Scame Parre, quarant`anni dopo il primo chiodino
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Scame Parre, quarant`anni dopo il primo chiodino
L’ECO DI BERGAMO 32 21 ECONOMIA 2003 RICORRENZE L’azienda di materiale elettrico apre i festeggiamenti per l’anniversario di fondazione. A giugno ottenuta la certificazione ambientale VENERDÌ NOVEMBRE Scame Parre, quarant’anni dopo il primo chiodino Progetti di espansione verso l’Est Europa con la costituzione di una società commerciale in Polonia Il primo passo è stato piccolissimo. Nasce dall’idea dei chiodini isolati, semplice, ma geniale innovazione nel mondo dei materiali elettrici, avuta da Giovanni Scainelli. A 36 anni, nel 1962, per realizzarla si dimette dall’industria chimica Ammi della val del Riso (l’attuale Ponte Nossa Spa), dove lavorava da 12 anni e dove era caporeparto, e insieme a tre amici (Luigi Piccinali e Gianni e Cornelio Palamini) fonda un’azienda della quale è tuttora presidente e amministratore delegato. Quella società, che adesso ha più di 280 dipendenti - poco meno di 600 considerando l’intero gruppo di aziende in Italia e all’estero - è la Scame Parre Spa («Scame» sta per Scainelli Materiali Elettrici), che adesso apre i festeggiamenti per i suoi primi quarant’anni. Sono previsti tre eventi, oltre alla pubblicazione di un libro illustrato sulla storia dell’azienda: oggi la festa con un’ottantina di grossisti provenienti da tutt’Italia, il 6 dicembre la riunione con i dipendenti e in primavera un «open day», che con ogni probabilità non durerà una sola giornata, con clienti, fornitori e amici. Quando nacque, nel 1963, intorno a due torni e a una trancia, in via Fontana a Parre, l’azienda si chiamava solo «Sca». Il nome si allunga già prima del trasferimento nel 1967 nello stabilimento di via Costa Erta, ancora oggi sede legale dell’azienda, dove l’attività che nel frattempo si è estesa a piccolo materiale elettrico civile e tv, a tasselli e spine, cresce progressivamente, con l’installazione nel 1968 delle prime presse per lo stampaggio dei componenti plastici e del reparto nichelatura. Esattamente trent’anni fa, nel 1973, la Scame realizza le prime vendite all’estero, in Libia («Non un grande affare ricorda Scainelli -: quando la merce è arrivata al porto, il cliente voleva pagarla solo la metà di quanto concordato») e in Iran. «Adesso - continua Scainelli - siamo presenti in 80 Paesi». Parallelamente alla crescita dell’attività, cresce anche lo stabilimento. Negli anni Settanta vengono inaugurati il magazzino e il reparto confezionamento, l’ufficio tecnico per la progettazione e il laboratorio per le prove e i collaudi, mentre nel 1980 entra in ufficio il primo elaboratore elettronico Ibm. Alla sede di via Costa Erta viene affiancato nel 1983 un nuovo edificio per ospitare il reparto stampaggio con le presse a iniezione, ma gli spazi sono stretti e nel 1986 iniziano i lavori per il nuovo insediamento produttivo nella zona industriale di Campignano che entra in funzione due anni dopo. Gli anni Novanta per l’azienda, diventata nel 1988 Scame Parre Spa, sono quelli dell’internazionalizzazione. Nel dicembre 1993 ottiene la certificazione del sistema di qualità aziendale secondo la norma Iso 9001, «aggiornata» sette anni dopo con la Vision 2000 e «completata» a giugno di quest’anno con la certificazione ambientale Iso 14001. A Campignano, dove già si trova la produzione di parti in plastica e l’assemblaggio, viene costruita la palazzina uffici, dove si trasferisce la direzione tecnica, affiancata dalla funzione di ricerca e svi- luppo: l’ultimo ampliamento nel 1998 sarà l’inaugurazione della «sala Pineta», show room dei prodotti e sala convegni. A Parre restano, come tuttora, le officine meccaniche, la direzione generale, la direzione amministrativa e la direzione commerciale. Tra il 1993 e il 1999, con il ritmo praticamente di una all’anno, vengono costituite una serie di joint-venture commerciali: la Scameast a Dolny Kubin, in Slovacchia, la Hes-Scame a Badalona, in Spagna, la Sobem Scame a Digione, in Francia, la Scame Ar- gentina a Buenos Aires, la Scame Uk a Newcastle in Inghilterra e la Scame Cr a Kolin (Repubblica Ceca). Due di queste aziende sono anche produttive, quella in Gran Bretagna (che realizza solo spine industriali in metallo con il «british standard» che ancora convive con quello «internazionale» già introdotto anche nel Regno Unito) e quello in Slovacchia, che ha invece una produzione più ampia. Tutto questo anche se, sottolinea Scainelli, «per quanto potuto, ho sempre cercato di mantenere la produzione in Italia, anzi direi nella valle, e non solo per avere tutto sempre sotto controllo». Per arricchire la gamma di prodotti, per un catalogo che attualmente copre 7.000 articoli, vengono anche stretti accordi commerciali con i produttori (Harting per i connettori industriali e Vlm per i portalampade) e viene preso il controllo in due società savonesi: Wado (sistemi di canalizzazione) ed Elettroplast (componenti per impianto elettrico uso domestico). Ma ci sono anche delle diversificazioni intorno al gruppo, con l’acquisto di quote in due aziende milanesi, spostate in valle: la Poly Pool Spa (confezione e distribuzione materiale elettrico) a Parre, negli anni Ottanta, e la Ardes (piccoli elettrodomestici, dal «paiolo elettrico» alle pantofole riscaldate «scalducce») a Ponte Nossa, rilevata nel A sinistra il reparto torneria negli anni Settanta. In alto il vecchio marchio della Scame. In basso il simbolo attuale 1993 e trasferita a Ponte Nossa (60 dipendenti e 13 milioni di fatturato). A queste si aggiunge, nel 1998 ,la costituzione a Parre della Partec, polo di alta tecnologia che opera nel campo della prototipazione rapida, rivoluzionando tempi, modalità e costi nel campo della progettazione e costruzione stampi (7 dipendenti, un fatturato di 1,5 milioni). L’ultima sfida è il nuovo polo spedizione e logistica da 14mila metri quadrati aperto l’anno scorso agli Spiazzi di Ponte Nossa, completamente automatizzato con l’impianto di «picking», pensato per migliorare il livello di servizio e ridurre i tempi di consegna degli ordini. Grazie al nuovo polo sono stati anche riorganizzati gli spazi: prima venivano utilizzati locali in affitto, adesso i magazzini per la materie prime sono stati portati a fianco degli impianti. Degli ultimi mesi, infine, sono i progetti di sviluppo verso l’Est Europa con la costituzione attraverso la slovacca Scame Sk Sro (il nuovo nome appena assunto dalla Scameast) della nuova società commerciale, Scame Polska, a Zawierce, in Polonia. Stefano Ravaschio Anno record per gli investimenti saliti al 34% del fatturato, anche per la realizzazione del polo logistico di Ponte Nossa. Per il 2004 obiettivo 60 milioni di ricavi Il presidente Scainelli: «Puntiamo all’estero, Cina inclusa» Nonostante la congiuntura non felice per il comparto elettrico, il gruppo Scame Parre continua a aumentare le vendite. Il 2003 si dovrebbe chiudere per la capogruppo con un aumento del 4% del fatturato, a circa 41 milioni (dai 39,4 milioni, stabili rispetto al 2001, del 2002) e a 55 milioni di consolidato (dai 51,4 milioni del 2002). Ambizioso il budget 2004, che punta ad arrivare a 45 milioni per la capogruppo e ad avvicinare i 60 milioni di consolidato. «L’importante - commenta Stefano Scainelli, responsabile organizzazione e sistemi - è che questa ripresa sempre annunciata arrivi finalmente». Per lo sviluppo si punta soprattutto sull’estero, che attualmente rappresenta circa il 20% del fatturato (60% Europa e 40% resto del mondo) anche con alcuni «progetti d’area», per affrontare questioni specifiche. «In Argentina dobbiamo fronteggiare due problemi: il calo della valuta locale, arrivato fino al 75%, anche se ultimamente il cambio si sta stabilizzando su livelli un po’ migliori, e i dazi all’entrata che per i nostri prodotti arrivano al 30% - spiega Scainelli -. Nel 2004 pensiamo di avviare sul posto attività di assemblaggio per qualche prodotto destinata ai Paesi del Mercosur». Sempre in Sudamerica è stata invece sciolta nei mesi scorsi la joint-venture realizzata a Caxias do Sul (Scame Cemar Ltda): abbandonata l’idea di avviare attività di produzione, il progetto si è trasformato in un accordo di partnership con un operatore locale per la sola commercializzazione, senza costituire altre società. In Europa, accanto all’apertura già realizzata di una società commerciale in Polonia che, precisa il presidente Giovanni Scainelli «dovrebbe rappresentare la base per una successiva espansione nelle ex repubbliche so- Giovanni Scainelli vietiche, in particolare l’Ucraina», quest’anno la Scame punta sullo sviluppo del mercato tedesco, dove attualmente non è presente, anche se non con una nuova società, ma con la costituzione di una rete di vendita che si occupi della gestione della parte logistica e del contatto diretto con il cliente finale. «Pensiamo di rivolgerci soprattutto ai grossisti e agli Oem (clienti che utilizzano gli articoli all’interno delle loro produzioni NdR)» - aggiunge Scainelli. E un progetto analogo a quello per la Germania c’è per gli Stati Uniti dove c’è da superare il problema di uno standard differente da quello europeo e dove è stato appena sciolto un precedente accordo con un produttore locale. In Asia sono in corso progetti per studiare il mercato: a dimostrazione dell’interesse per l’area a Singapore la Scame è passata da un distributore a un agente, Per quanto riguarda la Cina, l’obiettivo «è attaccare piuttosto che puntare sulla difensiva». «La Cina fa paura - ammette Giovanni Scainelli -. Non è come il Giappone di cui tutti parlavano vent’anni fa. Come processo produttivo noi non siamo secondi a nessuno, dato che fin dall’inizio abbiamo cercato di fare una automazione spinta del processo, almeno come quella dei giapponesi, Ma i cinesi fanno paura perché non hanno le normative, i vincoli ambientali o contrattuali che ci sono da noi. Inoltre per certe produzioni a bassi volumi e molto particolari non è possibile automatizzare: e i cinesi, che hanno un costo della manodopera bassissimo, qui sono dif- Nel 2004 dovrebbe essere avviata un’attività di assemblaggio in Argentina. In programma una nuova rete di vendita per la Germania e per gli Stati Uniti ficili da battere, anche perché copiano tutto quello che facciamo. Usano anche i depliant italiani come se fossero i loro. In più come se non bastasse, possono fare anche prezzi più bassi dei loro già bassi costi di produzione, perché hanno incentivi all’export...». La crescita della concorrenza e la rivalutazione dell’euro, peraltro, ha portato ad una compressione dei margini sui prezzi che avrà impatto sulla redditività. Non si ripeterà quindi l’exploit del 2002, quando l’utile netto del gruppo è quasi raddoppiato, da 1,4 a 2,7 milioni, portando ad una crescita del 10% a quasi 20 milioni del patrimonio netto, dove si nota anche un aumento del capitale da 3 a 5 milioni, con l’utilizzo delle riserve. Inoltre c’è stata una forte spinta sugli investimenti, anche per approfittare della legge Tremonti sulla detassazione degli utili reinvestiti. «Gli investimenti, che normalmente nella media degli anni precedenti si aggiravano sul 10% del fatturato, sono stati pari al 34%: 13,7 milioni, per metà legati alla realizzazione del polo logistico di Ponte Nossa - spiega il direttore amministrativo Agostino Piccinali - Ovviamente questa concentrazione comporterà un rallentamento negli anni successivi». «Per noi comunque quella degli investimenti è una regola - precisa Scainelli -. Crediamo che siano indispensabili ed abbiamo da sempre reinvestito nell’azienda: quello che si è guadagnato è stato in pratica tutto destinato allo sviluppo della Scame». LO SCHEMA DEL GRUPPO PARFIN Spa 100% 100% 50% 50% SCAME PARRE SPA Parre 50% 50% 52% 52% 50% 50% 55% 55% Poly pool Spa Parre Wado Srl Vado Ligure (Savona) Elettroplast Srl Cairo Montenotte (Savona) 15% 15% 19,5% 19,5% 47% 47% 50% 50% 50% 50% Hes Scame Srl Badalona (Spagna) Scame Uk Ltd Ashington (Regno Unito) Sobem Scame Sarl Digione (Francia) Scame Argentina Buenos Aires (Argentina) 85% 85% Scame Sk Sro Dolny-Kubin (Slovacchia) 100% 100% Ardes Srl Ponte Nossa Scame Polska Sro Zawierce (Polonia) 100% 100% Partec Srl Parre Scame Cr Srl Praga (Rep. Ceca) S. R. Il direttore marketing del futuro parco scientifico tecnologico al meeting delle regioni industriali d’Europa: non ci sarà contrasto e competizione «Kilometro rosso lavorerà con Servitec per creare innovazione» Fino al 15 dicembre le richieste di contributo per ristrutturare e impiantare nuovi vigneti Si possono presentare fino al 15 dicembre prossimo le domande per accedere ai contributi regionali per la ristrutturazione e l’impianto di nuovi vigneti. Posso richiedere i finanziamenti i viticoltori lombardi produttori di vini Doc, Docg e Igt. L’Assessorato all’Agricoltura, caccia e pesca della Provincia di Bergamo ha comunicato che dal 2001 hanno beneficiato dei contributi 66 produttori bergamaschi, per una superficie viticola interessata dagli interventi di 61 ettari complessivi. Quest’anno il contributo previsto è pari a circa settemila euro a ettaro per una cifra massima ammissibile a finanziamento di ventimila euro a ettaro. «Il settore vitivinicolo costituisce una voce di fondamentale importanza all’interno del comparto primario bergamasco sia dal punto di vista del patrimonio culturale sia sotto il profilo economico - ha commenta- to l’assessore provinciale all’Agricoltura Luigi Pisoni -. I vini a denominazione certificata rappresentano il fiore all’occhiello del panorama delle produzioni tipiche di qualità, nonché una fonte di reddito per i nostri imprenditori agricoli che è doveroso valorizzare e incentivare». La modulistica necessaria alla presentazione della domanda può essere scaricata direttamente dal sito internet: www.agricoltura.regione.lombardia.it-ortofrutta, vino e olio d’oliva-piano regionale di ristrutturazione e riconversione vigneti. «Le normative comunitarie sono il punto di riferimento essenziale per lo sviluppo integrato del settore primario - conclude Pisoni. Da tempo l’assessorato si è attivato affinché i servizi preposti all’acquisizione e all’erogazione dei fondi siano potenziati al massimo grado». Il Parco scientifico della Provincia di Bergamo, gestito da Servitec, e il «Kilometro rosso», che sorgerà lungo l’autostrada A4, tra Stezzano e Bergamo, non saranno in contrasto e in competizione. Lo ha affermato Leonardo Marabini, che da settembre è direttore pianificazione, sviluppo e marketing per il futuro parco scientifico tecnologico Kilometro rosso. Marabini è stato ospite ieri al meeting Ire (Industrial regions of Europe), svoltosi nella sala conferenze della Servitec, la società pubblica che gestisce il Point di Dalmine. Nell’incontro si sono confrontati i rappresentanti delle provincie di Bergamo, Brescia, Cremona e Man- tova (che costituiscono il distretto industriale europeo «Lombardia Est») e i rappresentanti europei di altri distretti, agenzie di innovazione o parchi scientifici, tutti molto incuriositi dal progetto del Kilometro rosso, presentato dopo una relazione sulle attività di Servitec svolta dall’ingegner Giancarlo Merisio. «Il fatto stesso che io sia qui – ha detto Marabini – significa che con Servitec andremo sicuramente alla ricerca del dialogo e della messa in rete di conoscenze: i due parchi bergamaschi, uno pubblico e l’altro privato, lavoreranno insieme per sconfiggere una certa cultura imprenditoriale che va superata. Il medio e pic- colo imprenditore è ancora convinto che le sue conoscenze vadano isolate. Ciò che dobbiamo creare è invece una nuova cultura che faccia capire l’importanza di una conoscenza di rete sempre più ampia». Giancarlo Leoni, dirigente della provincia di Mantova e responsabile del progetto Ritts (sigla inglese di Strategie per il trasferimento tecnologico e l’innovazione regionale) per la Lombardia Est ha affermato: «Se nascessero molti altri Kilometri rossi sarebbe finito il nostro lavoro pubblico di integrazione di conoscenze tra i diversi parchi scientifici europei. In realtà è emblematico che sia un colosso privato come Brembo ad aver sentito l’esigenza di unirsi ad altre società innovative in un unico parco scientifico, volgendo lo sguardo allo stesso obiettivo che la creazione di distretti industriali dell’Ue si pone». Il vice presidente della Provincia di Bergamo Bonaventura Grumelli Pedrocca ha ricordato che l’area del futuro Kilometro rosso era stata acquistata dalla Hewlett Packard proprio con l’obiettivo di realizzare ricerca ed innovazione: «È significativo – ha affermato - che proprio la partecipazione di Brembo, leader mondiale, porti a riscoprire quell’idea di ricerca della quale Bergamo non può che essere orgogliosa». Armando Di Landro