Gregario e Campione - Veteran car club carducci

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Gregario e Campione - Veteran car club carducci
RONDO’
CARDUCCI
……..millenovecento…….…...….a cura di Fulvio Negrini
Veteran Car Club Carducci
CRONACA DI UNA GARA QUALSIASI ……………………………
Ore 9 - La piazza del paese è invasa dalle auto.
La gente passa senza molta attenzione; ogni anno in questo periodo ci sono le macchine d’epoca. Poi macchine d’epoca…… A112 e Mini Cooper. Certo d’epoca sono ma anche “troppo ideali” per le gare. Vuoi mettere “usare” una macchina anni ’50: la Millecento, l’Appia, la 600, la Giulietta o qualche pezzo raro come
Osca, Ferrari, Maserati…...vuoi mettere….. Aprilia, Balilla, Topolino…..e via di seguito…….vuoi mettere……..
Dentro alla piazza però.…loro…..quelli con le macchine d’epoca, sono indaffarati ad incollare il numero sulla
porta. Già da li si vede la mano. Chi “attacca” senza tante storie, una pulitina e “giù il bollo”, poi chissà perché ora si chiama bollo…….prima era il numero….. e chi invece si ingegna con contorsionismi vari usando il
nastro adesivo, quello di carta che non rovina la carrozzeria……..
Poi è il colore che abbaglia. Giacche a vento, magliette, smanicati, cappellini pieni di scritte, di marchi, di loghi, con i www.sitointernet.it che spiccano a destra e a manca. Una volta correvano in giacca e cravatta
e……. correvano la Mille Miglia, il Giro di Sicilia, la Coppa d’Oro delle Dolomiti; tanti i chilometri, una valanga
di chilometri. Oggi i signori del volante “storgono” il naso dopo 100 chilometri. Prima galoppavano a medie
impossibili rischiando ad ogni curva, su ogni buca; oggi siamo alla tragedia se il solito ciclista che non sta a
casa sua la domenica mattina, “disturba il passaggio” dei novelli Nuvolari. Il trattore poi…dagli all’eretico,
all’ignobile, l’ingordo che deve proprio lavorare anche nel giorno che Nostro Signore ha dedicato al riposo……...
Ore 9,30 – Primo movimento
Come richiamati da un ultrasuono invisibile tutti si “buttano” verso l’arco di partenza, questi comodi “palloni”
gonfiati pieni anch’essi di scritte e di colori che se viene il vento…patatrac…..cascano come birilli. Tutti ad-
dosso uno all’altro: è stato esposto l’orario di partenza. E lì il campione, spinge, guarda e se ne va verso la
sua macchina con fare serioso, attento e concentrato. Ora si entra nella corsa.
Il gregario ci mette 10 minuti buoni per capire i numeri, comincia a fare calcoli inutili. Poi smanetta suI cronometro, quelli piccoli di una volta. Basta non cadere nell’occhio dei “driver”, quelli classificati, che ti guarderebbero con fare superiore, di compatimento. Ma qui il gregario si gonfia come per dire: “tu sei bravo ma hai
anche il computer. Io, guarda, come una volta…..vorrei sapere la tua classificai tra un’ora con “questo”.….
Ore 9,40 – Secondo movimento
Nuovo ondeggiare della folla multicolore. Silenzio. Tutti penna e radar tra le mani, aspettano il “parlare” del
Direttore di Gara. Il campione ascolta attento pronto a cogliere con professionalità eventuali correzioni.
L’altro, il gregario, arriva sempre tardi, trafelato e rumoroso. Cavolo, lui stava guardando quella macchina
laggiù. Che ha detto?…c’è un errore, dove?…..ah qui…..grazie…ma che pagina ha detto?……..va beh seguiamo quello davanti a noi…..
Ore 9,50 – Terzo movimento
Si accendono i motori. I campioni sono davanti a tutti, saranno i primi a partire. Sono già dentro la macchina,
ma…..non ti avvicinare adesso per parlare, per salutare. No. Sono già “in punta” sul primo tubo posto a 50
metri dopo il via. “Tutto a posto? Pronto? Tranquillo? Sei a posto con la posizione? Bene, dobbiamo fare una
bella gara…dai…dai”….. Intanto con il piede destro scalda leggermente il motore, fa il conto della distanza,
prova il freno con il piede sinistro. Stiracchia le dita come se dovesse fare un operazione chirurgica. Si muove a scatti, la tensione sale mentre parte il primo, il secondo, il terzo….. ora tocca a noi.
Il gregario è in macchina, ride, saluta gli amici, parla, scherza e……. pigia…..diavolo se pigia
l’acceleratore….neppure alla partenza dell’ultimo Gran Premio di F1 pestano così. Stringe il volante, prova lo
sterzo, i freni e….dai “co’ sto piede”. Si agita, vuole muoversi, passare. Guai se poi quello che gli parte dietro
per qualche strano motivo, cerca di superarlo. Parte uno sguardo truce da Attila incazzato come per dire: “ti
do fuoco. Dove cavolo vai se stai dietro di me?” Allora si sente come il campione e pensa: “questo è un pivello”. Intanto la tensione è alle stelle. Non vede l’ora di partire. Che “cacchio” hanno messo quel tubo così
vicino. Non può neppure mettere la seconda……
Ore 10,05 – Vai
Cinque..quattro…tre…due….uno…..via. Gli occhi sono fissi sul tubo che si avvicina. E’ l’inizio, si è freddi.
Freddi come uno pollo arrosto dopo che dalle 7,30 alle 8,30 si sono già fatti un centinaio di “passaggi” sul
tubo nel piccolo piazzale vicino alla partenza. Erano tutti lì i bravi a contendersi quel pezzo di asfalto. Arriva…arriva….il tubo….”tac”, la sdoppiata è fatta. Prima cosa gli occhi dei due vanno sul cronometro (computer) di bordo. La paura che non sia partito o che qualche cosa non è andato per il verso giusto. Poi tutto ok.
Allora come d’incanto ci si rilassa, ci si guarda negli occhi e silenzio…..la gara, quella vera, è iniziata…..concentrazione…la voce meccanica del navigatore indica la strada……
Il gregario è alla partenza. Quando il cronometrista gli consegna la tabella di marcia bisogna pregare Iddio
che non scatti subito in avanti come un bolide….pigia….pigia…..urla il motore. Il tubo li guarda sorridente
come per dire: ”adesso ti voglio vedere.....vieni….vieni”. Non è ancora al “meno tre” che già parte. Il navigatore è nelle pesti. Il radar sulle ginocchia….. “sta” tabella che non sa dove metterla e quella specie di “coso”
immondo tra le mani, la serie di post-it con scritti i tempi incollati al cruscotto….e il tubo che arriva minaccioso….. troppo veloce…veloce…..ma perché passa come un razzo e…….io schiaccio…..
E lui, il “pilota”, suona il clacson, saluta con la mano, si agita quasi che fosse Valentino Rossi. Meno male
che non riesce ad impennare la macchina. Poi sfreccia come un indiavolato passando sui piedi del vigile del
paese che resta di sasso ma lui, il gregario, lo guarda con fare sprezzante come per dire: “non vedi “urbano”
che sono in gara. Ho i numeri sulle porte. Mica vado in gita io e…..giù il piede……pigia…pigia…..
Ore 10,25 – La gara va
Arriva il secondo tubo e il campione si ferma al giallo. Guarda la distanza e calcola come “entrare”, come
mettere la macchina. Tocca con delicatezza l’acceleratore cercando i giri giusti da tenere costantemente fino
al tubo. Quello in fianco non stacca gli occhi dal cronometro (computer) che scandisce lentamente i secondi
all’indietro. Appoggia la testa e guarda il mirino. Fa le prove per sdoppiare. Si punta bene con i piedi. Da un
respiro profondo e guarda il suo campione. Questi con le cuffie alle orecchie stringe il volante e butta lo
sguardo sulla postazione lì davanti e sul display del cronometro. Ogni cosa, ogni movimento è, studiato, calcolato, ripetitivo. Parte il bip che scandisce gli ultimi secondi. Se volasse una mosca resterebbe lei stessa
terrorizzata dal rumore delle proprie ali. Poi via. Il bip si avvicina allo zero come la macchina al tubo. Un coltello nel burro e…… si passa. Subito la sensazione di aver fatto bene o male si percepisce ad “occhio…..sono solo centesimi di secondo…...
Il gregario arriva ed inchioda al cartello giallo con fragore. A bordo c’è concitazione. Lo sguardo è perso e il
pensiero va a destra e a sinistra mentre il tempo….. corre. Già e quello dietro, il pivello, è lì incollato al paraurti. Poi inizia il valzer dei: “a quanto pensi che devo entrare?” “Ma io entrerei a……quanto manca? Mi dai
tu il via? No è meglio che fai tu….e via di questo passo”. Poi dentro. E’ il burro che viene verso il coltello. Solo che viene troppo prima o troppo dopo”. Va bene passata. Dai schiaccia ancora per farlo ripartire da zero…… sono solo secondi…...
Ore 12,55 – Sosta pranzo
Il campione prima di scendere dalla macchina fa tutti i conti. A “bordo” tot centesimi. Poi cominciano i calcoli
delle differenze. “Se noi in allenamento abbiamo 2 centesimi di errore, vuol dire che siamo abbastanza a posto” E giù numeri su numeri come un cervellone della Nasa. Dalla macchina non si scende. Poi se è andata
bene, il campione esce con quella faccia indecifrabile dicendo: “…ma penso non troppo bene. Ho pagato
troppo…” …e nel frattempo, velatamente chiede agli avversari: “Allora….bene?”. ….e tutti, come tanti cinesi
in fila, fanno la stessa faccia, la stessa espressione. Se invece è andata male, non si parla. Si scende con
quell’aria delusa che ti vedono fino in America. Se poi il navigatore a sbagliato, apriti cielo. Ecco lui…causa
sua, ha sdoppiato prima….il disgraziato. Meno male che al via ti danno solo la tabella di marcia e non una
pistola. Sarebbe fulminato il….. colpevole.
Il gregario arriva come se avesse fatto la Parigi-Dakar. Felice con il fremito della velocità e l’adrenalina nelle
vene. Scende subito dalla macchina e si butta sul buffet come se fossero mesi che non tocca cibo. Saluta
tutti, fa casino, fa le feste. Ciao di qui ciao di là. “Com’è andata? Che prove tremende. Quelle tutte in successione che casino non riuscivamo più a capire i tempi. Però mi sono divertito un mondo.... Quella curva in
contro sterzo. Quella prova….sono arrivato sparato….dentro come un missile…..mi ha fatto sbagliare strada
il mio navigatore….che tirata. Il navigatore è ancora dentro al frullatore di tutte quelle prove. Schiaccia di qui.
Schiaccia di là. Che casotto”….e dai …..panini, pizzette, torta, bicchieri….. “ Ho preso diverse volte quello
davanti. Che ronfa”……..
Ore 15,10 - Fine
Il campione passa l’arrivo, consegna la tabella, ferma la macchina e ricomincia il conteggio completo. Stessa
scena di prima, non cambia una virgola. Unica cosa non si può più recuperare. Bene o male è fatta.
Il gregario arriva come fosse allo sprint della Milano-Sanremo con tutto il gruppo dietro che spinge. Poi si
ferma e ci vuole un poco di tempo per fargli capire che il controllo è soppresso e non deve aspettare il tempo
esatto per passare. Un altro po’ per cercare la tabella di marcia che sembra sparita nel nulla. Gira tutta la roba sul sedile posteriore. Rovescia tutto, butta cose a destra e a manca finché eccola…..la consegna con fierezza. Per lui è il segnale tangibile che è arrivato alla fine. Sembra Ulisse tornato a Itaca dopo anni ed anni
di viaggi. Abbraccia gli amici, si mette in mezzo a loro e racconta “l’avventura” con tutti i contro sterzi, le corse folli, i rischi presi, i tanti secondi fatti ma migliorati dall’ultima volta e cerca negli occhi degli avversari un
segno per capire chi ha sbagliato di più. Tanto poi con questo cronometro….
Ore 16,00 – Classifica
La moltitudine si butta man mano che vengono appese le classifiche. Qui sono tutti uguali. Campioni e gregari con penna e carta cercano di scavalcarsi l’uno con l’altro per vedere i tempi che poi, scritti così in piccolo sono illeggibili ammesso che non ci sbatti contro. Poi arriva il solito “tecnologico” che prende il telefonino e
fotografa. Cosa poi vedrà non si sa ma lui scatta foto ad ogni pagina esposta. Poi arriva la classifica generale ma i campioni sanno già grosso modo com’è andata ma tutti come i tori di Pamplona che corrono agitati
tra la folla, si “buttano” a peso morto cercando di fare più vittime possibili per vedere…… “cosa siamo arrivati”…….
Ore 17 Premiazione
Sorrisi o delusione sono dipinti sul volto dei campioni che ritirano le coppa con i loro maglioni pieni di scritte.
Gli sfottò o le discussioni si sprecano, ma sempre con quell’aria da “circolo del tennis” di alto rango. Un club
esclusivo il cui ingresso è concesso solo in base al risultato della gara.
Il gregario guarda. Sa che non è proprio ultimo ed è contento. Lui ha la scusante del cronometrino a mano,
della voglia di divertirsi, di guidare e di non pensare al centesimi. Frega niente. Lui è partito per il solo piacere di usare la macchina. Però se ci scappa una coppa piccina piccina, diventa un eroe, mette la camicia rossa e si fa chiamare Garibaldi, l’eroe della regolarità. Ed allora diventa incontenibile.Butta all’aria anche il
mondo. Se gli dessero una bottiglia di champagne “spruzzerebbe” l’universo intero. Felicità pura, sana, concreta……..
Ore 17 – Tutti a casa
Sembra l’8 settembre 1943 quando un po’ sbandati ma felici, il campione e il gregario si rimettono sulla strada di casa. Ora sono tutti uguali. La passione a dato sfogo alla giornata, la stanchezza affiora e …..
”dai Girandengo un grande campione…Sante…..il bandito”…….ma sulle auto d’epoca la radio non c’è……
Ogni riferimento è puramente casuale