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120515_Parenti, La Cappella Sistina, Pagina 1 di 3
La Cappella Sistina
IMMAGINE
APPUNTI
La Cappella Sistina è stata costruita da papa Sisto IV,
che le ha dato il nome, fra il 1477 e il 1480. L’idea era
quella di costruirla come cappella privata, all’interno
della quale si svolgevano le cerimonie più importanti
che si tenevano durante l’Anno Santo e si riuniva il
Conclave, quando doveva eleggere un nuovo
pontefice.
L’interno della cappella è composto da una singola
navata con una volta a botte ribassata con pennacchi
e una lunetta sopra ognuna delle venti finestre
centinate. Il pavimento è in opus Alssandrinum (in
tarsie marmore policrome, questo particolare genere
di decorazione venne creato nel Medioevo dalla
famiglia dei Cosmati). La decorazione affresco venne
affidata a pittori umbri e toscani e questa squadra di
pittori era capeggiata da Pietro Perugino (maestro di
Raffaello). Oltre a lui vi erano Sandro Botticelli,
Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli, coadiuvati
dalle rispettive botteghe e da alcuni più stretti
collaboratori tra i quali spiccano Biagio di Antonio,
Bartolomeo della Gatta e Luca Signorelli.
Il 15 agosto del 1483 Sisto IV consacrò la nuova
cappella dedicandola all'Assunta. Giulio II della
Rovere (pontefice dal 1503 al 1513), nipote di Sisto
IV, decise di modificarne in parte la decorazione,
affidando nel 1508 l'incarico a Michelangelo
Buonarroti, il quale dipinse la volta e, sulla parte alta
delle pareti, le lunette. Nell'ottobre 1512 il lavoro era
compiuto e il giorno di Ognissanti (1° novembre)
Giulio II inaugurò la Sistina con una messa solenne.
Nei nove riquadri centrali sono raffigurate le Storie
della Genesi, dalla Creazione alla Caduta dell'uomo, al
Diluvio e al successivo rinascere dell'umanità con la
famiglia di Noè.
E' probabile il riferimento alla prima lettera di Pietro
(3,20-22) dove l'acqua del diluvio è vista come segno
profetico dell'acqua del Battesimo, dalla quale esce
un'umanità nuova, quella dei salvati da Cristo. Negli
spazi tra le vele compaiono, seduti su monumentali
troni, cinque Sibille e sette Profeti. Nei quattro
pennacchi angolari sono le Salvazioni miracolose di
Israele mentre nelle vele e nelle lunette (pareti nord sud - ingresso) figurano gli Antenati di Cristo.
Gli affreschi
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La decorazione quattrocentesca delle pareti della
Cappella Sistina comprende tre registri. Il primo viene
chiamato “a finti grappi” con emblemi di Sisto IV. Nel
secondo registro ci sono le storie di Mosè (pareti sud
- ingresso) e di Cristo (pareti nord - ingresso). Nel
terzo, invece, troviamo la rappresentazione dei primi
30 pontefici. Le storie occupavano in origine 16
riquadri separati da candelabre, e sono tutti spiegati
da didascalie.
Tutte le figure intere dei primi trenta pontefici sono
disposte a coppie entro nicchie conchigliate tra le
finestre. La volta, invece, era dipinta da un cielo
stellato (ora c’è il “Giudizio Universale” di
Michelangelo). Tutti questi affreschi sono stati
realizzati da diversi artisti. Quindi noi avremo queste
belle abilità scenografiche del Perugino che si
contrappongono alle drammatiche scene del
Botticelli, poiché era meno agile del primo.
I significati simbolici degli affreschi
Le scene raffigurate erano poste in corrispondenza
simbolica in modo da sottolineare la continuità fra
l’antica alleanza degli ebrei con Dio e il passaggio
dalla condizione sub lege (età dell’antico testamento
sotto le leggi mosaiche) a quella sub gratia (era
cristiana che confida nella Resurrezione). Oltre alla
simbologia religiosa sono presenti richiami agli eventi
del tempo e alle scelte politiche di Sisto IV.
“Punizione dei ribelli”, Sandro Botticelli
Il dipinto raffigura le punizioni che toccarono ai
sacerdoti ebrei, membri delle famiglie di Core,
Dathan e Abiram, che negavano a Mosè e Aronne
l'autorità civile e religiosa sul popolo eletto, e per
questo furono inghiottiti con le loro famiglie dalla
terra e consumati dal fuoco. Si tratta di un'evidente
allegoria del potere papale e della punizione che
spetta a chi osi opporsi alla sua autorità derivata da
Dio, soprattutto se si considera che nell'episodio
simmetrico sulla parete opposta si trova la Consegna
delle chiavi, cioè il fondamento del primato di Pietro
e quindi della Chiesa di Roma. Mosè rappresenta i
poteri civili e Aronne quelli sacerdotali, che vennero
poi riunificati in Cristo, nuovo legislatore, guida e
sacerdote massimo, e da questi passati alla Chiesa
attraverso san Pietro.
Il dipinto va letto da destra verso sinistra, come tutti
quelli della parete sud: a destra Giosuè salva Mosè
dalla lapidazione dei ribelli; al centro, sullo sfondo
dell'Arco di Costantino, Mosè alza la verga ed il fuoco
divino disperde ed uccide i sacerdoti ribelli; infine, la
terra si apre ed inghiotte i Leviti, ad eccezione di due
giovani sollevati su piccole nubi.
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“Consegna delle chiavi”, Pietro Perugino
Sullo sfondo si vede un paesaggio lacustre, con
scogliere e navi; sulla destra una basilica in rovina,
ispirata a quelle esistenti nel Foro Romano.
L'affresco mostra un importante momento nella
storia della Chiesa Cattolica: non è una coincidenza
che si trova nella Cappella Sistina, la Cappella
personale del Papa.
In primo piano troviamo Cristo che consegna a Pietro
le chiavi del regno dei cieli poste esattamente
sull’asse mediano: viene così ribadita la diretta
investitura divina di Pietro, primo pontefice, come
guida della Chiesa, e la sua conseguente indiscutibile
attualità.
La scena è la quinta sulla parete nord a partire
dall'altare.
Nel versetto precedente Pietro viene indicato come la
roccia su cui Gesù avrebbe edificato la sua chiesa.
Gli artisti hanno sovente interpretato le parole di
Gesù letteralmente: Piatro è molto spesso
rappresentato portando le chiavi.
Nella scena gli altri seguaci guardano in alto: essi
sono uniti ad alcune figure non bibliche.
Tra gli uomini sulla destra si è pensato che lo stesso
Perugino possa figurare accanto all'architetto della
Cappella Sistina.
Sullo sfondo sono mostrate due altre scene della vita
di Gesù. A sinistra: la scena del Pagamento del
Tributo (riferimento a Masaccio); a destra: la
lapidazione di Gesù.
Perugino mostra le scene nella migliore tradizione del
Rinascimento.
La composizione è quasi perfettamente simmetrica,
con un'abile utilizzo della prospettiva.
Il tempio in stile rinascimentale al centro della
rappresentazione è il tempio di Salomone a
Gerusalemme. L’edificio ottagonale è espressione
dell’ideale rinascimentale. Un tempio a pianta
centrale è simbolo del tempio di Gerusalemme.
Mentre i due archi laterali, ispirati a quelli di
Costantino, rievocano il paganesimo.