1. Il sufismo e il suo maggiore esponente: Ibn Arabi
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1. Il sufismo e il suo maggiore esponente: Ibn Arabi
Introduzione............................................................................................................................2 1. Il sufismo e il suo maggiore esponente: Ibn Arabi ...............................................3 1.2 Il corpo e la seduzione......................................................................................................6 2. Introduzione ad alcune figure strutturali ................................................................7 3. Personaggi .........................................................................................................................10 3. 1 Raïssi ..............................................................................................................................10 3.2 La Sicilienne ...................................................................................................................13 3.3 Maria Zina......................................................................................................................15 3.4 Dawiya.............................................................................................................................16 3.5 Mademoiselle Matisse....................................................................................................17 3.6 Abdeslam ........................................................................................................................19 4. Stile ......................................................................................................................................21 5. Temi Principali................................................................................................................24 5.1 Il Bilinguismo ................................................................................................................24 5.2 L’amore carnale e L’amore divino...............................................................................26 6. Ambientazione .................................................................................................................30 Nota Conclusiva .......................................................................................................................35 Bibliografia ............................................................................................................................36 1 Introduzione L'autore di quest'opera è Abdelkébir Khatibi, figura eminente della letteratura magrebina di lingua francese. Scrittore proteiforme, di grande sensibilità umana, consapevole della forza evocativa della parola e dell'impatto emotivo che può avere sul lettore. Temi come l'erranza, l'alterità, il bilinguismo, il colonialismo, li ritroviamo in tutte le sue opere ma ciò che caratterizza lo stile di Khatibi è la particolare attenzione dimostrata verso la scrittura e l'espressione formale. Egli appartiene alla generazione degli anni '70, periodo in cui avvenne una considerevole trasformazione culturale. Autori come Farès, Boudjera, Ben Jelloun e Khair Eddine e lo stesso Khatibi1 si ponevano come dei veri e propri antropologi, osservando e interpretando i diversi codici culturali con i quali venivano messi a confronto, dando così un importante contributo alla produzione letteraria magrebina. Pèlerinage d'un artiste amoureux, questo il titolo del romanzo di cui si affronterà l'analisi. E' un testo che racchiude molteplici tematiche, svolgendosi durante un periodo storico travagliato dal colonialismo. Ci sono sicuramente diverse chiavi di lettura per addentrarsi nell’opera, proprio per la vastità di argomenti trattati. Questo lavoro si propone di esaminare il testo attraverso la strada del misticismo, enucleando il pensiero del sufismo secondo Ibn Arabi ed il ruolo assegnato alla donna all'interno di questa dottrina. La storia è pervasa da una continua aura mistica ed è estremamente interessante il dualismo tra amore divino e amore fisico che si svela lungo il percorso di lettura. Il protagonista, Raïssi , è un'artista e un mistico, il sufismo diviene la filigrana sulla quale sono state scritte le pagine del romanzo. Attraverso questo viaggio, non solo compie un atto di devozione, ma si avvia alla scoperta di se stesso. E' una strada lunga e tortuosa e l'elemento soprannaturale è il filo conduttore di questa esperienza, tant' è che spesso i personaggi sembrano far parte di un sogno e non di una storia reale. Di rilevante importanza è la figura femminile: essa ci viene presentata sotto vari aspetti, fino ad arrivare alla donna considerata come massima espressione celestiale. 1 Les auteurs confirmés comme les nouveaux venus se rejoignent pour refuser radicalement toute généalogie univoque: ils conçoivent la “maghrébinite” comme la résultante de convergence culturelles diversifiées et ouvrent des brèches décisives dans “le Grand Code” occidental- langue, mythes, référents culturels, formes génériques- pour y engouffrer des éléments du (des) code(s) originel(s). Deux systèmes modelants, à la fois conflictuels et complices, se manifestent, à titre égal, dans le travail de l'écriture. In Littérature Maghrébine d'expression française EDICEF, 1996 p.16 2 1. Il sufismo e il suo maggiore esponente: Ibn Arabi Il pellegrinaggio compiuto da Raïssi il protagonista di questo romanzo, è un viaggio iniziatico e contemporaneamente un percorso di conoscenza dell'essere. Il titolo dell'opera è prolettico e racchiude due temi rilevanti: il viaggio e l'amore, entrambi punti cardine del sufismo. Questa dottrina è la corrente mistica dell'Islam ed è imperniata sull'importanza dell'amore divino e la perfetta comprensione di se stessi al fine di conoscere Dio. La parola sufismo deriva dal termine arabo sufi, si tende a farlo risalire al lemma suf (lana). Le tuniche semplici e rattoppate, fatte di lana, erano l'unico abito portato dai dervisci già in epoca preislamica: “Spogliato di ogni bene, senza un giaciglio, sporco, vestito di stracci, il monaco errante era un pneumatico. E se il suo aspetto esteriore sembrava esporlo al disprezzo di tutti, egli attingeva stati mistici elevati e, soprattutto, era assorto nella contemplazione di visioni spirituali” 2. La povertà e l'erranza caratterizzavano l'esistenza di questi uomini, pronti ad abbandonare tutto per dedicarsi ad una vita di ascetismo. La religione islamica è costituita da due dimensioni: la tariqa (via spirituale) e la sharī‘a (la legge), non ci dev'essere il sopravvento di una sull'altra, è una coesistenza eterna. L'iniziato, o colui che si consacra ad una vita di totale devozione, si basa sulla legge (sharī‘a) che rappresenta le fondamenta per poter costruire il proprio cammino verso la via spirituale. Il cerchio è la figura geometrica per eccellenza che chiarisce la relazione tra queste dimensioni, infatti la circonferenza simboleggia la šarī‘a che nel suo insieme comprende la comunità mussulmana. Il centro è Dio e da esso si diramano gli innumerevoli raggi che lo collegano alla circonferenza cioè i fedeli. Ogni raggio rappresenta una via (turuq) e conduce l'uomo alla conoscenza divina. Le singole vie sono una diversa dall'altra, come diverse sono le necessità degli uomini che decidono di intraprenderle. Il percorso spirituale e la legge hanno comunque un epicentro comune simboleggiato da Dio. A questo punto le strade si dividono ed è qui che avviene la distinzione tra l'esperienza dell'iniziato alla teosofia ed il fedele: l'iniziato nutre un amore smisurato per l'essere divino, non vede altri che lui e gli obblighi della legge sono solo mezzi, mentre il fedele segue attentamente la legge per poter sfuggire alla dannazione eterna. 2 M. Molé, I mistici musulmani, Milano, Adelphi 1992 p. 21 3 Una celebre poesia della mistica Rabia al-Adawwiyya può aiutarci a capire l'intensità dell'amore del sufi, dell'iniziato alla teosofia. “Ti amo con due amori, l'uno interessato, l'altro degno di te. Il primo sta nel dedicare i miei pensieri a Te solo, ogni altro escluso. L'altro amore, che vuol darti quello di cui sei degno, sta nel desiderio che i tuoi veli cadano e che io Ti veda. Nessuna lode per l'uno o per l'altro, a Te la lode per ambedue”. Il sufi mira ad avere un contatto diretto con Dio attraverso l'eliminazione di qualsiasi intermediario, il suo percorso è una forma di ricerca interiore, che ritroveremo poi all'interno del romanzo di Khatibi. La via del sufismo è oltretutto caratterizzata dall'arte: l'asceta può raggiungere stati mistici attraverso il canto “samà”3 e la danza, spingendosi così al di là del contingente. Queste forme artistiche si rivelano in tal modo come degli anelli di congiunzione tra il mondo manifesto e quello intangibile. Il canto e la danza si identificano come l'aspetto simbolico mentre l'estasi, provocata da questo stato, è il contatto intimo con l'occulto. La via del sufi è la via dell'amore Tasawwuf ,ed è questo che spinge l'iniziato a compiere il viaggio verso Dio: un amore ricoperto di toni erotici ma anche intellettuali, il desiderio di sentirsi vicini a Lui di diventare un tutt'uno. L'amore è stato cantato e scritto da innumerevoli maestri del sufismo, ma è nella figura di Ibn Arabi4, il più grande mistico dell'Islam, che ritroviamo i toni più intensi e passionali di questo sentimento. Egli sosteneva che la visione di Dio nella donna era la più perfetta di tutte. Spesso si definisce la mistica islamica come la “dichiarazione amorosa”, perché per il sufi l'amore per la donna è amore per Dio: “ Il mio dovere è il debito di Amore. Accetto liberamente e volentieri qualsiasi carico mi si imponga. Amo come amano gli amanti se non che invece di amare il fenomeno io ama l’Essenziale” 5. In Ibn Arabi, c'è una propagazione di immagini amorose tant’è che la figura femminile è eterea. Egli sosteneva che nei suoi poemi “c'erano di fatto allusioni ai misteri spirituali, 3 La pratica del samà, letteralmente l’ “ascolto”, ci è già attestata nella Baghdad del IX secolo e consiste in una sorta di concerto spirituale concepito al fine di acuire la percezione estatica dei partecipanti. In quanto tale, esso ha più volte incontrato la ferma opposizione dei dottori della legge che ne hanno stigmatizzato gli effetti sensuali ed inebrianti, nonché di molti fra gli stessi sufi, che si preoccupavano di moderarne possibili eccessi ed abusi. In Giovanni Filoramo, Islam, Roma-Bari, Editori Laterza, 1999 p. 195 4 Ibn Arabi (Murcia, 1165-Damasco, 1240). E’ uno dei grandi Sufi del Medio Evo la cui vita e le cui opere oggi sappiamo essere profondamente penetrate nel pensiero sia dell’oriente che dell’occidente. Fu conosciuto presso gli Arabi come Sceicco el Akbar, “il più grande degli sceicchi”, e presso l’occidente cristiano con la traduzione di questo epiteto che suonava: “Doctor Maximus”. Morì nel tredicesimo secolo. In Idries Shah, La Strada del Sufi, le idee, le azioni e i documenti, Roma, Ubaldini Editore 1971 p. 63 5 Idries Shah, La Strada del Sufi, le idee, le azioni e i documenti, Roma, Ubaldini Editore 1971 p.66 4 alle illuminazioni divine, alle intuizioni trascendenti della teosofia mistica, ai risvegli provocati nei cuori dai moniti religiosi”6. Un evento che segnò la sua vita fu l'incontro con Maryam al-Baggìya che divenne poi sua moglie. Era una donna estremamente bella e viveva la passione amorosa con grande intensità, una forza che travolse il Maestro del sufismo trasportandolo verso le vie tumultuose e prodigiose della parola. L'amore diventò il suo credo. Soffermandosi sui testi di Ibn Arabi si può notare come le donne sembrino quasi delle iniziatrici divine, elemento importante che comparirà nel romanzo di Khatibi: le figure femminili rivestiranno una funzione spirituale, fondendo la passione carnale con il misticismo. Ibn Arabi riuscì ad integrare la religione e l'amore, la poesia e la sensualità, a rivestire la parola di una forza incantatrice unica. Egli s'interroga sulla possibilità di riconciliare l'amore spirituale con quello naturale. “Perchè cio avvenga bisogna dunque che, di nuovo, lo spirituale e il fisico siano posti in simpatia, affinchè l'amore affiori come teopatia che nella creatura risponda alla nostalgia divina di essere conosciuto; in altri termini, affinché avvenga la bi-unità sympathetica del 7 Signore d'amore (rabb) e del suo servo d'amore (marbub)” . Dio non è mai visibile ai nostri occhi e lo possiamo “riconoscere” solamente attraverso una forma che lo epifanizzi. In tal modo la nostra anima percepisce una forma fisica che la attira, si sente trasportata verso la sua natura spirituale e fisica al tempo stesso. Essa potrà così vedere l' “Amato” e creare una immagine nella sua mente. L'amore mistico nasce dall'unione tra spirituale e fisico: spirituale in quanto l'anima viene letteralmente travolta da questa forma teofanica e fisico perché può “appropriarsi” di una immagine tangibile e ammirarla. Nel testo, Pèlerinage d'un artiste amoureux, lo Spirituale si manifesta sotto forma di figure femminili e attraverso visioni mistiche che appariranno durante il viaggio. Parole sacre alternate da descrizioni sensuali e intime ci fanno capire l'importanza dell'unione fisica, percepita quasi come un atto sublime, una congiunzione tra amore divino e carnale. E come dice la parola Tasawwuf, la via dell'amore, questo viaggio non poteva non essere pervaso dai toni delicati ed intensi di questo sentimento. Un percorso alla ricerca di se stesso e il raggiungimento di un senso di finitudine, questo è l’obiettivo perseguito da Raïssi. 6 7 Henry Corbin, L’immaginazione creatrice,Roma, Laterza 2005 p. (cit.in Heschel Die Prophettre p.141). Henry Corbin, L’immaginazione creatrice,Roma, Laterza 2005 p. 132. 5 1.2 Il corpo e la seduzione Il corpo e la seduzione nella società arabo-musulmana sono un altro tema fondamentale trattato nel romanzo di Khatibi. La seduzione non rappresenta solamente un fenomeno fisico ma permette di stabilire un legame sociale. Il corpo diviene un mezzo di comunicazione e di scambio, una porta aperta verso il mondo: “La séduction est un bel exemple de symbolisation à partir du corps, une sorte de métaphore ouverte sur l’esthétique maghrébine dont elle est la cristallisation insigne et raffiné” 8. Esso rappresenta un vero e proprio veicolo di trasmissione tra uomo e donna acquisendo così una valenza simbolica. Nei paesi del Maghreb la donna possiede un’espressività inconfutabile, se tuttavia la si osserva dall’interno del suo mondo. Il suo parere influisce notevolmente sulle decisioni familiari e spesso sulla società stessa. Resta comunque evidente il controllo morale esercitato da parte dell’uomo. Ritornando alla questione della seduzione è interessante notare come il corpo, sia maschile che femminile, venga messo sempre in relazione con lo spazio circostante, il tempo e la dimensione erotica del partenaire. Nel capitolo Ambientazione verrà analizzata la descrizione dei luoghi e il loro interagire con i personaggi. Secondo la tradizione araba, la Medina potrebbe rappresentare uno spazio erogeno proprio per la prossimità dei sessi e la loro promiscuità. Le terrazze delle case contigue e altre zone urbane vengono descritte come i luoghi di maggior “saturation érotique”9. Lo spazio cittadino viene paragonato così ad un corpo umano e come tale possiede una vita propria. Le vetrate stilizzate, i patio, gli arabeschi, le voci delle donne sono tutti elementi che delineano la struttura della città, dandole un carattere elegante e attraente. Essa assume dei caratteri antropomorfi. La seduzione nel Maghreb è vista come un’arte e armonizza i rapporti con l’altro sesso. E’sorretta da un insieme di regole interne che contribuiscono in tal modo a dare un senso al suo sviluppo. Il corpo della donna è paragonato ad una sorta di pergamena, sulla quale l’uomo scrive il suo amore. Esso va curato e preservato dalle malattie ed è venerato e rispettato come un tempio. La donna deve profumarsi dopo ogni atto d’amore, una grande attenzione è dimostrata per l’igiene personale. Il celibato è criticato, si tende quindi a esortare le unioni tra uomini e donne. Chebel Malek, Le corps dans la tradition au Maghreb, Paris, Presses Universitaires de France, 1984 p.145-146. 9 Chebel Malek, Le corps dans la tradition au Maghreb, Paris, Presses Universitaires de France, 1984 p. 131. 8 6 2. Introduzione ad alcune figure strutturali La narrazione de Pelèrinage d’un artiste amoureux si articola in sedici capitoli e la conclusione racchiusa nel post-scriptum. Fin dall’inizio si viene immersi totalmente all’interno della storia che presenta uno sviluppo lineare: Khatibi espone i fatti in ordine temporale, seguendo passo dopo passo le esperienze di Hadj Raïssi e delineando così gli eventi significativi della vita del protagonista. Lo sguardo attento del narratore, che per la prima parte del romanzo è esterno mentre la seconda è caratterizzata da un punto di vista interno, ci ammalia attraverso descrizioni auliche e mistiche. I sensi che vengono maggiormente stimolati sono l’udito, la vista e l’olfatto: la musica, il canto fanno da colonna sonora ad un racconto che ci trasporta al di là dello spazio tellurico, mentre le immagini divengono l’elegante sipario per questa storia. I tipici profumi orientali inebriano il lettore lasciandogli una piacevole sensazione. I personaggi sono descritti attraverso le azioni che compiono e i loro interessi personali. Nei primi capitoli è l’occhio del narratore esterno che ci racconta i loro movimenti, svelandoci gradualmente l’aspetto psicologico. Il sufismo, come anticipato nel capitolo introduttivo, fa da filigrana al racconto e Raïssi vive innumerevoli esperienze mistiche,e non solo, che lo avvicineranno sempre di più a Dio. Il primo capitolo c’introduce in una situazione instabile, in cui l’ansia e il malessere del personaggio sono quasi palpabili: “Ce fut comme un tremblement de terre senti et rêvé par lui – lui seul – et qui le fit vaciller sur place. Vertige. Quand la crise d’asthme affaiblissait son soufflé et le mettait à genoux comme s’il se préparait à la prière, Raïssi semblait perdre à ces moments l’équilibre du monde » 10. I nostri sensi vengono da subito sconvolti e in alcuni casi sarà difficile scindere la realtà dal sogno. Il lettore verrà coinvolto a tal punto da perdere lui stesso il controllo, facendosi catturare da questa magia incantatrice. In apertura del romanzo avviene una rottura dell’equilibrio iniziale: Raïssi trova due lettere scritte da Rachid Madruob, è ignota la data in cui sono state redatte. Egli esprimeva le sue ultime volontà prima della morte confidando il suo segreto a chi avrebbe trovato quelle pergamene. 10 A Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit P. 9 7 Rachid desiderava che il custode di queste verità si recasse in pellegrinaggio alla Mecca e invocasse il perdono di Allah. Durante la sua vita aveva immurato una donna e infranto una promessa. Questo sarà il motivo principale per il quale avverrà il viaggio di purificazione. I primi passi mossi all’interno del racconto c’illustrano una situazione di instabilità, di disagio, come se il protagonista si sentisse incompleto e cercasse di dare un senso alla sua vita11. Man mano che si snodano i capitoli compaiono nuove figure e l’attenzione viene riversata sulle donne e la scoperta di Dio. E’ una narrazione ricca di descrizioni, di immagini che contruibuiscono in maniera significativa a creare un’atmosfera sublime. Il capitolo de La Sicilienne è estremamente importante in quanto si ha il primo approccio con la sessualità e il modo in cui viene vissuta. Una donna di grande bellezza ed eleganza che “stregherà” Raïssi, rendendolo folle di passione e allontanandolo dalla fede. Per lavarsi dei suoi peccati e compiere il volere di Rachid, egli deciderà di partire per la Mecca. Da questo momento in poi l’erranza, l’amore divino ed i ricordi del protagonista saranno i motivi principali attorno ai quali si svolgerà l’azione. Gli ambienti saranno prevalentemente degli spazi aperti dove i personaggi potranno liberare i loro pensieri ed entrare in contatto con Dio. Il deserto è il luogo in cui l’uomo viene messo a confronto con la sua parte più intima ed è sul suo sfondo che si registrano lunghi momenti di meditazione, di totale estraniamento dal mondo. E’ interessante notare come il romanzo orientale focalizzi la sua attenzione sull’aspetto spirituale, che in questo caso è preponderante. Uno spirituale che si fonde con i toni sensuali ed intensi dell’amore quasi a ricreare un congiungimento tra l’amore divino e quello carnale. Le donne ricoprono quindi un ruolo importante, divenendo le mediatrici tra la vita terrena e quella intangibile. Un erotismo che non è volto a sconvolgere ma bensì ad elevare l’uomo verso stati eccelsi. Le figure femminili sono presenti fin dall’inizio, cominciando dalla donna che era stata uccisa, Caftan tacheté de passion, La Sicilienne che rivestirà il ruolo della donna tentatrice, Maria Zina la prostituta che s’incontrerà lungo il viaggio verso la Mecca e Miriam, la moglie del fratello defunto, con la quale avrà solamente una relazione effimera. Nella seconda parte del romanzo invece, compariranno due donne che incarneranno l’aspetto più nobile dell’amore. Dawiya sarà la moglie devota, ossessionata 11 « Déchirement, perte de son indentité, déculturation, tels sont les thèmes auxquels se réfèrent volontiers les écrivains d’expression française quand ils analysent leur propre situation ». In. A. Khatibi Le roman maghrébin essai Paris 1968, p. 39 8 però dal culto dei suoi antenati e dall’idea dell’eternità, successivamente si scoprirà la figura di Mademoiselle Matisse, ribattezzata poi Yasmina. Questa è l’unica donna francese di tutto il romanzo, come se Khatibi avesse voluto introdurre l’“altro”, il colonizzatore, ma in veste femminile. Si crea quindi un dualismo interessante tra la moglie mussulmana e la francese laica che poi deciderà di convertirsi all’Islam. Anche in questo caso c’è un avvicinamento a Dio quasi a segnalare questo inevitabile richiamo alla religione e desiderio di sentirsi parte di essa. Raïssi sposerà Mademoiselle Matisse diventando così bigamo. L’intero romanzo è caratterizzato da questa continua contrapposizione tra sacro e profano amore fisico e amore spirituale: anche il ben noto Charles Baudelaire sottolineava la presenza di due postulazioni simultanee, una che attira l’anima verso Dio e l’altra verso Satana, evidenziando così la dicotomia dell’essere. I capitoli centrali si focalizzano sul pellegrinaggio e la “fuga in avanti” come se il protagonista cercasse di chiudere con il passato per costruire un nuovo IO, attraverso la ricerca di se stesso e gli insegnamenti impartiti dai maestri che incontrerà lungo questo percorso. Il ritmo della narrazione rimane costante, come se potessimo seguire passo dopo passo le azioni dei personaggi, e tutto ruota attorno alla vita di Raïssi. I sogni rappresentano le uniche prolessi del testo: attraverso queste rivelazioni oniriche il lettore si prepara ad un certo epilogo. Il protagonista, arrivato alla conclusione del romanzo e della vita stessa, percepisce finalmente il forte legame con Dio, questo senso di completezza che aveva tanto cercato. Dalla scossa iniziale, l’instabilità ed il malessere, ci si ritrova alla fine avvolti da un’ atmosfera celestiale dove l’anima trova la sua redenzione. 9 3. Personaggi Raïssi, l’iniziato alla teologia e ai misteri del mondo sacro e le donne fedeli e rivestite di un carattere angelico, contrapposte alle tentatrici, coloro che, con fare suadente, distolgono gli uomini dalla ricerca di Dio, sono i personaggi principali del romanzo, la chiave per accedere a questa dimensione esoterica. Essi verranno delineati man mano che si procederà nella lettura. Il modo di agire e prendere determinate strade aiuterà ad inquadrare il loro carattere. 3. 1 Raïssi In apertura del romanzo si viene subito a conoscenza del personaggio principale della storia: Hadj Raïssi, uno stuccatore che si occupa al tempo stesso di ornamentazione e restauro dei palazzi. E’ un’artista di grande sensibilità umana, attento ad ogni particolare. Il racconto inizia a Fès, città natale del protagonista, nel 1897. Non vengono forniti dettagli fisici sul suo personaggio, il narratore focalizza l’attenzione sull’aspetto psicologico e l’analisi comportamentale, servendosi di un tipo di descrizione “ritratto”. Per quanto concerne le donne invece, la loro corporeità verrà messa in evidenza. Per la prima parte del romanzo è il narratore, esterno alla scena, a presentare i personaggi, mentre dalla seconda metà in poi subentrerà Raïssi, raccontando le vicende secondo il suo punto di vista. La sua personalità verrà svelata gradualmente, attraverso un’accurata descrizione delle sensazioni che prova durante il pellegrinaggio e l’evolversi della vita stessa. Un errare verso la Mecca, ma soprattutto un viaggio interiore per conoscere il suo vero io e avvicinarsi alla religione. In seguito al ritrovamento delle due lettere scritte da Rachid, egli decide di compiere il suo volere e affrontare questo lungo percorso spirituale. E’ un atto di devozione ma è anche un modo per fuggire da una relazione amorosa che lo stava distogliendo dalla fede. Nel secondo capitolo compare la Sicilienne, una sorta di Circe mussulmana, la prima donna con la quale Raïssi avrà dei rapporti sessuali. E’ interessante notare come il loro primo incontro avvenga in un momento particolare del pomeriggio, tra due preghiere, come se il narratore volesse sottolineare il fatto che i due preferiscano vedersi a scapito della loro fede e non portare così a compimento un atto di devozione. Il momento topico della relazione è rappresentato dal loro primo rapporto sessuale. 10 Khatibi usa un linguaggio conturbante, ricco di immagini raffinate e sensuali: è un’unione carnale descritta come se fosse un rituale sacro. Mentre i loro corpi si muovono come ad emulare un’antica danza, l’Angelo osserva impotente pregando sul loro desiderio crescente: « Raïssi était ravi par la simplicité élégante de la Sicilienne, par sa manière de se déshabiller, de le caresser, de s’offrir à lui, de l’accompagner en dansant sous lui et sur lui. Le paradis régnait sur cette félicité. L’ Ange se voilait, se retirait dans le silence et la prière. Il priait sur leur désir » 12. La loro relazione s’intensificherà ad ogni incontro, rendendo Raïssi schiavo di questa passione. Ma il richiamo della fede prevarrà ed egli porterà a termine il pellegrinaggio. Egli ama l’arte, è attento a tutto ciò che lo circonda e i suoi sensi sono molto sviluppati, in particolar modo l’udito: “ Il arrivait d’entendre à distance des murmures, des fragments de langues inconnues, des notes de musique isolées dans le centre irradié de l’ode. Parfois un début de chant, venu de la nuit”13 . Come sottolinea la tradizione sufi, il canto e la musica sono parte di questa cultura e permettono di raggiungere elevati stati mistici. Anche i sogni rappresentano dei segni rilevanti e vanno letti ed interpretati. Raïssi sogna spesso e a volte non riesce a scindere la realtà dalla fantasia. Un episodio importante è quello del serpente che entra in casa sua: non è chiaro se egli stia sognando o meno. In ogni caso compaiono due simboli fondamentali per la lettura dell’incubo: il serpente e l’acqua. Di questi due elementi colpisce il modo in cui si manifesta l’acqua. Sgorga dalla bocca, poi diventa sudore e infine l’artista stesso si liquefa. Essa viene normalmente collegata alla spiritualità e alle emozioni: se scorre veloce invece, si riferisce al flusso della vita e al tempo. Questo elemento vitale si contrappone poi alla visione dei figli morti, una sorta di premonizione in quanto il più grande Abdellah decederà prima del padre. Scorrendo poi tra le pagine del romanzo compare spesso la figura del Falco. I volatili rappresentano, secondo l’interpretazione dei sogni nella cultura islamica, l’Angelo della morte, il falco invece è una figura nobile, normalmente incarna l’aspetto di un sovrano. 12 13 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 41 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 59 11 Durante il viaggio si presta molta attenzione non solo ai sogni e alle visioni ma anche alla preghiera e alla lettura di poesie sacre; viene infatti citato un maestro del Sufismo, nato in Egitto, Omar Ibn Farich il quale celebrava l’amore divino. Egli scrisse il famoso poema intitolato Ode al vino: in esso esaltava l’importanza di questa bevanda facendola diventare simbolo divino e di conoscenza. Raïssi lo riconobbe subito dai suoi versi. Il suo carattere sembra rafforzarsi man mano che si procede nella lettura ed il passato perde lentamente importanza. E’ interessante notare come da metà romanzo in poi la parola venga ceduta a Raïssi: termina una fase, il passato diventa ricordo e non più una macchia che oscura il presente. Avviene una sorta di reincarnazione, come sottolinea il narratore “ Réincarnation en narrateur qui, désormais, racontera sa propre histoire”14. Il compimento del pellegrinaggio è una forma di espiazione che libera il protagonista dalle catene del passato e dal senso di smarrimento. Dal capitolo Fuite en Avant ci ritroviamo al fianco del personaggio e le vicende vengono raccontate attraverso il suo punto di vista. Inizia una nuova vita che vede Raïssi coinvolto in una relazione coniugale stabile e pronto a svelare il suo vero io. L’asma e i problemi respiratori che lo tormentavano, sembrano svanire nel nulla, come se dal momento della fuga il suo essere fosse stato “esorcizzato” dai mali che incombevano su di lui. E’ da notare poi come in questa seconda parte del romanzo compaia spesso la figura del cavallo, un animale che riveste un ruolo importante per la cultura islamica15, esemplare maestoso e simbolo di benessere. Sembra quasi che Khatibi, accostandolo al personaggio principale, abbia voluto dargli forza e coraggio per affrontare determinate situazioni: l’animale infatti non è solamente un “compagno di viaggio” ma si dimostra un ami fiable. La vita è un rêve à interpreter per Raïssi, un continuo decifrare dei segni che il destino gli invia. Egli viene messo di fronte alla realtà, all’evolversi dell’esistenza e della società. Il colonialismo ha portato con sé innumerevoli cambiamenti e causato profonde ferite, scatenando crisi d’identità che destabilizzano l’essere umano. 14 15 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 216 « Animal solaire, l’ Equus caballus, ancêtre de notre cheval actuel, est un animal auquel les Musulmans en général et les Arabes en particulier accordent un respect sans mesure. Cette estime, portée à la plus noble conquête de l’homme, n’est pas fortuite : elle a été encouragée aussi bine par le Coran et le Prophète que par les bons et loyaux services que cet animal a rendus aux armées musulmanes, aux princes et aux dandys des dynasties abbassides et fatimides, qui l’utilisaient pour leurs jeux équestres (polo, chasse, course, etc.) Le cheval est donc un animal bénéfique ». Cfr. Malek Chebel Dictionnaire des symboles musulmans,Paris Albin Michel 1995 p. 93 12 Nuove ideologie e concetti che spesso non vengono colti da Raïssi il quale vede nella lotta l’unica strada per arrivare alla comprensione. Nonostante le avversità non abbandonerà mai la sua fiducia in Dio e soprattutto nell’amore, sentimento che gli permetterà di affrontare il viaggio verso la liberazione dell’anima. Come già accennato, i rapporti sessuali sono vissuti in maniera intensa. C’è un passo molto importante in cui si parla dell’unione carnale come di una questione ontologica: « Le sexe n’ a-t-il pas ou n’aurait-it pas de religion? Dans ma religion, pas de pudeur pour en parler. Au nom de Dieu, on fait l’amour »16. Questa frase si ricollega alla dottrina del sufismo che vede l’unione tra l’ uomo e la donna come un’azione sacra e la figura femminile eretta a immagine teofanica. E come sosteneva Ibn Arabi, il fine dell’uomo è quello di congiungersi misticamente a Dio nell’amore. Unione che si completerà alla fine della storia, nel momento in cui Raïssi muore rendendo così l’anima ad Allah. 3.2 La Sicilienne E’ la prima figura femminile con la quale si viene messi a confronto, una donna affascinante, capace di ammaliare gli uomini grazie alle sue maniere affabili e seducenti al tempo stesso. L’immagine che ci viene fornita, quando leggiamo le prime descrizioni, può farci pensare ad una ninfa che riposa nella sua alcova, in attesa di qualcuno. Fin dall’inizio la sua voce viene interposta a quella del muezzin, creando in tal modo una rivalità tra il richiamo dell’amore e quello della preghiera. La Sicilienne appartiene alla classe aristocratica ed è sposata con un ricco negoziante con il quale non ha avuto figli, probabilmente a causa della sterilità del marito. L’attrazione che sente verso Raïssi è molto forte e li travolge in questa passione. Un’incantatrice più che un angelo, una donna capace di sedurre solo attraverso le sue movenze e la voce melodiosa. 16 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 348 13 Ciò che caratterizza il rapporto tra i due è il perpetuo alternarsi tra l’amore spirituale e l’amore carnale come sottolinea il narratore: “ Elle faisait venir sa jouissance en rayonnant, en alternant positions érotiques et paroles spirituelles”17. Le parole pronunciate dalla Sicilienne evocano immagini erotiche molto intense: la sua dimora diventa un paradiso lussurioso nel quale è facile perdersi. Il narratore descrive le parti intime della donna come una porta verso un nuovo mondo, un luogo sicuro nel quale rifugiarsi. Questo amore non contribuisce però ad avvicinarli a Dio, ma li spinge verso l’adulterio, macchiando i loro corpi di peccato. Lo stesso narratore fa notare come il primo capitolo sia ambientato in una sorta di paradiso perduto che vede coinvolti Raïssi, La Sicilienne, il figlio che verrà concepito dai loro incontri segreti e il marito, ignaro della relazione amorosa tra la moglie e l’artista. Il personaggio della Sicilienne è emblematico: ella incarna il ruolo della donna tentatrice, la distrazione terrena che può condurre l’uomo alla perdizione. Sarà uno dei motivi per i quali il protagonista deciderà d’intraprendere il viaggio verso la Mecca, lavarsi dal peccato e dimenticare quel che aveva vissuto. Anche se in certi punti viene descritta come una figura eterea, la Sicilienne non incarna quell’aspetto divino decantato dai maestri sufi in quanto, commettendo adulterio, non può essere pura d’animo. Ella brama il corpo del suo amante, lo strega attraverso gesti e parole provocanti. La figura sinuosa della donna diviene un tempio da venerare. Per quanto concerne il carattere del suo personaggio, non vengono forniti dettagli rilevanti, possiamo invece coglierne l’essenza attraverso le sensazioni provate da Raïssi nello starle vicino, nell’ammirarla: i suoi occhi fungono da obiettivo e proiettano il lettore all’interno della scena. Essa compare diverse volte nella narrazione, soprattutto sotto forma di ricordo: « Le chant continua tard dans la nuit. Raïssi se sentait nostalgique. Derrière ce chœur, il entendait, lui, un sous-chant qui rappelait le voix de la Sicilienne, son timbre mélodieux et souple ; un sous-chant clandestin et sacrilège qui lui tenait maintenant compagnie »18. 17 18 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p 41 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 69 14 In questo passo è interessante notare come la voce della donna, nonostante possieda un timbro soave e vellutato, sia paragonata ad un canto sacrilego, una melodia che attraverso le sue note può stregare il pellegrino e distoglierlo dalla sua missione. Il canto è una componente fondamentale in grado di estasiare l’uomo e riesumare i ricordi, anche quelli lontani. La Sicilienne compare prevalentemente nella prima parte della storia, quasi per mettere alla prova la fede di Raïssi. Proseguendo nella lettura, il suo personaggio perde forza e la passione tra i due amanti si affievolisce. Questa donna non rappresenta solamente il passato del protagonista, ma le continue tentazioni con le quali viene messo alla prova durante tutta la vita. L’attrazione verso il peccato è ineluttabile, colpisce nel momento più inaspettato, quando l’uomo, debole d’animo, abbandona per un attimo la sua strada. E la figura de la Sicilienne è la personificazione di questa cupidigia. 3.3 Maria Zina Maria Zina è la seconda donna a rivestire il ruolo di seduttrice. E’ una prostituta ortodossa che cerca in ogni modo di distrarre Raïssi dal suo viaggio. La voce è la prima caratteristica che delinea la sua persona: è vellutata, ardente, un vero afrodisiaco. Una melodia che non lascia scampo, incantando gli erranti diretti alla Mecca. Il suo compito è quello di allontanarli dalla loro missione e saziarne l’appetito sessuale. C’è un dialogo intenso che si snoda in queste pagine tra Raïssi e Maria. Attraverso le parole scambiate veniamo a conoscenza di quel che la donna ha vissuto in passato. Un episodio tragico ha segnato la sua vita: all’età di quattordici aveva subito delle violenze sessuali da parte di un prete. E’ da rilevare come emerge nuovamente l’elemento musicale e la contrapposizione tra ieratico e profano. Il prete abusa di lei proprio dietro all’organo, strumento che viene usato per le funzioni religiose. Maria parla di note di sangue, di una musica sacra, una deflorazione avvenuta per opera di un servo di Dio, dato che quindi amplifica la drammaticità dell’atto. Entrata ormai a far parte di un circolo vizioso, la donna cerca in tutti i modi di tentare l’uomo assumendo un atteggiamento lascivo. La stanza in cui si trovano sembra uno spazio atemporale, cupo e profumato, una camera aperta a qualsiasi persona, un luogo di perdizione. La donna lo provoca attraverso una danza sensuale, sciamanica come viene definita dal narratore. Raïssi ne è ipnotizzato, rapito ormai da questo movimento 15 voluttuoso. In un luogo pervaso da un’atmosfera incantata, il protagonista rischia di perdere totalmente l’orientamento e l’obiettivo principale del suo viaggio. Ma grazie all’intervento dell’Angelo19, riuscirà a prendere in mano la situazione e fuggire da quella dimora stregata. Esso comparirà diverse volte all’interno della narrazione: l’Angelo, secondo la dottrina del sufismo, rappresenta la capacità della visione teofanica, l’attitudine alla visione di una forma in cui si congiungano, “simbolizzano”, l’invisibile e il visibile.20 Maria Zina fallisce nel suo intento di indurre Raïssi ad avere un rapporto sessuale con lei; dopo l’ennesima prova che la vita gli mette di fronte, egli riesce a non cedere alla tentazione proseguendo così nel suo viaggio. 3.4 Dawiya La donna qui viene trasfigurata in essere divino, rivestita dai toni più sublimi ed eleganti dell’amore. E’ l’immagine femminile elogiata da Ibn Arabi (viene citato anche all’interno del romanzo nel post scriptum), una bellezza che è teofania per eccellenza: l’essere femminile è contemplato come Immagine della Sapienza o Sophia creatrice21. Dawiya, la prima moglie, e Mademoiselle Matisse sono le due donne che avvicineranno Raïssi all’amore mistico celebrato dal sufismo. I primi dettagli che emergono riguardo Dawiya sono inerenti al suo aspetto fisico. Una bella donna dal profilo altero: i capelli sono legati e avvolti da un foulard, i gesti dimostrano dignità e forza. E’ seduta sulle rocce strapiombanti che si tuffano nell’oceano, tutto attorno sembra essere in perfetta sintonia, si respira un’aria pacata. Il tipo di approccio che Raïssi ha con lei è totalmente diverso da quello che aveva avuto con la Sicilienne: il loro primo incontro non è passionale, ma avviene un avvicinamento graduale, l’unione tra i due consacrerà questo amore mistico. Dawiya è però ossessionata dal culto degli antenati, dallo scorrere del tempo e il concetto di eternità, dettaglio che emerge all’interno del testo. Un esempio è dato dal fatto che non vuole mai farsi ‘ilm al-malaïka: anges, appelés affectueusement banat Allah. Al Malaïka. Titre de la 35°sourate Symboles de Proximité avec Allah et de Beauté : « Quand elles le virent (il s’agit de Joseph), elles le trouvèrent si beau qu’elles se firent des coupures aux mains. Elles dirent : « A Dieu ne plaise ! Celui-ci n’est pas mortel ; ce ne peut être qu’un Ange plein de noblesse » (un Archange). », (XII, 31/Mas.) Cfr. Malek Chebel Dictionnaire des symboles musulmans, Paris, Albin Michel 1995 p. 38 20 Henry Corbin, L’immaginazione creatrice,Roma, Laterza 2005 p. 150 21 Henry Corbin, L’immaginazione creatrice,Roma, Laterza 2005 p. 145 19 16 fotografare né tanto meno guardarsi allo specchio. L’immagine riflessa mostrerebbe i segni che il tempo lascia sulla pelle, sottolineando così il suo invecchiamento. E’ come se volesse vivere in un presente senza fine. Una donna rassicurante nonostante ciò, sempre pronta a sorreggere il marito nei momenti difficili: è probabilmente il membro più forte della famiglia. Dawiya si è creata un mondo a se stante nel quale rifugiarsi, una sorta di universo parallelo caratterizzato dalla presenza e benedizione del suo Antenato che veglia costantemente sulla sua vita come fosse un Angelo custode. E questa aura protettiva va a espandersi su tutta la famiglia, preservandola dalle malattie. Dal loro matrimonio nascono tre bambini; Mohammed, il primogenito, Tamo la sola femmina e Abdellah. Tamo consoliderà definitivamente la loro relazione portando serenità in casa. Dawiya è descritta attraverso gli occhi del protagonista, il quale nutre una profonda stima per la moglie e apprezza particolarmente il suo essere semplice ed equilibrata. Un amore placido il loro: lei rappresenta l’angolo in cui può rifugiarsi, una fonte di sicurezza, ma in questa relazione mancano i toni sensuali, la passione che contrassegna l’animo ardente di Raïssi. Una mancanza che lo spinge a cercare altrove questo amore dai caratteri più travolgenti. Il senso di completezza lo raggiunge nel momento in cui conosce Mademoiselle Matisse che diventerà poi la seconda moglie. Dawiya accetta questa nuova unione ma con una certa rassegnazione, in quanto non vi si può opporre poiché la società islamica approva la poligamia. Anche se deve condividere il suo uomo con un’altra donna, gli rimane sempre accanto fino alla fine dei suoi giorni. Durante la malattia è la sola a vegliare su di lui, dimostrandosi così devota e fedele alla sua promessa di eterno amore. Sentimento che lo stesso Raïssi condivide e che lo accompagna nel suo viaggio verso Dio. 3.5 Mademoiselle Matisse « Une note de musique suspendue dans le temps. Je l’entends encore, je l’entendrai toujours, au creux de l’oreille »22. Le note di una soave melodia introducono la figura di Mademoiselle Matisse, seguite poi da un’accurata descrizione del suo aspetto fisico. E’ una donna affascinante ed 22 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p 343 17 estremamente disinvolta. Ha una chioma fulva e gli occhi cerulei, una bellezza che presenta dei tratti tipicamente europei. Raïssi è scosso da questa visione, rimane letteralmente attonito. Mademoiselle Matisse lavora nel campo dell’istruzione ed impartisce lezioni di musica, vive da sola nella Medina. Nutre una grande stima ed affetto per Tamo, la figlia dell’artista, e dedicherà buona parte del suo tempo all’educazione musicale della ragazzina. La donna possiede una sorta di magnetismo che attira inevitabilmente il protagonista. La musica è d’importanza rilevante in questo capitolo in quanto fa da colonna sonora ai loro incontri e contribuisce a riscaldare l’atmosfera. Raïssi offre il suo aiuto per ristuccare la casa, in realtà questo è l’espediente per poter rivedere l’insegnante. La seconda volta che si incontrano, viene presentata come un angelo: scendendo da una scala a pioli, egli può ammirare le forme sinuose, il vestito svolazzante lascia intravvedere le cosce e la luce del cielo illumina i suoi occhi cerulei, un’immagine sicuramente celestiale. Una nota musicale, così la descrive Raïssi, una melodia sospesa nel tempo. In questo capitolo l’attenzione è riversata sull’aspetto più impetuoso dell’amore, quella passione che il protagonista andava tanto ricercando. Il congiungimento dei loro corpi è vissuto intensamente, una danza amorosa, estatica. E’ interessante notare come ancora una volta la sessualità venga unita alla spiritualità: “C’est peut-être la position de la prière qui provoque la plus grande volupté, je l’ai senti avec peu de femmes que j’ai aimées et qui m’ont beaucoup donné. Je m’incline devant ces souvenirs, je me mets au repos, je me recueille, je suis en extase. Et je rampais vers elles, endormies ou assoupies, je caressais le ventre et ses ondoiements, vers l’extrême touche de la jouissance »23. L’erotismo si esprime in maniera del tutto naturale, non c’è pudore ma una sensazione di congiungimento con Dio. Mademoiselle Matisse segue il suo istinto, le sensazioni dettate dal corpo e si abbandona totalmente al suo amato. Ma non prova solamente attrazione fisica nei suoi confronti, infatti desidera diventare sua moglie anche a costo di convertirsi all’Islam. Questa svolta è importante in quanto segnala un approccio sempre più crescente verso la religione, non solo da parte del protagonista, ma anche dei personaggi secondari. Dal momento della conversione il suo nome cambierà in Yasmina. Dopo il matrimonio ella sente il bisogno di ritornare in Francia per le vacanze e vuole avere il marito e Tamo al suo fianco, ma Dawiya si dimostra contraria a questa partenza improvvisa. Raïssi non 23 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p 348 18 avrebbe mai ferito la prima moglie e cosi decide di rimanere in patria: sarà per lui l’ultima volta che vedrà Mademoiselle Matisse. Giunta come un soffio di vento, allo stesso modo scomparirà lasciando una profonda ferita nella vita dell’artista. Di lei, gli rimarranno solamente delle lettere spedite dalla Russia, che raccontano le avventure della sua nuova vita e il motivo dell’allontanamento. Con nostalgia e tristezza legge quelle parole scritte, legate ormai a dei lontani ricordi. Yasmina non è più la stessa persona, tant’è che il suo nome ora è Natacha e sembra incarnare un personaggio totalmente diverso rispetto all’inizio. Si è disorientati mentre Raïssi legge le sue lettere. Non si sa più chi è veramente questa donna e scopriamo come aveva avuto diversi nomi nel corso della vita. Forse una folle che comunque, con la sua musica, aveva stregato Raïssi, facendogli provare sensazioni indimenticabili. Volendo fare un confronto tra le due donne si potrebbe sostenere che Dawiya raffigura l’aspetto dell’ortodossia celata nella sicurezza e semplicità, mentre Mademoiselle Matisse rappresenta la parte più sensuale e travolgente dell’amore. La teofania si rivelerebbe così come la sintesi armonica di queste due figure femminili. 3.6 Abdeslam Abdeslam è il fratello maggiore di Raïssi, sono legati dal rapporto di parentela ma posseggono personalità e credenze divergenti, il loro non è un legame solido. E’ orgoglioso e razionale, contrariamente al fratello che vive costantemente immerso nelle sue fantasticherie, come le definisce lui stesso. Nutre una profonda gelosia nei confronti di Raïssi. Invidia la sua bellezza e la stima che tutti hanno per lui. Ha un atteggiamento autoritario e spesso molto rigido, inoltre è come se volesse appianare la fervida immaginazione di Raïssi, che alle sue parole taglienti, risponde con il silenzio. Non viene descritto il suo aspetto fisico ma il narratore focalizza l’attenzione sul carattere del personaggio e le azioni che compie. L’unica cosa che unisce i due uomini è il pellegrinaggio che compieranno assieme, anche se Abeslam non lo porterà a termine. Durante il naufragio muore, concludendo così il suo viaggio. In un certo qual senso si potrebbe dire che Abdeslam incarna l’aspetto più concreto e ortodosso dell’ Islam seguendone rigorosamente i dettami, mentre il fratello persegue una via diversa che si adatta maggiormente al suo modo di essere: egli simboleggia la parte mistica della religione, la via intrapresa dai sufi. 19 Ma la sua è una scoperta che avverrà gradualmente e si rivelerà ai suoi occhi come la strada più giusta da percorrere per raggiungere Dio. Dalle parole del narratore riguardanti Raissi, emerge il suo animo sensibile che si contrappone a quello del fratello: « Mais Raissi n’avait jamais été là où son frère ainé croyait avoir prise sur lui par tradition viscérale. Sa foi de croyant mystique et son réel talent d’artiste l’avaient placé dans une autre orbite, là où le secret se transmet de maître à disciple par une filiation initiatique »24. Il tipo di approccio alla religione è chiaramente diverso e lo è altrettanto il modo di percepire la realtà sensibile. Ancora una volta compare il dualismo che è radicato nel romanzo: forze e ideologie opposte che si attraggono e poi respingono. L’artista vive in una dimensione astratta quasi onirica, mentre il fratello è legato ai suoi ideali e alla logica. Muore la razionalità, in questo caso rappresentata da Abdeslam mentre lo spirito continua il suo viaggio verso un universo mistico e sovrannaturale. 24 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 91 20 4. Stile Nel romanzo Pèlerinage d’un artiste amoureux emerge la ricchezza della scrittura di Khatibi, la sensibilità e l’attenzione per tutto ciò che lo circonda e l’interesse per l’ “altro”. Lo stile adottato è caratterizzato da un linguaggio sottile con il quale trasmette il senso di mutevolezza e diversità, in un mondo in cui l’identità dell’essere è costantemente minacciata dall’uguaglianza. La sua è una narrazione lirica, spontanea e non risulta mai ridondante. Fa largo uso del dialogismo come se volesse rendere il lettore partecipe della storia. Egli esplora l’etica e l’estetica dei collegamenti astratti che esistono tra la rappresentazione visuale stilizzata e la scrittura. Khatibi parla poi dell’amore, soprattutto in questo romanzo: non è vissuto come un’esperienza romantica, ma è piuttosto un’avventura ontologica ed epistemologica al tempo stesso. La sua prima opera La Mémoire tatouée, è caratterizzata dall’uso di svariati registri linguistici. Si parla della scoperta dell’identità (una delle tematiche che ritroviamo anche nel Pèlerinage d’un artiste amoureux) e delle conseguenze che il colonialismo ha sulla popolazione e sullo scrittore magrebino. L’autobiografia si rivela la strada migliore per esprimere il senso di disagio e alienazione che sentivano gli scrittori. La Mémoire tatouée racchiude in sé parte delle tematiche che vengono poi riprese nel romanzo che si sta analizzando. Il passato e le immagini evocano ricordi ormai obliati e si alternano con le avventure vissute nel presente. Dei frammenti di pensieri catturano il protagonista durante il suo viaggio e il lettore viene reso partecipe delle sensazioni che prova il personaggio. L’atmosfera mistica che pervade tutto il racconto è presente fin dall’inizio, facendoci cadere in una sorta di stato ipnotico, dove realtà e fantasia si fondono. A questi toni mistici si aggiunge un’essenza paradisiaca proiettandoci in un universo a parte. Un’ altra opera caratterizzata da una scrittura lirica è Le livre du Sang 25. I personaggi, come specificato nel capitolo precedente, si svelano gradualmente proprio perché l’identità, nella cultura magrebina, fa parte di un processo continuo, che vede un perenne sviluppo della persona. Per Khatibi l’alterità è la condizione necessaria nella vita di ognuno per comprendere se stessi, la creatività e la sopravvivenza culturale. 25 Les personnages dans Le livre du sang, poème en prose de la passion, s’apparentent aux héros du récit poétique. Ils se composent selon des traits et des thèmes caractéristiques : la brûlure de l’alterité, l’abstraction du mode existentiel, le même et le différent, la métaphore androgynique, la langue maternelle, le ton mystique, l’essence paradisiaque, la vision extatique… La parole lyrique devient comme une « mimésis intérieure ». Celui qui parle dans Le livre du sang se joue sa propre histoire dans une incantation : il est essentiellement une individualité désirante. Ecriture lyrique donc, en quête d’un mode énonciatif de la présence par l’invocation passionnelle et non par la reconstitution. Cfr. Littérature Maghrébine d'expression française EDICEF, 1996 p. 170 21 Tutto ciò permette di aprirsi ai svariati ideali culturali e sviluppare una maggiore tolleranza verso credenze diverse. Il protagonista scopre se stesso attraverso il viaggio. E’ un percorso da leggere come conquista del proprio io. Esso assume dimensioni sempre più importanti, dove si assolutizza la frattura tra stabilità e diversione, tra padronanza certa di valori ed estraniazione dalla storia. Un viaggio che svela lentamente la sua esistenza e la conoscenza di Dio. La prima parte del romanzo, come già accennato, è raccontata interamente dal narratore esterno alla vicenda, anche se a volte interviene, attraverso l’uso di domande retoriche, come per destarci dallo stato ipnotico creato dalle vicende narrate. Il cambiamento del punto di vista viene evidenziato da un passo, ed è come una sorta di netta scissione tra passato e presente: “…si l’on croit à la réincarnation de Raïssi, lorsqu’il décida d’aller travailler et se fixer à Marrakech. Réincarnation en narrateur qui, désormais, racontera sa propre histoire. Je partis à cheval avec la caravane. Depuis mon pèlerinage, j’avais l’impression que le monde est extensible comme le rythme de ma vie » 26. E’ evidente come da questo momento in poi la parola verrà ceduta al protagonista che delineerà gli episodi più importanti della sua vita. I personaggi e i fatti quindi, vengono presentati da Raïssi, ma il tipo di scrittura non cambia, si rimane sempre ammaliati dai toni delicati ed intensi. Quel che distingue un personaggio dall’altro è il modo di affrontare la vita ed il rapporto che ha con la religione. Raïssi vi accede attraverso la via mistica dell’Islam, scoperta che avverrà per gradi. L’autore, attraverso prolessi che inserisce nel testo sotto forma di sogni, anticipa in qualche modo degli episodi che si manifesteranno nella vita dell’artista, alternandoli ai fatti reali. Nel capitolo Le Pèlerinage è come se il narratore si rivolgesse direttamente a Raïssi anche se la sua voce si confonde con quella dell’Angelo. Si potrebbe avanzare l’ipotesi che Khatibi abbia usato l’Angelo come mezzo per intervenire nella narrazione, una sorta di “voce fuori campo” che indirizza il protagonista verso la strada giusta da intraprendere. Questo dubbio sorge dal fatto che lo stesso narratore chiede a Raïssi chi, secondo lui, gli sta rivolgendo la parola. « … Et qui te parle maintenant pour te porter jusqu’ au coeur des Lieux sacrés? Ton ange personnel ? oui, ou peut-être son narrateur. Te voici presque arrivé à destination.» 27. 26 27 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 216 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 179 22 Notiamo quindi il ruolo “guida” dell’autore, come se volesse porsi al fianco del protagonista per accompagnarlo fedelmente in questo viaggio. Gli rimane accanto fino a quando non ha portato a termine il pellegrinaggio. Da quel momento in poi Raïssi si “reincarna” in narratore, infatti la figura dell’ angelo sembra quasi svanire: “L’ange, mon ange personnel était muet. Aucun signe, aucun message“28. Il precedente passo fa riferimento al capitolo Mademoiselle Matisse, che rientra nella seconda parte del romanzo. Dal capitolo Fuite en avant, che vede l’uso dell’Io narrante, Khatibi si avvale spesso del dialogismo. Il protagonista si pone molti interrogativi e sembra volgere al lettore gli stessi quesiti, come se volesse smuovere le coscienze di ognuno. Attraverso le domande retoriche, il protagonista cerca un consenso da parte del lettore, lo vuole rendere partecipe dei suoi ragionamenti e deduzioni. Essendo il Pèlerinage d’un artiste amoureux un testo che racchiude innumerevoli tematiche tra cui questioni di tipo filosofico, chi vi si addentra è spinto ad approfondire i punti che vengono toccati dall’autore, per giungere ad una migliore comprensione del testo. Il narratore esterno riprende la parola solamente nella parte finale del romanzo. Raïssi è ormai giunto alla conclusione della sua vita. Una scrittura poetica contraddistingue l’epilogo della storia, i personaggi più importanti sono tutti presenti e partecipano agli ultimi atti di agonia del protagonista. Si sussegue poi un dialogo intenso tra l’artista e il dottore Daumal. Nel redigere il suo testamento, Raïssi, cita il maestro del sufismo Ibn Arabi, in particolare l’opera Illuminations mecquoises. Vuole che sia tramandato al figlio Mohammed, affinché si avvicini pure lui alla via mistica dell’ Islam. Anche in conclusione del romanzo compaiono degli elementi sovrannaturali, gli angeli e il falco Magico29 ne sono un esempio. Si avvicina al protagonista per condurlo nel suo ultimo viaggio. Con lo sguardo rivolto verso questa creatura maestosa, Raïssi rende l’anima a Dio. E’ un epilogo caratterizzato dai toni mistici e riprende in un certo senso lo stile iniziale del romanzo. Cominciato come una sorta di incubo, il viaggio si conclude invece con un’immagine celestiale. 28 29 A. Khatibi Pelèrinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 353 « La fauconnerie (baizara) est un art ancien dans la plupart des payes arabes situés autour du golfe Persique. La faucon est un animal familier des cours royales, un oiseau digne, fier, intelligent et un chasseur émérite. Ainsi que l’ épervier (saqr’), il est un symbole solaire. On les retrouves notamment dans Le Livre des Morts égyptien ». In Malek Chebel Dictionnaire des symboles musulmans, Albin Michel 1995 p. 163. 23 5. Temi Principali Pèlerinage d’un artiste amoureux è un romanzo dai molteplici significati e vi possiamo ritrovare temi già trattati in precedenza da Khatibi. Nell’introduzione di questo lavoro si accenna al bilinguismo e al colonialismo, entrambi presenti nell’opera. La diglossia, l’ opposizione tra lingua madre e lingua del colonizzatore, tra cultura magrebina e cultura francese, sono caratteri che contraddistinguono i paesi Nord africani. I temi sopra citati percorrono l’intera opera evidenziando la struttura dicotomica del romanzo. Altri esempi sottolineano la dualità intrinseca nella storia, come la scelta del protagonista di seguire la via mistica dell’Islam mentre il fratello rimane legato all’ortodossia tradizionale di questa religione. Come esposto nel capitolo Personaggi, anche le figure femminili presentano aspetti dissonanti e hanno un’importanza preponderante. 5.1 Il Bilinguismo Dopo anni funestati dall’invasione straniera, il Marocco ottenne l’indipendenza nel 1956, fu così proclamato il regno del Marocco. Durante gli anni del protettorato (19121956) il francese venne eletto a lingua ufficiale, sorretto dal sistema scolastico che ne diffuse la conoscenza. Divenne così la lingua veicolare, usata nelle funzioni amministrative e pubbliche mentre l’arabo era parlato in famiglia e nella vita di tutti i giorni. La lingua francese s’insediò gradualmente nelle case della popolazione autoctona30 attraverso la cultura e l’oralità: i ragazzini lo imparavano a scuola e capitava spesso che ripetessero in famiglia quel che avevano appreso a lezione. Era inevitabile quindi che le due lingue diventassero parte dell’essere. L’uomo cresceva con il bilinguismo, fenomeno che contribuì a creare instabilità e insicurezza riguardo la proprio identità. A volte questo disagio si esprimeva con un grido soffocato e il silenzio 30 Oggigiorno il termine autoctono viene impiegato per definire la popolazione locale di una determinata regione, ma all’epoca del colonialismo assumeva un significato diverso: “Autochtones sont, selon la taxonomie de la littérature coloniale, les colons nés dans la colonie”. Cfr Revue de la Coordination Internationale des Chercheurs sur les Littératures Maghrébines, Expressions Maghrébines, 2002 p.61 La definizione quindi più appropriata sarebbe di popolazione indigena, per quella che oggi viene intesa come popolazione autoctona. 24 rappresentava la risposta migliore all’incertezza. In atri casi invece i due idiomi venivano intercalati dando vita al “francarabe”31. Nel romanzo Pèlerinage d’un artiste amoureux la questione del bilinguismo è affrontata prevalentemente verso la fine che coincide, come periodo storico, all’esplosione delle tensioni tra arabi e francesi. Un primo accenno al problema della lingua si ha nel capitolo Demeure Enchanté, dove un Raïssi ancora giovane e inesperto si domanda come bisogna rivolgersi a Dio: “ Dans quelle langue fait-on la prière? Ne dit-on pas que la prière est un moment d’éternité ! Que la langue est la loi qui sauve l’homme ! »32. Il linguaggio è parte dell’identità e da questa citazione emerge chiaramente il dubbio riguardo l’espressione verbale. La religione non dovrebbe fare distinzioni, ogni essere umano, indipendentemente dalla lingua che parla, sarà capito e ascoltato da Dio. Proseguendo nella lettura si assiste ad un altro episodio importante che vede uno dei personaggi, ormai in punto di morte, chiedersi che lingua si parli in Paradiso. In un momento così drammatico della vita, Khatibi inserisce questo interrogativo come se il personaggio volesse avere almeno una certezza su quel che gli attende dopo la morte. Raïssi non si sente totalmente libero, avverte il peso e la complessità della situazione in cui vive. Lo straniero si è ormai insediato ovunque. “ La lutte à mort verbale entre le “tu” et le “vous”, je la connaissais par cœur depuis que je parle et écris cette belle langue qu’est le français. Certes, je suis un homme libre, mais sous surveillance »33. Nella lingua araba si utilizza maggiormente il « tu ». Contrariamente al francese che impiega il “vous”in maniera molto più diffusa. Questa è un’altra dimostrazione di come le due lingue siano presenti sul territorio già da tempo. C’è una chiara lotta “gerarchica” tra esse. 31 32 33 « Cette pratique est courante dans tout le Maghreb et concerne tant les locuteurs qui n’ont qu’une faible compétence en français que les élites bilingues. Chez les premiers, recours au français et à l’arabe dans un même énoncé témoigne d’une faible compétence dans l’une et l’autre langue ; ce sont notamment des carences lexicales qui font puiser les locuteurs dans les deux lexiques à leur disposition. Pour les véritables bilingues, le métissage linguistique est davantage un moyen de vivre une identité où les deux langues ont leur place ». In Bernard Pöll, Francophonies périphériques, Paris, L’Harmattan, 2001 p.193 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 14 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 381 25 Affiora poi il problema della colonizzazione che vede l’uomo privato della libertà e delle sue terre. Raïssi combatte l’invasione straniera, si ribella, ma afferma anche che per conoscere veramente se stessi bisogna imparare a comprendere l’“altro”. Conoscersi, accettarsi per definire la propria identità ed individuare il nemico. I cambiamenti sociali e politici vengono introdotti soprattutto da Mohammed, uno dei figli di Raïssi. Egli è diventato un vero e proprio clandestino ed incarna l’aspetto più ribelle della nuova generazione, coloro che vogliono combattere con ogni mezzo l’instaurarsi dell’egemonia straniera. Mohammed accenna anche al famoso “Dahir berbère”, decreto che era stato promulgato il 16 maggio 1930 dalle autorità coloniali francesi. Un evento che innescò la nascita del nazionalismo marocchino. L’intento era quello di separare gli arabi dai berberi. Il sistema giudiziario berbero doveva essere adattato alle condizioni e consuetudini del tempo. Il decreto venne accolto con un certo dissenso da parte della popolazione locale e i movimenti insurrezionali s’infittirono dal momento della sua approvazione. Un evento storico rilevante che venne vissuto con grande intensità dal figlio di Raïssi. Si possono osservare due approcci diversi a questa tematica: il ragazzo, desideroso di combattere il nemico, sceglie la strada della clandestinità, sicuramente la soluzione più pericolosa, mentre il padre, appartenente alla vecchia generazione, guarda con diffidenza e timore quel che sta accadendo al suo Paese. Raïssi capisce ad ogni modo, che l’unica via da intraprendere è quella della lotta, impedendo così all’invasore di annientare la loro cultura e tradizione. 5.2 L’amore carnale e L’amore divino Per addentrarsi in questa sezione è interessante riprendere un passo dal capitolo Mademoiselle Matisse: “Le sexe n’a-t-il pas ou n’aurait-t-il pas de religion? Dans ma religion, pas de pudeur pour en parler. Au nom de Dieu on fait l’amour »34. In poche righe il protagonista traccia in maniera chiara i caratteri rappresentativi della sua religione, soffermandosi sull’immagine femminile. La donna è vista come una 34 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 348 26 figura voluttuosa, un “ornement”35. Essa è elevata a bellezza divina. Il corpo, si potrebbe sostenere, funge da mediatore tra la passione carnale e l’amore divino, sprigionando una carica estatica incredibile e permetterebbe così di congiungere l’uomo con Dio. La sessualità non è vissuta come un taboo, anzi, dal comportamento di Raïssi si comprende come l’eros sia totalmente libero. Il protagonista vive intensamente la sessualità ed è avvezzo alla consultazione di opere trattanti il tema dell’erotologia. Questi testi delineano la tipica donna da amare, sottolineando però l’importanza dell’aspetto spirituale, un corpo vuoto non ha alcun valore. L’accoppiamento è descritto come un atto necessario per il corpo e altrettanto lo è per lo spirito. Raïssi si pone quindi una domanda: “ Où est le paradis? Où est l’enfer?”,36 il confine è estremamente labile.Le donne occupano un posto preponderante all’interno della narrazione e presentano qualità diverse. La femmina tentatrice è presente fin dalle prime pagine e compare anche in veste simbolica attraverso la figura del gūla37. L’orientamento dell’artista verso la via mistica dell’Islam non è subito desumibile, il narratore, grazie all’inserimento di simboli e alla trattazione di diversi argomenti riguardanti l’aspetto sovrannaturale della religione, svela il credo di Raïssi Le sue idee vanno chiaramente a scontrarsi con quelle del fratello e più di una volta egli esprime il suo parere discordante riguardo i dogmi tradizionali della religione musulmana. Un esempio ci è dato dalla sua descrizione dell’imam38: “Voici un imam qui, dans un premier temps, rappelait plutôt un pope. Un imam gras, avec des parures éblouissantes. Sa manière ostentatoire de se mettre en scène. Une scène presque nue, sans image ni icône, parsemée de quelques signes : ici, une calligraphie en style diwani ; là, des dessins de mosaïque et des décoration en stuc et en bois. Pas de musique ni de chant, rien qu’une voix monocorde d’une simplicité brutale »39. A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 348 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 349 37 La gūla (vampiro-femmina, donna lasciva), è presentata spesso nelle fiabe: da un lato tentatrice, dall’altro oppressiva; numerosi protagonisti dei racconti finiscono su un proscenio tragico semplicemente stritolati, schiacciati da lei stessa, da sua figlia (sostituto immediato) o da un animale (sostituto indiretto). L’immagine potrebbe perfino vedere gli estremi conciliarsi, con una donna malefica dalla testa di lupo all’altezza del sesso, la lingua penzoloni e una fila di denti aguzzi che le coronano le mascelle. A modo suo il racconto fantastico avrà così attualizzato in uno stesso schema un corpo massiccio, dotato di una voracità ferina. La gūla incarna pertanto nella fantasia popolare una “femminilità” piuttosto negativa, ostile, selvaggia.Cfr Malek Chebel, La cultura dell’Harem, Bollati Boringhieri Saggi, Torino 2000 p. 89 38 Chef spirituel et temporel du clergé musulman. Dans son acception thélogico-politique, le mot imam est surtout le fait des Chiites où il désigne l’un des plus éminents dignitaires de la hiérarchie alide. In Malek Chebel Dictionnaire des symboles musulmans, Albin Michel 1995 p. 213 39 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 92 35 36 27 E’ un’immagine scialba quella che ci viene fornita, priva di emozioni. Non c’è una piacevole melodia di sottofondo (come avviene per la celebrazione dei riti sufi), ma solo la voce dell’Imam, fredda e distante. Il contorno della scena descritta è poi privo di immagini. Nel corso della storia la creatività dell’artista islamico si e' spesso espressa attraverso la decorazione, i mosaici, l’architettura e il perfezionamento dell'arte calligrafica, come per esempio la scrittura diwani, citata nel precedente passo. Nel caso di Raïssi, il suo ingegno si è esplicato nell’arte dell’ornamentazione e dell’architettura. La danza e la poesia sono invece le due forme artistiche predilette dai sufi. La Semà, danza roteante, è praticata prevalentemente dagli uomini, qualche raro gruppo permette l’accesso alle donne. Per quanto concerne la poesia, si rimane letteralmente estasiati dall’amore celebrato nei versi e dal forte legame che i dervisci hanno con Allah. Durante il viaggio di Raïssi, nel momento in cui la sua mente è quiescente e totalmente libera da qualsiasi tipo di pensiero, egli si abbandona al silenzio del deserto e osserva quel mondo a parte, che sembra avere vita propria. Il deserto è la dimensione dell’artista e lo mette di fronte al suo io: egli non può scappare dal mondo e nemmeno dalla sua mente. La solitudine ed il silenzio favoriscono la quiete. Ma interviene un elemento di disturbo, se così si può definire. Il ricordo della Sicilienne non lo abbandona e turba la sue notti. Il sonno si presenta a tratti difficoltoso e lo spirito di Raïssi è confuso e allucinato da questa mancanza di riposo. “Plus sa veille durait, plus son esprit enchanté voguait dans cette nuit profonde où voltigeait l’esprit du désert; sa mémoire devint confuse, il ne se rappelait plus rien, tout était cendres, feu étouffé, plaisir éteint. Pourtant il sentit son sexe s’ériger dans le vide. Le sexe que, dans le lexique occulte, on appelait le Solitaire. Que cherchait-il à faire jouir ? Jouissait-on ainsi dans le rien ? Coïter seul dans le désert, était-ce une pensée tournée vers la Sicilienne ? »40. Ancora una volta il pensiero di questa donna viene a tediare l’animo di Raïssi. Il viaggio prevede la castità assoluta del corpo che deve giungere integro alla Mecca. Ecco quindi che certi pensieri riaffiorano nei momenti più inaspettati, come per mettere alla prova la fede dell’uomo. Nonostante possegga una grande volontà d’animo, è comunque tentato da certi ricordi e immagini che gli impediscono di controllare le sue reazioni, può 40 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 147 28 solamente chiedersi il motivo per cui essa compaia così di frequente nelle sue notti insonni. Come già accennato, la tentazione accompagna costantemente l’uomo nel suo errare, e non può mai considerarsi al sicuro. Egli rimane inebriato davanti alla visione delle donne e insiste sulla loro bellezza e quel che suscitano, la figura femminile è rivestita di caratteri celestiali: “… non si tratta di un sentimento estetico, accompagnato da una sfumatura più o meno intensa di gioia, bensì della contemplazione della bellezza umana come fenomeno numinoso, sacrale, che ispira sgomento e prostrazione, a causa dello slancio che essa suscita verso qualcosa che nello stesso tempo precede e supera l’oggetto che la manifesta, e di cui il mistico prende coscienza soltanto nel momento in cui realizza la congiunzione, la cospirazione (sympnoia) dello spirituale del sensibile, a cui l’amore mistico tende” 41. Anche la nominazione dei personaggi femminili è un ennesimo elemento che ci aiuta a capire il ruolo interpretato. Dawiya è la moglie devota, colei che si prende cura del marito, il suo nome significa “lumineuse” essa infatti, in un certo senso, porta luce e chiarezza nella vita di Raïssi, aiutandolo a trovare il giusto equilibrio. Yasmina invece, che sarebbe il nuovo nome assegnato a Mademoiselle Matisse, vuol dire gelsomino. Un fiore dai molteplici significati che variano in base al colore. Esso rappresenta amabilità e sensualità, questo è il caso del gelsomino spagnolo. Se poi si pensa alla sua natura di pianta rampicante, può essere ricollegata al personaggio di questa donna, sempre pronta a nuove esperienze e desiderosa di “espandersi” verso orizzonti lontani. La donna e l’amore carnale occupano un posto importante nella cultura islamica che ha un modo di concepire i rapporti sessuali divergente rispetto alla tradizione cristiana. I legami tra la sessualità e l’Islam sono molto forti e la copulazione è legittimata dal testo Coranico. E’ quindi evidente che il fedele non viene tacciato se si abbandona all’atto sessuale, “ on comprend ainsi que la sexualité humaine ne peut être en contradiction avec la parole divine, étant entièrement incluse dans un projet qui la légitime entièrement”42. Così assistiamo, lungo il percorso di lettura del romanzo, a svariate scene passionali raccontate con estrema naturalezza e, si potrebbe affermare, attenzione per ogni piccolo dettaglio riguardante il corpo femminile, le sue movenze e l’ambiente circostante. L’amore è trattato con gran rispetto e venerazione dagli autori arabi e musulmani e tale ossequio è dimostrato anche dai mistici islamici. 41 42 Henry Corbin, L’immaginazione creatrice,Roma, Laterza 2005 p. 240 Malek Chebel, Le Kama.Sutra Arabe, Pauvert, 2006 p. 7 29 Due esempi ci sono dati da Ibn Arabi, che viene citato verso la fine della storia, e del quale si è discusso in apertura di questo lavoro, e il grande mistico Rumi (12071273): “Les mystiques sont à cet égard à la pointe de la prise de conscience liée à la nécessité de l’amour. Ils cultivent en effet tous les aspects énigmatiques de ce sentiment humain en le colorant autant que possible de dimension ésotériques »43. Lo stesso protagonista è considerato un iniziato e il suo approccio con l’amore è in effetti mistico e passionale. Egli congiunge così i due caratteri emblematici della tradizione islamica: l’amore fisico e l’amore divino. Una cultura, quella inerente al nirvana del corpo e l’esaltazione della sensualità femminile, che rimonta ad un’epoca più remota rispetto all’avvento dell’Islam. Certe usanze popolari erano già praticate prima del VII secolo, e l’ Islam non ha fatto altro che riprenderle e fortificarle, sviluppando l’aspetto sessuale e facendolo avanzare di pari passo con la pratica spirituale. 6. Ambientazione L’ambientazione di questo romanzo è estremamente varia e ci conduce sia all’interno di luoghi circoscritti che verso spazi ampi dove la mente dell’uomo può liberarsi e raggiungere un contatto con il trascendente. Gli spazi chiusi trasmettono una sensazione claustrofobica ai personaggi, in particolar modo al protagonista: egli predilige il deserto o comunque luoghi aperti. E’ da sottolineare come l’inizio della storia abbia luogo a Fès: città imperiale dalla struttura alquanto singolare, una ragnatela di vicoli che s’intrecciano tra loro dando vita ad un vero e proprio labirinto. Si può percepire insofferenza e ansia dalle parole di Raïssi, il quale dimostra già un desiderio fervido di allontanarsi e scoprire quel che la vita gli riserva. I primi spazi delimitati con i quali andiamo a scontrarci sono la casa, in cui vengono trovate le due lettere di Rachid, e l’ospizio. 43 Malek Chebel, Le Kama.Sutra Arabe, Pauvert, 2006 p.8 30 Quest’ultimo, in particolare, colpisce per la descrizione realistica e per gli odori che esalano i corpi ormai scheletrici e ammalati della gente. Si legge sofferenza, disgusto nelle frasi di Raïssi uno sgomento crescente per quel che vede: “Raïssi demeura figé, hypnotisé par le battement des chaines, par tous ces cris étouffés qui suintaient de ces cellules ouvertes sur le patio, sans porte ni fenêtre”44. Lo stesso lettore soffermandosi su queste pagine non rimane indifferente a delle scene così forti e crude dove l’essere umano non ha più nessun valore. L’unica cosa che si vorrebbe fare è liberare quelle anime annichilite e fuggire verso spazi aperti e soprattutto liberi. L’ospizio è il primo posto in cui Raïssi si dirige per risalire all’origine delle lettere ritrovate, successivamente la sua deambulazione continua per le vie polverose della città. Un altro luogo chiuso è rappresentato dalla casa della Sicilienne, dimora che riveste i caratteri di un eden terreno. Inizialmente Raïssi ne è attratto e si perde in questo paradiso lussurioso ma poi la voce dell’Angelo lo salva dalla perdizione. Ancora una volta egli sente il bisogno di allontanarsi da uno spazio chiuso. Da questo punto in poi inizia il pellegrinaggio dell’artista. Gli ambienti che si ritrovano lungo il viaggio presentano le caratteristiche più varie, si passa dall’immensità dell’oceano, alla città caotica per poi dirigersi verso il deserto. La barca che trasporta i fedeli è presentata come una città galleggiante, tutto si svolge secondo le regole delle Medina, l’ora della preghiera non deve mancare. L’immagine che ci viene fornita del mare è estremamente delicata e soave, fino a quando non sopraggiunge una tempesta, sconvolgendo la tranquillità del viaggio. Notiamo come spesso intervengano fatti o elementi che rovescino la situazione iniziale. Alla calma si contrappone per esempio la mareggiata che si scaglia sugli erranti. I luoghi in cui si trovano i personaggi, sono sempre descritti con attenzione e cura per ogni elemento che li caratterizza. La scrittura lirica di Khatibi emerge soprattutto nella descrizione dei paesaggi e dei monumenti: una particolare attenzione è dimostrata verso l’architettura e l’ornamentazione. I colori delle case e dell’ambiente, i profumi intensi, sono l’aspetto che colpisce maggiormente: è come se il narratore dipingesse con un pennello quel che vede mostrandoci un panorama esotico e intriso dei colori e profumi tipici del posto. 44 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 32 31 Il paesaggio diventa parte dell’essere, viene vissuto e poi raccontato. Il deserto è sicuramente uno dei luoghi mistici per eccellenza, dove la persona è messa a dura prova con il suo vero io e scava dentro gli angoli più reconditi dell’anima: è un paesaggio mentale, un universo disseminato da fantasmi che sfuggono alla razionalità ed un florido terreno di simbolizzazione. E’ un percorso obbligato da compiere per raggiungere la Mecca, ed è una tappa importante del viaggio in quanto molti pellegrini rischiano la loro vita attraversandolo. Esso possiede un carica mistica notevole, dove visioni e allucinazioni sono frequenti. La persona che si addentra nelle sue terre aride viene messa a dura prova ed è facile perdere l’orientamento, non solo spaziale ma soprattutto mentale. C’è vuoto, silenzio, solitudine in un ambiente del genere. A volte delle voci lontane fanno da colonna sonora alle notti fredde, altre invece sono tempestate dai ricordi, in questo caso di Raïssi, che riemergono improvvisi. L’uomo è reso così vulnerabile e corre il rischio di essere letteralmente risucchiato dalla sabbia di questa terra. E’ bene quindi che gli spostamenti avvengano in gruppo affinché ci si possa aiutare vicendevolmente. “Les pèlerins avaient la sensation d’être ensablés sur place. Une sensation de friabilité qui les poussa à se déplacer en groupe, se mêlant en quelque sorte aux paysages qui les contournaient »45. La fragilità dell’essere affiora in ogni momento. Miraggi notturni e anche giornalieri tormentano Raïssi, il quale è costantemente richiamato dalla voce della Sicilienne. Il suo timbro è uno degli elementi sonori che compaiono nel deserto. La voce femminile, ancora una volta, incanta gli erranti. Per quanto concerne i luoghi chiusi, un ennesimo esempio è dato dalla casa di Maria Zina, la prostituta. La stanza è avvolta nella penombra e conduce il protagonista ad uno stato quasi ipnotico: i profumi, la luce evanescente contribuiscono ad esaltare l’atmosfera voluttuosa. Il protagonista è letteralmente stregato, incapace di qualsiasi movimento. Una situazione simile si ripresenta quando l’essere umano dorme e sogna: questo stato comporta una riduzione quasi totale della vigilanza della coscienza, e della ricettività degli stimoli esterni. In un certo senso è quello che avviene con Raïssi durante l’incontro con Maria Zina. Mentre la donna danza e seduce l’uomo, egli cerca comunque di resisterle, dimostrandosi distante e non compiacente. 45 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p. 126 32 E’ da osservare come Khatibi faccia molta attenzione al linguaggio utilizzato: tutto concorre ad enfatizzare la scena, partendo dalla descrizione dell’ambiente e stimolando poi i sensi. Gli spazi chiusi sono lo scenario in cui si consumano gli atti amorosi. E’ come se il narratore avesse voluto creare una dimensione voyeuristica, dove si possono osservare delle scene erotiche ma descritte con estrema eleganza. Così anche la casa di Mademoiselle Matisse diventa una dimora lussuriosa e lo sguardo del lettore è onnipresente. Le abitazioni in cui vivono i diversi personaggi femminili, rappresentano una sorta di paradiso lussurioso, immagine che poi corrisponde all’idea che la religione islamica ha dell’eden, ed è attestato dal Corano stesso. “Le paradis d’ Allah est un jardin luxurieux aux dimensions du ciel et de la terre”46. Un giardino che fornisce tutte le gioie e i piaceri normalmente proibiti all’uomo durante la vita terrena. La città che potremmo contrapporre a Fès, luogo iniziale dove comincia la storia, è Tit. Essa rappresenta in qualche modo la svolta nella vita di Raissi, il suo radicarsi in un posto, cessando così di errare verso destinazioni ignote. L’intera famiglia si stabilisce in aperta campagna, territorio caratterizzato dalla presenza di una fauna totalmente diversa rispetto a quella che si trova in città. Distese ampie e non più vicoletti che s’intrecciano dando l’impressione di essere perennemente osservati dall’occhio attento del vicino. La vita rurale è meno caotica e richiede un periodo di adattamento ai nuovi ritmi. Animali di ogni tipo abitano questo territorio sconfinato e Raïssi deve imparare a conviverci: “Car, vivre à la campagne, dans un lieu ouvert à l’apparition de toutes sortes de bêtes, exigeait de moi un apprentissage, un savoir-faire terrien que je n’avais pas à l’époque. A’ Fès, nous vivions en milieu fermé, dans un labyrinthe de ruelles et de demeures occupées mètre par mètre. Ici, j’avais à m’adapter au voisinage des bêtes dont j’ignorais les mœurs et le danger réel »47. E’ particolare la contrapposizione che fa tra la città e la campagna: della seconda sottolinea la sua fauna selvaggia, e a volte pericolosa, prende poi come esempio il cavallo, animale che ritroviamo spesso in questo romanzo. 46 47 Citazione che compare nel testo sacro del Corano (III, 133;LVII, 21) Malek Chebel, Le Kama.Sutra Arabe, Pauvert, 2006 p 14 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p 248 33 Esso necessità di spazi vasti, dove poter sfogare la sua forza e sentirsi libero. E’ un po’ lo stesso sentimento che nutre Raïssi durante il viaggio: egli vaga alla ricerca del suo io, e sente il bisogno di esprimere la sua foga, soprattutto nei rapporti vissuti con le donne. La passione per l’amore e il corpo femminile lo accompagnano per tutta la vita. Si manifesta, attraverso l’ambientazione, l’opposizione tra spazio chiuso e spazio aperto: nel primo i personaggi devono affrontare le proprie paure, ma non solo, i sentimenti infatti vengono vissuti in maniera amplificata. Desideri ardenti, pulsioni interiori e senso di claustrofobia, sono queste le sensazioni percepite. Mentre all’esterno la mente è priva di ogni restrizione e conduce il lettore ad uno stato di tranquillità. Il vento è un fenomeno che compare spesso, non rappresenta solamente il semplice movimento dell’aria ma in un certo senso si può interpretare come la manifestazione sovrannaturale che diffonde le intenzioni degli dei. L’effetto sensibile si rivela grazie alle sensazioni provocate sul corpo, in netto contrasto con la sua invisibilità. Contribuisce in tal modo ad enfatizzare il clima mistico e trascendente dell’intera storia. 34 Nota Conclusiva Attraverso questo lavoro si è voluto tracciare un percorso basato sulla contrapposizione tra l’amore divino e l’amore profano, mettendo in luce l’immagine della donna secondo la dottrina mistica dell’Islam. Le poesie sufi, la sensibilità per l’amore e la loro idea di bellezza divina, tendono a glorificare la donna e Khatibi, nel Pèlerinage d’un artiste amoureux, ha riversato una particolare attenzione nei confronti dell’essere femminile e il potere che esercita sull’uomo. Questo non è un lavoro che vuole elogiare il ruolo della donna, ma una ricerca sull’importanza dei sentimenti che l’essere umano nutre nei confronti di Dio e il bisogno al tempo stesso di trovare una forma che lo epifanizzi. L’aspetto fisico dell’amore è estremamente importante soprattutto nella cultura araba, come dimostrato dal testo coranico. L’eros è vissuto intensamente e diviene un vero e proprio “rituale sacro”. Si assiste alla fusione dei corpi come ad una celebrazione solenne. Ogni singolo elemento narrativo concorre ad esaltare questo aspetto: l’ambientazione, i profumi, i personaggi sono in totale sintonia. La passione divina viene così espressa attraverso i toni dell’amore carnale. Il tutto è avvolto da un’aura mistica che percorre l’intero romanzo, trasportando il lettore in una dimensione sovrannaturale. Sogni e visioni svelano quindi la parte inconscia del protagonista e tessono la trama trascendente della storia. Si assiste alla scoperta dell’Io da parte di Raïssi e si comprende gradualmente il suo orientamento verso il sufismo. Come è emerso dal capitolo Temi principali, la sessualità tra gli amanti non è considerata un atto immorale ma rappresenta una sorta di culto da venerare e non da tacciare. La strada intrapresa per la lettura del testo vuole dimostrare quindi come possano convivere e interagire l’amore per Dio e la passione fisica: “Au nom de Dieu, on fait l’amour” 48. E la donna diviene la massima espressione della bellezza divina ricoperta così da una carica celestiale e sensuale al tempo stesso. Si rivela in tal modo la sintesi armoniosa tra l’ortodossia tradizionale e la sessualità. 48 A. Khatibi Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plumes 2006 cit p 348 35 Bibliografia Abdelkébir Khatibi, Pèlerinage d’un artiste amoureux, Monaco, Le Serpent à Plume 2006. Abdelkébir Khatibi, Le roman maghrébin, essai, François Maspero, Paris 1968. 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