Presenta uno o due brani di musica classica che ti hanno stupito e

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Presenta uno o due brani di musica classica che ti hanno stupito e
Presenta uno o due brani di musica classica che ti hanno stupito e coinvolto,
facendoti scoprire un mondo musicale nuovo che ora suscita il tuo interesse.
Mi sono avvicinata ad ascoltare dei brani di musica classica con un po’ di scetticismo,
perché pensavo che mi avrebbero annoiato ed invece sono rimasta piacevolmente
stupita, soprattutto da “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi e “Dal nuovo mondo” di
Dvorak.
Ho iniziato ad ascoltare il concerto di Vivaldi “La primavera” perché è una melodia che
già conoscevo e che mi dà gioia e allegria ogni volta che la sento. In questo brano sono
descritti tre aspetti della stagione: il canto degli uccelli, il riposo del pastore con il suo
cane e la danza finale. “La primavera” è un concerto dove il violino fa da protagonista e
il suo suono mi fa sognare: sembra di essere veramente in mezzo ad un prato fiorito
attorniata dal canto degli uccellini.
Alla primavera seguono tre tempi dell’estate. Già dalle prime note si percepisce la
forza, il calore che questa stagione emana dal caldo opprimente fino ad arrivare ai
tuoni e ai violenti temporali estivi.
C’è poi l’autunno, nei suoi classici tre movimenti; pensavo fosse una musica triste e
cupa, invece è una musica che mi ha fatto davvero immaginare l’allegria della
vendemmia, l’incontro dei vendemmiatori al lavoro e la preparazione per la caccia.
La melodia fa pensare ai colori stupendi della stagione dal giallo al rosso e mi comunica
un senso di pace e la voglia di stare in compagnia in famiglia e con gli amici.
Il concerto si conclude con l’inverno che nel secondo movimento, che rappresenta la
caduta della pioggia sul terreno ghiacciato, mi ha ricordato la bellezza di una
camminata in mezzo alla neve e al vento o del riposo davanti a un camino
scoppiettante.
Il secondo brano mi è stato consigliato da mio papà ed è il concerto “Dal nuovo mondo”
di Dvorak.
Questa musica evoca i paesaggi, i tramonti, la gente del nuovo mondo cioè degli indiani
d’America. L’ascolto di queste melodie mi porta col pensiero in mezzo ai pellerossa
prima che l’uomo bianco arrivasse a conquistarli e opprimerli, sembra di essere in
mezzo ad una natura incontaminata: dai canyon, alle foreste, ai fiumi, con gli orsi, gli
alci e i bisonti.
Oggi siamo bombardati da musiche commerciali che spesso ci riempiono le orecchie,
ma non suscitano sentimenti. Ascoltiamo musiche in lingua straniera di cui non
conosciamo le parole e tanto meno il significato. Credo che dedicarsi alla musica
classica non significhi rinunciare alle nostre passioni musicali, ma ci aiuti a capire il
linguaggio universale della musica che ha sempre accompagnato l’uomo, le sue gioie, il
suo lavoro, la sua tristezza.