3d gamma linea di skateboard

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Relazione: LIFE Platform Meeting: Circular economy: reducing waste generation from industrial sources and /or reducing hazardousness of industrial waste. Milano, 27‐06‐2016 In data 27 Giugno le Dott. sse Cigognini e Pironti, del Dipartimento Imballaggi di SSICA, hanno partecipato al Platform Meeting Life sull’economia circolare, attività di networking svolta nell’ambito del progetto BIOCOPACPLUS (LIFE 13 ENV/IT/000590). Il tema dell’incontro verteva sull’economia circolare e sulla riduzione degli scarti industriali e/o della loro pericolosità. La piattaforma, tramite un approccio bottom‐up, si è posta l’obiettivo di migliorare le performance del programma finanziario LIFE grazie all’ascolto dei feedback dei progetti LIFE in corso e ultimati. Nell’ambito di questo meeting, è stato presentato il Circular Economy Package, corredato da riferimenti normativi sull’attuale gestione dei rifiuti a livello europeo e dalla messa in evidenza sull’importanza della riduzione dei rifiuti. Sono inoltre stati citati gli artt. 4, 10 e 11 del Waste Framework Directive: l’art. 4 considera una priorità ridurre la quantità di rifiuti prodotti alla fonte, l’art. 10 incoraggia gli Stati membri a fare uso di raccolta differenziata dei rifiuti per facilitare o migliorare il recupero, l’art. 11 invita gli Stati membri a predisporre sistemi di raccolta differenziata come misure per promuovere l’alta qualità del riciclaggio. La prevenzione dei rifiuti è strettamente legata al miglioramento dei metodi di produzione, gli obiettivi entro il 2030 sono: ridurre i rifiuti legati al packaging del 75% e far in modo che il ri‐uso e il riciclo dei rifiuti occupi la quota del 65% a livello europeo mentre lo smaltimento in discarica dovrà abbassarsi a quota 10%. A questo link i dettagli: http://ec.europa.eu/environment/waste/target_review.htm Dopo la carrellata sul contesto legislativo, ambientale e sociale, si sono susseguite le presentazioni dei progetti LIFE selezionati per l’evento. Il primo progetto verteva sul riciclo e recupero del gesso, un materiale interamente e indefinitamente riciclabile, ma non semplice da recuperare e riutilizzare, vista la diversità in termini qualitativi dei tipi di gesso presenti sul mercato. (GtoG – LIFE11 ENV/BE/001039). Sono state illustrate le sfide che il progetto ha dovuto reggere (come i costi dei materiali di scarto, qualità dei materiali di scarto non percepita positivamente, ecc.) e le policy challenges legate al creare una cultura della decostruzione. Successivamente è stato presentato il progetto CRESIM, sul riciclo del fibre di carbonio e sulle svariate applicazioni dei materiali ottenuti in fibra di carbonio riciclata (CRESIM – LIFE11 ENV/IT/000095); il prodotto è è molto leggero e sarebbe l’ideale per il telaio di auto, componenti di bici, antenne paraboliche, skateboard, braccia robotiche, ecc. I problemi riscontrati erano legati al costo dell’impianto e alla mancanza di investitori interessati. Il progetto al momento è terminato, ma il responsabile attualmente segue il progetto LIFE+ K‐12, il quale mira a dimostrare la fattibilità di una tecnologia isolante innovativa con poliuretano per migliorare l’isolamento termico e l’efficienza energetica degli elettrodomestici del freddo. In seguito, il progetto REBus si è occupato di spiegare come ha sviluppato modelli di business circolari, attuando un risparmio efficiente delle risorse; per approfondire il tema, i partecipanti sono stati invitati a visualizzare i diversi casi studio su Youtube. Successivamente è stato presentato il progetto REVAWASTE, che ha presentato il suo obiettivo di realizzare impianti integrati e misti, con il trattamento di una vasta gamma di scarti (scarti industriali, agricoli e alimentari) attraverso processi di digestione anaerobica e trattamenti pirolitici. L’impianto dimostrativo è aperto a tutti per un’eventuale prova. Per quanto riguarda i problemi riscontrati, per loro è stato difficile trasformare gli stakeholders in un ritorno economico (ROI) (LIFE REVAWASTE – LIFE12 ENV/ES/000727). Un altro progetto presentato è stato ClosedLoopCarpet, impostato sulla possibilità di recuperare attraverso una separazione criogenica gli scarti provenienti dalla produzione dei tappeti che possono poi essere riutilizzati nuovamente nella produzione di tappeti e moquettes o depolimerizzati in materie prime. Fondamentale si rivela sempre il tema della replicabilità che in questo va di pari passo anche con i volumi trattati, l’efficienza 1 e la qualità dei materiali (ClosedLoopCarpet – LIFE12 ENV/NL/000269). Interessante è stato anche il progetto 3xEnvironment (o 3xSrodowisko), un progetto informativo, che intende aumentare la consapevolezza ambientale nelle piccole e medie imprese polacche, spingendole ad utilizzare tecnologie che proteggano l’ambiente. Il progetto punta a concretizzare tale obiettivo attraverso la realizzazione di campagne educative, informative e di dissemination. Infine l’ultimo progetto presentato ha riguardato le strategie messe a punto per promuovere un uso efficiente delle risorse e una riduzione e riuso degli scarti. In particolare, il progetto WISER svilupperà un prototipo di "libro di testo 3D" che promuoverà il cambiamento comportamentale per quanto riguarda la gestione delle risorse e l'efficienza. Il libro, si baserà sulla riprogettazione e riqualificazione della Ballymun Boiler House: le preesistenti strutture d’acciaio, le cornici delle finestre, i pannelli, le tubazioni daranno una nuova vita all’edificio con il loro riutilizzo (WISER LIFE – LIFE 13 ENV/IE/763). Nell’ambito di questo evento si sono svolti due workshop molto interessanti sull’economia circolare e sulle materie prime secondarie (secondary raw materials). Nel primo workshop sulla replicabilità del progetto e i fattori di successo nell’ambito economico, attraverso suddivisioni in sottogruppi, si è giunti alle seguenti conclusioni: ‐
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La necessità di un’indagine economica e di una ricerca di mercato per definire le potenzialità del progetto, l’importanza di andare incontro non solo ai bisogni Business2Business, ma anche ai bisogni Business2Consumers. Il tutto dovrà essere ben strutturato in termini di standard tecnici, al fine di focalizzare i portatori di interessi sulla qualità del progetto. Un’altra occasione per rinforzare l’attrattività dei progetti LIFE potrebbe essere riunirsi in associazioni e/o consorzi, a seconda delle tematiche affrontate. L’ultimo suggerimento dato dai partecipanti al workshop è far promuovere dalla Commissione Europea dei corsi di educazione alle leggi ambientali rivolti alle aziende. In questo modo le aziende sarebbero più coscienti dell’estremo bisogno di investire nella ricerca ambientale, conseguentemente i progetti LIFE probabilmente avrebbero maggiori opportunità di sviluppo; Per quanto riguarda la replicabilità della metodologia/processo/tecnologia usati per il progetto LIFE, è stata avvertita una debolezza nella comunicazione dei progetti. È stato sottolineato che la comunicazione deve essere ben definita affinché altre aziende siano interessate a replicare il processo. Un altro punto debole individuato di comune accordo è stato quello di riuscire a convertire l’interesse degli stakeholders in una presa di posizione effettiva atta a implementare la tecnologia. Sono state richieste inoltre ulteriori linee guide nella definizione degli standard, in modo da garantire ancora più approfonditamente la qualità del processo. In questo modo gli stakeholder potrebbero essere maggiormente motivati a mettere in gioco le proprie forze; Le maggiori difficoltà nella replicabilità del progetto riscontrate sono state: la garanzia della protezione del know‐how, la complessità nella separazione dei rifiuti, lo scarso appeal nel raggiungere gli utilizzatori finali (end‐users). Al fine di attrarre gli investimenti, si dovrebbe pubblicizzare maggiormente LIFE. Per differenziare il prodotto/processo finale potrebbe essere efficace ricorrere all’utilizzo di un’etichettatura speciale, in questo modo agli occhi degli investitori il prodotto/processo potrebbe acquisire un valore aggiunto ed essere maggiormente competitivo nell’ambito del mercato; Per stimolare il mercato i membri del workshop hanno considerato rilevante l’influenza delle lobbies sui mercati. La nota positiva riscontrata è che finora i trend del mercato sono andati di pari passo con i bisogni individuati dai progetti LIFE; Alcuni dei progetti Life non sono nati con un business plan, altri hanno realizzato un business plan semplificato e ridotto, altri ancora hanno considerato la realizzazione del business plan solo a posteriori, quando inizieranno a mettere sul mercato il processo/prodotto ultimato. La gestione dei 2 rifiuti può rivelarsi molto complessa, pertanto un business plan definito a priori può risultare molto difficile. Nel confronto tra i gruppi si è giunti alla conclusione che sarebbe bene realizzare un business plan già a priori del progetto (anche se non è obbligatorio secondo il bando), così da approfondire eventuali punti di debolezza e conoscere già in principio a grandi linee la reale fattibilità in termini di futuro ritorno economico; ‐ Il programma LIFE potrebbe aiutare a far entrare i progetti nel mercato in questi modi: sensibilizzando le autorità locali, supportando le soluzioni adottate in linea con la riduzione della produzione di rifiuti, dare una spinta per la Dissemination e il Networking. La più importante spinta è da dare a fine progetto, con AfterLife: i membri del progetto dovrebbero avere un supporto sia in termini economici che in termini di comunicazione, perché proprio alla fine del progetto vi sono i risultati definitivi da pubblicizzare con più incisività. Nel secondo workshop sulle materie prime secondarie, si è cercato di individuare, attraverso il lavoro in piccoli gruppi, le barriere e gli ostacoli all’utilizzo delle materie prime secondarie nel mercato e nelle industrie e quali possano essere le soluzioni per superare tali barriere. Dal lavoro di gruppo è emerso che le principali barriere per l’utilizzo delle materie prime secondarie nel mercato sono le seguenti: ‐ Le diverse legislazioni dei singoli paesi, è stata quindi richiesta una direttiva a livello europeo, che definisca anche i concetti di rifiuto, scarto, sottoprodotto per ogni tipologia di materiale (scarti organici, scarti plastici, ecc.); ‐ Il prezzo delle materie prime secondarie. È stata ricalcata l’importanza di definire meglio la convenienza di riutilizzo di una materia prima secondaria al posto di affrontare il costo del suo smaltimento; ‐ La qualità, soprattutto tecnica e tossicologica, e la tracciabilità delle materie prime secondarie, per riuscire ad avere un flusso omogeneo di scarti. È importante conoscere la materia di partenza e definire la sua composizione al fine di garantire la qualità del prodotto finale; ‐ Il volume delle materie prime secondarie, che dovrebbe essere costante per riuscire ad avere un approvvigionamento continuo; ‐ I finanziamenti all’innovazione tecnologica, che dovrebbero essere sempre incentivati e sostenuti; ‐ La collaborazione tra i vari Paesi, che facilita e incoraggia la ricerca, ma non è sempre facile da realizzare. 3