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2 n. 7 - 2 aprile 2016 n. 7 - 2 aprile 2016 Sommario La Goccia n. 7 - 2 aprile 2016 La Goccia REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE N. 430/92 DEL 15 MAGGIO 1992 Registro Nazionale della Stampa n. 10084 PROPRIETÀ PRO.GE.CO. SOC. COOP. A R.L. VIALE M. D’UNGHERIA, 52 – GINOSA DIRETTORE RESPONSABILE: STEFANO GIOVE DIREZIONE: GIULIO PINTO ADELE CARRERA COMITATO DI REDAZIONE ROSAMARIA BUSTO ERASMO MAZZONE PALMA MARTINO DOMENICO RANALDO HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: GIUSEPPE CARRERA MARIO D’ALCONZO GIANLUCA CATUCCI DAVIDE GIOVE GIOVANNI MATERA BALDASSARRE D’ANGELO CANTA STORIE MASSIMILIANO DORO GIUSEPPE PIZZULLI CARMELO MONACO M. C. OLIVARI stad davide ranaldo michele cassano pietro tamburrano maurizio limitone marisa tocci lucrezia di tinco laura dragone luca ricciardi aldo patriciello michele pacciano pietro lospinuso michele galante m. rosaria nigro carmela pizzulli lucy panella giovanni noia fOTO: ERASMO MAZZONE MICHELE GRECUCCI Maria c. Olivari gianni lamuraglia AMMINISTRAZIONE VITO CONTE IMPAGINAZIONE E GRAFICA: STEFANO GIOVE STAMPA www.GRAFICAM.it ...pensando… di Stefano Giove pag. 4 Recital… di Michele Pacciano pag. 5 Don Luigi… di Lucy Panella pag. 6 Le favole di Grim di Grim pag. 7 Il commento di StAd pag. 7 La coerenza... di Addetto Stampa pag. 8 Giornate… di Maria Carmela Olivari pag. 9 Nomina… di Comunicato Stampa M5S pag. 9 Il centro… di Canta Storie pagg. 10/12 Natuzzi… di Canta Storie pag. 13 Multe a… di Laura Dragone pag. 14 Una giornata.… di Maria Cardinale pag. 17 Noi e… di Mario D’Alconzo pag. 17 Campioni… di Carmela Pizzulli pag. 18 E la tradizione… di Lucrezia Di Tinco pag. 19 Una nota… di Pietro Lospinuso pag. 19 Che tempo… di Giovanna Noia pag. 20 Facciamo il punto… di Maria Rosaria Nigro pag. 21 Le poesie… di Carmelo Monaco pag. 21 Radici… di Pietro Tamburrano pagg. 24/25 I giochi… di 1ª B S G Bosco pagg. 26/27 Perseguitava… di Massimiliano Doro pag. 27 Ricerca e… di Giovanni Matera pag. 28 La Cartolina… di Michele Cassano pag. 31 Gigante... di Canta Storie pag. 32 Panchine… di Maria Carmela Olivari pag. 33 Stabilimento… di Massimiliano Doro pag. 33 Che fine… di Michele Pacciano pag. 34 Dona … di Marisa Tocci pag. 35 La buona … di Stefano Giove pag. 35 Via Matrice… di Michele Galante pagg. 36/37 Anniversario… di Aldo Patriciello pag. 37 Runners… di Maurizio Limitone pag. 38 Grande… di S G pag. 39 Tennis... di Massimiliano Doro pag. 39 Gli IFAD... di Maria Carmela Olivari pag. 40 Ginosa, rallenta… di Luca Ricciardi pag. 41 Medicina e sport… di Davide Ranaldo pag. 42 Questo numero de La Goccia è stato chiuso alle ore 12.00 del 30 marzo 2016 3 4 n. 7 - 2 aprile 2016 … pensando a domani Con le elezioni amministrative alle porte, i volti dei candidati cominciano a sorriderci dai muri e dai tabelloni, sparsi per tutta la città. Bisogna dire che da quei volti ci arriva un messaggio di speranza e di fiducia e, proprio per la speranza e la fiducia che ci infondono, ho pensato bene di scrivere loro questa lettera. Caro futuro Sindaco e futuro Consigliere comunale, Vorrei ringraziarvi per la disponibilità a candidarvi e, nel caso foste eletti, a essere a disposizione della comunità ginosina e marinese. Conosco bene quanto sia impegnativo (oserei dire persino difficile) svolgere il ruolo di amministratore. Non è semplice amministrare una comunità con i tagli alla spesa pubblica, operati negli ultimi anni, che rischiano di trasformare i Comuni in esattori! La consapevolezza di questa difficoltà mi porta a valorizzare il vostro impegno, la vostra disponibilità e ad apprezzare la vostra “discesa in campo”. A voi mi rivolgo, oggi candidati e domani sindaco e consiglieri comunali, in quanto cittadino di questa nostra comunità. Io, come tutti i ginosini e marinesi, vivo il disagio di una cittadina che attraversa un momento difficile e per certi aspetti triste. Il disagio diffuso che si avverte, il senso di declino che oramai pesa come un macigno sulle nostre prospettive future, sono conseguenze scaturite dai tanti errori che sono stati commessi nel passato e pesano nella condizione di vita di oggi. Voi che sarete alla guida della nostra cittadina, siete chiamati a dover scegliere percorsi politici e amministrativi di indubbia complessità, che potrebbero anche alienarvi quel consenso che gli elettori vi possono tributare nelle urne, ma non ci sono alternative, bisogna essere coraggiosi per ridare smalto e voglia di crescere a Ginosa e Marina di Ginosa. Io credo che il primo banco di prova del vostro impegno sia la tutela del nostro patrimonio storico, culturale e ambientale. Ho messo al primo posto questo argomento perché le ferite inferte dalle alluvioni, a Marina di Ginosa e a Ginosa, hanno lasciato solchi profondi, che rischiano di cambiare per sempre la nostra città. Le alluvioni del 2011 e del 2013 hanno causato danni enormi, amplificati ulteriormente dalla nostra leggerezza e dalle scelte politiche operate nel corso degli anni. La tutela del territorio non è una concessione che facciamo agli altri, è il rispetto per noi stessi e per le generazioni future. Le scelte passate hanno evidenziato una politica che, in buona sostanza, è stata di saccheggio sia delle aree marine sia di quelle del centro storico di Ginosa. Personalmente credo che la logica della “cubatura” e quella della “proprietà è mia e faccio quello che voglio io” debba essere abbandonata a favore di una città e di un territorio che siano “bene” di tutti e come tale vada conservato e tutelato. Ecco perché da voi che occuperete ruoli importanti, nei quali si definiscono i programmi futuri, mi aspetto un cambiamento di rotta e delle politiche più attente alla tutela dello straordinario patrimonio ambientale di cui disponiamo. Credo anche che a voi spetti il compito di ridisegnare la città del futuro. Mi sono sempre chiesto come mai Ginosa e Marina di Ginosa non dispongono di una viabilità (anche nelle zone di recente urbanizzazione) degna di questo nome. A volte, in maniera grossolana, una risposta me la sono data. Ho pensato che sia un fatto culturale e che i ginosini e i marinesi vogliano la propria casa bella, comoda, spaziosa e considerino la viabilità un fatto di scarsa rilevanza e che questo li porti a votare per quei candidati che meglio garantiscono “più volumetrie”. La mobilità delle persone non è un aspetto secondario della qualità della vita, anzi… nelle società frenetiche di oggigiorno, potersi muovere è essenziale. Altrettanto essenziale, tuttavia, è disporre di aree verdi, di parchi e di luoghi dove la vita sociale sia messa al primo posto. Lo so che è difficile realizzare nel nostro comune zone a “traffico limitato”, che molti pensano che è segno di libertà poter arrivare con l’auto in ogni luogo e in ogni dove. Ma senza traffico limitato o senza “zona pedonale”, l’editoriale Pubblicità Concessionario esclusivo per la pubblicità PRO GE CO Viale Martiri D’Ungheria, 52 74013 Ginosa (Ta) Arretrati (costo € 2,50) I numeri arretrati si richiedono in edicola Per inviare e-mail a “La Goccia” [email protected] Per inviare lettere a “La Goccia” Le lettere al giornale vanno inviate presso: La Goccia Via M. D’Ungheria n. 52 74013 Ginosa (TA) indirizzo di posta elettronica: [email protected] La Goccia on line arcipikkia.it Tel. 099.8294879 - Cell. 3474969189 Cell. 368.3561703 - 330.624347 rischiamo di non avere più tutta una parte della nostra cittadina, penso a tutta la zona che da piazza Orologio si estende fino alla Chiesa Madre. Anche la Scuola ha bisogno di avere contenitori adeguati alla realtà di oggi. È possibile ripensare a una diversa dislocazione degli edifici scolastici? Ecco una domanda alla quale sarete chiamati a dare risposte. E le risposte non sono facili da trovarsi. Una delle questioni con le quali dovrete confrontarvi è quella del lavoro. Sarete subissati di richieste e molto spesso vi renderete conto di essere impotenti di fronte ad esse. Però voi Sindaco e Consiglieri potreste determinare condizioni migliori perché ci siano investimenti e attività volte a creare occupazione. Il turismo, l’agricoltura, le attività artigianali e commerciali possono essere una occasione di sviluppo e di lavoro. Ma perché questi settori lo diventino, è necessario operare scelte coraggiose e politiche di valorizzazione da una parte e di contenimento della tassazione dall’altra. Quelli appena elencati, sono solo alcuni aspetti delle questioni che sarete chiamati ad affrontare. Credo che per poterle affrontare al meglio, sia giusto cominciare da subito e far divenire la campagna elettorale una palestra di confronto e non un’arena di scontro. Voglio concludere questa mia lettera augurandovi buon lavoro e dicendovi che nella nostra città ci sono le risorse sia umane che materiali per guardare al futuro con speranza. A voi spetta il compito di saperle valorizzare. Stefano Giove cronaca n. 7 - 2 aprile 2016 Un recital per don Luigi Cremis, una Pasqua diversa. Si rinnova e si riannoda il filo rosso di speranza e solidarietà tra Ginosa e il Perù, nel nome di don Luigi Cremis, il missionario ginosino, morto lo scorso 14 dicembre nella sierra e sepolto alle pendici delle Ande, dove si inerpicava a piedi, fino all’ultimo giorno, per fondare nuove missioni nelle zone sempre più impervie della Cordigliera bianca, ma soprattutto per incontrare quei poveri per e con i quali è vissuto, e a cui, francescanamente, ha donato il cuore. Per ricordarlo, nel suo genuino e sconfinato amore per i giovani e per la vita, che si allargava ogni giorno in un sorriso di ringraziamento a Dio e al Mondo, per le meraviglie che vi coglieva, i ragazzi dell’Operazione Mato Grosso, l’Ong fondata dal salesiano valtellinese Padre Ugo de Censi, che dal 1967 aiuta gli indios e i campesinos di tutta l’America latina, hanno inscenato uno spettacolo teatrale nel salone Monfort della parrocchia Cuore Immacolato, liberato ispirato al loro personale incontri con don Luigi, impersonato per l’occasione dalla figura di un tipo un po’ strano, che vive fuori dagli schemi e regala una possibilità e un’alternativa a tutti i giovani che incontra, guardandoli, ascoltandoli w scoprendo pian piano la sua e la loro interiorità. Era come se ognuno recitasse se stesso e si riscoprisse altro. I giovani sono e sanno molto più di quello che noi adulti osiamo immaginare, se apriamo il cuore possiamo scoprire i sogni che colorano anche la nostra realtà. A ricordare don Luigi Cremis, con tutta la comunità di Ginosa, c’erano ragazzi di tutta Italia, venuti per un campo di lavoro nelle nostre campagne. È così che i volontari dell’Operazione Mato Grosso aiutano concretamente il Sud del Mondo, impiegando parte del loro tempo, sporcandosi le mani e lavorando materialmente per i poveri. Il salario della loro giornata lavorativa andrà interamente alle missioni sparse tra Perù, Equador e Brasile. Con i giovani volontari, a Ginosa, c’era anche Lucy Panella, la missionaria laica pe- 5 ruviana che per anni ha accompagnato don Luigi Cremis, prima a Baltimora, negli Stati Uniti, dove lui si occupava della pastorale in favore degli immigrati ispanici, poi lungo la Cordigliera, a spingersi sempre oltre, dove nessuno va, nella diocesi sperduta e sconfinata di Waco, nel Perù più profondo. <<Il vescovo ci aveva dato una jeep, racconta Lucy, ma don Luigi non la usava quasi mai. Se i poveri camminano a piedi, perché io devo prendere la macchina? “ Nella testimonianza di Lucy, pur avendolo conosciuto personalmente, scopriamo lati incredibili e straordinari della personalità del nostro amico Luigi. Negli ultimi anni e mesi, quando la sua malattia si era notevolmente aggravata, non riusciva più a muoversi e a camminare, ma dirigeva Lucy nella costruzione della loro ultima casa di legno, su, in un avvallamento della sierra. <<Mi ha insegnato a usare pialla e martello, ci dice la donna, negli ultimi tempi, rifiutava cibi e medicine speciali, voleva vivere in tutto e per tutto come i poveri. Faceva, della sua sofferenza, serena ed intima, un continuo colloquio con Dio, quasi non voleva che qualcuno disturbasse questa sua ultima quiete. Anche quando è arrivata l’infermiera per aiutarmi, non gli abbiamo detto chi fosse, né che era lì per lui. Ha fatto una bella morte. Quando lo abbiamo vegliato, nella grande chiesa, la mattina, gli uccellini del Perù cantavano sulla sua bara>>. Ciao Luigi, chiunque ti ha conosciuto, uomo, donna o bambino, si è specchiato nei tuoi occhi. Ed ha compreso in un sorriso, che cambiare e possibile. Basta aprirci all’amore e cominciare da qui, anche da Ginosa. Il mondo è un abbraccio. Chiunque voglia contattare e scoprire l’Operazione Mato Grosso, può farlo al sito, www.operazionematogrosso.it Referenti sul Territorio: Davide Notaristefano: 3287163701 Antonio Castria 34076695699 Giuseppe Dragone 3393546590 Michele Pacciano foto Isabella Bello 6 cronaca n. 7 - 2 aprile 2016 Don Luigi Cremis, il ricordo di Lucy Cari amici del Padre Luigi Vi saluto con affetto e vi scrivo su richiesta del padre Ugo per condividere con voi gli anni vissuti con il padre Luigi. Io lo conobbi a Baltimora nell’anno 2002 e lo aiutai con la pastorale per i Latino-Americani della parrocchia ”Pompei”, fino al suo ritorno in Italia; poi per volere di Dio ci rincontrammo in Perù dove mi chiese di aiutarlo. Così incominciò il nostro lavoro, questi ultimi 3 anni in comunità da lui molto amate, Jircan e Arancay sulle montagne di Huanuco, dove il padre sentiva la presenza di Dio nei più bisognosi e questo si rifletteva nel suo volto che irradiava pace, serenità, che molti vorremmo avere; nonostante le limitazioni fisiche per la grave malattia sempre era allegro, ringraziando Dio per tutto, non si lamentava mai di niente e ripeteva sempre che “ La vita è bella”, “I problemi si risolvono con amore e pace”, “Le liti vengono dal diavolo che significa divisione”, “L’orgoglio è il peggior nemico” e “La discrezione è una buona amica”. Così passarono 3 anni ad imparare e amare le cose semplici poiché per essere felici basta poco… dare amore ricevere amore. I primi 2 anni abbiamo lavorato molto con la gente e avevamo un discreto oratorio, preparavamo bambini , giovani e adulti per i sacramenti e soprattutto eravamo a stretto contatto con la gente, i malati e i più bisognosi. Ci siamo guadagnati l’affetto della gente di Jircan e Arancay con la messa quotidiana e domenicale, con la chiesa quasi piena, questo grazie a molto lavoro e soprattutto a molto amore e dedizione. Tutto cambiò gli ultimi 5 mesi quando il padre Luigi già non poteva stare molto tempo in piedi, una sofferenza per lui non poter celebrare la messa, più dolorosa della malattia stessa, però con l’aiuto del Signore lo accettò e ci concentrammo più sulle preghiere quotidiane e le meditazioni, soprattutto molte ore in silenzio. Per questo già non riceveva più nessuna visita, diceva : “Interrompono la mia preghiera, voglio loro molto bene, però la cosa più importante è Dio e Dio solo si trova nella solitudine e nel silenzio”. E’ stata un’esperienza meravigliosa condividere questo tempo con il padre Luigi, è stato un imparare ogni giorno con la gente semplice del nostro caro paesino, ringrazio il Signore per l’opportunità che mi ha dato di condividere con il padre Luigi le gioie, le tristez- ze e il lavoro comunitario, e soprattutto la perseveranza nel seguire il cammino che ci conduce a Dio… Gli ultimi 3 mesi ci accompagnò padre Daniele e l’infermiera Evit. Ringrazio molto per questo aiuto poiché già non ce la facevo a muoverlo da sola. Un giorno mentre camminavamo verso la cucina perse le forze e dovetti portarlo quasi caricandolo di peso poi quando passò tutto mi disse: “ Lucita come hai potuto caricarmi?” e io gli risposi recitando il salmo che dice: “ ti darò le forze di un bufalo e le gambe di una gazzella” e lui rideva. Veramente tutto questo tempo siamo stati protetti dal Signore e la Madonna di Guadalupe, non trovo altra spiegazione, in questo paesino tanto lontano, mai ho avuto la paura ne angoscia né tantomeno pensavo al futuro ho imparato a vivere gior- no per giorno, non ci è mancato niente di materiale, sempre c’erano gli amici pronti ad aiutarci. Sono sicura che il padre Luigi già in vita incontrò la santità, mi diceva che il Signore gli aveva regalato un lungo ritiro spirituale. Ha condotto una vita molto francescana con poche cose (quasi nulla di personale). Non ha avuto dolori forti e se li ha avuti non si è mai lamentato, mangiò bene fino all’ultimo giorno. Negli ultimi 30 giorni già non era il padre Luigi adulto, era il padre Luigi bambino, tenero, sorridente, richiedendoci cioccolatini. Sono molto contenta di aver accompagnato questo bambino che ora sarà in cielo… abbiamo compiuto il suo desiderio più grande di MORIRE TRA I POVERI E COME I POVERI, questo giorno 14 di Dicembre si è addormentato come un angioletto. Le sue ultime parole furono: “ Lucita non ti separare da me e CRISTO, CRISTO, CRISTO, Lucita mettiti nelle mani del Signore e di padre Ugo”, poi entrò nel sonno lento… profondo… e con molta pace è andato nella casa del Signore alle 3.42 di pomeriggio. Grazie padre Luigi, ti voglio bene e ti ricorderò sempre. Continua a chiedere alla Madonna affinchè sia mia amica come mi hai detto una volta. Ora sono nella mani del Signore e del padre Ugo che mi indicherà il cammino da seguire senza allontanarmi dalle cose di Dio, servendo i più bisognosi. Grazie a tutti per aver rispettato e compreso i desideri del padre Luigi, specialmente al vescovo Jaime e al padre Ugo che hanno avuto fiducia in me, mai ci hanno lasciati soli, siamo stati sempre presenti nelle loro preghiere che furono il motore per andare avanti fino alla fine. Che Dio ci benedica Lucy Lima Gennaio 2016 foto Isabella Bello scherzi a parte Le favole di Grim n. 7 - 2 aprile 2016 7 Il gabbiano fenicio C’era una volta, non lontano di qui, il paese di Occhiocitrullo, lì tutto quello che accadeva aveva la particolare capacità di propagarsi in tutta fretta e nel modo più pittoresco immaginabile, sia entro che fuori le mura! Nel periodo che precedeva la sfida per la conquista del trono, non c’erano editti che l’annunciassero. Che fosse giunto il fatal momento era facile accorgersene: sui muri dei vilipesi edifici del villaggio spuntavano, ritratti, i volti sorridenti dei candidati che raccontavano del loro impegno, della loro lealtà, del loro disinteresse personale e al contempo del loro attaccamento al bene comune. Insomma in quel periodo il paesello diventava veramente allegro e cordiale! E sì! In quel periodo non solo i muri mettevano allegria ma anche la gente! Tra il popolo (ignorato dal giorno successivo alla conquista del palazzo) trovavi i candidati alla carica di re e cortigiani, che erano tanti e tutti cordiali e pronti a stringerti la mano, a chiederti se stavi bene, se ci avevi problemi, e a manifestarti la propria disponibilità ad aiutarti a risolverli. Tuttavia (fatto strano!), mentre il popolo era corteggiato, blandito, ossequiato… i candidati, fra loro, si azzuffavano e se le suonavano di santa ragione. E, sorprendentemente, se le suonavano di santa ragione anche i candidati dello stesso casato… insomma tra i candidati era un gran menar fendenti. In tutto questo para e piglia colpi, si distingueva un candidato, un messere della marina, che una ne pensava e cento ne combinava. Tal messere, al tempo in cui era stato Emiro Grande della Corte dei Due Mari, disponeva di un potere imponente, che piano piano, in virtù della sua dabbenaggine, s’era visto soffiare a poco a poco, fino a rimanere con un pugno di sabbia e decidere di ritornare nel suo piccolo villaggio nativo per cercare di esercitare lì quel che gli rimaneva del pugno di sabbia. Già all’indomani della cacciata del vecchio re, messer Dellepalmecheviendalmare, il tal messere aveva ordito un diabolico piano per sedere a corte e diventare viceré della marina. A tal scopo aveva sottoscritto un patto indissolubile, con il giovane cavaliere bretone, un cristiano detto Linglese. Nell’accordo scellerato s’era stabilito che il messere della marina avrebbe garantito il sostegno per la conquista dello scettro, al cavaliere bretone e questi, in cambio, gli avrebbe assegnato il vice scettro della borgata… Tutto sembrava filare liscio e che l’ordito sarebbe stato realizzato. Ma… … A Occhiocitrullo non tutte le ciambelle riuscivano col buco, soprattutto se qualcuno rompeva le uova nel paniere… e anche quella volta qualcuno ci pensò. Eccome, se ci pensò! Il casato degli aPpieDati, un casato di lunga e nobile tradizione, a Occhiocitrullo aveva perso ogni ricchezza e s’era ridotto a una casupola sgangherata, i cui seguaci s’erano dileguati, alcuni dei quali passando, armi e bagagli, tra le fila del cavaliere bretone. Tuttavia c’era rimasto qualcuno, che non si rassegnava alla disfatta e come un’araba fenice (ma anche un solitario gabbiano può starci!) rigenerata dalle sue stesse ceneri, ecco che dalla casupola spuntò fuori il vecchio sovrano Costauntantino (considerato confinato in esilio), che brandendo il suo spadone chiedeva un duello primario per stabilire chi doveva essere designato pretendente al trono. Hai sentito? A tal richiesta, il messer marinaro e il cavaliere bretone reagirono dicono che il centro con un chiaro diniego rispondendo all’unisono: «Ma che duello priPer questo storico ha il cancro!!! mario del cavolo!… noi siamo già al duello terziario e non stiamo qualcuno vuole giocando al gioco dell’oca, che si riparte dall’inizio! Tuttavia chiaritardare le meremo a raccolta tutti gli alleati per vedere se ci sono altri che cure? avanzano simili e strampalate richieste!» E il giorno della chiamata venne e i chiamati (circa due!) si dichiararono, a furor di popolo (anche qui circa due!), concordi nel designare il cavaliere bretone pretendente al trono. E fu così che quella che doveva essere una gioiosa macchina da guerra si trasformò in un triste, sgarrupato e traballante trabiccolo lasciando quasi campo libero all’avversario! STAD 2016 Strano a dirsi ma tant’è. Anche perché i seguaci del casato Si, che avevano lodato le qualità del cavaliere bretone e che s’erano detti pronti a combattere sotto le sue insegne, all’improvviso cambiarono idea e decisero che “preferivano non combattere” e che avrebbero sotterrato l’ascia da guerra in attesa di tempi migliori, quando avrebbero, da soli, conquistato il regno. Però, i candidati continuavano, tutti, a sorridere. Morale della favola: campa cavallo che… 8 cronaca n. 7 - 2 aprile 2016 La coerenza politica contrapposta all’opportunismo demagogico elettorale dei 5 stelle «Sono almeno quattro anni che offriamo il nostro contributo alla battaglia contro le trivelle nello Jonio. E oggi che quelle posizioni si sono concentrate nella piattaforma referendaria, sostenere il “sì” e la campagna per le consultazioni del 17 aprile è un esercizio di coerenza che non ammette speculazioni politiche». Vito De Palma, candidato sindaco del centrodestra ginosino, sabato scorso ha chiamato a raccolta cittadini ed esperti sulla spiaggia di Marina di Ginosa, per un incontro informativo intitolato “Perché ci opponiamo alle trivellazioni”. Un confronto a più voci, cui hanno partecipato anche i due archeologi Chiara Prascina e Giambattista Sassi, affinché fosse possibile avere idee più chiare intorno ad un appuntamento politico che vede tutti impegnati, senza distinzioni. «Abbiamo discusso dell’opportunità di puntellare il nostro mare di trivelle – ha spiegato De Palma –, delle ripercussioni che ciò avrebbe sull’ecosistema, sull’appetibilità turistica dei territori coinvolti e sulle testimonianze archeologiche presenti nei fondali. Temi che non scopriamo oggi, ma che hanno alimentato la nostra presenza alle manifestazioni di Policoro, Trebisacce, Cosenza e Gallipoli e ispirato una nota che a gennaio del 2015 inviammo come Amministrazione ai ministeri dell’Ambiente e per i Beni e le Attività Culturali, chiedendo loro di rigettare l’istanza di una società petrolifera che voleva effettuare prospezioni nello Jonio». Coerenza che, come detto, non può soggiacere alla necessità momentanea di certe organizzazioni politiche. «Non ci sogneremmo mai – ha aggiunto il candidato sindaco – di accusare il M5S, ad esempio, di opportunismo elettorale per una battaglia sacrosanta come questa. Ne avremmo tutte le possibilità, certo, ma preferiamo non mischiare la dialettica di bassa lega con la nostra profonda cultura di governo. A noi stanno a cuore i cittadini e il territorio, vogliamo produrre fatti, per questo ai grillini diciamo di lavorare per garantire al referendum di raggiungere il quorum, non per speculare». De Palma e la sua coalizione, quindi, smorzano la polemica ma non porgono l’altra guancia. D’altronde il referendum è un appuntamento politico e come tale va affrontato, sostenendo posizioni e presentando ini- ziative vecchie e nuove che le definiscano. «Ma a difesa dell’ambiente abbiamo prodotto anche risultati – ha continuato l’ex sindaco –, senza avere alcun orizzonte elettorale da traguardare. Abbiamo investito nell’efficientamento energetico delle scuole con il progetto “Un mondo di luce a costo zero”, abbiamo intercettato risorse per preservare le nostre pinete, la nostra città ha conseguito 14 Bandiere Blu in altrettanti anni di Amministrazione Montanaro e De Palma, così come avvenuto con le Vele di Lega Ambiente, e nel 2015 il riconoscimento da parte dei pediatri d’Italia per Marina di Ginosa quale spiaggia a misura di bambini, lo abbiamo fatto perché era il nostro dovere di cittadini e amministratori». Attaccare l’iniziativa di sabato e i cittadini che vi hanno partecipato, quindi, per Vito De Palma è stato un clamoroso autogol da parte di chi crede che una foto di gruppo postata sui social possa bastare a definire l’impegno per il territorio: «Noi non abbiamo bisogno di apparire – ha concluso –, noi siamo attenti all’ambiente che ci circonda e vogliamo tutelarlo. Per questo il 17 aprile votiamo “sì”, esprimendo un fermo dissenso alle trivellazioni in mare». Con richiesta di pubblicazione. L’addetto stampa cronaca n. 7 - 2 aprile 2016 9 NOMINA SCRUTATORI PER IL Giornate FAI: “ Laterza invasa dai turisti” REFERENDUM. IL MEETUP: “PER UN Oltre 2000 persone provenienti dalla Puglia e dalla Basilicata Un folto gruppo di visitatori è rimasto incantato dagli spettacoli e dalla bellezza di Laterza, nelle due giornate FAI. A Laterza l’itinerario ha previsto, la partenza dal Palazzo Marchesale con la visita del Muma- Museo della Maiolica, La Cantina Spagnola (Via Crispi), la Cantina Ipogeo De Biasi e la Cripta Rupestre del Cristo Giudice. Le visite del sabato mattina erano riservate alle scuole. A fare da ciceroni sono stati i ragazzi del Liceo “Vico”e IC “Diaz” di Laterza e l’IISS “Perrone” di Castellaneta. Domenica 20 si sono svolte iniziative teatrali nel Palazzo Marchesale, curate da diverse associazioni locali : il Coro “Libre Ensanble” di musiche barocche, il monologo “La Marchesa Isabella Aldano tra immaginazione e realtà” (interpretato da Roberta Laguardia), a cura di AIDE Ginosa/Laterza, Danze Medievali e seicentesche in abiti d’epoca a cura del gruppo di danze storiche “La Marchesana” della Pro Loco di Laterza e a seguire l’esibizione di Tamburi e Musici del corteo storico Federicus di Altamura. Inoltre presso l’ex chiesa del Purgatorio si è potuta visitare la mostra-maratona fotografica “I Ricordi” a cura del Laboratorio Urbano PhilosLab4Art. Lo straordinario successo delle Giornate di Primavera a Laterza è stato il risultato di un impegno collettivo, di un lavoro di gruppo. Tante associazioni hanno dato in modo entusiasta ed assolutamente gratuito il loro contributo per l’organizzazione degli eventi, per il bene del loro paese. Perché dare con il cuore e amare il proprio paese, significa crescere e migliorare tutti insieme. Maria Carmela Olivari VUOTO NORMATIVO, DECIDONO I PARTITI, MA CON QUALE CRITERIO?” Si è svolta, presso il Comune di Ginosa, la procedura d’individuazione degli scrutatori per il Referendum del 17 Aprile prossimo. Trattandosi di un’opportunità di guadagno seppur di modesta entità, l’aula consigliare era gremita di tanti cittadini, speranzosi di poter essere “sorteggiati”, ma ignari del fatto che la scelta degli scrutatori, a causa di un vuoto normativo, è il frutto di spartizioni politiche dei componenti della commissione elettorale, i quali hanno pensato bene di chiudersi nelle stanze e mettere alla porta chiunque chiedesse chiarimenti circa le modalità di selezione. “Ci teniamo a fare alcune precisazioni, anche in considerazione del fatto che, in periodi pre-elettorali, tantissimi ginosini iscritti nelle liste degli scrutatori, si chiedono in che modo vengano scelti gli scrutatori e, soprattutto: in base a quali requisiti?” - si chiedono gli attivisti: “Questo sistema istituito dal Governo Berlusconi (il cui ideatore, Calderoli, la definì “Legge porcata”), non stabilisce il criterio di scelta e da la possibilità di “nomina” degli scrutatori, tra quelli iscritti all’albo, a piacimento della Commissione Elettorale Comunale composta dal sindaco, più quattro consiglieri, di cui almeno uno di minoranza (ieri erano presenti come ex consiglieri Cassano e Perniola della ex maggioranza e Castria per le opposizioni)”. “Fermo restando la legittimità, sul piano giuridico, delle scelte effettuate, le modalità con le quali tali scelte sono state effettuate ci lasciano abbastanza perplessi. Chi ci garantisce che i componenti della Commissione abbiano utilizzato come criterio di scelta lo status occupazionale e quindi economico degli iscritti (come dichiarato al momento della comunicazione delle nomine nell’aula consigliare) e non già il criterio della simpatia o della vicinanza politica intesa come futuro possibile bacino di voti? E’ un caso che puntualmente ci sono sempre le stesse persone nei seggi?” “L’unico modo per fugare ogni dubbio” - spiegano gli attivisti del meetup: “ed assicurare che la scelta degli scrutatori avvenga nel modo più trasparente ed imparziale possibile, è il sistema del sorteggio in seduta pubblica. Sulla base di una lista di nomi che ricomprenda unicamente cittadini inoccupati o disoccupati. E non con il sistema misto nomina-sorteggio adottato dal nostro Comune. Con il sorteggio puro nessuno si sentirebbe debitore, perché la nomina o la esclusione avverrebbero in modo del tutto casuale. Il meetup ginosino lo chiede da tre anni e continuerà a chiederlo a gran voce, ma i nostri interlocutori politici si dimostrano sordi alle nostre richieste e restii a rinunciare al sistema delle nomine. E poi i pentastellati locali si chiedono: “Cosa succederà per la nomina degli scrutatori in vista delle prossime elezioni amministrative? Assisteremo nuovamente a questo perverso sistema di nomine (che scatena ogni volta la corsa alla raccomandazione)?” 10 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 “Il Centro Storico ha il cancro” Conferenza stampa dell’ex sindaco, Vito De Palma, e dell’archeologo, Giambattista Sassi. De Palma: “Chi gioca con la politica farebbe bene a mettersi da parte. L’umanità non può essere tradita dagli stolti”. Presidente Sergio Mattarella, Presidente Matteo Renzi, Presidente Michele Emiliano, Ministro Dario Franceschini, parlamentari pugliesi e non, venite a Ginosa. Buona parte della Paese Antico rischia di sprofondare, di sbriciolarsi. Dalla pulizia e rimozione delle macerie correlate al crollo di un pezzo di Via Matrice, è venuto alla luce una preesistente frana che ha interessato Vico Storto. E non si conosce quale forma di degrado storico e tipologico ci possa essere su una base cui sono stati edificati muri e case. Il parziale collasso di Via Matrice, quindi, è da ritenere un ‘guasto’ strutturale che lo ha caratterizzato al limite delle sue capacità di sostegno. Segnale d’allarme che va esteso alla critica situazione in cui versa il Castello Normanno e rispettivo Pianoro. Qui sarebbe in atto un processo evolutivo di fratture, deformazioni e piccoli cedimenti disuniformi, che vanno urgentemente bloccati. Diversamente, il rischio è che il progressivo degrado strutturale potrebbe comportare la rottura per compressione e il suo collasso. Tutto sembra geologicamente e morfologicamente simile ai crolli che si verificarono l’undici gennaio del 1857 (l’evidenza è constatabile sul costone della Gravina del Casale, dove si svolge la Passio Christi), il cui evento fece registrare 19 morti. Non va sottesa neanche la relazione dei tecnici del Comando dei Vigili del Fuoco di Taranto, sottoscritta la sera prima del crollo, in seguito a verifiche di stabilità dell’abitazione della signora Marina Antonaci. In quel documento, tra le altre cose, da un esame visivo dell’area, venne ipotizzato un movimento franoso da rotolio, noto anche come ‘Rock-fall’. Non servono polemiche, né giri di parole: necessita un finanziamento finalizzato da destinare alle opere urgenti di messa in sicurezza di tutto il Centro Storico. Bisogna ficcarselo bene in mente che dall’area perimetrante la Gravina agli immobili abbandonati o precedentemente antropizzati, tutto è a rischio crollo. In assenza di interventi concreti, si potrebbe sprofondare nell’irreversibilità che metterebbe a repentaglio anche la pubblica incolumità. Non vi sono alternative: è urgente che siano stanziati fondi mirati alla messa in sicurezza, anche attraverso un legge speciale. Un percorso celere per stanziare quattrini, intanto, potrebbe essere la Struttura di Missione contro il dissesto idrogeologico, insediatasi presso il Consiglio dei Ministri il 27 maggio del 2014. Oltre ad un razionale ed efficace utilizzo delle risorse economiche, nei compiti di questo organismo rientra il coordinamento, monitoraggio e controllo in ordine alle funzioni di programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi stessi, siano essi di prevenzione o di messa in sicurezza posteventi, con particolare riferimento a quelli previsti negli accordi di programma StatoRegioni. L’appello-esortazione per salvare il Centro Storico, è stato fatto in specifica conferenza stampa dall’ex sindaco di Ginosa, Vito De Palma, e dall’archeologo ginosino, Giambattista Sassi. Pur relazionando nel campo delle proprie competenze, entrambi non hanno avuto dubbi nell’indicare le criticità che, con dati tecnicoscientifici e amministrativi alla mano, hanno elevato l’allarme sicurezza, con la concreta possibilità che la storia di Ginosa possa dissolversi nel nulla. E ciò per “colpevole noncuranza della Regione Puglia e del Governo nazionale, nonché di quanti hanno il compito-dovere di garantire la conservazione della memoria collettiva. Su tutti - ha sostenuto De Palma - deve dare risposte il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, noto anche con l’acronimo MiBACT. Ginosa non è Pompei – ha aggiunto - ma è da ritenere simile nell’universo dei Beni culturali”. E qui vi è anche la cabala che le lega: il commissario europeo, Johannes Hahn, per il monitoraggio dell’impiego delle somme concesse (105 milioni di euro), fu nominato il 5 aprile del 2012. Lo stesso giorno prossimo, si riunirà la commissione tecnico-scientifica per fare il punto su Via Matrice. Le decisioni da prendere non riguarderanno la soluzione del sempre presente conflitto tra conservazione e sviluppo. Verrà proiettata l’immagine della realtà di rischio da affrontare certamente in modo razionale, ma con metodologia appropriata la scientificità dei dati di studio disponibili o da implementare. Corrette direttive progettuali che potrebbero portare alla drastica decisione di procedere con crolli controllati anche di immobili storici e al riempimento cementizio di cavità non escluse quelle di interesse artistico-archeologico. Attualmente, i lavori di pulizia e rimozione delle macerie sono quasi terminati, ma dovranno essere fermati per forza di cose. Nel senso, che, come si diceva prima, sono venute fuori situazioni non conosciute e attualità mascherate proprio dalle stesse macerie. L’archeologo Sassi, al riguardo, oltre a rendere noto la frana preesistente il crollo di Via Matrice, che ha interessato Vico Storto, ha informato l’affollato uditorio, di come i livelli su cui si sviluppano le grotte non sono tre come ipotizzato finora, bensì sei. E gli ipogei (ri)scoperti e monitorati sono stati 30, i quali si vanno ad aggiungere ai 92 già ispezionati dai geologi del CNR-INRP e riportati nella redazione dell’inedito e basilare studio. Ne consegue, un’acquisizione che vede l’area indagata costituita da una gruviera di grotte e che la ricerca deve essere estesa necessariamente alla scala del territorio circostante, come obiettivo e definizione degli indirizzi di sicurezza e tutela. Quanto rappresentato dal dottor Sassi sintetizza e indica il processo di una mutata condizione di equilibrio che ha determinato il crollo di Via Matrice, da cui partire come segno d’allarme per dare corrette direttive progettuali per tutto il Centro Storico. Di qui, l’obbligo da parte di De Palma e Sassi, di fare un’operazione verità su una situazione che a Ginosa ha innescato un acceso scontro socio-politico. Stigmatizzato da De Palma come retorica tutta nostrana. “Si sono dette e scritte inesattezze e fatto divenire Via Matrice un argomento sul quale intervenire senza conoscere i fatti. Lanciare allarmi inesistenti. E’ un ritornello stonato quello di cercare capri espiatori, che tutto va male e sbagliato, che gli altri non capiscono nulla. Personalmente, debbo pubblicamente ringraziare tutti i tecnici locali che, volontariamente, hanno collaborato gratuitamente con il Comune. Soprattutto quelli che l’hanno fatto nel silenzio, evitando il clamore della visibilità sui media. Contrariamente a chi è stato completamente assente e sui giornali e social network ha divulgato notizie non rispondenti ai fatti. Per esempio, la Sea Consulting non ha mai vinto alcuna gara d’appalto: non c’è mai stata! E’ stata incaricata, invece, dello studio preliminare. Così come non c’è mai stata una gara pubblica per la ricostruzione di Via Matrice. Questo avverrà successivamente all’ultimazione della rimozione delle macerie e alle indicazioni delle autorità superiori. Per il momento, ripeto, i 500 mila euro sono stati utilizzati solo per rimuovere le macerie. Ne n. 7 - 2 aprile 2016 11 restano 600 mila da spendere per Via Matrice, ma allo stato delle nuove conoscenze di rischio, costituirebbero una piccolissima goccia. Non è vero, altresì, l’assunzione di un pool di tecnici o che vi sia stata l’elusione dei pareri istituzionali e di organismi volti al Diritto e tutela dei Beni culturali. Piuttosto, esprimo riconoscenza ai dirigenti dell’Ufficio tecnico comunale, Ingegnere Giovanni Zigrino e Cosimo Venneri. La loro competenza professionale ha consentito di ottenere corrispondenza tecnico-giuridica all’interesse anche di autorità superiori. La problematica del Centro Storico, e, soprattutto, ciò che attiene il Castello Normanno, non è cosa di normale routine. E’ di levatura eccezionale. Quindi, cerchiamo di essere proattivi, di amare il nostro territorio, di costruire con le sue bellezze il bene comune. In un anno di tempo (dal 7/8 ottobre 2013 fino al 30 giugno 2014), l’emergenza verificatesi a Ginosa è stata portata avanti con azioni tecnico-amministrative, che altrove se lo sognano. Sulla devastazione naturale del nostro territorio si è registrata l’assenza di tutti gli attori istituzionali. Non ci sono stati protagonisti fuori di Ginosa: lo Stato non si è visto proprio. Vi è solo lo stanziamento regionale pugliese di fondi per la somma urgenza previsti usualmente per i primi interventi le calamità. E fino al 14 luglio 2014 non si è visto il becco di un centesimo. I soldi, difatti, sono stati indirizzati dopo che il sottoscritto, amministratori della maggioranza che al quel tempo guidavo e cittadini di Ginosa, ci recammo a Roma per protestare contro il palese disimpegno, la disattenzione e l’ascolto passivo del Governo nazionale sul grido di dolore che si levava dal nostro territorio. Fummo ricevuti dal sottosegretario Graziano Del Rio, al quale sollecitammo l’emanazione dell’ordinanza di dissesto. Che il Consiglio dei Ministri fece il 30 giugno e reso esecutivo il successivo 14 luglio, con la pubblicazione del decreto in gazzetta Ufficiale. Fino a questa data – ha sottolineato a gran voce De Palma - non vi erano quattrini e non poteva realizzarsi alcun intervento”. Nel frattempo, ad ogni modo, la Protezione Civile chiese all’allora sindaco De Palma, se ritenesse opportuno avvalersi della collaborazione del CNR-INRP. “Risposi di sì e lo studio fu depositato in Municipio il 26 giugno 2014. Di qui, la riunione che il 17 luglio 2014 fu fatta in Prefettura a Taranto. A questa conferenza dei servizi, da me sollecitata, parteciparono rappresentanti e dirigenti della Soprintendenza, dei Vigili del Fuoco, del Genio Civile, della Protezione Civile. Fu in quella sede che si decise cosa fare. Il resto sono chiacchiere, pilotate e screditanti. Il 4 agosto – continua De Palma - l’ingegnere Zigrino, avendo quattrini a disposizione e di concerto con le indicazioni degli organismi del tavolo tecnico della Prefettura, fece l’affidamento di uno studio preliminare alla Sea Consulting di Torino, una società operativa con la Protezione civile nazionale ed accreditata per progettualità su grandi opere pubbliche internazionali e interventi su eventi calamitosi. Nel corso del confronto in Prefettura, emerse anche che tutta la problematica doveva essere divisa per step. Una cosa alla volta. Tutto questo, è bene precisarlo, senza che le risorse economiche per interventi di somma urgenza fossero state ancora trasferite. segue a pag. 12 12 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 segue da pag. 11 Che avvenne il mese di dicembre 2014. Il ritardo fu conseguente al fatto che l’ordinanza della Protezione civile ebbe bisogno di proroga perché mi accorsi che i canonici 180 giorni complessivi per fruire delle risorse stavano per scadere senza che come Comune avessimo avuto lo stanziamento economico. Tuttavia, non rimanemmo fermi e, non potendo far eseguire gli attinenti lavori di somma urgenza, sulla promessa dell’impegno di spesa, procedemmo a dare incarichi e redazioni di progetti, che, normalmente, vengono assolti nei costi alla conclusione dei mandati o delle redazioni”. Il racconto dell’ex sindaco delle fasi che hanno consentito alla Sea Consulting di esercire: “Il 4 agosto 2014 fu dato l’incarico, il 30 settembre fu consegnato il progetto preliminare, il 10 ottobre fu approvato dalla giunta comunale. Il 7 novembre fu indetto il bando pubblico, il 5 febbraio 2015 si procedette all’aggiudicazione. Il 2 marzo, fu emanato l’ordine di servizio all’impresa aggiudicataria dei lavori (Giampretruzzi srl) per la redazione del progetto esecutivo inerente la rimozione delle macerie e la messa in sicurezza post crollo. La consegna avvenne il 27 aprile”. Poi, accadde lo scioglimento dell’assise comunale per ribaltamento dei numeri tra maggioranza e opposizione, causa l’uscita dal Governo di 4 consiglieri. Il buio su via Matrice: De Palma ritiene essere calato per la mancanza del senso di responsabilità e sensibilità politico-istituzionale di coloro che, sciaguratamente, vollero porre fine con anticipo all’azione amministrativa. “Chi nel tempo ha sostenuto la mancanza di trasparenza degli atti prodotti – attacca De Palma - è un millantatore. Sul sito istituzionale del Comune vi è tutto. Il problema, invece, è far camminare i documenti, no cercarli. Non è importato nulla a nessuno delle persone evacuate dalle rispettive abitazioni. Che vergogna! Così come non vi è consapevolezza del rischio crolli nel centro storico e, soprattutto, della messa in sicurezza del Castello Normanno e rispettivo Pianoro. Anche su questa struttura è calato il silenzio! Eppure, è da ritenere prioritaria rispetto a tutto il resto”. Al riguardo, tecnici ginosini volontari si sono prodigati per il suo recupero, quantificandone i costi in 7 milioni di euro. Il progetto fu relazionato dai tecnici comunali e dalla Soprintendenza Archeologica di Taranto. De Palma lo pose all’attenzione del Mibact, del Governo nazionale, del ministro ai Beni Culturali. Nulla! Ha vanamente partecipato pure ad uno specifico bando regionale sui Beni culturali da salvare. Nulla di nulla! L’appello di De Palma: “il Mibact e la Regione Puglia devono intervenire. Non possono girare la testa da altra parte. Se crolla il Castello e il Pianoro, si porta via non solo tutti i nostri sogni di valorizzazione-fruizione del Centro storico, ma tutta la storia antropologica, paesaggistica, architettonica e archeologica di Ginosa Antica e del suo ambiente naturale. Verrà sepolto per sempre tutto ciò che dovrebbe avvalorare l’abitante culturale. Chi gioca con la politica farebbe bene a mettersi da parte. L’umanità non può essere tradita dagli stolti”. La chiusa di Sassi sulla conoscenza dei fatti su Via Matrice: “Intanto, è da lodare coloro che stanno lavorando alacremente pur in una condizione di sicurezza precaria. Ogni opera realizzata, comunque, è funzionale solo all’attività di cantiere (pali di castagno delimitanti passaggi e tratturi). Non vi è stato nessun getto di cemento in cavità. Qualora se ne dovesse ravvisare la necessità, dovranno essere autorità e organismi superiori a deciderlo. Per il momento, il progetto attiene il monitoraggio strutturale dei dissesti anche su unità abitative, la rimozione delle macerie, la viabilità provvisoria di cantiere. Nell’insieme, vi sono stati i complimenti da parte dei dirigenti della Soprintendenza Archeologica di Lecce, in seguito a sopralluogo per un esposto. Il resto sono chiacchiere”. Aggiunge: “Il Centro storico ha il cancro. Le metastasi stanno aggredendo il Castello Normanno, Via Matrice, l’area del Casale della Passio Christi, la zona dell’Antica. Non bisogna perdere ulteriore tempo per le cure, che, in specie, significa la loro messa in sicurezza”. Ginosa Antica va tutelata. Che ciò debba costituire un interesse collettivo primario, è fuor di dubbio. Però, non dovrà essere visto soltanto come un’esigenza culturale, oppure per trarne profitto come attrattiva turistica. Deve essere considerato come risorsa che appartiene ad ognuno, che può procurare vantaggi anche a prescindere dai turisti. Deve essere un prezioso patrimonio di cultura locale quale parte storica che contribuisce a rafforzare l’identità della comunità, prevenire o mitigare i disastri naturali, promuovere lo sviluppo compatibile. Concetto che è stato conciso da De Palma quando ha richiamato l’indizione di una conferenza dei servizi permanente, l’unità d’intenti dei cittadini e della politica per guardare al futuro antropizzato del Centro Storico e alla valorizzazione ambientale della Gravina, partendo dalla ripresa del percorso del riconoscimento Unesco, forzatamente interrotto dalla devastante alluvione del 7/8 ottobre e novembre/Primo dicembre 2013. Canta Storie foto Erasmo Mazzone attualità n. 7 - 2 aprile 2016 13 Natuzzi: prorogato il contratto di solidarietà per 1915 lavoratori. L’accordo prevede la proroga fino al 2 maggio 2017, mettendo in sicurezza 788 addetti a rischio licenziamento.Vi sarà anche il (ri)pescaggio produttivo di 60 dipendenti dello stabilimento di Ginosa. Verranno riconvertiti professionalmente alla mansione di ‘assemblatore fusti’. -Altro accordo per il Gruppo Natuzzi. Il 22 marzo scorso, presso il Ministero del Lavoro, le parti in causa hanno sottoscritto la proroga di un ulteriore anno di contratto di solidarietà per 1915 dipendenti. Questo provvedimento consentirà di prorogare la scadenza al 2 maggio del prossimo anno e mettere in sicurezza 788 addetti a rischio licenziamento. Altresì, si prevedono miglioramenti significativi rispetto al precedente contratto di solidarietà, in luogo di introduzione della possibilità, a fronte del personale attualmente occupato, di (ri)pescare i lavoratori dell’azienda di Ginosa, in cassa integrazione a zero ore. Difatti, nell’ambito degli investimenti in formazione per accompagnare i processi di riorganizzazione e trasformazione industriale, si potrà riconvertire la professionalità di circa 60 lavoratori. Questi, saranno adibiti alla mansione di ‘assemblatore fusti’ e sono previsti incontri periodici per valutare l’intercambiabilità delle mansioni con gli orari di lavoro rispetto a particolari esigenze produttive. Ogni tre mesi, poi, vi sarà la verifica dell’applicazione del contratto. I sindacati confe- derali di settore (Cgil-Cisl-Uil) , hanno ritenuto l’iniziativa null’altro che il prosieguo degli obiettivi in cantiere dal 2013 volti ad evitare licenziamenti e rilanciare l’azienda attraverso gli investimenti, la formazione professionale e la reindustrializzazione del territorio in forte sofferenza occupazionale. Eppur si muove! A fino anno 2014, con una lettera aperta affissa sui muri delle città dell’Alta Murgia, di Matera e joniche occidentali, Pasquale Natuzzi aveva esortato la gente della sua Terra, i suoi dipendenti, a guardare al futuro con maggiore fiducia e ottimismo. L’aveva fatto col cuore in mano, richiamando coesione per il riscatto. Fu un messaggio di speranza, dopo anni difficili. S’intravvedeva una flebile luce per dare soluzione alla vertenza occupazionale. Che negli anni ha vissuto momenti di tensione altissima, di trepidazione da parte di 1506 lavoratori e lavoratrici dichiarati in esubero strutturale. Nei giorni successivi, ci fu un accordo quadro che portò il surplus a 534 unità, per i quali scattò la cassa integrazione. Ed è tuttora in itinere la dimensione sociale del capitano d’industria pugliese, simbolo del Made in Italy, con il marchio quotato a Wall Street. Ha suscitato clamore l’iniziativa dei giorni scorsi con lo slogan “La cassa integrazione scade. Un lavoratore no”. Si è proposto il progetto ‘Assist’, il cui obiettivo è quello di offrire incentivi a coloro che assumo i 340 lavoratori in esubero effettivo e, attualmente, in cassa integrazione. L’offerta prevede la somma di cinquemila euro al collaboratore che dovrebbe iniziare un nuovo percorso lavorativo e 12mila euro all’azienda che volesse assumerlo a tempo indeterminato. L’incentivo è certamente superiore a quello previsto dal Jobs Act. La misura del Gruppo Natuzzi è da ritenere potenzialmente connessa all’aggressione della globalizzazione dei mercati, alla crisi finanziaria, che taglia lavoro all’essere umano. L’Assist del Gruppo Natuzzi, comunque, è stato contestato dal sindacato USB perché lo ritiene un escamotage per ‘liberarsi’ dei dipendenti indesiderati esiliati allo stabilimento di Ginosa. Ovviamente, le cose potrebbero stare in altro modo e questo potrà essere verificato il prossimo mese di ottobre con la scadenza della cassa integrazione. Canta Storie 14 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 attualità attualità n. 7 - 2 aprile 2016 MULTE A GOGò PER UN SEGNALE SBUCATO DAL NULLA (se pulizia dev’essere…che pulizia sia!) Chissà quanto hanno preso di straordinario i vigili di Ginosa per essere venuti “nottetempo” e di soppiatto a piazzare multe ai cittadini ignari e inconsapevoli dello “spuntare furtivo” di un nuovo segnale stradale! Dico nottetempo perché le multe per divieto di sosta (così si legge a malapena sui “foglietti gialli”) sono stata lasciate sui tergicristalli alle 6,30 del mattino: orario insolito per i nostri vigili che non sono mai operativi prima delle 8,00. Dico cittadini ignari perché se almeno uno di noi del quartiere (dall’Orologio al Castello) si fosse accorto di questo cartello e/o della data dalla quale esso era attivo…avrebbe avvisato gli altri e poi ci sarebbe stato il passa-parola. E invece…TUTTI NOI, che la mattina del 22 marzo 2016 siamo scesi in strada per prendere l’auto, abbiamo trovato una bella multa: TUTTI abbiamo violato il codice stradale non rimuovendo le vetture per permettere al mezzo che pulisce le strade (?) di effettuare il suo lavoro. E di qui le domande: e dov’è questo cartello? Ah, eccolo, all’incrocio. E quando l’hanno messo? Come mai nessuno era presente quando lo hanno piazzato? Forse è stato installato “volutamente” in massima segretezza, quando non c’era in giro anima viva…per poter meglio raggiungere lo scopo: cogliere in fallo i cittadini e “prelevare”, con le multe, un po’ di soldi per la cassa comunale. Già, perché se così non fosse avrebbero in qualche modo precedentemente avvisato la cittadinanza, così come si fa in qualsiasi paese civile, retto da persone intelligenti. Ho visto io stessa, in città come Bari e Milano, lasciare per le strade e nei condomini dei volantini che avvisavano della pulizia delle vie; e c’erano anche i cartelli che, sotto il vago “Martedì 6.00-8.00”, indicavano la data d’inizio del servizio. Ma se a Ginosa non avevano “personale” per il volantinaggio avrebbero potuto affiggere quei volantini temporanei che solitamente fanno mettere quando passano le processioni: quelli li avemmo più facilmente notati e saremmo stati ligi al dovere. O magari i solerti vigili invece delle multe, come primo giorno di questo “nuovo servizio non annunciato”, avrebbero potuto lasciare degli avvisi o, perché no …potevano suonare ai campanelli: quando hanno girato i film a Ginosa la polizia municipale è venuta a bussare al mio portone (e a quello degli altri) per dirmi di spostare l’auto e lasciare il posto ai camion della troupe….e c’erano pure i manifestini affissi, con tanto di data e orario. Ma allora? si poteva essere meno drastici anche in questa occasione? La realtà è che si è trattato di una macroscopica scorrettezza perpetrata in coscien- te malafede e ideata da non so quale mente, con l’unico scopo di “battere cassa”. E con questa manovra il Comune di Ginosa, oltre a “guadagnarsi” il risentimento dei suoi cittadini (so che questo blitz è stato fatto anche in altre strade del paese),fa sorgere in noi tanti altri interrogativi. In primo luogo, questo accanimento sanzionatorio sarà applicato anche nei confronti di chi non tiene pulite “sempre” TUTTE le strade di Ginosa (popolazione e/o operatori ecologici-ex netturbini)? E ancora: la nostra polizia municipale continuerà a prendere straordinari per fare multe anche dopo le 20.00, quando il traffico di Ginosa si fa spesso insostenibile per i divieti di sosta non rispettati lungo il Corso? Abbiamo tutti presente l’impossibilità di procedere (non solo in auto ma anche a piedi e, peggio ancora, con un Divieto di fermata… senza multa passeggino o con una carrozzella per disabili) lì dove sulla destra abbiamo una fila, ormai senza interruzione, di vasi (pagano tutti il suolo pubblico?) e sulla sinistra auto in sosta più-che-vietata? E mi fermo qui…perché di occasioni “per far cassa” con le multe il Comune ne avrebbe in abbondanza e così coglierebbe anche l’occasione per fare il suo dovere… e mettere un po’ d’ordine (seriamente) in questo nostro paese. P.S. Io la multa l’ho pagata il giorno stesso in cui l’ho ricevuta…e non mi meraviglierei se, d’ora in avanti, ne ricevessi altre. Laura Dragone Responsabile Sanitario Dott. Francesco Ambrosi Direttore Sanitario: Dott. Francesco Ambrosi 15 15 16 n. 7 - 2 aprile 2016 n. 7 - 2 aprile 2016 UNA GIORNATA CON L’AVIS Il giorno 23 Marzo, presso la palestra della scuola Calò, si è tenuta la “Partita del Cuore” fra AVIS Comunale Ginosa ed il nostro Istituto. Come probabilmente saprete l’AVIS, ovvero Associazione Volontari Italiani Sangue, è un’associazione di volontariato i cui donatori e dirigenti sono tutti volontari; è presente in quasi tutti i comuni italiani e lo scopo principale è quello di donare sangue ai malati. Prima di dare inizio alla partita il Presidente dell’associazione, Mario Grieco, ha espresso la sua contentezza, a nome di tutti i componenti dell’AVIS, per la collaborazione pluriennale con la nostra scuola con cui condivide bei momenti di solidarietà. Inoltre si è soffermato sull’importanza dei giovani dicendo quanto segue: “Noi, insieme ai genitori, rappresentiamo il presente; voi ragazzi siete il futuro ovvero il motore del mondo che si rende conto della situazione attuale e vuole sentirsi utile per poter aiutare gli altri anche con un semplice gesto di generosità, come la donazione. Infatti è proprio questa la motivazione principale che porta i giovani a dare il proprio sangue, anche perché è un gesto di cittadinanza attiva e prevenzione”:. 17 Poi è intervenuto il nostro Dirigente scolastico, la prof.ssa Marianna Galli, che ha sottolineato ulteriormente l’importanza dell’AVIS e la sua collaborazione con la scuola. Si è dato il via alla partita che ha visto gareggiare quattro squadre: due formate dai giocatori delle classi 3^A e 3^B, poi la squadra dei genitori e infine quella degli avisini. È stato un avvicendarsi di goal e di entusiasmo, accompagnate da vere e proprie ovazioni provenienti soprattutto dagli spalti, dove noi ragazzi ci siamo scatenati in un tifo accanito per la vittoria della squadra del cuore. Tutti i giocatori aspiravano alla vittoria che al termine è stata conquistata dalla squadra dei genitori che hanno ottenuto il primo posto, seguiti dall’ AVIS al secondo e dai ragazzi al terzo. Questa giornata ci ha fatto capire che oggi i giovani diventano donatori di sangue perché percepiscono questo come un gesto semplice e umile, ma che al tempo stesso ha un valore importante perché porta a salvare delle vite; quindi bisogna promuoverlo e diffonderlo tra chi ancora non ha scoperto quanto importante e meraviglioso esso sia. Maria Cardinale Classe 3^A - Scuola secondaria I grado “Calò” di Ginosa 18 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 CAMPIONI DI MATEMATICA PER L’ISTITUTO “DELEDDA–SAN GIOVANNI BOSCO” DI GINOSA to le prove con grande impegno. Grande soddisfazione esprime la dott.ssa Luciana Lovecchio, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Deledda-San Giovanni Bosco”, per tutti coloro, studenti, docenti e genitori che hanno contribuito a realizzare un progetto che rende questi studenti consapevoli e competenti sul piano culturale, sociale e umano. Al nostro campione Mario Donvito un grande “in bocca al lupo” per il suo viaggio a Palermo, dove si svolgerà la finale nazionale nel prossimo mese di aprile. Prof.ssa Carmela Pizzulli Brillanti risultati sono stati ottenuti da un gruppo di alunni dell’Istituto “Deledda-San Giovanni Bosco” alle finali provinciali dei Giochi Matematici del Mediterraneo 2016, svoltesi a Taranto il 4 marzo. Alla Finale Provinciale, si sono sfidati 91 alunni di terza, quarta e quinta primaria e prima, seconda e terza secondaria di primo grado, provenienti da diverse scuole della Provincia tarantina. Gli alunni, accompagnati dalla Prof.ssa Carmela Pizzulli e dalle insegnanti Mina De Biasi e Mariantonietta D’Addario, si sono cimentati nelle prove, diverse secondo la categoria, di durata 60 min, 90 min e 120 min. I nostri alunni si sono distinti per i risultati ottenuti, conseguendo ottimi punteggi che hanno consentito loro di salire sul podio, classificandosi nelle varie categorie al terzo, secondo e anche primo posto! Terzo posto con medaglia conquistato da Angelica Iacovino e Alessandro Di Lena. Argento al secondo posto per Alessandra Mongelli, Samuele Cella, Luca Huang, Paolo Cascardi. Primo posto assoluto per la sua categoria conquistato da Mario Donvito che si è qualificato per le finali nazionali che si svolgeranno a Palermo. L’iniziativa Giochi Matematici del Mediterraneo è voluta dall’Accademia Italiana per la Promozione della Matematica, col Patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo e del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Palermo. La finalità delle gare è quella di sviluppare la promozione delle competenze in Matematica, mettendo a confronto allievi di diverse scuole, con spirito sportivo, valorizzando le eccellenze. Le gare e i concorsi costituiscono una buona occasione per incoraggiare e motivare i ragazzi a dare il meglio di sé e a coltivare interessi positivi e costruttivi, fondamentali per la loro crescita culturale ed umana. A tutti i ragazzi che hanno partecipato, va il riconoscimento di essere stati capaci di affrontare una piccola sfida e di aver svol- attualità n. 7 - 2 aprile 2016 19 E la tradizione continua! Le Colombe e l’I.C. “Deledda – S.G.Bosco” Come ogni anno, l’approssimarsi della Santa Pasqua ha portato mamme e nonne ad affollare l’Istituto Comprensivo “Deledda – S.G. Bosco” per la realizzazione delle Colombe pro UNICEF. Il nostro istituto è “Scuola Amica Unicef”: siamo al quarto anno consecutivo di collaborazione attiva. Tutti le attività programmate nell’ambito del progetto prevedono una raccolta fondi per i vaccini salvavita e kit scolastici per i bambini del terzo e quarto mondo. In prossimità del Natale sono state realizzate le Pigotte; tra giovedì e venerdì scorsi invece sono state realizzate circa ottocento colombe di forme e colori diversi: cuori, coniglietti, campane, cestini, bambole, ecc. Meravigliose creazioni ricoprivano tavoli e tavoli della sala mensa; i profumi inebrianti hanno invaso le mattinate della zona circostante e anche se le giornate erano piovose, tutto ha acquistato una strana armonia. Le giovani mamme aspettavano trepidanti di vedere il procedimento dell’impasto realizzato dalle sapienti nonne, meravigliose nonne che nel salutarsi si danno l’appuntamento al prossimo incontro: è diventato ormai un bellissimo rituale che si ripete ogni anno prima delle Palme. Le colombe fanno parte della tradizione, della cultura contadina che però si sta perdendo con il tempo. Noi cerchiamo attraverso questi momenti di farla sopravvivere e trasferire alle nuove generazioni. E certo perché i bambini vengono ad osservare, a fare domande e soprattutto a salutare le mamme e le nonne. I ragazzi della secondaria di primo grado invece hanno offerto la loro disponibilità per la confezione: un grazie va quindi ai ragazzi della classe 3E per la serietà dimostrata rispetto a questa iniziativa. Una ca- tena di montaggio ha permesso la realizzazione di una attività molto impegnativa ma tanto esaltante, soprattutto perché tutti ne conoscevano gli obiettivi. Sabato 19 Marzo tutti e tre i plessi, S.G.Bosco, Deledda e Lorenzini, sono diventati location per i mercatini delle Colombe che hanno raggiunto circa 800 famiglie. Il Dirigente Scolastico, dott.ssa Luciana Lovecchio ha espresso la sua ammirazione per il lavoro svolto e gioia per un momento di forte condivisione con il prossimo. Il nostro augurio è che le campane possano suonare a festa per tutti e portare pace, soprattutto in un momento come questo dove per molti paesi e popoli sembra una lontana utopia. Addetto Stampa Prof.ssa Lucrezia Di Tinco Una nota di Pietro Lospinuso, sul riordino ospedaliero. La sinistra pugliese è in piena crisi di identità, di valori o, forse, di coscienza. Non appena la Giunta regionale ha approvato il piano di riordino ospedaliero si è innescata una guerra fratricida tra le forze interne al PD. Una torre di Babele in cui ognuno parla la sua lingua e ciascuno dà sfogo al suo libero pensiero, puntualmente opposto a quello del compagno di parto. Crollano i confini e gli steccati e nel marasma generale viene scritta una nuova geografia della polica regionale dove l’opposizione non è più soltanto quella del centrodestra bensì anche in seno alla stessa maggioranza. Una totale anarchia che alla fine peserà soltanto sulle spalle dei cittadini a cui si sta negando il diritto alla salute. In questi giorni ne stiamo vedendo delle belle. Il deputato del Pd, Ludovico Vico, ha invitato il presidente Emiliano e il Consiglio regionale a rivedere il quadro disegnato in ambito sanitario, in parcolare per la provincia di Taranto. A suo dire, il piano di riordino ospedaliero non terrebbe conto nella maniera più assoluta dell’emergenza sanitaria di Taranto. Il sistema sanitario pubblico jonico avrà 600 posti letto in meno con il risultato che ci saranno 2mila dipendenti in meno tra medici e infermieri. Il fatto che anche un esponente del Pd si sia accorto di un problema serissimo, da anni oggetto delle mie interrogazioni di consigliere regionale, non può che riempirmi di gioia. Come se non bastasse, gli fa da eco anche il Pd di Grottaglie che nel corso di un incontro ha messo in evidenza tutte le cricità della politica sanitaria regionale. Il segretario cittadino PD, Paolo Annichiarico, ha sparato a zero sul piano di riordino definendolo profondamente ingiusto perché relega la provincia di Taranto ad avere il più basso numero di posti letto ogni mille abitan. Per questo ed altre ragioni il PD di Groaglie ha presentato istanza di revisione del piano al ministero della Salute prendendo le distanze dal governo regionale che “predilige i rappor di forza rispetto ai bisogni dei cittadini”. Che per la giunta Emiliano siano davvero tempi duri lo testimonia anche l’ex assessore alla Sanità Elena Gentile, ora europarlamentare PD. Anche lei non ha ben digerito il piano di riordino e chiede che nelle scelte prevalga il primato della politica a quello manageriale. Sul fronte Sel, le cose non vanno meglio. Durissimo il giudizio anche di Guglielmo Minervini, capogruppo di Noi a sinistra, che ha sottolineato come la redazione del piano non abbia affatto tenuto conto della domanda di salute dei territori. “Se non capiamo su che terreno ci muoviamo – ha deo Minervini - difficilmente il piano riuscirà a tutelare i bisogni dei ciadini ma diventa un mero fatto ragionierisco”. Fatte queste premesse viene da chiedersi: come intendono procedere a questo punto i nostri bravi amministratori? È possibile che tutte le scelte operate sino a questo momento siano frutto delle decisioni di un uomo solo al comando? Che strada sta imboccando la Puglia? Visto che questa maggioranza al governo ci ha tolto anche il gusto e la voglia di fare opposizione dimostrando una abilità fuori dal comune, ci auguriamo almeno che voglia presto dare a noi e a tutti i pugliesi risposte concrete. Considerato che l’autore di questo sciagurato piano di riordino ospedaliero oltre ad essere il presidente della Regione è anche assessore alla Sanità, nonché segretario regionale del Pd, e considerato anche che così tanti illustri esponenti del suo stesso partito non lo condividono affatto, quale migliore occasione per uno sforzo congiunto per migliorare il piano? Ci sarebbe ancora il tempo per farlo, nei prossimi passaggi a livello regionale e nazionale che attendono la normativa. Se dopo aver così aspramente cricato l’operato del Governo, i “solidali” del presidente Emiliano non saranno capaci di modificare questo scellerato programma, vorrà dire o che non ne sono capaci o che fino ad oggi hanno soltanto preso in giro i cittadini pugliesi. Pietro Lospinuso 20 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 CHE TEMPO FA? Fin dall’antichità l’uomo scrutava il cielo in cerca di segni premonitori sull’andamento del clima, importantissimo per i raccolti e per altre attività. Oggi invece ci affidiamo a strumenti di precisione e a personale specializzato in grado di dirci con esattezza i vari cambiamenti metereologici e climatici. Lunedì 21 marzo le classi terze dell’ Istituto Comprensivo Giovanni Calò si sono recate presso il Teleposto Meteo dell’ Aeronautica Militare di Marina di Ginosa per una visita didattica. Come prima tappa abbiamo visitato “la centrale operativa”, una stanza piena di strumenti, registratori e misuratori (come i barometri che misurano la pressione atmosferica), utili per fare osservazioni meteo ogni ora e poter poi preparare aggiornati bollettini meteo. Abbiamo appreso che i bollettini hanno un unico codice internazionale: ad esempio per l’orario ci si basa sul meridiano di Greenwich, per quelli speciali viene utilizzata la parola SPECI. Il “codice identificativo” della sede di Marina di Ginosa è LBH. I bollettini vengono effettuati per i voli aerei, dal momento che prima di partire gli aerei hanno bisogno di dettagliate informazioni meteo, per un fattore statistico e solo in minima parte per il meteo: servono, infatti, anche per stimare la temperatura media. Inoltre i dati meteo vengono forniti a chi ne ha bisogno, ad esempio per una tesi di laurea o per assicurazioni. Una cosa molto importante che ci è stata fatta notare è che sono osservazioni e non previsioni: la differenza sta nel fatto che le osservazioni dicono ora per ora quello che sta succedendo. Inoltre le previsioni sono attendibili solo fino a tre giorni, dal quarto in poi vengono chiamate tendenze e a partire dal sesto giorno sono poco verosimili. Il Maresciallo Ruggiero e il Maresciallo Bodini, che ci hanno guidato in questo percorso e ci hanno spiegato concetti complessi in modo semplice, chiaro ed esaustivo, ci hanno poi mostrato alcuni strumenti situati sul tetto dell’edificio: un anemometro, strumento utile per misurare la velocità del vento e che funziona un po’ come una girandola, un pluviometro, strumento che indica l’ intensità della pioggia (in millilitri). Il Maresciallo Ruggiero ha ricordato che durante i giorni in cui si verificò l’alluvione ci fu una quantità altissima di pioggia: dodici millilitri al metro quadrato! Ci ha poi riferito che ai tempi del fascismo quella stazione era un’importante torre di avvistamento sul mare e la stazione era dotata di un cannone. Ci siamo poi spostati al piano inferiore dove c’è una cabina meteo: una costruzione bianca in modo da non attirare i raggi del sole contenente alcuni termometri e strumenti misuratori e registratori insieme a un ciuffo di capelli biondi: questi ultimi infatti sono utili per misurare l’umidità, in quanto sono i più sensibili all’ambiente esterno. Al termine della visita abbiamo ringraziato le nostre guide per la loro disponibilità e la loro professionalità nel rispondere alle nostre domande. Per noi tutti è stata un’esperienza interessante e stimolante che va ad aggiungersi al nostro bagaglio culturale. Tutto quello che abbiamo imparato ci ha sicuramente arricchito e ci auguriamo di continuare a fare esperienze del genere per poter migliorare la nostra conoscenza. Giovanna Noia Classe 3^A scuola secondaria I grado I.C. Calò – Ginosa (TA) Auguri Dottoressa Graziana Lo scorso 16 marzo presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chiesti-Pescara, la dottoressa Graziana Catiniello ha conseguito la laurea in Farmacia con la tesi: “Cura dell’infertilità: linee guida ed approcci empirici nella medicina riproduttiva”: Alla Dottoressa Graziana gli auguri dei suoceri Franco e Tina, del fidanzato Nico, di Leo e Valeria e di tutta la famiglia Di Franco. attualità n. 7 - 2 aprile 2016 21 Lavoro: facciamo il punto rubrica a cura di Maria Rosaria Nigro È tempo di consegna della CU 2016 ( ex CUD) Perché la rubrica LAVORO- FACCIAMO IL PUNTO La rubrica nasce con l’obbliettivo di far conoscere e spiegare in modo chiaro le numerosissime novita’ in materia giuslavoristica. Il “lavoro”, sia esso svolto come lavoro dipendente che come lavoro autonomo, e’ al centro della vita quotidiana di tutti e le nor- ne piu’ significative la NURITH SPA. MARIA ROSARIA NIGRO Tributarista Lavoratori dipendenti, pensionati ma anche professionisti e comunque chiunque sia percettore di redditi di lavoro dipendente e assimilati e/o di redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi guardi nella propria cassetta della posta perchè è in arrivo la certificazione Unica 2016 per i redditi conseguiti nel 2015. L’adempimento è a carico dei famosi “sostituti d’imposta” ossia di coloro che hanno corrisposto dette somme, ( datori di lavoro/ case mandanti / ditte committenti) che oltre a consegnare il modello cartaceo denominato “sintetico” entro il 28 febbraio di ogni anno, devono entro il 7 marzo trasmettere all’Agenzia delle Entrate in via telematica, il “modello ordinario”. Tale certificazione dei redditi da lavoro dipendente, equiparati e assimilati, che attesta l’ammontare complessivo delle somme e dei valori percepiti, delle ritenute subite alla fonte e dei contributi previdenziali ed assistenziali dovuti, resta nella disponibilita’ dell’interessato che se nell’anno ha conseguito solo redditi Un passo dietro l’altro ci porta alla meta da lavoro dipendente è esonerato dalla presentaquel giorno magico che tutti aspettiamo zione all’Agenzia delle Entrate della dichiarazione quelle scarpe leggere diventan pesanti dei redditi. ma non desistiamo la crediamo vicina La dichiarazione dei redditi deve essere presentata altresì quando nell’importo delle detrazioni della CU sono comprese e/o non comprese detrazioni Talvolta un po’ stanchi e privi di forze mordiamo le labbra e continuiamo ad andare d’imposta per familiari a carico da recuperare e/o da restituire perche’ nell’annualita’ il contribuente tra tante intemperie oramai ad un passo ma ogni volta qualcosa che ferma la corsa ha acquisito e/o perso il diritto a dette detrazioni di imposta. Tuttavia qualora il contribuente intenda utilizzarla Un sollievo, felice, il traguardo alle spalle per effettuare la scelta in relazione alla destinazione oramai è andata non mi ferma nessuno dell’otto, del cinque e del due per mille dell’IRPEF, ora visi e sorrisi sono lieti e cordiali essa deve essere acquisita dall’Agenzia delle Entrate intanto oggi festeggio ma domani comincio ovvero dagli intermediari alla trasmissione telematica. Insomma per fugare ogni dubbio è preferibile che ciascuno consegni la e/o le CU al proprio commercialista Tante domande, io altrettante risposte e/o CAF ai fini della verifica di eventuali adempimengiro e rigiro e non cambia mai niente ti dichiarativi. le faremo sapere sento dire da ognuno MARIA ROSARIA NIGRO è da anni che attendo e non sento nessuno. Tributarista mative di riferimento, le novita’, le semplificazioni, le opportunita’ interessano sia i giovanissimi che per la prima volta si affacciano al mondo esterno, sia i meno giovani, che per scelta e/o costrizione si rimettono alla ricerca di una nuova occupazione o magari decidono di avviare un autonoma iniziativa imprenditoriale. Da qui l’idea, mancando una rubrica simile nel quindicinale “La Goccia”, di voler dare il proprio supporto in materia, stante l’oramai pluridecennale esperienza in ambito amministrativo/contabile e soprattutto in qualita’ di Responsabile delle Risorse Umane di una delle realtà ginosi- Le poesie di Carmelo Monaco Era così Ogni tanto tornavo per respirare il passato rivedere quei posti che m’han visto bambino ho di fronte una grotta corrosa dal tempo dove un tempo serena la vita scorreva Storie di genti tra sorrisi e mesti momenti ricordi allegri di mamme ad accudire bambini altre ancora cantando e facendo il bucato più in là altre voci si univano in coro Le rocce infuocate dal sole d’estate il sollievo ed il fresco della buia dimora un’unica stanza per grandi e piccini e ancora più in fondo in un antro la mula La sveglia del gallo e l’abbaiare d’un cane e la vita torna con la luce del primo mattino all’imbrunire col buio calava il silenzio e le lampade ad olio ora punti lontani Le faremo sapere 22 n. 7 - 2 aprile 2016 la storia la storia n. 7 - 2 aprile 2016 23 24 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 Pietro Tamburrano: “Radici preistoriche e protostoriche dell’antica GHENOS”9 Appendice Si riportano in Appendice i Sommari elaborati dai Ricercatori dell’Università di Siena, dal 2009 al 2015, al termine delle ricerche effettuate al Riparo dell’Oscurascinto nella Gravina di Ginosa. In genere le campagne di ricerca sono compiute nel mese di settembre di ogni anno, e i Sommari vengono redatti entro la fine di ogni anno. Le attività di ricerca sono sdall’Università degli Studi di Siena e dal Comune di Ginosa. I testi riportati in Appendice sono stati ripresi dal sito htp: // www.fastionline.org/index. php?view:home Sommario Anno 2009 Dal 6 al 26 settembre 2009 sono riprese le ricerche nel deposito del Paleolitico medio del Riparo l’Oscurusciuto nella gravina di Ginosa. Nei primi giorni di attività è stato ultimato lo scavo dell’unità stratigrafica 9, nei quadrati E-F/11-12, con la definitiva esplorazione del focolare us 43. Sulla base dei risultati delle scorse campagne, l’unità stratigrafica 9 ha restituito, in un’area scavata di circa 10 mq, un complesso di piccoli focolari di forma circolare o ellissoidale concentrati in due aree distinte, ognuna di circa mezzo metro quadrato di estensione. Lo scavo ha permesso di distinguere la successione di alcune strutture, in parte sovrapposte e dislocate. Al di sotto dell’US 9, è stato messo in luce un altro interessante insieme di focolari situati alla superficie e all’interno della sottostante US 11. Come nella fase precedente, le strutture di combustione sono impostate in fossette per lo più circolari, della profondità massima di circa 5 cm. In un’area di 2 mq (q F-G/11) è stata rinvenuta una particolare concentrazione di questi focolari: in fase di scavo ne sono stati riconosciuti 19, in parte intaccati dalle successive escavazioni per uno spessore massimo di 20 cm. Il diametro medio dei foco- lari varia da 40 a 50 cm. Il riempimento delle strutture è costantemente di colore bruno nerastro; in alcuni casi sono presenti placche di sedimento chiaro concrezionato alla sommità, probabilmente misto a cenere. E’ frequente la presenza di ossa bruciate, in parte concentrate alla base delle fossette. Nell’area indagata (circa 10 mq anche per questa unità) sono stati rinvenuti altri focolari in fossetta, isolati. Di particolare interesse è la presenza di una coppia di focolari di piccole dimensioni, sovrapposti solo per un piccolo lembo a testimonianza della loro costruzione e utilizzo in due fasi successive. Il diametro di queste due strutture (25 cm), nettamente inferiore alle altre, porta ad ipotizzare una diversa finalità nel loro utilizzo. Dall’esame preliminare dei resti faunistici emerge un’attività di caccia indirizzata soprattutto verso l’Uro in un ambiente caratterizzato da estese aree di prateria arborata. L’industria litica, sempre abbondante, non mostra marcate differenze rispetto a quanto messo in luce nelle unità sovrastanti. Il metodo Levallois ricorrente, prevalentemente unipolare, finalizzato alla produzione di manufatti piatti, allungati o triangolari, rimane dominante. Confermata la presenza, per quanto minoritaria, di una modalità di débitage diversa, unipolare a percussione diretta, caratteristica di uno sfruttamento dei nuclei per volume (e non per superfici), che anticipa la produzione tipica del Paleolitico superiore e che è finalizzata alla produzione di lamelle. Fra i ritoccati si segnalano, accanto ai più frequenti raschiatoi, alcune punte molto regolari e due grattatoi. Avendo lo scavo intercettato numerose aree di combustione numerosi sono i pezzi che hanno subito i danni del fuoco. Per alcuni è riconoscibile la derivazione da uno stesso nucleo, anche se la ricerca dei rimontaggi è un lavoro tutto a venire. Un frammento di osso bruciato rinvenuto alla base della US 1 ha fornito la data C14 di 38.500±900 BP. Autori del Sommario Paolo Boscato (Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali “G. Sarfatti”). Annamaria Ronchitelli (Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali “G. Sarfatti”, Sezione di Ecologia Preistorica). Team Filomena Ranaldo, Jacopo Grezzini, Francesco Berna, Helena Kiempererova. Sommario Anno 2010 Nel Riparo l’Oscurusciuto (Ginosa – Taranto) le ricerche effettuate nel settembre 2010 hanno portato al rinvenimento di nuove interessanti strutture di combustione all’interno dell’unità stratigrafica 11, parzialmente scavata nel 2009. Questa unità, sabbioso limosa, di colore bruno rossastro con rari piccoli ciottoli e ancora più sporadici frammenti di calcarenite, ha uno spessore medio di 8 cm ed è legata sia da un punto di vista sedimentologico, sia per i caratteri delle associazioni faunistiche, alle soprastanti unità principali 4, 7 e 9. Gli insiemi faunistici di queste unità sono dominati da resti di Bos primigenius (che nelle percentuali degli elementi determinati supera il 70%) in associazione con Cervus elaphus, Dama dama, Capreolus capreolus, Equus ferus. All’interno dell’unità stratigrafica 11 il materiale litico e faunistico risulta abbondante nella parte superiore e media dello strato, più rarefatto nella sua parte basale. L’industria litica, a un esame preliminare in corso di scavo, non mostra modalità e obiettivi di produzione diversi rispetto alle unità stratigrafiche soprastanti. La materia prima prevalente è sempre costituita da ciottoli di diaspro. La sequenza Levallois, che inizia con sistema prevalentemente unipolare, finalizzato alla produzione di lame (trasformate soprattutto in raschiatoi) e punte, prosegue con modalità centripeta volta a ottenere schegge di dimensioni più piccole. Una produzione minoritaria di piccole lame e lamelle è ottenuta con sistema del tutto diverso, per piani ortogonali a partire da ciottoli di minore dimensione. I numerosi focolari dell’unità stratigrafica 11 risultano concentrati lungo una fascia larga un metro e mezzo che delimita una zona di circa 2 mq, completamente libera da strutture, situata a ridosso delle pareti d’angolo nell’area nord del riparo. Questo piccolo spazio poteva essere adibito a giaciglio o usato come zona di stazionamento da parte dei neandertaliani. Il bordo di erosione della stratigrafia, posto a circa 50 cm dalla fascia di concentrazione dei focolari, può avere obliterato eventuali altre strutture a completamento della fascia individuata. I focolari scavati sono tutti impostati su fossette circolari di profondità variabile tra 3 e 6 cm, facilmente individuabili per il colore bruno nerastro del loro riempimento. Più difficile è risultato invece isolare i singoli focolari nei quadrati GF 11, in quanto impostati in successione e con fossette parzialmente tagliate dalle strutture di combustione superiori. Nel corso di questa campagna di scavo si è osservata una chiara differenza di dimensioni dei focolari tra la parte alta e quella basale dell’unità 11. Nella parte superiore dell’unità le fossette conservano un diametro di 40-50 cm contro i 20-25 cm di quelle individuate sul fondo dello strato. Questi piccoli focolari, meno numerosi dei primi, sono in alcuni ca attualità si presenti a coppie con reimpostazione parzialmente dislocata del secondo sul primo. Le analisi microstratigrafiche in corso potranno dare risposte sull’eventuale diverso utilizzo di queste due tipologie di strutture di combustione. In uno di questi piccoli focolari (US 70) è stata rinvenuta alla sommità del riempimento, sul bordo della fossetta, una scheggia di diafisi di osso lungo di grande ungulato con tracce di bruciatura limitate alla sola porzione immersa nel riempimento della fossetta stessa. In alcuni casi, le fossette di questi focolari basali intaccano la parte sommitale della sottostante unità di tefra (US 13). Lo scavo dell’unità stratigrafica 11 è stato ultimato in un’area di circa 9 mq: al di sotto è affiorata la superficie dello strato piroclastico 13 con evidenti tracce di frequentazione antropica, sporadico materiale litico e faunistico e focolari in fossetta. Questi ultimi, poco numerosi e non ancora scavati, sembrano conservare le stesse caratteristiche delle piccole strutture della parte basale di US 11. Nella prima occupazione del riparo successiva alla potente deposizione di tefra e nel corso della sedimentazione della prima porzione dell’unità 11 sembra dunque emergere un modello analogo nell’impostazione delle strutture di combustione, che potremo verificare nel corso della prossima campagna di scavo analizzando nel complesso la superficie di occupazione del tefra. Alle ricerche, effettuate dal 5 al 25 settembre 2010, hanno partecipato oltre agli scriventi: Claudia Abruzzese, Sara Alconchel Romero, Francesco Boschin, Jacopo Crezzini, Elena D’Itria, Paolo Gambassini, Zaray Guerrero Bueno, Stefania Mainieri, Giulia Musella, Elvira Orso, Francesca Paraskoulakis, Anna Pizzarelli, Vincenzo Stasolla. Autori del Sommario Annamaria Ronchitelli (Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali “G. Sarfatti”, Sezione di Ecologia Preistorica) Paolo Boscato (Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali “G. Sarfatti”) n. 7 - 2 aprile 2016 Sommario Anno 2011 Dal 5 al 23 settembre 2011 sono proseguite le ricerche nel riparo del Paleolitico medio dell’Oscurusciuto a Ginosa (TA). Nella prima parte della campagna è stato ultimato lo scavo dell’unità stratigrafica 11 che negli scorsi due anni ha restituito numerosi focolari impostati in fossette circolari (diam. tra i 20 e i 50 cm, prof. 3-6 cm.). Nell’area di scavo, estesa circa 10 mq, queste strutture sono concentrate in una fascia orientata N/E – S/W e lasciano completamente libera un’area d’angolo del riparo di circa due metri di ampiezza, probabilmente utilizzata dai neandertaliani come giaciglio o zona di stazionamento. Nel corso di questa campagna sono stati rinvenuti una coppia di piccole strutture di combustione in fossette (diam. circa 20 cm), parzialmente sovrapposte, e un focolare di dimensioni maggiori (circa 40 cm di diametro) sottostante un’area del settore Sud dello scavo, caratterizzata da una forte concentrazione di focolari. I focolari dell’unità 11 sono spesso sovrapposti e non è possibile effettuare una correlazione di utilizzo tra le singole strutture rinvenute all’interno del sedimento (8 cm di spessore medio) a causa della mancanza di evidenze di piani intermedi di frequentazione. Fa eccezione l’insieme basale, costituito da 16 focolari con fossette di circa 20 cm di diametro (compresa la coppia di fossette rinvenute durante questa campagna), che caratterizza la parte inferiore dell’unità stratigrafica. Questi focolari sono tutti di dimensioni più piccole rispetto a quelli superiori di US 11 e 9 e probabilmente appartengono ad un’unica fase di frequentazione. Sono ancora in corso le analisi microstratigrafiche che potranno fornire dati su un eventuale diverso utilizzo dei focolari in relazione alle dimensioni delle fossette. Nella parte basale di US 11 aumenta gradualmente la frazione di tefra del sedimento e risultano meno abbondanti i reperti litici e ossei. La seconda fase dello scavo ha interessato l’asportazione della sottostante US 13, in parte messa in luce lo scorso anno, a matrice ricca di tefra e con piccoli frammenti di calcarenite. Nella parte sommitale sono 25 stati rinvenuti 9 focolari in fossette (diam. 20-30 cm) e un’area più ampia di combustione di cui non si conosce la reale forma ed estensione perché in parte asportata dall’erosione di versante. I focolari, per lo più isolati, occupano la stessa zona delle strutture soprastanti: rimane libero da focolari l’angolo N/W del riparo e un corridoio lungo la parete di fondo. Sono quasi tutte strutture isolate: solo tre risultano sovrapposte (83a, 83b, 84). Nello strato i materiali sono sporadici e spesso rinvenuti in piccole concentrazioni. Le ossa, fortemente frammentate, la produzione litica continua ad essere caratterizzata dalla dominanza della modalità Levallois unipolare ricorrente, senza che si siano notate in fase di scavo particolari cambi di gestione nella catena operativa. Questa unità stratigrafica copre uno strato di ceneri vulcaniche compatte dello spessore di circa 60 cm (US 14) che sigilla una paleosuperficie ricca di materiali. I focolari rinvenuti in US 13 sono quindi pertinenti alle prime sporadiche frequentazioni del riparo, successive alla cospicua caduta di ceneri. Le analisi in corso del tefra probabilmente forniranno dati sull’attribuzione e quindi sulla cronologia dell’evento vulcanico. La superficie di US 14 è irregolare, caratterizzata da frequenti depressioni/escavazioni forse legate ad azioni erosive. Queste buche irregolari, in parte ancora da svuotare, risultano riempite da US 13 e hanno restituito pochi reperti litici e ossei. La parte superiore dello strato di ceneri vulcaniche contiene rari materiali antropici penetrati nel sedimento e andrà indagata nella prossima campagna di scavo. Autori del Sommario Annamaria Ronchitelli (Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali “G. Sarfatti”, Sezione di Ecologia Preistorica) Paolo Boscato (Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Ambientali “G. Sarfatti”) Team Stefano Ricci, Claudia Abruzzese, Daniele Aureli, Elena D’Itria, Filomena Ranaldo, Giulia Musella, Marco Serradimigni. María José Peñalver Puerta, Silvana Condemi. Stefania Mainieri, Vincenzo Spagnolo, Francesco Boschin, Jacopo Crezzini, Francesco Berna, Helena Klempererova. segue al prossimo numero 26 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 Istituto Comprensivo “G. Deledda-S.G. Bosco” I giochi del passato Dall’inizio dell’anno scolastico stiamo studiando e analizzando le diverse tipologie testuali: favola, fiaba, testo descrittivo; giunti al testo regolativo, la nostra professoressa ci ha detto di intervistare i nostri genitori e chiedere quali erano i giochi che loro praticavano da piccoli. Fatta l’indagine, abbiamo pensato di realizzare una semplice pubblicazione, accompagnata da alcune riflessioni: “Nel passato bastava poco per essere felici, i bambini usavano la fantasia per divertirsi, per stare insieme, per costruire semplici giocattoli, dal momento che i soldi servivano per comprare cose più importanti. Si giocava quasi sempre all’aperto e le ore scorrevano serene. La loro giornata si svolgeva tra scuola, aiuto ai genitori e semplici giochi, senza playstation, cellulari, computer. Le voci dei bambini riempivano la strada, le piazze delle Chiese e del paese. Il paese era diviso in rioni e spesso i bambini si allontanavano da casa per raggiungere un altro rione, ma i giochi erano sempre gli stessi. Alcuni giocattoli erano costruiti dalle mamme e dai papà o dai bambini stessi: le bambole di pezza, le pistole di legno, le spade di legno o di erbe dure, ecc.” E’ stato bello chiacchierare con i nostri genitori di questi giochi che ora proponiamo ai nostri coetanei e li invitiamo a svolgerli nei momenti liberi. ***** LA CAMPANA La campana è un gioco collettivo e si può giocare in un numero indefinito di persone. È un gioco che può e s s e r e svolto solo all’ aperto. Materiale necessario: gesso bianco, un territorio asfaltato e un piccolo sasso. Regole: disegnare lo schema sull’ asfal- to, composto da riquadri che vanno da 1 a 10. Il principio fondamentale è quello di saltare da una casella all’ altra seguendo l’ordine di successione dall’ 1 in su e poi di nuovo al punto di partenza. La regola può prevedere che si saltelli con una o due gambe, in base alla casella. All’ inizio, stando fuori dal tracciato, si tira il sasso nella casella di partenza, poi si salta in quella casella, si recupera il sasso e si procede. Così a seguire per tutte le altre caselle. Lo scopo del gioco è quello di completare il percorso arrivando alla meta e poi tornare indietro senza commettere errori. Simone Sommazzi Gianvito Cazzetta ***** LA CAVALLINA La cavallina è un gioco antico chiama- to “Mitte la sédde o cuavàdde e pàsse ” ossia “metti la sella al cavallo e passa”. Un bambino, dopo la conta, viene sorteggiato per il ruolo del cavallo. Questo si inginocchia per terra, con la schiena curva e la testa abbassata. Tutti gli altri bambini, nel ruolo di cavalieri, devono, a turno, appoggiare il fazzoletto sulla groppa del cavallo, e saltare, schivandolo. Contemporaneamente devono pronunciare “Mitte la sédde o cuavàdde e pàsse”. Pierpaolo Pagone ***** IL GIOCO DEI CINQUE NOCCIOLI Per giocare a questo gioco occorrono cinque noccioli di albicocca. Il gioco consiste nell’effettuare 10 lanci. Dapprima si lanciano tutti e cinque a terra, prendendone uno, e lanciandolo in aria, bisogna raccogliere i quattro noccioli, uno per volta, dopo di chè bisogna rilanciare i noccioli a terra prendendone uno e lanciandolo in aria e contemporaneamente raccogliere gli altri a due a due; al terzo tiro, lanciarne in aria uno e raccoglierne tre insieme e uno da solo; al quarto, 4 noccioli si mettono sul dorso della mano e durante il lancio del singolo nocciolo i quattro si ripassano nel palmo; al quinto, tenendo in pugno i 4 noccioli, durante il lancio del singolo, si rimettono tutti e quattro a terra. Così via, creando, di volta in volta, una difficoltà nuova, fino all’esaurimento dei lanci. Chi sbaglia ricomincia daccapo, al terzo errore si esce dal gioco Francesca D’Alconzo ***** I QUATTRO ANGOLI I 4 angoli o 4 cantoni n. concorrenti 5 luogo: all’aperto materiale necessario: gesso o pietre finalità del gioco: vincere occupando il posto di uno dei 4 giocatori Al gioco dei “quattro cantoni” (o dei “quattro angoli”) si gioca in cinque. Prima di tutto, bisogna trovarsi in uno spazio quadrato, così che i quattro concorrenti si collocano nei quattro angolini. Il quinto partecipante, invece, si mette nel centro. Gli altri quattro devono scambiarsi tra loro le posizioni, senza permettere al quinto di occupare l’angolo lasciato libero. Se questo avviene, chi perde il proprio angolo deve andare a occupare la posizione centrale. Esperienza e rapidità sono le condizioni essenziali per poter giocare a questo gioco. Marika Maggiore LA STACCIA In questo gioco c’è bisogno di minimo due persone e si gioca all’aperto. Bisogna disegnare sulla strada delle caselle contenenti numeri fino al dieci. Gli occorrenti sono un attualità gesso e una pietra. Bisogna lanciare la pietra in ordine numerale e bisogna camminare su alcuni numeri non poggiando l’altro piede a terra. David Sisto ***** GIOCO DELLE SARDINE Nel gioco delle sardine bisogna essere minimo 3 persone e massimo 10 ed è un gioco da fare preferibilmente all’aperto. Non occorre nessuno materiale. Si fa la conta e chi esce si deve nascondere, mentre gli altri concorrenti devono contare. Se uno dei concorrenti trova il capo, quello stesso concorrente si deve nascondere insieme al primo e così via. Quando resta un solo concorrente il gioco finisce e quel concorrente si nasconde e così ricomincia il gioco. Lo scopo del gioco è divertirsi tutti insieme. Sofia Ciarfaglia – Pizzulli Andrea ***** LA TROTTOLA (U strumml e la sajaghje) Numero di giocatori: tre o più Luogo: all’aperto, sulla strada, per far girare bene la trottola. La trottola era fatta di legno, arrotolata da una corda e la punta di ferro. Quella che mio padre usava per giocare con i suoi compagni era stata costruita da mio nonno. Le regole del gioco sono le seguenti: 1) arrotolare sulla trottola la corda 2) prendere l’estremità della corda a cui era attaccata la trottola e srotolarla, mentre la trottola girava in senso rotatorio 3) vinceva il giocatore che faceva ruotare la trottola per più tempo senza farle cadere Papà mi dice che oltre a farla girare i bambini giocavano anche mandando la propria a colpire la trottola degli avversari per danneggiarla e farla finire fuori gara. Papà mi ha detto che la trottola in vernacolo ginosino si chiama STRUMML e la corda SAJAGHIE Vitania Pizzulli ***** LE BIGLIE Il gioco delle biglie è un gioco in cui ven- n. 7 - 2 aprile 2016 gono usate palline di vetro colorate, vengono tirate mettendole fra il pollice e l’indice. L’obiettivo è quello di colpire le biglie degli avversari, se le colpisci le vinci. Domenico Cazzetta ***** PALLA AVVELENATA La palla avvelenata consisteva nel lanciare sui giocatori la palla che si definiva appunto avvelenata. Il campo era delimitato e se uscivi fuori eri eliminato. Il giocatore che veniva colpito usciva fuori dal gioco. Il massimo dei giocatori era 32 e il minimo era 5. Il giocatore che rimane in vita vinceva. La palla era fatta quasi tutta di cuoio. Bisognava fare attenzione a non colpire la faccia Christopher Tortorella ***** TIRO ALLA FUNE N. concorrenti: da 4 e sempre in numero pari Luogo: all’esterno o in una palestra grande Materiali necessari: corda, fazzoletto, un fischietto Questo gioco è un gioco di forza e si gioca con un numero di concorrenti superiore a quattro, ma sempre in numero pari. Si formano due squadre con uguale numero di concorrenti. Si gioca all’esterno ma se si ha una bella palestra grande, si può giocare anche all’interno. Innanzitutto si delimita il campo da gioco e si segna la metà 27 esatta. Si distende la corda sul campo e si segna la metà con un fazzoletto. Il fazzoletto deve stare poggiato sulla metà del campo. Le squadre si posizionano a lato della corda ognuna nella propria metà di campo. Al fischio di inizio le due squadre cominciano a tirare la corda ciascuna verso la propria metà. Vince la squadra che riesce a trascinare l’altra nella propria metà. Vincenzo Donno A cura degli alunni della classe 1^B Istituto Com. G. Deledda-S.G. Bosco plesso Deledda Docenti di classe prof.sse Mele Damiana- Zicari Mary Perseguitava l’ex moglie: arrestato dai carabinieri Minacce di morte, insulti, pedinamenti e danneggiamento. La donna, esasperata ha denunciato l’ex marito che è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Marina di Ginosa (Ta). In manette è finito un 64enne incensurato del posto . Tutto è partito da una telefonata giunta al 112 nella mattinata di sabato 26 Marzo, con la quale una donna chiedeva aiuto ai militari. L’uomo per l’ennesima volta, si era recato sotto l’abitazione della ex moglie minacciandola ad alta voce. Giunti sul posto i militari hanno accertato la presenza del 64enne che in evidente stato d’agitazione, inveiva aggressivamente nei suoi confronti. Un episodio non singolare quello accorso alla vittima, che già in passato si era rivolta alle Forze dell’Ordine per le reiterate minacce subite da parte dell’ ex coniuge che dopo la separazione, aveva iniziato a perseguitarla e pedinarla, minacciandola di morte e facendola sprofondare in un profondo stato di disagio psichico e di terrore. I militari attraverso le immagini di una telecamera di videosorveglianza, hanno accertato che la notte prima il 64enne si era introdotto all’interterno della recinzione condominiale della vittima, arrecando danni ad un’ aiuola. L’uomo è stato così arrestato e dopo le formalità di rito, su disposizione dell’ A.G. competente è stato tradotto presso la casa circondariale di Taranto Massimiliano Doro 28 n. 7 - 2 aprile 2016 n. 7 - 2 aprile 2016 RICERCA & FORMAZIONE Se credi, fai; se fai, ottieni Abbiamo avuto il dono della vita ma ne passiamo la maggior parte correndo dietro qualcosa, senza pensare chi siamo e che cosa vogliamo, arrivando alla conclusione che ciò che abbiamo è il risultato di quello che siamo e in cui crediamo. Non ci vogliono anni di studio per capirlo, basta un po’ di buon senso… ma forse non ne abbiamo poi tanto. Se sei, se veramente sei, allora puoi credere. Se credi, fai; se fai, ottieni. Tutto qui. Ma la cosa non è così facile come può sembrare. È più semplice e “comodo” farsi guidare dagli eventi, piuttosto che fermarsi un momento a riflettere su quello che si è e su ciò che si sta facendo: cosa che spesso non ci piace granchè. Nei miei vari corsi formativi e seminari vedo solitamente persone che in qualche modo hanno compreso l’importanza di aggiungere più conoscenza nella propria vita, per migliorarsi e “fare la differenza”. Chi non è mai presente, invece, sono proprio quelle persone che avrebbero più bisogno di altre, di sapere, conoscere: quelle meno informate, meno preparate, meno formate, appunto. Credo che loro eviteranno di leggere anche il presente articolo - che pure è frutto di approfonditi studi e ricerche che hanno contribuito non solo al salvataggio ma anche al successo di molte imprese (parlo per esperienza personale) – che forse potrebbe tornargli di una certa utilità. Lo leggeranno, bontà loro, i primi che ho citato: quei pochi che si pongono sempre do- mande, che hanno fame di sapere e voglia di crescere e migliorare. Quei pochi che sanno osare, che sanno rischiare, per rimanere sempre fedeli a se stessi. Mi piace pensare che questo mio piccolo contributo potrebbe servire da stimolo o da riflessione per loro, per quei pochi coraggiosi che hanno in sé il fuoco sacro della curiosità e del cambiamento. Mi sono sempre chiesto perché le persone fanno quello che fanno? Perché si comportano in un certo modo? Come mai alcune sono felici e altre profondamente insoddisfatte? Perché alcune hanno “successo” e altre no? Avevo otto anni, quando mio padre mi “avviò a bottega”, una piccola falegnameria artigianale, il cui maestro, uomo d’altri tempi e di poche chiacchere, mi disse: “Sappi che tutti siamo in grado di fare tutto. Basta che lo vogliamo veramente e che siamo disposti al lavoro duro e al sacrificio. Puoi diventare tutto quello che vuoi, le risorse necessarie le hai dentro di te”. Bello, vero? Al momento non capii il significato di quelle belle parole, che però allora mi sembrarono quasi come una presa in giro. Fu molto tempo dopo che compresi appieno quello che il maestro volesse farmi intendere. Oggi, a distanza di mezzo secolo, molti dei propositi di allora credo di averli raggiunti. Certo, come dico sempre, non è stata una passeggiata. La paura di non farcela è sempre in agguato, ma forse è proprio quella che mi ha dato e mi dà ancora la forza per superare le avversità e la carica giusta per ripetere a me stesso che “Devo farcela!” In tutto questo tempo ho anche imparato che il miglior modo per superare le proprie paure, è affrontarle. Eliminate quelle, ne arriveranno di nuove, sì, ma intato saremo cresciuti e pronti a sconfiggere anche le successive. “Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò e andò ad aprire e non c’era nessuno”. (Johann Wolfgang Von Gotthe). Cos’è che ci eccita ed entusiasma, ma nello stesso tempo ci impaurisce? Se quello che stiamo facendo non ci fa alcuna paura, forse si tratta di qualcosa di poco importante. Allora, cominciamo a metterci passione e coraggio in quello che facciamo e, oltre alla passione e al coraggio, ricordiamoci sempre di fissare bene nella mente delle mete, chiare e precise, lungo il nostro percorso esistenziale e professionale. C’è un esempio che amo ripetere in ogni occasione opportuna: se l’obiettivo di un alpinista fosse semplicemente quello di arrivare sulla cima della montagna, ci andrebbe tranquillamente in elicottero, risparmiandosi così la grande fatica e i molti pericoli della scalata. La vetta, come punto di arrivo, non è altro che il pretesto per la sfida di affrontare un percorso impervio, pieno di difficoltà e insidie; non è altro che un mettersi alla prova per superare i propri limiti, le proprie paure, appunto, per tentare un affondo dentro di sé alla ricerca di nuove risorse e di nuova linfa vitale. La vita può essere una grande avventura, se non smettiamo mai di essere curiosi, di cercare, di scoprire e, a tale proposito, concluderei con una massima (consiglio) induista che recita così: “Scappate da chi dice di avere la verità e correte al fianco di chi la sta cercando”. Ispirato da: “ La vita che tu Vuoi” di Claudio Bellotti, Sperling & Kupfer Editori S.p.A. Giovanni Matera Per consultare altri miei articoli: www.giovannimatera.it 29 30 n. 7 - 2 aprile 2016 n. 7 - 2 aprile 2016 31 l’amministrazione ? Tanto il museo non ha mai funzionato e sono tanti i perché che ci dobbiamo chiedere, ma forse dovremmo chiederlo a coloro che citroen c1 seduction 2014 bianco citroen c1 seduction 2014 bianco citroen c3 picasso 1.6 hdi 90 cv exlusive 2014 nero m citroen berlingo 1.6 hdi 115 cv seduction 2015argento FIAT panda 1.2 dynamic 2006azzurrino FIAT panda 1.3 m. jet lounge 2014argento FIAT panda 1.3 m. jet lounge 2014argento FIAT grande punto 1.2 5p star 2009 bianco FIAT 500 L 1.3 m. jet pop star 2014grigio moda FIAT 500 L 1.3 m. jet pop star 2014grigio moda FIAT 500 L 1.3 m. jet pop star 2014grigio moda FIAT 500 L 1.3 m. jet trakking 2014grigio moda FIAT 500 L living 1.6 m. jet 105 cv pop star 2014argento FIAT bravo 1.6 m. jet 120 cv easy 2014 nero m FIAT bravo 1.6 m. jet 120 cv easy 2014argento FIAT qubo 1.3 m. jet 75 cv trekking 2013grigio m ford focus 1.6 tdci 115 cv 5p 2014argento ford focus 1.6 tdci 115 cv 5p 2014 bianco ford focus 1.6 tdci 115 cv sw 2014argento ford focus c-max 1.6 tdci 115 cv 2014grigio scuro nissan qasqai 1.5 dci 2011 blu m skoda octavia 1.6 wagon executive 2013grigio medio vw up 1.6 60 cv 5p move asg 2013bianco vw up 1.6 60 cv 5p move asg 2014blu m vw up 1.6 60 cv 5p move asg 2013bianco vw passat Variant busines 1.6 tdi 2013nero m vw passat Variant busines 1.6 tdi 2013nero m km ø FIAT panda 1.2 easy bianco FIAT panda 1.3 m. jet 75 lounge beige FIAT doblo’ 1.6 m. jet 105 cv grigio lancia y 1.2 silvergoldvari colori ford eco sport 1.5 dcibianco ford kuga 2.0 tdci jet 120 2wd vari colori su tutta la gamma fiat con formula rottamazione: panda con clima e radio punto con clima e radio 500 1.2 pop con clima e radio 500 x 1.3 95 m. jet 95 cv pop star lancia y 1.2 silver a a a a a € 7.900,00 € 8.400,00 € 9.900,00 € 16.900,00 € 8.900,00 attenzione solo fino al 31 marzo 2016 La cartolina di Michele Cassano [email protected] C’ERA UNA VOLTA UN MUSEO A GINOSA Un po’ di anni fa pur di accaparrarsi dei fondi per progetti riguardanti musei o persino per aprirli, il comune di Ginosa fece suo un progetto e nei locali della Biblioteca Comunale ex convento, ed ex palazzo comunale sito in Corso Vittorio Emanuele, adiacente la chiesa dei Santissimi Medici, fu aperto il Museo Civico Santa Parasceve. Fu nominato direttore del Museo il Dottor Giambattista Sassi, laureato in Scienze delle Belle Arti. Museo che in realtà non ha mai funzionato come dovrebbe, veniva aperto o quando c’era qualche presentazione di libri o quando l’addetto della biblioteca apriva secondo richiesta di scuole ecc. Pur avendo un direttore regolarmente pagato non ci spieghiamo il perché il museo era sempre chiuso . A cosa serviva si chiedono i contribuenti un direttore del Museo ? L’assurdo è che ultima- mente sono stati spesi circa € 70.000. Guardate ora dalle foto come è ridotto il nostro museo Santa Parasceve. Il chiostro si presenta in questo stato: sporco con erbacce nate spontanee, bagni fatiscenti e rotti, deposito di ogni tipo di rifiuti, ascensore non funzionante , aperto per ricovero colombi che ne fanno da padroni . Per non parlare della biblioteca, nelle stanze dove prima ci si recava per leggere, usare computer ora, come da foto, ci sono dei veri depositi di rottami di PC ammucchiati uno sull’altro, fili sparsi di luce, telefono ecc. Tutto un cantiere…… Togliendo logicamente la possibilità di usare la nostra bella biblioteca. E per assicurare un servizio esterno l’addetto del Comune va di persona presso alcune scuole di Ginosa per assicurare tale servizio. Ma è possibile che nel 2016 ci sono ancora queste madornali disfunzioni? È possibile che dopo l›avvento del commissario prefettizio rinominato nuovamente il direttore del Museo , questo dopo neanche un mese si dimette? E perché non l’ha fatto quando c’era dovevano vigilare, a coloro che hanno speso tanti soldi per un museo destinato a rimanere chiuso. Ma è scritto e documentato che Ginosa ha un Museo Civico anche se fatiscente, chiuso al pubblico ma esistente. Ora ci chiediamo; ma è mai possibile che ogni opera o qualcos’altro che viene fatta a Ginosa va sempre a finire allo stesso modo? Possibile che nessuno controlla , nessuno che si interessa se qualcosa non va e si cerca di dare una soluzione al problema? Comprendiamo che i problemi possano sorgere, certo, ma non si risolvono abbandonandoli a se stessi , o come è il caso del Museo Civico Parasceve, che si chiude e chi l’ha visto l’ha visto . Ginosa che può vivere di turismo sfruttando anche la scia di Matera, capitale della cultura europea nel 2019 con case e ruderi, caverne identiche ai Sassi Matera, patrimonio dell’Unesco. Ci facciamo sfuggire quest’opportunità ? Quello che di buono abbiamo lo abbandoniamo? Speriamo che chiunque uscirà vincitore alle prossime elezioni amministrative di Giugno prenda seriamente a cuore Ginosa e tutti i ginosini e amministri nel bene del paese e della rinascita di Ginosa e non politica clientelare che alla fine non dà nessun frutto, ma solo sperpero di denaro pubblico. MICHELE CASSANO 32 il racconto n. 7 - 2 aprile 2016 Gigante-De Riggi: cena a 4 mani il racconto n. 7 - 2 aprile 2016 33 Laterza : “ Panchine Rosse e Targa per Artemisia Gentileschi” Sorgente di continue novità, entrambi gli chef saranno protagonisti di un confronto con ricette d’autore, che ruotano attorno al mondo del cibo contemporaneo e tradizionale. Giovanni Gigante Maurizio De Riggi -Nell’Italia e nel mondo che esaltano le stelle della cucina, spiccano le firme eccellenti del ginosino Giovanni Gigante e del campano Maurizio De Riggi. Il nostro Gigante, attualmente, lavora presso il ristorante ‘Gusto’ di Ginevra, all’interno dello Swissotel Metropole . De Riggi, invece, è titolare del ristorante Markus avente sede a San Paolo Bel Sito, Napoli. Si sono conosciuti partecipando ai talent culinari più seguiti. Sono entrambi considerati tra i maggiori interpreti della cucina mediterranea. Originalità, con ingredienti della tradizione, è il loro stile. Ovviamente, reiventando e impreziosendo pietanze e condimenti sulle note delle rispettive regionalità. Segni, profumi, aromi che da chef di carattere sanno rendere i menù tutti da scoprire. Il 23 aprile prossimo saranno insieme in una specialissima serata. Effettueranno, presso il ristorante Markus, un’esclusiva cena a quattro mani. Un sorprendente incontro di cucine, un dialogo tra culture, uniti dall’identità primigenie meridionale. ‘L’anima’ di Gigante è quella di dimostrare al mondo come sia possibile lavorare con passione e produrre qualcosa di positivo. ”La Cucina –spiega Gigante- è un ambiente complesso e dipende dagli operatori renderla semplice, carica di emozioni, di riflessioni. Insomma, con continuo studio, saper creare contrasti unici attorno al mondo del cibo contemporaneo e tradizionale. Dialogo esaltante e arricchito dalla rievocazione della cucina della memoria, mediata dall’ingegno moderno. “Grazie nonna Rosa. Grazie per avermi trasmesso i ricordi dei sapori di una volta. Il gusto, ad ogni modo, va educato, per poter suscitare emozioni ogni volta che si vive l’incontro col cibo. La cucina -aggiunge Gigante- non deve essere mai uguale a se stessa. Deve riuscire ad entusiasmare i palati di chi ama cibi ricercati, senza rinunciare alla tradizione, alla felice unione dei prodotti della terra, con estro e creatività”. La contentezza di Gigante: “Sono felice di ritrovarmi con l’amico De Riggi. Metteremo a confronto le nostre cucine, consolidando la nostra amicizia”. Il meglio di due tradizioni gastronomiche che consentirà ai buongustai di viaggiare tra abbinamenti e sapori stellati. I piatti di Gigante nasceranno dal rispetto delle materie prime d’eccellenza, esaltando il sapore originale e mantenendo la riconoscibilità, seppur elaborati e combinati tra loro. Questi i piatti, partendo dall’antipasto titotalo ‘Orto del Gusto’: burratina, crema di pane, filetti di acciughe , gelè di pomodoro, cimette di rapa, gocce di olio extravergine. Primi piatti: “riso con patate e cozze; controcorrente: riso Carnaroli, crema di cozze, lastra di riso nero, aria di patata, polvere di pomodoro e riso nero. Secondo, ‘Polpo Gourmet’: polpo croccante, gelè di nespola, asparagi, crumble di nocciole. Poi, carpaccio di scampi, gelè di camomilla, riduzione di barbabietola, crema d’avocado, crema di pastinaca, ridotto di frutto della passione, crumble nocciole e caffè, pane carasau, orto di verdure di stagione e formaggio di capra. Dolce, ‘Uovo Sbattuto’: rosso d’uovo, spugna al cioccolato, ridotto di caffè. L’umiltà ed i sogni di Gigante: “Sono ancora agli inizi, ma ho obiettivi ben fissati. Mi piacerebbe, tra qualche anno, frequentare una scuola di alta cucina e continuare la mia carriera in ristoranti prestigiosi. Un giorno vorrei essere un grande chef e aprire un mio ristorante, ma so che per arrivare a costruire qualcosa di veramente straordinario ci vorrà tanto impegno, idee, sacrificio, duro lavoro e tanta voglia di fare”. Canta Storie E’ stato inaugurato l’ 8 Marzo scorso, a Laterza presso il Parco in via Verga in onore della Giornata Internazionale della Donna, il progetto “Panchine rosse”, realizzato in collaborazione con il Liceo Artistico G. B. Vico quale simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Il parco è stato intestato alla pittrice del ‘600, Artemisia Gentileschi, emblema dell’emancipazione femminile, passata alla storia per la sua lotta personale contro la violenza di genere e come prima donna accolta nell’Accademia delle Arti del Disegno. Hanno partecipato il Sindaco di Laterza, Gianfranco Lopane, l’assessore al marketing e turismo, Mimma Stano, l’assessore ai lavori pubblici, Giovanni Caldaralo e l’insegnante del Liceo artistico Adina L’Assainato. La targa e le panchine sono state decorate dai STABILIMENTO EX MIROGLIO DI CASTELLANETA E GLI IMPEGNI DISATTESI Non sono bastati altri due mesi dall’ultimo incontro tenutosi a Palazzo di Città di Castellaneta per fare chiarezza sulle sorti dell’ex stabilimento Miroglio. Un incontro che fu chiesto con insistenza dai lavoratori dell’ex opificio e dalle loro OO.SS per fare chiarezza sulla mancata riconversione, preoccupati dalla definitiva scadenza di fine aprile degli ammortizzatori sociali. Un incontro al quale parteciparono le organizzazioni sindacali e la stessa Regione Puglia, rappresentata in quella sede dal Dottor Recchia, componente della Task Force regionale. Il Sindaco Giovanni Gugliotti confermò la presenza sul tavolo di almeno tre manifestazioni d’interesse, sulle quali era però necessario concludere le dovute verifiche (annunciate più di un anno fa). L’impegno congiunto preso con i disoccupati presenti e le loro ragazzi del Liceo Artistico G.B.Vico. “ La giornata dell’8 Marzo deve essere un invito alla riflessione - ha dichiarato Lopane -. Oggi vogliamo sensibilizzare la comunità attraverso un messaggio forte ed evidente. Prendiamo parte alla battaglia nazionale contro la violenza sulle donne offrendo strumenti per combattere i tabù più radicati ed offrire un sostegno. Il primo esempio di concretezza deve partire dagli amministratori e dalla Legge regionale che deve rendersi più solidale possibile. Davanti ai dati in crescita, la legge e le istituzioni devono salvaguardare le donne in difficoltà”. Perché noi donne non dobbiamo restare in silenzio ma dobbiamo denunciare la violenza. Perché ciò che ci deve spaventare non è la violenza dei cattivi, è l’indifferenza dei buoni. Maria Carmela Olivari OO.SS dal primo cittadino, era quello di procedere con l’emanazione di un avviso pubblico volto a definire una volta per tutte, le possibili alternative per reindustrializzare il capannone. Il tavolo Ministeriale avrebbe poi tirato le somme ed indicato la strada da intraprendere sulla scia dei risultati conseguiti con successo a Ginosa. Da allora però nulla più si è saputo ne del promesso avviso pubblico, tantomeno dell’attivazione del tavolo Ministeriale. Se a Ginosa entro il mese di Luglio saranno riassorbiti almeno 50 degli ex Miroglini, cosa ne sarà nel frattempo degli altri disoccupati Miroglio, quando tutto il bacino delle maestranze si troverà senza nessun sussidio economico? I disoccupati Miroglio ringraziano il Sindaco Gugliotti per la tutt’altro che serena Santa Pasqua trascorsa, unitamente con le preoccupazioni di tutte le famiglie coinvolte. Massimiliano Doro 34 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 Che fine fa la Passio Christi? è un simbolo vivo dell’unione intima è quasi mistica tra una collettività i suoi riferimenti storici e culturali. Non si può fare a meno della Gravina di tutto quello che rappresenta». Quello di Cantore un monito per tutti, cittadini e politici. Ognuno deve fare la propria parte per salvare un patrimonio comune che tutti ci invidiano e che non può andare disperso, ma deve invece diventare il luogo della memoria ritrovata, di una fede inverata e vissuta nel quotidiano e nelle cose, oltre che nelle pietre e nostri simboli che fanno della cristianità un messaggio universale di morte e risurrezione, di Dio che si fa umano per amore dell’uomo e ricade nei vari quadri e nelle scene drammaticamente rivissute della Passio Christi, cammina e si getta tra per le strade di Ginosa prendendo su di sé dolori di un’umanità prostrata che cade sotto il peso dell’oggi ma guarda al domani come un altro giorno. La Gravina è dunque un La prossima edizione della Passio Christi rischia di saltare. È in forse anche la replica estiva prevista per agosto che ha da sempre attirato nel nostro paese migliaia di la manifestazione che trova nell’habitat rupestre, uno scenario unico al mondo, che riproduce fedelmente un villaggio della Palestina del Primo secolo dopo Cristo e che ha già ispirato capolavori come il Vangelo secondo Matteo di Pasolini e ha attirato negli anni, il fervido interesse di artisti cineasti. La Gravina, violentata e deturpata dalle alluvioni e dall’incuria dell’uomo, è ancora una ferita aperta nel cuore di ginosini. La Passio Cristi turisti e camperisti da tutta Italia. Nella conferenza stampa di presentazione della Sacra Rappresentazione che si è snodata Sabato Santo per le vie di Ginosa, con la diretta di RTM, Tele Radio Matera su canale 16 del digitale terrestre, il professor Vincenzo Cantore, presidente della Pro Loco di Ginosa, ha lanciato un accorato grido d’allarme: «O si torna in Gravina, ha detto, approfittando della presenza di autorità civili e religiose nonché di numerosi esponenti dell’imprenditoria locale e nazionale, o è assolutamente inutile inscenare attualità “ IL DONO DEL SANGUE: UN GESTO PER LA VITA”! La “Buona scuola” lezione alla Nurith 35 Testimonianze scritte “ Ho visto un poster molto bello, con una ragazza senza capelli e la scritta : “ gli occhi glieli ha dati la madre , la bocca il padre , IL SORRISO PUOI DONARGLIELO TU ”. Con il mio sangue spero di essere riuscito a donare un sorriso a qualcuno , che non ha la fortuna di avere la nostra salute. SONO MOLTO CONTENTO. “ Un donatore “Ho vent’anni e vorrei condividere con i lettori una mia gioia! La settimana scorsa, io e una mia amica abbiamo fatto la nostra prima donazione di sangue. La sera precedente la donazione eravamo entrambe molto agitate. Una volta andate al centro trasfusioni ci siamo sedute vicine e ci siamo incoraggiate a vicenda. Il prelievo è durato dieci minuti ed è difficile descrivere la nostra felicità per questo gesto. Vorrei dire a tutti, giovani e meno giovani, che la gioia che sprova nel donarsi è indescrivibile. L’ansia e la preoccupazione vengono sicuramente ripagate! E se siete spaventati (come lo ero io), trovate un compagno d’avventura come un amico. “ Laura Queste testimonianze sono così spontanee ed entusiaste che certamente faranno diversi “proseliti” per un gesto gratuito che può salvare la vita delle persone. Papa Francesco nel mese scorso ha celebrato a Roma il Giubileo dei Donatori di Sangue, che in Italia sono un milione e settecentomila. Ha rivolto loro parole dolci, definendo le donazioni “piccoli gesti d’amore, di tenerezza , di cura”. “Il dono del sangue: un gesto per la vita”, era uno dei tanto slogan in Piazza San Pietro, a significare una cultura della donazione che si fonda molto sull’esempio, sul passaparola tra la gente. “Nelle situazioni di maggiore bisogno”, ha detto il Papa “portiamo la misericordia di Dio attraverso un impegno di vita, testimonianza di fede”. (cit. da F.C.) Marisa Tocci Avis Ginosa e Marina di Ginosa ethos individuale e collettivo che fa da sfondo al dramma dei drammi, ma che nello stesso tempo, guarda fiduciosa alle redenzione e risurrezione. Ma niente deve essere lasciato al caso. Ginosa potrebbe a giusto merito rientrare nel circuito virtuoso e nel turismo culturale legato agli eventi collaterali di Matera Capitale Europea della cultura 2019. Se mancasse proprio la Passio Cristi, sarebbe un vero peccato, un’occasione persa che non ritorna. Per tutti noi. Michele Pacciano foto Gianni Lamuraglia foto Viviana Venezia n. 7 - 2 aprile 2016 Si sta svolgendo, come da programma, il progetto di “alternanza scuola lavoro”, tra il Liceo “G B Vico” di Laterza e l’Azienza Nurith di Ginosa. Per gli studenti del Liceo laertino si tratta di una esperienza interessante e per realizzarlo possono avvalerso del contributo altamente professionale del personale della Nurith, in particolar modo del ruolo di Tutor di Maria Rosaria Nigro, esperta tributarista. Il corso prevede 200 ore di alternanza scuola-lavoro «La collaborazione con le aziende ha l’obiettivo fondamentale di consentire una maggiore conoscenza della realtà lavorativa, di favorire gli studenti nella crescita e nella consapevolezza dei propri mezzi, di far conoscere alle aziende il lavoro di formazione della scuola.» Stefano Giove Andiamo al cinema Al cinema teatro Metropolitan sarà proiettato da domenica 3 aprile 2016: Sabato 2 Aprile Teatro ZELING – LAB. PUGLIA IN TOUR 2016 Sipario ore 21,00 Domenica 3 Aprile KUNG FU PANDA 3 Orari – 18,00 – 20,00 prezzo cinema: POSTO UNICO € 6,00 Ridotto € 4,00 ( Fino a 8 ANNI) Sito internet : www. cineteatrometropolitan.it - Grazie. TELEFONO 338 2091023 - 0998245160 36 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 Questione via Matrice… opinioni diverse Caro direttore, l’ultimo scritto sul crollo del 21 gennaio 2014 risale a dicembre 2015, credo sia il momento di un aggiornamento per i ginosini distratti e disinformati, che sono tanti. Il 15 gennaio ci fu la consegna del cantiere alla ditta esecutrice dei lavori, consegna effettuata con grande schieramento di forze perché quattro o cinque famiglie e due vecchiette (che nei due anni dal crollo erano uscite di casa e rientrate senza disturbo) sgomberassero le loro case senza una nuova ordinanza che stabilisse come e perché, tagliando illegalmente le utenze di acqua e gas per costringerli ad uscire, come sono usciti. I residenti chiedevano solo garanzie sui tempi, sui possibili danni diretti e indiretti, che non sono state date. Il giorno stesso c’è stato un tentativo di scasso in una abitazione sgomberata. E non basta. Successivamente gli sgomberati, non tutti, hanno dovuto firmare un documento con cui dichiarano di non aver fatto opposizione alle attività di rilievo predisposte dall’Amministrazione Comunale di Ginosa; di non aver subito danni in seguito all’attuazione delle attività di rilievo e di non aver nulla a pretendere a titolo di risarcimento danni; di essere a conoscenza che le imprese, autorizzate ad eseguire il contratto sono esonerate da ogni responsabilità per furti, danni o altri sinistri alle proprietà lasciate incustodite dai proprietari. Come se i proprietari volevano lasciare le loro case incustodite! E non è detto che il rientro in casa dopo i lavori avvenga automaticamente, anzi, è molto probabile, anzi praticamente sicuro, che la zona rossa resterà in vigore con buona pace degli sgomberati che si illudono di poter rientrare nelle loro case. E torniamo un attimo indietro perché vale sempre la pena ricordare che i lavori che si stanno facendo arrivano dopo due anni dal crollo durante i quali è stata omessa ogni indagine tecnica e amministrativa sul crollo, per cui ancora oggi non se ne conoscono le cause. Al momento del crollo erano in azione i geologi convenzionati per l’alluvione che non furono interessati, come non furono interessati i tecnici ginosini che avevano dato la loro piena disponibilità a fare indagini tecniche. I 47.000,00€ dati alla società di Torino sarebbero bastati e avanzati e avremmo avuto nel giro di poche settimane un preciso responso tecnico e proposte per la soluzione che poteva essere rimozione totale delle macerie e ricostruzione, che ad oggi sarebbe stata completata, stante la disponibilità dello stanziamento per l’opera completa. Invece no bisognava fare un progetto minimo per realizzare una tristissima scarpata fatta di macerie, un sarcofago, impiegando solo una parte dello stanziamento, e su questo sarebbe interessante sapere perché e cui prodest. Non è stato dichiaratamente richiesto il parere della competente Soprintendenza, nonostante fossero previste nuove costruzioni (muro e scarpata) e nonostante fosse previsto una sostanziale modifica dello stato dei luoghi. Dato per scontato l’asserto della vecchia maggioranza di aver fatto tutto quello che c’era da fare, nessuna forza politica dell’opposizione, ad eccezione del M5s, ha mai espresso una critica, e ancora oggi, a poche settimane dalle elezioni amministrative, non si conosce il pensiero dei vari candidati su questo problema, che è il problema dei problemi di Ginosa. Si registra solo una conferenza stampa dell’ex sindaco sullo stato dei lavori a scopo elettorale, senza nessun avente titolo a parlare dello stato dei lavori: non l’UTC, non la direzione lavori, non la ditta, non il commissario. Cominciati i lavori si osservano i primi risultati: non si è salvato il masso al margine del crollo perfettamente al suo posto, come per saecula saeculorum, che è stato frantumato per liberare lo spazio privato retrostante. Però vantiamo un successo: grazie alle proteste si sono salvate le due lamie sovrapposte che avevano perduta la facciata, destinate già in progetto all’abbattimento. Nel frattempo, ginosini attenti, si sono rivolti alla Soprintendenza perché esprimesse una valutazione sui lavori in corso prima che fosse troppo tardi, un suo giudizio poteva essere dirimente sulla legittimità dei lavori in progetto e chiuderla una volta per tutte. Come era prevedibile la competente Soprintendenza ha bloccato i lavori, li ha inibiti, in attesa di accertamenti. Ma per la pervicacia con cui si persegue il muro con la scarpata, il responsabile di settore dell’UTC, oltre ad affermare senza dimostrarlo che la causa del crollo (in atto già da molti mesi) è dovuta all’alluvione del 2013, ha prontamente respinto l’inibizione della soprintendenza, citando il D.L. 42 del 2004, negando la modifica dello stato dei luoghi, che invece da questi lavori escono a dir poco stravolti. La Soprintendenza ha effettuato un sopralluogo che non è stato seguito da alcun comunicato. A fronte degli entusiasmi di parte circa l’esito del sopralluogo, non si ha notizia di una modifica della posizione della Soprintendenza che appare piuttosto come una specie di messa sotto osservazione del cantiere e della sua attività, non risultando revocata la sospensione. Tra i cittadini attenti che hanno segnalato le anomalie di questo progetto vi è anche il club UNESCO di Ginosa che ha ottenuto l’interessamento del Ministero dei Beni Culturali che ha chiesto spiegazioni alla Soprintendenza, come racconta Giulio Pinto nella sua rubrica dello numero scorso de La Goccia, spiegazioni che attendiamo impazienti. Nel frattempo, un’altra buona notizia: sembra che anche il FAI si stia interessando al problema, ci risulta che il responsabile provinciale stia per incontrare il Soprintendente. Nell’ultimo numero de La Goccia infine, in un servizio firmato da Canta Storie, il dirigente UTC afferma che: “La natura dell’appalto non afferisce alla costruzione, demolizione o modifica di alcuna opera…” in contraddizione col progetto esecutivo che prevede il famoso muro a sostegno della scarpata tombale, come se ce lo fossimo inventati. E’ cambiato qualche cosa nel progetto di cui parliamo? Il muro non è più previsto? Se così fosse sarebbe certo una buona notizia, ma sarebbe anche una modifica sostanziale del progetto che a questo punto andrebbe rifatto e rimesso in gara, lo stanno facendo? E tra i lavori in atto elencati dal nostro, finalmente si parla di rilievi strumentali, di fessurimetri, inclinometri e prismi per il rilevamento topografico: controlli che il Comitato Residenti nel Centro storico chiese da subito e che arrivano con due imperdonabili anni di ritardo. Si rimane sconcertati apprendendo che “… Ad ogni buon conto, con riferimento alle tavole del PPTR, via Matrice – dice il dirigente UTC - è esterna al perimetro BPImmobili e aree di interesse pubblico”. Cioè per l’UTC, e per i politici che lo hanno voluto, via Matrice non ha alcun valore storico architettonico, etnologico per cui ci stiamo attualità battendo tanto: non ha alcun valore di interesse pubblico. Sarebbe interessante saper perché a suo tempo buona parte del centro antico, compresa via Matrice, non furono inseriti nel PPTR (Piano Paesistico Territoriale Regionale). Questo spiega il trattamento che gli viene riservato, via Matrice può essere stravolta liberamente, non è un’area di interesse pubblico! E’ incredibile! Può essere, caro direttore, che le affermazioni che facciamo siano incomplete o parzialmente inesatte, ciò dipende solo dalla assoluta mancanza di informazioni da parte del Comune che non ha mai emesso un comunicato sul crollo e sullo stato dei lavori, nonostante a suo tempo il Comitato Residenti avesse chiesto di conoscere un piano dei lavori, e nonostante un piano degli interventi fosse richiesto anche dal commissario delegato O.C.D.P.C. nell’autorizzare una proroga richiesta dal sindaco, piano che non si sa se esiste e se esiste non è conosciuto. L’opinione pubblica rimane perciò totalmente disinformata nel più totale disprezzo del diritto all’informazione. La pagina web del Comune è ferma al 17 luglio del 2014, data di una riunione in prefettura molto citata di cui non si sa se esiste un verbale finale. Il 5 aprile prossimo si terrà in Prefettura una riunione tra i vari attori di questa storia per fare il punto della situazione che speriamo non diventi un dialogo tra amici che si troveranno tutti d’accordo tra di loro. Mi sembra giusto perciò chiedere che alla riunione venga invitato anche qualcuno che la pensa diversamente, come il consigliere regionale Marco Galante, ma non solo, per il suo ruolo istituzionale e per il le posizioni critiche espresse in passato. Al termine della riunione speriamo che si possa prendere visione del verbale finale di riunione che confidiamo venga stilato. In conclusione, caro direttore, permettimi una chiosa finale. Il sindaco di Matera, avv. De Ruggieri, alla domanda se avrebbe mai permesso a Matera la realizzazione di una scarpata fatta di macerie, come il Comune vuole fare a Ginosa per coprire l’area del crollo del 21 gennaio 2014, rispondeva: “Io non farei mai una alterazione della morfologia di un territorio con un terrapieno di ruderi e di cocci, già di per sé l’operazione mi sembra incoerente con l’armonia del territorio, sarebbe una violenza, un corpo estraneo alla morfologia (…) nel momento in cui c’è un crollo, non può diventare un manufatto che va ad aggredire un territorio”. Ma quello è sindaco a Matera. Michele GALANTE www.michelegalante.it n. 7 - 2 aprile 2016 37 ANNIVERSARIO TRATTATI DI ROMA LETTERA APERTA Gentile direttore, in occasione del cinquantanovesimo anniversario della firma dei trattati di Roma – data di nascita del progetto politico che oggi chiamiamo Unione Europea – ho ritenuto opportuno condividere con Lei e con i suoi lettori una breve riflessione sul passato ma soprattutto sul futuro dell’Europa, con particolare attenzione alle sfide che nei prossimi anni saremo chiamati ad affrontare. Il 25 marzo 1957, al termine della cerimonia della firma dei Trattati di Roma, Paul-Henri Spaak poté finalmente dire che la prima grande tappa verso l’integrazione europea era stata raggiunta. Aggiunse anche che molto cammino restava da compiere, prima di realizzare il sogno della sua generazione, il sogno di De Gasperi e di Adenauer, di Schumann, di Monnet, di Spinelli, quello degli Stati Uniti d’Europa. Oggi molto di quel cammino è stato compiuto, gran parte di quel sogno è realtà ed innegabili sono i successi ed i traguardi raggiunti grazie alla lungimiranza dei Padri Fondatori. Ciò nonostante negli ultimi anni l’europeismo ha perso slancio: la recessione economica, la crisi occupazionale, l’emergenza in materia di immigrazione e terrorismo hanno messo in evidenza le lacune politiche dell’Unione Europea, riportando in luce vecchie divisioni fra Stati che sembravano definitivamente tramontate. Oggi l’Europa viene percepita come un’entità troppo lontana dalla quotidianità dei cittadini, incapace di fornire risposte concrete alle difficoltà che si sono presentate recentemente. E’ per tale ragione che a distanza di cinquantanove anni da quella storica giornata il cui valore simbolico non va certo dimenticato, non possiamo però non tenere a mente le recenti immagini di sangue e terrore provenienti da Bruxelles, ultimo scenario di una guerra invisibile, che da 12 anni a questa parte, da Madrid passando per Londra fino a Parigi e alla capitale belga, ha seminato vittime innocenti nel nostro continente. Viviamo una situazione di ordinaria emergenza che impone una riflessione seria e non più procrastinabile sulle sfide dell’Unione europea che vogliamo. Non bastano le riunioni, le manifestazioni di solidarietà, le marce per la pace e gli slanci emotivi che si sono alternati a seguito delle azioni perpetrate negli anni dapprima da AlQaeda e poi dal sedicente Stato Islamico. Occorre ritrovare lo slancio ed il coraggio del dopoguerra ammettendo che gli strumenti politici finora delineati a livello comunitario sono insufficienti per fronteggiare le problematiche attuali dall’immigrazione al terrorismo. Già negli anni 50 il percorso di integrazione allora agli albori rischiò, dopo lo slancio della Dichiarazione Schumann e la stipula dei Trattati di Parigi istitutivi della CECA, di arenarsi a seguito della non ratifica da parte della Francia della Comunità Europea di Difesa, primo audace tentativo di dare una dimensione politica al processo di costruzione europea. E fu proprio il Trattato di Roma e la tenacia negoziale dei grandi Statisti dell’epoca, dopo il fallimento della CED, a riportare l’integrazione su una sfera prettamente economica ricucendo le tensioni e le fratture e conducendo alla firma in Campidoglio che aprì una lunga fase di pace e prosperità nel nostro continente. Servono coraggio e solidarietà. Fino ad ora l’incapacità e il timore di federare a livello europeo alcune competenze nazionali e di creare una vera unione politica ha creato disastri economici e drammi umani come la minaccia terroristica, il cui prezzo da pagare sta diventando la vita stessa dei cittadini europei. E’ il momento di creare una vera intelligence europea e, perché no, un vero esercito europeo, sola soluzione per affrontare una sfida epocale nella maniera corretta. Abbiamo il dovere morale di non disperdere il patrimonio di valori ed ideali che abbiamo ereditato dai Padri Fondatori; per fare questo è tempo che l’Europa ritrovi la sua capacità di pensare il mondo, riscopra il coraggio delle sue ambizioni e l’orgoglio della sua società aperta. Ma anche la forza per difenderla. Aldo Patriciello 38 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 A.S.D. RUNNERS GINOSA 3ª TRAIL DEI COLLI ECOMARATONINA DI CASALINI KM 21,097 CISTERNINO (BR) 28 MARZO 2016 Circa 270 atleti provenienti dalla Puglia, ma anche dalla vicina Basilicata, si sono dati appuntamento a Casalini di Cisterino (BR), il giorno di Pasquetta per partecipare alla 3^ edizione del Trail dei Colli, che si è svolta all’interno della Valle d’Itria attraversando masserie, trulli, vigneti e pinete di lecci, pini e ginestre, in uno scenario davvero incantevole. Il percorso, ben segnalato e controllato dai volontari e Forze dell’Ordine, prevedeva 5 punti di ristoro e 3 punti di assistenza della Croce Rossa… La competizione, che inizialmente era solo di 21km, è stata affiancata, a richiesta di molti atleti, da una 11km ed una passeggiata non competitiva di 5 km. Il raduno fissato per le ore 8 per la consegna dei pettorali, con partenza alle ore 9. Partenza ordinata degli atleti definirei quasi “nordica” su asfalto (circa 1 km), che ha visto gli atleti sfilare per la piccola frazione di Casalini tra i trulli, per poi immergersi nella natura. Percorso con un’altimetria min di 256 mt e max 358 mt. Partenza con un percorso in salita per circa 7km, che metteva a dura prova la resistenza degli atleti, reso ancora più difficile dalla stato scivoloso del terreno, a causa delle piogge dei giorni precedenti e dell’umidità, gara difficile fino al 17^ km, dove si affrontava l’ultima salita per poi percorrere gli ultimi 4 km più o meno pianeggianti e rientrare a Casalini. Per la Runners erano presenti due atleti temerari, il presidente Josè Punzi e l’atleta Maurizio Limitone. Complice la bella giornata di sole i due hanno partecipato ad una vera giornata di sport, tra la natura correndo fianco a fianco perché lo sport è prima di tutto divertimento sano…arrivando al traguardo dopo 2^ 15’. La competizione è stata vinta da Giuseppe Moliterni (Gravina Festina Lente) col tempo di 1^30’35”.. Prima delle donne Mongelli Lidia (CorrerePollino Chiaromonte Pz)col tempo di 1^35’42”, accompagnata dall’amico Giovanni Andriulli (Montescaglioso MT). Appuntamento domenica 3 aprile a Massafra per la 3^ tappa del Corripuglia 2016. Add stampa Maurizio Limitone attualità n. 7 - 2 aprile 2016 39 Grande successo al “Southerrn Fight Challeng” Open di Sava per il team Gentile Domenica 13 marzo scorso, presso il palazzetto dello sport di Sava si è svolto il “Southern fight challenge” Open di Muay Thai, K1,mma,Kck Boxing e tutte le discipline light. Il centro Kick Boxing Gentile ha dimostrato, con le medaglie conquistate, la qualità della propria preparazione tecnica e professionale. Il team Gentile, con i suoi atleti, ha conquistato due megdaglie d’ro e due d’argento. Questi nel dettaglio i piazzamenti. Nella kick light: il primo posto con Pasquale Cellaro (cat 10-12 anni -70 kg) che ha vinto per ko, con una tecnica d’incontro. Primo posto anche per Gianpiero Bitetti di Laterza (cat 13-15 anni -50 kg) anche per lui una vittoria per ko tecnico. Per il team Gentile, oltre alle due medaglie d’oro, vi sono stati anche altri lunsighieri piazziamenti: si sono piazzati al secondo posto: Vito Antonio Rosato di Laterza (cat 13 -15 anni -75 kg) e Lorenzo Porfido (cat 16-18 anni -65 kg), nella gara ad assisterli e dare i giusti suggerimenti tecnici, i Coach Giuseppe Gentile e Giuseppe Papapietro che hanno permesso, con la loro professionalità ed esprienza, di permettere ai propri Atleti di salire sul podio entusiasmando tutto il pubblico presente. Un ringraziamento va anche al Maestro Francesco Gentile e a tutto lo staff dei suoi collabboratori, che seguono passo per passo tutti gli Atleti. SG TENNIS: CHRISTIAN TOMA E SWAMI LOMAGISTRO, VINCITORI DEL TORNEO KINDER Sono entrambi di Marina di Ginosa i due giovanissimi atleti del locale Circolo Tennis “Pro Loco”, che nella giornata di sabato 5 marzo scorso, hanno conquistato il trofeo “Kinder 2016”. Lomagistro Swami e Toma Christian per le rispettive categorie under 11 femminile e under 13 maschile nella tappa grottagliese del Circuito Nazionale Kinder, sono riusciti a prevalere su i rispettivi avversari. Tale Circuito che prevede circa 140 tappe che si realizzeranno di qui a luglio, nei Circoli tennis di tutta Italia, sotto l’egida della Federazione Italiana Tennis, vedrà i vincitori delle singole tappe partecipare al Master Nazionale a Roma, presso il Foro Italico alla fine di agosto 2016. I nostri tennisti con i successi di sabato 5 marzo 2016, si sono assicurati la partecipazione alla competizione romana su i campi dove normalmente si svolgono gli incontri degli Internazionali BNL d’Italia. Di Massimiliano Doro 40 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 Ginosa: “Gli IFAD escono con un nuovo singolo. Gli “IFAD” sono un gruppo Rock “over”, nato nel 2003 a Ginosa. Ad Aprile escono con un nuovo singolo. Un video tutto nuovo creato da veri esperti del settore. Nuovi scatti fatti da Pierfrancesco Marinelli. Sin dai primi passi emergono quelli che saranno i tratti distintivi della loro musica e che li contraddistingueranno sempre durante il loro cammino; caratteristica principale è il cantare esclusivamente in lingua italiana un genere comunemente sviluppato e prodotto in lingua inglese; altra prerogativa è il voler comporre solo brani propri, nuovi, moderni. Sin dai primi passi la band mette ben in chiaro che QUI SI FA ROCK. Il gruppo nasce dall’ incontro di tre musicisti Pep (basso e voce), Taglio (chitarra), Adriano (batteria) che si cimentano nell’inventare nuove melodie, abbandonando sin da subito il mondo delle cover ed iniziando a sperimentare sempre più profondamente il mondo della creazione, intraprendendo così la lunga via verso la ricerca e la costruzione di un proprio “sound”. Uno degli obiettivi iniziali è quello di utilizzare esclusivamente testi scritti Vendesi Garage m. 40 con soppalco in via Morandi. Ottimo affare ****** Vendesi Appartamento 3º Piano via Curtatone, n. 8 - Ottimo affare tel. 099/8292452 3357462279 e cantati in italiano, cercando di far convivere, e poi col tempo di esaltare, il genere rock con la lingua italiana. Nel 2006 la band partecipa ad una compilation promossa dall’associazione ARCI, poi diventata di livello regionale, “Musichiamoli tutti vol 1”. Nel 2007 viene registrata la prima demo, che porta all’ingresso nel gruppo di un nuovo cantante, “Phil”. La demo intitolata “Via Mazzini 35” Nel 2008 “Via Mazzini 35” riceve una recensione nello spazio demo del giornale Rock Sound e viene registrata la seconda demo “IFAD” che porterà la band ad essere selezionata tra le 80 band che parteciperanno al Music Village, un evento nazionale che associa musicisti emergenti alla consueta presenza di artisti già affermati. Il 2010 è l’anno della produzione del primo Album, “Segnali di fumo”, contenente 8 brani inediti. Durante l’estate entra nel gruppo una seconda chitarra suonata da “Vinz” che esordisce live al “Castellaneta Rock fest”, dove il gruppo si classifica al secondo posto. A settembre escono di scena le tastiere, a novembre ritorna a far parte del progetto “Phill” che suonerà le percussioni. Ogni componente ha partecipato all’evoluzione ed alla crescita del gruppo, non solo con lo strumento in mano, ma supportando la band durante la sua storia e le sue esibizioni. Nel 2012, i 5 entrano a far parte della compilation, ora nazionale, “Musichiamoli tutti vol 4” con il brano “Nero”. Prendono vita i nuovi brani inediti che, come è sempre stato, vengono promossi live, questa volta a Roma in Piazza San Giovanni in una manifestazione organizzata dal comune. Nel 2013 il gruppo viene scelto per partecipare al “B-side Contenst di Rende(CS) e si esibisce in diretta radio a Trepuzzi(LE) ai “laboratori musicali”. Continuano i lavori per il nuovo album. Nel 2014, gli IFAD, a Castellaneta marina, aprono il concerto di Omar Pedrini. Ed ora sono pronti, ad aprile con un nuovo singolo, un nuovo video e con nuovi scatti. Maria Carmela Olivari attualità n. 7 - 2 aprile 2016 41 PRIMA CATEGORIA / Successo esterno importante nello scontro diretto per la salvezza diretta Ginosa: rallenta la corsa della copolista Trulli e Grotte. Al “Miani” termina 1 -1 Altro piccolo passo verso la salvezza diretta per gli uomini di Russo, che costringono la capolista Trulli e Grotte al pareggio. Il Ginosa tiene testa molto bene ad un’ottima squadra, passando addirittura in vantaggio con un gol di Roberto Bozza dopo 20 minuti, pareggiato nel finale della prima frazione da Amoruso. GINOSA, 20 marzo - Il match sembra co- re il sorpasso nelle fila del “Trulli e Grotte” pareggio può andar bene contro l’avversaria minciare bene per i padroni di casa che con un colpo di testa sugli sviluppi di un odierna e cerca di mantenere in tutti i modi il dopo 14 minuti sfiorano la rete con Paiano calcio di punizione che anche stavolta risultato, anche se all’ 85’ Apicella prova a sorche tenta una conclusione acrobatica, con non inquadra la porta avversaria. prendere l’estremo difensore ospite con una il pallone che termina fuori di pochissimo. La parte centrale del secondo tempo è conclusione da fuori che però è troppo larga. Gli ospiti tentano di rendersi pericolosi abbastanza “spezzettata” visti i numero- I cinque minuti di recupero sembrano intermiquattro minuti dopo, con Giardino che ci si cartellini gialli e la classica girandola nabili, ma dopo il rumoreggiare del pubblico di prova con un buon calcio di punizione ben di sostituzioni, così per vedere altre oc- casa, l’arbitro sancisce la fine della disputa e respinto da Giampetruzzi. casioni degne di nota, bisogna attende- per il Ginosa arriva così il terzo risultato utile Nei minuti successivi, il Ginosa comincia re gli ultimi minuti, infatti addirittura all’ consecutio, il “Miani” resta imbattuto in questa ad accelerare e al 19’, Luca stagione, o meglio, i biancazzurri, tra Ribecco pennella sulla testa di Laterza e Ginosa, restano imbattuti in Lovecchio che nell’occasione casa e fanno un altro importante piccolo manda alto. passo verso la salvezza. E’ un buon momento per gli uoUn punto che può fare indubbiamente mini di Russo che al 20’ riescomorale da cui si può ripartire al meglio no a sbloccare il match: enneper preparare positivamente la prossisimo cross dalla destra, Paiano ma sfida che vedrà i ginosini impegnati salta più in alto di tutti, il pallone sul campo del Crispiano, unico terreno, resta nell’area piccola, dove oltre appunto a quello degli uomini di Ventrella si supera sul tentaRusso, ad essere ancora imbattuto in tivo di Donno, ma sul tap-in, questo campionato. La speranza è quelRoberto Bozza è il più lesto di la di continuare a conquistare i punti netutti e ribadisce in rete; il “Miani” cessari per la salvezza matematica, la è in festa e lui esulta alla mafiducia è tanta e l’ottimismo non manca. niera di Marcelo Brozovic. Per tutte queste motivazioni, le prossiI biancazzurri sembrano essere padroni 84’ gli uomini di Sgobba cercano il gol me avversarie del Ginosa dovranno stare sidel campo ed al 33’ vanno vicini al rad- da tre punti con il solito colpo di testa di curamente molto attente. doppio, con un ottimo break di Tenerelli a Mastronardi che mette i brividi al “Teresa metà campo, il quale serve in profondità Miani”. Tabellino di Ginosa-Trulli e Grotte: Lovecchio che ci prova con un diagonale A questo punto, il Ginosa capisce che il Ginosa: Giampetruzzi; F. Bozza, A. Ribecco, di destro bloccato in due tempi Antonio Trigiante; L. Ribecco, dal portiere ospite. R. Bozza, Donno (76’ Novario), RISULTATI E CLASSIFICA Il primo tempo sembra volgere Tenerelli (84’ Stano), Cristella; Prima Categoria Pugliese - Girone B al termine con il Ginosa in vanLovecchio, Paiano (69’ Apicella). taggio, ma le sorprese non finiA disp.: Larocca, Castellano, Risultati 24^ giornata - 20/03/2016 Prossimo turno (25^ giornata) - 03/04/2016 ore 16,00 - TALSANO 1 - 0 ATLETICO AZZ. S.RITA - PALAGIANO scono assolutamente, perché al ATL. ACQUAVIVA Anzillotta, Costantino. All.: PALAGIANO - P.S. LATERZA 1 - 2 D. BOSCO MANDURIA - ATL. ACQUAVIVA minuto 41, Gentile prova con un MASSAFRA Francesco Russo. - CAPURSO 1 - 0 - SAN MARZANO CAPURSO - TRULLI E GROTTE 1 - 1 tiro da fuori, Giampetruzzi non è GINOSA NORBA CONVERSANO - T.C. SURBO - NORBA CONVERSANO 2 - 0 MARZANO P.S. LATERZA - UNITED MOTTOLA impeccabile nella respinta e di- SAN Trulli e Grotte: Ventrella, - D. BOSCO MANDURIA 3 - 0 T.C. SURBO - GINOSA R.S. CRISPIANO fatti regala la sfera ad Amoruso UNITED MOTTOLA Cosenza (78’ Terrafino), Palazzo - REAL P. BRINDISI 1 - 5 - U.S. CONVERSANO TALSANO - MASSAFRA TRULLI E GROTTE che la infila tranquillamente in U.S. CONVERSANO - ATLETICO AZZ. S.RITA 3 - 3 (61’ Recchia), Agostino, Vinci, : R.S. CRISPIANO RIPOSA RIPOSA : REAL P. BRINDISI rete per l’1-1. Mastronardi, Daddato, Gentile, L’ultimo sussulto del primo temAmoruso, Giardino, Massafra (70’ po lo offre Tenerelli che, col suo N. De Giorgio). Classifica SQUADRA PT G V N P GF GS DR solito sinistro insidioso, ci prova A disp.: Montaruli, Pagnelli, Rainieri, TRULLI E GROTTE 48 22 15 3 4 49 21 28 su calcio di punizione, la palla Convertini. All.: Vitantonio Sgobba. SAN MARZANO 45 23 15 0 8 51 28 23 però finisce fuori di pochi centiP.S. LATERZA 45 23 14 3 6 43 27 16 MASSAFRA 43 23 13 4 6 40 19 21 metri. Marcatori: R. Bozza (G) al 20’, REAL P.BRINDISI 42 23 12 6 5 35 23 12 Nel secondo tempo, sono più i Amoruso (TG) al 41’. SURBO 41 23 12 5 6 41 23 18 cartellini che le occasioni da gol, TALSANO 37 23 10 7 6 37 30 7 infatti le uniche potenziali azioni Ammoniti: Tenerelli, F. Bozza, R.S. CRISPIANO 36 22 9 9 4 34 25 9 da rete si verificano all’inizio e R. Bozza, A. Ribecco, Lovecchio, ACQUAVIVA 30 23 8 6 9 38 26 12 alla fine della frazione. Donno (G), Giardino, Vinci, NORBA CONVERSANO 30 22 9 3 10 36 35 1 GINOSA 30 23 7 9 7 25 25 0 Al 46’ sono gli ospiti a provarci Cosenza, Agostino (TG). UNITED MOTTOLA 29 22 9 2 11 38 47 -9 con un destro da fuori area da CAPURSO 22 22 5 7 10 28 34 -6 parte di Agostino che però non Arbitro: Giovanni Francesco PALAGIANO 19 22 3 10 9 23 36 -13 centra la porta di Giampetruzzi, Massari di Molfetta. DON BOSCO MANDURIA 17 23 4 5 14 14 34 -20 poi, al 54’ è Mastronardi a cercaLuca Ricciardi ATLETICO AZZ. S. RITA 19 23 5 4 14 21 53 -32 US CONVERSANO 2 22 0 2 20 12 77 -65 42 attualità n. 7 - 2 aprile 2016 La Goccia di medicina e sport “L’ALLUCE RIGIDO: fa l’autostop e non è l’alluce valgo!” Rubrica a cura del Dr. Davide Ranaldo - Chirurgo Ortopedico e Socio aggregato FMSI (Federazione Medici Sportivi Italiani) Sono 4 mesi che visito presso l’ambulatorio di Marina di Ginosa (TA) e con stupore la patologia più frequentemente riscontrata nei pazienti che si sottopongono alla mia attenzione è l’alluce rigido. Per alluce rigido si intende l’artrosi primitiva della metatarsofalangea del primo raggio del piede, cioè l’articolazione della base dell’alluce con la testa del primo metatarso. E’ una patologia tipica dell’età adulta(> 45 anni), più frequente negli uomini (60% contro 40%), spesso bilaterale. A causarlo concorrono fattori congeniti, fattori biomeccanicici (primo metatarsale elevato), fattori traumatici (fratture/microfratture/lesioni osteocondrali) e microtraumatici (patologia articolare da usura), questi ultimi tipici del calcio. Anche le malattie infiammatorie come la gotta possono concorrere a determinare un alluce rigido. Infine vi sono le cause iatrogene, come molte tipologie di correzione molto datate per l’alluce valgo ancora in voga, ma che negli anni hanno dimostrato proprio la rigidità tra le complicanze (vedi la tecnica di Bosch con il filo di ferro fuori dal dito). Il segno più evidente è quello dell’autostop dell’alluce rispetto a quello del piede non affetto a cui sarebbe opportuno far seguire una radiografia dei piedi in carico per completare la diagnosi. L’alluce rigido si classica in tre stadi, il I caratterizzato da usura articolare con minima reazione osteofitosica (osso esuberante), lo stadio III in cui l’articolazione e’ praticamente scomparsa e il movimento non più consentito viene eseguito dalle articolazioni vicine e da quelle del meso piede; queste ultime non essendo capaci di sopperire si “lamentano” e compaiono le metatarsalgie, lo squilibrio della postura verso il tallone ecc. Dai medici di medicina generale e non solo spesso viene travisato con l’alluce valgo o definito volgarmente “è artrosi non c’è nulla da fare”! Eppure resta una patologia molto diffusa e per la quale esistono varie soluzioni che rendono migliore la qualità della vita. Nel primo stadio educare il paziente a calzature, stile di vita ed esercizi corretti rallenta nettamente la progressività di questa patologia che resta comunque degenerativa, tanto quanto l’artrosi dell’anca e del ginocchio, così come resta invalidante come le precedenti se non trattate. La chirurgia subentra tra il II e III stadio in cui a seconda dei casi ci si può avvalere di tagli ossei di correzione ad ampliare lo spazio articolare sino alla sostituzione protesica (FGT PRIMUS). Quest’ultima si è dimostrata affidabile negli anni e grazie all’esperienza di chi mi ha insegnato la chirurgia del piede oggi possiamo affermare che i dispositivi durano oltre 20 anni, più di una protesi di ginocchio ad oggi. L’intervento è simile a quello dell’alluce valgo per quanto riguarda la convalescenza e la durata. Circa 40 minuti in anestesia spinale e il paziente può deambulare con appoggio pieno dallo stesso giorno dell’intervento con una calzatura apposita. Dopo 2 settimane si passa ad una calzatura sportiva e dopo 2 mesi si riprende a fare attività fisica specifica. uscita! Seguimi su: Resto disponibile ad affrontare quesiti ed argomenti proposti dai lettori, scrivetemi su FB o per mail. Alla prossima Davide Ranaldo Chirurgo Ortopedico MD www.davideranaldo.it [email protected] n. 7 - 2 aprile 2016 43