LA PRIMA GUERRA MONDIALE: DALLE TRINCEE ALL
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LA PRIMA GUERRA MONDIALE: DALLE TRINCEE ALL
Sul fronte orientale i primi di settembre i tedeschi fermarono l’offensiva russa con le battaglie di Tannenberg e dei Laghi Masuri Intanto, però, i russi fermavano gli austriaci, costringendoli ad abbandonare la Galizia: anche sul fronte orientale la guerra si stabilizzava e diveniva guerra di trincea LA PRIMA GUERRA MONDIALE: DALLE TRINCEE ALL'ENTRATA IN GUERRA DELL'ITALIA 1915 - 1916 IN ITALIA INTANTO Situazione bloccata sul piano militare Nella battaglia di Ypres per la prima volta, (aprile 1915) i tedeschi usarono il gas asfissiante, che perciò fu chiamato iprite Mentre gli eserciti continuavano a fronteggiarsi nelle trincee, nei singoli Paesi milioni di uomini, donne, vecchi e bambini venivano impegnati per produrre armi, munizioni, autocarri e beni alimentari Sul mare il controllo della situazione venne preso dalla Gran Bretagna, che istituì il blocco continentale per impedire i rifornimenti via mare agli imperi centrali i tedeschi risposero con la guerra sottomarina, attaccando indiscriminatamente anche navi di Paesi neutrali e navi passeggeri (1915 piroscafo inglese Lusitania) Da una parte stavano gli INTERVENTISTI: I nazionalisti volevano dichiarare guerra all’Austria per recuperare Trentino e Trieste e per fare dell’Italia una grande potenza imperialista; pensavano anche che la guerra avrebbe eliminato i deboli (principio di razzismo) I democratici – repubblicani che volevano le terre irredente Alcuni socialisti e sindacalisti che speravano così in una crisi del capitalismo e nella rivoluzione socialista Liberal – conservatori, che volevano indebolire i movimenti sociali di protesta I proprietari delle grandi industrie che volevano accrescere i loro profitti Mussolini, che fu espulso dal Partito socialista Re Vittorio Emanuele III per aumentare propria popolarità in caso di vittoria Dall’altra parte stavano i NEUTRALISTI: La maggioranza dei socialisti, contrari per principio alla guerra e convinti che la guerra avrebbe portato danno alle classi più povere I cattolici, anche perché l’Austria era potenza cattolica Giolitti e i giolittiani, convinti che l’Italia avrebbe potuto realizzare l’obiettivo di recuperare le terre irredente attraverso trattative diplomatiche e che non fosse pronta per affrontare un conflitto Gli imperi centrali erano inferiori numericamente e avevano sempre più difficoltà a rifornirsi a causa del blocco navale britannico Mentre si combatteva a Verdun (21 febbraio 1916 – dicembre 1916; detta la “Caporetto francese”) i francesi, con l’aiuto degli inglesi, scatenarono la controffensiva sul fiume Somme (luglio – novembre 1916). Per la prima volta comparvero i carri armati (lettura p. 47) Il governo italiano trattava sia con l’Austria (che aveva offerto alcuni territori in cambio della neutralità) sia con l’Intesa Il 26 aprile del 1915, Salandra, con l’appoggio del re, stipulò con Inghilterra, Francia e Russia un accordo segreto, il Patto di Londra l’Italia si impegnava ad entrare in guerra entro un mese e si assicurava, in caso di vittoria, il Trentino, l’Alto Adige, Trieste, Gorizia, l’Istria, con l’eccezione di Fiume, e la Dalmazia (vedi p. 44) Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra solo all’Austria (non alla Germania, perché si pensava che l’intervento avrebbe dovuto limitarsi alla liberazione delle terre irredente; solo un anno dopo le potenze alleate convinsero l’Italia a dichiarare guerra anche alla Germania) La Camera voleva mantenere la neutralità: era necessario sollevare l’opinione pubblica Alla testa del movimento si pose D’Annunzio, che nelle “radiose giornate di maggio” del 1915 (dimostrazioni organizzate a Roma) esaltava i giovani a prendere le armi contro il tradizionale nemico dell’Italia: l’Austria L’opinione pubblica fu convinta