attualita` 3_01 - Associazione Italia

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attualita` 3_01 - Associazione Italia
Maggio-Giugno 2001 – Aut. Trib. Roma n. 184 del 10-4-89 - Editore Ass. Italia-Australia - Dir. Resp. Alberto Olivero - Pubblicità: Aurex Multicom (Milano): [email protected] - Tel./Fax 02.95360628 - Stampa: Caleidograf (Merate) - Distribuzione gratuita
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Vacanze-Lavoro: una trattativa bloccata
UNA SPIRALE DI INCONGRUENZE
Si attende adesso il risultato dell'esperimento con la Nuova Zelanda
Uno dei migliori schemi di visto di soggiorno che l’Au- alla Questura, poi il permesso di lavoro all’ufficio competenstralia - unilateralmente con moderno pragmatismo e intui- te di una Regione e se si trasferisce in un altra regione deve
zione aveva applicato sperimentalmente e con enorme suc- fare la stessa cosa.
cesso anche all’Italia - si è arenato un anno fa tra le paludi della
Attraverso la progettata conferenza Stato-Regioni-Consiburocrazia italiana.
glio Generale degli Italiani all’Estero si potrebbe stabilire un
Il visto Vacanze-Lavoro l’Australia, nazione molto severa meccanismo di sportelli presso questure ed uffici del lavoro
in materia di immigrazione, lo concede ai cittadini di Paesi in ogni capoluogo regionale per agevolare la prassi in favore
con i quali ha un accordo di reciprocità per consentire ai di ragazzi e ragazze dall’estero che vogliono trascorrere un
giovani sino ai 30 anni di risiedere in Australia per un periodo di lavoro in Italia”.
massimo di 12 mesi e di poter contribuire, impiegandosi in
L’Associazione Italia-Australia, facendosi portavoce di
lavori occasionali, al proprio mantenimento.
centinaia di migliaia di giovani italiani che premono per avere
L’Associazione Italia-Auquella libertà di accesso in
Estate, tempo di vacanze e di relax
stralia ritiene sia giunto il moAustralia che viene negata
In occasione dell'estate presentiamo alla considerazione dei
mento di affrontare questo
dalle autorità italiane per ranostri cari lettori due argomenti di notevole interesse, uno per la sua
importante argomento sia per
gioni che ci sembrano irraattualità, l'altro per il valore e significato storico.
l’insediamento di nuovi e dizionali e pretestuose ritiene
Tocchiamo la questione dei visti per Vacanze-Lavoro, uno
namici rappresentanti a Palazche il Ministero degli Affari
scambio a vantaggio dei giovani dei due Paesi miseramente arenazo Chigi e alle Camere i quali
Esteri italiano possa comportosi nel labirinto della burocrazia (italiana). Ma, questa è soltanto la
in campagna elettorale hanno
tarsi in materia alla stessa
punta dell'Iceberg della cosidetta "tirannia della distanza". Abbiapromesso modi nuovi di gostregua di quello australiano.
mo sconfitto quella della comunicazione, grazie ad internet e
vernare in coincidenza alla
Uno schema di visti di
all'abbattimento delle tariffe telefoniche; siamo riusciti a contenere
nomina di nuovi ambasciatori
ingresso è materia molto ben
il costo dei voli entro limiti ragionevoli ma tante altre cose ci sono
nelle rispettive sedi diplomaper non solo accorciare ma se possibile cancellare la distanza
configurata nell’ambito delgeografica Italia-Australia che impedisce di conoscerci meglio.
tiche: in Italia S.E. Murray
la vigente legislazione la cui
Riportiamo all'attenzione dei lettori e degli studiosi e appassioCobban e contemporaneamenapplicazione rientra nell’amnati di storia uno scorcio di storia australiana caratterizzato dallo
te, in Australia, S.E. Dino
bito delle competenze goverspirito risorgimentale italiano agitato in Australia da un intrepido
Volpicelli.
native senza dover andare a
personaggio: Raffaello Carboni. Auspichiamo trovi in Italia la
Si può adesso sperare che
scomodare il Parlamento.
collocazione che gli spetta. La storia delle origini dei rapporti italoin Italia i nuovi responsabili
L’Australia ha leggi feraustraliani è documentata qui, cari lettori e noi nel nostro febbrile
delle Istituzioni facciano laree
sull’immigrazione e sul
dinamismo di ricerca e diffusione siamo lieti di poterne darvene
vorare meglio la burocrazia.
lavoro
che applica con la masulteriore e più approfondita testimonianza.
L’Ambasciatore S.E. Dino
sima
severità.
Infine un'anticipazione: prossimamente vedremo perchè è imVolpicelli a Canberra, interviL’Australia è una federapossibile trovare libri, giornali e riviste australiane in Italia.
L'Australia è uno dei Paesi al mondo più ricco di produzione
stato dal giornale italo-austrazione e nessuno degli Stati
letteraria e giornalistica. E' possibile che un giornale australiano per
liano “Il Globo” ha messo il
frappone difficoltà alle deciarrivare in Italia debba costare circa 15/20 euro?
dito sulla piaga asserendo tesioni del governo centrale in
Buona lettura.
stualmente: “Accettare il prinmateria di “Working Holiday
Il Direttore
cipio di reciprocità è facile a
Makers”. Se l’Australia può
Alberto Olivero ([email protected])
dirsi, ma qualche volta non è
contemporaneamente applifacile da applicarsi se la normativa di uno dei due Paesi care schemi alternativi di visto come quello per le vacanze
impedisce di farlo. Le ragioni sono a monte di un sistema che lavoro è perché in Australia evidentemente le competenti
agli occhi di tutti, e non ho paura a dirlo, è abbastanza autorità non hanno paraocchi e quindi studiano e applicano
farraginoso per quel che riguarda l’arrivo di uno studente varie forme di visto consone alle esigenze dei propri cittadini
australiano in Italia, il quale deve prima chiedere il permesso nel rispetto rigoroso delle vigenti leggi.
- continua
Il visto di vacanza lavoro a chi dimostri di
neozelandesi in vacanza lavoro. Se il riscontro
avere determinate caratteristiche che non intersarà positivo è probabile che anche l’Australia
feriscano con il mondo del lavoro e con le leggi
accetti di siglare con l’Italia un accordo che per
australiane, ripetiamo severissime, in materia di
ora ritiene sia inaccettabile. Ci sono centinaia
immigrazione viene rilasciato dall’apposito ufmigliaia di giovani italiani studenti universitari e
ficio che opera presso la rappresentanza diploneolaureati che guardano all’Australia e che
matica australiana, prima che l’interessato parta.
quotidianamente tempestano l’Associazione ItaInoltre il contingente annuo è limitato. Le comlia-Australia con richieste e rimostranze perché
petenti autorità Italiane e in particolare il Minitrovano assurdo di non poter andare in Australia
stro degli Affari Esteri può, riteniamo, di concer- L'Ambasciatore d'Australia S.E. Murray per vedere come si vive in una società occidento con i Ministri degli Interni e quello del Lavoro, Cobban: “Noi siamo molto propensi a tale e allo stesso tempo multiculturale. Il sollecicon l'Italia un accordo per l'apapprontare uno schema di visto per Vacanze- siglare
to dell’Associazione Italia-Australia è rivolto
plicazione dello schema di visto di
Lavoro sulla base del quale la rappresentanza soggiorno «Worknig Holiday Makers» anche ai Presidenti delle Regioni italiane che più
con altri importanti Paesi è in
diplomatica italiana in Australia possa rilasciare che
spendono tempo e denaro per coltivare interessi
vigore con grande successo e soddiun visto per l’Italia a giovani australiani senza sfazione. Ma dovrebbe essere applica- con l’Australia le quali devono prendere atto,
la stessa liberalità con il quale l'apinterferire con le leggi in materia di immigrazio- toplichiamo
come ormai se ne è resa conto l’Associazione
noi e le altre nazioni che vi
ne e lavoro. Una prassi che l’Australia sta già hanno aderito"
Italia-Australia, che centinaia di migliaia di gioapplicando in Europa da anni, a pari condizioni, Il programma “Working Holiday vani cittadini sono ansiosi di vedere che almeno
(a cui hanno già aderito 11
con Paesi moderni, di grandi vedute e prospetti- Makers”
chi localmente li governa si renda conto che
nazioni) ha lo scopo di promuovere
ve come Inghilterra, Canada, Irlanda, Olanda, la conoscenza internazionale. Offre scambi culturali, economici, commerciali e inGermania, Svezia, Danimarca, Norvegia, Giap- l’occasione a giovani che abbiano dustriali sono discorsi vuoti e senza alcuna prodi adattamento, risorse e
pone, Corea, Malta. L’Italia ha convinto recente- capacità
spettiva, specialmente con un Paese così lontano
confidenza in se stessi di trascorrere
mente la Nuova Zelanda a sottostare ad un accor- una vacanza in Australia e di contri- geograficamente come l’Australia, se non sono
attraverso lavori occasionali al
do che prevede appunto l’applicazione della buire
mantenuti e sviluppati tra le foltissime fila dei
proprio mantenimento.
“farraginosa” legge italiana agli studenti neozegiovani, facilitandone i contatti e lo scambio
landesi in visita vacanze-lavoro in Italia, mentre, naturalmen- internazionale. I Presidenti delle Regioni hanno gli strumenti
te, gli studenti italiani in visita in Nuova Zelanda potranno per convincere lo Stato italiano a stipulare accordi bilaterali
lavorare sin dal primo giorno del loro arrivo. Abbiamo voluto con l’Australia. Ci attendiamo che questa assurda situazione
verificare la situazione con l’Ambasciatore d’Australia a nazionale sia sbloccata dalle singole Regioni e che eventualRoma, S.E. Murray Cobban il quale ci ha confermato come mente diventi, in sede di riforma federalista dello Stato,
in effetti, per il momento l’Australia, desiderosa di entrare in prerogativa delle Regioni la concessione di visti per vacanze
un accordo di reciprocità con l’Italia, starà a vedere che lavoro se le attuali competenti Istituzioni dovessero fallire
impressione riceveranno sull’accoglienza italiana gli studenti l'elaborazione in chiave moderna e liberale di questa materia.
Una massima per indicare quali siano i primi passi da compiere per attuare con successo
un qualsiasi progetto di inserimento nella società australiana
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25 ore settimanali oppure un altro corso tecnico o universitario per circa 20 ore o meno, iscrivendosi per un
periodo non inferiore ai 12 mesi.
Con questo tipo di visto, frequentando il ciclo di lezioni in Australia, si può richiedere il permesso per lavorare
limitatamente 20 o 25 ore settimanali secondo gli studi intrapresi. Anche l'eventuale coniuge o convivente può
godere del permesso di lavorare.
Tutto sta nell'instaurare una pratica per la richiesta del visto che abbia i requisiti richiesti per l'approvazione.
Il nostro collegamento tra l'ufficio di Roma con Sydney rende questo iter molto più semplice e snello.
Il visto turistico è sufficiente per iscriversi ai corsi di lingua inglese, ma non consente in alcun modo di lavorare.
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Australia: Françoise Arnaud (Sydney) - Italia-Australia Association
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Il Risorgimento italiano del 19° secolo è arrivato anche nel cuore dell'Australia
Il Risorgimento agli Antipodi
L'Italia è un Paese dalle infinite risorse ideali che da qui nascono e si propagano
per espandersi e influire nella storia di tutto il mondo.
FEBBRE DELL’ ORO
Contrariamente a quello che comunemente
si ritiene, gli anni più significativi dell’ondata migratoria dall’Italia verso l’Australia non sono stati quelli del dopoguerra ma quelli di un secolo prima, sebbene in
tono più pacato: tra il 1851 e il 1860.
L’Australia che conosciamo oggi è nata
allora, in quei dieci anni caratterizzati
dalla febbre dell’oro.
Il sogno australiano era al massimo con le
migliaia di arrivi nelle zone aurifere degli
Stati del New South Wales e del Victoria.
Molti si precipitarono lì a raccogliere pepite d’oro come funghi, perfino dalla
California. Tra le centinaia di migliaia in
corsa verso l’oro che scorreva lungo torrenti e fiumi c’era anche un italiano, uno
scrittore e un rivoluzionario: Raffaello
Carboni.
IL RISORGIMENTALISTA
Raffaello Carboni nacque ad Urbino il
lunedì del 15 dicembre 1817, figlio di
Biagio Carboni e Girolama Fioravanti,
sorella minore di Antonio.
I segni premonitori della sua innata esuberanza e passione per l’enfasi si trovano
nella sua pretesa di discendere da una
antica e nobile casata: “In tutta serietà,
sono un cattolico, discendente da una
antica famiglia romana, i Carbonis, che
diedero due proconsoli alla Repubblica
Romana di Giuseppe Mazzini”.
Così lui stesso si presenta nel libro che lo
renderà famoso: “ La Barricata di Eureka”.
La sua famiglia non era nobile o notabile
ad Urbino, una città che evidentemente
gli stava troppo stretta per soddisfare le
aspirazioni e intuizioni del suo irrequieto
animo. Ad Urbino comunque crebbe e si
istruì presso il Collegio dei Nobili che
contribuì ad alimentare i suoi sogni di
grandezza. Il suo amore era per le Arti,
aspirazione che coltivò con il maestro di
musica Luigi Vecchiotti. Le Arti erano
l’alimento ideale per la sua impaziente
fantasia che si sviluppava senza freni.
Nel 1838, dopo la scomparsa della madre
e per i contrasti con il padre, decise di
andarsene da Urbino per non tornarvi più.
La sua prima tappa fu Roma, la città di cui
aveva sognato per anni. Come l’immortale Raffaello di cui oltre alla cittadinanza
condivideva il nome, anche Carboni guardava a Roma come alla porta di accesso
alla grandezza.
Si trovò un impiego ma si mise anche a
studiare le lingue europee come l’inglese,
il francese e il tedesco quasi presago che
queste sarebbero stato lo strumento adatto
per aprirsi un varco nel mondo.
A Roma visse l’atmosfera delle grandi
aspettative di Pio IX, il periodo eroico
degli anni 1848 e 49 e le successive delusioni. Aderì alla Giovane Italia di Mazzini
e prese parte alla rivolta per la proclamazione della Repubblica Romana sebbene
con ruoli minori.
Quando i francesi irruppero per porre fine
a questa esperienza mazziniana, Carboni
nel 1850 si rifugia a Berlino, poi a Parigi
nel 1851 e nel 1852 a Londra.
Visse il momento centrale di quel quarantennio che rappresentò l’ingresso dell’Italia nella storia del mondo moderno, contrassegnato da congiure, guerriglie, insurrezioni e colpi di mano. Di questa nuova
società in Italia che si va formando composta da uomini liberi , che aveva i suoi
numi tutelari in Mazzini e Garibaldi, Raffaello Carboni è il tipico rappresentante
forse della frangia più libertaria e piratesca.
Mentre si guadagnava da vivere a Londra
come insegnante di lingue e interprete,
nel 1852 anche lui si affascina all’avventura per la corsa all’oro sentendo le notizie
provenienti dallo stato del Victoria amplificate dagli articoli del londinese
Illustrated News che gli facevano balenare prospettive che né Urbino né Roma gli
avevano dato.
GREAT WORKS!
Raffaello Carboni sbarca a Melbourne nel
1852 dove iniziava, senza saperlo, il periodo più significativo della sua vita. Vi si
stabilisce animato da idee di conquistatore. I primi mesi in Australia sembravano
essergli favorevoli. La sua frase più pronunciata era “Great Works !”
E’ con questa espressione che divenne
uno dei personaggi più coloriti e caratteristici tra i ricercatori d’oro.
Lavoratore instancabile e sempre pieno di
idee, si diede il ruolo di interprete tra la
moltitudine di avventurieri da ogni parte
del mondo che non sapendo una parola di
inglese non riuscivano a comunicare tra
loro. Sebbene ancora non avesse trovato
la ricchezza alla quale ambiva aveva comunque trovato l’ambiente adatto a dargli
tranquillità di spirito e - cosa più importante - la speranza, anche se questa presto
svanì.
L’oro nel Victoria non veniva estratto
dalle viscere della terra, bensì - come era
tipico di questo continente noto per le sue
miniere cosiddette a cielo aperto - si trovava luccicante alla luce del sole lungo i
torrenti dei fiumi. I cercatori sparsi in
lungo e largo per centinaia di chilometri
erano sorvegliati dalle truppe di Sua
Maestà. Per cercare l’oro era necessario
munirsi di una licenza governativa la quale serviva anche a scopo esattoriale.
Dal momento della scoperta dell’oro, migliaia di persone anche del posto si decisero ad abbandonare i tradizionali lavori e
impieghi per diventare, per la prima volta
in vita loro, padroni del proprio tempo e
del proprio lavoro.
Cominciava una rivoluzione strisciante
nel Victoria dove le attività commerciali
si chiudevano per mancanza di manodopera mettendo in crisi le neonate municipalità. Il governo decideva di imporre
tasse sempre più alte a carico dei cercatori
di oro ritenendo questa la misura adatta a
scoraggiare i molti dall’abbandonare le
città e farli tornare alle consuete occupazioni. I “diggers” (cercatori d'oro) erano
tassati sempre e comunque anche senza
avere trovato una pagliuzza del prezioso
metallo. La situazione andava deteriorandosi anche con l’esaurirsi dell’oro in superficie e con l’esigenza di applicare tecnologie più sofisticate e costose per ricerche in profondità. I soldati, in veste di
esattori e controllori delle licenze, anda- continua
vano sempre più assumendo il
ruolo di “cacciatori” di tutti
quei disperati alla ricerca dell’oro che svaniva sempre di
più dalle loro mani e dai loro
sogni sia per le tasse sempre
più esose sia per l’esaurirsi dei
facili filoni allo scoperto.
L’esercito ci andava pesante.
I soldati si nascondevano nei
fossati, proprio come cacciatori e piombavano sulle loro
prede per incarcerarle se non
pagavano le tasse indipendentemente dal risultato del loro
lavoro.
La rivolta ormai era nell’aria.
Raffaello Carboni evitò di
compromettersi cambiando
ambiente di lavoro, entrando
in quello della pastorizia, stabilendosi per un breve periodo
nell’area della tribù aborigena
di Tarrang.
Il destino chiamò Raffaello che
ritornò quindi a Ballarat nel
1854 dove si trovò di fronte
alle ormai accresciute a dismisura frustrazioni e sofferenze
quotidiane dei cercatori di oro.
Il felice grido di “Eureka” che
esplodeva dal cuore dei fortunati cercatori era stato ormai
sostituito da quello di “Joe”,
un modo convenzionale per
dare l’allarme all’apparire improvviso dei soldati.
“Joe” era il nome affibbiato ai
soldati impegnati nella caccia
dei cercatori senza licenza e
considerati evasori fiscali.
Un nome derivato da quello
del Governatore rappresentante della Corona inglese,
Charles Joseph La Trobe.
Dopo le avventurose esperienze sulle ingiustizie sociali e
l’oppressione in Europa, adesso Raffaello si rendeva conto
che aveva praticamente percorso invano oltre 16 mila chilometri per ritrovarsi ancora
in mezzo alla legge della spada. Qualche cosa doveva essere fatto.
LA BARRICATA DI
EUREKA
Nel 1854 i “diggers” avevano
ormai perso la pazienza. Si
sentivano circondati e vessati
da un governo ingiusto e corrotto. La caccia alla licenza e il
pugno duro degli esosi soldati
coltivavano il risentimento e
la ribellione. Loro non avevano neanche una rappresentanza parlamentare per far sentire
le proprie ragioni.
Gli stranieri erano trattati alla
stregua di bestie e tra i
“diggers” c’erano moltissimi
irlandesi. Il conflitto degli irlandesi con la truppa inglese
era più esasperato che nella
stessa Gran Bretagna.
La tensione era all’apice. La
scintilla della rivolta esplose il
7 ottobre 1854 quando due
“diggers” di ritorno da una
bevuta al bar furono assaliti da
ignoti fuori dell’Eureka Hotel
di Ballarat. Uno dei due, James
Scobie, fu ucciso.
Il proprietario dell’albergo un certo Bentley - fu prima
accusato dell’assassinio ma subito rilasciato su cauzione e
poi assolto. Tra i “diggers” era
radicata la convinzione che
l’assassino fosse comunque
Bentley.
Il 17 ottobre 1954 una folla di
cercatori di oro fece ressa sulla soglia dell’albergo scena
dell’omicidio. L’ hotel Eureka
fu dato alle fiamme. Cominciava la lotta. I soldati arrestarono tre “diggers”.
La protesta si ingigantì. I
cercatori di oro si misero in
agitazione permanente per discutere la situazione e diedero
inizio alla formazione della
“Reform League” per mettere
mano, democraticamente, a
proposte di riforma della situazione dei lavoratori.
Raffaello Carboni entrò di
discorsi che si tenevano tra la
massa eterogenea proveniente da ogni parte d’Europa.
Fu questa l’occasione propizia per Raffaello Carboni, il
Risorgimentalista, di entrare
nella Storia.
Scriverà nel suo libro: “Dobbiamo costituirci in movimento rivoluzionario come si usa
nella vecchia e cara Europa
di stile antico per raddrizzare
le storture di cui siamo vittime. Veniamo dall’Europa ma
non siamo teste incoronate o
inetti aristocratici che non
hanno mai fatto una giornata
di lavoro in tutta la loro vita.
Odiamo l’oppressione .”
Incontri senza tregua si susseguirono tra la Lega in rappresentanza dei cercatori di oro
ed esponenti del governo. Né
i “diggers” né tanto meno il
governo retrocedevano dalle
proprie posizioni.
Intanto i “diggers” giuravano
apertamente fedeltà alla loro
bandiera della Croce del Sud.
Per la prima volta in Australia
uomini e donne da tutto il
mondo si trovavano uniti all’insegna di una bandiera che
non era quella britannica, per
combattere una causa comune. Era stata costruita una barricata e per difenderla erano
pronti a morire per essa.
All’alba del 3 dicembre 1854
L'Ambasciatore
d'Australia, S.E. Murray
Cobban (a destra nella
foto) riceve una
delegazione dell'Associazione Italia-Australia
impegnata nella
commemorazione di
Raffaello Carboni in
Italia.
Da sinistra: Sergio
Angeletti, Marco Paloni
e Barbara Da Ronch.
Il libro “ La Barricata dell’ Eureka: una sommossa
democratica in Australia” di Raffaello Carboni, traduzione a cura di Gaetano Rando è disponibile presso:
Archivio Guido Izzi - Via Ottorino Lazzari 19
00136 Roma tel. 06 3973 5560 fax 06 3973 4433
impeto nel movimento che
nasceva con la Reform League
insieme a Peter Lalor e
Timothy Hayes. Lalor fu eletto Presidente e Raffaello Carboni Vice Presidente assumendo anche il ruolo di interprete
e traduttore degli infiammati
mentre la maggior parte dei
“diggers” ancora dormiva, arrivarono i soldati. In meno di
mezz’ora la barricata fu rasa
al suolo, la bandiera della Croce del Sud ammainata con forza e i “diggers” che tentarono
una reazione dispersi da una
forza numericamente predominante e bene armata.
Raffaello Carboni non era presente all’attacco della barricata ma fu rintracciato ed arrestato con l’imputazione di alto
tradimento.
Insieme a dodici altri fu portato in tribunale a Melbourne.
La sentenza fu ampiamente
assolutoria: “non colpevoli”.
Malgrado l’apparente sconfitta del 1854 la rivolta si dimostrò vittoriosa. Il governo abolì l’obbligo della licenza per la
ricerca dell’oro e i “diggers”
ottennero una rappresentanza
parlamentare. Per molti la rivolta di Eureka rappresenta la
nascita in Australia di democrazia compiuta. E’ il Risorgimento australiano.
Dopo essere stato assolto dall’imputazione di alto tradimento, Raffaello fece ritorno a
Ballarat dove scrisse il libro
che lo ha reso famoso. Ebbe
anche la soddisfazione di essere eletto consigliere presso
il tribunale di Ballarat.
Il libro “Eureka Stockade” fu
scritto e pubblicato dal Carboni nel primo anniversario della rivolta, nel 1855, e lui stesso
si mise a venderlo per le vie di
Melbourne.
Il 18 gennaio 1856 lasciava
l’Australia per recarsi per un
breve periodo in India e in
Cina. Nel 1858 si stabiliva per
breve tempo a Torino e sempre nel ruolo di interprete partecipò alle guerre italiane dell’
Indipendenza e per questo, nel
1860 Garibaldi gli conferì il
titolo di capitano. Si trasferì a
Napoli e poi a Roma dove
morì nel 1875.
Gli australiani tutti devono a
Raffaello Carboni la circostanziata testimonianza e il ricordo
di quello che nella storia di questo nuovo grande Paese è stata
definita la “Rivolta di Eureka”.
Il libro di Carboni è oggi un
classico resoconto storico.
E' argomento di studio da parte
di migliaia di persone in tutto il
mondo; è stato tradotto in italiano e trasferito anche sulle scene.
Si tratta di un libro che aiuta a
capire ed a interpretare l’evoluzione storica australiana a cominciare dal 1855. Abbastanza
per una nazione che è diventata
Federazione solo nel 1900 e di
cui quest’anno si celebra, come
tale, il primo centenario.

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