Scheda Settembre - Centro Missionario Canossiano
Transcript
Scheda Settembre - Centro Missionario Canossiano
Scheda/7 26 settembre 2010 Pavia PENSIERO MISSIONARIO PREGHIERE DEI FEDELI PER LODI O VESPRO DI S. MADDALENA PER COLAZIONE “Per raccogliermi nell’ Orazione, lessi una meditazione di San Francesco Saverio e … mi parve di capire … di dover partire da Venezia e, col solo Crocifisso, andare per il Signore non so dove. Mi offrii al Signore per fare la sua santissima volontà, un po’ curiosa di sapere dove sarei dovuta andare”. Mem. Cap.7, 56-58 pp. 168-169 PREGHIERA MISSIONARIA 1 Preghiamo per la Chiesa in Portogallo. Nella sua recente visita al Paese, il S. Padre disse: “Il Portogallo è stato sempre una grande forza della fede cattolica, ha portato questa fede in tutte le parti del mondo; una fede coraggiosa, intelligente e creativa; ai nostri giorni però, la presenza del secolarismo non è una cosa del tutto nuova …” Preghiamo perché secolarismo e laicismo non abbiano il sopravvento e la Chiesa conosca un nuovo risveglio della fede e dei valori più veri. PREGHIAMO … 2 Preghiamo per la Chiesa in Sao Tome perché, senza dimenticare il ruolo delle varie istituzioni che operano nel campo sociale, assuma con libertà e coraggio, il suo ruolo profetico di annunciare il Vangelo con la forza della testimonianza e di denunciare senza paura tutte le l'ingiustizie che affliggono la vita dei poveri. PREGHIAMO … 3 In Sao Tome il 15% della popolazione è al di sotto della soglia di povertà e i servizi sociali di base, come la sanità e l’educazione sono insufficienti. Preghiamo perché il governo e le varie istituzioni, sfruttando le risorse del luogo, offrano alla popolazione condizioni di vita più dignitose e uguali per tutti. PREGHIAMO … PER LA BENEDIZIONE DELLA MENSA Concedici, o Padre, di lodarti senza fine per il tuo amore creatore che non dimentica e non abbandona nessuno di coloro che attendono da te il loro sostentamento. Affidiamo in modo particolare alla Tua Provvidenza, tutti coloro che in Portogallo e Sao Tomé, vivono in condizione di disagio economico e rendi noi degni di prendere questo pasto nella semplicità e nella concordia, rendendoti grazie. Amen 4 Per tutti i missionari giunti e partiti dal Portogallo, in particolare per le nostre Sorelle che molto hanno lavorato nel campo dell’educazione e della pastorale per promuovere la vita dei poveri. Il Signore guardando al loro zelo di portare ovunque il Suo nome, susciti nuovi missionari e missionarie che continuino quest’opera di Evangelizzazione. PREGHIAMO … 5 S. Maddalena, che avrebbe voluto raggiungere ogni angolo della terra per parlare a tutti i popoli dell’amore del Signore, sostenga le nostre Sorelle che lavorano in Sao Tomé e Portogallo e metta nel loro cuore un amore sempre nuovo per i suoi amati poveri. PREGHIAMO … “Dio vuole, l’uomo sogna, l’Opera nasce”: “Deus quer, o homem sonha, a obra nasce”: così scrisse Fernando Pessoa, poeta portoghese, parlando di imprese azzardate e coraggiose della sua nazione. Sarebbe difficile descrivere meglio la storia di qualunque fondazione religiosa, e ciò vale soprattutto per la presenza delle Canossiane in Portogallo: alla base c’è un progetto, un’idea che nasce e suscita dei passi concreti da parte di alcune persone animate dalla fede, dando forma e contenuto alla storia locale dell’Istituto. Nel raccontarla, bisogna non perdere di vista quel volere divino che si esprime nel tempo, con contorni sempre più precisi, come un fiume che supera ogni ostacolo per andar avanti, creando condizioni di vita intorno a sé. Un inizio fecondo Le Canossiane in Portogallo sono oggi presenti in due comunità (Porto e Queluz de Baixo), fondate rispettivamente nel 1955 e nel 1969. È sorprendente, però, sapere che la prima fondazione canossiana ha avuto luogo alla fine dell’ottocento, secolo in cui la Chiesa fu perseguitata e tutti gli Istituti religiosi espulsi. Ancora di più stupisce sapere che quest’inizio avvenne grazie all’intervento personale del vescovo di Macao, Mons. Antonio Medeiros, portoghese, che, in un periodo storico più favorevole, riuscì ad ottenere dalle autorità di Lisbona la concessione di un ex-convento, già proprietà delle Suore Benedettine, con la tenuta annessa. Viene così inaugurato, nel 1894, nella diocesi di Porto, il collegio di Vairão, destinato all’educazione delle ragazze. È proprio qui che matureranno le prime sei vocazioni missionarie canossiane portoghesi, accanto a tre Sorelle italiane. Gli anni che seguirono, però, furono tempi di grande insicurezza per il Portogallo. Nel 1910, una rivoluzione avrebbe rovesciato la monarchia per stabilire un regime politico ostile alla vita religiosa. Ma la presenza canossiana in questo luogo fu inaspettatamente interrotta già prima della rivoluzione repubblicana, quando, nel 1905, un violento incendio distrusse il collegio. Mancando anche dell’appoggio di Mons. Medeiros, che era deceduto, le Sorelle di Vairão lasciano il Paese, partendo per le missioni di Timor e Macao. Ci vorrà mezzo secolo perché una di loro, M. Rosalia Alves Verissimo, portoghese, ritorni, per dar vita a una nuova fondazione. Di nuovo in Portogallo … per rimanere A metà del XX secolo, la situazione è molto cambiata. Nel 1940 era stato firmato un Concordato tra lo Stato e la Chiesa, che favoriva la presenza degli Istituti Missionari nel Paese. Essi avrebbero potuto esercitare le loro attività umanitarie a favore delle Colonie africane o asiatiche di lingua portoghese. Le Canossiane si stabiliscono di nuovo nella diocesi di Porto, nella “Casa delle Sirene”, una ridente abitazione del centro storico, dove risiedono tuttora. Il 13 maggio del 1955, il vescovo, Mons. Antonio Ferreira Gomes, celebra la prima Messa nella cappella costruita all’interno della casa, allora dedicata alla Madonna di Fatima, ma che più tardi diventerà “Casa Maddalena di Canossa”. In un quartiere assai degradato, Miragaia, le Madri assicurano l’accoglienza dei bambini attraverso l’asilo nido, la scuola materna e il doposcuola. Inoltre, collaborano nella catechesi, nella formazione dei laici e nella visita agli ammalati. Superiora della Comunità è Madre Giulia Fogale, italiana, venuta dalla l’Argentina. In un primo momento, la ragione che portò a questa nuova apertura in Portogallo fu per accogliere e preparare giovani aspiranti destinate ai Paesi di espressione portoghese. Tra le sorelle della Comunità nascente, oltre a M. Rosalia, già della primitiva comunità di Vairão, c’è M. Maria Pais, indiana di Goa (all’epoca ancora territorio portoghese) e M. Natalia Clamer, italiana, proveniente da Hong Kong. Questa volta la fondazione può contare sull’aiuto di una generosa famiglia cattolica, i fratelli José Paulo e Margarida Lencastre. La maggior parte delle nuove vocazioni portoghesi arriveranno anche grazie a questa donna di fede e di grande spirito missionario. Dal 1957 si dà inizio a una scuola per adulti e ad una Scuola di taglio e cucito, la stessa attività che verrà poi introdotta nelle colonie portoghesi. L’apertura missionaria: Spagna, São Tomé e Timor Già dal 1959, quando ancora dipendeva dalla Curia Generalizia, la comunità di Porto cominciò ad inviare Sorelle in missione: in Spagna (Pamplona, nella diocesi di Navarra) e a São Tomé, isola dell’Africa occidentale, allora sotto l’amministrazione portoghese. Prima Superiora della nuova fondazione di São Tomé è Madre Santina Gotti, arrivata in Portogallo l’anno precedente, da Timor. Con lei c’è M. Giulia Fogale, e M. Paolina Casiraghi, che era già stata a Timor, in Australia e a Macao. Gli anni 60 sono testimoni di una continua irradiazione missionaria, che annualmente vede sorelle partire soprattutto per São Tomé e per Timor, ma anche per la Spagna e per il Brasile. Cresce nel frattempo il numero di vocazioni in queste terre di missione che al tempo erano sotto l’amministrazione portoghese. A sua volta, la comunità di Porto comincia ad accogliere Sorelle da São Tomé e Timor per un periodo di formazione. E sarà proprio il bisogno di una Casa di formazione per aspiranti e postulanti dei paesi lusofoni che porterà, nel 1969, alla nascita di una seconda comunità in Portogallo. Queluz de Baxio Nei pressi di Lisbona, a Queluz de Baixo, viene aperta una nuova Casa, il 19 luglio del 1969, per accogliere le nuove aspiranti alla vita religiosa. Ma essa sarà Casa di Noviziato solo per poco. Già dal 1972, infatti, le attività della Casa di Queluz prenderanno una forma alquanto simile a quelle iniziate a Porto. Le Sorelle si dedicheranno soprattutto alla pastorale parrocchiale e all’apostolato nelle fabbriche. Intanto, i persistenti fronti di guerra nei territori d’oltremare porteranno, il 25 aprile del 1974, alla caduta del regime di Lisbona, aprendo così la strada a un rapido processo di riconoscimento dell’indipendenza dei nuovi Paesi. Dopo l’Angola, anche São Tomé proclama la sua indipendenza dal Portogallo. Ma le Canossiane rimangono nel Paese, poiché la loro missione non ha per niente perso il suo valore e la sua attualità. Nel caso di Timor, bisognerà aspettare tempi più recenti per arrivare a tale proclamazione, ma anche lì la presenza delle canossiane non viene meno, anzi si consolida per una nuova e più feconda vitalità. Chiunque raggiunge l’isola di São Tomé, ha la sensazione di entrare nella terra dei sogni, dove l’azzurro del cielo s’incontra con l’immensità dell’oceano e il verde delle piante, le cascate, la tranquillità dell’ambiente offrono scene di incalcolabile bellezza. L’isola conta 140.000 abitanti, distribuiti su una superficie di soli 964 km2. Dal 12 luglio del 1975 São Tomé, insieme all’isola di Principe, è diventata uno stato indipendente, dopo essere stata colonia portoghese per 500 anni. La scoperta di queste due “perle verdi” dell’Atlantico, circondate da acque ricche di varie qualità di pesci e abitate da numerose specie di uccelli, tra cui i caratteristici pappagalli, é avvenuta il 21 dicembre del 1470, per São Tomé, e il 17 gennaio del 1471 per l’isola di Principe. L’economia dell’isola é basata sulla coltivazione del cacao e del caffé, ma da alcuni anni si vive nella speranza del petrolio. Purtroppo, questa “ambigua” fonte di ricchezza, non ha ancora rivelato segni concreti di progresso per la popolazione. Grazie a Dio, questa terra non é mai stata colpita da gravi calamitá naturali, né da guerre fratricide. Tuttavia, non mancano per questa gente problemi e difficoltà dovute alla povertà in cui vivono tante famiglie che quotidianamente sono costrette ad affrontare la dura battaglia per la sopravvivenza. Il costo della vita, infatti, non è per nulla compatibile con quello che guadagnano. Proprio qui, in questa terra semplice e povera, e perciò bisognosa di quella scintilla di carità che Santa Maddalena di Canossa desiderava accendere in ogni angolo del mondo, giunge provvidenzialmente il seme canossiano. Sollecitate dal sottosegretario di Stato Ing. Abecasis, che aveva avuto modo di apprezzare il lavoro delle Figlie della Caritá in Timor, e invitate dal Vescovo Dom Moisés e dal Vicario Generale, Padre Francisco Vaz, le Canossiane arrivano a São Tomé il 23 ottobre del 1959 e si stabiliscono nell’omonima capitale. Le Sorelle pioniere sono M. Giulia Fogale e M. Paolina Casiraghi. Cariche di carità autentica e con grande zelo missionario, le due Sorelle iniziano con coraggio a concretizzare l’unico scopo della missione: ”far conoscere e amare Gesú”. Per alcune settimane trovano ospitalità dalle Suore Francescane del luogo, e mentre si lavora per la costruzione di una semplice abitazione, esse si prodigano nei primi due ministeri di carità: l’Educazione e l’Evangelizzazione. Dopo alcuni mesi, la comunità si arricchisce di due nuovi membri: M. Candida Giudici e M. Natalia Clamer. Si potranno dunque iniziare corsi di promozione per la donna, far catechesi nelle scuole statali e visitare gli ammalati del luogo e dei villaggi vicini. Le Sorelle si assumeranno anche la direzione di un Internato. Col passare del tempo, i bambini che si iscrivono alla Scuola Materna e alla Scuola Elementare sono sempre più numerosi. Le sorelle non bastano più a soddisfare le tante richieste, c’è dunque bisogno di nuove forze. Così, altre due Sorelle verranno ad offrire il loro servizio di carità in questa missione. Sono M. Santina Gotti e M. Cristina do Rosário. Nell’avvicendamento di Superiore e Sorelle, la comunità si mantiene viva, portando avanti le sue attività con generosa creatività. Non mancano le visite e gli incoraggiamenti dei Superiori maggiori, e le autorità civili mostrano grande apprezzamento per il lavoro che si svolge. Ad un certo punto, però, non essendoci vocazioni locali, e trattandosi di un’unica Casa sperduta nell’oceano, la missione di São Tomé rischia di essere chiusa. La notizia angustia il Vescovo, che fra l’altro si stava già prodigando per offrire alle Canossiane una più degna e più adeguata residenza. Viene mobilitato il Nunzio Apostolico e le autorità civili, e per mezzo dell’Ambasciatrice santomense, residente in Belgio, avvengono i contatti con Roma. S. Maddalena avrà sicuramente interceduto presso il Consiglio Generale. Infatti, dopo una lunga e sospirata attesa, arriva dalla Madre Generale, allora M. Elide Testa, la bellissima notizia: ”Le Canossiane continueranno a servire il popolo di São Tomé...”. Piene di speranza, e con rinnovato entusiasmo, le Sorelle accolgono nella loro nuova residenza un gruppetto di giovani aspiranti alla vita religiosa, accompagnate da una Sorella incaricata. Più tardi, il desiderio e la necessità di condividere il carisma canossiano illuminerà i nostri Superiori, che inizieranno le trattative per comprare un terreno in Luanda. Così, dopo anni di faticoso discernimento, nel 1993 le Madri inizieranno una nuova missione a Luanda, in Angola. Anche a São Tomé nascerà una nuova comunità a 12 km dalla capitale, nel piccolo paese di “Santana”, dove sorgerà un Centro dedicato a Bakhita. Il Centro accoglie gruppi di giovani per giornate di ritiro e si dedica alla promozione integrale della persona. La comunità è anche impegnata nella pastorale parrocchiale: due Sorelle, infatti, sono responsabili di due parrocchie. Sono undici attualmente le sorelle santomensi, ma solo due operano nella loro terra natale. Le altre si trovano in varie parti del mondo, per la loro formazione professionale o perché chiamate “ad gentes”. In aprile due postulanti sono partite per Luanda, dove hanno iniziato il noviziato. Si prega e si spera che tali “fiori” continuino a sbocciare, perchè il giardino del Signore in quest’isola possa produrre i suoi frutti. Le nostre due comunità vivono in gratitudine il loro servizio, godendo del dono della pluriculturalità: le Sorelle che le compongono, infatti, provengono da quattro continenti diversi: Africa, America, Oceania ed Europa.