Nigeria - Camere di Commercio

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Nigeria - Camere di Commercio
Ufficio E-commerce e Commercio Estero
Sportello per l’internazionalizzazione
FOCUS
NIGERIA
Via Garibaldi, 4 - 16124 Genova
Tel: 010 2704560 - Fax: 010 2704298
E-mail: [email protected]
Sito: www.ge.camcom.gov.it
SUPERFICIE
923.768 km²
POPOLAZIONE
178.721.000 (2015)
LINGUA
Inglese (ufficiale), Yoruba, Igbo, Hausa
RELIGIONE
mussulmana (50% circa),
cristiana (48% circa)
CAPITALE
Abuja
FORMA ISTITUZIONALE
Repubblica Federale
UNITA’ MONETARIA
Naira (NGN)
TASSO D’INFLAZIONE
9% (2013)
TASSO DI DISOCCUPAZIONE
29.3% (2013)
PREVISIONE DI CRESCITA PIL
3,3% (2016 previsione)
COMPOSIZIONE SETTORIALE DEL PIL
Agricoltura 22%; Energetico 14%;
Terziario 48%, Industria 7%,
Telecomunicazioni 9%.
PIL PRO CAPITE
6.122 (USD $)
RISCHIO PAESE
H1 (8/10 categorie SACE)
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ANALISI SWOT (STRENGHTS, WEAKNESSES, OPPORTUNITIES, THREATS)
PUNTI DI FORZA
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PUNTI DI DEBOLEZZA
Prima Economia dell'Africa occidentale
e seconda dell'Africa Sub-Sahariana
Notorietà dell'eccellenza italiana in
Nigeria
Crescenti opportunità di esportazione in
settori di punta delle imprese italiane
Rilancio dell'agricoltura e dell'agroindustria
Opportunità offerte da ampio fabbisogno
di infrastrutture e di energia elettrica
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OPPORTUNITA’
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MINACCE
Cosa vendere:
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Articoli di abbigliamento (anche in pelle
e in pelliccia)
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
Mobili
Prodotti alimentari
Macchinari e apparecchiature
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Dove investire:
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Accesso al finanziamento
Inadeguatezza dell'offerta di
infrastrutture
Corruzione
Costruzioni
Energia elettrica, gas, vapore e aria
condizionata (anche da fonti rinnovabili)
Prodotti dell'agricoltura, pesca e
silvicoltura
Prodotti delle miniere e delle cave
Prodotti tessili
Fonte: www.infomercatiesteri.it - MAECI
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Disaccordi tra Governo e Parlamento
sull'attuazione di politiche e riforme
Carenza di infrastrutture
Eccessiva dipendenza dal settore
petrolifero
INFORMAZIONI GENERALI
QUADRO POLITICO
La Nigeria è indipendente dal 1° ottobre 1960. Il Paese è composto da diversi gruppi
etnici, linguistici e religiosi (circa 300): la popolazione è a maggioranza musulmana nel
nord e cristiana nel sud e suddivisa in differenti etnie, tra i quali gli Hausa, i Fulani, gli
Yourba e gli Igbo. Il frazionamento della nazione sembra essere alla base delle
instabilità che hanno da sempre caratterizzato la Nigeria, che ha dovuto subire diversi
colpi di stato militari.
Il presidente Buhari, appartenente al partito di maggioranza All Progressive Congress
(APC), ha vinto le elezioni del 2015 e dovrà svolgere un ruolo molto difficile: dovrà
rispondere alle alte aspettative sulla sicurezza, minacciata dai terroristi di Boko Haram,
e sul benessere, in un contesto di economia nazionale in rallentamento.
Una risposta positiva, potrebbe riportare l’APC alla vittoria alle prossime elezioni del
2019, oppure, in caso negativo, a vincere potrebbe essere il People’s Democratic Party
(PDP)
Se si osserva il Democracy Index 2015, pubblicato dall’Economist Intelligence Unit, si
può notare che il Paese si trova al 121° posto, classificato come ‘Regime Autoritario’, e
allo stesso tempo, secondo l’indice di Freedom House, Freedom in the World, il Paese
è da considerare come ‘Partly Free’.
Relazioni internazionali
La Repubblica Federale di Nigeria è uno dei Paesi Membri delle Nazioni Unite,
dell’Unione Africana e della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale
(Economic Community of the Western African States – ECOWAS / Communauté
Economique des Etats de l’Afrique de l’Ouest – CEDEAO).
In ambito ONU, la Nigeria è uno dei Paesi che invia più truppe per missioni di
ristabilimento o mantenimento della pace ed è attiva in iniziative concernenti la pace e
la sicurezza.
Abuja, la capitale, è anche la sede dell’ECOWAS e la Nigeria ha sicuramente
sostenuto gli interventi dell’Organizzazione e dell’Unione Africana.
Per sostenere la democrazia, promuovere la stabilità economica e per creare le
condizioni necessarie per favorire investimenti privati e l’accesso dei prodotti africani ai
mercati mondiali, la Nigeria, insieme ad altri Paesi, ha promosso la NEPAD (New
Partnership for African Development).
Il maggiore partner commerciale del Paese sono gli Stati Uniti d’America, che oltre a
questo sono i principali interlocutori internazionali a livello politico. Altri partner
commerciali, con cui il Paese mantiene buone relazioni, sono India, Cina e Russia.
La Nigeria ha sempre rispettato le decisioni degli organi della comunità internazionale,
anche se sfavorevoli ai suoi interessi (vedi il caso della sovranità sulla penisola di
Bakassi, 2002).
RISCHIO PAESE
RATING E BUSINESS CLIMATE
Indicatori di rischio
Rating
OCSE
6
S&P’s
B+
Indicatori di Business Climate
Doing Business 2016
Index of Economic Freedom 2016
Corruption Perceptions Index 2016
Moody’s
B1
Attuale
170° su 189
116° su 178
136° su 168
Fonte: SACE
4
Fitch
B+
Precedente
169° su 189
120° su 178
136° su 175
Il calo dei prezzi internazionali del greggio, la minore domanda da parte dei Paesi
emergenti e le condizioni meno favorevoli sui mercati finanziari frenano la performance
economica della Nigeria su livelli più bassi rispetto alla media degli ultimi anni.
Sul settore petrolifero nigeriano pesano inoltre una produzione di greggio e
investimenti nel settore estrattivo in discesa dal 2011.
Il settore bancario risulta più capitalizzato e solido rispetto alla crisi del 2008-09,
quando si resero necessari alcuni provvedimenti della Banca Centrale, tra cui iniezioni
di capitale e sostituzioni del management in alcuni istituti.
Il contesto giudiziario ed operativo è piuttosto difficoltoso vista la complessità
burocratica, la corruzione endemica e la scarsa trasparenza.
Lo stato delle infrastrutture è carente, soprattutto a livello di trasporti ed energia.
Resta elevato il rischio sicurezza nelle regioni settentrionali della Nigeria, dove è
maggiormente attiva la minaccia terroristica di Boko Haram.
ECONOMIA
QUADRO MACROECONOMICO
La Repubblica Federale di Nigeria è la maggiore realtà economica dell’Africa
occidentale e la seconda dell’Africa sub-sahariana dopo il Sud Africa.
La disoccupazione è piuttosto alta e più diffusa nel nord del Paese, tuttavia è molto
forte l’economia informale, con occupazioni che non emergono nei dati, ma che tuttavia
permettono specialmente ai giovani di conseguire alcuni guadagni.
L’economia è dipendente dal settore petrolifero. In termini di esportazioni è il 4° Paese
al mondo e possiede riserve provate di 37.200 milioni di barili, inoltre la Nigeria è l’11°
produttore mondiale di gas (OPEC), e possiede riserve comprovate di 5.134 miliardi di
metri cubi.
E’ il primo Paese OPEC per gas associati bruciati nell’atmosfera: se adeguatamente
sfruttati rappresenterebbero da subito un’aggiuntiva ed ingente risorsa.
L’agricoltura contribuisce in larga misura al PIL e tra ra le principali produzioni vi sono il
riso, la cassava, il cacao, le arachidi, l’olio di palma, il grano ed il sorgo. Anche
l’allevamento (ovini, caprini, suini e pollame) e la pesca rivestono una certa rilevanza.
Le industrie esistenti in Nigeria sono quelle estrattive del greggio e del gas, del
carbone, dello stagno, e della columbite. Forte è la produzione di cemento, di cui è
anche il principale esportatore.
Hanno dimensioni limitate l’agro-industria e la produzione tessile.
Nel terziario svolge un ruolo importante il settore pubblico che assorbe buona parte
della forza lavoro a livello federale, statale e locale.
INTERSCAMBIO COMMERCIALE
Interscambio Italia - Nigeria
Fonte: Statistiche ICE
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L’andamento del flusso import – export vede una predominanza delle importazioni sulle
esportazioni dal 2010 al 2016, sebbene negli ultimi anni le differenze sono meno
marcate.
Il grafico evidenzia una tendenza alla diminuzione dei flussi commerciali.
Interscambio Genova-Nigeria
Le imprese genovesi che hanno dichiarato di avere rapporti economici con la
Nigeria sono 17.
PROSPETTIVE FUTURE
Le prospettive per il futuro restano positive. Diversi analisti prevedono che il percorso
di sviluppo continuerà sulla stessa linea anche nel medio termine. La Nigeria mira ha
rientrare nelle prime 20 economie del mondo nel 2020 (Vision 20:2020) con un ideale
PIL di 900 miliardi di dollari e un reddito pro-capite di 4.000 dollari.
Nelle strategie future del nuovo Governo ci sarà l’emergenza energetica. D’altronde,
nonostante i copiosi investimenti fatti negli ultimi anni (20 miliardi di dollari dal 1999), i
180 milioni di nigeriani hanno a disposizione una quantità di energia elettrica
nettamente inferiore a quella necessaria per coprire il fabbisogno complessivo.
Il governo Buhari ha intenzione di correre immediatamente ai ripari attraverso progetti
mirati e concreti: ad esempio quelli che saranno avviati nella regione del delta del
Niger, ricca di petrolio e particolarmente strategica per Buhari dal punto di vista del
consenso politico, poiché abitata da un elettorato vicino all’ex Presidente Goodluck
Jonathan.
La produzione di materie prime, unita alla costruzione di grandi opere, dovrà essere
anche il volano per contrastare la disoccupazione nel Paese. In particolare, Buhari
punterà a rilanciare i settori agricolo e minerario ed a sostenere l’attività delle grandi
aziende in grado di affrontare progetti infrastrutturali come ferrovie e strade. Senza
dimenticare le imprese medio-piccole, alle quali sarà semplificato l’accesso al credito
per favorire la creazione di posti di lavoro.
L’insediamento del nuovo Presidente, pur nel difficile contesto in cui si troverà a
operare, costituisce la carta migliore a disposizione della Nigeria per superare
l’impasse nella quale si trova: l’obiettivo per il Paese è tornare a crescere a tassi più
sostenuti, giustificando così ulteriori investimenti internazionali dopo il parziale ritorno
di interesse a seguito della correzione del prezzo del petrolio.
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Ufficio E-Commerce e Commercio Estero
Sportello per l’Internazionalizzazione
C.C.I.A.A Genova
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Giugno 2016
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