Indagine sui consultori e sulle cliniche: ipotesi di ricerca e

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Indagine sui consultori e sulle cliniche: ipotesi di ricerca e
Indagine sui consultori e sulle cliniche: ipotesi di ricerca e strumenti di indagine
Franco Bonarini
1.Premessa
Nelle due indagini nazionali sulla fecondità in Italia (Inf1 e Inf2), effettuate rispettivamente
nel 1979 e nel 1995-96, sono rimaste aperte alcune questioni che meritano di essere approfondite: a)
il basso livello di conoscenza degli aspetti più elementari della fisiologia della riproduzione emerso
nella indagine del 1979; b) l’alta percentuale dichiarata di non uso della contraccezione da parte
delle donne a rischio di concepimento registrato nella indagine del1995-96; c)l’assoluta
inattendibilità delle risposte sull’abortività volontaria riscontrata in ambedue le indagini; d) il non
chiaro significato delle non risposte al quesito sullo stato attuale della propria fertilità avvertito
soprattutto nella indagine più recente.
Nella prospettiva di trovare elementi utili di risposta a questi interrogativi sono state
impostate due indagini: una, con intervista delle donne che si recano presso i consultori familiari
della USSL 16 di Padova e presso gli ambulatori ginecologici del Dipartimento di Scienze
Ginecologiche e della Riproduzione Umana dell’Università di Padova ed un’altra sui ricoveri
ospedalieri avvenuti negli ultimi tre anni nei reparti ostetrici e ginecologici del suddetto
dipartimento. Per la prima indagine è in programma di realizzare 2000 interviste (1000 presso i
suddetti consultori e 1000 presso gli ambulatori ginecologici del dipartimento sunnominato) di
donne in età compresa tra i 15 ed i 50 anni. La collaborazione con i responsabili è già avviata ed è
già stato predisposto il questionario allegato, che può ritenersi quasi definitivo. Di seguito
cercheremo di delineare gli aspetti principali di tale questionario. La rilevazione sui ricoveri
ostetrici e ginecologici è già stata ultimata e sono in corso le elaborazioni dei dati raccolti
nell’ambito di due tesi di laurea presso la nostra facoltà di Scienze Statistiche.
Indubbiamente la realizzazione di queste indagini in ambiente medico con interviste
realizzate da parte del personale medico dà garanzia di attendibilità delle risposte anche su
argomenti delicati, come l’uso della contraccezione, la frequenza di rapporti sessuali e le proprie
esperienze abortive. Quindi sono legittime le attese circa una buona qualità delle informazioni
ottenibili. Naturalmente occorre aver presente il tipo di popolazione oggetto dell’indagine per un
corretto orientamento nella impostazione della rilevazione e successivamente nella utilizzazione
dei dati raccolti. In effetti, le donne intervistate nei consultori familiari appartengono ad una
popolazione selezionata e non possono essere ritenute rappresentative del complesso della
popolazione (locale) delle donne in età riproduttiva. Si tratta comunque di donne (intervistate) tra le
quali, plausibilmente, sono più frequenti che nel complesso della popolazione coloro che hanno
problemi ginecologici o desiderano avere consigli sulla contraccezione, o hanno problemi nell’uso
della contraccezione. Come tali, queste donne possono avere comportamenti particolari e non
generalizzabili. Anche i dati anamnestici raccolti dalle cartelle cliniche dei ricoveri ostetrici (per
parto o aborto) sono relativi a donne selezionate dal tipo di evento che ha determinato il ricovero.
Se questo evento è un parto ci si può attendere che, a parità d’età, abbiano una parità più bassa
della media, mentre se é un aborto è probabile che, sempre a parità d’età, abbiano una abortività
pregressa più alta della media, data la probabile recidiva. Invece ci si attende che le storie
riproduttive delle donne ricoverate nei reparti ginecologici ad età più avanzata non siano
selezionate rispetto al complesso delle donne di pari età. Cioè ci si aspetta che gli eventi
anamnestici da loro sperimentati nel corso della vita riproduttiva non siano correlati con l’avvenuto
ricovero attuale, perché avvenuti troppo lontano nel tempo rispetto alla data attuale del ricovero.
Questa è comunque una ipotesi di lavoro che dovremo verificare con i dati raccolti, come vedremo
più avanti. Insomma da queste popolazioni particolari non si possono ricavare stime del
comportamento della intera popolazione di donne, come, ad esempio l’uso dei vari metodi
contraccettivi. Invece su queste donne si potranno sottoporre a verifica ipotesi di lavoro, legate, ad
esempio, all’interpretazione dei quesiti proposti nel questionario, all’approfondimento di
comportamenti dichiarati dalle rispondenti stesse. Si può supporre che, rispetto a questi obbiettivi,
non sia fortemente discriminante l’avere o no un problema che ha determinato la visita nel
consultorio, ma siano prevalenti altre dimensioni culturali e personali. Naturalmente resta intatta la
possibilità di usare le informazioni raccolte per conoscere le caratteristiche della popolazione delle
donne che frequentano i consultori familiari. Anzi, come vedremo più avanti, anche questo rientra
tra gli obbiettivi della ricerca.
Un’altra attenzione che dobbiamo avere nella predisposizione delle procedure di rilevazione
dei dati, deve essere rivolta ad evitare un rischio possibile di ottenere risposte fortemente mediate
dalle intervistatrici (ginecologhe). Se la formulazione dei quesiti viene da loro personalizzata e
diversamente tradotta in alternative di risposta, è possibile che l’effetto dell’intervistatrice nelle
codifiche registrate sia pesante. La competenza professionale delle ginecologhe rispetto agli
argomenti trattati nel questionario è indubbiamente preziosa anche in questa fase di rilevazione dei
dati, ma potrebbe tradursi in una tendenziale riconduzione delle risposte verso la “norma”. Sarà
quindi opportuno che le domande siano formulate secondo uno schema standard già predisposto e
che le alternative di risposta siano standardizzate e presentate con i soliti “cartellini”.
2. Conoscenza del periodo fertile
Nella Inf1 era stato chiesto alle donne (coniugate) di indicare in quale periodo del ciclo
mensile è più facile rimanere incinta. Il quesito specificava di non far riferimento alle proprie
esperienze personali e poneva quattro alternative di risposta: durante le mestruazioni, subito dopo
le mestruazioni, circa a metà del ciclo mensile, subito prima delle mestruazioni. Circa la metà delle
intervistate non avevano indicato la risposta corretta, identificata con la terza alternativa suddetta
(circa a metà ciclo). Tale alta percentuale di riscontri non corretti era apparsa sorprendente, tanto
più che restava elevata anche tra le donne con più elevato grado di istruzione (25% tra le diplomate
di scuola media superiore). Tuttavia una successiva analisi basata sul contenuto delle espressioni
usate dalle donne intervistatenel rispondere al quesito e trascritte nel questionario dalle
intervistatrici, congiuntamente alla codifica associata, consentiva di sollevare qualche dubbio sul
significato di queste alte percentuali di risposte registrate come non corrette. In realtà pareva che
non tutte quelle codificate come errate potevano essere ritenute tali. In alcuni casi le donne
sembravano aver fatto riferimento non ad una situazione astratta, come richiesto, ma alla propria
esperienza personale di cicli più corti dello stereotipo di 28 giorni, per cui avevano dato risposte
corrette, ma, se riferite allo stereotipo, erano codificate come errate. In altri casi, le donne avevano
richiamato la propria esperienza di concepimenti avvenuti in momenti del ciclo difficilmente
prevedibili come fertili, di modo che i giorni a rischio non erano stati identificati con quelli del
periodo centrale del ciclo. In altri casi ancora erano state date risposte difficilmente interpretabili o
perché tautologiche (quando c’è l’ovulazione) o imprecise (dipende da donna a donna). Insomma il
quesito,così come era stato formulato, non sembrava aver colto adeguatamente il livello di
conoscenza del periodo a rischio di concepimento, appunto perché nelle risposte erano stata tenute
presenti o la propria esperienza personale o certe situazioni di rischio difficilmente prevedibili,
invece di far riferimento, come richiesto, ad una situazione astratta e, per così dire, normale.
In ogni modo, le risposte a tale quesito erano altamente discriminanti rispetto al livello di
fecondità realizzata, come si può vedere dalla tabella che segue, ove è riportato il numero medio di
figli per donna distintamente tra coloro che hanno risposto correttamente, non hanno risposto
correttamente o non hanno risposto al quesito sulla conoscenza del periodo fertile. La minore
fecondità delle donne che conoscono il periodo a rischio di concepimento si riscontra all’interno di
ciascuna modalità dei caratteri socio-economici considerati. Per altro, le stesse differenze si
osservano anche a parità di età e di titolo di studio, congiuntamente considerati.
Tab1. Numero medio di figli per donna a seconda delle risposte al quesito sulla conoscenza del
periodo fertile.( Prima Indagine Nazionale sulla Fecondità in Italia)
Risposte corrette Risposte non corrette Non risponde
Età all’intervista (anni)
Meno di 25
0,82
1,15
1,18
25-34
1,59
1,99
1,97
35-44
2,12
2,56
2,34
Titolo di studio
Nessuno
2,75
3,13
2,69
Elementare
1,90
2,15
2,12
Media inferiore
1,57
1,61
1,53
Media superiore
1,38
1,68
1,45
Laurea
1,52
1,59
Zona di residenza
Nord Ovest
1,60
1,89
1,78
Nord Est
1,56
1,93
1,93
Centro
1,50
1,67
1,76
Sud
2,06
2,44
2,61
Isole
1,97
2,41
2,59
Posizione lavorativa
Lavora attualmente
1,52
1,86
1,86
Ha lavorato recentemente
1,36
2,00
1,84
Ha lavorato in passato
1,88
2,24
2,18
Non ha mai lavorato
1,96
2,36
2,34
Totale
1,72
2,36
2,34
Fonte: Indagine sulla fecondità in Italia. Rapporto generale. Volume II ( Elaborazione)
Nella seconda indagine nazionale sulla fecondità l’argomento della conoscenza del periodo
fertile non è stato riproposto, analogamente a quanto è stato fatto negli altri paesi aderenti al
progetto FFS. Invece è stato considerato in altre inchieste realizzate in Italia su popolazioni locali o
particolari. Nella tabella 2 sono elencate alcune di queste esperienze, con la specificazione delle
formulazioni del quesito adottate e delle relative percentuali di risposte corrette. Queste indagini
riguardano popolazioni non omogenee per area geografica di appartenenza e per caratteri strutturali,
di modo che i diversi livelli di conoscenza qui riportati non sempre sono immediatamente
confrontabili. In ogni modo, la formulazione del quesito sulla conoscenza del periodo fertile è stata
sostanzialmente identica ed analoga a quella adottata nella prima indagine nazionale. Fa eccezione
la ricerca effettuata nell’area fiorentina nella quale la conoscenza della fisiologia della riproduzione
fu rilevata in modo più articolato mediante tre quesiti distinti relativi, rispettivamente, al periodo
fertile, al significato di ovulazione e al periodo nel quale avviene l’ovulazione. Furono ritenute
informate solo quelle donne che avevano risposto correttamente a tutte e tre le domande suddette.
In tal modo la percentuale di risposte corrette era scesa al 31%, invece del 72% che sarebbe stato
ottenuto considerando solo le risposte al quesito sul ciclo fertile. Il criterio di definizione adottato,
in realtà, pare eccessivamente restrittivo, anche perché la formulazione della domanda sul
significato di ovulazione può apparire troppo tecnica. Vale la pena di osservare, per inciso, che in
questa indagine la percentuale di risposte corrette al quesito sul periodo fertile è una delle più
elevate, tra quelle elencate e, curiosamente, riguarda un collettivo di donne in attesa di IVG, cioè
di donne che, nonostante la larga diffusione della conoscenza del periodo a rischio di concepimento,
hanno avuto una gravidanza non desiderata. Nella stessa tabella 2 sono riportate anche altre
indagini, effettuate in diversi paesi, nelle quali è stato introdotto il quesito sulla conoscenza del
ciclo fertile. In particolare questo è presente nei questionari di tutte e tre le fasi del progetto DHS,
ed è analogo a quello utilizzato nella Inf1.
In sostanza, la formulazione più frequente della domanda sulla conoscenza del periodo
fertile è quella riportata all’inizio del paragrafo che esplicita, ripetiamo, quattro alternative di
risposta (durante le mestruazioni, subito dopo le mestruazioni, circa a metà ciclo, prima delle
mestruazioni), supponendo che l’indicazione della terza alternativa proposta sia sufficiente per
ritenere che le rispondenti abbiano un minimo di conoscenza della fisiologia della riproduzione e
quindi del periodo a maggior rischio di concepimento. Però si può notare che, in realtà, le quattro
alternative proposte non contengono necessariamente la risposta tecnicamente corretta, come si è
accennato più sopra rispetto ai risultati della Inf 1. Poiché l’ovulazione normalmente avviene tra il
14° ed il 16° giorno prima delle mestruazioni, il periodo di maggior rischio può non essere collocato
a metà del ciclo ma, a seconda della lunghezza di questo, può essere, ad esempio, anche subito
dopo le mestruazioni. E’ vero che la risposta indicata come corretta fa riferimento ad un periodo
collocato circa a metà ciclo, ma può essere una forzatura ritenere che tale avverbio consenta di
recuperare anche i casi simili a quello sopra esemplificato. In effetti nei questionari delle indagini
francesi del 1978 e del 1988, venne abbandonata la formulazione suddetta del quesito simile a
quella della Inf1, già adottata nella precedente indagine del 1971, e fu introdotto un nuovo criterio
in linea con l’osservazione precedente. Cioè, in queste due successive indagini francesi fu chiesto
alle intervistate di riportare su un grafico che riproduceva il proprio ciclo mensile il periodo da loro
ritenuto fertile, dopo aver chiesto preventivamente di indicare la durata abituale del proprio ciclo e
quelle massima e minima (Leridon, 1987; Toulemon e Leridon, 1991). Furono poi considerate
corrette le risposte che indicavano un periodo collocato intorno all’ovulazione, la quale era fatta
coincidere col 15° giorno precedente le mestruazioni. Questa formulazione più precisa però non
portò un aumento della percentuale di risposte corrette, anzi ne derivò una notevole diminuzione.
Difatti, nel 1971, la percentuale di donne francesi che avevano dato una risposta corretta al quesito
(con le quattro alternative) era stata pari al 57%, mentre nel 1978 (nuova formulazione) era scesa al
22% ed nel 1988 era stata pari al 48%, cioè ancora inferiore alla prima, anche se superiore alla
seconda.
La nostra indagine sui consultori familiari quanto meno vorrebbe verificare le ipotesi
suddette di errate attribuzioni alle modalità non corrette, secondo la formulazione del quesito come
nella Inf1, delle risposte che in qualche modo fanno riferimento alla esperienza personale o sono
riportate in forma incompleta. Nello stesso tempo si vuol verificare se le risposte corrette sono
effettivamente tali, cioè se il periodo a rischio è inteso correttamente intorno all’ovulazione che,
come si è ricordato, non avviene a metà ciclo. Tutto ciò ci consente di valutare se la formulazione
del quesito già adottato nella Inf1 e nelle altre indagini successive è adeguata e nello stesso tempo
di indagare il livello di conoscenza del periodo fertile nella popolazione di donne qui considerata.
La strategia seguita nel questionario proposto è articolata in due fasi successive. Dapprima è
presentata la stessa domanda sulla conoscenza del periodo fertile già somministrata nel questionario
della Inf1. Se la risposta indicata non è corretta, cioè non riguarda la modalità a metà ciclo, è
chiesto alla intervistata di indicare su un grafico, ove è riprodotto un ciclo standard di 28 giorni, in
quale degli intervalli, preventivamente delineati, è più facile avere un concepimento. In tal modo si
pensa di poter superare l’eventuale riferimento alle situazioni personali e, costruito l’intervallo a
rischio di concepimento in modo adeguato, di recuperare le eventuali risposte corrette che non
potevano trovare collocazione tra le alternative proposte nella prima formulazione del quesito.
Tab 2 Alcune indagini nelle quali è stato posto il quesito sulla conoscenza del periodo fertile
% risposte
corrette
1. Italia, 1979 (Inf 1)
5499 donne coniugate in età 18-44 51
Inf1, Rapporto
anni
generale
2. Italia, 1984
1349 donne
61
Goisis, Convegno
AOGOI, 1986
3. Emilia –Romagna,
590 donne in età 20-40 anni
81
Lenove,1986
1986
4. Area fiorentina, 1985- 873 donne ricoverate per IVG
72(A);
Marchionni et al.,
86
31(A,B,C) 1988
5. Sicilia, 1989
51
Spinelli et al.,1993
6. Puglia, 1989
5000 donne in età 18-49 anni
65
Di Cillo et al., 1990
7. Area padovana, 1985- Studenti quattordicenni
51
Pivirotto,Tesi
86
diploma,1987-88
8. Roma, 1993-94
376 studenti in età 14-21 anni
42
Donati et al., 2000
9. Italia, 1998
6532 studenti biennio sup. (11
33
Donati et al., 2000
Regioni)
10. Roma, 1990
390 donne immigrate in età 18-39
29
Coccia, Terranova
anni
11. Francia, 1971
2890 donne coniugate in età < 46
57
Collomb e
anni
Zucker,1977
12. Francia, 1978
3011 donne in età 20-44 anni
22
Leridon e
Toulemon,1991
13. Francia, 1988
3183 donne in età 18-49 anni
48
Leridon e
Toulemon,1991
14. Stati Uniti,1959
Donne bianche metropolitane
49
Potter et al., 1962
sposate
15. Stati Uniti, 1988
Donne in età 15-49 anni
49
AGI, 1995
16. Giappone,
Studentesse universitarie
<50
Kishida e Sato,1998
17. DHS, 1984-89 (1°
Donne in unione (11 Paesi)
Da 6 a 44 Sheon e Stanton,1989
Fase)
18. DHS, 1990-93 (2°
Fase)
19. DHS,1994-97 (3°
Fase)
Legenda: Di seguito sono riportati i quesiti sulla conoscenza del ciclo fertile utilizzati nelle varie
indagini:
(1) Secondo lei, prescindendo dalle sue esperienze personali,quale è il periodo del ciclo mensile
in cui è più facile per una donna restare incinta? a) durante le mestruazioni b) subito dopo le
mestruazioni c) circa a metà del ciclo mensile d)subito prima delle mestruazioni e)altra
risposta
(2) In quale momento del ciclo la donna corre maggiori rischi di gravidanza?
(3) Lei sa in quali giorni del ciclo mensile una donna viene ritenuta fertile? a) in qualsiasi giorno
b)subito dopo le mestruazioni c)circa a metà ciclo d)subito prima delle mestruazioni e)durante
il periodo mestruale
(4) Tre successivi quesiti:
A) Secondo lei quale è il periodo in cui è più facile per la donna restare incinta? a) durante le
mestruazioni b)subito dopo c)circa a metà del ciclo d)subito prima delle mestruazioni e)altra
risposta f) non so;
B) Secondo lei quale è il significato dell’ovulazione? a)annidamento delle cellule uovo
nell’utero b)emissione delle cellule uovo dall’ovaio c)incontro della cellula uovo con lo
spermatozoo d) altro e) non so
C)Secondo lei in quale periodo del ciclo mestruale avviene l’ovulazione? a) durante le
mestruazioni b)subito dopo c)circa a metà del ciclo d)subito prima delle mestruazioni e)altra
risposta f) non so
(6) Come in Inf 1
(7) Nel corso del ciclo mestruale quando può essere concepito un bambino? a)in ogni momento
b)3 giorni prima della mestruazione c)in prossimità della ovulazione
(9) Come in Inf 1
(11) A votre avis le risque d’avoir un enfant est-il plus grand : a)pendant les règles b)pendant le 5
jours qui suivent les règles c)pendant les 5 jours qui précèdent les règles d)au milieu du cycle.
(12) A) Quelle est la durée habituelle entre le premier jour des vos règles e le premier jour des
règles suivantes ?Pouvez-vous m’indiquer la durée minimum e la durée maximum ?
B) A votre avis, à quel moment du cycle, par rapport aux règles y-a-t-il un risque de devenir
enceinte ? Précisez le début de la période e la durée. (Utiliser l’échelle ci-dessous)
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
règles
règles
(13) Come nel 1978.
(17) When during her monthly cycle do you think a woman has the greatest chance of becoming
pregnant? a) During her period b)right after her period has ended c)in the middle of the cycle
d)just before her period begins e) at any time f)other
(18) A)Between the first day of a woman’s period and the first day of her next period are there
certain times whwn she has a greater chance of becoming pregnant? Yes, No, Don’t know
B) During which time s of the monthly cycle a woman has the greatest chance of becoming
pregnant? a) During her period b)right after her period has ended c)in the middle of the cycle
d)just before her period begins e)other
(19) Come nella 2°fase
3. Non uso della contraccezione
Un risultato sorprendente registrato nella Inf2 riguarda l’alta frazione di donne in coppia
(19%) e soprattutto di donne coniugate (24%) che nelle quattro settimane che hanno preceduto
l’intervista non sono ricorse alla contraccezione o comunque ad una qualche forma di regolazione
della fecondità, pur essendo in condizione di rischio di un concepimento, in quanto non incinte, né
sterili o sterilizzate e in presenza dichiarata di rapporti sessuali avuti in questo periodo. La stessa
percentuale (24%) di donne in coppia che non hanno usato la contraccezione nelle solite quattro
settimane si ritrova in una indagine successiva effettuata a Milano nell’aprile 2000 su un campione
di 900 donne e con le stesse modalità della Inf2, per quanto qui di interesse (Comune di Milano,
2000). Nella precedente indagine nazionale (Inf 1) del 1979 era emerso che il 16% delle donne
coniugate esposte al concepimento non avevano usato la contraccezione nell’intervallo di tempo
compreso tra l’intervista e l’ultima gravidanza o, se nulligravide, il matrimonio. In questa occasione
erano considerate esposte le donne non nubili ad esclusione di quelle incinte, separate, divorziate,
vedove e con impedimenti fisici, prescindendo dal chiedere se avevano avuto rapporti sessuali. Data
l’ampiezza del periodo considerato quest’ultima condizione sarebbe stata irrilevante. Invece, a
differenza della Inf2, in questa indagine il periodo di riferimento è generico, ma certamente più
lungo, in media, delle quattro settimane considerate nella Inf2, tanto da poter comprendere tra
coloro che hanno fatto uso della contraccezione nell’intervallo in parola anche le utenti occasionali
che poi eventualmente abbiano interrotto o abbandonato la contraccezione. Quindi la stima di non
uso della contraccezione che ne deriva (16%) non è incompatibile con quella più elevata (24%)
osservata nella Inf2 su un periodo più breve di quattro settimane. Tant’è che, sempre nella Inf2,
questa percentuale di non uso scende al 19% tra le donne coniugate in coppia (escluse le incinte e le
sterili), se calcolata con riferimento all’intervallo aperto compreso tra il primo rapporto sessuale (o
l’ultima gravidanza) e l’intervista. Comunque, anche quest’ultima è più alta di quella registrata
nel 1979. Insomma la percentuale di donne che non praticano la contraccezione rilevata nella Inf2
pare troppo alta e non si concilia con i bassi livelli di fecondità realizzati in questi anni in Italia. E’
necessario approfondire il significato di questo dichiarato non uso. I dati di questa indagine non
consentono di andare molto avanti su tale questione, ma al più danno qualche indizio indiretto.
Così, oltre il 60% delle donne (coniugate) non contraccettrici non hanno intenzione di avere figli
in futuro. Inoltre, due terzi di queste donne non hanno mai usato la contraccezione in passato, cioè
hanno mantenuto da tempo un comportamento non attento ad evitare concepimenti, pur non essendo
sterili. Sono indicazioni che lasciano sospettare che il non uso dichiarato sia eccessivo. Però, nello
stesso tempo ed in contrasto con ciò, tra queste donne si registrano anche frequenti situazioni di
effettivo abbandono della contraccezione, per problemi insorti a seguito dell’uso dei vari metodi
contraccettivi. Insomma queste indicazioni non sono conclusive.
L’alta percentuale registrata di non uso della contraccezione potrebbe derivare, come è
probabile, da una omessa dichiarazione del ricorso al coito interrotto o ai metodi naturali, perché
questi metodi possono non essere considerati tra i contraccettivi da parte delle rispondenti. Una
sottostima del ricorso al coito interrotto nelle varie indagini è comunque documentata in letteratura.
Un’altra possibile spiegazione della sovrastima potrebbe essere trovata in una discreta frequenza di
non dichiarazione del proprio stato di infertilità. Del resto, tra i risultati della Inf2, non sono mancati
segnali di una certa difficoltà ad ammettere il proprio stato di infertilità da parte di alcune categorie
di donne. Oppure, per converso, potrebbe essere diffusa tra le coppie una eccessiva fiducia nel
ritenersi incapaci di concepire, in modo da sentirsi legittimati a non dover far ricorso a metodi di
controllo della fecondità, salvo poi poter ricorrere all’aborto in caso di concepimento non
desiderato. Quanto importante possa essere la possibilità di poter abortire una gravidanza non
desiderata nel determinare i comportamenti contraccettivi delle donne (coppie) è una questione che
comunque merita di essere indagata. Insomma ci sono diversi aspetti di questo problema del non
uso della contraccezione che devono essere approfonditi. Ed una sezione del questionario proposto
è dedicata proprio a questo scopo.
La strategia di rilevazione proposta consiste nel ripresentare la stessa successione di quesiti
già inclusi nel questionario della Inf2, in modo da poter ritrovare un gruppo di donne, esposte al
rischio di concepire, comparabile con quello della Inf2, e poter quindi approfondire, sulla linea delle
indicazione sopra esposte, la conoscenza dei comportamenti di coloro che, in prima battuta,
dichiarano di non far uso di metodi contraccettivi.
4. Altri argomenti di rilevazione
Il questionario in parola contiene altri temi che di seguito elenchiamo brevemente.
E’ di indubbio interesse, anche per i risvolti operativi di gestione dei servizi del consultorio,
avere un quadro dell’utenza dei consultori familiari, rispetto alle caratteristiche personali delle
pazienti ed ai motivi della venuta in tale struttura. Sicuramente i medici responsabili dei vari
ambulatori conoscono le caratteristiche delle loro pazienti, ma un quadro organico esteso a tutti gli
ambulatori ginecologici della USSL, arricchito delle informazioni sull’uso della contraccezione,
sulle conoscenze della fisiologia della riproduzione e così via, certamente può tornare di grande
utilità. In particolare, tra i motivi della venuta al consultorio elencati nel relativo quesito, é incluso
il controllo preconcezionale, cioè un controllo medico di prevenzione prenatale raccomandato alla
coppia prima di iniziare una gravidanza. Pare interessante qualificare l’utenza di questo servizio
sia per una conoscenza autonoma del fenomeno, sia perché può tornare utile nel valutare gli effetti
delle azioni intraprese di incentivazioni del servizio, come ad esempio, l’esenzione dal pagamento
del ticket estesa anche ai relativi esami prescritti dal medico. Su un altro versante, si può osservare
inoltre che tale quesito sulle caratteristiche delle utenti ci consente di tener distinte le donne che
sono arrivate nel consultorio per la prima volta dalle altre già venute in precedenza. Nella analisi
delle risposte ai vari quesiti, come quelli sulla conoscenza del periodo fertile e l’uso della
contraccezione, evidentemente questa distinzione diventa indispensabile.
Altri quesiti del questionario riguardano: a) lo stato di infertilità percepita da parte delle
pazienti e, distintamente, quello effettivamente riscontrato dal medico; b) l’uso dei metodi
contraccettivi esteso anche a motivi non contraccettivi, come la regolazione del ciclo, e la
prevenzione rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili; c) la frequenza dei rapporti sessuali
estesa a tutte le donne indipendentemente dalla condizione di rischio ( quindi anche a quelle sterili);
d) infine, a coloro che fanno ricorso ai metodi naturali di controllo della fecondità è richiesto di
indicare con quale sistema individuano il periodo fertile e come lo hanno appreso.
5. I ricoveri nei reparti ostetrico-ginecologici
Abbiamo detto in precedenza che un’altra rilevazione è stata effettuata utilizzando le cartelle
cliniche dei ricoveri nei reparti nei reparti ostetrici e ginecologici delle cliniche universitarie di
Padova. Sono noti i pregi di tali informazioni anamnestiche. Senza dilungarci, è sufficiente
ricordare al riguardo che si tratta di informazioni rilasciate al medico per finalità di cura e quindi
con un soggettivo interesse da parte delle pazienti ad essere veritiere. In particolare il nostro
interesse riguarda le anamnesi delle donne ricoverate nei reparti ginecologici in età più avanzata,
dalle quali possiamo ricavare una sintesi della loro vita riproduttiva, spesso dettagliata con l’
indicazione della sequenza temporale dei singoli eventi (parti ed aborti) e dell’anno in cui sono
avvenuti, rappresentativa di quella di tutte le donne di pari età. Si suppone difatti, o quanto meno è
questo un punto che si vuole sottoporre a verifica con questa rilevazione, che il motivo del ricovero
non sia correlato con la vita riproduttiva trascorsa. Quindi il collettivo di donne ricoverate si ritiene
rappresentativo del complesso delle donne. Su questo si possono ricavare indicazioni attendibili sul
livello complessivo dell’ abortività sperimentata dalle varie generazioni nel corso della loro vita,
comprensiva di quella illegale e clandestina. D’altra parte è noto che, su questo argomento, le
informazioni retrospettive ottenute nelle varie indagini demoscopiche non sono accurate. Nella
Inf2, ad esempio, la sottostima del ricorso all’aborto è notevole: risulterebbe che solo il 4% delle
donne in età tra i 20 ed i 44 anni avrebbero avuto almeno un aborto provocato mentre dai dati
correnti Istat si ricava una stima pari al 16%. Questa discrepanza tra le due percentuali non
sarebbe riconducibile alle mancate interviste di donne del campione non trovate o che hanno
rifiutato l’intervista, perché le sostituzioni operate (avvenute con donne coniugate) se mai hanno
portato un aumento del numero degli aborti provocati, ma sarebbero dovute soprattutto a omissioni
nelle risposte (De Sandre, 2000). Anche nella Inf 1 il livello dell’ abortività riscontrata era risultato
sottostimato, come del resto è accaduto in altre indagini realizzate in Italia e altrove. In aggiunta, i
dati correnti sulle IVG pubblicati dall’Istat coprono un periodo di osservazione che si estende per
una ventina d’anni. Questi dati possono essere elaborati per età ed aggregati per generazioni, ma la
finestra disponibile non consente di avere misure finali dell’abortività delle generazioni, se non con
approssimazione, data la censura presente a destra o a sinistra nel periodo riproduttivo delle
generazioni di donne. E’appena il caso di osservare poi che le aggregazioni trasversali di questi
dati danno immagini distorte degli indicatori longitudinali, perché il fenomeno in questione è in
continua evoluzione dagli inizi degli anni ottanta, con una lunga fase in diminuzione seguita da una
ripresa negli ultimi anni. Insomma è evidente l’importanza di informazioni retrospettive di buona
qualità, come quelle rilevate nei reparti ginecologici, per conoscere le caratteristiche della
abortività.
Come detto, occorre cautelarsi che queste donne non siano un campione distorto. Una
verifica in tal senso rientra tra gli obbiettivi di questa rilevazione ed al riguardo sono state rilevate
le cause di ricovero, rispetto alle quali saranno confrontati i livelli di abortività pregressa.
In sintesi, con questa rilevazione ci si propone di: a) verificare che il collettivo non sia
selezionato; b) stimare i livelli di abortività nelle varie generazioni di donne e seguirne l’evoluzione
anche mediante un confronto con i risultati di analoghe rilevazioni effettuate nello stesso reparto
negli anni settanta; c) avere indicazioni sulla dimensione attuale dell’abortività clandestina residua,
che secondo valutazioni correnti sarebbe, in Italia, nell’ordine di trentamila aborti all’anno.
Naturalmente anche i dati raccolti presso i reparti ostetrici consentono di ottenere risultati
interessanti come, ad esempio, un approfondimento dell’abortività provocata delle donne straniere.
Riferimenti bibliografici
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.
.
Questionario per i consultori (versione 24 ottobre .2001)
Gentile signora/ina , stiamo effettuando un’indagine sull’utilizzo del consultorio e su alcuni aspetti
legati alla fecondità delle donne e ai metodi della pianificazione familiare. L’indagine è effettuata
da medici dei consultori familiari della USSL, da medici della clinica ostetrico-ginecologica
dell’Azienda Ospedaliera- Università di Padova e da ricercatori del Dipartimento di Scienze
Statistiche dell’Università di Padova. Naturalmente i risultati dell’indagine sono utilizzabili solo
per fini scientifici e sono vincolati alla massima riservatezza .La sua collaborazione e disponibilità
ci è molto preziosa. Grazie
A. GENERALITA'
Consultorio (codice)_________________________
Numero di questionario ______
Data intervista_______________________
A.1 E' questa la prima volta che si rivolge ad un consultorio familiare pubblico o privato
(questo o altri) per qualsiasi servizio?
1.Si è la prima volta che utilizzo servizi di un consultorio (vai a A3)
2.Ho utilizzato qualche altra volta i servizi di un consultorio (vai a A2)
3.Utilizzo abitualmente i servizi del consultorio (vai a A2
A.2. Per quale servizio o servizi si è rivolta al consultorio in passato?
(Sono possibili più risposte)
1.Servizio ostetrico
2.Servizio ginecologico
3. Servizio psicologico
4.Servizio di assistenza sociale
5.Servizio di assistenza infermieristica
6. Altro________________________
A.3 Quale è il motivo principale per cui oggi è venuta in questo consultorio?
1.Controllo ginecologico periodico ( senza gravidanza in corso)
2.Controllo ostetrico in corso di gravidanza
3.Visita a seguito di disturbi recentemente comparsi
4.Informazioni sulla contraccezione e/o prescrizione di farmaci per la contraccezione
5.Controllo preconcezionale ( fattori di rischio della gravidanza)
6.Problemi di sterilità o infertilità
7. Disturbi della sessualità
8.Altro____________________________________________
A.3 Negli ultimi tre anni si è mai rivolta ad un ambulatorio ginecologico di altre strutture
pubbliche (clinica, ospedale, poliambulatorio)?
1. Si
2. No
3. Non risponde
B. RELAZIONI DI COPPIA
B.1 Attualmente è coniugata o convivente,o ha comunque una relazione stabile di coppia?
1. Ne’ coniugata, né convivente e senza relazione stabile
(vai a C.1)
2.Sono sposata dal _________
(vai a C.1)
3.Convivo coniugalmente dal_________
(vai a B2)
4. Ho una relazione stabile senza convivenza dal _______ (vai a B3)
5 Non risponde
(vai a C.1)
B.2 Ha intenzione di sposarsi in futuro?
1.Progettiamo di sposarci entro 2 anni
2.Progettiamo di sposarci fra più di due anni2 anni
3.Il matrimonio è comunque escluso dai nostri progetti futuri
4.Non so al momento
5.Non risponde
(vai a C.1)
(vai a C.1)
(vai a C.1)
(vai a C.1)
(vai a C.1)
B.3 Ha in progetto di convivere o sposarsi in futuro)?
1-Progettiamo di convivere entro due anni
2. Progettiamo di sposarci entro due anni
3 Non abbiamo progetti di convivenza o matrimonio entro due anni
4 Non so
5 Non risponde
C. GRAVIDANZE E FIGLI
C.1 Ha avuto gravidanze in passato?
1.Si numero____________
2 No
(vai a C 5)
3 Non risponde
(vai a C 5)
C 2 Quanti figli ha avuto (compresi i nati morti )?
1.Numero_________
2 Non Risponde
C.3 Ha avuto aborti?
1.Si (numero)____________
2.No
(vai a C 5)
3 Non risponde (vai a C 5)
C.4.Quanti di questi aborti sono spontanei e quanti sono interruzioni volontarie di
gravidanza?
1.Aborti spontanei (numero)____________
2. Interruzioni volontarie della gravidanza (numero)___________
3. Non risponde
C.5 Attualmente lei è incinta?
1.No
(vai a C.6)
2.Non so
(vai a C.6)
3.Sì
(vai a D.15)
C.6 Che lei sappia, se volesse un (altro)figlio, sarebbe per lei fisicamente possibile concepirlo?
1.Sì certamente
(vai a C 10 se coniugata/convivente, altrimenti vai a C 11)
2.Credo di sì
(vai a C 10 se coniugata/convivente, altrimenti vai a C 11)
3.Forse potrei avere qualche difficoltà
(vai a C 7)
4.Non so
(vai a C 7)
5.No certamente
(vai a C 7)
C.7 Si è sottoposta a interventi chirurgici di sterilizzazione volontaria?
1 Si
(vai a D.1)
2 No
(vai a C.8)
3 Non Risponde
(vai a C.8)
C 8 Ha avuto interventi chirurgici o ha effettuato cure o terapie che hanno compromessa la
sua possibilità di concepire ?
1 Si
(vai a D 13)
2 No
(vai a C9)
3 Non Risponde
(vai a C9)
C 9 Ha fatto comunque analisi mediche che hanno accertata la sua impossibilità di concepire?
1 Si
(vai a D.13)
2 No
(vai a C 10 se coniugata/convivente, altrimenti vai a C 11)
3 Non Risponde
(vai a C 10 se coniugata/convivente, altrimenti vai a C 11)
(Solo se coniugata o convivente
C 10 Suo marito (o partner convivente) è fertile?)
1 Si
2 No, si è sottoposto a sterilizzazione volontaria
(vai a D.1)
3 No per motivi medici o chirurgici non volontari (vai a D.13)
4 No a seguito di accertamenti medici
(vai a D.13)
5 Non so
(vai a D.1 )
6 Non risponde
(vai a D.1)
C.11 Intende avere un (altro) figlio in futuro?
1.Si, vorrei restare incinta al più presto
2.Si, vorrei un figlio entro 2 anni
3.Si, ma non so quando
4.Forse no
5.Sicuramente no
6.Non so
D. USO ATTUALE DELLA CONTRACCEZIONE
D.1 Per evitare successive domande non pertinenti posso chiederle se nelle ultime 4 settimane
ha avuto rapporti sessuali?
1.Si (numero)_________ (vai a D.2)
2.No
(vai a D.8)
3.Non risponde
(vai a D.8)
D.2 Nelle ultime 4 settimane ha usato metodi di controllo dei concepimenti?
1.Si
2.No (vai a D.6)
D.3 Nelle ultime quattro settimane, quale metodo contraccettivo o combinazione di metodi ha
usato con maggiore frequenza o più a lungo?
1. metodo 2.metodo(eventuale)
1-Sterilizzazione donna
1
1
2-Sterilizzazione partner
2
2
3-Pillola
3
3
4-Spirale intrauterina
4
4
5-Diaframma
5
5
6-Preservativo
6
6
7-Coito interrotto
7
7
8-Astinenza periodica ( Metodi naturali
8
8:
Temperatura basale, Billings….)
9-Altro metodo (specificare) ______________
9
9
10 Non ha utilizzato un secondo metodo in combinazione
99
D.4 Nello scegliere il metodo principale ( o la combinazione di metodi) che ha utilizzato nelle
ultime 4 settimane, quanto ha considerato importanti i seguenti criteri (dare 1 se poco o niente
importante, 2 se abbastanza importante, 3 se molto importante ). Se ci sono altri criteri che
ritiene molto importanti li aggiunga:
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
h.
i.
l.
m
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
Il grado di certezza di evitare gravidanze
La facilità di utilizzo
La facilità di reperimento
La mancanza di possibili effetti collaterali
Il rispetto dei miei principi religiosi
La protezione nei confronti di possibili malattie a trasmissione sessuale
L’accordo con il partner
Il fatto che svolge anche una funzione terapeutica
Il rispetto ecologico del mio corpo
Il costo dei contraccettivi
___________________________________________________________
D.5 E quale tra i criteri sopra indicati è stato quello più importante? __________ (vai a D.9)
D.6 Durante i rapporti avuti in queste quattro settimane sono state comunque adottate alcune
precauzioni per evitare una gravidanza?
1-No, nessuna precauzione
(vai a D.7)
2-Abbiamo fatto attenzione ricorrendo al coito interrotto (vai a D.9)
3-Abbiamo avuto rapporti nei giorni ritenuti non fertili (vai a D.9)
4-Altre precauzioni____________________
(vai a D.9)
D.7 Il fatto che non ha usato metodi contraccettivi né ha adottato precauzioni durante i
rapporti avuti nelle ultime 4 settimane a quale circostanza è legato?:
1.Cercavo di avere una gravidanza
(vai a D.9)
2:Perché sono convinta che non resterò incinta
(vai a D.9)
3.Ho avuto rapporti incompleti
(vai a D.9)
4.Perché sono/siamo contraria/i all’uso dei contraccettivi
(vai a D.9)
5.Perché mi/ci piace cosi
(vai a D.9)
6.Perché abbiamo difficoltà a reperire o usare i metodi contraccettivi
(vai a D.9)
7.Perché ci sono difficoltà ad affrontare l’argomento col mio compagno (vai a D.9)
8.Per motivi contingenti, normalmente sono/siamo più attenta/i
(vai a D.9)
9.Perché è stato un rapporto non previsto
(vai a D.9)
10.Perché i contraccettivi costano troppo
(vai a D.9)
11 Perché comunque, in caso di gravidanza, posso ricorrere all’aborto
(vai a D.9)
12 Altro______________________________________________
(vai a D.9)
(Per le sole donne che NON hanno avuto rapporti sessuali nelle ultime 4 settimane (o mai).
D.8 Indipendentemente dall’aver avuto rapporti sessuali nelle ultime quattro settimane, sta
attualmente facendo uso di contraccettivi "a copertura continuativa”(pillola, spirale) per
motivi medici (di regolazione del ciclo, di prevenzione di altre malattie ) o per motivi
contraccettivi ?
1.No
2.Si, la pillola a scopo medico
3.Si, la pillola a scopo contraccettivo
4.Si, la spirale a scopo contraccettivo
D.9 Se le capitasse di rimanere incinta involontariamente, cosa farebbe:
1.Avrei il bambino e lo terrei
2.Avrei il bambino e lo darei in adozione
3.Forse abortirei
4.Sicuramente abortirei
5.Non so
6.Non risponde
ATTENZIONE: SOLO PER LE DONNE CHE HANNO DICHIARATO DI UTILIZZARE I
METODI NATURALI COME PRIMO METODO (Domanda D3 = 8). ALTRIMENTI VAI A D 15
D.10.Può dirmi come individua in pratica il suo periodo fertile del ciclo?
1- col muco cervicale
2- con la temperatura basale
3- sento l’ovulazione con un dolore caratteristico
4- con uno strumento elettronico (persona)
5- calcolo i giorni col metodo del calendario ( Ogino- Knauss………)
6- con una combinazione di questi
7- non risponde
D.11 Come ha sentito parlare per la prima volta di questo metodo?
1.Da mia madre
2.Da un’amica
3.Dal ginecologo
4.Nel consultorio
5.Nei corsi per fidanzati
6.Dalla stampa
7.A scuola
8.Altro________________
D.12 Da chi ha appreso ad usare questo metodo in pratica?
1.Da mia madre
(vai a D.15)
2.Da un’amica
(vai a D.15)
3.Dal ginecologo
(vai a D.15)
4.Nel consultorio
(vai a D.15)
5.Dai manuali
(vai a D.15)
6.Altro________________(vai a D.15)
(Solo per donne sterili o con marito / convivente sterile)
D 13 Posso chiederle se nelle ultime 4 settimane ha avuto rapporti sessuali?
1.Si (numero)_________)
2.No
3.Non risponde
D.14 Nelle ultime quattro settimane, ha comunque usato metodi contraccettivi
(eventualmente anche per fini non contraccettivi) ?
1-Pillola
2-Spirale intrauterina
3-Diaframma
4-Preservativo
5-Coito interrotto
6-Astinenza periodica ( Metodi naturali
Temperatura basale, Billings….)
7-Altro metodo (specificare) ______________
8- Nessun metodo
USO DELLA CONTRACCEZIONE IN PASSATO
:
D.15 Nel corso della sua vita ha mai utilizzato ciascuno dei seguenti metodi contraccettivi,
indipendentemente dallo scopo per cui è stato impiegato (Contraccettivo, Terapeutico; per
evitare Malattie sessualmente trasmissibili)?
(C=contracc.; T=terap.; M=mal.sess.)
1. Pillola
No
Si (C T M)
2.Spirale intrauterina
No
Si (C T M)
3.Sterilizzazione donna
No
Si (C T M)
4.Sterilizzazione partner
No
Si (C T M)
5.Coito interrotto
No
Si (C T M)
6.Metodi naturali
No
Si (C T M)
(metodo .del calendario, Billings, temp.basale)
7.Preservativo
No
Si (C T M)
8.Diaframma
No
Si (C T M)
9.Altro metodo (specif.)________ No
Si (C T M)
10 Non risponde
E. CONOSCENZA DELLA FISIOLOGIA DELLA RIPRODUZIONE E DELLE FORME
DI CONTROLLO DEI CONCEPIMENTI
E.1 Secondo lei, prescindendo dalle esperienze personali, quale è il periodo del ciclo mensile in
cui è più facile per una donna restare incinta?
1.Durante le mestruazioni
(vai a E 2)
2.Subito dopo le mestruazioni
(vai a E 2)
3.Circa a metà del ciclo mensile (vai a E 4)
4.Subito prima delle mestruazioni (vai a E 2)
5.Altra risposta
(vai a E 2)
6.Non so
(vai a E 2)
E.2 Facciamo riferimento ad una donna con un ciclo costante di 28 giorni. Secondo lei di
solito questa donna verso quale giorno del ciclo ha l'ovulazione?
_________ giorno
E.3 Ancora con riferimento a questa donna, con un ciclo di 28 giorni, ha rapporti sessuale
durante il ciclo senza usare alcuna precauzione e senza usare contraccettivi, secondo lei in
quale dei seguenti intervallo del ciclo è più probabile per lei restare incinta?
I A I
B I
C
I
D
I
E
I
I--------I-----------I---------------------------------I------------------------I--------- ----I
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
A
B
C
D
E
Non so
Non risponde
(vai a E5)
(vai a E 5)
(vai a E 5)
(vai a E 5)
(vai a E 5)
(vai a E 5)
(vai a E 5)
E.4 Ancora con riferimento a questa donna, con un ciclo di 28 giorni. Se questa ha rapporti
sessuali durante il ciclo senza usare alcuna precauzione e senza usare contraccettivi, secondo
lei in quali giorni del ciclo è più probabile per lei restare incinta? (Seguante i giorni)
I------------------------------------------------------------------------------------------ ----I
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
E.5. Secondo lei i metodi che si possono usare per evitare una gravidanza agiscono nella stessa
fase del processo riproduttivo oppure alcuni metodi impediscono che lo spermatozoo fecondi
l’uovo, mentre altri impediscono che l’uovo fecondato si fissi nella parete dell’utero?
1. Tutti nella stessa fase
2 . In fasi diverse
3 Non so
4 Non Risponde
.E 6 Secondo lei nella scelta del metodo di controllo delle nascite da parte di una donna
questo aspetto del funzionamento del metodo è importante?
1.Si, é importante
2.No, è importante che comunque sia evitata una gravidanza
3.Non mi sono mai posta il problema
4.Non so
5.No risponde
CARATTERISTICHE DELLA DONNA INTERVISTATA
F.1Data di nascita della donna intervistata ______ (mese)_______( anno)
F.2 Quale è il suo stato civile attuale?
1.Coniugata ……..
2.Nubile
3.Separata legalmente
4 Separata di fatto
5.Divorziata
6.Vedova
F.3 Residenza della donna intervistata
1 Comune di Padova: (quartiere)_________________
2 Altri comuni del circondario (comune)______________
3 Altro ________________________________________
F.4 Titolo di studio
1 Elementare
2 Media inferiore/avviamento
3 Media superiore ciclo breve (2-3 anni)
4 Medio superiore ciclo lungo (4-5 anni)
5 Diploma universitario/laurea
F.5 Professione
1 Studentessa
2 Casalinga
3 Altra condizione. non professionale
4 Operaia
5 Impiegata
6 Insegnante. elementare.
7 Insegnante . medie
8 Dirigente / docente universitaria
9 Lavoratrice autonoma
10 Libera professionista
11 Altro___________________
12 Non Risponde