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Centonove 35-2014 in pdf
ANNO XXI Numero 35
19 SETTEMBRE 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
EURO 1,50
TRASPORTI
isolati
LE FERROVIE TAGLIANO I BINARI,
LE COMPAGNIE AEREE I VOLI PER LA SICILIA.
VIAGGIO INCHIESTA NEL DESERTO
DEI COLLEGAMENTI. CHE CONDANNANO
SOPRATTUTTO LO STRETTO DI MESSINA
19 Settembre 2014
il punto
EDITORIALE
Crocetta,
la Grande Madre
PROVATE AD immaginare un
“puparo”, o anche un semplice
cantastorie, che tra cento anni
dovrà raccontare ai posteri cosa
succedeva quando a governare la
Sicilia, nove secoli dopo Federico
Barbarossa, era Rosario Crocetta da
Gela. Teatrino assicurato.
Ogni giorno, il presidente,
sguainando le spade della denuncia
o quelle dell’ironia ne sparava una,
sull’Angelica di turno. L’ultima l’ha
spifferata al “Fatto Quotidiano”:
provano a sottomettermi pensando
che io sia omosessuale, ma non ci
riescono. La mia è una intelligenza
perfida…”.
Se si accetta, questa confessione
sincera di Crocetta, perché stupirsi
se un giorno dice anche di amare le
donne, “che sono misteriose” e una
boccata di sigaretta dopo
aggiungere anche: “Forse è ora che
io adotti un bambino…”.
C’è in questo canto della vita e
della politica, tutta la
contraddizione di Crocettagovernatore. Che un giorno porta
sull’altare l’assessore ai beni
Culturali Mariarita Sgarlata e il
giorno, dopo averla nominata
assessore al Territorio, la annega in
una piscina prefabbricata e la
sacrifica, in un antico rito
propiziatorio greco, con un giovane
riccioluto, prestante agricoltore di
Rosolini che ha tre requisiti: 31
anni, è Renziano e ha già avuto
incendiata una casa. Da Mariarita a
Piergiorgio: vuoi mettere?
Quesito della settimana, a valere
sul secolo a venire: è più perverso
Crocetta- si intende, da un punto di
vista politico- o chi ha deciso di
dargli il via libera a Palazzo
d’Orleans?
Sacramenti ai divorziati, cardinali disumani
DI
DOMENICO BARRILÀ
“BERGOGLIO, ARGENTINO, con il nome di
Francesco. Affanculo Scola”. È il testo di un sms
giuntomi la sera del tredici marzo 2013,
esattamente alle ore 20 e 14. Mi scuso per la
particolare traduzione laica del solenne habemus papam, che
mi è parso opportuno riportare alla lettera. Non è mia, ma di
un paziente, devo però ammettere con onestà che quel grido di
gioia, certo un pochino scomposto, rispecchia lo spirito dei miei
sentimenti. Quelli di allora, giacché ero tra coloro che
vedevano come un incubo la possibilità che per una volta chi
entrava papa in conclave ne uscisse tale per davvero. Il
cardinale milanese era dato favoritissimo, come attesta
l’incredibile comunicato della Cei, emesso pochi minuti dopo
l’annuncio dell’elezione di Bergoglio, nel quale si facevano gli
auguri al nuovo papa, “cardinale Scola”. Non un semplice
lapsus freudiano, ma un auspicio, una speranza nella direzione
della paralisi, dove ognuno manteneva i propri privilegi, quelli
che l’attuale papa cerca di superare tutti i giorni.
Dicevo che il messaggino così ruspante interpretava i miei
sentimenti di allora, ma di sicuro calza alla perfezione anche su
quelli di oggi, rinfocolati dalla disumana presa di posizione di
cinque cardinali contro la prospettiva di permettere ai
divorziati risposati l’accesso ai sacramenti. Tra di essi il
cardinale di Bologna, Carlo Caffarra, ciellino e integralista,
degno rappresentante di questa gerontocrazia sorda, svincolata
dalla quotidianità e dalle fatiche della gente situata, sposi
inclusi. Un quintetto che certo rappresenta sensibilità molto
presenti nella chiesa di oggi, acquattatesi in attesa che papa
Francesco trapassi, per potere rimettere il cuore degli uomini
sotto lo stivale della legge, non quella di Dio, bensì quella
incarnata dalla propria volontà di potenza, scintilla e benzina
del loro sacerdozio. A costoro, che ricordano da vicino la
sinistra figura del venerabile Jorge, oscuro protagonista de “Il
nome della rosa”, si è aggiunto proprio in queste ore il
cardinale Angelo Scola, si proprio l’antagonista di Jorge
Bergoglio all’ultimo conclave, con un articolo pubblicato
Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco
Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208
Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Enzo Basso
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
giovedì 18 settembre sul quotidiano La Stampa che, con una
delle sue siderali riflessioni, così lontane dai mortali, approda
alle stesse conclusioni dei cinque colleghi. Il Cardinale, uno dei
trainer personali di Silvio Berlusconi, non ci dice cosa pensa del
disastro civile causato in Lombardia dal movimento di
Comunione e liberazione, quello in cui si è formato, che opera
l’affarismo con un pretesto religioso di copertura. Mai una
parola sul tema, meglio parlare d’altro.
I cinque, e il loro seguito, si sentono interpreti autentici della
parola e dei pensieri del Nazareno, visto che il titolo, piuttosto
pomposo, del volume in cui riassumono le loro tesi, comincia
con parole molto impegnative: “Permanere nella verità di
Cristo”. Sono le stesse persone che fecero a fette il cardinale
Carlo Maria Martini, altra pasta rispetto a questi funamboli
dell’oscurantismo, quando all’ultimo sinodo europeo cui
partecipò si permise di sollecitare la discussione nella Chiesa
dell’altro attualissimo problema, quello del celibato dei
sacerdoti. Svolgo la mia professione in Lombardia da 30 anni,
sono stato consulente di seminari vescovili, ricevo spesso
persone consacrate e credo di conoscere discretamente il
problema, molto serio, ma le gerarchie preferiscono, anche in
questo caso, parlare d’altro, e trattare come “sterco del diavolo”
(parole di un vescovo, all’indirizzo di un suo sacerdote che gli
confidava un innamoramento) chi “sbaglia”, suggerendo nella
migliore delle ipotesi una bella terapia presso questo o
quell’istituto religioso. Conservo gelosamente nella memoria
del mio cellulare l’sms con cui si apre questa pagina, oggi più
che mai un monito. Lo leggo spesso, mi ricorda quale salto
mortale triplo all’indietro avrebbe compiuto la chiesa cattolica
se quel 13 marzo 2013 in conclave, lo Spirito Santo si fosse
fatto distrarre dai codicilli e dalla superbia di certi giudici così
severi. Con gli altri. Papa Francesco vuole portare Cristo ai
lontani usando l’arma della misericordia. L’intenzione e il
mezzo, inscindibili, rappresentano i soli argomenti che
legittimano il cattolicesimo a chiedere ascolto agli uomini. Con
buona pace dei solerti guardiani della legge.
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
riservato
19 Settembre 2014
TOP SECRET
MESSINA. Proteste di avvocati, commercialisti e consulenti sull’organizzazione nella sede di via Santa Cecilia
Agenzia delle Entrate, fisco e polemiche
FORMAZIONE
MESSINA. Si fanno tesi i rapporti tra
la direzione dell’Agenzia delle Entrate
di Messina, rappresentata dalla
funzionaria Rosalba Oteri, e gli
operatori professionali del fisco:
consulenti, commercialisti e avvocati
tributaristi.
Nel corso dell’ultima riunione del
direttivo dell’Ordine dei dottori
commercialisti, il presidente Enrico
Spicuzza si è fatto interprete e
promotore delle sempre più numerose
segnalazioni di protesta dei
professionisti. “Siamo costretti a ore e
ore di fila. E spesso per fare più
pratiche, nel corso della stessa
mattinata, dobbiamo tornare indietro e
chiedere un nuovo pass”.
All’origine delle proteste,
l’intensificarsi delle disposizioni sulla
tracciabilità delle presenze nella sede
di via Santa Cecilia: dalle prenotazioni
di servizio nella sala a piano terra, al
“front-office, ai “permessi” per i piani
superiori dove si trattano conciliazioni,
sgravi e si discute del contenzioso.
“Nessuno vuole contestare l’esigenza di
dare una regolamentazione ai flussi di
PALERMO. L'assessorato
alla Formazione professioanle ha revocato tutte le
attività dell'Ente di formazione Efal, e Cirs collegati,
"con effetto immediato". Il
decreto, il n.4779, che ritira
l'accredimaneto provvisorio, è stato firmato dal
nuovo dirigente generale
Gianni Silvia, dopo la documentazione
inoltrata
dall'Ispettorato del Lavoro
di Messina.
La Regione revoca
tutte le attività dell’Efal
BENI CULTURALI - MESSINA
entrata e di uscita dall’Agenzia delle
Entrate, ma professionisti come noi-rileva
il presidente degli avvocati tributaristi,
l’avvocato Gentile- sarebbe utile fossero
dotati di permessi telematici, con
riconoscimenti o vocali o anche di tessere
a riconoscimento delle impronte e non
essere costretti a passare ore e ore in fila,
intasando noi stessi gli androni di
A VOLTE RITORNANO
Torna a ruggire Pellegrino
Incontro a Roma con Cicchitto
TRAPANI. Bartolo Pellegrino, vecchio
leone di Nuova Sicilia torna a ruggire.
Spazzati via tutti i problemi giudiziari che
lo avevano portato a dimettersi da
assessore al Territorio della giunta Cuffaro,
l’ex esponente socialista, che prima di
Lombardo lanciò l’idea della Sicilia
autonomista, a ottanta anni suonati torna
in pista. “Sono stufo di questa giunta
Crocetta assolutamente inadeguata e di
questa marea di sindaci incapaci di
affrontare le problematiche del territorio”.
E allora? “Allora, bisogna ripartire
dall’idea di Nuova Sicilia, la stessa che in
altre termini sta proponendo al Nord,
questo giovane segretario della Lega
Salvini. Lì trovo freschezza di idee e lo
stesso entusiasmo che avevamo noi, prima
di finire nelle sabbie
mobili di Cuffaro. La
mia idea è fare un
partito nazionale sulla
spinta delle idee
territoriali.”. E’ l’ideaprogetto che Bartolo
Pellegrino ha illustrato
a Roma a Fabrizio
Cicchitto, di Ncd.
Bartolo Pelligrino
accesso…”.
L’Ordine dei commercialisti ha deciso
di svolgere un intervento istituzionale
per trovare modo per facilitare
l’accesso ai professionisti: si stanno
studiano le soluzioni adottate in altre
sedi per rendere piuù funzionale
l'accesso alla sede e "fare sentire il fisco
più amico".
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6-8. La città degli Isolati
Dopo l’addio di Bluferries, Messina diventa
sempre più un’isola nell’isola
POLITICA
9. Nazareno, il centrodestra dice No
Il Megafono propone un patto,
ma Musumeci e Castiglione lo rifiutano
10. Sgarlata, intrecci in piscina
Il siluramento dell’assessore al Territorio
al centro dell’affaire Prg di Siracusa
11. Formazione, liberi in tre
Il gip dichiara cessato il divieto di dimora
per Lamacchia e Fazio. Mentre Giunta...
12. Tari... e patta
Il consiglio comunale di Messina vota
a favore delle tariffe sui rifiuti
13. Feluca identità cercasi
Partecipata o controllata? Il dramma
del liquidatore della società mista
SICILIA
15. Muos, tutto da rifare
Il perito del Tar smonta la non pericolosità
16-17. Se il Nautico naviga a vista
A Messina parte il piano di razionalizzazione
degli istituti scolastici. Con questi paradossi
18. La Notte della Ram
A Milazzo è polemica sui soldi alla manifestazione
20-21. Punti di Vespa
Degustazioni alla scoperta di San Placido
22. Unioni... ma sulla carta
Il flop dei registri delle unioni di fatto istituiti
nei comuni della provincia di Messina
ECONOMIA
23. Ultimo bicchiare per l’Irvos
A Milazzo, è a rischio di chiusura
il laboratorio dell’Istituto
24. Articolo 18, questo sconosciuto
Statuto dei lavoratori e riforme,
si infiamma il dibattito
25. Formazione, che energiao
Una scuola nel Castello di Mirabella Imbaccari
POSTER
27. Cinema, il cuore è uno zingaro
A Castellammare del Golfo, il Cici Festival
28. Globalizzazione, non ignoriamola
Parla Goldin, dell’Ateneo di Oxford
RUBRICHE
4-5. Settegiorni
26. Consumatori / Consulenti
30-32. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture
33. Mostre 34. Spettacoli
38-39. Lettere & Commenti
38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia
39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo
39. Antibuddaci
39. Animal House
centonove pagina 3
Un tavolo per i fondi Ue,
in agenda l’ex Margherita
MESSINA. Un tavolo per acchiappare gran parte degli
80 milioni Ue destinati ai
Beni Culturali. È quello proposto dalla Soprintendenza
di Messina, che sarà composto da Università, Comune,
Provincia, Autorità Portuale
e altri enti. Tra le ipotesi allo
studio, la rifunzionalizzazione dell’ex Margherita.
TEATRO DI MESSINA
Una rivista e due addetti
stampa per il “Vittorio”
MESSINA. Una rivista e un
ufficio stampa per il Teatro
di Messina. L’Ente regionale sta infatti valutando
di varare una rivista istituzionale, che dovrebbe essere affidata a Tania
Toscano, e di dare incarico
della comunicazione alle
giornaliste Elisabetta Reale
e Nunzia Lo Presti.
DEMOCRATICI
Festa dell’Unità a Messina,
big in arrivo a ottobre
MESSINA. Lavori in corso
per la Festa dell’Unità del
Pd lanciata dai giovani. Tra
gli invitati alla kermesse
dell’ultimo weekend di ottobre, i sottosegretari alla
presidenza Luca Lotti e Sandro Gozi, il capogruppo del
Pd alla Camera dei Deputati, Roberto Speranza, e
Davide Faraone.
19 Settembre 2014
settegiorni
CHI SALE
Martino Russo
MESSINA. L’ex sindacalista
della Cisl, vicecapo di gabinetto dell’assessore alla cultura Giusi Furnari, coinvolto
in una indagine su un parco
eolico a Monreale, si è dimesso “per opportunità”
dalla carica. In punta di
piedi.
Ornella Vanoni
MESSINA. La cantante di
“L’appuntamento” ha affidato al Corriere della Sera
una delle analisi più acute
sulla corruzione. “La più
grande tristezza dell’Italia di
oggi? Pensare la quantità di
soldi sprecati in tanti anni
per il Ponte sullo Stretto, sapendo poi di non farne
nulla…".
Ciro Gallo
MESSINA. Un tempo divideva lo studio legale a Palermo con l’attuale ministro
dell’Interno Angelino Alfano, leader di Ncd, ma la
sua amicizia con Roberto Corona lo ha “ancorato” a
Forza Italia: così per il sindaco di Acquedolci è arrivata
la nomina nel direttivo regionale di Anci Sicilia.
Daniele Bruschetta
MESSINA. Il delegato per le attività sportive dell’università
corona il sogno di veder realizzato un grande progetto: portare il centro di riabilitazione
e fisioterapia alla cittadella
sportiva dell’Annunziata per
potenziarne struttura ed offerta. Il Cus Unime ha presentato l’iniziativa insieme alla
nuova stagione sportiva che
punta ad una offerta sempre
più ampia aprendosi alla città
anche con attività mirate per i
bimbi dai 4 ai 12 anni.
Pippo Previti
MESSINA. L'ex presidente
del Consiglio comunale ama
i temi "alati": dopo la battaglia per la tomba di Antonello, scende in campo per
difendere la Terra dalla minaccia di cambiamento del
clima: domenica raccolta di
firme "accorate" da consegnare al sindaco di Messina
Accorinti.
PROPOSTE
SOCIETÀ
Neurolesi, le mani
sull’ospedale Piemonte
MESSINA. Non più le quindicimila
firme di due anni fa, ma una
mobilitazione generale della
popolazione contro lo scippo
sanitario dell’Ospedale Piemonte.
La clamorosa iniziativa è in
programma davanti alla struttura di
corso Europa il 29 settembre. La
spoliazione dell’Ospedale, donato
dai Piemontesi dopo il terremoto
del 1908, infatti, è cominciata con il
pretesto del punto nascita: anziché
rafforzare la struttura che ha solo 4
medici e assicura mille parti l’anno,
al posto dei 350 del Papardo che di
medici ne ha in servizio ben 12, il
manager Gullo ha deciso di
accogliere la proposta del sindaco
Accorinti, di fare un punto nascita al
Policlinico e uno al Papardo.
Un fatto che non tiene conto della
centralità della struttura
ospedaliera, presidio della
Protezione civile, che fa fronte a
circa 32 mila ricoveri l’anno, di cui
ben cinquemila di pronto soccorso.
Ora è allo studio la proposta
avanzata dal Centro Neurolesi, di
spostare ottanta posti per la
riabilitazione. Ma il sentimento
della popolazione è che per
risolvere i problemi di
“decentramento” del Neurolesi, si
stia attentando alla “centralità”
dell’Ospedale Piemonte, del quale di
recente sono state ristrutturate i
padiglioni “4” e “6”.
100 anni di Palazzo Zanca, evento per l’anniversario
MESSINA. In occasione del Centenario della posa della prima pietra della Casa
comunale, l'assessore alla Cultura, Tonino Perna, ha indetto per venerdì 19, alle
ore 10.30, una conferenza a Palazzo Zanca con Enzo Colavecchio e Nino
Principato di Legambiente, il presidente dell'Ordine degli architetti, Giovanni
Lazzari, e il consigliere dell'Ordine degli ingegneri, Giampaolo Nicocia. Sarà
illustrato l'evento culturale dal titolo Palazzo Zanca: l'architettura di un simbolo.
Palermo, area verde intitolata a Domenico Modugno
PALERMO. D'ora in poi, a Palermo, l'area verde che si trova alle spalle del teatro
Biondo, porterà il nome di 'mister Volare'. Il Comune, infatti, ha deciso di
intitolare la villetta, a ridosso della piazza già dedicata a Franco Franchi e Ciccio
Ingrassia, al cantautore Domenico Modugno, che, dopo aver scoperto i due
artisti, nel 1960 li volle accanto a se nel film 'Appuntamento ad Ischia'.
I profumi francesi con i limoni di Siracusa
SIRACUSA. Fresco, vibrante, sottilmente persistente: queste le caratteristiche che
hanno condotto molti creatori di profumo francesi a scegliere per le loro fragranze
il limone di Siracusa. Come Clémence Besse, artista dei profumi che il 25 settembre
sarà ospite del Consorzio di Tutela "Limone di Siracusa IGP" per l'evento
Limoniculture (24 al 26 settembre nella galleria regionale di Palazzo Bellomo), che
ha creato una fragranza dedicata a Siracusa, usando proprio il suo celebre limone.
CONCORSI. 'InvFactor-anche tu genio', in finale Iti Cannizzaro Catania
Studenti, plastica dai gusci dei gamberi
PALERMO. Ci sono anche i ragazzi del terzo e quarto anno delle
classi, con indirizzo Chimica, dell'Iti Cannizzaro di Catania tra i nove
finalisti di 'InvFactor-anche tu genio', concorso per studenti inventori
delle scuole superiori di tutta Italia organizzato dal Cnr. Il lavoro
degli studenti catanesi, propone ''di trattare gusci di gamberi con
aceto di scarto, prodotto dagli acetifici, per ottenere una plastica
biodegradabile. I gusci dei crostacei contengono la chitina, un
biopolimero che è possibile trasformare in chitosano, una plastica
biodegradabile che può avere molteplici applicazioni''. I gusci dei
gamberi, disciolti in aceto, sono materiali provenienti da operazioni
di recupero e non più impiegabili, e rappresentano quindi un costo
per l'impresa che li produce: un loro riutilizzo comporterebbe un
indubbio beneficio economico.
PRESENTAZIONI. Il libro dell’ingegnere Baratta e il progetto su isola pedonale e dintorni
Un nuovo assetto urbanistico per Messina
MESSINA. La presentazione del libro
“Messina 3000” di Achille Baratta,
edizione il Gabbiano, presentato
dall’editore Maria Froncillo Nicosia, ha
spostato il dibattito sulla zona pedonale
e la possibile trasformazione con
singolari arredi dal costo di poche
migliaia di euro. Da molti mesi un
gruppo di ingegneri, Achille Baratta,
Eugenio Bitto, Giovanna Baratta e
Maria Scalisi, con la consulenza di
Edoardo Milio hanno regalato al
Comune di Messina un progetto per
centrare sul piano tecnicoamministrativo un dibattito ormai
diventato terreno di scontro politico e
giudiziario. Il Comune non ha neanche
la disponibilità economica di circa
200000 euro per sponsorizzare il
palazzetto servizio del palasport da
sempre inutilizzato e preda di ladri che
ogni giorno si rubano un pezzo al
parcheggio di via La Farina. Il sindaco,
l’assessore Cacciola alla viabilità e
l’assessore alla cultura hanno disertato
l’incontro nonostante l’invito a
prendere visione dello sforzo
progettuale esposto e spiegato anche
attraverso appositi pannelli, proiettato
e illustrato da Maria Scalisi.
In chiusura, l’ingegnere Baratta è voluto
andare fuori tema e ha parlato alla sua
partecipazione diretta per la ditta Feal
di Milano, per l’impresa Schiavo di
Padova e per la Fast-Park di Roma alle
gare d’appalto per Case Nostra, case
arcobaleno e parcheggio palasport
denuziandone le relative
distorsioni e i danni
economici per la
collettività che ignora di
aver pagato e che
continua a pagare. Forse
non è un caso se
l’assessore Signorino, si è
scusato con Baratta di non
poter partecipare
all’incontro proprio perché
impegnato con i
funzionari della Corte dei
Un momento dell’incontro al Comune di Messina
Conti.
centonove pagina 4
settegiorni
19 Settembre 2014
CHI SCENDE
Nunzio Rosso
MESSINA. Terza edizione dedicata alla tecnica di riequilibrio energetica
Crisi? Ci pensa lo Shiatsu
MESSINA. Il pericolo crisi si può
trasformare in opportunità? La storia ci
insegna di sì, pur se il percorso può
essere difficile. Un aiuto può venire da
quell’Arte per la Salute di origine
orientale, che si chiama Shiatsu. Per
questo la Federazione Italiana Shiatsu
Insegnanti e Operatori (FISieo –
www.fisieo.it) dedica la terza edizione
della Settimana nazionale dello Shiatsu
(18 – 25 settembre) al tema “Crisi:
pericolo e opportunità?”. «Anche
quest’anno – spiega Nadia Simonato,
responsabile del progetto – puntiamo a
dimostrare come lo Shiatsu, grazie al
profondo interesse che ha sempre avuto
verso la persona nella sua interezza, sia
nello stesso tempo un’Arte antica e
contemporanea, attenta e coinvolta
nelle problematiche che si sviluppano
nella società». “Studi aperti”, “Scuole
aperte” ed “Eventi” sono le tre direttrici
su cui si sviluppa l’iniziativa in tutta
Italia. Gli operatori professionisti
attestati (l’elenco si trova sul sito della
FISieo) offrono gratuitamente, su
prenotazione, trattamenti nei loro studi;
le Scuole presentano i corsi e tutte le
altre loro attività; convegni e altri
incontri creano confronto e dialogo tra
esperti e cittadini.
A Messina giovedì 18 settembre, al
Palacultura si è svolto l’incontro-evento,
che ha coinvolto docenti universitari, sul
tema della Settimana con sottotitolo
“Esplorando le vie della
trasformazione”. Ma perché lo Shiatsu ci
può aiutare in tempi di crisi? «Con
questa pratica – spiega Flora Curci possiamo agire per stimolare un
riequilibrio che interessa
simultaneamente sia il corpo fisico sia gli
aspetti psichici ed emozionali, favorendo
lo sviluppo di un nuovo atteggiamento
mentale e di uno stile di vita in linea con
il periodo che attraversiamo».
Zingaretti nei panni del mitico Montalbano
POLEMICHE
Montalbano resta in Sicilia
ROMA. Il Commissario Montalbano potrebbe
restare in Sicilia. Un chiarimento telefonico tra
il produttore della Palomar Carlo Degli Esposti,
che aveva ipotizzato di spostare le riprese in
Puglia lamentando assenza da 15 anni della
regione Sicilia a fianco della produzione della
fiction Rai e il governatore Rosario Crocetta, fa
sperare nell'happy end della storia che ha
provocato molte polemiche. Un incontro
decisivo è fissato la prossima settimana.
"Questa vicenda non solo può servire a
rilanciare la serie Montalbano - ha detto
Crocetta - ma anche a fare un ragionamento
complessivo sul cinema con la Rai". "La Rai ci
deve dare 25 milioni di euro e fa saltare la
fiction Montalbano? Non facciano i furbi, non
accetto contro-partite. E' strano che questa
vicenda di Montalbano esploda proprio
quando la Rai chiede un incontro alla Regione
sul contenzioso per la fiction Agrodolce, su cui
indaga la magistratura. Sono pronto a
denunciare tutto". Aveva detto il governatore
sull'ipotesi di trasferimento della fiction
Montalbano dalla Sicilia alla Puglia.
MESSINA. La fretta di passare
la domenica al mare con la moglie ha giocato un brutto tiro al
penalista. Arrivato sulla spiaggia direttamente dallo studio,
si è accorto di aver dimenticato
le ciabatte a casa. La conclusione? Rosso ha dovuto raggiungere il mare calzando un
paio di infradito della consorte,
elegantemente ornate di un
paio di ciliege rosse.
Lino Siclari
MESSINA. L’ex patron della fallita Aicon, azienda leader di
Giammoro nella cantieristica
leggera accusato di disastro ed
omicidio colposo dalla Procura
di Barcellona. Il processo comincerà il 7 gennaio e riguarda
l’incidente del 2010 a Giammoro, quando un elicotteroappena uscito dai capannoni della
Nuova Cometra, diretto a Salina, si è schiantato pochi secondi dopo, provocando la
morte delle 4 persone a bordo.
Renato Accorinti
MESSINA
ROSA E NERO
Torna il festival
del peperoncino
MESSINA. Il sindaco non sa
mettere in ordine le priorità.
Dopo aver finanziato la pulitura della Fontana di Orione di
piazza Duomo e l’impianto di
depurazione dell’acqua, Accorinti ha detto alla Soprintendenza di attendere per aprire i
getti per poter organizzare una
cerimonia ufficiale. Peccato
che, dopo due mesi, l’opera si
sia sporcata nuovamente.
I socialisti ricordano Riccardo Lombardi
Santino Morabito
MESSINA. Presentata a Messina la
seconda edizione del “Festival du pipi
russu e di piatti tipici missinisi” . Ad
illustrare il programma della rassegna,
Lillo Alessandro, promotore
dell’iniziativa, e il cardiologo Tommaso
Virga, che ha parlato degli effetti benefici
del peperoncino sul sistema cardio
vascolare. Dal 27 settembre al 5
ottobre la cittadella fieristica
ospiterà la rassegna
enogastronomica dal sapore
tipicamente messinese con
degustazioni di piatti della
tradizione nostrana molti dei
quali accompagnati dal
diavoletto della cucina, il
signor “pipi russu”, ossia il
peperoncino rosso. La manifestazione è
organizzata dal Centro Studi Tradizioni
Popolari “Canterini Peloritani” con il
patrocinio dell’Amministrazione
Comunale e la collaborazione della Sud
Dimensione Servizi. La manifestazione
che vuole rivalutare tutti i piatti tipici
messinesi è aperta a tutti con ingresso
gratuito. Per ogni serata è previsto un
menu e un programma diverso.
PALERMO. I socialisti siciliani ricordano Riccardo Lombardi, nato il 16 agosto
1901 a Regalbuto e morto a Roma il 18 settembre 1984, attraverso un
convegno che si terrà martedì 16 settembre alle 15,30 presso la Sala Rossa del
Palazzo Reale dei Normanni, in occasione del trentesimo anniversario della
sua morte. L’iniziativa, il cui titolo è “Socialismo o barbarie. Per una società
diversamente ricca”, è dedicata all’attualità delle intuizioni del leader
socialista siciliano ed è stata organizzata dal Comitato per le celebrazioni del
trentennale della morte di Lombardi, promosso dal Partito Socialista Siciliano
e dalla Fondazione socialista antimafia “Carmelo Battaglia”. Tra gli
interventi, quello del deputato regionale del Pd Filippo Panarello, i
componenti della segreteria regionale del Partito Socialista Siciliano Ignazio
Coppola e Gaetano Zingales, e l’ex ministro socialista Valdo Spini.
Augusta, spettacolo di danza per ricordare Silvio Oddi
AUGUSTA. Domenica 14 a piazza Duomo ad Augusta si svolgerà lo spettacolo
di danza "Omaggio a Silvio Oddi" in memoria del ballerino Mediaset
scomparso prematuramente due mesi fa all'età di 44 anni, compiuti lo scorso
9 settembre. Nel corso della serata, che avrà inizio alle ore 20,30, si esibiranno
gli allievi della scuola di danza Arabesque di Francesca Baudo che ha
coreografato anche gli interventi ballati. Non mancheranno tributi e
immagini di Silvio Oddi che aveva da sempre intessuto un rapporto d'amore
con la Sicilia facendo numerosi proseliti del suo stile di danza maturato a
Londra negli ultimi anni e poi portato in Italia, la physical dance.
Agrigento, nonna Vita spegne 102 candeline
AGRIGENTO. Nonna Vita Saitta è la più longeva di Santa Margherita di Belice.
Attorno a lei, si è stretta l'intera cittadina per festeggiare i 102 anni. Nata il
15 settembre 1912 a Sambuca di Sicilia, è la seconda di 7 sorelle. Si sposò con
Antonino Li Voti a 25 anni, trasferendosi nella cittadina del Gattopardo, una
vita riservata e dedita anche al duro lavoro dei campi, nell'aiutare il marito.
Per lei al taglio della torta si sono ritrovati i 6 figli, 11 nipoti e 13 pronipoti.
centonove pagina 5
MESSINA. Al presidente della
V Circoscrizione non è stato
dato neppure il tempo di esultare per la riapertura di Via
Nicaragua. Tolto il cancello, infatti, ci si è trovati di fronte ai
vasi con piante e fiori cementati al suolo dal privato, rimandando così la riconsegna
alla città della pubblica via.
Margherita Brunelli
MESSINA. Il pm del Tribunale
di Messina aveva chiesto la
condanna a anno e 4 mesi per
un abuso contestato all’ex assessore comunale Pinella Liberti e all’ex dirigente Giacomo Leotta. La seconda
sezione penale, però, le ha
dato torto, assolvendoli.
19 Settembre 2014
primopiano
Il grande corridoio a ponte della Stazione Marittima di Messina, deserto da anni
TRASPORTI. Dopo l’ultimo addio di Bluferries, Messina resta senza collegamenti “esterni”
La città degli Isolati
Dalla morte del porto storico e della Marittima fino al prossimo stop del servizio Metromare, la lenta
morte della mobilità sullo Stretto. E mentre il sindaco finisce sotto accusa, la politica agisce altrove...
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. «Senza il Sud, non ci sarà
ripresa per l’Italia»: una frase, quella
del premier Matteo Renzi, cui fa eco,
a Messina, un classico consolidato: «È
tutta colpa di Renato Accorinti!».
Già, perché è ancora una volta il
sindaco del capoluogo dello Stretto la
causa scatenante di una sciagura, in
questo caso l’abbandono del porto
storico da parte Bluferries (Ferrovie
dello Stato) e, più in generale,
dell’isolamento definitivo della città.
IN QUARANTENA. Sembra quasi
una vendetta seguita alla ricostruzione
post terremoto del 1908: Messina, città
degli isolati, non può che essere un
isolato lei stessa, quasi una Macondo
di García Márquez che vive sotto il
perenne inganno della Fata Morgana,
vedendo la Calabria vicinissima senza
poterla afferrare. Un capoluogo,
Messina, che si avvia a musealizzare
sempre di più la stazione marittima,
ormai senza passeggeri e neanche
visitatori esterni. Perché nella città e
dalla città, a settembre del 2014, è
complicato arrivare e anche partire,
alla faccia del turismo che dovrebbe
rilanciare tutto.
BLUFERRIES SHOW. Da sola e in
compagnia di Ustica Lines, la società di
Ferrovie dello Stato (una cui nave, la
Villa, ha visto lo sgancio di una lancia
di salvataggio, ferendo quattro
marittimi) è protagonista degli ultimi
due smacchi che isolano sempre di più
Messina. Il primo, però, è quello più
sconcertante. Bluferries ha annunciato,
a meno un mese dalla cessazione
dell’efficacia dell’ordinanza del sindaco
Accorinti che inibisce l’accesso dei Tir
sul Cavalcavia in alcune fasce orarie, la
cessazione del servizio traghetti (tre in
tutto) che trasportavano mezzi e
passeggeri dal porto storico della città.
Il motivo? Proprio l’ordinanza, che
inibirebbe l’imbarco dei Tir, circa l’80%
degli incassi per la società. La
conclusione? Con i pedoni e le auto si
incassa poco, e quindi si va a
Tremestieri (dove non sono ammessi
viaggiatori semplici), lasciando in
servizio solo le navi che trasportano i
treni a lunga percorrenza (passati dai
28 del 2007 ai dieci attuali). Ad
attaccare a testa bassa il primo
cittadino, “È colpa di Accorinti”, la
triplice alleanza sindacale, che nulla ha
avuto da eccepire rispetto a due
circostanze: la scadenza dell’ordinanza
e la sua validità solo in alcune fasce
orarie. Questo, senza contare che al
danno si poteva rimediare
rimodulando le corse o, circostanza
improbabile a Messina, chiedendo
l’attracco alla rada San Francesco
(dove opera solo Caronte & Tourist),
formalmente porto libero. Ma gli
armatori, sia privati che ex pubblici,
non si pestano i piedi, anzi, nell’ottica
di risparmi e maggiori guadagni, si
alleano. Come dimostra il “caso
Tremestieri”.
ALLEANZA A SUD. Bluferries, infatti,
insieme Caronte & Tourist e Meridiano
ha deciso di lasciar “morire” il
Consorzio Terminal Tremestieri che
fino a pochi giorni fa aveva la gestione
del secondo approdo di Messina. Il
motivo? Il nuovo bando (che sarà
riproposto entro fine settembre)
prevede in cambio di una concessione
da 670 mila euro anche la
manutenzione dei fondali. A questo
punto, per gli armatori, è meglio
andare a “porto libero”, lasciando il
resto all’Authority. E che la parola
d’ordine sia guadagno in barba a una
continuità territoriale
costituzionalmente garantita, è il caso
Metromare.
METROMARE ADDIO. A Bluferries e
Ustica Lines, infatti, i 13 milioni
stanziati per la gestione del servizio
passeggeri da Messina a Reggio
UN PO’ DI STORIA
La visione di Mazzoni
LE DUE STAZIONI PROGETTATE DALL’ARCHITETTO
RAZIONALISTA CHE INVENTÒ IL CORRIDOIO A PONTE
MESSINA. Da Centostazioni, rispondono con molta
cortesia: “La nostra azienda, Centostazioni, si occupa
di gestire le due stazioni di Messina Centrale e
Marittima, ma non ne è proprietaria. La proprietaria
delle due infrastrutture è Rete Ferroviaria Italiana,
che mi risulta gestisca anche alcuni collegamenti
nell’ambito dello Stretto. Può pertanto contattare il
corrispondente Territoriale per le regioni Campania,
Calabria e Sicilia”. La domanda posta era: “Che fine
farà la Marittima di Messina, ora che non avrà più
traffico passeggeri?”. È una storia di rinascita è di
morte, quello del suggestivo complesso ferroviario,
che comprende anche la Centrale, edificato tra il
1937 e il 1939 da Angiolo Mazzoni in stile
razionalista con grandi ambienti a struttura
semplice, lineare ed imponente. A caratterizzare la
“defunta” Stazione Marittima, il lungo corridoio “a
ponte”, dal quale i passeggeri potevano accedere
direttamente alle navi. Oggi, salire è impossibile.
Restaurato un paio di anni fa, non ha più alcuna
funzione da tempo e le scale mobili di collegamento
non sono funzionanti da tempo. Eppure, proprio il
corridoio “a ponte” è uno dei luoghi più suggestivi,
arricchito anche da un grande mosaico murale ricco
di temi legati alla storia e identità della Sicilia.
Mazzoni, in un promemoria del 26 aprile 1938, aveva
sottoposto all’attenzione dell’allora Direttore
centonove pagina 6
Generale delle Ferrovie dello Stato l’opportunità di
decorare un salone della stazione di Messina
Marittima con la realizzazione di un’imponente
raffigurazione musiva aderente alla tradizione
siciliana. Si legge infatti nel documento originale
dell’epoca: “Tale composizione dovrebbe riprodurre
con figurazioni allegoriche il discorso di Palermo con
il quale S. E. il Capo del Governo elevava la Sicilia
all’onere di essere il Centro dell’Impero”. Il progetto,
elaborato da Michele Cascella, esponente della nota
famiglia di artisti italiani, viene realizzato
dall’”Opificio delle Pietre Dure della Scuola del
Mosaico della Reverenda Fabbrica di San Pietro” in
Vaticano. L’opera vede la posa di lastre piatte
colorate in pasta vitrea, che determinano in varie
forme le numerose tessere di cui si compone il
grande mosaico.
primopiano
L’INIZIATIVA
Picciolo, una mozione
da 90 per Matteo Renzi
PALERMO. Il primo a prendere posizione contro
l’abbandono di Alitalia dalla Sicilia è stato Beppe
Picciolo, il messinese capogruppo del Pdr all’Ars: «Trovo
gravissimo che la compagnia abbia annunciato la
sospensione di diversi collegamenti nazionali ed
internazionali da e per la Sicilia. Inoltre dal prossimo 1
ottobre AirOne ha deciso di chiudere la propria sede di
Catania ma anche di cancellare i voli diretti per
Monaco, Mosca, Berlino, Amsterdam, Parigi, San
Pietroburgo. Mentre i voli nazionali sono stati cancellati
da e per Bologna, Torino, Venezia, Verona. Lo stesso
discorso vale per l’aeroporto palermitano Falcone e
Borsellino di Punta Raisi. Non vogliamo più subire
mortificazioni da una politica scellerata che tende a
cancellare la Sicilia dall’intero sistema dei trasporti
nazionali. Abbiamo pagato di tasca nostra, quale
cittadini siciliani, al pari di quelli del Trentino o della
Calabria (festivi compresi) risultano
poca cosa. Da qui, la circostanza che la
gara per il riaffidamento sia andata
deserta, decretando un ulteriore
isolamento della città, soprattutto nel
weekend, e lasciando tutto il traffico
dei pendolari agli aliscafi privati e ai
traghetti che sbarcano a Villa.
SPIRAGLI. A dar vita a una speranza,
però, le dichiarazioni del deputato del
Ncd, Enzo Garofalo, al termine di
un incontro con Maurizio Lupi: «Il
Ministro ha dato mandato ai funzionari
di predisporre un emendamento che
consenta di mettere a bando il servizio
Metromare per tre anni individuando
le risorse che ne garantiscano la
copertura finanziaria. Quanto alla
vicenda Bluferries, inoltre, ha chiesto
ai vertici della società di fissare un
incontro immediato con il primo
cittadino per trovare una soluzione».
EFFETTO DOMINO. La fine di
Metromare arriverà con la fine del
2014, mettendo una pietra tombale su
un altro servizio che, neanche a farlo
Lombardia per il
risanamento dell’Azienda
“colabrodo” Alitalia.
Questa volta però non
resteremo, da
parlamentari regionali in
silenzio attendendo che il
nostro destino venga
deciso nelle oscure stanze
di qualche palazzo
romano o milanese. Come
gruppo parlamentare del
Giuseppe Picciolo
Pdr chiederemo ad ogni
singolo deputato di
sottoscrivere ed integrare, con propri contributi, una
mozione ad hoc da noi redatta, che verrà consegnata
“brevi manu”, auspichiamo con le adesioni di tutti i 90
deputati, al premier Matteo Renzi nel corso della sua
prossima visita istituzionale in terra di Sicilia.
L’alternativa all’isolamento dei trasporti cui verrebbe a
trovarsi l’Isola è rappresentata, a nostro giudizio, da
una forte azione popolare di cui fin d’ora annunciamo
di volerci far carico in caso di negligenza da parte del
governo nazionale rispetto alle nostre ovvie richieste».
apposta, stentava a decollare: quello
con l’aeroporto Tito Minniti di Reggio
Calabria. Un altro paradosso
dell’isolamento messinese, infatti, è
anche il non aver saputo-voluto,
neanche quando Comune e Provincia
facevano parte della società di gestione
Sogas, sfruttare come proprio
l’aeroporto di Reggio, più vicino in linea
d’aria rispetto a Catania e raggiungibile
in minor tempo, se si fosse voluto.
Invece, dagli anni in cui il servizio era
garantito dagli autobus della ditta
Cavalieri a quelli della Metromare, a
crescere sono stati solo i fatturati della
Sais, che assicura i collegamenti con lo
scalo di Fontanarossa (Catania), per il
quale sono previsti collegamenti in
autobus anche da Capo d’Orlando,
quasi quasi più vicina a Punta Raisi
(Palermo). La Sais, una società privata
a cui non fa concorrenza alcuna linea
regionale, visto che la sola teoricamente
utilizzabile, la Interbus, prevede uno
scalo, allungando enormemente i tempi
al netto dei disagi.
QUI TITO MINNITI. Con lavori
consegnati per la nuova aerostazione
dal 2011, ma fermi per un tira e
molla burocrtatico-giudiziario, il
“Tito Minniti” di Reggio è bel lontano
dalla sua denominazione di
“aeroporto dello Stretto”. Quello che
poteva essere il simbolo
dell’integrazione tra i capoluoghi
delle due sponde, infatti, non rischia
ancora il default (secondo i revisori
dei conti), ma ha visto un calo del
5% rispetto ai 52.919 passeggeri e
684 movimenti da un anno all’altro.
E mentre in Calabria si discute, non
senza liti, di creare un approdo più a
Sud, raggiungibile con più velocità
da Tremestieri, e di tornare al vecchio
collegamento con i bus partendo
dalla rada San Francesco. E a
Messina? Al netto dei piagnistei dei
politici (che sembra non si accorgano
cosa di faccia a Roma) e degli attacci
al sindaco da parte dei sindacati, si
sogna ancora l’Aeroporto del Mela,
vecchio pallino dell’ex presidente
19 Settembre 2014
della Provincia, Salvatore
Leonardi, ma anche causa
dell’abbandono della Sogas. Tra le
novità, ci sarebbe la disponibilità
all’operazione da parte della “Pancha
vaktra”, un gruppo indiano. Ma, nello
stesso lasso di tempo il sindaco e
l’assessore ai Lavori Pubblici, Sergio
De Cola, guardano le carte, e il
consiglio comunale si chiede ancora
se deliberare o formulare un atto di
indirizzo in merito (come fatto da
Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e
Patti), le altre città siciliane e i loro
politici agiscono a livello regionale e
nazionale, facendo inserire opere di
rilevanza strategica che rischiano di
marginalizzare sempre di più
Messina, acuendone l’isolamento.
TUTTI IN TRENO. Mentre nella
Stazione centrale dello Stretto i
binari diventano sempre più
cespugliosi, con un movimento
(passeggeri e merci) in diminuzione),
in Sicilia e nello “Sblocca Italia” (al
netto di qualche smacco come la
metropolitana di Palermo) si
progettano raddoppi e nuove tratte
che vedono Messina inclusa solo nel
“vecchio” Cis, il Contratto
Istituzionale di sviluppo inserito
nello sblocca Italia, che determinerà
il raddoppio della tratta GiampilieriFiumefreddo. Per il resto, tutto si
concentrerà sul collegamento tra i
due aeroporti di Catania e Palermo.
In questo contesto, si inserisce anche
il Piano regionale dei Trasporti, che
punta a potenziare le tratte
ferroviarie interne e in connessione
con porti e aeroporti. A questo poi si
aggiunge il peso dei politici, come
Enzo Bianco, che stanno premendo
per far inserire fra i lavori finanziati
da Stato e Regione l’interramento
della tratta Catania-Bicocca per
permettere di allungare la pista di
Fontanarossa. La conclusione? se i
piani dovessero andare in porto,
Messina resterebbe una parte
periferica meglio collegata con le
altre città, ma senza un proprio
aeroporto, separata senza speranze
da Reggio (alla faccia dell’area dello
Stretto) e sempre più piagnona.
MEGLIO IN AUTO
Odissea ferroviaria
QUANTO TEMPO COSTA SPOSTARSI SU ROTAIA
PER RAGGIUNGERE GLI ALTRI LUOGHI DELLA SICILIA
MESSINA. Per spostarsi da Messina a Palermo o a
Catania, si può contare su una “modica quantità” di
treni: perso uno, c’è bisogno di attendere due ore per
il successivo. Attese che chiaramente si riducono in
orari di punta, ma che si allungano a dismisura in tutte
le altre fasce orarie. Tra le stazioni centrali di Messina e
Catania (una ventina di viaggi), per esempio, se scappa
il treno delle nove e mezza di mattina, quello
successivo non partirà prima di tre ore. Gli orari? Il più
veloce ci sta un’ora e venti minuti, ma è l’eccezione. La
maggior parte impiega una media di un’ora e 45
minuti, con premio ”lumaca” per le due ore per il
centinaio scarsissimo di km del regionale delle quattro
e mezza di pomeriggio. E l’ultimo è alle 20.45. Perso
quello, se ne parla oltre la mezzanotte (e due ore di
viaggio notturno), e poi all’apparire delle prime luci
dell’alba, alle quattro. Tra Messina e Palermo, invece di
treni ne viaggiano solo quattordici: il primo alle
cinque, il successivo un quarto d’ora dopo (ma a patto
di viaggiare parecchio di più: tre ore contro tre e 45
minuti), l’ultimo alle 19.55. E poi basta fino al giorno
successivo. Tempo medio di percorrenza tre ore e
mezza, con picchi positivi di tre ore col viaggio delle
quattro di pomeriggio, e negativi delle quattro ore e
mezza necessarie a raggiungere il capoluogo partendo
da Messina alle 6.41. E se per sbaglio ci si dovesse
avventurare fino ad Agrigento? Meglio desistere: sei
centonove pagina 7
viaggi, scalo obbligatorio e coincidenza a Termini
Imerese per tutti e percorrenze pressoché eterne:
cinque ore nella migliore delle ipotesi. Non va meglio
sul fronte degli autobus. Previdente, la regione Sicilia
si è dotata di un’azienda di trasporto pubblico
regionale che collega i principali centri della Sicilia.
Che, per esempio, passa da Tardaria ma non da
Taormina, mentre da Messina è possibile raggiungere
Trapani ma non Palermo, né Catania. E un
trasferimento dopo un volo? Possibile, ma al prezzo di
un fegato tanto. Perché, per esempio, la Interbus
garantisce che dall’aeroporto Fontanarossa di Catania
si possa arrivare a Messina, ma non direttamente:
serve uno scalo, a scelta tra Giardini Naxos e Taormina,
a seconda di quale dei quattro pullman giornalieri si
scelga. L’ultimo dei quali parte da Catania alle 13.45 e
arriva a Messina tre ore e mezza dopo. (A.C.)
19 Settembre 2014
primopiano
PONTE SULLO STRETTO. Secondo indiscrezioni, il governo avrebbe riaperto il dossier sulla grande opera
Le bugie sulle penali
Il premier Matteo Renzi preoccupato per le clausole. Che, secondo contratto, non sarebbero dovute
prima dell’approvazione dei contratti. Parola di Pietro Ciucci, amministratore della Stretto Spa
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Con un tempismo talmente
perfetto da destare più di un sospetto,
all’abbandono progressivo dei vettori
pubblici nello stretto di Messina, si
ricomincia a parlare di ponte. La
grande opera, favoleggiata da
cinquant’anni ma rimasta sempre nei
pensieri, più che sulla carta, torna
d’attualità alla notizia che il presidente
del Consigli, Matteo Renzi, starebbe
pensando di riesumare la società
Stretto di Messina dalla liquidazione in
cui ‘aveva posta il suo predecessore
Mario Monti, e valutare se non sia
più conveniente sborsare la decina di
miliardi di euro necessaria al
manufatto che unirebbe faro a
Cannitello, piuttosto che sborsare le
penali ad Eurolink, consorzio
capeggiato da Impregilo che il ponte
dovrebbe (avrebbe dovuto) progettarlo
e costruirlo. Questa è la cattiva notizia.
Quella buona? Che non ci sono penali
da pagare. Parola, e firma, di Pietro
Ciucci.
RENZI CI RIPENSA. O FORSE NO.
La notizia, in realtà, è un’indiscrezione
che non sembra verosimile in tempi di
“spending review”, traduzione elegante
di “cinghia strettissima per la spesa
pubblica” . Perchè pubblici sono al
momento gli unici quattrini disponibili,
dato che in dieci anni di tentativi di
rastrellare capitali sul mercato, i privati
se ne sono sempre stati alla larga.
Secondo le indiscrezioni, spaventato
dalle penali, Renzi avrebbe chiesto un
nuovo masterplan alla Impregilo. A
quanto ammonterebbero le penali? A
niente, si legge nelle centinaia di
pagine firmate in sede di approvazione
del contratto tra Stretto di Messina e
general contractor Impregilo, ormai
undici anni fa.
DIRITTO DI RECESSO.
Al punto 43.4 (pagina 161) del
contratto tra stretto di Messina SpA e
l’ATI capeggiata da Impregilo,
nell’ambito dell’articolo 43 che ha per
tema il “Recesso del Soggetto
Aggiudicatore”, si stabilisce che: “Al
contraente generale, a definitiva e
completa tacitazione di ogni diritto e
pretesa, verranno riconosciuti
esclusivamente il pagamento delle
prestazioni correttamente eseguite al
momento del recesso, secondo i
corrispettivi e le condizioni di
La lettera di Pietro Ciucci alla senatrice del Verdi Anna Donati del 2005
Contratto. Il pagamento dei materiali
utili nonché il decimo delle prestazioni
non eseguite fino ai quattro quinti
dell’importo del contratto. (…)”. Tanto
basterebbe a fugare ogni dubbio, se
non fosse che il lunghissimo contratto
prevede altre clausole relative ad una
risoluzione onerosa del contratto.
FATTA SALVA L’APPROVAZIONE.
Esiste la possibilità di una decisione
negativa da parte del soggetto
aggiudicatore o del CIPE sul progetto
definitivo, a giudizio insindacabile: in
assenza di lavori esecutivi, potrebbe
vedersi quindi riconosciuto il solo
costo dello stesso progetto definitivo,
che viene quantificato a pagina 44,
come “Corrispettivo del contratto”, in
66 milioni di euro iva esclusa. Giova
ricordare che nè il progetto definitivo
nè tantomeno quello esecutivo sono
mai stati approvati. Su cosa si potrebbe
basare quindi un eventuale richiesta di
penale?
IL BINARIO DI CANNITELLO. Gli
unici lavori in qualche modo
accostabili al ponte sono quelli della
variante ferroviaria di Cannitello: uno
spostamento a monte di una trentina
di metri della ferrovia per fare spazio
agli ancoraggi del pilone, iniziati alla
fine del 2009. Ebbene, a pagina 25 del
contratto si stabilisce come
infrastruttura ferroviaria a carico del
contraente generale quella “costituita
principalmente da una nuova linea
ferroviaria”. La variante di Cannitello è
invece un intervento sulla linea
tirrenica ordinaria esistente. E infatti,
una delibera del Cipe del 2006
identifica RFI SpA e non la Stretto di
Messina come soggetto aggiudicatore.
NIENTE PENALI. FIRMATO CIUCCI.
Se non bastassero tutti gli appigli
contrattuali, a rassicurare il premier
Renzi potrebbe essere una lettera (vedi
fotografia a fianco), firmata da Pietro
Ciucci in persona, in risposta ad
un’interrogazione del 2005 ad opera di
Anna Donati, all’epoca senatrice dei
Verdi. In cui l’amministratore delegato
di Stretto di Messina rassicura la
parlamentare, spiegando che “E’ il caso
di tornare a sottolineare come, fino
all’approvazione dei progetti definitivo
ed esecutivo, Stretto di Messina possa
esercitare recesso senza dover pagare
alcuna penale”.
CONTI IN TASCA
Trecento milioni di carte
LA CORTE DEI CONTI: “120 MILIONI DAL 2981 AL 2005 SOLO PER LA “SOPRAVVIVENZA”.
E DAL 2005 AL 2010, SI ARRIVA A TRECENTO MILIONI. SENZA NEMMENO UNA PIETRA
Pietro Ciucci
MESSINA. Ci ha lavorato, dal 1981, una
società costituita appositamente, la
Stretto di Messina Spa, che ha speso
trecento milioni di euro, ha indetto gare
e progettazioni senza smuovere mai
nemmeno un mattone, ed è stata messa
in liquidazione nel 2013. A fare le
pulci ai soldi spesi dalla Stretto di Messina
ci ha pensato la Corte dei Conti nel 2009.
Il risultato è di 128 milioni di euro fino al
2005. Per cosa? “I costi appaiono essere
stati sostenuti dalla s.p.a. per le finalità
assegnate istituzionalmente dalla legge
e per le esigenze operative di
centonove pagina 8
funzionamento”. In soldoni, scrive la
Corte dei Conti, dal 1981 al 2005 la
Stretto di Messina ha speso solo per
garantirsi la “sopravvivenza” prevista
dalla legge istitutiva. E dopo il 2005? La
relazione della Corte dei Conti si ferma,
ed Eurolink si aggiudica l’appalto. Da lì
iniziano le gare. E le progettazioni. E le
“prestazioni”. Così, dal 2005 al 2010, i
costi sono aumentati vertiginosamente,
raggiungendo la cifra astronomica di 283
milioni di euro, dopo che per
accumularne
128
cʼerano
voluti
ventiquattro anni. (A.C.)
19 Settembre 2014
politica
REGIONE. Il Megafono propone un patto simile a quello Renzi-Berlusconi per la Sicilia, ma...
Nazareno, il centrodestra dice “no”
L’operazione inversa a quanto sperimentato da Raffaele Lombardo dopo il 2010 trova il fermo
niet dell’opposizione. Castiglione e Musumeci: «Crocetta venga in aula a proporre le riforme»
PALERMO. Un vertice giusto nei
presupposti ma irrituale nello
svolgimento e una proposta che
ambisce a disegnare scenari che
riportano, con le dovute correzioni, il
governo della Sicilia all’epoca di
Raffaele Lombardo. Già, perché il
flop dell’incontro tra le forze che
sostengono il governo Crocetta
convocato dal segretario cuperliano del
Pd (disertato dal Megafono e dal Pdr)
ha mostrato il presente e un possibile
futuro, ovvero la solitudine del
coordinatore del Pd e la possibilità che
il governatore si “butti a destra”, così
come il suo predecessore si buttò a
sinistra, ma in salsa renziana.
NAZARENO BIS. La ricetta? A
tracciarla è stato Antonio
Malafarina, portavoce del Megafono,
che ha lasciato intravedere, con una
proposta, la possibilità di trovare una
collaborazione con le forze del
centrodestra all’Ars su alcuni
provvedimenti, un po’ come ha fatto il
premier con Silvio Berlusconi. Un
“Patto del Nazareno” bis in salsa
siciliana, insomma, che permetterebbe
al governo di superare le imboscate
parlamentari dell’area Cuperlo del Pd,
assicurando la tenuta della legislatura
e l’approvazione di provvedimenti
ovviamente concordati. In tal senso,
Malafarina ha assicurato di aver avuto
contatti con i capigruppo.
I FAVOREVOLI. A vedere di buon
occhio la proposta è il Pdr. Spiega
Beppe Picciolo, che inizia dalla crisi di
governo: «L’errore di Fausto Raciti è
stato convocare un vertice che tutti
volevamo, salvo poi trasformarlo in
una occasione per sparare a zero su
Crocetta. Doveva essere una riunione
politica e invece si è trasformata in un
tiro al bersaglio sul pianista. Se lui
parla di azzeramento, siamo d’accordo,
ma va concordato tutto. L’errore del
TENTATIVI
Prs, missione romana
per Picciolo e Cardinale
MESSINA. Missione romana per
l'ala moderata del governo
Crocetta, i Prs di Picciolo e
Cardinale. Accompagnati dall'ex
ministro Fioroni i due leader
incontreranno venerdì mattina il
premier Renzi a Viterbo per
studiare possibili accordi federativi
del gruppo in Sicilia.
Rosario Crocetta
segretario del Pd è tentare di imporre
tutto senza trovare un accordo.
Riguardo alla proposta di Malafarina continua Picciolo - le strade sono due,
come sostiene il portavoce del
Megafono: se dobbiamo andare a
votare, si presenta la mozione di
sfiducia; se invece dobbiamo
governare, allora dobbiamo ragionare
con quelli che hanno a cuore la Sicilia.
Come è accaduto in Commissione
Lavoro, dove la nostra mozione sugli
sportelli multifunzionali ha trovato
l’accordo di tutti. Un “Patto del
Nazareno” in salsa siciliana non
sarebbe uno spostamento a destra, ma
solo una collaborazione tra forze
parlamentari, un po’ come ha fatto
Berlusconi con Renzi. Tutto sta a
vedere cosa vuole fare Nello
Musumeci, capo dell’opposizione. E
anche il Nuovo Centro Destra».
CASTIGLIONE E L’ARS. «Esiste un
luogo istituzionale, che è L’Assemblea
regionale, dove il presidente Crocetta
potrà riferire sulle sue priorità e sulla
tenuta maggioranza. Altre sedi,
non ci interessano, perché non
è più tempo di accordi
sottobanco. Chiarendo la
situazione - spiega il
coordinatore del Ncd,
Giuseppe Castiglione capiremo se ci sono o meno le
condizioni per un sostegno
istituzionale». E, sempre dal
Nuovo Centro Destra,
aggiunge il deputato Nino
Germanà: «Sono stato uno di
quelli che ha fatto meno
opposizione degli altri per
avere un dialogo con questo
governo, dicendo che
potevamo anche entrare in
giunta. Allo stato attuale, però,
mi sembra che Crocetta si
debba dimettere, o che il Pd
porti la mozione in aula e noi
la votiamo. Il resto sono solo
chiacchiere».
IL NO DI MUSUMECI.
Interpellato sulla proposta di
Malafarina, Nello Musumeci si
trasforma in un fiume in piena:
«Dico subito che non
intendiamo dare seguito ad
alcun “Patto del Nazareno”. Da
otto mesi chiediamo al
presidente Crocetta di venire in
aula e scegliere due o tre
proposte serie, anticicliche, da
sottoporre al Parlamento, e il
centrodestra con
responsabilità, se condivise, le
voterebbe per tirare fuori la
Sicilia dal pantano in cui lo
stesso presidente l’ha portata. Con
chiarezza - incalza - diciamo “nessun
inciucio”, nessuna maggioranza di
“larghe intese”, nessun aiuto a un
governo inadeguato e clientelare.
Occore restituire la parola al popolo. Si
deve andare alle elezioni facendo leggi
di riforma per la Formazione
professionale, per il precariato, per la
forestazione. E quindi la nuova legge
elettorale, che vogliamo con doppia
scheda e abolizione del listino». Ma,
c’è, a questo punto, da rimpiangere
Lombardo? Risponde Musumeci:
«Raffaele, a modo suo, governava.
Crocetta, invece, è indeciso su tutto:
distrugge e non sa ricostruire. E
quando si raggiunge il 35% di povertà
relativa e il 9% di assoluta, le logica
correntizie sono soltanto un’offesa al
buon senso». (D.D.J.)
centonove pagina 9
DIVISIONI
Partito democratico,
Raciti in solitudine
OGNI MOSSA DEL SEGRETARIO
CUPERLIANO VIENE NEUTRALIZZATA
DALL’ASSE FARAONE-MEGAFONO
PALERMO. Più che una crisi di
maggiornanza, quella che travolge
il governo regionale è la lotta
interna al Pd siciliano, ridotto a un
partito a tre teste: le prime due, le
aree Renzi e Cuperlo, ufficialmente
all’interno; la terza, il Megafono
del governatore, diventata un
movimeno quasi del tutto
indipendente. Ed è
dall’insediamento di Fausto Raciti,
cuperliano e trionfatore delle
primarie, che si consuma una
messa in scena che vede il giovane
coordinatore intento ad attuare
strategie e a rilasciare dichiarazioni
che, quando sembra che stiano per
mettere nell’angolo Rosario
Crocetta, diventano dei boomerang
che si ritorcono contro di lui,
isolandolo sempre di più. Già,
perché, nonostante tutto, i renziani
capeggiati da Davide Faraone
(prossimo a diventare
sottosegretario all’Istruzione) e il
presidente della Regione trovano
sempre un modo per “disinnescare”
Raciti. Esempio: i cuperliani voglio
sfruttare i disagi dell’assessoreimmagine alla Sanità Lucia
Borsellino, provando ad assicurarle
un incarico ministeriale a Roma?
bene, per loro la strada è sbarrata e
la stessa proposta viene fatta
propria immediatamente da
Faraone, l’unico che, dialogando
con Crocetta, sia riuscito ad
ottenere (e a confermare) gli
assessori. E la situazione non
cambia molto all’Ars: laddove il
cuperliano Antonello Cracolici
minaccia, Crocetta è pronto a
trovare una nuova maggioanza,
con tanto di benedizione da parte
di Davide Faraone.
Fausto Raciti
19 Settembre 2014
politica
TURN OVER. Il siluramento dell’assessore al Territorio al centro dell’affaire Prg a Siracusa
Sgarlata, intrecci in piscina
La difesa dell’ex titolare dei beni culturali che suggerì a Crocetta di inviare il dossier contro la gestione
della Soprintendenza alla Procura. Le polemiche sulla nomina del nuovo componente della giunta Gerratana
PALERMO. È un intreccio fitto fitto,
quello che ha determinato l’addio di
Maria Rita Sgarlata alla giunta
regionale di Rosario Crocetta. E un
altro intreccio, secondo il cuperliano
Bruno Marziano, si sta creando con
la nomina del suo successore,
Piergiorgio Gerratana. Il perché?
Secondo il deputato cuperliano, il
nuovo assessore al Territorio e
Ambiente, renziano, va a favorire la
propria corrente nell’ambito delle
elezioni suppletive che si dovranno
svolgere nel comune dove vive,
Rosolini.
CHI È GERRATANA. Ragusano ma
residente a Rosolini, da anni
impegnato in attività politica nella
sinistra giovanile del Pd, nonché
laureato in Scienze Politiche,
Gerratana, imprenditore agricolo, fa
parte della Cia. Trentunenne, è
impegnato anche in attività antiracket.
La nomina si inserisce nella continuità
politica assicurata ai renziani dal
governatore della Regione.
SGARLATA E INTRECCI. La nomina
di Beatrice Basile, la stretta sul
Piano regolatore e la nuova
perimetrazione del Parco Archeologico
di Siracusa sono tre degli elementi che
concorrono a determinare il siluro nei
confronti dell’ex assessore Maria
Rita Sgarlata, vittima di un dossier,
inoltrato dal presidente della Regione
alla Procura, che la vedeva anche
protagonista per la realizzazione di
una piscina all’interno della sua villa
sulla costa in Contrada Isola, a
Siracusa. Così il racconto delle ultime
ore da parte di Sgarlata: «Sono stata
convocata da Crocetta e mi è stato
La piscina incriminata
presentato un dossier per alcune
irregolarità portate avanti dalla
soprintendente Basile, la cui storia
personale tutti conosciamo. Le
venivano imputati vizi amministrativi,
e, in tutta franchezza, per le
abnormità che si leggevano io stessa
ho detto di inviare tutto alla Procura.
Di certo - spiega - non pensavo che si
potesse costruire una macchina del
fango ai miei danni». Dalla piscina
incriminata, l’ex assessore è passata al
clima che si respira alla Regione («Tra
i dirigenti c’è un senso di malessere»)
e, alla fine, ha concluso: «Chi ha
violato la mia privacy, fotografando
l’interno della villa, in fondo mi ha
fatto un favore».
LA PISCINA. Allo scoppio della
vicenda, l’ex assessore aveva affidato
al suo sito tutte le spiegazioni del
Maria Rita Sgarlata
caso: “Le notizie calunniose relative
alla costruzione di una piscina abusiva
nella casa di mia proprietà sono il
frutto di un attacco di natura politica
che inevitabilmente segna il momento
finale di uno scontro che a Siracusa in
questi anni ha visto protagonisti
associazioni, cittadini a difesa della
città e del suo inestimabile paesaggio
da una parte e alcuni imprenditori,
tesi a garantirsi porzioni di quel
territorio per nuove edificazioni,
dall’altra. Nessun abuso è stato
commesso: siamo davanti ad un
castello maldestramente costruito su
una piscina fuori terra prefabbricata,
per la quale è stato richiesto regolare
permesso per quanto, in qualunque
sito on line, manufatti di questo tipo
vengano proposti in vendita proprio
perché esenti da richiesta di
autorizzazione e realizzabili con una
semplice comunicazione”. Infine,
l’affondo: “Siracusa non tornerà
indietro, anche di fronte al colpo di
coda di quelle forze che hanno
spadroneggiato e che, in questi ultimi
mesi, hanno tentato, giorno dopo
giorno, di delegittimare il mio operato
da assessore regionale ai Beni
culturali,primo, tra tutti, il decreto di
perimetrazione del parco archeologico
di Siracusa, mirato a tutelare una
delle aree archeologiche e
paesaggistiche più importanti del
Mediterraneo e, in particolare, la
nomina di Beatrice Basile a
soprintendente della città”.
CONTRADA ISOLA. Nota come
anche come Penisola della Maddalena,
Contrada isola fu pure vincolata
naturalisticamente alla fine degli anni
Novanta. E, nella relazione, il carico
edilizio era chiaramente fotografato: “
la fascia costiera che dà sul porto
grande è stata invasa dalla
costruzione di ville di tipo moderno,
alcune anche di grandi dimensioni che
hanno operato un'aggressione edilizia
tale da trasformare il paesaggio
circostante. Senza considerare, inoltre,
che nella zona insistono un serbatoio
d'acqua molto alto ed un
insediamento di tipo religioso che,
oltre a risultare antiestetici e invasivi,
sono altamente aggressivi dal punto di
vista urbanistico, trattandosi di zona a
prevalente destinazione agricola.
D.D.J.
PRECEDENTI
Quell’okay di Crocetta
QUANDO IL GOVERNATORE, DA SINDACO DI GELA, DISSE SÌ
ALLA VASCA SUL MARE DELLA STONECLUB A MACCHITELLA
Rosario Crocetta
GELA. Una piscina, a pochi passi dal mare, sulla fascia
costiera di Macchitella autorizzata alla Stoneclub, società di
Emanuele Faglica, 46 anni, dentro un lido di proprietà
comunale.
Ad autorizzarla è stata la giunta guidata dell’ex sindaco di
Gela Rosario Crocetta. Che ha affidato l’ex stabilimento
balneare, una struttura estesa quasi cinquemila metri
quadrati, per il canone annuo di 7800 euro, compresi gli
scomputi “a scalare” per le migliorie apportate nella
struttura.
centonove pagina 10
L’immagine della piscina “a ridosso del mare” è pubblicata
su internet, come vetrina del Paradisea Park, gestito ora
dalla famiglia Faglica. Responsabile del settore urbanistica il
funzionario Roberto Mauro, la struttura balneare fu
affidata dopo una gara informale. Perplessità furono
sollevate dall’ex ingegnere responsabile dell’ufficio igiene
del Comune, Roberto Sciascia, che non riscontrò, in sede
di verifica, l’iscrizione alla camera di commercio, poi sanata,
dell’impresa di Faglica, imprenditore conosciuto a Gela per
avere passato un lungo periodo in soggiorno obbligato.
La
misura fu adottata dagli inquirenti, a seguito di indagini sul
traffico della droga su alcuni clan della zona. Nel luglio
scorso un incendio ha divorato parte della struttura gestita
da Faglica, in un territorio interessato dal fenomeno di
abusivismo sulla costa definita dai tecnici dell’Unione
Europea “tra i più preoccupanti ed estesi della Penisola
Italiana”.
19 Settembre 2014
politica
MESSINA. Il gip dichiara cessato il divieto di dimora per Lamaccia e Fazio
Formazione, liberi in tre
Diversa la situazione di Roberto Giunta, che potrà girare liberamente solo nell’ambito della quinta
circoscrizione senza poter entrare in città. Che adesso fa i conti con le conseguenze dell’inchiesta
M E SS I N A . Per una richiesta di ricarcerazione, quella per Francantonio
Genovese, tre protagonisti della
seconda tranche dello scandalo
“Corsi d’oro” ritornano in libertà. O,
meglio, due in piena libertà,
Salvatore Lamacchia e
Domenico Fazio, e un terzo,
Roberto Giunta, con una
restrizione: potrà girare solo
all’interno della circoscrizione in cui
abita, la quinta di Messina. A
deciderlo, lo scorso 9 settembre, il
giudice per le indagini preliminari,
Giovanni De Marco. Ma, con la
facoltà o meno di andare a prendere
un caffè al bar, i tre sono simboli di
un’inchiesta, quella sulla formazione
professionale, che nelle sue due
tranche ha spazzato via e “inguaiato”
l’intera comunità che gravitava
attorno alla segreteria del deputato
ed ex leader del Pd, Francantonio
Genovese, innescando anche una
reazione a catena che, sul fronte
cittadino si è tradotta in contromosse
bancarie e, a livello regionale, in un
azzeramento di tutto il sistema della
Formazione. Azzeramento che ha
avuto come unico risultato, grazie al
binomio Crocetta-Scilabra, di mettere
in crisi anche gli enti che nulla
avevano a che fare con inchieste.
LE DECISIONI. I tre, nell’ambito
dell’inchiesta, erano accomunati dalla
circostanza che Lamacchia, gestore di
fatto dell’Enfap (ente acquistato da
dalla Uil da Genovese), avesse fatto sì
che i dipendenti Domenico Fazio e
Roberto Giunta risultassero al loro
posto di lavoro quando invece erano
distaccati per svolgere funzioni
private, come la segreteria politica in
Salvatore Lamacchia
Roberto Giunta
favore degli onorevoli Genovese e
Rinaldi. Ovviamente, il ruolo di
Lamacchia era ancora più ampio,
essendo dirigente esterno
dell’assessorato alla formazione. L’ex
sindaco di San Piero Patti e Fazio,
dopo una prima fase di domiciliari,
erano stati colpiti da divieto di
dimora, scaduti i termini del quale
sono tornati in libertà. Per quanto
riguarda Giunta, non essendo stata
precisato il luogo rispetto al quale
dovrebbe essere applicato il divieto di
dimora, è stato deciso che possa
muoversi solo all’interno del V
Quartiere, con divieto d’ingresso nella
restante parte della città.
E GENOVESE? A fine agosto, il
Tribunale del riesame, con la
motivazione che i domiciliari
costituirebbero una “località protetta”
dove potrebbe “continuare a
mantenere in vita rapporti e illecite
attività”, stante l’impenetrabilità della
casa, ha deciso di accogliere la
richiesta della Procura disponendo il
ritorno in carcere per Genovese, che a
Gazzi era stato per sei giorni (in
infermeria) dopo il sì all’arresto da
parte della Camera dei deputati. Il
provvedimento, ad ogni modo, non
sarà esecutivo finché non si
pronuncerà la Cassazione. I giudici,
nell’ambito della decisione hanno
sottolineato la “spregiudicatezza e
una non comune inclinazione a
delinquere dell'indagato tenuto conto
della natura, della gravità degli
illeciti contestati e dell'ingente
quantitativo di denaro pubblico di cui
Genovese si è appropriato nel tempo,
usufruendo, per finalità privatistiche
e personali, della carica pubblica
rivestita”. In più, sostengono, il
deputato, ai domiciliari, avrebbe
“mantenuto il controllo della
Caleservice, società attraverso la
quale ha riciclato denaro”,
commettendo “plurime e ingenti
evasioni fiscali”.
DAI MILLE AI MILIONI. La bufera
Corsi d’oro ha avuto due
conseguenze: trascinare nel baratro
tutta una parte della galassia
Genovese che, come veniva fuori da
qualche intercettazione “lamentosa”,
guadagnava poco più di mille euro e
ora dovrà affrontare costosi processi;
creare un effetto domino a livello
economico più alto che parte proprio
dall’ex deputato. Basti pensare al
sequestro per un totale di cinque
milioni di euro che ha colpito il
deputato, gli altri indagati e alcune
società, così ripartito, almeno solo
nell’ambito familiare e societario:
Genovese (733 mila euro), la moglie
Chiara Schirò (119 mila), Francesco
Rinaldi (deputato regionale e
cognato, 81 mila), Sicilia Service srl
(307 mila), Na.Pi. Service srl
(354.350), Centro Servizi 2000 srl
(235 mila) e Caleservice srl (235
mila). Una botta di denaro liquido
che, a catena, rischia di far saltare
mutui, aperture bancarie e, di
conseguenza, possibilità di intervento
in altre situazioni imprenditoriali
collegate all’impero Genovese.
FORMAZIONE AZZERATA. Già
all’indomani della prima tranche
dell’inchiesta, il governatore Rosario
Crocetta e il suo assessore, Nelli
Scilabra, avevano colto la palla al
balzo per “riformare” il sistema della
formazione professionale siciliana.
Non solo, era stato avviato un
controllo a tappeto per verificare tutti
gli enti, cassandone 235 e avviando
contestazioni per altri 43. In più, oltre
a modificare i criteri di scelta dei
corsi, si era di procedere con i piedi di
piombo con le annualità legate
all’aavviso 20, puntando anche sul
piano giovani. Uno dei risultati? La
Cassa integrazione per 584 lavoratori
dello Ial. (R.C.)
PALERMO
Se Scilabra rilancia
NEL MIRINO DEI CINQUESTELLE, L’ASSESSORE
ASSEGNA 150 MILIONI PER L’AVVISO 20
PALERMO. Un bando silurato, una mozione di
sfiducia non calendarizzata e un nuovo piano per la
Formazione, tutto in pochi giorni. La prima notizia
arriva dal ministero del Welfare, che in una nota
trasmessa alla Regione siciliana ha rilevato una serie di
anomalie sull'avviso pubblicato dall'ex dirigente del
dipartimento Formazione Anna Rosa Corsello
invitando l'amministrazione a modificarlo. Si tratta del
bando firmato dopo il flop day del 5 agosto per i
tirocini formativi e che scatenò la dura reazione degli
assessori al Lavoro e alla Formazione Giuseppe Bruno
e Nelli Scilabra, che ripudiarono il provvedimento
perché non informati. Per quanto riguarda la mozione
di sfiducia alla stessa Scilabra, il capogruppo del M5s,
Valentina Zafarana, ha contestato la decisione della
conferenza dei capigruppo dell'Ars di non
calendarizzare, come chiesto dal gruppo pentastellato,
la discussione: «Durante la capigruppo ho chiesto
ufficialmente che la mozione venisse calendarizzata spiega - Il presidente Ardizzone ha messo a verbale la
mia richiesta ma poi è stato deciso di non rinviare la
decisione, convocando la prossima capigruppo al 7
ottobre. Insomma hanno deciso di non decidere.
Eppure c'erano i tempi per farlo già subito».
Altro discorso è invece riguarda l’approvazione, da
parte della giunta regionale, dell'assegnazione di 150
milioni di euro alla Formazione professionale per il
centonove pagina 11
finanziamento della terza annualità dell'avviso 20.
Contestualmente sono state introdotte ulteriori misure
di razionalizzazione e ristrutturazione del sistema
quali: la gratuità della partecipazione da parte degli
utenti ai percorsi formativi, l'utilizzo di immobili
pubblici per lo svolgimento delle attività, la riduzione
dei costi di gestione al 18%, il divieto per gli Enti, di
nuove assunzioni di personale e di nuovi incarichi di
consulenza, l’obbligo per gli enti di effettuare gli
acquisti sulla base di procedure trasparenti e infine
l'istituzione del catalogo regionale dell'offerta
formativa, del repertorio regionale delle
qualificazioni, del libretto formativo del cittadino e del
repertorio dei profili professionale. Infine,
l'amministrazione prevederà nei nuovi avvisi, a
salvaguardia dei livelli occupazionali, l'obbligo di
utilizzare il personale della formazione iscritti all’albo.
19 Settembre 2014
Daniele Zuccarello
politica
Antonella Russo
Nina Lo Presti
PALAZZO ZANCA. Il consiglio comunale vota favorevolmente anche le tariffe del tributo sui rifiuti
Tari... e patta
In un generale “turarsi il naso”, ecco chi ha detto “no”. Le ragioni? Piano dei servizi traballante, costi
e conti che non tornano, città sporca. Ecco perchè la nettezza urbana, a Messina, costa 44 milioni di euro
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Anche le tariffe della Tari,
l’imposta sui rifiuti contenuta nella
Iuc (imposta unica comunale) sono
passate, digerite “turandosi il naso”
da un consiglio comunale che è
bellicosissimo quando si tratta di
discutere di facezie e
sorprendentemente a fianco
dell’amministrazione quando ci sono
da prendere provvedimenti scottanti.
E’ successo dieci giorni fa col piano di
riequilibrio, questa settimana con la
tari, succederà con consuntivo 2013 e
previsionale 2014.
PAGARE MENO, PAGARE TUTTI.
Si pagherà (poco) meno, si pagherà
(più o meno) tutti. Questa, in sintesi,
la spiegazione del provvedimento da
parte dell’assessore al Bilancio Guido
Signorino. Perchè, pur dovendo
coprire per intero i costi del servizio
di igiene urbana, la Tari sarà di poco
meno onerosa della Tares che va a
sostituire. Rispetto alla quale, per
esempio, aumentano le rate (la Tari si
pagherà in quattro tranches invece
che le tre della tares) ma aumentano
anche le “premialità” sotto forma di
agevolazioni ed esenzioni per chi non
è in condizioni di pagare alcunchè,
così come tra la Tarsu di due anni fa e
la Tares dell’anno scorso (tre tariffe
sui rifiuti che in tre anni hanno
assunto nomi diversi...) sono
aumentati esponenzialmente i
contribuenti. L’ufficio tributi, in
maniera prevedibilmente trionfale, ha
fatto sapere che la Tares è stata
pagata da più o meno il 70% dei
cittadini, incassando oltre 33 milioni
di euro sui 42 e rotti totale. Non
l’optimum, ma i tempi in cui un
inviperito Romolo Dell’Acqua,
direttore del dipartimento Tributi,
scriveva inviperito alla Serit (che si
occupava della riscossione per conto
del Comune) lamentando che solo lo
0,24% del dovuto era stato riscosso
(il che equivale a dire che pagava un
messinese su quattrocento),
sembrano lontani. Tutto a gonfie vele,
quindi? Per niente.
QUEL PIANO UN PO’ COSI’. In
aula, ma anche fuori, si sono
registrate parecchie perplessità sulla
quantificazione della Tari. Che è
parametrata sul piano dei servizi che
l’Ato3 fino allo scorso anno, e
Messinambiente quest’anno, presenta
al Comune. Sulla cui congruità tra
costi e servizi si è discusso allo
sfinimento. Che non sia una
questione di lana caprina, lo
testimonia anche quella firma “con
riserva” apposta dal commissario
liquidatore di Messinambiente
Alessio Ciacci. Perchè, per esempio,
è venuto fuori che parecchi dei servizi
previsti dall’Ato3, in realtà non erano
svolti, o lo erano ma con standard
talmente miseri da non poter essere
quantificati. Il fatto che il piano
servizi su quale è basata l’attuale Tari
ricalchi praticamente alla lettera
quello precedente, e costi uguali
(poco meno di 44 milioni di euro), ha
fatto saltare la mosca al naso a
qualcuno.
NOI DICIAMO NO. Per primo a
Santi Zuccarello, consigliere
“dissidente” del Pd, che un anno fa ha
avuto il merito di andare a spulciare il
piano servizi e scoprirlo pieno di
buchi, mancanze, doppioni, amnesie.
E infatti, trovandoselo praticamente
paro paro in aula, non ha votato le
tariffe. Lo stesso ha fatto Nina Lo
Presti, oggi al gruppo misto ma fino
a due settimane fa consigliere “di
maggioranza” di Cambiamo Messina
dal Basso. E dal misto, “niet” anche
da parte di Antonella Russo e
Claudio Cardile (Pd): per
entrambi, le perplessità sul piano dei
servizi, e sui servizi svolti, hanno
avuto la meglio sul “senso di
responsabilità” di chi ha votato a
favore.
ZOOM
Il prezzo di Messinambiente
COME VA AVANTI UNA PARTECIPATA IN CUI GLI STIPENDI INCIDONO
PER L’85% DEL COSTO TOTALE? NON VA. E QUEI RAPPORTI CON L’ATO3...
Alessio Ciacci
MESSINA. Vale i quarantatre milioni di
euro con cui è pagato, il servizio di
raccolta e spazzamento di Messina?
Domanda assolutamente retorica, e
risposta obbligata. No. E allora? Cos’è
che fa lievitare tanto il costo della
“nettezza urbana”? Alessio Ciacci,
commissario liquidatore di
Messinambiente, lo ha spiegato cento
volte. Una società in cui il costo del
personale incide per l’85%, di fatto non
ha margini di investimento, e riesce a
malapena a garantire l’ordinario. Ma
non ha mezzi, obsoleti e non
centonove pagina 12
acquistabili, non riesce a pagare i debiti,
accumula sanzioni e cause perse, ha i
debitori alle calcagna. Ed ha, parole sue,
duecento lavoratori di troppo. Poi c’è
l’infinita diatriba con l’Ato3, agenzia
d’ambito regionale che fungeva da
“tramite” tra Comune e
Messinambiente, e da supervisore dei
servizi. L’Ato3 è in liquidazione, e da un
anno, per legge, ha smesso di
funzionare in attesa che si trasformi in
Srr. Eppure costa ancora tre milioni di
euro. Che sono nella Tari. Perchè?
Misteri. Regionali. (A.C.)
politica
19 Settembre 2014
MESSINA. Partecipata o controllata? Il dilemma del liquidatore della società mista
Feluca identità cercasi
SENTENZE
Il fallimento del socio di maggioranza ignorato da dieci anni.
Ora Santamaura chiede lumi all’assessore Signorino
MESSINA. E’ una partecipata o è una
controllata? E’ il quesito che il liquidatore
della società mista Feluca Spa, Domenico
Santamaura ha chiesto di chiarire il 5
agosto scorso al vicesindaco Guido
Signorino e all’esperto del Comune
Leonardo Termini.
Pressato dai conti quinquennali, in perdita
perenne, la società che avrebbe dovuto
gestire la società civica, risulta oggi
partecipata al 51% dalla cooperativa
Intermedia; al 29% dal Comune e al 20%
dalla Provincia. La cooperativa
Intermedia risulta dichiarata fallita dal
Tribunale di Messina, da diversi anni:
curatore fallimentare Munafò.
All'origine della dichiarazione di
fallimento della coop Intermedia il
mancato adempimento ad una
transazione “a tre” con l’ex socio
“Editoriale Centonove”: non ha pagato
180mila euro. E neppure la quota del
socio “estromesso”: 29mila euro.
Della transazione erano a conoscenza
tanto il Comune, quanto la partecipata
Feluca, in considerazione del fatto che il
decreto ingiuntivo esecutivo era in primo
momento destinato alla spa Feluca, che
aveva usufruito di servizi di connettività
per Palazzo Zanca, 14 circoscrizioni e
trentasei istituti scolastici forniti e
sottoscritti con Telecom da Centonove,
socio fidejussore e sostenitore.
L’atto di transazione fu firmato, a seguito
della rinuncia all’azione esecutiva da
parte di Editoriale Centonove srl, dagli
avvocati Fabrizio Guerrera, per conto
della Intermedia e Marcello Parrinello,
per conto di Centonove.
Ma come ha fatto in dieci anni ad andare
avanti una spa a prevalente capitale
Guido Signorino
privato in barba alle leggi sul diritto
societario e a quelle del codice civile,
facendo finta che il fallimento del socio di
maggioranza non esistesse?
Semplice distrazione? Omissione di atti?
O aperto dolo? Secondo i soci-lavoratori,
che a firma della segretaria provinciale
della Fim-Cisl, Giovanna Beccalli,
dipendente della stessa Feluca spa,
sarebbe tutto regolare. Anzi: il fatto che il
Comune in regime di “esclusività di
servizio” abbia nel tempo pagato anche al
posto del socio Internedia e della
Provincia di Messina, sarebbe una prova
del fatto che Feluca spa è una controllata
e non già una partecipata. Non è dello
stesso avviso il Tribunale di Messina che
ha rigettato una istanza dell’Editoriale
Centonove e neppure la Corte dei Conti
che sulla vicenda sta per completare una
complessa indagine.Sulla nota della FimCisl inviata il 16 settembre scorso al
sindaco di Messina Accorinti, al
vicesindaco Guido Signorino, al segretario
Le Donne, al liquidatore Domenico
Santamaura e al prefetto di Messina,
Stefano Trotta, nessuno ha risposto.
Pinella Aliberti
Servizi sociali, Aliberti è innocente
L’ex assessore assolta dal reato di abuso d’uffico. Dietro le quinte dell’inchiesta
gli interessi su 22 milioni di fondi da gestire. Con discrezionalità politica
MESSINA. “Il fatto non costituisce
reato…”. Dopo anni di tormento per
l’ex assessore ai servizi sociali Pinella
Aliberti, difesa dall’avvocato Carmelo
Scillia, arriva dalla seconda sezione
del Tribunale presieduta da Mario
Samperi la piena assoluzione dal
reato di abuso d’ufficio che le veniva
contestato, insieme al dirigente del
Comune Giacomo Leotta, a proposito
dell’assegnazione di trecento mila
euro di contributi.
L’indagine scaturì da una serie di
articoli di giornali, scritti
maliziosamente ad arte, e da alcune
incaute dichiarazioni dell’ex sindaco
PARADOSSI
Genio civile, una scrivania per due
NOMINA PER LEONARDO SANTORO. MA ANCHE “L’EX” GAETANO SCIACCA RESTA AL SUO POSTO
MESSINA. Se a Roma ci sono due Papi, a Messina
ci sono invece due ingegneri-capo del Genio
Civile, Gaetano Sciacca, in attesa di nomina
ufficiale alla presidenza dell’Urega, l’ente che
cura gli appalti soprasoglia comunitaria, e
Leonardo Santoro, nominato per la guida
dell’Ente. Ma se a Roma i due Papi hanno sedi
diverse, a Messina Santoro e Sciacca hanno una
sola scrivania da dividere: la nomina ufficiale per
Gaetano Sciacca non è infatti ancora arrivata. A
deliberarla deve essere la speciale commissione
dell’Ufficio tecnico dell’assessorato alle
Infrastrutture, cui segue poi il decreto di firma
del presidente della Regione. A complicare la
questione, poi, anche il fatto che Genio Civile
Urega si trovano nello stesso Palazzo ocra.
Per dirimere la questione, fatto ancora più
insolito, i due ingegneri, con una sola scrivania,
Santoro e Sciacca, hanno deciso di scrivere una
lettera a doppia firma, al capo del settore
tecnico dell’assessorato, Fulvio Bellomo ponendo
il problema non solo dal punto di vista logistico.
Il funzionario, che tra l’altro conosce
personalmente entrambi, sta ora predisponendo
una lettera dove rimarcherà solo “il
disallineamento dei tempi”, in considerazione
che l’ex capo dell’ufficio cui lo stesso è stato
chiamato a insediarsi, Santoro, dopo la
designazione di Sciacca, è andato in pensione. E
assicurando poi che il voto della commissione per
la nomina di Sciacca alla prima riunione utile sarà
deliberato, a stretto giro di posta.
centonove pagina 13
Gaetano Sciacca
di Messina Giuseppe Buzzanca, che
aveva invitato l’assessore a dimettersi
“per evitare strumentalizzazioni”.
Alla Aliberti veniva contestato "un
uso discrezionale delle risorse
assegnate" ai servizi sociali e fuori dal
regolamento. Un fatto che si è poi
rivelato errato. Nel mirino c'erano
infatti tredici determine del 2010, con
importi oscillanti tra i diecimila e i
ventimila euro, assegnati alle
associazioni Marco Polo; Mercurius;
Asd, gruppo naturalistico Nebrodi;
Smile; Airfos; Nebrodi Service 2000;
Aria Nuova; Insieme per la città 2008;
Eurolab; Progetto Nuovo Ambienete;
Per sempre Freddie; Fast Service;
Beatyful Minds.
A lamentare i danni, ad avviso
dell’accusa, erano altre associazioni
come i Padri Rogazionisti; la coop
Crisalide; la Cirs; e altri perché
sarebbe stata cancellata una delibera
di assegnazione fondi già riconosciuti
tra il 27 ottobre e il 15 dicembre
2010.
In verità, con il senno di poi,
l’apertura dell’inchiesta servì solo a
disarcionare Pinella Aliberti e a fare
spazio ad altri soggetti, che come
hanno dimostrato le successive
cronache non hanno poi mostrato la
stessa diligenza nei servizi sociali: in
ballo c’erano infatti 22 milioni di
fondi da gestire. Con "dicrezionalità
politica".
19 Settembre 2014
politica
PATTI
Se in aula l’opposizione...fa cinema
Dubbi sulla gestione della struttura comunale. La replica dell’associazione Filokalon
Patti. Il Cine Teatro “Beniamino
Il sindaco Salvatore Campagna
CONDRO’. Scompaiono i manifesti sull’aumento delle indennità
Manifesti fantasma
Il Gruppo “Primavera” per ben due volte si è visto strappare
il testo della denuncia politica. E la questione finisce in procura
Condro’. L’opposizione a Condrò si fa sui
muri. Ma non tutti gradiscono.
Specialmente quando al centro del
maniesto c’è l’aumento di indennità del
sindaco Salvatore Campagna. I
consiglieri comunali Giuseppe Catanese,
Sebastiano Ficarra, Sandie Ricciardi e
Gino Scattareggia addirittura parlano di
«vile attacco alla libertà di pensiero e
alla dialettica democratica». Il gruppo
“Primavera” (questo il nome della lista)
si era fatto promotore di un manifesto
affisso per le vie del paese con il quale
denunciava «l’aumento spropositato»
delle indennità di carica da parte dei
componenti della giunta (Campagna.
Con una delibera proposta dal primo
cittadino, l’indennità del vice sindaco è
passata da 432 euro a 766,94; quella
degli assessori da 253 a 627,49 con un
incremento medio pari quasi al triplo
delle precedenti indennità percepite
prima delle ultime elezioni tenutesi nel
maggio 2014. Venerdì 12 settembre i
manifesti venivano affissi per le vie di
Condrò ma la mattina dopo, l’amara
sorpresa: erano scomparsi. Lo stesso
pomeriggio i consiglieri hanno deciso di
riaffiggerli «ma qualcuno (non certo
perché ne voleva una copia da tenere
come ricordo!), ha pensato nuovamente
di strapparli», scrivono. «Pertanto spiegano Catanese, Ficarra, Ricciardi e
Scattareggia - abbiamo deciso di
denunciare il fatto alle autorità
competenti, poiché riteniamo che tale
gesto sia inammissibile e di enorme
gravità sociale, in una piccola comunità
come la nostra in cui dovrebbero
prevalere onestà e trasparenza.
Ribadiamo ancora, sul piano del merito
squisitamente politico, che non siamo
assolutamente d'accordo con quanto
deliberato dall’amministrazione
Campagna, in quanto, in tempi di crisi
in cui le famiglie non arrivano a fine
mese, aumentarsi le indennità di carica
è una cosa vergognosa».
Ioppolo” oggetto di polemiche in
consiglio comunale. I consiglieri di
opposizione Filippo Tripoli, Nino
Gigante, Pasqualino La Macchia e
Federico Impalà, con una mozione
hanno chiesto al sindaco Mauro Aquino
di “accendere i riflettori” sulla gestione
del cine teatro comunale affidata il 19
maggio 2012 all’associazione Filokalon.
Nella mozione i consiglieri, oltre a
precisare che l’associazione Filokalon si
è costituita legalmente solo una
settimana prima della scadenza dei
termini previsti nel bando, hanno
evidenziato che era stata anche l’unica
concorrente a partecipare alla gara
offrendo 6mila euro per il canone
annuo d’affitto, ovvero il 100% in più
di quanto previsto nel bando. Fra le
altre cose i consiglieri sostengono che
l’articolo 6 del capitolato, tra gli altri
obblighi, prevede che la
programmazione cinematografica
riguardi film di prima visione in
contemporanea nazionale, in misura
non inferiore al 70% di tutte le
proiezioni. Orbene – si legge nella
mozione -, è accaduto che
l’associazione Filokalon dalla data di
affidamento della struttura, 19/05/2012,
fino al 09/05/2013 ha proiettato solo un
film di prima visione in contemporanea
nazionale su trenta complessivi, pari,
pertanto, al 3,33%, quindi ben al di
sotto di quanto richiesto dal capitolato
d’oneri. Pertanto, il consiglio comunale
– conclude la mozione - preso atto delle
inadempienze, e anche di alcune
criticità economiche sollevate dal
revisore dei conti, Antonino
Mastrantonio, impegna il sindaco
affinchè, in ottemperanza al capitolato
d’oneri e alle sanzioni ivi previste,
provveda a revocare la concessione a
VALZER
Il valzer del segretario
ROTAZIONI A MISTRETTA, PATTI, MILAZZO E LIPARI
Messina. Fermento nei municipi di Patti, Mistretta, Lipari e Milazzo dove le
poltrone dei segretari comunali si fanno sempre più ballerine. A Mistretta Andrea
Gaglio prende il posto di Maria Natoli Scialli; Maria Giovanna Costanza, invece, ha
lasciato Patti per trasferirsi a Zafferana Etnea, al suo posto dovrebbe subentrare
un'altra donna. La favorita sembra essere Lyda De Gregorio, in servizio a
Francavilla. Questa volta il cambio, il terzo dall’insediamento del sindaco Mauro
Aquino, dovrebbe essere per motivi familiari e non per dissapori interni. Santino
Alligo, dopo aver lasciato Lipari alla volta di Milazzo, ha compiuto il percorso
inverso. La strana decisione di Alligo lascia sguarnita la sede di Milazzo che, per
quanto sede di prestigio, non sembra avere molti aspiranti.
santi Alligo
centonove pagina 14
Franco Zanghì
suo tempo rilasciata”. A non farsi
attendere è la risposta del presidente
dell’Associazione Filokalon, Franco
Zanghì: «Premesso che ad aver
partecipato alla gara oggetto del
contendere vi era anche l’associazione
“La Maschera”( presieduta dal vecchio
gestore Franco Musarra) che, però,
avendo inserito nella busta solo dei
fogli in bianco, è stata esclusa, proprio
perché non eravamo gli unici
partecipanti, siamo stati costretti al
alzare l’offerta. Riguardo al periodo
preso dai quattro consiglieri di
opposizione - continua Zanghì – tengo
a precisare che la nostra attività è
iniziata il 14 dicembre 2012, ovvero sei
mesi dopo rispetto alla data indicata
nella mozione dai consiglieri, e si è
conclusa il 9 maggio del 2013, con
proiezioni ininterrotte di film (ben 15 in
prima visione), eccetto nelle giornate in
concessione al comune e durante la
normale chiusura estiva. Inoltre, la
nostra attività non ha comportato
nessun aggravio alle casse comunali
perché, nonostante le iniziali difficoltà
poste dalle agenzie di distribuzione,
nel giro di 4 settimane siamo riusciti ad
ottenere la loro fiducia e, visti gli ottimi
incassi, hanno cominciato ad offrirci i
loro prodotti in esclusiva. Riguardo
all’esperienza richiesta nel bando
relativamente al settore
cinematografico, teatrale, musicale e
culturale - conclude Zanghì - anche se la
nostra associazione non aveva nessuna
esperienza perché costituita solo una
settimana prima, ad averla erano tutti i
membri che ne fanno e che hanno
sempre lavorato nel settore artistico –
cinematografico anche ad alti livelli».
Pamela Arena
19 Settembre 2014
sicilia
CARONIA
Incendi misteriosi? Colpa
di esperimenti militari
AMBIENTE. Il perito incaricato dal Tar smonta le conclusioni sulla “non pericolosità” della struttura
Muos, tutto da rifare
“L’affermazione dell’istituto superiore della sanità di danno trascurabile non è condivisibile”. Così Marcello D’Amore
contesta i risultati delle analisi. E sul rischio aereo spiega “E’ stato sottovalutato”. Ecco la relazione “bomba”
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. “L’affermazione dell’ISS
(istituto superiore della sanità, ndr) di
danno trascurabile (...) non è
condivisibile. Al contrario, si ritiene che
un tale evento debba essere evitato”.
Firmato Marcello D’Amore. Sono
servite appena quaranta pagine al
professore emerito di Elettrotecnica
dell’università LA Sapienza di Roma per
sbuguardare l’Iss, l’Arpa (agenzia
regionale per la protezione
dell’ambiente) e Enav (ente nazionale
dell’aviazione civile), e gettare di nuovo
lunghe e minacciose ombre sul Muos di
Niscemi.
LA RELAZIONE. Venerdi 12
settembre, D’amore ha depositato alla
prima sezione del Tar Palermo la sua
relazione, come richiesto dal tribunale
amministrativo dopo l’udienza del 27
marzo scorso, a integrazione degli studi
dei tre organismi. Quello che ne è
venuto fuori è preoccupante. Intanto per
la “leggerezza” con la quale sono state
effettuati gli studi sull’impatto del
sistema militare (“L’ISS, a causa del
tempo limitato previsto per svolgere le
proprie valutazioni non è stato in grado
di procedere all'acquisizione né dei
codici di calcolo, né dei dati dettagliati
necessari”, scrive D’Amore, aggiungendo
che “Si è dovuto ricorrere a procedure di
calcolo semplificate ritenendo che tali
procedure potessero dare indicazioni
nell'ottica del caso peggiore"), ma
soprattutto per le conclusioni.
QUELLE ANTENNE... Se il rischio
all’esposizione elettromagnetica è
acclarato, ne esce male anche l’impatto
sul traffico aereo. “ENAV non tiene
conto della presenza degli aeroporti di
catania e Sigonella nel territorio
potenzialmente interessato dalle
antenne del Muos”, relaziona D’Amore,
stigmatizzando l’incredibile
superficialità delle indagini condotte
dall’ente per l’aviazione civile. E la
regione?
ARPA...STONATA. CI sono valori di
campo elettrico diversissimi tra loro
nelle due indagini condotte dall’Ispra
(Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale) e dall’Arpa, scrive
D’Amore. Discordanze che “avrebbero
dovuto costituire oggetto di indagine da
parte di Arpa Sicilia”. La regione, però si
CARONIA. I misteriosi incendi che
da un decennio abbondante
flagellano il piccolo comune al
confine tra Messina e Palermo? Il
sindaco Calogero Beringheli non
ha dubbi: colpa di esperimenti
militari. Una storia che ha del
fantascientifico, anche perchè
Beringheli giura di essere in
possesso di una relazione top
secret scritta da una commissione
scientificaincaricata di studiare i
fenomeni. Lo ha rivelato lo stesso
sindaco nel corso della
trasmissione di Radio Uno “Restate
scomodi”, aggiungendo particolari
alla fantascientifica vicenda:
secondo la commissione, tra le
ipotesi più probabili vi sarebbe la
sperimentazioni di nuove armi.
Anch’esse, ovviamente, “top
secret”. A Caronia, i misteriosi
fuochi sono iniziati nel 2004. Dopo
un periodo di attenzione, i
riflettori si sono spenti e, da 2007,
sono terminati anche i
monitoraggi. Da un anno, però, i
fenomeni sono tornati.
Inspiegabili come prima.
Circostanza che ha indotto
Beringheli ad ordinare lo
sgombero di 148 abitanti. E il
mistero continua.
riscatta con la relazione degli esperti,
che contestano le tesi “distensive”
dell’Iss e chiedono una valutazione
integrata del Muos insieme alle altre
sorgenti di rischio rilevante nell’area (il
petrolchimico di Gela su tutti) e
un’analisi sui possibili effetti su fauna e
flora della riserva di Niscemi. Il 25
novembre si tornerà di nuovo davanti ai
magistrati amministrativi. Che dovranno
tenere conto delle riserve sollevate.
VILLAFRANCA TIRRENA
Terna torna in consiglio
L’ASSESSORATO REGIONALE RITIRA IL PARERE FAVOREVOLE
ALLA VARIANTE DELLA STRADA PER ARRIVARE ALLA STAZIONE ELETTRICA
MESSINA. Terna continua a far discutere Villafranca
Tirrena. Il 3 settembre, il consiglio comunale avrebbe
dovuto deliberare sulla “variante semplificata” per la
realizzazione della strada di servizio alla stazione Terna
di torrente Gallo. A contestare il parere favorevole da
parte dell’assessorato regionale al territorio ci hanno
pensato le associazioni ambientaliste: il consiglio si è
aggiornato per approfondire la vicenda, ma la novità è
che è lo stesso dipartimento regionale ad aver ritirato il
provvedimento di “via libera”.
Cosa è accaduto? Da Palermo avevano dato il via libera
alla variante ritenendo la sua “non assoggettabilità alla
Vas (valutazione ambientale strategica), “non
centonove pagina 15
accorgendosi” che tutto l’intervento invece ricade in Zps,
la zona a protezione speciale con vincolo imposto dalla
comunità europea per tutti i tipi di edificazioni e
costruzioni. Secondo l’associazione “I Cittadini” di
Villafranca, poi, sarebbe l’intero progetto di pista a
ricadere in Zps. Quello che, superando la stazione
elettrica, giunge alla discenderia della galleria
ferroviaria, senza tenere conto dei torrenti.
Ma non è solo il progetto della variante a sollevare
perplessità: perchè, spiegano l’associazione
ambientalista Man ed il comitato “Salviamo il
paesaggio”, “il piano regolatore vigente di Villafranca
Tirrena, approvato nel 2005, per responsabilità
dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente non è
mai stato sottoposto né a VAS nè a Valutazione
d’incidenza ambientale, nonostante il territorio
comunale ricada al 90 % in Zona di Protezione Speciale e
per una percentuale appena inferiore in SIC (sito
d’interesse comunitario, ndr)”. la parola, adesso, ripassa
al consiglio comunale.
19 Settembre 2014
sicilia
MESSINA. Il piano di razionalizzazione degli isituti scolastici. Con questi paradossi
Se il Nautico naviga a vista
Mentre rischia la chiusura lo storico liceo Maurolico, scoppia di richieste l’istituto tecnico Caio Duilio.
Ma la soluzione prevista dal commissario della Provincia potrebbe essere peggiore del male. Ecco perchè
Filippo Romano
L’ingresso dell’istituto tecnico Caio Duilio
DI
ANDREA SMITH
MESSINA. Così come non c’è rosa
senza spine, non c’è anno scolastico
che non si apra con i soliti problemi. Lo
stretto margine di tempo a disposizione
degli uffici provinciali fa sì che i risultati
delle operazioni non siano
completamente esatti e sia necessario
apportare rettifiche, rivisitazioni,
aggiustamenti, che comportato un
valzer di docenti che cambiano scuola
di assegnazione e qualcuno, magari, è
costretto a ritornare nella provincia di
provenienza. E questo ancora oggi,
dopo il primo settembre. La
conseguenza di ciò è anche quella di
non potere nominare i supplenti sui
posti liberi per l’anno scolastico non
solo dal primo settembre, ma nemmeno
dal giorno ufficiale di inizio delle
lezioni.
I problemi ricadono sui dirigenti
scolastici, che devono trovare soluzioni
per redigere l’orario delle lezioni e
organizzare al meglio - d’intesa col
Direttore dei servizi Generali ed
Amministrativi (DSGA) - il lavoro delle
segreterie anch’esse sguarnite nei posti
d’organico, che devono essere coperte
con le supplenze. Un circolo vizioso che
troverà la sua soluzione non prima della
fine di settembre, quando un numero
importante di giorni dei 200 di lezioni
richiesti per la validità dell’anno
scolastico sono andati via. CACCIA AI
LOCALI. Un altro vecchio problema
ricorrente di solito all’inizio dell’anno
scolastico è la caccia ai locali che
mancano per potere ospitare gli alunni
delle classi che sono state formate e
autorizzate, perché quelli a disposizione
non sono sufficienti - a prescindere
dalle disposizioni che vogliono venga
effettuato l’accoglimento delle iscrizioni
nel limite dei posti e elle aule
disponibili e prevedendo una successiva
fase di ricollocazione degli esuberi in
istituzioni scolastiche diverse, con
l’apporto dell’opera di coordinamento
dell’ufficio provinciale. Purtroppo
questo non è sempre possibile perché,
complice anche la razionalizzazione
della rete scolastica, per certe realtà
uniche nella provincia o diventate
uniche nel comune per la loro
specificità, la distribuzione degli esuberi
centonove pagina 16
è materialmente impossibile. In
quest’ultima casistica rientrano l’Istituto
Superiore “Verona Trento – Majorana” e
l’ITN “Duilio”, ambedue di Messina. Il
primo ha prima assorbito l’unico istituto
professionale del settore industria e
artigianato che, a sua volta, aveva
assorbito l’ITI “Marconi”. Quindi, se a
Messina si desidera frequentare un
indirizzo tecnico industriale o
professionale per l’industria e
artigianato bisogna iscriversi all’istituto
“Verona Trento – Maiorana”. Il secondo,
anche se quest’anno in qualche istituto
della provincia è stato attivato
l’indirizzo nautico, fino all’anno
scolastico 2013/2014, rappresenta
l’unica istituzione funzionante nella
provincia per il settore nautico. La
conseguenza è che devono accettare
tutte le iscrizioni pervenute per
garantire il diritto allo studio. L’inizio di
quest’anno scolastico al “Duilio” e al
“Verona Trento-Majorana”, però, non ha
portato solo i problemi di locali per il
presente, ma anche quelli per il
prossimo anno scolastico, perché, nel
piano predisposto dal Commissario
straordinario della Provincia, Filippo
Romano, per razionalizzare l’uso dei
locali scolastici e utilizzarli pienamente
secondo le esigenze della scuola, è
prevista una sorta di scambio di sedi:
l’ITN “Duilio”, che attualmente utilizza
anche aule del “Verona TrentoMajorana”, si andrà a sistemare nei
locali di Viale Giostra, accanto
all’istituto “Antonello” e dove in atto
funzionano le classi dell’ex “Marconi” e
“Majorana”; l’istituto “Verona TrentoMajorana” assorbirà totalmente le classi
nei locali di Via Ugo Bassi, con
l’assegnazione di locali nell’edificio
dell’attuale nautico per la sistemazione
dei laboratori degli indirizzi
professionali. In teoria, guardandola
sulla carta, l’operazione appare logica
anche perché pone la parola fine
all’andirivieni di docenti tra i vari plessi
variamente dislocati. In pratica non
sarebbe così, pur nel rispetto delle
reciproche posizioni, per le diverse
valutazioni espresse dai due dirigenti
scolastici.
1100 STUDENTI POSSON BASTARE.
A dirigere l’istituto Verona Trento Majorana” dallo scorso 1° settembre in
sicilia
via definitiva è la professoressa
Simonetta Di Prima, dopo due anni di
assegnazione provvisoria limitata
all’anno scolastico. Nell’istituto
funzionano complessivamente quasi
1100 alunni suddivisi in 56 classi comprese le articolazioni -, di cui 11 di
indirizzo professionale e 10 di indirizzo
industriale – ex Marconi – allocate nei
locali di viale Giostra, ove attualmente
risultano inutilizzate solo cinque classi.
Nell’istituto di Via Ugo Bassi in un’ala
con 18 aule, più i locali dell’ex
“Macelleria”, precisa la professoressa Di
Prima, sono ospitati studenti dell’ITN,
quindi le classi del biennio hanno una
loro dislocazione fissa, mentre quelle
del triennio, per effettuare l’orario
completo delle lezioni, sono costrette ad
effettuare una continua rotazione
giornaliera. Per cui gli studenti del Ctp
(Centri Territoriali Permanenti) - che
saranno sostituti con i Cpia (Centri
Permanenti Istruzione per Adulti) -,
nella maggioranza extracomunitari,
possono frequentare le lezioni solo in
orario pomeridiano. Al Centro per il
corrente hanno si registrano già 150
iscrizioni. Ecco perché l’orario di
apertura dell’istituto è previsto dalle ore
7,30 alle ore 20.
TRAFERIMENTO A GIOSTRA. La
dirigente Di Prima esprime, nel
complesso, il suo gradimento per il
progetto che consentirebbe la
sistemazione di tutte le classi in
un’unica sede, ma al tempo stesso non
nasconde qualche perplessità circa la
reale possibilità – stante anche il
limitato tempo a disposizione per
effettuare i lavori - di trasferimento di
tutti i laboratori dalla sede di viale
Giostra a quella che verrà riservata nel
vicino immobile attualmente occupato
dal nautico, ed in modo particolare per
quello nato dall’accoro con la casa
automobilistica Toyota. E non sottace
situazioni che non permetterebbero,
invece, come si propone da altra parte,
l’inversione dell’istituto da trasferire in
Viale Giostra: alcune opere realizzate
sono di esclusiva proprietà dell’istituto
perché realizzati con fondi europei,
quindi non cedibili; per non parlare poi
della parte del vecchio ITI “Verona
Trento”, che sembrerebbe sia di
proprietà dell’istituto. Nessuno,
pertanto, potrebbe spogliarlo della
disponibilità.
I DUBBI DELLA DIRIGENTE SCHIRO’.
A dirigere il Caio Duilio, l’istituto di Via
La Farina- le cui origini risalgono al
lontano 1848 - già da diversi anni è la
professoressa Maria Schirò. Nell’istituto
funzionano 45 classi, il cui triennio è
suddiviso negli indirizzi capitani,
macchinisti e logistica, per un
complessivo numero di 1.077 studenti.
Di questi, 507 provengono da comuni
diversi da quello di Messina e vi sono
compresi 103 ragazzi provenienti dalla
vicina Calabria. E proprio in forza di
questa diversa composizione della
comunità studentesca- propria
dell’unicità dell’indirizzo in ambito
provinciale - rispetto alle altre scuole
ove ricorre, invece, l’elemento della
residenzialità locale, che la Dirigente
esprime in primo luogo il suo dissenso
alla delibera del Commissario
straordinario della Provincia regionale
di Messina n° 181 del 3/7/2014.
Posizione condivisa anche dal primo
collaboratore della presidenza
professore Mario Raffa, che fa notare
come i dati a cui ha fatto riferimento
l’ufficio della Provincia per calcolare gli
spazi utili ad ospitare gli studenti siano
riferiti all’anno scolastico 2013-14,
inferiori nel numero rispetto al corrente
anno e che in previsione dovrebbero
essere minori di quello dell’anno 20152016 nel quale dovrebbe essere
realizzato il trasferimento in Viale
Giostra. Inoltre per l’istituto sarebbero
stati previsti locali speciali di
laboratorio inferiori ai 19 necessari. È
ribadito, inoltre, il dubbio circa la
Maria Schirò
possibilità del trasferimento del
laboratorio “Toyota”, Progetto T-TEP,
per il quale , pare, esistano vincoli
particolari di esclusiva pertinenza
dell’IPIA “Majorana”.
CONTRODEDUZIONI A ROMANO. In
tal caso, come la dirigente Schirò ha
precisato in una nota inviata anche al
Commissario straordinario Filippo
Romano, si riscontrerebbe una
decurtazione di ulteriori non precisati
mq che renderebbe ancora più
insufficiente lo spazio disponibile per
l’ipotetico trasferimento dell’ITN “Caio
Duilio”. E fin qui considerazioni di
carattere puramente ragioneristico. Vi
sono poi considerazioni di natura
organizzativa e di logistica che vanno
dalla difficoltà per i ragazzi ,
provenienti da diverse località, a
raggiungere la scuola in tempo utile,
così come quella di potere effettuare il
rientro in sede. Da non sottovalutare,
anche, che al momento la strategica
dislocazione dell’istituto consente ai
ragazzi di svolgere con facilità attività
di stage presso partners, pubblici e
privati, le cui sedi vicine permettono di
19 Settembre 2014
raggiungere le relative strutture a piedi.
Dette attività si intensificheranno con
l’avvio del nascente Polo Tecnico
Professionale, facente parte dei 4
autorizzati nella regione, che vede il
Duilio titolare della rete. Ma poi, si
chiede ancora la dirigente scolastica: vi
è veramente la convenienza economica
nel portare a termine l’operazione
preventivata quando si dovrà far fronte
ad una spesa non indifferente per un
trasloco che può essere affidato solo a
ditte altamente specializzate nel
settore? Basti solo pensare al motore
gemello della “Cariddi”, perfettamente
funzionante, da smontare, traslocare e
rimontar in loco; non sarebbe più
proficua la costruzione dell’edificio
scolastico per il “Duilio”, che
sembrerebbe prevista nel piano
regolatore con un costo preventivato di
€ 11.840,00? Questa la situazione per
un progetto iniziato tanti anni fa, che
ha visto la costruzione di un immobile
all’Annunziata per il nautico e rimasto
per diversi anni incompleto e poi
inutilizzato, laddove invece è andato a
sistemarsi l’Istituto “Bisazza, che nel
frattempo non poteva più funzionare in
Via Catania.
IL LENTO ADDIO DEL MAUROLICO.
Problemi di questo genere certamente
non li ha l’altro istituto storico della
città, il liceo classico “Maurolico”, che,
continuando a registrare una
diminuzione dell’organico, di locali non
ha problemi. Quest’anno ha attivato
solo tre classi prime e il numero dei
sette corsi completi quasi resta un
ricordo. Sarebbe un peccato vedere
scomparire, nell’ottica di un piano di
razionalizzazione della rete scolastica
che al momento non prevede in
presenza di 600 studenti l’assegnazione
in esclusiva del DSGA (Direttore dei
servizi generali e amministrativi) e di
un Dirigente Scolastico titolare e non
reggente, un altro pezzo di storia della
Scuola Messinese.
IL CASO
Un muro sulla memoria di Nicholas Green
CHIESTO IL RECUPERO DELLA STRUTTURA. AD UN ANNO
NESSUNA RISPOSTA. LA NOTA DEL CONSIGLIERE BARRESI
MESSINA. Alzi la mano chi non si ricorda di Nicholas Green. La storia del
bambino statunitense, vittima nel 94, a soli sette anni, di un assassinio
sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria nei pressi dell'uscita di Serre (vicino a
Vibo Valentia) mentre era diretto in Sicilia con la famiglia, resta ancora nei nostri
cuori. L'automobile su cui viaggiava insieme ai genitori il 29 settembre 1994, una
Autobianchi Y10, fu accidentalmente scambiata per quella di un gioielliere da
alcuni rapinatori che tentarono un furto, degenerato poi
in omicidio. Ricoverato al centro neurochirurgico del
Policlinico di Messina, Nicholas morì qualche giorno
dopo. Messina gli intitolò una scuola.
Ora, il prossimo 23 settembre, giungerà in città,
Reginald Green, padre del piccolo Nicholas. Reginald
Green arriva a Messina dopo aver visitato alcune località
italiane che hanno dedicato a Nicholas, vie o parchi. Ma
cosa rimane di quella scuola intitolata al bimbo? «Solo
un ammasso di macerie - scrive in una nota Mario Barresi,
consigliere Pd 3^ Circoscirizione - A Messina città dove
Nicholas morì, viene offesa la memoria di quel povero
bimbo e della famiglia intera, la quale autorizzò la donazione degli organi del
figlio, contribuendo ad un aumento notevole delle donazioni di organi, che nel
1994 in Italia non riscuoteva abbastanza riscontro da parte dei cittadini». Barresi
ricorda infatti al sindaco di Messina, assessore alle Politiche Scolastiche, dirigente
al Patrimonio del Comune, Dirigente di Messinambiente e Polizia Municipale che
da un anno chiede che «la scuola è abbandonata da 6 anni senza aver
conosciuto mai il vero motivo della chiusura. L’interno come l’esterno del plesso
sembrano resti di un edificio bombardato, tanta è la distruzione che si presenta
a chi si reca sul posto». Barresi ha proposto il recupero della struttura anche per
usi diversi da quello scolastico e la stessa richiesta è stata esitata anche tramite
una proposta di delibera del consiglio della 3^Circoscirizione. «In via
preliminare - spiega - ho chiesto agli organi competenti almeno la bonifica della
struttura da materiali inerti, anche pericolosi, che
mettono a rischio i bimbi e i ragazzi che in quel luogo
trovano lo spazio per giocare.
Dal luglio 2013 ad oggi quindi vi è stato solo un
innumerevole scambio di carte senza trovare alcuna
soluzione. Intanto il degrado a monte di Valle degli
Angeli aumenta e il silenzio delle Istituzioni è davvero
sconcertante. Ancor di più sconcertante è l’unica
proposta giunta dal Comune che suggerisce di
costruire un muro di cemento armato davanti al
Cancello della ex scuola Nicholas Green per impedire
l’accesso a vandali e persone male intenzionate».
centonove pagina 17
19 Settembre 2014
sicilia
Peppe Maimone
Maurizio Capone
MILAZZO. Polemica sul finanziamento della Raffineria alla manifestazione dell’associazione commercianti
La Notte della Ram
Gli ambientalisti contestano l’elargizione dei piccoli contributi da parte del colosso industriale. Il sindaco Pino
lavora su un protocollo per la responsabilità sociale d’impresa. Gli organizzatori: «Non ci siamo venduti»
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
MESSINA. E’ giusto chiedere e ottenere
sponsorizzazioni alle (contestate)
industrie del territorio? L’argomento
ritorna d’attualità a Milazzo con
l’organizzazione della Notte Bianca,
iniziativa promossa dall’associazione di
commercianti “ViviAmo Milazzo” e
patrocinata dal comune di Milazzo.
Sulla locandina dell’evento che si
svilupperà nella notte tra sabato 20 e
domenica 21 settembre campeggia il
logo della Raffineria di Milazzo che
avrebbe elargito un sostanzioso
contributo (non si conoscono le cifre
ufficiali). Tanto basta per far storcere il
naso alle associazioni ambientaliste,
dall’Adasc alla Federazione dei Verdi.
Non è escluso che durante la
manifestazione che interesserà il centro
cittadino (Marina Garibaldi, via Medici,
Piazza Duomo) ci possa essere un flash
mob organizzato da giovani in segno di
protesta. «Non ritengo a priori che le
industrie non debbano sostenere
iniziative - argomento Peppe Maimone,
presidente dell’Adasc - ma bisogna
adottare un criterio per evitare che i
piccoli contributi a pioggia possano
essere interpretati come elemosine. Il
ritorno della Notte bianca quale sarà
per la città? Sarebbe stato meglio
contribuire per rendere più decorosa la
città». Secondo l’Adasc si dovrebbe
aprire un tavolo tecnico a cui far sedere
industrie, amministratori comunali e
associazioni del territorio e stilare tutti
insieme obiettivi a breve, medio e lungo
termine che le industrie potrebbero
sostenere in trasparenza e alla luce del
sole». In realtà questo è un progetto a
cui l’amministrazione Pino sta
lavorando da oltre un anno e mezzo.
Ma tra mille emergenze (l’ente è in
dissesto economico) e una intesa di
massima che evidentemente non
soddisfa le parti, il protocollo è stato
messo da parte. «C’è in discussione un
protocollo sulla responsabilità sociale
d’impresa della Ram - ammette il
sindaco Carmelo Pino - si lavorerà per
cercare ad una stesura che veda le
aziende impegnate a investire sul
territorio in termini di rilancio
dell’immagine con iniziative di
rilevanza sociale e culturale. Tenteremo
di adottarlo entro la fine della
legislatura». Il Comune patrocinerà la
Notte Bianca mettendo a disposizione
palchi e la polizia municipale. Tutti i
costi dell’iniziativa saranno a carico di
ViviAmo Milazzo. Nel programma è
prevista musica dal vivo, mostre di
quadri e artigianato, si potranno
visitare le chiese. «La Raffineria esiste
da oltre 50 anni - dice Maurizio
Capone, portavoce dell’associazione dei
commercianti che riunisce 150 attività Non è che rifiutando i piccoli contributi,
come in questo caso, smetterà di
lavorare. A, questo punto, a mio avviso,
è giusto che faccia qualcosa per la città
coinvolgendola su tutto quello che
riguarda il sociale, lo sport e lo sviluppo
del territorio». Capone è nel mirino
perchè durante questa legislatura ha
ricoperto la carica di assessore
all’Ambiente. «Non ho nulla da
rimproverarmi - sottolinea Capone all’epoca ho cercato di fare rispettare le
norme ambientali e non ho esitato a
prendere posizione quando necessario
anche contro le industrie. E’ assurdo
pensare di chiudere la raffineria di
Milazzo, tutti noi, però, dobbiamo fare
in modo che rispetti le leggi e, nello
stesso tempo, contribuisca - visto che ne
ha la forza economica - a migliorare la
qualità della vita del territorio anche
tramite aiuti ad associazioni. Questo
non significa svendersi o lasciarsi
ammorbidire. In questi anni non è stato
fatto altro che creare situazione di
allarme sulla nostra città,
dannegiandone l’immagine. Gli
interventi devono essere fatti all’interno
delle istituzioni senza inutili clamori».
Dalla Raffineria di Milazzo, joint
venture paritaria tra Eni e Kuwait
Petroleum, con un fatturato di oltre 700
milioni di euro nel 2012, nessun
commento sulla vicenda. Non è la
prima volta che scoppia una polemica
sugli “aiuti” del colosso industriale
definiti da qualcuno come “regalie” per
zittire ambientalisti e oppositori. L’anno
scorso la polemica interessò
lʼinaugurazione di una pensilina di
fronte alla sede dellʼistituto statale
dʼarte “Renato Guttuso”. La Ram negli
ultimi anni si è intestata principalmente
due opere: lʼilluminazione del Grotta
Polifemo e un parco giochi in zona
Ciantro. Ha poi donato 60 mila metri
quadrati di terreno (lʼex area Tribò) per
consentire la realizzazione di un parco
urbano e elargito piccoli contributi ad
associazioni per finanziare
manifestazioni e iniziative benefiche.
ON LINE
C’è Puzza? Scrivilo su Facebook
NASCE SUL SOCIAL NETWORK UN GRUPPO PROMOSSO DAI VERDI PER
SEGNALARE IN TEMPO REALE LE EMISSIONI PROVENIENTI DALLE INDUSTRIE
MILAZZO. Nasce su facebook il gruppo
Peppe Marano
"Segnala la puzza della Raffineria".
Si tratta di una pagina ideata dalla
Federazione dei Verdi di Messina per
consentire ai cittadini di milazzo e
della Valle del Mela di segnalare in
tempo reale i miasmi proveniente
dalla zona industriale. Il gruppo si
ispira ad uno analogo nato ad
Augusta dove insiste un polo
petrolchimico. «Le Emissioni
fuggitive ed incontrollate di gas e
Idrocarburi - si legge in una nota
della Federazione a firma del
centonove pagina 18
portavoce Giuseppe Marano costringono i residenti di Milazzo
come quelli del Siracusano che con
cadenza regolare sono costretti a
doversi chiudere dentro le proprie
abitazioni allarmati e preoccupati per
le ricadute sulla propria salute.
Questo gruppo nasce per inserire
all'interno tutte le segnalazioni dei
cittadini, anche coloro che volessero
riportare la storia di un proprio caro
ammalato e morto di tumore, un
vero e proprio archivio».
R.C.
sicilia
19 Settembre 2014
MESSINA. Una nota del dirigente regionale Gaetano Gullo: “Divieto di edificazione in zone protette”
Cemento, Palermo dice stop
Il provvedimento inciderebbe sul 70% del territorio cittadino. L’ispirazione? Una procedura d’infrazione
che l’Unione Europea potrebbe intraprendere. Che costerebbe alla città centomila euro. Al giorno
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. E’ il 29 agosto quando
un’auto, da Messina, sfreccia lungo
l’A20 in direzione Palermo, destinazione
l’assessorato regionale al Territorio.
Dentro ci sono l’assessore all’Urbanistica
Sergio De Cola, il dirigente
all’Edilizia Vincenzo Schiera, il
responsabile dell’ufficio che si occupa
del nuovo piano regolatore Raffaele
Cucinotta ed il presidente della
commissione per le valutazioni
d’incidenza del comune di Messina
Francesca Villari. Vogliono vederci
chiaro sulla nota inviata dal dirigente
generale dell’assessorato palermitano
Gaetano Gullo. Nota riassumibile in
sette parole: “A Messina non si può più
costruire”.
LA NOTA STONATA. Gullo scrive a
Schiera l’8 agosto, chiedendo se sulle
sedicimila domande di sanatoria che il
dipartimento sta esaminando dal 2007
si sia mai proceduto a valutazione
d’incidenza. Il quesito, in realtà, non è
che l’occasione per ricordare le
numerose infrazioni compiute da
Messina in materia di salvaguardia
ambientale. Questo perchè il 70% del
suolo cittadino rientra in Zps, zona a
protezione speciale sottoposta a vincoli
comunitari per ogni tipo di edificazione.
“Si evidenzia che tra i casi più gravi
vengono menzionati quelli che
coinvolgono direttamente il comune di
Messina”, scrive Gullo parlando di
infrazioni segnalate dall’Unione
Europea. Infrazioni le cui sanzioni
potrebbero costare salatissime.
CENTOMILA EURO AL DI’. Da
Bruxelles, infatti, scrivono nero su
bianco che “molteplici piani e progetti
(piano regolatore, stazione elettrica,
cave, insediamenti abitativi ecc) sono
stati realizzati in assenza di Vinca
(valutazione d’incidenza ambientale) o
con Vinca difforme da quanto richiesto
dallas direttiva. Per esempio, senza
alcuna considerazione degli effetti
cumulativi sul sito”. La denuncia arriva
dal Wwf, ed ha incuriosito talmente
tanto la commissione europea da
concludere che “tali comportamenti
hanno portato al degrado dei siti
“natura 2000”, determinando una
violazione dell’articolo 6. Risultato? A
Messina potrebbe capitare tra capo e
collo una procedura d’infrazione. Che,
in soldoni, costerebbe centomila euro al
giorno. Quanto basta perchè,
prudenzialmente, Gullo chiuda la nota
con un perentorio “in attesa della
documentazione necessaria per l’avvio
delle procedure di Vas (Valutazione
ambientale strategica) e valutazione
d’incidenza, permane il divieto di
edificazione in tutte le aree Natura
2000 ricadenti nel territorio comunale”.
SCHIERA A MUSO DURO. Il primo
settembre, quindi subito dopo la
trasferta palermitana, Schiera risponde
a Gullo. A muso duro. Per quanto
riguarda la Vas, Schiera fa presente che
è in fase di redazione il nuovo piano
regolatore, che sarà sottoposto
preliminarmente a Vas. Quello oggi in
vigore, essendo stato approvato nel
2002, è precedente all’entrata in vigore
delle norme che obbligano la
valutazione strategica, che quindi non è
dovuta, come ha spiegato, nel 2007,
una nota della Regione a firma
Giuseppe Libassi, uno dei
predecessori di Gullo. Non solo,
aggiunge Schiera, ma tutti i progetti
ricadenti in Zps sono oggi sottoposti
all’analisi della commissione comunale
per le valutazioni d’incidenza. Il
dirigente comunale conclude poi con un
perentorio “il piano regolatore non
risulta essere stato sospeso da codesto
assessorato, e pertanto deve ritenersi
vigente” e “agli atti di questa
amministrazione non risulta alcun
precedente provvedimento o
comunicazione in merito a specifico
divieto di edificazione nelle aree delle
rete Natura 2000. I centomila euro di
multa, nel frattempo, incombono.
ZOOM
Prg a consumo zero, ma nel frattempo...
L’UDC: “”LETTERA SENZA ALCUN VALORE”. L’EX PRESIDENTE DEGLI ARCHITETTI FALZEA:
”VALUTAZIONE D’INCIDENZA DELL’ESISTENTE IN ATTESA DEL NUOVO PIANO REGOLATORE”
Pino Falzea, Franco Mondello e Mario Rizzo
MESSINA. Come si concilia la specificità
del territorio messinese con la necessità
di non fermare l’edilizia? La risposta
sarebbe nelle linee guida al nuovo
piano regolatore elaborate dall’ex
assessore al Territorio Pippo Corvaja e
fatte proprie dall’attuale Sergio De
Cola: “consumo zero”. Ovvero stop al
cemento in collina, e demolizione
dell’esistente con ricostruzione e
premio di cubatura. Un’altra soluzione
è arrivata da Pino Falzea, ex presidente
dell’ordine degli Architetti, e dal
membro del consiglio attuale Clelia
centonove pagina 19
Testa Camillo: sottoporre a
valutazione d’incidenza le aree in Zps in
attesa del nuovo piano regolatore. I
due sono intervenuti in una conferenza
stampa organizzata dall’Udc per dare
una risposta al problema, non prima di
aver lanciato un siluro contro
l’amministrazione guidata da Renato
Accorinti. Che, secondo i consiglieri
scudocrociati, ha accolto alla lettera la
nota di Gaetano Gullo. Che, per
l’appunto, è una nota, senza valore
normativo. Per quello, spiegano, serve
un decreto o una determina. (A.C.)
19 Settembre 2014
sicilia
MESSINA. Degustazioni alla scoperta di San Placido Calonerò
Punti di... Vespa
Vespando con la luna con visita notturna al monastero benedettino tra odori e sapori dell’enoteca. Il
raduno grazie al club che celebra il mito di uno dei mezzi di trasporto più amati al mondo
MESSINA. Migliaia di pagine sulla
Vespa, scritte per condividere con
tutti una grande passione per
qualcosa che è molto di più di un
semplice oggetto. Quasi avesse una
propria anima, la Vespa ha
oltrepassato i confini del tempo,
tanto che dal lontano 1946, vive
ancora come protagonista nei nostri
cuori, nelle nostre emozioni e, più
concretamente, sulle strade di tutto il
mondo. A Messina, uno dei Vespaclub
Monastero di San Placido Calonerò, oggi sede dell'Istituto Tecnico Agrario Cuppari
più organizzato, che sceglie le sue
escursioni per coniugare cultura,
sapori e territorio. Proprio in questi
giorni Vespaclub Messina- che conta
120 iscritti ed è affiliato Vespa Club
Italia e a FMI - scalda i motori per
l’iniziativa che si svolgerà sabato 20
settembre a San Placido Calonerò,
zona Pezzolo. La serata “Vespando
con la luna” prevede degustazioni di
prodotti locali, focacciata e birra con
visita notturna al monastero di San
Placido. Si parte da piazza Cairoli
alle 18 per ritrovarsi - con la luna all'Enoteca provinciale inaugurata
nell’ottobre del 2010 e situata nei
locali dell'incantevole Monastero
Benedettino del Cinquecento San
Placido Calonerò, sede dell'Istituto
Agrario “Cuppari”.
«I Vespa Club furono e sono un
importante veicolo promozionale
della Vespa prima e del territorio poi
- spiega il presidente di Vespa Club
Messina Pippo D’Arrigo - Non è un
caso se siamo stati insigniti del
certificato di qualità turistica da FMI.
Stiamo lavorando per preparare una
nuova stagione che coniughi
territorio e passione per la Vespa con
la cultura e la gastronomia.
L’obiettivo è valorizzare le risorse
della città e della provincia. Uno dei
più recenti il secondo raduno Città di
Messina ma anche le degustazioni
organizzate dal Club ai Colli Sanrizzo
con visita al santuario di
Dinnammare». E’ una tradizione per i
Vespa Club organizzare prima in
Italia e poi in tutta Europa
raduni, gincane e gare di regolarità
riservate alla Vespa. «Famosi - spiega
Foto di gruppo di VespaClub durante una escursione
uno degli organizzatori Franco
Bambino - “il giro dei tre mari” e le
1000 km con partenza ed arrivo nella
stessa città ed in prova unica. Nel
1949 venne costituito il Vespa club
d'Italia che raggruppava i diversi club
sparsi nel Paese. Nei primi anni in cui
PALERMO
I favolosi anni Sessanta al Vespacafè
PALERMO. Prendi via dell’Orologio a Palermo, portala indietro nel tempo di
qualche decennio, arricchiscila con moto d’epoca, belle ragazze e la musica
degli anni del boom economico, ed ecco “Vintage Musicool”.
L’appuntamento è per martedì 23 settembre alle 19 al Vespacafè in via
dell’Orologio 38, arricchito per l’occasione con alcune moto Vespa d’epoca
fornite dal Motoclub Regolarità 70. Inoltre due belle ragazze vestite da pinup gireranno il locale regalando occhiali da sole dal design in stile anni
Sessanta.
A tutto questo si sommeranno il dj Mario Caminita e il musicista Manlio
Noto, con una tappa speciale del CamiNoto, dove si suoneranno e
canteranno canzoni anni Sessanta da Celentano a Van Morrison passando
per i Beatles e Gianni Morandi. A chiudere il cerchio il locale, che servirà
aperitivi di qualità made in Sicilia. A organizzare l’appuntamento del
Vespacalè è l’agenzia MuSicool.
centonove pagina 20
19 Settembre 2014
sicilia
LA SCHEDA
Erano gli anni duri della ricostruzione
si disputarono le 1000 km si
chiamavano "audax" proprio per
evidenziare le difficoltà del percorso
rispetto al mezzo. Quest’anno invece
abbiamo partecipato come Messina a
“Il Vespa World Days” che si è svolto
a Mantova».
LA GUERRA AVEVA lasciato macerie e
miseria. I magnifici aeroplani che la
Piaggio fabbricava prima del
conflitto, non servivano più. Gli
italiani avevano bisogno di muoversi,
ma l'automobile costava troppo e la
motocicletta non era abbastanza
pratica. Fu così che, grazie al
desiderio di innovazione di Enrico
Piaggio, Corradino d’Ascanio,
ingegnere aeronautico, "inventò" la
Vespa..
Fu da subito uno dei più grandi
fenomeni dell’industria motoristica
mondiale, che non ha eguali nel
settore dei veicoli a due ruote, in
assoluto rappresenta una delle più
geniali intuizioni ingegneristiche
della storia. La Vespa, un prodigio
italiano, simbolo indelebile della
motorizzazione di massa e della
volontà di rinascita di un popolo.
Non era né una motocicletta, né
un’automobile, ma piuttosto l’una e
l’altra assieme. Emblema
della famiglia, del
lavoro, dei primi week
end fuori porta col
cestino del pic-nic.
Immagine
dell’ottimismo,
timida ostentazione
di benessere,
testimone
d’amore per
intere
generazioni di
fidanzati. Lo
scooter è un
termine antico che
significa monopattino.
Fin dagli anni venti vi
furono esempi di
monopattino a motore,
ma la Vespa era una
cosa completamente
diversa. Non era
nemmeno una
motocicletta, perchè il conducente
non si poneva a cavalcioni del telaio,
ma si sedeva su di esso. Semplicità,
leggerezza, funzionalità, erano le
sue basi, concepite da una mente
geniale, in aperta concorrenza con
l’automobile. Vespa è diventata così
nel mondo, sinonimo di scooter,
un’automobile a due ruote, facile da
guidare, più economica di un’auto e
nello stesso tempo, diversa dalla
classica moto, se non altro per il tipo
di telaio, a carrozzeria, che
permetteva la guida senza doversi
necessariamente sporcare gli abiti,
come sulle moto di allora. Nasce da
un’azienda, la Piaggio, che dopo il 2°
conflitto mondiale, cercava, come
altre aziende, di convertire gli
impianti, per produrre qualcosa di
nuovo. Prima della guerra, infatti, la
Piaggio, costruiva arredamenti
navali, poi materiale ferroviario,
quindi aeronautico. L’azienda
genovese, costruì un secondo
stabilimento a Pisa, dove si
producevano esclusivamente
aeroplani per uso militare. A seguito
degli inevitabili bombardamenti, si
cercò di salvare il salvabile,
trasferendo quello che rimase degli
impianti, a Biella. Fu proprio in
questa sede che nacque il progetto
Vespa, per opera del progettista
Corradino D' Ascanio, che propose un
veicolo a due ruote, economico e
popolare, di nuova concezione. Il
prototipo fu chiamato "Paperino",
eravamo nel 1944 e solo dopo due
anni di prove, cominciò la
produzione ufficiale del nuovo
scooter, che prese il nome di Vespa. Il
resto della storia è non ha bisogno di
essere raccontato, perchè lo abbiamo
ancora oggi sotto i nostri occhi e nel
nostro cuore....
da www.vespaclubmessina.it
TURISMO A 4 RUOTE
Scopri Modica in Fiat 500
I NUMERI DELLA SESTA EDIZIONE
MODICA. Oltre duecento turisti condotti in giro per
Modica a bordo delle mitiche Fiat 500 per trentasei ore
complessive di tour; sette vetture impegnate per nove
sabati, dal 5 luglio al 30 agosto dalle ore 18.30 alle 23.
Sono questi i numeri della sesta edizione del tour
“Scopri Modica in Fiat 500”, organizzata dal Club Fiat
500 “Vittorio Brambilla”.
L'iniziativa ha riscosso anche quest'anno un notevole
successo di pubblico, con un positivo ritorno
d'immagine per il Club e sopratutto per la città della
Contea. A dare una visibilità nazionale all’iniziativa,
infatti, hanno contribuito il collegamento in diretta dal
gazebo del Club allestito dinanzi al Palazzo San
Domenico, su Radio Deejay, nel corso della popolare
trasmissione Weejay e l’articolo sull’edizione nazionale
del Corriere della Sera nella sezione dedicata ai viaggi.
Turisti provenienti da ogni parte d’Italia e dall'estero
(in particolare francesi, tedeschi, inglesi e polacchi)
hanno sperimentato l’emozione e la bellezza di un
tour a bordo della piccola utilitaria della Fiat tra le
stradine della città, alla scoperta di scorci panoramici e
vedute pittoresche. Alcuni di loro hanno anche
annotato opinioni, impressioni e suggerimenti sul libro
firme tenuto presso il gazebo del Club. Sedici pagine
fitte di commenti e complimenti che esprimono, nero
su bianco, una piena soddisfazione per l'esperienza
appena vissuta.
Scorrendo i commenti (il documento è scaricabile e
consultabile online all’indirizzo
http://issuu.com/giovannicriscione/docs/libro_firme),
spiccano le frasi entusiaste di alcuni turisti italiani e
centonove pagina 21
stranieri («È stato un meraviglioso momento pittoresco
in Fiat 500!»; «Grandioso spettacolo da non
dimenticare», «Un'esperienza unica visitare Modica in
500!», «Un bellissimo ricordo di Modica», ecc.) ma
anche quelle di alcuni modicani i quali, proprio grazie
all'iniziativa lanciata dal “Vittorio Brambilla”, hanno
scoperto una città “sconosciuta” o dimenticata («Oggi
ho scoperto una Modica che non conoscevo», «Il tour
delle 500 funziona anche per i concittadini», ecc.). Tra
coloro che sono saliti a bordo delle storiche utilitarie
della Fiat anche Marco Bissoli, monzese, nipote
dell'indimenticato campione di automobilismo Vittorio
Brambilla, in vacanza in Sicilia con la compagna.
Nel ringraziare i partecipanti, i soci, gli sponsor e
quanti hanno collaborato alla riuscita dell'iniziativa, il
Club Fiat 500 “Vittorio Brambilla” rinnova
l'appuntamento con il Tour “Scopri Modica in Fiat 500”
alla prossima estate.
19 Settembre 2014
sicilia
CONVEGNI
MESSINA. Flop dei registri delle unioni civili in provincia di Messina: non si iscrive nessuno
Unioni...ma sulla carta
A Taormina l’unica coppia gay che ha scelto di ufficializzare l’unione. L’amministrazione aprirà
anche agli stranieri. A Toregrotta, Milazzo e Mazzarrà Sant’Andrea esistono solo le delibere
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Taormina. Quello tra il messinese
Tonino Augliera e Mattia Bellante è
stato definito il primo matrimonio gay
siciliano, in realtà, dal punto di vita
burocratico, si è trattato della prima
iscrizione di una coppia omosessuale
nel Registro delle unioni civili istituito
dal comune di Taormina. In Sicilia
anche la Regione Sicilia, a cui capo c’è
un governatore che non ha mai
nascosto la sua omosessualità, aveva
tentato questa strada. Il regolamento
prevedeva una equiparazione di fatto
delle coppie di fatto alle famiglie
tradizionali. Era previsto anche il via
libera all’accesso agevolato ai mutui
per l’acquisto della casa. Tutto è finito
nel nulla poichè l’articolo era inserito
nella legge di stabilità votata dall’Ars
ed impugnata dal commissario dello
Stato. Sono, invece, una manciata le
amministrazioni che hanno istituito il
registro. Bagheria, Niscemi, Enna,
Siracusa e Palermo. Quattro in
provincia di Messina. Il risultato?
Nessun iscritto. Escludendo la coppia
di Taormina a Milazzo, a Torregrotta e
Mazzarrà Sant’Andrea, del registro
nemmeno l’ombra. Nonostante la
battaglia dell’Arcigay messinese, che
da anni lotta per conquistare questo
diritto, la delibera di istituzione rimane
nel dimenticatoio anche in altri
comuni come Barcellona, Lipari,
Sant’Agata Militello. Il motivo è
semplice: non c’è alcun beneficio.
Tranne per Taormina, dove la
cerimonia ha avuto una ribalta
nazionale e si prepara ad ospitare (a
pagamento) altre cerimonie. «Ci
Da sinistra Tonino Augliera e Mattia Belante, sposi a Taormina
stanno telefonando non solo dall’Italia
ma anche dall’estero -spiega entusiasta
Pina Raneri, assessore alle Pari vogliono sapere se si possono iscrivere,
quanto costa la cerimonia e che
documenti necessitano». Raneri
precisa: «La cerimonia non è un
matrimonio è una “unione d’amore”.
Chiunque può venire al municipio,
anche dall’estero. Erano anni che
provavo a fare una cosa del genere. E’
vero, si tratta di un atto simbolico, ma
se i comuni istituiscono questi registri
anche il governo Nazionale dovrà
esprimersi con una legge e gli iscritti
avranno i diritti di una vera famiglia».
A Milazzo la proposta di registro era
stata bocciata dal consiglio comunale.
Quando l’aula è decaduta per non
avere approvato la delibera che sanciva
il dissesto finanziario, la giunta del
sindaco Carmelo Pino ha rispedito
l’atto al commissario straordinario
Valerio De Joannon che l’ha approvato.
All’ufficio anagrafe non risultano
iscrizioni. Stessa situazione al comune
Noi/Altri: All’università
si parla di omofobia
Messina. Psicoanalisti, filosofi e giuristi si
incontreranno all’Università di Messina il
26 e 27 settembre in occasione del
Convegno Nazionale Interdisciplinare
organizzato dal Laboratorio Vicolo Cicala
sulla relazione Noi/Altri, declinata nelle
sue problematiche – in ogni tempo
attuali – ma con delle specificità.
Xenofobia, omofobia e ginecofobia,
articolazioni diverse di “fobia dell’altro”,
risultano essere forme di “fobia di se”,
secondo la lettura freudiana del
perturbante. Il convegno scientifico si
svolgerà nell’Aula Magna del rettorato
dell’Università di Messina. Allestito
accanto al convegno, Altroconvegno è
uno spazio espositivo che propone
«un’esperienza emotiva dei temi trattati;
accosta e accompagna Noi/Altri con un
percorso al contempo alternativo e
complementare affinché il fruitore possa
“ascoltare” anche attraverso una
condizione emotiva».
di Torregrotta, il primo ad istituire il
registro nel messinese. «Abbiamo
voluto dare un segnale di apertura su
questa tematica - spiega il sindaco
Nino Caselli - ma non si può fare altro.
Sono da escludere benefici poichè in
mancanza di una legge nazionale si
rischierebbero vertenze legali. E poi, in
ogni caso, i fondi dove li prendiamo?».
Più tecnica la risposta della
responsabile dell’Anagrafica comunale.
«Il registro materialmente non esiste
poichè le coppie di fatto che vivono
sotto lo stesso tetto, al di la del genere,
risultano già nella nostra anagrafe dice Enza Crisà - se ne hanno diritto
usufruiscono già di eventuali
agevolazioni». A Mazzarrà
Sant’Andrea, in realtà, il registro non
esiste anche perchè la delibera è
incompleta. C’è solo l’atto di indirizzo
della giunta di Salvatore Bucolo, ma il
commissario straordinario che
sostituisce il consiglio comunale
dimissionario, ancora non l’ha
approvato.
LA REPLICA
«Istituirli è importante»
ROSARIO DUCA (ARCIGAY), CONTINUA L’OPERA
DI SENSIBILIZZAZIONE NEI COMUNI. A SANT’ALESSIO INFATTI....
Messina. «Non solo non è inutile iscriversi nei registri, ma i
Rosario Duca (Arcigay)
comuni devono continuare ad istituirli. Solo così si può
sensibilizzare il governo nazionale a normare la delicata
materia». Rosario Duca, rieletto nelle settimane scorse
presidente dell’Arcigay di Messina, non arretra di un passo
davanti ai dati sconfortanti. «Per Milazzo non si può avere
riscontro immediato perché nel regolamento è previsto che
la coppia conviva per un periodo di due anni prima di avere
centonove pagina 22
i requisiti. Ma non è questo il problema. Noi stiamo
lottando per garantire un diritto, nessuno poi è obbligato a
iscriversi. La nascita dei registri serve da pungolo al
Governo. Più ce ne sono e più possiamo sollecitare sulla
necessità di legiferare». In questi giorni l’istituzione del
registro è prevista a Sant’Alessio Siculo. La giunta di
Rosanna Fichera ha approvato l’atto d’indirizzo ad aprile e
ora la parola passa al consiglio comunale. L’atto sembra più
concreto di altri comuni. Secondo il documento, chi si
iscriverà al registro sarà equiparato al “parente prossimo
del soggetto con cui si è iscritto", ai fini della possibilità di
ricevere l’assistenza così come per tutti gli iscritti ai registri
anagrafici. L’Amministrazione comunale può rilasciare, su
richiesta degli interessati, un attestato di “unione civile
basata su vincolo affettivo”. (Gia.C.)
economia
19 Settembre 2014
SANT’AGATA
MILAZZO. A rischio chiusura i laboratori dell’istituto regionale che fornisce analisi certificate
Ultimo bicchiere per l’Irvos
I produttori dell’associazione Strada del Vino lanciano l’allarme. Il presidente Vasari sollecita
i comuni del Mela: «Ospitate la sede nei vostri immobili». Enza La Fauci: «A rischio l’export»
Ruggero Vasari con Carlo Verdone
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
MILAZZO. Tutti uniti per salvare la
sede di Milazzo dell’Irvos, l’istituto
regionale viti e olii di Sicilia. I
produttori del messinese sono in
allarme per l’ennesimo tentativo della
Regione di chiudere la sede che, oltre
a fare sperimentazione, fornisce
analisi enochimiche certificate,
preziose per la produzione destinata
all’export. A lanciare l’allarme è
l’associazione Strada del Vino che
riunisce il 66% delle aziende della
provincia di Messina dove nascono i
vini doc Faro, Malvasia delle Lipari e
Mamertino. Nonostante la crisi, il
fatturato annuo si aggira intorno ai
10 milioni di euro. La Regione,
nell’ambito di una spending review,
Biagio Cacciola
Enza La fauci
alla base della Finanziaria bis, intende
tagliare gli affitti delle sedi
periferiche. Oltre a quella di Milazzo
operano anche i laboratori di Marsala
e Alcamo (a Palermo la sede
principale). Per salvare l’Irvos un
comune del comprensorio di Milazzo
dovrebbe ospitarlo nei propri locali.
Ma fino ad oggi nessun ente si è fatto
avanti. «Perdere l’istituto è un grande
danno per i produttori della nostra
provincia e delle isole Eolie - avverte
Ruggero Vasari, presidente
dell’associazione Strade del Vino non solo materiale, ma anche dal
punto di vista culturale. La presenza
dell’istituto significa valorizzare il
settore vitivinicolo della provincia.
Sarebbe un peccato perdere il frutto
dei campi sperimentali portati avanti
dall’Irvos di Milazzo che hanno
consentito di fare ricerche e
clonazioni dei vitigni tipici».
I risultati in termini di qualità ottenuti
dai vini messinesi sono positivi. «Molti
hanno raggiunto votazioni
lusinghiere nelle classifiche delle
riviste di settore anche internazionali.
Quest’anno, però, si è registrata una
nuova riduzione del mercato interno
e le aziende sono in difficoltà. Si
salvano con vendite turistche (Eolie) e
con gli ordini provenienti dal Nord
Europa, Stati Uniti, e dai mercati
asiatici».
A seguire il destino del’Istituto di
Milazzo anche la Confederazione
italiana Agricoltori. Biagio Cacciola,
assieme al presidente della “Strada
del Vino”, hanno contattato le
amministrazioni comunali del
comprensorio. «Il comune di Milazzo
non credo abbia la sensibilità giusta,
non ha mai dimostrato particolare
interesse verso la questione,
addirittura ha ritirato l’iscrizione
all’associazione nonostante uno dei
vini doc sia proprio il Mamertino dice Cacciola - più disponibili i comuni
di Santa Lucia del Mela e San Filippo
del Mela, ma i locali a loro
disposizione sono fatiscenti e
occorrono decine di migliaia di euro
per rimetterli a norma e cederli in
comodato d’uso. Contatti sono in
corso anche con Barcellona».
Preoccupata Enza La Fauci,
produttrice di Faro doc, la prima a
lanciare l’allarme: «La chiusura è una
vera follia. Significa non avere più un
laboratorio regionale di riferimento
per analizzare non soltanto i vini, ma
anche le uve o i mosti durante la
vendemmia. In caso di emergenze continua - per fare le analisi sulle uve
o sui mosti in fermentazione, l’Irvos di
Milazzo rappresenta l’unico
riferimento perché in quei casi
bisogna intervenire tempestivamente.
Non è possibile, infatti, aspettare 24
ore per il trasporto. Per esportare in
Giappone sono necessarie analisi di
un ente certificato come l’irvos. Con la
chiusura del laboratorio di Milazzo
come faremo per le certificazioni ai
fini dell’export?».
centonove pagina 23
Nocciole, dieci milioni
per combattere cimici
SOCIETA’ OLANDESI “CALIBRERÀ”
MEZZI DI CONTRASTO SUI NEBRODI
Sant’Agata Militello. Dieci milioni per
rilanciare la coricoltura sui Nebrodi
combattendo la cimice che distrugge
i raccolti. L’investimento porterà alla
realizzazione di un impianto a
Termini Imerese da parte della Bioinnovation Sicilia «costola» della
Wise-Use International, società
olandese leader nella produzione e
ricerca di biostimolatori e sostanze
biologiche di contrasto ai parassiti,
L’iniziativa, benedetta da Invitalia,
agenzia nazionale di investimenti,
nasce da un accordo di
collaborazione con l' assessorato
regionale delle Risorse agricole che
seguirà il progetto tramite gli uffici
periferici, il Soat di Sant' Agata di
Militello. Secondo il progetto
saranno impiegate circa 50 unità
lavorative tra ricercatori e tecnici. A
seguire passo passo l’operazione
sono il professore Antonio Cesare
Sparacino, originario di Pozzallo, già
ricercatore della facoltà di Agraria
dell' università di Milano, ed il
direttore commerciale della Wise
Use, Giuseppe La Rosa, originario di
Messina, amministratore delegato
della costituenda New-Company BioInnovation Sicilia. La Rosa e
Sparacino hanno già visitato 15
ettari coltivati a noccioleto, dei
comuni di Ucria, Raccuja, Tortori ci,
Sinagra e Castello Umberto dove
sarà avviato lo studio per la
calibrazione di un bio -prodotto
mirato a controllare l' espansione
del «Gonococerus acuteangulatus»,
la cimice, nell' area di produzione
delle nocciole sui Nebrodi.
19 Settembre 2014
economia
POLITICHE ECONOMICHE. Si infiamma il dibattito sullo statuto dei lavortatori
LA PROPOSTA 1
Art. 18, questo sconosciuto
Contratto a protezione crescente secondo Ichino
Si discute la possibile controriforma sugli strumenti legali contro i licenziamenti senza giusta causa.
Pro e contro di unarticolo che sconta gravi errori nell’approccio tecnico e pratico. Ecco perchè
DI
MAURIZIO BALLISTRERI
TUTTA LA DISCUSSIONE sulla eventuale
nuova (contro)riforma dell’art. 18 dello
Statuto dei lavoratori sconta un errore
nell’approccio teorico e pratico, quello
di ritenere tale norma un istituto del
mercato del lavoro, assieme a un certo
provincialismo politico e culturale.
Come è noto il mercato del lavoro è il
luogo, astratto, in cui chi è alla ricerca di
lavoro, imprese ed enti pubblici, si
incontra con chi lo offre e, cioè, i
lavoratori. Gli ammortizzatori sociali a
loro volta, sono intesi quali strumenti
per attenuare i disagi di chi non ha
lavoro o lo perde, e nei sistemi di
Welfare State più avanzati sono posti in
connessione ai meccanismi regolativi del
mercato del lavoro per consentire rapidi
percorsi di reinserimento occupazionale,
magari legati a periodi di
riqualificazione professionale. L’art. 18
invece, è (ancora) uno strumento legale
di tutela dei lavoratori contro i
licenziamenti senza giusta causa o
giustificato motivo, che rappresenta una
sorta di paradigma del moderno diritto
del lavoro, il quale a differenza del
diritto privato, basato sull’uguaglianza
formale tra i soggetti, è rivolto a
privilegiare la posizione del lavoratore
subordinato quale soggetto debole del
contratto di subordinazione rispetto al
datore di lavoro. Norma che, è bene
ricordarlo, che interessa solo circa il 25%
dei lavoratori italiani, quelli, cioè,
dipendenti da imprese con più di 15
dipendenti. Norma di garanzia rispetto
alla posizione dominate datoriale nel
rapporto di lavoro quindi, e non di
regolazione del mercato del lavoro, non
a caso le critiche nei confronti dell’art.
18 muovono dall’assunto corretto che le
tutele sono garantite agli insiders (già
occupati) e non agli outsiders (quelli che
sono al di fuori dell’occupazione o
impiegati nei lavori
cosiddetti
“atipici”), con una
proposta sbagliata:
l’egualizzazione
per sottrazione a
tutti dei diritti
acquisiti, e non
dell’estensione
degli stessi a chi
ancora non li
possiede. Mentre
sul versante
imprenditoriale la
critica è quella dei
costi economici e
della rigidità
organizzativa che
esso
provocherebbe,
ampiamente
contestabile se si
considerano i primi
come “costi di
libertà” che il
sistema delle
imprese deve
sapere sopportare,
mantenendo, nello stesso tempo, il suo
grado di efficienza, come avviene nei
Paesi più avanzati. Dunque, se si vuole
evitare una sorta di guerra di religione,
in cui per la verità l’integralismo non è
quello di chi vuole conservare la norma
in questione ma di chi ne propone la
cancellazione o una drastica riscrittura in
nome del primato del mercato (sembra
quasi che ricorrano totem e tabù: che ci
sia Freud di mezzo….?), un’operazione
socialmente equilibrata e fondata sul
consenso doveva prevedere degli
interventi manutentivi. E’ sempre
attuale il monito di uno dei maestri del
diritto del lavoro, ritenuto il “padre”
giuridico della legge 300 del 1970, Gino
Giugni: lo Statuto dei lavoratori “in
quanto legge riformista è anche aperta
Il 3 aprile è stato depositato in Senato il disegno legge n.
1428/2014 che contiene deleghe al governo per l’attuazione
del cosiddetto Job Act, per la riforma di materie quali
ammortizzatori sociali, servizi per l’impiego e politiche attive
per il lavoro, semplificazione e razionalizzazione delle
procedure e adempimenti relativi alla costituzione e alla
gestione dei rapporti di lavoro, riordino delle tipologie di
contratti di lavoro. Il governo ha sei mesi di tempo da quella
data per predisporre i decreti attuativi. La Commissione
Lavoro del Parlamento stava appunto discutendo in questi
giorni l’approvazione del testo definitivo di legge delega da
conferire entro fine luglio all’esecutivo e in tale ambito si è
registrato l’ennesimo scontro sull’art. 18 dello Statuto dei
Lavoratori. Ad esacerbare gli animi, in particolare,
l’emendamento all’art 4 del Disegno di Legge – relativo al
riordino delle forme contrattuali – presentato dal senatore
di Scelta Civica Pietro Ichino, giuslavorista già deputato del
Pci, che prevede l’introduzione di un «contratto di lavoro a
tempo indeterminato a protezione crescente, senza
alterazione dell’attuale articolazione delle tipologie dei
contratti di lavoro». Il contratto a tutele crescenti – ossia un
contratto a tempo indeterminato che, nei primi tre anni,
vedrebbe sospese le tutele dell’art. 18, concedendo alle
aziende la possibilità di interrompere il rapporto di lavoro –
non è certo una novità introdotta dal Jobs Act. Di tale
tipologia contrattuale, infatti, si parla già da qualche anno.
Oltre alla proposta avanzata nel 2009 da Ichino, un progetto
simile era stato elaborato anche dai due economisti Tito
Boeri e Pietro Garibaldi: nel 2010 era stato presentato in
Parlamento un disegno di legge che recepiva proprio le loro
proposte. Tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 sembrava
che il contratto a tutele crescenti dovesse concretizzarsi col
governo Monti, ma la Legge Fornero, prese un’altra strada.
alle riforme”. Già riforma non
controriforma imposta dai mercati e, in
particolare, dalla “teoria del libero
mercato finanziario” e dalle “mitologie”
connesse, di tipo economico, politico,
monetario, educativo, che, però, a
differenza dei miti, si traducono in
pratiche di governo e di
amministrazione della società,
subalterne al moloch della
globalizzazione. E proprio in questo
risiede il provincialismo politico e
culturale italiano rispetto, ad esempio,
allo stucchevole richiamo all’Europa, che
“ci chiede la riforma del lavoro” e,
quindi, dell’art. 18. Una classe dirigente
seria, capace di rivendicare pari dignità
politica nell’Unione europea, dovrebbe
contestare il “vantaggio comparativo”
derivante dalla pratica di bassi salari e di
minori garanzie sui diritti fondamentali
dei lavoratori, che stanno alla base della
pratica del dumping sociale di molti
paesi dell’Ue, chiedendo non solo regole
uguali per tutti in materia di deficit
statali, debiti sovrani e inflazione, ma
anche la cessazione delle gravi violazioni
ai principi in materia di concorrenza tra
gli Stati, grazie ai diversi regimi del
lavoro (e fiscali!) dei paesi membri.
Come dire che le norme in materia di
concorrenza non devono riguardare solo
le imprese ma anche gli Stati
dell’Unione: altro che la vittoria di Pirro
della Mogherini quale commissario
europeo agli Esteri.
*docente diritto del lavoro, Università
Messina
LA PROPOSTA 2
Licenziamento libero
durante l’anno di prova
UNA DIVERSA Ipotesi di modifica della normativa in
materia di licenziamento è stata formulata dal
giuslavorista Maurizio Ballistreri, già deputato
socialista all’ARS, che parte dal presupposto che “il
lavoro non possa essere generato da minori tutele
per la parte debole del rapporto di subordinazione,
il lavoratore, e, in definitiva, da nuova flessibilità che
può degenerare in precarizzazione”.
La proposta è stata recepita integralmente dal Psi ed
inserita in un disegno di legge articolato
sull’occupazione presentato al Senato e redatto
dallo stesso Ballistreri, che “ritenendo valide le
istanze datoriali di maggiori ambiti di verifica del
costituendo rapporto di lavoro con i dipendenti, si
propone per un verso di non manomettere
ulteriormente, com’è avvenuto con la “LeggeFornero”, la cosiddetta “tutela reale” ex art. 18 dello
Statuto dei Diritti dei Lavoratori, che come è noto si
applica solo nelle aziende di più di 15 dipendenti;
per un altro di prevedere un allungamento ex lege
del periodo di prova ad un anno, rispetto ai termini
più brevi normalmente previsti dalla contrattazione
collettiva, con una novella dell’art. 2096 del codice
centonove pagina 24
civile, durante il quale dovrebbe essere possibile
licenziare, senza attendere la fine della prova
stessa”. Durante il periodo di prova, pari ad un anno,
il licenziamento sarebbe libero, rientrando così nelle
ipotesi di libera recedibilità di cui all’art. 4 della
legge n. 108 del 1990, riscontrando così le esigenze
delle imprese di poter verificare per un periodo più
lungo le attitudini dei dipendenti prima di procedere
alla stipula del contratto di lavoro, potendo
licenziare senza vincoli durante tale periodo, tranne,
ovviamente, il licenziamento discriminatorio, la cui
conseguenza rimarrebbe la nullità a mente dell’art. 3
della legge n.108/90.
M.B.
economia
19 Settembre 2014
LA SCHEDA
MESSINA. La Fondazione di Comunità aprirà una scuola nel castello di Mirabella Imbaccari
Formazione, che energia
Le lezioni di economia civile e sociale saranno finanziate con i proventi della Sefea Energy, la
nuova società etica di Forte Petrazza. Firmato il contratto di affido con le Suore Dorotee
MESSINA. Da Messina a Mirabella
Imbaccari. La Fondazione di Comunità
di Messina presieduta da Fabio Salvato
darà vita ad una scuola di alta
formazione nel “Castello” del comune
catanese. Il Palazzo Biscari, è stato
affidato alla Fondazione di Comunità di
Messina dalle Suore Dorotee di Santa
Paola Frassinetti, che lo hanno gestito
per più di un secolo. La Fondazione –
una volta realizzati i necessari lavori di
rifunzionalizzazione - vi aprirà una
Scuola di alta formazione in economia
civile e sociale che sarà finanziata dagli
utili derivanti da Sefea Energy, la
nuova Esco (Energy Service Company)
costituita con Sefea, la Società Europea
di Finanza Etica ed Alternativa fondata
da Banca Etica e altre nove istituzioni
finanziarie europee. In pratica, la Esco
starà sul mercato offrendo servizi di
efficienza energetica, miglioramento
tecnologico e risparmio di energia. Gli
utili della Esco saranno interamente
reinvestiti in formazione finanziando
borse di studio sui diversi territori
Da sinistra Salviato, Marino e Giunta
europei per permettere a giovani
motivati di partecipare alla scuola di
alta formazione in economia civile la
cui sede principale sarà proprio a
Mirabella. Sede legale di Sefea Energy
è il Distretto sociale evoluto di Messina,
a Forte Petrazza. Fabio Salviato e
Tommaso Marino ricoprono
rispettivamente la carica di presidente e
vicepresidente con delega
all’amministrazione della società,
Gaetano Giunta, quella di segretario
generale della Fondazione. Per il
Castello barocco si apre dunque un
centonove pagina 25
Ventotto partners
per la Esco peloritana
Messina. Sefea Energy è la
nuova Energy Service Company
costituita dalla società europea
di finanza etica e alternativa e
dalla Fondazione di Comunità
di Messina. La Esco - che vanta
già 28 partners - starà sul
mercato offrendo servizi di
efficienza energetica,
miglioramento tecnologico e
risparmio di energia. E’ stata
costituita lo scorso 17 luglio da
due cofondatori: Sefea, la
Società Europea della Finanza
Etica ed Alternativa (costituita
nel 2002 da Banca Etica ed altre
nove istituzioni finanziarie
europee), e la Fondazione di
Comunità di Messina. Quella
peloritana è l’unica Esco,
Energy Service Company, in
Europa che nasce per investire
interamente gli utili in
economia civile e sociale.
“nuovo capitolo”, che rispetta la
volontà degli antichi proprietari, i
principi Paternò Biscari, e la missione
delle Suore, alle quali i principi lo
hanno donato nel 1910 con il preciso
obiettivo di promuovere crescita morale
e materiale della popolazione.
19 Settembre 2014
economia
UOMINI&BUSINESS
QUI EUROPA
Strade più sicure, nuovi servizi dall’Ue
DI SALVATORE
CIFALÀ
NONOSTANTE IL numero
di vittime della strada sia
diminuito del 9% nel 2012,
tuttora 75 persone perdono
la loro vita ogni giorno sulle strade
europee. Questo numero è troppo alto
per essere trascurato e si può fare ancora
molto per migliorare la sicurezza degli
utenti della strada.
Tra le principali cause degli incidenti
figurano il maltempo e le strade
scivolose. Inoltre, spesso gli infortuni
stradali sono riconducibili alla mancata
messa in sicurezza del luogo dove si
verifica l'incidente e anche parcheggi
pericolosi costituiscono un alto fattore di
rischio. Come proteggere, allora, i
cittadini da questi pericoli e come
rendere più efficienti i trasporti sulle
strade transeuropee? Nei singoli Paesi
membri esistono già i cosiddetti servizi
d'informazione intelligente, come per
esempio le segnalazioni in tempo reale
delle condizioni stradali. Ma a livello
europeo, purtroppo, oggi non esiste
ancora un sistema unico che garantisca
la compatibilità tra i singoli servizi.
L'obiettivo della Commissione europea è,
dunque, quello di adottare misure che
CONSUMATORI
Ritardo al volo
Il Giudice di Pace di Messina ha
accolto la richiesta di pagamento
di indennizzo pecuniario a cinque
viaggiatori che, in occasione di un
volo, arrivavano a destinazione
con un ritardo di circa 8 ore
rispetto all’orario previsto. Il ritardo è stato
ritenuto eccessivo dal Giudice, tenuto anche
conto del fatto che si trattava di un volo
nazionale, e la compagnia aerea è stata
condannata al pagamento della somma di
250 euro a favore di ciascun viaggiatore. Il
Giudice di Pace ha aderito all’orientamento
della giurisprudenza della Corte di Giustizia
dell’Unione Europea che ha interpretato il
regolamento europeo, che istituisce regole
comuni in materia di compensazione ed
assistenza ai passeggeri in caso di negato
imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo
prolungato, nel senso che i passeggeri di voli
ritardati hanno diritto ad una compensazione
pecuniaria in forza di tale regolamento
quando, a causa di siffatti voli, subiscono una
perdita di tempo pari o superiore a tre ore,
vale a dire quando giungono alla loro
destinazione finale tre ore o più dopo l'orario
di arrivo originariamente previsto dal vettore
aereo. Nel caso in esame, inoltre, la
compagnia non è riuscita a dimostrare che il
ritardo prolungato è stato causato da
circostanze eccezionali.
Francesco Suria, legale
CONFCOMMERCIO SIRACUSA
Fabio Zanacchi eletto
presidente onorario
SIRACUSA. Fabio Zanacchi è stato
eletto presidente onorario di Confcommercio Siracusa. La nomina è
avvenuta nel corso della riunione
della giunta nei locali di via Laurana
su proposta del presidente provinciale di Confcommercio, Sandro Romano ed è stata approvata all' unanimità
dai
componenti
dell'
organizzazione che riunisce i commercianti di tutta la provincia. Zanacchi è presidente emerito di Federottica
e
componente
di
Confcommercio.
UIL SCUOLA
Sollami segretario
Enna e Caltanissetta
rendano accessibili tali servizi al maggior
numero possibile di conducenti sulle
strade europee. Per questo, la
Commissione ha adottato una serie di
regolamenti per la messa in sicurezza
delle strade. I nuovi regolamenti non
rendono obbligatorio lo sviluppo di
servizi di informazione. Predispongono
invece delle regole comuni che dovranno
essere seguite se e quando gli Stati
membri, gli operatori e i fornitori di
servizi decidessero di sviluppare e
CREDITO ALL’AGRICOLTURA
Quarto bando Crias
in arrivo 25 milioni di euro
QUARTO BANDO Crias per 25 milioni
di euro, rinegoziazione delle
proroghe e riordino normativo in
materia di credito all’agricoltura che
avrà una corsia preferenziale. È
positivo il bilancio dell’audizione
della Terza commissione “Attività
produttive” dell’Assemblea regionale
siciliana, presieduta dal deputato
Bruno Marziano. I parlamentari
hanno ospitato a palazzo dei
Normanni i rappresentanti del
comparto agricolo della Sicilia sud
orientale, per discutere i problemi
dell’agricoltura. Tante le buone
notizie emerse dalla riunione.
«Il quarto bando Crias – ha
dichiarato il deputato regionale,
Bruno Marziano -, sarà di 25 milioni
di euro, di cui 12 provenienti dal
rimborso delle rate pregresse. Per le
proroghe ci sarà una rinegoziazione
e il prolungamento della tempistica
di restituzione: questo consentirà la
possibilità di rialimentare il fondo di
rotazione ma darà più respiro alle
aziende agricole». Entro 15 giorni
l’assessorato regionale comunicherà
le decisioni assunte assieme alla
Crias.
installare tali servizi. La proposta della
Commissione si articola in due direzioni:
da un lato riguarda informazioni sul
traffico per segnalare in anticipo i
pericoli sulle strade, dall'altro concerne
l'assegnazione di aree di sosta sicure per
automezzi pesanti e veicoli commerciali.
L'applicazione dei regolamenti proposti,
inoltre, dovrebbe ridurre i ritardi causati
da incidenti stradali, le emissioni di CO2
e limitare i costi di ripristino delle
infrastrutture.
ENNA. Accorpamento delle segreterie provinciali di Uil Scuola di Caltanissetta ed Enna in un' unica struttura territoriale. Il congresso
territoriale ha eletto la nuova segreteria ponendo alla guida del nuovo
organismo come segretario generale
Michele Sollami coadiuvato dagli altri componenti la nuova segreteria
che sono Giovanni Perna, Michele
Milia, Sandra Mingrino E Filippo Calcagno. Alla carica di tesoriere è stato
eletto Ermanno Ricerca.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Contratto a termine, le istruzioni del ministero
IL MINISTERO DEL LAVORO, anche alla luce delle osservazioni
fattecon propria circolare da Fondazione studi Consulenti del
lavoro sulla legge di conversione del Jobs Act, è
recentementeintervenuto in maniera analitica sulla disciplina
del contratto a termine: confermata la acausalità, pur nel limite
di durata chenon deve superare i 36 mesi, proroghe incluse.
Il numero complessivo di contratti a tempo determinato stipulati da ciascun datore
non può eccedere, in assenza di diversa previsione contrattuale, il limite del 20 per
cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1°gennaio
dell’anno di assunzione. La forza aziendale presente ilprimo giorno dell’anno dunque
costituisce dunque una sorta di fotografia che rende “inefficaci” tutte le successive
variazioni in aumento o in diminuzione della forza lavoro che intervengono in corso
di anno. Per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti è sempre
possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato. Per ciascun lavoratore
assunto in violazione del limite percentuale introdotto dalla norma, si applica una
sanzione amministrativa:
- pari al 20 per cento della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese
superiore ai quindici giorni di durata del rapporto di lavoro; se il numero dei
lavoratori assunti in violazione del limite percentuale non sia superiore a uno e
- pari al 50 per cento della retribuzione, per ciascun mese ofrazione di mese
superiore ai quindici giorni di durata del rapporto di lavoro; se il numero dei
lavoratori assunti in violazione del limite percentuale sia superiore a uno.
Il termine del contratto a tempo determinato può essere prorogato, previo consenso
da parte del lavoratore, solo quando la durata iniziale del contratto sia inferiore a 36
mesi: in questo caso le proroghe sono ammesse, fino ad un massimo di cinque volte,
nell'arco del triennio, indipendentemente dal numero dei rinnovi, per lo svolgimento
di mansioni equivalenti. Rimane confermato il principio per cui il limite dei 36 mesi
non si applica alle attività stagionali ed a quelle individuate dalla contrattazione
collettiva, né all'ulteriore successivo contratto a termine, da sottoscriversi presso la
Direzione territoriale del lavoro competente.
centonove pagina 26
poster
19 Settembre 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
CASTELLAMMARE DEL GOLFO. A due passi dalla splendida riserva l’appuntamento con il Cici Film Festival
Cinema, il cuore è uno Zingaro
Un appuntamento che fa del territorio la più grande risorsa del filmaker “indipendenti”. Le testimonianze sui set
A destra Nicolò Cappello sul set del suo corto - foto zep studio
A CASTELLAMMARE DEL GOLFO, in
provincia di Trapani, l'estate trascorre
così, a un passo dai faraglioni di
Scopello e dalla riserva dello Zingaro,
tra caponata fest e saggi di danza,
qualche concerto jazz, ma anche opera
dei pupi, e da quattro anni a questa
parte, l'appuntamento con il Cici Film
Festival, laddove per Cici si intende
Centro Internazionale del Cinema
Indipendente, come uno dei progetti a
cui si dedica l'associazione che
promuove, organizza, tiene le fila di
tutto questo.
Lontani ormai i tempi di Oliviero
Toscani, dei suoi laboratori creativi in
seno ai quali nasce questa idea e il
gruppo di lavoro, del suo assessorato
alla creatività a Salemi durante
l'amministrazione Sgarbi, ecco che oggi
questo intelligente festival, che fa del
territorio la sua risorsa più grande,
seleziona giovani filmaker per girare dei
cortometraggi che hanno come location,
naturalmente, Castellammare, e come
durata massima 10 minuti. Il tema viene
dato ai partecipanti solo al loro arrivo in
Sicilia, poi una settimana di tempo per
scrivere la sceneggiatura, scegliere il cast
attigendo soprattutto alla cittadinanza,
fare le riprese e montare tutto. Tema top
secret di questa edizione, mantenuto
tale fino al primo giorno di festival,
"Ultimo", in tutte le declinazioni che si
vogliono immaginare, al singolare e al
plurale, dall'ultimo momento come
l'ultimo in ordine di arrivo. Novità del
2014, il comitato scientifico, composto
anche da Irma Vecchio, appena premiata
a Venezia per aver curato fotografia di
"Belluscone" diretto da Franco Maresco,
e la giuria composta dal compositore
Marco Betta, da Adelaide Corbetta di
adicorbetta, dal fotografo messinese
Paolo Galletta, da Agostino Ferrente,
regista del flm "Le cose belle" e dal
produttore Giancarlo Lombardi che,
mettendo insieme i diversi punti di vista,
ha scelto come vincitore il corto "Gli
ultimi bagliori di un crepuscolo" di
Alessandro Lovecchio, «per la fotografia,
musiche originali, testo e voce: un
racconto di un periodo tanto intenso
come il passaggio dalla fanciullezza
all’età adulta raccontato con attenzione,
dolce leggerezza e stile».
"Credo che per tutti sia stata
un'esperienza diversa dal solito e di
grande crescita – racconta il giovane
regista formatosi a Milano – trovo che
immergersi full time in questo progetto
per una settimana, anche senza
l'adeguata attrezzatura, possa essere
veramente formativo per chiunque, per
chi inizia e per chi lo fa da tanto tempo.
E poi ho conosciuto anche altri filmaker,
che hanno condiviso con me fatica e
notti insonni".
Primo premio a parte (mille euro),
menzioni speciali per "Epitaffio" di
Francesco Pividori; "Il conte
Biancamano" di Andrea Marchese per le
sue «immagini limpide, e la
straordinaria forza espressiva delle
comparse, i cambi di registro tra
nostalgia, illusione e ironia» e "L’ultimo
giorno" di Nicolò Cappello «per
l’impianto narrativo tra ironia e
nonsense che ha reso le tante idee degli
ultimi, tanti possibili ultimi». Premio
come miglior attore va a Vito Gallina,
cittadino di Castellammare del Golfo che
si è prestato da non professionista a
partecipare a "Svegliaci quando fa
chiaro" di Flavio Costa, mentre il premio
come miglior cortometraggio per la
giuria popolare su un campione di circa
300 persone votanti viene assegnato a
"L’ultimo giorno" di Nicolò Cappello.
Tutti i cortometraggi possono essere visti
collegandosi alla pagina facebook del
festival.
ACCADDE OGGI A MESSINA a cura di Felice Irrera
1535, gli ambasciatori di Carlo V
Il 19 settembre 1535 il Senato di Messina invia a Palermo presso
l’imperatore Carlo V, per congratularsi del suo trionfo in seguito
all’espugnazione di Tunisi e Goletta, gli ambasciatori Girolamo La Rocca e
Domenico Mollica, accolti molto cordialmente dall’Imperatore. I Palermitani
resero grande onore a questi ambasciatori e agli altri due, che erano passati
in Africa con il dono ed erano tornati in Sicilia con l’Imperatore. Anche nei
ludi equestri, che i Palermitani allestirono con grande entusiasmo, Carlo scelse
come giudici dei giochi quattro ambasciatori messinesi (Cfr. P. Samperi,
Messana, vol. I, l. V).
1866, a Zaera si inaugura il terzo asilo
Il 19 settembre 1866 viene inaugurato a Messina il terzo asilo (dopo il
“Garibaldi” e il “Principe Umberto”), a Zaera: esso trova posto nella casa del
marchese Avignone alle Due Vie ed è intitolato a Giuseppe La Farina. Da
notare che gli asili funzionano solo grazie alla beneficenza cittadina (Cfr. G.
Rizzo, Annali della Città di Messina (1862-1885), Intilla Editore 2007).
centonove pagina 27
19 Settembre 2014
posterpersonaggi
L’INTERVISTA. Parla Ian Goldin docente all’Università di Oxford, al parterre di esperti che hanno animato il Forum di Cernobbio
Non giriamo le spalle alla globalizzazione
Alcuni la esaltano, altri pensano che ha facilitato il diffondersi della crisi. Il rischio? «Che
le nostre società si ribellino, lasciando spazio al nazionalismo». Perdendo queste opportunità
DI
MASSIMILIANO CANNATA
«La globalizzazione? Può essere una
forza e un bene immenso per
l’umanità, ma può anche generare
conseguenze terribilmente
distruttive». Parola di Ian Goldin,
docente di Globalizzazione e sviluppo
all’Università di Oxford, che fa parte
del prestigioso parterre di esperti che
hanno animato il forum di Cernobbio.
Ian Goldin parla di un tema assai
caro. la globalizzazione.
«E’ un termine complesso - spiega che significa cose diverse a seconda
dei soggetti che la praticano e la
interpretano».
Prof Goldin di globalizzazione
parlano tutti, giornalisti, scienziati,
filosofi. Alcuni la esaltano, altri
pensano che ha facilitato il
diffondersi della crisi. Qual è il suo
parere in merito?
«A mio giudizio si tratta di un
processo importante attraverso cui le
società diventano più aperte ed
interconnesse. L’integrazione e la
connessione possono portare alla
diffusione di molte buone idee, ma
anche alla circolazione di prodotti e
servizi innovativi. Possiamo pensare
alla diffusione della democrazia e dei
diritti umani, anche alle idee sulla
parità di genere, ai progetti di ricerca
Ian Goldin
su come diventare più sani, fumare
meno, migliorare la prevenzione e
l’igiene. Allo stesso tempo la
globalizzazione può essere motore di
proposta sui metodi e interventi per
capire come governare al meglio,
come risanare i dissesti economici,
garantire la salvaguardia
dell'ambiente, finanziare le piccole
imprese, elaborare politiche di
sviluppo».
Quelli che sta
elencando sono
soprattutto i risvolti
positivi del fenomeno.
Esistono delle criticità?
«Certamente. La
diffusione delle crisi
finanziarie che è sotto gli
occhi del mondo, gli
attacchi informatici, le
pandemie cosi come
l’amplificazione di forze
molto distruttive. Nel mio
recente libro "The Butterfly
Defect", definisco queste
conseguenze della
globalizzazione come involontarie. Lo
stesso titolo penso esprima molto
bene tutta la mia preoccupazione».
“La globalizzazione crea dei rischi
sistemici, difficile capire cosa fare
al riguardo”. Questa la domanda di
fondo che ha ispirato il suo saggio.
Cosa risponde?
«La globalizzazione porta al rischio
sistemico. L’intensificazione di questa
dimensione sta generando nuove
conseguenze negative. Tuttavia, ed è
questa la tesi di una mia precedente
pubblicazione, “Globalization for
Development” (La globalizzazione per
lo sviluppo, n.d.r.), attivando le
politiche giuste è possibile trarre
importanti benefici. "The
Butterfly Defect" è un
saggio che ha lo scopo di
evidenziare in
prevalenza la
dimensione della
prevenzione del rischio.
Aspetto fondamentale
se non vogliamo che le
nostre società
comincino a ribellarsi,
girando letteralmente
le spalle alla
globalizzazione.
Questo
atteggiamento negativo
non sarebbe un bene, perché
lascerebbe spazio al protezionismo e
al nazionalismo che ci renderebbero
meno pronti ed elastici nel cogliere i
potenziali benefici, indebolendo nello
stesso tempo la nostra stessa capacità
di gestione delle criticità. Credo in
sostanza che i popoli della terra e i
governi abbiano bisogno di maggiore
capacità di coordinamento, di
praticare insomma una governance
della globalizzazione intelligente ed
efficace».
L'Europa ha bisogno di superare al
più presto la crisi. Quali sono le
riforme più urgenti che possono
aiutare il vecchio Continente a
riconquistare un ruolo da
protagonista nei nuovi equilibri
mondiali?
«L'Europa ha un bisogno assoluto di
riforme. Il livello di indebitamento
dei paesi del Sud non è più
sostenibile. Guardando agli
andamenti attuali questi paesi
avrebbero dovuto gestire gli avanzi
primari per decenni, ad un costo che
non è socialmente né politicamente
tollerabile. Credo che il patto fiscale
debba essere rafforzato in modo che
tutti i paesi della zona euro sia
portati a osservarlo. Sono state
proprio la Germania e la Francia per
prime a non rispettare gli accordi di
Maastricht e a non seguire le linee
guida del patto fiscale aprendo di
centonove pagina 28
fatto le porte ad una interpretazione
troppo permissiva delle norme
comunitarie. L’integrazione europea
ha bisogno di investimenti per lo
sviluppo a cominciare dalle
infrastrutture e dalla ricerca e
dall’innovazione, come verrà ribadito
nel corso dei confronto internazionale
di Cernobbio».
Diversi maitre à penser del tempo
moderni, quali Edgar Morin, Jurgen
Habermas, Amartya Sen, insistono
sulla necessità di globalizzare i
diritti non tanto e non solo i
mercati. Nel mondo sono in
continuo aumento la
disuguaglianza, la povertà, il
sottosviluppo, la disoccupazione, la
19 Settembre 2014
posterpersonaggi
disgregazione del ceto medio. È
possibile invertire questo trend così
negativo?
«Il movimento delle idee che
travalicano le frontiere è l'aspetto più
potente della globalizzazione. Questo
ha già portato a dei passi avanti
fondamentali nella cultura del diritto
in molte parti del mondo. I diritti di
genere, i diritti delle persone gay e
lesbiche, l'abolizione del lavoro
minorile e dello sfruttamento,
l’affermazione di molti altri diritti
civili che non si erano ancora fatti
strada. Alla globalizzazione, non
dimentichiamo che è stata anche
associata la più rapida riduzione della
povertà che mai si sia verificata nella
storia. L'ampliamento della capacità
di ascolto e di comprensione dei
progetti di sviluppo è stata possibile
solo in un mondo che non ha
frontiere. Il pensiero stesso di
Amartya Sen è stato veicolato dalla
globalizzazione. La produzione delle
idee è stata generata grazie alla
migrazione più rapida e più ampia
delle persone, che si sono avvalse di
un eccezionale strumento come
internet. Purtroppo non solo le belle
intuizioni vengono diffuse attraverso
il web, anche i cattivi esempi e i
comportamenti negativi vengono
globalizzati. Il fondamentalismo, i
progetti eversivi, la violenza
viaggiano molto rapidamente. Per
queste ragioni la globalizzazione è
stata anche associata alla crescente
disuguaglianza che segna la realtà di
molti paesi e questo di fatto aumenta
l'insicurezza indebolendo la coesione
sociale. Comprendere le cause
scatenanti di quelli che definisco dei
veri e propri shock sistemici, sarà
compito dei governi, ma anche dei
cittadini più responsabili e
consapevoli, che sono giustamente
interessati a capire dove sta andando
il mondo».
Come fa vedere lo studio
Ambrosetti una delle cause più
gravi che ha messo sotto scacco la
competitività si scala globale
riguarda il sistema dell'education
che non prepara adeguatamente i
giovani che devono affrontare la
sfida del lavoro. Eppure la
conoscenza dovrebbe essere il
cuore della globalizzazione. Come
si spiega questa contraddizione?
«I sistemi di istruzione devono essere
riformati per essere in grado di
preparare le persone per le grandi
sfide e creare la giusta flessibilità, in
relazione a un universo del lavoro che
sta velocemente evolvendo. Sarà
fondamentale praticare un processo
di apprendimento continuo, tenuto
conto del fatto che le persone vivono
più a lungo che nel passato e che
quindi hanno bisogno di aggiornare
con regolarità le loro competenze.
Senza questo continuo
aggiornamento dei saperi non sarà
possibile lavorare in un’economia
avanzata, in continuo divenire».
Il "Transatlantic trade Investment
Partership" è uno dei progetti che
sarà al centro del dibattito.
Secondo Lei questo strumento
potrà realmente aprire un fronte di
collaborazione tra Stati Uniti ed
Europa creando i presupposti per
una “seconda fase” della
globalizzazione?
Da questo grande progetto potrebbe
originarsi uno sviluppo molto
interessante in termini di scambio di
esperienze, know-how, che sono
fattori essenziali per la crescita.
Ritengo però che le domande più
importanti rimangono aperte,
soprattutto in relazione alle
dimensioni chiave dell’ipotesi di
partenariato che si sta portando
avanti rispetto a cui risposte e
soluzioni non possono tardare ad
arrivare.
(traduzione di Elvira Solovei)
A MARGINE
Tra innovazioni e crisi geopolitiche
I TEMI CHE INFIAMMANO LO SCACCHIERE
MONDIALE ALLA TRE GIORNI DI CERNOBBIO
SI È CONCLUSO a Cernobbio il Workshop The
European House - Ambrosetti dal titolo "Lo scenario
di oggi e di domani per le strategie competitive".
Numerosi gli interventi nella 3 giorni ma, tra questi,
non c'era quello del premier Matteo Renzi che ha
voluto disertare l'annuale appuntamento col
"salotto buono" dell'industria e della finanza
italiana sulle rive del lago di Como. Massiccia invece
la presenza dei "suoi" ministri. Tra i presenti invece,
per il secondo anno consecutivo, Gianroberto
Casaleggio, leader insieme a Beppe Grillo del
Movimento 5 Stelle. A rappresentare Palazzo
Chigi anche Angelino Alfano (Interno), Marianna
Madia (Pa), Maria Elena Boschi (Riforme
costituzionali), Federica Guidi (Sviluppo),
Beatrice Lorenzin (Salute), Maurizio Lupi
(Trasporti), Pier Carlo Padoan (Tesoro), oltre al
citato Poletti. Ampio spazio tra i temi trattati,
all'innovazione, l'educazione e soprattutto alle
crisi geopolitiche che infiammano lo scacchiere
mondiale, con alcune presenze fisse del
workshop Ambrosetti, come il premio nobel
Shimon Peres e il senatore americano John
McCain.
centonove pagina 29
Il premio Nobel Shimon Peres a Cernobbio
19 Settembre 2014
posterlibri
SAGGI. Il volume di Andrzej Kobylinski «sull’etica della misericordia»
Il nichilismo e le sue disavventure
Da Nietzsche a Severino è un fenomeno socio culturale da superare. Per qualche altro, Vattimo in testa, è invece
da assumere e vivere più intensamente. Pro e contro di una dottrina filosofica che fa discutere oggi più di ieri
DI
AUGUSTO CAVADI
NICHILISMO: PAROLA maledetta. Ma
in via di redenzione. Se infatti da
Nietzsche ad Heiddegger, da Pareyson a
Severino, il nichilismo (inteso come
perdita di valore di ogni valore) è un
fenomeno socio-culturale da superare,
per qualche altro (Gianni Vattimo in
testa) è invece da assumere e vivere
ancor più intensamente. Come mostra
Andrzej Kobylinski in un suo volume
edito nel 2014, in lingua polacca,
dall’università Wyszynskiego di Varsavia,
intitolato Sulla possibilità di costruire
l’etica nichilistica, sia gli avversari che i
difensori del nichilismo si sono dedicati
- e si dedicano tuttora – a enucleare
un’etica condivisibile
nell’epoca del nichilismo.
La simpatia intellettuale
dell’autore è chiaramente
per i critici del nichilismo
(Pareyson, Caracciolo,
Cacciari, Severino e in
particolare Possenti), ma ciò
non lo distoglie dal dedicare
la maggior parte del volume
all’analisi dell’ “etica della
misericordia” propugnata,
nell’orizzonte del pensiero
“debole”, da Gianni Vattimo. Un’etica
più di criteri (formale) che di
prescrizioni dettagliate (contenutistica),
un po’ come l’imperativo categorico
kantiano che ingiunge in tono assoluto il
dovere razionale, ma affida alla
coscienza di ciascuno la determinazione
di ciò che in un dato momento è bene e
in altro determinato momento è male. In
concreto per Vattimo: bene è provare
“compassione” per tutti i viventi che
LACERTI DI LETTURE
soffrono in qualsiasi senso, male è usare
“violenza” contro chicchessìa.
Ma cosa pensa Vattimo dei tentativi dei
suoi contemporanei di fondare l’etica su
basi metafisiche, universali? Che si tratta
di tentativi illusori dal momento che la
scienza dell’essere (ontologia), dopo
Kant, si è manifestata in tutta la sua
inconsistenza. Egli è un tipico esponente
del post-moderno e rilegge con le sue
categorie anche il cristianesimo
originario, a suo avviso prototipo di ogni
concezione flessibile, aperta, del mondo
e della storia. Anzi, arriva a considerare
il cristianesimo dei vangeli come una
versione del “nichilismo” (ovviamente
nell’accezione positiva, condivisibile, del
vocabolo). A questa posizione si possono
rivolgere varie obiezioni, tra
cui mi limito a due soltanto. La
prima è che l’etica dello stesso
Vattimo, dal momento in cui si
appella alla concezione
dell’Essere heideggeriana
(l’Essere come indebolimento,
temporalità, tramonto), è pregiudicata da una metafisica.
Sarà una contro-metafisica o
una oltre-metafisica,
comunque sempre di
metafisica si tratta: e non è per
nulla scontato che sia la metafisica più
lucidamente argomentata nel panorama
intellettuale del XXI secolo. Ma a questa
obiezione Vattimo contro-obietterebbe
che Heidegger ha proposto una
concezione di Essere tesa a sconvolgere,
scardinare e seppellire, tutte le
concezioni ontologiche anteriori.
La seconda obiezione, più acuta e più
ardua da rintuzzare, è di Kobylinski,
l’autore del volume che ha suggerito
queste note: “è difficile conciliare la
natura profondamente scettica del
pensiero debole con il rifiuto radicale e
categorico degli altri modelli metafisici”
(e dunque anche delle altre proposte
etiche). Questa è una storia già vista
tante volte: stirati sino agli estremi, il
dogmatismo e lo scetticismo si
identificano contro le loro stesse
intenzioni. Il dogmatico non cerca
perché è sicuro di aver trovato, lo
scettico non cerca perché è sicuro di non
trovare: nessuno dei due, insomma,
cerca davvero. Propone la propria etica
come un pacchetto da accettare o
rifiutare in blocco. Così, però, ci si chiude
al dialogo, al confronto, alla dialettica fra
punti di vista opposti: dunque alla
possibilità di concreare un’etica
autenticamente filosofica.
Alla configurazione di una simile etica
anche il pensiero “debole” può offrire un
LA CLASSIFICA
Andrzej Kobylinski. Sotto la copertina
del libro di Gianni Vattimo
contributo. Il più rilevante consiste, a
mio avviso, nel liberare l’etica da
pregiudiziali religiose. Se aspettiamo che
ebrei e cristiani, musulmani e buddhisti,
arrivino a un’unica teologia per costruire
un’etica universale, ci divoreremo prima
di ogni accordo. L’etica compatibile con il
pluralismo culturale e etnico nel pianeta
non potrà che essere laica: a- tea non nel
senso ordinario del termine, bensì nel
senso etimologico di una prospettiva che
prescinde da Dio e lo mette per così dire
fra parentesi. Tale a-teismo metodologico
in etica non solo non esclude, ma
probabilmente irrobustisce, ogni teismo
sincero negli altri ambiti dell’esperienza
umana.
www.augustocavadi.com
DI FELICE IRRERA
Ancora un romanzo giallo di quest’autore, che lo ambienta di nuovo in una Venezia
carnevalesca, con gli stessi personaggi principali anche se Giangiorgio Tartini non è più
ispettore capo della Polizia di Stato a causa di un tentato suicidio, ma è tornato a
suonare il violoncello, dà lezioni e tiene concerti; mentre ha preso il suo posto Dario
Farsetti, l’ex vice. Tartini ha un nuovo amico: Giobbe Cervetti, violoncellista pure lui,
compositore e concertista, realmente esistito nel Settecento. Ma la storia, per il resto,
è tutta di oggi.
Stelvio Mestrovich, La maschera della morte rossa, Dario Flaccovio 2014, pp. 128, € 13,00.
Casati Modigliani
Dan Brown
1Sveva
La moglie magica - Sperling & Kupfer
4
Inferno - Mondadori
Markus Zusak
Stefano Benni
2Storia
di una ladra di libri - Frassinelli
5
Pantera - Feltrinelli
Tiziano Tersani
Massimo Gramellini - La magia di
Un' idea di destino. Diari di una vita
un buongiorno - Longanesi
3straordinaria
6
Longaneri
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
L’avventura
VERRÀ IL MOMENTO in cui la giostra si ferma e il
giostraio, inesorabile, ci inviterà a scendere.
“Finito, dirà un giorno madre natura, finito di
ridere e piangere e sarà la vita immensa che non
vede, non sente e non parla.” Spesso la bellezza
è solo una nostra idealizzazione, un nostro sogno, un nostro
bisogno, un desiderio estremo. “Il più bello dei mari è quello
che non navigammo. I più belli dei nostri giorni non li
abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.” I grandi amori hanno il fascino di
essere sempre avventurosi. Cosa c’è di meglio di vivere
avventure? L’avventura ci spinge ad essere meglio di ciò che
siamo. Chiunque ama da il meglio di sé, si migliora.
“Amo in te l’avventura della nave che va verso il polo, amo in
te l’audacia delle grandi scoperte, amo in te le cose lontane.
Amo in te l’impossibile, ma non la disperazione.”
Non vi è nulla di più struggente e affascinate degli occhi
amorosi di una donna che ci desidera. “Mi basta essere dove
sono, tra i nostri, e battermi. La mia terribile notte è lacerata.
L’alba splenderà di sole, amore mio, come i tuoi occhi.”
In amore non bisogna consumare tempo nell’attesa.
Attendere nell’esternare i sentimenti e nell’esercitarli è un
delitto imperdonabile. “I giorni sono sempre brevi. La mia
porta spalancata ti ha atteso. Perché hai tardato tanto? Il
vino che avevo nella brocca l’ho bevuto a metà, da solo,
aspettando. Perché hai tardato tanto? ”
Siamo esuli nei corpi altrui, quando di questi ne accettiamo
solo la consolazione. “Sei la mia schiavitù, sei la mia carme
che brucia, sei la mia patria. Sei la mia nostalgia di saperti
inaccessibile nel tempo in cui ti afferro.”
La saggezza sta anche nel trovare il coraggio di chiudere
centonove pagina 30
l’esistenza. “I miei abiti sono insanguinati, ho lacerato la
camicia sul petto e il mio cuore lo stanno divorando. Scrivimi,
telefonami, dì un vengo, vengo, vengo. Morte dammi la
saggezza.” I grandi amori separati dal destino dilatano il
tempo in un’angosciante attesa di ricongiunzione.
“Sono cent’anni che non ho visto il suo viso, che mi sono
fermato nei suoi occhi, che non ho toccato il calore del suo
ventre. Eravamo sullo stesso ramo insieme. Caduti ci siamo
separati e tra noi il tempo e di cent’anni. La strada e da
cent’anni e nella penombra corro dietro di te.”
Non serve rinviare, quando tocca decidere bisogna farlo.
“Perché le decisioni si debbano prendere su due piedi. La
risposta è semplice: perché così è che si decide. Ci si concede
del tempo per decidere, rinviando la decisione, finito il quale
si deciderà comunque su due piedi.”
Lacerti tratti da: “Poesie d’amore ” – 2002 parte I
Nazim Hikmet
19 Settembre 2014
posterlibri
IN MEMORIA
Addio, maestro Veneroso
E’ morto a 81 anni l’avvocato di Sciacca appassionato di numismatica
capace di trasformare una semplice passeggiata in una lezione letteraria
E' morto sabato scorso a Sciacca,
l'avvocato Primo Veneroso, già
collaboratore di "Centonove".Alla
famiglia le condoglianze di tutta la
redazione.
Una carrellata di personaggi raccontati in “Istantanee” di Loteta
MESSINA. Incontri di mezzo secolo nel nuovo libro del giornalista Loteta
Istantaneetra cronaca e storia
DI
FELICE IRRERA
MESSINA. Di Giuseppe Loteta,
siciliano di Messina, giornalista
professionista, conoscevamo già,
sempre editi da Pungitopo, il bel
romanzo “Messina 1908” (2008), la
raccolta di racconti “Romanzo
messinese” (2011) e la silloge poetica
“Nuvole e pietre” (2013). Adesso egli
ci regala la sua esperienza
giornalistica in questo suo ultimo
libro (“Istantanee tra cronaca e
storia”, Pungitopo 2014, pp. 128, €
15,00) in cui raccoglie gli incontri,
in mezzo secolo d’esperienza, con
trentuno personaggi di rilievo nel
campo della politica e della
società, soprattutto (ma non
solo) italiana, con i quali ha
avuto la possibilità di
colloquiare e che, ciascuno nel
proprio campo, hanno acquisito un
posto di rilievo nella vita della seconda
metà del secolo XX.
Emergono, così, ritratti di raffinata
tecnica giornalistica, perciò brevi ma
anche di una certa efficacia,
soprattutto di tanti politici che nel
secolo scorso hanno segnato i passi
della politica italiana sino ai nostri
giorni e che fanno parte ormai della
storia del nostro Paese: da Togliatti a
Terracini, Ernesto Rossi e Ferruccio
Parri, da Pertini a Umberto di Savoja e
a Randolfo Pacciardi (sul quale Loteta
pubblicò nel 1990 un libro-intervista),
da Silvio Milazzo al generale De
Lorenzo, a Saragat e a Riccardo
Lombardi, da Enrico Berlinguer a Salvo
Lima, Giulio Andreotti e Franco
Evangelisti, da Francesco De Martino,
socialista gentiluomo, sino a quel Craxi
di cui emerge un ritratto forse un po’
troppo benevolo, almeno rispetto alla
comune vulgata. E la carrellata si
conclude con un uomo politico,
Giorgio Napolitano, che ancora nel XXI
secolo fa sentire non poco la sua
influenza di capo di Stato; e con un
altro, Marco Pannella, che non cessa
ancora di stupire alla sua età, con le
proprie performances.
Non mancano ritratti di politici
stranieri (da Mobutu a Santiago
Carrillo), di difensori dello
Stato, immolatisi per
esso, quali Boris
Giuliano e Giovanni
Falcone, di uomini di
cultura che molto
hanno dato all’Italia
come Leonardo Sciascia
e Bruno Zevi.
Si tratta di veri e propri
flash, frutto in buona
parte del ruolo di inviato
e commentatore politico
che Loteta ricoprì, sino al 1994, presso
“Il Messaggero”, che illuminano tanti
frammenti di storia, magari
microstoria, ma, forse perché molto
ricca di aneddoti, partecipata, vivace,
godibile e soprattutto frutto di una vita
intera di vero professionista.
DI
ENZO BASSO
MESSINA. L’ultima volta che l'ho
sentito, un mese fa, cercava un libro
di numismatica edito a Messina da
Buceti e aveva chiuso la telefonata
con la solita ironia: “Ricordati che
alla mia età quando ci si saluta
rischia di essere l’ultima…”. Sabato
sera, a Sciacca, Primo Veneroso, è
morto. Aveva 81 anni. Lascia i
nipotini, la moglie Rosa e due figli,
Antonio e Alfonso.
Chi era Primo Veneroso? Il suo nome
era già un programma di lavoro. Tra
quelli chi lo hanno frequentato e
avuto come amico, a considerarlo
davvero “primo” sono tanti e in
tante arti, così da essere davvero
“venerato”.
Avvocato di provincia a Sciacca, già
procuratore onorario, Primo
Veneroso era un “Gran Lombardo”
direbbe Vittorini, un siciliano d’altri
tempi, nel portamento, nei modi. Nei
toni.
Frequentarlo dava gran piacere.
Perché citazioni e leggiadria della
vita in lui erano un tutt’uno.
Grande appassionato di archeologia,
è stato uno degli studiosi più attenti
del mistero irrisolto della preistoria:
la sua collezione archeologica,
dedicata soprattutto ai bicchieri
campaniformi, è la più grande del
mondo. E come si usa fare in queste
circostanze, il suo libro sul tema,
scritto insieme a Sebastiano Tusa, è
stato pubblicato dall’Accademia di
IN RETE
Sapore di libri su Saramago e dintorni
Sapore di Libri, è una rubrica dedicata da www.siciliajournal.it a chi ama la lettura e a
chi vorrebbe dedicarle più tempo. Una rubrica che si propone di consigliare, attraverso
delle recensioni, libri pubblicati anni fa, ma che meritano di essere letti e riletti perché
sempre attuali. Due gli appuntamenti curati da Katya Maugeri: l’ 1 e il 15 di ogni
mese. Oggi Sapore di libri parla di Saramago e l’oscurità dell’animo umano. “Pochi
paragrafi, solo punti e virgole e niente virgolette a delimitare i dialoghi. Un flusso di
pensieri, assenza di punteggiatura. Un romanzo, un esperimento sociologico, si tratta
di “Cecità” titolo originale “Saggio sulla cecità”,romanzo dello scrittore premio Nobel
per la letteratura portoghese José Saramago, pubblicato nel 1995”. “La rubrica è nata
come proposta alternativa ai classici libri estivi leggi-e-getta. L’attenzione dei nostri
lettori – spiega Daniele Lo Porto, direttore di siciliajournal.it – ci ha spinti a proseguire
oltre il periodo delle vacanze, perché un buon libro, non necessariamente fresco di
stampa, è sempre un’ottima compagnia”
centonove pagina 31
Primo Veneroso
Francia.
L’idea centrale degli studi proposti, i
flussi di culture, uomini, migrazioni,
è che l’Europa, la civiltà che
conosciamo, è nata in Sicilia. Con i
suoi pregi. E i suoi difetti. “Ma qui”
ripeteva Primo con orgoglio “da noi.
In Sicilia”.
Alto, occhi chiari, diceva sempre di
avere lasciato un pezzo di cuore a
Istambul, “quando si chiamava
Costantinopoli”.
Anche una semplice passeggiata con
Primo Veneroso, era una lezione
letteraria: “Non bisogna mai
sorgeggiare acqua fredda prima del
caffè, meglio se è tiepida, apre lo
stomaco…”.
Un giorno, dal Belvedere ci
affacciammo sul lungomare
“africano“ di Sciacca. Mi svelava
misteri antichi e moderni della Sicilia,
la sua difficoltà a “cedere” alla
Regione la sua collezione, e intanto
inframezzava i suoi racconti: vedi
quella, mi diceva, è una capra
girgentana, è in bilico sullo
strapiombo ma il peso del suo corpo,
comprese le corna ramificate di cui la
natura con destrezza l’ha dotata, è
proporzionale all’eleganza di
quell’uccello che si è posato ora su
quell’albero e forse arriva da
lontano, dalle coste dell’Africa, per
guadagnare così il suo riposo. Capire
queste cose, aiuta a essere meno
disattenti verso la vita…”.
Primo Veneroso era anche questo.
Segreti e passioni, svelati con
leggiadria. Ora, su questa terra, non
c’è più: ci mancherà.
19 Settembre 2014
posterpatrimonio
MESSINA. Una vastissimo e ricco patrimonio librario messo a disposizione della città con semplicità e professionalità
Cappuccini, a tutto “volume”
Dagli incunaboli ai recentissimi lasciti di noti intellettuali messinesi, senza dimenticare i bambini. Ecco la biblioteca-gioiello nel deserto della cultura
DI
GIUSEPPE IANNELLO
MESSINA. Una storia lunga quasi 500
anni. Quella della Biblioteca Provinciale
dei Frati Minori Cappuccini di Messina.
Più che mai attiva oggi. Ma che forse
pochi conoscono. Non si fa pubblicità,
collocata in adiacenza al Santuario
della Madonna di Pompei, vi si accede
da una via stretta e in salita, via delle
Mura. Alla fine, però, gli sforzi sono
premiati ed il “silenzio” dei libri vi
accoglie, in un luogo capace di
trasmettere pace alla mente affollata di
pensieri del ricercatore.
Il volto dell'attuale biblioteca è quello
che si è dato nel 1995, quando si sono
inaugurati i nuovi locali e l'apertura al
pubblico è divenuta regolare.
Conservazione del libro, razionalità
nell'uso dello spazio e mantenimento
dell'identità francescana sono stati
alcuni dei criteri seguiti nella
trasformazione della biblioteca da luogo
“interno” alla comunità dei Cappuccini
a luogo servizio, di incontro culturale
con tutta la “città”. Prima di sondare il
presente e le prospettive future,
conviene tuttavia ritornare al passato
per ripercorrere le tappe più
significative.
La presenza a Messina dei Frati
Cappuccini è attestata dal 1534, appena
qualche anno dopo la formazione del
nuovo ordine francescano, e la “piccola
stanza” dove vengono tenuti i libri sacri
e di qualche dottore della chiesa, si
trasforma pian piano in “media stanza”:
da un codice vaticano sappiamo con
precisione il numero di volumi della
biblioteca dei frati messinesi alla fine
del Cinquecento: 1131 volumi, che
costituivano il patrimonio più ricco di
tutte le biblioteche cappuccine italiane.
Nel frattempo i frati si erano trasferiti
su quello che ancora oggi è denominato
il “Colle dei Cappuccini”, dove
attualmente sorge l'Istituto
“Ignatianum” e dove rimarranno fino al
1866, anno che, con l'emanazione delle
leggi eversive, segna per molti ordini
religiosi una cesura netta e danni
irreversibili. I quasi tre secoli dell'evo
moderno avevano invero rappresentato
per i frati messinesi un periodo di
grande fioritura spirituale e culturale,
visibile quest'ultima anche nei ben 4304
volumi presenti nella biblioteca già nei
primi decenni del Settecento. La
biblioteca della città dello Stretto si
arricchiva anche per i lasciti dei privati;
tra i più prestigiosi sicuramente quello
dello giurista Mario Giurba. Ma da un
giorno all'altro, nel senso letterale
dell'espressione, le nuovi leggi del
neonato Regno d'Italia, con un colpo di
spugna cancellano tre secoli di storia: il
“grandioso” convento passa allo Stato
che lo adibisce a carcere femminile,
distrutto successivamente dal terremoto
del 1908, e la biblioteca viene
incamerata in quella pubblica.
I cappuccini devono ricominciare da
zero e da quasi zero riinizia la storia
della biblioteca. Si riparte dal Colle
dell'Uliveto, dove nel 1917 sorge la
nuova Chiesa dedicata alla Madonna di
Pompei, e dove, nei locali sopra la
sagrestia si riallestisce la biblioteca
Ben poco i frati erano riusciti a salvare
dalla furia delle confische, ma con gli
anni, in particolare grazie all'opera di
padre Giustino da Patti, studioso e
ricercatore, la biblioteca, negli anni '20
e '30 del Novecento, riprende
consistenza e viene arricchita in modo
determinante dalla donazione della
stessa biblioteca personale di padre
Sala di lettura
Bibbia stampata nel 1476
Bibliolandia, la sezione dedicata ai bambini
Giustino. La Seconda Guerra, arreca
gravi danni alla Chiesa, ma meno alla
Biblioteca, che comunque in parte era
stata previdentemente trasferita dai
frati nel loro Convento di Savoca e in
parte era stata spostata negli scantinati
dello stesso convento di Messina.
Le gravi conseguenze della guerra
distolgono forzatamente per qualche
decennio l'attenzione dei frati
cappuccini dalla biblioteca, che ritorna
a rivivere dal 1963 con l'istituzione vera
e propria della “Biblioteca Provinciale
dei Frati Minori Cappuccini di Messina”,
con un incaricato specificatamente
nominato per curarne lo sviluppo. Il
fondo iniziale è per il 60% costituito dai
libri di padre Giustino ma ad esso si
aggiungono ora, in rapida sequenza, i
fondi antichi di diverse biblioteche dei
centonove pagina 32
conventi della Provincia e il regolare
acquisto di nuove pubblicazioni. La
crescita dagli anni sessanta è
esponenziale, si passa dai 13.000
volumi del '71 ai 26.000 del '85 fino ad
arrivare ai 91.000 di qualche giorno fa,
senza parlare delle centinaia di
periodici (nel 1995 ne risultano
“aperti”, in sottoiscrizione 261).
La biblioteca cresce per l'accorta ed
oculata gestione e, come conseguenza
diretta di questa - grazie alla fiducia e la
stima che si conquista - per i lasciti di
importanti biblioteche di intellettuali
messinesi: basti pensare a quelle del
prof. Giuseppe Miligi e del prof.
Giuseppe Cavarra. Ad esempio non si
può non notare la rapidità con cui i
lasciti diventano fruibili per il lettore: il
libro donato non è lasciato nei cartoni
19 Settembre 2014
posterpatrimonio
per anni come purtroppo spesso è
accaduto e accade per i fondi in
dotazione a enti e biblioteche
pubbliche.
Semplicità ed efficienza professionale
sono le caratteristiche della biblioteca
dei Cappuccini. Ci guida nella visita
dell'intera struttura la dott. Mariangela
Orlando, bibliotecaria. L'ingresso e la
sala di lettura ne caratterizzano
l'identità francescana, con la ripresa
degli antichi modelli lignei e tutto
intorno, al di là delle porte che danno
sulla sala, in un primo e in un secondo
livello, i grandi depositi con moduli
mobili compattabili, realizzati secondo
le tecniche più moderne per la
conservazione dei libri antichi:
incunaboli, cinquecentine seicentine e
settecentine. E poi un lungo corridoio e
tante stanze con i libri “moderni” che si
è voluto in molti casi lasciare per fondi
di provenienza. Ci soffermiamo per un
attimo davanti a quello di padre
Giovanni Crisostomo Zumbo, un frate
di Catania che negli ultimi anni era
venuto a Messina: un appassionato di
storia del Novecento che ha continuato
a frequentare la biblioteca sino a
qualche settimana prima. Adesso lui
non c'è più, sono rimasti i suoi libri, che
ci piace immaginare come custodi della
sete di ricerca di chi li ha raccolti.
Improvvisamente una stanzetta, con
un'entrata speciale, con una tenda
colorata e dentro un altro mondo...
tutto colorato e a misura di bambino: è
la stanza nata all'interno del progetto
nazionale per l'infanzia “Nati per
leggere”. La dott. Orlando ci racconta
che tutti gli arredi sono il frutto del
lavoro volontario di amici e amiche
della biblioteca. Anche grazie a loro, a
persone come loro, che hanno offerto
gratuitamente il loro tempo, che la
biblioteca si è potuta sviluppare:
competenze e buona volontà sono
andate di pari passo. Non si può non
citare nell'ambito delle competenze il
contributo specialistico imprescindibile
apportato dal professore Giuseppe
Lipari, curatore, tra l'altro, del catalogo
a stampa degli incunaboli e delle
cinquecentine presenti nella biblioteca.
Entriamo in un altro corridoio,
caratterizzato per la presenza di
eleganti espositori che vengono
utilizzati anche per mostre provenienti
dall'esterno; l'ultima, quella delle icone
russe antiche, svoltasi a maggio di
quest'anno. Le stanze che si affacciano
sono quelle degli uffici, delle stanze di
lavoro. In una di essa vi troviamo padre
Fiorenzo Fiore, responsabile attuale
della biblioteca, ma soprattutto
principale artefice della sua storia dalla
fine degli anni sessanta. E' l'occasione
per farci raccontare il lavoro dietro le
quinte. Due i settori sui quali è stato
indirizzato prevalentemente lo sviluppo
del patrimonio librario: quello del
Francescanesimo e quello della Cultura
Siciliana. La specializzazione nel primo
ambito è pressoché totale e di altissima
consistenza nel secondo. Padre Fiorenzo
ne parla con austerità e una calma
sostanziale: elenca numeri, statistiche,
ci mostra vecchi inventari, stampe e
libri antichi, come se tutto ciò non fosse
il frutto del suo impegno e della sua
fatica e della sua passione. I libri non
sembrano averlo sommerso, non hanno
affatto nascosto la figura del frate.
Riscendiamo al primo livello della
biblioteca, visitiamo la ricchissima
emeroteca dove gli ultimi numeri di
tutte le riviste in abbonamento sono a
disposizione diretta del lettore.
Ritorniamo nella sala lettura, dove c'è
ad attenderci padre Felice Cangelosi,
ministro provinciale dei Cappuccini.
Con lui parliamo del futuro della
biblioteca, fino ad adesso sostenuta con
uno sforzo non indifferente dall'Ordine
come strumento in primis di formazione
per i frati e luogo di dialogo con il
“mondo”, con la città nello specifico.
Negli gli ultimi anni la biblioteca è stata
luogo di diverse iniziative culturali
promosse in collaborazione con
l'Associazione “Intervolumina”,
composta da esperti del settore
archivistico e biblioteconomico, e che
non a caso ha la sua sede legale proprio
presso la biblioteca. Padre Felice ha in
mente un'intensificazione dell'attività
culturali e immagina la biblioteca come
luogo privilegiato di “mediazione
culturale”, non separato dalla vita del
convento ma integrato con esso:
nell'insieme un unico spazio di ritiro,
studio e preghiera.
Un sogno che forse è già in parte realtà
proprio perché chi visita la biblioteca ha
alle volte la sensazione, entrando, di
varcare una sorta di confine, di mettere
il piede nella regione dello Spirito: si
viene a cercare un libro e si vuole
rimanere, magari dimenticandosi del
libro che finalmente si ha fra le mani.
Entrare nella biblioteca dei Cappuccini
è come dare una sbirciata al convento,
percepirne la vita e assaporarne il
mistero... prima di ritornare nel
“mondo”.
Uno scorcio dell’emeroteca
IN CIFRE
La carica dei... Centomila
LIBRI “CRESCIUTI” DEL 50 PER CENTO DAL 1995.
ECCO IL SERVIZIO AL PUBBLICO E LA PRESENZA ONLINE
VICINI AL TRAGUARDO dei centomila.
Sono infatti 91.160 i volumi presenti in
data 10 settembre di quest'anno nella
Biblioteca dei Cappuccini; con un
incremento di più del cinquanta per
cento rispetto al 1995, quando i libri
inventariati erano soltanto – si fa per
dire – 40.305. Cifre che acquistano
spessore se si va nel dettaglio: 51
incunaboli, 1637 edizioni
cinquecentine, e naturalmente molte di
più seicentine e settecentine.
Il volume a stampa più antico è del
1473, un'opera di Leonardus de Utino,
“Sermones de sanctis”; di particolare
pregio un'edizione della Bibbia
stampata a Napoli nel 1476. Le
pergamene sono 69 e i manoscritti 278,
alcuni dei quali del Cinquecento.
Presente anche un fondo di circa 300
stampe antiche databili tra secoli XVII e
Padre Fiorenzo Fiore, responsabile della Biblioteca
centonove pagina 33
XVIII. Vasta anche l'emeroteca che
comprende 684 periodici di cui 120
correnti.
La biblioteca vanta una specializzazione
nei settori del Francescanesimo e della
Cultura Siciliana; di rilievo per il lettore
e il ricercatore sono altresì tutti i settori
delle scienze religiose ed alcuni delle
scienze umanistiche e storiche. Tra i
fondi moderni acquisti: quello del prof.
Giuseppe Miligi, inaugurato nel 2011 e
quello, in corso di inventario,
dell'esperto di tradizioni popolari, prof.
Giuseppe Cavarra. Agevole la fruizione
di tutto il patrimonio librario: sono
immediatamente disponibili
all'ingresso, oltre al catalogo per
autore, tutti i cataloghi del fondo
antico, e quello del fondo “Miligi”.
Particolare curiosità desta, per la sua
varietà e unicità, la raccolta degli
“opuscoli”. Tempi di attesa per avere il
libro richiesto in loco: praticamente
zero, solo qualche minuto.
Molto efficace anche la presenza online
della biblioteca con un sito,
www.bibliotecacapuccinimessina.it, in
grado di offrire i cataloghi di tutti i
fondi antichi fino al Settecento, quello
del fondo “Miligi” e quello di tutti i
volumi inventariati dal 2001. Per i
settori specialistici, Francescanesimo e
Cultura Siciliana, si va ancora più
indietro nel tempo con l'obiettivo di
mettere in rete tutto il patrimonio
pregresso. La biblioteca fa parte del
Sistema Bibliotecario d'Ateneo
dell'Università di Messina.
Le ore di apertura al pubblico sono 25,
distribuite in cinque giorni della
settimana.
G.I
19 Settembre 2014
posterteatro
Spiro Scimone con Francesco Sframeli
L’INTERVISTA. A tu per tu con l’attore e regista messinese pronto a portare il suo Giù al Vittorio
Scimone: «Io e Francesco»
Gli esordi sui banchi di scuola poi sempre insieme a Milano fra teatro e mille lavori per sbarcare il lunario.
Storia di un grande sodalizio che ora “torna” in patria «Speriamo solo che la città accetti di arricchirsi culturalmente»
DI
GIGI GIACOBBE
MESSINA. Mentre Francesco Sframeli se
ne sta in vacanza nel collinare paesino
di Monforte San Giorgio, Spiro Scimone
si riposa a Messina dove continua ad
abitare con i suoi familiari nella Via
Trieste. Ci incontriamo con Spiro in un
bar ad uno schioppo dal Vittorio
Emanuele, il teatro che ospiterà dal 28
al 31 ottobre prossimo la sua più recente
pièce titolata “Giù” (rappresentata in
prima assoluta un paio d’anni fa al
Teatro Astra Torino, in seno al Festival
delle Colline Torinesi) che vedrà in
scena oltre agli stessi Scimone e
Sframeli (qui pure regista) gli altri due
elementi della compagnia che sono
Salvatore Arena e Gianluca Cesale.
Mi pare che tu e Francesco avete la
stessa età.
«Io sono nato il 24 aprile del 1964
mentre Francesco è del 9 settembre
dello stesso anno».
Tu non sei figlio d’arte.
«No, per niente, mio padre aveva una
gioielleria, poi ha fatto l’impiegato e mia
madre la casalinga e neppure i miei due
fratelli Giovanni e Nino e le mie due
sorelle Cristina e Mimma hanno mai
fatto teatro».
Come hai conosciuto Francesco?
«Frequentavamo la stessa scuola, il Liceo
Scientifico Seguenza e insieme
riuscivamo a radunare nelle ore
d’intervallo parecchi nostri compagni
raccontando le storielle più disparate.
Poi all’ultimo anno Saro Sardo formò un
gruppo di studenti riuscendo a mettere
in scena “L’aria del continente” di
Martoglio. Fu un successo e al piacere si
aggiunse una forte passione per il
Teatro. Francesco cercò di farlo vicino
casa sua a Giostra nell’Oratorio San
Matteo mentre io mi sono unito a lui
senza però prendere parte a nessun
spettacolo ».
E dopo la licenza scientifica?
« La passione per il Teatro era forte ma
di mezzo c’era pure il servizio militare
che facemmo poi entrambi, io a Gorizia
lui a Forlì ».
E poi?
«Avevamo a quel tempo 22 anni e
decidemmo di partire andando a
Milano. Io mi iscrissi all’Accademia dei
Filodrammatici, lui alla Scuola del
Piccolo di Paolo Grassi. In quei tre anni
milanesi oltre all’aiuto finanziario delle
nostre famiglie ci siamo sostenuti
svolgendo lavoretti come quello di fare
gli edicolanti, traslochi e volantinaggio.
Abbiamo pure preso parte come attori
ad un lavoro di Vaclav Havel titolato
“Memorandum” diretto da Massimo
Navone, un insegnante del Piccolo che
poi a Messina ci ha diretto in altri tre
lavori prodotti dal Teatro Popolare di
Messina guidato da Enzo Raffa:
“Emigranti” di Mrozeck, “Il buco” dello
stesso Navone e in un “Aspettando
Godot” di Beckett in dialetto siciliano».
Poi nel 1994 avviene il miracolo. Tu
scrivi “Nunzio”, la regia al
Palacongressi di Taormina in
quell’edizione di Taormina Arte è
curata da quel mago che di nome fa
Carlo Cecchi e inizia il vostro
successo nazionale e internazionale
con parecchi riconoscimenti e premi
importanti compreso il Leone d’oro
con il film “Due Amici” ricavato
proprio da quel lavoro.
«Sì è così, come dici tu, ma quello che
ha mosso tutto è stata una passione
sviscerata per il Teatro, imponendoci sia
io che Francesco l’imperativo categorico
di non mollare mai a costo di enormi
sacrifici e di tante rinunce ».
Cosa puoi dire a tanti giovani che
vengono colpiti dal morbo del Teatro?
«Di non soffocare mai le grandi passioni
e poi in questo momento di crisi
culturale chi ha queste passioni deve
insistere e realizzarle. Se i giovani
smettono d’avere queste passioni è la
fine e arriviamo alla catastrofe. Vedi, la
nostra è stata una necessità vera di
creare rapporti veri e lo abbiamo capito
attraverso il Teatro. La bellezza del
Teatro è un mondo concreto, non solo
parole ma anche un modo di
trasmettere qualcosa. Il desiderio di fare
gli attori ha bisogno d’una verifica. Non
devi avere il rimorso di dire “perché non
ci ho provato”, bisogna cercare di
superare gli ostacoli».
Qualcuno lamenta che nei tuoi lavori
mancano le donne.
«Forse mancano visivamente e
corporalmente, ma quelle che vengono
citate in “Bar” come “la madre” o “la
prostituta”, oppure “la moglie” ne “Il
cortile” o io stesso en-travesti ne “La
festa” hanno una rilevanza
straordinaria».
Tu hai scritto in 20 anni 7 lavori, oltre
Nunzio, Bar, La festa, Il cortile, La
busta, Pali, Giù, puoi dirmi qual è
l’ottavo lavoro che stai scrivendo?
« Non parlo mai dei lavori futuri, è una
regola che mi sono imposto».
Credo che il riconoscimento più
grande che tu e Francesco abbiate
ricevuto sia stato quello di essere stati
rappresentati alla Comedie Francaise
di Parigi, il tempio del Teatro dove
sono passati i grandi del teatro da
Moliere a Dario Fo. E’ così o no?
«A parte questo, credo che il più grande
sia stato quello d’aver compreso di fare
parte della storia del Teatro italiano e
internazionale, con studi, traduzioni in
più lingue, tesi di laurea e riproposizioni
dei nostri lavori».
E’ vero che avete lasciato Roma e vi
siete stabiliti a Messina?
«In parte è vero perché vogliamo vivere
di più a Messina, ma continuiamo ad
avere sempre la base a Roma. Crediamo
che la nostra presenza qui sia
importante, anche perché dà modo a
tanti operatori, giovani e semplici
cittadini d’avere un riferimento e un
arricchimento culturale. Bisogna però
vedere se il territorio accetterà
d’arricchirsi, certamente non dipende da
noi».
Qual è il tu pensiero sulla nuova
drammaturgia italiana?
«Gli autori italiani contemporanei non
hanno nulla da invidiare a quelli inglesi
tedeschi e francesi. In Italia manca
un’attenzione vera soprattutto da parte
dei teatri pubblici che dovrebbero
aiutare maggiormente a inserire nei loro
programmi lavori nuovi di giovani che
scrivono di e per il teatro».
LA SCHEDA
La carriera da Nunzio al premio Ubu
Spettacoli: Nunzio (1994); Bar (1997); La Festa (1999), presentata nel 2001 al
Kunstenfestivaldesarts a Bruxelles; Il Cortile (2003), rappresentato anch'esso al
Kunsten Festival des Arts, ed anche al Festival d'Automne a Parigi e al Théâtre
Garonne a Tolosa; La Busta (2006);Pali (2009); Giù (2012)
Riconoscimenti: Nel 1994 NUNZIO è opera vincitrice selezione IDI Autori
Nuovi. Nel 1995 NUNZIO ottiene la Medaglia d'oro IDI per la drammaturgia. Nel
1997 Spiro Scimone vince il Premio Ubu "nuovo autore"; Francesco Sframeli
vince il Premio Ubu "nuovo attore". Nel 1999 LA FESTA vince il Premio CandoniArta Terme per la nuova drammaturgia. Nel 2004 IL CORTILE vince il Premio Ubu
per il miglior testo teatrale. Nel 2009, PALI vince il Premio Ubu come migliore
novità italiana \ricerca drammaturgica. Nel 2012 GIU' vince il Premio Ubu
"miglior scenografia", realizzata da Lino Fiorito.
centonove pagina 34
posterspettacoli
19 Settembre 2014
MESSINA
NOTO. L’intenso spettacolo di Vucciria Teatro
Il candidoGiovannino
In “Io mai niente con nessuno avevo fatto” una storia d’amore,
di coraggio e morte che tocca il tema dei pregiudizi e dell’omosessualità
DI
PAOLO RANDAZZO
NOTO. “Io mai niente con
nessuno avevo fatto”, della
giovane compagnia “Vucciria
Teatro” è uno spettacolo
intenso, ben costruito, capace
di emozionare. Lo si è visto a
Il pianista Andrea Padova
Noto, nel cortile del ExConvitto Ragusa, sabato 13
settembre, nel contesto del
festival “Codex”, diretto da
Salvatore Tringali. Testo e
regia (pulita, lineare, con una
Il pianista Ramin Bahrami riapre
bella cura del ritmo) sono di
Joele Anastasi, che è anche
in scena, nel ruolo del
MESSINA. L’Accademia Filarmonica di
candido Giovannino, insieme
Messina preannuncia un ritorno di
con Enrico Sortino e Federica
classe grazie alla nuova Stagione
Carrubba Toscano. Si tratta
Concertistica 2014-2015, che aprirà le
di una storia d’amore,
danze il prossimo sabato 25 ottobre, al
coraggio e morte, della storia
Teatro Vittorio Emanuele, con il
del bruciante amore
Un momento dello spettacolo
brillante pianista Ramin Bahrami. Nel
omosessuale tra Giovannino
frattempo, l’Ente Morale ha
e il suo maestro di danza,
siciliana: niente di nuovo, né nel
organizzato per il pubblico affezionato
Giuseppe (dapprima vittima della sua
contenuto né nel linguaggio scenico
e per chiunque voglia avvicinarsi al
stessa violenta storia familiare, poi
che ripete, senza originalità, atmosfere,
magico mondo della musica classica
amante infuocato di Giovannino,
stilemi e segni che almeno da vent’anni
un'interessante anteprima, intitolata
sebbene incapace di uscire dal ruolo di
caratterizzano il nostro teatro. Segni
“Settembre al Chiostro” ed articolata
maschio virile e ammogliato, e infine
che sono legati ad un’altra atmosfera
con quattro concerti che si svolgeranno
carnefice del suo giovane amante
culturale e sono diventati la lingua
dal 16 al 28 settembre, in una
malato terminale). Accanto a
teatrale di una generazione di artisti
centralissima location, il Chiostro
Giovannino c’è la cugina Rosaria che è
siciliani. Una generazione che si è
dell'Arcivescovado, in via I° Settembre.
tutto per lui: madre, sorella, amica,
confrontata con la contemporaneità
Gli spettacoli in questione
complice, maestra di ballo, protettrice,
nel decennio trascorso e oggi vive ed
rappresentano il "recupero" di quelli
compagna di giochi e d’avventure. Un
esprime la sua maturità artistica
rinviati nel precedente cartellone e
amore vissuto in un ambiente popolare
proprio mettendo in discussione quegli
appartengono ad una nuova epoca
(con tutta evidenza un rione di
stilemi: resta evidente che da una
dell’Accademia che è rafforzata
Palermo, impregnato di sottocultura
compagnia di giovani ci si aspetta
dall’unione con l’Associazione musicale
tradizionale, omofoba, violenta e
invece molto di più in quanto a lettura
“Bellini”. A prendere le redini della
machista) e attraversato in modo
del reale e a novità di linguaggio.
direzione artistica quest’anno è la
ingenuo, assoluto, bruciante. Un amore
che si ribalta però in tradimento,
violenza vigliacca, debolezza
colpevole, che si rovescia in paura e
EVENTI
disprezzo all’apparire della malattia
(l’aids) e della morte: «Mi ha detto che
ero un frocio di merda, che dovevo
morire e che – urla ferito e incredulo
Giovannino - a ballare facevo schifo».
MESSINA. Presentato alla sala ovale di Palazzo Zanca, l’Electronic Music Festival, un
Uno spettacolo che val la pena di
evento che avrà luogo sabato 20 settembre dalle 18 alle 02 all’ex Irrera a mare
vedere insomma, che giustamente è
(cittadella fieristica) che per l’occasione si trasformerà in un mega dj contest dedicato
stato segnalato in diversi Festival e
alla musica elettronica. Un evento presente per la prima volta a Messina che
che, legittimamente, girerà ancora le
coinvolgerà il popolo della notte in una full immersion di electronic music dal sapore
piazze teatrali italiane. E però, occorre
internazionale con dj di alto livello provenienti da tutta la Sicilia che si alterneranno
dirlo, nihil sub sole novum almeno per
alle consolle per dar vita ad uno spettacolo unico. Ad arricchire la serata due dj di
quanto riguarda la ricerca teatrale
Bentornata Accademia Filarmonica
Electronic Music Festival sbarca a Messina
richiamo nazionale: Emix e D Lewis, direttamente dalle consolle romane, per allietare
i giovani messinesi con la loro musica. Tra i dj messinesi, nomi di alto livello quali
Leo Lippolis, Nello Nicita, Pippo Panasiti, Helen Brown e Piero Mazzù. L’evento
organizzato da Dino Fiannacca, da tutti conosciuto come Yanez, vocalist messinese, è
stato organizzato in collaborazione con “Il botteghino” di Lello Manfredi.
centonove pagina 35
la stagione concertistica
concertista di pianoforte e docente di
musica, Grazia Spuria con il supporto
del presidente Marcello Minasi. A
presiedere la “Bellini” sempre Giuseppe
Ramires. Il ciclo artistico si è
presentato martedì scorso con il
pianista Andrea Padova, che ha
eseguito musiche di Scarlatti, Ravel e
Chopin.
Il duo formato da Samuele Galeano al
violino e Ata Virzì al pianoforte sarà
protagonista lunedì 22 settembre,
sempre alle 21,15, esibendosi con
musiche di Beethoven, Brahms, Bloch,
Ravel e Wieniawsky.
Venerdì 26 settembre, alle 21,15, sarà
la volta del soprano Aurora Tirotta,
accompagnata al pianoforte da Olga
Kirylova; le nobili melodie di Rossini,
Puccini e Cilea si incroceranno a quelle
più popolari e ugualmente amate dagli
ascoltatori di Di Capua, Tosti e De
Curtis, per un evento emozionante.
L’ultimo appuntamento di questa
intensa kermesse, prima
dell’inaugurazione ufficiale del 25
ottobre, seguirà domenica 28
settembre, ancora alle 21,15, con il
duo formato da Rosaria Mastrosimone
alla viola e Graziano Spinnato al
violino. In programma un ampio
repertorio: classico (Bach, Mozart,
Tartini), moderno e contemporaneo
(Gershwin, Rota, Piazzolla,
Morricone).
L'ingresso a questo breve ciclo musicale
sarà gratuito per gli abbonati
dell'Accademia Filarmonica e della
Bellini alla stagione scorsa (20132014). Il costo è di 10 euro per i non
abbonati.
19 Settembre 2014
posterpaesechevai
UN PO’ DI STORIA
Un po’ di storia
Di antiche origini, il borgo compare
in un diploma di Ruggero I ed è
citato come Senagria in una bolla
del papa Eugenio III del 1151. Nel
1250, Federico II di Svevia lo donò
al Vescovo di Patti. Nel periodo
aragonese passò alla famiglia
Lancia e nel 1364 ai Ventimiglia.
Successivamente appartenne agli
Afflitto, agli Ioppolo (che
ottennero nel Seicento il titolo
ducale da Filippo IV) e ai Sandoval.
Gastronomia
Sinagra
ITINERARI. Viaggio nel piccolo comune dei Nebrodi “dimenticato”
Uno scrigno di nome Sinagra
Tra gli stretti vicoli con case che sembrano un presepe, svetta il secentesco Palazzo Salleo e la chiesa
Madre fra le più belle della Sicilia con le sue preziose tavole. Da non perdere la grotta del beato Diego
DI FELICE IRRERA
SINAGRA. Una giornata trascorsa, in
compagnia di tante bellezze artistiche in
un simpatico paesino di circa 3000
abitanti a un centinaio di chilometri da
Messina e a 260 metri sul livello del
mare, in mezzo a noccioleti, agrumeti e
uliveti, che si protende lungo la fiumara
omonima, un tempo navigabile, che la
metteva in comunicazione con il mare.
Lo raggiungiamo non attraverso una
comoda strada di fondo valle che segue
il corso del fiume e si collega alla costa,
ma attraverso la vecchia provinciale che,
passando da Ficarra si inerpica sulle
colline. Superato il bivio per Martini,
dopo un paio di chilometri, dopo
UOMINI&TERRITORIO
Illustri sinagresi
In campo sia letterario che pittorico
si deve ricordare Beniamino
Joppolo (1906-63), pattese di
nascita, ma che trascorse a Sinagra
diversi periodi della sua vita; in
campo pittorico Carmelo Salleo
(1892-1963),
Tradizioni
Il patrono è S. Leone, nato a
Ravenna e morto a Catania nell’VIII
secolo, la cui festa ricorre l’8
maggio, ma che viene portato in
processione anche a Pasqua e la
prima domenica di novembre.
l’ennesima curva di una strada sempre
tortuosa, ecco il paese.
Stretti vicoli separano le case, che si
addossano le une alle altre come in un
presepe; diverse sono le antiche fontane
e i palmenti; pieni di fascino gli antichi
palazzi nobiliari: se più recente (del
1900) è il Palazzo Joppolo, addirittura
secentesco è il Palazzo Salleo, ricco di
affreschi e di ceramiche, portato qualche
anno fa a nuovo splendore, che si eleva
su tre piani, ed è adattissimo, per i suoi
ampi locali, a mostre, convegni,
presentazioni di pubblicazioni (ma è
vero che l’attuale amministrazione
vorrebbe alienarlo?).
La chiesa Madre, anch’essa d’impianto
secentesco, ma restaurata nell’Ottocento
e dotata di un maestoso organo a canne,
è dedicata a S. Michele Arcangelo e
custodisce all’altar maggiore un’ancona
marmorea di Giacomo Gagini (1543)
con la Madonna col Bambino tra i Ss.
Giovanni Evangelista e Giorgio,
un’Annunciazione e Resurrezione nella
cimasa, gli Apostoli nella predella.
Procedendo nella visita, ci ritroviamo
presso l'antica chiesa del Convento o del
Crocifisso con annessa torre
campanaria medievale, che risale ad
periodo compreso tra la fine del ’400 e
l'inizio del ’500: al suo interno si trova
una statua marmorea di Santa Caterina
di scuola gaginesca e un crocifisso in
legno, probabilmente quattrocentesco,
custodito in un artistico armadio a
cassettone, decorato con bellissimi
dipinti raffiguranti scene della Passione
di Gesù (altri due dipinti, San Giovanni
e l’Addolorata, appaiono aprendo le
ante dell’armadio), mentre sul
sovrastante baldacchino ci sono il
Padreterno e sei Angeli; interessante è
anche una tavola del ’600 raffigurante la
Madonna e le anime del Purgatorio.
Su una collinetta appare alla vista un
antico Castello feudale con una torre
con orologio, abitato in passato da varie
famiglie feudali: dai Lancia ai Sandoval.
Ai piedi di tale collina ecco la piccola
grotta del terziario francescano Beato
Diego (1560-1612), nativo proprio di
Sinagra, che vi scavò un letto ed un
inginocchiatoio per potervisi ritirare a
vita eremitica e servire il Signore con la
preghiera e la penitenza, e morì poi ad
Agira, in provincia di Enna, dove sono
conservate e venerate, nella chiesa di
Santa Croce, le sue spoglie.
Ma le cose da vedere non sono finite.
Nella contrada Mezzagosto, non lontano
Provole, formaggi stagionati,
ricotta, olio di oliva prodotto dai
numerosi frantoi, le nocciole
lavorate in alcuni stabilimenti
locali, il salame derivato dal suino
nero dei Nebrodi. Tra i piatti locali,
molto apprezzato è il castrato alla
brace, che ben si accompagna con
un corposo “vino rosso” di vitigni
locali. Ottimi i maccheroni “fatti a
mano” alla sinagrese, conditi con
sugo di maiale, gli antipasti rustici,
il pollo alla brace, le specialità a
base di funghi.
dal minuscolo borgo medievale di
Martini, scopriamo la chiesa di Santa
Maria, ormai ridotta a rudere, che
sembra appartenere, dagli elementi
ancora leggibili, al periodo
paleocristiano: al suo interno si trova un
sarcofago in arenaria, testimonianza di
arte bizantina. E per terminare, in
contrada Limari, a quasi 600 metri
d’altezza, c’è un’antica chiesetta
dedicata alla Madonna del Rosario.
Una giornata di sole, di buona aria, di
cultura, immersi nel verde della
campagna in un paese come tanti sui
Nebrodi dimenticati dalla Provincia di
Messina (oggi non immeritatamente
abolita), che non è mai stata in grado di
valorizzare turisticamente come avrebbe
meritato, anche con dei semplici
opuscoli da destinare ai viaggiatori,
questo straordinario territorio.
La grotta del beato Diego. Accanto Diego da Sinagra nella tela della chiesa del SS. Salvatore di Agira
centonove pagina 36
posterrubriche
NUOVE VISIONI
DI MARCO OLIVIERI
I sogni di Miyazaki
L’Oscar alla carriera gli verrà
consegnato il prossimo 8
novembre. Hayao Miyazaki –
maestro dell’animazione
d’autore, classe 1941,
celebrato grazie a capolavori
come “Porco rosso” e “La
città incantata” – si congeda dal grande
schermo con “Si alza il vento". A Messina
il film è stato proposto dalle multisale Iris
e Apollo. In primo piano, nel racconto, la
genialità progettuale di Jiro Horikoshi,
ingegnere giapponese ideatore dei caccia
Mitsubishi A5M, che segue le orme
dell’italiano Giovanni Battista Caproni. In
un clima di imminente catastrofe, alla
vigilia della II guerra mondiale, il
protagonista vive una appassionata
storia d’amore con la dolcissima Nahoko
Satomi. Una storia destinata a un tragico
epilogo per la tubercolosi di lei. In
coerenza con la cura artigianale e il tocco
artistico del regista, alieni dalle tendenze
industriali dell’animazione, “Si alza il
vento” si distingue per la bellezza di ogni
immagine, per l’invenzione continua, in
sequenze ricche di poesia, e per il fascino
onirico. Sono proprio i sogni di Jiro a
inquietare e affascinare, in un intreccio
ipnotico di realtà e fantasia tipico del
grande cinema. Se la prima parte può
stancare, tra progetti di volo e attenzione
tecnica a ogni particolare, la seconda
parte si distingue per lo struggente e
implacabile racconto poetico di un
sentimento amoroso sospeso tra istinti
egoistici e nobiltà del cuore. La creatività
contagiosa del giovane ingegnere, come
spesso accade nel mondo degli adulti,
diventa strumento degli intenti bellici. Un
senso di morte pervade la pellicola, di
certo non per bambini.
APPUNTAMENTI
Nuovo anno di Anthurium rosa
MESSINA. Ripartono le iniziative a cura
dell’associazione culturale “Anthurium
Rosa - Cammini di Conoscenza”. Si
ricomincia con tre eventi dal 26 al 28
settembre. Venerdì 26 settembre, presso
il Teatro Annibale Maria Di Francia, a
Messina, alle ore 20, presentazione del
programma 2014-15, a cura della
presidente Mirella Restuccia, e
presentazione del Seminario di Gabriele
Policardo sul tema “Rabbia, vittimismo,
senso di colpa: i tre veleni dell’anima”, in
programma sabato 27 settembre ore 918, Hotel Messenion. Seguirà la
proiezione del film documentario “Un
altro mondo” (“Another World”, 63
minuti), scritto e diretto da Thomas
Torelli. Domenica 28 settembre, Teatro
Annibale Maria Di Francia, ore 18,
Conferenza di Marco Cesati Cassin sul
tema “Presenze positive. Le coincidenze
misteriose che ci guidano e ci
proteggono”.
MUSICA
LA MOSTRA
Sicilia, dalla parte del Leone
Nove scatti a Modica per raccontare l’isola nella “Pausa pranzo”
MODICA. Dal 23 settembre
al 25 ottobre i raffinati
ambienti del Ristorante
Accursio di Accursio
Craparo, in Via Grimaldi
41, ospiteranno una mostra
fotografica di Giuseppe
Leone intitolata “Pausa
pranzo”, a cura di Viviana
Haddad e Giuseppe Lo
Magno (opening domenica
21 settembre alle ore
11.30).
La mostra, allestita grazie
al contributo della Banca
Unicredit, è la prima di una
serie di eventi espositivi
che avranno luogo nel
Ristorante Accursio.
In mostra nove straordinari
“scatti” di Giuseppe Leone
Giuseppe Leone
dove il cibo consumato en
plein air – nella pausa dal
didascalicamente, alle pietanze, ma a
lavoro nei campi o nel picnic
chi se ne nutre”.
domenicale con la famiglia - diventa
Leone raffigura carretti con le stanghe
protagonista in una successione di
in alto trasformati in mangiatoie per i
immagini che richiamano le nostre
cavalli, motocarri parcheggiati nei
tradizioni contadine e i sapori genuini
prati, barbecue improvvisati, tavole
della nostra terra, proprio come la
imbandite con tovaglie a quadretti
cucina dello chef Accursio. “L'idea
all'ombra di un carrubo o sulle sponde
della mostra – scrive Viviana Haddad di un invaso artificiale, braccianti e
nasce dall'intento di trovare un
contadini ma anche donne con i
connubio inesplorato tra l'arte della
fazzoletti in testa e i fiaschi di vino in
fotografia e l'arte culinaria, intese
mano. Un'iconografia, questa, che come esperienze di viaggio che
ricorda Guastella – richiama alla mente
stimolano i nostri sensi, attraverso
i “classici” picnic sulle sponde della
racconti immaginari, suggestioni e
Marna di Henri Cartier-Bresson o le
ricordi di questo territorio”.
celebri scampagnate fuori porta
“Indagando da decenni questo
raffigurate da Monet o Cézanne, ma
territorio immenso e in larga parte
che se ne distacca per la sua
sconosciuto – scrive Andrea Guastella
accentuazione nostalgica derivante
nella brochure della mostra - con una
dall'amara consapevolezza della
particolare dilezione per la Sicilia e,
scomparsa di quella civiltà contadina.
nella Sicilia, per gli Iblei, Leone ha
La mostra potrà essere visitata tutti i
accumulato un repertorio ricchissimo
giorni dalle ore 12 alle 13 e dalle ore
di pranzi, cene e colazioni dove il
19 alle 20.
primo piano non spetta mai,
DE GUSTIBUS
19 Settembre 2014
DI CESARE NATOLI
Riparte Avantgarde
Riprendono le attività alla
scuola Avantgarde, il
centro per lo studio e la
ricerca sulla musica e su
tutto ciò che fa cultura,
ideato e diretto da Rosalba
Lazzarotto. Sono previste varie sezioni.
In quella prettamente didattica, i
giovani che da tanti anni ruotano
intorno alla instancabile volontà di
Rosalba Lazzarotto animano gli spazi
della scuola, nelle sedi di Messina e di
Roccalumera; spazi che nascono con
l’intento di dare stimoli creativi agli
allievi attraverso percorsi formativi e,
allo stesso tempo, divertenti e
coinvolgenti. L’offerta prevede, oltre
allo studio di tutti gli strumenti e del
canto, anche attività integrative
importanti nella formazione di un
musicista professionista, quali ear
training, composizione, armonia, storia
della musica, studio del ritmo. Tra le
attività: “I linguaggi del ritmo”
(laboratorio di percussioni), “Jazz in
Badia” (Campus sperimentale di musica
e scienze), AvantGarde Orchestra,
diretta da Rosalba Lazzarotto, che
spesso condivide la conduzione con altri
musicisti di prestigiosa professionalità.,
“Jazz & Gospel Family choir” (progetto
concertistico di decennale esperienza
sulla musica afro-americana), “Jazz &
Gospel Family junior” (progetto di
collaborazione con diverse scuole di
Messina medie ed elementari per
l’avviamento alla musica e, in
particolare, per la sensibilizzazione alla
musica Afro–americana), Cororchestra
“Voci in Seguenza” (progetto in
collaborazione con il Liceo Seguenza di
Messina). Ad arricchire il tutto una
sezione culturale, una letteraria e
teatrale curata da Vincenza di Vita e
quelle scientifica e artistica. Per ulteriori
infrmmazionio è possibile contattare
l’indirizzo email
[email protected] o visitare il
sito www.rosalbalazzarotto.it.
DI MASSIMO LANZA
Linguaglossa, mi... Shalai
I cugini Leonardo e Luciano Pennisi hanno intuito per
tempo che il boom del vino prodotto sull’Etna
avrebbe anche sviluppato un turismo
enogastronomico di qualità. Così hanno aperto lo
Shalai un hotel boutique arredato con cura in modo
elegante nel centro storico di Linguaglossa provvisto
di tutti i confort e anche di una piccola SPA. Tra ceramiche di
Caltagirone, oggetti d’epoca e mobili di design si trovano invece i
pochi tavoli del ristorante in mano al giovane e bravo chef
Giovanni Santoro. L'ultima volta abbiamo provato la buona zuppa
estiva al gambero rosso profumata di arancia ed erbe
mediterranee, poi un ottimo baccalà in foglia di limone con tartara
di peperoni rossi, versione marina di una classico della cucina di
carne etnea e per finire con gli antipasti una frittura, delicatissima
centonove pagina 37
e croccante di calamaro accompagnata da una saporita caponata.
Tra i primi i buoni tagliolini al nero di seppia e vellutata di piselli,
buono anche il risotto ai pesci di scoglio e gambero mantecato al
limone verdello. Tra i secondi molto gustoso e ben cotto il maialino
nero dei Nebrodi in porchetta con tortino di patate e carciofi
gratinato alle mandorle, buono tra i piatti di pesce il tonno rosso
con colatura di alici, pomodoro zatterino candito e centrifugato di
verdure selvagge dell’Etna. In chiusura una bella selezione di
formaggi siciliani che insieme ai salumi di casa può anche fare da
antipasto. Tra i dolci segnaliamo il classico cannolo nella versione
Shalai o la profumatissima sfogliatine di mele dell’Etna e frutta
secca con fonduta di cioccolato e mandorle tostate. Di livello anche
il pane in varie versioni compresa un’ottima focaccina e delle
appetitose sfere di pasta fritta con acciughe. Carta dei vini di buon
livello con tanta Etna ma anche una buona selezione dal resto
d’Italia e dalla Francia.
Shalai - Via Marconi 25 - Linguaglossa CT - 095 642138
19 Settembre 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
Domande graduatorie istituto
ATA III fascia
Opportunità individuali
Il MIUR ha emanato il D.M. n°
717, del 5/9/2014, per la
costituzione delle nuove
graduatorie delle supplenze brevi e
saltuarie personale ATA per il triennio
2014/15 – 2016/17. È possibile concorrere
per i profili professionali: assistente
amministrativo, assistente tecnico,
infermiere, guardarobiere, addetto alle
aziende agrarie, collaboratore scolastico.
La domanda compilata e firmata (non
necessita l'autenticazione) deve essere
consegnata (o spedita con raccomandata
A/R) entro l’8 ottobre 2014 ad una scuola
della provincia scelta. Per la presentazione
della domanda sono disponibili due
modelli: modello D2, destinato a chi era già
presente nelle graduatorie del triennio
2011/2014 ed intende confermare la
propria iscrizione (è comunque possibile
cambiare la scuola e/o la provincia di
destinazione) non avendo nuovi titoli o
servizi da dichiarare e nuovi profili da
richiedere; modello D1, per i nuovi
inserimenti e per chi, pur essendo già
incluso nelle graduatorie del 2011, deve
inserire nuovi profili e/o nuovi titoli e
servizi (è necessario dichiarare
nuovamente tutti titoli accesso, di cultura e
di servizio posseduti). Per la scelta delle 30
scuole dovrà essere presentato il modello
D3 attraverso le istanze online, nei termini
che il ministero stabilirà dopo. Non è
obbligatorio comprendere nelle trenta
scuole quella destinataria della domanda
Se non si presenta il modello D3 online per
la scelta delle scuole si verrà inseriti, solo
nelle graduatorie della istituzione
scolastica a cui è stato inviato il modello D1
o D2 in automatico. Il modello D4 –
depennamento -,deve essere compilato da
chi, già presente nelle graduatorie
provinciali permanenti dei 24 mesi e/o
nell’elenco provinciale o graduatoria
provinciale ad esaurimento, intende
presentare domanda di inserimento nella
terza fascia di altra provincia.
ECOLOGIA&AMBIENTE
PUNTINI SULLE I
Svincoli in procura, la verità di Ricciardello
IN RIFERIMENTO all’articolo pubblicato sul vostro settimanale n° 32/2014 in
data 29/08/2014, dal titolo “Svincoli in procura” e privo di sottoscrizione in
calce allo stesso, la scrivente Società intende precisare quanto segue.
In primis si contestano in toto i contenuti riportati nel citato articolo, poichè
assolutamente pretestuosi e infondati in fatto ed in diritto.
Nella fattispecie, per dovere di verità sullo stato dell’arte dei lavori, si chiarisce
che la Ricciardello Costruzioni Srl, a seguito della sentenza del Cga n° 51 del
02/04/2008, ha sottoscritto in data 08/06/2009 con il Comune di Messina il
relativo contratto di appalto (n. rep. 3596). In data 08/06/2009, proprio nel
periodo in cui operava la precedente Direzione Lavori, unitamente all’ingegnere
Pezzino che ricopriva il ruolo di Responsabile del Procedimento, sono stati
consegnati i lavori. Sino a dicembre 2010 (periodo in cui l’Anas prese in carico
la gestione tecnica dei lavori), e quindi per oltre 18 mesi, le attività lavorative
sono andate molto a rilento, causando di fatto per l’appaltatore una evidente
sottoproduzione che poi è stata oggetto di richiesta di risarcimento del danno
subito attraverso lo strumento delle riserve.
Alla data del 15/05/2013, i lavori principali dell’appalto sono stati ultimati e
seppur in tale data è avvenuta l’apertura al traffico, ancora oggi rimane in capo
alla Ricciardello Costruzioni Srl la custodia delle opere, ma anche e soprattutto
la manutenzione delle stesse, ivi compresa l’attività di gestione degli impianti
di illuminazione.
Inoltre, ad oggi, ancora non risultano contabilizzati, nè pagati, lavori per un
importo complessivo di euro 6.397.494,76.
Si rappresenta infine che non risponde al vero quanto affermato in merito alle
riserve, in quanto, ad oggi, non solo la Ricciardello Costruzioni Srl non ha mai
incassato un solo euro, ma ancor di più allo stato non è mai stato avviato da
parte dell’Ente Appaltante l’iter procedurale previsto per legge, seppur più volte
richiesto dall’Appaltatore (art. 240 del D.Lgs 163/2006). Ritenendo di aver
chiarito la posizione della scrivente Società, si rimane a disposizione per
ulteriori chiarimenti in merito.
Ricciardello Costruzioni Srl
Il presidente del Cda - geom. Giuseppe Ricciardello
Domandatelo. Un
giovane vi risponderà:
«Se non serve a trovare
lavoro, non studio». Una
idea che contrasta con
quella dei coetanei
all’estero, come dimostra
“Uno sguardo sull’istruzione 2014”.
Sono 570 pagine di dati sulla struttura,
le finanze e le prestazioni dei sistemi di
istruzione dei 34 Paesi membri dell'OCSE
(Organizzazione per la cooperazione e
lo sviluppo economico). Oggi quasi il
40% dei 2534enni, non solo europei,
ha raggiunto un livello di istruzione
universitario, superando di 15 punti
quello dei padri 5564enni. La
motivazione degli italiani, invece, è
diminuita per le difficoltà incontrate
nella ricerca d’occupazione. È
allarmante che da noi il 31,5% dei 2024enni non lavori e non segua alcun
corso, o che il 14% dei 17enni
abbandoni lo studio. Università e scuola
non sono più considerate, né dai ragazzi
né dalle loro famiglie, come un punto di
forza per potenziare un adeguato
inserimento professionale. Occorre,
perciò, individuare nuove strategie per
promuovere, produrre e programmare
competenze alternative, determinate
dai profondi cambiamenti economici e
sociali. Il ministro dell’istruzione
Stefania Giannini, impegnata nella
redazione del decreto definitivo per la
riforma della scuola, ha dichiarato che,
per l’esame di maturità dell’anno
appena iniziato, bisognerà «dare un
ruolo maggiore alle esperienze nel
mondo produttivo o nelle istituzioni
culturali». Il problema è ricostruire la
fiducia, che noi avevamo e i ragazzi
hanno perso. Far loro capire che il
territorio offre tesori da valorizzare, ma
che le opportunità individuali non si
trovano sullo scaffale di un discount.
[email protected]
DI ANNA GIORDANO
Se il ponte risorge
C’È L’IMBARAZZO DELLA SCELTA, come
argomenti sui quali vorrei sfogarmi.
Dall’orso ucciso, “reo” di avere a che fare
con umani che non rispettano la sua casa,
convinti come sono che hanno il diritto (gli
umani) di invadere gli spazi altrui (degli orsi e tutti gli altri
animali) e per questo, condannare a morte ben 3 orsi.
Difficilmente sopravvivranno i piccoli, quindi i morti sono
tre. Il tutto, perché andar per funghi a casa dell’orso è –
secondo gli umani – sacrosanto diritto e non lo è quello
dell’orso, di difendere la sua prole da un intruso.
Vergogna. Oppure del ponte risorto, dell’ennesimo
esaltato pontista che taccia gli ambientalisti di ideologia, e
pontifica sull’opera più inutile, dispendiosa e devastante
che mai mente umana abbia immaginato di voler fare e
quel che è peggio, spendere soldi pubblici per studi che
non hanno superato il via libera di una commissione in
genere molto larga di maniche. 227 richieste di
integrazioni han fatto alla cordata capeggiata da Euro
link, frutto di analisi dei componenti della commissione
VIA e degli ambientalisti (imbecilli, io per prima) che
hanno letto le carte, ringraziando il cielo che si sia in
tempo di file e non di alberi sprecati e bauli dirompenti
(progetto 2002). Altro che ideologizzati o simili, con
cavolo signor pontista, se le legga lei le inutili carte del
nulla che accade all’ambiente e a seguire, agli umani che
ci vivono. Che bello scoprire in una pagina che l’acqua la
dà l’AMAM e 20 pagine più in là che invece si faranno i
pozzi nelle fiumare, il tutto senza mai, mai, neanche per
sbaglio dire quanta ne servirebbe per decine di cantieri.
Poi la città vive la crisi idrica, e a Reggio Calabria le falde
sono salinizzate ma a voi che importa, lo sviluppo
centonove pagina 38
(presunto tale) innanzitutto ! e che dire dei salvatori
altrettanto presunti del pianeta, a suon di pale eoliche che
manco producono e per giunta li paghiamo anche per
questo? una Sicilia, anzi, mezza Italia (guarda caso il sud,
che strano) il cui paesaggio è ormai distrutto perché – si
dice – va salvato il pianeta. E vai con turbine da 3,4 e passa
MW, tanto la rete satura dal 2005 non li fa produrre e il
raddoppio tremendamente impattante dell’elettrodotto
forse potrà immettere il già realizzato, non certo i 12 mila
MW che sono in itinere e di questi, 5 mila convocati per il
parere finale. Che dire di un TAR che scrive, nell’ennesima
sentenza sull’eolico, che chi ha dato un parere negativo, in
zona pluriprotetta, deve trovare le soluzioni tecniche
perché si faccia? ma scherziamo? sorvolo sul nulla che
accade a Tremestieri, sarà per la prossima volta. Io auspico
dal più profondo del cuore che la natura ci dia una sonora
lezione di vita, perché non se ne può più, di nessuno.
postercommenti
ELIODORO
PRESENTAZIONI
Lega sud e cucuzze
Messina, diversamente insieme
DI
GIUSEPPE RUGGERI
MESSINA. Il punto sull’integrazione in
tema di disabilità è stato fatto anche
quest’anno nel corso della seconda
edizione di “Diversamente insieme”,
svoltasi a partire dalle ore 17 del 18
settembre u.s. nei locali dell’excittadella fieristica, l’evento, ideato e
organizzato dalla giornalista Letizia
Lucca con il supporto dell’Associazione
“Forte Gonzaga”, continua a riscuotere
il consenso di un folto pubblico
interessato alle problematiche legate
alla cosiddetta “diversità”. Ma
soprattutto, come ogni spettacolo che si
rispetti, “Diversamente insieme” è un
palco aperto dove disabili e non si
esibiscono in numeri, sketch e recite,
dimostrando che, in fondo, la differenza
tra “normali” e “meno normali” non è
poi tanta. Condotto dalla stessa Lucca e
dal giornalista-presentatore Salvo La
Rosa, giunto appositamente da Catania
insieme al cabarettista Carlo Kaneba,
“Diversamente insieme” si conferma un
appuntamento di tutto spessore che
chiude la stagione fieristica estiva col
buon proponimento di rendere sempre
più la nostra realtà a misura di persona.
Quest’anno l’argomento della
manifestazione si è spostato dal ruolo
150 PAROLE DA PALERMO
3P, la chiesa e la mafia
DI
MARIA D’ASARO
Padre Puglisi è stato ucciso dalla mafia
21 anni fa, il 15/9/1993. Il saggio del
teologo don Cosimo Scordato Dalla
mafia liberaci o Signore (Di Girolamo,
Trapani) ci offre riflessioni esaustive sul
rapporto tra Chiesa e mafia,
riconoscendo che la mafia è un
problema ecclesiale perché si è
sviluppata in terra cristiana. Quale la
cura? Una ecclesiologia e una pastorale
davvero evangeliche. Illuminanti le
pagine dedicate al beato don Puglisi:
“Come mai l’annunzio del Vangelo da
parte di un prete nell’ambito della sua
parrocchia può comportare anche il
rischio di venire uccisi a causa della
propria fede?” Perché don Pino,
attraverso il rinnovamento della
pastorale parrocchiale ha sottratto ai
mafiosi il controllo del territorio: “il
territorio a Brancaccio è diventato banco
di prova per la testimonianza della fede
evangelica di don Pino (…) in direzione
del servizio, della dignità e della libertà
… rendendo inutile la presenza di un
padrino”.
19 Settembre 2014
dell’informazione mass-mediale nel
settore del lavoro alla problematica
dell’integrazione dei diversamente abili
nel campo dello sport e dello
spettacolo. “Quel che si vuole
dimostrare” spiega Letizia Lucca “è che
sport e spettacolo non costituiscono uno
spartiacque che divide i disabili dal resto
delle persone, ma piuttosto un ottimo
modo per incontrarsi. E’ per questo
motivo che la seconda edizione di
“Diversamente insieme” ha previsto, tra
l’altro, un mini torneo di tennis da
tavolo con concorrenti misti, e
l’esibizione di artisti disabili e non sul
palco”. C’è un’esperienza personale che
ti ha indotto a immaginare
quest’evento? “Assolutamente sì, mio
fratello Piero è un disabile che ama
cantare ed esibirsi ed è sempre presente
sul palco di “Diversamente insieme” in
compagnia di quanti, come lui, sono
particolarmente attratti da questo
mondo unico e speciale”. Anche
quest’anno una tavola rotonda,
coordinata da chi scrive, ha messo in
luce, in buona sintesi, la condizione
attuale dei disabili in città, specie per
quel che riguarda l’annoso problema
delle barriere architettoniche. Preziosa,
a riguardo, la testimonianza di Roberta
Macrì, privata dell’uso delle gambe e
costretta, molte volte, a dover fare i
conti con un assetto urbanistico e
strutturale ben poco compatibile con la
sua condizione. Sull’integrazione “toutcourt” dei diversamente abili si misura,
insomma, il grado di civiltà di una
comunità, che, abolendo ogni possibile
differenza, diventa perfino più bella.
“La bellezza, per me, è la totalità
dell’essere persona così come si è, senza
dipendere dai canoni estetici ordinari”
conclude Letizia Lucca “e vedere tutti
questi artisti, normali e meno normali,
dilettanti e professionisti, esibirsi
insieme sul palco è uno spettacolo nello
spettacolo”. Viva la bellezza, dunque.
Nel segno della solidarietà.
ANIMAL HOUSE
CATANIA - Nell'indecifrabile quadro politico siciliano sta per apparire
anche la Lega Sud. L'annuncio lo fa Angelo Attaguile, un reperto della
Prima Repubblica, che Raffaele Lombardo è riuscito a fare eleggere al
Parlamento. Democristiano di vecchio stampo, Attaguile si è riciclato tra
i sedicenti autonomisti della colomba, ma adesso, per sdoganarsi
apparentemente dal padre politico che vive una stagione di bassa
fortuna, l'idea di trasformarsi in Lega Sud, che sarà battezzata dal
leader padano Salvini. Dopo i "casi" di leghisti nostrani prima a
Lampedusa, con approdo in Senato, e poi nella vulcanica Maletto,
adesso anche a Catania. Ma, come dicono da queste parti: chiamala
come vuoi, sempre cucuzza è.
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
Operatori ex sportelli oltre la protesta
Presidi, scioperi della
fame, marcia a piedi da
Palermo a Roma per
incontrare il Papa, incontri con
membri della commissione lavoro
dell'assemblea regionale, confronto
con sindacalisti e consulenti legali,
sono solo alcune delle iniziative che
gli operatori degli ex sportelli
multifunzionali hanno promosso
recentemente. Dopo mesi di sterile
attesa, 1800 lavoratori senza
occupazione e con prospettive sempre
piu nebulose (il bando “Garanzia
giovani” prevede per gli operatori un
contratto non superiore a 6 mesi)
hanno deciso di cambiare strategia
per favorire la ricerca di soluzioni
condivise, oltre le pur comprensibili
azioni di protesta, sempre molto civili
del resto. Nella speranza che la
Regione attivi finalmente misure
adeguate a risolvere i gravi problemi
del settore, martedi scorso, con una
tavola rotonda promossa dagli
operatori ex sportelli, si è svolto a
Palermo un confronto serrato con
politici di diverso orientamento e
dirigenti regionali. Con l'eccezione
degli interventi più tecnici, i politici
intervenuti hanno purtroppo
confermato la scarsa conoscenza delle
problematiche degli operatori, cosa
ancor più grave se si pensa che
ignorare i problemi degli operatori
equivale a ignorare le politiche attive
del lavoro. Quale tipo di sistema
regionale si vuole attivare in Sicilia? A
questa cruciale domanda non possono
certo rispondere gli operatori del
settore, ma i politici. I lavoratori
chiedono solo di poter lavorare, aldilà
delle diverse soluzioni possibili. Una
riforma dei servizi per l'impiego
degna di questo nome non serve solo
a chi sarà impiegato, ma soprattutto
ai tanti giovani e disoccupati che
attendono di essere orientati nel
mondo del lavoro. Anche per questo
la lotta degli operatori ex sportelli
non può essere considerata
meramente corporativa. Se è vero che
i problemi non nascono oggi, è anche
vero che questo governo regionale,
anziché contribuire a migliorare la
situazione, sta aggravando di molto la
vita lavorativa di migliaia di persone,
non solo gli operatori, ma anche gli
utenti che non possono utilizzare in
maniera adeguata i servizi dei CPI
(centri per l'impiego). Niente male per
il presidente Crocetta che aveva vinto
le elezioni, quasi due anni fa, con la
promessa: “nessuna macelleria
sociale”.
[email protected]
DI ROBERTO SALZANO
Tragici spiaggiamenti
DI FRONTE ALLE immagini di volontari ed
animalisti tesi nello sforzo di riportare in acqua
cetacei arenati e delle terribili morti della gran
parte degli esemplari rimasti coinvolti nello
spiaggiamento (nella quasi totalità dei casi di
tutti gli esemplari), qualsiasi persona con un briciolo di
sensibilità si è chiesta: Perché si sono verificate e continuano a
verificarsi con frequenza sempre maggiore stragi del genere?
Ancora una volta, il dito va puntato sugli uomini, che, per
portare avanti le loro attività economiche e ricerche, perdono
di vista gli altri esseri viventi. La razza umana è ormai abituata
a convivere con lavori sempre in corso e sopportare rumori
molesti, camminando per le strade cittadine o viaggiando sulle
autostrade. Così non è per la fauna marina. I mari sono
centonove pagina 39
diventati cantieri in piena regola e un impatto particolarmente
negativo si registra soprattutto sui cetacei. Le crescenti attività
umane producono in mare rumori di varia intensità e
frequenza, la causa principale dell’inquinamento acustico
marino, che porta ad effetti devastanti. Il traffico navale crea
un rumore incredibilmente forte nei mari. E poi grandi barche,
esplorazioni ed estrazioni sottomarine, sonar, tutte sorgenti del
peggior nemico di molte specie marine. Tutto ciò porta i
cetacei, che hanno usato il sonar per migliaia di anni per
comunicare tra loro, ad una perdita dell’orientamento e delle
normali facoltà percettive. Da qui le sconcertanti tragedie degli
spiaggiamenti. Ma terribile è un dato su tutti gli altri,
trovandosi a parlare persino per questi mammiferi di fenomeni
come disturbi nell’alimentazione, nella procreazione, nelle cure
parentali: gli uomini sembrano godere della sinistra capacità di
imporre il loro stress e le loro tare a mondi in cui dovrebbe
regnare, incontaminata, la natura.