documento di presentazione - Archivi Tessili del Biellese
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documento di presentazione - Archivi Tessili del Biellese
Soggetto Conservatore: Consorzio Biella the Wool Company Possessore: Lanificio Fratelli Botto Via Vittorio Veneto, 2 13816 Miagliano (BI) Referente: Mr. Nigel Thompson (presidente) Tel.: 015472469 Fax: 0152476635 email: [email protected] Sito: www.biellathewoolcompany.it Presentazione dell’ente. Il Consorzio Biella The Wool Company non ha una storia secolare alle spalle, ma crede fermamente nel valore di questo territorio dalle radicate radici nel tessile e nel mondo laniero. La sua fondazione risale al 30 luglio 2008. Il Consorzio è il primo contatto tra l’allevatore grazie al Centro Raccolta Lana e la filiera produttiva tessile. L’emanazione commerciale del Consorzio è The Wool Box, nata per diffondere una “cultura della lana” e la vendita al dettaglio di prodotti in lana autoctona. All’interno della sede di Miagliano, vengono ospitate mostre e eventi vari, come Wools of Europe – mostra itinerante e internazionale. Si allegano due fotografie degli edifici nello stato attuale Parte interna edificio vecchio sulla strada e capannone nuovo L'archivio è conservato nell'azienda dismessa che ora è di proprietà del Lanificio Fratelli Botto ed è sede del Consorzio Biella the Wool Company il cui presidente è Mr. Nigel Thompson. L’archivio è conservato in 3 armadi lignei e comprende circa 2.000 disegni tecnici dalla metà del XIX secolo alla metà del XX, la documentazione amministrativa e contabile e i campionari non sono distinguibili dall’archivio del Lanificio Fratelli Botto finché l’archivio non sarà ulteriormente sistemato. Si cercherà di dare una impronta più chiara dell’archivio storico che verrà al momento diviso in: COTONIFICIO F.lli POMA Gruppo Tessile F.lli BOTTO SPA Helita tessuti per abbigliamento Automotive Fabrics Helita Filatura Alfia s.a.s COTONIFICIO POMA A Miagliano, lungo la valle del Cervo, nel 1863, nacque il Cotonificio Poma. Nel 1870 si iniziò a costruire il villaggio operaio che costituisce, assieme al villaggio Trossi di Vigliano, il più importante esempio di edilizia sociale del Biellese. Il Cotonificio Poma arrivò ad occupare oltre 4.000 operai nei vari stabilimenti di Miagliano, Biella, Occhieppo Inferiore, Sagliano ed Andorno. Chiuse nel 1961. Nel solo comune di Miagliano vennero costruiti 23 edifici ad uso industriale e altri 14 destinati alle abitazioni dei dipendenti e ai servizi collettivi. Le maestranze fruivano di Cassa di previdenza, cucina economia collettiva, farmacia, Società cooperativa di mutuo soccorso con vendita di alimentari, asilo d’infanzia e servizio medico. Il villaggio operaio fu tra i primi ad essere costruiti in Italia, molti decenni prima degli altri del Biellese, su modello di quelli che si stavano realizzando in Inghilterra, Francia e Belgio; ed era autosufficiente. In basso, molto prossime agli stabilimenti, sono le case a ballatoio per gli operai, con spazi destinati un tempo a pensionato gestito dalla suore, per le molte operaie nubili provenienti dal Friuli; di taglio più ridotto appaiono le costruzioni destinate agli impiegati, con alloggi più confortevoli. Seguono le villette con giardino recintato dei direttori di reparto; infine, nella parte più alta del paese, è situata la villa padronale, immersa nel parco, che sovrasta la fabbrica e le abitazioni dei dipendenti e rafforza il concetto di dominanza dell’imprenditore sui mezzi di produzione e sugli stessi suoi subordinati. L’edificio ottocentesco, è sovrastato da un’alta ciminiera. Antichi mattoni rossi, che caratterizzano la costruzione, sembrano quasi rappresentare un elemento architettonico voluto solo per contrastare il verde delle Prealpi. Enormi finestre si affacciano sul Cervo che evidenziano il ruolo che un tempo aveva l’illuminazione solare. L’edificio poggia su roccia sienite, un tempo una risorsa della vallata; una serie di archi che formano mille volte. Gruppo Lanificio Fratelli Botto Nel 1961 la famiglia Botto acquista l’ex Cotonificio Poma. Viene mantenuta la struttura del cotonificio, monumento di archeologia industriale. Siamo al centro di un’area altamente industriale e, a Miagliano, in un’oasi di autosufficienza energetica. Utilizzare energia solare, disporre di proprie centrali idroelettriche, raccogliere i vapori ed i fumi trasformandoli in calore, in anni in cui non vi era una molla economica, ma anzi, buona parte degli operatori industriali consideravano l’energia un bene illimitato disponibile a bassi costi, evidenzia non solo la perspicacia, ma soprattutto la parsimoniosità e la dedizione. Grazie ad un accurato programma di interventi il Gruppo Fratelli Botto, senza considerare le aumentate esigenze, in seguito all’incremento della produzione, ha ottenuto risparmi energetici notevolissimi. Alcuni dati: negli ultimi sette anni ha ridotto di oltre la metà il consumo di combustibile: dal ’76 al ’79 quello di energia elettrica ha registrato una flessione del 30 per cento; nel ’78 il consumo di acqua per usi tecnologici ha avuto una contrazione del 53%. La storia della famiglia coincide con una delle pagine più pioneristiche delle vicende economiche del mondo tessile italiano. A Vallemosso, nel tardo ‘800; i Botto, che si occupavano di agricoltura e allevamento ovino, acquistano i primi telai. All’inizio del nuovo secolo, in Italia, l’industria tessile laniera vede la nascita delle prime aziende meccanizzate. Contemporaneamente i telai meccanici della Botto Giuseppe di Vallemosso incominciano a “battere” e ad accrescersi rapidamente di numero, tanto che, nel 1917 in piena Guerra Mondiale, il capostipite Albino, dividendosi dai fratelli, dà l’avvio all’odierno gruppo industriale. Siamo agli albori di una industria e alla nascita delle prime aziende la cui produzione ben presto si afferma in Europa per l’elevata qualità. Nasce una tradizione. Franco e Mario Botto, uniscono la tradizione (sono i figli di Ernesto, nipoti di Albino) ad una particolare sensibilità verso le prospettive, sono cioè proiettati nel futuro. Sotto il profilo commerciale hanno spinto le proprie esportazioni verso i paesi americani e, contemporaneamente, sono penetrati nei paesi dell’Est. Il Gruppo Tessile F.lli Botto si è diversificato applicando molta energia oltre ai tessuti per l’abbigliamento femminile anche a quelli per l’arredamento della casa e degli interni per autoveicoli. Circa cinquecento persone impegnate a produrre per mercati con ben diverse esigenze. La struttura del Gruppo F.lli Botto ha quattro capisaldi formati da altrettante società gestite autonomamente e singolarmente competitive, ma che costituiscono nell’insieme un ciclo produttivo integrato. Pettinatura Europa, una fra le prime aziende in Italia trasformatori di lana sucida del mondo. La Filatura Alfia, di cui parleremo più avanti. La Tessitura Codis, ubicata in un punto strategico sull’autostrada Milano-Torino, è la società ultima nata del Gruppo Tessile F.lli Botto nel settore del rivestimento d’interni. Tramafil, è stata ulteriormente potenziata e rinnovata con pregiati velluti e tessuti moderni per arredamento, prodotti a Biella dall’ultima nata delle aziende del Gruppo. Il Lanificio F.lli Botto, con due linee produttive: abbigliamento e selleria (tessuti per autoveicoli). -Abbigliamento. I tessuti prodotti dal lanificio si sono imposti, con il marchio Helita, soprattutto per la qualità del prodotto e la creatività, che è stata apprezzata dai maggiori stilisti e confezionisti del settore dell’alta moda e del prệt à porter. Alcuni nomi fra gli stilisti: Giorgio Armani, Mila Schön, Gianni Versace, Gianfranco Ferré. -Selleria. La produzione del Lanificio nel settore dei tessuti per autoveicoli è estremamente di qualità e molto resistente all’usura, L’azienda è il maggior fornitore di alcune fra le più importanti e prestigiose case automobilistiche, italiane e straniere, che impiegano prodotti contraddistinti dal marchio “Automotive Fabric Helita”. Queste informazioni provengono da stampati e brochure del gruppo F.lli Botto. La Filatura ALFIA Partendo da lane lavate acquistate all’origine, la Filatura Alfia produce filati cardati per l’arredamento e l’abbigliamento. Questo ultimo settore assorbe il 20% dell’intera produzione che è di circa 5000 Kg giornalieri. Non abbiamo ancora trovato documentazione più storica dell’edificio o dei processi lavorativi. Immagini dello stabilimento oggi