttivo italiano, con l’obiettivo di
sviluppare l’impiego delle membrane alveolari
drenanti e assicurare il massimo ottenimento
dei vantaggi derivanti dall’utilizzo di questi
prodotti. Tra le finalità anche quella di
sviluppare la conoscenza e le applicazioni
delle normative in materia esistenti e, se
necessario, la loro implementazione.
Gli eventi metereologici straordinari che
negli ultimi anni si sono riproposti sempre
più frequentemente (per esempio gli
allagamenti nel vicentino, nella lunigiana,
in Sicilia, solo per ricordarne qualcuno)
che in 5 ore registrano la caduta d’acqua di
un anno, portano una pressione idrostatica
contro le opere interrate eccezionale: in
questi contesti la presenza di membrane
alveolari drenanti gioca un ruolo chiave, anzi
fondamentale, per la messa in sicurezza di
tutte le opere costruttive. Questo è il tema che
maggiormente riguarda la nuova associazione
Assodrain, ovvero la messa in sicurezza di
fabbricati e infrastrutture grazie a queste
membrane drenanti che sono in grado, grazie
a degli spessori molto ridotti, anche inferiori
a 10 mm, di convogliare le acque verso la rete
di scolo.
Per questo motivo questi sistemi vengono
utilizzati ormai da decenni in molti Paesi
e anche in Italia per la protezione e il
drenaggio di grandi opere interrate quali
tunnel (come l’Eurotunnel sotto la Manica
88
o il San Gottardo), metropolitane e opere
di contenimento stradale. I soci fondatori di
Assodrain sono 4 aziende leader del settore:
- Dörken Italia filiale diretta di Bergamo
della multinazionale tedesca Dörken
- Gutta Italia di Milano con unità operativa
a Filago (BG), sede italiana della
multinazionale Gutta
- Tema Corporation di Vittorio Veneto (TV)
- Onduline Italia di Altopascio (LU), sede
italiana della multinazionale francese
Onduline.
Assodrain, che non ha scopi di lucro, ha
sede a Bergamo, in via Zelasco 1, e alla
firma dell’atto costitutivo erano presenti
Nicola Busatta (amministratore delegato di
Tema), Davide Bonora (direttore generale
di Onduline Italia), Gabriele Nicoli
(amministratore delegato di Dörken Italia),
Gianluca Cattaneo (diretore vendite di Tema),
Nicola Bianchi (direttore commerciale di
Gutta Italia) e Massimo Carletti (direttore
vendite di Onduline Italia). In sede di
costituzione sono state definite le seguenti
cariche, di durata triennale: Presidente
Gabriele Nicoli (amministratore delegato
di Dörken Italia); Vice presidente Gianluca
Cattaneo (direttore vendite di Tema);
Consiglieri Gabriele Nicoli, Gianluca
Cattaneo, Nicola Bianchi, Massimo Carletti;
Segretario Nicola Bianchi (direttore
commerciale di Gutta Italia). Assodrain ha
già creato al suo interno due commissioni.
La Commissione scientifica, che ha lo
scopo di classificare e verificare la qualità
dei prodotti, elencarne le caratteristiche,
studiare e definire i corretti impieghi per i
differenti sistemi costruttivi, coinvolgendo le
istituzioni. L’obiettivo è quello di sostenere la
diffusione della conoscenza della normativa
attualmente vigente per questi prodotti e, se
ritenuto opportuno, portare avanti ulteriori
proposte normative nelle sedi opportune.
La commissione è coordinata da Massimo
Carletti (direttore vendite Onduline Italia) e
da Nicola Busatta (amministratore delegato
di Tema). La Commissione marketing e
pubbliche relazioni, sviluppa la promozione
dei prodotti in Italia e la comunicazione
dell’associazione. Il coordinatore è Gabriele
Nicoli (amministratore delegato di Dörken
Italia) Nello specifico, l’oggetto sociale di
Assodrain si prefigge di:
- intraprendere tutte le azioni a favore dello
sviluppo industriale e dell’impiego delle
membrane alveolari per la protezione e
il drenaggio delle opere interrate nelle
costruzioni;
- assicurare la rappresentazione della
professione presso le istituzioni pubbliche,
organismi pubblici e privati, nazionali ed
internazionali;
- definire delle regole professionali e il concetto
di solidarietà tra i membri;
- studiare ogni domanda d’ordine tecnico,
economico, professionale e sociale,
rapportandosi all’industria in causa ed agire
presso le autorità competenti le riforme
necessarie;
- promuovere le attività dei soci, anche attraverso
l’organizzazione e la partecipazione ad eventi,
manifestazioni e fiere nel settore edile;
- favorire lo sviluppo delle membrane alveolari
per la protezione e il drenaggio delle
opere interrate anche mediante l’edizione
la pubblicazione e la commercializzazione di
periodici ed altre pubblicazioni concernenti il
settore edile;
- promuovere e coordinare incontri e studi
al fine di favorire la collaborazione, in
qualunque modo e forma, con le scuole, i licei,
le università ed altri istituti didattici;
- promuovere campagne promozionali
e pubblicitarie in favore dei prodotti
oggetto dell’associazione;
- favorire la crescita professionale dei soci anche
mediante attività di aggiornamento.
Assodrain si prefigge di avere nella propria base
associativa dei soci sostenitori come Università,
Istituti di ricerca, Istituzioni pubbliche,
associazioni. In fase di realizzazione il sito
web istituzionale www.assodrain.it e il logo
dell’associazione.
ANCE: nel quinquennio 2008 –
2012 la perdita produttiva
complessiva si attesta sul 40%
Confermato nel mese di aprile l’andamento della
crisi nel settore edile. Da uno studio dell’Ance,
Associazione nazionale costruttori edili, emerge
che ad essere particolarmente colpito è il
comparto della nuova edilizia abitativa, ma che
nuove prospettive potrebbero aprirsi grazie alla
trasformazione urbana e alla riqualificazione
delle città. In generale, nel quinquennio 2008 –
2012 la perdita produttiva complessiva si attesta
sul 40%. Il dato, sostiene l’Ance, riflette il calo
degli investimenti in nuove costruzioni ed è
confermato dall’andamento negativo dei permessi
di costruire, che dal 2005 al 2010 si sono più che
dimezzati. Al contrario, l’unica eccezione nel
settore è costituita dagli interventi di recupero del
patrimonio abitativo, che continuano a registrare
una lieve crescita. Nel mercato immobiliare è poi
confermata la tendenza negativa nel numero di
compravendite di abitazioni, iniziata dal 2007.
Come più volte sostenuto dall’associazione degli
edili, l’unica eccezione per consentire la ripresa
può essere rappresentata dalla trasformazione
urbana e dalla riqualificazione delle città
attraverso gli interventi di demolizione e
ricostruzione del patrimonio esistente.
news
dalla rete
Lucifero’s, all’avanguardia
con il nuovo sito web
www.luciferos.it
spirito di un’azienda che non vuole smettere
di guardare avanti.
una raffinata e tradizionale, l’altra sbarazzina
e ironica. Sul sito vengono infine fornite
informazioni sulla nuova collaborazione tra
Primafila e Novamobili. Il “Sistema Novamobili”
è dedicato a chi è alla ricerca di un sistema che
offre soluzioni di arredamento integrate. In
questo modo è così possibile scegliere presso
un rivenditore di fiducia una parete attrezzata
firmata Novamobili da abbinare perfettamente
ad un sofà Primafila. Grazie ad un software
ideato da Novamobili e Primafila, il rivenditore
sarà anche in grado di preparare un progetto
personalizzato e un preventivo integrato. Il
sito è concepito come uno strumento utile per
rivenditori, clienti e progettisti, a cui è dedicata
un’area riservata con loghi, dettagli di prodotto,
disegni tecnici (DVG) finiture e texture in alta
risoluzione.
IL CATALOGO ONLINE INTERATTIVO
www.ge.com
Primafila, è online il nuovo
sito “unconventional”
www.primafiladivani.com
Con il 2012 Lucifero’s ha deciso di rinnovare
la sua immagine corporate con il lancio del
nuovo sito web, www.luciferos.it. Questo
portale si prefigura come uno strumento
indispensabile per architetti, progettisti e
tutti coloro che voglio seguire in tempo reale
le iniziative dell’azienda. La costruzione del
sito segue la volontà di una comunicazione
sempre più diretta ed efficace, ed è realizzato
per parlare ad un pubblico variegato.
Emerge quindi l’identità di un’azienda che
unisce l’attenzione alle più recenti esigenze
illuminotecniche dei progettisti a uno spirito
giovane e dinamico sempre alla ricerca
dell’innovazione. Facile e intuitivo, il sito
può essere visualizzato anche su dispositivi
Iphone, smartphone e tablet mentre la grafica
riprende le ultime tendenze in materia di
comunicazione via web. La Home Page apre
al mondo Lucifero’s con una serie di scatti
ispirati alla fotografia di cronaca americana
anni ’40. Si entra quindi in un mondo fatto di
luce che, a seconda dell’angolo, riesce a dare
sempre nuova vita ai volti, agli oggetti e alle
situazioni della vita quotidiana. E in questo
contesto lo slogan di Lucifero “Shine a Light”
– “fai brillare una luce” – riassume a pieno lo
Primafila, l’ultima nata del gruppo Battistella,
rinnova l’immagine web. Il sito nasce
dall’unione tra un concept ironico, una
navigazione interattiva e video che guidano
all’esplorazione del sito divano dopo divano.
L’utente può infatti decidere su quale sofà
far cadere il protagonista. In questo modo
viene catapultato in un set sempre nuovo e
imprevisto, che si distingue dai convenzionali
siti di settore. La qualità del prodotto è il
punto di forza di Primafila ed è presentata
online attraverso un viaggio nel cuore
del divano, che porta l’utente a scoprire
dall’interno ogni dettaglio, dalla struttura del
divano alla cucitura dei rivestimenti. Ogni
scheda fornisce poi informazioni dettagliate
e un’immagine che offre un focus sulla parte
di interesse. Questa soluzione riesce quindi
a suscitare curiosità e si presenta come la
variante giovane al tradizionale catalogo
fotografico: due strumenti che insieme
rappresentano le due anime dell’azienda:
Ge Energy Industrial Solutions, fornisce un
vasto assortimento di dispositivi e sistemi
integrati in bassa e media tensione per
garantire la sicurezza, il controllo e l’affidabilità
nella fornitura di energia elettrica, lancia il
nuovo e-Catalogo, un tool online fruibile dal
sito www.ge.com/it/industrialsolutions, che
consente, in maniera semplice ed intuitiva, di
ricercare e consultare le informazioni tecniche
sui prodotti GE. Grazie al nuovo strumento,
pensato in particolare per gli installatori,
i distributori e i progettisti, l’utente potrà
effettuare ricerche approfondite e, attraverso
appositi menu e filtri, recuperare con rapidità
ed efficacia tutte le informazioni desiderate. Tra
le diverse funzionalità offerte dall’e-Catalogue,
la possibilità di confrontare i differenti
prodotti, consultare le informazioni correlate
al risultato della ricerca (accessori, famiglie di
appartenenza ecc.), oltre a poter scaricare, con
pochi click, tutta la documentazione tecnica,
tra cui i disegni in formato Cad e le immagini
in alta risoluzione. Il sistema consente inoltre
di segnalare via email la pagina web del
prodotto ricercato, aggiungendo commenti
personalizzati.
89
ZAPPING
Basta appiccicare. Da oggi c’è Lacolla di Gras Calce
Lacolla è il nuovo adesivo cementizio di Gras Calce, disponibile nelle due
colorazioni bianco o grigio, ideale per tutte quelle situazioni in cui i
supporti possono essere soggetti a leggere flessioni (vecchie solette,
pavimenti riscaldati o raffrescati). Un prodotto altamente
prestazionale, con una incredibile resa migliorata (con un
sacco da 25 kg, è possibile realizzare 7 mq di pavimentazione), facile
da applicare e con tempi aperti di lavorazione. Il prodotto ha inoltre
uno scivolamento a parete nullo ed è particolarmente indicato per le
piastrelle di grande formato, grazie alle sue prestazioni meccaniche
migliorate, che garantiscono un’adesione elevata su tutti i supporti, anche
in sovrapposizione a pavimenti finiti esistenti. Il prodotto, oltre ad avere una presa
meccanica maggiorata, può essere applicato da spessori minimi fino a 15 mm, per
sopperire anche a differenze di livello dei supporti. Lacolla ha inoltre una emissione
quasi nulla di Voc, sostanze organiche volatili.
Accordo tra Pennelli
Cinghiale e AkzoNobel
per il canale retail
È stato recentemente siglato un accordo
distributivo tra Pennelli Cinghiale e
AkzoNobel, con l’obiettivo di rafforzare
la presenza dei due marchi nel canale
retail, destinato al consumo privato. La
Pennelli Cinghiale distribuirà
in esclusiva tutti i prodotti in
gamma dei due brand Azkonobel
destinati al retail, cioè Polyfilla,
la linea di stucchi e sigillanti di alta
qualità per interni, esterni e legno,
e Hammerite, la linea linea di smalti
protettivi e decorativi per la protezione
completa di ferro e metallo. Con
questo accordo di esclusiva si punta ad
aumentare la capillarità di Polyfilla e
Hammerite presso i piccoli colorifici a
livello nazionale. AkzoNobel prevede
inoltre l’apertura nel prossimo periodo
di circa 1000 nuovi punti vendita.
Per la Pennelli Cinghiale, l’accordo
rappresenta una collaborazione
importante con una delle multinazionali
più importanti per la produzione di
vernici per l’edilizia.
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Nuovi dischi diamantati
Tyrolit: una coppia
di successo
La membrana con doppia
idrofobizzazione di Klöber
Permo forte XT di Klöber è una
membrana con doppia idrofobizzazione
che, grazie alla resistente struttura
reticolata, consente di rispondere
efficacemente a ogni specifica
progettuale e tipologia costruttiva
per la posa su isolanti e tavolati.
Si compone di 4 strati: due strati esterni
protettivi in polipropilene, calpestabili e
antiscivolo, una membrana funzionale in
poliolefina per la necessaria traspirabilità
e impermeabilità contro fenomeni di
condensa e possibili infiltrazioni di acqua
piovana e una griglia di rinforzo per una
struttura salda e robusta. Per una doppia
sicurezza, la variante Permo forte XT SK²,
disponibile con doppie strisce autoadesive
che consentono una perfetta aderenza a
tenuta di vento, anche in caso di umidità e
pulviscolo. Inoltre, la membrana a tenuta
ermetica contribuisce notevolmente alla
riduzione del consumo energetico.
Tyrolit amplia la propria gamma di dischi
diamantati per taglio a secco con due
nuove soluzioni della serie Premium:
DCU*** 4 in 1 e il DCH***. Questa
nuova generazione di dischi diamantati
si basa sulla sperimentata e brevettata
tecnologia di costruzione TGD che,
associata ai segmenti di altezza 14 mm
ottimizzati, garantisce funzionalità
e prestazioni eccellenti per
tutta la durata del disco, un
funzionamento silenzioso, tagli puliti
che non richiedono ulteriori lavorazioni
e minori vibrazioni. Il disco per taglio
a secco universale DCU*** 4 in 1
(disponibile nella misura 230 x 2,4 x
22,23) mostra notevole efficacia nel
taglio di materiali quali calcestruzzo,
pietre dure, materiali abrasivi e acciaio.
Sviluppato specificamente per il taglio
di pietre dure, anche il disco per taglio
a secco DCH*** (realizzato anch’esso
nella misura 230 x 2,4 x 22,23) colpisce
per l’eccellente velocità di taglio e il
funzionamento scorrevole, riducendo
il dispendio di energia per tutta la
durata del disco e incrementando di
conseguenza la produttività.
Decora il giardino
con stile
Roverplastik aderiscE
al progetto PosaClima
Sistemi di posa qualificata, per migliorare
le prestazioni dei serramenti: questo
l’obiettivo del progetto Posa Clima,
promosso da diverse aziende del settore e a
cui, da aprile, aderisce anche Roverplastik,
azienda italiana specializzata nella
tecnologia del foro finestra. La novità della
proposta Posa Clima è di proporre un
pacchetto composto da prodotti
complementari tra loro che,
usati in abbinamento, risolvono
il problema della posa in opera.
Roverplastik, come le altre aziende
coinvolte, contribuisce al Pacchetto Posa
Clima con i suoi prodotti top di gamma.
Le soluzioni inserite nell’ampia gamma
di prodotti disponibili sono RoverBlok
Energy Clima (che prevede la costruzione
su misura del foro finestra, e che combina
il cassonetto termoacustico alle spalle
finite a vista), MonoBlok Posa Clima
(soluzione universale, disponibile sia per
avvolgibile
sia per frangisole con
cassonetto termoacustico
e spalle laterali isolanti)
e Cassonetto Posa
Clima (predisposto per
integrarsi perfettamente
con i controtelai Klima
e Teknica di Roverplastik
disponibili all’interno del
pacchetto Posa Clima),
oltre agli accessori
necessari quali guide di
scorrimento, avvolgibili
e celini di ispezione.
L’offerta PosaClima è
completata anche da
incontri di formazione, in
cui posatori e installatori,
oltre ad assistere direttamente alla
spiegazione delle funzionalità e delle
caratteristiche dei prodotti e del loro
utilizzo, effettuano una prova pratica di
posa.
Più appeal all’ingresso,
con Hörmann
Grazie all’iniziativa Europa Promotion
2012, Hörmann offre il portone e la porta
dell’anno in promozione, anche in look
coordinato. Il portone dell’anno
RenoMatic, dotato di serie della
motorizzazione Hörmann ProMatic,
è offerto con uno sconto del
30% rispetto all’acquisto di un
prodotto dello stesso modello
e con la stessa superficie.
Disponibile in sei pregiate superfici e colori
(dall’originale superficie micro profilata
Micrograin, ideale per architetture
d’avanguardia, alle esclusive finiture
“effetto legno” in grado di impreziosire
i più diversi stili architettonici) e in 5
dimensioni promozionali. Anche la
porta d’ingresso RenoDoor convince per
l’elevata qualità e un interessante prezzo
promozionale. La “Porta dell’anno”
è presentata da Hörmann negli stessi
sei colori del portone RenoMatic, cui
è abbinabile in un look coordinato e
d’effetto. Un’altra chiusura arricchisce il
pacchetto promozionale Hörmann Europa
Promotion: la porta d’ingresso TopSecur,
in esecuzione WK2 antieffrazione.
Le più basse vibrazioni triassiali
mano/braccio
Robusti fuori, intelligenti dentro, i tassellatori DeWalt
SDS Plus XR, con batteria al litio, sono testati per
avere le più basse vibrazioni mano/braccio. Nati
per le applicazioni professionali di ancoraggio
e fissaggio in muratura e cemento, hanno una
capacità di foratura che va da 4mm a 20mm. La
possibilità di escludere la percussione, permette
l’applicazione anche per la foratura del
legno, ferro o materiali simili. La gamma si
compone di due modelli: SDS Plus 18V XR con impugnatura
laterale e luce LED ultra brillante posizionata sulla scocca anteriore, e SDS Plus 18V XR con
doppio mandrino, per un cambio veloce tra il mandrino SDS Plus e quello a 3 griffe auto
serrante da 13mm. La sicurezza della qualità, del design e della progettazione ha portato
DeWalt a estendere la garanzia a 3 anni sugli utensili della gamma XR: per usufruirne,
l’utilizzatore deve registrare il prodotto on-line (www.dewalt.eu/3) entro 30 giorni dal
momento dell’acquisto.
Luxursus è una rete ornamentale di
Betafence in fili d’acciaio zincato e
plasticato, contraddistinta da un design
sobrio ed elegante in grado di
impreziosire al meglio aiuole e
giardini. Luxursus è formata da fili
orizzontali intrecciati (di diametro esterno
pari a 2,40 mm) e verticali ondulati (di
diametro esterno pari a 3 mm), è in grado
di rimanere inalterata nel tempo, grazie
alla speciale zincatura e rivestimento in
PVC, e presenta sulla sommità un raffinato
motivo decorativo ad arco. Disponibile
in rotoli da 25 metri e nel colore verde
muschio è presente in altezze variabili
da 40 a 120 cm. Facile da installare, è
dotata dei seguenti specifici accessori per
il fissaggio: pali tondi, paletti Multistick,
collari di tensione, filo di legatura,
bacchette di fissaggio.
Vi piace vincere facile?
Parte il 7 maggio, presso le rivendite edili
che aderiscono all’iniziativa, il grande
concorso a premi indetto da
Laterlite “Vincere? Facile!”. Fino al
4 agosto 2012, acquistando un metro cubo
del massetto leggero e isolante Lecamix
Facile, sarà possibile vincere una delle 80
mountain bike o dei
5 scooter Liberty 125
cc. messi in palio. Nel
caso in cui la cartolina
ricevuta non fosse quella
vincente, si aprono
le porte di un altro
meraviglioso premio:
automaticamente
si avrà infatti modo
di partecipare
all’estrazione finale
di un viaggio per due
persone alle Maldive. Ma non è finita
qui: il rivenditore del fortunato vincitore
si aggiudicherà a sua volta l’identico
superpremio. Per le rivendite edili che
desiderano aderire a questa iniziativa
Laterlite ha messo a punto un particolare
kit di comunicazione composto da espositori
da banco, volantini di prodotto, cartoline
“gratta e vinci”, memostick e grandi poster.
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ZAPPING
Nuova Linea Acqua Ruredil
per impermeabilizzare e
consolidare
Linea Bio-Architettura
Puracalce Fassa
Bortolo
Fila Green Action per la
cura dell’ambiente
Per rispettare l’ambiente servono azioni
concrete. È per questo che Fila Industria
Chimica ha dato vita a Fila Green Action,
l’evoluzione concreta della Green Care.
Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare
nuove attività sensibili all’ambiente, come
le pratiche di lavoro sullo smaltimento
dei rifiuti, lo studio di materie prime
con sempre meno impatto ambientale,
la partecipazione ad associazioni green.
La Green Line Fila è inoltre la gamma
di prodotti a basso impatto ambientale
pensati dall’azienda e comprende cinque
prodotti per la pulizia (Fila Cleaner, Fila
Brio, FilaHobby, Filaparquet Net, Filavia
Bagno), otto prodotti per la protezione
(Fila HP 98, PRW 200, Fila W68, FilaProof,
FilaSprint, Fila Tone up, Terracolor, Fila
PT10), le cere (Fila Classic, FilaKristall)
e due prodotti per le grandi superfici
(FilaSan, FilaPury). Fila W68, Fila HP98
e Fila PRW200 sono i primi tre prodotti
Fila a concorrere per l’acquisizione della
certificazione LEED.
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Fassa Bortolo presenta Puracalce, la
nuova linea di prodotti ecocompatibili
a base di Calce Idrata, materia prima
estremamente naturale utilizzata fin
dall’antichità. I prodotti, ad elevata
porosità e traspirabilità, grazie alla
loro funzione di regolatore termoigrometrico creano un ambiente
più salubre e più confortevole. La
Linea Puracalce comprende prodotti
bio-tradizionali (malte e intonaci),
bio-risananti (rinzaffi e intonaci),
bio-rivestimenti murali bianchi e
colorati con diverse granulometrie e
bio-finiture (intonaci e stucchi). La
linea, la prima certificata Anab-Icea
in Europa, risponde anche ai rigorosi
criteri della certificazione per la bioedilizia Leed che attesta gli edifici
ambientalmente sostenibili, sia dal
punto di vista energetico, sia da quello
del consumo delle risorse ambientali
coinvolte nel processo di realizzazione.
Particolare risalto assume K 1710, il
prodotto più innovativo della Linea
Puracalce. Confezionato con pregiati
inerti selezionati e classificati, K 1710 è
l’intonaco tradizionale a base di pura
nano-calce ad effetto pozzolanico per
interni ed esterni.
Grazie all’esperienza ventennale di
Levocell, Ruredil presenta la Nuova
Linea Acqua per impermeabilizzare e
consolidare, una gamma completa di
prodotti e soluzioni per prevenire e curare
problemi legati all’acqua in edilizia e
per stabilizzare e consolidare terreni e
strutture. I prodotti della linea sono oltre
80, idonei alle lavorazioni sia in contesti di
recupero e ristrutturazione, sia nei nuovi
cantieri di costruzione. Inoltre i prodotti
sono ideali per le costruzioni interrate e
le pavimentazioni sopraelevate, con una
gamma certificata, che rispetta le più
avanzate normative in tema di rispetto
dell’ambiente e della salute dell’uomo.
La linea Acqua Ruredil è divisa in 11
famiglie e comprende impermeabilizzanti
cementizi, membrane elastomeriche e
poliuretaniche, impermeabilizzazioni
bentonitiche, impermeabilizzazione
dei giunti e riprese di getto, pitture
impermeabilizzanti, nastri sigillanti e
resine di natura acrilica e poliuretanica
da iniezione. Per consolidare, invece, offre
resine poliuretaniche per la stabilizzazione
e il consolidamento dei terreni, resine
organominerali e resine epossidiche.
hi
IPHONE DA OUTDOOR
L’iPhone è tanto elegante quanto fragile: per questo è nata una nuova custodiacorazza in grado di proteggere dagli urti e dall’acqua il vostro accessorio
Apple. Si tratta di un rivoluzionario sistema pensato per non abbandonare
mai il vostro iPhone anche nelle situazioni al limite dell’attività outdoor,
e si chiama Aqua Tek S. Lo fa la Snow Lizard Products e si presenta
come una custodia “rugged” per iPhone 4 e 4S. Alla resistenza agli urti
si somma anche la capacità di proteggere l’iPhone fino a sei metri di
profondità. Sul dorso del case trova poi spazio un piccolo pannello
fotovoltaico in grado di allungare la vita delle vostre due batterie, due
perché essendo pensato per l’attività fuori porta, ne esiste anche una
supplementare in grado di caricarsi rimanendo semplicemente qualche
ora sotto il sole. Costruito completamente con materiale riciclabile Aqua Tek
si presta, una volta finita la sua vita, per essere gettato nel bidone della plastica riducendo
ulteriormente il suo impatto sull’ambiente.
RESPIRO ENERGETICO
360° MOZZAFIATO
Un maggio da novità per il mercato dei
non professionisti. Uscirà infatti una
nuova piccola fotocamera in grado di
sfornare panoramiche mozzafiato ad alta
risoluzione grazie agli oltre 14 megapixel.
Si chiama Tamaggo 360-imager, un
simpatico e colorato ovetto in grado di
catturare una panoramica, grazie alla
lente mobile, scomponibile anche in
singoli scatti. Come ormai consuetudine
per ogni oggetto hiTech è la condivisione
che consente con un semplice clic di
lanciare i sbalorditivi scatti panoramici
nel mondo dei social network. L’idea di
base è quella di permettere a qualsiasi
persona di realizzare immagini immersive,
catturare tuto quello che si ha di fronte,
sopra, dietro e sotto l’obiettivo, e di
condividere quest’esperienza con tutti. A
garantire tutto ciò, un Lcd da 2 pollici,
il sensore d’orientamento automatico
dell’inquadratura, la possibilità della
connessione wi-fi, bluetooth e via cavo
grazie all’uscita mini-usb. Un oggetto di
soli di 2 etti in grado di comunicare con
ogni tipo di apparecchi e device.
FIDO SOTTO CONTROLLO
Basta ricerche affannose del nostro
animale di casa sfuggito al nostro controllo,
ora c’è Tagg Pet Tracker, una sorta di GPS
in grado di inviare ad uno smartphone, o
al pc, l’esatta posizione del cucciolo di casa
sfruttando la chiarezza di una mappa e
agevolando così il ritrovamento dei nostri
amici a quattro zampe, soprattutto di quelli
più avventurosi ed indisciplinati. Tagg Pet
Tracker altro non è che un comodissimo
collare leggero, dai colori alla moda ed in
grado di resistere a qualsiasi situazione:
bagni fuori programma, scontri e morsi
di altri animali. L’unico inconveniente, il
prezzo, che tocca gli 80 euro. Ben spesi,
però.
È nata una nuova soluzione per la
produzione di energia pulita, gratuita e
costante. L’ingegno del designer brasiliano
Joao Lammoglia si è tradotto in una
fantascientifica mascherina in grado di
tradurre il respiro umano nell’energia
necessaria a sostenere l’attività dei nostri
gadget tecnologici. Una volta indossato,
Aire, questo il nome dell’accessorio, vi
sembrerà, visto il design, d’impersonare il
cattivissimo Dart Fener di Guerre Stellari,
e grazie ad un piccolo generatore eolico
inizierete ad immagazzinare l’energia
sufficiente per il funzionamento di
smartphone e altri piccoli gadget elettrici.
Quest’ingegnoso attrezzo è stato pensato
per esser utilizzato sia durante l’attività
fisica sia, e questo è il caso preferibile, nelle
ore di sonno, in modo da raccogliere con
efficacia l’energia prodotta dalla regolarità
del nostro respiro.
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m
o
o
r
w
MASERATI KUBANG,
TRIDENTE D’OLTREOCEANO
A Detroit, in occasione del Naias
2012, Maserati ha finalmente svelato
l’attesissimo SUV Maserati Kubang, ancora
in versione concept. Il primo Suv nella
storia della casa modenese è un progetto
di lunga data ma che ha cominciato a
concretizzarsi solamente negli ultimi mesi
con una versione molto vicina a quella
di produzione. Il futuro SUV Maserati
verrà costruito negli Stati Uniti a partire
NUOVA MERCEDES-BENZ
SL 63 AMG
La nuova Mercedes-Benz Sl 63 AMG è
pronta a entrare in scena. Più leggero,
potente e dinamico, il Roadster con
la Stella vanta inoltre consumi di
carburante ed emissioni inferiori di circa
il 30% rispetto al precedente modello.
Completamente rinnovata nell’estetica,
sfrutta il nuovo telaio di alluminio per
ridurre di 125 kg il peso rispetto al modello
uscente. Sotto al cofano propone il classico
94
dalla piattaforma della Grand Cherokee
SRT-8, ma la progettazione dei maggiori
componenti e la produzione dei motori
sarà italiana. La componentistica, con
sospensioni, freni, sterzo ed elettronica
regolati specificamente per le alte
prestazioni, sarà messa a punto in esclusiva
dagli ingegneri Maserati di Modena,
mentre a Maranello, nelle officine Ferrari,
nascerà una nuova generazione di motori
V8 abbinata al cambio automatico a 8
rapporti fornito dalla ZF. Le forme si
devono al Centro Stile Maserati diretto da
Lorenzo Ramaciotti, mentre i motori di
nuova generazione che equipaggeranno
la Kubang saranno progettati a Modena
da Paolo Martinelli, responsabile della
Direzione Powertrain di Maserati e
quindi prodotti a Maranello dalla Ferrari.
Maserati Kubang rappresenta per la casa
modenese un elemento di discontinuità
entrando in un nuovo segmento, ma
mantiene inalterato il proprio DNA di
costruttore di auto sportive e di lusso.
V8 di 5.5 litri biturbo, nella varianti da
536 e 557 CV con trasmissione AMG
Speedshift automatica a sette rapporti.
Gli interni della SL 63 AMG sono ispirati
alla sportivissima SLS AMG: le quattro
bocchette di ventilazione richiamano i
propulsori di un jet, mentre la leva del
cambio automatico E-Select e la Drive
Unit AMG hanno uno stile estremamente
caratteristico. Fanno parte della dotazione
di serie anche i sedili sportivi AMG in
pelle nappa monocolore o bicolore con
targhette AMG sugli schienali. Grazie
alla struttura in alluminio ottimizzata in
termini di sicurezza, al
sistema frenante di serie
Pre-Safe e ai sistemi di
assistenza alla guida
di livello pari a quello
della Classe S, la SL
è ai primi posti anche
nella sicurezza.
PIAGGIO X10,
GRANTURISMO CITTADINO Piaggio torna da protagonista nel segmento
Gran Turismo con una proposta che attira
sia i pendolari di città, sia chi nel weekend
cerca di fuggire. Il nuovo X10 è l’ultimo
erede della lunga tradizione dei GT Piaggio,
un successo che si misura in circa 400.000
veicoli venduti nelle varie dimensioni.
Il nuovo Piaggio X10 è progettato per
soddisfare varie esigenze di mobilità:
soluzioni che privilegiano il comfort e la
stabilità sulle lunghe percorrenze, ma non
trascurano un’ampia maneggevolezza e
agilità di guida. Il retrotreno si caratterizza
per la coda tronca, dove due ampie maniglie
facilitano la salita a bordo per passeggeri
di tutte le taglie. Novità assoluta sono i
comandi sul manubrio retroilluminati, una
soluzione che garantisce anche di notte
il pronto riconoscimento dei comandi sui
blocchetti, a tutto vantaggio della sicurezza.
Piaggio X10 è poi dotato di un impianto
frenante con doppio disco anteriore da
280 mm e singolo disco posteriore da 240
mm. Di serie su tutte le versioni il sistema di
frenata combinata che può essere integrato,
a scelta, con il doppio sistema ABS/ASR
(Acceleration Slip Regulation). Le linee
sono flesse e sinuose con l’ampia calandra
anteriore caratterizzata da un abbagliante
polielissoidale. Gli indicatori di direzione
che attraversano il frontale in tutta larghezza
rendono poi lo “sguardo” del nuovo Piaggio
X10 inconfondibile. Molto capiente il vano
sottosella da oltre 52 litri, che su 125 e 350
permette di stivare due caschi integrali.
Sono tre i motori tutti monocilindrici 4T,
che equipaggiano l’X10: 125, 350 e 500 (con
doppia accensione). Interessante la possibilità
di scegliere tra due mappature, tramite un
deviatore sul manubrio: la mappatura ECO
riduce i consumi del 4-5%, limitando la
potenza di 1,5 cv.
on the
road
Sognare sotto il cielo
australiano
Completamente lontano dagli standard dei
lodge hotel australiani, il Thorngrove Manor
è più simile ad un castello europeo, completo di torrette, torri e ruvidi muri in pietra.
Gli interni, di questo gioiello situato a soli
venti minuti da Adelaide, richiamano lo stile barocco, con antiquariato, opere d’arte e
dettagli d’architettura in ogni angolo. Non
solo note d’antichità, ma anche note di modernità e lusso che fanno di questo hotel una
boutique attuale più che un’antica fortezza.
Questa delicata roccaforte ospita solo cinque
suite addobbate da sculture, arazzi, soffitti in legno, tappetti preziosi e antichi letti
a baldacchino. Ogni stanza si connota per
una dimensione e un design particolari, oltre
ad ospitare dettagli che rendono più forte il
ricordo dell’esperienza grazie a caminetti,
pianoforti o bagni con la spa. Un sogno elegante sotto lo splendido cielo dell’Australia,
con prezzi a partire da 600 euro.
Thorngrove Manor Hotel
2 Glenside Lane, Stirling, Adelaide,
South Australia
Tel. +61.8 8339 6748
[email protected]
thorngrove.com.au
DORMIRE TRA LE SPEZIE
Grafica, attenzione al design e accoglienza fanno del Relais Cattedrale un piccolo
scrigno di comfort ed eleganza. Il palazzo,
acquistato nel 1901 dal bisnonnno di Laura
Elsa Valente – attuale proprietaria –, nel 2007
è stato ridisegnato da quest’ultima in una
combinazione di ambienti ed arredi d’epoca
intrecciati con elementi moderni ed etnici
che ne hanno fatto un accogliente Chambre
d’Hotes de Charme. Ogni letto è unico e
realizzato a mano, alcuni dei quali creati personalmente da Laura Elsa Valente. Le camere
cercano di rimandare alla sensualità e comodità di spezie piccanti e colorate. Camera
Paprika, Liquiritiam, Slavian e Prunus avvolgono l’ospite nelle rappacificanti sensazioni
di cromie delicate. Ospitate in un vecchio
palazzotto medioevale, palazzo Curbis di
S.Michele, danno sul ballatoi e cortile interno, ospitano affreschi antichi che dialogano
con i colori di letti in ardesia naturale, nera,
verde e viola. Scene di battaglie e avvenimenti
storici decorano la suite Zingibar, mentre
nell’adiacente suite Cacao sono ammirabili
cinque emblemi di Amore. I letti di queste
camere sono in ferro acidati, in sintonia con il
Suite zingiber
cancello della reception, pregevole manufatto
di produzione africana realizzato in ferro
battuto. A partire da 80 euro.
Relais Cattedrale
via Cattedrale, 7
14100 Asti
cell. 347.9730387
Tel. 014.1092099
[email protected]
www.relaiscattedrale.it
CULLATI DAL NULLA
Dove Creek, luogo remoto e sperduto nell’immenso Colorado. Lì, quasi dimenticato da
tutto e tutti, sorge una piccola struttura ricordo della cultura americana e dei suoi primi
pionieri. Vista Caballo, questo il nome dell’innovativo alloggio, è una struttura circondata da 160 acri abitati solamente da qualche
cavallo ancora in cattività, il tutto immerso
in un paesaggio che allontana lo stress dei
rumori cittadini. Un piccolo e semplice ranch
ospitato in una struttura in legno, affiancata
da un fienile dove ospitare il vostro cavallo, e
arredata con una serie di libri, un’accogliente
letto a due piazze, una vasca da bagno con
idromassaggio, che certamente apprezzerete
dopo una lunga giornata all’aria aperta, oltre all’accogliente grande portico nel quale
potrete rilassarvi osservando la natura incontaminata e il colore delle terre rosse del south
western del Colorado. L’esperienza Vista Ca-
ballo sarà emozionante, mistica, durante la
quale vivrete un’esperienza a contatto con
la natura. Uniche difficoltà, le condizioni di
accesso permesse solamente su invito o grazie
ad un referral. A partire da 415 euro.
Vista Caballo
PO Box 797,
Dove Creek, CO, 81324
United States of America
www.vistacaballo.com
Questioni di
gola
I VINI DI SICILIA CHE PARLANO TEDESCO (E BIO)
Nell’Agro di Sambuca di Sicilia (Agrigento) lavorano due fratelli
appassionati e tenaci: sono Gunther e Klaus Di Giovanna, di madre
tedesca e padre siciliano. Le vigne di proprietà furono impiantate dal
loro trisavolo, Don Totò, nel 1860 ed oggi sono condotte con criteri
biologici, basse rese, vendemmie in piccole cassette per mantenere
l’integrità deli grappoli, vitigni scelti dopo profonde sperimentazioni
clonali iniziate dal padre. Le vinificazioni sono attente e seguite con
il cuore ed il risultato è quello di un rigore stilistico tutto siciliano,
interpretato dal famoso enologo Riccardo Cottarella. I loro vini bio
della Contrada Gerbino sono: Chardonnay, Nero d’Avola Rosato,
Nerello Mascalese Rosato, Cabernet Sauvignon e il Sicilia Rosso, a
base di Nero d’Avola, Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon. I prezzi
sono di circa 5 euro a bottiglia.
TRA LUPPOLO E TARTUFO
NòSA: TUTTA LA TRADIZIONE
DELLA VAL DI FIEMME
Questa birra è nata dalla voglia di
trasmettere le tradizioni, il tentativo di
ricreare l’aroma ed il gusto dell’antica
ricetta utilizzata più di un secolo
fa nella birreria di Predazzo, in
Trentino. Utilizzando malti tostati
similmente a come venivano tostati
in passato, luppoli forti come quelli
selvatici della Valle di Fiemme e
lieviti ad alta fermentazione
provenienti da un antico ceppo di
lievito d’abbazia, il Birrificio Birra
di Fiemme della famiglia Gilmozzi
ha ottenuto una birra buona,
forte, rustica, corposa, di colore
ambrato-dorato, con un amaro
spiccato e deciso, ricca di note
erbacee e caramellate nel gusto e
con un profumo floreale. Una birra
da tutti i giorni, verace e seducente.
UNA BIONDA TUTTO PEPE
La Bière du Boucanier Golden Ale è una
birra a tripla fermentazione dal colore
giallo dorato, torbido e con riflessi ramati,
e dalla schiuma abbondante, compatta. 11
gradi di puro piacere leggero e invitante.
È fatta con tre tipi di luppolo differenti e
la fermentazione avviene in bottiglia.
La birreria di Ertvelde, dove viene
prodotta la Bière du Boucanier,
è stata fondata nel 1784 ed è
attualmente una delle più moderne
ed importanti del Belgio, tra quelle
di proprietà privata. Questa birra,
grazie al suo notevole gusto, è
ideale per la preparazione di
differenti composizioni culinarie.
Perfetta se accompagnata a
piatti forti, sia a base di pasta
che di carni, con qualsiasi salsa
piccante o cibi gustati con
96
senape, ideale con i formaggi di qualsiasi
tipo ad esclusione di quelli freschi e molli.
Eccellente con würstel, salsicce, salumi e
prosciutti, ma anche con le patate cucinate
in tutti i modi, specialmente quelle fritte.
Deliziosa con i sandwich e anche con ogni
genere di pizza. È molto indicata con il
piatto tipico Belga, ovvero “les moules”
(cozze, muscheln, mosselen, mussels) del
Mare del Nord e con i piatti della cucina
tradizionale fiamminga.
CAVIALE? NO, TARTUFO.
Il Perlage di tartufo è un prodotto di
Tartuflanghe, frutto di anni di ricerca.
Si presenta in forma di caviale ed è
prodotto a partire dal succo di tartufo
nero pregiato, che si ottiene per estrazione
diretta dal tartufo stesso durante la sua
cottura. Questo succo molto
gustoso viene “sferificato”
attraverso una
tecnica molto
sofisticata, reso
cioè in piccole sfere o
perle dal gusto di tartufo, simili per
colore e consistenza al caviale. Il risultato
è un prodotto intenso, interessantissimo
quanto divertente, in grado di stupire e
di scatenare la creatività in molte ricette
(dalle bruschette agli gnocchi, dalla
carne ai crostacei). E anche il prezzo è
interessante: la confezione da 50 grammi
costa 15 euro.
andando per ristoranti
Il ristorante Macelleria Motta nasce a Bellinzago Lombardo, a due passi
da Gessate. La sede è una suggestiva casa d’epoca con corte indipendente,
parte di una più grande proprietà nobiliare di origine cinquecentesca. All’ingresso
del locale si capisce subito che aria tira, accolti da una cella frigorifera a vista in
cristallo, la”Cella dei sogni” di Sergio Motta, macellaio da sempre, con appese
enormi mezzene di manzi piemontesi, è un esplicito manifesto della filosofia Motta. A pochi
metri dalla cella-vetrina, un grande camino ospita grandi spiedi che girano lentamente per
ore fino a portare alla giusta morbidezza grossi tagli di manzo e bue piemontese. Gli spazi
a disposizione, arredati sapientemente dall’architetto e designer Roberto Biffi e impreziositi
dalle opere dello scultore Giuseppe Lorenzi, prevedono due sale, una saletta riservata e un
fascinoso dehor sotto l’antico porticato. In cucina si muove una brigata di giovani, capeggiati
dallo chef Vittorio Manzoni, cresciuti alla luce della stella del bergamasco Luca Brasi.
Potrete degustare insaccati di loro produzione, come ad esempio la bresaola, proposta in
due diverse stagionature, il grande crudo stagionato oltre 36 mesi, il prosciutto cotto al
forno (salato in vena). Il pezzo forte è, ovviamente, la carne, proposta soprattutto cruda o
con cotture minime per rispettare ed enfatizzare i
sapori propri dei tagli piemontesi. L’ormai famoso
tris di tartare, presentato a “piramide”, i filetti, le
bistecche di polpa e le tagliate, i grandi pezzi allo
spiedo , spettacolari grazie alla cottura lenta alla
giusta distanza dalla brace.
RISTORANTE MACELLERIA MOTTA
Strada Padana Superiore 90, 20060 Bellinzago
Lombardo (MI), tel. 02 95784123.
Chiuso la domenica.
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