AR311-XRCD - Sound and Music

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AR311-XRCD - Sound and Music
T
orniamo ai nostri golosi assaggi di
musica in XRCD, anche in questa
puntata non limitandoci al repertorio classico, pur così bene rappresentato.
L'ultima generazione di titoli viene lavorata nel dominio digitale alle massime prestazioni, tirando fuori tutto quello che è
possibile estrapolare da incisioni che in
molti casi sono tra le più significative della
storia del disco. Il risultato è ovviamente
collegato alla qualità del master originale e
la resa sonora varia da disco a disco. In alcuni casi ho potuto effettuare, quando disponibile, un confronto con il titolo commerciale corrispondente. La capacità di introspezione della versione XRCD è maggiore, la presenza del solista più accentuata, lo smalto strumentale messo a fuoco come se ad una buona reflex sostituissimo la
lente con una di maggior pregio.
Il primo XRCD (della FIM, First Impression Music) è un celebre album della ricca
discografia Decca, che con il titolo “Romantic Russia” raccoglie pagine sinfoniche
del grande repertorio, ovviamente, russo.
Siamo nel 1966 e la London Symphony
(nella Kingsway Hall) è diretta da Georg
Solti, interprete brillante che sin dall'apertura con la celebre ouverture “Ruslan e
Ludmilla” di Glinka dimostra straripante
energia e senso del ritmo. Fiati intensi e
pungenti, rilievo anche ai timpani, con il
loro gioco vivace ed incisivo, tempi brucianti. A seguire una “Notte sul Monte
Calvo” dai toni feroci, cui felicemente contrasta l'ouverture dal “Principe Igor” di Borodin. Ancora da quest'opera le famose
“Danze Polovesiane” nella versione con il
coro (l'ottimo John Alldis Choir). Qui il
vorticoso ritmo suggella la rinascita discografica di un classico dell'epoca d'oro dell'analogico. L'assolo del clarinetto nelle
“Danze” testimonia da solo il virtuosismo
dell'orchestra londinese di quegli anni.
Tre titoli sono firmati Deutsche Grammophon. Il primo intitolato “Adagio” trova protagonista Karajan in una compilation anni Ottanta che raccoglie pagine
sinfoniche dal temperamento lento e meditativo. Tra “Adagio” di Albinoni, “Canone” di Pachelbel, secondo movimento dalla
Settima di Beethoven e “Valse Triste” di Sibelius ci sono hit classici sin troppo ammiccanti. Tuttavia, riascoltando questo Albinoni per la millesima volta (che poi è un arrangiamento di Remo Giazotto per archi e
organo) ci accorgiamo che mai abbiamo
AUDIOREVIEW n. 311 maggio 2010
sentito archi così eloquenti, intensi e vibranti. Ci voleva l'autorevolezza di questo
interprete per dare una patina nobile al vituperato pezzo di Albinoni. Gli archi della
Filarmonica di Berlino affrontano queste
pagine con la stessa grandiosità di come
suonavano Strauss e Bruckner sotto la bacchetta di Karajan. In questa raccolta di
“Adagi” non mancano brani di Massenet,
Grieg e Mozart, tutti resi con un'intensità
ed uno smalto oggi ancora inarrivabile.
I due altri titoli dell'etichetta gialla sono dedicati a Paganini, il più famoso violinista di
tutti i tempi che ha dedicato al proprio
strumento un buon numero di composizioni di grande impegno. “Diabolus in
Musica” rende omaggio al più autorevole
tra gli interpreti moderni di Paganini, quel
Salvatore Accardo che negli anni Settanta
ebbe modo di realizzare, all'apice delle sue
energie interpretative, una splendida integrale delle opere per violino solo e per violino e orchestra. In questa selezione ci sono
alcuni movimenti dai Concerti, in cui il solista è affiancato dalla London Philharmonic Orchestra diretta da Dutoit, ma anche
alcuni pezzi per solo violino. Il virtuosismo
di Accardo si sposa ad un'espressività tutta
mediterranea, mentre la registrazione porta in ottima evidenza il timbro del violino,
reso in tutto il suo energico smalto. Da notare che questo disco è disponibile anche in
versione analogica pubblicato su un doppio album dall’etichetta tedesca Clearaudio. Il programma comprende “La Campanella”, Terzo tempo del Concerto per violino, il Capriccio in la minore n.5, lo struggente “Adagio flebile con sentimento”, il
Rondò dal Concerto n.4, l’Introduzione e
variazioni su “God Save the King” op.9, il
celeberrimo Capriccio in la minore n.24, il
“Tema Quasi Presto con variazioni”, il
tempo finale “Polacca” dal Concerto n.3, il
Capriccio n.1 e n.13, il movimento finale
del Primo Concerto e la Sonata “Moto Perpetuo” come gran finale.
L'altro titolo è un più recente (1992) “Paga-
nini for two”, che raccoglie pagine
originali del compositore italiano per
violino e chitarra, genere salottiero
molto in voga nei primi decenni dell'Ottocento. Il violinista qui è Gil
Shaham, il cui timbro caldo ed
espressivo ben si accompagna al carattere raccolto dell'accompagnamento sulla chitarra. Si tratta di una delle
più efficaci e naturali raffigurazioni discografiche di questo difficile strumento, un
disco godibilissimo che useremo spesso
nelle nostre verifiche e dimostrazioni.
Il panorama di titoli in XRCD si arricchisce
con due dischi che vedono protagonista il
titanico pianismo di Horowitz. Dal ricco
catalogo RCA (siamo al principio degli anni Cinquanta e il suono, pur al massimo
delle sue possibilità, è certamente “datato”,
oltre che monofonico), c'è una vibrante lettura del Concerto n.5 di Beethoven (con
Reiner e la RCA Symphony Orchestra alla
Carnegie Hall di New York) e un album da
solista dedicato a Chopin del 1957.
La FIM propone in versione 24 bit 100 kHz
remastering su dischetto rivestito in puro
argento un classico delle mostre hi-fi come
“Misa Criolla” di Ariel Ramirez. Basata su
un testo castigliano approvato dalla Commissione Liturgica per l’America Latina,
questa messa è caratterizzata da una gradevole commistione di melodie originali di
Ramirez con temi e ritmi tradizionali. L’organico comprende una voce solista, un coro misto, un organo e un gruppo strumentale composto da charango (una chitarra a
cinque corde), quenas (flauti utilizzati nelle
campagne sudamericane), siku (i celebri
flauti di Pan boliviani) e un gran numero
di strumenti a percussione tradizionali. Il
master originale è un Philips registrato in
Spagna nel 1987, un disco arricchito dalla
presenza come voce solista di José Carreras. La prima suggestiva traccia di questa
“Messa” è un classico delle mostre hi-fi in
ogni angolo del mondo. Giunge al terzo
volume la serie “Audiophile Voices”, una
selezione di vocalist femminili curata dalla
Premium Records. Da Sara K a Rebecca
Pidgeon, passando per Salena Jones e Allison Krauss, la selezione è quanto mai accattivante, brani dai toni morbidi ed avvolgenti, perfetti per far suonare al meglio anche gli impianti più ostici. Davvero godibile, soprattutto per la concretezza dell'immagine centrale, sempre ben calibrata ed
attendibile.
Marco Cicogna
85
AUDIOPHILE RECORDING
XRCD
Ricco buffet di primavera