Albert Camus un laico in ricerca
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Albert Camus un laico in ricerca
CENTRO CULTURALE “J. MARITAIN” Seminario Vescovile - via Puccini, 36 - Pistoia Venerdì 6 dicembre 2013, ore 21 Incontro-dibattito sul tema: Albert Camus un laico in ricerca Nel centenario della nascita Introdurrà FRANCESCO GAIFFI Segue dibattito Ad un mese esatto di distanza dal centenario della nascita di Albert Camus, il Centro culturale Maritain intende proporre un omaggio ed una riflessione pubblica allo scrittore e saggista che vinse il Nobel per la letteratura nel 1957 e che è noto – insieme a Jean Paul Sartre - come uno degli esponenti di spicco dell’esistenzialismo francese. Nato a Mondovi (l’attuale Dréan), in Algeria, impegnato attivamente nella resistenza anti-nazista, Camus riversa in una serie di capolavori letterari-filosofici le problematiche individuali e collettive dell’uomo in ricerca che, non assistito dalla fede, deve faticare ancor più per trovare valori e principi su cui fondare la propria esistenza. Lo straniero e Il mito di Sisifo del 1942, La peste del 1947, L’uomo in rivolta del 1951, La caduta del 1956 presentano, con personaggi finemente tratteggiati e situazioni sempre sull’orlo dell’assurdo e del non senso, in forma di narrazione, di rappresentazione teatrale o di saggio, le forme variegate dell’angoscia tipica dell’esistenzialismo. “Se Dio non esiste, tutto è permesso” scriveva Dostoevskij e Camus risponde confermando la difficoltà di stabilire linee di confine e direzioni di marcia da parte di coloro che sono convinti proprio che “Dio non esista”. Eppure, dinanzi a questa impossibilità del credere, Camus non rinuncia a cercare, a scavare nelle pieghe dell’esistenza, a premere contro le pareti dell’insignificanza, offrendo una dimostrazione di integrità morale e di onestà intellettuale che può servire come modello per tutti. E non rinuncia neppure al dialogo e alla collaborazione anche con coloro che la pensano diversamente per organizzare un mondo migliore, come raffigurano intensamente il teologo gesuita Paneloux e il medico ateo Rieux che, nel romanzo La peste, si trovano uniti nel tentare di strappar via il male dal mondo, rappresentato in questo caso propria dalla diffusione della malattia. Mentre si danno la mano, il medico dice: “Quelle che odio è la morte e il male, lei lo sa. E che lei lo voglia o no, noi siamo insieme per sopportarli e combatterli” e l’uomo di chiesa, trattenendo strettamente la mano dell’interlocutore risponde: “Lei vede, Dio stesso ora non ci può dividere”. Uno scambio di battute rimaste incastonate nella storia della letteratura, come molte altre di Camus. A.V. A volte i morti sono più vicini a noi dei vivi (da una conferenza a Stoccolma in occasione del ricevimento del Nobel). La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo (da L’artista e il suo tempo). La politica e il destino degli uomini sono foggiati da individui senza ideali e senza grandezza. Chi ha grandezza in sé non fa politica. (da Taccuini). Una letteratura disperata è una contraddizione in termini. (da L’estate). L’uomo è il solo animale che rifiuti di essere ciò che è. C’è Dio o il tempo, la croce o la spada. O il mondo ha un senso più alto, o nulla è vero al di fuori di tali agitazioni. Come essere santi senza Dio: è questo il problema maggiore della vita. Conosco un solo dovere: quello di amare. con il Patrocinio di