CARAVAGGIO, le grandi opere alle scuderie del Quirinale

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CARAVAGGIO, le grandi opere alle scuderie del Quirinale
16 | SABATO 13 MARZO 2010 | LA NOSTRA CITTÀ
SETTIMANALE
| il Popolo Cattolico
mostre-eventi
A 400 anni dalla morte dell’insigne artista, uomo della nostra terra
CARAVAGGIO, le grandi
opere alle scuderie del Quirinale
Il fascino, l’eccezionalità, l’unicità del Caravaggio emergono con forza dalla visita alla mostra
La mostra, intitolata ‘Caravaggio’, che si tiene a Roma alle Scuderie del Quirinale, è destinata a celebrare i 400 anni
della morte del grande artista.
L’esposizione, ideata da Claudio
Strinati, curata da Rossella Vodret e Francesco Buranelli ed organizzata in collaborazione col
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - è stata aperta lo
scorso 20 febbraio e chiuderà la
prossima domenica 13 giugno.
25 sono le opere esposte, provenienti dai più importanti Musei del mondo: ‘Riposo durante
la fuga in Egitto’ (1595); ‘I bari’
(1595 – 1596); ‘Suonatore di liuto’ (1595 – 1596); ‘Musici’ (1594
– 1595); ‘Ragazzo con canestro di
frutta’ (1592 – 1594); ‘Bacco’
(1597); ‘Canestra di frutta’ (fine
XVI secolo); ‘Conversione di
Saulo’ (1600 – 1601); ‘Giuditta
che taglia la testa a Oloferne’
(1599 – 1600); ‘Cena in Emmaus’
(1601); ‘San Giovanni Battista’
(1602); ‘La presa di Cristo nell’Orto’ (1602), ‘Amor vincit Omnia’ (1602); ‘Deposizione’ (1602 –
1604); ‘Sacrificio di Isacco’
(1603); ‘San Giovanni Battista’
(1603 – 1604); ‘San Giovanni
Battista’ (1606); ‘Incoronazione
di spine’ (1602 – 1605); ‘Cena in
Emmaus’ (1606); ‘Flagellazione’
(1607); ‘Amorino dormiente’
(1608); ‘Annunciazione’ (1608 –
1610); ‘Seppellimento di Santa
Lucia’ (1608); ‘Adorazione dei
Pastori’ (1608 – 1609) e ‘David
con la testa di Golia’ (1610).
A pochi giorni dall’apertura è
già altissimo l’afflusso dei visitatori, che possono ammirare una
serie di quadri straordinari - disposti lungo i due piani espositivi delle Scuderie - in un percorso non strettamente cronologico, ma tendente a mettere in risalto il confronto diretto fra tematiche e soggetti simili.
Le opere in mostra son tra le
più rappresentative della carriera del grande Maestro e si collocano in un arco di tempo di diciotto anni, dal 1592, anno della realizzazione del ‘Ragazzo con
canestro di frutta’, al 1610, anno
della morte del pittore.
Al primo periodo di produzione dell’artista risale ‘Il Riposo
durante la fuga in Egitto’, (1595,
olio su tela, 133 x 166,5 cm, Galleria Doria Pamphilj di Roma):
la scena è collocata in un paesaggio campestre, la Vergine e il
Bambino son colti nella posa
realistica e quotidiana del sonno, dipinti con tenerezza e sensibilità da Caravaggio, che li avvicina fisicamente e coloristicamente grazie alla tinta simile
dell’incarnato; a separare ed organizzare la scena, l’angelo in
primo piano, di spalle, dalla pelle vellutata e dal panneggio
leggero.
La ‘Canestra di frutta’ (fine del
XVI sec., olio su tela, 48 x 62 cm,
Pinacoteca Ambrosiana di Milano) è una delle opere più note
del Maestro, ed è anche l’unica
avente per soggetto esclusivo la
natura morta. Il realismo del
pittore tocca qui vertici altissimi
nella resa della canestra e della
frutta, che sembra emergere dal
quadro per offrirsi al gusto dello spettatore. Sui frutti e sulle
foglie si possono osservare i segni dell’incipiente decadimento;
probabilmente è proprio questo
il principale significato del dipinto: la fioritura, la bellezza e
la ricchezza hanno vita breve,
perché ben presto inizia la deca-
Deposizione (1602 1604) olio su tela, 300
x 203 cm, Musei
Vaticani
Città del Vaticano
Canestra di frutta (fine
del XVI secolo), olio su
tela, 48 x 62 cm,
Pinacoteca Ambrosiana
di Milano
Riposo durante la fuga
in Egitto (1595) olio su
tela, 133 x 166,5 cm,
Galleria Doria Pamphilj
Roma
Cena in Emmaus
(1606) olio su tela, 141
x 175 cm, Pinacoteca
di Brera
Milano
denza. Si tratta della tematica
della ‘vanitas’ delle cose terrene,
che ha la sua massima espressione nella natura morta olandese e fiamminga del ‘600 (ricordiamo, al riguardo, le pregevoli
mostre degli anni ‘70 del secolo
scorso presso la Galleria ‘Lorenzetti’ del nostro capoluogo).
Nella ‘Deposizione’ (1602 –
1604, olio su tela, 300 x 203 cm,
Musei Vaticani di Città del Vaticano) è evidente l’attenzione del
Maestro alla gestualità e all’espressività delle anatomie, che
appaiono pesanti come pesante
è il corpo senza vita di Cristo deposto dalla Croce. La pietra in
primo piano, con lo spigolo che
sembra fuoriuscire dal dipinto,
porta con forza lo spettatore
dentro il quadro, coinvolgendolo in prima persona affinché
percepisca tutto lo strazio ed il
dolore della scena. Il corpo di
Cristo, dal colore freddo, esalta-
Musici - concerto (1594 – 1595) olio su tela, 92,1 x 118,4 cm, The Metropolitan Museum of Art
New York
Michelangelo Merisi, il
grande Caravaggio, ha una
storia di appartenenza al borgo, da cui volle prendere il nome. Suo padre Fermo Merisi
lavorava come architetto presso gli Sforza, marchesi di Caravaggio, la mamma Lucia
Aratori apparteneva a una famiglia benestante caravaggina che
aveva interessi con la
costruzione
del Santuario,
dopo
l’apparizione
nel 1432 della Madonna
alla beata
Giovanetta.
Michele
Angelo era il primo dei figli
della coppia, fu battezzato a
Personaggio La storia tormentata
Il Club Unesco,
la cultura
e le scuole
Milano il 30 settembre 1571
nella Chiesa di Santo Stefano
in Brolo (il padre lavorava per
gli Sforza anche a Milano).
Dopo la morte del padre (Michelangelo aveva 4 anni), il futuro grande artista visse a Caravaggio con i nonni Aratori e
verso i 15 anni tornò a Milano
alla scuola del pittore Pederzano. A Roma andò quando aveva vent’anni, lasciando il suo
borgo in cui viveva ancora una
sorella.
Nella grande citta incontrò
il mondo della pittura del Rinascimento, con gli amanti
della pittura che ammiravano
le sue capacità espressive, anzi le sollecitarono e le ‘sponsorizzarono’. Ebbe una vita tormentata, fuggì da Roma dopo
un omicidio, andò a Malta (accolto con entusiasmo, poi condannato), si rifugiò in Sicilia,
to ancor di più dal panneggio
bianco posto in primo piano,
trasmette all’osservatore il senso
di gelo dato dalla morte. I personaggi alle spalle sono collocati in un crescendo di gesti e di
espressioni che tocca il suo vertice nelle braccia aperte di Maria di Cleofa, le quali sembrano
diffondere nello spazio le urla di
dolore dell’umanità tutta. Le
gambe nude e muscolose di Nicodemo, in primo piano, evidenziano il realismo di Caravaggio, la sua ostinata rappresentazione dell’umiltà e della povertà,
la sua attenzione profondamente cristiana verso gli ultimi.
Nella ‘Cena in Emmaus’
(1606, olio su tela, 141 x 175 cm,
Pinacoteca di Brera di Milano), Caravaggio dipinge il
momento della rivelazione
di Cristo ai discepoli. E,
ancora una volta, l’umanità ritratta ha visi semplici,
lavorò e dipinse alcuni dei
suoi quadri più famosi.
Ma voleva ritornare a casa, aveva 39 anni, non in
buona salute. Partì da Napoli con una barca e a Porto Ercole morì. Leggende
si legano anche alla sua
fine.
La sua grandezza
come pittore è raccontata dai grandi studiosi di
storia dell’arte.
Ora alle Scuderie del Quirinale, la mostra
delle sue opere sta avendo un
grande consenso.
Il Club Unesco TreviglioBergamo è dedicato al Caravaggio, per questo Michelengelo Merisi rappresenta di diritto il suo borgo. Intanto rileggiamo, grazie alla nostra
concittadina storica dell’arte,
rugosi, segnati dalla povertà. Le
figure emergono dallo sfondo
grazie alla luce che li illumina,
creando forti contrasti di luce ed
ombra. L’apostolo di spalle in
primo piano, collocato verso lo
spettatore, rappresenta tutti
noi, che - se vogliamo - possiamo ‘entrare’ nel dipinto.
Il fascino, l’eccezionalità e l’
unicità di Caravaggio emergono
con forza dalla visione della mostra, che si pone come l’ennesimo tentativo di penetrare l’essenza dell’arte del pittore, il suo
rivoluzionario e sorprendente
naturalismo e la sua costante ricerca del vero.
Francesca Possenti
arch. Francesca Possenti, le
opere esposte al Quirinale.
Le scuole di Caravaggio ad
iniziare dal Liceo Galilei stanno raccontando la storia del
loro concittadino: la cultura e
la educazione si richiamano a
lui.
Delia Borelli