Relazione - RUP Ravenna

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Relazione - RUP Ravenna
Studio di Geologia Tecnica dr. ANGELO ANGELI
CESENA, Via Don G. Dossetti n.28 - Tel.0547-27682
1.
PREMESSA
La presente relazione riguarda le indagini sismiche di III livello relative all’areanile da
Casalborsetti a Lido di Savio. Avendo la Regione E-R emesso nel Gennaio 2016 nuovi
indirizzi per la microzonizzazione sismica, con la presente relazione si aggiornano
anche alcuni aspetti delle relazione relativa all’indagine sismica di II livello approntata
nel dicembre 2015.
Per quanto riguarda l’inquadramento geologico e la documentazione completa relativa
alle prove penetrometriche e sondaggi interessanti l’arenile, si rimanda alla relazione del
dicembre 2015 relativa all’indagine sismica di II livello.
Negli Allegati 1-a, 1-b, 1-c è riportata l’ubicazione di tutte le indagini in sito allegate
alla relazione relativa all’indagine sismica di II livello.
Nella presente relazione si è riesaminata la liquefazione degli strati sabbiosi con
riferimento alle 6 CPT eseguite nel Dicembre 2015. Per le località dove non si sono
fatte nuove prove, si è scelta una delle prove di archivio ritenuta più significativa. Nelle
nuove valutazioni non si è considerato il coefficiente Kσ il che è da ritenersi a
vantaggio della sicurezza in quanto gli strati di sabbia che interessano sono quasi
esclusivamente nei primi 10 metri ed il coefficiente Kσ fino ad una pressione litostatica
effixcace di 1 kg/cmq e quindi fino ai 10 metri circa è maggiore di 1 e quindi
migliorativo. Fra 1 e 2 kg/cmq di pressione litostatica efficace questo coefficiente incide
poco variando mediamente fra 1 e 0.95.
L’analisi del pericolo di liquefazione fatta sulla base delle nuove indicazioni della
Regione E-R ha fornito risultati sostanzialmente coincidenti con quelli già riportati nella
relazione per l’indagine di II livello.
Alla presente relazione si allegano, per ogni sito:
CPT a 30 metri eseguita nel 2015 o CPT di archivio più significativa.
Analisi sui campioni con determinazione del Passante al setaccio n.200 (FC).
Parametri di pericolosità sismica ricavati secondo NTC-2008.
Coefficiente di amplificazione (S=Ss+St) e amax/g come da NTC-2008.
Valutazione del Potenziale di Liquefazione sulla base della CPT del 2015 o di
CPT di archivio.
Valutazione dell’assestamento postsismico per addensamento degli strati di
sabbia.
Spettro di Risposta Elastico secondo indicazioni della Regione E-R utilizzando
accelerazione di riferimento e fattore di amplificazione del sito secondo NTC2008.
Spettro di Risposta Elastico come da NTC-2008 per Categoria del suolo del
sito.
Risultati dell’indagine di sismica passiva (metodo H/V) con determinazione
del Vs30.
Risultati dell’analisi con EERA sulla base dei 3 sismogrammi forniti dalla
Regione E-R (Profilo del suolo utilizzato, Funzione di Trasferimento, Spettro di
Risposta, Spostamento Relativo, Pseudo Velocità Relativa).
Intensità di Housner per gli intervalli di periodo: Pag.1
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In calce alla relazione si allega una relazione sismica relativa alle indagini di sismica
passiva (metodo H/V) ed una relazione sismica relativa alla determinazione dello
Spettro di Risposta Elastico dell’oscillatore armonico ad un grado di libertà fatta
mediante codice EERA.
2.
RISULTATI DELLE INDAGINI
I risultati delle nuove valutazioni relativa ad indagine di II livello sono riassunti nella
tabella di Tavola I.
I risultati dell’indagine con codice EERA sono riassunti nella tabella riportata a pagina
3 della relativa relazione.
Le valutazioni del Potenziale di Liquefazione confermano un valore di FL, calcolato col
criterio di Sommez, sempre inferiore a 2 e quindi un pericolo di liquefazione “basso”
per tutto l’arenile da Casalborsetti a Lido di Savio.
I cedimenti post sismici per addensamento degli strati di sabbia risultano contenuti entro
valori di qualche centimetro, come gia valutato sulla base di tutte le CPT nell’ambito
dell’analisi di II livello.
Il Coefficiente di Amplificazione al suolo (S=Ss+St), calcolato secondo NTC-2008,
risulta pari ad 1.80 da Casalborsetti a Lido di Dante, mentre per Lido di Calsse e Lido di
Savio risulta rispettivamente 1.762 e 1.758. Le tabelle della Regione E-R da utilizzare
per le indagini di II livello, allegate agli indirizzi del 2007, prevedevano per la costa
F.A.PGA=1.8 con Vs30<200m/s. Le nuove tabelle allegate agli indirizzi 2016
prevedono, con Vs30<200m/s, F.A.PGA=1.3.
L’accelerazione massima al suolo valutata secondo quanto previsto dalle NTC-2008
cresce Nord verso Sud passanto da 0.220g a Casalborsetti a 0.294g a Lido di Savio.
Il Vs30 valutato sulla base delle CPT (v. relazione II livello) risultava sempre inferiore a
180 m/sec. Dalle prove di sismica passiva (metodo H/V) il Vs30 risulta inferiore a 180
m/sec per tutte le località, salvo Lido di Classe, dove risulta Vs30=180m/sec, e Lido di
Savio, dove risulta Vs30=195m/sec. Il sottosuolo di tutti i siti in esame risulta quindi
appartenente alla categoria “D”, salvo che per Lido di Savio dove possono eserci
situazioni che rientrano nella categoria “D” e situazioni che rientrano nella Categoria
“C”.
Le indagini di sismica passiva (metodo H/V) non mostrano picchi di risonanza
significativi per l’intervallo di frequenze di interesse paratico, per cui nei siti considerati
non sono da prevedere effetti di risonanza importanti.
L’analisi mediante codice EERA ha fornito picchi della Funzione di Amplificazione
compresi fra un minimo di 1.85 a Lido di Classe ed un massimo di 2.34 a Lido di Dante
(media su tutti i siti: 2.1).
L’accelerazione massima dello Spettro di Risonanza aumenta da Nord verso Sud
passando da 0.330g a Csalborsetti a 0.452g a Lido di Svio (media 0.390g).
Anche l’Intensità di Housner aumenta da Nord verso Sud. Nell’intervallo (0.1-0.5)sec
passa da 4.5 cm a Casalborsetti a 6.2 cm a Lido di Savio (media 5.4 cm). Nell’intevallo
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(0.5-1.0)cm passa da 7.1 cm a Casalborsetti a 9.7 cm a Lido di Savio (media 8.4 cm).
Nell’intervallo (0.5-1.5)cm passa da 10.1 cm a Casalborsetti a 13.8 cm a Lido di Savio
(media 12.0 cm).
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INDAGINE SISMICA PASSIVA MEDIANTE
TROMOGRAFO DIGITALE “TROMINO”
(METODO NAKAMURA – HVSR o H/V)
STIMA DEL VS30 CON MISURA DIRETTA DELLE
FREQUENZE DI RISONANZA DA STAZIONE SINGOLA
Località: AREANILE DA CASALBORSETTI A LIDO DI SAVIO
Committente: COMUNE DIRAVENNA
Lavoro: POC ARENILE
RELAZIONE GEOFISICA
Data: Gennaio 2016
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INDAGNE DI SISMICA PASSIVA A STAZIONE SINGOLA
MISURA DIRETTA DELLE FREQUENZE DI RISONANZA
La prova sismica passiva a stazione singola rileva le frequenze alle quali il moto del terreno viene
amplificato per risonanza stratigrafica. La prova è comunemente nota come
prova “HVSR” o
semplicemente “H/V”: rapporto tra le componenti spettrali orizzontali (H) e la componente spettrale
verticale (V).
In un sistema costituito da uno strato tenero (copertura) sopra un semispazio rigido (bedrock)
un’onda tende a rimanere intrappolata nello strato tenero per riflessioni multiple e da luogo a
fenomeni di risonanza per lunghezze d’onda incidenti λ= n 4 H. Le frequenze a cui si manifesta la
risonanza sono descritte dalla legge:
f = n Vs/(4H)
con n = 1, 3, 5, .....
(1)
dove n indica l’ordine del modo di vibrare (fondamentale per n=1) e Vs è la velocità delle onde di
taglio nello strato di spessore H. Nella maggior parte dei casi, a causa delle attenuazioni nelle
coperture, il solo modo visibile è quello fondamentale.
Un suolo vibra con maggiore ampiezza a specifiche frequenze (di risonanza) non solo quando è
eccitato da un terremoto, ma anche quando è eccitato da un tremore di qualsiasi origine. Questo fa
sì che la misura delle frequenze di risonanza dei terreni sia possibili ovunque ed in modo semplice,
anche in assenza di terremoti.
L’equazione (1) permette di comprendere come la tecnica H/V possa fornire anche indicazioni di
carattere stratigrafico: a partire da una misura di microtremore che fornisce f, nota la Vs delle
coperture , si può infatti stimare la profondità dei riflettori sismici principali o viceversa.
Il rumore sismico ambientale viene generato da fenomeni atmosferici (onde oceaniche, vento ecc.)
e dall’attività antropica. Viene detto anche “microtremore” perché riguarda oscillazioni molto più
piccole di quelle indotte dai terremoti. Al rumore di fondo, sempre presente, si sovrappongono le
sorgenti locali antropiche e naturali. I microtremori sono in parte costituiti da onde di volume P ed
S, in parte da onde di superficiali che hanno velocità prossime a quelle delle onde S.
Il rumore sismico può essere misurato con il tromografo digitale Tromino ed analizzato con il
software Grilla.
Dopo i primi studi di Kanai (1957), diversi metodi sono stati proposti per estrarre l’informazione
relativa al sottosuolo dal rumore sismico registrato in un sito. La tecnica maggiormente consolidata,
proposta da Nogoshi & Igarashi (1970), prende in esame i rapporti spettrali tra le componenti del
moto orizzontale e quella verticale (Horizontal to Vertical Spectra Ratio HVSR o H/V). La tecnica è
universalmente riconosciuta come efficace nel fornire la frequenza di risonanza fondamentale del
sottosuolo.
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L’ampiezza del picco del rapporto H/V, pur essendo legata all’entità del contrasto d’impedenza tra
gli strati, non è correlabile all’amplificazione sismica in modo semplice.
La curva H/V relativa ad un sistema a più strati contiene l’informazione relativa alle frequenze di
risonanza (e quindi allo spessore) di ciascuno di essi, ma non risulta interpretabile applicando
semplicemente l’equazione (1). E’ necessario applicare il processo di inversione che richiede
l’analisi delle singole componenti e del rapporto H/V e che fornisce un’importante normalizzazione
del segnale.
I valori assoluti degli spettri orizzontali (H) e verticali (V) variano con il livello assoluto del rumore
ambientale (alte frequenze, disturbi “antropici” tipo mezzi in movimento, lavorazioni, calpestio ecc.).
Nella pratica si usa H/V perché è un buon normalizzatore e, come ampiamente riconosciuto nella
letteratura scientifica internazionale, H/V misura direttamente le frequenze di risonanza dei terreni.
Nell’interpretazione delle curve H/V vanno distinti i picchi dovuti a risonanza stratigrafica da quelli
dovuti a disturbi. Inoltre le curve H/V vanno osservate congiuntamente agli spettri delle singole
componenti da cui derivano. Questo permette di discernere i picchi di natura stratigrafica da quelli
di natura antropica. In condizioni normali le componenti spettrali NS, EW e Z (verticale) hanno
ampiezze simili. Alla frequenza di risonanza invece si genera un picco H/V legato ad un minimo
locale della componente spettrale verticale che determina una forma “a occhio” od “ a ogiva”:
questa forma è indicativa di risonanze stratigrafiche. In corrispondenza delle frequenze di
risonanza ad un massimo locale delle componenti NS ed EW corrisponde un minimo locale
della componente Z.
Se vi è inversione di velocità la componente verticale passa sopra a quelle orizzontali. Anche in
questo caso minimi locali nella curva della componente verticale sono indicativi di risonanza
stratigrafica, se corrispondenti a picchi delle componenti orizzontali.
In una misura di tremore possono entrare anche vibrazioni monofrequenziali (artefatti) indotte da
macchinari o simili. Queste producono picchi stretti ben definiti su tutte e tre le componenti spettrali
e sono quindi facilmente distinguibili.
STIMA DI VS30 A PARTIRE DA MISURE A STAZIONE SINGOLA
L’analisi H/V permette di identificare i contrasti di impedenza tra gli strati. Una coltre di sedimenti
sovrastanti un substrato roccioso (bedrock) darà un picco nella funzione H/V. Però anche una
coltre di sedimenti fini sopra uno strato di ghiaia o sabbia densa può generare una risonanza e
quindi un massimo nella funzione H/V. In questo caso lo strato di ghiaia o sabbia densa viene in
genere indicato come bedrock-like (strato assimilabile al bedrock) anche se la sua velocità è
inferiore agli 800 m/s previsti dalla normativa. Anche questi strati bedrock-like sono in grado di
creare fenomeni di intrappolamento d’onde e quindi fenomeni di risonanza, se la discontinuità nelle
Vs è netta.
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A partire da una misura di frequenza di risonanza, tramite l’equazione (1), è possibile ottenere una
stima delle Vs delle coperture, a patto che sia nota la profondità dello strato che la genera, o
viceversa. L’equazione (1) vale però solo nei sistemi costituiti da monostrato+bedrock, mentre nei
casi multistrato è necessario ricorrere a modelli più complessi, basati sulla propagazione delle
onde di superficie. Oltre al software adatto, per trasformare una curva H/V in un profilo di Vs è
necessario un vincolo, che normalmente è la profondità di un contatto tra litologie diverse, noto da
prove penetrometriche, sondaggi ecc.. In assenza di qualsiasi vincolo esistono infiniti modelli (cioè
combinazioni Vs-H) che soddisfano la stessa curva H/V. La prova penetrometrica è quella che
meglio si presta a vincolare l’H/V in quanto fornisce, oltre alla stratigrafia, indicazioni sulle diverse
proprietà meccaniche degli strati di terreno, correlabili con la velocità delle onda trasversali. Nella
scelta di primo tentativo delle Vs dei singoli strati si può fare riferimento alle correlazioni esistenti in
letteratura fra i dati penetrometrici e la Vs. Valori orientativi di velocità delle onde S sono riportati
nella Tabella 1.
Quindi risulta indispensabile avere a disposizione dei vincoli da prove dirette del sottosuolo
(penetrometrie o sondaggi) per poter associare ai picchi rilevati dalle misure di microtremore dei
contrasti di impedenza adeguati, cioè modellare il mezzo geologico affinché rappresenti in maniera
attendibile il sottosuolo.
Nel caso semplice di strato omogeneo sopra un bedrock, se da misure dirette è nota la profondità
H del bedrock (o bedrock-like), si può calcolare il Vs30 attraverso le misure di frequenza (fr)
direttamente dalla [1].
Nel caso di terreno multistrato il Vs30 viene calcolato, sulla base del profilo di velocità ricostruito,
con la formula: Vs30 = 30/Σ(hi/Vsi) [m/s]
Nel 2005 il progetto SESAME stabilì una serie di criteri per la valutazione della
significatività statistica dei picchi H/V. La prima parte di questi criteri, individuata la
frequenza del picco di risonanza, verifica se la registrazione è stata effettuata per un
periodo statisticamente significativo e se l’analisi è stata condotta secondo i principi della
statistica. La seconda parte di questi criteri analizza la geometria del picco e dice
semplicemente se il picco ha una forma ben definita. Questa parte del test SESAME va
interpretata con cognizione di causa, perché solo un contatto netto tra litotipi diversi dal
punto di vista meccanico genera picchi netti. Al contrario le transizioni graduali generano
più spesso amplificazione in una banda larga di frequenze. In questo caso eventuali non
superamenti dei criteri SESAME non significano che non ci siano risonanze significative,
ma solo che non ci sono picchi singoli ben definiti.
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Tabella 1. Valori caratteristici delle onde S nei vari tipi di suolo (Borcherdt,1994).
Tipi di suolo
Vs min. (m/s)
Vs media (m/s)
Vs max. (m/s)
1400
1620
...
700
1050
1400
375
540
700
200
290
375
100
150
200
Rocce molto dure
(rocce metamorfiche poco fratturate)
Rocce dure
(graniti,rocce ignee,
conglomerati,arenarie ed argilliti da
poco a mediamente fratturati)
Suoli ghiaiosi e rocce da tenere a dure
(rocce sedimentarie tenere,areanarie,
argilliti, ghiaie e suoli con + del 20% di
ghiaia)
argille compatte e suoli
sabbiosi
(sabbie da sciolte a molto compatte,
limi e argille sabbiose o limose, argille
da medie a compatte)
Terreni teneri
(terreno di riporto sotto falda, argille da
tenere a molto tenere)
MODI DI VIBRARE
Come il sottosuolo, eccitato dalle onde che lo attraversano, presenta più modi di vibrare anche le
strutture e gli edifici in c.a. presentano a loro volta delle frequenze di risonanza proprie dell’edificio.
E’ opportuno evitare i fenomeni di doppia risonanza cioè quei casi in cui la frequenza propria di
risonanza del terreno è simile a quella dell’edificio.
Se le risonanze suolo-struttura coincidono la situazione è sfavorevole dal punto di vista della
vulnerabilità sismica, così come se la risonanza della struttura è a frequenze di poco superiore a
quelle del sottosuolo la situazione è ugualmente sfavorevole perché :
a)
gli edifici con il proprio danneggiamento diminuiscono la loro frequenza di risonanza;
b)
il sottosuolo può manifestare modi di vibrare di ampiezza maggiore e a frequenza
maggiore rispetto a quella visibile con i microtremori.
Quindi è opportuno che la frequenza di risonanza della struttura risulti sempre lontana dal picco di
risonanza del terreno, soprattutto se questo è molto pronunciato.
Si allega di seguito il grafico semplificato che mette in relazione la frequenza di risonanza teorica
per edifici con la loro altezza in metri, in modo da poter confrontare in maniera speditiva se sono
possibili fenomeni di doppia risonanza.
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Le correlazioni di Chopra e Goel e di Hong e Hwang rappresentano i casi estremi fra le varie
correlazione proposte dai vari Autori.
20
18
frequenza (Hz)
16
14
12
10
8
6
4
2
0
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Altezza in metri
Chopra e Goel
Hong e Hwang
media
Le sei indagini di sismica passiva (metodo H/V) sono state fatte in corrspondenza delle sei
prove penetrometriche eseguite nel dicembre 2015, delle quali si è tenuto conto
nell’interpretazione dei risultati delle prove di sismica passiva.
In tutte le sei prove con “Tromino” non si sono rilevati picchi di risonanza importanti
nell’intervallo di frequenze di interesse pratico, per cui nei siti indagati son sono da temere
effetti di risonanza significativi.
Sulla base dei risultati delle indagini di sismica passiva si è valutato il Vs30. La Categoria
attribuita al sottosuolo dei vari siti tiene conto anche dei valori di Vs30 determinati sulla
base delle prove penetrometriche.
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PIANO OPERATIVO COMUNALE
POC ARENILE 2015
INDAGINE SISMICA DI III LIVELLO
VALUTAZIONE DELLO SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO
MEDIANTE CODICE EERA (Equivalent-linear Earthquake site Response Analysis)
UTILIZZANDO GLI ACCELEROGRAMMI FORNITI DALLA
REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER IL COMUNE DI RAVENNA
Cesena, Gennaio 2016
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Premessa
Per tutti i siti dell’arenile si è fatta una valutazione degli effetti sismici di sito di III
livello secondo lo schema seguente:
-
-
definizione del modello di sottosuolo sulla base sia dei risultati delle prove
penetrometriche, sia dei risultati delle indagini sismiche mediante “Tromino”;
selezione di un moto di “input” (terremoto caratteristico) al bedrock (suolo di
Categoria “A”) utilizzando i tre sismogrammi campione forniti dalla Regione
Emilia-Romagna per il Comune di Ravenna, scalati per l’ccelerazione di base
(suolo “A”) del sito in esame ricavata secondo le NTC-2008;
calcolo del moto del suolo atteso al sito (spettro di accelerazione) e dello
spettro di risposta dell’oscillatore armonico tipo ad un grado di libertà mediante
il codice EERA (Equivalent-linear Earthquake site Response Analyses of
layered soil deposit). Lo spettro di risposta rappresenta i valori massimi di
accelerazione attesi per un oscillatore armonico semplice ad un grado di libertà
(edificio tipo) in funzione della sua frequenza naturale e dello smorzamento
convenzaionalmente assunto pari al 5%.
Per il calcolo degli spettri di accelerazione (orizzontale) attesi al sito si sono usate
le curve di smorzamento fornite da EERA per i tipo di terreno: argilla (Mat.1),
sabbia (Mat.2) e bedrock (Mat.3).
Si allegano:
- copia dei tre sismogrammi campione forniti dalla Regione E-R;
- diagrammi delle curve di smorzamento di EERA;
- profilo del terreno assunto come modello del sottosuolo per ogni sito in esame;
- funzione di trasferimento per ogni sito in esame;
- Spettro di risposta elastico per ogni sito, confrontato con quelli dedotti col
metodo semplificato delle NTC-2008 per manufatto di Classe II e Stato Limite
di Salvaguardia della Vita.
- Spettro di risposta dello Spostamento Relativo e Pseudo Velocità Relativa per
ogni sito;
Risultati
Le indagini di sismica passiva (metodo H/V) mostrano in genre picchi di risonanza
pochissimo marcati in corrispondenza delle frequenze fra 1 e 2 Hz, attribuibili
all’inizio del substrato di alluvioni pleisticeniche. Picchi di risonanza un poco più
marcati sono presenti a frequenze inferiori ad 1 Hz ed attribuibili a strati di sabbia
densa profondi.
La funzione di trasferimento risultante dall’elaborazione con EERA mostra in
genere picchi di amplificazione a frequenze fra 0.5 ed 1 Hz e fra 1 e 2 Hz, con
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prevalenza ora dei primi ed ora dei secondi. Vi è quindi una sufficiente corrisponde
za fra i picchi della funzione di trasferimento e quelli delle prove H/V.
La funzione di trasferimento, anche se non viene utilizzata direttamente nelle
verifiche di strutture ed opere geotecniche, è utile per definire il campo di
frequenze entro il quale il sottosuolo amplifica il segnale sismico, oltre che per
quantificare l’entità dell’amplificazione stessa. Ai fini della valutazione della
pericolosità sismica, la funzione di trasferimento può essere utilizzata per valutare
il possibile insorgere di fenomeni di doppia risonanza terreno-struttura, quando il
modo fondamentale di vibrazione della struttura si sovrappone al modo di
vibrazione del terreno, modo che corrisponde al picco principale del diagramma
della funzione di trasferimento. La funzione di trasferimento può inoltre essere
usata negli studi di pianificazione del territorio (microzonizzazione sismica),
poiché l’amplificazione relativa al sito è una misura qualitativa della sua
pericolosità. Infine la funzione di trasferimento può essere confrontata con misure
dirette dei microtremori ottenuti mediante il metodo Nakamura (metodo H/V) e
costituire così un elemento di verifica dell’analisi numerica di risposta sismica.
Va tenuto presente che la funzione di trasferimento presenta in genere più picchi
rispetto all’H/V del microtremore, in quanto i metodi di calcolo generano facilmente risonanze spurie in funzione delle frequenze del moto di input. Inoltre,
poiché la rigidità di un sistema reale non lineare varia durante il terremoto, i
modelli mostrano amplificazioni quasi sempre maggiori di quelle che si
verificherebbero in realtà (Kramer, 1996).
Dal confronto dello Spettro di risposta elastico medio ottenuto con EERA con
quelli dedotti col metodo semplificato, secondo le NTC-2008, per manufatto di
Classe II e per Stato Limite di Salvaguardia della Vita, si nota che, i grafici dedotti
secondo le NTC-2008 per un suolo di categoria “D” hanno valori sempre
nettamente più elevati di quelli ricavati con l’analisi mediante EERA. Si può quindi
ritenere che la classificazione del sottosuolo dei siti in esame come appartenente
alla Categoria “D” e quindi i valori dello Spettro di Risposta Elastico ricavati col
metodo semplificato siano ampiamente cautelativi.
Nella tabella che segue si riassumono alcuni dei risultati ottenuti con l’analisi
mediante EERA riferiti all’oscillatore armonico ad un grado di libertà:
Località
Casalborsetti
Marina Romea
Porto Corsini
Marina di Ravenna
Punta Marina
Lido Adriano
Lido di Dante
Lido di Classe
Lido di Savio
Amplific.
Massima
2.02
2.20
2.12
2.01
2.08
2.26
2.34
1.85
2.03
Amax
Intensità di Housner (cm)
(g)
0.1-0.5 s.
0.5-1.0 s.
0.5-1.5 s.
0.330
0.358
0.368
0.390
0.387
0.409
0.414
0.450
0.452
4.5
4.9
5.1
5.4
5.3
5.5
5.7
6.2
6.2
7.1
7.7
7.9
8.4
8.3
8.3
8.9
9.7
9.7
10.1
10.9
11.2
11.9
11.8
12.2
12.6
13.7
13.8
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L’Intensità di Housner corrisponde all’area sottesa dallo Spettro di Risposta di
Pseudovelocità in un intervallo prefissato del periodo di oscillazione. Questo
parametro è un indicatore della pericolosità sismica in quanto correlabile all’energia
dissipata nelle strutture durante un terremoto e quindi espressione del presumibile
grado di danneggiamento subito dagli edifici.
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