Bello, Raggiungibile, Possibile

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Bello, Raggiungibile, Possibile
Pillole di riflessione associativa
a cura dell’Area Formazione Regionale
n. 06 AS 2013/14 - febbraio 2014 - pag. 1/2
Bello,
Raggiungibile,
Possibile
Bello bello e impossibile
con gli occhi neri e il tuo sapor mediorientale
bello e irraggiungibile
con gli occhi neri e col tuo gioco micidiale.
Canta Gianna Nannini la bella canzone in
cui tanti uomini vanitosi che l’ascoltano
si identificano pensando: “che sia alla fine
dedicata a me?”. Può essere, ma la frase
sopra riportata può aiutarci con un po’ di
fantasia ad altre interpretazioni.
Bello bello e impossibile è il pensiero
che tante volte ci viene in mente dopo
un convegno o un incontro dopo aver
partecipato ad una lezione di un bravo
relatore che ci conquista con i suoi
ragionamenti. Si ascoltano idee, pensieri e
parole sul momento di facile realizzazione.
Molti pensano: “adesso è tutto chiaro”,
ma quando è finita la conferenza
cominciano i problemi. Ci si accorge che
diventa difficile tradurre nella pratica gli
insegnamenti appena ascoltati. Sembra
tutto semplicissimo, ma la quotidianità
è diversa, si rivela con troppe variabili e
imprevisti. La realtà come dice la canzone
ci fa gli occhi neri non per una questione
cromatica ma per i “lividi” procurati dalla
delusione di non riuscire a realizzare quello
che sembrava così fattibile.
Bello e irraggiungibile è un altro pensiero
diffuso che compare negli incontri a cui si
partecipa con interesse. Spesso il relatore
è bravo, ma a volte non accorcia la distanza
tra lui e il pubblico. La sua comunicativa
è convincente ma spesso sono concetti
astratti e non risolvono i problemi
immediati. Molti parlano in buona fede, altri
svolgono il ruolo di relatori di “mestiere”,
alcuni (per fortuna pochi) invece amano
esercitare “potere culturale” attraverso la
parola. Mantengono le distanze per lasciare
il popolo nell’ignoranza ed esercitano su di
loro un condizionamento non positivo. Ecco
tanti discorsi belli diventano irraggiungibile
da realizzare in concreto.
Le parole belle, dette bene, non sempre
sono buone parole perché dipendono
dalle intenzioni per cui si dicono e che
scaturiscono dal cuore. Le parole dette
possono diventare strumento di bene
se usate in modo appropriato, se sono
veritiere e se sono dette per aiutare
veramente chi le sta ascoltando: possono
però diventare strumento di male se
calunniano, colpiscono, insinuano, diventano
Pillole di riflessione associativa
a cura dell’Area Formazione Regionale
n. 06 AS 2013/14 - febbraio 2014 - pag. 2/2
strumento per dominare gli altri. Mai come
oggi abbiamo assistito come le parole
possono diventare strumento di morte in
particolare tra gli adolescenti.
integrare forza, cuore e mente. La bellezza
è autentica solo quando è la sintesi del
bene e non vuole sedurre ad ogni costo,
ma vuole offrirsi gratuitamente.
Per fortuna oggi c’è aria di cambiamento
che riaccende la speranza. Tutti vediamo
che stanno ritornando a trionfare il
bene e la giustizia, perché si ricomincia a
dare voce ai poveri e agli ultimi. Ci sono
personalità che parlano al mondo con
cuore e raziocinio, in modo semplice e
disinteressato, esprimono concetti geniali
e subito realizzabili, lasciando il sacrosanto
diritto di sognare il bene, di intraprendere
il cammino con forza ed entusiasmo verso
mete difficili da raggiungere.
“Possibile” perché è pronunciato da colui
che oltre il suo sapere mette in campo la sua
saggezza e la semplicità per incontrare gli
altri, perché riesce a trasmettere speranza,
fiducia a tutti in mezzo a tante difficoltà
che la vita riserva.
“Raggiungibile” perché chi parla
specialmente ai giovani si rende sempre
disponibile e flessibile per “aspettare” tutti
in per un cammino di crescita. Oggi lo sport
ha bisogno di tanti allenatori e dirigenti che
siano esempi positivi e che diventino buoni
Solo le persone con il cuore fragile che maestri.
ammettono umilmente le loro debolezze
possono capire gli esempi da imitare ed C’è tanta strada da fare nello sport, abbiamo un
essere felici, ma chi ha il cuore corrotto da esempio in Birindelli ex giocatore della Juventus
ambizione, prestigio e potere diventa sordo e della Nazionale e oggi allenatore delle
e cieco e non può gustare la bellezza di giovanili del Pisa (episodio clamoroso realmente
questo cammino. Questo suggerimento vale successo) che ha ritirato i suoi ragazzini
per l’insegnante, il formatore, l’allenatore, davanti a genitori che litigavano, poi è stato
… ed è rivolto a tutti “perché è bello, punito con una sconfitta a tavolino. Semmai
l’episodio, fonte di riflessione, sarebbe dovuto
facilmente raggiungibile e possibile”.
servire per ritoccare le regole e riconoscere il
“Bello” perché le parole di un autentico diritto ad un allenatore-educatore di ritirare la
formatore nascono da una profonda unità squadra in casi simili, perché questo chiedono
interiore che non crea quella divisione che le persone comuni: che lo sport educhi e faccia
ci fa fare opere solo giuste, o solo vere, o crescere bene i loro figli, attraverso le parole, i
solo buone. Le “opere belle” sono quelle gesti, gli esempi.
che portano un sapore completo, che sanno
Prof. Giacomo Abate
Coordinatore Area Formazione CSI Emilia Romagna
Redatto da Alessandro Bondi, CSI Ravenna