Effetti sanitari delle onde radio e tutela della salute pubblica: dalle

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Effetti sanitari delle onde radio e tutela della salute pubblica: dalle
Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
Audizione del 29 aprile 2015 sul tema “Telefonia mobile”
Effetti sanitari delle onde radio e tutela
della salute pubblica:
dalle evidenze scientifiche alle
misure di prevenzione e precauzione
Alessandro Polichetti
Dipartimento di Tecnologie e Salute
Istituto Superiore di Sanità, Roma
[email protected]
Le onde radio sono campi elettromagnetici che si
propagano nello spazio, oscillando a frequenze utilizzabili
ai fini di trasmissioni radiotelevisive e per le
telecomunicazioni (radiofrequenze, RF), principalmente
comprese nell’intervallo 30 kHz - 300 GHz.
La possibilità di effetti negativi sulla salute connessi alle
esposizioni alle onde radio è studiata da decenni, anche
in ragione dello sviluppo di nuove tecnologie, quale la
telefonia cellulare.
Gli unici effetti sanitari accertati delle onde radio
sono gli effetti a breve termine, detti effetti termici
in quanto connessi alla conversione in calore
dell’energia elettromagnetica assorbita dal corpo e ai
conseguenti aumenti della temperatura corporea.
Si tratta di effetti a soglia, possibili solo per
esposizioni molto elevate, che è possibile prevenire
rispettando le normative di protezione internazionali
(linee guida ICNIRP, raccomandazione europea
1999/519/CE per la protezione della popolazione
generale, direttiva europea 2013/35/UE per la
protezione dei lavoratori).
Per esempio, nel caso dei telefoni cellulari, gli effetti
a breve termine, connessi a riscaldamenti eccessivi dei
tessuti della testa, sono prevenibili rispettando il
limite di SAR pari a 2 W/kg.
Il dibattito scientifico attuale è incentrato sulla
questione se esposizioni prolungate a livelli non termici
di onde radio possano provocare nell’uomo patologie di
varia natura, sia tumorali che non tumorali, o
comunque influenzarne lo stato di benessere.
Per rispondere a tale domanda, la ricerca scientifica
segue tre filoni principali:
studi sperimentali in vitro su campioni biologici esposti
in laboratorio;
studi sperimentali
laboratorio;
in
vivo
su
animali
esposti
studi osservazionali (epidemiologici) nell’uomo.
in
La valutazione delle evidenze scientifiche sui rischi
per la salute dei campi elettromagnetici richiede
competenze multidisciplinari, per questo sono state
formate nel corso del tempo varie commissioni di
esperti che hanno prodotto rassegne delle evidenze.
“Centinaia di studi pubblicati hanno ricercato
effetti su cellule, o loro componenti, esposte
a campi a RF. Nessuno ha fornito una
robusta evidenza di un effetto. Inoltre,
quando gli effetti riportati sono stati
investigati in repliche indipendenti, gli effetti
non sono stato trovati. L’evidenza per un
effetto genotossico diretto o indiretto non è
convincente, così come la possibilità di
effetti sinergici con cancerogeni noti.”
“Un considerevole numero di studi
in vivo ben condotti utilizzando
un’ampia varietà di modelli animali
hanno fornito risultati in massima
parte negativi.
La valutazione della IARC è basata essenzialmente sui
risultati di studi epidemiologici sugli utilizzatori di
telefoni cellulari che forniscono una evidenza limitata di
cancerogenicità nell’uomo.
La classificazione della IARC (voll.1-112)
1
L’agente è cancerogeno per l’uomo (116)
2A L’agente è probabilmente cancerogeno per l’uomo (73)
2B L’agente è possibilmente cancerogeno per l’uomo (287)
3
L’agente non è classificabile in relazione alla sua
cancerogenicità nell’uomo (503)
4
L’agente è probabilmente non cancerogeno per l’uomo
(1)
Alcuni agenti classificati
dalla IARC
Classificazione
Cancerogeni
Usualmente basata su una forte
evidenza di cancerogenicità
nell’uomo (evidenza sufficiente).
Esempi di agenti
Inquinamento dell’aria, Asbesto,
Bevande alcoliche, Benzene, Radon,
Tabacco, Radiazioni ionizzanti,
Radiazioni UV, Policlorobifenili
(PCB).
Probabilmente cancerogeni
Acrilammide,
Usualmente basata su una forte Polibromobifenili (PBB),
evidenza di cancerogenicità negli Steroidi anabolizzanti.
animali (evidenza sufficiente).
Possibilmente cancerogeni
Usualmente basata su una
evidenza nell’uomo considerata
credibile, ma per la quale altre
spiegazioni non possono essere
escluse (evidenza limitata).
Scarichi dei motori a benzina,
Esalazioni di saldature,
Caffé,
Campi magnetici ELF,
Campi elettromagnetici a RF
L’evidenza nell’uomo è stata giudicata limitata per il
rischio di glioma e neurinoma del nervo acustico negli
utilizzatori di telefoni wireless. In questi ultimi
l’evidenza di rischio di altri tumori è stata giudicata
inadeguata.
L’evidenza relativa ad altri tipi di esposizioni
occupazionali ed ambientali è stata giudicata inadeguata.
La valutazione di
essenzialmente sui
un’analisi pooled di
evidenza limitata nell’uomo si basa
risultati dello studio Interphone e di
Hardell e coautori:
interpretazione causale credibile;
non si può escludere che i risultati siano dovuti a
distorsioni dovute alla selezione dei partecipanti o ad
errori nel ricordo dei soggetti intervistati.
Studio Interphone: glioma
Utilizzatori regolari di telefono cellulare vs non
utilizzatori regolari:
OR = 0,81 (IC95%: 0,70 – 0,94)
Possibile distorsione da selezione dei soggetti in
studio (selection bias).
Interphone - risultati
By total number of calls
• glioma
• meningioma
By cumulative call time
1.40 (1.03–1.89)
1.15 (0.81–1.62)
Susanna Lagorio, ISS
Aumento di
riferivano il
(maggiore di
rischio di glioma nel 10%
più alto tempo cumulativo
1640 ore).
dei soggetti che
di conversazione
I casi intervistati appartenenti all’ultimo decile riferivano
durate di utilizzo poco plausibili (più di 5 ore al giorno, in
alcuni casi più di 12 ore al giorno): possibile “recall bias”
(distorsione da ricordo).
Aumento di rischio di glioma negli utilizzatori di telefoni
mobili:
OR = 1,3 (IC95%: 1,1–1,6)
Gli OR aumentavano progressivamente con il tempo
trascorso dal primo utilizzo, e all’aumentare del tempo
cumulativo di esposizione
1-1000 ore: OR = 1,2 (IC95%: 1,03–1,5)
1001-2000 ore: OR = 1,8 (IC95%: 1,2 –2,8)
> 2000 ore: OR = 3,2 (IC95%: 2,0–5,1)
Uso a lungo termine di telefoni cellulari e rischio di glioma
P per omogeneità = 0.001; senza Hardell (2006) P=0.251
“Anche se sottigliezze metodologiche potrebbero
spiegare la differenza tra gli studi di Hardell e gli altri
studi in letteratura, senza maggiori informazioni non
possiamo sapere se escludere gli studi di Hardell o
escludere gli altri studi e mantenere quelli di Hardell.”
Opinione di minoranza
Secondo alcuni membri del Gruppo di Lavoro della IARC
l’evidenza epidemiologica era inadeguata perché:
lo studio Interphone e lo studio di Hardell non davano
risultati coerenti;
nello studio Interphone
esposizione-risposta;
era
assente
una
relazione
uno studio di coorte danese non mostrava eccessi di
incidenza di glioma o neurinoma;
gli andamenti temporali dei tassi di incidenza del glioma
non sono correlati agli andamenti temporali dell’utilizzo
dei telefoni cellulari.
Se questa opinione fosse stata maggioritaria all’interno
del Gruppo di Lavoro, i campi elettromagnetici a
radiofrequenza
sarebbero
stati
presumibilmente
assegnati al gruppo 3 dei “non classificabili in relazione
alla loro cancerogenicità per l’uomo”.
“Un gruppo di lavoro presso la IARC […] ha
classificato l’evidenza epidemiologica per il glioma
e il neurinoma acustico come limitata e perciò ha
valutato i campi RF come un possibile cancerogeno
per l’uomo.
Sulla base degli studi pubblicati successivamente
(aggiornamento dello studio di coorte danese,
ulteriori studi caso-controllo su telefoni mobili e
tumori cerebrali nei bambini e negli adolescenti,
le analisi di consistenza dei tassi di incidenza dei
tumori cerebrali utilizzando dati dei paesi nordici
e degli USA), l’evidenza per il glioma è diventata
più debole.”
A seguito della classificazione IARC dei campi
elettromagnetici a RF, l’Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS), di cui la IARC fa parte, si è espressa in
favore di ulteriori ricerche giustificate dal crescente
utilizzo dei telefoni cellulari e dalla carenza di dati
relativi a durate d’uso superiori ai 15 anni.
L’OMS non ha invece suggerito revisioni degli attuali
standard di protezione fissati a livello internazionale
(finalizzati alla prevenzione degli effetti noti, di natura
termica, dei campi elettromagnetici a radiofrequenza), né
ha suggerito di adottare misure precauzionali di
limitazione delle esposizioni connesse all’utilizzo di
telefoni cellulari.
L’adozione di una politica cautelativa di riduzione delle
esposizioni è resa complessa dal fatto:
• non siamo a conoscenza di soglie per gli effetti a lungo
termine;
• non siamo in grado di associare il rischio a determinati
livelli di esposizione;
• non conosciamo quale sia l’aspetto dell’esposizione più
rilevante per l’effetto sanitario.
Tutto ciò non permette di valutare i benefici sanitari
derivanti da determinate misure di riduzione delle
esposizioni.
Il valore di 6 V/m non ha una base scientifica in quanto
non deriva da nessuna soglia identificata di effetto, o da
considerazioni di accettabilità del rischio per effetti
senza soglia, non essendo state identificate né soglie per
gli effetti a lungo termine, né relazioni esposizionerisposta.
Tale valore numerico è stato scelto sulla base di
considerazioni tecniche (in particolare la garanzia della
qualità dei servizi), politiche e sociali, in applicazione del
principio di precauzione.
Un suo eventuale superamento non implica l’esistenza di un
rischio per la salute, così come, d’altra parte, il suo
rispetto non garantisce l’assoluta assenza di un rischio,
per quanto ipotetico.
Adeguamento ai limiti della
raccomandazione europea fissati
per la protezione dai soli
effetti accertati?
Nel documento non viene fatto
alcun riferimento ai rischi per la
salute delle esposizioni alle onde
radio.
Semplici accorgimenti per la riduzione delle esposizioni
possono essere consigliati per limitare le esposizioni ai
campi elettromagnetici a radiofrequenza emessi dai
telefoni cellulari, purché venga correttamente comunicato
alla popolazione che si tratta di semplici inviti alla
prudenza ai quali non è detto che corrisponda un
beneficio sanitario consistente in una riduzione dei
potenziali rischi per la salute.
Una corretta informazione per la popolazione circa il
carattere prudenziale di tali consigli è quanto mai
necessaria affinché i consigli precauzionali stessi,
finalizzati in primo luogo a tutelare la salute pubblica
anche nei confronti di rischi non accertati, non producano
a loro volta effetti indesiderati.
Effetti
indesiderati
dei
consigli
prudenziali
non
accompagnati da una corretta informazione possono
consistere in un allarme ingiustificato che può minare il
benessere psicologico delle persone (possibile causa della
cosiddetta ipersensibilità ai campi elettromagnetici?).
Questo allarme potrebbe estendersi nei confronti di altre
sorgenti di campi elettromagnetici a radiofrequenza sulle
quali il singolo individuo non è in grado di adottare
analoghe misure precauzionali, anche quando tali sorgenti
diano luogo ad esposizioni molto inferiori a quelle
generate dai telefoni cellulari, sia per motivi intrinseci
(come nel caso delle reti Wi-Fi, o delle antenne fisse
per telefonia cellulare), sia perché regolate dalla
normativa nazionale ispirata al principio di precauzione.
Alcuni individui lamentano una serie di sintomi non
specifici, attribuiti da essi stessi all’esposizione ai campi.
I sintomi possono essere dermatologici (arrossamento,
prurito, sensazione di bruciore), nevrotici e vegetativi
(affaticamento, stanchezza, difficoltà di concentrazione,
senso di instabilità e barcollamento, nausea, palpitazione
cardiaca e disturbi della digestione).
I sintomi lamentati sono certamente reali e possono
variare molto nella loro gravità.
Non esiste una base scientifica per associare i sintomi
all’esposizione ai campi (studi di provocazione in
condizioni controllate di laboratorio nel complesso
negativi).
Alcuni studi indicano che i sintomi possono derivare da
fattori ambientali non correlati ai campi.
Esistono anche indicazioni che i sintomi possano essere
dovuti a condizioni psichiatriche pre-esistenti o a
reazioni di stress derivanti dalla preoccupazione circa
gli effetti dei campi elettromagnetici.
Tuttavia, qualunque ne sia la causa, l’ipersensibilità
elettromagnetica può rappresentare un problema
disabilitante per i soggetti che ne soffrono, e richiede
un trattamento medico.
Un altro effetto indesiderato di una non corretta
informazione potrebbe consistere in un’errata valutazione
delle priorità per il singolo soggetto nell’adozione di
comportamenti per la tutela della salute sua o degli
appartenenti alla sua famiglia da rischi di varia natura.
Di fronte ai numerosi rischi, certi ed incerti, che
inevitabilmente fanno parte della sua vita, il singolo
potrebbe prendere in maggiore considerazione quelli per i
quali riceve i messaggi più allarmanti che, in assenza di
una corretta informazione, possono venire a coincidere
con quelli più allarmistici, indipendentemente dalle
incertezze relative alla reale esistenza di un rischio ed al
suo possibile impatto sanitario.
Grazie per l’attenzione!