Centonove 35-2014 in pdf
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ANNO XXI Numero 35 19 SETTEMBRE 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA EURO 1,50 TRASPORTI isolati LE FERROVIE TAGLIANO I BINARI, LE COMPAGNIE AEREE I VOLI PER LA SICILIA. VIAGGIO INCHIESTA NEL DESERTO DEI COLLEGAMENTI. CHE CONDANNANO SOPRATTUTTO LO STRETTO DI MESSINA 19 Settembre 2014 il punto EDITORIALE Crocetta, la Grande Madre PROVATE AD immaginare un “puparo”, o anche un semplice cantastorie, che tra cento anni dovrà raccontare ai posteri cosa succedeva quando a governare la Sicilia, nove secoli dopo Federico Barbarossa, era Rosario Crocetta da Gela. Teatrino assicurato. Ogni giorno, il presidente, sguainando le spade della denuncia o quelle dell’ironia ne sparava una, sull’Angelica di turno. L’ultima l’ha spifferata al “Fatto Quotidiano”: provano a sottomettermi pensando che io sia omosessuale, ma non ci riescono. La mia è una intelligenza perfida…”. Se si accetta, questa confessione sincera di Crocetta, perché stupirsi se un giorno dice anche di amare le donne, “che sono misteriose” e una boccata di sigaretta dopo aggiungere anche: “Forse è ora che io adotti un bambino…”. C’è in questo canto della vita e della politica, tutta la contraddizione di Crocettagovernatore. Che un giorno porta sull’altare l’assessore ai beni Culturali Mariarita Sgarlata e il giorno, dopo averla nominata assessore al Territorio, la annega in una piscina prefabbricata e la sacrifica, in un antico rito propiziatorio greco, con un giovane riccioluto, prestante agricoltore di Rosolini che ha tre requisiti: 31 anni, è Renziano e ha già avuto incendiata una casa. Da Mariarita a Piergiorgio: vuoi mettere? Quesito della settimana, a valere sul secolo a venire: è più perverso Crocetta- si intende, da un punto di vista politico- o chi ha deciso di dargli il via libera a Palazzo d’Orleans? Sacramenti ai divorziati, cardinali disumani DI DOMENICO BARRILÀ “BERGOGLIO, ARGENTINO, con il nome di Francesco. Affanculo Scola”. È il testo di un sms giuntomi la sera del tredici marzo 2013, esattamente alle ore 20 e 14. Mi scuso per la particolare traduzione laica del solenne habemus papam, che mi è parso opportuno riportare alla lettera. Non è mia, ma di un paziente, devo però ammettere con onestà che quel grido di gioia, certo un pochino scomposto, rispecchia lo spirito dei miei sentimenti. Quelli di allora, giacché ero tra coloro che vedevano come un incubo la possibilità che per una volta chi entrava papa in conclave ne uscisse tale per davvero. Il cardinale milanese era dato favoritissimo, come attesta l’incredibile comunicato della Cei, emesso pochi minuti dopo l’annuncio dell’elezione di Bergoglio, nel quale si facevano gli auguri al nuovo papa, “cardinale Scola”. Non un semplice lapsus freudiano, ma un auspicio, una speranza nella direzione della paralisi, dove ognuno manteneva i propri privilegi, quelli che l’attuale papa cerca di superare tutti i giorni. Dicevo che il messaggino così ruspante interpretava i miei sentimenti di allora, ma di sicuro calza alla perfezione anche su quelli di oggi, rinfocolati dalla disumana presa di posizione di cinque cardinali contro la prospettiva di permettere ai divorziati risposati l’accesso ai sacramenti. Tra di essi il cardinale di Bologna, Carlo Caffarra, ciellino e integralista, degno rappresentante di questa gerontocrazia sorda, svincolata dalla quotidianità e dalle fatiche della gente situata, sposi inclusi. Un quintetto che certo rappresenta sensibilità molto presenti nella chiesa di oggi, acquattatesi in attesa che papa Francesco trapassi, per potere rimettere il cuore degli uomini sotto lo stivale della legge, non quella di Dio, bensì quella incarnata dalla propria volontà di potenza, scintilla e benzina del loro sacerdozio. A costoro, che ricordano da vicino la sinistra figura del venerabile Jorge, oscuro protagonista de “Il nome della rosa”, si è aggiunto proprio in queste ore il cardinale Angelo Scola, si proprio l’antagonista di Jorge Bergoglio all’ultimo conclave, con un articolo pubblicato Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 giovedì 18 settembre sul quotidiano La Stampa che, con una delle sue siderali riflessioni, così lontane dai mortali, approda alle stesse conclusioni dei cinque colleghi. Il Cardinale, uno dei trainer personali di Silvio Berlusconi, non ci dice cosa pensa del disastro civile causato in Lombardia dal movimento di Comunione e liberazione, quello in cui si è formato, che opera l’affarismo con un pretesto religioso di copertura. Mai una parola sul tema, meglio parlare d’altro. I cinque, e il loro seguito, si sentono interpreti autentici della parola e dei pensieri del Nazareno, visto che il titolo, piuttosto pomposo, del volume in cui riassumono le loro tesi, comincia con parole molto impegnative: “Permanere nella verità di Cristo”. Sono le stesse persone che fecero a fette il cardinale Carlo Maria Martini, altra pasta rispetto a questi funamboli dell’oscurantismo, quando all’ultimo sinodo europeo cui partecipò si permise di sollecitare la discussione nella Chiesa dell’altro attualissimo problema, quello del celibato dei sacerdoti. Svolgo la mia professione in Lombardia da 30 anni, sono stato consulente di seminari vescovili, ricevo spesso persone consacrate e credo di conoscere discretamente il problema, molto serio, ma le gerarchie preferiscono, anche in questo caso, parlare d’altro, e trattare come “sterco del diavolo” (parole di un vescovo, all’indirizzo di un suo sacerdote che gli confidava un innamoramento) chi “sbaglia”, suggerendo nella migliore delle ipotesi una bella terapia presso questo o quell’istituto religioso. Conservo gelosamente nella memoria del mio cellulare l’sms con cui si apre questa pagina, oggi più che mai un monito. Lo leggo spesso, mi ricorda quale salto mortale triplo all’indietro avrebbe compiuto la chiesa cattolica se quel 13 marzo 2013 in conclave, lo Spirito Santo si fosse fatto distrarre dai codicilli e dalla superbia di certi giudici così severi. Con gli altri. Papa Francesco vuole portare Cristo ai lontani usando l’arma della misericordia. L’intenzione e il mezzo, inscindibili, rappresentano i soli argomenti che legittimano il cattolicesimo a chiedere ascolto agli uomini. Con buona pace dei solerti guardiani della legge. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana riservato 19 Settembre 2014 TOP SECRET MESSINA. Proteste di avvocati, commercialisti e consulenti sull’organizzazione nella sede di via Santa Cecilia Agenzia delle Entrate, fisco e polemiche FORMAZIONE MESSINA. Si fanno tesi i rapporti tra la direzione dell’Agenzia delle Entrate di Messina, rappresentata dalla funzionaria Rosalba Oteri, e gli operatori professionali del fisco: consulenti, commercialisti e avvocati tributaristi. Nel corso dell’ultima riunione del direttivo dell’Ordine dei dottori commercialisti, il presidente Enrico Spicuzza si è fatto interprete e promotore delle sempre più numerose segnalazioni di protesta dei professionisti. “Siamo costretti a ore e ore di fila. E spesso per fare più pratiche, nel corso della stessa mattinata, dobbiamo tornare indietro e chiedere un nuovo pass”. All’origine delle proteste, l’intensificarsi delle disposizioni sulla tracciabilità delle presenze nella sede di via Santa Cecilia: dalle prenotazioni di servizio nella sala a piano terra, al “front-office, ai “permessi” per i piani superiori dove si trattano conciliazioni, sgravi e si discute del contenzioso. “Nessuno vuole contestare l’esigenza di dare una regolamentazione ai flussi di PALERMO. L'assessorato alla Formazione professioanle ha revocato tutte le attività dell'Ente di formazione Efal, e Cirs collegati, "con effetto immediato". Il decreto, il n.4779, che ritira l'accredimaneto provvisorio, è stato firmato dal nuovo dirigente generale Gianni Silvia, dopo la documentazione inoltrata dall'Ispettorato del Lavoro di Messina. La Regione revoca tutte le attività dell’Efal BENI CULTURALI - MESSINA entrata e di uscita dall’Agenzia delle Entrate, ma professionisti come noi-rileva il presidente degli avvocati tributaristi, l’avvocato Gentile- sarebbe utile fossero dotati di permessi telematici, con riconoscimenti o vocali o anche di tessere a riconoscimento delle impronte e non essere costretti a passare ore e ore in fila, intasando noi stessi gli androni di A VOLTE RITORNANO Torna a ruggire Pellegrino Incontro a Roma con Cicchitto TRAPANI. Bartolo Pellegrino, vecchio leone di Nuova Sicilia torna a ruggire. Spazzati via tutti i problemi giudiziari che lo avevano portato a dimettersi da assessore al Territorio della giunta Cuffaro, l’ex esponente socialista, che prima di Lombardo lanciò l’idea della Sicilia autonomista, a ottanta anni suonati torna in pista. “Sono stufo di questa giunta Crocetta assolutamente inadeguata e di questa marea di sindaci incapaci di affrontare le problematiche del territorio”. E allora? “Allora, bisogna ripartire dall’idea di Nuova Sicilia, la stessa che in altre termini sta proponendo al Nord, questo giovane segretario della Lega Salvini. Lì trovo freschezza di idee e lo stesso entusiasmo che avevamo noi, prima di finire nelle sabbie mobili di Cuffaro. La mia idea è fare un partito nazionale sulla spinta delle idee territoriali.”. E’ l’ideaprogetto che Bartolo Pellegrino ha illustrato a Roma a Fabrizio Cicchitto, di Ncd. Bartolo Pelligrino accesso…”. L’Ordine dei commercialisti ha deciso di svolgere un intervento istituzionale per trovare modo per facilitare l’accesso ai professionisti: si stanno studiano le soluzioni adottate in altre sedi per rendere piuù funzionale l'accesso alla sede e "fare sentire il fisco più amico". SOMMARIO PRIMO PIANO 6-8. La città degli Isolati Dopo l’addio di Bluferries, Messina diventa sempre più un’isola nell’isola POLITICA 9. Nazareno, il centrodestra dice No Il Megafono propone un patto, ma Musumeci e Castiglione lo rifiutano 10. Sgarlata, intrecci in piscina Il siluramento dell’assessore al Territorio al centro dell’affaire Prg di Siracusa 11. Formazione, liberi in tre Il gip dichiara cessato il divieto di dimora per Lamacchia e Fazio. Mentre Giunta... 12. Tari... e patta Il consiglio comunale di Messina vota a favore delle tariffe sui rifiuti 13. Feluca identità cercasi Partecipata o controllata? Il dramma del liquidatore della società mista SICILIA 15. Muos, tutto da rifare Il perito del Tar smonta la non pericolosità 16-17. Se il Nautico naviga a vista A Messina parte il piano di razionalizzazione degli istituti scolastici. Con questi paradossi 18. La Notte della Ram A Milazzo è polemica sui soldi alla manifestazione 20-21. Punti di Vespa Degustazioni alla scoperta di San Placido 22. Unioni... ma sulla carta Il flop dei registri delle unioni di fatto istituiti nei comuni della provincia di Messina ECONOMIA 23. Ultimo bicchiare per l’Irvos A Milazzo, è a rischio di chiusura il laboratorio dell’Istituto 24. Articolo 18, questo sconosciuto Statuto dei lavoratori e riforme, si infiamma il dibattito 25. Formazione, che energiao Una scuola nel Castello di Mirabella Imbaccari POSTER 27. Cinema, il cuore è uno zingaro A Castellammare del Golfo, il Cici Festival 28. Globalizzazione, non ignoriamola Parla Goldin, dell’Ateneo di Oxford RUBRICHE 4-5. Settegiorni 26. Consumatori / Consulenti 30-32. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture 33. Mostre 34. Spettacoli 38-39. Lettere & Commenti 38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia 39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 39. Antibuddaci 39. Animal House centonove pagina 3 Un tavolo per i fondi Ue, in agenda l’ex Margherita MESSINA. Un tavolo per acchiappare gran parte degli 80 milioni Ue destinati ai Beni Culturali. È quello proposto dalla Soprintendenza di Messina, che sarà composto da Università, Comune, Provincia, Autorità Portuale e altri enti. Tra le ipotesi allo studio, la rifunzionalizzazione dell’ex Margherita. TEATRO DI MESSINA Una rivista e due addetti stampa per il “Vittorio” MESSINA. Una rivista e un ufficio stampa per il Teatro di Messina. L’Ente regionale sta infatti valutando di varare una rivista istituzionale, che dovrebbe essere affidata a Tania Toscano, e di dare incarico della comunicazione alle giornaliste Elisabetta Reale e Nunzia Lo Presti. DEMOCRATICI Festa dell’Unità a Messina, big in arrivo a ottobre MESSINA. Lavori in corso per la Festa dell’Unità del Pd lanciata dai giovani. Tra gli invitati alla kermesse dell’ultimo weekend di ottobre, i sottosegretari alla presidenza Luca Lotti e Sandro Gozi, il capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, Roberto Speranza, e Davide Faraone. 19 Settembre 2014 settegiorni CHI SALE Martino Russo MESSINA. L’ex sindacalista della Cisl, vicecapo di gabinetto dell’assessore alla cultura Giusi Furnari, coinvolto in una indagine su un parco eolico a Monreale, si è dimesso “per opportunità” dalla carica. In punta di piedi. Ornella Vanoni MESSINA. La cantante di “L’appuntamento” ha affidato al Corriere della Sera una delle analisi più acute sulla corruzione. “La più grande tristezza dell’Italia di oggi? Pensare la quantità di soldi sprecati in tanti anni per il Ponte sullo Stretto, sapendo poi di non farne nulla…". Ciro Gallo MESSINA. Un tempo divideva lo studio legale a Palermo con l’attuale ministro dell’Interno Angelino Alfano, leader di Ncd, ma la sua amicizia con Roberto Corona lo ha “ancorato” a Forza Italia: così per il sindaco di Acquedolci è arrivata la nomina nel direttivo regionale di Anci Sicilia. Daniele Bruschetta MESSINA. Il delegato per le attività sportive dell’università corona il sogno di veder realizzato un grande progetto: portare il centro di riabilitazione e fisioterapia alla cittadella sportiva dell’Annunziata per potenziarne struttura ed offerta. Il Cus Unime ha presentato l’iniziativa insieme alla nuova stagione sportiva che punta ad una offerta sempre più ampia aprendosi alla città anche con attività mirate per i bimbi dai 4 ai 12 anni. Pippo Previti MESSINA. L'ex presidente del Consiglio comunale ama i temi "alati": dopo la battaglia per la tomba di Antonello, scende in campo per difendere la Terra dalla minaccia di cambiamento del clima: domenica raccolta di firme "accorate" da consegnare al sindaco di Messina Accorinti. PROPOSTE SOCIETÀ Neurolesi, le mani sull’ospedale Piemonte MESSINA. Non più le quindicimila firme di due anni fa, ma una mobilitazione generale della popolazione contro lo scippo sanitario dell’Ospedale Piemonte. La clamorosa iniziativa è in programma davanti alla struttura di corso Europa il 29 settembre. La spoliazione dell’Ospedale, donato dai Piemontesi dopo il terremoto del 1908, infatti, è cominciata con il pretesto del punto nascita: anziché rafforzare la struttura che ha solo 4 medici e assicura mille parti l’anno, al posto dei 350 del Papardo che di medici ne ha in servizio ben 12, il manager Gullo ha deciso di accogliere la proposta del sindaco Accorinti, di fare un punto nascita al Policlinico e uno al Papardo. Un fatto che non tiene conto della centralità della struttura ospedaliera, presidio della Protezione civile, che fa fronte a circa 32 mila ricoveri l’anno, di cui ben cinquemila di pronto soccorso. Ora è allo studio la proposta avanzata dal Centro Neurolesi, di spostare ottanta posti per la riabilitazione. Ma il sentimento della popolazione è che per risolvere i problemi di “decentramento” del Neurolesi, si stia attentando alla “centralità” dell’Ospedale Piemonte, del quale di recente sono state ristrutturate i padiglioni “4” e “6”. 100 anni di Palazzo Zanca, evento per l’anniversario MESSINA. In occasione del Centenario della posa della prima pietra della Casa comunale, l'assessore alla Cultura, Tonino Perna, ha indetto per venerdì 19, alle ore 10.30, una conferenza a Palazzo Zanca con Enzo Colavecchio e Nino Principato di Legambiente, il presidente dell'Ordine degli architetti, Giovanni Lazzari, e il consigliere dell'Ordine degli ingegneri, Giampaolo Nicocia. Sarà illustrato l'evento culturale dal titolo Palazzo Zanca: l'architettura di un simbolo. Palermo, area verde intitolata a Domenico Modugno PALERMO. D'ora in poi, a Palermo, l'area verde che si trova alle spalle del teatro Biondo, porterà il nome di 'mister Volare'. Il Comune, infatti, ha deciso di intitolare la villetta, a ridosso della piazza già dedicata a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, al cantautore Domenico Modugno, che, dopo aver scoperto i due artisti, nel 1960 li volle accanto a se nel film 'Appuntamento ad Ischia'. I profumi francesi con i limoni di Siracusa SIRACUSA. Fresco, vibrante, sottilmente persistente: queste le caratteristiche che hanno condotto molti creatori di profumo francesi a scegliere per le loro fragranze il limone di Siracusa. Come Clémence Besse, artista dei profumi che il 25 settembre sarà ospite del Consorzio di Tutela "Limone di Siracusa IGP" per l'evento Limoniculture (24 al 26 settembre nella galleria regionale di Palazzo Bellomo), che ha creato una fragranza dedicata a Siracusa, usando proprio il suo celebre limone. CONCORSI. 'InvFactor-anche tu genio', in finale Iti Cannizzaro Catania Studenti, plastica dai gusci dei gamberi PALERMO. Ci sono anche i ragazzi del terzo e quarto anno delle classi, con indirizzo Chimica, dell'Iti Cannizzaro di Catania tra i nove finalisti di 'InvFactor-anche tu genio', concorso per studenti inventori delle scuole superiori di tutta Italia organizzato dal Cnr. Il lavoro degli studenti catanesi, propone ''di trattare gusci di gamberi con aceto di scarto, prodotto dagli acetifici, per ottenere una plastica biodegradabile. I gusci dei crostacei contengono la chitina, un biopolimero che è possibile trasformare in chitosano, una plastica biodegradabile che può avere molteplici applicazioni''. I gusci dei gamberi, disciolti in aceto, sono materiali provenienti da operazioni di recupero e non più impiegabili, e rappresentano quindi un costo per l'impresa che li produce: un loro riutilizzo comporterebbe un indubbio beneficio economico. PRESENTAZIONI. Il libro dell’ingegnere Baratta e il progetto su isola pedonale e dintorni Un nuovo assetto urbanistico per Messina MESSINA. La presentazione del libro “Messina 3000” di Achille Baratta, edizione il Gabbiano, presentato dall’editore Maria Froncillo Nicosia, ha spostato il dibattito sulla zona pedonale e la possibile trasformazione con singolari arredi dal costo di poche migliaia di euro. Da molti mesi un gruppo di ingegneri, Achille Baratta, Eugenio Bitto, Giovanna Baratta e Maria Scalisi, con la consulenza di Edoardo Milio hanno regalato al Comune di Messina un progetto per centrare sul piano tecnicoamministrativo un dibattito ormai diventato terreno di scontro politico e giudiziario. Il Comune non ha neanche la disponibilità economica di circa 200000 euro per sponsorizzare il palazzetto servizio del palasport da sempre inutilizzato e preda di ladri che ogni giorno si rubano un pezzo al parcheggio di via La Farina. Il sindaco, l’assessore Cacciola alla viabilità e l’assessore alla cultura hanno disertato l’incontro nonostante l’invito a prendere visione dello sforzo progettuale esposto e spiegato anche attraverso appositi pannelli, proiettato e illustrato da Maria Scalisi. In chiusura, l’ingegnere Baratta è voluto andare fuori tema e ha parlato alla sua partecipazione diretta per la ditta Feal di Milano, per l’impresa Schiavo di Padova e per la Fast-Park di Roma alle gare d’appalto per Case Nostra, case arcobaleno e parcheggio palasport denuziandone le relative distorsioni e i danni economici per la collettività che ignora di aver pagato e che continua a pagare. Forse non è un caso se l’assessore Signorino, si è scusato con Baratta di non poter partecipare all’incontro proprio perché impegnato con i funzionari della Corte dei Un momento dell’incontro al Comune di Messina Conti. centonove pagina 4 settegiorni 19 Settembre 2014 CHI SCENDE Nunzio Rosso MESSINA. Terza edizione dedicata alla tecnica di riequilibrio energetica Crisi? Ci pensa lo Shiatsu MESSINA. Il pericolo crisi si può trasformare in opportunità? La storia ci insegna di sì, pur se il percorso può essere difficile. Un aiuto può venire da quell’Arte per la Salute di origine orientale, che si chiama Shiatsu. Per questo la Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori (FISieo – www.fisieo.it) dedica la terza edizione della Settimana nazionale dello Shiatsu (18 – 25 settembre) al tema “Crisi: pericolo e opportunità?”. «Anche quest’anno – spiega Nadia Simonato, responsabile del progetto – puntiamo a dimostrare come lo Shiatsu, grazie al profondo interesse che ha sempre avuto verso la persona nella sua interezza, sia nello stesso tempo un’Arte antica e contemporanea, attenta e coinvolta nelle problematiche che si sviluppano nella società». “Studi aperti”, “Scuole aperte” ed “Eventi” sono le tre direttrici su cui si sviluppa l’iniziativa in tutta Italia. Gli operatori professionisti attestati (l’elenco si trova sul sito della FISieo) offrono gratuitamente, su prenotazione, trattamenti nei loro studi; le Scuole presentano i corsi e tutte le altre loro attività; convegni e altri incontri creano confronto e dialogo tra esperti e cittadini. A Messina giovedì 18 settembre, al Palacultura si è svolto l’incontro-evento, che ha coinvolto docenti universitari, sul tema della Settimana con sottotitolo “Esplorando le vie della trasformazione”. Ma perché lo Shiatsu ci può aiutare in tempi di crisi? «Con questa pratica – spiega Flora Curci possiamo agire per stimolare un riequilibrio che interessa simultaneamente sia il corpo fisico sia gli aspetti psichici ed emozionali, favorendo lo sviluppo di un nuovo atteggiamento mentale e di uno stile di vita in linea con il periodo che attraversiamo». Zingaretti nei panni del mitico Montalbano POLEMICHE Montalbano resta in Sicilia ROMA. Il Commissario Montalbano potrebbe restare in Sicilia. Un chiarimento telefonico tra il produttore della Palomar Carlo Degli Esposti, che aveva ipotizzato di spostare le riprese in Puglia lamentando assenza da 15 anni della regione Sicilia a fianco della produzione della fiction Rai e il governatore Rosario Crocetta, fa sperare nell'happy end della storia che ha provocato molte polemiche. Un incontro decisivo è fissato la prossima settimana. "Questa vicenda non solo può servire a rilanciare la serie Montalbano - ha detto Crocetta - ma anche a fare un ragionamento complessivo sul cinema con la Rai". "La Rai ci deve dare 25 milioni di euro e fa saltare la fiction Montalbano? Non facciano i furbi, non accetto contro-partite. E' strano che questa vicenda di Montalbano esploda proprio quando la Rai chiede un incontro alla Regione sul contenzioso per la fiction Agrodolce, su cui indaga la magistratura. Sono pronto a denunciare tutto". Aveva detto il governatore sull'ipotesi di trasferimento della fiction Montalbano dalla Sicilia alla Puglia. MESSINA. La fretta di passare la domenica al mare con la moglie ha giocato un brutto tiro al penalista. Arrivato sulla spiaggia direttamente dallo studio, si è accorto di aver dimenticato le ciabatte a casa. La conclusione? Rosso ha dovuto raggiungere il mare calzando un paio di infradito della consorte, elegantemente ornate di un paio di ciliege rosse. Lino Siclari MESSINA. L’ex patron della fallita Aicon, azienda leader di Giammoro nella cantieristica leggera accusato di disastro ed omicidio colposo dalla Procura di Barcellona. Il processo comincerà il 7 gennaio e riguarda l’incidente del 2010 a Giammoro, quando un elicotteroappena uscito dai capannoni della Nuova Cometra, diretto a Salina, si è schiantato pochi secondi dopo, provocando la morte delle 4 persone a bordo. Renato Accorinti MESSINA ROSA E NERO Torna il festival del peperoncino MESSINA. Il sindaco non sa mettere in ordine le priorità. Dopo aver finanziato la pulitura della Fontana di Orione di piazza Duomo e l’impianto di depurazione dell’acqua, Accorinti ha detto alla Soprintendenza di attendere per aprire i getti per poter organizzare una cerimonia ufficiale. Peccato che, dopo due mesi, l’opera si sia sporcata nuovamente. I socialisti ricordano Riccardo Lombardi Santino Morabito MESSINA. Presentata a Messina la seconda edizione del “Festival du pipi russu e di piatti tipici missinisi” . Ad illustrare il programma della rassegna, Lillo Alessandro, promotore dell’iniziativa, e il cardiologo Tommaso Virga, che ha parlato degli effetti benefici del peperoncino sul sistema cardio vascolare. Dal 27 settembre al 5 ottobre la cittadella fieristica ospiterà la rassegna enogastronomica dal sapore tipicamente messinese con degustazioni di piatti della tradizione nostrana molti dei quali accompagnati dal diavoletto della cucina, il signor “pipi russu”, ossia il peperoncino rosso. La manifestazione è organizzata dal Centro Studi Tradizioni Popolari “Canterini Peloritani” con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e la collaborazione della Sud Dimensione Servizi. La manifestazione che vuole rivalutare tutti i piatti tipici messinesi è aperta a tutti con ingresso gratuito. Per ogni serata è previsto un menu e un programma diverso. PALERMO. I socialisti siciliani ricordano Riccardo Lombardi, nato il 16 agosto 1901 a Regalbuto e morto a Roma il 18 settembre 1984, attraverso un convegno che si terrà martedì 16 settembre alle 15,30 presso la Sala Rossa del Palazzo Reale dei Normanni, in occasione del trentesimo anniversario della sua morte. L’iniziativa, il cui titolo è “Socialismo o barbarie. Per una società diversamente ricca”, è dedicata all’attualità delle intuizioni del leader socialista siciliano ed è stata organizzata dal Comitato per le celebrazioni del trentennale della morte di Lombardi, promosso dal Partito Socialista Siciliano e dalla Fondazione socialista antimafia “Carmelo Battaglia”. Tra gli interventi, quello del deputato regionale del Pd Filippo Panarello, i componenti della segreteria regionale del Partito Socialista Siciliano Ignazio Coppola e Gaetano Zingales, e l’ex ministro socialista Valdo Spini. Augusta, spettacolo di danza per ricordare Silvio Oddi AUGUSTA. Domenica 14 a piazza Duomo ad Augusta si svolgerà lo spettacolo di danza "Omaggio a Silvio Oddi" in memoria del ballerino Mediaset scomparso prematuramente due mesi fa all'età di 44 anni, compiuti lo scorso 9 settembre. Nel corso della serata, che avrà inizio alle ore 20,30, si esibiranno gli allievi della scuola di danza Arabesque di Francesca Baudo che ha coreografato anche gli interventi ballati. Non mancheranno tributi e immagini di Silvio Oddi che aveva da sempre intessuto un rapporto d'amore con la Sicilia facendo numerosi proseliti del suo stile di danza maturato a Londra negli ultimi anni e poi portato in Italia, la physical dance. Agrigento, nonna Vita spegne 102 candeline AGRIGENTO. Nonna Vita Saitta è la più longeva di Santa Margherita di Belice. Attorno a lei, si è stretta l'intera cittadina per festeggiare i 102 anni. Nata il 15 settembre 1912 a Sambuca di Sicilia, è la seconda di 7 sorelle. Si sposò con Antonino Li Voti a 25 anni, trasferendosi nella cittadina del Gattopardo, una vita riservata e dedita anche al duro lavoro dei campi, nell'aiutare il marito. Per lei al taglio della torta si sono ritrovati i 6 figli, 11 nipoti e 13 pronipoti. centonove pagina 5 MESSINA. Al presidente della V Circoscrizione non è stato dato neppure il tempo di esultare per la riapertura di Via Nicaragua. Tolto il cancello, infatti, ci si è trovati di fronte ai vasi con piante e fiori cementati al suolo dal privato, rimandando così la riconsegna alla città della pubblica via. Margherita Brunelli MESSINA. Il pm del Tribunale di Messina aveva chiesto la condanna a anno e 4 mesi per un abuso contestato all’ex assessore comunale Pinella Liberti e all’ex dirigente Giacomo Leotta. La seconda sezione penale, però, le ha dato torto, assolvendoli. 19 Settembre 2014 primopiano Il grande corridoio a ponte della Stazione Marittima di Messina, deserto da anni TRASPORTI. Dopo l’ultimo addio di Bluferries, Messina resta senza collegamenti “esterni” La città degli Isolati Dalla morte del porto storico e della Marittima fino al prossimo stop del servizio Metromare, la lenta morte della mobilità sullo Stretto. E mentre il sindaco finisce sotto accusa, la politica agisce altrove... DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. «Senza il Sud, non ci sarà ripresa per l’Italia»: una frase, quella del premier Matteo Renzi, cui fa eco, a Messina, un classico consolidato: «È tutta colpa di Renato Accorinti!». Già, perché è ancora una volta il sindaco del capoluogo dello Stretto la causa scatenante di una sciagura, in questo caso l’abbandono del porto storico da parte Bluferries (Ferrovie dello Stato) e, più in generale, dell’isolamento definitivo della città. IN QUARANTENA. Sembra quasi una vendetta seguita alla ricostruzione post terremoto del 1908: Messina, città degli isolati, non può che essere un isolato lei stessa, quasi una Macondo di García Márquez che vive sotto il perenne inganno della Fata Morgana, vedendo la Calabria vicinissima senza poterla afferrare. Un capoluogo, Messina, che si avvia a musealizzare sempre di più la stazione marittima, ormai senza passeggeri e neanche visitatori esterni. Perché nella città e dalla città, a settembre del 2014, è complicato arrivare e anche partire, alla faccia del turismo che dovrebbe rilanciare tutto. BLUFERRIES SHOW. Da sola e in compagnia di Ustica Lines, la società di Ferrovie dello Stato (una cui nave, la Villa, ha visto lo sgancio di una lancia di salvataggio, ferendo quattro marittimi) è protagonista degli ultimi due smacchi che isolano sempre di più Messina. Il primo, però, è quello più sconcertante. Bluferries ha annunciato, a meno un mese dalla cessazione dell’efficacia dell’ordinanza del sindaco Accorinti che inibisce l’accesso dei Tir sul Cavalcavia in alcune fasce orarie, la cessazione del servizio traghetti (tre in tutto) che trasportavano mezzi e passeggeri dal porto storico della città. Il motivo? Proprio l’ordinanza, che inibirebbe l’imbarco dei Tir, circa l’80% degli incassi per la società. La conclusione? Con i pedoni e le auto si incassa poco, e quindi si va a Tremestieri (dove non sono ammessi viaggiatori semplici), lasciando in servizio solo le navi che trasportano i treni a lunga percorrenza (passati dai 28 del 2007 ai dieci attuali). Ad attaccare a testa bassa il primo cittadino, “È colpa di Accorinti”, la triplice alleanza sindacale, che nulla ha avuto da eccepire rispetto a due circostanze: la scadenza dell’ordinanza e la sua validità solo in alcune fasce orarie. Questo, senza contare che al danno si poteva rimediare rimodulando le corse o, circostanza improbabile a Messina, chiedendo l’attracco alla rada San Francesco (dove opera solo Caronte & Tourist), formalmente porto libero. Ma gli armatori, sia privati che ex pubblici, non si pestano i piedi, anzi, nell’ottica di risparmi e maggiori guadagni, si alleano. Come dimostra il “caso Tremestieri”. ALLEANZA A SUD. Bluferries, infatti, insieme Caronte & Tourist e Meridiano ha deciso di lasciar “morire” il Consorzio Terminal Tremestieri che fino a pochi giorni fa aveva la gestione del secondo approdo di Messina. Il motivo? Il nuovo bando (che sarà riproposto entro fine settembre) prevede in cambio di una concessione da 670 mila euro anche la manutenzione dei fondali. A questo punto, per gli armatori, è meglio andare a “porto libero”, lasciando il resto all’Authority. E che la parola d’ordine sia guadagno in barba a una continuità territoriale costituzionalmente garantita, è il caso Metromare. METROMARE ADDIO. A Bluferries e Ustica Lines, infatti, i 13 milioni stanziati per la gestione del servizio passeggeri da Messina a Reggio UN PO’ DI STORIA La visione di Mazzoni LE DUE STAZIONI PROGETTATE DALL’ARCHITETTO RAZIONALISTA CHE INVENTÒ IL CORRIDOIO A PONTE MESSINA. Da Centostazioni, rispondono con molta cortesia: “La nostra azienda, Centostazioni, si occupa di gestire le due stazioni di Messina Centrale e Marittima, ma non ne è proprietaria. La proprietaria delle due infrastrutture è Rete Ferroviaria Italiana, che mi risulta gestisca anche alcuni collegamenti nell’ambito dello Stretto. Può pertanto contattare il corrispondente Territoriale per le regioni Campania, Calabria e Sicilia”. La domanda posta era: “Che fine farà la Marittima di Messina, ora che non avrà più traffico passeggeri?”. È una storia di rinascita è di morte, quello del suggestivo complesso ferroviario, che comprende anche la Centrale, edificato tra il 1937 e il 1939 da Angiolo Mazzoni in stile razionalista con grandi ambienti a struttura semplice, lineare ed imponente. A caratterizzare la “defunta” Stazione Marittima, il lungo corridoio “a ponte”, dal quale i passeggeri potevano accedere direttamente alle navi. Oggi, salire è impossibile. Restaurato un paio di anni fa, non ha più alcuna funzione da tempo e le scale mobili di collegamento non sono funzionanti da tempo. Eppure, proprio il corridoio “a ponte” è uno dei luoghi più suggestivi, arricchito anche da un grande mosaico murale ricco di temi legati alla storia e identità della Sicilia. Mazzoni, in un promemoria del 26 aprile 1938, aveva sottoposto all’attenzione dell’allora Direttore centonove pagina 6 Generale delle Ferrovie dello Stato l’opportunità di decorare un salone della stazione di Messina Marittima con la realizzazione di un’imponente raffigurazione musiva aderente alla tradizione siciliana. Si legge infatti nel documento originale dell’epoca: “Tale composizione dovrebbe riprodurre con figurazioni allegoriche il discorso di Palermo con il quale S. E. il Capo del Governo elevava la Sicilia all’onere di essere il Centro dell’Impero”. Il progetto, elaborato da Michele Cascella, esponente della nota famiglia di artisti italiani, viene realizzato dall’”Opificio delle Pietre Dure della Scuola del Mosaico della Reverenda Fabbrica di San Pietro” in Vaticano. L’opera vede la posa di lastre piatte colorate in pasta vitrea, che determinano in varie forme le numerose tessere di cui si compone il grande mosaico. primopiano L’INIZIATIVA Picciolo, una mozione da 90 per Matteo Renzi PALERMO. Il primo a prendere posizione contro l’abbandono di Alitalia dalla Sicilia è stato Beppe Picciolo, il messinese capogruppo del Pdr all’Ars: «Trovo gravissimo che la compagnia abbia annunciato la sospensione di diversi collegamenti nazionali ed internazionali da e per la Sicilia. Inoltre dal prossimo 1 ottobre AirOne ha deciso di chiudere la propria sede di Catania ma anche di cancellare i voli diretti per Monaco, Mosca, Berlino, Amsterdam, Parigi, San Pietroburgo. Mentre i voli nazionali sono stati cancellati da e per Bologna, Torino, Venezia, Verona. Lo stesso discorso vale per l’aeroporto palermitano Falcone e Borsellino di Punta Raisi. Non vogliamo più subire mortificazioni da una politica scellerata che tende a cancellare la Sicilia dall’intero sistema dei trasporti nazionali. Abbiamo pagato di tasca nostra, quale cittadini siciliani, al pari di quelli del Trentino o della Calabria (festivi compresi) risultano poca cosa. Da qui, la circostanza che la gara per il riaffidamento sia andata deserta, decretando un ulteriore isolamento della città, soprattutto nel weekend, e lasciando tutto il traffico dei pendolari agli aliscafi privati e ai traghetti che sbarcano a Villa. SPIRAGLI. A dar vita a una speranza, però, le dichiarazioni del deputato del Ncd, Enzo Garofalo, al termine di un incontro con Maurizio Lupi: «Il Ministro ha dato mandato ai funzionari di predisporre un emendamento che consenta di mettere a bando il servizio Metromare per tre anni individuando le risorse che ne garantiscano la copertura finanziaria. Quanto alla vicenda Bluferries, inoltre, ha chiesto ai vertici della società di fissare un incontro immediato con il primo cittadino per trovare una soluzione». EFFETTO DOMINO. La fine di Metromare arriverà con la fine del 2014, mettendo una pietra tombale su un altro servizio che, neanche a farlo Lombardia per il risanamento dell’Azienda “colabrodo” Alitalia. Questa volta però non resteremo, da parlamentari regionali in silenzio attendendo che il nostro destino venga deciso nelle oscure stanze di qualche palazzo romano o milanese. Come gruppo parlamentare del Giuseppe Picciolo Pdr chiederemo ad ogni singolo deputato di sottoscrivere ed integrare, con propri contributi, una mozione ad hoc da noi redatta, che verrà consegnata “brevi manu”, auspichiamo con le adesioni di tutti i 90 deputati, al premier Matteo Renzi nel corso della sua prossima visita istituzionale in terra di Sicilia. L’alternativa all’isolamento dei trasporti cui verrebbe a trovarsi l’Isola è rappresentata, a nostro giudizio, da una forte azione popolare di cui fin d’ora annunciamo di volerci far carico in caso di negligenza da parte del governo nazionale rispetto alle nostre ovvie richieste». apposta, stentava a decollare: quello con l’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria. Un altro paradosso dell’isolamento messinese, infatti, è anche il non aver saputo-voluto, neanche quando Comune e Provincia facevano parte della società di gestione Sogas, sfruttare come proprio l’aeroporto di Reggio, più vicino in linea d’aria rispetto a Catania e raggiungibile in minor tempo, se si fosse voluto. Invece, dagli anni in cui il servizio era garantito dagli autobus della ditta Cavalieri a quelli della Metromare, a crescere sono stati solo i fatturati della Sais, che assicura i collegamenti con lo scalo di Fontanarossa (Catania), per il quale sono previsti collegamenti in autobus anche da Capo d’Orlando, quasi quasi più vicina a Punta Raisi (Palermo). La Sais, una società privata a cui non fa concorrenza alcuna linea regionale, visto che la sola teoricamente utilizzabile, la Interbus, prevede uno scalo, allungando enormemente i tempi al netto dei disagi. QUI TITO MINNITI. Con lavori consegnati per la nuova aerostazione dal 2011, ma fermi per un tira e molla burocrtatico-giudiziario, il “Tito Minniti” di Reggio è bel lontano dalla sua denominazione di “aeroporto dello Stretto”. Quello che poteva essere il simbolo dell’integrazione tra i capoluoghi delle due sponde, infatti, non rischia ancora il default (secondo i revisori dei conti), ma ha visto un calo del 5% rispetto ai 52.919 passeggeri e 684 movimenti da un anno all’altro. E mentre in Calabria si discute, non senza liti, di creare un approdo più a Sud, raggiungibile con più velocità da Tremestieri, e di tornare al vecchio collegamento con i bus partendo dalla rada San Francesco. E a Messina? Al netto dei piagnistei dei politici (che sembra non si accorgano cosa di faccia a Roma) e degli attacci al sindaco da parte dei sindacati, si sogna ancora l’Aeroporto del Mela, vecchio pallino dell’ex presidente 19 Settembre 2014 della Provincia, Salvatore Leonardi, ma anche causa dell’abbandono della Sogas. Tra le novità, ci sarebbe la disponibilità all’operazione da parte della “Pancha vaktra”, un gruppo indiano. Ma, nello stesso lasso di tempo il sindaco e l’assessore ai Lavori Pubblici, Sergio De Cola, guardano le carte, e il consiglio comunale si chiede ancora se deliberare o formulare un atto di indirizzo in merito (come fatto da Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Patti), le altre città siciliane e i loro politici agiscono a livello regionale e nazionale, facendo inserire opere di rilevanza strategica che rischiano di marginalizzare sempre di più Messina, acuendone l’isolamento. TUTTI IN TRENO. Mentre nella Stazione centrale dello Stretto i binari diventano sempre più cespugliosi, con un movimento (passeggeri e merci) in diminuzione), in Sicilia e nello “Sblocca Italia” (al netto di qualche smacco come la metropolitana di Palermo) si progettano raddoppi e nuove tratte che vedono Messina inclusa solo nel “vecchio” Cis, il Contratto Istituzionale di sviluppo inserito nello sblocca Italia, che determinerà il raddoppio della tratta GiampilieriFiumefreddo. Per il resto, tutto si concentrerà sul collegamento tra i due aeroporti di Catania e Palermo. In questo contesto, si inserisce anche il Piano regionale dei Trasporti, che punta a potenziare le tratte ferroviarie interne e in connessione con porti e aeroporti. A questo poi si aggiunge il peso dei politici, come Enzo Bianco, che stanno premendo per far inserire fra i lavori finanziati da Stato e Regione l’interramento della tratta Catania-Bicocca per permettere di allungare la pista di Fontanarossa. La conclusione? se i piani dovessero andare in porto, Messina resterebbe una parte periferica meglio collegata con le altre città, ma senza un proprio aeroporto, separata senza speranze da Reggio (alla faccia dell’area dello Stretto) e sempre più piagnona. MEGLIO IN AUTO Odissea ferroviaria QUANTO TEMPO COSTA SPOSTARSI SU ROTAIA PER RAGGIUNGERE GLI ALTRI LUOGHI DELLA SICILIA MESSINA. Per spostarsi da Messina a Palermo o a Catania, si può contare su una “modica quantità” di treni: perso uno, c’è bisogno di attendere due ore per il successivo. Attese che chiaramente si riducono in orari di punta, ma che si allungano a dismisura in tutte le altre fasce orarie. Tra le stazioni centrali di Messina e Catania (una ventina di viaggi), per esempio, se scappa il treno delle nove e mezza di mattina, quello successivo non partirà prima di tre ore. Gli orari? Il più veloce ci sta un’ora e venti minuti, ma è l’eccezione. La maggior parte impiega una media di un’ora e 45 minuti, con premio ”lumaca” per le due ore per il centinaio scarsissimo di km del regionale delle quattro e mezza di pomeriggio. E l’ultimo è alle 20.45. Perso quello, se ne parla oltre la mezzanotte (e due ore di viaggio notturno), e poi all’apparire delle prime luci dell’alba, alle quattro. Tra Messina e Palermo, invece di treni ne viaggiano solo quattordici: il primo alle cinque, il successivo un quarto d’ora dopo (ma a patto di viaggiare parecchio di più: tre ore contro tre e 45 minuti), l’ultimo alle 19.55. E poi basta fino al giorno successivo. Tempo medio di percorrenza tre ore e mezza, con picchi positivi di tre ore col viaggio delle quattro di pomeriggio, e negativi delle quattro ore e mezza necessarie a raggiungere il capoluogo partendo da Messina alle 6.41. E se per sbaglio ci si dovesse avventurare fino ad Agrigento? Meglio desistere: sei centonove pagina 7 viaggi, scalo obbligatorio e coincidenza a Termini Imerese per tutti e percorrenze pressoché eterne: cinque ore nella migliore delle ipotesi. Non va meglio sul fronte degli autobus. Previdente, la regione Sicilia si è dotata di un’azienda di trasporto pubblico regionale che collega i principali centri della Sicilia. Che, per esempio, passa da Tardaria ma non da Taormina, mentre da Messina è possibile raggiungere Trapani ma non Palermo, né Catania. E un trasferimento dopo un volo? Possibile, ma al prezzo di un fegato tanto. Perché, per esempio, la Interbus garantisce che dall’aeroporto Fontanarossa di Catania si possa arrivare a Messina, ma non direttamente: serve uno scalo, a scelta tra Giardini Naxos e Taormina, a seconda di quale dei quattro pullman giornalieri si scelga. L’ultimo dei quali parte da Catania alle 13.45 e arriva a Messina tre ore e mezza dopo. (A.C.) 19 Settembre 2014 primopiano PONTE SULLO STRETTO. Secondo indiscrezioni, il governo avrebbe riaperto il dossier sulla grande opera Le bugie sulle penali Il premier Matteo Renzi preoccupato per le clausole. Che, secondo contratto, non sarebbero dovute prima dell’approvazione dei contratti. Parola di Pietro Ciucci, amministratore della Stretto Spa DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Con un tempismo talmente perfetto da destare più di un sospetto, all’abbandono progressivo dei vettori pubblici nello stretto di Messina, si ricomincia a parlare di ponte. La grande opera, favoleggiata da cinquant’anni ma rimasta sempre nei pensieri, più che sulla carta, torna d’attualità alla notizia che il presidente del Consigli, Matteo Renzi, starebbe pensando di riesumare la società Stretto di Messina dalla liquidazione in cui ‘aveva posta il suo predecessore Mario Monti, e valutare se non sia più conveniente sborsare la decina di miliardi di euro necessaria al manufatto che unirebbe faro a Cannitello, piuttosto che sborsare le penali ad Eurolink, consorzio capeggiato da Impregilo che il ponte dovrebbe (avrebbe dovuto) progettarlo e costruirlo. Questa è la cattiva notizia. Quella buona? Che non ci sono penali da pagare. Parola, e firma, di Pietro Ciucci. RENZI CI RIPENSA. O FORSE NO. La notizia, in realtà, è un’indiscrezione che non sembra verosimile in tempi di “spending review”, traduzione elegante di “cinghia strettissima per la spesa pubblica” . Perchè pubblici sono al momento gli unici quattrini disponibili, dato che in dieci anni di tentativi di rastrellare capitali sul mercato, i privati se ne sono sempre stati alla larga. Secondo le indiscrezioni, spaventato dalle penali, Renzi avrebbe chiesto un nuovo masterplan alla Impregilo. A quanto ammonterebbero le penali? A niente, si legge nelle centinaia di pagine firmate in sede di approvazione del contratto tra Stretto di Messina e general contractor Impregilo, ormai undici anni fa. DIRITTO DI RECESSO. Al punto 43.4 (pagina 161) del contratto tra stretto di Messina SpA e l’ATI capeggiata da Impregilo, nell’ambito dell’articolo 43 che ha per tema il “Recesso del Soggetto Aggiudicatore”, si stabilisce che: “Al contraente generale, a definitiva e completa tacitazione di ogni diritto e pretesa, verranno riconosciuti esclusivamente il pagamento delle prestazioni correttamente eseguite al momento del recesso, secondo i corrispettivi e le condizioni di La lettera di Pietro Ciucci alla senatrice del Verdi Anna Donati del 2005 Contratto. Il pagamento dei materiali utili nonché il decimo delle prestazioni non eseguite fino ai quattro quinti dell’importo del contratto. (…)”. Tanto basterebbe a fugare ogni dubbio, se non fosse che il lunghissimo contratto prevede altre clausole relative ad una risoluzione onerosa del contratto. FATTA SALVA L’APPROVAZIONE. Esiste la possibilità di una decisione negativa da parte del soggetto aggiudicatore o del CIPE sul progetto definitivo, a giudizio insindacabile: in assenza di lavori esecutivi, potrebbe vedersi quindi riconosciuto il solo costo dello stesso progetto definitivo, che viene quantificato a pagina 44, come “Corrispettivo del contratto”, in 66 milioni di euro iva esclusa. Giova ricordare che nè il progetto definitivo nè tantomeno quello esecutivo sono mai stati approvati. Su cosa si potrebbe basare quindi un eventuale richiesta di penale? IL BINARIO DI CANNITELLO. Gli unici lavori in qualche modo accostabili al ponte sono quelli della variante ferroviaria di Cannitello: uno spostamento a monte di una trentina di metri della ferrovia per fare spazio agli ancoraggi del pilone, iniziati alla fine del 2009. Ebbene, a pagina 25 del contratto si stabilisce come infrastruttura ferroviaria a carico del contraente generale quella “costituita principalmente da una nuova linea ferroviaria”. La variante di Cannitello è invece un intervento sulla linea tirrenica ordinaria esistente. E infatti, una delibera del Cipe del 2006 identifica RFI SpA e non la Stretto di Messina come soggetto aggiudicatore. NIENTE PENALI. FIRMATO CIUCCI. Se non bastassero tutti gli appigli contrattuali, a rassicurare il premier Renzi potrebbe essere una lettera (vedi fotografia a fianco), firmata da Pietro Ciucci in persona, in risposta ad un’interrogazione del 2005 ad opera di Anna Donati, all’epoca senatrice dei Verdi. In cui l’amministratore delegato di Stretto di Messina rassicura la parlamentare, spiegando che “E’ il caso di tornare a sottolineare come, fino all’approvazione dei progetti definitivo ed esecutivo, Stretto di Messina possa esercitare recesso senza dover pagare alcuna penale”. CONTI IN TASCA Trecento milioni di carte LA CORTE DEI CONTI: “120 MILIONI DAL 2981 AL 2005 SOLO PER LA “SOPRAVVIVENZA”. E DAL 2005 AL 2010, SI ARRIVA A TRECENTO MILIONI. SENZA NEMMENO UNA PIETRA Pietro Ciucci MESSINA. Ci ha lavorato, dal 1981, una società costituita appositamente, la Stretto di Messina Spa, che ha speso trecento milioni di euro, ha indetto gare e progettazioni senza smuovere mai nemmeno un mattone, ed è stata messa in liquidazione nel 2013. A fare le pulci ai soldi spesi dalla Stretto di Messina ci ha pensato la Corte dei Conti nel 2009. Il risultato è di 128 milioni di euro fino al 2005. Per cosa? “I costi appaiono essere stati sostenuti dalla s.p.a. per le finalità assegnate istituzionalmente dalla legge e per le esigenze operative di centonove pagina 8 funzionamento”. In soldoni, scrive la Corte dei Conti, dal 1981 al 2005 la Stretto di Messina ha speso solo per garantirsi la “sopravvivenza” prevista dalla legge istitutiva. E dopo il 2005? La relazione della Corte dei Conti si ferma, ed Eurolink si aggiudica l’appalto. Da lì iniziano le gare. E le progettazioni. E le “prestazioni”. Così, dal 2005 al 2010, i costi sono aumentati vertiginosamente, raggiungendo la cifra astronomica di 283 milioni di euro, dopo che per accumularne 128 cʼerano voluti ventiquattro anni. (A.C.) 19 Settembre 2014 politica REGIONE. Il Megafono propone un patto simile a quello Renzi-Berlusconi per la Sicilia, ma... Nazareno, il centrodestra dice “no” L’operazione inversa a quanto sperimentato da Raffaele Lombardo dopo il 2010 trova il fermo niet dell’opposizione. Castiglione e Musumeci: «Crocetta venga in aula a proporre le riforme» PALERMO. Un vertice giusto nei presupposti ma irrituale nello svolgimento e una proposta che ambisce a disegnare scenari che riportano, con le dovute correzioni, il governo della Sicilia all’epoca di Raffaele Lombardo. Già, perché il flop dell’incontro tra le forze che sostengono il governo Crocetta convocato dal segretario cuperliano del Pd (disertato dal Megafono e dal Pdr) ha mostrato il presente e un possibile futuro, ovvero la solitudine del coordinatore del Pd e la possibilità che il governatore si “butti a destra”, così come il suo predecessore si buttò a sinistra, ma in salsa renziana. NAZARENO BIS. La ricetta? A tracciarla è stato Antonio Malafarina, portavoce del Megafono, che ha lasciato intravedere, con una proposta, la possibilità di trovare una collaborazione con le forze del centrodestra all’Ars su alcuni provvedimenti, un po’ come ha fatto il premier con Silvio Berlusconi. Un “Patto del Nazareno” bis in salsa siciliana, insomma, che permetterebbe al governo di superare le imboscate parlamentari dell’area Cuperlo del Pd, assicurando la tenuta della legislatura e l’approvazione di provvedimenti ovviamente concordati. In tal senso, Malafarina ha assicurato di aver avuto contatti con i capigruppo. I FAVOREVOLI. A vedere di buon occhio la proposta è il Pdr. Spiega Beppe Picciolo, che inizia dalla crisi di governo: «L’errore di Fausto Raciti è stato convocare un vertice che tutti volevamo, salvo poi trasformarlo in una occasione per sparare a zero su Crocetta. Doveva essere una riunione politica e invece si è trasformata in un tiro al bersaglio sul pianista. Se lui parla di azzeramento, siamo d’accordo, ma va concordato tutto. L’errore del TENTATIVI Prs, missione romana per Picciolo e Cardinale MESSINA. Missione romana per l'ala moderata del governo Crocetta, i Prs di Picciolo e Cardinale. Accompagnati dall'ex ministro Fioroni i due leader incontreranno venerdì mattina il premier Renzi a Viterbo per studiare possibili accordi federativi del gruppo in Sicilia. Rosario Crocetta segretario del Pd è tentare di imporre tutto senza trovare un accordo. Riguardo alla proposta di Malafarina continua Picciolo - le strade sono due, come sostiene il portavoce del Megafono: se dobbiamo andare a votare, si presenta la mozione di sfiducia; se invece dobbiamo governare, allora dobbiamo ragionare con quelli che hanno a cuore la Sicilia. Come è accaduto in Commissione Lavoro, dove la nostra mozione sugli sportelli multifunzionali ha trovato l’accordo di tutti. Un “Patto del Nazareno” in salsa siciliana non sarebbe uno spostamento a destra, ma solo una collaborazione tra forze parlamentari, un po’ come ha fatto Berlusconi con Renzi. Tutto sta a vedere cosa vuole fare Nello Musumeci, capo dell’opposizione. E anche il Nuovo Centro Destra». CASTIGLIONE E L’ARS. «Esiste un luogo istituzionale, che è L’Assemblea regionale, dove il presidente Crocetta potrà riferire sulle sue priorità e sulla tenuta maggioranza. Altre sedi, non ci interessano, perché non è più tempo di accordi sottobanco. Chiarendo la situazione - spiega il coordinatore del Ncd, Giuseppe Castiglione capiremo se ci sono o meno le condizioni per un sostegno istituzionale». E, sempre dal Nuovo Centro Destra, aggiunge il deputato Nino Germanà: «Sono stato uno di quelli che ha fatto meno opposizione degli altri per avere un dialogo con questo governo, dicendo che potevamo anche entrare in giunta. Allo stato attuale, però, mi sembra che Crocetta si debba dimettere, o che il Pd porti la mozione in aula e noi la votiamo. Il resto sono solo chiacchiere». IL NO DI MUSUMECI. Interpellato sulla proposta di Malafarina, Nello Musumeci si trasforma in un fiume in piena: «Dico subito che non intendiamo dare seguito ad alcun “Patto del Nazareno”. Da otto mesi chiediamo al presidente Crocetta di venire in aula e scegliere due o tre proposte serie, anticicliche, da sottoporre al Parlamento, e il centrodestra con responsabilità, se condivise, le voterebbe per tirare fuori la Sicilia dal pantano in cui lo stesso presidente l’ha portata. Con chiarezza - incalza - diciamo “nessun inciucio”, nessuna maggioranza di “larghe intese”, nessun aiuto a un governo inadeguato e clientelare. Occore restituire la parola al popolo. Si deve andare alle elezioni facendo leggi di riforma per la Formazione professionale, per il precariato, per la forestazione. E quindi la nuova legge elettorale, che vogliamo con doppia scheda e abolizione del listino». Ma, c’è, a questo punto, da rimpiangere Lombardo? Risponde Musumeci: «Raffaele, a modo suo, governava. Crocetta, invece, è indeciso su tutto: distrugge e non sa ricostruire. E quando si raggiunge il 35% di povertà relativa e il 9% di assoluta, le logica correntizie sono soltanto un’offesa al buon senso». (D.D.J.) centonove pagina 9 DIVISIONI Partito democratico, Raciti in solitudine OGNI MOSSA DEL SEGRETARIO CUPERLIANO VIENE NEUTRALIZZATA DALL’ASSE FARAONE-MEGAFONO PALERMO. Più che una crisi di maggiornanza, quella che travolge il governo regionale è la lotta interna al Pd siciliano, ridotto a un partito a tre teste: le prime due, le aree Renzi e Cuperlo, ufficialmente all’interno; la terza, il Megafono del governatore, diventata un movimeno quasi del tutto indipendente. Ed è dall’insediamento di Fausto Raciti, cuperliano e trionfatore delle primarie, che si consuma una messa in scena che vede il giovane coordinatore intento ad attuare strategie e a rilasciare dichiarazioni che, quando sembra che stiano per mettere nell’angolo Rosario Crocetta, diventano dei boomerang che si ritorcono contro di lui, isolandolo sempre di più. Già, perché, nonostante tutto, i renziani capeggiati da Davide Faraone (prossimo a diventare sottosegretario all’Istruzione) e il presidente della Regione trovano sempre un modo per “disinnescare” Raciti. Esempio: i cuperliani voglio sfruttare i disagi dell’assessoreimmagine alla Sanità Lucia Borsellino, provando ad assicurarle un incarico ministeriale a Roma? bene, per loro la strada è sbarrata e la stessa proposta viene fatta propria immediatamente da Faraone, l’unico che, dialogando con Crocetta, sia riuscito ad ottenere (e a confermare) gli assessori. E la situazione non cambia molto all’Ars: laddove il cuperliano Antonello Cracolici minaccia, Crocetta è pronto a trovare una nuova maggioanza, con tanto di benedizione da parte di Davide Faraone. Fausto Raciti 19 Settembre 2014 politica TURN OVER. Il siluramento dell’assessore al Territorio al centro dell’affaire Prg a Siracusa Sgarlata, intrecci in piscina La difesa dell’ex titolare dei beni culturali che suggerì a Crocetta di inviare il dossier contro la gestione della Soprintendenza alla Procura. Le polemiche sulla nomina del nuovo componente della giunta Gerratana PALERMO. È un intreccio fitto fitto, quello che ha determinato l’addio di Maria Rita Sgarlata alla giunta regionale di Rosario Crocetta. E un altro intreccio, secondo il cuperliano Bruno Marziano, si sta creando con la nomina del suo successore, Piergiorgio Gerratana. Il perché? Secondo il deputato cuperliano, il nuovo assessore al Territorio e Ambiente, renziano, va a favorire la propria corrente nell’ambito delle elezioni suppletive che si dovranno svolgere nel comune dove vive, Rosolini. CHI È GERRATANA. Ragusano ma residente a Rosolini, da anni impegnato in attività politica nella sinistra giovanile del Pd, nonché laureato in Scienze Politiche, Gerratana, imprenditore agricolo, fa parte della Cia. Trentunenne, è impegnato anche in attività antiracket. La nomina si inserisce nella continuità politica assicurata ai renziani dal governatore della Regione. SGARLATA E INTRECCI. La nomina di Beatrice Basile, la stretta sul Piano regolatore e la nuova perimetrazione del Parco Archeologico di Siracusa sono tre degli elementi che concorrono a determinare il siluro nei confronti dell’ex assessore Maria Rita Sgarlata, vittima di un dossier, inoltrato dal presidente della Regione alla Procura, che la vedeva anche protagonista per la realizzazione di una piscina all’interno della sua villa sulla costa in Contrada Isola, a Siracusa. Così il racconto delle ultime ore da parte di Sgarlata: «Sono stata convocata da Crocetta e mi è stato La piscina incriminata presentato un dossier per alcune irregolarità portate avanti dalla soprintendente Basile, la cui storia personale tutti conosciamo. Le venivano imputati vizi amministrativi, e, in tutta franchezza, per le abnormità che si leggevano io stessa ho detto di inviare tutto alla Procura. Di certo - spiega - non pensavo che si potesse costruire una macchina del fango ai miei danni». Dalla piscina incriminata, l’ex assessore è passata al clima che si respira alla Regione («Tra i dirigenti c’è un senso di malessere») e, alla fine, ha concluso: «Chi ha violato la mia privacy, fotografando l’interno della villa, in fondo mi ha fatto un favore». LA PISCINA. Allo scoppio della vicenda, l’ex assessore aveva affidato al suo sito tutte le spiegazioni del Maria Rita Sgarlata caso: “Le notizie calunniose relative alla costruzione di una piscina abusiva nella casa di mia proprietà sono il frutto di un attacco di natura politica che inevitabilmente segna il momento finale di uno scontro che a Siracusa in questi anni ha visto protagonisti associazioni, cittadini a difesa della città e del suo inestimabile paesaggio da una parte e alcuni imprenditori, tesi a garantirsi porzioni di quel territorio per nuove edificazioni, dall’altra. Nessun abuso è stato commesso: siamo davanti ad un castello maldestramente costruito su una piscina fuori terra prefabbricata, per la quale è stato richiesto regolare permesso per quanto, in qualunque sito on line, manufatti di questo tipo vengano proposti in vendita proprio perché esenti da richiesta di autorizzazione e realizzabili con una semplice comunicazione”. Infine, l’affondo: “Siracusa non tornerà indietro, anche di fronte al colpo di coda di quelle forze che hanno spadroneggiato e che, in questi ultimi mesi, hanno tentato, giorno dopo giorno, di delegittimare il mio operato da assessore regionale ai Beni culturali,primo, tra tutti, il decreto di perimetrazione del parco archeologico di Siracusa, mirato a tutelare una delle aree archeologiche e paesaggistiche più importanti del Mediterraneo e, in particolare, la nomina di Beatrice Basile a soprintendente della città”. CONTRADA ISOLA. Nota come anche come Penisola della Maddalena, Contrada isola fu pure vincolata naturalisticamente alla fine degli anni Novanta. E, nella relazione, il carico edilizio era chiaramente fotografato: “ la fascia costiera che dà sul porto grande è stata invasa dalla costruzione di ville di tipo moderno, alcune anche di grandi dimensioni che hanno operato un'aggressione edilizia tale da trasformare il paesaggio circostante. Senza considerare, inoltre, che nella zona insistono un serbatoio d'acqua molto alto ed un insediamento di tipo religioso che, oltre a risultare antiestetici e invasivi, sono altamente aggressivi dal punto di vista urbanistico, trattandosi di zona a prevalente destinazione agricola. D.D.J. PRECEDENTI Quell’okay di Crocetta QUANDO IL GOVERNATORE, DA SINDACO DI GELA, DISSE SÌ ALLA VASCA SUL MARE DELLA STONECLUB A MACCHITELLA Rosario Crocetta GELA. Una piscina, a pochi passi dal mare, sulla fascia costiera di Macchitella autorizzata alla Stoneclub, società di Emanuele Faglica, 46 anni, dentro un lido di proprietà comunale. Ad autorizzarla è stata la giunta guidata dell’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta. Che ha affidato l’ex stabilimento balneare, una struttura estesa quasi cinquemila metri quadrati, per il canone annuo di 7800 euro, compresi gli scomputi “a scalare” per le migliorie apportate nella struttura. centonove pagina 10 L’immagine della piscina “a ridosso del mare” è pubblicata su internet, come vetrina del Paradisea Park, gestito ora dalla famiglia Faglica. Responsabile del settore urbanistica il funzionario Roberto Mauro, la struttura balneare fu affidata dopo una gara informale. Perplessità furono sollevate dall’ex ingegnere responsabile dell’ufficio igiene del Comune, Roberto Sciascia, che non riscontrò, in sede di verifica, l’iscrizione alla camera di commercio, poi sanata, dell’impresa di Faglica, imprenditore conosciuto a Gela per avere passato un lungo periodo in soggiorno obbligato. La misura fu adottata dagli inquirenti, a seguito di indagini sul traffico della droga su alcuni clan della zona. Nel luglio scorso un incendio ha divorato parte della struttura gestita da Faglica, in un territorio interessato dal fenomeno di abusivismo sulla costa definita dai tecnici dell’Unione Europea “tra i più preoccupanti ed estesi della Penisola Italiana”. 19 Settembre 2014 politica MESSINA. Il gip dichiara cessato il divieto di dimora per Lamaccia e Fazio Formazione, liberi in tre Diversa la situazione di Roberto Giunta, che potrà girare liberamente solo nell’ambito della quinta circoscrizione senza poter entrare in città. Che adesso fa i conti con le conseguenze dell’inchiesta M E SS I N A . Per una richiesta di ricarcerazione, quella per Francantonio Genovese, tre protagonisti della seconda tranche dello scandalo “Corsi d’oro” ritornano in libertà. O, meglio, due in piena libertà, Salvatore Lamacchia e Domenico Fazio, e un terzo, Roberto Giunta, con una restrizione: potrà girare solo all’interno della circoscrizione in cui abita, la quinta di Messina. A deciderlo, lo scorso 9 settembre, il giudice per le indagini preliminari, Giovanni De Marco. Ma, con la facoltà o meno di andare a prendere un caffè al bar, i tre sono simboli di un’inchiesta, quella sulla formazione professionale, che nelle sue due tranche ha spazzato via e “inguaiato” l’intera comunità che gravitava attorno alla segreteria del deputato ed ex leader del Pd, Francantonio Genovese, innescando anche una reazione a catena che, sul fronte cittadino si è tradotta in contromosse bancarie e, a livello regionale, in un azzeramento di tutto il sistema della Formazione. Azzeramento che ha avuto come unico risultato, grazie al binomio Crocetta-Scilabra, di mettere in crisi anche gli enti che nulla avevano a che fare con inchieste. LE DECISIONI. I tre, nell’ambito dell’inchiesta, erano accomunati dalla circostanza che Lamacchia, gestore di fatto dell’Enfap (ente acquistato da dalla Uil da Genovese), avesse fatto sì che i dipendenti Domenico Fazio e Roberto Giunta risultassero al loro posto di lavoro quando invece erano distaccati per svolgere funzioni private, come la segreteria politica in Salvatore Lamacchia Roberto Giunta favore degli onorevoli Genovese e Rinaldi. Ovviamente, il ruolo di Lamacchia era ancora più ampio, essendo dirigente esterno dell’assessorato alla formazione. L’ex sindaco di San Piero Patti e Fazio, dopo una prima fase di domiciliari, erano stati colpiti da divieto di dimora, scaduti i termini del quale sono tornati in libertà. Per quanto riguarda Giunta, non essendo stata precisato il luogo rispetto al quale dovrebbe essere applicato il divieto di dimora, è stato deciso che possa muoversi solo all’interno del V Quartiere, con divieto d’ingresso nella restante parte della città. E GENOVESE? A fine agosto, il Tribunale del riesame, con la motivazione che i domiciliari costituirebbero una “località protetta” dove potrebbe “continuare a mantenere in vita rapporti e illecite attività”, stante l’impenetrabilità della casa, ha deciso di accogliere la richiesta della Procura disponendo il ritorno in carcere per Genovese, che a Gazzi era stato per sei giorni (in infermeria) dopo il sì all’arresto da parte della Camera dei deputati. Il provvedimento, ad ogni modo, non sarà esecutivo finché non si pronuncerà la Cassazione. I giudici, nell’ambito della decisione hanno sottolineato la “spregiudicatezza e una non comune inclinazione a delinquere dell'indagato tenuto conto della natura, della gravità degli illeciti contestati e dell'ingente quantitativo di denaro pubblico di cui Genovese si è appropriato nel tempo, usufruendo, per finalità privatistiche e personali, della carica pubblica rivestita”. In più, sostengono, il deputato, ai domiciliari, avrebbe “mantenuto il controllo della Caleservice, società attraverso la quale ha riciclato denaro”, commettendo “plurime e ingenti evasioni fiscali”. DAI MILLE AI MILIONI. La bufera Corsi d’oro ha avuto due conseguenze: trascinare nel baratro tutta una parte della galassia Genovese che, come veniva fuori da qualche intercettazione “lamentosa”, guadagnava poco più di mille euro e ora dovrà affrontare costosi processi; creare un effetto domino a livello economico più alto che parte proprio dall’ex deputato. Basti pensare al sequestro per un totale di cinque milioni di euro che ha colpito il deputato, gli altri indagati e alcune società, così ripartito, almeno solo nell’ambito familiare e societario: Genovese (733 mila euro), la moglie Chiara Schirò (119 mila), Francesco Rinaldi (deputato regionale e cognato, 81 mila), Sicilia Service srl (307 mila), Na.Pi. Service srl (354.350), Centro Servizi 2000 srl (235 mila) e Caleservice srl (235 mila). Una botta di denaro liquido che, a catena, rischia di far saltare mutui, aperture bancarie e, di conseguenza, possibilità di intervento in altre situazioni imprenditoriali collegate all’impero Genovese. FORMAZIONE AZZERATA. Già all’indomani della prima tranche dell’inchiesta, il governatore Rosario Crocetta e il suo assessore, Nelli Scilabra, avevano colto la palla al balzo per “riformare” il sistema della formazione professionale siciliana. Non solo, era stato avviato un controllo a tappeto per verificare tutti gli enti, cassandone 235 e avviando contestazioni per altri 43. In più, oltre a modificare i criteri di scelta dei corsi, si era di procedere con i piedi di piombo con le annualità legate all’aavviso 20, puntando anche sul piano giovani. Uno dei risultati? La Cassa integrazione per 584 lavoratori dello Ial. (R.C.) PALERMO Se Scilabra rilancia NEL MIRINO DEI CINQUESTELLE, L’ASSESSORE ASSEGNA 150 MILIONI PER L’AVVISO 20 PALERMO. Un bando silurato, una mozione di sfiducia non calendarizzata e un nuovo piano per la Formazione, tutto in pochi giorni. La prima notizia arriva dal ministero del Welfare, che in una nota trasmessa alla Regione siciliana ha rilevato una serie di anomalie sull'avviso pubblicato dall'ex dirigente del dipartimento Formazione Anna Rosa Corsello invitando l'amministrazione a modificarlo. Si tratta del bando firmato dopo il flop day del 5 agosto per i tirocini formativi e che scatenò la dura reazione degli assessori al Lavoro e alla Formazione Giuseppe Bruno e Nelli Scilabra, che ripudiarono il provvedimento perché non informati. Per quanto riguarda la mozione di sfiducia alla stessa Scilabra, il capogruppo del M5s, Valentina Zafarana, ha contestato la decisione della conferenza dei capigruppo dell'Ars di non calendarizzare, come chiesto dal gruppo pentastellato, la discussione: «Durante la capigruppo ho chiesto ufficialmente che la mozione venisse calendarizzata spiega - Il presidente Ardizzone ha messo a verbale la mia richiesta ma poi è stato deciso di non rinviare la decisione, convocando la prossima capigruppo al 7 ottobre. Insomma hanno deciso di non decidere. Eppure c'erano i tempi per farlo già subito». Altro discorso è invece riguarda l’approvazione, da parte della giunta regionale, dell'assegnazione di 150 milioni di euro alla Formazione professionale per il centonove pagina 11 finanziamento della terza annualità dell'avviso 20. Contestualmente sono state introdotte ulteriori misure di razionalizzazione e ristrutturazione del sistema quali: la gratuità della partecipazione da parte degli utenti ai percorsi formativi, l'utilizzo di immobili pubblici per lo svolgimento delle attività, la riduzione dei costi di gestione al 18%, il divieto per gli Enti, di nuove assunzioni di personale e di nuovi incarichi di consulenza, l’obbligo per gli enti di effettuare gli acquisti sulla base di procedure trasparenti e infine l'istituzione del catalogo regionale dell'offerta formativa, del repertorio regionale delle qualificazioni, del libretto formativo del cittadino e del repertorio dei profili professionale. Infine, l'amministrazione prevederà nei nuovi avvisi, a salvaguardia dei livelli occupazionali, l'obbligo di utilizzare il personale della formazione iscritti all’albo. 19 Settembre 2014 Daniele Zuccarello politica Antonella Russo Nina Lo Presti PALAZZO ZANCA. Il consiglio comunale vota favorevolmente anche le tariffe del tributo sui rifiuti Tari... e patta In un generale “turarsi il naso”, ecco chi ha detto “no”. Le ragioni? Piano dei servizi traballante, costi e conti che non tornano, città sporca. Ecco perchè la nettezza urbana, a Messina, costa 44 milioni di euro DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Anche le tariffe della Tari, l’imposta sui rifiuti contenuta nella Iuc (imposta unica comunale) sono passate, digerite “turandosi il naso” da un consiglio comunale che è bellicosissimo quando si tratta di discutere di facezie e sorprendentemente a fianco dell’amministrazione quando ci sono da prendere provvedimenti scottanti. E’ successo dieci giorni fa col piano di riequilibrio, questa settimana con la tari, succederà con consuntivo 2013 e previsionale 2014. PAGARE MENO, PAGARE TUTTI. Si pagherà (poco) meno, si pagherà (più o meno) tutti. Questa, in sintesi, la spiegazione del provvedimento da parte dell’assessore al Bilancio Guido Signorino. Perchè, pur dovendo coprire per intero i costi del servizio di igiene urbana, la Tari sarà di poco meno onerosa della Tares che va a sostituire. Rispetto alla quale, per esempio, aumentano le rate (la Tari si pagherà in quattro tranches invece che le tre della tares) ma aumentano anche le “premialità” sotto forma di agevolazioni ed esenzioni per chi non è in condizioni di pagare alcunchè, così come tra la Tarsu di due anni fa e la Tares dell’anno scorso (tre tariffe sui rifiuti che in tre anni hanno assunto nomi diversi...) sono aumentati esponenzialmente i contribuenti. L’ufficio tributi, in maniera prevedibilmente trionfale, ha fatto sapere che la Tares è stata pagata da più o meno il 70% dei cittadini, incassando oltre 33 milioni di euro sui 42 e rotti totale. Non l’optimum, ma i tempi in cui un inviperito Romolo Dell’Acqua, direttore del dipartimento Tributi, scriveva inviperito alla Serit (che si occupava della riscossione per conto del Comune) lamentando che solo lo 0,24% del dovuto era stato riscosso (il che equivale a dire che pagava un messinese su quattrocento), sembrano lontani. Tutto a gonfie vele, quindi? Per niente. QUEL PIANO UN PO’ COSI’. In aula, ma anche fuori, si sono registrate parecchie perplessità sulla quantificazione della Tari. Che è parametrata sul piano dei servizi che l’Ato3 fino allo scorso anno, e Messinambiente quest’anno, presenta al Comune. Sulla cui congruità tra costi e servizi si è discusso allo sfinimento. Che non sia una questione di lana caprina, lo testimonia anche quella firma “con riserva” apposta dal commissario liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci. Perchè, per esempio, è venuto fuori che parecchi dei servizi previsti dall’Ato3, in realtà non erano svolti, o lo erano ma con standard talmente miseri da non poter essere quantificati. Il fatto che il piano servizi su quale è basata l’attuale Tari ricalchi praticamente alla lettera quello precedente, e costi uguali (poco meno di 44 milioni di euro), ha fatto saltare la mosca al naso a qualcuno. NOI DICIAMO NO. Per primo a Santi Zuccarello, consigliere “dissidente” del Pd, che un anno fa ha avuto il merito di andare a spulciare il piano servizi e scoprirlo pieno di buchi, mancanze, doppioni, amnesie. E infatti, trovandoselo praticamente paro paro in aula, non ha votato le tariffe. Lo stesso ha fatto Nina Lo Presti, oggi al gruppo misto ma fino a due settimane fa consigliere “di maggioranza” di Cambiamo Messina dal Basso. E dal misto, “niet” anche da parte di Antonella Russo e Claudio Cardile (Pd): per entrambi, le perplessità sul piano dei servizi, e sui servizi svolti, hanno avuto la meglio sul “senso di responsabilità” di chi ha votato a favore. ZOOM Il prezzo di Messinambiente COME VA AVANTI UNA PARTECIPATA IN CUI GLI STIPENDI INCIDONO PER L’85% DEL COSTO TOTALE? NON VA. E QUEI RAPPORTI CON L’ATO3... Alessio Ciacci MESSINA. Vale i quarantatre milioni di euro con cui è pagato, il servizio di raccolta e spazzamento di Messina? Domanda assolutamente retorica, e risposta obbligata. No. E allora? Cos’è che fa lievitare tanto il costo della “nettezza urbana”? Alessio Ciacci, commissario liquidatore di Messinambiente, lo ha spiegato cento volte. Una società in cui il costo del personale incide per l’85%, di fatto non ha margini di investimento, e riesce a malapena a garantire l’ordinario. Ma non ha mezzi, obsoleti e non centonove pagina 12 acquistabili, non riesce a pagare i debiti, accumula sanzioni e cause perse, ha i debitori alle calcagna. Ed ha, parole sue, duecento lavoratori di troppo. Poi c’è l’infinita diatriba con l’Ato3, agenzia d’ambito regionale che fungeva da “tramite” tra Comune e Messinambiente, e da supervisore dei servizi. L’Ato3 è in liquidazione, e da un anno, per legge, ha smesso di funzionare in attesa che si trasformi in Srr. Eppure costa ancora tre milioni di euro. Che sono nella Tari. Perchè? Misteri. Regionali. (A.C.) politica 19 Settembre 2014 MESSINA. Partecipata o controllata? Il dilemma del liquidatore della società mista Feluca identità cercasi SENTENZE Il fallimento del socio di maggioranza ignorato da dieci anni. Ora Santamaura chiede lumi all’assessore Signorino MESSINA. E’ una partecipata o è una controllata? E’ il quesito che il liquidatore della società mista Feluca Spa, Domenico Santamaura ha chiesto di chiarire il 5 agosto scorso al vicesindaco Guido Signorino e all’esperto del Comune Leonardo Termini. Pressato dai conti quinquennali, in perdita perenne, la società che avrebbe dovuto gestire la società civica, risulta oggi partecipata al 51% dalla cooperativa Intermedia; al 29% dal Comune e al 20% dalla Provincia. La cooperativa Intermedia risulta dichiarata fallita dal Tribunale di Messina, da diversi anni: curatore fallimentare Munafò. All'origine della dichiarazione di fallimento della coop Intermedia il mancato adempimento ad una transazione “a tre” con l’ex socio “Editoriale Centonove”: non ha pagato 180mila euro. E neppure la quota del socio “estromesso”: 29mila euro. Della transazione erano a conoscenza tanto il Comune, quanto la partecipata Feluca, in considerazione del fatto che il decreto ingiuntivo esecutivo era in primo momento destinato alla spa Feluca, che aveva usufruito di servizi di connettività per Palazzo Zanca, 14 circoscrizioni e trentasei istituti scolastici forniti e sottoscritti con Telecom da Centonove, socio fidejussore e sostenitore. L’atto di transazione fu firmato, a seguito della rinuncia all’azione esecutiva da parte di Editoriale Centonove srl, dagli avvocati Fabrizio Guerrera, per conto della Intermedia e Marcello Parrinello, per conto di Centonove. Ma come ha fatto in dieci anni ad andare avanti una spa a prevalente capitale Guido Signorino privato in barba alle leggi sul diritto societario e a quelle del codice civile, facendo finta che il fallimento del socio di maggioranza non esistesse? Semplice distrazione? Omissione di atti? O aperto dolo? Secondo i soci-lavoratori, che a firma della segretaria provinciale della Fim-Cisl, Giovanna Beccalli, dipendente della stessa Feluca spa, sarebbe tutto regolare. Anzi: il fatto che il Comune in regime di “esclusività di servizio” abbia nel tempo pagato anche al posto del socio Internedia e della Provincia di Messina, sarebbe una prova del fatto che Feluca spa è una controllata e non già una partecipata. Non è dello stesso avviso il Tribunale di Messina che ha rigettato una istanza dell’Editoriale Centonove e neppure la Corte dei Conti che sulla vicenda sta per completare una complessa indagine.Sulla nota della FimCisl inviata il 16 settembre scorso al sindaco di Messina Accorinti, al vicesindaco Guido Signorino, al segretario Le Donne, al liquidatore Domenico Santamaura e al prefetto di Messina, Stefano Trotta, nessuno ha risposto. Pinella Aliberti Servizi sociali, Aliberti è innocente L’ex assessore assolta dal reato di abuso d’uffico. Dietro le quinte dell’inchiesta gli interessi su 22 milioni di fondi da gestire. Con discrezionalità politica MESSINA. “Il fatto non costituisce reato…”. Dopo anni di tormento per l’ex assessore ai servizi sociali Pinella Aliberti, difesa dall’avvocato Carmelo Scillia, arriva dalla seconda sezione del Tribunale presieduta da Mario Samperi la piena assoluzione dal reato di abuso d’ufficio che le veniva contestato, insieme al dirigente del Comune Giacomo Leotta, a proposito dell’assegnazione di trecento mila euro di contributi. L’indagine scaturì da una serie di articoli di giornali, scritti maliziosamente ad arte, e da alcune incaute dichiarazioni dell’ex sindaco PARADOSSI Genio civile, una scrivania per due NOMINA PER LEONARDO SANTORO. MA ANCHE “L’EX” GAETANO SCIACCA RESTA AL SUO POSTO MESSINA. Se a Roma ci sono due Papi, a Messina ci sono invece due ingegneri-capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, in attesa di nomina ufficiale alla presidenza dell’Urega, l’ente che cura gli appalti soprasoglia comunitaria, e Leonardo Santoro, nominato per la guida dell’Ente. Ma se a Roma i due Papi hanno sedi diverse, a Messina Santoro e Sciacca hanno una sola scrivania da dividere: la nomina ufficiale per Gaetano Sciacca non è infatti ancora arrivata. A deliberarla deve essere la speciale commissione dell’Ufficio tecnico dell’assessorato alle Infrastrutture, cui segue poi il decreto di firma del presidente della Regione. A complicare la questione, poi, anche il fatto che Genio Civile Urega si trovano nello stesso Palazzo ocra. Per dirimere la questione, fatto ancora più insolito, i due ingegneri, con una sola scrivania, Santoro e Sciacca, hanno deciso di scrivere una lettera a doppia firma, al capo del settore tecnico dell’assessorato, Fulvio Bellomo ponendo il problema non solo dal punto di vista logistico. Il funzionario, che tra l’altro conosce personalmente entrambi, sta ora predisponendo una lettera dove rimarcherà solo “il disallineamento dei tempi”, in considerazione che l’ex capo dell’ufficio cui lo stesso è stato chiamato a insediarsi, Santoro, dopo la designazione di Sciacca, è andato in pensione. E assicurando poi che il voto della commissione per la nomina di Sciacca alla prima riunione utile sarà deliberato, a stretto giro di posta. centonove pagina 13 Gaetano Sciacca di Messina Giuseppe Buzzanca, che aveva invitato l’assessore a dimettersi “per evitare strumentalizzazioni”. Alla Aliberti veniva contestato "un uso discrezionale delle risorse assegnate" ai servizi sociali e fuori dal regolamento. Un fatto che si è poi rivelato errato. Nel mirino c'erano infatti tredici determine del 2010, con importi oscillanti tra i diecimila e i ventimila euro, assegnati alle associazioni Marco Polo; Mercurius; Asd, gruppo naturalistico Nebrodi; Smile; Airfos; Nebrodi Service 2000; Aria Nuova; Insieme per la città 2008; Eurolab; Progetto Nuovo Ambienete; Per sempre Freddie; Fast Service; Beatyful Minds. A lamentare i danni, ad avviso dell’accusa, erano altre associazioni come i Padri Rogazionisti; la coop Crisalide; la Cirs; e altri perché sarebbe stata cancellata una delibera di assegnazione fondi già riconosciuti tra il 27 ottobre e il 15 dicembre 2010. In verità, con il senno di poi, l’apertura dell’inchiesta servì solo a disarcionare Pinella Aliberti e a fare spazio ad altri soggetti, che come hanno dimostrato le successive cronache non hanno poi mostrato la stessa diligenza nei servizi sociali: in ballo c’erano infatti 22 milioni di fondi da gestire. Con "dicrezionalità politica". 19 Settembre 2014 politica PATTI Se in aula l’opposizione...fa cinema Dubbi sulla gestione della struttura comunale. La replica dell’associazione Filokalon Patti. Il Cine Teatro “Beniamino Il sindaco Salvatore Campagna CONDRO’. Scompaiono i manifesti sull’aumento delle indennità Manifesti fantasma Il Gruppo “Primavera” per ben due volte si è visto strappare il testo della denuncia politica. E la questione finisce in procura Condro’. L’opposizione a Condrò si fa sui muri. Ma non tutti gradiscono. Specialmente quando al centro del maniesto c’è l’aumento di indennità del sindaco Salvatore Campagna. I consiglieri comunali Giuseppe Catanese, Sebastiano Ficarra, Sandie Ricciardi e Gino Scattareggia addirittura parlano di «vile attacco alla libertà di pensiero e alla dialettica democratica». Il gruppo “Primavera” (questo il nome della lista) si era fatto promotore di un manifesto affisso per le vie del paese con il quale denunciava «l’aumento spropositato» delle indennità di carica da parte dei componenti della giunta (Campagna. Con una delibera proposta dal primo cittadino, l’indennità del vice sindaco è passata da 432 euro a 766,94; quella degli assessori da 253 a 627,49 con un incremento medio pari quasi al triplo delle precedenti indennità percepite prima delle ultime elezioni tenutesi nel maggio 2014. Venerdì 12 settembre i manifesti venivano affissi per le vie di Condrò ma la mattina dopo, l’amara sorpresa: erano scomparsi. Lo stesso pomeriggio i consiglieri hanno deciso di riaffiggerli «ma qualcuno (non certo perché ne voleva una copia da tenere come ricordo!), ha pensato nuovamente di strapparli», scrivono. «Pertanto spiegano Catanese, Ficarra, Ricciardi e Scattareggia - abbiamo deciso di denunciare il fatto alle autorità competenti, poiché riteniamo che tale gesto sia inammissibile e di enorme gravità sociale, in una piccola comunità come la nostra in cui dovrebbero prevalere onestà e trasparenza. Ribadiamo ancora, sul piano del merito squisitamente politico, che non siamo assolutamente d'accordo con quanto deliberato dall’amministrazione Campagna, in quanto, in tempi di crisi in cui le famiglie non arrivano a fine mese, aumentarsi le indennità di carica è una cosa vergognosa». Ioppolo” oggetto di polemiche in consiglio comunale. I consiglieri di opposizione Filippo Tripoli, Nino Gigante, Pasqualino La Macchia e Federico Impalà, con una mozione hanno chiesto al sindaco Mauro Aquino di “accendere i riflettori” sulla gestione del cine teatro comunale affidata il 19 maggio 2012 all’associazione Filokalon. Nella mozione i consiglieri, oltre a precisare che l’associazione Filokalon si è costituita legalmente solo una settimana prima della scadenza dei termini previsti nel bando, hanno evidenziato che era stata anche l’unica concorrente a partecipare alla gara offrendo 6mila euro per il canone annuo d’affitto, ovvero il 100% in più di quanto previsto nel bando. Fra le altre cose i consiglieri sostengono che l’articolo 6 del capitolato, tra gli altri obblighi, prevede che la programmazione cinematografica riguardi film di prima visione in contemporanea nazionale, in misura non inferiore al 70% di tutte le proiezioni. Orbene – si legge nella mozione -, è accaduto che l’associazione Filokalon dalla data di affidamento della struttura, 19/05/2012, fino al 09/05/2013 ha proiettato solo un film di prima visione in contemporanea nazionale su trenta complessivi, pari, pertanto, al 3,33%, quindi ben al di sotto di quanto richiesto dal capitolato d’oneri. Pertanto, il consiglio comunale – conclude la mozione - preso atto delle inadempienze, e anche di alcune criticità economiche sollevate dal revisore dei conti, Antonino Mastrantonio, impegna il sindaco affinchè, in ottemperanza al capitolato d’oneri e alle sanzioni ivi previste, provveda a revocare la concessione a VALZER Il valzer del segretario ROTAZIONI A MISTRETTA, PATTI, MILAZZO E LIPARI Messina. Fermento nei municipi di Patti, Mistretta, Lipari e Milazzo dove le poltrone dei segretari comunali si fanno sempre più ballerine. A Mistretta Andrea Gaglio prende il posto di Maria Natoli Scialli; Maria Giovanna Costanza, invece, ha lasciato Patti per trasferirsi a Zafferana Etnea, al suo posto dovrebbe subentrare un'altra donna. La favorita sembra essere Lyda De Gregorio, in servizio a Francavilla. Questa volta il cambio, il terzo dall’insediamento del sindaco Mauro Aquino, dovrebbe essere per motivi familiari e non per dissapori interni. Santino Alligo, dopo aver lasciato Lipari alla volta di Milazzo, ha compiuto il percorso inverso. La strana decisione di Alligo lascia sguarnita la sede di Milazzo che, per quanto sede di prestigio, non sembra avere molti aspiranti. santi Alligo centonove pagina 14 Franco Zanghì suo tempo rilasciata”. A non farsi attendere è la risposta del presidente dell’Associazione Filokalon, Franco Zanghì: «Premesso che ad aver partecipato alla gara oggetto del contendere vi era anche l’associazione “La Maschera”( presieduta dal vecchio gestore Franco Musarra) che, però, avendo inserito nella busta solo dei fogli in bianco, è stata esclusa, proprio perché non eravamo gli unici partecipanti, siamo stati costretti al alzare l’offerta. Riguardo al periodo preso dai quattro consiglieri di opposizione - continua Zanghì – tengo a precisare che la nostra attività è iniziata il 14 dicembre 2012, ovvero sei mesi dopo rispetto alla data indicata nella mozione dai consiglieri, e si è conclusa il 9 maggio del 2013, con proiezioni ininterrotte di film (ben 15 in prima visione), eccetto nelle giornate in concessione al comune e durante la normale chiusura estiva. Inoltre, la nostra attività non ha comportato nessun aggravio alle casse comunali perché, nonostante le iniziali difficoltà poste dalle agenzie di distribuzione, nel giro di 4 settimane siamo riusciti ad ottenere la loro fiducia e, visti gli ottimi incassi, hanno cominciato ad offrirci i loro prodotti in esclusiva. Riguardo all’esperienza richiesta nel bando relativamente al settore cinematografico, teatrale, musicale e culturale - conclude Zanghì - anche se la nostra associazione non aveva nessuna esperienza perché costituita solo una settimana prima, ad averla erano tutti i membri che ne fanno e che hanno sempre lavorato nel settore artistico – cinematografico anche ad alti livelli». Pamela Arena 19 Settembre 2014 sicilia CARONIA Incendi misteriosi? Colpa di esperimenti militari AMBIENTE. Il perito incaricato dal Tar smonta le conclusioni sulla “non pericolosità” della struttura Muos, tutto da rifare “L’affermazione dell’istituto superiore della sanità di danno trascurabile non è condivisibile”. Così Marcello D’Amore contesta i risultati delle analisi. E sul rischio aereo spiega “E’ stato sottovalutato”. Ecco la relazione “bomba” DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “L’affermazione dell’ISS (istituto superiore della sanità, ndr) di danno trascurabile (...) non è condivisibile. Al contrario, si ritiene che un tale evento debba essere evitato”. Firmato Marcello D’Amore. Sono servite appena quaranta pagine al professore emerito di Elettrotecnica dell’università LA Sapienza di Roma per sbuguardare l’Iss, l’Arpa (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) e Enav (ente nazionale dell’aviazione civile), e gettare di nuovo lunghe e minacciose ombre sul Muos di Niscemi. LA RELAZIONE. Venerdi 12 settembre, D’amore ha depositato alla prima sezione del Tar Palermo la sua relazione, come richiesto dal tribunale amministrativo dopo l’udienza del 27 marzo scorso, a integrazione degli studi dei tre organismi. Quello che ne è venuto fuori è preoccupante. Intanto per la “leggerezza” con la quale sono state effettuati gli studi sull’impatto del sistema militare (“L’ISS, a causa del tempo limitato previsto per svolgere le proprie valutazioni non è stato in grado di procedere all'acquisizione né dei codici di calcolo, né dei dati dettagliati necessari”, scrive D’Amore, aggiungendo che “Si è dovuto ricorrere a procedure di calcolo semplificate ritenendo che tali procedure potessero dare indicazioni nell'ottica del caso peggiore"), ma soprattutto per le conclusioni. QUELLE ANTENNE... Se il rischio all’esposizione elettromagnetica è acclarato, ne esce male anche l’impatto sul traffico aereo. “ENAV non tiene conto della presenza degli aeroporti di catania e Sigonella nel territorio potenzialmente interessato dalle antenne del Muos”, relaziona D’Amore, stigmatizzando l’incredibile superficialità delle indagini condotte dall’ente per l’aviazione civile. E la regione? ARPA...STONATA. CI sono valori di campo elettrico diversissimi tra loro nelle due indagini condotte dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dall’Arpa, scrive D’Amore. Discordanze che “avrebbero dovuto costituire oggetto di indagine da parte di Arpa Sicilia”. La regione, però si CARONIA. I misteriosi incendi che da un decennio abbondante flagellano il piccolo comune al confine tra Messina e Palermo? Il sindaco Calogero Beringheli non ha dubbi: colpa di esperimenti militari. Una storia che ha del fantascientifico, anche perchè Beringheli giura di essere in possesso di una relazione top secret scritta da una commissione scientificaincaricata di studiare i fenomeni. Lo ha rivelato lo stesso sindaco nel corso della trasmissione di Radio Uno “Restate scomodi”, aggiungendo particolari alla fantascientifica vicenda: secondo la commissione, tra le ipotesi più probabili vi sarebbe la sperimentazioni di nuove armi. Anch’esse, ovviamente, “top secret”. A Caronia, i misteriosi fuochi sono iniziati nel 2004. Dopo un periodo di attenzione, i riflettori si sono spenti e, da 2007, sono terminati anche i monitoraggi. Da un anno, però, i fenomeni sono tornati. Inspiegabili come prima. Circostanza che ha indotto Beringheli ad ordinare lo sgombero di 148 abitanti. E il mistero continua. riscatta con la relazione degli esperti, che contestano le tesi “distensive” dell’Iss e chiedono una valutazione integrata del Muos insieme alle altre sorgenti di rischio rilevante nell’area (il petrolchimico di Gela su tutti) e un’analisi sui possibili effetti su fauna e flora della riserva di Niscemi. Il 25 novembre si tornerà di nuovo davanti ai magistrati amministrativi. Che dovranno tenere conto delle riserve sollevate. VILLAFRANCA TIRRENA Terna torna in consiglio L’ASSESSORATO REGIONALE RITIRA IL PARERE FAVOREVOLE ALLA VARIANTE DELLA STRADA PER ARRIVARE ALLA STAZIONE ELETTRICA MESSINA. Terna continua a far discutere Villafranca Tirrena. Il 3 settembre, il consiglio comunale avrebbe dovuto deliberare sulla “variante semplificata” per la realizzazione della strada di servizio alla stazione Terna di torrente Gallo. A contestare il parere favorevole da parte dell’assessorato regionale al territorio ci hanno pensato le associazioni ambientaliste: il consiglio si è aggiornato per approfondire la vicenda, ma la novità è che è lo stesso dipartimento regionale ad aver ritirato il provvedimento di “via libera”. Cosa è accaduto? Da Palermo avevano dato il via libera alla variante ritenendo la sua “non assoggettabilità alla Vas (valutazione ambientale strategica), “non centonove pagina 15 accorgendosi” che tutto l’intervento invece ricade in Zps, la zona a protezione speciale con vincolo imposto dalla comunità europea per tutti i tipi di edificazioni e costruzioni. Secondo l’associazione “I Cittadini” di Villafranca, poi, sarebbe l’intero progetto di pista a ricadere in Zps. Quello che, superando la stazione elettrica, giunge alla discenderia della galleria ferroviaria, senza tenere conto dei torrenti. Ma non è solo il progetto della variante a sollevare perplessità: perchè, spiegano l’associazione ambientalista Man ed il comitato “Salviamo il paesaggio”, “il piano regolatore vigente di Villafranca Tirrena, approvato nel 2005, per responsabilità dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente non è mai stato sottoposto né a VAS nè a Valutazione d’incidenza ambientale, nonostante il territorio comunale ricada al 90 % in Zona di Protezione Speciale e per una percentuale appena inferiore in SIC (sito d’interesse comunitario, ndr)”. la parola, adesso, ripassa al consiglio comunale. 19 Settembre 2014 sicilia MESSINA. Il piano di razionalizzazione degli isituti scolastici. Con questi paradossi Se il Nautico naviga a vista Mentre rischia la chiusura lo storico liceo Maurolico, scoppia di richieste l’istituto tecnico Caio Duilio. Ma la soluzione prevista dal commissario della Provincia potrebbe essere peggiore del male. Ecco perchè Filippo Romano L’ingresso dell’istituto tecnico Caio Duilio DI ANDREA SMITH MESSINA. Così come non c’è rosa senza spine, non c’è anno scolastico che non si apra con i soliti problemi. Lo stretto margine di tempo a disposizione degli uffici provinciali fa sì che i risultati delle operazioni non siano completamente esatti e sia necessario apportare rettifiche, rivisitazioni, aggiustamenti, che comportato un valzer di docenti che cambiano scuola di assegnazione e qualcuno, magari, è costretto a ritornare nella provincia di provenienza. E questo ancora oggi, dopo il primo settembre. La conseguenza di ciò è anche quella di non potere nominare i supplenti sui posti liberi per l’anno scolastico non solo dal primo settembre, ma nemmeno dal giorno ufficiale di inizio delle lezioni. I problemi ricadono sui dirigenti scolastici, che devono trovare soluzioni per redigere l’orario delle lezioni e organizzare al meglio - d’intesa col Direttore dei servizi Generali ed Amministrativi (DSGA) - il lavoro delle segreterie anch’esse sguarnite nei posti d’organico, che devono essere coperte con le supplenze. Un circolo vizioso che troverà la sua soluzione non prima della fine di settembre, quando un numero importante di giorni dei 200 di lezioni richiesti per la validità dell’anno scolastico sono andati via. CACCIA AI LOCALI. Un altro vecchio problema ricorrente di solito all’inizio dell’anno scolastico è la caccia ai locali che mancano per potere ospitare gli alunni delle classi che sono state formate e autorizzate, perché quelli a disposizione non sono sufficienti - a prescindere dalle disposizioni che vogliono venga effettuato l’accoglimento delle iscrizioni nel limite dei posti e elle aule disponibili e prevedendo una successiva fase di ricollocazione degli esuberi in istituzioni scolastiche diverse, con l’apporto dell’opera di coordinamento dell’ufficio provinciale. Purtroppo questo non è sempre possibile perché, complice anche la razionalizzazione della rete scolastica, per certe realtà uniche nella provincia o diventate uniche nel comune per la loro specificità, la distribuzione degli esuberi centonove pagina 16 è materialmente impossibile. In quest’ultima casistica rientrano l’Istituto Superiore “Verona Trento – Majorana” e l’ITN “Duilio”, ambedue di Messina. Il primo ha prima assorbito l’unico istituto professionale del settore industria e artigianato che, a sua volta, aveva assorbito l’ITI “Marconi”. Quindi, se a Messina si desidera frequentare un indirizzo tecnico industriale o professionale per l’industria e artigianato bisogna iscriversi all’istituto “Verona Trento – Maiorana”. Il secondo, anche se quest’anno in qualche istituto della provincia è stato attivato l’indirizzo nautico, fino all’anno scolastico 2013/2014, rappresenta l’unica istituzione funzionante nella provincia per il settore nautico. La conseguenza è che devono accettare tutte le iscrizioni pervenute per garantire il diritto allo studio. L’inizio di quest’anno scolastico al “Duilio” e al “Verona Trento-Majorana”, però, non ha portato solo i problemi di locali per il presente, ma anche quelli per il prossimo anno scolastico, perché, nel piano predisposto dal Commissario straordinario della Provincia, Filippo Romano, per razionalizzare l’uso dei locali scolastici e utilizzarli pienamente secondo le esigenze della scuola, è prevista una sorta di scambio di sedi: l’ITN “Duilio”, che attualmente utilizza anche aule del “Verona TrentoMajorana”, si andrà a sistemare nei locali di Viale Giostra, accanto all’istituto “Antonello” e dove in atto funzionano le classi dell’ex “Marconi” e “Majorana”; l’istituto “Verona TrentoMajorana” assorbirà totalmente le classi nei locali di Via Ugo Bassi, con l’assegnazione di locali nell’edificio dell’attuale nautico per la sistemazione dei laboratori degli indirizzi professionali. In teoria, guardandola sulla carta, l’operazione appare logica anche perché pone la parola fine all’andirivieni di docenti tra i vari plessi variamente dislocati. In pratica non sarebbe così, pur nel rispetto delle reciproche posizioni, per le diverse valutazioni espresse dai due dirigenti scolastici. 1100 STUDENTI POSSON BASTARE. A dirigere l’istituto Verona Trento Majorana” dallo scorso 1° settembre in sicilia via definitiva è la professoressa Simonetta Di Prima, dopo due anni di assegnazione provvisoria limitata all’anno scolastico. Nell’istituto funzionano complessivamente quasi 1100 alunni suddivisi in 56 classi comprese le articolazioni -, di cui 11 di indirizzo professionale e 10 di indirizzo industriale – ex Marconi – allocate nei locali di viale Giostra, ove attualmente risultano inutilizzate solo cinque classi. Nell’istituto di Via Ugo Bassi in un’ala con 18 aule, più i locali dell’ex “Macelleria”, precisa la professoressa Di Prima, sono ospitati studenti dell’ITN, quindi le classi del biennio hanno una loro dislocazione fissa, mentre quelle del triennio, per effettuare l’orario completo delle lezioni, sono costrette ad effettuare una continua rotazione giornaliera. Per cui gli studenti del Ctp (Centri Territoriali Permanenti) - che saranno sostituti con i Cpia (Centri Permanenti Istruzione per Adulti) -, nella maggioranza extracomunitari, possono frequentare le lezioni solo in orario pomeridiano. Al Centro per il corrente hanno si registrano già 150 iscrizioni. Ecco perché l’orario di apertura dell’istituto è previsto dalle ore 7,30 alle ore 20. TRAFERIMENTO A GIOSTRA. La dirigente Di Prima esprime, nel complesso, il suo gradimento per il progetto che consentirebbe la sistemazione di tutte le classi in un’unica sede, ma al tempo stesso non nasconde qualche perplessità circa la reale possibilità – stante anche il limitato tempo a disposizione per effettuare i lavori - di trasferimento di tutti i laboratori dalla sede di viale Giostra a quella che verrà riservata nel vicino immobile attualmente occupato dal nautico, ed in modo particolare per quello nato dall’accoro con la casa automobilistica Toyota. E non sottace situazioni che non permetterebbero, invece, come si propone da altra parte, l’inversione dell’istituto da trasferire in Viale Giostra: alcune opere realizzate sono di esclusiva proprietà dell’istituto perché realizzati con fondi europei, quindi non cedibili; per non parlare poi della parte del vecchio ITI “Verona Trento”, che sembrerebbe sia di proprietà dell’istituto. Nessuno, pertanto, potrebbe spogliarlo della disponibilità. I DUBBI DELLA DIRIGENTE SCHIRO’. A dirigere il Caio Duilio, l’istituto di Via La Farina- le cui origini risalgono al lontano 1848 - già da diversi anni è la professoressa Maria Schirò. Nell’istituto funzionano 45 classi, il cui triennio è suddiviso negli indirizzi capitani, macchinisti e logistica, per un complessivo numero di 1.077 studenti. Di questi, 507 provengono da comuni diversi da quello di Messina e vi sono compresi 103 ragazzi provenienti dalla vicina Calabria. E proprio in forza di questa diversa composizione della comunità studentesca- propria dell’unicità dell’indirizzo in ambito provinciale - rispetto alle altre scuole ove ricorre, invece, l’elemento della residenzialità locale, che la Dirigente esprime in primo luogo il suo dissenso alla delibera del Commissario straordinario della Provincia regionale di Messina n° 181 del 3/7/2014. Posizione condivisa anche dal primo collaboratore della presidenza professore Mario Raffa, che fa notare come i dati a cui ha fatto riferimento l’ufficio della Provincia per calcolare gli spazi utili ad ospitare gli studenti siano riferiti all’anno scolastico 2013-14, inferiori nel numero rispetto al corrente anno e che in previsione dovrebbero essere minori di quello dell’anno 20152016 nel quale dovrebbe essere realizzato il trasferimento in Viale Giostra. Inoltre per l’istituto sarebbero stati previsti locali speciali di laboratorio inferiori ai 19 necessari. È ribadito, inoltre, il dubbio circa la Maria Schirò possibilità del trasferimento del laboratorio “Toyota”, Progetto T-TEP, per il quale , pare, esistano vincoli particolari di esclusiva pertinenza dell’IPIA “Majorana”. CONTRODEDUZIONI A ROMANO. In tal caso, come la dirigente Schirò ha precisato in una nota inviata anche al Commissario straordinario Filippo Romano, si riscontrerebbe una decurtazione di ulteriori non precisati mq che renderebbe ancora più insufficiente lo spazio disponibile per l’ipotetico trasferimento dell’ITN “Caio Duilio”. E fin qui considerazioni di carattere puramente ragioneristico. Vi sono poi considerazioni di natura organizzativa e di logistica che vanno dalla difficoltà per i ragazzi , provenienti da diverse località, a raggiungere la scuola in tempo utile, così come quella di potere effettuare il rientro in sede. Da non sottovalutare, anche, che al momento la strategica dislocazione dell’istituto consente ai ragazzi di svolgere con facilità attività di stage presso partners, pubblici e privati, le cui sedi vicine permettono di 19 Settembre 2014 raggiungere le relative strutture a piedi. Dette attività si intensificheranno con l’avvio del nascente Polo Tecnico Professionale, facente parte dei 4 autorizzati nella regione, che vede il Duilio titolare della rete. Ma poi, si chiede ancora la dirigente scolastica: vi è veramente la convenienza economica nel portare a termine l’operazione preventivata quando si dovrà far fronte ad una spesa non indifferente per un trasloco che può essere affidato solo a ditte altamente specializzate nel settore? Basti solo pensare al motore gemello della “Cariddi”, perfettamente funzionante, da smontare, traslocare e rimontar in loco; non sarebbe più proficua la costruzione dell’edificio scolastico per il “Duilio”, che sembrerebbe prevista nel piano regolatore con un costo preventivato di € 11.840,00? Questa la situazione per un progetto iniziato tanti anni fa, che ha visto la costruzione di un immobile all’Annunziata per il nautico e rimasto per diversi anni incompleto e poi inutilizzato, laddove invece è andato a sistemarsi l’Istituto “Bisazza, che nel frattempo non poteva più funzionare in Via Catania. IL LENTO ADDIO DEL MAUROLICO. Problemi di questo genere certamente non li ha l’altro istituto storico della città, il liceo classico “Maurolico”, che, continuando a registrare una diminuzione dell’organico, di locali non ha problemi. Quest’anno ha attivato solo tre classi prime e il numero dei sette corsi completi quasi resta un ricordo. Sarebbe un peccato vedere scomparire, nell’ottica di un piano di razionalizzazione della rete scolastica che al momento non prevede in presenza di 600 studenti l’assegnazione in esclusiva del DSGA (Direttore dei servizi generali e amministrativi) e di un Dirigente Scolastico titolare e non reggente, un altro pezzo di storia della Scuola Messinese. IL CASO Un muro sulla memoria di Nicholas Green CHIESTO IL RECUPERO DELLA STRUTTURA. AD UN ANNO NESSUNA RISPOSTA. LA NOTA DEL CONSIGLIERE BARRESI MESSINA. Alzi la mano chi non si ricorda di Nicholas Green. La storia del bambino statunitense, vittima nel 94, a soli sette anni, di un assassinio sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria nei pressi dell'uscita di Serre (vicino a Vibo Valentia) mentre era diretto in Sicilia con la famiglia, resta ancora nei nostri cuori. L'automobile su cui viaggiava insieme ai genitori il 29 settembre 1994, una Autobianchi Y10, fu accidentalmente scambiata per quella di un gioielliere da alcuni rapinatori che tentarono un furto, degenerato poi in omicidio. Ricoverato al centro neurochirurgico del Policlinico di Messina, Nicholas morì qualche giorno dopo. Messina gli intitolò una scuola. Ora, il prossimo 23 settembre, giungerà in città, Reginald Green, padre del piccolo Nicholas. Reginald Green arriva a Messina dopo aver visitato alcune località italiane che hanno dedicato a Nicholas, vie o parchi. Ma cosa rimane di quella scuola intitolata al bimbo? «Solo un ammasso di macerie - scrive in una nota Mario Barresi, consigliere Pd 3^ Circoscirizione - A Messina città dove Nicholas morì, viene offesa la memoria di quel povero bimbo e della famiglia intera, la quale autorizzò la donazione degli organi del figlio, contribuendo ad un aumento notevole delle donazioni di organi, che nel 1994 in Italia non riscuoteva abbastanza riscontro da parte dei cittadini». Barresi ricorda infatti al sindaco di Messina, assessore alle Politiche Scolastiche, dirigente al Patrimonio del Comune, Dirigente di Messinambiente e Polizia Municipale che da un anno chiede che «la scuola è abbandonata da 6 anni senza aver conosciuto mai il vero motivo della chiusura. L’interno come l’esterno del plesso sembrano resti di un edificio bombardato, tanta è la distruzione che si presenta a chi si reca sul posto». Barresi ha proposto il recupero della struttura anche per usi diversi da quello scolastico e la stessa richiesta è stata esitata anche tramite una proposta di delibera del consiglio della 3^Circoscirizione. «In via preliminare - spiega - ho chiesto agli organi competenti almeno la bonifica della struttura da materiali inerti, anche pericolosi, che mettono a rischio i bimbi e i ragazzi che in quel luogo trovano lo spazio per giocare. Dal luglio 2013 ad oggi quindi vi è stato solo un innumerevole scambio di carte senza trovare alcuna soluzione. Intanto il degrado a monte di Valle degli Angeli aumenta e il silenzio delle Istituzioni è davvero sconcertante. Ancor di più sconcertante è l’unica proposta giunta dal Comune che suggerisce di costruire un muro di cemento armato davanti al Cancello della ex scuola Nicholas Green per impedire l’accesso a vandali e persone male intenzionate». centonove pagina 17 19 Settembre 2014 sicilia Peppe Maimone Maurizio Capone MILAZZO. Polemica sul finanziamento della Raffineria alla manifestazione dell’associazione commercianti La Notte della Ram Gli ambientalisti contestano l’elargizione dei piccoli contributi da parte del colosso industriale. Il sindaco Pino lavora su un protocollo per la responsabilità sociale d’impresa. Gli organizzatori: «Non ci siamo venduti» DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. E’ giusto chiedere e ottenere sponsorizzazioni alle (contestate) industrie del territorio? L’argomento ritorna d’attualità a Milazzo con l’organizzazione della Notte Bianca, iniziativa promossa dall’associazione di commercianti “ViviAmo Milazzo” e patrocinata dal comune di Milazzo. Sulla locandina dell’evento che si svilupperà nella notte tra sabato 20 e domenica 21 settembre campeggia il logo della Raffineria di Milazzo che avrebbe elargito un sostanzioso contributo (non si conoscono le cifre ufficiali). Tanto basta per far storcere il naso alle associazioni ambientaliste, dall’Adasc alla Federazione dei Verdi. Non è escluso che durante la manifestazione che interesserà il centro cittadino (Marina Garibaldi, via Medici, Piazza Duomo) ci possa essere un flash mob organizzato da giovani in segno di protesta. «Non ritengo a priori che le industrie non debbano sostenere iniziative - argomento Peppe Maimone, presidente dell’Adasc - ma bisogna adottare un criterio per evitare che i piccoli contributi a pioggia possano essere interpretati come elemosine. Il ritorno della Notte bianca quale sarà per la città? Sarebbe stato meglio contribuire per rendere più decorosa la città». Secondo l’Adasc si dovrebbe aprire un tavolo tecnico a cui far sedere industrie, amministratori comunali e associazioni del territorio e stilare tutti insieme obiettivi a breve, medio e lungo termine che le industrie potrebbero sostenere in trasparenza e alla luce del sole». In realtà questo è un progetto a cui l’amministrazione Pino sta lavorando da oltre un anno e mezzo. Ma tra mille emergenze (l’ente è in dissesto economico) e una intesa di massima che evidentemente non soddisfa le parti, il protocollo è stato messo da parte. «C’è in discussione un protocollo sulla responsabilità sociale d’impresa della Ram - ammette il sindaco Carmelo Pino - si lavorerà per cercare ad una stesura che veda le aziende impegnate a investire sul territorio in termini di rilancio dell’immagine con iniziative di rilevanza sociale e culturale. Tenteremo di adottarlo entro la fine della legislatura». Il Comune patrocinerà la Notte Bianca mettendo a disposizione palchi e la polizia municipale. Tutti i costi dell’iniziativa saranno a carico di ViviAmo Milazzo. Nel programma è prevista musica dal vivo, mostre di quadri e artigianato, si potranno visitare le chiese. «La Raffineria esiste da oltre 50 anni - dice Maurizio Capone, portavoce dell’associazione dei commercianti che riunisce 150 attività Non è che rifiutando i piccoli contributi, come in questo caso, smetterà di lavorare. A, questo punto, a mio avviso, è giusto che faccia qualcosa per la città coinvolgendola su tutto quello che riguarda il sociale, lo sport e lo sviluppo del territorio». Capone è nel mirino perchè durante questa legislatura ha ricoperto la carica di assessore all’Ambiente. «Non ho nulla da rimproverarmi - sottolinea Capone all’epoca ho cercato di fare rispettare le norme ambientali e non ho esitato a prendere posizione quando necessario anche contro le industrie. E’ assurdo pensare di chiudere la raffineria di Milazzo, tutti noi, però, dobbiamo fare in modo che rispetti le leggi e, nello stesso tempo, contribuisca - visto che ne ha la forza economica - a migliorare la qualità della vita del territorio anche tramite aiuti ad associazioni. Questo non significa svendersi o lasciarsi ammorbidire. In questi anni non è stato fatto altro che creare situazione di allarme sulla nostra città, dannegiandone l’immagine. Gli interventi devono essere fatti all’interno delle istituzioni senza inutili clamori». Dalla Raffineria di Milazzo, joint venture paritaria tra Eni e Kuwait Petroleum, con un fatturato di oltre 700 milioni di euro nel 2012, nessun commento sulla vicenda. Non è la prima volta che scoppia una polemica sugli “aiuti” del colosso industriale definiti da qualcuno come “regalie” per zittire ambientalisti e oppositori. L’anno scorso la polemica interessò lʼinaugurazione di una pensilina di fronte alla sede dellʼistituto statale dʼarte “Renato Guttuso”. La Ram negli ultimi anni si è intestata principalmente due opere: lʼilluminazione del Grotta Polifemo e un parco giochi in zona Ciantro. Ha poi donato 60 mila metri quadrati di terreno (lʼex area Tribò) per consentire la realizzazione di un parco urbano e elargito piccoli contributi ad associazioni per finanziare manifestazioni e iniziative benefiche. ON LINE C’è Puzza? Scrivilo su Facebook NASCE SUL SOCIAL NETWORK UN GRUPPO PROMOSSO DAI VERDI PER SEGNALARE IN TEMPO REALE LE EMISSIONI PROVENIENTI DALLE INDUSTRIE MILAZZO. Nasce su facebook il gruppo Peppe Marano "Segnala la puzza della Raffineria". Si tratta di una pagina ideata dalla Federazione dei Verdi di Messina per consentire ai cittadini di milazzo e della Valle del Mela di segnalare in tempo reale i miasmi proveniente dalla zona industriale. Il gruppo si ispira ad uno analogo nato ad Augusta dove insiste un polo petrolchimico. «Le Emissioni fuggitive ed incontrollate di gas e Idrocarburi - si legge in una nota della Federazione a firma del centonove pagina 18 portavoce Giuseppe Marano costringono i residenti di Milazzo come quelli del Siracusano che con cadenza regolare sono costretti a doversi chiudere dentro le proprie abitazioni allarmati e preoccupati per le ricadute sulla propria salute. Questo gruppo nasce per inserire all'interno tutte le segnalazioni dei cittadini, anche coloro che volessero riportare la storia di un proprio caro ammalato e morto di tumore, un vero e proprio archivio». R.C. sicilia 19 Settembre 2014 MESSINA. Una nota del dirigente regionale Gaetano Gullo: “Divieto di edificazione in zone protette” Cemento, Palermo dice stop Il provvedimento inciderebbe sul 70% del territorio cittadino. L’ispirazione? Una procedura d’infrazione che l’Unione Europea potrebbe intraprendere. Che costerebbe alla città centomila euro. Al giorno DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. E’ il 29 agosto quando un’auto, da Messina, sfreccia lungo l’A20 in direzione Palermo, destinazione l’assessorato regionale al Territorio. Dentro ci sono l’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola, il dirigente all’Edilizia Vincenzo Schiera, il responsabile dell’ufficio che si occupa del nuovo piano regolatore Raffaele Cucinotta ed il presidente della commissione per le valutazioni d’incidenza del comune di Messina Francesca Villari. Vogliono vederci chiaro sulla nota inviata dal dirigente generale dell’assessorato palermitano Gaetano Gullo. Nota riassumibile in sette parole: “A Messina non si può più costruire”. LA NOTA STONATA. Gullo scrive a Schiera l’8 agosto, chiedendo se sulle sedicimila domande di sanatoria che il dipartimento sta esaminando dal 2007 si sia mai proceduto a valutazione d’incidenza. Il quesito, in realtà, non è che l’occasione per ricordare le numerose infrazioni compiute da Messina in materia di salvaguardia ambientale. Questo perchè il 70% del suolo cittadino rientra in Zps, zona a protezione speciale sottoposta a vincoli comunitari per ogni tipo di edificazione. “Si evidenzia che tra i casi più gravi vengono menzionati quelli che coinvolgono direttamente il comune di Messina”, scrive Gullo parlando di infrazioni segnalate dall’Unione Europea. Infrazioni le cui sanzioni potrebbero costare salatissime. CENTOMILA EURO AL DI’. Da Bruxelles, infatti, scrivono nero su bianco che “molteplici piani e progetti (piano regolatore, stazione elettrica, cave, insediamenti abitativi ecc) sono stati realizzati in assenza di Vinca (valutazione d’incidenza ambientale) o con Vinca difforme da quanto richiesto dallas direttiva. Per esempio, senza alcuna considerazione degli effetti cumulativi sul sito”. La denuncia arriva dal Wwf, ed ha incuriosito talmente tanto la commissione europea da concludere che “tali comportamenti hanno portato al degrado dei siti “natura 2000”, determinando una violazione dell’articolo 6. Risultato? A Messina potrebbe capitare tra capo e collo una procedura d’infrazione. Che, in soldoni, costerebbe centomila euro al giorno. Quanto basta perchè, prudenzialmente, Gullo chiuda la nota con un perentorio “in attesa della documentazione necessaria per l’avvio delle procedure di Vas (Valutazione ambientale strategica) e valutazione d’incidenza, permane il divieto di edificazione in tutte le aree Natura 2000 ricadenti nel territorio comunale”. SCHIERA A MUSO DURO. Il primo settembre, quindi subito dopo la trasferta palermitana, Schiera risponde a Gullo. A muso duro. Per quanto riguarda la Vas, Schiera fa presente che è in fase di redazione il nuovo piano regolatore, che sarà sottoposto preliminarmente a Vas. Quello oggi in vigore, essendo stato approvato nel 2002, è precedente all’entrata in vigore delle norme che obbligano la valutazione strategica, che quindi non è dovuta, come ha spiegato, nel 2007, una nota della Regione a firma Giuseppe Libassi, uno dei predecessori di Gullo. Non solo, aggiunge Schiera, ma tutti i progetti ricadenti in Zps sono oggi sottoposti all’analisi della commissione comunale per le valutazioni d’incidenza. Il dirigente comunale conclude poi con un perentorio “il piano regolatore non risulta essere stato sospeso da codesto assessorato, e pertanto deve ritenersi vigente” e “agli atti di questa amministrazione non risulta alcun precedente provvedimento o comunicazione in merito a specifico divieto di edificazione nelle aree delle rete Natura 2000. I centomila euro di multa, nel frattempo, incombono. ZOOM Prg a consumo zero, ma nel frattempo... L’UDC: “”LETTERA SENZA ALCUN VALORE”. L’EX PRESIDENTE DEGLI ARCHITETTI FALZEA: ”VALUTAZIONE D’INCIDENZA DELL’ESISTENTE IN ATTESA DEL NUOVO PIANO REGOLATORE” Pino Falzea, Franco Mondello e Mario Rizzo MESSINA. Come si concilia la specificità del territorio messinese con la necessità di non fermare l’edilizia? La risposta sarebbe nelle linee guida al nuovo piano regolatore elaborate dall’ex assessore al Territorio Pippo Corvaja e fatte proprie dall’attuale Sergio De Cola: “consumo zero”. Ovvero stop al cemento in collina, e demolizione dell’esistente con ricostruzione e premio di cubatura. Un’altra soluzione è arrivata da Pino Falzea, ex presidente dell’ordine degli Architetti, e dal membro del consiglio attuale Clelia centonove pagina 19 Testa Camillo: sottoporre a valutazione d’incidenza le aree in Zps in attesa del nuovo piano regolatore. I due sono intervenuti in una conferenza stampa organizzata dall’Udc per dare una risposta al problema, non prima di aver lanciato un siluro contro l’amministrazione guidata da Renato Accorinti. Che, secondo i consiglieri scudocrociati, ha accolto alla lettera la nota di Gaetano Gullo. Che, per l’appunto, è una nota, senza valore normativo. Per quello, spiegano, serve un decreto o una determina. (A.C.) 19 Settembre 2014 sicilia MESSINA. Degustazioni alla scoperta di San Placido Calonerò Punti di... Vespa Vespando con la luna con visita notturna al monastero benedettino tra odori e sapori dell’enoteca. Il raduno grazie al club che celebra il mito di uno dei mezzi di trasporto più amati al mondo MESSINA. Migliaia di pagine sulla Vespa, scritte per condividere con tutti una grande passione per qualcosa che è molto di più di un semplice oggetto. Quasi avesse una propria anima, la Vespa ha oltrepassato i confini del tempo, tanto che dal lontano 1946, vive ancora come protagonista nei nostri cuori, nelle nostre emozioni e, più concretamente, sulle strade di tutto il mondo. A Messina, uno dei Vespaclub Monastero di San Placido Calonerò, oggi sede dell'Istituto Tecnico Agrario Cuppari più organizzato, che sceglie le sue escursioni per coniugare cultura, sapori e territorio. Proprio in questi giorni Vespaclub Messina- che conta 120 iscritti ed è affiliato Vespa Club Italia e a FMI - scalda i motori per l’iniziativa che si svolgerà sabato 20 settembre a San Placido Calonerò, zona Pezzolo. La serata “Vespando con la luna” prevede degustazioni di prodotti locali, focacciata e birra con visita notturna al monastero di San Placido. Si parte da piazza Cairoli alle 18 per ritrovarsi - con la luna all'Enoteca provinciale inaugurata nell’ottobre del 2010 e situata nei locali dell'incantevole Monastero Benedettino del Cinquecento San Placido Calonerò, sede dell'Istituto Agrario “Cuppari”. «I Vespa Club furono e sono un importante veicolo promozionale della Vespa prima e del territorio poi - spiega il presidente di Vespa Club Messina Pippo D’Arrigo - Non è un caso se siamo stati insigniti del certificato di qualità turistica da FMI. Stiamo lavorando per preparare una nuova stagione che coniughi territorio e passione per la Vespa con la cultura e la gastronomia. L’obiettivo è valorizzare le risorse della città e della provincia. Uno dei più recenti il secondo raduno Città di Messina ma anche le degustazioni organizzate dal Club ai Colli Sanrizzo con visita al santuario di Dinnammare». E’ una tradizione per i Vespa Club organizzare prima in Italia e poi in tutta Europa raduni, gincane e gare di regolarità riservate alla Vespa. «Famosi - spiega Foto di gruppo di VespaClub durante una escursione uno degli organizzatori Franco Bambino - “il giro dei tre mari” e le 1000 km con partenza ed arrivo nella stessa città ed in prova unica. Nel 1949 venne costituito il Vespa club d'Italia che raggruppava i diversi club sparsi nel Paese. Nei primi anni in cui PALERMO I favolosi anni Sessanta al Vespacafè PALERMO. Prendi via dell’Orologio a Palermo, portala indietro nel tempo di qualche decennio, arricchiscila con moto d’epoca, belle ragazze e la musica degli anni del boom economico, ed ecco “Vintage Musicool”. L’appuntamento è per martedì 23 settembre alle 19 al Vespacafè in via dell’Orologio 38, arricchito per l’occasione con alcune moto Vespa d’epoca fornite dal Motoclub Regolarità 70. Inoltre due belle ragazze vestite da pinup gireranno il locale regalando occhiali da sole dal design in stile anni Sessanta. A tutto questo si sommeranno il dj Mario Caminita e il musicista Manlio Noto, con una tappa speciale del CamiNoto, dove si suoneranno e canteranno canzoni anni Sessanta da Celentano a Van Morrison passando per i Beatles e Gianni Morandi. A chiudere il cerchio il locale, che servirà aperitivi di qualità made in Sicilia. A organizzare l’appuntamento del Vespacalè è l’agenzia MuSicool. centonove pagina 20 19 Settembre 2014 sicilia LA SCHEDA Erano gli anni duri della ricostruzione si disputarono le 1000 km si chiamavano "audax" proprio per evidenziare le difficoltà del percorso rispetto al mezzo. Quest’anno invece abbiamo partecipato come Messina a “Il Vespa World Days” che si è svolto a Mantova». LA GUERRA AVEVA lasciato macerie e miseria. I magnifici aeroplani che la Piaggio fabbricava prima del conflitto, non servivano più. Gli italiani avevano bisogno di muoversi, ma l'automobile costava troppo e la motocicletta non era abbastanza pratica. Fu così che, grazie al desiderio di innovazione di Enrico Piaggio, Corradino d’Ascanio, ingegnere aeronautico, "inventò" la Vespa.. Fu da subito uno dei più grandi fenomeni dell’industria motoristica mondiale, che non ha eguali nel settore dei veicoli a due ruote, in assoluto rappresenta una delle più geniali intuizioni ingegneristiche della storia. La Vespa, un prodigio italiano, simbolo indelebile della motorizzazione di massa e della volontà di rinascita di un popolo. Non era né una motocicletta, né un’automobile, ma piuttosto l’una e l’altra assieme. Emblema della famiglia, del lavoro, dei primi week end fuori porta col cestino del pic-nic. Immagine dell’ottimismo, timida ostentazione di benessere, testimone d’amore per intere generazioni di fidanzati. Lo scooter è un termine antico che significa monopattino. Fin dagli anni venti vi furono esempi di monopattino a motore, ma la Vespa era una cosa completamente diversa. Non era nemmeno una motocicletta, perchè il conducente non si poneva a cavalcioni del telaio, ma si sedeva su di esso. Semplicità, leggerezza, funzionalità, erano le sue basi, concepite da una mente geniale, in aperta concorrenza con l’automobile. Vespa è diventata così nel mondo, sinonimo di scooter, un’automobile a due ruote, facile da guidare, più economica di un’auto e nello stesso tempo, diversa dalla classica moto, se non altro per il tipo di telaio, a carrozzeria, che permetteva la guida senza doversi necessariamente sporcare gli abiti, come sulle moto di allora. Nasce da un’azienda, la Piaggio, che dopo il 2° conflitto mondiale, cercava, come altre aziende, di convertire gli impianti, per produrre qualcosa di nuovo. Prima della guerra, infatti, la Piaggio, costruiva arredamenti navali, poi materiale ferroviario, quindi aeronautico. L’azienda genovese, costruì un secondo stabilimento a Pisa, dove si producevano esclusivamente aeroplani per uso militare. A seguito degli inevitabili bombardamenti, si cercò di salvare il salvabile, trasferendo quello che rimase degli impianti, a Biella. Fu proprio in questa sede che nacque il progetto Vespa, per opera del progettista Corradino D' Ascanio, che propose un veicolo a due ruote, economico e popolare, di nuova concezione. Il prototipo fu chiamato "Paperino", eravamo nel 1944 e solo dopo due anni di prove, cominciò la produzione ufficiale del nuovo scooter, che prese il nome di Vespa. Il resto della storia è non ha bisogno di essere raccontato, perchè lo abbiamo ancora oggi sotto i nostri occhi e nel nostro cuore.... da www.vespaclubmessina.it TURISMO A 4 RUOTE Scopri Modica in Fiat 500 I NUMERI DELLA SESTA EDIZIONE MODICA. Oltre duecento turisti condotti in giro per Modica a bordo delle mitiche Fiat 500 per trentasei ore complessive di tour; sette vetture impegnate per nove sabati, dal 5 luglio al 30 agosto dalle ore 18.30 alle 23. Sono questi i numeri della sesta edizione del tour “Scopri Modica in Fiat 500”, organizzata dal Club Fiat 500 “Vittorio Brambilla”. L'iniziativa ha riscosso anche quest'anno un notevole successo di pubblico, con un positivo ritorno d'immagine per il Club e sopratutto per la città della Contea. A dare una visibilità nazionale all’iniziativa, infatti, hanno contribuito il collegamento in diretta dal gazebo del Club allestito dinanzi al Palazzo San Domenico, su Radio Deejay, nel corso della popolare trasmissione Weejay e l’articolo sull’edizione nazionale del Corriere della Sera nella sezione dedicata ai viaggi. Turisti provenienti da ogni parte d’Italia e dall'estero (in particolare francesi, tedeschi, inglesi e polacchi) hanno sperimentato l’emozione e la bellezza di un tour a bordo della piccola utilitaria della Fiat tra le stradine della città, alla scoperta di scorci panoramici e vedute pittoresche. Alcuni di loro hanno anche annotato opinioni, impressioni e suggerimenti sul libro firme tenuto presso il gazebo del Club. Sedici pagine fitte di commenti e complimenti che esprimono, nero su bianco, una piena soddisfazione per l'esperienza appena vissuta. Scorrendo i commenti (il documento è scaricabile e consultabile online all’indirizzo http://issuu.com/giovannicriscione/docs/libro_firme), spiccano le frasi entusiaste di alcuni turisti italiani e centonove pagina 21 stranieri («È stato un meraviglioso momento pittoresco in Fiat 500!»; «Grandioso spettacolo da non dimenticare», «Un'esperienza unica visitare Modica in 500!», «Un bellissimo ricordo di Modica», ecc.) ma anche quelle di alcuni modicani i quali, proprio grazie all'iniziativa lanciata dal “Vittorio Brambilla”, hanno scoperto una città “sconosciuta” o dimenticata («Oggi ho scoperto una Modica che non conoscevo», «Il tour delle 500 funziona anche per i concittadini», ecc.). Tra coloro che sono saliti a bordo delle storiche utilitarie della Fiat anche Marco Bissoli, monzese, nipote dell'indimenticato campione di automobilismo Vittorio Brambilla, in vacanza in Sicilia con la compagna. Nel ringraziare i partecipanti, i soci, gli sponsor e quanti hanno collaborato alla riuscita dell'iniziativa, il Club Fiat 500 “Vittorio Brambilla” rinnova l'appuntamento con il Tour “Scopri Modica in Fiat 500” alla prossima estate. 19 Settembre 2014 sicilia CONVEGNI MESSINA. Flop dei registri delle unioni civili in provincia di Messina: non si iscrive nessuno Unioni...ma sulla carta A Taormina l’unica coppia gay che ha scelto di ufficializzare l’unione. L’amministrazione aprirà anche agli stranieri. A Toregrotta, Milazzo e Mazzarrà Sant’Andrea esistono solo le delibere DI GIANFRANCO CUSUMANO Taormina. Quello tra il messinese Tonino Augliera e Mattia Bellante è stato definito il primo matrimonio gay siciliano, in realtà, dal punto di vita burocratico, si è trattato della prima iscrizione di una coppia omosessuale nel Registro delle unioni civili istituito dal comune di Taormina. In Sicilia anche la Regione Sicilia, a cui capo c’è un governatore che non ha mai nascosto la sua omosessualità, aveva tentato questa strada. Il regolamento prevedeva una equiparazione di fatto delle coppie di fatto alle famiglie tradizionali. Era previsto anche il via libera all’accesso agevolato ai mutui per l’acquisto della casa. Tutto è finito nel nulla poichè l’articolo era inserito nella legge di stabilità votata dall’Ars ed impugnata dal commissario dello Stato. Sono, invece, una manciata le amministrazioni che hanno istituito il registro. Bagheria, Niscemi, Enna, Siracusa e Palermo. Quattro in provincia di Messina. Il risultato? Nessun iscritto. Escludendo la coppia di Taormina a Milazzo, a Torregrotta e Mazzarrà Sant’Andrea, del registro nemmeno l’ombra. Nonostante la battaglia dell’Arcigay messinese, che da anni lotta per conquistare questo diritto, la delibera di istituzione rimane nel dimenticatoio anche in altri comuni come Barcellona, Lipari, Sant’Agata Militello. Il motivo è semplice: non c’è alcun beneficio. Tranne per Taormina, dove la cerimonia ha avuto una ribalta nazionale e si prepara ad ospitare (a pagamento) altre cerimonie. «Ci Da sinistra Tonino Augliera e Mattia Belante, sposi a Taormina stanno telefonando non solo dall’Italia ma anche dall’estero -spiega entusiasta Pina Raneri, assessore alle Pari vogliono sapere se si possono iscrivere, quanto costa la cerimonia e che documenti necessitano». Raneri precisa: «La cerimonia non è un matrimonio è una “unione d’amore”. Chiunque può venire al municipio, anche dall’estero. Erano anni che provavo a fare una cosa del genere. E’ vero, si tratta di un atto simbolico, ma se i comuni istituiscono questi registri anche il governo Nazionale dovrà esprimersi con una legge e gli iscritti avranno i diritti di una vera famiglia». A Milazzo la proposta di registro era stata bocciata dal consiglio comunale. Quando l’aula è decaduta per non avere approvato la delibera che sanciva il dissesto finanziario, la giunta del sindaco Carmelo Pino ha rispedito l’atto al commissario straordinario Valerio De Joannon che l’ha approvato. All’ufficio anagrafe non risultano iscrizioni. Stessa situazione al comune Noi/Altri: All’università si parla di omofobia Messina. Psicoanalisti, filosofi e giuristi si incontreranno all’Università di Messina il 26 e 27 settembre in occasione del Convegno Nazionale Interdisciplinare organizzato dal Laboratorio Vicolo Cicala sulla relazione Noi/Altri, declinata nelle sue problematiche – in ogni tempo attuali – ma con delle specificità. Xenofobia, omofobia e ginecofobia, articolazioni diverse di “fobia dell’altro”, risultano essere forme di “fobia di se”, secondo la lettura freudiana del perturbante. Il convegno scientifico si svolgerà nell’Aula Magna del rettorato dell’Università di Messina. Allestito accanto al convegno, Altroconvegno è uno spazio espositivo che propone «un’esperienza emotiva dei temi trattati; accosta e accompagna Noi/Altri con un percorso al contempo alternativo e complementare affinché il fruitore possa “ascoltare” anche attraverso una condizione emotiva». di Torregrotta, il primo ad istituire il registro nel messinese. «Abbiamo voluto dare un segnale di apertura su questa tematica - spiega il sindaco Nino Caselli - ma non si può fare altro. Sono da escludere benefici poichè in mancanza di una legge nazionale si rischierebbero vertenze legali. E poi, in ogni caso, i fondi dove li prendiamo?». Più tecnica la risposta della responsabile dell’Anagrafica comunale. «Il registro materialmente non esiste poichè le coppie di fatto che vivono sotto lo stesso tetto, al di la del genere, risultano già nella nostra anagrafe dice Enza Crisà - se ne hanno diritto usufruiscono già di eventuali agevolazioni». A Mazzarrà Sant’Andrea, in realtà, il registro non esiste anche perchè la delibera è incompleta. C’è solo l’atto di indirizzo della giunta di Salvatore Bucolo, ma il commissario straordinario che sostituisce il consiglio comunale dimissionario, ancora non l’ha approvato. LA REPLICA «Istituirli è importante» ROSARIO DUCA (ARCIGAY), CONTINUA L’OPERA DI SENSIBILIZZAZIONE NEI COMUNI. A SANT’ALESSIO INFATTI.... Messina. «Non solo non è inutile iscriversi nei registri, ma i Rosario Duca (Arcigay) comuni devono continuare ad istituirli. Solo così si può sensibilizzare il governo nazionale a normare la delicata materia». Rosario Duca, rieletto nelle settimane scorse presidente dell’Arcigay di Messina, non arretra di un passo davanti ai dati sconfortanti. «Per Milazzo non si può avere riscontro immediato perché nel regolamento è previsto che la coppia conviva per un periodo di due anni prima di avere centonove pagina 22 i requisiti. Ma non è questo il problema. Noi stiamo lottando per garantire un diritto, nessuno poi è obbligato a iscriversi. La nascita dei registri serve da pungolo al Governo. Più ce ne sono e più possiamo sollecitare sulla necessità di legiferare». In questi giorni l’istituzione del registro è prevista a Sant’Alessio Siculo. La giunta di Rosanna Fichera ha approvato l’atto d’indirizzo ad aprile e ora la parola passa al consiglio comunale. L’atto sembra più concreto di altri comuni. Secondo il documento, chi si iscriverà al registro sarà equiparato al “parente prossimo del soggetto con cui si è iscritto", ai fini della possibilità di ricevere l’assistenza così come per tutti gli iscritti ai registri anagrafici. L’Amministrazione comunale può rilasciare, su richiesta degli interessati, un attestato di “unione civile basata su vincolo affettivo”. (Gia.C.) economia 19 Settembre 2014 SANT’AGATA MILAZZO. A rischio chiusura i laboratori dell’istituto regionale che fornisce analisi certificate Ultimo bicchiere per l’Irvos I produttori dell’associazione Strada del Vino lanciano l’allarme. Il presidente Vasari sollecita i comuni del Mela: «Ospitate la sede nei vostri immobili». Enza La Fauci: «A rischio l’export» Ruggero Vasari con Carlo Verdone DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Tutti uniti per salvare la sede di Milazzo dell’Irvos, l’istituto regionale viti e olii di Sicilia. I produttori del messinese sono in allarme per l’ennesimo tentativo della Regione di chiudere la sede che, oltre a fare sperimentazione, fornisce analisi enochimiche certificate, preziose per la produzione destinata all’export. A lanciare l’allarme è l’associazione Strada del Vino che riunisce il 66% delle aziende della provincia di Messina dove nascono i vini doc Faro, Malvasia delle Lipari e Mamertino. Nonostante la crisi, il fatturato annuo si aggira intorno ai 10 milioni di euro. La Regione, nell’ambito di una spending review, Biagio Cacciola Enza La fauci alla base della Finanziaria bis, intende tagliare gli affitti delle sedi periferiche. Oltre a quella di Milazzo operano anche i laboratori di Marsala e Alcamo (a Palermo la sede principale). Per salvare l’Irvos un comune del comprensorio di Milazzo dovrebbe ospitarlo nei propri locali. Ma fino ad oggi nessun ente si è fatto avanti. «Perdere l’istituto è un grande danno per i produttori della nostra provincia e delle isole Eolie - avverte Ruggero Vasari, presidente dell’associazione Strade del Vino non solo materiale, ma anche dal punto di vista culturale. La presenza dell’istituto significa valorizzare il settore vitivinicolo della provincia. Sarebbe un peccato perdere il frutto dei campi sperimentali portati avanti dall’Irvos di Milazzo che hanno consentito di fare ricerche e clonazioni dei vitigni tipici». I risultati in termini di qualità ottenuti dai vini messinesi sono positivi. «Molti hanno raggiunto votazioni lusinghiere nelle classifiche delle riviste di settore anche internazionali. Quest’anno, però, si è registrata una nuova riduzione del mercato interno e le aziende sono in difficoltà. Si salvano con vendite turistche (Eolie) e con gli ordini provenienti dal Nord Europa, Stati Uniti, e dai mercati asiatici». A seguire il destino del’Istituto di Milazzo anche la Confederazione italiana Agricoltori. Biagio Cacciola, assieme al presidente della “Strada del Vino”, hanno contattato le amministrazioni comunali del comprensorio. «Il comune di Milazzo non credo abbia la sensibilità giusta, non ha mai dimostrato particolare interesse verso la questione, addirittura ha ritirato l’iscrizione all’associazione nonostante uno dei vini doc sia proprio il Mamertino dice Cacciola - più disponibili i comuni di Santa Lucia del Mela e San Filippo del Mela, ma i locali a loro disposizione sono fatiscenti e occorrono decine di migliaia di euro per rimetterli a norma e cederli in comodato d’uso. Contatti sono in corso anche con Barcellona». Preoccupata Enza La Fauci, produttrice di Faro doc, la prima a lanciare l’allarme: «La chiusura è una vera follia. Significa non avere più un laboratorio regionale di riferimento per analizzare non soltanto i vini, ma anche le uve o i mosti durante la vendemmia. In caso di emergenze continua - per fare le analisi sulle uve o sui mosti in fermentazione, l’Irvos di Milazzo rappresenta l’unico riferimento perché in quei casi bisogna intervenire tempestivamente. Non è possibile, infatti, aspettare 24 ore per il trasporto. Per esportare in Giappone sono necessarie analisi di un ente certificato come l’irvos. Con la chiusura del laboratorio di Milazzo come faremo per le certificazioni ai fini dell’export?». centonove pagina 23 Nocciole, dieci milioni per combattere cimici SOCIETA’ OLANDESI “CALIBRERÀ” MEZZI DI CONTRASTO SUI NEBRODI Sant’Agata Militello. Dieci milioni per rilanciare la coricoltura sui Nebrodi combattendo la cimice che distrugge i raccolti. L’investimento porterà alla realizzazione di un impianto a Termini Imerese da parte della Bioinnovation Sicilia «costola» della Wise-Use International, società olandese leader nella produzione e ricerca di biostimolatori e sostanze biologiche di contrasto ai parassiti, L’iniziativa, benedetta da Invitalia, agenzia nazionale di investimenti, nasce da un accordo di collaborazione con l' assessorato regionale delle Risorse agricole che seguirà il progetto tramite gli uffici periferici, il Soat di Sant' Agata di Militello. Secondo il progetto saranno impiegate circa 50 unità lavorative tra ricercatori e tecnici. A seguire passo passo l’operazione sono il professore Antonio Cesare Sparacino, originario di Pozzallo, già ricercatore della facoltà di Agraria dell' università di Milano, ed il direttore commerciale della Wise Use, Giuseppe La Rosa, originario di Messina, amministratore delegato della costituenda New-Company BioInnovation Sicilia. La Rosa e Sparacino hanno già visitato 15 ettari coltivati a noccioleto, dei comuni di Ucria, Raccuja, Tortori ci, Sinagra e Castello Umberto dove sarà avviato lo studio per la calibrazione di un bio -prodotto mirato a controllare l' espansione del «Gonococerus acuteangulatus», la cimice, nell' area di produzione delle nocciole sui Nebrodi. 19 Settembre 2014 economia POLITICHE ECONOMICHE. Si infiamma il dibattito sullo statuto dei lavortatori LA PROPOSTA 1 Art. 18, questo sconosciuto Contratto a protezione crescente secondo Ichino Si discute la possibile controriforma sugli strumenti legali contro i licenziamenti senza giusta causa. Pro e contro di unarticolo che sconta gravi errori nell’approccio tecnico e pratico. Ecco perchè DI MAURIZIO BALLISTRERI TUTTA LA DISCUSSIONE sulla eventuale nuova (contro)riforma dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori sconta un errore nell’approccio teorico e pratico, quello di ritenere tale norma un istituto del mercato del lavoro, assieme a un certo provincialismo politico e culturale. Come è noto il mercato del lavoro è il luogo, astratto, in cui chi è alla ricerca di lavoro, imprese ed enti pubblici, si incontra con chi lo offre e, cioè, i lavoratori. Gli ammortizzatori sociali a loro volta, sono intesi quali strumenti per attenuare i disagi di chi non ha lavoro o lo perde, e nei sistemi di Welfare State più avanzati sono posti in connessione ai meccanismi regolativi del mercato del lavoro per consentire rapidi percorsi di reinserimento occupazionale, magari legati a periodi di riqualificazione professionale. L’art. 18 invece, è (ancora) uno strumento legale di tutela dei lavoratori contro i licenziamenti senza giusta causa o giustificato motivo, che rappresenta una sorta di paradigma del moderno diritto del lavoro, il quale a differenza del diritto privato, basato sull’uguaglianza formale tra i soggetti, è rivolto a privilegiare la posizione del lavoratore subordinato quale soggetto debole del contratto di subordinazione rispetto al datore di lavoro. Norma che, è bene ricordarlo, che interessa solo circa il 25% dei lavoratori italiani, quelli, cioè, dipendenti da imprese con più di 15 dipendenti. Norma di garanzia rispetto alla posizione dominate datoriale nel rapporto di lavoro quindi, e non di regolazione del mercato del lavoro, non a caso le critiche nei confronti dell’art. 18 muovono dall’assunto corretto che le tutele sono garantite agli insiders (già occupati) e non agli outsiders (quelli che sono al di fuori dell’occupazione o impiegati nei lavori cosiddetti “atipici”), con una proposta sbagliata: l’egualizzazione per sottrazione a tutti dei diritti acquisiti, e non dell’estensione degli stessi a chi ancora non li possiede. Mentre sul versante imprenditoriale la critica è quella dei costi economici e della rigidità organizzativa che esso provocherebbe, ampiamente contestabile se si considerano i primi come “costi di libertà” che il sistema delle imprese deve sapere sopportare, mantenendo, nello stesso tempo, il suo grado di efficienza, come avviene nei Paesi più avanzati. Dunque, se si vuole evitare una sorta di guerra di religione, in cui per la verità l’integralismo non è quello di chi vuole conservare la norma in questione ma di chi ne propone la cancellazione o una drastica riscrittura in nome del primato del mercato (sembra quasi che ricorrano totem e tabù: che ci sia Freud di mezzo….?), un’operazione socialmente equilibrata e fondata sul consenso doveva prevedere degli interventi manutentivi. E’ sempre attuale il monito di uno dei maestri del diritto del lavoro, ritenuto il “padre” giuridico della legge 300 del 1970, Gino Giugni: lo Statuto dei lavoratori “in quanto legge riformista è anche aperta Il 3 aprile è stato depositato in Senato il disegno legge n. 1428/2014 che contiene deleghe al governo per l’attuazione del cosiddetto Job Act, per la riforma di materie quali ammortizzatori sociali, servizi per l’impiego e politiche attive per il lavoro, semplificazione e razionalizzazione delle procedure e adempimenti relativi alla costituzione e alla gestione dei rapporti di lavoro, riordino delle tipologie di contratti di lavoro. Il governo ha sei mesi di tempo da quella data per predisporre i decreti attuativi. La Commissione Lavoro del Parlamento stava appunto discutendo in questi giorni l’approvazione del testo definitivo di legge delega da conferire entro fine luglio all’esecutivo e in tale ambito si è registrato l’ennesimo scontro sull’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Ad esacerbare gli animi, in particolare, l’emendamento all’art 4 del Disegno di Legge – relativo al riordino delle forme contrattuali – presentato dal senatore di Scelta Civica Pietro Ichino, giuslavorista già deputato del Pci, che prevede l’introduzione di un «contratto di lavoro a tempo indeterminato a protezione crescente, senza alterazione dell’attuale articolazione delle tipologie dei contratti di lavoro». Il contratto a tutele crescenti – ossia un contratto a tempo indeterminato che, nei primi tre anni, vedrebbe sospese le tutele dell’art. 18, concedendo alle aziende la possibilità di interrompere il rapporto di lavoro – non è certo una novità introdotta dal Jobs Act. Di tale tipologia contrattuale, infatti, si parla già da qualche anno. Oltre alla proposta avanzata nel 2009 da Ichino, un progetto simile era stato elaborato anche dai due economisti Tito Boeri e Pietro Garibaldi: nel 2010 era stato presentato in Parlamento un disegno di legge che recepiva proprio le loro proposte. Tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 sembrava che il contratto a tutele crescenti dovesse concretizzarsi col governo Monti, ma la Legge Fornero, prese un’altra strada. alle riforme”. Già riforma non controriforma imposta dai mercati e, in particolare, dalla “teoria del libero mercato finanziario” e dalle “mitologie” connesse, di tipo economico, politico, monetario, educativo, che, però, a differenza dei miti, si traducono in pratiche di governo e di amministrazione della società, subalterne al moloch della globalizzazione. E proprio in questo risiede il provincialismo politico e culturale italiano rispetto, ad esempio, allo stucchevole richiamo all’Europa, che “ci chiede la riforma del lavoro” e, quindi, dell’art. 18. Una classe dirigente seria, capace di rivendicare pari dignità politica nell’Unione europea, dovrebbe contestare il “vantaggio comparativo” derivante dalla pratica di bassi salari e di minori garanzie sui diritti fondamentali dei lavoratori, che stanno alla base della pratica del dumping sociale di molti paesi dell’Ue, chiedendo non solo regole uguali per tutti in materia di deficit statali, debiti sovrani e inflazione, ma anche la cessazione delle gravi violazioni ai principi in materia di concorrenza tra gli Stati, grazie ai diversi regimi del lavoro (e fiscali!) dei paesi membri. Come dire che le norme in materia di concorrenza non devono riguardare solo le imprese ma anche gli Stati dell’Unione: altro che la vittoria di Pirro della Mogherini quale commissario europeo agli Esteri. *docente diritto del lavoro, Università Messina LA PROPOSTA 2 Licenziamento libero durante l’anno di prova UNA DIVERSA Ipotesi di modifica della normativa in materia di licenziamento è stata formulata dal giuslavorista Maurizio Ballistreri, già deputato socialista all’ARS, che parte dal presupposto che “il lavoro non possa essere generato da minori tutele per la parte debole del rapporto di subordinazione, il lavoratore, e, in definitiva, da nuova flessibilità che può degenerare in precarizzazione”. La proposta è stata recepita integralmente dal Psi ed inserita in un disegno di legge articolato sull’occupazione presentato al Senato e redatto dallo stesso Ballistreri, che “ritenendo valide le istanze datoriali di maggiori ambiti di verifica del costituendo rapporto di lavoro con i dipendenti, si propone per un verso di non manomettere ulteriormente, com’è avvenuto con la “LeggeFornero”, la cosiddetta “tutela reale” ex art. 18 dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori, che come è noto si applica solo nelle aziende di più di 15 dipendenti; per un altro di prevedere un allungamento ex lege del periodo di prova ad un anno, rispetto ai termini più brevi normalmente previsti dalla contrattazione collettiva, con una novella dell’art. 2096 del codice centonove pagina 24 civile, durante il quale dovrebbe essere possibile licenziare, senza attendere la fine della prova stessa”. Durante il periodo di prova, pari ad un anno, il licenziamento sarebbe libero, rientrando così nelle ipotesi di libera recedibilità di cui all’art. 4 della legge n. 108 del 1990, riscontrando così le esigenze delle imprese di poter verificare per un periodo più lungo le attitudini dei dipendenti prima di procedere alla stipula del contratto di lavoro, potendo licenziare senza vincoli durante tale periodo, tranne, ovviamente, il licenziamento discriminatorio, la cui conseguenza rimarrebbe la nullità a mente dell’art. 3 della legge n.108/90. M.B. economia 19 Settembre 2014 LA SCHEDA MESSINA. La Fondazione di Comunità aprirà una scuola nel castello di Mirabella Imbaccari Formazione, che energia Le lezioni di economia civile e sociale saranno finanziate con i proventi della Sefea Energy, la nuova società etica di Forte Petrazza. Firmato il contratto di affido con le Suore Dorotee MESSINA. Da Messina a Mirabella Imbaccari. La Fondazione di Comunità di Messina presieduta da Fabio Salvato darà vita ad una scuola di alta formazione nel “Castello” del comune catanese. Il Palazzo Biscari, è stato affidato alla Fondazione di Comunità di Messina dalle Suore Dorotee di Santa Paola Frassinetti, che lo hanno gestito per più di un secolo. La Fondazione – una volta realizzati i necessari lavori di rifunzionalizzazione - vi aprirà una Scuola di alta formazione in economia civile e sociale che sarà finanziata dagli utili derivanti da Sefea Energy, la nuova Esco (Energy Service Company) costituita con Sefea, la Società Europea di Finanza Etica ed Alternativa fondata da Banca Etica e altre nove istituzioni finanziarie europee. In pratica, la Esco starà sul mercato offrendo servizi di efficienza energetica, miglioramento tecnologico e risparmio di energia. Gli utili della Esco saranno interamente reinvestiti in formazione finanziando borse di studio sui diversi territori Da sinistra Salviato, Marino e Giunta europei per permettere a giovani motivati di partecipare alla scuola di alta formazione in economia civile la cui sede principale sarà proprio a Mirabella. Sede legale di Sefea Energy è il Distretto sociale evoluto di Messina, a Forte Petrazza. Fabio Salviato e Tommaso Marino ricoprono rispettivamente la carica di presidente e vicepresidente con delega all’amministrazione della società, Gaetano Giunta, quella di segretario generale della Fondazione. Per il Castello barocco si apre dunque un centonove pagina 25 Ventotto partners per la Esco peloritana Messina. Sefea Energy è la nuova Energy Service Company costituita dalla società europea di finanza etica e alternativa e dalla Fondazione di Comunità di Messina. La Esco - che vanta già 28 partners - starà sul mercato offrendo servizi di efficienza energetica, miglioramento tecnologico e risparmio di energia. E’ stata costituita lo scorso 17 luglio da due cofondatori: Sefea, la Società Europea della Finanza Etica ed Alternativa (costituita nel 2002 da Banca Etica ed altre nove istituzioni finanziarie europee), e la Fondazione di Comunità di Messina. Quella peloritana è l’unica Esco, Energy Service Company, in Europa che nasce per investire interamente gli utili in economia civile e sociale. “nuovo capitolo”, che rispetta la volontà degli antichi proprietari, i principi Paternò Biscari, e la missione delle Suore, alle quali i principi lo hanno donato nel 1910 con il preciso obiettivo di promuovere crescita morale e materiale della popolazione. 19 Settembre 2014 economia UOMINI&BUSINESS QUI EUROPA Strade più sicure, nuovi servizi dall’Ue DI SALVATORE CIFALÀ NONOSTANTE IL numero di vittime della strada sia diminuito del 9% nel 2012, tuttora 75 persone perdono la loro vita ogni giorno sulle strade europee. Questo numero è troppo alto per essere trascurato e si può fare ancora molto per migliorare la sicurezza degli utenti della strada. Tra le principali cause degli incidenti figurano il maltempo e le strade scivolose. Inoltre, spesso gli infortuni stradali sono riconducibili alla mancata messa in sicurezza del luogo dove si verifica l'incidente e anche parcheggi pericolosi costituiscono un alto fattore di rischio. Come proteggere, allora, i cittadini da questi pericoli e come rendere più efficienti i trasporti sulle strade transeuropee? Nei singoli Paesi membri esistono già i cosiddetti servizi d'informazione intelligente, come per esempio le segnalazioni in tempo reale delle condizioni stradali. Ma a livello europeo, purtroppo, oggi non esiste ancora un sistema unico che garantisca la compatibilità tra i singoli servizi. L'obiettivo della Commissione europea è, dunque, quello di adottare misure che CONSUMATORI Ritardo al volo Il Giudice di Pace di Messina ha accolto la richiesta di pagamento di indennizzo pecuniario a cinque viaggiatori che, in occasione di un volo, arrivavano a destinazione con un ritardo di circa 8 ore rispetto all’orario previsto. Il ritardo è stato ritenuto eccessivo dal Giudice, tenuto anche conto del fatto che si trattava di un volo nazionale, e la compagnia aerea è stata condannata al pagamento della somma di 250 euro a favore di ciascun viaggiatore. Il Giudice di Pace ha aderito all’orientamento della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha interpretato il regolamento europeo, che istituisce regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato, nel senso che i passeggeri di voli ritardati hanno diritto ad una compensazione pecuniaria in forza di tale regolamento quando, a causa di siffatti voli, subiscono una perdita di tempo pari o superiore a tre ore, vale a dire quando giungono alla loro destinazione finale tre ore o più dopo l'orario di arrivo originariamente previsto dal vettore aereo. Nel caso in esame, inoltre, la compagnia non è riuscita a dimostrare che il ritardo prolungato è stato causato da circostanze eccezionali. Francesco Suria, legale CONFCOMMERCIO SIRACUSA Fabio Zanacchi eletto presidente onorario SIRACUSA. Fabio Zanacchi è stato eletto presidente onorario di Confcommercio Siracusa. La nomina è avvenuta nel corso della riunione della giunta nei locali di via Laurana su proposta del presidente provinciale di Confcommercio, Sandro Romano ed è stata approvata all' unanimità dai componenti dell' organizzazione che riunisce i commercianti di tutta la provincia. Zanacchi è presidente emerito di Federottica e componente di Confcommercio. UIL SCUOLA Sollami segretario Enna e Caltanissetta rendano accessibili tali servizi al maggior numero possibile di conducenti sulle strade europee. Per questo, la Commissione ha adottato una serie di regolamenti per la messa in sicurezza delle strade. I nuovi regolamenti non rendono obbligatorio lo sviluppo di servizi di informazione. Predispongono invece delle regole comuni che dovranno essere seguite se e quando gli Stati membri, gli operatori e i fornitori di servizi decidessero di sviluppare e CREDITO ALL’AGRICOLTURA Quarto bando Crias in arrivo 25 milioni di euro QUARTO BANDO Crias per 25 milioni di euro, rinegoziazione delle proroghe e riordino normativo in materia di credito all’agricoltura che avrà una corsia preferenziale. È positivo il bilancio dell’audizione della Terza commissione “Attività produttive” dell’Assemblea regionale siciliana, presieduta dal deputato Bruno Marziano. I parlamentari hanno ospitato a palazzo dei Normanni i rappresentanti del comparto agricolo della Sicilia sud orientale, per discutere i problemi dell’agricoltura. Tante le buone notizie emerse dalla riunione. «Il quarto bando Crias – ha dichiarato il deputato regionale, Bruno Marziano -, sarà di 25 milioni di euro, di cui 12 provenienti dal rimborso delle rate pregresse. Per le proroghe ci sarà una rinegoziazione e il prolungamento della tempistica di restituzione: questo consentirà la possibilità di rialimentare il fondo di rotazione ma darà più respiro alle aziende agricole». Entro 15 giorni l’assessorato regionale comunicherà le decisioni assunte assieme alla Crias. installare tali servizi. La proposta della Commissione si articola in due direzioni: da un lato riguarda informazioni sul traffico per segnalare in anticipo i pericoli sulle strade, dall'altro concerne l'assegnazione di aree di sosta sicure per automezzi pesanti e veicoli commerciali. L'applicazione dei regolamenti proposti, inoltre, dovrebbe ridurre i ritardi causati da incidenti stradali, le emissioni di CO2 e limitare i costi di ripristino delle infrastrutture. ENNA. Accorpamento delle segreterie provinciali di Uil Scuola di Caltanissetta ed Enna in un' unica struttura territoriale. Il congresso territoriale ha eletto la nuova segreteria ponendo alla guida del nuovo organismo come segretario generale Michele Sollami coadiuvato dagli altri componenti la nuova segreteria che sono Giovanni Perna, Michele Milia, Sandra Mingrino E Filippo Calcagno. Alla carica di tesoriere è stato eletto Ermanno Ricerca. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Contratto a termine, le istruzioni del ministero IL MINISTERO DEL LAVORO, anche alla luce delle osservazioni fattecon propria circolare da Fondazione studi Consulenti del lavoro sulla legge di conversione del Jobs Act, è recentementeintervenuto in maniera analitica sulla disciplina del contratto a termine: confermata la acausalità, pur nel limite di durata chenon deve superare i 36 mesi, proroghe incluse. Il numero complessivo di contratti a tempo determinato stipulati da ciascun datore non può eccedere, in assenza di diversa previsione contrattuale, il limite del 20 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1°gennaio dell’anno di assunzione. La forza aziendale presente ilprimo giorno dell’anno dunque costituisce dunque una sorta di fotografia che rende “inefficaci” tutte le successive variazioni in aumento o in diminuzione della forza lavoro che intervengono in corso di anno. Per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti è sempre possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato. Per ciascun lavoratore assunto in violazione del limite percentuale introdotto dalla norma, si applica una sanzione amministrativa: - pari al 20 per cento della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese superiore ai quindici giorni di durata del rapporto di lavoro; se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale non sia superiore a uno e - pari al 50 per cento della retribuzione, per ciascun mese ofrazione di mese superiore ai quindici giorni di durata del rapporto di lavoro; se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale sia superiore a uno. Il termine del contratto a tempo determinato può essere prorogato, previo consenso da parte del lavoratore, solo quando la durata iniziale del contratto sia inferiore a 36 mesi: in questo caso le proroghe sono ammesse, fino ad un massimo di cinque volte, nell'arco del triennio, indipendentemente dal numero dei rinnovi, per lo svolgimento di mansioni equivalenti. Rimane confermato il principio per cui il limite dei 36 mesi non si applica alle attività stagionali ed a quelle individuate dalla contrattazione collettiva, né all'ulteriore successivo contratto a termine, da sottoscriversi presso la Direzione territoriale del lavoro competente. centonove pagina 26 poster 19 Settembre 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA CASTELLAMMARE DEL GOLFO. A due passi dalla splendida riserva l’appuntamento con il Cici Film Festival Cinema, il cuore è uno Zingaro Un appuntamento che fa del territorio la più grande risorsa del filmaker “indipendenti”. Le testimonianze sui set A destra Nicolò Cappello sul set del suo corto - foto zep studio A CASTELLAMMARE DEL GOLFO, in provincia di Trapani, l'estate trascorre così, a un passo dai faraglioni di Scopello e dalla riserva dello Zingaro, tra caponata fest e saggi di danza, qualche concerto jazz, ma anche opera dei pupi, e da quattro anni a questa parte, l'appuntamento con il Cici Film Festival, laddove per Cici si intende Centro Internazionale del Cinema Indipendente, come uno dei progetti a cui si dedica l'associazione che promuove, organizza, tiene le fila di tutto questo. Lontani ormai i tempi di Oliviero Toscani, dei suoi laboratori creativi in seno ai quali nasce questa idea e il gruppo di lavoro, del suo assessorato alla creatività a Salemi durante l'amministrazione Sgarbi, ecco che oggi questo intelligente festival, che fa del territorio la sua risorsa più grande, seleziona giovani filmaker per girare dei cortometraggi che hanno come location, naturalmente, Castellammare, e come durata massima 10 minuti. Il tema viene dato ai partecipanti solo al loro arrivo in Sicilia, poi una settimana di tempo per scrivere la sceneggiatura, scegliere il cast attigendo soprattutto alla cittadinanza, fare le riprese e montare tutto. Tema top secret di questa edizione, mantenuto tale fino al primo giorno di festival, "Ultimo", in tutte le declinazioni che si vogliono immaginare, al singolare e al plurale, dall'ultimo momento come l'ultimo in ordine di arrivo. Novità del 2014, il comitato scientifico, composto anche da Irma Vecchio, appena premiata a Venezia per aver curato fotografia di "Belluscone" diretto da Franco Maresco, e la giuria composta dal compositore Marco Betta, da Adelaide Corbetta di adicorbetta, dal fotografo messinese Paolo Galletta, da Agostino Ferrente, regista del flm "Le cose belle" e dal produttore Giancarlo Lombardi che, mettendo insieme i diversi punti di vista, ha scelto come vincitore il corto "Gli ultimi bagliori di un crepuscolo" di Alessandro Lovecchio, «per la fotografia, musiche originali, testo e voce: un racconto di un periodo tanto intenso come il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta raccontato con attenzione, dolce leggerezza e stile». "Credo che per tutti sia stata un'esperienza diversa dal solito e di grande crescita – racconta il giovane regista formatosi a Milano – trovo che immergersi full time in questo progetto per una settimana, anche senza l'adeguata attrezzatura, possa essere veramente formativo per chiunque, per chi inizia e per chi lo fa da tanto tempo. E poi ho conosciuto anche altri filmaker, che hanno condiviso con me fatica e notti insonni". Primo premio a parte (mille euro), menzioni speciali per "Epitaffio" di Francesco Pividori; "Il conte Biancamano" di Andrea Marchese per le sue «immagini limpide, e la straordinaria forza espressiva delle comparse, i cambi di registro tra nostalgia, illusione e ironia» e "L’ultimo giorno" di Nicolò Cappello «per l’impianto narrativo tra ironia e nonsense che ha reso le tante idee degli ultimi, tanti possibili ultimi». Premio come miglior attore va a Vito Gallina, cittadino di Castellammare del Golfo che si è prestato da non professionista a partecipare a "Svegliaci quando fa chiaro" di Flavio Costa, mentre il premio come miglior cortometraggio per la giuria popolare su un campione di circa 300 persone votanti viene assegnato a "L’ultimo giorno" di Nicolò Cappello. Tutti i cortometraggi possono essere visti collegandosi alla pagina facebook del festival. ACCADDE OGGI A MESSINA a cura di Felice Irrera 1535, gli ambasciatori di Carlo V Il 19 settembre 1535 il Senato di Messina invia a Palermo presso l’imperatore Carlo V, per congratularsi del suo trionfo in seguito all’espugnazione di Tunisi e Goletta, gli ambasciatori Girolamo La Rocca e Domenico Mollica, accolti molto cordialmente dall’Imperatore. I Palermitani resero grande onore a questi ambasciatori e agli altri due, che erano passati in Africa con il dono ed erano tornati in Sicilia con l’Imperatore. Anche nei ludi equestri, che i Palermitani allestirono con grande entusiasmo, Carlo scelse come giudici dei giochi quattro ambasciatori messinesi (Cfr. P. Samperi, Messana, vol. I, l. V). 1866, a Zaera si inaugura il terzo asilo Il 19 settembre 1866 viene inaugurato a Messina il terzo asilo (dopo il “Garibaldi” e il “Principe Umberto”), a Zaera: esso trova posto nella casa del marchese Avignone alle Due Vie ed è intitolato a Giuseppe La Farina. Da notare che gli asili funzionano solo grazie alla beneficenza cittadina (Cfr. G. Rizzo, Annali della Città di Messina (1862-1885), Intilla Editore 2007). centonove pagina 27 19 Settembre 2014 posterpersonaggi L’INTERVISTA. Parla Ian Goldin docente all’Università di Oxford, al parterre di esperti che hanno animato il Forum di Cernobbio Non giriamo le spalle alla globalizzazione Alcuni la esaltano, altri pensano che ha facilitato il diffondersi della crisi. Il rischio? «Che le nostre società si ribellino, lasciando spazio al nazionalismo». Perdendo queste opportunità DI MASSIMILIANO CANNATA «La globalizzazione? Può essere una forza e un bene immenso per l’umanità, ma può anche generare conseguenze terribilmente distruttive». Parola di Ian Goldin, docente di Globalizzazione e sviluppo all’Università di Oxford, che fa parte del prestigioso parterre di esperti che hanno animato il forum di Cernobbio. Ian Goldin parla di un tema assai caro. la globalizzazione. «E’ un termine complesso - spiega che significa cose diverse a seconda dei soggetti che la praticano e la interpretano». Prof Goldin di globalizzazione parlano tutti, giornalisti, scienziati, filosofi. Alcuni la esaltano, altri pensano che ha facilitato il diffondersi della crisi. Qual è il suo parere in merito? «A mio giudizio si tratta di un processo importante attraverso cui le società diventano più aperte ed interconnesse. L’integrazione e la connessione possono portare alla diffusione di molte buone idee, ma anche alla circolazione di prodotti e servizi innovativi. Possiamo pensare alla diffusione della democrazia e dei diritti umani, anche alle idee sulla parità di genere, ai progetti di ricerca Ian Goldin su come diventare più sani, fumare meno, migliorare la prevenzione e l’igiene. Allo stesso tempo la globalizzazione può essere motore di proposta sui metodi e interventi per capire come governare al meglio, come risanare i dissesti economici, garantire la salvaguardia dell'ambiente, finanziare le piccole imprese, elaborare politiche di sviluppo». Quelli che sta elencando sono soprattutto i risvolti positivi del fenomeno. Esistono delle criticità? «Certamente. La diffusione delle crisi finanziarie che è sotto gli occhi del mondo, gli attacchi informatici, le pandemie cosi come l’amplificazione di forze molto distruttive. Nel mio recente libro "The Butterfly Defect", definisco queste conseguenze della globalizzazione come involontarie. Lo stesso titolo penso esprima molto bene tutta la mia preoccupazione». “La globalizzazione crea dei rischi sistemici, difficile capire cosa fare al riguardo”. Questa la domanda di fondo che ha ispirato il suo saggio. Cosa risponde? «La globalizzazione porta al rischio sistemico. L’intensificazione di questa dimensione sta generando nuove conseguenze negative. Tuttavia, ed è questa la tesi di una mia precedente pubblicazione, “Globalization for Development” (La globalizzazione per lo sviluppo, n.d.r.), attivando le politiche giuste è possibile trarre importanti benefici. "The Butterfly Defect" è un saggio che ha lo scopo di evidenziare in prevalenza la dimensione della prevenzione del rischio. Aspetto fondamentale se non vogliamo che le nostre società comincino a ribellarsi, girando letteralmente le spalle alla globalizzazione. Questo atteggiamento negativo non sarebbe un bene, perché lascerebbe spazio al protezionismo e al nazionalismo che ci renderebbero meno pronti ed elastici nel cogliere i potenziali benefici, indebolendo nello stesso tempo la nostra stessa capacità di gestione delle criticità. Credo in sostanza che i popoli della terra e i governi abbiano bisogno di maggiore capacità di coordinamento, di praticare insomma una governance della globalizzazione intelligente ed efficace». L'Europa ha bisogno di superare al più presto la crisi. Quali sono le riforme più urgenti che possono aiutare il vecchio Continente a riconquistare un ruolo da protagonista nei nuovi equilibri mondiali? «L'Europa ha un bisogno assoluto di riforme. Il livello di indebitamento dei paesi del Sud non è più sostenibile. Guardando agli andamenti attuali questi paesi avrebbero dovuto gestire gli avanzi primari per decenni, ad un costo che non è socialmente né politicamente tollerabile. Credo che il patto fiscale debba essere rafforzato in modo che tutti i paesi della zona euro sia portati a osservarlo. Sono state proprio la Germania e la Francia per prime a non rispettare gli accordi di Maastricht e a non seguire le linee guida del patto fiscale aprendo di centonove pagina 28 fatto le porte ad una interpretazione troppo permissiva delle norme comunitarie. L’integrazione europea ha bisogno di investimenti per lo sviluppo a cominciare dalle infrastrutture e dalla ricerca e dall’innovazione, come verrà ribadito nel corso dei confronto internazionale di Cernobbio». Diversi maitre à penser del tempo moderni, quali Edgar Morin, Jurgen Habermas, Amartya Sen, insistono sulla necessità di globalizzare i diritti non tanto e non solo i mercati. Nel mondo sono in continuo aumento la disuguaglianza, la povertà, il sottosviluppo, la disoccupazione, la 19 Settembre 2014 posterpersonaggi disgregazione del ceto medio. È possibile invertire questo trend così negativo? «Il movimento delle idee che travalicano le frontiere è l'aspetto più potente della globalizzazione. Questo ha già portato a dei passi avanti fondamentali nella cultura del diritto in molte parti del mondo. I diritti di genere, i diritti delle persone gay e lesbiche, l'abolizione del lavoro minorile e dello sfruttamento, l’affermazione di molti altri diritti civili che non si erano ancora fatti strada. Alla globalizzazione, non dimentichiamo che è stata anche associata la più rapida riduzione della povertà che mai si sia verificata nella storia. L'ampliamento della capacità di ascolto e di comprensione dei progetti di sviluppo è stata possibile solo in un mondo che non ha frontiere. Il pensiero stesso di Amartya Sen è stato veicolato dalla globalizzazione. La produzione delle idee è stata generata grazie alla migrazione più rapida e più ampia delle persone, che si sono avvalse di un eccezionale strumento come internet. Purtroppo non solo le belle intuizioni vengono diffuse attraverso il web, anche i cattivi esempi e i comportamenti negativi vengono globalizzati. Il fondamentalismo, i progetti eversivi, la violenza viaggiano molto rapidamente. Per queste ragioni la globalizzazione è stata anche associata alla crescente disuguaglianza che segna la realtà di molti paesi e questo di fatto aumenta l'insicurezza indebolendo la coesione sociale. Comprendere le cause scatenanti di quelli che definisco dei veri e propri shock sistemici, sarà compito dei governi, ma anche dei cittadini più responsabili e consapevoli, che sono giustamente interessati a capire dove sta andando il mondo». Come fa vedere lo studio Ambrosetti una delle cause più gravi che ha messo sotto scacco la competitività si scala globale riguarda il sistema dell'education che non prepara adeguatamente i giovani che devono affrontare la sfida del lavoro. Eppure la conoscenza dovrebbe essere il cuore della globalizzazione. Come si spiega questa contraddizione? «I sistemi di istruzione devono essere riformati per essere in grado di preparare le persone per le grandi sfide e creare la giusta flessibilità, in relazione a un universo del lavoro che sta velocemente evolvendo. Sarà fondamentale praticare un processo di apprendimento continuo, tenuto conto del fatto che le persone vivono più a lungo che nel passato e che quindi hanno bisogno di aggiornare con regolarità le loro competenze. Senza questo continuo aggiornamento dei saperi non sarà possibile lavorare in un’economia avanzata, in continuo divenire». Il "Transatlantic trade Investment Partership" è uno dei progetti che sarà al centro del dibattito. Secondo Lei questo strumento potrà realmente aprire un fronte di collaborazione tra Stati Uniti ed Europa creando i presupposti per una “seconda fase” della globalizzazione? Da questo grande progetto potrebbe originarsi uno sviluppo molto interessante in termini di scambio di esperienze, know-how, che sono fattori essenziali per la crescita. Ritengo però che le domande più importanti rimangono aperte, soprattutto in relazione alle dimensioni chiave dell’ipotesi di partenariato che si sta portando avanti rispetto a cui risposte e soluzioni non possono tardare ad arrivare. (traduzione di Elvira Solovei) A MARGINE Tra innovazioni e crisi geopolitiche I TEMI CHE INFIAMMANO LO SCACCHIERE MONDIALE ALLA TRE GIORNI DI CERNOBBIO SI È CONCLUSO a Cernobbio il Workshop The European House - Ambrosetti dal titolo "Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive". Numerosi gli interventi nella 3 giorni ma, tra questi, non c'era quello del premier Matteo Renzi che ha voluto disertare l'annuale appuntamento col "salotto buono" dell'industria e della finanza italiana sulle rive del lago di Como. Massiccia invece la presenza dei "suoi" ministri. Tra i presenti invece, per il secondo anno consecutivo, Gianroberto Casaleggio, leader insieme a Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle. A rappresentare Palazzo Chigi anche Angelino Alfano (Interno), Marianna Madia (Pa), Maria Elena Boschi (Riforme costituzionali), Federica Guidi (Sviluppo), Beatrice Lorenzin (Salute), Maurizio Lupi (Trasporti), Pier Carlo Padoan (Tesoro), oltre al citato Poletti. Ampio spazio tra i temi trattati, all'innovazione, l'educazione e soprattutto alle crisi geopolitiche che infiammano lo scacchiere mondiale, con alcune presenze fisse del workshop Ambrosetti, come il premio nobel Shimon Peres e il senatore americano John McCain. centonove pagina 29 Il premio Nobel Shimon Peres a Cernobbio 19 Settembre 2014 posterlibri SAGGI. Il volume di Andrzej Kobylinski «sull’etica della misericordia» Il nichilismo e le sue disavventure Da Nietzsche a Severino è un fenomeno socio culturale da superare. Per qualche altro, Vattimo in testa, è invece da assumere e vivere più intensamente. Pro e contro di una dottrina filosofica che fa discutere oggi più di ieri DI AUGUSTO CAVADI NICHILISMO: PAROLA maledetta. Ma in via di redenzione. Se infatti da Nietzsche ad Heiddegger, da Pareyson a Severino, il nichilismo (inteso come perdita di valore di ogni valore) è un fenomeno socio-culturale da superare, per qualche altro (Gianni Vattimo in testa) è invece da assumere e vivere ancor più intensamente. Come mostra Andrzej Kobylinski in un suo volume edito nel 2014, in lingua polacca, dall’università Wyszynskiego di Varsavia, intitolato Sulla possibilità di costruire l’etica nichilistica, sia gli avversari che i difensori del nichilismo si sono dedicati - e si dedicano tuttora – a enucleare un’etica condivisibile nell’epoca del nichilismo. La simpatia intellettuale dell’autore è chiaramente per i critici del nichilismo (Pareyson, Caracciolo, Cacciari, Severino e in particolare Possenti), ma ciò non lo distoglie dal dedicare la maggior parte del volume all’analisi dell’ “etica della misericordia” propugnata, nell’orizzonte del pensiero “debole”, da Gianni Vattimo. Un’etica più di criteri (formale) che di prescrizioni dettagliate (contenutistica), un po’ come l’imperativo categorico kantiano che ingiunge in tono assoluto il dovere razionale, ma affida alla coscienza di ciascuno la determinazione di ciò che in un dato momento è bene e in altro determinato momento è male. In concreto per Vattimo: bene è provare “compassione” per tutti i viventi che LACERTI DI LETTURE soffrono in qualsiasi senso, male è usare “violenza” contro chicchessìa. Ma cosa pensa Vattimo dei tentativi dei suoi contemporanei di fondare l’etica su basi metafisiche, universali? Che si tratta di tentativi illusori dal momento che la scienza dell’essere (ontologia), dopo Kant, si è manifestata in tutta la sua inconsistenza. Egli è un tipico esponente del post-moderno e rilegge con le sue categorie anche il cristianesimo originario, a suo avviso prototipo di ogni concezione flessibile, aperta, del mondo e della storia. Anzi, arriva a considerare il cristianesimo dei vangeli come una versione del “nichilismo” (ovviamente nell’accezione positiva, condivisibile, del vocabolo). A questa posizione si possono rivolgere varie obiezioni, tra cui mi limito a due soltanto. La prima è che l’etica dello stesso Vattimo, dal momento in cui si appella alla concezione dell’Essere heideggeriana (l’Essere come indebolimento, temporalità, tramonto), è pregiudicata da una metafisica. Sarà una contro-metafisica o una oltre-metafisica, comunque sempre di metafisica si tratta: e non è per nulla scontato che sia la metafisica più lucidamente argomentata nel panorama intellettuale del XXI secolo. Ma a questa obiezione Vattimo contro-obietterebbe che Heidegger ha proposto una concezione di Essere tesa a sconvolgere, scardinare e seppellire, tutte le concezioni ontologiche anteriori. La seconda obiezione, più acuta e più ardua da rintuzzare, è di Kobylinski, l’autore del volume che ha suggerito queste note: “è difficile conciliare la natura profondamente scettica del pensiero debole con il rifiuto radicale e categorico degli altri modelli metafisici” (e dunque anche delle altre proposte etiche). Questa è una storia già vista tante volte: stirati sino agli estremi, il dogmatismo e lo scetticismo si identificano contro le loro stesse intenzioni. Il dogmatico non cerca perché è sicuro di aver trovato, lo scettico non cerca perché è sicuro di non trovare: nessuno dei due, insomma, cerca davvero. Propone la propria etica come un pacchetto da accettare o rifiutare in blocco. Così, però, ci si chiude al dialogo, al confronto, alla dialettica fra punti di vista opposti: dunque alla possibilità di concreare un’etica autenticamente filosofica. Alla configurazione di una simile etica anche il pensiero “debole” può offrire un LA CLASSIFICA Andrzej Kobylinski. Sotto la copertina del libro di Gianni Vattimo contributo. Il più rilevante consiste, a mio avviso, nel liberare l’etica da pregiudiziali religiose. Se aspettiamo che ebrei e cristiani, musulmani e buddhisti, arrivino a un’unica teologia per costruire un’etica universale, ci divoreremo prima di ogni accordo. L’etica compatibile con il pluralismo culturale e etnico nel pianeta non potrà che essere laica: a- tea non nel senso ordinario del termine, bensì nel senso etimologico di una prospettiva che prescinde da Dio e lo mette per così dire fra parentesi. Tale a-teismo metodologico in etica non solo non esclude, ma probabilmente irrobustisce, ogni teismo sincero negli altri ambiti dell’esperienza umana. www.augustocavadi.com DI FELICE IRRERA Ancora un romanzo giallo di quest’autore, che lo ambienta di nuovo in una Venezia carnevalesca, con gli stessi personaggi principali anche se Giangiorgio Tartini non è più ispettore capo della Polizia di Stato a causa di un tentato suicidio, ma è tornato a suonare il violoncello, dà lezioni e tiene concerti; mentre ha preso il suo posto Dario Farsetti, l’ex vice. Tartini ha un nuovo amico: Giobbe Cervetti, violoncellista pure lui, compositore e concertista, realmente esistito nel Settecento. Ma la storia, per il resto, è tutta di oggi. Stelvio Mestrovich, La maschera della morte rossa, Dario Flaccovio 2014, pp. 128, € 13,00. Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di Un' idea di destino. Diari di una vita un buongiorno - Longanesi 3straordinaria 6 Longaneri www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) L’avventura VERRÀ IL MOMENTO in cui la giostra si ferma e il giostraio, inesorabile, ci inviterà a scendere. “Finito, dirà un giorno madre natura, finito di ridere e piangere e sarà la vita immensa che non vede, non sente e non parla.” Spesso la bellezza è solo una nostra idealizzazione, un nostro sogno, un nostro bisogno, un desiderio estremo. “Il più bello dei mari è quello che non navigammo. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto.” I grandi amori hanno il fascino di essere sempre avventurosi. Cosa c’è di meglio di vivere avventure? L’avventura ci spinge ad essere meglio di ciò che siamo. Chiunque ama da il meglio di sé, si migliora. “Amo in te l’avventura della nave che va verso il polo, amo in te l’audacia delle grandi scoperte, amo in te le cose lontane. Amo in te l’impossibile, ma non la disperazione.” Non vi è nulla di più struggente e affascinate degli occhi amorosi di una donna che ci desidera. “Mi basta essere dove sono, tra i nostri, e battermi. La mia terribile notte è lacerata. L’alba splenderà di sole, amore mio, come i tuoi occhi.” In amore non bisogna consumare tempo nell’attesa. Attendere nell’esternare i sentimenti e nell’esercitarli è un delitto imperdonabile. “I giorni sono sempre brevi. La mia porta spalancata ti ha atteso. Perché hai tardato tanto? Il vino che avevo nella brocca l’ho bevuto a metà, da solo, aspettando. Perché hai tardato tanto? ” Siamo esuli nei corpi altrui, quando di questi ne accettiamo solo la consolazione. “Sei la mia schiavitù, sei la mia carme che brucia, sei la mia patria. Sei la mia nostalgia di saperti inaccessibile nel tempo in cui ti afferro.” La saggezza sta anche nel trovare il coraggio di chiudere centonove pagina 30 l’esistenza. “I miei abiti sono insanguinati, ho lacerato la camicia sul petto e il mio cuore lo stanno divorando. Scrivimi, telefonami, dì un vengo, vengo, vengo. Morte dammi la saggezza.” I grandi amori separati dal destino dilatano il tempo in un’angosciante attesa di ricongiunzione. “Sono cent’anni che non ho visto il suo viso, che mi sono fermato nei suoi occhi, che non ho toccato il calore del suo ventre. Eravamo sullo stesso ramo insieme. Caduti ci siamo separati e tra noi il tempo e di cent’anni. La strada e da cent’anni e nella penombra corro dietro di te.” Non serve rinviare, quando tocca decidere bisogna farlo. “Perché le decisioni si debbano prendere su due piedi. La risposta è semplice: perché così è che si decide. Ci si concede del tempo per decidere, rinviando la decisione, finito il quale si deciderà comunque su due piedi.” Lacerti tratti da: “Poesie d’amore ” – 2002 parte I Nazim Hikmet 19 Settembre 2014 posterlibri IN MEMORIA Addio, maestro Veneroso E’ morto a 81 anni l’avvocato di Sciacca appassionato di numismatica capace di trasformare una semplice passeggiata in una lezione letteraria E' morto sabato scorso a Sciacca, l'avvocato Primo Veneroso, già collaboratore di "Centonove".Alla famiglia le condoglianze di tutta la redazione. Una carrellata di personaggi raccontati in “Istantanee” di Loteta MESSINA. Incontri di mezzo secolo nel nuovo libro del giornalista Loteta Istantaneetra cronaca e storia DI FELICE IRRERA MESSINA. Di Giuseppe Loteta, siciliano di Messina, giornalista professionista, conoscevamo già, sempre editi da Pungitopo, il bel romanzo “Messina 1908” (2008), la raccolta di racconti “Romanzo messinese” (2011) e la silloge poetica “Nuvole e pietre” (2013). Adesso egli ci regala la sua esperienza giornalistica in questo suo ultimo libro (“Istantanee tra cronaca e storia”, Pungitopo 2014, pp. 128, € 15,00) in cui raccoglie gli incontri, in mezzo secolo d’esperienza, con trentuno personaggi di rilievo nel campo della politica e della società, soprattutto (ma non solo) italiana, con i quali ha avuto la possibilità di colloquiare e che, ciascuno nel proprio campo, hanno acquisito un posto di rilievo nella vita della seconda metà del secolo XX. Emergono, così, ritratti di raffinata tecnica giornalistica, perciò brevi ma anche di una certa efficacia, soprattutto di tanti politici che nel secolo scorso hanno segnato i passi della politica italiana sino ai nostri giorni e che fanno parte ormai della storia del nostro Paese: da Togliatti a Terracini, Ernesto Rossi e Ferruccio Parri, da Pertini a Umberto di Savoja e a Randolfo Pacciardi (sul quale Loteta pubblicò nel 1990 un libro-intervista), da Silvio Milazzo al generale De Lorenzo, a Saragat e a Riccardo Lombardi, da Enrico Berlinguer a Salvo Lima, Giulio Andreotti e Franco Evangelisti, da Francesco De Martino, socialista gentiluomo, sino a quel Craxi di cui emerge un ritratto forse un po’ troppo benevolo, almeno rispetto alla comune vulgata. E la carrellata si conclude con un uomo politico, Giorgio Napolitano, che ancora nel XXI secolo fa sentire non poco la sua influenza di capo di Stato; e con un altro, Marco Pannella, che non cessa ancora di stupire alla sua età, con le proprie performances. Non mancano ritratti di politici stranieri (da Mobutu a Santiago Carrillo), di difensori dello Stato, immolatisi per esso, quali Boris Giuliano e Giovanni Falcone, di uomini di cultura che molto hanno dato all’Italia come Leonardo Sciascia e Bruno Zevi. Si tratta di veri e propri flash, frutto in buona parte del ruolo di inviato e commentatore politico che Loteta ricoprì, sino al 1994, presso “Il Messaggero”, che illuminano tanti frammenti di storia, magari microstoria, ma, forse perché molto ricca di aneddoti, partecipata, vivace, godibile e soprattutto frutto di una vita intera di vero professionista. DI ENZO BASSO MESSINA. L’ultima volta che l'ho sentito, un mese fa, cercava un libro di numismatica edito a Messina da Buceti e aveva chiuso la telefonata con la solita ironia: “Ricordati che alla mia età quando ci si saluta rischia di essere l’ultima…”. Sabato sera, a Sciacca, Primo Veneroso, è morto. Aveva 81 anni. Lascia i nipotini, la moglie Rosa e due figli, Antonio e Alfonso. Chi era Primo Veneroso? Il suo nome era già un programma di lavoro. Tra quelli chi lo hanno frequentato e avuto come amico, a considerarlo davvero “primo” sono tanti e in tante arti, così da essere davvero “venerato”. Avvocato di provincia a Sciacca, già procuratore onorario, Primo Veneroso era un “Gran Lombardo” direbbe Vittorini, un siciliano d’altri tempi, nel portamento, nei modi. Nei toni. Frequentarlo dava gran piacere. Perché citazioni e leggiadria della vita in lui erano un tutt’uno. Grande appassionato di archeologia, è stato uno degli studiosi più attenti del mistero irrisolto della preistoria: la sua collezione archeologica, dedicata soprattutto ai bicchieri campaniformi, è la più grande del mondo. E come si usa fare in queste circostanze, il suo libro sul tema, scritto insieme a Sebastiano Tusa, è stato pubblicato dall’Accademia di IN RETE Sapore di libri su Saramago e dintorni Sapore di Libri, è una rubrica dedicata da www.siciliajournal.it a chi ama la lettura e a chi vorrebbe dedicarle più tempo. Una rubrica che si propone di consigliare, attraverso delle recensioni, libri pubblicati anni fa, ma che meritano di essere letti e riletti perché sempre attuali. Due gli appuntamenti curati da Katya Maugeri: l’ 1 e il 15 di ogni mese. Oggi Sapore di libri parla di Saramago e l’oscurità dell’animo umano. “Pochi paragrafi, solo punti e virgole e niente virgolette a delimitare i dialoghi. Un flusso di pensieri, assenza di punteggiatura. Un romanzo, un esperimento sociologico, si tratta di “Cecità” titolo originale “Saggio sulla cecità”,romanzo dello scrittore premio Nobel per la letteratura portoghese José Saramago, pubblicato nel 1995”. “La rubrica è nata come proposta alternativa ai classici libri estivi leggi-e-getta. L’attenzione dei nostri lettori – spiega Daniele Lo Porto, direttore di siciliajournal.it – ci ha spinti a proseguire oltre il periodo delle vacanze, perché un buon libro, non necessariamente fresco di stampa, è sempre un’ottima compagnia” centonove pagina 31 Primo Veneroso Francia. L’idea centrale degli studi proposti, i flussi di culture, uomini, migrazioni, è che l’Europa, la civiltà che conosciamo, è nata in Sicilia. Con i suoi pregi. E i suoi difetti. “Ma qui” ripeteva Primo con orgoglio “da noi. In Sicilia”. Alto, occhi chiari, diceva sempre di avere lasciato un pezzo di cuore a Istambul, “quando si chiamava Costantinopoli”. Anche una semplice passeggiata con Primo Veneroso, era una lezione letteraria: “Non bisogna mai sorgeggiare acqua fredda prima del caffè, meglio se è tiepida, apre lo stomaco…”. Un giorno, dal Belvedere ci affacciammo sul lungomare “africano“ di Sciacca. Mi svelava misteri antichi e moderni della Sicilia, la sua difficoltà a “cedere” alla Regione la sua collezione, e intanto inframezzava i suoi racconti: vedi quella, mi diceva, è una capra girgentana, è in bilico sullo strapiombo ma il peso del suo corpo, comprese le corna ramificate di cui la natura con destrezza l’ha dotata, è proporzionale all’eleganza di quell’uccello che si è posato ora su quell’albero e forse arriva da lontano, dalle coste dell’Africa, per guadagnare così il suo riposo. Capire queste cose, aiuta a essere meno disattenti verso la vita…”. Primo Veneroso era anche questo. Segreti e passioni, svelati con leggiadria. Ora, su questa terra, non c’è più: ci mancherà. 19 Settembre 2014 posterpatrimonio MESSINA. Una vastissimo e ricco patrimonio librario messo a disposizione della città con semplicità e professionalità Cappuccini, a tutto “volume” Dagli incunaboli ai recentissimi lasciti di noti intellettuali messinesi, senza dimenticare i bambini. Ecco la biblioteca-gioiello nel deserto della cultura DI GIUSEPPE IANNELLO MESSINA. Una storia lunga quasi 500 anni. Quella della Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini di Messina. Più che mai attiva oggi. Ma che forse pochi conoscono. Non si fa pubblicità, collocata in adiacenza al Santuario della Madonna di Pompei, vi si accede da una via stretta e in salita, via delle Mura. Alla fine, però, gli sforzi sono premiati ed il “silenzio” dei libri vi accoglie, in un luogo capace di trasmettere pace alla mente affollata di pensieri del ricercatore. Il volto dell'attuale biblioteca è quello che si è dato nel 1995, quando si sono inaugurati i nuovi locali e l'apertura al pubblico è divenuta regolare. Conservazione del libro, razionalità nell'uso dello spazio e mantenimento dell'identità francescana sono stati alcuni dei criteri seguiti nella trasformazione della biblioteca da luogo “interno” alla comunità dei Cappuccini a luogo servizio, di incontro culturale con tutta la “città”. Prima di sondare il presente e le prospettive future, conviene tuttavia ritornare al passato per ripercorrere le tappe più significative. La presenza a Messina dei Frati Cappuccini è attestata dal 1534, appena qualche anno dopo la formazione del nuovo ordine francescano, e la “piccola stanza” dove vengono tenuti i libri sacri e di qualche dottore della chiesa, si trasforma pian piano in “media stanza”: da un codice vaticano sappiamo con precisione il numero di volumi della biblioteca dei frati messinesi alla fine del Cinquecento: 1131 volumi, che costituivano il patrimonio più ricco di tutte le biblioteche cappuccine italiane. Nel frattempo i frati si erano trasferiti su quello che ancora oggi è denominato il “Colle dei Cappuccini”, dove attualmente sorge l'Istituto “Ignatianum” e dove rimarranno fino al 1866, anno che, con l'emanazione delle leggi eversive, segna per molti ordini religiosi una cesura netta e danni irreversibili. I quasi tre secoli dell'evo moderno avevano invero rappresentato per i frati messinesi un periodo di grande fioritura spirituale e culturale, visibile quest'ultima anche nei ben 4304 volumi presenti nella biblioteca già nei primi decenni del Settecento. La biblioteca della città dello Stretto si arricchiva anche per i lasciti dei privati; tra i più prestigiosi sicuramente quello dello giurista Mario Giurba. Ma da un giorno all'altro, nel senso letterale dell'espressione, le nuovi leggi del neonato Regno d'Italia, con un colpo di spugna cancellano tre secoli di storia: il “grandioso” convento passa allo Stato che lo adibisce a carcere femminile, distrutto successivamente dal terremoto del 1908, e la biblioteca viene incamerata in quella pubblica. I cappuccini devono ricominciare da zero e da quasi zero riinizia la storia della biblioteca. Si riparte dal Colle dell'Uliveto, dove nel 1917 sorge la nuova Chiesa dedicata alla Madonna di Pompei, e dove, nei locali sopra la sagrestia si riallestisce la biblioteca Ben poco i frati erano riusciti a salvare dalla furia delle confische, ma con gli anni, in particolare grazie all'opera di padre Giustino da Patti, studioso e ricercatore, la biblioteca, negli anni '20 e '30 del Novecento, riprende consistenza e viene arricchita in modo determinante dalla donazione della stessa biblioteca personale di padre Sala di lettura Bibbia stampata nel 1476 Bibliolandia, la sezione dedicata ai bambini Giustino. La Seconda Guerra, arreca gravi danni alla Chiesa, ma meno alla Biblioteca, che comunque in parte era stata previdentemente trasferita dai frati nel loro Convento di Savoca e in parte era stata spostata negli scantinati dello stesso convento di Messina. Le gravi conseguenze della guerra distolgono forzatamente per qualche decennio l'attenzione dei frati cappuccini dalla biblioteca, che ritorna a rivivere dal 1963 con l'istituzione vera e propria della “Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini di Messina”, con un incaricato specificatamente nominato per curarne lo sviluppo. Il fondo iniziale è per il 60% costituito dai libri di padre Giustino ma ad esso si aggiungono ora, in rapida sequenza, i fondi antichi di diverse biblioteche dei centonove pagina 32 conventi della Provincia e il regolare acquisto di nuove pubblicazioni. La crescita dagli anni sessanta è esponenziale, si passa dai 13.000 volumi del '71 ai 26.000 del '85 fino ad arrivare ai 91.000 di qualche giorno fa, senza parlare delle centinaia di periodici (nel 1995 ne risultano “aperti”, in sottoiscrizione 261). La biblioteca cresce per l'accorta ed oculata gestione e, come conseguenza diretta di questa - grazie alla fiducia e la stima che si conquista - per i lasciti di importanti biblioteche di intellettuali messinesi: basti pensare a quelle del prof. Giuseppe Miligi e del prof. Giuseppe Cavarra. Ad esempio non si può non notare la rapidità con cui i lasciti diventano fruibili per il lettore: il libro donato non è lasciato nei cartoni 19 Settembre 2014 posterpatrimonio per anni come purtroppo spesso è accaduto e accade per i fondi in dotazione a enti e biblioteche pubbliche. Semplicità ed efficienza professionale sono le caratteristiche della biblioteca dei Cappuccini. Ci guida nella visita dell'intera struttura la dott. Mariangela Orlando, bibliotecaria. L'ingresso e la sala di lettura ne caratterizzano l'identità francescana, con la ripresa degli antichi modelli lignei e tutto intorno, al di là delle porte che danno sulla sala, in un primo e in un secondo livello, i grandi depositi con moduli mobili compattabili, realizzati secondo le tecniche più moderne per la conservazione dei libri antichi: incunaboli, cinquecentine seicentine e settecentine. E poi un lungo corridoio e tante stanze con i libri “moderni” che si è voluto in molti casi lasciare per fondi di provenienza. Ci soffermiamo per un attimo davanti a quello di padre Giovanni Crisostomo Zumbo, un frate di Catania che negli ultimi anni era venuto a Messina: un appassionato di storia del Novecento che ha continuato a frequentare la biblioteca sino a qualche settimana prima. Adesso lui non c'è più, sono rimasti i suoi libri, che ci piace immaginare come custodi della sete di ricerca di chi li ha raccolti. Improvvisamente una stanzetta, con un'entrata speciale, con una tenda colorata e dentro un altro mondo... tutto colorato e a misura di bambino: è la stanza nata all'interno del progetto nazionale per l'infanzia “Nati per leggere”. La dott. Orlando ci racconta che tutti gli arredi sono il frutto del lavoro volontario di amici e amiche della biblioteca. Anche grazie a loro, a persone come loro, che hanno offerto gratuitamente il loro tempo, che la biblioteca si è potuta sviluppare: competenze e buona volontà sono andate di pari passo. Non si può non citare nell'ambito delle competenze il contributo specialistico imprescindibile apportato dal professore Giuseppe Lipari, curatore, tra l'altro, del catalogo a stampa degli incunaboli e delle cinquecentine presenti nella biblioteca. Entriamo in un altro corridoio, caratterizzato per la presenza di eleganti espositori che vengono utilizzati anche per mostre provenienti dall'esterno; l'ultima, quella delle icone russe antiche, svoltasi a maggio di quest'anno. Le stanze che si affacciano sono quelle degli uffici, delle stanze di lavoro. In una di essa vi troviamo padre Fiorenzo Fiore, responsabile attuale della biblioteca, ma soprattutto principale artefice della sua storia dalla fine degli anni sessanta. E' l'occasione per farci raccontare il lavoro dietro le quinte. Due i settori sui quali è stato indirizzato prevalentemente lo sviluppo del patrimonio librario: quello del Francescanesimo e quello della Cultura Siciliana. La specializzazione nel primo ambito è pressoché totale e di altissima consistenza nel secondo. Padre Fiorenzo ne parla con austerità e una calma sostanziale: elenca numeri, statistiche, ci mostra vecchi inventari, stampe e libri antichi, come se tutto ciò non fosse il frutto del suo impegno e della sua fatica e della sua passione. I libri non sembrano averlo sommerso, non hanno affatto nascosto la figura del frate. Riscendiamo al primo livello della biblioteca, visitiamo la ricchissima emeroteca dove gli ultimi numeri di tutte le riviste in abbonamento sono a disposizione diretta del lettore. Ritorniamo nella sala lettura, dove c'è ad attenderci padre Felice Cangelosi, ministro provinciale dei Cappuccini. Con lui parliamo del futuro della biblioteca, fino ad adesso sostenuta con uno sforzo non indifferente dall'Ordine come strumento in primis di formazione per i frati e luogo di dialogo con il “mondo”, con la città nello specifico. Negli gli ultimi anni la biblioteca è stata luogo di diverse iniziative culturali promosse in collaborazione con l'Associazione “Intervolumina”, composta da esperti del settore archivistico e biblioteconomico, e che non a caso ha la sua sede legale proprio presso la biblioteca. Padre Felice ha in mente un'intensificazione dell'attività culturali e immagina la biblioteca come luogo privilegiato di “mediazione culturale”, non separato dalla vita del convento ma integrato con esso: nell'insieme un unico spazio di ritiro, studio e preghiera. Un sogno che forse è già in parte realtà proprio perché chi visita la biblioteca ha alle volte la sensazione, entrando, di varcare una sorta di confine, di mettere il piede nella regione dello Spirito: si viene a cercare un libro e si vuole rimanere, magari dimenticandosi del libro che finalmente si ha fra le mani. Entrare nella biblioteca dei Cappuccini è come dare una sbirciata al convento, percepirne la vita e assaporarne il mistero... prima di ritornare nel “mondo”. Uno scorcio dell’emeroteca IN CIFRE La carica dei... Centomila LIBRI “CRESCIUTI” DEL 50 PER CENTO DAL 1995. ECCO IL SERVIZIO AL PUBBLICO E LA PRESENZA ONLINE VICINI AL TRAGUARDO dei centomila. Sono infatti 91.160 i volumi presenti in data 10 settembre di quest'anno nella Biblioteca dei Cappuccini; con un incremento di più del cinquanta per cento rispetto al 1995, quando i libri inventariati erano soltanto – si fa per dire – 40.305. Cifre che acquistano spessore se si va nel dettaglio: 51 incunaboli, 1637 edizioni cinquecentine, e naturalmente molte di più seicentine e settecentine. Il volume a stampa più antico è del 1473, un'opera di Leonardus de Utino, “Sermones de sanctis”; di particolare pregio un'edizione della Bibbia stampata a Napoli nel 1476. Le pergamene sono 69 e i manoscritti 278, alcuni dei quali del Cinquecento. Presente anche un fondo di circa 300 stampe antiche databili tra secoli XVII e Padre Fiorenzo Fiore, responsabile della Biblioteca centonove pagina 33 XVIII. Vasta anche l'emeroteca che comprende 684 periodici di cui 120 correnti. La biblioteca vanta una specializzazione nei settori del Francescanesimo e della Cultura Siciliana; di rilievo per il lettore e il ricercatore sono altresì tutti i settori delle scienze religiose ed alcuni delle scienze umanistiche e storiche. Tra i fondi moderni acquisti: quello del prof. Giuseppe Miligi, inaugurato nel 2011 e quello, in corso di inventario, dell'esperto di tradizioni popolari, prof. Giuseppe Cavarra. Agevole la fruizione di tutto il patrimonio librario: sono immediatamente disponibili all'ingresso, oltre al catalogo per autore, tutti i cataloghi del fondo antico, e quello del fondo “Miligi”. Particolare curiosità desta, per la sua varietà e unicità, la raccolta degli “opuscoli”. Tempi di attesa per avere il libro richiesto in loco: praticamente zero, solo qualche minuto. Molto efficace anche la presenza online della biblioteca con un sito, www.bibliotecacapuccinimessina.it, in grado di offrire i cataloghi di tutti i fondi antichi fino al Settecento, quello del fondo “Miligi” e quello di tutti i volumi inventariati dal 2001. Per i settori specialistici, Francescanesimo e Cultura Siciliana, si va ancora più indietro nel tempo con l'obiettivo di mettere in rete tutto il patrimonio pregresso. La biblioteca fa parte del Sistema Bibliotecario d'Ateneo dell'Università di Messina. Le ore di apertura al pubblico sono 25, distribuite in cinque giorni della settimana. G.I 19 Settembre 2014 posterteatro Spiro Scimone con Francesco Sframeli L’INTERVISTA. A tu per tu con l’attore e regista messinese pronto a portare il suo Giù al Vittorio Scimone: «Io e Francesco» Gli esordi sui banchi di scuola poi sempre insieme a Milano fra teatro e mille lavori per sbarcare il lunario. Storia di un grande sodalizio che ora “torna” in patria «Speriamo solo che la città accetti di arricchirsi culturalmente» DI GIGI GIACOBBE MESSINA. Mentre Francesco Sframeli se ne sta in vacanza nel collinare paesino di Monforte San Giorgio, Spiro Scimone si riposa a Messina dove continua ad abitare con i suoi familiari nella Via Trieste. Ci incontriamo con Spiro in un bar ad uno schioppo dal Vittorio Emanuele, il teatro che ospiterà dal 28 al 31 ottobre prossimo la sua più recente pièce titolata “Giù” (rappresentata in prima assoluta un paio d’anni fa al Teatro Astra Torino, in seno al Festival delle Colline Torinesi) che vedrà in scena oltre agli stessi Scimone e Sframeli (qui pure regista) gli altri due elementi della compagnia che sono Salvatore Arena e Gianluca Cesale. Mi pare che tu e Francesco avete la stessa età. «Io sono nato il 24 aprile del 1964 mentre Francesco è del 9 settembre dello stesso anno». Tu non sei figlio d’arte. «No, per niente, mio padre aveva una gioielleria, poi ha fatto l’impiegato e mia madre la casalinga e neppure i miei due fratelli Giovanni e Nino e le mie due sorelle Cristina e Mimma hanno mai fatto teatro». Come hai conosciuto Francesco? «Frequentavamo la stessa scuola, il Liceo Scientifico Seguenza e insieme riuscivamo a radunare nelle ore d’intervallo parecchi nostri compagni raccontando le storielle più disparate. Poi all’ultimo anno Saro Sardo formò un gruppo di studenti riuscendo a mettere in scena “L’aria del continente” di Martoglio. Fu un successo e al piacere si aggiunse una forte passione per il Teatro. Francesco cercò di farlo vicino casa sua a Giostra nell’Oratorio San Matteo mentre io mi sono unito a lui senza però prendere parte a nessun spettacolo ». E dopo la licenza scientifica? « La passione per il Teatro era forte ma di mezzo c’era pure il servizio militare che facemmo poi entrambi, io a Gorizia lui a Forlì ». E poi? «Avevamo a quel tempo 22 anni e decidemmo di partire andando a Milano. Io mi iscrissi all’Accademia dei Filodrammatici, lui alla Scuola del Piccolo di Paolo Grassi. In quei tre anni milanesi oltre all’aiuto finanziario delle nostre famiglie ci siamo sostenuti svolgendo lavoretti come quello di fare gli edicolanti, traslochi e volantinaggio. Abbiamo pure preso parte come attori ad un lavoro di Vaclav Havel titolato “Memorandum” diretto da Massimo Navone, un insegnante del Piccolo che poi a Messina ci ha diretto in altri tre lavori prodotti dal Teatro Popolare di Messina guidato da Enzo Raffa: “Emigranti” di Mrozeck, “Il buco” dello stesso Navone e in un “Aspettando Godot” di Beckett in dialetto siciliano». Poi nel 1994 avviene il miracolo. Tu scrivi “Nunzio”, la regia al Palacongressi di Taormina in quell’edizione di Taormina Arte è curata da quel mago che di nome fa Carlo Cecchi e inizia il vostro successo nazionale e internazionale con parecchi riconoscimenti e premi importanti compreso il Leone d’oro con il film “Due Amici” ricavato proprio da quel lavoro. «Sì è così, come dici tu, ma quello che ha mosso tutto è stata una passione sviscerata per il Teatro, imponendoci sia io che Francesco l’imperativo categorico di non mollare mai a costo di enormi sacrifici e di tante rinunce ». Cosa puoi dire a tanti giovani che vengono colpiti dal morbo del Teatro? «Di non soffocare mai le grandi passioni e poi in questo momento di crisi culturale chi ha queste passioni deve insistere e realizzarle. Se i giovani smettono d’avere queste passioni è la fine e arriviamo alla catastrofe. Vedi, la nostra è stata una necessità vera di creare rapporti veri e lo abbiamo capito attraverso il Teatro. La bellezza del Teatro è un mondo concreto, non solo parole ma anche un modo di trasmettere qualcosa. Il desiderio di fare gli attori ha bisogno d’una verifica. Non devi avere il rimorso di dire “perché non ci ho provato”, bisogna cercare di superare gli ostacoli». Qualcuno lamenta che nei tuoi lavori mancano le donne. «Forse mancano visivamente e corporalmente, ma quelle che vengono citate in “Bar” come “la madre” o “la prostituta”, oppure “la moglie” ne “Il cortile” o io stesso en-travesti ne “La festa” hanno una rilevanza straordinaria». Tu hai scritto in 20 anni 7 lavori, oltre Nunzio, Bar, La festa, Il cortile, La busta, Pali, Giù, puoi dirmi qual è l’ottavo lavoro che stai scrivendo? « Non parlo mai dei lavori futuri, è una regola che mi sono imposto». Credo che il riconoscimento più grande che tu e Francesco abbiate ricevuto sia stato quello di essere stati rappresentati alla Comedie Francaise di Parigi, il tempio del Teatro dove sono passati i grandi del teatro da Moliere a Dario Fo. E’ così o no? «A parte questo, credo che il più grande sia stato quello d’aver compreso di fare parte della storia del Teatro italiano e internazionale, con studi, traduzioni in più lingue, tesi di laurea e riproposizioni dei nostri lavori». E’ vero che avete lasciato Roma e vi siete stabiliti a Messina? «In parte è vero perché vogliamo vivere di più a Messina, ma continuiamo ad avere sempre la base a Roma. Crediamo che la nostra presenza qui sia importante, anche perché dà modo a tanti operatori, giovani e semplici cittadini d’avere un riferimento e un arricchimento culturale. Bisogna però vedere se il territorio accetterà d’arricchirsi, certamente non dipende da noi». Qual è il tu pensiero sulla nuova drammaturgia italiana? «Gli autori italiani contemporanei non hanno nulla da invidiare a quelli inglesi tedeschi e francesi. In Italia manca un’attenzione vera soprattutto da parte dei teatri pubblici che dovrebbero aiutare maggiormente a inserire nei loro programmi lavori nuovi di giovani che scrivono di e per il teatro». LA SCHEDA La carriera da Nunzio al premio Ubu Spettacoli: Nunzio (1994); Bar (1997); La Festa (1999), presentata nel 2001 al Kunstenfestivaldesarts a Bruxelles; Il Cortile (2003), rappresentato anch'esso al Kunsten Festival des Arts, ed anche al Festival d'Automne a Parigi e al Théâtre Garonne a Tolosa; La Busta (2006);Pali (2009); Giù (2012) Riconoscimenti: Nel 1994 NUNZIO è opera vincitrice selezione IDI Autori Nuovi. Nel 1995 NUNZIO ottiene la Medaglia d'oro IDI per la drammaturgia. Nel 1997 Spiro Scimone vince il Premio Ubu "nuovo autore"; Francesco Sframeli vince il Premio Ubu "nuovo attore". Nel 1999 LA FESTA vince il Premio CandoniArta Terme per la nuova drammaturgia. Nel 2004 IL CORTILE vince il Premio Ubu per il miglior testo teatrale. Nel 2009, PALI vince il Premio Ubu come migliore novità italiana \ricerca drammaturgica. Nel 2012 GIU' vince il Premio Ubu "miglior scenografia", realizzata da Lino Fiorito. centonove pagina 34 posterspettacoli 19 Settembre 2014 MESSINA NOTO. L’intenso spettacolo di Vucciria Teatro Il candidoGiovannino In “Io mai niente con nessuno avevo fatto” una storia d’amore, di coraggio e morte che tocca il tema dei pregiudizi e dell’omosessualità DI PAOLO RANDAZZO NOTO. “Io mai niente con nessuno avevo fatto”, della giovane compagnia “Vucciria Teatro” è uno spettacolo intenso, ben costruito, capace di emozionare. Lo si è visto a Il pianista Andrea Padova Noto, nel cortile del ExConvitto Ragusa, sabato 13 settembre, nel contesto del festival “Codex”, diretto da Salvatore Tringali. Testo e regia (pulita, lineare, con una Il pianista Ramin Bahrami riapre bella cura del ritmo) sono di Joele Anastasi, che è anche in scena, nel ruolo del MESSINA. L’Accademia Filarmonica di candido Giovannino, insieme Messina preannuncia un ritorno di con Enrico Sortino e Federica classe grazie alla nuova Stagione Carrubba Toscano. Si tratta Concertistica 2014-2015, che aprirà le di una storia d’amore, danze il prossimo sabato 25 ottobre, al coraggio e morte, della storia Teatro Vittorio Emanuele, con il del bruciante amore Un momento dello spettacolo brillante pianista Ramin Bahrami. Nel omosessuale tra Giovannino frattempo, l’Ente Morale ha e il suo maestro di danza, siciliana: niente di nuovo, né nel organizzato per il pubblico affezionato Giuseppe (dapprima vittima della sua contenuto né nel linguaggio scenico e per chiunque voglia avvicinarsi al stessa violenta storia familiare, poi che ripete, senza originalità, atmosfere, magico mondo della musica classica amante infuocato di Giovannino, stilemi e segni che almeno da vent’anni un'interessante anteprima, intitolata sebbene incapace di uscire dal ruolo di caratterizzano il nostro teatro. Segni “Settembre al Chiostro” ed articolata maschio virile e ammogliato, e infine che sono legati ad un’altra atmosfera con quattro concerti che si svolgeranno carnefice del suo giovane amante culturale e sono diventati la lingua dal 16 al 28 settembre, in una malato terminale). Accanto a teatrale di una generazione di artisti centralissima location, il Chiostro Giovannino c’è la cugina Rosaria che è siciliani. Una generazione che si è dell'Arcivescovado, in via I° Settembre. tutto per lui: madre, sorella, amica, confrontata con la contemporaneità Gli spettacoli in questione complice, maestra di ballo, protettrice, nel decennio trascorso e oggi vive ed rappresentano il "recupero" di quelli compagna di giochi e d’avventure. Un esprime la sua maturità artistica rinviati nel precedente cartellone e amore vissuto in un ambiente popolare proprio mettendo in discussione quegli appartengono ad una nuova epoca (con tutta evidenza un rione di stilemi: resta evidente che da una dell’Accademia che è rafforzata Palermo, impregnato di sottocultura compagnia di giovani ci si aspetta dall’unione con l’Associazione musicale tradizionale, omofoba, violenta e invece molto di più in quanto a lettura “Bellini”. A prendere le redini della machista) e attraversato in modo del reale e a novità di linguaggio. direzione artistica quest’anno è la ingenuo, assoluto, bruciante. Un amore che si ribalta però in tradimento, violenza vigliacca, debolezza colpevole, che si rovescia in paura e EVENTI disprezzo all’apparire della malattia (l’aids) e della morte: «Mi ha detto che ero un frocio di merda, che dovevo morire e che – urla ferito e incredulo Giovannino - a ballare facevo schifo». MESSINA. Presentato alla sala ovale di Palazzo Zanca, l’Electronic Music Festival, un Uno spettacolo che val la pena di evento che avrà luogo sabato 20 settembre dalle 18 alle 02 all’ex Irrera a mare vedere insomma, che giustamente è (cittadella fieristica) che per l’occasione si trasformerà in un mega dj contest dedicato stato segnalato in diversi Festival e alla musica elettronica. Un evento presente per la prima volta a Messina che che, legittimamente, girerà ancora le coinvolgerà il popolo della notte in una full immersion di electronic music dal sapore piazze teatrali italiane. E però, occorre internazionale con dj di alto livello provenienti da tutta la Sicilia che si alterneranno dirlo, nihil sub sole novum almeno per alle consolle per dar vita ad uno spettacolo unico. Ad arricchire la serata due dj di quanto riguarda la ricerca teatrale Bentornata Accademia Filarmonica Electronic Music Festival sbarca a Messina richiamo nazionale: Emix e D Lewis, direttamente dalle consolle romane, per allietare i giovani messinesi con la loro musica. Tra i dj messinesi, nomi di alto livello quali Leo Lippolis, Nello Nicita, Pippo Panasiti, Helen Brown e Piero Mazzù. L’evento organizzato da Dino Fiannacca, da tutti conosciuto come Yanez, vocalist messinese, è stato organizzato in collaborazione con “Il botteghino” di Lello Manfredi. centonove pagina 35 la stagione concertistica concertista di pianoforte e docente di musica, Grazia Spuria con il supporto del presidente Marcello Minasi. A presiedere la “Bellini” sempre Giuseppe Ramires. Il ciclo artistico si è presentato martedì scorso con il pianista Andrea Padova, che ha eseguito musiche di Scarlatti, Ravel e Chopin. Il duo formato da Samuele Galeano al violino e Ata Virzì al pianoforte sarà protagonista lunedì 22 settembre, sempre alle 21,15, esibendosi con musiche di Beethoven, Brahms, Bloch, Ravel e Wieniawsky. Venerdì 26 settembre, alle 21,15, sarà la volta del soprano Aurora Tirotta, accompagnata al pianoforte da Olga Kirylova; le nobili melodie di Rossini, Puccini e Cilea si incroceranno a quelle più popolari e ugualmente amate dagli ascoltatori di Di Capua, Tosti e De Curtis, per un evento emozionante. L’ultimo appuntamento di questa intensa kermesse, prima dell’inaugurazione ufficiale del 25 ottobre, seguirà domenica 28 settembre, ancora alle 21,15, con il duo formato da Rosaria Mastrosimone alla viola e Graziano Spinnato al violino. In programma un ampio repertorio: classico (Bach, Mozart, Tartini), moderno e contemporaneo (Gershwin, Rota, Piazzolla, Morricone). L'ingresso a questo breve ciclo musicale sarà gratuito per gli abbonati dell'Accademia Filarmonica e della Bellini alla stagione scorsa (20132014). Il costo è di 10 euro per i non abbonati. 19 Settembre 2014 posterpaesechevai UN PO’ DI STORIA Un po’ di storia Di antiche origini, il borgo compare in un diploma di Ruggero I ed è citato come Senagria in una bolla del papa Eugenio III del 1151. Nel 1250, Federico II di Svevia lo donò al Vescovo di Patti. Nel periodo aragonese passò alla famiglia Lancia e nel 1364 ai Ventimiglia. Successivamente appartenne agli Afflitto, agli Ioppolo (che ottennero nel Seicento il titolo ducale da Filippo IV) e ai Sandoval. Gastronomia Sinagra ITINERARI. Viaggio nel piccolo comune dei Nebrodi “dimenticato” Uno scrigno di nome Sinagra Tra gli stretti vicoli con case che sembrano un presepe, svetta il secentesco Palazzo Salleo e la chiesa Madre fra le più belle della Sicilia con le sue preziose tavole. Da non perdere la grotta del beato Diego DI FELICE IRRERA SINAGRA. Una giornata trascorsa, in compagnia di tante bellezze artistiche in un simpatico paesino di circa 3000 abitanti a un centinaio di chilometri da Messina e a 260 metri sul livello del mare, in mezzo a noccioleti, agrumeti e uliveti, che si protende lungo la fiumara omonima, un tempo navigabile, che la metteva in comunicazione con il mare. Lo raggiungiamo non attraverso una comoda strada di fondo valle che segue il corso del fiume e si collega alla costa, ma attraverso la vecchia provinciale che, passando da Ficarra si inerpica sulle colline. Superato il bivio per Martini, dopo un paio di chilometri, dopo UOMINI&TERRITORIO Illustri sinagresi In campo sia letterario che pittorico si deve ricordare Beniamino Joppolo (1906-63), pattese di nascita, ma che trascorse a Sinagra diversi periodi della sua vita; in campo pittorico Carmelo Salleo (1892-1963), Tradizioni Il patrono è S. Leone, nato a Ravenna e morto a Catania nell’VIII secolo, la cui festa ricorre l’8 maggio, ma che viene portato in processione anche a Pasqua e la prima domenica di novembre. l’ennesima curva di una strada sempre tortuosa, ecco il paese. Stretti vicoli separano le case, che si addossano le une alle altre come in un presepe; diverse sono le antiche fontane e i palmenti; pieni di fascino gli antichi palazzi nobiliari: se più recente (del 1900) è il Palazzo Joppolo, addirittura secentesco è il Palazzo Salleo, ricco di affreschi e di ceramiche, portato qualche anno fa a nuovo splendore, che si eleva su tre piani, ed è adattissimo, per i suoi ampi locali, a mostre, convegni, presentazioni di pubblicazioni (ma è vero che l’attuale amministrazione vorrebbe alienarlo?). La chiesa Madre, anch’essa d’impianto secentesco, ma restaurata nell’Ottocento e dotata di un maestoso organo a canne, è dedicata a S. Michele Arcangelo e custodisce all’altar maggiore un’ancona marmorea di Giacomo Gagini (1543) con la Madonna col Bambino tra i Ss. Giovanni Evangelista e Giorgio, un’Annunciazione e Resurrezione nella cimasa, gli Apostoli nella predella. Procedendo nella visita, ci ritroviamo presso l'antica chiesa del Convento o del Crocifisso con annessa torre campanaria medievale, che risale ad periodo compreso tra la fine del ’400 e l'inizio del ’500: al suo interno si trova una statua marmorea di Santa Caterina di scuola gaginesca e un crocifisso in legno, probabilmente quattrocentesco, custodito in un artistico armadio a cassettone, decorato con bellissimi dipinti raffiguranti scene della Passione di Gesù (altri due dipinti, San Giovanni e l’Addolorata, appaiono aprendo le ante dell’armadio), mentre sul sovrastante baldacchino ci sono il Padreterno e sei Angeli; interessante è anche una tavola del ’600 raffigurante la Madonna e le anime del Purgatorio. Su una collinetta appare alla vista un antico Castello feudale con una torre con orologio, abitato in passato da varie famiglie feudali: dai Lancia ai Sandoval. Ai piedi di tale collina ecco la piccola grotta del terziario francescano Beato Diego (1560-1612), nativo proprio di Sinagra, che vi scavò un letto ed un inginocchiatoio per potervisi ritirare a vita eremitica e servire il Signore con la preghiera e la penitenza, e morì poi ad Agira, in provincia di Enna, dove sono conservate e venerate, nella chiesa di Santa Croce, le sue spoglie. Ma le cose da vedere non sono finite. Nella contrada Mezzagosto, non lontano Provole, formaggi stagionati, ricotta, olio di oliva prodotto dai numerosi frantoi, le nocciole lavorate in alcuni stabilimenti locali, il salame derivato dal suino nero dei Nebrodi. Tra i piatti locali, molto apprezzato è il castrato alla brace, che ben si accompagna con un corposo “vino rosso” di vitigni locali. Ottimi i maccheroni “fatti a mano” alla sinagrese, conditi con sugo di maiale, gli antipasti rustici, il pollo alla brace, le specialità a base di funghi. dal minuscolo borgo medievale di Martini, scopriamo la chiesa di Santa Maria, ormai ridotta a rudere, che sembra appartenere, dagli elementi ancora leggibili, al periodo paleocristiano: al suo interno si trova un sarcofago in arenaria, testimonianza di arte bizantina. E per terminare, in contrada Limari, a quasi 600 metri d’altezza, c’è un’antica chiesetta dedicata alla Madonna del Rosario. Una giornata di sole, di buona aria, di cultura, immersi nel verde della campagna in un paese come tanti sui Nebrodi dimenticati dalla Provincia di Messina (oggi non immeritatamente abolita), che non è mai stata in grado di valorizzare turisticamente come avrebbe meritato, anche con dei semplici opuscoli da destinare ai viaggiatori, questo straordinario territorio. La grotta del beato Diego. Accanto Diego da Sinagra nella tela della chiesa del SS. Salvatore di Agira centonove pagina 36 posterrubriche NUOVE VISIONI DI MARCO OLIVIERI I sogni di Miyazaki L’Oscar alla carriera gli verrà consegnato il prossimo 8 novembre. Hayao Miyazaki – maestro dell’animazione d’autore, classe 1941, celebrato grazie a capolavori come “Porco rosso” e “La città incantata” – si congeda dal grande schermo con “Si alza il vento". A Messina il film è stato proposto dalle multisale Iris e Apollo. In primo piano, nel racconto, la genialità progettuale di Jiro Horikoshi, ingegnere giapponese ideatore dei caccia Mitsubishi A5M, che segue le orme dell’italiano Giovanni Battista Caproni. In un clima di imminente catastrofe, alla vigilia della II guerra mondiale, il protagonista vive una appassionata storia d’amore con la dolcissima Nahoko Satomi. Una storia destinata a un tragico epilogo per la tubercolosi di lei. In coerenza con la cura artigianale e il tocco artistico del regista, alieni dalle tendenze industriali dell’animazione, “Si alza il vento” si distingue per la bellezza di ogni immagine, per l’invenzione continua, in sequenze ricche di poesia, e per il fascino onirico. Sono proprio i sogni di Jiro a inquietare e affascinare, in un intreccio ipnotico di realtà e fantasia tipico del grande cinema. Se la prima parte può stancare, tra progetti di volo e attenzione tecnica a ogni particolare, la seconda parte si distingue per lo struggente e implacabile racconto poetico di un sentimento amoroso sospeso tra istinti egoistici e nobiltà del cuore. La creatività contagiosa del giovane ingegnere, come spesso accade nel mondo degli adulti, diventa strumento degli intenti bellici. Un senso di morte pervade la pellicola, di certo non per bambini. APPUNTAMENTI Nuovo anno di Anthurium rosa MESSINA. Ripartono le iniziative a cura dell’associazione culturale “Anthurium Rosa - Cammini di Conoscenza”. Si ricomincia con tre eventi dal 26 al 28 settembre. Venerdì 26 settembre, presso il Teatro Annibale Maria Di Francia, a Messina, alle ore 20, presentazione del programma 2014-15, a cura della presidente Mirella Restuccia, e presentazione del Seminario di Gabriele Policardo sul tema “Rabbia, vittimismo, senso di colpa: i tre veleni dell’anima”, in programma sabato 27 settembre ore 918, Hotel Messenion. Seguirà la proiezione del film documentario “Un altro mondo” (“Another World”, 63 minuti), scritto e diretto da Thomas Torelli. Domenica 28 settembre, Teatro Annibale Maria Di Francia, ore 18, Conferenza di Marco Cesati Cassin sul tema “Presenze positive. Le coincidenze misteriose che ci guidano e ci proteggono”. MUSICA LA MOSTRA Sicilia, dalla parte del Leone Nove scatti a Modica per raccontare l’isola nella “Pausa pranzo” MODICA. Dal 23 settembre al 25 ottobre i raffinati ambienti del Ristorante Accursio di Accursio Craparo, in Via Grimaldi 41, ospiteranno una mostra fotografica di Giuseppe Leone intitolata “Pausa pranzo”, a cura di Viviana Haddad e Giuseppe Lo Magno (opening domenica 21 settembre alle ore 11.30). La mostra, allestita grazie al contributo della Banca Unicredit, è la prima di una serie di eventi espositivi che avranno luogo nel Ristorante Accursio. In mostra nove straordinari “scatti” di Giuseppe Leone Giuseppe Leone dove il cibo consumato en plein air – nella pausa dal didascalicamente, alle pietanze, ma a lavoro nei campi o nel picnic chi se ne nutre”. domenicale con la famiglia - diventa Leone raffigura carretti con le stanghe protagonista in una successione di in alto trasformati in mangiatoie per i immagini che richiamano le nostre cavalli, motocarri parcheggiati nei tradizioni contadine e i sapori genuini prati, barbecue improvvisati, tavole della nostra terra, proprio come la imbandite con tovaglie a quadretti cucina dello chef Accursio. “L'idea all'ombra di un carrubo o sulle sponde della mostra – scrive Viviana Haddad di un invaso artificiale, braccianti e nasce dall'intento di trovare un contadini ma anche donne con i connubio inesplorato tra l'arte della fazzoletti in testa e i fiaschi di vino in fotografia e l'arte culinaria, intese mano. Un'iconografia, questa, che come esperienze di viaggio che ricorda Guastella – richiama alla mente stimolano i nostri sensi, attraverso i “classici” picnic sulle sponde della racconti immaginari, suggestioni e Marna di Henri Cartier-Bresson o le ricordi di questo territorio”. celebri scampagnate fuori porta “Indagando da decenni questo raffigurate da Monet o Cézanne, ma territorio immenso e in larga parte che se ne distacca per la sua sconosciuto – scrive Andrea Guastella accentuazione nostalgica derivante nella brochure della mostra - con una dall'amara consapevolezza della particolare dilezione per la Sicilia e, scomparsa di quella civiltà contadina. nella Sicilia, per gli Iblei, Leone ha La mostra potrà essere visitata tutti i accumulato un repertorio ricchissimo giorni dalle ore 12 alle 13 e dalle ore di pranzi, cene e colazioni dove il 19 alle 20. primo piano non spetta mai, DE GUSTIBUS 19 Settembre 2014 DI CESARE NATOLI Riparte Avantgarde Riprendono le attività alla scuola Avantgarde, il centro per lo studio e la ricerca sulla musica e su tutto ciò che fa cultura, ideato e diretto da Rosalba Lazzarotto. Sono previste varie sezioni. In quella prettamente didattica, i giovani che da tanti anni ruotano intorno alla instancabile volontà di Rosalba Lazzarotto animano gli spazi della scuola, nelle sedi di Messina e di Roccalumera; spazi che nascono con l’intento di dare stimoli creativi agli allievi attraverso percorsi formativi e, allo stesso tempo, divertenti e coinvolgenti. L’offerta prevede, oltre allo studio di tutti gli strumenti e del canto, anche attività integrative importanti nella formazione di un musicista professionista, quali ear training, composizione, armonia, storia della musica, studio del ritmo. Tra le attività: “I linguaggi del ritmo” (laboratorio di percussioni), “Jazz in Badia” (Campus sperimentale di musica e scienze), AvantGarde Orchestra, diretta da Rosalba Lazzarotto, che spesso condivide la conduzione con altri musicisti di prestigiosa professionalità., “Jazz & Gospel Family choir” (progetto concertistico di decennale esperienza sulla musica afro-americana), “Jazz & Gospel Family junior” (progetto di collaborazione con diverse scuole di Messina medie ed elementari per l’avviamento alla musica e, in particolare, per la sensibilizzazione alla musica Afro–americana), Cororchestra “Voci in Seguenza” (progetto in collaborazione con il Liceo Seguenza di Messina). Ad arricchire il tutto una sezione culturale, una letteraria e teatrale curata da Vincenza di Vita e quelle scientifica e artistica. Per ulteriori infrmmazionio è possibile contattare l’indirizzo email [email protected] o visitare il sito www.rosalbalazzarotto.it. DI MASSIMO LANZA Linguaglossa, mi... Shalai I cugini Leonardo e Luciano Pennisi hanno intuito per tempo che il boom del vino prodotto sull’Etna avrebbe anche sviluppato un turismo enogastronomico di qualità. Così hanno aperto lo Shalai un hotel boutique arredato con cura in modo elegante nel centro storico di Linguaglossa provvisto di tutti i confort e anche di una piccola SPA. Tra ceramiche di Caltagirone, oggetti d’epoca e mobili di design si trovano invece i pochi tavoli del ristorante in mano al giovane e bravo chef Giovanni Santoro. L'ultima volta abbiamo provato la buona zuppa estiva al gambero rosso profumata di arancia ed erbe mediterranee, poi un ottimo baccalà in foglia di limone con tartara di peperoni rossi, versione marina di una classico della cucina di carne etnea e per finire con gli antipasti una frittura, delicatissima centonove pagina 37 e croccante di calamaro accompagnata da una saporita caponata. Tra i primi i buoni tagliolini al nero di seppia e vellutata di piselli, buono anche il risotto ai pesci di scoglio e gambero mantecato al limone verdello. Tra i secondi molto gustoso e ben cotto il maialino nero dei Nebrodi in porchetta con tortino di patate e carciofi gratinato alle mandorle, buono tra i piatti di pesce il tonno rosso con colatura di alici, pomodoro zatterino candito e centrifugato di verdure selvagge dell’Etna. In chiusura una bella selezione di formaggi siciliani che insieme ai salumi di casa può anche fare da antipasto. Tra i dolci segnaliamo il classico cannolo nella versione Shalai o la profumatissima sfogliatine di mele dell’Etna e frutta secca con fonduta di cioccolato e mandorle tostate. Di livello anche il pane in varie versioni compresa un’ottima focaccina e delle appetitose sfere di pasta fritta con acciughe. Carta dei vini di buon livello con tanta Etna ma anche una buona selezione dal resto d’Italia e dalla Francia. Shalai - Via Marconi 25 - Linguaglossa CT - 095 642138 19 Settembre 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Domande graduatorie istituto ATA III fascia Opportunità individuali Il MIUR ha emanato il D.M. n° 717, del 5/9/2014, per la costituzione delle nuove graduatorie delle supplenze brevi e saltuarie personale ATA per il triennio 2014/15 – 2016/17. È possibile concorrere per i profili professionali: assistente amministrativo, assistente tecnico, infermiere, guardarobiere, addetto alle aziende agrarie, collaboratore scolastico. La domanda compilata e firmata (non necessita l'autenticazione) deve essere consegnata (o spedita con raccomandata A/R) entro l’8 ottobre 2014 ad una scuola della provincia scelta. Per la presentazione della domanda sono disponibili due modelli: modello D2, destinato a chi era già presente nelle graduatorie del triennio 2011/2014 ed intende confermare la propria iscrizione (è comunque possibile cambiare la scuola e/o la provincia di destinazione) non avendo nuovi titoli o servizi da dichiarare e nuovi profili da richiedere; modello D1, per i nuovi inserimenti e per chi, pur essendo già incluso nelle graduatorie del 2011, deve inserire nuovi profili e/o nuovi titoli e servizi (è necessario dichiarare nuovamente tutti titoli accesso, di cultura e di servizio posseduti). Per la scelta delle 30 scuole dovrà essere presentato il modello D3 attraverso le istanze online, nei termini che il ministero stabilirà dopo. Non è obbligatorio comprendere nelle trenta scuole quella destinataria della domanda Se non si presenta il modello D3 online per la scelta delle scuole si verrà inseriti, solo nelle graduatorie della istituzione scolastica a cui è stato inviato il modello D1 o D2 in automatico. Il modello D4 – depennamento -,deve essere compilato da chi, già presente nelle graduatorie provinciali permanenti dei 24 mesi e/o nell’elenco provinciale o graduatoria provinciale ad esaurimento, intende presentare domanda di inserimento nella terza fascia di altra provincia. ECOLOGIA&AMBIENTE PUNTINI SULLE I Svincoli in procura, la verità di Ricciardello IN RIFERIMENTO all’articolo pubblicato sul vostro settimanale n° 32/2014 in data 29/08/2014, dal titolo “Svincoli in procura” e privo di sottoscrizione in calce allo stesso, la scrivente Società intende precisare quanto segue. In primis si contestano in toto i contenuti riportati nel citato articolo, poichè assolutamente pretestuosi e infondati in fatto ed in diritto. Nella fattispecie, per dovere di verità sullo stato dell’arte dei lavori, si chiarisce che la Ricciardello Costruzioni Srl, a seguito della sentenza del Cga n° 51 del 02/04/2008, ha sottoscritto in data 08/06/2009 con il Comune di Messina il relativo contratto di appalto (n. rep. 3596). In data 08/06/2009, proprio nel periodo in cui operava la precedente Direzione Lavori, unitamente all’ingegnere Pezzino che ricopriva il ruolo di Responsabile del Procedimento, sono stati consegnati i lavori. Sino a dicembre 2010 (periodo in cui l’Anas prese in carico la gestione tecnica dei lavori), e quindi per oltre 18 mesi, le attività lavorative sono andate molto a rilento, causando di fatto per l’appaltatore una evidente sottoproduzione che poi è stata oggetto di richiesta di risarcimento del danno subito attraverso lo strumento delle riserve. Alla data del 15/05/2013, i lavori principali dell’appalto sono stati ultimati e seppur in tale data è avvenuta l’apertura al traffico, ancora oggi rimane in capo alla Ricciardello Costruzioni Srl la custodia delle opere, ma anche e soprattutto la manutenzione delle stesse, ivi compresa l’attività di gestione degli impianti di illuminazione. Inoltre, ad oggi, ancora non risultano contabilizzati, nè pagati, lavori per un importo complessivo di euro 6.397.494,76. Si rappresenta infine che non risponde al vero quanto affermato in merito alle riserve, in quanto, ad oggi, non solo la Ricciardello Costruzioni Srl non ha mai incassato un solo euro, ma ancor di più allo stato non è mai stato avviato da parte dell’Ente Appaltante l’iter procedurale previsto per legge, seppur più volte richiesto dall’Appaltatore (art. 240 del D.Lgs 163/2006). Ritenendo di aver chiarito la posizione della scrivente Società, si rimane a disposizione per ulteriori chiarimenti in merito. Ricciardello Costruzioni Srl Il presidente del Cda - geom. Giuseppe Ricciardello Domandatelo. Un giovane vi risponderà: «Se non serve a trovare lavoro, non studio». Una idea che contrasta con quella dei coetanei all’estero, come dimostra “Uno sguardo sull’istruzione 2014”. Sono 570 pagine di dati sulla struttura, le finanze e le prestazioni dei sistemi di istruzione dei 34 Paesi membri dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Oggi quasi il 40% dei 2534enni, non solo europei, ha raggiunto un livello di istruzione universitario, superando di 15 punti quello dei padri 5564enni. La motivazione degli italiani, invece, è diminuita per le difficoltà incontrate nella ricerca d’occupazione. È allarmante che da noi il 31,5% dei 2024enni non lavori e non segua alcun corso, o che il 14% dei 17enni abbandoni lo studio. Università e scuola non sono più considerate, né dai ragazzi né dalle loro famiglie, come un punto di forza per potenziare un adeguato inserimento professionale. Occorre, perciò, individuare nuove strategie per promuovere, produrre e programmare competenze alternative, determinate dai profondi cambiamenti economici e sociali. Il ministro dell’istruzione Stefania Giannini, impegnata nella redazione del decreto definitivo per la riforma della scuola, ha dichiarato che, per l’esame di maturità dell’anno appena iniziato, bisognerà «dare un ruolo maggiore alle esperienze nel mondo produttivo o nelle istituzioni culturali». Il problema è ricostruire la fiducia, che noi avevamo e i ragazzi hanno perso. Far loro capire che il territorio offre tesori da valorizzare, ma che le opportunità individuali non si trovano sullo scaffale di un discount. [email protected] DI ANNA GIORDANO Se il ponte risorge C’È L’IMBARAZZO DELLA SCELTA, come argomenti sui quali vorrei sfogarmi. Dall’orso ucciso, “reo” di avere a che fare con umani che non rispettano la sua casa, convinti come sono che hanno il diritto (gli umani) di invadere gli spazi altrui (degli orsi e tutti gli altri animali) e per questo, condannare a morte ben 3 orsi. Difficilmente sopravvivranno i piccoli, quindi i morti sono tre. Il tutto, perché andar per funghi a casa dell’orso è – secondo gli umani – sacrosanto diritto e non lo è quello dell’orso, di difendere la sua prole da un intruso. Vergogna. Oppure del ponte risorto, dell’ennesimo esaltato pontista che taccia gli ambientalisti di ideologia, e pontifica sull’opera più inutile, dispendiosa e devastante che mai mente umana abbia immaginato di voler fare e quel che è peggio, spendere soldi pubblici per studi che non hanno superato il via libera di una commissione in genere molto larga di maniche. 227 richieste di integrazioni han fatto alla cordata capeggiata da Euro link, frutto di analisi dei componenti della commissione VIA e degli ambientalisti (imbecilli, io per prima) che hanno letto le carte, ringraziando il cielo che si sia in tempo di file e non di alberi sprecati e bauli dirompenti (progetto 2002). Altro che ideologizzati o simili, con cavolo signor pontista, se le legga lei le inutili carte del nulla che accade all’ambiente e a seguire, agli umani che ci vivono. Che bello scoprire in una pagina che l’acqua la dà l’AMAM e 20 pagine più in là che invece si faranno i pozzi nelle fiumare, il tutto senza mai, mai, neanche per sbaglio dire quanta ne servirebbe per decine di cantieri. Poi la città vive la crisi idrica, e a Reggio Calabria le falde sono salinizzate ma a voi che importa, lo sviluppo centonove pagina 38 (presunto tale) innanzitutto ! e che dire dei salvatori altrettanto presunti del pianeta, a suon di pale eoliche che manco producono e per giunta li paghiamo anche per questo? una Sicilia, anzi, mezza Italia (guarda caso il sud, che strano) il cui paesaggio è ormai distrutto perché – si dice – va salvato il pianeta. E vai con turbine da 3,4 e passa MW, tanto la rete satura dal 2005 non li fa produrre e il raddoppio tremendamente impattante dell’elettrodotto forse potrà immettere il già realizzato, non certo i 12 mila MW che sono in itinere e di questi, 5 mila convocati per il parere finale. Che dire di un TAR che scrive, nell’ennesima sentenza sull’eolico, che chi ha dato un parere negativo, in zona pluriprotetta, deve trovare le soluzioni tecniche perché si faccia? ma scherziamo? sorvolo sul nulla che accade a Tremestieri, sarà per la prossima volta. Io auspico dal più profondo del cuore che la natura ci dia una sonora lezione di vita, perché non se ne può più, di nessuno. postercommenti ELIODORO PRESENTAZIONI Lega sud e cucuzze Messina, diversamente insieme DI GIUSEPPE RUGGERI MESSINA. Il punto sull’integrazione in tema di disabilità è stato fatto anche quest’anno nel corso della seconda edizione di “Diversamente insieme”, svoltasi a partire dalle ore 17 del 18 settembre u.s. nei locali dell’excittadella fieristica, l’evento, ideato e organizzato dalla giornalista Letizia Lucca con il supporto dell’Associazione “Forte Gonzaga”, continua a riscuotere il consenso di un folto pubblico interessato alle problematiche legate alla cosiddetta “diversità”. Ma soprattutto, come ogni spettacolo che si rispetti, “Diversamente insieme” è un palco aperto dove disabili e non si esibiscono in numeri, sketch e recite, dimostrando che, in fondo, la differenza tra “normali” e “meno normali” non è poi tanta. Condotto dalla stessa Lucca e dal giornalista-presentatore Salvo La Rosa, giunto appositamente da Catania insieme al cabarettista Carlo Kaneba, “Diversamente insieme” si conferma un appuntamento di tutto spessore che chiude la stagione fieristica estiva col buon proponimento di rendere sempre più la nostra realtà a misura di persona. Quest’anno l’argomento della manifestazione si è spostato dal ruolo 150 PAROLE DA PALERMO 3P, la chiesa e la mafia DI MARIA D’ASARO Padre Puglisi è stato ucciso dalla mafia 21 anni fa, il 15/9/1993. Il saggio del teologo don Cosimo Scordato Dalla mafia liberaci o Signore (Di Girolamo, Trapani) ci offre riflessioni esaustive sul rapporto tra Chiesa e mafia, riconoscendo che la mafia è un problema ecclesiale perché si è sviluppata in terra cristiana. Quale la cura? Una ecclesiologia e una pastorale davvero evangeliche. Illuminanti le pagine dedicate al beato don Puglisi: “Come mai l’annunzio del Vangelo da parte di un prete nell’ambito della sua parrocchia può comportare anche il rischio di venire uccisi a causa della propria fede?” Perché don Pino, attraverso il rinnovamento della pastorale parrocchiale ha sottratto ai mafiosi il controllo del territorio: “il territorio a Brancaccio è diventato banco di prova per la testimonianza della fede evangelica di don Pino (…) in direzione del servizio, della dignità e della libertà … rendendo inutile la presenza di un padrino”. 19 Settembre 2014 dell’informazione mass-mediale nel settore del lavoro alla problematica dell’integrazione dei diversamente abili nel campo dello sport e dello spettacolo. “Quel che si vuole dimostrare” spiega Letizia Lucca “è che sport e spettacolo non costituiscono uno spartiacque che divide i disabili dal resto delle persone, ma piuttosto un ottimo modo per incontrarsi. E’ per questo motivo che la seconda edizione di “Diversamente insieme” ha previsto, tra l’altro, un mini torneo di tennis da tavolo con concorrenti misti, e l’esibizione di artisti disabili e non sul palco”. C’è un’esperienza personale che ti ha indotto a immaginare quest’evento? “Assolutamente sì, mio fratello Piero è un disabile che ama cantare ed esibirsi ed è sempre presente sul palco di “Diversamente insieme” in compagnia di quanti, come lui, sono particolarmente attratti da questo mondo unico e speciale”. Anche quest’anno una tavola rotonda, coordinata da chi scrive, ha messo in luce, in buona sintesi, la condizione attuale dei disabili in città, specie per quel che riguarda l’annoso problema delle barriere architettoniche. Preziosa, a riguardo, la testimonianza di Roberta Macrì, privata dell’uso delle gambe e costretta, molte volte, a dover fare i conti con un assetto urbanistico e strutturale ben poco compatibile con la sua condizione. Sull’integrazione “toutcourt” dei diversamente abili si misura, insomma, il grado di civiltà di una comunità, che, abolendo ogni possibile differenza, diventa perfino più bella. “La bellezza, per me, è la totalità dell’essere persona così come si è, senza dipendere dai canoni estetici ordinari” conclude Letizia Lucca “e vedere tutti questi artisti, normali e meno normali, dilettanti e professionisti, esibirsi insieme sul palco è uno spettacolo nello spettacolo”. Viva la bellezza, dunque. Nel segno della solidarietà. ANIMAL HOUSE CATANIA - Nell'indecifrabile quadro politico siciliano sta per apparire anche la Lega Sud. L'annuncio lo fa Angelo Attaguile, un reperto della Prima Repubblica, che Raffaele Lombardo è riuscito a fare eleggere al Parlamento. Democristiano di vecchio stampo, Attaguile si è riciclato tra i sedicenti autonomisti della colomba, ma adesso, per sdoganarsi apparentemente dal padre politico che vive una stagione di bassa fortuna, l'idea di trasformarsi in Lega Sud, che sarà battezzata dal leader padano Salvini. Dopo i "casi" di leghisti nostrani prima a Lampedusa, con approdo in Senato, e poi nella vulcanica Maletto, adesso anche a Catania. Ma, come dicono da queste parti: chiamala come vuoi, sempre cucuzza è. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Operatori ex sportelli oltre la protesta Presidi, scioperi della fame, marcia a piedi da Palermo a Roma per incontrare il Papa, incontri con membri della commissione lavoro dell'assemblea regionale, confronto con sindacalisti e consulenti legali, sono solo alcune delle iniziative che gli operatori degli ex sportelli multifunzionali hanno promosso recentemente. Dopo mesi di sterile attesa, 1800 lavoratori senza occupazione e con prospettive sempre piu nebulose (il bando “Garanzia giovani” prevede per gli operatori un contratto non superiore a 6 mesi) hanno deciso di cambiare strategia per favorire la ricerca di soluzioni condivise, oltre le pur comprensibili azioni di protesta, sempre molto civili del resto. Nella speranza che la Regione attivi finalmente misure adeguate a risolvere i gravi problemi del settore, martedi scorso, con una tavola rotonda promossa dagli operatori ex sportelli, si è svolto a Palermo un confronto serrato con politici di diverso orientamento e dirigenti regionali. Con l'eccezione degli interventi più tecnici, i politici intervenuti hanno purtroppo confermato la scarsa conoscenza delle problematiche degli operatori, cosa ancor più grave se si pensa che ignorare i problemi degli operatori equivale a ignorare le politiche attive del lavoro. Quale tipo di sistema regionale si vuole attivare in Sicilia? A questa cruciale domanda non possono certo rispondere gli operatori del settore, ma i politici. I lavoratori chiedono solo di poter lavorare, aldilà delle diverse soluzioni possibili. Una riforma dei servizi per l'impiego degna di questo nome non serve solo a chi sarà impiegato, ma soprattutto ai tanti giovani e disoccupati che attendono di essere orientati nel mondo del lavoro. Anche per questo la lotta degli operatori ex sportelli non può essere considerata meramente corporativa. Se è vero che i problemi non nascono oggi, è anche vero che questo governo regionale, anziché contribuire a migliorare la situazione, sta aggravando di molto la vita lavorativa di migliaia di persone, non solo gli operatori, ma anche gli utenti che non possono utilizzare in maniera adeguata i servizi dei CPI (centri per l'impiego). Niente male per il presidente Crocetta che aveva vinto le elezioni, quasi due anni fa, con la promessa: “nessuna macelleria sociale”. [email protected] DI ROBERTO SALZANO Tragici spiaggiamenti DI FRONTE ALLE immagini di volontari ed animalisti tesi nello sforzo di riportare in acqua cetacei arenati e delle terribili morti della gran parte degli esemplari rimasti coinvolti nello spiaggiamento (nella quasi totalità dei casi di tutti gli esemplari), qualsiasi persona con un briciolo di sensibilità si è chiesta: Perché si sono verificate e continuano a verificarsi con frequenza sempre maggiore stragi del genere? Ancora una volta, il dito va puntato sugli uomini, che, per portare avanti le loro attività economiche e ricerche, perdono di vista gli altri esseri viventi. La razza umana è ormai abituata a convivere con lavori sempre in corso e sopportare rumori molesti, camminando per le strade cittadine o viaggiando sulle autostrade. Così non è per la fauna marina. I mari sono centonove pagina 39 diventati cantieri in piena regola e un impatto particolarmente negativo si registra soprattutto sui cetacei. Le crescenti attività umane producono in mare rumori di varia intensità e frequenza, la causa principale dell’inquinamento acustico marino, che porta ad effetti devastanti. Il traffico navale crea un rumore incredibilmente forte nei mari. E poi grandi barche, esplorazioni ed estrazioni sottomarine, sonar, tutte sorgenti del peggior nemico di molte specie marine. Tutto ciò porta i cetacei, che hanno usato il sonar per migliaia di anni per comunicare tra loro, ad una perdita dell’orientamento e delle normali facoltà percettive. Da qui le sconcertanti tragedie degli spiaggiamenti. Ma terribile è un dato su tutti gli altri, trovandosi a parlare persino per questi mammiferi di fenomeni come disturbi nell’alimentazione, nella procreazione, nelle cure parentali: gli uomini sembrano godere della sinistra capacità di imporre il loro stress e le loro tare a mondi in cui dovrebbe regnare, incontaminata, la natura.