Le Formichine alla Osa: «Con noi è stata grande»
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Le Formichine alla Osa: «Con noi è stata grande»
IL RSNIGRAZSAMENITO Le Formichine alla Osa: «Con noi è stata grande» Nel suo piccolo, era un'azienda storica per Rovereto. La Cisa, ditta produttrice di uova di Pasqua, nelle scorse settimane ha chiuso i battenti. Pochi dipendenti, ma era una ditta ben conosciuta a Rovereto, dove il marchio è stato per decenni quasi sinonimo di uova di Pasqua. Produzione avviata addirittura a livello domestico dai fondatori e diventata poi impresa nota in tutta Italia. Negli ultimo anni oltre che per la sua caratteristica missione produttiva, era nota anche per il ruolo svolto in collaborazione con il progetto "Formichine". Questo, orientato al reinserimento lavorativo di donne in difficoltà, aveva trovato uno dei primi appoggi e aiuto proprio con Cisa. Gian Luca Magagni, uno dei responsabili del progetto "Formichine", per la cooperativa sociale Punto d'Approdo, è profondamente rammaricato per la chiusura dell'azienda. «Non ha fatto grande clamore poiché pochi erano i dipendenti che hanno perso il lavoro, anche se quelle persone e quella ditta erano molto conosciute - scrive Magagni - la loro storia si è positivamente incontrata con la nostra, quella del progetto Le Formichine. Il Progetto sostiene le donne in difficoltà ed è portato avanti dalla Cooperativa sociale Punto d'Approdo e dalla Fondazione Famiglia Mater- La storica azienda roveretana delle uova di Pasqua ha cessato l'attività: «Ha aiutato molte donne in difficoltà a ritrovare fiducia e reinserirsi nel mondo produttivo» na di Rovereto. La Cisa coi suoi dipendenti è stata fra le prime a impegnarsi e a credere nel progetto di reinserimento lavorativo di donne che avevano avuto una vita poco fortunata e che abbisognavano di una seconda possibilità. É proprio dai loro dipendenti che abbia- mo potuto apprendere come incartare le loro uova di Pasqua, è in aziende come la Cisa che abbiamo portato le ragazze del progetto per conoscere cosa fosse una fabbrica, che lavoro potesse offrire, che ritmi richiedeva, che impegno doveva essere investito. É con gli operai, gli impiegati e il dirigente che abbiamo potuto inserire con successo, per un breve periodo, due delle "nostre" tirocinanti che avevano bisogno di potersi provare, di riconoscersi con le abilità e le capacità delle altre colleghe». Con Cisa le "Formichine" avevano avviato per la prima volta la produzione di gadget e prodotti solidali, una delle prime vie per il reinserimento di tante donne. «Ha ricreato quella speranza in tante ragazze che forse, senza l'attenzione di questa azienda non avrebbero potuto reinserirsi. É svilente dover accettare la chiusura di un'azienda che dal punto di vista nostro è stata grande», conclude amaro Magagni, (m.s.)