Arte moghul: le origini

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Arte moghul: le origini
Arte moghul: le origini
Un perfetto e gradevole equilibrio tra le forme e gli ornamenti di gusto Moghul, indo-islamico e
Rajput, fu il risultato del primo secolo di dominazione moghul.
L'instabiltà in campo politico che caratterizzò la prima metà del XVI secolo, il primo di dominazi
one Moghul
, trova spiegazione nel fatto che i nuovi conquistatori erano completamente estranei
all'Hindustan, e così pure in principio la loro visione estetica e architettonica. Babur
e suo figlio
Humayun
erano entrambi molto colti e appassionati d'arte, ma l'architettura che essi prediligevano
comprendeva padiglioni ottagonali, vaste sale aperte e verande, cupole di forma bulbosa
coperte di piastrelle smaltate a colori,
giardini geometrici
, pesanti broccati a grandi fiori, secondo uno stile già consolidato nelle
capitali timuridi
di Samarcanda, Bukhara o Herat, ma prevalentemente destinato a edifici di natura religiosa,
quali moschee, madrase e mausolei.
Troppo impegnati nelle lotte di conquista, ripristino o consolidamento del potere, e ancora molto
legati alle corti sostanzialmente nomadi della tradizione di cui erano eredi, i primi due moghul
non lasciarono infatti che pochi edifici. Già a partire dai primi anni di governo di
Akbar il Grande
(1556-1605) ebbe invece inizio un'intensa attività edilizia, nella quale è evidente anche una
progressiva
indianizzazione
degli stili, dalla sostituzione del mosaico a piastrelle con quello di arenaria di vari colori di
marmo e scisti, all'introduzione di ombrelli,
chattris
, balconi, tetti sporgenti, colonne, architravi e loro ornamentazione derivati dalle varie tradizioni
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locali. Lo stesso avviene con
le miniature
, ove si vanno inserendo sempre più frequentemente costumi indiani, scene di vita di villaggio,
idoli. L'impiego obbligato delle vaste maestranze locali, nonchè spesso il riutilizzo di materiali
provenienti da precedenti edifici per erigere le nuove costruzioni, favorirono ulteriormente la già
naturale visione
inclusiva
del grande imperatore. Con l'assoggettamento di tutta l'India settentrionale compiuto da Akbar,
avvenne infatti una sorta di rivoluzione politica e culturale: Akbar reclutò nelle sue armate
ufficiali provenienti da tutte le parti dell'impero, senza distinzione di religione o etnia, e si
avvalse poi dell'appoggio dei principi rajput, che in principio l'avevano combattuto
strenuamente, per il governo delle regioni conquistate, nonchè di quello dei brahmani come
ministri, amministratori e consiglieri. Come già
i sultani precedenti
, Akbar sposò inoltre anche delle principesse indù, senza interferire poi con la loro fede
religiosa, facendo sì che la vita di corte divenisse rapidamente un miscuglio di cultura rajput,
centroasiatica e persiana: in una parola,
moghul
.
In principio si adottò così uno stile che si può già denominare indo-islamico, come nel
maestoso mausoleo del maestro
sufi
Shaikh Muhammad Ghaus
a
Gwalior
o quello di
Shaikh Salim Chishti
a
Fatehpur Sikri
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, dove sono chiaramente identificabili gli apporti prettamente regionali indiani nell'ambito
dell'ornamentazione di edifici di stile tradizionale islamico. Poi, per la prima volta nel
forte di Agra
e a Fatehpur Sikri stessa, le proporzioni nelle influenze stilistiche si capovolsero, portando alla
ribalta un nuovo stile Rajput
fortemente
islamizzato
. In particolare, i palazzi di Fatehpur Sikri presentano un complesso di tentativi e di nuove
esperienze che mirano alla creazione di uno stile imperiale originale e volto decisamente alla fusione
stilistica e culturale: quando la città si dovette abbandonare per scarsità di acqua, pare,
nonostante lo stupefacente impianto di acquedotti costruitovi, si era ormai sviluppato lo stile
standardizzato e di sintesi tra le varie tradizioni che caratterizzerà l'architettura moghul.
Lo stile è infatti già fortemente riscontrabile per esempio nel forte di Allahabad , in Uttar
Pradesh, o nel palazzo di
Ajmer,
in Rajasthan, e sarà mantenuto anche dal successore di Akbar,
Jahangir
, a Agra nel Jahangiri Mahal
o nel padiglione dei
giardini
Shalimar
nel
Kashmir
, per poi giungere a piena maturità con
ShahJahan
, il grande costruttore della dinastia. Ma già in questi primi edifici eleganti, dalle forme snelle e
intrecciate e dalle ricchissime decorazioni d'ispirazione naturalistica, il cammino di fusione era
stato segnato, e il monumento più rappresentativo in questo senso è forse proprio il
Mausoleo di Akbar
a
Sikandra
: una succesione piramidale di arcate, muri a lastra di pietra traforata e padiglioni in arenaria
rossa, col piano superiore in marmo bianco e che si eleva al centro di un giardino persiano. 3/4
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Fonte: A History of Indian Art, Hermann Goetz.
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