di Bily Elliot nel musica[ made in Italy
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di Bily Elliot nel musica[ made in Italy
(ITA) Avvenire (ITA) Paese: Paese: it Tipo media: media: Quotidiano Nazionale Pagina: 28 Pagina: Autore: MICHELE Autore: SCIANCALEPORE Readership: Readership: 328000 Diffusione: Diffusione: 92440 13 Maggio 2015 13 Teatro. Il S1ltO di Bily Elliot nel musica[ made in Italy MICHELE SCIANCALEPORE immagine del ragazzino che salta con le braccia aperte,le gambe piegate e la gioia che sprizza da tutti i pori, è tornata d'attualità in questi giorni nella Capitale grazie al debutto al teatro Sistina dell'attesissima versione italiana di Bitly Elliot, il iviusical, la prima al mondo non inglese,come sottolinea chi l'ha firmata e prodotta, Massimo Romeo Piparo. Ma torna d'attualità anche una domanda insieme all'icona del giovane aspirante ballerino dal padre incompreso, dal fratello maggiore schernito, orfano di madre e con una nonna un po "svalvolata" da accudire, che scopre nella danza, grazie a una maestra tanto perspicace quanto frustrata, il proprio talento e l'unica possibilità di spiccare il volo per librarsi sopra le miserie e le durezze di un contesto sociale in lotta acerrima per la difesa del lavoro (siamo precisamente nel 1984 nel Nord Est dell'inghilterra, terra di minatori in sciopero contro la chiusura delle miniere voluta dall'allora primo ministro Margaret Thatcher). Ma qual è il quesito che si impone nella mente unitamente alla foto del Billy Elliot di casa nostra? E la più classica e prevedibile delle domande che ci si pone quando si trasferisce un "boom" cinematografico dal grande schermo (il film uscì nel 2000 con la regia di Stephen IDaldry e fece incetta di nomination) alle assi del palcoscenico: sarà un successo anche in teatro? I posteri d'oltremanica l'ardua sentenza la emisero già nel maggio del 2005 tributando standing ovation alla versione teatrale musicata da Elton John al Victoria Palace di Londra. Quelli d'oltreoceario fecero altrettanto nel 2008 a Broadway. Per i posteri del Belpaese c'è ovviamente tempo per esprimersi, per chi scrive è già ora invece di sbilanciarsi con un verdetto tutto luci e ombre.Le luci: non di certo quelle di scena, spesso approssimative. Illumi nante invece l'idea di giocare con proiezioni, specchi e alter ego in carne e ossa per evocare i desideri e le ambiziol1i artistiche del piccolo Elliot, il l4enne Alessandro Frola, un'étoile in miniatura (sceltofra 1.200 aspiranti Billy), ma già maturo e a suo agio come danzatore, un po'a disagio e più acerbo invece come interprete. Apprezzabile anche la traduzione italiaria delle canzoni e l'orchestra curi la sua esecuzione musicale rigorosamente dal vivo, con l'unica pecca di essere a tratti soverchiante.Precise le coreografie,soprattutto coinvolgenti nei momeriti di "tap dance". Le ombre: l'impostazione un po' fumettistica di tutta la messinscena al punto che gli spaccati dolorosi scaturiti dalle tensioni familiari e sociali, infarciti di eccessive imprecniziuni, creano uno stridente contrasto e risultano credibili come lo può essere Amleto in una commedia gnldnniana. La recitazione di conseguenza risente di questo stridore e alterna toni caricaturali a stereotipi drammatici. Altra ombra ambigua: il rapporto fra Billy e il suo amico Michael. Nel film il turbamento omosessuale di quest'ultimo viene trattato con molta delicatezza; il regista Piparo scegliela strada facile della leggerezza e, tra un ballo en tra vesti e un altro, tutto si tinge di gaiezza. Forse più che ombre snno zavorre che appesantiscono il volo del Billy Elliot di italica fattura. viene affrontato con leggerezza ii SPETTACOLO. AIeandr Frol è Bili, Ellit nl 7 di Pipro Un esperimento riuscito a metà quello di Piparo, ben diverso dai tributi americani e londinesi Bravo Frola, étoile in miniatura, mentre I turbamento omosessuale di Michael, così delicato nel film, Page 1Il// Sistina 1 This article is intended for personal and internal information only. prohibited. only. Reproduction or distribution is prohibited.