festa del parco - Dopolavoro Ferroviario BOLOGNA

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festa del parco - Dopolavoro Ferroviario BOLOGNA
n5maggio2009
Spedizione in A.P. 45% art.2 comma 20/b
Legge 662/96 Filiale di Bologna
Anno XL - Distribuzione gratuita
SOTTO LE DUE TORRI
Festa
del Parco
in questo numero
•Lettera alla redazione
•Le terracotte di Guido Mazzoni
•Bologna, laboratorio di idee
•A proposito di Galilei
•Festa del parco
•Amianto
cultura
turismo
solidarietà
sport
informazione
la redazione
Lettere
alla Redazione
A volte, nella scorsa degli articoli di Tempo Libero trovo evidente più che un susseguirsi ragionato e brillante di articoli e notizie,
un affastellarsi caotico e squilibrato di “pezzi” profondi e seri (per es. la violenza) alternati, nella stessa pagina, a racconti di belle
escursioni o tradizioni bolognesi dialettali. Non mi permetto certo di insegnare niente a nessuno, ma forse sarebbe più opportuno
condurre il lettore dagli argomenti più seri a quelli più leggeri e spiritosi in modo più progressivo, dolce e sicuramente meno traumatico. So bene che concentrare tutto in 14 pagine è sempre impresa ardua e improba ma penso si possa e debba fare di meglio visto
che ci si gloria, con giusta soddisfazione, di un editoriale cittadino di così prospera longevità. Un altro suggerimento pratico, è
quello che ho appreso a scuola quando la maestra assegnava alla classe il titolo del tema. Era cioè doveroso per noi scolari sviluppare la frase contenuta nel titolo in modo che il lettore, cui era diretto lo scritto, sapesse in anticipo ciò di cui si stava trattando.
Se lo svolgimento del pensiero non rendeva chiaro il tema, si andava “fuori tema” con rischio matematico di insufficienze. In
altre parole se si vogliono fare gli auguri di buon lavoro per il nuovo consiglio direttivo recentemente insediatosi dopo le elezioni
non penso proprio che il modo migliore sia quello di intitolare il breve pezzo “scopa vecchia, scopa nuova” che , oltre a non aver
nulla a che fare col contenuto del messaggio, (raramente ho visto uomini fare le pulizie di casa) si presta a maliziose e sciocche
interpretazioni. Inoltre e sempre che ciò fosse possibile non sarebbe meglio allargare la platea dei “pubblicisti” degli articoli?
In 14 pagine ben 4 sono occupate da articoli delle stesse due persone. Infine, se avete la pazienza di ascoltarmi ancora, sarebbe
opportuno talvolta ricordarsi delle finalità di Tempo Libero. Non sarebbe perciò male, prima di por mano alla penna o alla stampa
chiedersi quale effettivamente sia lo scopo finale che questa associazione, attraverso il mensile, vuole raggiungere, quale contributo
si vuol dare ai lettori magari rileggendosi ogni tanto lo statuto giusto per non perdere la rotta. Se il vs. lavoro saprà sinceramente
essere più consapevole, più auto-critico anche se fosse solo l’annuncio di una bella rappresentazione teatrale, allora sono certa
che sarà maggiormente gustato, apprezzato e diffuso. Chiedo scusa se vi ho annoiato, ma, come direbbe il Manzoni, non crediate
l’abbia fatto apposta. Ho solo a cuore un buon contenuto del
periodico teso alle sue finalità dopolavoristiche e la dignità
e aspettative dei lettori. A volte invece colgo qua e là qualche
Tempo Libero Sotto le due Torri
evitabile svarione. Grazie
Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 3198 del 4.4.66
Indirizzo: Via Sebastiano Serlio 25/2° Bologna
Elena Berti
Se le opinioni espresse dalla signora Berti sono la premessa
per una collaborazione fattiva per il lavoro dei volontari della redazione, saremmo lieti di accogliere e mettere a frutto
consigli e contributi. Più volte da queste pagine è stato rivolto l’invito a partecipare a questo affascinante e non semplice impegno da volenterosi giornalisti improvvisati. Se invece consigli e contributi si fermano qui, resta semplicemente
un’opinione di cui prendiamo atto, dandone il giusto risalto
e ringraziando la lettrice per averci scritto.
Fulvio Saiano
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Tel. 0514193180 - Fax 051371905
Editore: Associazione DLF Bologna
Direttore Responsabile: Giuseppe Caputo
Responsabile Editoriale: Fulvio Saiano
Capo Redazione: Pierluigi Gallo
Redazione: Valter Serafini, Giuseppe Lizzi,
Vittorio Baglieri, Renzo Pocaterra, Jandos Rossi,
Giuseppe Stefanini, Gianfranco Bergami,
Alberto Venturini, Umberto Romano, Giorgio Cremonini,
Paolo Mattarozzi, Giulio Girotti, Paola Bacchi.
Pubblicità: Tel. 051/4193180 - Fax 051/371905
e-mail: [email protected]
Stampa: Futura Press - Bologna
Chiuso in tipografia il 7 maggio 2009
Tirature copie: 11.000
In copertina: festa del parco 2009
Visita il sito www.dlfbo.it
Per la posta elettronica, scrivi a [email protected]
editoriale
Un mese di svolta
A
di Fulvio Saiano
distanza di appena tre mesi dalla nomina delle
cariche sociali del DLF di Bologna, si profila un
maggio denso di iniziative promosse dall’ Associazione di Bologna in collaborazione con i tanti partner che
operano all’interno della sede di via Serlio o che svolgono attività collegate alla programmazione dei gruppi associativi
di Bologna e dei Circoli Territoriali di S.Giovanni, Crevalcore, Imola, S.Benedetto, Porretta Terme. Si parte con il raduno dei centauri del Gruppo Moto Club DLF, per proseguire
con la presentazione al Casanova RistoPub del catalogo
“Viaggia con noi” dell’Agenzia IL TRENO di Bologna con la
programmazione turistica 2009; il torneo provinciale UISP
di calcio ad 11 si svolgerà fino all’inizio di giugno presso il
campo in erba di via Serlio. Una conferenza stampa di lancio
dell’iniziativa darà il via alla grande Festa del Parco dal 22
maggio al 1° giugno con spettacoli, mostre, dibattiti, concerti, tornei di calcio tennis , volley e la speciale iniziativa
sulle donne. Il Ristorante, all’interno della Festa, proporrà
quest’anno menù a prezzo fisso (12 euro per i soci DLF) e
menù alla carta, crescentine e tigelle, spettacoli di musica nell’area verde dei giochi per bambini: all’impegno ed
alla preziosa collaborazione dei soci volontari si aggiungerà
quella altrettanto volontaria dei cuochi del circuito mense della Ristodlf di Bologna. Parte in questo mese il lancio
e la presentazione dei Campi Estivi della Bologna Basket
School per bambini e ragazzi che prevede, per la stagione
estiva 2009, una quota settimanale di 99 euro, con un ricco
programma settimanale a cui hanno aderito tutte le associazioni che operano nel parco di via Serlio: Azucar, Sempre Avanti, New Musokan, Bologna Tennis Academy, DLF.
Riparte l’attività del Bar del Parco, con una nuova gestione
e con una rinnovata organizzazione degli spazi che prevede
un’ampia sala biliardo ed una sala giochi da tavolo. L’allestimento dell’Arena Puccini farà da preludio, per la stagione
estiva 2009, alle proiezioni cinematografiche promosse dalla Cineteca Comunale di Bologna. Maggio è anche il mese
in cui il Consiglio Direttivo inizia il proprio ciclo di incontri
con i ferrovieri di Bologna con assemblee presso gli impianti
ferroviari. Sarà anche l’occasione per una specifica iniziativa pubblica sul Parco di via Serlio con le problematiche
connesse ai rapporti tra FS e Comune di Bologna e con la
presentazione ufficiale del progetto di riqualificazione del
parco promosso e sostenuto, con fondi propri, dalle Associazioni che aderiscono al Coordinamento Parco DLF. I Circoli Territoriali avvieranno presso le loro sedi incontri con
i soci DLF della provincia per illustrare i propri programmi
e per lanciare la campagna elettorale di rinnovo delle cariche di responsabilità di circolo fissate per i giorni 15, 16
e 17 giugno. Un momento particolare sarà rappresentato
dall’iniziativa promossa dal Consiglio Direttivo di Bologna
per l’intitolazione del Parco DLF ad Ettore Bufalieri e di
viali, piazzali e sale a soci che, nel recente passato, hanno
contribuito a rendere grande questa associazione. Ancora in
questo mese, la serata dedicata ad Ettore Bufalieri con uno
spettacolo di musica popolare napoletana, con la raccolta
di contributi per Telethon e per le vittime del terremoto in
Abruzzo. Infine, le programmazioni per la stagione estiva:
Tornei di Calcio e Tennis a giugno in Val Gardena, la Settimana della Cultura di settembre alla Casa Alpina, i soggiorni
estivi individuali in Val Gardena e nell’albergo Nuovo Diana
di Senigallia. Partecipare a questo fitto maggio di iniziative
permetterà a tutti i soci di vedere e “toccare con mano” il lavoro fatto in questi mesi da tutta la macchina organizzativa
del DLF di Bologna (consiglieri, soci, dipendenti), visitare
le nuove sedi di Agenzia Viaggi, Area Progetto Associativa,
Area Gruppi Associativi, comprendere e condividere gli sforzi fatti per rilanciare l’immagine del DLF di Bologna pur nel
quadro di una crisi economica globale che la nostra realtà
associativa condivide con i soci e familiari che partecipano
alla vita di questo DLF, cercando di dare le risposte possibili
per mantenere inalterato il diritto sociale e collettivo allo
sport, alla cultura, al turismo.
sommario
Pag. 03 – Editoriale
Pag. 04 – Flash ed errata corrige
Pag. 05 – Bologna, laboratorio di idee
Pag. 06 – Riti e miti - ferrovieri
Pag. 07 – Festa Parco: Programma
Pag. 11 – Il pointer - la tajadela
Pag. 12 – Panzèta in Patagonia
Pag. 13 – Terracotte
Pag. 14 – A proposito di Galilei
Pag. 15 – Amianto
comunicazioni
● Appello dell’associazione Nazionale DLF
La sede del Dopolavoro Ferroviario de L’Aquila è crollata in conseguenza del terremoto del 6 aprile u.s. La struttura
aveva subito irreparabili lesioni per cui si è reso inevitabile, data la pericolosità che ne conseguiva, il suo immediato
abbattimento da parte di FS. Il fabbricato era stato da poco ristrutturato e arredato. L’Associazione DLF L’Aquila
è una piccola struttura, ma molto vivace e ben inserita nel tessuto cittadino. La mensa del Dopolavoro attigua alla
Stazione si è messa subito a disposizione degli sfollati e ha costituito e costituisce un significativo contributo al
centro di accoglienza delle FS per oltre 800 persone. L’obiettivo che ci ripromettiamo è quello di “ricostruire la
sede del DLF de L’Aquila” dando in questo modo il nostro contributo alla più generale ricostruzione della città. A
questo punto facciamo appello a tutti i soci affinchè offrano il proprio piccolo contributo che verrà raccolto sul conto
corrente di
Banca del Monte dei Paschi di Siena
IBAN IT19L 0103003201000001763318
Specificando nella causale del versamento la dicitura “ Ricostruzione DLF L’Aquila.”
● Ringraziamento
Il Dopolavoro Ferroviario di Bologna ringrazia l’Istituto RAMAZZINI per i rilevanti contributi forniti che hanno
consentito una consistente ed efficace prestazione di servizi ai bisognosi.
● Comuncazione organizzativa
Come avrete letto nella piccola finestra che pubblichiamo in ogni numero, e nella quale tanto indegnamente
vengono elencati i nominativi dei redazionisti della Rivista, è inserito l’indirizzo del nostro sito che con l’occasione
riproponiamo www.dlfbo.it. Chi volesse leggere la nostra rivista ammortizzando i tempi necessari alla stampa e alla
spedizione postale può farlo visitando il sito e “cliccando” sull’opportuna dicitura. Ancora: chi volesse riceverlo sulla
propria e-mail può comunicarlo alla segreteria dell’Associazione, tel. 051-4193180 oppure all’e-mail: dlfbologna@
dlf.it.
● Attenzione
Nel numero 4 aprile 2009 a pag 2, nell’informativa sulle concessioni di viaggio è stata trascritta una informazione
incompleta: alla voce PERMIS infatti, limitatamente ai pensionati, la concessione del biglietto internazionale
annuale gratuito è subordinato allo Stato Europeo che si vuole visitare. Esiste un elenco dei paesi diverso da
quello per gli agenti in servizio, che viene consegnato allo sportello al momento di richiesta della tessera FIP e/o
relativo bollino. Sul modulo con l’elenco degli Stati convenzionati vi sono delle note, a fianco di ciascuno che indica
se al familiare verrà praticata la sola riduzione sul costo del biglietto.
● Errata Corrige
L’articolo “L come Legalità” del numero 4 aprile 2009 è di Giovanni Fortuzzi e non Giuseppe. Ci scusiamo con
l’interessato.
4
cultura
Bologna sei un cantiere!
Per ora di idee, ma c’è molta voglia di fare
di Giuseppe Stefanini
A
vevo intenzione di
parlare di Bologna,
del momento di fervore, di progetti e di opere che
sta attraversando (che non
mi sembra affatto male nonostante quello che si legge sul
“Resto del Carlino” o nei discorsi dei vari candidati sindaci) e mercoledì 15 ho avuto
dalla Redazione l’incarico di
scrivere l’articolo. Ho scelto
allora di raccontare, a titolo
d’esempio, gli eventi, le notizie e i progetti che, sul futuro
di Bologna città, sono stati
presentati lo stesso mercoledì 15 aprile e il giorno dopo,
il 16 aprile. Seguitemi ancora
un po’ e vedrete, ne sono stato sorpreso anch’io.
vene creative
in sala borsa
Per la sera di mercoledì presso la Sala borsa era prevista,
sponsor LegaCoop, una conferenza di Mario Cucinella
(è l’architetto delle “Gocce”
e della sede unica del Comune) con a fianco Patrizio
Roversi. L’intervento era titolato “Vene creative, pensieri
per una città sostenibile”.
Lo spettacolo c’è stato: proiettati sull’intero pavimento
della Sala si sono via via succedute, a colori vivacissimi,
immagini della città di oggi,
e di una città piena di verde, di edifici eco-compatibili
e, finalmente, a misura di
biciclette. I temi trattati sono stati quelli del risparmio
energetico (in modo un po’
“fiacco” per la verità), del
trasporto sostenibile, dello
sport, dell’innovazione. È
parlando del fantastico Parco Creativo, posto a nord
della città, oltre la ex Manifattura Tabacchi, che Cucinella ci ha meglio trasmesso
il suo sogno, che è sogno di
una città che innova, che fa
sistema, che si mette in campo lavorando e investendo.
AREE MILITARI DISMESSE
IN CAPPELLA FARNESE
È stato il sindaco Cofferati
a presentare, giovedì 16 in
Cappella Farnese, il “Programma di valorizzazione
per 19 aree militari dismesse a Bologna”, ovvero l’accordo raggiunto fra lo Stato
(proprietario delle aree) e
il Comune (che dispone gli
indirizzi e i vincoli urbanistici) per la valorizzazione
e l’utilizzazione di complessivi 828.000 mq. Sarà la
più grande trasformazione
urbana degli ultimi 50 anni
ha detto Cofferati e l’enfasi era senz’altro motivata:
alcune di queste aree sono
veramente importanti per
Bologna che era in attesa
della loro restituzione ai rispettivi territori addirittura
da alcuni decenni. Vediamo
qualche esempio. Aree Prati di Caprara est e ovest: vi
troveranno sistemazione un
grande parco urbano (più
grande dei Giardini Margherita), impianti sportivi e
parcheggi (anche a servizio
della Fermata del Servizio
Ferroviario
Metropolitano). Area ex Staveco: sono
quasi 5 ettari di superficie
in una bellissima posizione
fra i viali di circonvallazione e la collina. Verranno
realizzati parcheggi pubblici, un nuovo parco urbano
di raccordo fra la città e
San Michele in Bosco, uno
studentato. Caserme Sani
(ex Stabilimento Militare
Casaralta): gli edifici sono
stati dichiarati in parte di
interesse storico-artistico
e verranno recuperati. Saranno realizzate aree verdi
e nuove dotazioni di servizi
pubblici. Cosa ne pensate?
Niente male, vero, per lo
sviluppo di Bologna. È ora
chiaro del resto che il futuro di Bologna non sarà quello di estendersi, ma che si
rivolgerà, al suo interno, alle aree ex industriali, commerciali, militari, ferroviarie, omogeneizzando così il
tessuto urbano e potenziandolo con i servizi, impianti,
connessioni ora carenti. A
me questo va bene.
LA FABBRICA DEL FUTURO
NELLA MANIFATTURA
TABACCHI
Questa ultima notizia, annunciata sempre giovedì 16, è forse ancora più importante della
precedente. La Manifattura Tabacchi di via Stalingrado passa
dalla British American Tabacco Co. alla Regione Emilia-Romagna. Sull’area potranno così
iniziare i lavori per realizzare
quella cittadella della ricerca,
o della scienza applicata (già
denominata TECNOBO) che,
a partire dal 2010 ospiterà 500
ricercatori (a regime saranno
1000) e laboratori scientifici
degli Istituti Ortopedici Rizzoli, Università di Bologna,
Unindustria, Lega Coop, Enea
(CNR), Istituto sul clima
ecc… Ci vorranno circa 100
milioni di euro per gli impianti
e le attrezzature scientifiche,
ma è già concordato che metà
siano a carico degli Enti e metà della Regione. Voglio citare
anche un particolare: è previsto che giovani ricercatori e
coppie troveranno alloggi nelle
aree della Ex Caserma Sani
(vedi sopra). Insomma in due
giorni del futuro di Bologna
senz’altro ne è stato tracciato.
E stavolta non mi sembrano
idee peregrine . Finalmente
sono progetti a rete, di sistema
città, che dovrebbero ottenere
il consenso, se non di tutti, di
molti. Andiamo avanti.
5
cultura
Riti e miti
D
a “Il canto dell’uccello” di Antony de Mello: “Quando il guru si
sedeva per le funzioni religiose ogni sera arrivava il
gatto del santuario e distraeva i fedeli. Così egli ordinò che durante le funzioni
serali il gatto venisse legato.
Molto tempo dopo la morte
del guru si continuava a legare il gatto durante le funzioni serali. E quando alla
fine il gatto morì, portarono
al santuario un altro gatto
per legarlo debitamente durante le funzioni serali. Secoli dopo i discepoli del guru
scrissero dotti trattati sul
ruolo essenziale del gatto in
ogni funzione correttamente condotta.” In un “Tempo
Libero” del 2008 pubblicammo brevi saggi di A. de
Mello, gesuita e psicoterapeuta indiano, che pubblicò
alcuni libri divenuti poi dei
best-sellers mondiali, che
indussero l’allora cardinale
Ratzinger a scrivere e fare
diffondere una diffida, precisando che le idee del de
Mello erano pericolose e non
conformi al pensiero della
Chiesa. L’oggetto di questo
racconto è lo stesso oggetto
della conferenza tenuta recentemente dall’archeologa
M.Grazia Maioli presso la
sede del Gruppo Archeologico Bolognese dal titolo”Le
feste Romane: Lupercalia e
Saturnalia”. (Erano presenti
alcuni soci del DLF.Bo). In
questa occasione, la dott.
ssa Maioli ha spiegato come
certi riti tradizionali siano
riferibili a fatti storici, di cui
però il tempo ha poi cancellato la memoria, pur nella
continuazione della pratica
di quei riti. Successivamente qualcuno, alla ricerca di
una spiegazione, provvide ad
una ricostruzione pseudostorica, solitamente intrisa
di pensiero magico, creando
così un mito completamente
6
di Alberto Venturini
fuori dalla realtà. Ecco così
che nel mito della nascita
di Roma, troviamo Romolo
e Remo allattati da una lupa
e poi allevati dalla moglie di
un pastore, che fece loro da
madre. Sembra che tale moglie avesse per soprannome
“Lupa”, indicativo dell’attività di prostituta. Ricordiamoci che i postriboli erano
chiamati appunto ”lupanari”
dai romani. Una revisione
storico-mitologica, se scritta
da Trilussa, avrebbe potuto
così avere per titolo:”Come
un fijo de mignotta è diventato er primo Re de Roma”.
Ferrovieri
O’ umane genti, che di ferro vestite siete
e di lito in lito movete i passi vostri,
voi siete color ch’a genti altre, mondi novi aprite
e ne lo incessar di cotanto cammino rotante,
da la ora prima, financo a girar di tutte ch’avanti avrite,
di cittade da lor distanti, d’un sol paese n’unite.
Di giorni e notti, valor pè voi non ha confino,
che’l pensieri vanno omai alla futura meta
tant’ innata l’esser in voi, di nullo spazio, infino.
E ne lo medesimo fattor, ch’annulla il di vostro tempo
di mille gioghi d’astri alterni, foste si guardiani,
quant’anche ancor eppiù ne verranno, ne’ l’infinito lampo.
(dalla raccolta “Umanae Vitae” di Luigi Piazza)
Questi pochi versi da me vergati vogliono solo essere un modesto contributo, seppur
in chiave poetica, ad una categoria di lavoratori quali sono i ferrovieri, che con alto
senso del dovere unito ad uno spirito di abnegazione assoluto, si erigono a paladini
della sicurezza altrui, su di un mezzo che ha un unico e solo suono, del quale la
sola pronuncia evoca dimensioni magiche, fatte di emozioni, vissute da ogni persona
a seconda della propria chiave di lettura: Treno. Così come l’alfabetizzazione ha
contribuito a unire culturalmente il paese, allo stesso modo il sistema ferroviario e per
esso i suoi lavoratori, hanno modificato il concetto stesso di viaggio, in una continua
metamorfosi crisalica, che spazia dalle sbuffanti locomotive a vapore ai mezzi veloci
odierni dalle sinuose movenze. Ma tutto ciò resterebbe soltanto un notevole sfoggio
di puro esercizio tecnologico se non vi fosse dietro tutta una moltitudine di lavoratori
che con la loro professionalità e nei ruoli più diversi, fanno sì che tale sistema funzioni
alla perfezione e vada poi a fornire quel servizio che rende unico il viaggio fatto in
treno rispetto ad altri mezzi di trasporto.
Festa del Parco DLF
Rassegna Express Festival
dal 22 maggio al 1 giugno
Via Serlio 25/2° - Via Stalingrado 12 - Bologna
Con il patrocinio
● Venerdì 22 Maggio
Campo calcio
16.00 - Torneo dei circoli provinciali (calcio a 7)
Sala Verde
18.00 - Inaugurazione Mostra Collettiva
(a cura Officina dell’Arte DLF)
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo
(a cura Musicarti DLF)
Giardino dell’Osteria
21.00 - Concerto Bandistico Banda Puccini
● sabato 23 Maggio
Parco DLF
8.00 - Cicloraduno Provinciale (a cura Gruppo
ciclismo DLF): Ritrovo e partenza Parco DLF
di Via S. Serlio
9.30 - Proiezione continuata del filmato “La
nostra strada”: l’evolversi storico-sociale della
figura femminile nei luoghi di lavoro e nella
società, attraverso documenti filmati delle teche
RAI, spezzoni di films e video originali.
Mostra fotografica: “Noi ci mettiamo la faccia”
mostra di ritratti femminili
15.00 - Una moto non invecchia mai!!!
Motoraduno (a cura gruppo Motoclub DLF)
15.30 - Dimostrazione di aikido reale
17.00 - Spettacolo di narrazione teatrale a cura
del Gruppo Zoè
20.00 - Spettacolo teatrale Allegro ma non troppo
21.30 - Intervento musicale del gruppo Calicante
Sala Verde
10.30 - Tavola rotonda: “La strada che faremo”
con la partecipazione del direttore del quotidiano
L’Unità Concita De Gregorio
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo
(a cura Musicarti DLF)
Campo calcio
21.30 - Ma le stelle stanno a guardare? Intanto le
guardiamo noi! postazione telescopica
(a cura gruppo Astrofili DLF)
Per l’intera giornata:
Spazio bimbi: attività di baby-sitteraggio
e momenti artistico-creativi a cura della
Associazione Zoè
Writers artistici: gruppo di writers al femminile
(a cura Associazione Figliefemmine) Skaters e
Giocolieri.
Tavolo informativo sullo “sportello donna”
Tavolo informativo Komen Italia onlus
Tavolo informativo Progetti Donna Associazione
S. Maria della Venenta
Banchetti informativi dell’associazionismo
bolognese: Fiori di strada, Emergency, Piazza
Grande, Amnesty International, Gruppi di
acquisto Solidale, AVIS, Associazione Multietnica,
SOS Donne, Casa delle Donne, Sokos, ecc…
● domenica 24 Maggio
Campo calcio
09.00 - Triangolare di Calcio ad 11 “Memorial
Bandiera”
21.30 - Ma le stelle stanno a guardare?
Intanto le guardiamo noi! postazione telescopica
(a cura gruppo Astrofili DLF)
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF)
Sala Gialla
21.30 - La sera della taranta: esibizione del
gruppo Paranza Ammiscata
● mercoledì 27 Maggio
Stazione FS Casalecchio di Reno
8.30 - Escursione guidata del Canale Navile (a
cura del Gruppo Escursionismo del DLF)
Sala Verde
11.00 - “I Giornali dei DLF”: Incontro - seminario
dei redattori delle testate giornalistiche del
circuito DLF (a cura redazione Tempo Libero)
Campo Tennis
19.00 - Quadrangolare Tennis Memorial Nerozzi
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF)
Pista Pattinaggio
20.00 - Laboratorio Danza Africana
● lunedì 25 Maggio
(laboratorio a cura dell’Associazione Oltre)
Campo calcio
17.30 – 1° “Memorial Ettore Bufalieri”: Torneo di Campo calcio
20.30 – Torneo UISP-DLF di Calcio ad 11
calcio a 7 (primo turno di qualificazione)
Giardino dell’Osteria
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) 21.30 - Ensemble Mandolinistico Estense:
orchestra a plettro (concerto “canzone
Locomotiv Club
napoletana d’autore”) - nel corso dello spettacolo:
20.30 - La Compagnia Teatrale del Dlf As fa
Esibizione di Danza del Ventre
quall ch’as pôl presenta: “A t al zûr” commedia
dialettale in tre atti di Cesarina Tugnoli. La
● giovedì 28 Maggio
rappresentazione sarà preceduta da un incontro
Campo Tennis
dei gruppi Handicap, Turismo, Ciclismo e Pesca
14.00 - Giornata FESTENNIS: festa di tutti i
del DLF con i presenti in teatro
corsisti che hanno partecipato ai Corsi 2008/2009
Campi Tennis
19.00 - Quadrangolare Tennis Memorial Nerozzi
21,00 - Triangolare Pallavolo
Palestra DLF
● martedì 26 Maggio
Parco DLF
18.30 - Gara podistica: Staffetta a squadre
Sala Riunioni
18.30 - Proiezione diapositive a tema: “il ghetto
ebraico di Bologna” (a cura di Roberto Bertocchi,
organizzazione Gruppo Turismo DLF)
Campo Tennis
19.00 - Quadrangolare Tennis Memorial Nerozzi
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF)
Inoltre: Le crescentine del Gruppo Pesca: serata
di crescentine e vino rosso
Campo calcio
20.30 – Torneo UISP-DLF di Calcio ad 11
Giardino dell’Osteria
21.00 - Serata Canora Musicarti DLF: saggio
scuola canto
16.00 - Saggio-dimostrazione scuola judo bambini
e ragazzi (a cura di New Musokan)
18.30 - Saggio-dimostrazione scuola judo adulti
(a cura di New Musokan)
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF)
Campo calcio
20.30 – Torneo UISP-DLF di Calcio ad 11
Sala Gialla
21.00 - Musica, Canto e... Danza del Ventre
(a cura di Sempre Avanti)
Sala Riunioni
21.00 - Incontro dibattito con candadati al
Parlamento europeo: L’acqua un bene pubblico
(a cura del Comitato Bolognese di difesa acqua
bene comune)
Arena Puccini
21.30 - Rassegna Express Festival: Psychic TV
(a cura Locomotiv Club)
● venerdì 29 Maggio
Palestra DLF
16.00 – Esibizione di balli caraibici Afro-Salsa (a
cura Accademia Danza Azucar)
Campo calcio
17.30 – 1° “Memorial Ettore Bufalieri”: Torneo di
calcio a 7 (secondo turno di qualificazione)
Campo Tennis
18.00 - Quadrangolare Tennis Memorial Nerozzi Finale
Sala Riunioni
18.30 - “Re Enzo – la storia” (proiezione
diapositive a cura di Roberto Bertocchi,
organizzazione Gruppo Turismo DLF)
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF)
Sala Biliardi Bar del Parco
20.00 – Gara/Esibizione di Biliardo
Sala Gialla
20.30 - Manifestazione Nazionale di Boxe (a
cura Sempre Avanti)
Arena Puccini
21.30 - Rassegna Express Festival: God is an
Astronaut (a cura Locomotiv Club)
● sabato 30 Maggio
Piazzale Sala Gialla/Campo di calcio
14.00 - Il Parco dei bambini: giochi, mercatino,
mostra scambio e altro.
15.00 - Laboratorio ceramica RAKU di Franco
Chiappetta
15.00 - Museo Ferroviario / Fermodellistico del
DLF: dimostrazione dinamica del funzionamento
dei plastici ferroviari
(a cura del Gruppo Fermodellistico DLF)
15.00 – In collaborazione con
“The Warrior’s Show” - Animazione per bambini:
magie, giocolerie, fiammate, equilibrismi e
tante altre follie entusiasmanti. Zucchero filato,
saltaballa gonfiabili, porta fai gol, spettacolo
finale.
Sala Gialla
15.30 - Sabato ring: Speciale Thai Boxe
(a cura di Sempre Avanti)
Sala Verde
17.00 - Maestri ed allievi in musica: pomeriggio
musicale (a cura Scuola Musica DLF)
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF)
Arena Puccini
21.30 - Rassegna Express Festival: MATMOS
(a cura Locomotiv Club)
Campo calcio
21.30 - Ma le stelle stanno a guardare? Intanto le
guardiamo noi! postazione telescopica
(a cura gruppo Astrofili DLF)
● domenica 31 maggio
Lago Sapaba
9.30 - Io pesco e tu…..? La Festa in gita al lago.
Giornata di pesca, divertimento, primi piatti e
mega grigliata in compagnia del Gruppo Pesca
del DLF di Bologna (pranzo campestre € 12.00 da
prenotare al 334 1972807 - Lucchetti)
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF)
Arena Puccini
21.30 - Rassegna Express Festival: AKRON
FAMILY + WOMEN (a cura Locomotiv Club)
Sala Gialla
21.30 - Serata di Ballo (a cura di Sempre Avanti)
● lunedì 1 giugno
Campo calcio
17.30 - 1° “Memorial Ettore Bufalieri”: Torneo di
calcio a 7 (semifinali e finale)
Osteria Puccini
19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF)
Locomotiv Club
21.30 - Rassegna Express Festival: SUNN O + PAN
SONIC (a cura Locomotiv Club)
Per tutta la durata della festa
• Stand gastronomico – ristorante dalle 19,00 (sabato anche a pranzo)
• Bar – panini – piadine – bibite
• Mostra collettiva: i pittori dell’Officina dell’Arte DLF
Pianta della festa
caccia
Il pointer del cacciatore
di Moreno Santandrea
I
l Pointer Club d’Italia
in collaborazione con la
FIDC Regionale Emilia
Romagna e la FIDC Provinciale di Bologna ha organizzato questa manifestazione,
che ha come obiettivo quello
di avvicinare gli utilizzatori
del Pointer che non partecipano a prove di lavoro o esposizioni ufficiali, e ampliare il
campo di osservazione e controllo sulla popolazione dei
soggetti impiegati alla caccia
e sui prodotti dell’allevamento. La manifestazione, autorizzata dall’Enci come Prova
Speciale in conformità al regolamento delle prove per cani da ferma, mira a controllare nei soggetti partecipanti il
bagaglio di qualità attitudinali all’esercizio venatorio e una
indispensabile conformità di
tipo. Essa consiste in una prova di lavoro con selvatico abbattuto e una verifica morfologica il cui giudizio affidato a
esperti giudici Enci. La manifestazione si è svolta il 4 Aprile presso la ATV Val di Zena
a Pianoro (BO) gentilmente
concessa dalla FIDC di Bologna, 20 i Pointer partecipanti
anche extra regionali che,
suddivisi in due batterie, si
sono cimentati nella prova
individuale su starne, nella
prova a coppie e alla verifica morfologica. Purtroppo la
stagione non è stata clemente, in quanto a metà mattina-
ta la pioggia è scesa copiosa,
ciò nonostante grazie all’ottima organizzazione la prova
si è svolta regolarmente e la
selvaggina si è dimostrata ottima volatrice. I giudici Enci
Piero Frangini e Piero Monti
hanno espresso soddisfazione per la qualità dei soggetti
presentati riscontrando una
buona tipicità di razza e corretta costruzione ed hanno
stilato le classifiche come di
seguito elencate:
1a Batteria Giudice Piero Monti
1° Penny f cond. Spina
2° Pluchin m cond. Magnani
3° Paco m cond. Cavallaro
4° Pepe m cod. Galvani
2a Batteria Giudice Piero Frangini
1° Basil m cond. Galli
2° Caelum Neve f cond. Zavaglia
3° Ivan m cond. Pieni
Classifica finale dopo i turni in coppia e verifica morfologica
1° Basil m di Galli
2° Caelum Neve f di Zavaglia
3° Paco m di Cavallaro
Alla fine, bagnati ma contenti, tutti a tavola con una
fumante grigliata di carne e un buon bicchiere di vino.
La tajadela scundè (la storia che ritorna)
di Valter Serafini
1)Le Ronde e La Crisi Economica... nel ‘300
La crisi economica è al centro dei dibattiti odierni, così
come lo è l’istituzione delle “ronde”, ma cosa succedeva
a Bologna poco più di settecento anni fa? Il celebre notaio Rolandino dei Passeggeri, uomo d’idee Guelfe, nel
1265 si era dato alla politica con un’idea fissa, cacciare
da Bologna gli odiati Ghibellini. La città era divisa tra
chi simpatizzava per i Geremei, (favorevoli ai Guelfi),
e chi per i Lambertazzi (favorevoli ai Ghibellini), e fu
solo con una cruenta battaglia armata, segnata da morti, incendi e saccheggi, che nel 1274 Rolandino riuscì
nel suo intento. I Lambertazzi e i loro seguaci furono
costretti ad abbandonare Bologna, ma i disordini, però,
continuarono. Allora Rolandino istituì una “ronda” di
2000 uomini armati, chiamata Compagnia della Croce,
perché “vigilasse” sui reietti giorno e notte. Tutto ciò aumentò ancora le spese, e quando lo “statista-notaio” nel
1300 lasciò questo mondo, Bologna si trovò economicamente in ginocchio! Ed ecco le “soluzioni” adottate dai
Governanti per risolvere la crisi finanziaria.
2)Bloccare gli stipendi ai muratori e a chi lavora nell’edilizia!
3)Ai matrimoni gli invitati devono essere poche decine, e
il pranzo di nozze non superare le tre portate.
4)Nell’abbigliamento delle donne, lo strascico, (di moda a
quei tempi), non deve superare i cinquanta centimetri.
Seguono altre limitazioni, ma interessante è la postilla
finale, dove si legge che i signori, gli ufficiali, e i dottori
dello studio, unitamente alle loro mogli, sono esentati dal
rispettare queste norme!”
11
turismo
Panzèta in Patagonia
visita la Penisola Valdes
di Valter Serafini
“G
irare la PATAGONIA in auto da
solo – dissero le
ragazze dell’Agenzia Viaggi
il Treno del DLF a Panzèta
– sia per le enormi distanze
da percorrere in zone completamente desertiche, sia
per le pessime condizioni
delle strade, non è consigliabile”- Fu questo il motivo per cui Panzèta accettò
d’aggregarsi ad un gruppo,
(prontamente trovato per
lui dall’Agenzia Viaggi Il
Treno), che da Buenos Aires
sarebbe volato in PATAGONIA. Dopo due ore di volo
Panzèta si trovò così nella
PENISOLA VALDES, una
delle RISERVE FAUNISTICHE PIU’ BELLE AL MONDO. Grande come la Provincia di Bologna, con oltre 400
km. di linea costiera, l’area,
piatta come un biliardo, ha
una vegetazione bassa e cespugliosa. Costantemente
battuta da un vento sferzante, è abitata da animali che
solitamente noi vediamo sui
libri e nei documentari! Un
luogo stupendamente selvaggio, caratterizzato dalla
mancanza di “campo” per i
cellulari, e dalla inesistente
linea telefonica! Ci fu nel
gruppo chi mugugnò, ma
anche chi, come Panzèta,
apprese la notizia come una
liberazione dalla schiavitù
del telefonino! Nel tragitto
in pullman che intercorse
12
dall’aeroporto a PUERTO
MADRYN, la guida locale
preannunciò al gruppo l’avvistamento della Balena
franca australe, presente
in queste acque dal mese di
Giugno ai primi di Dicembre. Panzèta, scettico, pensò
che queste balene a rischio
d’estinzione avessero altro
da fare che farsi fotografare
da un nugolo di turisti, ma
dovette ricredersi! Appena
al largo, infatti, apparvero
diverse balene e alcuni balenotteri, che iniziarono a
far salti ed evoluzioni facendo traballare l’imbarcazione! A quel punto il difficile
per Panzèta non fu il restare
in equilibrio sul natante, ma
evitare le gomitate dei turisti, impegnati come lui nel
fotografare un evento per
tutti...unico! Dopo questa
emozione, la guida accompagnò il gruppo ad osservare gli elefanti marini, che,
quasi immobili sulla spiaggia, ad un primo sguardo
possono essere scambiati
per massi o dune di sabbia.
I maschi, (che sono molto
più grandi delle femmine),
arrivano a pesare fino a
3.500 kg., e possono avere
un harem anche di 100 femmine, (e c’è chi si lamenta
dell’unica moglie che ha,
pensò Panzèta!). Non mancò
di fotografare poi i leoni marini, un po’ più piccoli degli elefanti e con un harem
meno numeroso! Quando
arrivarono a PUNTA DELGADA, Panzèta scoprì che
l’albergo era una ex scuola
della Marina Militare Argentina, con tanto di faro, e che
era anche l’unica costruzione esistente, e ciò aggiunse
fascino alla sua avventura!
Passeggiare poi nella Steppa Patagonica armato di
macchina fotografica, fu
per Panzèta un’esperienza
indimenticabile! La prima
foto la scattò ad un armadillo che sgattaiolò subito
nella tana. Poi fotografò un
paio di lepri patagoniche
(roditori abbastanza simili
ai capibara), seguite da un
gruppo di nandù, (un tipo
di struzzo originario di queste zone), e alcuni guana-
co, che si disputano con le
pecore, (allevate libere per
la carne e per la lana), il
rado pascolo esistente. Non
fu però facile per Panzèta,
resistere a lungo allo sferzante vento patagonico, e
si rese conto del perché la
Penisola Valdes è praticamente disabitata! Quando
fu accompagnato a PUNTA
NORTE, Panzèta si stupì
della colonia di pinguini di
Magellano esistenti! Animali curiosissimi, emigrano su
questa spiaggia da Agosto ad
Aprile, e si avvicinavano alle
persone senza timore, come
se volessero fare amicizia, (è
però proibito toccarli o dar
loro cibo)! Fantastici! L’ultima tappa fu a TRELEW,
una cittadina nata nel 1865
dallo spirito avventuroso di
alcuni Gallesi, il cui orgoglio è il fantastico Museo
Paleontologico. Il Museo è
intitolato a Egidio Feruglio,
un paleontologo italiano arrivato in Argentina nel 1925,
che fece ritrovamenti eccezionali, tra cui diversi fossili
di dinosauro! Allestito in
modo stupefacente, è una
esposizione assolutamente
da non perdere! I cellulari,
intanto, avevano nuovamente campo, e mentre tutti si
tranquillizzavano, Panzèta
sentenziò che la Penisola
Valdes è un luogo così straordinario, che una persona,
almeno una volta nella vita,
“deve” visitare!
cultura
Si fa presto a dire scultura
Le terrecotte di Guido Mazzoni e Antonio Begarelli in mostra a Modena
di Renzo Pocaterra
S
ull’argomento fa testo
la distinzione di Michelangelo che privilegiava
l’arte del togliere da quella
del mettere. E aveva naturalmente ragione. Non per nulla
passava tanto tempo sulle
pendici delle Apuane alla
ricerca dei marmi nei quali
già intravedeva le forme delle
sue creazioni. Nelle regioni
ricche di pietre naturali si è
sviluppata nei millenni una
tradizione fondata su martello e scalpello: per le pietre
della pavimentazioni e delle
costruzioni: case, palazzi,
ponti, torri e castelli; per le
decorazioni, capitelli, insegne, pietre tombali. Dal nord
e dalla Toscana vennero a
frotte scultori e scalpellini al
servizio dei potenti. Tutto ciò
che si vede scolpito in pietra
in città, a cominciare dalle
centinaia di capitelli che reggono gli archi dei portici, è
in gran parte dovuto a ignoti
scalpellini comaschi. L’Emilia, tolti i fragili macigni di
arenaria dell’Appennino, non
ha pietre naturali . Ha quindi
dovuto sviluppare l’arte del
laterizio e della terracotta.
Mattoni e tegole per le case,
terrecotte per le stoviglie (il
cui nome stesso ha questo
significato), le decorazioni e
splendide figure in terracotta
alcune delle quali sono giunte
fino a noi. A Bologna abbia-
mo avuto il pugliese Nicolò
dell’Arca che ci ha lasciato le
più belle terrecotte del mondo: la splendida Madonna di
piazza che sta sulla facciata del Palazzo d’Accursio,
l’aquila posta sulla facciata
di San Giovanni in Monte e
il Compianto di Santa Maria
della Vita, considerato (con
buona pace di Michelangelo)
la più importante scultura del
Quattrocento italiano. Non dimentichiamo poi che Bologna
conserva le terrecotte del ferrarese Alfonso Lombardi. Il
Compianto della cattedrale di
San Pietro e il Funerale della
Vergine in Santa Maria della
Vita. A ben vedere qualche
vantaggio, anche artistico, la
terracotta ce l’ha in confronto al marmo. La sua leggerezza permette di ottenere una
varietà di forme molto più difficili per il marmo Pensiamo
agli abiti svolazzanti ed alle
braccia spalancate della Maddalena di Nicolò. Questi particolari sono molto evidenti
nelle opere di Guido Mazzoni
(1450 ca-1518) e Antonio Begarelli (1499 ca-1565) in mostra a Modena, dal 21 marzo
al 7 giugno, al Foro Boario e,
per alcuni gruppi di difficile
rimozione, in alcune chiese
cittadine. Mazzoni e Begarelli
ci mostrano anche un aspetto
che nelle terrecotte bolognesi
è andato perduto: la policro-
Begarelli: Testa di Cristo
Mazzoni: Testa di vecchio
mia. La terracotta, come il
legno e la ceramica, prende
bene il colore e fa dell’immagine scolpita un dipinto
tridimensionale.
L’effetto
ottenuto è tanto forte e realistico che non poche di queste
opere poste nelle chiese, ne
sono state private perché la
loro evidenza distraeva i fedeli dalle funzioni. Secondo alcune testimonianze la figura
della Maddalena, con gli abiti
svolazzanti, coloratissimi ed
aderenti al corpo, distraeva e
turbava addirittura i sacerdoti che officiavano i riti sacri.
Molte delle sessanta opere
di Guido Mazzoni e Antonio
Begarelli, esposte al Foro Boario hanno mantenuto i colori
originali con effetti, in alcuni
casi, di impressionante realismo. Si tratta di due grandi
artisti poco conosciuti e poco
studiati anche nella loro città come dimostrano alcune
opere scoperte recentemente e qui presentate. Questo
è il merito principale della
mostra che mette anche in
evidenza le relazioni che vi
sono state fra scultura e pittura. Così Nicolò dell’Arca
ha tratto ispirazione per il
compianto da Ercole de Roberti e il Mazzoni dallo stesso
Nicolò, mentre Antonio Begarelli non è sfuggito al fascino
della grazia raffinata di Antonio Allegri. Un altro grande vantaggio della terracotta
sulla pietra naturale è dato
dalla possibilità di comporre
gruppi di figure ottenendo
suggestivi effetti pittorici
tridimensionali. Il soggetto
più frequente di queste composizioni è il Compianto, la
scena drammatica della disperazione dopo la deposizione di Gesù dalla croce. Degli
apostoli è presente il solo Giovanni, l’unico che assistette
alla crocifissione. Vi sono poi:
Giuseppe di Arimatea, che
tolse Gesù dalla croce, lo avvolse nella sindone e gli fornì
il sepolcro, e le tre Marie, la
Madonna, Maria di Salome e
Maria Maddalena, colei che
appare sempre la più disperata e inconsolabile. Può esservi anche Nicodemo, il santo
che, insieme a Giuseppe di
Arimatea, imbalsamò Gesù.
Nella mostra sono presentati numerosi Compianti. Altri
gruppi sacri sono conservati
nelle principali chiese di Modena: fra questi consigliamo
la Deposizione di Cristo dalla croce nella Chiesa di San
Francesco, il Compianto nella
Chiesa di San Pietro e Gesù in
casa di Marta e Maria in San
Domenico. Sono tutti del Begarelli e sono bellissimi.
13
opinioni
A proposito di Galilei...
di Giovanni Fortuzzi
L’
articolo Attualità della “Vita di Galileo” e
di “Il fuoco della Ragione”, pubblicato in questa
stessa rivista (marzo 2009,
pag. 10) mi sembra un concentrato di luoghi comuni
che dimostra come l’ideologia “razionalista” sia incapace di leggere obiettivamente
la realtà, accusando la Chiesa di un oscurantismo che
invece è proprio caratteristico di un certo laicismo di
basso profilo. Premesso che
i processi subiti da Galileo
e Giordano Bruno (come da
tanti altri) da parte dell’inquisizione romana sono stati
un fatto gravissimo contro la
libertà di pensiero e contro
la verità scientifica, vorrei
ricordare che di questi errori commessi la Chiesa ha
piena consapevolezza e già
da lungo tempo ne ha chiesto pubblicamente perdono
a Dio e agli uomini; del resto,
è già un grande atto di umiltà il fatto di chiedere perdono di colpe commesse da
altri, come è stato fatto negli
ultimi decenni dai Papi e dai
rappresentanti della Chiesa
universale: se lo si è fatto, è
proprio nella consapevolezza che i peccati di ciascun
membro della Chiesa fanno male a tutta la Chiesa e
al mondo intero, essendo
una controtestimonianza rispetto all’insegnamento del
Vangelo. Peccato che non ci
sia la stessa umiltà da parte
di molti nel riconoscere le
colpe contro la Chiesa e i
cristiani; che nessuno metta in luce la persecuzione
costante e ingiusta nei confronti dei discepoli di Cristo
in tutto il mondo. In un’epoca dove si fa della libertà di
pensiero e di espressione
la bandiera della “mondo
moderno”, gli unici che non
hanno diritto di esprimere il
proprio pensiero sono pro-
14
prio i pastori della Chiesa
e i cristiani coerenti con
la verità della fede che
professano. Questo è il
risultato dello “sviluppo
della società laica rinascimentale e moderna”,
che ha cercato di mettere a tacere la Chiesa in
tutti i modi, anche con la
violenza (basti pensare
alla rivoluzione francese,
portatrice – a suo dire di “libertà, uguaglianza,
fraternità”). E anche oggi
la violenza di questo laicismo razionalista è sotto
gli occhi di tutti, anche se
è vietato chiamare le cose
con il loro nome. Ogni giorno, quante vittime innocenti
della cosiddetta scienza e
del progresso (aborto, eutanasia, soppressione di embrioni usati per soddisfare i
capricci delle persone, eugenetica… tutte cose condannate se fatte dai nazisti, ma
che ora si fanno con tutta
naturalezza, rivestite di parole che le fanno diventare
buone: libertà della donna,
rispetto della sofferenza
umana, diritto al figlio, diritto al figlio sano e bello, eccetera). Facile deplorare la
violenza di un’Inquisizione
del XVI secolo, dove la condanna a morte era considerata normale prassi per eliminare i nemici della pace e
della verità; ma perché non
lo si fa anche per le vittime delle ideologie derivate
dall’illuminismo e dal rinascimento? Tanto di cappello
a Galileo, un grandissimo
scienziato e cercatore della
verità (fra l’altro amico del
Bellarmino che lo ammirava
e che lo consigliò di ritrattare certe sue tesi per difenderlo da guai peggiori); riconosciamo la libertà intellettuale di Giordano Bruno
(che pure fu giustamente dichiarato eretico dalla Chie-
sa per le sue dottrine che
anche oggi possiamo ben
ritenere false, e talmente
confuse da essere parimenti
condannato dai luterani e
dai calvinisti, da cui cercò
successivamente rifugio!).
Ma perché non si riconosce
la stessa libertà intellettuale di grandi teologi e filosofi
cristiani che hanno illuminato tutti questi secoli con
la loro sapienza profetica?
Perché liquidare i secoli XVI
e XVII come i secoli della
violenza di una “Fede organizzata”, tutta chiusa nella
difesa di posizioni indifendibili, dimenticando una fioritura di santità e di esempi di
amore per i poveri proprio in
quel periodo così forte? Solo
per ricordare alcuni nomi:
Tommaso Moro (laico ucciso
per la sua fedeltà al Papa e
la sua coerenza di vita e di
morale), Francesco Saverio
(missionario in Cina e India, che deplorava l’assenza
in quelle terre di tutti quei
“sapienti” delle università
europee che sapevano solo
fare bei discorsi), Filippo
Neri (fondatore degli oratori
per l’assistenza e l’educazione dei giovani), di questi e di
tanti altri non si ricorda nessuno, ma senza di loro, cosa
sarebbe il nostro mondo?
Un’ultima nota sul rapporto
fede-ragione, considerati
“due metodi di pensiero
non conciliabili, dato che
la scienza è “portatrice di
verità”, mentre la fede è
“portatrice di menzogna
e sostegno del potere”.
La loro coesistenza pacifica, dice il nostro autore,
è possibile solo grazie al
“pensiero laico e democratico”. In questo modo non
si fa altro che condannare
la ragione come “dogmatica”, una controparte di
una fede altrettanto “dogmatica”. Questa visione mi
sembra un po’ sorpassata!
Perfino Galileo condannerebbe queste affermazioni.
Si tratta infatti di una distinzione di campi, non di
una contrapposizione per
cui una è la verità e l’altra è
la menzogna! Non si può condannare la mentalità chiusa
della Chiesa al tempo di Galileo, se poi se ne assumono
i medesimi principi! Fede e
ragione sono due aspetti complementari della vita dell’uomo, dato che si occupano di
due aspetti della realtà e della verità. La scienza si occupa
di rispondere alle domande
su ciò che si sperimenta coi
sensi, mentre la fede dà le
risposte al senso delle cose e
della realtà. L’una senza l’altra è monca e non può avanzare, come noi abbiamo bisogno di due gambe per stare
in piedi e camminare! “Credo
per comprendere e comprendo per meglio credere” era il
detto di Sant’Agostino Dottore della chiesa e filosofo del
IV secolo. Invito l’autore, prima di fare certe affermazioni, di ascoltare la voce dello
stesso Galileo, che aveva ben
chiaro questo concetto, e di
leggersi l’enciclica “Fides et
Ratio” di Giovanni Paolo II,
come anche il magistero di
Benedetto XVI, molto attento
a questi temi.
lavoro
Amianto: un subdolo assassino
Un materiale straordinario che uccide senza pietà
di Romano Cattani
O
rmai, oggi, tutti sanno
quanto sia pericoloso
lavorare a contatto
con questo materiale e, di
conseguenza, inalarlo. I minuscoli aghetti che compongono l’amianto, se inalati, si
annidano per anni nei polmoni e quando si manifestano, anche dopo 25 o 30 anni,
non c’è più nessuna speranza e nel giro di pochi anni,
per le persone colpite non
c’è più rimedio. Fino agli
anni settanta non si era dato
il necessario peso al problema e il personale continuava
a lavorare in presenza del
pericolo senza le necessarie
protezioni. Nell’ambiente
ferroviario, anche se in ritardo, e a seguito di spinte
delle rappresentanze sindacali, si cominciò ad attivare
un programma di protezione
delle lavorazioni necessarie
per le opportune decoibentazioni del materiale ferroviario dove l’amianto aveva
trovato applicazione su larga scala. Intanto, però, chi
era stato colpito, col passare
degli anni, ne subiva le ter-
ribili conseguenze. Venne
anche attuato un programma di visite mirate ma, sappiamo bene che, sarebbero
servite solo per anticipare
il nefasto verdetto. Nel frattempo questo materiale è
stato messo fuorilegge solo
nel 1992. Questo accadeva
nell’ambiente ferroviario,
invece l’industria privata ha
continuato per anni a produrre amianto e suoi derivati. Ancora oggi ci sono strut-
L’angolo della poesia
ture pubbliche e private ove
non è stata fatta nessuna
sanatoria, per non parlare
delle discariche abusive ove
si butta di tutto e di più. Del
problema, in seguito, se ne
è occupata anche la magistratura che, accogliendo le
denuncie dei famigliari delle vittime e delle organizzazioni sindacali, si è attivata
in indagini e processi. Di
recente si è concluso un processo, per le morti avvenute
in una delle officine ferroviarie della nostra città ove
si è riconosciuta la responsabilità di alcuni dirigenti
che avevano operato in quegli anni. Ma il problema è
ben lungi dall’essere risolto
in tutte le sue ramificazioni,
per l’amianto e per tanti altri prodotti nocivi che il personale operaio si è trovato a
manipolare prima che ci si
attivasse con provvedimenti
protettivi adeguati.
Luigi Lepri (Gigén Lîvra – 2002)
Da Dscårret in bulgnaiś? Di Daniele Vitali
Prêda bulgnaiśa
Pietra bolognese
am pèr ed capîr i quî che t pû cuntèr.
T naséss int na furnès, e däntr ed té
S én amucè méll våuś ch’a vrévv dśgatièr.
I én våuś che cme una spånga t è asurbé
mi pare di comprendere i fatti che puoi raccontare.
Sei nata in una fornace, e dentro di te
Si sono ammucchiate mille voci che vorrei districare.
Sono voci che hai assorbito come una spugna
E mé ai sént tótti. Algrî o gran dulûr,
suffrétt ch’al bói, ciâcher int un ruglàtt,
bån säns,famai, padrón e servitûr,
E io le sento tutte. Allegria o grande dolore,
soffritto che bolle, chiacchiere dentro un capannello di persone,
buon senso, famiglie, padroni e servitori,
batâli ed libartè, pòpol bandàtt.
E po’ stra l våuś e i méll e méll armûr
A sént la melodî dal mî dialàtt.
battaglie per la libertà, popolo benedetto.
E poi, tra le voci e i mille e mille rumori
Sento il dolce suono del mio dialetto.
Prêda, Prêda ed Bulåggna, se ascultèr
An è l amstîr ed tótt, adès t î qué
Bän strécca int äl mî man, a vói pruvèr
A sénter quall t um dî. Adèsa sé,
Pietra, pietra di Bologna, se l’ascoltare
non è mestiere di tutti, adesso sei qui
ben stretta nelle mie mani, voglio provare
di sentire quello che mi dici. Ora sì,
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