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n. 7 - 2 aprile 2016
n. 7 - 2 aprile 2016
Sommario
La Goccia n. 7 - 2 aprile 2016
La Goccia
REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE N.
430/92 DEL 15 MAGGIO 1992
Registro Nazionale della Stampa n. 10084
PROPRIETÀ PRO.GE.CO.
SOC. COOP. A R.L.
VIALE M. D’UNGHERIA, 52 – GINOSA
DIRETTORE RESPONSABILE:
STEFANO GIOVE
DIREZIONE:
GIULIO PINTO
ADELE CARRERA
COMITATO DI REDAZIONE
ROSAMARIA BUSTO
ERASMO MAZZONE
PALMA MARTINO
DOMENICO RANALDO
HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO:
GIUSEPPE CARRERA
MARIO D’ALCONZO
GIANLUCA CATUCCI
DAVIDE GIOVE
GIOVANNI MATERA
BALDASSARRE D’ANGELO
CANTA STORIE
MASSIMILIANO DORO
GIUSEPPE PIZZULLI
CARMELO MONACO
M. C. OLIVARI
stad
davide ranaldo
michele cassano
pietro tamburrano
maurizio limitone
marisa tocci
lucrezia di tinco
laura dragone
luca ricciardi
aldo patriciello
michele pacciano
pietro lospinuso
michele galante
m. rosaria nigro
carmela pizzulli
lucy panella
giovanni noia
fOTO:
ERASMO MAZZONE
MICHELE GRECUCCI
Maria c. Olivari
gianni lamuraglia
AMMINISTRAZIONE
VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
STAMPA
www.GRAFICAM.it
...pensando…
di Stefano Giove
pag. 4
Recital…
di Michele Pacciano
pag. 5
Don Luigi…
di Lucy Panella
pag. 6
Le favole di Grim
di Grim
pag. 7
Il commento
di StAd
pag. 7
La coerenza...
di Addetto Stampa
pag. 8
Giornate…
di Maria Carmela Olivari
pag. 9
Nomina…
di Comunicato Stampa M5S
pag. 9
Il centro…
di Canta Storie
pagg. 10/12
Natuzzi…
di Canta Storie
pag. 13
Multe a…
di Laura Dragone
pag. 14
Una giornata.…
di Maria Cardinale
pag. 17
Noi e…
di Mario D’Alconzo
pag. 17
Campioni…
di Carmela Pizzulli
pag. 18
E la tradizione…
di Lucrezia Di Tinco
pag. 19
Una nota…
di Pietro Lospinuso
pag. 19
Che tempo…
di Giovanna Noia
pag. 20
Facciamo il punto…
di Maria Rosaria Nigro
pag. 21
Le poesie…
di Carmelo Monaco
pag. 21
Radici…
di Pietro Tamburrano
pagg. 24/25
I giochi…
di 1ª B S G Bosco
pagg. 26/27
Perseguitava…
di Massimiliano Doro
pag. 27
Ricerca e…
di Giovanni Matera
pag. 28
La Cartolina…
di Michele Cassano
pag. 31
Gigante...
di Canta Storie
pag. 32
Panchine…
di Maria Carmela Olivari
pag. 33
Stabilimento…
di Massimiliano Doro
pag. 33
Che fine…
di Michele Pacciano
pag. 34
Dona …
di Marisa Tocci
pag. 35
La buona …
di Stefano Giove
pag. 35
Via Matrice…
di Michele Galante
pagg. 36/37
Anniversario…
di Aldo Patriciello
pag. 37
Runners…
di Maurizio Limitone
pag. 38
Grande…
di S G
pag. 39
Tennis...
di Massimiliano Doro
pag. 39
Gli IFAD...
di Maria Carmela Olivari
pag. 40
Ginosa, rallenta…
di Luca Ricciardi
pag. 41
Medicina e sport…
di Davide Ranaldo
pag. 42
Questo numero de
La Goccia è stato chiuso
alle ore 12.00
del 30 marzo 2016
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n. 7 - 2 aprile 2016
… pensando a domani
Con le elezioni amministrative alle porte, i volti dei candidati cominciano a
sorriderci dai muri e dai tabelloni, sparsi per tutta la città. Bisogna dire che
da quei volti ci arriva un messaggio di speranza e di fiducia e, proprio per
la speranza e la fiducia che ci infondono, ho pensato bene di scrivere loro
questa lettera.
Caro futuro Sindaco e futuro Consigliere comunale,
Vorrei ringraziarvi per la disponibilità a candidarvi e, nel caso foste eletti,
a essere a disposizione della comunità ginosina e marinese. Conosco bene
quanto sia impegnativo (oserei dire persino difficile) svolgere il ruolo di
amministratore. Non è semplice amministrare una comunità con i tagli alla spesa pubblica, operati negli ultimi anni, che rischiano di trasformare i
Comuni in esattori!
La consapevolezza di questa difficoltà mi porta a valorizzare il vostro impegno, la vostra disponibilità e ad apprezzare la vostra “discesa in campo”.
A voi mi rivolgo, oggi candidati e domani sindaco e consiglieri comunali,
in quanto cittadino di questa nostra comunità. Io, come tutti i ginosini e marinesi, vivo il disagio di una cittadina che attraversa un momento difficile e
per certi aspetti triste.
Il disagio diffuso che si avverte, il senso di declino che oramai pesa come
un macigno sulle nostre prospettive future, sono conseguenze scaturite dai
tanti errori che sono stati commessi nel passato e pesano nella condizione
di vita di oggi.
Voi che sarete alla guida della nostra cittadina, siete chiamati a dover scegliere percorsi politici e amministrativi di indubbia complessità, che potrebbero anche alienarvi quel consenso che gli elettori vi possono tributare nelle
urne, ma non ci sono alternative, bisogna essere coraggiosi per ridare smalto
e voglia di crescere a Ginosa e Marina di Ginosa.
Io credo che il primo banco di prova del vostro impegno sia la tutela del
nostro patrimonio storico, culturale e ambientale.
Ho messo al primo posto questo argomento perché le ferite inferte dalle
alluvioni, a Marina di Ginosa e a Ginosa, hanno lasciato solchi profondi,
che rischiano di cambiare per sempre la nostra città. Le alluvioni del 2011 e
del 2013 hanno causato danni enormi, amplificati ulteriormente dalla nostra
leggerezza e dalle scelte politiche operate nel corso degli anni.
La tutela del territorio non è una concessione che facciamo agli altri, è il
rispetto per noi stessi e per le generazioni future. Le scelte passate hanno
evidenziato una politica che, in buona sostanza, è stata di saccheggio sia
delle aree marine sia di quelle del centro storico di Ginosa. Personalmente
credo che la logica della “cubatura” e quella della “proprietà è mia e faccio
quello che voglio io” debba essere abbandonata a favore di una città e di un
territorio che siano “bene” di tutti e come tale vada conservato e tutelato.
Ecco perché da voi che occuperete ruoli importanti, nei quali si definiscono
i programmi futuri, mi aspetto un cambiamento di rotta e delle politiche più
attente alla tutela dello straordinario patrimonio ambientale di cui disponiamo.
Credo anche che a voi spetti il compito di ridisegnare la città del futuro.
Mi sono sempre chiesto come mai Ginosa e Marina di Ginosa non dispongono di una viabilità (anche nelle zone di recente urbanizzazione) degna di
questo nome. A volte, in maniera grossolana, una risposta me la sono data.
Ho pensato che sia un fatto culturale e che i ginosini e i marinesi vogliano
la propria casa bella, comoda, spaziosa e considerino la viabilità un fatto di
scarsa rilevanza e che questo li porti a votare per quei candidati che meglio
garantiscono “più volumetrie”.
La mobilità delle persone non è un aspetto secondario della qualità della
vita, anzi… nelle società frenetiche di oggigiorno, potersi muovere è essenziale. Altrettanto essenziale, tuttavia, è disporre di aree verdi, di parchi e di
luoghi dove la vita sociale sia messa al primo posto.
Lo so che è difficile realizzare nel nostro comune zone a “traffico limitato”,
che molti pensano che è segno di libertà poter arrivare con l’auto in ogni
luogo e in ogni dove. Ma senza traffico limitato o senza “zona pedonale”,
l’editoriale
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Viale Martiri D’Ungheria, 52
74013 Ginosa (Ta)
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rischiamo di non avere più tutta una parte della nostra
cittadina, penso a tutta la zona che da piazza Orologio si
estende fino alla Chiesa Madre.
Anche la Scuola ha bisogno di avere contenitori adeguati
alla realtà di oggi. È possibile ripensare a una diversa
dislocazione degli edifici scolastici? Ecco una domanda
alla quale sarete chiamati a dare risposte. E le risposte
non sono facili da trovarsi.
Una delle questioni con le quali dovrete confrontarvi è
quella del lavoro. Sarete subissati di richieste e molto
spesso vi renderete conto di essere impotenti di fronte ad
esse. Però voi Sindaco e Consiglieri potreste determinare
condizioni migliori perché ci siano investimenti e attività
volte a creare occupazione. Il turismo, l’agricoltura, le
attività artigianali e commerciali possono essere una occasione di sviluppo e di lavoro. Ma perché questi settori
lo diventino, è necessario operare scelte coraggiose e politiche di valorizzazione da una parte e di contenimento
della tassazione dall’altra.
Quelli appena elencati, sono solo alcuni aspetti delle
questioni che sarete chiamati ad affrontare. Credo che
per poterle affrontare al meglio, sia giusto cominciare da
subito e far divenire la campagna elettorale una palestra
di confronto e non un’arena di scontro.
Voglio concludere questa mia lettera augurandovi buon
lavoro e dicendovi che nella nostra città ci sono le risorse
sia umane che materiali per guardare al futuro con speranza. A voi spetta il compito di saperle valorizzare.
Stefano Giove
cronaca
n. 7 - 2 aprile 2016
Un recital per don Luigi Cremis,
una Pasqua diversa.
Si rinnova e si riannoda il filo rosso di speranza e solidarietà tra Ginosa e il Perù, nel nome
di don Luigi Cremis, il missionario ginosino,
morto lo scorso 14 dicembre nella sierra e
sepolto alle pendici delle Ande, dove si inerpicava a piedi, fino all’ultimo giorno, per fondare nuove missioni nelle zone sempre più
impervie della Cordigliera bianca, ma soprattutto per incontrare quei poveri per e con i
quali è vissuto, e a cui, francescanamente,
ha donato il cuore.
Per ricordarlo, nel suo genuino e sconfinato amore per i giovani e per la vita, che si
allargava ogni giorno in un sorriso di ringraziamento a Dio e al Mondo, per le meraviglie
che vi coglieva, i ragazzi dell’Operazione Mato Grosso, l’Ong fondata dal salesiano valtellinese Padre Ugo de Censi, che dal 1967
aiuta gli indios e i campesinos di tutta l’America latina, hanno inscenato uno spettacolo
teatrale nel salone Monfort della parrocchia
Cuore Immacolato, liberato ispirato al loro
personale incontri con don Luigi, impersonato per l’occasione dalla figura di un tipo un
po’ strano, che vive fuori dagli schemi e regala una possibilità e un’alternativa a tutti
i giovani che incontra, guardandoli, ascoltandoli w scoprendo pian piano la sua e la
loro interiorità.
Era come se ognuno recitasse se stesso e
si riscoprisse altro. I giovani sono e sanno
molto più di quello che noi adulti osiamo
immaginare, se apriamo il cuore possiamo
scoprire i sogni che colorano anche la nostra realtà.
A ricordare don Luigi Cremis, con tutta la
comunità di Ginosa, c’erano ragazzi di tutta Italia, venuti per un campo di lavoro nelle nostre campagne. È così che i volontari
dell’Operazione Mato Grosso aiutano concretamente il Sud del Mondo, impiegando
parte del loro tempo, sporcandosi le mani
e lavorando materialmente per i poveri. Il
salario della loro giornata lavorativa andrà
interamente alle missioni sparse tra Perù,
Equador e Brasile.
Con i giovani volontari, a Ginosa, c’era anche Lucy Panella, la missionaria laica pe-
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ruviana che per anni ha accompagnato don
Luigi Cremis, prima a Baltimora, negli Stati
Uniti, dove lui si occupava della pastorale
in favore degli immigrati ispanici, poi lungo la Cordigliera, a spingersi sempre oltre,
dove nessuno va, nella diocesi sperduta e
sconfinata di Waco, nel Perù più profondo.
<<Il vescovo ci aveva dato una jeep, racconta Lucy, ma don Luigi non la usava
quasi mai. Se i poveri camminano a piedi,
perché io devo prendere la macchina? “
Nella testimonianza di Lucy, pur avendolo
conosciuto personalmente, scopriamo lati
incredibili e straordinari della personalità
del nostro amico Luigi. Negli ultimi anni
e mesi, quando la sua malattia si era notevolmente aggravata, non riusciva più a
muoversi e a camminare, ma dirigeva Lucy
nella costruzione della loro ultima casa di
legno, su, in un avvallamento della sierra.
<<Mi ha insegnato a usare pialla e martello, ci dice la donna, negli ultimi tempi, rifiutava cibi e medicine speciali, voleva vivere
in tutto e per tutto come i poveri. Faceva,
della sua sofferenza, serena ed intima, un
continuo colloquio con Dio, quasi non voleva che qualcuno disturbasse questa sua
ultima quiete. Anche quando è arrivata l’infermiera per aiutarmi, non gli abbiamo detto
chi fosse, né che era lì per lui. Ha fatto una
bella morte. Quando lo abbiamo vegliato,
nella grande chiesa, la mattina, gli uccellini
del Perù cantavano sulla sua bara>>.
Ciao Luigi, chiunque ti ha conosciuto, uomo, donna o bambino, si è specchiato nei
tuoi occhi. Ed ha compreso in un sorriso,
che cambiare e possibile. Basta aprirci
all’amore e cominciare da qui, anche da
Ginosa. Il mondo è un abbraccio.
Chiunque voglia contattare e scoprire l’Operazione Mato Grosso, può farlo al sito,
www.operazionematogrosso.it
Referenti sul Territorio:
Davide Notaristefano: 3287163701
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Michele Pacciano
foto Isabella Bello
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cronaca
n. 7 - 2 aprile 2016
Don Luigi Cremis, il ricordo di Lucy
Cari amici del Padre Luigi
Vi saluto con affetto e vi scrivo su richiesta
del padre Ugo per condividere con voi gli
anni vissuti con il padre Luigi. Io lo conobbi
a Baltimora nell’anno 2002 e lo aiutai con la
pastorale per i Latino-Americani della parrocchia ”Pompei”, fino al suo ritorno in Italia;
poi per volere di Dio ci rincontrammo in Perù
dove mi chiese di aiutarlo. Così incominciò il
nostro lavoro, questi ultimi 3 anni in comunità da lui molto amate, Jircan e Arancay sulle
montagne di Huanuco, dove
il padre sentiva la presenza
di Dio nei più bisognosi e
questo si rifletteva nel suo
volto che irradiava pace, serenità, che molti vorremmo
avere; nonostante le limitazioni fisiche per la grave
malattia sempre era allegro, ringraziando Dio per
tutto, non si lamentava mai
di niente e ripeteva sempre
che “ La vita è bella”, “I problemi si risolvono con amore
e pace”, “Le liti vengono dal
diavolo che significa divisione”, “L’orgoglio è il peggior
nemico” e “La discrezione è
una buona amica”.
Così passarono 3 anni ad
imparare e amare le cose
semplici poiché per essere felici basta poco… dare amore ricevere amore.
I primi 2 anni abbiamo lavorato molto con la
gente e avevamo un discreto oratorio, preparavamo bambini , giovani e adulti per i
sacramenti e soprattutto eravamo a stretto
contatto con la gente, i malati e i più bisognosi. Ci siamo guadagnati l’affetto della gente
di Jircan e Arancay con la messa quotidiana e domenicale, con la chiesa quasi piena,
questo grazie a molto lavoro e soprattutto a
molto amore e dedizione.
Tutto cambiò gli ultimi 5 mesi quando il padre Luigi già non poteva stare molto tempo
in piedi, una sofferenza per lui non poter celebrare la messa, più dolorosa della malattia
stessa, però con l’aiuto del Signore lo accettò
e ci concentrammo più sulle preghiere quotidiane e le meditazioni, soprattutto molte ore
in silenzio. Per questo già non riceveva più
nessuna visita, diceva : “Interrompono la
mia preghiera, voglio loro molto bene, però
la cosa più importante è Dio e Dio solo si
trova nella solitudine e nel silenzio”. E’ stata un’esperienza meravigliosa condividere
questo tempo con il padre Luigi, è stato un
imparare ogni giorno con la gente semplice
del nostro caro paesino, ringrazio il Signore
per l’opportunità che mi ha dato di condividere con il padre Luigi le gioie, le tristez-
ze e il lavoro comunitario, e soprattutto la
perseveranza nel seguire il cammino che ci
conduce a Dio… Gli ultimi 3 mesi ci accompagnò padre Daniele e l’infermiera Evit.
Ringrazio molto per questo aiuto poiché già
non ce la facevo a muoverlo da sola.
Un giorno mentre camminavamo verso
la cucina perse le forze e dovetti portarlo quasi caricandolo di peso poi quando
passò tutto mi disse: “ Lucita come hai
potuto caricarmi?” e io gli risposi recitando
il salmo che dice: “ ti darò le forze di un
bufalo e le gambe di una gazzella” e lui rideva. Veramente tutto questo tempo siamo
stati protetti dal Signore e la Madonna di
Guadalupe, non trovo altra spiegazione,
in questo paesino tanto lontano, mai ho
avuto la paura ne angoscia né tantomeno
pensavo al futuro ho imparato a vivere gior-
no per giorno, non ci è mancato niente di
materiale, sempre c’erano gli amici pronti
ad aiutarci. Sono sicura che il padre Luigi
già in vita incontrò la santità, mi diceva che
il Signore gli aveva regalato un lungo ritiro spirituale. Ha condotto una vita molto
francescana con poche cose (quasi nulla
di personale).
Non ha avuto dolori forti e se li ha avuti
non si è mai lamentato, mangiò bene fino
all’ultimo giorno.
Negli ultimi 30 giorni già non
era il padre Luigi adulto, era il
padre Luigi bambino, tenero,
sorridente, richiedendoci cioccolatini. Sono molto contenta
di aver accompagnato questo
bambino che ora sarà in cielo…
abbiamo compiuto il suo desiderio più grande di MORIRE TRA
I POVERI E COME I POVERI,
questo giorno 14 di Dicembre
si è addormentato come un angioletto. Le sue ultime parole
furono: “ Lucita non ti separare da me e CRISTO, CRISTO,
CRISTO, Lucita mettiti nelle mani del Signore e di padre Ugo”,
poi entrò nel sonno lento… profondo… e con molta pace è andato nella casa del Signore alle
3.42 di pomeriggio.
Grazie padre Luigi, ti voglio bene e ti ricorderò sempre. Continua a chiedere alla
Madonna affinchè sia mia amica come mi
hai detto una volta.
Ora sono nella mani del Signore e del padre Ugo che mi indicherà il cammino da
seguire senza allontanarmi dalle cose di
Dio, servendo i più bisognosi.
Grazie a tutti per aver rispettato e compreso i desideri del padre Luigi, specialmente al vescovo Jaime e al padre Ugo che
hanno avuto fiducia in me, mai ci hanno
lasciati soli, siamo stati sempre presenti
nelle loro preghiere che furono il motore
per andare avanti fino alla fine.
Che Dio ci benedica
Lucy
Lima Gennaio 2016
foto Isabella Bello
scherzi a parte
Le favole di Grim
n. 7 - 2 aprile 2016
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Il gabbiano fenicio
C’era una volta, non lontano di qui, il paese di Occhiocitrullo, lì tutto quello che accadeva aveva la particolare capacità di propagarsi in tutta fretta e
nel modo più pittoresco immaginabile, sia entro che fuori le mura!
Nel periodo che precedeva la sfida per la conquista del trono, non c’erano editti che l’annunciassero. Che fosse giunto il fatal momento era facile accorgersene: sui muri dei vilipesi edifici del villaggio spuntavano, ritratti, i volti sorridenti dei candidati che raccontavano del loro impegno, della loro
lealtà, del loro disinteresse personale e al contempo del loro attaccamento al bene comune. Insomma in quel periodo il paesello diventava veramente
allegro e cordiale!
E sì! In quel periodo non solo i muri mettevano allegria ma anche la gente! Tra il popolo (ignorato dal giorno successivo alla conquista del palazzo)
trovavi i candidati alla carica di re e cortigiani, che erano tanti e tutti cordiali e pronti a stringerti la mano, a chiederti se stavi bene, se ci avevi problemi, e a manifestarti la propria disponibilità ad aiutarti a risolverli.
Tuttavia (fatto strano!), mentre il popolo era corteggiato, blandito, ossequiato… i candidati, fra loro, si azzuffavano e se le suonavano di santa ragione.
E, sorprendentemente, se le suonavano di santa ragione anche i candidati dello stesso casato… insomma tra i candidati era un gran menar fendenti.
In tutto questo para e piglia colpi, si distingueva un candidato, un messere della marina, che una ne pensava e cento ne combinava.
Tal messere, al tempo in cui era stato Emiro Grande della Corte dei Due Mari, disponeva di un potere imponente, che piano piano, in virtù della sua
dabbenaggine, s’era visto soffiare a poco a poco, fino a rimanere con un pugno di sabbia e decidere di ritornare nel suo piccolo villaggio nativo per
cercare di esercitare lì quel che gli rimaneva del pugno di sabbia.
Già all’indomani della cacciata del vecchio re, messer Dellepalmecheviendalmare, il tal messere aveva ordito un diabolico piano per sedere a corte e
diventare viceré della marina. A tal scopo aveva sottoscritto un patto indissolubile, con il giovane cavaliere bretone, un cristiano detto Linglese.
Nell’accordo scellerato s’era stabilito che il messere della marina avrebbe garantito il sostegno per la conquista dello scettro, al cavaliere bretone e
questi, in cambio, gli avrebbe assegnato il vice scettro della borgata…
Tutto sembrava filare liscio e che l’ordito sarebbe stato realizzato. Ma…
… A Occhiocitrullo non tutte le ciambelle riuscivano col buco, soprattutto se qualcuno rompeva le uova nel paniere… e anche quella volta qualcuno
ci pensò. Eccome, se ci pensò!
Il casato degli aPpieDati, un casato di lunga e nobile tradizione, a Occhiocitrullo aveva perso ogni ricchezza e s’era ridotto a una casupola sgangherata, i cui seguaci s’erano dileguati, alcuni dei quali passando, armi e bagagli, tra le fila del cavaliere bretone.
Tuttavia c’era rimasto qualcuno, che non si rassegnava alla disfatta e come un’araba fenice (ma anche un solitario gabbiano può starci!) rigenerata
dalle sue stesse ceneri, ecco che dalla casupola spuntò fuori il vecchio sovrano Costauntantino (considerato confinato in esilio), che brandendo il suo
spadone chiedeva un duello primario per stabilire chi doveva essere
designato pretendente al trono.
Hai sentito?
A tal richiesta, il messer marinaro e il cavaliere bretone reagirono
dicono
che il centro
con un chiaro diniego rispondendo all’unisono: «Ma che duello priPer questo
storico
ha
il cancro!!!
mario del cavolo!… noi siamo già al duello terziario e non stiamo
qualcuno vuole
giocando al gioco dell’oca, che si riparte dall’inizio! Tuttavia chiaritardare le
meremo a raccolta tutti gli alleati per vedere se ci sono altri che
cure?
avanzano simili e strampalate richieste!»
E il giorno della chiamata venne e i chiamati (circa due!) si dichiararono, a furor di popolo (anche qui circa due!), concordi nel designare
il cavaliere bretone pretendente al trono.
E fu così che quella che doveva essere una gioiosa macchina da
guerra si trasformò in un triste, sgarrupato e traballante trabiccolo
lasciando quasi campo libero all’avversario!
STAD 2016
Strano a dirsi ma tant’è.
Anche perché i seguaci del casato Si, che avevano lodato le qualità
del cavaliere bretone e che s’erano detti pronti a combattere sotto le
sue insegne, all’improvviso cambiarono idea e decisero che “preferivano non combattere” e che avrebbero sotterrato l’ascia da guerra
in attesa di tempi migliori, quando avrebbero, da soli, conquistato
il regno.
Però, i candidati continuavano, tutti, a sorridere.
Morale della favola: campa cavallo che…
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cronaca
n. 7 - 2 aprile 2016
La coerenza politica contrapposta all’opportunismo
demagogico elettorale dei 5 stelle
«Sono almeno quattro anni che offriamo il
nostro contributo alla battaglia contro le trivelle nello Jonio. E oggi che quelle posizioni si sono concentrate nella piattaforma referendaria, sostenere il “sì” e la campagna
per le consultazioni del 17 aprile è un esercizio di coerenza che non ammette speculazioni politiche».
Vito De Palma, candidato sindaco del centrodestra ginosino,
sabato scorso ha chiamato a
raccolta cittadini ed esperti sulla
spiaggia di Marina di Ginosa,
per un incontro informativo intitolato “Perché ci opponiamo alle
trivellazioni”. Un confronto a più
voci, cui hanno partecipato anche i due archeologi Chiara Prascina e Giambattista Sassi, affinché fosse possibile avere
idee più chiare intorno ad un appuntamento politico che vede
tutti impegnati, senza distinzioni.
«Abbiamo discusso dell’opportunità di puntellare il nostro mare di trivelle – ha spiegato De
Palma –, delle ripercussioni che
ciò avrebbe sull’ecosistema,
sull’appetibilità turistica dei territori coinvolti e sulle testimonianze archeologiche presenti nei fondali. Temi che non scopriamo
oggi, ma che hanno alimentato la nostra
presenza alle manifestazioni di Policoro,
Trebisacce, Cosenza e Gallipoli e ispirato
una nota che a gennaio del 2015 inviammo
come Amministrazione ai ministeri dell’Ambiente e per i Beni e le Attività Culturali,
chiedendo loro di rigettare l’istanza di una
società petrolifera che voleva effettuare
prospezioni nello Jonio».
Coerenza che, come detto, non può soggiacere alla necessità momentanea di certe organizzazioni politiche. «Non ci sogneremmo mai – ha aggiunto il candidato sindaco
– di accusare il M5S, ad esempio, di opportunismo elettorale per una battaglia sacrosanta come questa. Ne avremmo tutte le
possibilità, certo, ma preferiamo non mischiare la dialettica di bassa lega con la nostra profonda cultura di governo. A noi stanno a cuore i cittadini e il territorio, vogliamo
produrre fatti, per questo ai grillini diciamo di
lavorare per garantire al referendum di raggiungere il quorum, non per speculare».
De Palma e la sua coalizione, quindi, smorzano la polemica ma non porgono l’altra
guancia. D’altronde il referendum è un appuntamento politico e come tale va affrontato, sostenendo posizioni e presentando ini-
ziative vecchie e nuove che le definiscano.
«Ma a difesa dell’ambiente abbiamo prodotto anche risultati – ha continuato l’ex
sindaco –, senza avere alcun orizzonte
elettorale da traguardare. Abbiamo investito nell’efficientamento energetico delle
scuole con il progetto “Un mondo di luce a
costo zero”, abbiamo
intercettato risorse per
preservare le nostre
pinete, la nostra città
ha conseguito 14 Bandiere Blu in altrettanti
anni di Amministrazione Montanaro e De
Palma, così come avvenuto con le Vele di
Lega Ambiente, e nel
2015 il riconoscimento
da parte dei pediatri
d’Italia per Marina di
Ginosa quale spiaggia
a misura di bambini, lo
abbiamo fatto perché
era il nostro dovere di
cittadini e amministratori».
Attaccare l’iniziativa di
sabato e i cittadini che
vi hanno partecipato, quindi, per Vito De
Palma è stato un clamoroso autogol da parte di chi crede che una foto di gruppo postata sui social possa bastare a definire l’impegno per il territorio: «Noi non abbiamo bisogno di apparire – ha concluso –, noi siamo
attenti all’ambiente che ci circonda e vogliamo tutelarlo. Per questo il 17 aprile votiamo
“sì”, esprimendo un fermo dissenso alle trivellazioni in mare».
Con richiesta di pubblicazione.
L’addetto stampa
cronaca
n. 7 - 2 aprile 2016
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NOMINA SCRUTATORI PER IL
Giornate FAI:
“ Laterza invasa dai turisti” REFERENDUM. IL MEETUP: “PER UN
Oltre 2000 persone provenienti dalla Puglia e dalla
Basilicata
Un folto gruppo di visitatori è rimasto incantato dagli spettacoli e
dalla bellezza di Laterza, nelle due giornate FAI. A Laterza l’itinerario ha previsto, la partenza dal Palazzo Marchesale con la visita
del Muma- Museo della Maiolica, La Cantina Spagnola (Via Crispi),
la Cantina Ipogeo De Biasi e la Cripta Rupestre del Cristo Giudice.
Le visite del sabato mattina erano riservate alle scuole. A fare da
ciceroni sono stati i ragazzi del Liceo “Vico”e IC “Diaz” di Laterza e
l’IISS “Perrone” di Castellaneta. Domenica 20 si sono svolte iniziative teatrali nel Palazzo Marchesale, curate da diverse associazioni
locali : il Coro “Libre Ensanble” di musiche barocche, il monologo
“La Marchesa Isabella Aldano tra immaginazione e realtà” (interpretato da Roberta Laguardia), a cura di AIDE Ginosa/Laterza, Danze
Medievali e seicentesche in abiti d’epoca a cura del gruppo di danze storiche “La Marchesana” della Pro Loco di Laterza e a seguire l’esibizione di Tamburi e Musici del corteo storico Federicus di
Altamura. Inoltre presso l’ex chiesa del Purgatorio si è potuta visitare la mostra-maratona fotografica “I Ricordi” a cura del Laboratorio
Urbano PhilosLab4Art. Lo straordinario successo delle Giornate di
Primavera a Laterza è stato il risultato di un impegno collettivo, di
un lavoro di gruppo. Tante associazioni hanno dato in modo entusiasta ed assolutamente gratuito il loro contributo per l’organizzazione
degli eventi, per il bene del loro paese. Perché dare con il cuore e
amare il proprio paese, significa crescere e migliorare tutti insieme.
Maria Carmela Olivari
VUOTO NORMATIVO, DECIDONO I
PARTITI, MA CON QUALE CRITERIO?”
Si è svolta, presso il Comune di Ginosa, la procedura d’individuazione degli scrutatori per il Referendum del 17 Aprile prossimo. Trattandosi di un’opportunità di guadagno seppur di modesta
entità, l’aula consigliare era gremita di tanti cittadini, speranzosi
di poter essere “sorteggiati”, ma ignari del fatto che la scelta degli
scrutatori, a causa di un vuoto normativo, è il frutto di spartizioni
politiche dei componenti della commissione elettorale, i quali
hanno pensato bene di chiudersi nelle stanze e mettere alla porta
chiunque chiedesse chiarimenti circa le modalità di selezione.
“Ci teniamo a fare alcune precisazioni, anche in considerazione
del fatto che, in periodi pre-elettorali, tantissimi ginosini iscritti
nelle liste degli scrutatori, si chiedono in che modo vengano
scelti gli scrutatori e, soprattutto: in base a quali requisiti?”
- si chiedono gli attivisti: “Questo sistema istituito dal Governo Berlusconi (il cui ideatore, Calderoli, la definì “Legge porcata”), non
stabilisce il criterio di scelta e da la possibilità di “nomina” degli
scrutatori, tra quelli iscritti all’albo, a piacimento della Commissione Elettorale Comunale composta dal sindaco, più quattro
consiglieri, di cui almeno uno di minoranza (ieri erano presenti
come ex consiglieri Cassano e Perniola della ex maggioranza e
Castria per le opposizioni)”.
“Fermo restando la legittimità, sul piano giuridico, delle scelte effettuate, le modalità con le quali tali scelte sono state effettuate
ci lasciano abbastanza perplessi. Chi ci garantisce che i componenti della Commissione abbiano utilizzato come criterio di scelta
lo status occupazionale e quindi economico degli iscritti (come dichiarato al momento della comunicazione delle nomine nell’aula
consigliare) e non già il criterio della simpatia o della vicinanza politica intesa come futuro possibile bacino di voti? E’ un caso che
puntualmente ci sono sempre le stesse persone nei seggi?”
“L’unico modo per fugare ogni dubbio” - spiegano gli attivisti del meetup: “ed assicurare che la scelta degli scrutatori avvenga nel modo
più trasparente ed imparziale possibile, è il sistema del sorteggio
in seduta pubblica. Sulla base di una lista di nomi che ricomprenda unicamente cittadini inoccupati o disoccupati. E non con il sistema misto nomina-sorteggio adottato dal nostro Comune. Con il
sorteggio puro nessuno si sentirebbe debitore, perché la nomina o la esclusione avverrebbero in modo del tutto casuale. Il
meetup ginosino lo chiede da tre anni e continuerà a chiederlo
a gran voce, ma i nostri interlocutori politici si dimostrano sordi
alle nostre richieste e restii a rinunciare al sistema delle nomine.
E poi i pentastellati locali si chiedono: “Cosa succederà per la
nomina degli scrutatori in vista delle prossime elezioni amministrative? Assisteremo nuovamente a questo perverso sistema di
nomine (che scatena ogni volta la corsa alla raccomandazione)?”
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attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
“Il Centro Storico ha il cancro”
Conferenza stampa dell’ex sindaco, Vito De Palma, e dell’archeologo, Giambattista Sassi.
De Palma: “Chi gioca con la politica farebbe bene a mettersi da parte. L’umanità non può essere tradita dagli stolti”.
Presidente Sergio Mattarella,
Presidente
Matteo
Renzi,
Presidente Michele Emiliano,
Ministro Dario Franceschini, parlamentari pugliesi e non, venite a
Ginosa. Buona parte della Paese
Antico rischia di sprofondare, di
sbriciolarsi. Dalla pulizia e rimozione delle macerie correlate al crollo
di un pezzo di Via Matrice, è venuto alla luce una preesistente frana
che ha interessato Vico Storto. E
non si conosce quale forma di degrado storico e tipologico ci possa
essere su una base cui sono stati
edificati muri e case.
Il parziale collasso di Via Matrice,
quindi, è da ritenere un ‘guasto’
strutturale che lo ha caratterizzato al limite
delle sue capacità di sostegno. Segnale
d’allarme che va esteso alla critica situazione in cui versa il Castello Normanno e
rispettivo Pianoro. Qui sarebbe in atto un
processo evolutivo di fratture, deformazioni e piccoli cedimenti disuniformi, che vanno urgentemente bloccati. Diversamente,
il rischio è che il progressivo degrado
strutturale potrebbe comportare la rottura
per compressione e il suo collasso. Tutto
sembra geologicamente e morfologicamente simile ai crolli che si verificarono
l’undici gennaio del 1857 (l’evidenza è
constatabile sul costone della Gravina del
Casale, dove si svolge la Passio Christi), il
cui evento fece registrare 19 morti.
Non va sottesa neanche la relazione dei
tecnici del Comando dei Vigili del Fuoco di
Taranto, sottoscritta la sera prima del crollo, in seguito a verifiche di stabilità dell’abitazione della signora Marina Antonaci. In
quel documento, tra le altre cose, da un
esame visivo dell’area, venne ipotizzato un movimento franoso da rotolio, noto anche come ‘Rock-fall’. Non servono
polemiche, né giri di parole: necessita un
finanziamento finalizzato da destinare alle
opere urgenti di messa in sicurezza di tutto il Centro Storico.
Bisogna ficcarselo bene in mente che
dall’area perimetrante la Gravina agli immobili abbandonati o precedentemente
antropizzati, tutto è a rischio crollo. In
assenza di interventi concreti, si potrebbe
sprofondare nell’irreversibilità che metterebbe a repentaglio anche la pubblica
incolumità.
Non vi sono alternative: è urgente che siano stanziati fondi mirati alla messa in sicurezza, anche attraverso un legge speciale.
Un percorso celere per stanziare quattrini,
intanto, potrebbe essere la Struttura di
Missione contro il dissesto idrogeologico,
insediatasi presso il Consiglio dei Ministri
il 27 maggio del 2014. Oltre ad un razionale ed efficace utilizzo delle risorse economiche, nei compiti di questo organismo
rientra il coordinamento, monitoraggio
e controllo in ordine alle funzioni di programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi stessi, siano essi di
prevenzione o di messa in sicurezza posteventi, con particolare riferimento a quelli
previsti negli accordi di programma StatoRegioni.
L’appello-esortazione per salvare il Centro
Storico, è stato fatto in specifica conferenza stampa dall’ex sindaco di Ginosa, Vito
De Palma, e dall’archeologo ginosino,
Giambattista Sassi. Pur relazionando nel
campo delle proprie competenze, entrambi non hanno
avuto dubbi nell’indicare le
criticità che, con dati tecnicoscientifici e amministrativi alla mano, hanno elevato l’allarme sicurezza, con la concreta possibilità che la storia
di Ginosa possa dissolversi
nel nulla. E ciò per “colpevole noncuranza della Regione
Puglia e del Governo nazionale, nonché di quanti hanno
il compito-dovere di garantire
la conservazione della memoria collettiva.
Su tutti - ha sostenuto De
Palma - deve dare risposte il
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
e del Turismo, noto anche con l’acronimo
MiBACT. Ginosa non è Pompei – ha aggiunto - ma è da ritenere simile nell’universo dei Beni culturali”. E qui vi è anche
la cabala che le lega: il commissario europeo, Johannes Hahn, per il monitoraggio
dell’impiego delle somme concesse (105
milioni di euro), fu nominato il 5 aprile del
2012. Lo stesso giorno prossimo, si riunirà
la commissione tecnico-scientifica per fare il punto su Via Matrice. Le decisioni da
prendere non riguarderanno la soluzione
del sempre presente conflitto tra conservazione e sviluppo. Verrà proiettata l’immagine della realtà di rischio da affrontare certamente in modo razionale, ma con
metodologia appropriata la scientificità dei
dati di studio disponibili o da implementare.
Corrette direttive progettuali che potrebbero portare alla drastica decisione di procedere con crolli controllati anche di immobili
storici e al riempimento cementizio di cavità
non escluse quelle di interesse artistico-archeologico.
Attualmente, i lavori di pulizia e rimozione delle macerie sono quasi terminati, ma
dovranno essere fermati per forza di cose.
Nel senso, che, come si diceva prima, sono
venute fuori situazioni non conosciute e
attualità
mascherate proprio dalle stesse macerie. L’archeologo Sassi, al
riguardo, oltre a rendere noto la frana preesistente il crollo di Via
Matrice, che ha interessato Vico Storto, ha informato l’affollato
uditorio, di come i livelli su cui si sviluppano le grotte non sono
tre come ipotizzato finora, bensì sei. E gli ipogei (ri)scoperti e
monitorati sono stati 30, i quali si vanno ad aggiungere ai 92 già
ispezionati dai geologi del CNR-INRP e riportati nella redazione
dell’inedito e basilare studio.
Ne consegue, un’acquisizione che vede l’area indagata costituita
da una gruviera di grotte e che la ricerca deve essere estesa necessariamente alla scala del territorio circostante, come obiettivo
e definizione degli indirizzi di sicurezza e tutela.
Quanto rappresentato dal dottor Sassi sintetizza e indica il processo di una mutata condizione di equilibrio che ha determinato il
crollo di Via Matrice, da cui partire come segno d’allarme per dare
corrette direttive progettuali per tutto il Centro Storico.
Di qui, l’obbligo da parte di De Palma e Sassi, di fare un’operazione verità su una situazione che a Ginosa ha innescato un acceso
scontro socio-politico. Stigmatizzato da De Palma come retorica
tutta nostrana. “Si sono dette e scritte inesattezze e fatto divenire
Via Matrice un argomento sul quale intervenire senza conoscere
i fatti. Lanciare allarmi inesistenti. E’ un ritornello stonato quello
di cercare capri espiatori, che tutto va male e sbagliato, che gli
altri non capiscono nulla. Personalmente, debbo pubblicamente ringraziare tutti i tecnici locali che, volontariamente, hanno
collaborato gratuitamente con il Comune. Soprattutto quelli che
l’hanno fatto nel silenzio, evitando il clamore della visibilità sui
media. Contrariamente a chi è stato completamente assente e
sui giornali e social network ha divulgato notizie non rispondenti
ai fatti. Per esempio, la Sea Consulting non ha mai vinto alcuna gara d’appalto: non c’è mai stata! E’ stata incaricata, invece,
dello studio preliminare. Così come non c’è mai stata una gara
pubblica per la ricostruzione di Via Matrice. Questo avverrà successivamente all’ultimazione della rimozione delle macerie e alle
indicazioni delle autorità superiori. Per il momento, ripeto, i 500
mila euro sono stati utilizzati solo per rimuovere le macerie. Ne
n. 7 - 2 aprile 2016
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restano 600 mila da spendere per Via Matrice, ma allo stato delle nuove conoscenze di rischio, costituirebbero una piccolissima
goccia.
Non è vero, altresì, l’assunzione di un pool di tecnici o che vi sia
stata l’elusione dei pareri istituzionali e di organismi volti al Diritto
e tutela dei Beni culturali. Piuttosto, esprimo riconoscenza ai dirigenti dell’Ufficio tecnico comunale, Ingegnere Giovanni Zigrino e
Cosimo Venneri. La loro competenza professionale ha consentito
di ottenere corrispondenza tecnico-giuridica all’interesse anche di
autorità superiori. La problematica del Centro Storico, e, soprattutto, ciò che attiene il Castello Normanno, non è cosa di normale
routine. E’ di levatura eccezionale. Quindi, cerchiamo di essere
proattivi, di amare il nostro territorio, di costruire con le sue bellezze il bene comune. In un anno di tempo (dal 7/8 ottobre 2013
fino al 30 giugno 2014), l’emergenza verificatesi a Ginosa è stata
portata avanti con azioni tecnico-amministrative, che altrove se
lo sognano. Sulla devastazione naturale del nostro territorio si è
registrata l’assenza di tutti gli attori istituzionali. Non ci sono stati
protagonisti fuori di Ginosa: lo Stato non si è visto proprio. Vi è
solo lo stanziamento regionale pugliese di fondi per la somma urgenza previsti usualmente per i primi interventi le calamità. E fino
al 14 luglio 2014 non si è visto il becco di un centesimo. I soldi,
difatti, sono stati indirizzati dopo che il sottoscritto, amministratori
della maggioranza che al quel tempo guidavo e cittadini di Ginosa,
ci recammo a Roma per protestare contro il palese disimpegno, la
disattenzione e l’ascolto passivo del Governo nazionale sul grido
di dolore che si levava dal nostro territorio. Fummo ricevuti dal
sottosegretario Graziano Del Rio, al quale sollecitammo l’emanazione dell’ordinanza di dissesto. Che il Consiglio dei Ministri fece
il 30 giugno e reso esecutivo il successivo 14 luglio, con la pubblicazione del decreto in gazzetta Ufficiale. Fino a questa data – ha
sottolineato a gran voce De Palma - non vi erano quattrini e non
poteva realizzarsi alcun intervento”.
Nel frattempo, ad ogni modo, la Protezione Civile chiese all’allora
sindaco De Palma, se ritenesse opportuno avvalersi della collaborazione del CNR-INRP. “Risposi di sì e lo studio fu depositato
in Municipio il 26 giugno 2014. Di qui, la riunione che il 17 luglio 2014 fu fatta in Prefettura a Taranto. A questa conferenza dei
servizi, da me sollecitata, parteciparono rappresentanti e dirigenti
della Soprintendenza, dei Vigili del Fuoco, del Genio Civile, della
Protezione Civile. Fu in quella sede che si decise cosa fare. Il resto sono chiacchiere, pilotate e screditanti. Il 4 agosto – continua
De Palma - l’ingegnere Zigrino, avendo quattrini a disposizione e
di concerto con le indicazioni degli organismi del tavolo tecnico
della Prefettura, fece l’affidamento di uno studio preliminare alla
Sea Consulting di Torino, una società operativa con la Protezione
civile nazionale ed accreditata per progettualità su grandi opere
pubbliche internazionali e interventi su eventi calamitosi.
Nel corso del confronto in Prefettura, emerse anche che tutta la
problematica doveva essere divisa per step. Una cosa alla volta.
Tutto questo, è bene precisarlo, senza che le risorse economiche
per interventi di somma urgenza fossero state ancora trasferite.
segue a pag. 12
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attualità
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segue da pag. 11
Che avvenne il mese di dicembre 2014. Il ritardo fu conseguente al fatto che l’ordinanza
della Protezione civile ebbe
bisogno di proroga perché
mi accorsi che i canonici 180
giorni complessivi per fruire
delle risorse stavano per scadere senza che come Comune
avessimo avuto lo stanziamento economico. Tuttavia, non
rimanemmo fermi e, non potendo far eseguire gli attinenti
lavori di somma urgenza, sulla
promessa dell’impegno di spesa, procedemmo a dare incarichi e redazioni di progetti, che,
normalmente, vengono assolti
nei costi alla conclusione dei
mandati o delle redazioni”.
Il racconto dell’ex sindaco delle fasi che
hanno consentito alla Sea Consulting di
esercire: “Il 4 agosto 2014 fu dato l’incarico, il 30 settembre fu consegnato il progetto
preliminare, il 10 ottobre fu approvato dalla
giunta comunale. Il 7 novembre fu indetto il
bando pubblico, il 5 febbraio 2015 si procedette all’aggiudicazione. Il 2 marzo, fu emanato l’ordine di servizio all’impresa aggiudicataria dei lavori (Giampretruzzi srl) per la
redazione del progetto esecutivo inerente la
rimozione delle macerie e la messa in sicurezza post crollo. La consegna avvenne il
27 aprile”.
Poi, accadde lo scioglimento dell’assise
comunale per ribaltamento dei numeri tra
maggioranza e opposizione, causa l’uscita
dal Governo di 4 consiglieri. Il buio su via
Matrice: De Palma ritiene essere calato per
la mancanza del senso di responsabilità
e sensibilità politico-istituzionale di coloro
che, sciaguratamente, vollero porre fine con
anticipo all’azione amministrativa. “Chi nel
tempo ha sostenuto la mancanza di trasparenza degli atti prodotti – attacca De Palma
- è un millantatore. Sul sito istituzionale del
Comune vi è tutto. Il problema, invece, è far
camminare i documenti, no cercarli. Non
è importato nulla a nessuno delle persone
evacuate dalle rispettive abitazioni. Che
vergogna! Così come non vi è consapevolezza del rischio crolli nel centro storico e,
soprattutto, della messa in sicurezza
del Castello Normanno e rispettivo
Pianoro. Anche su questa struttura è
calato il silenzio! Eppure, è da ritenere prioritaria rispetto a tutto il resto”.
Al riguardo, tecnici ginosini volontari
si sono prodigati per il suo recupero,
quantificandone i costi in 7 milioni di
euro. Il progetto fu relazionato dai tecnici comunali e dalla Soprintendenza
Archeologica di Taranto.
De Palma lo pose all’attenzione del
Mibact, del Governo nazionale, del
ministro ai Beni Culturali. Nulla! Ha
vanamente partecipato pure ad uno
specifico bando regionale sui Beni
culturali da salvare. Nulla di nulla!
L’appello di De Palma: “il Mibact e la
Regione Puglia devono intervenire.
Non possono girare la testa da altra
parte. Se crolla il Castello e il Pianoro,
si porta via non solo tutti i nostri sogni
di valorizzazione-fruizione del Centro
storico, ma tutta la storia antropologica, paesaggistica, architettonica e archeologica di Ginosa Antica e del suo
ambiente naturale. Verrà sepolto per
sempre tutto ciò che dovrebbe avvalorare l’abitante culturale. Chi gioca con
la politica farebbe bene a mettersi da
parte. L’umanità non può essere tradita dagli stolti”.
La chiusa di Sassi sulla conoscenza
dei fatti su Via Matrice: “Intanto, è da
lodare coloro che stanno lavorando alacremente pur in una condizione
di sicurezza precaria. Ogni
opera realizzata, comunque,
è funzionale solo all’attività di
cantiere (pali di castagno delimitanti passaggi e tratturi). Non
vi è stato nessun getto di cemento in cavità. Qualora se ne
dovesse ravvisare la necessità,
dovranno essere autorità e organismi superiori a deciderlo.
Per il momento, il progetto
attiene il monitoraggio strutturale dei dissesti anche su unità abitative, la rimozione delle
macerie, la viabilità provvisoria
di cantiere.
Nell’insieme, vi sono stati i
complimenti da parte dei dirigenti della Soprintendenza Archeologica di
Lecce, in seguito a sopralluogo per un esposto. Il resto sono chiacchiere”. Aggiunge:
“Il Centro storico ha il cancro. Le metastasi
stanno aggredendo il Castello Normanno, Via
Matrice, l’area del Casale della Passio Christi,
la zona dell’Antica. Non bisogna perdere ulteriore tempo per le cure, che, in specie, significa la loro messa in sicurezza”. Ginosa
Antica va tutelata. Che ciò debba costituire un
interesse collettivo primario, è fuor di dubbio.
Però, non dovrà essere visto soltanto come
un’esigenza culturale, oppure per trarne profitto come attrattiva turistica. Deve essere
considerato come risorsa che appartiene ad
ognuno, che può procurare vantaggi anche a
prescindere dai turisti. Deve essere un prezioso patrimonio di cultura locale quale parte
storica che contribuisce a rafforzare l’identità
della comunità, prevenire o mitigare i disastri
naturali, promuovere lo sviluppo compatibile.
Concetto che è stato conciso da De Palma
quando ha richiamato l’indizione di una conferenza dei servizi permanente, l’unità d’intenti dei cittadini e della politica per guardare al
futuro antropizzato del Centro Storico e alla
valorizzazione ambientale della Gravina, partendo dalla ripresa del percorso del riconoscimento Unesco, forzatamente interrotto dalla
devastante alluvione del 7/8 ottobre e novembre/Primo dicembre 2013.
Canta Storie
foto Erasmo Mazzone
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
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Natuzzi: prorogato il contratto
di solidarietà per 1915 lavoratori.
L’accordo prevede la proroga fino al 2 maggio 2017, mettendo in sicurezza 788 addetti a rischio licenziamento.Vi sarà anche il (ri)pescaggio produttivo di 60 dipendenti dello stabilimento di Ginosa.
Verranno riconvertiti professionalmente alla mansione di ‘assemblatore fusti’.
-Altro accordo per il Gruppo
Natuzzi. Il 22 marzo scorso, presso il Ministero del Lavoro, le parti in
causa hanno sottoscritto la proroga di un ulteriore anno di contratto
di solidarietà per 1915 dipendenti.
Questo provvedimento consentirà
di prorogare la scadenza al 2 maggio del prossimo anno e mettere
in sicurezza 788 addetti a rischio
licenziamento. Altresì, si prevedono miglioramenti significativi
rispetto al precedente contratto di
solidarietà, in luogo di introduzione
della possibilità, a fronte del personale attualmente occupato, di (ri)pescare i lavoratori dell’azienda
di Ginosa, in cassa integrazione a zero ore. Difatti, nell’ambito
degli investimenti in formazione per accompagnare i processi di
riorganizzazione e trasformazione industriale, si potrà riconvertire
la professionalità di circa 60 lavoratori. Questi, saranno adibiti alla
mansione di ‘assemblatore fusti’ e sono previsti incontri periodici
per valutare l’intercambiabilità delle mansioni con gli orari di lavoro rispetto a particolari esigenze produttive. Ogni tre mesi, poi, vi
sarà la verifica dell’applicazione del contratto. I sindacati confe-
derali di settore (Cgil-Cisl-Uil) , hanno ritenuto l’iniziativa null’altro
che il prosieguo degli obiettivi in cantiere dal 2013 volti ad evitare
licenziamenti e rilanciare l’azienda attraverso gli investimenti, la
formazione professionale e la reindustrializzazione del territorio in
forte sofferenza occupazionale. Eppur si muove! A fino anno 2014,
con una lettera aperta affissa sui muri delle città dell’Alta Murgia,
di Matera e joniche occidentali, Pasquale Natuzzi aveva esortato
la gente della sua Terra, i suoi dipendenti, a guardare al futuro con
maggiore fiducia e ottimismo. L’aveva fatto col cuore in mano, richiamando coesione per il riscatto. Fu un messaggio di speranza,
dopo anni difficili. S’intravvedeva una flebile luce per dare soluzione
alla vertenza occupazionale. Che negli anni ha vissuto momenti di
tensione altissima, di trepidazione da parte di 1506 lavoratori e
lavoratrici dichiarati in esubero strutturale. Nei giorni successivi,
ci fu un accordo quadro che portò il surplus a 534 unità, per i quali
scattò la cassa integrazione. Ed è tuttora in itinere la dimensione
sociale del capitano d’industria pugliese, simbolo del Made in Italy,
con il marchio quotato a Wall Street.
Ha suscitato clamore l’iniziativa
dei giorni scorsi con lo slogan “La
cassa integrazione scade. Un lavoratore no”. Si è proposto il progetto
‘Assist’, il cui obiettivo è quello di offrire incentivi a coloro che assumo i
340 lavoratori in esubero effettivo e,
attualmente, in cassa integrazione.
L’offerta prevede la somma di cinquemila euro al collaboratore che
dovrebbe iniziare un nuovo percorso lavorativo e 12mila euro all’azienda che volesse assumerlo a tempo
indeterminato. L’incentivo è certamente superiore a quello previsto
dal Jobs Act. La misura del Gruppo Natuzzi è da ritenere potenzialmente connessa all’aggressione della globalizzazione dei mercati,
alla crisi finanziaria, che taglia lavoro all’essere umano. L’Assist
del Gruppo Natuzzi, comunque, è stato contestato dal sindacato
USB perché lo ritiene un escamotage per ‘liberarsi’ dei dipendenti
indesiderati esiliati allo stabilimento di Ginosa. Ovviamente, le cose
potrebbero stare in altro modo e questo potrà essere verificato il
prossimo mese di ottobre con la scadenza della cassa integrazione.
Canta Storie
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attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
attualità
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
MULTE A GOGò PER UN SEGNALE SBUCATO DAL NULLA
(se pulizia dev’essere…che pulizia sia!)
Chissà quanto hanno preso di straordinario i vigili di
Ginosa per essere venuti
“nottetempo” e di soppiatto a piazzare multe ai cittadini ignari e inconsapevoli dello “spuntare furtivo” di un nuovo segnale
stradale! Dico nottetempo
perché le multe per divieto
di sosta (così si legge a
malapena sui “foglietti
gialli”) sono stata lasciate
sui tergicristalli alle 6,30
del mattino: orario insolito
per i nostri vigili che non
sono mai operativi prima
delle 8,00.
Dico cittadini ignari perché se almeno uno di noi del
quartiere (dall’Orologio al Castello) si fosse accorto di questo cartello e/o della data dalla
quale esso era attivo…avrebbe avvisato gli altri e poi ci sarebbe stato il passa-parola. E
invece…TUTTI NOI, che la
mattina del 22 marzo 2016
siamo scesi in strada per
prendere l’auto, abbiamo trovato una bella multa: TUTTI
abbiamo violato il codice stradale non rimuovendo le vetture per permettere al mezzo che pulisce le
strade (?) di effettuare il suo lavoro.
E di qui le domande: e dov’è questo cartello?
Ah, eccolo, all’incrocio. E quando l’hanno
messo? Come mai nessuno era presente
quando lo hanno piazzato? Forse è stato
installato “volutamente” in massima segretezza, quando non c’era in giro anima viva…per poter meglio raggiungere lo scopo:
cogliere in fallo i cittadini e “prelevare”, con
le multe, un po’ di soldi per la cassa comunale. Già, perché se così non fosse avrebbero in qualche modo precedentemente
avvisato la cittadinanza, così come si fa in
qualsiasi paese civile, retto da persone intelligenti. Ho visto io stessa, in città come
Bari e Milano, lasciare per le strade e nei
condomini dei volantini
che avvisavano della pulizia delle vie; e c’erano anche i cartelli che, sotto il
vago “Martedì 6.00-8.00”,
indicavano la data d’inizio
del servizio. Ma se a
Ginosa
non avevano
“personale” per il volantinaggio avrebbero potuto
affiggere quei volantini
temporanei che solitamente fanno mettere
quando passano le processioni: quelli li avemmo
più facilmente notati e saremmo stati ligi al dovere.
O magari i solerti vigili invece delle multe, come
primo giorno di questo
“nuovo servizio non annunciato”, avrebbero potuto lasciare degli avvisi o, perché
no …potevano suonare ai
campanelli: quando hanno
girato i film a Ginosa la polizia municipale è venuta a
bussare al mio portone (e a
quello degli altri) per dirmi di
spostare l’auto e lasciare il
posto ai camion della
troupe….e c’erano pure i
manifestini affissi, con tanto
di data e orario. Ma allora? si
poteva essere meno drastici
anche in questa occasione?
La realtà è che si è trattato di una macroscopica scorrettezza perpetrata in coscien-
te malafede e ideata da non so quale
mente, con l’unico scopo di “battere cassa”. E con questa manovra il Comune di
Ginosa, oltre a “guadagnarsi” il risentimento dei suoi cittadini (so che questo
blitz è stato fatto anche in altre strade del
paese),fa sorgere in noi tanti altri interrogativi. In primo luogo, questo accanimento sanzionatorio sarà applicato anche nei
confronti di chi non tiene pulite “sempre”
TUTTE le strade di Ginosa (popolazione
e/o operatori ecologici-ex netturbini)? E
ancora: la nostra polizia municipale continuerà a prendere straordinari per fare
multe anche dopo le 20.00, quando il traffico di Ginosa si fa spesso insostenibile
per i divieti di sosta non rispettati lungo il
Corso? Abbiamo tutti presente l’impossibilità di procedere (non solo in auto ma
anche a piedi e, peggio ancora, con un
Divieto di fermata…
senza multa
passeggino o con una carrozzella per disabili) lì dove sulla destra abbiamo una fila, ormai senza interruzione, di vasi (pagano tutti il suolo pubblico?) e sulla sinistra auto in sosta più-che-vietata?
E mi fermo qui…perché di occasioni “per
far cassa” con le multe il Comune ne
avrebbe in abbondanza e così coglierebbe anche l’occasione per fare il suo dovere… e mettere un po’ d’ordine (seriamente) in questo nostro paese.
P.S. Io la multa l’ho pagata il giorno stesso in cui l’ho ricevuta…e non mi meraviglierei se, d’ora in avanti, ne ricevessi altre.
Laura Dragone
Responsabile Sanitario
Dott. Francesco Ambrosi
Direttore Sanitario: Dott. Francesco Ambrosi
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n. 7 - 2 aprile 2016
n. 7 - 2 aprile 2016
UNA GIORNATA CON L’AVIS
Il giorno 23 Marzo, presso la palestra
della scuola Calò, si è tenuta la “Partita
del Cuore” fra AVIS Comunale Ginosa
ed il nostro Istituto. Come probabilmente saprete l’AVIS, ovvero Associazione Volontari Italiani Sangue, è
un’associazione di volontariato i cui
donatori e dirigenti sono tutti volontari;
è presente in quasi tutti i comuni italiani e lo scopo principale è quello di
donare sangue ai malati. Prima di dare
inizio alla partita il Presidente dell’associazione, Mario Grieco, ha espresso
la sua contentezza, a nome di tutti i
componenti dell’AVIS, per la collaborazione pluriennale con la nostra scuola
con cui condivide bei momenti di solidarietà. Inoltre si è soffermato sull’importanza dei
giovani dicendo quanto segue: “Noi, insieme ai genitori, rappresentiamo il presente;
voi ragazzi siete il futuro ovvero il motore del mondo che si rende conto della situazione attuale e vuole sentirsi utile per poter aiutare gli altri anche con un semplice gesto
di generosità, come la donazione. Infatti è proprio questa la motivazione principale
che porta i giovani a dare il proprio sangue, anche perché è un gesto di cittadinanza
attiva e prevenzione”:.
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Poi è intervenuto il nostro Dirigente scolastico, la prof.ssa Marianna Galli, che ha sottolineato ulteriormente l’importanza dell’AVIS e
la sua collaborazione con la scuola.
Si è dato il via alla partita che ha visto gareggiare quattro squadre: due formate dai giocatori delle classi 3^A e 3^B, poi la squadra
dei genitori e infine quella degli avisini. È stato un avvicendarsi di goal e di entusiasmo,
accompagnate da vere e proprie ovazioni
provenienti soprattutto dagli spalti, dove noi
ragazzi ci siamo scatenati in un tifo accanito
per la vittoria della squadra del cuore. Tutti i
giocatori aspiravano alla vittoria che al termine è stata conquistata dalla squadra dei
genitori che hanno ottenuto il primo posto,
seguiti dall’ AVIS al secondo e dai ragazzi al
terzo. Questa giornata
ci ha fatto
capire
che
oggi i giovani diventano
donatori
di
sangue perché percepiscono questo
come un gesto semplice
e umile, ma
che al tempo
stesso ha un
valore importante perché
porta a salvare delle vite; quindi bisogna promuoverlo e diffonderlo tra chi ancora non ha
scoperto quanto importante e meraviglioso
esso sia.
Maria Cardinale
Classe 3^A - Scuola secondaria I grado
“Calò” di Ginosa
18
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
CAMPIONI DI MATEMATICA
PER L’ISTITUTO “DELEDDA–SAN GIOVANNI BOSCO” DI GINOSA
to le prove con grande impegno.
Grande soddisfazione esprime la
dott.ssa Luciana Lovecchio, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo
“Deledda-San Giovanni Bosco”, per tutti
coloro, studenti, docenti e genitori che
hanno contribuito a realizzare un progetto che rende questi studenti consapevoli e competenti sul piano culturale,
sociale e umano.
Al nostro campione Mario Donvito un
grande “in bocca al lupo” per il suo viaggio a Palermo, dove si svolgerà la finale
nazionale nel prossimo mese di aprile.
Prof.ssa Carmela Pizzulli
Brillanti risultati sono stati ottenuti da un gruppo di alunni dell’Istituto
“Deledda-San Giovanni Bosco” alle finali provinciali dei Giochi Matematici del
Mediterraneo 2016, svoltesi a Taranto il
4 marzo.
Alla Finale Provinciale, si sono sfidati 91
alunni di terza, quarta e quinta primaria
e prima, seconda e terza secondaria
di primo grado, provenienti da diverse
scuole della Provincia tarantina.
Gli alunni, accompagnati dalla Prof.ssa
Carmela Pizzulli e dalle insegnanti Mina
De Biasi e Mariantonietta D’Addario, si
sono cimentati nelle prove, diverse secondo la categoria, di durata 60 min, 90
min e 120 min.
I nostri alunni si sono distinti per i risultati ottenuti, conseguendo ottimi punteggi
che hanno consentito loro di salire sul
podio, classificandosi nelle varie categorie al terzo, secondo e anche primo
posto!
Terzo posto con medaglia conquistato
da Angelica Iacovino e Alessandro Di
Lena.
Argento al secondo posto per Alessandra
Mongelli, Samuele Cella, Luca Huang,
Paolo Cascardi.
Primo posto assoluto per la sua categoria conquistato da Mario Donvito
che si è qualificato per le finali nazionali che si svolgeranno a Palermo.
L’iniziativa Giochi Matematici del
Mediterraneo è voluta dall’Accademia Italiana per la Promozione della
Matematica, col Patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo e
del Dipartimento di Matematica e
Informatica dell’Università degli Studi
di Palermo.
La finalità delle gare è quella di sviluppare la promozione delle competenze
in Matematica, mettendo a confronto
allievi di diverse scuole, con spirito
sportivo, valorizzando le eccellenze.
Le gare e i concorsi costituiscono una
buona occasione per incoraggiare e
motivare i ragazzi a dare il meglio di
sé e a coltivare interessi positivi e costruttivi, fondamentali per la loro crescita culturale ed umana.
A tutti i ragazzi che hanno partecipato, va il riconoscimento di
essere stati capaci di affrontare
una piccola sfida e di aver svol-
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
19
E la tradizione continua!
Le Colombe e l’I.C. “Deledda – S.G.Bosco”
Come ogni anno, l’approssimarsi della
Santa Pasqua ha portato mamme e nonne
ad affollare l’Istituto Comprensivo “Deledda
– S.G. Bosco” per la realizzazione delle Colombe pro UNICEF. Il nostro istituto
è “Scuola Amica Unicef”: siamo al quarto
anno consecutivo di collaborazione attiva.
Tutti le attività programmate nell’ambito del
progetto prevedono una raccolta fondi per i
vaccini salvavita e kit scolastici per i bambini
del terzo e quarto mondo. In prossimità del
Natale sono state realizzate le Pigotte; tra
giovedì e venerdì scorsi invece sono state
realizzate circa ottocento colombe di forme
e colori diversi: cuori, coniglietti, campane,
cestini, bambole, ecc. Meravigliose creazioni ricoprivano tavoli e tavoli della sala
mensa; i profumi inebrianti hanno invaso le
mattinate della zona circostante e anche se
le giornate erano piovose, tutto ha acquistato
una strana armonia. Le giovani mamme aspettavano trepidanti di vedere il procedimento
dell’impasto realizzato dalle sapienti nonne,
meravigliose nonne che nel salutarsi si danno
l’appuntamento al prossimo incontro: è diventato ormai un bellissimo rituale che si ripete
ogni anno prima delle Palme. Le colombe fanno parte della tradizione, della cultura contadina che però si sta perdendo con il tempo. Noi
cerchiamo attraverso questi momenti di farla
sopravvivere e trasferire alle nuove generazioni. E certo perché i bambini vengono ad osservare, a fare domande e soprattutto a salutare
le mamme e le nonne. I ragazzi della secondaria di primo grado invece hanno offerto la loro disponibilità per la confezione: un grazie va
quindi ai ragazzi della classe 3E per la serietà
dimostrata rispetto a questa iniziativa. Una ca-
tena di montaggio ha permesso la realizzazione di una attività molto impegnativa ma
tanto esaltante, soprattutto perché tutti ne
conoscevano gli obiettivi.
Sabato 19 Marzo
tutti e tre i plessi,
S.G.Bosco, Deledda e Lorenzini, sono diventati location per i mercatini delle Colombe
che hanno raggiunto circa 800 famiglie.
Il Dirigente Scolastico, dott.ssa Luciana
Lovecchio ha espresso la sua ammirazione
per il lavoro svolto e gioia per un momento
di forte condivisione con il prossimo.
Il nostro augurio è che le campane possano
suonare a festa per tutti e portare pace, soprattutto in un momento come questo dove
per molti paesi e popoli sembra una lontana
utopia.
Addetto Stampa
Prof.ssa Lucrezia Di Tinco
Una nota di Pietro Lospinuso, sul riordino ospedaliero.
La sinistra pugliese è in piena crisi di identità,
di valori o, forse, di coscienza. Non appena
la Giunta regionale ha approvato il piano di riordino ospedaliero si è innescata una guerra
fratricida tra le forze interne al PD. Una torre
di Babele in cui ognuno parla la sua lingua
e ciascuno dà sfogo al suo libero pensiero,
puntualmente opposto a quello del compagno di parto. Crollano i confini e gli steccati
e nel marasma generale viene scritta una
nuova geografia della polica regionale dove
l’opposizione non è più soltanto quella del
centrodestra bensì anche in seno alla stessa
maggioranza. Una totale anarchia che alla fine peserà soltanto sulle spalle dei cittadini a
cui si sta negando il diritto alla salute.
In questi giorni ne stiamo vedendo delle
belle. Il deputato del Pd, Ludovico Vico, ha
invitato il presidente Emiliano e il Consiglio
regionale a rivedere il quadro disegnato in
ambito sanitario, in parcolare per la provincia di Taranto. A suo dire, il piano di riordino
ospedaliero non terrebbe conto nella maniera più assoluta dell’emergenza sanitaria di
Taranto. Il sistema sanitario pubblico jonico
avrà 600 posti letto in meno con il risultato
che ci saranno 2mila dipendenti in meno
tra medici e infermieri. Il fatto che anche un
esponente del Pd si sia accorto di un problema serissimo, da anni oggetto delle mie
interrogazioni di consigliere regionale, non può
che riempirmi di gioia.
Come se non bastasse, gli fa da eco anche il
Pd di Grottaglie che nel corso di un incontro ha
messo in evidenza tutte le cricità della politica
sanitaria regionale. Il segretario cittadino PD,
Paolo Annichiarico, ha sparato a zero sul piano
di riordino definendolo profondamente ingiusto
perché relega la provincia di Taranto ad avere
il più basso numero di posti letto ogni mille abitan. Per questo ed altre ragioni il PD di Groaglie
ha presentato istanza di revisione del piano al
ministero della Salute prendendo le distanze
dal governo regionale che “predilige i rappor di
forza rispetto ai bisogni dei cittadini”. Che per la
giunta Emiliano siano davvero tempi duri lo testimonia anche l’ex assessore alla Sanità Elena
Gentile, ora europarlamentare PD. Anche lei
non ha ben digerito il piano di riordino e chiede
che nelle scelte prevalga il primato della politica
a quello manageriale.
Sul fronte Sel, le cose non vanno meglio.
Durissimo il giudizio anche di Guglielmo
Minervini, capogruppo di Noi a sinistra, che
ha sottolineato come la redazione del piano
non abbia affatto tenuto conto della domanda
di salute dei territori. “Se non capiamo su che
terreno ci muoviamo – ha deo Minervini - difficilmente il piano riuscirà a tutelare i bisogni dei
ciadini ma diventa un mero fatto ragionierisco”.
Fatte queste premesse viene da chiedersi:
come intendono procedere a questo punto i
nostri bravi amministratori? È possibile che
tutte le scelte operate sino a questo momento siano frutto delle decisioni di un uomo solo
al comando? Che strada sta imboccando la
Puglia? Visto che questa maggioranza al governo ci ha tolto anche il gusto e la voglia
di fare opposizione dimostrando una abilità
fuori dal comune, ci auguriamo almeno che
voglia presto dare a noi e a tutti i pugliesi
risposte concrete. Considerato che l’autore
di questo sciagurato piano di riordino ospedaliero oltre ad essere il presidente della
Regione è anche assessore alla Sanità, nonché segretario regionale del Pd, e considerato anche che così tanti illustri esponenti del
suo stesso partito non lo condividono affatto,
quale migliore occasione per uno sforzo congiunto per migliorare il piano? Ci sarebbe ancora il tempo per farlo, nei prossimi passaggi
a livello regionale e nazionale che attendono
la normativa.
Se dopo aver così aspramente cricato l’operato del Governo, i “solidali” del presidente
Emiliano non saranno capaci di modificare
questo scellerato programma, vorrà dire o
che non ne sono capaci o che fino ad oggi
hanno soltanto preso in giro i cittadini pugliesi. Pietro Lospinuso
20
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
CHE TEMPO FA?
Fin dall’antichità l’uomo scrutava il cielo in
cerca di segni premonitori sull’andamento del
clima, importantissimo per i raccolti e per altre
attività. Oggi invece ci affidiamo a strumenti
di precisione e a personale
specializzato in grado di dirci
con esattezza i vari cambiamenti
metereologici e climatici. Lunedì
21 marzo le classi terze dell’
Istituto Comprensivo Giovanni
Calò si sono recate presso il
Teleposto Meteo dell’ Aeronautica
Militare di Marina di Ginosa per
una visita didattica. Come prima
tappa abbiamo visitato “la centrale
operativa”, una stanza piena di
strumenti, registratori e misuratori
(come i barometri che misurano
la pressione atmosferica), utili
per fare osservazioni meteo ogni
ora e poter poi preparare aggiornati bollettini
meteo. Abbiamo appreso che i bollettini
hanno un unico codice internazionale: ad
esempio per l’orario ci si basa sul meridiano di
Greenwich, per quelli speciali viene utilizzata
la parola SPECI. Il “codice identificativo”
della sede di Marina di Ginosa è LBH. I
bollettini vengono effettuati per i voli aerei, dal
momento che prima di partire gli aerei hanno
bisogno di dettagliate informazioni meteo,
per un fattore statistico e solo in minima
parte per il meteo: servono, infatti, anche per
stimare la temperatura media. Inoltre i dati
meteo vengono forniti a chi ne ha bisogno,
ad esempio per una tesi di laurea o per
assicurazioni. Una cosa molto importante che
ci è stata fatta notare è che sono osservazioni
e non previsioni: la differenza sta nel fatto
che le osservazioni dicono ora per ora quello
che sta succedendo. Inoltre le previsioni sono
attendibili solo fino a tre giorni, dal quarto in
poi vengono chiamate tendenze e a partire dal
sesto giorno sono poco verosimili.
Il Maresciallo Ruggiero e il Maresciallo Bodini,
che ci hanno guidato in questo percorso e ci
hanno spiegato concetti complessi in modo
semplice, chiaro ed esaustivo, ci hanno poi
mostrato alcuni strumenti situati sul tetto
dell’edificio: un anemometro, strumento
utile per misurare la velocità del vento e che
funziona un po’ come una girandola, un
pluviometro, strumento che indica l’
intensità della pioggia (in millilitri). Il
Maresciallo Ruggiero ha ricordato che
durante i giorni in cui si verificò l’alluvione
ci fu una quantità altissima di pioggia:
dodici millilitri al metro quadrato! Ci ha
poi riferito che ai tempi del fascismo
quella stazione era un’importante torre
di avvistamento sul mare e la stazione era
dotata di un cannone. Ci siamo poi spostati
al piano inferiore dove c’è una cabina
meteo: una costruzione bianca in modo
da non attirare i raggi del sole contenente
alcuni termometri e strumenti misuratori
e registratori insieme a un ciuffo di capelli
biondi: questi ultimi infatti sono utili
per misurare l’umidità, in quanto
sono i più sensibili all’ambiente
esterno. Al termine della visita
abbiamo ringraziato le nostre
guide per la loro disponibilità e la
loro professionalità nel rispondere
alle nostre domande. Per noi tutti è
stata un’esperienza interessante e
stimolante che va ad aggiungersi
al nostro bagaglio culturale. Tutto
quello che abbiamo imparato ci
ha sicuramente arricchito e ci
auguriamo di continuare a fare
esperienze del genere per poter
migliorare la nostra conoscenza.
Giovanna Noia
Classe 3^A scuola secondaria I grado
I.C. Calò – Ginosa (TA)
Auguri Dottoressa Graziana
Lo scorso 16 marzo
presso l’Università degli
Studi “G. D’Annunzio”
Chiesti-Pescara,
la dottoressa
Graziana Catiniello
ha conseguito la laurea
in Farmacia con la tesi:
“Cura dell’infertilità: linee guida ed approcci
empirici nella medicina
riproduttiva”:
Alla Dottoressa
Graziana gli auguri dei
suoceri Franco e Tina,
del fidanzato Nico, di
Leo e Valeria e di tutta
la famiglia Di Franco.
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
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Lavoro: facciamo il punto
rubrica a cura di Maria Rosaria Nigro
È tempo di consegna della CU
2016 ( ex CUD)
Perché la rubrica
LAVORO- FACCIAMO IL PUNTO
La rubrica nasce con l’obbliettivo di far conoscere e spiegare in modo chiaro le numerosissime novita’ in materia giuslavoristica.
Il “lavoro”, sia esso svolto come lavoro dipendente che come lavoro autonomo, e’ al
centro della vita quotidiana di tutti e le nor-
ne piu’ significative la NURITH SPA.
MARIA ROSARIA NIGRO
Tributarista
Lavoratori dipendenti, pensionati ma anche professionisti e comunque chiunque sia percettore di redditi di
lavoro dipendente e assimilati e/o di redditi di lavoro
autonomo, provvigioni e redditi diversi guardi nella
propria cassetta della posta perchè è in arrivo la certificazione Unica 2016 per i redditi conseguiti nel 2015.
L’adempimento è a carico dei famosi “sostituti d’imposta” ossia di coloro che hanno corrisposto dette somme,
( datori di lavoro/ case mandanti / ditte committenti)
che oltre a consegnare il modello cartaceo denominato
“sintetico” entro il 28 febbraio di ogni anno, devono
entro il 7 marzo trasmettere all’Agenzia delle Entrate
in via telematica, il “modello ordinario”.
Tale certificazione dei redditi da lavoro dipendente,
equiparati e assimilati, che attesta l’ammontare complessivo delle somme e dei valori percepiti, delle ritenute subite alla fonte e dei contributi previdenziali ed
assistenziali dovuti, resta nella disponibilita’ dell’interessato che se nell’anno ha conseguito solo redditi
Un passo dietro l’altro ci porta alla meta
da lavoro dipendente è esonerato dalla presentaquel giorno magico che tutti aspettiamo
zione all’Agenzia delle Entrate della dichiarazione
quelle scarpe leggere diventan pesanti
dei redditi.
ma non desistiamo la crediamo vicina
La dichiarazione dei redditi deve essere presentata
altresì quando nell’importo delle detrazioni della
CU sono comprese e/o non comprese detrazioni
Talvolta un po’ stanchi e privi di forze
mordiamo le labbra e continuiamo ad andare d’imposta per familiari a carico da recuperare e/o
da restituire perche’ nell’annualita’ il contribuente
tra tante intemperie oramai ad un passo
ma ogni volta qualcosa che ferma la corsa ha acquisito e/o perso il diritto a dette detrazioni
di imposta.
Tuttavia qualora il contribuente intenda utilizzarla
Un sollievo, felice, il traguardo alle spalle
per effettuare la scelta in relazione alla destinazione
oramai è andata non mi ferma nessuno
dell’otto, del cinque e del due per mille dell’IRPEF,
ora visi e sorrisi sono lieti e cordiali
essa deve essere acquisita dall’Agenzia delle Entrate
intanto oggi festeggio ma domani comincio ovvero dagli intermediari alla trasmissione telematica.
Insomma per fugare ogni dubbio è preferibile che ciascuno consegni la e/o le CU al proprio commercialista
Tante domande, io altrettante risposte
e/o CAF ai fini della verifica di eventuali adempimengiro e rigiro e non cambia mai niente
ti dichiarativi.
le faremo sapere sento dire da ognuno
MARIA ROSARIA NIGRO
è da anni che attendo e non sento nessuno.
Tributarista
mative di riferimento, le novita’, le semplificazioni, le opportunita’ interessano
sia i giovanissimi che per la prima volta
si affacciano al mondo esterno, sia i meno
giovani, che per scelta e/o costrizione si
rimettono alla ricerca di una nuova occupazione o magari decidono di avviare un
autonoma iniziativa imprenditoriale.
Da qui l’idea, mancando una rubrica simile nel quindicinale “La Goccia”, di
voler dare il proprio supporto in materia,
stante l’oramai pluridecennale esperienza
in ambito amministrativo/contabile e soprattutto in qualita’ di Responsabile delle
Risorse Umane di una delle realtà ginosi-
Le poesie di Carmelo Monaco
Era così
Ogni tanto tornavo per respirare il passato
rivedere quei posti che m’han visto bambino
ho di fronte una grotta corrosa dal tempo
dove un tempo serena la vita scorreva
Storie di genti tra sorrisi e mesti momenti
ricordi allegri di mamme ad accudire bambini
altre ancora cantando e facendo il bucato
più in là altre voci si univano in coro
Le rocce infuocate dal sole d’estate
il sollievo ed il fresco della buia dimora
un’unica stanza per grandi e piccini
e ancora più in fondo in un antro la mula
La sveglia del gallo e l’abbaiare d’un cane
e la vita torna con la luce del primo mattino
all’imbrunire col buio calava il silenzio
e le lampade ad olio ora punti lontani
Le faremo sapere
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la storia
la storia
n. 7 - 2 aprile 2016
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attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
Pietro Tamburrano: “Radici preistoriche e
protostoriche dell’antica GHENOS”9
Appendice
Si riportano in Appendice i Sommari elaborati dai Ricercatori dell’Università di Siena, dal
2009 al 2015, al termine delle ricerche effettuate al Riparo dell’Oscurascinto nella Gravina di Ginosa.
In genere le campagne di ricerca sono compiute nel mese di settembre di ogni anno, e i
Sommari vengono redatti entro la fine di ogni
anno.
Le attività di ricerca sono sdall’Università degli Studi di Siena e dal Comune di Ginosa.
I testi riportati in Appendice sono stati ripresi
dal sito
htp:
//
www.fastionline.org/index.
php?view:home
Sommario Anno 2009
Dal 6 al 26 settembre 2009 sono riprese le
ricerche nel deposito del Paleolitico medio del
Riparo l’Oscurusciuto nella gravina di Ginosa.
Nei primi giorni di attività è stato ultimato lo
scavo dell’unità stratigrafica 9, nei quadrati
E-F/11-12, con la definitiva esplorazione del
focolare us 43. Sulla base dei risultati delle
scorse campagne, l’unità stratigrafica 9 ha
restituito, in un’area scavata di circa 10 mq,
un complesso di piccoli focolari di forma circolare o ellissoidale concentrati in due aree
distinte, ognuna di circa mezzo metro quadrato di estensione. Lo scavo ha permesso di
distinguere la successione di alcune strutture,
in parte sovrapposte e dislocate.
Al di sotto dell’US 9, è stato messo in luce un
altro interessante insieme di focolari situati alla superficie e all’interno della sottostante US
11. Come nella fase precedente, le strutture
di combustione sono impostate in fossette
per lo più circolari, della profondità massima
di circa 5 cm. In un’area di 2 mq (q F-G/11) è
stata rinvenuta una particolare concentrazione di questi focolari: in fase di scavo ne sono
stati riconosciuti 19, in parte intaccati dalle
successive escavazioni per uno spessore
massimo di 20 cm. Il diametro medio dei foco-
lari varia da 40 a 50 cm. Il riempimento
delle strutture è costantemente di colore
bruno nerastro; in alcuni casi sono presenti placche di sedimento chiaro concrezionato alla sommità, probabilmente
misto a cenere. E’ frequente la presenza
di ossa bruciate, in parte concentrate alla base delle fossette.
Nell’area indagata (circa 10 mq anche
per questa unità) sono stati rinvenuti altri
focolari in fossetta, isolati. Di particolare
interesse è la presenza di una coppia di
focolari di piccole dimensioni, sovrapposti solo per un piccolo lembo a testimonianza della loro costruzione e utilizzo in
due fasi successive. Il diametro di queste due strutture (25 cm), nettamente inferiore alle altre, porta ad ipotizzare una
diversa finalità nel loro utilizzo.
Dall’esame preliminare dei resti faunistici emerge un’attività di caccia indirizzata
soprattutto verso l’Uro in un ambiente
caratterizzato da estese aree di prateria
arborata.
L’industria litica, sempre abbondante,
non mostra marcate differenze rispetto
a quanto messo in luce nelle unità sovrastanti. Il metodo Levallois ricorrente,
prevalentemente unipolare, finalizzato
alla produzione di manufatti piatti, allungati o triangolari, rimane dominante.
Confermata la presenza, per quanto
minoritaria, di una modalità di débitage
diversa, unipolare a percussione diretta, caratteristica di uno sfruttamento dei
nuclei per volume (e non per superfici),
che anticipa la produzione tipica del Paleolitico superiore e che è finalizzata alla
produzione di lamelle.
Fra i ritoccati si segnalano, accanto ai
più frequenti raschiatoi, alcune punte
molto regolari e due grattatoi. Avendo
lo scavo intercettato numerose aree di
combustione numerosi sono i pezzi che
hanno subito i danni del fuoco. Per alcuni è riconoscibile la derivazione da uno
stesso nucleo, anche se la ricerca dei
rimontaggi è un lavoro tutto a venire.
Un frammento di osso bruciato rinvenuto
alla base della US 1 ha fornito la data
C14 di 38.500±900 BP.
Autori del Sommario
Paolo Boscato (Università degli Studi di
Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali “G. Sarfatti”).
Annamaria Ronchitelli (Università degli
Studi di Siena, Dipartimento di Scienze
Ambientali “G. Sarfatti”, Sezione di Ecologia Preistorica).
Team
Filomena Ranaldo, Jacopo Grezzini,
Francesco Berna, Helena Kiempererova.
Sommario Anno 2010
Nel Riparo l’Oscurusciuto (Ginosa –
Taranto) le ricerche effettuate nel settembre 2010 hanno portato al rinvenimento di
nuove interessanti strutture di combustione
all’interno dell’unità stratigrafica 11, parzialmente scavata nel 2009. Questa unità,
sabbioso limosa, di colore bruno rossastro
con rari piccoli ciottoli e ancora più sporadici
frammenti di calcarenite, ha uno spessore
medio di 8 cm ed è legata sia da un punto di
vista sedimentologico, sia per i caratteri delle associazioni faunistiche, alle soprastanti
unità principali 4, 7 e 9. Gli insiemi faunistici di queste unità sono dominati da resti di
Bos primigenius (che nelle percentuali degli
elementi determinati supera il 70%) in associazione con Cervus elaphus, Dama dama,
Capreolus capreolus, Equus ferus.
All’interno dell’unità stratigrafica 11 il materiale litico e faunistico risulta abbondante
nella parte superiore e media dello strato,
più rarefatto nella sua parte basale. L’industria litica, a un esame preliminare in corso
di scavo, non mostra modalità e obiettivi di
produzione diversi rispetto alle unità stratigrafiche soprastanti. La materia prima prevalente è sempre costituita da ciottoli di diaspro. La sequenza Levallois, che inizia con
sistema prevalentemente unipolare, finalizzato alla produzione di lame (trasformate
soprattutto in raschiatoi) e punte, prosegue
con modalità centripeta volta a ottenere
schegge di dimensioni più piccole. Una produzione minoritaria di piccole lame e lamelle
è ottenuta con sistema del tutto diverso, per
piani ortogonali a partire da ciottoli di minore
dimensione.
I numerosi focolari dell’unità stratigrafica 11
risultano concentrati lungo una fascia larga
un metro e mezzo che delimita una zona di
circa 2 mq, completamente libera da strutture, situata a ridosso delle pareti d’angolo
nell’area nord del riparo. Questo piccolo
spazio poteva essere adibito a giaciglio o
usato come zona di stazionamento da parte
dei neandertaliani. Il bordo di erosione della
stratigrafia, posto a circa 50 cm dalla fascia
di concentrazione dei focolari, può avere
obliterato eventuali altre strutture a completamento della fascia individuata.
I focolari scavati sono tutti impostati su fossette circolari di profondità variabile tra 3 e 6
cm, facilmente individuabili per il colore bruno nerastro del loro riempimento. Più difficile
è risultato invece isolare i singoli focolari nei
quadrati GF 11, in quanto impostati in successione e con fossette parzialmente tagliate dalle strutture di combustione superiori.
Nel corso di questa campagna di scavo si è
osservata una chiara differenza di dimensioni dei focolari tra la parte alta e quella basale
dell’unità 11. Nella parte superiore dell’unità
le fossette conservano un diametro di 40-50
cm contro i 20-25 cm di quelle individuate
sul fondo dello strato. Questi piccoli focolari,
meno numerosi dei primi, sono in alcuni ca
attualità
si presenti a coppie con reimpostazione
parzialmente dislocata del secondo sul
primo. Le analisi microstratigrafiche in
corso potranno dare risposte sull’eventuale diverso utilizzo di queste due tipologie di strutture di combustione. In uno
di questi piccoli focolari (US 70) è stata
rinvenuta alla sommità del riempimento,
sul bordo della fossetta, una scheggia di
diafisi di osso lungo di grande ungulato
con tracce di bruciatura limitate alla sola
porzione immersa nel riempimento della
fossetta stessa. In alcuni casi, le fossette
di questi focolari basali intaccano la parte
sommitale della sottostante unità di tefra
(US 13).
Lo scavo dell’unità stratigrafica 11 è stato
ultimato in un’area di circa 9 mq: al di sotto è affiorata la superficie dello strato piroclastico 13 con evidenti tracce di frequentazione antropica, sporadico materiale litico e faunistico e focolari in fossetta. Questi ultimi, poco numerosi e non ancora
scavati, sembrano conservare le stesse
caratteristiche delle piccole strutture della
parte basale di US 11. Nella prima occupazione del riparo successiva alla potente deposizione di tefra e nel corso della
sedimentazione della prima porzione
dell’unità 11 sembra dunque emergere un
modello analogo nell’impostazione delle
strutture di combustione, che potremo verificare nel corso della prossima campagna di scavo analizzando nel complesso
la superficie di occupazione del tefra.
Alle ricerche, effettuate dal 5 al 25 settembre 2010, hanno partecipato oltre agli
scriventi: Claudia Abruzzese, Sara Alconchel Romero, Francesco Boschin, Jacopo
Crezzini, Elena D’Itria, Paolo Gambassini,
Zaray Guerrero Bueno, Stefania Mainieri,
Giulia Musella, Elvira Orso, Francesca
Paraskoulakis, Anna Pizzarelli, Vincenzo
Stasolla.
Autori del Sommario
Annamaria Ronchitelli (Università degli
Studi di Siena, Dipartimento di Scienze
Ambientali “G. Sarfatti”, Sezione di Ecologia Preistorica)
Paolo Boscato (Università degli Studi di
Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali “G. Sarfatti”)
n. 7 - 2 aprile 2016
Sommario
Anno 2011 Dal 5 al 23 settembre 2011 sono
proseguite le ricerche nel riparo del Paleolitico medio dell’Oscurusciuto a Ginosa (TA).
Nella prima parte della campagna è stato
ultimato lo scavo dell’unità stratigrafica 11
che negli scorsi due anni ha restituito numerosi focolari impostati in fossette circolari (diam. tra i 20 e i 50 cm, prof. 3-6 cm.).
Nell’area di scavo, estesa circa 10 mq, queste strutture sono concentrate in una fascia
orientata N/E – S/W e lasciano completamente libera un’area d’angolo del riparo di
circa due metri di ampiezza, probabilmente
utilizzata dai neandertaliani come giaciglio o zona di stazionamento. Nel corso di
questa campagna sono stati rinvenuti una
coppia di piccole strutture di combustione
in fossette (diam. circa 20 cm), parzialmente sovrapposte, e un focolare di dimensioni
maggiori (circa 40 cm di diametro) sottostante un’area del settore Sud dello scavo,
caratterizzata da una forte concentrazione
di focolari.
I focolari dell’unità 11 sono spesso sovrapposti e non è possibile effettuare una correlazione di utilizzo tra le singole strutture
rinvenute all’interno del sedimento (8 cm di
spessore medio) a causa della mancanza
di evidenze di piani intermedi di frequentazione. Fa eccezione l’insieme basale, costituito da 16 focolari con fossette di circa 20
cm di diametro (compresa la coppia di fossette rinvenute durante questa campagna),
che caratterizza la parte inferiore dell’unità stratigrafica. Questi focolari sono tutti
di dimensioni più piccole rispetto a quelli
superiori di US 11 e 9 e probabilmente appartengono ad un’unica fase di frequentazione. Sono ancora in corso le analisi microstratigrafiche che potranno fornire dati
su un eventuale diverso utilizzo dei focolari
in relazione alle dimensioni delle fossette.
Nella parte basale di US 11 aumenta gradualmente la frazione di tefra del sedimento
e risultano meno abbondanti i reperti litici
e ossei.
La seconda fase dello scavo ha interessato
l’asportazione della sottostante US 13, in
parte messa in luce lo scorso anno, a matrice ricca di tefra e con piccoli frammenti
di calcarenite. Nella parte sommitale sono
25
stati rinvenuti 9 focolari in fossette (diam.
20-30 cm) e un’area più ampia di combustione di cui non si conosce la reale forma ed
estensione perché in parte asportata dall’erosione di versante. I focolari, per lo più isolati, occupano la stessa zona delle strutture
soprastanti: rimane libero da focolari l’angolo
N/W del riparo e un corridoio lungo la parete
di fondo. Sono quasi tutte strutture isolate:
solo tre risultano sovrapposte (83a, 83b, 84).
Nello strato i materiali sono sporadici e spesso rinvenuti in piccole concentrazioni. Le ossa, fortemente frammentate, la produzione
litica continua ad essere caratterizzata dalla
dominanza della modalità Levallois unipolare
ricorrente, senza che si siano notate in fase
di scavo particolari cambi di gestione nella
catena operativa.
Questa unità stratigrafica copre uno strato di
ceneri vulcaniche compatte dello spessore di
circa 60 cm (US 14) che sigilla una paleosuperficie ricca di materiali. I focolari rinvenuti in
US 13 sono quindi pertinenti alle prime sporadiche frequentazioni del riparo, successive
alla cospicua caduta di ceneri. Le analisi in
corso del tefra probabilmente forniranno dati sull’attribuzione e quindi sulla cronologia
dell’evento vulcanico. La superficie di US 14
è irregolare, caratterizzata da frequenti depressioni/escavazioni forse legate ad azioni
erosive. Queste buche irregolari, in parte ancora da svuotare, risultano riempite da US 13
e hanno restituito pochi reperti litici e ossei.
La parte superiore dello strato di ceneri vulcaniche contiene rari materiali antropici penetrati nel sedimento e andrà indagata nella
prossima campagna di scavo.
Autori del Sommario
Annamaria Ronchitelli (Università degli Studi
di Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali
“G. Sarfatti”, Sezione di Ecologia Preistorica)
Paolo Boscato (Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali “G.
Sarfatti”)
Team
Stefano Ricci, Claudia Abruzzese, Daniele
Aureli, Elena D’Itria, Filomena Ranaldo, Giulia Musella, Marco Serradimigni. María José
Peñalver Puerta, Silvana Condemi. Stefania
Mainieri, Vincenzo Spagnolo, Francesco Boschin, Jacopo Crezzini, Francesco Berna,
Helena Klempererova.
segue al prossimo numero
26
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
Istituto Comprensivo “G. Deledda-S.G. Bosco”
I giochi del passato
Dall’inizio dell’anno scolastico stiamo
studiando e analizzando le diverse tipologie testuali: favola, fiaba, testo descrittivo; giunti al testo regolativo, la nostra
professoressa ci ha detto di intervistare
i nostri genitori e chiedere quali erano
i giochi che loro praticavano da piccoli. Fatta l’indagine, abbiamo pensato di
realizzare una semplice pubblicazione,
accompagnata da alcune riflessioni:
“Nel passato bastava poco per essere
felici, i bambini usavano la fantasia per
divertirsi, per stare insieme, per costruire semplici giocattoli, dal momento che
i soldi servivano per comprare cose più
importanti.
Si giocava quasi sempre all’aperto e le
ore scorrevano serene. La loro giornata
si svolgeva tra scuola, aiuto ai genitori e
semplici giochi, senza playstation, cellulari, computer. Le voci dei bambini riempivano la strada, le piazze delle Chiese
e del paese. Il paese era diviso in rioni
e spesso i bambini si allontanavano da
casa per raggiungere un altro rione, ma
i giochi erano sempre gli stessi. Alcuni
giocattoli erano costruiti dalle mamme e
dai papà o dai bambini stessi: le bambole di pezza, le pistole di legno, le spade
di legno o di erbe dure, ecc.”
E’ stato bello chiacchierare con i nostri
genitori di questi giochi che ora proponiamo ai nostri coetanei e li invitiamo a
svolgerli nei momenti liberi.
*****
LA CAMPANA
La campana è un gioco collettivo e si
può giocare
in un numero indefinito
di persone.
È un gioco
che
può
e s s e r e
svolto solo
all’ aperto.
Materiale
necessario:
gesso bianco, un territorio asfaltato e un
piccolo sasso.
Regole: disegnare lo schema sull’ asfal-
to, composto da riquadri che vanno
da 1 a 10. Il principio fondamentale è
quello di saltare da una casella all’ altra
seguendo l’ordine di successione dall’
1 in su e poi di nuovo al punto di partenza. La regola può prevedere che si
saltelli con una o due gambe, in base
alla casella. All’ inizio, stando fuori dal
tracciato, si tira il sasso nella casella di
partenza, poi si salta in quella casella,
si recupera il sasso e si procede. Così
a seguire per tutte le altre caselle. Lo
scopo del gioco è quello di completare
il percorso arrivando alla meta e poi tornare indietro senza commettere errori.
Simone Sommazzi
Gianvito Cazzetta
*****
LA CAVALLINA
La cavallina è un gioco antico chiama-
to “Mitte la sédde o cuavàdde e pàsse ”
ossia “metti la sella al cavallo e passa”.
Un bambino, dopo la conta, viene sorteggiato per il ruolo del cavallo. Questo
si inginocchia per terra, con la schiena
curva e la testa abbassata.
Tutti gli altri bambini, nel ruolo di cavalieri, devono, a turno, appoggiare il fazzoletto sulla groppa del cavallo, e saltare, schivandolo. Contemporaneamente
devono pronunciare “Mitte la sédde o
cuavàdde e pàsse”.
Pierpaolo Pagone
*****
IL GIOCO DEI CINQUE NOCCIOLI
Per giocare a questo gioco occorrono
cinque noccioli di albicocca. Il gioco
consiste nell’effettuare 10 lanci. Dapprima si lanciano tutti e cinque a terra, prendendone uno, e
lanciandolo in aria, bisogna raccogliere i quattro
noccioli, uno per volta, dopo di chè bisogna rilanciare i noccioli a terra prendendone uno e lanciandolo in aria e contemporaneamente raccogliere gli
altri a due a due;
al terzo tiro, lanciarne in aria uno
e raccoglierne tre
insieme e uno da
solo; al quarto, 4
noccioli si mettono sul dorso della
mano e durante il
lancio del singolo
nocciolo i quattro si ripassano nel palmo; al quinto, tenendo in pugno i 4 noccioli, durante il lancio
del singolo, si rimettono tutti e quattro a terra. Così
via, creando, di volta in volta, una difficoltà nuova,
fino all’esaurimento dei lanci. Chi sbaglia ricomincia daccapo, al terzo errore si esce dal gioco
Francesca D’Alconzo
*****
I QUATTRO ANGOLI
I 4 angoli o 4 cantoni
n. concorrenti 5
luogo: all’aperto
materiale necessario: gesso o pietre
finalità del gioco: vincere occupando il posto di
uno dei 4 giocatori
Al gioco dei “quattro cantoni” (o dei “quattro angoli”) si gioca in cinque. Prima di tutto, bisogna
trovarsi in uno
spazio quadrato,
così che i quattro
concorrenti si collocano nei quattro
angolini. Il quinto
partecipante, invece, si mette nel
centro. Gli altri quattro devono scambiarsi tra loro
le posizioni, senza permettere al quinto di occupare l’angolo lasciato libero. Se questo avviene, chi
perde il proprio angolo deve andare a occupare la
posizione centrale. Esperienza e rapidità sono le
condizioni essenziali per poter giocare a questo
gioco.
Marika Maggiore
LA STACCIA
In questo gioco c’è bisogno di minimo due persone e si gioca all’aperto.
Bisogna disegnare sulla strada delle caselle contenenti numeri fino al dieci. Gli occorrenti sono un
attualità
gesso e una pietra. Bisogna lanciare la
pietra in ordine numerale e bisogna camminare su alcuni numeri non poggiando
l’altro piede a terra.
David Sisto
*****
GIOCO DELLE SARDINE
Nel gioco delle sardine bisogna essere minimo 3 persone e massimo 10 ed è un gioco da fare preferibilmente all’aperto. Non
occorre nessuno materiale.
Si fa la conta e chi esce si deve nascondere, mentre gli altri concorrenti devono
contare. Se uno dei concorrenti trova il
capo, quello stesso concorrente si deve
nascondere insieme al primo e così via.
Quando resta un solo concorrente il gioco
finisce e quel concorrente si nasconde e
così ricomincia il gioco. Lo scopo del gioco
è divertirsi tutti insieme.
Sofia Ciarfaglia – Pizzulli Andrea
*****
LA TROTTOLA
(U strumml e la sajaghje)
Numero di giocatori: tre o più
Luogo: all’aperto, sulla strada, per far girare bene la trottola.
La trottola era fatta di legno, arrotolata da
una corda e la
punta di ferro.
Quella che mio
padre
usava
per giocare con
i suoi compagni
era stata costruita da mio
nonno.
Le regole del
gioco sono le seguenti:
1) arrotolare sulla trottola la corda
2) prendere l’estremità della corda a cui
era attaccata la trottola e srotolarla, mentre
la trottola girava in senso rotatorio
3) vinceva il giocatore che faceva ruotare
la trottola per più tempo senza farle cadere
Papà mi dice che oltre a farla girare i bambini giocavano anche mandando la propria
a colpire la trottola degli avversari per danneggiarla e farla finire fuori gara. Papà mi ha detto che la trottola in vernacolo ginosino si chiama STRUMML e la
corda SAJAGHIE
Vitania Pizzulli
*****
LE BIGLIE
Il gioco delle biglie è un gioco in cui ven-
n. 7 - 2 aprile 2016
gono usate
palline di vetro colorate,
vengono tirate mettendole fra il pollice e l’indice.
L’obiettivo è
quello di colpire le biglie degli avversari, se le colpisci
le vinci.
Domenico Cazzetta
*****
PALLA AVVELENATA
La palla avvelenata consisteva nel lanciare
sui giocatori la palla che si definiva appunto avvelenata. Il campo era delimitato e se
uscivi fuori eri eliminato. Il giocatore che
veniva colpito usciva fuori dal gioco. Il massimo dei giocatori era 32 e il minimo era
5. Il giocatore che
rimane in vita vinceva. La palla era
fatta quasi tutta di
cuoio. Bisognava
fare attenzione a
non colpire la faccia
Christopher
Tortorella
*****
TIRO ALLA FUNE
N. concorrenti: da 4 e sempre in numero
pari
Luogo: all’esterno o in una palestra grande
Materiali necessari: corda, fazzoletto, un
fischietto
Questo gioco è un gioco di forza e si gioca
con un numero di concorrenti superiore a
quattro, ma sempre in numero pari. Si formano due squadre con uguale numero di
concorrenti. Si gioca all’esterno ma se si
ha una bella palestra grande, si può giocare anche all’interno. Innanzitutto si delimita il campo da gioco e si segna la metà
27
esatta. Si distende la corda sul campo e si
segna la metà con un fazzoletto. Il fazzoletto
deve stare poggiato sulla metà del campo.
Le squadre si posizionano a lato della corda
ognuna nella propria metà di campo.
Al fischio di inizio le due squadre cominciano a tirare la corda ciascuna verso la propria
metà. Vince la squadra che riesce a trascinare l’altra nella propria metà.
Vincenzo Donno
A cura degli alunni della classe 1^B
Istituto Com. G. Deledda-S.G. Bosco
plesso Deledda
Docenti di classe prof.sse
Mele Damiana- Zicari Mary
Perseguitava l’ex
moglie: arrestato
dai carabinieri
Minacce di morte, insulti, pedinamenti e
danneggiamento. La donna, esasperata ha
denunciato l’ex marito che è stato arrestato
dai Carabinieri della Stazione di Marina di
Ginosa (Ta). In manette è finito un 64enne
incensurato del posto .
Tutto è partito da una telefonata giunta al
112 nella mattinata di sabato 26 Marzo, con
la quale una donna chiedeva aiuto ai militari. L’uomo per l’ennesima volta, si era recato
sotto l’abitazione della ex moglie minacciandola ad alta voce. Giunti sul posto i militari
hanno accertato la presenza del 64enne che
in evidente stato d’agitazione, inveiva aggressivamente nei suoi confronti. Un episodio non singolare quello accorso alla vittima,
che già in passato si era rivolta alle Forze
dell’Ordine per le reiterate minacce subite da
parte dell’ ex coniuge che dopo la separazione, aveva iniziato a perseguitarla e pedinarla,
minacciandola di morte e facendola sprofondare in un profondo stato di disagio psichico
e di terrore. I militari attraverso le immagini di
una telecamera di videosorveglianza, hanno
accertato che la notte prima il 64enne si era
introdotto all’interterno della recinzione condominiale della vittima, arrecando danni ad
un’ aiuola. L’uomo è stato così arrestato e
dopo le formalità di rito, su disposizione dell’
A.G. competente è stato tradotto presso la
casa circondariale di Taranto
Massimiliano Doro
28
n. 7 - 2 aprile 2016
n. 7 - 2 aprile 2016
RICERCA & FORMAZIONE
Se credi, fai;
se fai, ottieni
Abbiamo avuto il dono della vita ma ne
passiamo la maggior parte correndo dietro
qualcosa, senza pensare chi siamo e che cosa vogliamo, arrivando alla conclusione che
ciò che abbiamo è il risultato di quello che
siamo e in cui crediamo. Non ci vogliono
anni di studio per capirlo, basta un po’ di
buon senso… ma forse non ne abbiamo poi
tanto.
Se sei, se veramente sei, allora puoi credere. Se credi, fai; se fai, ottieni. Tutto qui.
Ma la cosa non è così facile come può sembrare. È più semplice e “comodo” farsi guidare dagli eventi, piuttosto che fermarsi un
momento a riflettere su quello che si è e su
ciò che si sta facendo: cosa che spesso non
ci piace granchè.
Nei miei vari corsi formativi e seminari vedo solitamente persone che in qualche modo
hanno compreso l’importanza di aggiungere più conoscenza nella propria vita, per
migliorarsi e “fare la differenza”. Chi non
è mai presente, invece, sono proprio quelle
persone che avrebbero più bisogno di altre,
di sapere, conoscere: quelle meno informate, meno preparate, meno formate, appunto.
Credo che loro eviteranno di leggere anche il presente articolo - che pure è frutto
di approfonditi studi e ricerche che hanno
contribuito non solo al salvataggio ma anche al successo di molte imprese (parlo per
esperienza personale) – che forse potrebbe
tornargli di una certa utilità.
Lo leggeranno, bontà loro, i primi che ho citato: quei pochi che si pongono sempre do-
mande, che hanno fame
di sapere e voglia di crescere e migliorare. Quei
pochi che sanno osare,
che sanno rischiare, per
rimanere sempre fedeli a
se stessi.
Mi piace pensare che
questo mio piccolo contributo potrebbe
servire da stimolo o da riflessione per loro, per quei pochi coraggiosi che hanno
in sé il fuoco sacro della curiosità e del
cambiamento.
Mi sono sempre chiesto perché le persone fanno quello che fanno? Perché si
comportano in un certo modo? Come mai
alcune sono felici e altre profondamente
insoddisfatte? Perché alcune hanno “successo” e altre no?
Avevo otto anni, quando mio padre mi
“avviò a bottega”, una piccola falegnameria artigianale, il cui maestro, uomo d’altri tempi e di poche chiacchere, mi disse:
“Sappi che tutti siamo in grado di fare
tutto. Basta che lo vogliamo veramente
e che siamo disposti al lavoro duro e al
sacrificio. Puoi diventare tutto quello che
vuoi, le risorse necessarie le hai dentro di
te”. Bello, vero?
Al momento non capii il significato di
quelle belle parole, che però allora mi
sembrarono quasi come una presa in giro.
Fu molto tempo dopo che compresi appieno quello che il maestro volesse farmi
intendere.
Oggi, a distanza di mezzo secolo, molti dei propositi di allora credo di averli
raggiunti. Certo, come dico sempre, non
è stata una passeggiata. La paura di non
farcela è sempre in agguato, ma forse è
proprio quella che mi ha dato e mi dà ancora la forza per superare le avversità e la
carica giusta per ripetere a me stesso che
“Devo farcela!”
In tutto questo tempo ho anche imparato che il
miglior modo per superare le proprie paure, è
affrontarle. Eliminate quelle, ne arriveranno di
nuove, sì, ma intato saremo cresciuti e pronti
a sconfiggere anche le successive. “Un giorno
la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò e
andò ad aprire e non c’era nessuno”. (Johann
Wolfgang Von Gotthe).
Cos’è che ci eccita ed entusiasma, ma nello
stesso tempo ci impaurisce? Se quello che stiamo facendo non ci fa alcuna paura, forse si tratta
di qualcosa di poco importante. Allora, cominciamo a metterci passione e coraggio in quello
che facciamo e, oltre alla passione e al coraggio,
ricordiamoci sempre di fissare bene nella mente
delle mete, chiare e precise, lungo il nostro percorso esistenziale e professionale.
C’è un esempio che amo ripetere in ogni occasione opportuna: se l’obiettivo di un alpinista
fosse semplicemente quello di arrivare sulla cima della montagna, ci andrebbe tranquillamente
in elicottero, risparmiandosi così la grande fatica
e i molti pericoli della scalata. La vetta, come
punto di arrivo, non è altro che il pretesto per la
sfida di affrontare un percorso impervio, pieno
di difficoltà e insidie; non è altro che un mettersi
alla prova per superare i propri limiti, le proprie
paure, appunto, per tentare un affondo dentro di
sé alla ricerca di nuove risorse e di nuova linfa
vitale.
La vita può essere una grande avventura, se
non smettiamo mai di essere curiosi, di cercare,
di scoprire e, a tale proposito, concluderei con
una massima (consiglio) induista che recita così:
“Scappate da chi dice di avere la verità e correte
al fianco di chi la sta cercando”.
Ispirato da: “ La vita che tu Vuoi” di Claudio
Bellotti, Sperling & Kupfer Editori S.p.A.
Giovanni Matera
Per consultare altri miei articoli:
www.giovannimatera.it
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n. 7 - 2 aprile 2016
n. 7 - 2 aprile 2016
31
l’amministrazione ?
Tanto il museo non ha mai funzionato e sono tanti i perché che ci dobbiamo chiedere,
ma forse dovremmo chiederlo a coloro che
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attenzione solo fino al 31 marzo 2016
La cartolina di
Michele Cassano
[email protected]
C’ERA UNA VOLTA UN
MUSEO A GINOSA
Un po’ di anni fa pur di accaparrarsi dei fondi
per progetti riguardanti musei o persino per
aprirli, il comune di Ginosa fece suo un progetto e nei locali della Biblioteca Comunale
ex convento, ed ex palazzo comunale sito in
Corso Vittorio Emanuele, adiacente la chiesa dei Santissimi Medici, fu aperto il Museo
Civico Santa Parasceve.
Fu nominato direttore del Museo il Dottor
Giambattista Sassi, laureato in Scienze delle Belle Arti.
Museo che in realtà non ha mai funzionato come dovrebbe, veniva aperto o quando
c’era qualche presentazione di libri o quando l’addetto della biblioteca apriva secondo
richiesta di scuole ecc.
Pur avendo un direttore regolarmente pagato non ci spieghiamo il perché il museo era
sempre chiuso .
A cosa serviva si chiedono i contribuenti un
direttore del Museo ? L’assurdo è che ultima-
mente sono stati spesi circa € 70.000.
Guardate ora dalle foto come è ridotto il
nostro museo Santa Parasceve.
Il chiostro si presenta in questo stato: sporco con erbacce nate spontanee, bagni fatiscenti e rotti, deposito di
ogni tipo di rifiuti, ascensore non funzionante , aperto per ricovero colombi che
ne fanno da padroni .
Per non parlare della biblioteca, nelle
stanze dove prima ci si recava per leggere, usare computer ora, come da foto,
ci sono dei veri depositi di rottami di PC
ammucchiati uno sull’altro, fili sparsi di
luce, telefono ecc. Tutto un cantiere……
Togliendo logicamente la possibilità di
usare la nostra bella biblioteca. E per
assicurare un servizio esterno l’addetto
del Comune va di persona presso alcune scuole di Ginosa per assicurare tale
servizio. Ma è possibile che nel 2016 ci
sono ancora queste madornali disfunzioni?
È possibile che dopo l›avvento del
commissario prefettizio rinominato
nuovamente il direttore del Museo ,
questo dopo neanche un mese si dimette? E perché non l’ha fatto quando c’era
dovevano vigilare, a coloro che hanno speso
tanti soldi per un museo destinato a rimanere
chiuso.
Ma è scritto e documentato che Ginosa ha un
Museo Civico anche se fatiscente, chiuso al
pubblico ma esistente.
Ora ci chiediamo; ma è mai possibile che ogni
opera o qualcos’altro che viene fatta a Ginosa
va sempre a finire allo stesso modo?
Possibile che nessuno controlla , nessuno che
si interessa se qualcosa non va e si cerca di
dare una soluzione al problema?
Comprendiamo che i problemi possano
sorgere, certo, ma non si risolvono abbandonandoli a se stessi , o come è il caso del
Museo Civico Parasceve, che si chiude e chi
l’ha visto l’ha visto .
Ginosa che può vivere di turismo sfruttando
anche la scia di Matera, capitale della cultura
europea nel 2019 con case e ruderi, caverne
identiche ai Sassi Matera, patrimonio dell’Unesco.
Ci facciamo sfuggire quest’opportunità ?
Quello che di buono abbiamo lo
abbandoniamo?
Speriamo che chiunque uscirà vincitore alle
prossime elezioni amministrative di Giugno
prenda seriamente a cuore Ginosa e tutti i ginosini e amministri nel bene del paese e della
rinascita di Ginosa e non politica clientelare
che alla fine non dà nessun frutto, ma solo
sperpero di denaro pubblico.
MICHELE CASSANO
32
il racconto
n. 7 - 2 aprile 2016
Gigante-De Riggi: cena a 4 mani
il racconto
n. 7 - 2 aprile 2016
33
Laterza : “ Panchine Rosse e Targa per Artemisia Gentileschi”
Sorgente di continue novità, entrambi gli chef saranno protagonisti di un confronto
con ricette d’autore, che ruotano attorno al mondo del cibo contemporaneo e tradizionale.
Giovanni Gigante
Maurizio
De Riggi
-Nell’Italia e nel mondo che esaltano le stelle
della cucina, spiccano le firme eccellenti del
ginosino Giovanni Gigante e del campano
Maurizio De Riggi. Il nostro Gigante, attualmente, lavora presso il ristorante ‘Gusto’ di
Ginevra, all’interno dello Swissotel Metropole
. De Riggi, invece, è titolare del ristorante
Markus avente sede a San Paolo Bel Sito,
Napoli. Si sono conosciuti partecipando ai
talent culinari più seguiti. Sono entrambi considerati tra i maggiori interpreti della cucina
mediterranea. Originalità, con ingredienti
della tradizione, è il loro stile. Ovviamente,
reiventando e impreziosendo pietanze e condimenti sulle note delle rispettive regionalità.
Segni, profumi, aromi che da chef di carattere sanno rendere i menù tutti da scoprire.
Il 23 aprile prossimo saranno insieme in una
specialissima serata. Effettueranno, presso il
ristorante Markus, un’esclusiva cena a quattro mani. Un sorprendente incontro di cucine, un dialogo tra culture, uniti dall’identità
primigenie meridionale. ‘L’anima’ di Gigante
è quella di dimostrare al mondo come sia
possibile lavorare con passione e produrre
qualcosa di positivo. ”La Cucina –spiega Gigante- è un ambiente complesso
e dipende dagli operatori renderla semplice, carica di emozioni, di riflessioni.
Insomma, con continuo studio, saper
creare contrasti unici attorno al mondo
del cibo contemporaneo e tradizionale.
Dialogo esaltante e arricchito dalla rievocazione della cucina della memoria,
mediata dall’ingegno moderno. “Grazie
nonna Rosa. Grazie per avermi trasmesso
i ricordi dei sapori di una volta. Il gusto, ad
ogni modo, va educato, per poter suscitare emozioni ogni volta che si vive l’incontro
col cibo. La cucina -aggiunge Gigante- non
deve essere mai uguale a se stessa. Deve
riuscire ad entusiasmare i palati di chi ama
cibi ricercati, senza rinunciare alla tradizione, alla felice unione dei prodotti della terra, con estro e creatività”. La contentezza
di Gigante: “Sono felice di ritrovarmi con
l’amico De Riggi. Metteremo a confronto
le nostre cucine, consolidando la nostra
amicizia”. Il meglio di due tradizioni gastronomiche che consentirà ai buongustai di
viaggiare tra abbinamenti e sapori stellati.
I piatti di Gigante nasceranno dal rispetto
delle materie prime d’eccellenza, esaltando
il sapore originale e mantenendo la riconoscibilità, seppur elaborati e combinati tra
loro. Questi i piatti, partendo dall’antipasto
titotalo ‘Orto del Gusto’: burratina, crema di
pane, filetti di acciughe , gelè di pomodoro,
cimette di rapa, gocce di olio extravergine.
Primi piatti: “riso con patate e cozze; controcorrente: riso Carnaroli, crema di cozze,
lastra di riso nero, aria di patata, polvere
di pomodoro e riso nero. Secondo, ‘Polpo
Gourmet’: polpo croccante, gelè di nespola,
asparagi, crumble di nocciole. Poi, carpaccio di scampi, gelè di camomilla, riduzione
di barbabietola, crema d’avocado, crema di
pastinaca, ridotto di frutto della passione,
crumble nocciole e caffè, pane carasau,
orto di verdure di stagione e formaggio di
capra. Dolce, ‘Uovo Sbattuto’: rosso d’uovo, spugna al cioccolato, ridotto di caffè.
L’umiltà ed i sogni di Gigante: “Sono ancora
agli inizi, ma ho obiettivi ben fissati. Mi piacerebbe, tra qualche anno, frequentare una
scuola di alta cucina e continuare la mia
carriera in ristoranti prestigiosi. Un giorno
vorrei essere un grande chef e aprire un
mio ristorante, ma so che per arrivare a costruire qualcosa di veramente straordinario
ci vorrà tanto impegno, idee, sacrificio, duro
lavoro e tanta voglia di fare”.
Canta Storie
E’ stato inaugurato l’ 8 Marzo scorso, a Laterza presso il Parco
in via Verga in onore della Giornata Internazionale della Donna, il
progetto “Panchine rosse”, realizzato in collaborazione con il Liceo
Artistico G. B. Vico quale simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Il parco è stato intestato alla pittrice del ‘600, Artemisia
Gentileschi, emblema dell’emancipazione femminile, passata alla storia per la sua lotta personale contro la violenza di genere e
come prima donna accolta nell’Accademia delle Arti del Disegno.
Hanno partecipato il Sindaco di Laterza, Gianfranco Lopane, l’assessore al marketing e turismo, Mimma Stano, l’assessore ai lavori pubblici, Giovanni Caldaralo e l’insegnante del Liceo artistico
Adina L’Assainato. La targa e le panchine sono state decorate dai
STABILIMENTO EX MIROGLIO DI
CASTELLANETA E GLI IMPEGNI
DISATTESI
Non sono bastati altri due mesi dall’ultimo incontro tenutosi a Palazzo di Città di
Castellaneta per fare chiarezza sulle sorti
dell’ex stabilimento Miroglio.
Un incontro che fu chiesto con insistenza dai
lavoratori dell’ex opificio e dalle loro OO.SS
per fare chiarezza sulla mancata riconversione, preoccupati dalla definitiva scadenza
di fine aprile degli ammortizzatori sociali.
Un incontro al quale parteciparono le organizzazioni sindacali e la stessa Regione
Puglia, rappresentata in quella sede dal
Dottor Recchia, componente della Task Force regionale.
Il Sindaco Giovanni Gugliotti confermò la presenza sul tavolo di
almeno tre manifestazioni d’interesse, sulle quali era però necessario concludere le dovute verifiche (annunciate più di un anno fa).
L’impegno congiunto preso con i disoccupati presenti e le loro
ragazzi del Liceo Artistico G.B.Vico. “ La giornata dell’8 Marzo deve
essere un invito alla riflessione - ha dichiarato Lopane -. Oggi vogliamo sensibilizzare la comunità attraverso un messaggio forte ed
evidente. Prendiamo parte alla battaglia nazionale contro la violenza
sulle donne offrendo strumenti per combattere i tabù più radicati
ed offrire un sostegno. Il primo esempio di concretezza deve partire
dagli amministratori e dalla Legge regionale che deve rendersi più
solidale possibile. Davanti ai dati in crescita, la legge e le istituzioni
devono salvaguardare le donne in difficoltà”. Perché noi donne non
dobbiamo restare in silenzio ma dobbiamo denunciare la violenza.
Perché ciò che ci deve spaventare non è la violenza dei cattivi, è
l’indifferenza dei buoni.
Maria Carmela Olivari
OO.SS dal primo cittadino, era quello di procedere con l’emanazione di un avviso pubblico volto a definire una volta per tutte, le
possibili alternative per reindustrializzare il capannone.
Il tavolo Ministeriale avrebbe poi tirato le somme ed indicato la strada da intraprendere sulla scia
dei risultati conseguiti con successo a Ginosa.
Da allora però nulla più si è saputo ne del promesso avviso
pubblico, tantomeno dell’attivazione del tavolo Ministeriale.
Se a Ginosa entro il mese di
Luglio saranno riassorbiti almeno 50 degli ex Miroglini, cosa
ne sarà nel frattempo degli altri
disoccupati Miroglio, quando
tutto il bacino delle maestranze
si troverà senza nessun sussidio economico?
I disoccupati Miroglio ringraziano il Sindaco Gugliotti per la tutt’altro
che serena Santa Pasqua trascorsa, unitamente con le preoccupazioni di tutte le famiglie coinvolte.
Massimiliano Doro
34
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
Che fine fa la Passio Christi?
è un simbolo vivo dell’unione intima è quasi mistica tra una collettività i suoi
riferimenti storici e culturali.
Non si può fare a meno della Gravina di tutto quello che
rappresenta».
Quello di Cantore un monito
per tutti, cittadini e politici.
Ognuno deve fare la propria parte per salvare un
patrimonio comune che tutti
ci invidiano e che non può
andare disperso, ma deve
invece diventare il luogo
della memoria ritrovata, di
una fede inverata e vissuta
nel quotidiano e nelle cose,
oltre che nelle pietre e nostri simboli che fanno della
cristianità un messaggio universale di morte e risurrezione, di Dio che si fa umano
per amore dell’uomo e ricade nei vari quadri e nelle
scene drammaticamente rivissute della Passio Christi,
cammina e si getta tra per le
strade di Ginosa prendendo
su di sé dolori di un’umanità
prostrata che cade sotto il
peso dell’oggi ma guarda al
domani come un altro giorno. La Gravina è dunque un
La prossima edizione della Passio Christi
rischia di saltare. È in forse anche la replica estiva prevista per agosto che ha da
sempre attirato nel nostro paese migliaia di
la manifestazione che trova
nell’habitat rupestre, uno scenario unico al mondo, che riproduce fedelmente un villaggio della Palestina del Primo
secolo dopo Cristo e che ha
già ispirato capolavori come
il Vangelo secondo Matteo
di Pasolini e ha attirato negli
anni, il fervido interesse di artisti cineasti.
La Gravina,
violentata e
deturpata dalle alluvioni e
dall’incuria dell’uomo, è ancora una ferita aperta nel cuore
di ginosini. La Passio Cristi
turisti e camperisti da tutta Italia.
Nella conferenza stampa di presentazione della Sacra Rappresentazione che si è snodata Sabato Santo per le vie di Ginosa,
con la diretta di RTM, Tele Radio
Matera su canale 16 del digitale
terrestre, il professor Vincenzo
Cantore, presidente della Pro
Loco di Ginosa, ha lanciato un
accorato grido d’allarme: «O si
torna in Gravina, ha detto, approfittando della presenza di autorità civili e religiose nonché di
numerosi esponenti dell’imprenditoria locale e nazionale, o è
assolutamente inutile inscenare
attualità
“ IL DONO DEL SANGUE: UN
GESTO PER LA VITA”!
La “Buona scuola”
lezione alla Nurith
35
Testimonianze scritte
“ Ho visto un poster molto bello, con
una ragazza senza
capelli e la scritta : “ gli occhi glieli
ha dati la madre ,
la bocca il padre ,
IL SORRISO PUOI
DONARGLIELO TU
”. Con il mio sangue spero di essere
riuscito a donare un
sorriso a qualcuno ,
che non ha la fortuna
di avere la nostra salute. SONO MOLTO
CONTENTO. “
Un donatore
“Ho vent’anni e vorrei
condividere con i lettori una mia gioia! La
settimana scorsa, io e
una mia amica abbiamo fatto la nostra prima donazione di sangue. La sera precedente
la donazione eravamo entrambe molto agitate. Una volta andate al
centro trasfusioni ci siamo sedute vicine e ci siamo incoraggiate a
vicenda. Il prelievo è durato dieci minuti ed è difficile descrivere la
nostra felicità per questo gesto. Vorrei dire a tutti, giovani e meno giovani, che la gioia che sprova nel donarsi è indescrivibile. L’ansia e la
preoccupazione vengono sicuramente ripagate! E se siete spaventati
(come lo ero io), trovate un compagno d’avventura come un amico. “
Laura
Queste testimonianze sono così spontanee ed entusiaste che certamente faranno diversi “proseliti” per un gesto gratuito che può salvare
la vita delle persone. Papa Francesco nel mese scorso ha celebrato a
Roma il Giubileo dei Donatori di Sangue, che in Italia sono un milione
e settecentomila. Ha rivolto loro parole dolci, definendo le donazioni
“piccoli gesti d’amore, di tenerezza , di cura”. “Il dono del sangue: un
gesto per la vita”, era uno dei tanto slogan in Piazza San Pietro, a significare una cultura della donazione che si fonda molto sull’esempio,
sul passaparola tra la gente. “Nelle situazioni di maggiore bisogno”,
ha detto il Papa “portiamo la misericordia di Dio attraverso un impegno di vita, testimonianza di fede”.
(cit. da F.C.)
Marisa Tocci
Avis Ginosa e Marina di Ginosa
ethos individuale e collettivo
che fa da sfondo al dramma dei
drammi, ma che nello stesso
tempo, guarda fiduciosa alle
redenzione e risurrezione. Ma
niente deve essere lasciato al
caso. Ginosa potrebbe a giusto merito rientrare nel circuito
virtuoso e nel turismo culturale
legato agli eventi collaterali di
Matera Capitale Europea della cultura 2019. Se mancasse
proprio la Passio Cristi, sarebbe un vero peccato, un’occasione persa che non ritorna. Per
tutti noi.
Michele Pacciano
foto Gianni Lamuraglia
foto Viviana Venezia
n. 7 - 2 aprile 2016
Si sta svolgendo, come da programma, il progetto di “alternanza
scuola lavoro”, tra il Liceo “G B Vico” di Laterza e l’Azienza Nurith di Ginosa.
Per gli studenti del Liceo laertino si tratta di una esperienza interessante e per realizzarlo possono avvalerso del contributo altamente professionale del personale della Nurith, in particolar modo del ruolo di Tutor di Maria Rosaria Nigro, esperta tributarista.
Il corso prevede 200 ore di alternanza scuola-lavoro «La collaborazione con le aziende ha l’obiettivo fondamentale di consentire una maggiore conoscenza della realtà lavorativa, di favorire
gli studenti nella crescita e nella consapevolezza dei propri
mezzi, di far conoscere alle aziende il lavoro di formazione della
scuola.»
Stefano Giove
Andiamo al cinema
Al cinema teatro Metropolitan sarà proiettato
da domenica 3 aprile 2016:
Sabato 2 Aprile Teatro
ZELING – LAB. PUGLIA IN TOUR 2016
Sipario ore 21,00
Domenica 3 Aprile
KUNG FU PANDA 3
Orari – 18,00 – 20,00
prezzo cinema:
POSTO UNICO € 6,00 Ridotto € 4,00 ( Fino a 8 ANNI)
Sito internet : www.
cineteatrometropolitan.it - Grazie.
TELEFONO
338 2091023 - 0998245160
36
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
Questione via Matrice… opinioni diverse
Caro direttore,
l’ultimo scritto sul crollo del 21 gennaio
2014 risale a dicembre 2015, credo sia il
momento di un aggiornamento per i ginosini distratti e disinformati, che sono tanti.
Il 15 gennaio ci fu la consegna del cantiere alla ditta esecutrice dei lavori, consegna effettuata con grande schieramento
di forze perché quattro o cinque famiglie e
due vecchiette (che nei due anni dal crollo
erano uscite di casa e rientrate senza disturbo) sgomberassero le loro case senza
una nuova ordinanza che stabilisse come e
perché, tagliando illegalmente le utenze di
acqua e gas per costringerli ad uscire, come sono usciti. I residenti chiedevano solo
garanzie sui tempi, sui possibili danni diretti
e indiretti, che non sono state date. Il giorno stesso c’è stato un tentativo di scasso
in una abitazione sgomberata. E non basta.
Successivamente gli sgomberati, non tutti,
hanno dovuto firmare un documento con
cui dichiarano di non aver fatto opposizione
alle attività di rilievo predisposte dall’Amministrazione Comunale di Ginosa; di non
aver subito danni in seguito all’attuazione
delle attività di rilievo e di non aver nulla a
pretendere a titolo di risarcimento danni; di
essere a conoscenza che le imprese, autorizzate ad eseguire il contratto sono esonerate da ogni responsabilità per furti, danni
o altri sinistri alle proprietà lasciate incustodite dai proprietari. Come se i proprietari
volevano lasciare le loro case incustodite!
E non è detto che il rientro in casa dopo
i lavori avvenga automaticamente, anzi, è
molto probabile, anzi praticamente sicuro,
che la zona rossa resterà in vigore con buona pace degli sgomberati che si illudono di
poter rientrare nelle loro case.
E torniamo un attimo indietro perché vale
sempre la pena ricordare che i lavori che si
stanno facendo arrivano dopo due anni dal
crollo durante i quali è stata omessa ogni
indagine tecnica e amministrativa sul crollo,
per cui ancora oggi non se ne conoscono le
cause. Al momento del crollo erano in azione i geologi convenzionati per l’alluvione
che non furono interessati, come non furono interessati i tecnici ginosini che avevano
dato la loro piena disponibilità a fare indagini tecniche. I 47.000,00€ dati alla società di Torino sarebbero bastati e avanzati e
avremmo avuto nel giro di poche settimane
un preciso responso tecnico e proposte per
la soluzione che poteva essere rimozione
totale delle macerie e ricostruzione, che ad
oggi sarebbe stata completata, stante la
disponibilità dello stanziamento per l’opera completa. Invece no bisognava fare un
progetto minimo per realizzare una tristissima scarpata fatta di macerie, un sarcofago,
impiegando solo una parte dello stanziamento, e su questo sarebbe interessante
sapere perché e cui prodest. Non è stato
dichiaratamente richiesto il parere della
competente Soprintendenza, nonostante
fossero previste nuove costruzioni (muro e
scarpata) e nonostante fosse previsto una
sostanziale modifica dello stato dei luoghi.
Dato per scontato l’asserto della vecchia
maggioranza di aver fatto tutto quello
che c’era da fare, nessuna forza politica
dell’opposizione, ad eccezione del M5s,
ha mai espresso una critica, e ancora oggi,
a poche settimane dalle elezioni amministrative, non si conosce il pensiero dei vari
candidati su questo problema, che è il problema dei problemi di Ginosa. Si registra
solo una conferenza stampa dell’ex sindaco sullo stato dei lavori a scopo elettorale,
senza nessun avente titolo a parlare dello
stato dei lavori: non l’UTC, non la direzione
lavori, non la ditta, non il commissario.
Cominciati i lavori si osservano i primi risultati: non si è salvato il masso al margine del
crollo perfettamente al suo posto, come per
saecula saeculorum, che è stato frantumato per liberare lo spazio privato retrostante. Però vantiamo un successo: grazie alle
proteste si sono salvate le due lamie sovrapposte che avevano perduta la facciata,
destinate già in progetto all’abbattimento.
Nel frattempo, ginosini attenti, si sono rivolti alla Soprintendenza perché esprimesse
una valutazione sui lavori in corso prima
che fosse troppo tardi, un suo giudizio poteva essere dirimente sulla legittimità dei
lavori in progetto e chiuderla una volta per
tutte. Come era prevedibile la competente
Soprintendenza ha bloccato i lavori, li ha
inibiti, in attesa di accertamenti. Ma per
la pervicacia con cui si persegue il muro
con la scarpata, il responsabile di settore
dell’UTC, oltre ad affermare senza dimostrarlo che la causa del crollo (in atto già
da molti mesi) è dovuta all’alluvione del
2013, ha prontamente respinto l’inibizione
della soprintendenza, citando il D.L. 42 del
2004, negando la modifica dello stato dei
luoghi, che invece da questi lavori escono
a dir poco stravolti. La Soprintendenza ha
effettuato un sopralluogo che non è stato
seguito da alcun comunicato.
A fronte degli entusiasmi di parte circa
l’esito del sopralluogo, non si ha notizia di una modifica della posizione della
Soprintendenza che appare piuttosto come
una specie di messa sotto osservazione del
cantiere e della sua attività, non risultando
revocata la sospensione. Tra i cittadini attenti che hanno segnalato le anomalie di
questo progetto vi è anche il club UNESCO
di Ginosa che ha ottenuto l’interessamento
del Ministero dei Beni Culturali che ha chiesto spiegazioni alla Soprintendenza, come
racconta Giulio Pinto nella sua rubrica dello
numero scorso de La Goccia, spiegazioni
che attendiamo impazienti. Nel frattempo,
un’altra buona notizia: sembra che anche
il FAI si stia interessando al problema, ci risulta che il responsabile provinciale stia per
incontrare il Soprintendente.
Nell’ultimo numero de La Goccia infine, in
un servizio firmato da Canta Storie, il dirigente UTC afferma che: “La natura dell’appalto non afferisce alla costruzione, demolizione o modifica di alcuna opera…” in
contraddizione col progetto esecutivo che
prevede il famoso muro a sostegno della
scarpata tombale, come se ce lo fossimo
inventati. E’ cambiato qualche cosa nel
progetto di cui parliamo? Il muro non è più
previsto? Se così fosse sarebbe certo una
buona notizia, ma sarebbe anche una modifica sostanziale del progetto che a questo
punto andrebbe rifatto e rimesso in gara, lo
stanno facendo? E tra i lavori in atto elencati dal nostro, finalmente si parla di rilievi
strumentali, di fessurimetri, inclinometri e
prismi per il rilevamento topografico: controlli che il Comitato Residenti nel Centro
storico chiese da subito e che arrivano con
due imperdonabili anni di ritardo.
Si rimane sconcertati apprendendo che “…
Ad ogni buon conto, con riferimento alle
tavole del PPTR, via Matrice – dice il dirigente UTC - è esterna al perimetro BPImmobili e aree di interesse pubblico”. Cioè
per l’UTC, e per i politici che lo hanno voluto, via Matrice non ha alcun valore storico
architettonico, etnologico per cui ci stiamo
attualità
battendo tanto: non ha alcun valore di interesse pubblico. Sarebbe
interessante saper perché a suo tempo buona parte del centro
antico, compresa via Matrice, non furono inseriti nel PPTR (Piano
Paesistico Territoriale Regionale). Questo spiega il trattamento che
gli viene riservato, via Matrice può essere stravolta liberamente,
non è un’area di interesse pubblico! E’ incredibile!
Può essere, caro direttore, che le affermazioni che facciamo siano
incomplete o parzialmente inesatte, ciò dipende solo dalla assoluta
mancanza di informazioni da parte del Comune che non ha mai
emesso un comunicato sul crollo e sullo stato dei lavori, nonostante
a suo tempo il Comitato Residenti avesse chiesto di conoscere
un piano dei lavori, e nonostante un piano degli interventi fosse richiesto anche dal commissario delegato O.C.D.P.C. nell’autorizzare
una proroga richiesta dal sindaco, piano che non si sa se esiste e
se esiste non è conosciuto. L’opinione pubblica rimane perciò totalmente disinformata nel più totale disprezzo del diritto all’informazione. La pagina web del Comune è ferma al 17 luglio del 2014, data
di una riunione in prefettura molto citata di cui non si sa se esiste
un verbale finale.
Il 5 aprile prossimo si terrà in Prefettura una riunione tra i vari attori
di questa storia per fare il punto della situazione che speriamo non
diventi un dialogo tra amici che si troveranno tutti d’accordo tra di
loro. Mi sembra giusto perciò chiedere che alla riunione venga invitato anche qualcuno che la pensa diversamente, come il consigliere
regionale Marco Galante, ma non solo, per il suo ruolo istituzionale
e per il le posizioni critiche espresse in passato. Al termine della
riunione speriamo che si possa prendere visione del verbale finale
di riunione che confidiamo venga stilato. In conclusione, caro direttore, permettimi una chiosa finale.
Il sindaco di Matera, avv. De Ruggieri, alla domanda se avrebbe mai
permesso a Matera la realizzazione di una scarpata fatta di macerie, come il Comune vuole fare a Ginosa per coprire l’area del crollo
del 21 gennaio 2014, rispondeva: “Io non farei mai una alterazione
della morfologia di un territorio con un terrapieno di ruderi e di cocci,
già di per sé l’operazione mi sembra incoerente con l’armonia del
territorio, sarebbe una violenza, un corpo estraneo alla morfologia
(…) nel momento in cui c’è un crollo, non può diventare un manufatto che va ad aggredire un territorio”. Ma quello è sindaco a Matera.
Michele GALANTE
www.michelegalante.it
n. 7 - 2 aprile 2016
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ANNIVERSARIO TRATTATI
DI ROMA
LETTERA APERTA
Gentile direttore, in occasione del cinquantanovesimo anniversario della firma dei trattati di Roma – data di nascita del progetto
politico che oggi chiamiamo Unione Europea – ho ritenuto opportuno condividere con Lei e con i suoi lettori una breve riflessione
sul passato ma soprattutto sul futuro dell’Europa, con particolare
attenzione alle sfide che nei prossimi anni saremo chiamati ad affrontare.
Il 25 marzo 1957, al termine della cerimonia della firma dei Trattati di Roma, Paul-Henri Spaak poté finalmente dire che la prima
grande tappa verso l’integrazione europea era stata raggiunta. Aggiunse anche che molto cammino restava da compiere, prima di
realizzare il sogno della sua generazione, il sogno di De Gasperi e
di Adenauer, di Schumann, di Monnet, di Spinelli, quello degli Stati
Uniti d’Europa.
Oggi molto di quel cammino è stato compiuto, gran parte di quel
sogno è realtà ed innegabili sono i successi ed i traguardi raggiunti
grazie alla lungimiranza dei Padri Fondatori. Ciò nonostante negli
ultimi anni l’europeismo ha perso slancio: la recessione economica, la crisi occupazionale, l’emergenza in materia di immigrazione
e terrorismo hanno messo in evidenza le lacune politiche dell’Unione Europea, riportando in luce vecchie divisioni fra Stati che
sembravano definitivamente tramontate.
Oggi l’Europa viene percepita come un’entità troppo lontana dalla
quotidianità dei cittadini, incapace di fornire risposte concrete alle
difficoltà che si sono presentate recentemente.
E’ per tale ragione che a distanza di cinquantanove anni da quella
storica giornata il cui valore simbolico non va certo dimenticato,
non possiamo però non tenere a mente le recenti immagini di sangue e terrore provenienti da Bruxelles, ultimo scenario di una guerra invisibile, che da 12 anni a questa parte, da Madrid passando
per Londra fino a Parigi e alla capitale belga, ha seminato vittime
innocenti nel nostro continente.
Viviamo una situazione di ordinaria emergenza che impone una
riflessione seria e non più procrastinabile sulle sfide dell’Unione
europea che vogliamo.
Non bastano le riunioni, le manifestazioni di solidarietà, le marce
per la pace e gli slanci emotivi che si sono alternati a seguito delle
azioni perpetrate negli anni dapprima da AlQaeda e poi dal sedicente Stato Islamico.
Occorre ritrovare lo slancio ed il coraggio del dopoguerra ammettendo che gli strumenti politici finora delineati a livello comunitario
sono insufficienti per fronteggiare le problematiche attuali dall’immigrazione al terrorismo.
Già negli anni 50 il percorso di integrazione allora agli albori rischiò, dopo lo slancio della Dichiarazione Schumann e la stipula
dei Trattati di Parigi istitutivi della CECA, di arenarsi a seguito della
non ratifica da parte della Francia della Comunità Europea di Difesa, primo audace tentativo di dare una dimensione politica al
processo di costruzione europea. E fu proprio il Trattato di Roma e
la tenacia negoziale dei grandi Statisti dell’epoca, dopo il fallimento della CED, a riportare l’integrazione su una sfera prettamente
economica ricucendo le tensioni e le fratture e conducendo alla
firma in Campidoglio che aprì una lunga fase di pace e prosperità
nel nostro continente.
Servono coraggio e solidarietà.
Fino ad ora l’incapacità e il timore di federare a livello europeo
alcune competenze nazionali e di creare una vera unione politica
ha creato disastri economici e drammi umani come la minaccia
terroristica, il cui prezzo da pagare sta diventando la vita stessa
dei cittadini europei. E’ il momento di creare una vera intelligence europea e, perché
no, un vero esercito europeo, sola soluzione per affrontare una
sfida epocale nella maniera corretta.
Abbiamo il dovere morale di non disperdere il patrimonio di valori ed ideali che abbiamo ereditato dai Padri Fondatori; per fare
questo è tempo che l’Europa ritrovi la sua capacità di pensare il
mondo, riscopra il coraggio delle sue ambizioni e l’orgoglio della
sua società aperta.
Ma anche la forza per difenderla.
Aldo Patriciello
38
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
A.S.D. RUNNERS GINOSA
3ª TRAIL DEI COLLI ECOMARATONINA DI CASALINI KM 21,097
CISTERNINO (BR) 28 MARZO 2016
Circa 270 atleti provenienti dalla Puglia,
ma anche dalla vicina Basilicata, si sono
dati appuntamento a
Casalini di Cisterino
(BR), il giorno di
Pasquetta per partecipare alla 3^ edizione
del Trail dei Colli, che
si è svolta all’interno
della Valle d’Itria attraversando masserie,
trulli, vigneti e pinete
di lecci, pini e ginestre, in uno scenario
davvero incantevole.
Il percorso, ben segnalato e controllato
dai volontari e Forze
dell’Ordine, prevedeva 5 punti di ristoro e
3 punti di assistenza della Croce Rossa…
La competizione, che inizialmente era solo
di 21km, è stata affiancata, a richiesta di
molti atleti, da una 11km ed una passeggiata non competitiva di 5 km. Il raduno fissato
per le ore 8 per la consegna dei pettorali,
con partenza alle ore 9. Partenza ordinata
degli atleti definirei quasi “nordica” su asfalto (circa 1 km), che ha visto gli atleti sfilare
per la piccola frazione di Casalini tra i trulli,
per poi immergersi nella natura.
Percorso con un’altimetria min di 256 mt e
max 358 mt. Partenza con un percorso in
salita per circa 7km, che metteva a dura
prova la resistenza degli atleti, reso ancora
più difficile dalla stato scivoloso del terreno, a causa delle piogge dei giorni precedenti e dell’umidità, gara difficile fino al 17^
km, dove si affrontava l’ultima salita per
poi percorrere gli ultimi 4 km più o meno
pianeggianti e rientrare a Casalini. Per la
Runners erano presenti due atleti temerari,
il presidente Josè Punzi e l’atleta Maurizio
Limitone. Complice la bella giornata di sole
i due hanno partecipato
ad una vera giornata di
sport, tra la natura correndo fianco a fianco perché
lo sport è prima di tutto
divertimento sano…arrivando al traguardo dopo
2^ 15’. La competizione è
stata vinta da Giuseppe
Moliterni
(Gravina
Festina Lente) col tempo di 1^30’35”.. Prima
delle donne Mongelli
Lidia
(CorrerePollino
Chiaromonte Pz)col tempo di 1^35’42”, accompagnata dall’amico Giovanni
Andriulli (Montescaglioso
MT).
Appuntamento domenica
3 aprile a Massafra per la
3^ tappa del Corripuglia
2016.
Add stampa
Maurizio Limitone
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
39
Grande successo al “Southerrn Fight
Challeng” Open di Sava per il team Gentile
Domenica 13 marzo scorso, presso il palazzetto
dello sport di Sava si è svolto il “Southern fight
challenge” Open di Muay Thai, K1,mma,Kck
Boxing e tutte le discipline light.
Il centro Kick Boxing Gentile ha dimostrato, con
le medaglie conquistate, la qualità della propria
preparazione tecnica e professionale.
Il team Gentile, con i suoi atleti, ha conquistato
due megdaglie d’ro e due d’argento.
Questi nel dettaglio i piazzamenti.
Nella kick light: il primo posto con Pasquale
Cellaro (cat 10-12 anni -70 kg) che ha vinto per
ko, con una tecnica d’incontro.
Primo posto anche per Gianpiero Bitetti di
Laterza (cat 13-15 anni -50 kg) anche per lui una
vittoria per ko tecnico.
Per il team Gentile, oltre alle due medaglie d’oro,
vi sono stati anche altri lunsighieri piazziamenti:
si sono piazzati al secondo posto: Vito Antonio
Rosato di Laterza (cat 13 -15 anni -75 kg) e
Lorenzo Porfido (cat 16-18 anni -65 kg), nella
gara ad assisterli e dare i giusti suggerimenti
tecnici, i Coach Giuseppe Gentile e Giuseppe
Papapietro che hanno permesso, con la loro professionalità ed esprienza, di permettere ai propri
Atleti di salire sul podio entusiasmando tutto il
pubblico presente.
Un ringraziamento va anche al Maestro
Francesco Gentile e a tutto lo staff dei suoi collabboratori, che seguono passo per passo tutti
gli Atleti.
SG
TENNIS: CHRISTIAN TOMA E SWAMI LOMAGISTRO,
VINCITORI DEL TORNEO
KINDER
Sono entrambi di Marina di Ginosa i due giovanissimi atleti del locale Circolo Tennis “Pro Loco”, che nella giornata
di sabato 5 marzo scorso, hanno conquistato il trofeo
“Kinder 2016”.
Lomagistro Swami e Toma Christian per le rispettive categorie under 11 femminile e under 13 maschile nella tappa grottagliese del Circuito Nazionale Kinder, sono riusciti
a prevalere su i rispettivi avversari.
Tale Circuito che prevede circa 140 tappe che si realizzeranno di qui a luglio, nei Circoli tennis di tutta Italia, sotto l’egida della Federazione Italiana Tennis, vedrà i vincitori delle singole tappe partecipare al Master Nazionale a
Roma, presso il Foro Italico alla fine di agosto 2016.
I nostri tennisti con i successi di sabato 5 marzo 2016, si
sono assicurati la partecipazione alla competizione romana su i campi dove normalmente si svolgono gli incontri
degli Internazionali BNL d’Italia.
Di Massimiliano Doro
40
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
Ginosa: “Gli IFAD escono con un nuovo singolo.
Gli “IFAD” sono un gruppo Rock “over”,
nato nel 2003 a Ginosa. Ad Aprile escono
con un nuovo singolo. Un video tutto nuovo creato da veri esperti del settore. Nuovi
scatti fatti da Pierfrancesco Marinelli. Sin
dai primi passi emergono quelli che saranno i tratti distintivi della loro musica e
che li contraddistingueranno sempre durante il loro cammino; caratteristica principale è il cantare esclusivamente in lingua
italiana un genere comunemente sviluppato e prodotto in lingua inglese; altra
prerogativa è il voler comporre solo brani
propri, nuovi, moderni. Sin dai primi passi
la band mette ben in chiaro che QUI SI FA
ROCK. Il gruppo nasce dall’ incontro di tre
musicisti Pep (basso e voce), Taglio (chitarra), Adriano (batteria) che si cimentano
nell’inventare nuove melodie, abbandonando sin da subito il mondo delle cover
ed iniziando a sperimentare sempre più
profondamente il mondo della creazione,
intraprendendo così la lunga via verso
la ricerca e la costruzione di un proprio
“sound”. Uno degli obiettivi iniziali è quello di utilizzare esclusivamente testi scritti
Vendesi Garage
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e cantati in italiano, cercando di far convivere, e poi col tempo di esaltare, il genere rock con la lingua italiana. Nel 2006
la band partecipa ad una compilation promossa dall’associazione ARCI, poi diventata di livello regionale, “Musichiamoli tutti
vol 1”. Nel 2007 viene registrata la prima
demo, che porta all’ingresso nel gruppo di
un nuovo cantante, “Phil”. La demo intitolata “Via Mazzini 35” Nel 2008 “Via Mazzini
35” riceve una recensione nello spazio demo del giornale Rock Sound e viene registrata la seconda demo “IFAD” che porterà
la band ad essere selezionata tra le 80
band che parteciperanno al Music Village,
un evento nazionale che associa musicisti emergenti alla consueta presenza di
artisti già affermati. Il 2010 è l’anno della
produzione del primo Album, “Segnali di
fumo”, contenente 8 brani inediti. Durante
l’estate entra nel gruppo una seconda chitarra suonata da “Vinz” che esordisce live
al “Castellaneta Rock fest”, dove il gruppo
si classifica al secondo posto. A settembre
escono di scena le tastiere, a novembre
ritorna a far parte del progetto “Phill” che
suonerà le percussioni. Ogni componente ha partecipato all’evoluzione ed alla
crescita del gruppo, non solo con lo strumento in mano, ma supportando la band
durante la sua storia e le sue esibizioni.
Nel 2012, i 5 entrano a far parte della compilation, ora nazionale, “Musichiamoli tutti
vol 4” con il brano “Nero”. Prendono vita
i nuovi brani inediti che, come è sempre
stato, vengono promossi live, questa volta a Roma in Piazza San Giovanni in una
manifestazione organizzata dal comune.
Nel 2013 il gruppo viene scelto per partecipare al “B-side Contenst di Rende(CS) e
si esibisce in diretta radio a Trepuzzi(LE)
ai “laboratori musicali”. Continuano i lavori
per il nuovo album. Nel 2014, gli IFAD, a
Castellaneta marina, aprono il concerto di
Omar Pedrini. Ed ora sono pronti, ad aprile
con un nuovo singolo, un nuovo video e
con nuovi scatti.
Maria Carmela Olivari
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016 41
PRIMA CATEGORIA / Successo esterno importante nello scontro diretto per la salvezza diretta
Ginosa: rallenta la corsa della copolista
Trulli e Grotte. Al “Miani” termina 1 -1
Altro piccolo passo verso la salvezza diretta per gli uomini di Russo, che costringono la capolista Trulli e
Grotte al pareggio. Il Ginosa tiene testa molto bene ad un’ottima squadra, passando addirittura in vantaggio con un gol di Roberto Bozza dopo 20 minuti, pareggiato nel finale della prima frazione da Amoruso.
GINOSA, 20 marzo - Il match sembra co- re il sorpasso nelle fila del “Trulli e Grotte” pareggio può andar bene contro l’avversaria
minciare bene per i padroni di casa che con un colpo di testa sugli sviluppi di un odierna e cerca di mantenere in tutti i modi il
dopo 14 minuti sfiorano la rete con Paiano calcio di punizione che anche stavolta risultato, anche se all’ 85’ Apicella prova a sorche tenta una conclusione acrobatica, con non inquadra la porta avversaria.
prendere l’estremo difensore ospite con una
il pallone che termina fuori di pochissimo.
La parte centrale del secondo tempo è conclusione da fuori che però è troppo larga.
Gli ospiti tentano di rendersi pericolosi abbastanza “spezzettata” visti i numero- I cinque minuti di recupero sembrano intermiquattro minuti dopo, con Giardino che ci si cartellini gialli e la classica girandola nabili, ma dopo il rumoreggiare del pubblico di
prova con un buon calcio di punizione ben di sostituzioni, così per vedere altre oc- casa, l’arbitro sancisce la fine della disputa e
respinto da Giampetruzzi.
casioni degne di nota, bisogna attende- per il Ginosa arriva così il terzo risultato utile
Nei minuti successivi, il Ginosa comincia re gli ultimi minuti, infatti addirittura all’ consecutio, il “Miani” resta imbattuto in questa
ad accelerare e al 19’, Luca
stagione, o meglio, i biancazzurri, tra
Ribecco pennella sulla testa di
Laterza e Ginosa, restano imbattuti in
Lovecchio che nell’occasione
casa e fanno un altro importante piccolo
manda alto.
passo verso la salvezza.
E’ un buon momento per gli uoUn punto che può fare indubbiamente
mini di Russo che al 20’ riescomorale da cui si può ripartire al meglio
no a sbloccare il match: enneper preparare positivamente la prossisimo cross dalla destra, Paiano
ma sfida che vedrà i ginosini impegnati
salta più in alto di tutti, il pallone
sul campo del Crispiano, unico terreno,
resta nell’area piccola, dove
oltre appunto a quello degli uomini di
Ventrella si supera sul tentaRusso, ad essere ancora imbattuto in
tivo di Donno, ma sul tap-in,
questo campionato. La speranza è quelRoberto Bozza è il più lesto di
la di continuare a conquistare i punti netutti e ribadisce in rete; il “Miani”
cessari per la salvezza matematica, la
è in festa e lui esulta alla mafiducia è tanta e l’ottimismo non manca.
niera di Marcelo Brozovic.
Per tutte queste motivazioni, le prossiI biancazzurri sembrano essere padroni 84’ gli uomini di Sgobba cercano il gol me avversarie del Ginosa dovranno stare sidel campo ed al 33’ vanno vicini al rad- da tre punti con il solito colpo di testa di curamente molto attente.
doppio, con un ottimo break di Tenerelli a Mastronardi che mette i brividi al “Teresa
metà campo, il quale serve in profondità Miani”.
Tabellino di Ginosa-Trulli e Grotte:
Lovecchio che ci prova con un diagonale A questo punto, il Ginosa capisce che il Ginosa: Giampetruzzi; F. Bozza, A. Ribecco,
di destro bloccato in due tempi
Antonio Trigiante; L. Ribecco,
dal portiere ospite.
R. Bozza, Donno (76’ Novario),
RISULTATI E CLASSIFICA
Il primo tempo sembra volgere
Tenerelli (84’ Stano), Cristella;
Prima Categoria Pugliese - Girone B
al termine con il Ginosa in vanLovecchio, Paiano (69’ Apicella).
taggio, ma le sorprese non finiA disp.: Larocca, Castellano,
Risultati 24^ giornata - 20/03/2016
Prossimo turno (25^ giornata) - 03/04/2016 ore 16,00
- TALSANO
1 - 0
ATLETICO AZZ. S.RITA - PALAGIANO
scono assolutamente, perché al ATL. ACQUAVIVA
Anzillotta,
Costantino.
All.:
PALAGIANO
- P.S. LATERZA
1 - 2
D. BOSCO MANDURIA - ATL. ACQUAVIVA
minuto 41, Gentile prova con un MASSAFRA
Francesco Russo.
- CAPURSO
1 - 0
- SAN MARZANO
CAPURSO
- TRULLI E GROTTE
1 - 1
tiro da fuori, Giampetruzzi non è GINOSA
NORBA CONVERSANO - T.C. SURBO
- NORBA CONVERSANO 2 - 0
MARZANO
P.S. LATERZA
- UNITED MOTTOLA
impeccabile nella respinta e di- SAN
Trulli
e
Grotte: Ventrella,
- D. BOSCO MANDURIA 3 - 0
T.C. SURBO
- GINOSA
R.S. CRISPIANO
fatti regala la sfera ad Amoruso UNITED MOTTOLA
Cosenza (78’ Terrafino), Palazzo
- REAL P. BRINDISI
1 - 5
- U.S. CONVERSANO
TALSANO
- MASSAFRA
TRULLI E GROTTE
che la infila tranquillamente in U.S. CONVERSANO - ATLETICO AZZ. S.RITA 3 - 3
(61’ Recchia), Agostino, Vinci,
: R.S. CRISPIANO
RIPOSA
RIPOSA
: REAL P. BRINDISI
rete per l’1-1.
Mastronardi, Daddato, Gentile,
L’ultimo sussulto del primo temAmoruso, Giardino, Massafra (70’
po lo offre Tenerelli che, col suo
N. De Giorgio).
Classifica
SQUADRA
PT
G
V
N
P
GF GS DR
solito sinistro insidioso, ci prova
A disp.: Montaruli, Pagnelli, Rainieri,
TRULLI E GROTTE
48 22
15
3
4
49
21
28
su calcio di punizione, la palla
Convertini. All.: Vitantonio Sgobba.
SAN MARZANO
45 23
15
0
8
51
28
23
però finisce fuori di pochi centiP.S. LATERZA
45 23
14
3
6
43
27
16
MASSAFRA
43 23
13
4
6
40
19
21
metri.
Marcatori: R. Bozza (G) al 20’,
REAL P.BRINDISI
42 23
12
6
5
35
23
12
Nel secondo tempo, sono più i
Amoruso
(TG) al 41’.
SURBO
41 23
12
5
6
41
23
18
cartellini che le occasioni da gol,
TALSANO
37 23
10
7
6
37
30
7
infatti le uniche potenziali azioni
Ammoniti: Tenerelli, F. Bozza,
R.S. CRISPIANO
36 22
9
9
4
34
25
9
da rete si verificano all’inizio e
R. Bozza, A. Ribecco, Lovecchio,
ACQUAVIVA
30 23
8
6
9
38
26
12
alla fine della frazione.
Donno
(G),
Giardino,
Vinci,
NORBA CONVERSANO
30 22
9
3
10
36
35
1
GINOSA
30 23
7
9
7
25
25
0
Al 46’ sono gli ospiti a provarci
Cosenza, Agostino (TG).
UNITED MOTTOLA
29 22
9
2
11
38
47
-9
con un destro da fuori area da
CAPURSO
22 22
5
7
10
28
34
-6
parte di Agostino che però non
Arbitro: Giovanni
Francesco
PALAGIANO
19 22
3
10
9
23
36 -13
centra la porta di Giampetruzzi,
Massari di Molfetta.
DON BOSCO MANDURIA
17 23
4
5
14
14
34 -20
poi, al 54’ è Mastronardi a cercaLuca Ricciardi
ATLETICO AZZ. S. RITA
19 23
5
4
14
21
53 -32
US CONVERSANO
2
22
0
2
20
12
77
-65
42
attualità
n. 7 - 2 aprile 2016
La Goccia di medicina e sport
“L’ALLUCE RIGIDO: fa l’autostop e non è l’alluce valgo!”
Rubrica a cura del Dr. Davide Ranaldo - Chirurgo Ortopedico e Socio aggregato FMSI (Federazione Medici Sportivi Italiani)
Sono 4 mesi che visito presso l’ambulatorio di Marina di Ginosa (TA) e con stupore
la patologia più frequentemente riscontrata nei pazienti che
si sottopongono alla
mia attenzione è l’alluce rigido.
Per alluce rigido si
intende l’artrosi primitiva della metatarsofalangea del primo
raggio del piede, cioè
l’articolazione della
base dell’alluce con
la testa del primo metatarso.
E’ una patologia tipica dell’età adulta(> 45
anni), più frequente negli uomini (60% contro 40%), spesso bilaterale.
A causarlo concorrono fattori congeniti, fattori biomeccanicici (primo metatarsale elevato), fattori traumatici (fratture/microfratture/lesioni osteocondrali) e microtraumatici
(patologia articolare da usura), questi ultimi
tipici del calcio. Anche
le malattie infiammatorie
come la gotta possono
concorrere a determinare
un alluce rigido. Infine vi
sono le cause iatrogene,
come molte tipologie di
correzione molto datate
per l’alluce valgo ancora
in voga, ma che negli anni hanno dimostrato proprio la rigidità tra le
complicanze (vedi la tecnica di Bosch con il
filo di ferro fuori dal dito).
Il segno più evidente è quello dell’autostop dell’alluce rispetto a quello del piede
non affetto a cui sarebbe opportuno far seguire una radiografia dei piedi in carico per
completare la diagnosi.
L’alluce rigido si classica in tre stadi, il I caratterizzato da usura articolare con minima
reazione osteofitosica (osso esuberante), lo stadio III in cui l’articolazione e’
praticamente scomparsa e il movimento
non più consentito
viene eseguito dalle
articolazioni vicine e
da quelle del meso
piede; queste
ultime non essendo capaci
di sopperire si
“lamentano”
e compaiono le metatarsalgie, lo squilibrio della postura verso il tallone ecc.
Dai medici di medicina generale e non
solo spesso viene travisato con
l’alluce valgo o
definito
volgarmente “è artrosi
non c’è nulla da fare”! Eppure resta una
patologia molto diffusa e per la quale
esistono varie soluzioni che rendono
migliore la qualità della vita.
Nel primo stadio educare il paziente a
calzature, stile di vita ed esercizi corretti
rallenta nettamente la progressività di questa patologia che resta comunque degenerativa, tanto quanto l’artrosi dell’anca e
del ginocchio, così come resta invalidante
come le precedenti se non trattate.
La chirurgia subentra tra il II e III stadio
in cui a seconda dei casi
ci si può avvalere di tagli ossei di correzione ad
ampliare lo spazio articolare sino alla sostituzione
protesica (FGT PRIMUS).
Quest’ultima si è dimostrata affidabile negli anni e grazie all’esperienza
di chi mi ha insegnato la
chirurgia del piede oggi
possiamo affermare che i
dispositivi durano oltre 20
anni, più di una protesi di
ginocchio ad oggi.
L’intervento è simile a quello dell’alluce valgo per quanto riguarda la convalescenza
e la durata. Circa 40 minuti
in anestesia spinale e il paziente può deambulare con
appoggio pieno dallo stesso
giorno dell’intervento con
una calzatura apposita. Dopo
2 settimane si passa ad una
calzatura sportiva e dopo 2
mesi si riprende a fare attività
fisica specifica.
uscita!
Seguimi su:
Resto disponibile ad affrontare quesiti ed argomenti proposti dai lettori, scrivetemi su
FB o per mail. Alla prossima
Davide Ranaldo
Chirurgo Ortopedico MD
www.davideranaldo.it
[email protected]
n. 7 - 2 aprile 2016
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