Sp. «GELLI in TV

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Sp. «GELLI in TV
Anno 7 - n° 262
WWW.G IU ST IZ IA -e-L IBERTA. CO M
6 novembre 2008
G iustizia e Libertà
Distribuzione telematica
Periodico Politico Indipendente
Copia gratuita
Sp. «GELLI in TV»
DALLA
STAMPA
ITALIANA
AA. VV
(a pagina 3 - 16)
La P2
è viva
e lotta
con noi
di Marco Travaglio
(a pagina 16 - 21)
Licio
Gelli
da WIKIPEDIA
(a pagina 22 - 28)
Il Piano di
RINASCITA
NAZIONALE
dal WEB
(a pagina 29 - 34
Gli iscritti
alla
«P 2»
da WIKIPEDIA
(a pagina 35 - 48)
Dal «change» degli Usa
all’«anomalia» Italiana
di Luigi Barbato
Crediamo che la settimana che è iniziata lunedì 3
settembre scorso sarà ricordata come quella in cui si è
operato il “change” che nessuno mai poteva
immaginare possible.
Negli Stati Uniti è stato eletto come 44° Presidente
Mr. Barak Houssein Obama, un “nero” che per la sua
giovane età, 47 anni non si è ha conosciuto,sulla sua
pelle, la vera segregazione razziale che esisteva nel
sud del paese che ora governerà, solo 50 anni or sono.
Quella segregazione razziale che stabiliva, ad esempio, che i “colored”
in quanto tali non godevano realmente di diritti civili e che quando
viaggiavano sui mezzi pubblici o non avevano il diritto di sedersi, o
dovevano rimanere in una zona separate da quella che era stata
destinata ai bianchi. Era l’epoca ben descritta da Alan Parker nel suo
film “Mississippi Burning” in cui si parla di tre giovani attivisti dei
diritti civili che furono assassinati e sepolti vicino a Philadelphia
(Mississippi).
Anni in cui il reverendo Martin Luther King nel celebre discorso di
Washington (28 agosto 1963) davanti al “Lincoln Memorial”, al
termine di una Marcia di Protesta per i diritti civili, lanciò il famoso
messaggio “I have a dream” di cui il motto obamiano di questa campa
gna elettorale “Yes we can” può considerarsi il naturale seguito, la logi
ca ed ideale continuazione.
E riteniamo che, come Luther King affermò in quel celebre discorso “Il
1963 non è una fine, ma
un inizio” alludendo alla
battaglia contro il razzismo che sopravviveva
negli USA; egualmente
da Obama ci aspettiamo
che ci dimostri che il
duemilaotto non è una fine, ma un’inizio, per gli
Usa e per tutto il mondo,
di una rivalutazione di
quei valori che il bushismo (con le sue guerre,
le Twin Towers, le sue
Guantanamo ed AbuGraib) avevano distrutto.
Non possiamo neppure
immaginare che Obama
(Continua a pagina 2)
Staino (“L’Unità” 2008.11.02)
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(Continua da pagina 1)
possa aderire ad eventuali nuove richieste che potrebbero essere avanzate da gruppo di gentiluomini simili a
quelli che sottoscrissero il famoso e delinquenziale PNAC (Project for a New America Century).
(vedi GL, n.58, del 6 marzo 2004).
*****
La cosa veramente ridicola, assurda, irreale è che mentre, in questa settimana, il mondo si interrogava su ciò
che, a livello mondiale, poteva verificarsi negli USA, nella corsa alla Casa Bianca, in Italia si permetteva
che il Venerabile Maestro, dell’apprendista 1816, si esibisse su una televisione (non via cavo, beninteso)
con un programma dal titolo -abbastanza ambiguo e allusivo- “Venerabile Italia”.
E’ bene precisarlo che tale Venerabile Maestro risponde al nome di Licio Gelli, il fondatore della Loggia
“Propaganda 2”, più conosciuta come “P2”, ed autore del Piano di Rinascita Nazionale.
Un maestro che è stato pluri-condannato e non per reati di poco conto come “falso in bilancio” oramai
depenalizzato (dal suo discepolo n.1816), né per aver “corrotto giudici”, o “evaso il Fisco”. Tutti reati
questi che al giorno d’oggi, sono addirittura assurti a “meriti conquistati sul campo”.
Licio Gelli, infatti, è stato condannato con sentenza definitiva per i seguenti reati:
•
•
•
•
Procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato;
Calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola;
Tentativi di depistaggio delle indagini sulla strage alla stazione di Bologna;
Bancarotta fraudolenta (Banco Ambrosiano).
Ed in più, vi sono, fondatissimi sopetti -che a tutt’oggi non sono mai stati approfonditi- su una sua
contiguità con un altro nobile individuo degli anni ‘70: Michele Sindona, e quindi con la Mafia ed
anche con lo Ior di Marcincus e, di conseguenza, anche con quel gruppo di persone che si adoperò
a suicidare il banchiere Calvi.
Ecco, perché si può, con realismo, affermare che in un settore l’Italia berlusconiana eccelle in
modo assoluto, primeggiando senza che possano vedersi all’orizzonte outsiders che siano in grado
di farla scendere da tale piedistallo. E questo settore è l’anomalia che ci fa vedere sugli schermi
persone che dovrebbero essere evitate, messe in ombra, in modo che non possano fungere da
esempi negative da cui “lo stolto e l’ingenuo” potrebbe farsi abbindolare e prenderlo a modello.
Un interrogativo però continua a rigirarci nella mente, come è mai possible che il Maestro non è
riuscito a “sgrossare” l’apprendista 1816; farlo diventare un po’ più “civile”; renderlo un po’
meno “bauscia”; fargli capire che “il silenzio è d’oro”; fargli comprendere che altro è il
comportamento, l’educazione che ci si aspetta da “intrattenitore su navi da crociera” ed altro è
il compormento, l’educazione che dovrebbe avere un “Presidente del Consiglio”.
Riuscire in due giorni a dire due “c….te” sul neoeletto Obama, è capacità di pochi:
•
«… essendo il leader più anziano di lui gli darò dei consigli ...»
•
«… è bello giovane ed abbronzato»
Per il più possimo futuro, c’è solo da augurarsi, come si diceva un tempo, “...che dio ce la mandi
buona…”.
LB
Marmotti (“L’Unità” 2008.11.02)
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Dalla STAMPA ITALIANA di … IERI
Intervista di Concita de Gregorio su "La Repubblica" del 28 settembre 2003
Licio Gelli: «Avevo già scritto tutto
trent’anni fa»
Intervista a Gelli: “Guardo il paese leggo i giornali e dico avevo già scritto tutto
tren’anni da” - “Giustizia, TV, ordine pubblico è finita proprio come dicevo io”
di Concita de Gregorio (La Repubblica, 28. 09.2003)
Son soddisfazioni, arrivare indenni a quell'età
e godersi il copyright.
"Ho una vecchiaia
serena. Tutte le mattine parlo con le voci
della mia coscienza,
ed è un dialogo che mi
quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e
penso: ecco qua che
tutto si realizza poco
a poco, pezzo a pezzo.
Forse sì, dovrei avere
i diritti d'autore. La
giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa".
fa con la benevolenza
lieve che si riserva ai
ricordi di una stagione
propizia.
Sempre con una frase,
però, con una parola
che li fissa senza errore
ad un'origine precisa
della storia.
Quel che rende Licio
Gelli ancora spaventosamente potente è la
memoria.
Lo si capisce dopo la
prima mezz'ora di conversazione, atterrisce
dopo due.
Il Venerabile maestro
della Loggia PropaganTutto nel piano di Ri- da 2 è in grado di ricornascita, che preveggen- dare l'indirizzo completo di numero civico
za.
Tutto in quelle carte
sequestrate qui a villa
Wanda ventidue anni
fa: 962 affiliati alla
Loggia.
C'erano militari, magistrati, politici, imprenditori, giornalisti.
C'era l'attuale presidente del Consiglio, il suo
nuovo braccio destro al
partito Cicchitto: allora
erano socialisti.
della prima casa romana di Giorgio Almirante, l'abito che indossava la sua prima moglie
quel giorno che gli fece
visita a Natale, i nomi
dei tre figli di Attilio
Piccioni e da lì ricostruire nel dettaglio il
caso Montesi che vide
coinvolto uno dei tre,
ricorda il numero di
conto corrente su cui
fece quel certo bonifico
un giorno di sessant'anni fa, la targa della camionetta di quando era
ufficiale di collegamento col comando
nazista, quante volte
esattamente ha incontrato Silvio Berlusconi
e in che anni in che
mesi in che giorni, come si chiamava il segretario di Giovanni
Leone a cui consegnò
la cartella coi 58 punti
del piano R, che macchina guidava, se a Roma c'era il sole quella
mattina e chi incontrò
prima di arrivare a destinazione, che cosa gli
disse, cosa quello rispose.
Questo di ogni giorno
dei suoi 84 anni di vita,
attualmente archiviata
in 33 faldoni al primo
piano di villa Wanda,
dietro a una porta invi(Continua a pagina 4)
Chi ha condiviso
quel progetto è oggi
alla guida del paese.
"Se le radici sono
buone la pianta germoglia. Ma questo è
un fatto che non ha
più niente a che vedere con me".
Niente, certo.
Difatti quando parla di
Berlusconi e di Cicchitto, di Fini di Costanzo e di Cossiga lo
Licio Gelli nel giardino di casa a Villa Wanda
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Licio Gelli: «Avevo già scritto tutto trent’anni fa»
sibile a scomparsa.
"Ogni sera, sempre,
ho scritto un appunto
del giorno. Per il momento per fortuna
non mi servono, perché ricordo tutto. Però sono tranquillo, gli
appunti sono lì".
Il potere della memoria, ecco.
Il resto è coreografia: il
parco della villa che
sembra il giardino di
Bomarzo, con le statue
le fontane i mostri, la
villa in fondo a un sentiero di ghiaia dietro a
un convento, le stanze
con le pareti foderate
di seta, i soffitti bassi
di legno scuro, elefanti
di porcellana che reggono i telefoni rossi,
divani di cuoio da due
da tre da sette posti, di
velluto blu, di raso rosa, a elle e a emiciclo,
icone russe, madonne
italiane, guerrieri d'argento, pupi, porcellane
danesi, un vittoriano
buio con le imposte
chiuse al sole di settembre, scale, studi,
studioli, sale d'attesa
coi vassoi d'argento
pieni di caramelle al
limone.
Ma lei vive qui da
solo?.
"Sì certo solo".
E questi rumori, le
ombre dietro le
porte di vetro colorato ?
"La servitù".
Commendatore,
gli
sussurra una segretaria
pallida porgendogli un
biglietto: una visita.
"Mi scusi, mi consente di assentarmi un
attimo ?
È un vecchio amico".
Gelli è in piena attività.
Riceve in tre uffici: a
Pistoia, a Montecatini,
a Roma. Oltre che in
villa, naturalmente, ma
fino ad Arezzo si spingono gli intimi. Dedica
ad ogni città un giorno
della settimana. A Pistoia il venerdì, di solito. A Roma viene il
mercoledì, e scende an
cora all'Excelsior.
Le liste d'attesa per incontrarlo sono di circa
dodici giorni, ma dipende.
Per alcuni il rito è abbreviato.
Al telefono coi suoi segretari si è pregati di
chiamarlo "lo zio":
"La regola numero
uno è non fare mai
nomi ? insiste l'ultimo
di una serie di intermediari ? Lei non dica niente, né chi la
manda né perché. La
richiameranno.
Quando poi lo incontra vedrà: è una persona squisita. Solo:
non gli parli di politica".
Di poesia, vorrebbe si
parlasse: perché Licio
Gelli da quando ha ufficialmente smesso di
lavorare alla trasformazione dell'Italia in un
Paese "ordinato secondo i criteri del merito e della gerarchia", come lui dice,
"per l'esclusivo bene
del popolo" ha preso a
scrivere libri di poesia,
ovviamente premiati di
norma con coppe e medaglie, gli "amici" nel
'96 lo hanno anche
candidato al Nobel.
"Vorrei scivolare dolcemente
nell'oblio.
Vedo che il mio nome
compare anche nelle
parole crociate, e ne
soffro.
Vorrei che di me come Venerabile maestro non si parlasse
più.
Siamo stati sottoposti
a un massacro. Pensi
a Carmelo Spagnolo,
procuratore generale
di Roma, pensi a
Stammati che tentò di
uccidersi.
È stata una gogna in
confronto alla quale
le conseguenze di Mani Pulite sono una
sciocchezza.
In fondo Mani pulite
è stata solo una faccenda di corna.
Lei crede che la corruzione sia scomparsa ? Non vede che è
ovunque, peggio di
prima ?
Prima si prendeva
facciamo il 3 per cento, ora il 10. Io non ho
mai fatto niente di illegale né di illecito.
Sono stato assolto da
tutto. Le mie mani,
eccole, sono nette di
oro e di sangue".
Assolto da tutto non è
vero, dev'essere per
questo che lo ripete tre
volte e s'indurisce.
Indossa un abito principe di Galles, cravatta
di seta, catena d'oro al
taschino, occhiali con
montatura leggerissima, all'anulare la fede
e un grosso anello con
stemma.
Questo avrebbe detto
dunque a Montecatini,
a quel convegno a cui
l'hanno invitata e poi
non è andato ?
Dicono che Andreotti l'abbia chiamata
per dissuaderla.
"È una sciocchezza.
Andreotti non è uomo
da fare un gesto simile. Si vede che lei non
lo conosce".
Senz'altro lei lo
conosce meglio.
"Se Andreotti fosse
un'azione avrebbe sul
mercato
mondiale
centinaia di compratori. È un uomo di
grandissimo
valore
politico".
Come molti della
sua generazione.
"Molti, non tutti.
Cossiga certamente.
Non Forlani, non aveva spina dorsale. Naturalmente Almirante, eravamo molto amici, siamo stati nella
Repubblica
sociale
insieme.
L'ho finanziato due
volte: la seconda per
Fini. Prometteva molto, Fini. Da un paio
d'anni si è come appannato".
Forse un pò schiacciato dalla personalità di Berlusconi.
"Può darsi. Berlusconi è un uomo fuori
dal comune.
Ricordo bene che già
allora, ai tempi dei no
stri primi incontri, aveva questa caratteristica: sapeva realizzare i suoi progetti.
Un uomo del fare.
Di questo c'è bisogno
in Italia: non di parole, di azioni".
Vi sentite ancora ?
"Che domanda impertinente. Piuttosto.
L'editore Dino, lo conosce?, ha appena ripubblicato il mio primo libro: Fuoco! È
stata la mia opera più
sofferta, anche perché
ha coinciso con la
morte di mio fratello
nella nostra guerra di
Spagna. È un edizione pregiata a tiratura
limitata, porta in copertina il mio bassori(Continua a pagina 5)
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Licio Gelli: «Avevo già scritto tutto trent’anni fa»
(Continua da pagina 4)
lievo in argento. Ci
sono due altri solo autori in questo catalogo: il Santo padre, e
Silvio Berlusconi".
Anche Berlusconi
col
bassorilievo
d'argento ?
"Certo, guardi".
Il titolo dell'opera è
"Cultura e valori di
una società globalizzata".
Pensa che Berlusconi abbia saputo
scegliere con accortezza i suoi collaboratori ?
"Credo che in questa
ultima fase si senta
assediato. È circondato da persone che
pensano al "dopo".
Non si fida, e fa bene.
È stato giusto bonificare il partito, affidarlo a un uomo come Cicchitto. Cicchitto lo conosco bene: è
bravo, preparato".
Il coordinatore sarebbe Bondi in realtà.
"Sì, d'accordo. Credo
che anche Bondi sia
preparato. È uno che
viene dalla disciplina
di partito".
Comunista.
"Non importa. Quello
che conta è la disciplina e il rispetto della
gerarchia".
Gelli. E dunque ?
L'avevo messo per
scritto trent'anni fa
cosa fosse necessario
fare. Leone mi chiese
un parere, gli mandai
uno schema in 58
punti per il tramite
del suo segretario Valentino. Pensa che chi
voglia assaltare il comando consegni il
piano al generale nemico, o al ministro
dell'Interno? Ma comunque non è di questo che vogliamo parlare, no? Vuole anche
lei avere i materiali
per scrivere una mia
biografia? Arriva tardi: ho già completato
il lavoro con uno
scrittore di gran fama".
Su una poltrona è appoggiato l'ultimo libro
di Roberto Gervaso.
La scrive con Gervaso ?
"Ma no, ci vuole una
persona estranea ai
fatti. Se vuole le mostro lo scaffale con le
opere che mi riguardano, le ho catalogate: sono 344". Certo:
il burattinaio è un soggetto
affascinante.
"Andò così: venne
Costanzo a intervistarmi per il Corriere
della sera. Dopo due
ore di conversazione
mi chiese: lei cosa voleva fare da piccolo.
E io: il burattinaio.
Meglio fare il burattinaio che il burattino,
non le pare ?".
Ha visto il progetto di riordino del
sistema televisivo ? Sembra che ce ne
"Sì, buono".
siano diversi di
burattinai in giro
E la riforma della ultimamente.
giustizia? "
"Il burattinaio è sem-
si".
E adesso chi è ?
"Adesso? Questa è
una classe politica
molto modesta, mediocre. Sono tutti ricattabili".
Tutti ? Mettiamo: Bossi.
quello che ho fatto
per lui.
Guardi: io non devo
niente a nessuno ma
tutti quelli che ho incontrato devono qualcosa a me. Ci sono dei
ribelli a cui ho salvato
la vita, ancora oggi
quando mi incontrano mi abbracciano".
"Bossi si è creato la
sua fortezza con la
Padania, ha portato
80 parlamentari è stato bravo. Ma aveva
molti debiti... Per risollevare il Paese servono soldi, non proclami. Ho sentito che
Berlusconi ha invitato
gli americani a investire in Italia: ha fatto
bene, se qualcuno abbocca?
Ma la situazione è
molto seria. L'economia va malissimo, l'E
uropa è stata una
sventura. Non abolire
le barriere, bisognava: moltiplicarle.
Fare la spesa è diventato un problema, il
popolo è scontento.
Serve un progetto
preciso".
Ribelli ?
"Certo".
"Da Moro andai a
portare le credenziali
quando ero console
per un paese sudamericano. Mi disse: lei
viene in nome di una
dittatura, l'Italia è una democrazia. Mi
spiegò che la democrazia è come un piatto di fagioli: per cucinarli bisogna avere
molta pazienza, disse,
e io gli risposi stia attento che i suoi fagioli
non restino senz'acqua, ministro'".
"Sì, i ribelli che stavano sulle montagne, in
tempo di guerra. Io
ero ufficiale di collegamento fra il comando tedesco e quello
italiano. Ne ho salvati
tanti".
Intende partigiani.
"Li chiami come crede. Eravamo su fronti
opposti, ma quando
sei di fronte ad un amico non c'è divisa
c h e
c o n t i .
L'amicizia, la fedeltà
ad un amico viene
prima di ogni cosa".
L'amicizia, sì. La
rete. Cossiga l'ha
citata giorni fa, in
un'intervista. Ha
detto: chiedete a
Per la Rinascita Gelli cosa pensava
del Paese.
di Moro.
C'è il suo: certo
forse i 900 affiliati
alla P2 erano pochi.
"Ma cosa dice, novecento persone sono
anche troppe. Ne bastano molte meno".
Allora quelle che
ci sono ancora bastano, tolti i pentiti.
"Nessuno si è pentito.
Ho sentito che quel pre uno, non ce ne Pentiti ? A chi si rifeCordova ha detto: ma possono essere diver- risce? Costanzo, forse. L'unico. Con tutto
questo è il piano di
(Continua a pagina 6)
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Licio Gelli: «Avevo già scritto tutto trent’anni fa»
Anche in questo
caso tragicamente
profetico, per così
dire. Lei cosa avrebbe fatto, potendo, per salvare
Moro ?
"Non avrei fatto niente. Era stato fascista
in gioventù, come Fan
fani del resto, ma poi
era diventato troppo
diverso da noi. Lei ha
visto il film sul delitto
Moro ?"
piani?".
Quello di Belloc- Gli agenti dei serchio ?
vizi sono più pru"No, l'altro. Quello denti ?
tratto dal libro di Flamigni.
Ma le pare che si possa immaginare un agente dei servizi segreti che con un impermeabile bianco va
a controllare sulla
scena del delitto se è
tutto andato secondo i
moglie mi mandò un
biglietto: "Ti sono vicino nel tuo primo Natale senza di lei", capisce che pensiero?
Vorrebbe farmi una
cortesia? Se lo incontra, vuole porgergli i
miei ricordi, e i miei
saluti ?".
"Lei conosce Cossiga
? Proprio una bravissima persona.
E poi un uomo così
colto, uno capace di
conversare in tedesco.
Un uomo puro, un Concita de Gregorio
animo limpido.
La Repubblica
Dopo la morte di mia 28 settembre 2003
L'ex presidente della Repubblica parla della P2 e racconta i suoi rapporti con le logge. Il Cavaliere ?
Alla P2 per convenienza
Le confessioni di Cossiga
"Io, Gelli e la massoneria"
di Concita De Gregorio (La Repubblica, 11. ottobre 2003)
Dice che la massoneria
ha "ripreso respiro",
in Italia.
"Non nei quadri altissimi, piuttosto ai livelli intermedi dello
Stato".
Dice che la fase della
grande epurazione che
seguì lo scandalo della
P2 è finita da tempo.
"Persino Licio Gelli,
mi risulta, è stato
riammesso mesi fa
alla massoneria".
E' vero: Gelli è stato
riammesso a una delle
logge, ed ha così ripreso anche ufficialmente
la sua attività.
Un rifiorire, insomma.
Una nuova "cattedrale
invisibile" che i liberi
muratori riedificano
sulle macerie della
vecchia.
Nella biblioteca dell'appartamento privato
di Francesco Cossiga
una parete intera è dedicata a testi esoterici:
la sezione"massoneria" viene dopo quella
"Templari".
Ne conosce i capitoli e
ne cita brani a memoria.
Ha sempre avuto una
passione per i misteri,
in parecchi casi anche
un ruolo.
Per le "intelligence',
"che -sillaba- non fabbricano segreti ma
forniscono gli stru-
spie.
"A me piacciono le
spie come ad altri
piacciono i fiori", si
legge nel suo ultimo
libro, "Per carità di
patria".
Qui parla dei suoi rapporti coi massoni, con
Licio Gelli ("l'ho incontrato quattro vol-
a proposito di Moro
che Gelli lo ha chiamato in causa nella sua
conversazione con Repubblica.
Di Berlusconi e di alcuni suoi ministri e
collaboratori.
Infine della sua presunta pazzia, "una leggenda nata proprio
da un dossier che il
Sid confezionò su di
me su commissione".
Nel corso di questo incontro squilla tre volte
il telefono.
Tre persone diverse,
ogni volta l'ex presidente risponde: "Buonasera, generale".
Senatore Cossiga, lei
è massone?
"Au contraire, madame.
Una volta me lo chiese
anche un pm, voleva
impugnare la mia deposizione perché ritementi per conoscerli e te, la prima a palazzo neva che ci fosse coChigi"), coi piduisti di munanza di interessi
difenderli".
Per le reti invisibili, allora e di oggi.
fra me e l'imputato,
(Continua a pagina 7)
per i dossier e per le Parla di Moro, perché è
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Le confessioni di Cossiga "Io, Gelli e la massoneria"
(Continua da pagina 6)
massone. Io non posso
essere massone perché
sono cattolico, e credo
fermamente che le due
condizioni siano incom patibili".
Non è mai stato tentato, nessuno glielo ha
mai
proposto?
"Mai. Tutti sanno che
sono un fedele suddito
di Santa Romana Chiesa".
Tra i non massoni, è
tuttavia uno dei massimi esperti del ramo.
"Massimo non so. Ho
tre buoni motivi per
occuparmi di massoneria. Il primo è familiare: la mia famiglia materna, borghesia commerciale sassarese, ha
antiche tradizioni massoniche. Mio nonno
Antonio Zanfarini, medico e politico repubblicano, è stato Venerabile della loggia di
Sassari. D'estate quando ero ragazzo dormivo in casa sua, una volta scoprii in una libreria chiusa tutta la collezione della rivista della
massoneria italiana,
quella con la copertina
azzurra. Purtroppo poi
mia zia la distrusse".
Seconda e terza ragione.
"Seconda: la curiosità.
Terza: la cocciutaggine. Io sono un liberal,
molto rispettoso delle
idee altrui. La massoneria è stata oggetto di
grandi pregiudizi. Intendiamoci: ci sono anche associazioni sportive di ladroni, come ci
sono logge pulite e logge sporche. La massoneria
tradizionale,
quando gli altri la attaccavano io la difendevo".
Ci sarà stata poi quella sua passione per i
segreti,
per
le
"cattedrali invisibili".
"Sì, guardi comunque
che le reti di spionaggio e la massoneria sono cose diverse. La
massoneria non è un
mondo segreto, è un
mondo esoterico, non
un'associazione segreta
ma un'associazione di
se gr eti
in iz ia tic i.
Q u a nt o
a ll e
intelligence, è vero: la
Dc che era un grande
partito formava degli
specialisti. I due che
formò in questo ramo
fummo io e Peppino
Zamberletti. Amo i romanzi di Le Carrè, che
è lo pseudonimo di un
alto agente dell'intelligence inglese. Sono gli
unici verosimili. James
Bond è uno che verrebbe arrestato da un vigile urbano".
I due mondi ?
Reti spionistiche e
massoneria deviata si sono però spesso
sovrapposti. Di Gelli
si è detto che lavorasse per i servizi americani, e che facesse il
doppio gioco coi sovietici.
"Gelli non aveva legami con la Cia. Con gli
americani sì: con ambienti iperatlantici, in
chiave anticomunista.
Fare il doppio gioco è
stata sempre una delle
sue caratteristiche. E'
un uomo complesso,
Gelli. Aveva rapporti
con tutti, a destra e a
sinistra. Tra gli esponenti della P2 c'erano
uomini vicini a Moro,
a Pecchioli, a Pertini.
L'ammiraglio Torrisi
era grande amico di
Pertini, e d'altra parte
fu Teardo, altro pidui-
sta, il grande elettore erano parziali.
del presidente sociali- "E' vero, lo ha confersta".
mato anche a me. Intanto c'è quella pagina
Lei quando ha cono- mancante, quella che
conteneva i nomi del
sciuto Gelli ?
"Lo convocai a Palazzo generale Dalla Chiesa e
Chigi da presidente del di suo fratello. Fu
Consiglio. Il Corriere strappata perché se si
della Sera aveva inizia- fosse saputo che nella
to una campagna vio- P2 c'era Dalla Chiesa
lenta contro di me: era- la vicenda avrebbe ano pressioni per avere vuto tutto un altro
la famosa legge sulla spessore".
stampa. Mi dissero sottovoce: dipende da Non che non l'abbia
Gelli. Venne da me, si avuto comunque.
presentava come inge- "Guardi, le racconto un
gner Luciani. Gli chie- episodio. Io non conosi: che succede, mi di- scevo il contenuto decono che lei controlli il gli elenchi della P2.
Corriere. Mi rispose Convocai il capo di
sorridendo: ho alcuni stato maggiore dell'Arma dei Carabinieri geamici".
nerale Ferrara, gli chieDa allora vi siete fre- si cosa ne sapesse lui.
Mi rispose: niente. Poi
quentati ?
"L'ho visto quattro vol- il responsabile della
te. La seconda fu lui a sicurezza dei Viminale,
cercarmi, tramite un un socialista, mi disse
alto esponente dc. Vo- che con un'auto borleva mettermi in con- ghese il comandante
tatto con l'ammiraglio generale dell'Arma si
Massera, uno dei co- recava regolarmente ad
mandanti militari ar- Arezzo. Mi chiese se
gentini che era uscito volessi saperne di più.
dal triumvirato milita- Gli dissi di no: se avesre, e voleva rifarsi una sero scoperto che pediverginità creando nel navamo il comandante
suo paese un partito dell'Arma, s'immagina
socialdemocratico. Era ?".
massone ma non piduista. Chiesi a Massera di Senatore,
all'epoca
aiutarci ad avere le li- del sequestro Moro
ste dei desaparecidos c'erano piduisti al
detenuti nelle loro car- vertice dei Servizi e
ceri. Volevamo aiutare nel comitato di emergli italiani. Un lavoro genza che lei riuniva
in cui mi fece da me- al Viminale. Santovidiatore Lelio Basso. to, Grassini, Pelosi.
Un giorno mi portò i Non ne sapeva niente
referenti della guerri- ?
glia argentina che vive- "All'epoca non si sapevano a Parigi".
va della P2. Grassini
era un vero galantuoNon otteneste grandi mo, amico di Pecchioli.
risultati, coi desapa- Sa come si lavorava
col Pci?".
recidos.
Torniamo a Gelli. Dice che gli elenchi se- Dica.
(Continua a pagina 8)
questrati ad Arezzo
8
Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
Le confessioni di Cossiga "Io, Gelli e la massoneria"
(Continua da pagina 7)
"Io chiamavo Pecchioli, gli dicevo vorrei nominare Dalla Chiesa
capo del Servizio. Lui
andava al partito, tornava e diceva: no. Però
senta anche questo.
Quando ero presidente
della Repubblica si doveva nominare il capo
di stato maggiore della
Marina, uno dei candidati, Cervetti, aveva
fatto parte della P2.
Venne da me, e andò
da Martinazzoli, un alto esponente del Pci.
Disse: se non lo nominate non dite poi che
siamo stati noi ad impedirvelo. E' una partita fra voi e la Anselmi".
Sta dicendo che il Pci
aveva rapporti con
uomini della P2 ?
"E' stato Gelli che ha
fatto arrivare al Pci attraverso il Banco Ambrosiano il prestito per
Paese sera, o no? Una
volta ho chiesto a Gelli: ma come mai nessuno ha mai detto dei
suoi rapporti con Moro? Lo sa che Gelli si
adoperò, coi rumeni,
per farlo liberare?".
Veramente Gelli ha
detto a Repubblica
che per liberare Moro
non avrebbe fatto
niente. Ha raccontato
dell'antipatia reciproca. Ha invece manifestato grande stima
per lei, senatore.
"Io non credo che Moro abbia contestato al
diplomatico Gelli di
essere il rappresentante
di un governo autoritario: era troppo fine per
una tale grossolanità.
D'altra parte non è
nemmeno vero che la
politica di Moro dispiacesse agli Usa, al-
meno non più dal momento in cui nasce il Berlusconi ?
governo Andreotti".
"Si è iscritto per convenienza, e difatti gli è
La versione di Moro convenuto. E' complebenvoluto dagli ame- tamente a-massone. Un
ricani e di Gelli che si uomo pratico. Si figuri
adopera per liberarlo cosa gliene importa del
è per lo meno strava- rito di Osiride. E anche
la scelta che fa adesso
gante.
"La verità è sempre più dei suoi collaboratori
complessa di quel che non credo sia da riconsembra e quella che lei durre all'appartenenza
chiama stravaganza è massonica: di Cicchitto
un aspetto della storia. si fida perché è un ex
Sono convinto che la socialista come lui, e
P2 nel sequestro Moro perché conosce il monnon abbia avuto un do dei servizi segreti.
ruolo.
L'intelligence Diverso il caso di Maramericana era in con- tino".
trasto con noi perché
non volevamo trattare. Il ministro Martino?
Credo che il sequestro "Massone di piazza del
sia stato opera delle Br. Gesù, loggia elegante,
I brigatisti non voleva- liberale, piemontese.
no soldi, né scambio di Massone autentico, diprigionieri. Volevano il fatti uomo diversissiriconoscimento politi- mo da Berlusconi. Ma,
co. Sono gente di intel- scusi: non le ho racligenza e cultura supe- contato di quando
riore alla media. Li ho mandarono Pazienza
avuti qui, in questo sa- ad Hong Kong per
sputtanarmi".
lotto".
Torniamo alla massoneria. Lei dice che oggi vive una nuova primavera.
"Sì, dopo l'epurazione
operata da Armando
Corona. Fiorisce, come
da tradizione: fra le
forze armate, soprattutto Marina, nella magistratura, al ministero
dei lavori pubblici. E
molto altro, ovviamente".
Non le sfuggirà che,
nonostante
l'epurazione, le persone fisiche sono spesso le
stesse di allora.
"Non è così. Ci sono
moltissimi nuovi massoni. Inoltre fra i piduisti non erano molti i
massoni autentici. C'era gente che aveva aderito per opportunità".
"Quello del Servizio
segreto su di me. Quello in cui si dice che andavo a fare l'elettrochoc in Romania".
Ma ci andava in Romania ?
"Sì, ma non a fare l'elettrochoc. E nemmeno
ero in cura da quel famoso psichiatra di Pisa, che ho sentito al
telefono una sola volta
per un amico. E neppure faccio uso di litio.
Di farmaci antidepressivi sì, ho avuto periodi
di depressione. Ma fra
essere depresso ed essere pazzo c'è differenza. Questa faccenda
della mia pazzia l'hanno messa in giro i miei
colleghi di partito, e mi
diverte molto. Quando
ero presidente della
Repubblica si facevano
riunioni per decidere se
sottopormi a perizia
psichiatrica. Ma io parlavo così perché non
avendo dietro nessuno
del mio partito o usavo
quel linguaggio o nesNo in effetti.
"Pazienza, che non era suno sarebbe stato a
uomo della P2 ma dei sentire".
servizi, dicevano lavorasse per i servizi fran- Le picconate erano
cesi, era molto amico un'astuzia, insomma.
del nipote di Santovito. "Un espediente per dire
Un giorno lo contatta- sempre a voce alta la
rono i servizi segreti verità. Io non parlo mai
italiani perché andasse a sproposito, mi creda.
ad Hong Kong in mis- Ho buona memoria e
sione coperta. Quando una certa esperienza di
arrivò nell'albergo do- vita. Se dico che la
ve doveva attendere il massoneria in Italia sta
contatto seppe che in riacquistando vigore
quello stesso hotel sta- ho gli elementi per farvo arrivando io, che lo. Inoltre, vengo dalla
ero presidente del Se- politica e so cosa sia.
nato in predicato per il Non siamo rimasti in
Quirinale. Capì che il tanti con questo currisuo compito era di far- culum, non sembra ansi fotografare accanto a che a lei, madame ?".
me, e se ne andò. Di
sicuro anche questa Concita
storia è nel dossier".
De Gregorio
La Repubblica
Quale dossier ?
11 ottobre 2003
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
Giustizia e Libertà
9
Dalla STAMPA ITALIANA
Su ODEON TV da lunedì 3 novembre alle 22,30
Licio Gelli: «Io in tv? C'è di peggio»
Su Odeon con «Venerabile Italia»
Il «Maestro» della loggia massonica segreta P2 condurrà un suo programma.
Ospiti ? Andreotti e Dell'Utri
di Nino Luca (Corriere dalla Sera, 31 ottobre 2008)
«Io in tv? C'è di peggio». Licio Gelli, da
tutti ricordato principalmente per essere
stato il «Maestro Venerabile» della loggia
massonica segreta P2
risponde a proposito
della sua apparizione in
tv.
Anzi più che una apparizione è una conduzione vera e propria.
E come si poteva chiamare il suo programma
se non «Venerabile
Italia»?.
Sottotitolo: «La vera
storia di Licio Gelli».
Così il «Maestro» avrà
un programma tutto
suo da lunedì, alle 22.30, su Odeon tv
(Guarda il video).
uno che è stato camicia
nera e che ha aderito
anche alla Repubblicà
di Salò.
gistratura non funziona: il pubblico ministero dovrebbe arrivare da un concorso
diverso rispetto al
ANSELMI
giudice, e dovrebbero
È un fiume in piena odiarsi».
Gelli in conferenza:
«Quando mi cercavano in tutto il mondo BRIGATE ROSSE
mi trovavo in Italia. Se tornassero le BrigaUna volta, a Firenze, te Rosse come negli
quando ero all'Hotel anni di piombo troveBaglioni ho incontra- rebbero in Italia un terto in ascensore Tina reno fertile.
A chi gli chiedeva chi
Anselmi, presidente
d e ll a
Commissione
parlamentare
d'inchiesta che
aveva dato l'ordine di ricercarmi, spendendo un sacco di
soldi dei contribuenti. La saluIL
tai e scesi, deciPROGRAMMA
dendo di farle
Sarà la «voce narran- uno scherzo».
te», assieme a Lucia
Leonessi, di una «ricoMAGIstruzione inedita della I
storia dell’ultimo se- STRATI
colo, “dalla Guerra di L ’ u n i c o
Spagna agli anni ’80”, «potere forte»
dai salotti di Roma oggi operante in
alle rive del lago di Italia è comunComo, dall’epoca fa- que un potere
scista al crac del Ban- costituzionale, la
co Ambrosiano». Il M a g i s t r a t u r a :
programma, presentato «Se c’è un potevenerdì a Firenze, ve- re forte, costidrà anche la partecipa- tuzionale, è la
zione di personaggi po- magistratura litici e storici come ha spiegato Giulio Andreotti, Mar- perché quando
cello Veneziani e Mar- sbaglia non è
cello Dell’Utri. Nella previsto il riprima puntata parlerà sarcimento del
di fascismo ovvio per danno. La ma-
fossero i responsabili
delle stragi nel Paese,
Gelli ha replicato: «Le
stragi sono frutto di
una guerra tra bande,
ci sono state e ci saranno sempre perché
non c’è ordine: infatti
sono arrivate dopo gli
anni ’60. Se domani
tornassero le Br -ha
aggiunto l’ex Venerabile, concludendo- ci
sarebbero ancora più
(Continua a pagina 10)
10 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
Licio Gelli: «Io in tv? C'è di peggio» Su Odeon con «Venerabile Italia»
(Continua da pagina 9)
stragi: il terreno è
molto fertile perché le
Br potrebbero trovare molti fiancheggiatori a causa della povertà che c’è nel Paese».
SENZA
BERLUSCONI
FI FINITA
«I partiti veri non esistono più, non c'è più
destra o sinistra. A
sinistra ci sono 15
frange e la destra non
esiste. Se dovesse morire Berlusconi, cosa
che non gli auguro
perché la morte non
si augura a nessuno,
Forza Italia non potrebbe andare avanti
perchè non ha una
struttura partitica».
A proposito dell'esecutivo ha aggiunto: «Non
condivido il Governo
Berlusconi perché se
uno ha la maggioranza deve usarla, senza
interessarsi della minoranza. Non mi interessa la minoranza,
che non deve scendere in piazza, non deve
fare assenteismo, e
non ci devono essere
offese».
«Ci sono provvedimenti che non vengono presi -ha proseguito- perché sono impopolari e invece andrebbero presi: bisogna affondare il bisturi o non si può
guarire il malato.
L'immunità ai grandi
dovrebbe essere esclusa, perché al Governo dovrebbero andare persone senza
macchia e che non si
macchiano mai».
IL PIANO DI
RINASCITA
DEMOCRATICA
Per l’attuazione del
Piano di Rinascita democratica della P2, oggi, «l’unico che può
andare avanti è Berlusconi. Avevo molta
fiducia in Fini -ha
spiegato- perché aveva avuto un grande
maestro, Giorgio Almirante: oggi non sono più dello stesso avviso, perché ha cambiato. L’unico che
può andare avanti è
Berlusconi: non perché era iscritto alla
P2, ma perché ha la
tempra del grande
uomo che ha saputo
fare».
CHI È GELLI
È stato «Maestro Venerabile» della loggia
massonica segreta P2.
Qualcuno ipotizza che
Gelli era molto vicino
alla Cia.
È stato accusato di aver avuto un ruolo in
«Gladio», amico stretto del leader argentino
Peròn, dopo la scoperta
della P2, fuggi in Svizzera dove fu arrestato
mentre cercava di ritirare decine di migliaia
di dollari a Ginevra,
ma riuscì ad evadere
dalla prigione.
Fuggì quindi in Sudamerica, prima di costituirsi nel 1987.
Licio Gelli è stato condannato con sentenza
definitiva per i seguenti reati: procacciamento di notizie contenenti
segreti di Stato, calunnia nei confronti dei
magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola,
dalla Cassazione per i
tentativi di depistaggio
delle indagini sulla
strage alla stazione di
Bologna e per bancarotta fraudolenta (per il
fallimento del Banco
Ambrosiano: 12 anni).
Nino Luca
Corriere della Sera
31 ottobre 2008
Gelli e le reazioni
da www.unità.it (31.10.2008)
Tra le prime reazioni
alle dichiarazioni di
Licio Gelli c’è quella di
Sergio Flamigni, dal
1968 al'87 parlamentare del Pci, studioso del
terrorismo e degli anni
di piombo, che ha fatto parte della Commissione
parlamentare
d'inchiesta sulla loggia
massonica
segreta
messa fuorilegge nel
1982: Gelli «ha ragione di essere soddisfatto» dall'esecutivo
Berlusconi perché «il
Piano di Rinascita
della loggia P2 è diventato il programma dell'attuale governo».
«Non mi meraviglia
affatto -prosegue l'ex
parlamentare- quando esalta Berlusconi
come uomo forte del
momento e ci mette a
fianco Dell'Utri come
mente culturale: è la
P2 che continua, mi
sembra molto semplice. C'è piena coe-
renza tra il Gelli che
abbiamo conosciuto
nel passato e quello
che può essere ora.
Fondamentalmente prosegue Flamini- c’è
un pericolo per la democrazia, proprio per
il grande potere che si
è realizzato, quello
sui mezzi di informazione.
Quando dico che oggi
ha ragione di essere
soddisfatto Gelli, mi
riferisco soprattutto a
quello.
Non a caso Berlusconi
era prescelto nel campo dell'informazione.
Nel periodo di grande
forza del sistema piduista, la loggia controllava il Corriere
della Sera, un sistema
di giornali ed era il
periodo in cui partiva
la tv privata: la scelta
di Berlusconi -conclude- era quella dell'uomo del futuro in quel
campo».
Parla di «ribrezzo»
Sonia Alfano, presidente dell'associazione nazionale familiari vittime di mafia: «Il solo
nome di quell'uomo
suscita in noi tutto il
ribrezzo e lo sdegno
possibile. Che un golpista -prosegue- che
dovrebbe passare il
resto dei suoi giorni
chiuso in carcere lontano dal suolo italiano, abbia uno spazio
in tv è qualcosa di inedito nel panorama
mondiale. si lascerà
che un uomo, primo
artefice delle pagine
più nere ed indegne
della storia d'Italia,
porti il messaggio e le
perverse dottrine della massoneria deviata
in televisione».
Si augura che ìl programma non vada in
onda anche Articolo21:
«Noi non invocheremo mai censure -dice
il portavoce Giulietti ma ci sembra una
(Continua a pagina 11)
6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
11
Gelli e le reazioni
(Continua da pagina 10)
scelta non proprio felice e nel momento
meno adatto. Ci rendiamo conto -prosegue
- che molti esponenti
di quella Loggia occupano i posti più rilevanti di questo paese
a partire dal presidente del Consiglio di
cui è ben nota la sua
passata affiliazione al
la P2. Ma questo sarebbe un affronto gra
vissimo, soprattutto al
le tante persone che si
sono battute e si battono tuttora per la legalità e la trasparenza».
Licio Gelli è «uno che
ha ancora grandi capacità di condizionare e di ricattare la
politica e i suoi ex associati (alla loggia
Pd2, ndr)».
Così Libero Mancuso
commenta le dichiarazioni a tutto campo
dell'ex Venerabile della loggia P2, conduttore in pectore di un programma su una emittente tv.
Mancuso, già presidente della Corte d'Assise di Bologna e presidente della Sezione
del Riesame, si è occupato nel la sua lunga
carriera di magistrato,
di eversione, terrorismo e criminalità organizzata.
In particolare si è occupato della strage di Bologna del 2 agosto 1980 e quella dell'Italicus
del 1974, ed ha indagato su Licio Gelli, Pazienza e i vertici del Sismi.
Mancuso non ha dubbi:
Gelli «si inserisce in
un momento particolarmente delicato della vita del Paese» per
riproporre «la sua vecchia mercanzia logora
ed eversiva».
«Tornano i fantasmi
del passato ed è inquietante che vada in
onda l'autocelebrazione di Licio Gelli e un
nuovo tentativo di inquinare la vita pubblica».
Lo afferma Rosi Bindi,
Pd, vice presidente della Camera.
«Non abbiamo mai
avuto dubbi -aggiunge- su chi era davvero
Berlusconi e sulla sua
iscrizione alla P2. Di
questo dobbiamo essere tutti grati a Tina
televisiva e che una
rete privata presenti
in pompa magna un
tal avvenimento. Non
si tratta di volontà di
censura ma di difesa
della legalità e della
democrazia italiana»,
dice Anna Finocchiaro.
La presidente del gruppo Pd al Senato aggiunge: «Detto questo,
tr o vo
al tr et t an to
sconcertante che dal
Popolo delle Libertà
non giunga una parola a commento delle
dichiarazioni di Gelli
che, tra le tante cose
gravi dette, indica
«Ma possibile che Ber
lusconi non senta nessun imbarazzo ?
Viene quasi il sospetto
che questo silenzio sia
una sorta di assenso
alle farneticanti teorizzazioni del capo
della P2. Mi auguro
che arrivi al più presto una presa di distanza da parte del
Cavaliere e dei suoi
portavoce.
L'Italia -conclude Finocchiaro- ha bisogno
di trasparenza, legalitàe rispetto della democrazia e non certo
di nuovi veleni».
Infine, il capogruppo
dell'Italia dei Valori
alla Camera, Massimo
Donadi, attacca il governo dopo le affermazioni dell'ex venerabile
Licio Gelli.
«Si vuole sdoganare
persino l’eversione, è
una vergogna nazionale -dice Donadi-.
Non c’è da stupirsi
per le parole di Licio
Gelli sulla possibilità
che Berlusconi porti
avanti il suo piano di
rinascita democratica. È dall’inizio della
legislatura che sosteniamo questa tesi. Il
programma di governo di Berlusconi ed il
piano di Gelli sono la
stessa cosa. Berlusconi
e la sua maggioranza
-conclude il capogruppo Idv- si esprimano
con chiarezza su questa vicenda gravissima, che è un vero
schiaffo alla nostra
storia ed alle nostre
istituzioni. Sinora il
loro silenzio è sconcertante di fronte al
riemergere di un passato
antidemocratico».
Anselmi che ha avuto
il coraggio di scoperchiare la trama pidduista. Dopo i suggerimenti di Cossiga su
come condizionare il
movimento degli studenti e le dichiarazioni di Gelli dobbiamo
essere ancora più avvertiti e vigilanti sui
rischi che corre la nostra democrazia».
«Trovo sconcertante
che un personaggio
come Licio Gelli diventi una sorta di star
nell'attuale capo del
governo l'unico erede
del 'Piano di rinascita
democraticà. È gravissimo che un personaggio come Gelli possa nuovamente parlare in pubblico di questioni così importanti
per la vita del nostro
Paese.
Ma è altrettanto grave -sottolinea- che dal
Popolo delle Libertà
non giunga un commento o una voce a www.unità.it
prender le distanze». 31.10.2008
12 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
L’Associazione Famiglie delle Vittime di Mafia: «INIZIATIVA INDEGNA»
Gelli in tv, il PD fa appello all’AGCOM
Vita : «Conferma successo del Piano».
Libero Mancuso: «È ancora in grado di condizionare la politica»
da www.corriere.it (31.10.2008)
Il ritorno sulla scena di
Licio Gelli, il Gran
Maestro della loggia
P2, che condurrà un
programma su Odeon
Tv, non passa sotto silenzio nei palazzi della
politica.
L'opposizione
grida
allo scandalo, la maggioranza tace.
E l'Associazione familiari delle vittime di
mafia attacca l’«indegna iniziativa»: «Il
solo nome di quell'uomo suscita in noi tutto il ribrezzo e lo sdegno possibile».
Viene chiamato in causa il premier Silvio
Berlusconi, definito da
Gelli, «l'unico che
può andare avanti»
nel Piano di Rinascita
democratica della P2.
Anna Finocchiaro del
Pd si chiede se «è possibile che Berlusconi
non senta nessun imbarazzo. Trovo inoltre sconcertante che
un personaggio come
Licio Gelli diventi una sorta di star televisiva e che una rete
privata presenti in
pompa magna un tal
avvenimento».
Marcello Dell'Utri, definito dall'ex Gran Maestro «una bravissima
persona, onesta e di
profonda
cultura»,
chiarisce di non avere
alcuno rapporto con
Gelli: «Non ci ho mai
parlato. Può
dire
quello che vuole, noi
occupiamoci di cose
serie».
«INTERVENGA
AGCOM»
Il restio della maggioranza tace, ma dall'opposizione si alzano voci di forte preoccupazione.
Come quella di Vincenzo Vita (Pd): «Il ritorno sulla scena politica
e televisiva di Licio
Gelli è la tragica conferma dell'incredibile
successo che ha avuto
l'eversivo Piano di
Rinascita di tanti anni fa. Attenzione a
non prendere sotto
gamba le dichiarazioni di Gelli perché altro non sono che il
sintomo di una profonda crisi della nostra vita democratica».
Secondo il senatore pd
«la conduzione di una
trasmissione televisiva è verosimilmente
illegale essendo stata
messa fuori legge a
suo tempo la P2. C'è
quindi da sperare che
già nelle prossime ora
l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni
intervenga
seccamente su tale caso».
Anche la Federazione
nazionale della stampa chiede l'intervento
dell'Agcom: «È un vero e proprio insulto
alla storia di questa
nostra nazione e un
affronto gravissimo al
mondo dell’informazione. Il sindacato dei
giornalisti
italiani
chiede che nessun
giornalista si presti
ad operazioni così
scandalose e si fa promotore di una precisa
richiesta di intervento
del presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni».
«CONDIZIONA
POLITICI»
Durissimo il commento di Libero Mancuso,
già presidente della
Corte d’Assise di Bologna e presidente della Sezione del Riesame, che si è occupato
di eversione, terrorismo e criminalità organizzata indagando in
particolare sulla strage
di Bologna del 1980 e
su quella dell'Italicus
del 1974, su Licio Gelli,
Pazienza e i vertici del
Sismi.
Per Mancuso Licio Gelli
è «uno che ha ancora
grandi capacità di
condizionare e di ricattare la politica e i
suoi ex associati (alla
loggia P2, ndr). Gelli
si inserisce in un momento particolarmente delicato della vita
del Paese per riproporre la sua vecchia
mercanzia logora ed
eversiva».
«VERGOGNA
NAZIONALE»
«Si vuole sdoganare
persino l'eversione, è
una vergogna nazionale -attacca il capogruppo alla Camera del
l'Italia dei Valori Massimo Donadi- Non c'è
da stupirsi per le parole di Licio Gelli sulla
possibilità che Berlusconi porti avanti il
suo Piano di rinascita
democratica. Il programma di governo
di Berlusconi e il piano di Gelli sono la
stessa cosa. Berlusconi
e la sua maggioranza
si
esprimano
con
chiarezza su questa
vicenda gravissima,
che è un vero schiaffo
alla nostra storia e alle nostre istituzioni.
Sinora il loro silenzio
è sconcertante di fron
te al riemergere di un
passato antidemocratico».
«FANTASMI
DEL PASSATO»
Secondo Rosy Bindi,
vicepresidente
della
C am era
del
P d,
«tornano i fantasmi
del passato ed è inquietante che vada in
onda
l'autocelebrazione di Licio Gelli e
un nuovo tentativo di
inquinare la vita pubblica. Non abbiamo
mai avuto dubbi su
chi era davvero Berlusconi e sulla sua iscrizione alla P2.
Di questo dobbiamo
essere tutti grati a Tina Anselmi che ha avuto il coraggio di
scoperchiare la trama
piduista.
Dobbiamo essere ancora più avvertiti e
vigilanti sui rischi che
corre la nostra democrazia».
E Marco Minniti, ministro ombra dell'Interno
del Pd: «Licio Gelli,
(Continua a pagina 13)
6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
13
«Berlusconi ? Può attuare mio piano»
Bufera per frasi di Gelli, il Pd insorge
L’ex capo della Loggia P2: «bene il decreto della Gelmini,
rimetteràordine nella scuola» - Finocchiaro: «Ora il premier
prenda le distanze»
da www.lastampa.it (31.10.2008)
Lunedì prossimo la prima
puntata
di
"Venerabile Italia", in
onda su Odeon Tv, e
Licio Gelli sale in cattedra.
Il Gran Maestro della
Loggia P2, alla conferenza stampa di presentazione della trasmissione, parla di scuola e
magistratura, di governo e del Piano di Rinascita Democratica.
Gelli come una star televisiva ?
Immediata e puntuale
scoppia la polemica.
A dar fuoco alle polve-
Gelli in tv, il PD fa
appello
all’AGCOM
(Continua da pagina 12)
riesumato dalla naftalina, conferma il
suo profilo di pericoloso eversore, così come l'Italia lo ha conosciuto nei decenni
passati».
Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21:
«Ci auguriamo che
Oden TV voglia riflettere se sia il caso di
affidare a un signore
come Licio Gelli la
conduzione di una
trasmissione televisiva. Noi non invocheremo mai censure,
ma ci sembra una
scelta non proprio
felice e nel momento
meno adatto».
www.corriere.it
31.10.2008
ri, è il Venerabile, che
da Firenze da il suo
giudizio sui temi di attualità.
E non solo.
«In linea di massima
sono d’accordo con la
riforma Gelmini perchè ripristina un pò
di ordine».
Secondo Gelli, «il maestro unico è molto importante
perchè,
quando c’era, conosceva l’alunno» e poi
«il tema dell’abbigliamento è importante
perchè l’ombelico di
fuori non dovrebbe
essere consentito».
Quanto alle manifestazioni
studentesche,
«non ci dovrebbero
essere: gli studenti
dovrebbero essere in
aula a studiare, bisognerebbe proteggere
chi vuole studiare sostiene Gelli- Nelle
piazze non si studia:
se viene garantita la
libertà di scioperare,
dovrebbe essere tutelato anche chi vuole
studiare, e molti in
piazza non ne hanno
voglia» e «dovrebbe
essere proibito portare i bambini in piazza
perchè così non crescono educati».
Dalla scuola al Piano
di Rinascita Democratica della P2:
«L’unico che può andare avanti è Berlusconi -sostiene l’ex
Venerabile- non perchè era iscritto alla P2
ma perchè ha la tempra del grande uomo
che ha saputo fare,
anche se ora è in mo-
mento di debolezza
perchè usa poco la
maggioranza parlamentare.
Avevo molta fiducia
in Fini -aggiunge Gelliperchè aveva avuto
un grande maestro,
Giorgio
Almirante.
Oggi non sono più
dello stesso avviso,
perchè ha cambiato».
Comunque, «tutti si
sono abbeverati al
Piano di rinascita democratica, tutti ne
hanno preso spunto.
Mi dovrebbero pagare i diritti, ma non fu
possibile depositarli
alla Siae...» ha ironizzato.
Quanto alla politica attuale, «i partiti veri
non esistono più, non
c’è più destra o sinistra.
A sinistra ci sono 15
frange e la destra non
esiste. Se dovesse morire Berlusconi, cosa
che non gli auguro
perchè la morte non
si augura a nessuno,
Forza Italia non potrebbe andare avanti
perchè non ha una
struttura partitica», è
il pensiero di Licio Gelli.
«Ci sono provvedimenti che non vengono presi -accusa Gelliperchè sono impopolari e invece andrebbero presi: bisogna
affondare il bisturi o
non si può guarire il
malato. L’immunità
ai grandi dovrebbe
essere esclusa, perchè
al Governo dovrebbero andare persone
senza macchia e che
non si macchiano
mai».
Sul fronte terrorismo,
Gelli sostiene che «se
tornassero le Br ci sarebbero ancora più
stragi: il terreno è
molto fertile perchè le
Br potrebbero trovare molti fiancheggiatori a causa della povertà che c’è nel Paese».
Quanto ai poteri forti,
«se oggi in Italia c’è
un potere forte, costituzionale, è la magistratura,
perchè
quando sbaglia non è
previsto risarcimento
del danno -denuncia
l’ex Venerabile della
P2- In Italia poteri
forti ora non ce ne sono e non ce ne sono
mai stati. Oggi la
massoneria non esercita nessun potere. Ci
sono tre, quattro comunioni che contano
e che dovrebbero chie
dere che gli elenchi
dei massoni non debbano essere consegnati al commissariato.
La massoneria dovrebbe prendere dallo
Stato non il segreto
ma la riservatezza. La
P2 era riservata, non
segreta, ed è stata
perseguitata per distogliere l’attenzione
da altre questioni».
Il centrosinistra grida
allo scandalo.
«Tornano i fantasmi
del passato ed è inquietante che in vada
in onda l’autocelebrazione di Licio Gelli e
(Continua a pagina 14)
14 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
«Berlusconi ? Può attuare mio piano»
un nuovo tentativo di
inquinare la vita pubblica», afferma la parlamentare del Pd e vice
presidente della Camera, Rosy Bindi. «Non
abbiamo mai avuto
dubbi su chi era davvero Berlusconi -aggiunge la Bindi- e sulla
sua iscrizione alla P2.
Anna Finocchiaro trova
«sconcertante che un
personaggio come Licio Gelli diventi una
sorta di star televisiva
e che una rete privata
presenti in pompa
magna un tal avvenimento. Non si tratta
di volontà di censura
ma di difesa della legalità e della democrazia italiana», dice
la presidente del gruppo del Pd al Senato.
«Detto questo -aggiunge- trovo altrettanto
sconcertante
che dal Popolo delle
Libertà non giunga
una parola a commento delle dichiarazioni di Gelli che, tra
le tante cose gravi
dette, indica nell’attuale capo del Governo l’unico erede del
"Piano di Rinascita
Democratica"».
Il Pd attacca: «È gravissimo che un personaggio come Gelli
possa
nuovamente
parlare in pubblico di
questioni così importanti per la vita del
nostro Paese. Ma è
altrettanto grave che
dal Popolo delle Libertà non giunga un
commento o una voce
a prender le distanze».
«Ma possibile che
Berlusconi non senta
nessun
imbarazzo?
Viene quasi il sospetto che questo silenzio
sia una sorta di assenso alle farneticanti
teorizzazioni del capo
della P2. Mi auguro
che arrivi al più presto una presa di distanza da parte del
Cavaliere e dei suoi
portavoce.
L’Italia -conclude Finocchiaro- ha bisogno
di trasparenza, legalitàe rispetto della democrazia e non certo
di nuovi veleni». Per
il senatore del Pd
Vincenzo Vita «il ritorno sulla scena politica e televisiva persino di Licio Gelli è la
tragica conferma di
quello tanti da tempo
supponevano, ovvero
l’incredibile successo
che ha avuto l’eversivo piano di tanti anni
fa».
Per il capogruppo Idv
alla Camera, Massimo
Donadi, «si vuole sdoganare persino l’eversione, è una vergogna
nazionale. Non c’è da
stupirsi per le parole
di Licio Gelli sulla possibilità che Berlusconi
porti avanti il suo
piano di rinascita democratica. È dall’inizio della legislatura
che sosteniamo questa
Gelli al Governo non è
stato da nessuno richiesto. È evidente
che un personaggio
come il piduista Licio
Gelli, screditato quanto basta, sa benissimo
che un suo apprezzamento si traduce subito in veleno per lo
sfortunato destinatario che lo riceve. Lo
strepito che qualcuno
sta facendo intorno
alle sue parole mi
sembra perciò il frutto di assoluta malafede.
Anzi -osserva Napolimi spinge a chiedermi: ma Gelli per conto
di chi parla e di chi
lavora ?
Sicuramente non parla e non lavora per il
governo. Le sue parole e la vicenda del suo
possibile ritorno in
Tv sono circostanze
davvero inquietanti
sulle quali sarebbe
bene che si facesse un
pò di luce.
Chi gli dà credito lo
fa per pescare nel torPer il Pdl replica O- bido».
svaldo Napoli, vicecapogruppo alla Camera. www.lastampa.it
«Il sostegno di Licio
tesi. Il programma di
governo di Berlusconi
e il piano di Gelli sono
la stessa cosa».
«È normale -prosegue
Donadi- che Gelli lodi
il suo vecchio discepolo Berlusconi e che
gioisca nel vedere realizzato il suo torbido
piano. Sarebbe da
stupirsi del contrario.
Nonostante questo la
presenza di Gelli in
televisione e le sue parole dovrebbero provocare un moto d’indignazione in ogni
sincero democratico
di questo Paese.
Berlusconi e la sua
maggioranza -conclude il capogruppo Idvsi esprimano con chia
rezza su questa vicenda gravissima, che è
un vero schiaffo alla
nostra storia ed alle
nostre istituzioni. Sinora il loro silenzio è
sconcertante di fronte
al riemergere di un
passato antidemocratico».
Conferenza stampa a Firenze dell'ex Gran maestro della P2
Presentazione del programma 'Venerabile Italia', in onda da
lunedì su Odeon Tv
Gelli, la P2 e il Piano di Rinascita nazionale
Scoppia il caso sull’ex
Venerabile in TV
"Solo Berlusconi può proseguire il mio progetto. Usi la sua maggioranza"
Il Pd insorge e attacca: "Il presidente del Consiglio non ha nulla da dire?"
da L’Unità, 31.10.2008
Nell'attuazione
del
Piano di rinascita democratica
"l'unico
che può andare avanti è Berlusconi".
Lo ha detto l'ex Gran
maestro della P2. Licio
Gelli, a Firenze, dove
ha presentato il pro-
gramma tv 'Venerabile Italia'.
Gelli sarà protagonista
di una ''ricostruzione
inedita'' della storia
del Novecento in Italia:
dalla Guerra di Spagna
agli anni Ottanta, dalla
P2 al crack del Banco
Ambrosiano.
La conduttrice e autrice del programma Lucia Leonessi ha raccolto le testimonianze di
Gelli a Villa Wanda, di
Giulio Andreotti, Marcello Veneziani e Mar-
6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
15
Gelli, la P2 e il Piano di Rinascita nazionale
cello Dell'Utri.
Lo stesso Gelli sarà in
studio per l'ultima puntata, dedicata alla sua
attività di poeta.
Le otto puntate da lunedì prossimo fino a
dicembre andranno in
onda su Odeon Tv.
Gelli, nel corso della
conferenza stampa, ha
risposto alle domande
dei cronisti su passato
e presente d'Italia, passando dalla riforma del
la scuola alla politica,
fino alle vicende giudiziarie di
Marcello
Dell'Utri.
Politica
A proposito del giudizio di Berlusconi e del
suo Piano di rinascita
democratica, Gelli ha
chiarito che il premier
è "l'unico che può andare avanti non perché era iscritto alla P2
ma perché ha la tempra del grande uomo
che ha saputo fare,
anche se ora è in momento di debolezza
perché usa poco la
maggioranza parlamentare".
Gelli ha quindi precisato di non condividere il
governo
Berlusconi
"perché se uno ha la
maggioranza deve usarla, senza interessarsi della minoranza''. Gelli ha anche
commentato il cosiddetto 'Lodo Alfano':
"L'immunità ai grandi dovrebbe essere
esclusa, perché al Governo dovrebbero andare persone senza
macchia e che non si
macchiano mai''.
Fini.
''Avevo molta fiducia
in Fini -ha detto Gelliperché aveva avuto
un grande maestro,
Giorgio Almirante.
Oggi non sono più
dello stesso avviso,
perché ha cambiato''.
Partiti
Quanto ai partiti, ai
giornalisti che gli chiedevano se ci sia una
forza politica che ha
messo in pratica il Piano rinascita democratica, Gelli ha risposto che
''tutti si sono abbeverati, tutti ne hanno
preso spunto'', però,
ha notato, ''i partiti
veri non esistono più,
non c'è più destra o
sinistra. A sinistra ci
sono 15 frange e la
destra non esiste. Se
dovesse morire Berlusconi, cosa che non gli
auguro perché la mor
te non si augura a nes
suno, Forza Italia non
potrebbe andare avanti perché non ha
una struttura partitica''.
scioperare dovrebbe
essere tutelato anche
chi vuole studiare, e
molti in piazza non ne
hanno voglia. Dovrebbe essere proibito di
portare i bambini in
piazza perchè così
non crescono educati".
"Dell'Utri ? bravissimo".
"Marcello Dell'Utri è
una bravissima persona, onesta e di profonda cultura, non
credo che sia mafioso", ha detto l'ex Gran
maestro. "C'è una
sentenza che Dell'Utri
si trascina dietro -ha
aggiunto- e che sarà
tirata fuori al momento opportuno perché tutto è guidato.
La
magistratura
prende decisioni su
teoremi e non su proRiforma Gelmini. ve e su Dell'Utri il pro"In linea di massima cesso non ha fatto
sono d'accordo con la chiarezza".
riforma Gelmini perché ripristina un po' Magistratura
di ordine", ha detto "Se oggi in Italia c'è
l'ex Gran maestro della un potere forte, costiP2. "Il maestro unico tuzionale, è la magiè molto importante - s t r a t u r a ,
perché
ha spiegato- perché, quando sbaglia non è
quando c'era, cono- previsto risarcimento
sceva l'alunno. Poi il del danno".
tema
dell'abbigliamento è importante Stragi e terrorismo
perché l'ombelico di "Le stragi ci sono
fuori non dovrebbe sempre state e ci saessere consentito, e ranno sempre perché
poi la confidenza tra non c'è ordine: infatti
alunno e professore sono arrivate dopo gli
dovrebbe essere limi- anni '60. Se domani
tata".
tornassero le Br ci sarebbero ancora più
"Studenti in aula e stragi: il terreno è
non in piazza".
molto fertile perché le
E a proposito della ma- Br potrebbero trovanifestazioni di piazza re molti fiancheggia"non ci dovrebbero tori a causa della poessere, gli studenti do- vertà che c'è nel paevrebbero essere in au- se".
la a studiare -ha sotto- Secondo Gelli "le stralineato Gelli-.
gi sono frutto di guerNelle piazza non si ra tra bande".
studia; se viene garantita la libertà di Massoneria
"In Italia -ha sottolineato Gelli- poteri forti
ora non ce ne sono e
non ce ne sono mai
stati. Oggi la massoneria non esercita
nessun potere. Ci sono tre, quattro comunioni che contano e
che dovrebbero chiedere che gli elenchi
dei massoni non debbano essere consegnati al commissariato".
"La P2 era riservata,
non segreta, ed è stata
perseguitata per distogliere l'attenzione
da altre questioni".
Reazioni
Per Anna Finocchiaro,
capogruppo del Pd
al
Senato,
è
"sconcertante che dal
Popolo delle Libertà
non giunga una parola a commento delle
dichiarazioni di Gelli
che, tra le tante cose
gravi dette, indica nel
l'attuale capo del governo l'unico erede
del Piano di rinascita
democratica".
"È dall'inizio della
legislatura che sosteniamo questa tesi: il
programma di governo di Berlusconi ed il
piano di Gelli sono la
stessa cosa", afferma
il capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo
Do nadi.
"Tornano i fantasmi
del passato ed è inquietante che in vada
in onda l'autocelebrazione di Licio Gelli e
un nuovo tentativo di
inquinare la vita pubblica", afferma Rosy
Bindi, del Pd, vicepresidente della Camera.
La Repubblica
31 ottobre 2008
16 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
Licio Gelli e la P2:
«Il mio erede ? È Berlusconi»
da L’Unità, 01.11.2008
Adesso ha un programma tutto suo su Odeon
tv e sfrutta la rinnovata
ribalta per passare il
testimone.
Licio Gelli, capo della
loggia massonica P2,
non ha dubbi: per l'attuazione del Piano di
Rinascita democratica
della P2, «l'unico che
può andare avanti è
Berlusconi».
L’investitura arriva durante la conferenza
stampa di presentazione di Venerabile Italia,
il programma che Gelli
condurrà sull’emittente
tv: «L'unico che può
andare avanti è Berlusconi: non perché
era iscritto alla P2,
ma perché ha la tempra del grande uomo
che ha saputo fare,
anche se ora mostra
un po’ di debolezza
perché non si avvale
della
maggioranza
che puntata Giulio Andreotti, Marcello Veneziani e
Marcello Dell'Utri.
Sembra una barzelletta. Si parlerà di fascismo.
Invece è una vergogna.
Forse, per chiarire il
Soprattutto perché a contesto, è utile ricorGelli viene regalata u- dare la sua fedina pena tribuna tutta per sé. nale.
parlamentare
ha».
Il tema del programma
sarà la storia d'Italia.
Il capo della loggia
massonica P2 racconterà la sua versione, magari sulla strage di Bologna, per cui è stato
condannato per depistaggio.
O sulla repubblica di
Salò a cui aderì, o su
Gladio, o su qualsiasi
delle pagine grigie (se
non nere) dalla storia
del nostro paese a cui
Gelli è legato.
Il programma ha già
degli ospiti,
Anche questi poco fantasiosi: per la prima
Licio Gelli è stato
condannato
con
sentenza definitiva
per i seguenti reati:
procacciamento di
notizie
contenenti
segreti di Stato, calunnia nei confronti
dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola, tentativi di depistaggio
delle indagini sulla
strage alla stazione
di Bologna e Bancarotta
fraudolenta
(per il fallimento del
Banco Ambrosiano
è stato condannato
a 12 anni).
Se lui considera Berlusconi il suo erede più
credibile non abbiamo
troppo di che stare
tranquilli.
Anche perché, come se
non bastasse quello che
sta facendo, Gelli dà
anche consigli al suo
“figliol prodigo”: «Se
uno ha la maggioranza deve usarla, senza
interessarsi della minoranza. Non mi interessa la minoranza,
che non deve scendere in piazza, non deve
fare assenteismo, e
non ci devono essere
offese. Ci sono provvedimenti che non
vengono presi perché
sono impopolari, e
invece
andrebbero
presi: bisogna affondare il bisturi o non si
può guarire il malato».
♣
Testo integrale dell’intervento, 3.novembre 2008
La P2 è viva e lotta con noi
Vita : «Conferma successo del Piano».
Libero Mancuso: «È ancora in grado di condizionare la politica»
di Marco Travaglio
www.beppegrillo.it/2008/11/passaparola_lun_2/index.html?s=n2008-11-03
Buongiorno a tutti.
Stavo scartabellando tra le mie carte che riguardando la P2, perché voi sapete che la P2
non dico che sta tornando, bisognerebbe presupporre che se ne sia mai andata e in realtà è
sempre stata qui e lotta sempre insieme a noi.
Purtroppo chi è nato dopo il ritrovamento delle
liste ne ha sentito parlare ma non ha vissuto
quel clima.
Ricordo che le liste della P2 furono ritrovate
negli uffici di Castiglion Fibocchi del venerabile maestro Licio Gelli nel marzo del 1981 dalla
guardia di finanza, mandata da due magistrati
Forse sarebbe interessante capire le ragioni del- milanesi, Giuliano Turone e Gherardo Colomla preoccupazione di alcuni a proposito del ri- bo.
torno di Licio Gelli in televisione al posto di
Aldo Biscardi -l'evoluzione della specie è note- Che cos'era la P2, anzitutto ?
vole- e che cosa fosse la P2.
Era una loggia partita regolare del Grande O(Continua a pagina 17)
6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
17
Licio Gelli e la P2: «Il mio erede ? È Berlusconi»
(Continua da pagina 16)
riente d'Italia, divenuta border line e alla fine,
dopo la scoperta di quello che aveva combinato, addirittura sconfessata dal Grande Oriente
d'Italia.
Licio Gelli fu considerato un deviazionista rispetto alle regole: era una loggia non soltanto
riservata
ma
super
segreta.
Era una loggia "atlantica", cioè di fedelissimi
dell'alleanza atlantica e quindi molto gradita
agli Stati Uniti: Gelli presenziò ai festeggiamenti per l'elezione di Carter, quindi dell'elezione di un Presidente del Partito Democratico,
era molto legato ai generali argentini e ai dittatori del Sudamerica.
Ai tempi della guerra di liberazione in
Italia era contemporaneamente fascista
e antifascista, naturalmente si fingeva
antifascista ma svolgeva il ruolo di doppiogiochista che poi
è sempre stato il
suo.
La P2 non era affatto un'organizzazione eversiva nel senso che volesse rovesciare l'ordine costituito: in realtà voleva conservare e stabilizzare
l'ordine
costituito.
Non a caso il Piano
di Rinascita, racconta Gelli, era un po' il programma politicoistituzionale stilato da Gelli e dai suoi consulenti alla fine degli anni Settanta, in gran segreto.
Fu consegnato al Capo dello Stato di allora,
Giovanni Leone, e Gelli era intimo di molti uomini politici come Andreotti, incontrò spesso
Claudio Martelli, ebbe rapporti con Bettino
Craxi.
Non era affatto un'avversario dell'ordine costituito per rovesciarlo: era una loggia eversiva in
quanto, per conservare e cristallizzare lo status
quo era disposta a svuotare dall'interno la Costituzione e la democrazia italiane per trasformarle in qualcosa d'altro, in un modello di Stato autoritario moderno sempre governato dagli
stessi: Democrazia Cristiana, Partito Socialista
e alleati e impedire l'avvento dei comunisti.
terci qualche militare.
Assolutamente no, non ce n'era bisogno: tentavano di mantenere le cose come stavano impedendo quel ricambio al vertice del governo che
avrebbe potuto finalmente regalare anche all'Italia un'alternanza e quindi bonificare un po'
l'aria fetida che si respirava negli stessi palazzi
dopo 50 anni che erano occupati dalle stesse
persone.
Questa è la premessa.
Qual era il Piano di rinascita democratica? Oggi va così di moda ma soltanto perché Gelli
l'altro giorno ha ripetuto quello che aveva già
detto a me, in un'intervista che gli avevo fatto
per il Borghese di
Daniele Vimercati e
poi aveva ripetuto a
Concita De Gregorio in una famosa
intervista di quattro
anni fa a Repubblica: "il Piano di Rinascita è ormai il
modello
seguito
dal centrodestra e
da una parte del
centrosinista. Non
c'è più bisogno di
tenerlo nascosto,
perché tutti dicono
le stesse cose che
dico io ma lo dicono pubblicamente
mentre io ero costretto a nascondermi" a fare tutto
"aumma aumma".
Non è un caso se il Piano di Rinascita fu ritrovato, credo nel 1983 se non ricordo male, per
puro caso durante una perquisizione a Fiumicino nel doppio fondo della valigia della figlia di
Gelli.
Non era un documento pubblico, non circolava,
non veniva annunciato e proclamato in televisione: oggi invece è stato completamente sdoganato e anzi Gelli, sia a me che a Concita De
Gregorio disse che aspettava il copyright da
coloro che lo stavano copiando e si chiedeva
"perché a me davano del golpista mentre adesso i politici, da D'Alema a Boato -era il
periodo della bicamerale quando lo intervistaia Berlusconi ovviamente sono dei sinceri democratici. Voglio il risarcimento dei danni e
i diritti d'autore".
Il Piano di Rinascita Democratica era appunto
Questo era il suo scopo: leviamoci dalla testa la trasformazione della democrazia costituzio(Continua a pagina 18)
che volessero rovesciare lo status quo per met-
18 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
La P2 è Viva e lotta con noi
(Continua da pagina 17)
nale italiana, l'involuzione dall'interno per
svuotarla mantenendo le parvenze di uno Stato
democratico.
Non c'è più molto tempo, lo trovate naturalmente su internet il Piano di Rinascita Democratica.
È databile intorno al 1976 ed era accompagnato
da un memorandum, dice Gelli: "sullo stato
della Nazione, il nostro punto di vista sull'andamento generale del Paese", ed era ovviamente il Paese scosso dai movimenti studenteschi, dall'ascesa del Partito Comunista.
Questa era la ragione per cui bisognava cristallizzare il sistema.
Si parlava di ritocchi alla Costituzione, ma fondamentalmente era il tentativo di lasciarla come tappezzeria e grattare via tutto quello che
c'era dietro: i partiti politici democratici andavano sostenuti, i giornali andavano infiltrati.
Si pensava di pagare alcuni giornalisti per ogni
giornale per fare da punti di riferimento e diffondere le disinformazioni che la P2 voleva
diffondere.
In realtà poi avete visto che si può ottenere lo
stesso risultato gratis, ci sono miei "colleghi"
che si prestano anche senza pagarli.
ci.
Dei club, esattamente come Forza Italia fece
nel 1994 quando nacque.
Dei club, non delle sezioni: non un partito democratico con i congressi.
Dei club dove si mettano insieme, proprio in
forma massonica, persone che vengono da
mondi diversi e che di solito dovrebbero stare
in mondi diversi perché magari gli uni devono
controllare gli altri.
Ecco, li si mette tutti intorno a un tavolo.
Naturalmente Gelli, un po' ingenuo -questo è
l'aspetto più datato del Piano di Rinascita- diceva: "gli uomini che ne fanno parte devono
essere omogenei per modo di sentire, disinteresse, onestà e rigore morale".
Questo, diciamo, è stato superato.
Se voi guardate Forza Italia oggi, se dovessero
rispettare questi parametri si svuoterebbe il
partito, il Club.
Ma non solo Forza Italia, avete ben presente da
chi è composto una bella fetta del Parlamento
Italiano.
Dunque nei confronti del mondo politico occorre selezionare gli uomini fedeli e quindi cava dei nomi: Mancini, Mariani, Craxi per i
socialisti; Visentini e Bandiera per i repubblicani; Orlandi e Amidei per i socialdemocratici; Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e Bisaglia per la democrazia cristiana; per i liberali
due che non conosciamo Cottone e Quilleri;
Guardate cosa succede non tanto con Alitalia per la destra nazionale, una scissione favorita
quanto con il contratto del pubblico impiego e da ambienti piduisti e andreottiani nei confronti
vedrete che anche da questo punto di vista Li- del Movimento Sociale per avvicinare una parcio Gelli non può che essere molto soddisfatto. te degli ex fascisti alla DC che aveva bisogno
di voti in Parlamento.
Il governo va ristrutturato, la magistratura ricondotta alla funzione di garante della corretta Acquisire alcuni settimanali di battaglia;
applicazione delle leggi -poi ve diamo cosa Berlusconi poi acquisirà addirittura la Mondavuol dire- il Parlamento deve essere più effi- dori grazie alla sentenza di un giudice comprato da Previti.
ciente.
Ma più efficiente nel senso che non rompe le Coordinare tutta la stampa provinciale e lopalle al governo, esattamente al contrario della cale attraverso un'agenzia centralizzata;
funzione che hanno i parlamenti nelle demo- coordinare molte TV via cavo con l'agenzia
crazie e anche nelle monarchie costituzionali, per la stampa locale.
cioè quello di essere il primo controllore del
Queste sono proprio istruzioni per la nascita di
governo.
Canale5 che è iniziata come TV via cavo a MiPagare i giornalisti…
lano2 poi è diventata via etere Canale 5 e consorziò in un network televisioni regionali che
Politica:
costituzione di un club, di natura rotariana, per trasmettevano in simultanea come poi fecero
l'eterogeneità dei componenti dove siano rap- Italia1, che Berlusconi comprò da Rusconi, e
presentati ai migliori livelli operatori imprendi- Rete4 che comprò da Mondadori, questo succetoriali e finanziari, esponenti delle professioni deva all'inizio degli anni Ottanta.
liberali, pubblici amministratori e magistrati
nonché pochissimi e selezionati uomini politi- Indicazione di Gelli preziosissima, profetica:
La Rai TV va dimenticata, questo è molto importante; i sindacati vanno spaccati in modo da
prendere la CISL e la UIL e alcuni autonomi,
separarli dalla CGIL e portarli, anche pagando
il prezzo di una scissione, sulle posizioni del
governo, cioè trasformarli in sindacati gialli.
(Continua a pagina 19)
6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
19
La P2 è Viva e lotta con noi
(Continua da pagina 18)
coordinare molte TV via cavo.
Dissolvere la Rai TV in nome della libertà di
antenna: vedete che di passi avanti se ne sono
fatti, ormai la Rai TV che all'epoca era la televisione pubblica quindi la più guardata, adesso
si spartisce il mercato dell'audience fifty fifty
con Mediaset mentre il mercato pubblicitario è
un terzo Rai e due terzi Mediaset.
di una diversa interpretazione di elementi concreti, qual è il risultato?
Che non arresteranno mai più nessuno potente.
Non metteranno più le mani su nessuno che poi
sia in grado di far loro pagare il cosiddetto errore, che in realtà è una diversa interpretazione di
elementi assodati.
Divieto di nominare sulla stampa i magistrati, così uno li può mandare via più facilmente.
Magistratura:
si pensava di procedere per gradi, non si pensa- Pensate: Forleo e De Magistris li hanno mandava
di
p o te r
f a re
t u tt o
i n s ie m e . ti via ma almeno abbiamo potuto
Gelli era un minimalista, era un po' troppo prudente: "qualora le circostanze permettessero sapere che cosa era successo, chi erano, che codi contare sull'ascesa al governo di un uomo sa avevano fatto, quali erano i meriti in base ai
politico o di una equipe in sintonia con lo quali venivano cacciati.
spirito del club, è chiaro che i tempi sarebbe- Invece qui vietano proprio di nominare il magistrato, in modo che li mandi via e i giornali non
ro più rapidi", scrive Gelli.
possono più scrivere niente.
Non gli veniva nemmeno in mente che un affi- È una proposta che ha ripreso Feltri recenteliato alla P2 potesse diventare presidente del mente.
consiglio, invece vedete che ci siamo riusciti
Modifiche alle norme sugli accessi alla
già tre volte !
Berlusconi, tessera P2 1816, grado apprendista muratore, è al governo per la terza volta e
se non fosse stato per Odeon TV che ha portato
in televisione Gelli nessuno avrebbe ricordato
che Berlusconi stava nella P2.
Avevamo rimosso tutti, soprattutto la cosiddetta
opposizione del Partito Democratico che di P2
proprio non parla.
Non parlano nemmeno di conflitto di interessi,
figuriamoci di P2.
carriera: come entrano i magistrati,
chi entra in magistratura ?
Esami psicoattitudinali preliminari.
Chi li fa ?
Qualche incaricato del governo.
La riforma Castelli prevedeva esami psicoattitudinali, quindi anche li Gelli era stato assolutamente profeta.
Eppoi, andando avanti, si chiedeva la modifica
dei regolamenti del Parlamento per rendere più
Meno male che c'è Odeon che porta in televi- veloce l'approvazione delle leggi volute dal gosione Gelli, ed è una specie di promemoria per verno.
tutti.
Io infatti sono favorevole alla trasmissione di È quello che chiede Berlusconi che si lamenta
Licio Gelli, non capisco le polemiche: in TV sempre che in Parlamento si perde tempo pervediamo molto peggio di Gelli.
ché per lui discutere vuol dire perdere tempo,
infatti Gelli parla di "tendenze assemblearistiVediamo intanto molti suoi seguaci, come fra che" del Parlamento che vanno bloccate.
un attimo vi dirò, e soprattutto almeno lui quando va in televisione parla di cose che conosce, è Poi un po' di altre regole per la magistratura
persona informata sui fatti quindi bisognerà se- comprese, attenzione, la responsabilità del Miguirlo con attenzione.
nistro della Giustizia nei confronti del Parlamento sull'operato delle procure.
Ordinamento giudiziario: responsabilità civile per i magistrati.
Le procure controllate dal ministro che è reSapete che minacciare il magistrato che nel caso in cui uno arresta una persona perché ci sono
dei gravi indizi e poi quella per mille motivi
viene assolta, ne abbiamo parlato settimana
scorsa a proposito di Mannino, se il magistrato
è chiamato a pagare di tasca sua per il fatto che
un suo collega ha deciso diversamente da lui, e
non stiamo parlando di un errore giudiziario ma
sponsabile di quello che fanno e riferisce al
Parlamento cosa fanno i pubblici ministeri.
I pubblici ministeri che prendono gli ordini dal
ministro della giustizia, una cosa dell'altro
mondo.
(Continua a pagina 20)
20 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
La P2 è Viva e lotta con noi
questi anni abbiamo sentito dire le stesse cose
Infatti lui segnava prudentemente "modifica che dice lui, ma se le dice qualcun altro allora
va bene.
costituzionale".
Io mi domando sempre come possiamo scandaRiforma del Consiglio superiore della Magi- lizzarci se Gelli ha un programma in una picstratura, anche questo deve essere responsabi- cola televisione, mentre non ci scandalizziamo
le nei confronti del Parlamento.
se il suo allievo prediletto è a Palazzo Chigi.
(Continua da pagina 19)
Anche il cosiddetto autogoverno in realtà dipende dal Parlamento, cioè dai partiti. È esattamente la direzione verso la quale stiamo andando.
Eppure dice e fa delle cose che nemmeno Gelli
si era mai sognato di dire o fare.
E non è dei piduisti, Gelli, l'unico in attività. Io
non sono per le epurazioni, bisogna valutare
caso per caso, ma è interessante sapere quali
E infine, riforma dell'ordinamento giudiziario sono i personaggi che facevano parte della logper ristabilire criteri di selezione per merito gia P2.
Perché se uno viene a sapere chi sono, almeno
della promozione dei magistrati.
I magistrati selezionati per merito, chi decide si può regolare e può cercare di capire per quachi è meritevole per andare avanti in carriera ? le motivo stanno ai posti in cui stanno.
Ovviamente governo o Parlamento.
In ordine alfabetico, ve ne cito soltanto qualcuAddirittura esperimento di elezione dei magi- no: Silvio Berlusconi, tessera 1816, versastrati fra gli avvocati con 25 anni di funzioni, mento quota -pagava anche l'iscrizione- 1978,
che ne so Taormina, Pecorella, cose di questo primo grado apprendista.
Chi l'aveva presentato a Gelli ?
genere.
Roberto Gervaso.
Separazione delle carriere:
nella bicamerale si andò addirittura al di là con
le bozze Boato che tanto erano piaciute a Gelli.
Diciamo bozze Gelli-Boato votate da tutti i
partiti tranne Rifondazione nel 1998.
Fabrizio Cicchitto, tessera 2232, domanda di
iscrizione autografa, tessera sospesa per
mancanza di foto.
Questo c'era scritto.
Si era pensato addirittura a un doppio CSM,
uno per i PM e uno per i giudici, esattamente
quello che propone Angelino Jolie, detto Alfano, nella futura riforma della giustizia.
Ora Cicchitto è capogruppo del Popolo delle
Libertà alla Camera e parla tutte le sere nei
principali telegiornali.
Perché lui si e Gelli no ?
Infine, e questo è l'aspetto più positivo del Pia- Era nella sinistra socialista, che quando il pono di Rinascita, si parlava di una legislazione vero Riccardo Lombardi scoprì che uno dei
suoi allievi prediletti stava nella P2 lo mise alla
di antimonopolio sul modello Stati Uniti.
porta e lo fece piangere.
Cosa vuol dire ? che se fosse stato approvato
così com'era il Piano di Rinascita oggi Berlu- Maurizio Costanzo, tessera 1819 -era a tre
sconi non potrebbe essere il monopolista della posizioni di distanza dalla tessera di Berlusconi- ma lui era di terzo grado: maestro. Era il
televisione commerciale.
più alto in grado sotto Gelli.
Almeno un vantaggio l'avremmo ricavato.
Insomma, il Piano di Rinascita in quella parte Mentre Berlusconi era solo un apprendista
era addirittura più ardimentoso e coraggioso muratore.
del centrosinistra, che infatti non ha mai voluto
nemmeno sfiorare i monopoli di Berlusconi, Questa è l'intervista che Costanzo fece sul
Corriere della Sera a Licio Gelli: "Parla per
anzi glieli ha sempre custoditi con cura.
Questo per dire che Gelli era molto prudente, la prima volta il signor P2, il fascino discreto
se confrontato con quello che si può dire e fare del potere nascosto".
Una foto di Garibaldi, una foto di Cagliostro.
oggi.
Del resto, e qui veniamo all'ultima parte del Questa invece è l'intervista che Costanzo qualPassaparola di oggi, non c'è soltanto Gelli in che giorno dopo fece a un altro piduista famocircolazione. Gelli diffonde i suoi ricatti, le sue so, Silvio Berlusconi, sempre sul Corriere della Sera che guardacaso era controllato dalla P2
allusioni, le sue strizzatine d'occhio eccetera.
tramite gli editori Tassandin, il direttore Fran(Continua a pagina 21)
Ma è una notizia il fatto che faccia notizia. In
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Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
21
La P2 è Viva e lotta con noi
1621.
co Di Bella e Umberto Ortolani che era il
braccio destro di Licio Gelli.
C'era Gustavo Selva, tessera 1814, quello che
stava in Alleanza Nazionale e che l'anno scorso
Donelli Massimo, tessera 2207, grado primo per andare in uno studio televisivo ha preso uapprendista muratore anche lui.
n'ambulanza fingendosi moribondo.
Bene, questo Donelli è molto importante oggi,
è il direttore di Canale5.
C'era, infine, Giancarlo Elia Valori, fascicolo
0283, che fu espulso per indegnità da Licio
Capito?
Gelli.
Pubblio Fiori, non è più in Parlamento quin- Un caso più unico che raro, uno ritenuto indedi ne parliamo alla memoria, ma anche lui gno di stare nella P2.
stava nella P2, poi era nella DC, poi in Allean- Giancarlo Elia Valori, chi sta a Roma lo sa, è
za Nazionale, poi ha fondato una delle tante stato presidente delle Autostrade, vicepresidennuove Democrazie Cristiane che ci sono.
te della SME, boiardo dell'IRI e presidente dell'unione industriali di Roma.
Roberto Gervaso, quello col farfallino che È un personaggio molto importante e influente,
vedete su Rete4, era addirittura maestro co- molto trasversale, molto amato sia a destra che
me Costanzo ed era un reclutatore, fu lui a a sinistra.
mettere in contatto Berlusconi con Licio Gelli.
Nella lista della P2 c'erano anche 13 magistrati
Nella lista di Gelli c'era anche Enrico Manca, che furono sanzionati dal Consiglio Superioun altro socialista. Lui però ha sempre negato, è re ma non tutti mandati via: ce n'è uno a Roriuscito addirittura a vincere una causa contro ma che si chiama Giuseppe Renato Croce che
Galli Della Loggia che l'aveva descritto come è alla sezione delle esecuzioni immobiliari del
piduista ma registriamo il fatto che nella lista Tribunale di Roma.
c'era anche lui e oggi sta nel centrosinistra e ha Qualche anno fa chiese più volte l'archiviazione
un centro studi per valutare la qualità dei pro- per un processo che stava molto a cuore a Delgrammi televisivi ed era, ai tempi, presidente l'Utri contro un giudice che stava giudicando
Dell'Utri in Cassazione e aveva confermato la
della Rai.
condanna definitiva per frode fiscale.
Antonio Martino, è parlamentare di Forza Ita- Anche lui stava nelle liste, tessera 2071, iscrilia, ex ministro della difesa e ancora prima de- zione 1979.
gli esteri.
Antonio Martino aveva fatto domanda di iscrizione alla P2 ma non ebbe il tempo di ri- Questo è in pillole il quadro della P2.
cevere la tessera perché nel frattempo furo- Oggi non c'è più la P2, restano i piduisti.
no trovate le liste e rimase con le mutande in
mano.
Qualcuno dirà a volte ritornano: no direi a volte
rimangono !
Rolando Picchioni, tessera 2095, grado primo apprendista. Anche lui era un deputato Quindi, domandiamoci come mai negli Stati
andreottiano, sottosegretario, poi è diventato Uniti stanno per eleggere un Presidente che,
presidente del Salone del Libro di Torino.
chiunque sia Obama o McCain, è nuovo, fino
Oggi è una delle persone più importanti della all'anno scorso ignoto alle cronache politiche e
città di Torino.
noi siamo ancora qua, nel 2008, a rimestare con
i Cossiga, con la strategia della tensione, con
Duilio Poggiolini, tessera 2247, era il diretto- gli Andreotti marmorizzati in televisione come
re del ministero della sanità, coinvolto in abbiamo visto ieri, con i Licio Gelli imbalsatangentopoli, uscito due anni fa dal carcere mati.
grazie all'indulto.
Per quale motivo da noi il passato non passa
Angelo Rizzoli, era l'ultimo erede della dinastia mai ?
dei Rizzoli, la grande dinastia degli editori milanesi, che fu pure in galera per il fallimento Passate parola."
della Rizzoli, che passò di mano, e oggi ha una
bella e avviata casa di produzione che lavora Marco Travaglio
per RaiFiction.
(Continua da pagina 20)
C'era Vittorio Emanuele di Savoia, tessera
Sp. «GELLI in TV»
22 Giustizia e Libertà
6 novembre 2008
Licio Gelli
da WIKIPEDIA enciclopedia libera
(http://it.wikipedia.org/wiki/Licio_Gelli)
Licio Gelli
« Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei Mass
Media » (Licio Gelli[1])
Licio Gelli (Pistoia, 21 aprile 1919) è un imprenditore
italiano.
È ricordato principalmente per essere stato "Maestro
Venerabile" della loggia massonica segreta P2.
Dopo essere stato detenuto in Svizzera e Francia, vive
attualmente ad Arezzo. Gelli è stato creato conte sul cognome da re Umberto II d'Italia, in esilio a Cascais
(provvedimento del 10 luglio 1980)[senza fonte].
Licio Gelli ai tempi in cui esplose
il caso P2 (1982)
Biografia
Figlio di Ettore, mugnaio di Montale (PT), e di Maria
Gori, nacque a Pistoia nel 1919.
Il periodo fascista
Gelli partì volontario con la spedizione delle camicie nere, mandate in Spagna da Benito Mussolini
in aiuto di Francisco Franco. Proprio in Spagna perse in battaglia il fratello maggiore Raffaello.
Nel 1939 tornò in Italia e collaborò con la federazione fascista di Pistoia, scrivendo nel settimanale
locale della federazione, il Ferruccio, la sua esperienza di guerra.
Diventò anche impiegato del GUF, sebbene non ottenne successi a livello universitario.
Dopo l'8 settembre 1943 aderì alla Repubblica di Salò e conseguentemente divenne un ufficiale di
collegamento fra il governo fascista e il Terzo Reich.
Quando tuttavia la vittoria della guerra cominciò a rivelarsi impossibile per i nazi-fascisti, Gelli
saltò sul carro dei partigiani.
I contatti e le conoscenze abilmente acquisite mentre militava tra i fascisti gli consentirono di effettuare con efficacia il doppio gioco: cominciò quindi a trafugare e distribuire di nascosto ai partigiani i lasciapassare rossi della Kommandatur, e fornire ai suoi superiori informazioni fuorvianti
per i rastrellamenti che erano in corso sugli Appennini.
Insieme al partigiano pistoiese Silvano Fedi, che in seguito venne ucciso in circostanze poco chiare[2].
Partecipò inoltre alla liberazione di prigionieri politici dal carcere delle Ville Sbertoli, organizzata
dal Fedi e dalla sua brigata, della quale facevano parte Enzo Capecchi e Artese Benesperi che furono gli artefici dell'azione[3].
(Continua a pagina 23)
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Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
23
LICIO GELLI da Wikipedia
(Continua da pagina 22)
Dopo la seconda guerra mondiale
Dopo la seconda guerra mondiale, si ipotizza che Gelli si sia arruolato nella CIA, su raccomandazione dei servizi segreti italiani (ma tale ipotesi non è stata verificata).
In ogni caso, fu messo in stretta relazione da Edward Herman con Michael Ledeen, che è da molti
ritenuto uno stretto collaboratore o un agente della CIA[4].
Fu un collaboratore delle agenzie di intelligence britanniche e americane.
Dal 1948 al 1958, Gelli fu portaborse del deputato democristiano Romolo Diecidue, eletto nel collegio di Firenze-Pistoia.
Gelli è stato accusato di aver avuto un ruolo preminente nell'Operazione Gladio, una struttura clandestina di tipo "stay-behind", promossa dalla NATO e finanziata in parte dalla CIA allo scopo di
contrastare l'influenza comunista in Italia, così come negli altri paesi europei.
L'affaire Gladio è stato affrontato (anche giudizialmente) senza collegamenti diretti alla questione
P2.
Nel 1970 avrebbe dovuto arrestare il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, nell'ambito del
fallito Golpe Borghese; Gelli, ovviamente, smentisce questa ipotesi.
Gelli ha ripetutamente dichiarato in pubblico di essere stato uno stretto amico del leader argentino
Juan Domingo Perón e spesso ha affermato, che tale amicizia è stata veramente importante per l'Italia, senza però aver mai spiegato perché.
Numerosi appartenenti alla giunta militare, sono poi risultati membri della massoneria argentina,
come Raúl Alberto Lastiri, presidente ad interim dell'Argentina dal 13 luglio 1973 fino al 12 ottobre 1973, Emilio Massera, membro delle giunte militari di Jorge Rafael Videla e Jorge Videla dal
1976 al 1978, o José López Rega, il fondatore dell'Alleanza Anticomunista Argentina ("triplice
A").
La lista P2
Il 17 marzo 1981, una perquisizione della Polizia nella sua villa a Castiglion Fibocchi (Arezzo),
portò alla scoperta di una lunga lista di alti ufficiali delle forze armate e di funzionari pubblici aderenti alla P2 [5].
La lista, la cui esistenza era presto divenuta celebre grazie ai media, includeva anche industriali,
giornalisti e personaggi facoltosi come il più volte Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (a
quel tempo non ancora in politica), Vittorio Emanuele di Savoia, Fabrizio Cicchitto e Maurizio
Costanzo.
Vi sono molti elementi, a partire dalla numerazione, che lasciano tuttavia ritenere che la lista rinvenuta fosse incompleta.
In fuga, Licio Gelli scappò in Svizzera, dove fu arrestato mentre cercava di ritirare decine di migliaia di dollari a Ginevra, ma riuscì ad evadere dalla prigione.
Fuggì quindi in Sudamerica, prima di costituirsi nel 1987.
Lo scandalo nazionale conseguente alla scoperta delle liste fu quasi drammatico, dato che molte
delle più delicate cariche della Repubblica Italiana erano occupate da affiliati all'organizzazione di
Gelli.
La corte centrale del Grande Oriente d'Italia, con una sentenza del 31 ottobre 1981, decretò l'espulsione del Gelli dall'Ordine massonico.
Il Parlamento italiano approvò in tempi rapidi una legge per mettere al bando le associazioni segrete in Italia e contemporaneamente (dicembre 1981), venne creata una commissione parlamentare
d'inchiesta, presieduta dalla On. Tina Anselmi (della Democrazia Cristiana), che riferirà al parlamento dopo 2 anni e mezzo di lavori.
Nelle conclusioni della relazione di maggioranza di questa commissione sulla P2 e su Gelli si leg(Continua a pagina 24)
24 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
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LICIO GELLI da Wikipedia
(Continua da pagina 23)
ge:
«L'esame degli avvenimenti ed i collegamenti che tra essi è possibile instaurare sulla scorta delle
conoscenze in nostro possesso portano infatti a due conclusioni che la Commissione ritiene di poter sottoporre all'esame del Parlamento.
La prima è in ordine all'ampiezza ed alla gravità del fenomeno che coinvolge, ad ogni livello di
responsabilità, gli aspetti più qualificati della vita nazionale. Abbiamo infatti riscontrato che la
Loggia P2 entra come elemento di peso decisivo in vicende finanziarie, quella Sindona e quella
Calvi, che hanno interessato il mondo economico italiano in modo determinante. [...] La seconda
conclusione alla quale siamo pervenuti è che in questa vasta e complessa operazione può essere
riconosciuto un disegno generale di innegabile valore politico; un disegno cioè che non solo ha in
se stesso intrinsecamente valore politico - ed altrimenti non potrebbe essere, per il livello al quale
si pone - ma risponde, nella sua genesi come nelle sue finalità ultime, a criteri obiettivamente politici.
Le due conclusioni alle quali siamo pervenuti ci pongono pertanto di fronte ad un ultimo concludente interrogativo: è ragionevole chiedersi se non esista sproporzione tra l'operazione complessiva ed il personaggio che di essa appare interprete principale. È questa una sorta di quadratura
del cerchio tra l'uomo in sé considerato ed il frutto della sua attività, che ci mostra come la vera
sproporzione stia non nel comparare il fenomeno della Loggia P2 a Licio Gelli, storicamente considerato, ma nel riportarlo ad un solo individuo, nell'interpretare il disegno che ad esso è sotteso,
e la sua completa e dettagliata attuazione, ad una sola mente. Abbiamo visto come Licio Gelli si
sia valso di una tecnica di approccio strumentale rispetto a tutto ciò che ha avvicinato nel corso
della sua carriera. Strumentale è il suo rapporto con la massoneria, strumentale è il suo rapporto
con gli ambienti militari, strumentale il suo rapporto con gli ambienti eversivi, strumentale insomma è il contatto che egli stabilisce con uomini ed istituzioni con i quali entra in contatto, perché strumentale al massimo è la filosofia di fondo che si cela al fondo della concezione politica del
controllo, che tutto usa ed a nessuno risponde se non a se stesso, contrapposto al governo che esercita il potere, ma è al contempo al servizio di chi vi è sottoposto. Ma allora, se tutto ciò deve
avere un rinvenibile significato, questo altro non può essere che quello di riconoscere che chi tutto strumentalizza, in realtà è egli stesso strumento.
Questa infatti è nella logica della sua concezione teorica e della sua pratica costruzione la Loggia
Propaganda 2: uno strumento neutro di intervento per operazioni di controllo e di condizionamento.»
Coinvolgimenti con Gladio
Con Stefano Delle Chiaie e Francesco Pazienza, è stato coinvolto nel processo per la Strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980, nella quale furono uccise 85 persone e 200 rimasero ferite. Questo attentato terroristico era parte della strategia della tensione. Con la sentenza definitiva di Cassazione sulla strage di Bologna, il 23 novembre 1995, Gelli viene condannato per depistaggio.
In ogni caso, Licio Gelli fu condannato nel 1994 a 12 anni di carcere, dopo essere stato riconosciuto colpevole della frode riguardante la bancarotta del Banco Ambrosiano nel 1982 (vi era stato trovato un "buco" di 1,3 miliardi di dollari) che era collegato alla banca del Vaticano, l'Istituto per le
Opere di Religione (IOR).
Affrontò inoltre una sentenza di tre anni relativa alla loggia P2.
Scomparve mentre era in libertà sulla parola, per essere infine arrestato sulla Riviera francese a
Cannes.
La polizia rinvenne nella sua villa oltre 2 milioni di dollari in lingotti d'oro [1] [2].
È indiscutibile che la loggia P2 abbia avuto un certo potere in Italia, dato il "peso" pubblico dei
suoi affiliati, e molti osservatori ritengono che ancora oggi esso sia forte.
Numerosi personaggi ancora oggi famosi in Italia erano iscritti alla P2: tra questi, Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo, Vittorio Emanuele di Savoia, numerosi esponenti di sinistra, l'editore
Angelo Rizzoli, il segretario del PSDI Pietro Longo ed altri esponenti della politica, della ma(Continua a pagina 25)
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Giustizia e Libertà
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LICIO GELLI da Wikipedia
(Continua da pagina 24)
gistratura e della finanza.
Il giorno 28 settembre 2003 il sito Repubblica.it pubblica un'intervista a Licio Gelli durante la quale egli afferma che «Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico.
Ho scritto tutto trent'anni fa. Tutto nel piano di Rinascita, che preveggenza, è finita proprio come dicevo io»[6].
Scandalo del Banco Ambrosiano
Uno degli affiliati della P2 era Michele Sindona, un banchiere con chiare collusioni con la Mafia.
Nel 1972 Sindona aveva acquistato il controllo della Franklin National Bank di Long Island. Due
anni dopo, la banca fallì [7]. Condannato nel 1980 negli Stati Uniti, "Michele il misterioso" fu estradato in Italia. Due anni dopo, fu avvelenato nella sua cella mentre scontava una sentenza a vita
[8][9].
Qualche anno dopo lo scandalo, molti sospetti si sono concentrati su Gelli in relazione al suo eventuale coinvolgimento nell'omicidio del banchiere milanese Roberto Calvi (anch'egli affiliato alla
P2), che era stato in carcere per il fallimento del Banco Ambrosiano.
Il 19 luglio 2005, Gelli è stato formalmente indiziato dai magistrati romani per la morte di Calvi.
Gelli, nel suo discorso di fronte ai giudici, incolpò personaggi connessi con i finanziamenti di Roberto Calvi al movimento polacco Solidarnosc, presumibilmente per conto del Vaticano.
Condanne
Licio Gelli è stato condannato con sentenza definitiva per i seguenti reati:
•
•
•
•
Procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato;
Calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola;
Tentativi di depistaggio delle indagini sulla strage alla stazione di Bologna;
Bancarotta fraudolenta (Banco Ambrosiano).
L'archivio di Gelli
L'11 febbraio 2006 Licio Gelli ha donato al Comune di Pistoia il proprio "archivio non segreto",
nell'ambito di una discussa cerimonia ufficiale, svolta sotto il patrocinio dello stesso Comune, ma
alla quale gli amministratori comunali pistoiesi hanno preferito non prendere parte.
Restano tuttora segreti, e nella sola disponibilità del "Venerabile", i numerosi archivi distribuiti
tra Montevideo, la Svizzera, villa Wanda, Castiglion Fibocchi, l'Argentina e Montecarlo.
Della cosiddetta "rubrica dei 500" (426 fascicoli da Gelli intestati a uomini d'affari, politici, società, banche, ecclesiastici ecc.) Guardia di Finanza ed inquirenti non sono mai riusciti a reperire il
contenuto.[senza fonte]
Vecchiaia
Oggi Licio Gelli ha 89 anni ed è agli arresti domiciliari nella sua villa Wanda di Arezzo dove sconta la pena di 12 anni per la bancarotta dell'Ambrosiano[10]: "Ho una vecchiaia serena. Tutte le
mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese,
leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni
(Continua a pagina 26)
26 Giustizia e Libertà
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LICIO GELLI da Wikipedia
(Continua da pagina 25)
fa"[11].
Critiche
Gelli è uno dei personaggi più controversi del panorama politico-giudiziario italiano. Il dibattito
intorno alla sua figura si è fatto ancor più arroventato in occasione di alcuni suoi articoli particolarmente pungenti: uno sull'informazione in Italia[12], l'altro sulla democrazia italiana[13], un altro
ancora sulla magistratura[14].
Influenza sui media
• È in preparazione un film su Licio Gelli che, a detta di Gelli, dovrebbe essere impersonato
da George Clooney e dovrebbe essere scritto da David Black e diretto da Olivier Dahan.
Gelli ha firmato un contratto con la Sony per il film vincolandolo alla condizione che deve
prima esaminare la sceneggiatura e approvarla [15].
• La figura di Licio Gelli, insieme a quella di Giulio Andreotti, ha ispirato la figura del potente politico italiano Licio Lucchesi nel film Il padrino - Parte III [senza fonte].
• Dal 3 novembre 2008 condurrà una trasmissione televisiva su OdeonTV dal titolo
«Venerabile Italia. [16]
Opere letterarie
Nel corso degli anni Licio Gelli ha scritto numerose opere, in prosa e, soprattutto, in versi:
• Fuoco !, opera d'esordio che narra le vicende della guerra civile spagnola (a cui Gelli aveva partecipato).
• Giorno del gran perdono e ritorno
• Materie energetiche
• Nozioni commerciali, Casa del Libro di Pistoia
• L'arte del vendere, Tipografia Pistoiese
• La verità, Ed. Demetra (Lugano)
• Le poesie del silenzio, Ed. Flash (Roma)
• Interviste, Tipolitotecnica (RE)
• Come arrivare al successo, Ed. APS (MO)
• Racconti e storie, Ed. La Rosa (Crescentino - VC)
• Una storia triste all'italiana, Tipolitotecnica (RE)
• L'albero delle poesie, Ed. La Rosa (Crescentino - VC)
• Il mulino delle poesie, Ed. La Rosa (Crescentino - VC)
• Il cassetto delle poesie, Ed. La Rosa (Crescentino - VC)
• Il ritorno di Gesù, Ed. Rebellato (TV)
• A Wanda poesie, Ed. La Rosa (Crescentino -VC)
• Incontri all'alba, Ed. La Rosa
• Pensieri poetici, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
•
•
•
•
Conchiglie, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
Canzone per Wanda, Ed. La Rosa
Raggi di luce, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
Uomini dal cielo, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
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Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
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LICIO GELLI da Wikipedia
(Continua da pagina 26)
• Lo strizzacervelli, Ed. La Rosa
• Bagliori d'immagini, Ed. La Rosa
• Dossier guerra di Spagna, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
• Gocce di rugiada, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
• Farfalle, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
• Perle del cielo, Ed. La Rosa
• Gli ultimi cavalieri, Ed. Autori Riuniti (Milano)
• C'era una volta Messer Leonardo, Vincenzo Ursini Editore
• Come bionde sirene, Ed. La Rosa
• Trucioli di sogno, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
• Frammenti di stelle, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
• Riccioli d'oro nel vento, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
• Miti nella poesia, Ed. Giuseppe Laterza (Bari). Cofanetto in 3 volumi
• Canto degli abissi,Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
• I frutti della sofferenza, Ed. Pagine, con prefazione di Niccolò Carosi.
• Ho finito l'inchiostro, Ed. Giuseppe Laterza (Bari)
Il crescente successo delle sue raccolte poetiche gli ha fruttato una discussa e controversa
[senza fonte] candidatura al Premio Nobel per la letteratura nel 1996.
Note
1. ^ YouTube, Il Discepolo 1816
2. ^
http://biografie.studenti.it/biografia.htm?BioID=1516&biografia=Licio+
Gelli
3. ^ Indro Montanelli e Mario Cervi, L'Italia del Novecento, BUR, 2000,
ISBN 88-17-86402-1, pp. 506 sgg.
4. ^ Edward Herman, Gerry O'Sullivan, The "Terrorism" Industry,
Pantheon, 1989, p. 161 ff.
5. ^ La villa di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi in provincia di Arezzo è stata
perquisita dai carabinieri per ordine dei magistrati milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone. Sembra che si sia trovata, fra l'altro, una lista di
962 iscritti alla loggia, denominata P2, di cui Licio Gelli è "maestro venerabile" (da un comunicato dell'ANSA del 17 marzo 1981, ore 12,18)
6. ^ Intervista a Repubblica, 28 settembre 2003
7. ^ [http://www.time.com/time/archive/preview/0,10987,921970,00.html Articolo sulla rivista Time
8. ^ Articolo sul Guardian
9. ^ Articolo su clarin.com
10. ^ P2, lo scandalo che fece tremare l'Italia, Corriere della Sera, 21 maggio
2001
11. ^ Intervista a Repubblica, 28 settembre 2003
12. ^ L'informazione in Italia - Articolo di Licio Gelli apparso sul periodico
"Il Piave"
13. ^ Come curare una democrazia malata - Articolo di Licio Gelli apparso
sul periodico "Il Piave"
(Continua a pagina 28)
28 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
LICIO GELLI da Wikipedia
14. ^ La magistratura? Una casta intoccabile! - Articolo di Licio Gelli apparso sul periodico "Il Piave"
15. ^ La Sony prepara un film su Licio Gelli
16. ^ Articolo sul Corriere
Filmografia
• Dossier Argentina, (documentario TV) di Ruben H. Oliva, Enrico Deaglio
Voci correlate
• P2 (la loggia massonica di cui Licio Gelli è stato il capo più carismatico)
• Strage di Bologna (Licio Gelli è stato condannato in quanto responsabile
di depistaggio)
Altri progetti
• Wikisource
• Wikiquote
•
Wikisource contiene opere originali di o su Licio Gelli
•
Wikiquote contiene citazioni di o su Licio Gelli
Collegamenti esterni
• http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?dirprog=Storiacce/ Intervista alle Storiacce di Radio24, Aprile 2006
• Sito della testata giornalistica Il PIAVE in cui Gelli scrive con regolarità
• Intervista a Licio Gelli pubblicata su La Repubblica il 28 settembre 2003
• La Loggia P2 e Licio Gelli fino a Berlusconi
• Reazioni della massoneria regolare allo scandalo P2
• Licio Gelli, Silvio Berlusconi ed il Piano di Rinascita Democratica della P2
Fonte:Gheminga
• Loggia P2(.com) - Informazioni, storia, sentenze, bibliografia sulla P2 e
biografia di Licio Gelli
• Conspirator
• Scheda su Conspirator: The Story of Licio Gelli dell'Internet Movie
Database
• YouTube, Il Discepolo 1816
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Licio_Gelli"
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
Giustizia e Libertà
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TESTO INTEGRALE del programma politico di un “eversore”
Il Piano di
«RINASCITA NAZIONALE»
elaborato da Licio Gelli
da http://www.rifondazione-cinecitta.org/piano-rinascita.html
Testo integrale
PREMESSA
1) L' aggettivo democratico sta a significare
che sono esclusi dal presente piano ogni movente od intenzione anche occulta di rovesciamento del sistema
2) il piano tende invece a rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina,
dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla
stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori.
3) Il piano si articola in una sommaria indicazione di obiettivi, nella elaborazione di procedimenti - anche alternativi - di attuazione ed
infine nell'elencazione di programmi a breve,
medio e lungo termine.
4) Va anche rilevato, per chiarezza, che i programmi a medio e lungo termine prevedono
alcuni ritocchi alla Costituzione successivi al
restauro delle istituzioni fondamentali.
OBIETTIVI
1) Nell'ordine vanno indicati:
a) i partiti politici democratici, dal PSI al PRI,
dal PSDI alla DC al PLI (con riserva di verifica
re la Destra Nazionale)
b) la stampa, escludendo ogni operazione editoriale, che va sollecitata al livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattuttto: Corriere della Sera, Giorno,
Giornale, Stampa, Resto del Carlino, Messaggero, Tempo, Roma, Mattino, Gazzetta del Mezzogiorno, Giornale di Sicilia,
per i quotidiani; e per i periodici: Europeo, Espresso, Panorama, Epocaa, Oggi,
Gente, Famiglia Cristiana. La RAI-TV va dimenticata.
c) i sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia
autonomi, nella ricerca di un punto di leva per
ricondurli alla loro naturale funzione anche al
prezzo di una scissione e successiva costituzione di una libera associazione dei lavoratori;
d) il Governo, che va ristrutturato nella organizzazione ministeriale e nella qualità degli
uomini da proporre ai singoli dicasteri;
e) la magistratura, che deve essere ricondotta alla funzione di garante della corretta e
scrupolosa applicazioone delle leggi;
f) il Parlamento, la cui efficienza è subordinata al successo dell'operazione sui partiti politici, la stampa e i sindacati.
2) Partiti politici, stampa e sindacati costitui-
scono oggetto di sollecitazioni possibili sul
piano della manovra di tipo economico finanziario.
La disponibiltà di cifre non superiori a 30 o 40
miliardi sembra sufficiente a permettere ad
uomini di buona fede e ben selezionati di conquistare le posizioni chiave necessarie al loro
controllo.
Governo, Magistratura e Parlamento rappresentano invece obiettivi successivi, accedibili soltanto dopo il buon esito della prima operazione, anche se le due fasi sono necessariamente destinate a subire intersezioni e interferenze reciproche, come si vedrà in dettaglio in sede di elaborazione dei procedimenti.
3) Primario obiettivo e indispensabile presup-
posto dell'operazione è la costituzione di un
club (di natura rotariana per l'etereogenità dei
componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori, imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati, nonchè pochissimi e selezionati uomini politici, che non
superi il numero di 30 o 40 unità.
Gli uomini che ne fanno parte debbono essere
omogenei per modo di sentire, disinteresse,
onestà e rigore morale, tali cioè da costituire
un vero e proprio comitato di garanti rispetto
ai politici che si assumeranno l'onere dell'attuazione del piano e nei confronti delle forze
amiche nazionali e straniere che lo vorranno
appoggiare. Importante è stabilire subito un
collegamento valido con la massoneria internazionale.
PROCEDIMENTI
1) Nei confronti del mondo politico occorre:
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Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
Il PIANO di RINASCITA NAZIONALE
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a) selezionare gli uomini -anzitutto- ai quali
può essere affidato il compito di promuovere
la rivitalizzazione di ciacuna rispettiva parte
politica (per il PSI, ad esempio, Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la
DC: Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e
Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per
la Destra Nazionale (eventualmente): Covelli);
per la stampa locale;
d) dissovere la RAI-TV in nome della libertà
di antenna ex art. 21 Costit.
3)
Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria è fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee già esistenti dei gruppi
minoritari della CISL e maggioritari dell'UIL,
per poi agevolare la fusione con gli autonomi,
acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederati
allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti.
b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado di avere ancora la necessaria credibilità esterna per ridiventare validi strumenti di azione politica;
Gli scopi reali da ottenere sono:
c) in caso di risposta affermativa, affidare ai
prescelti gli strumenti finanziari sufficienti con i dovuti controlli- a permettere loro di acquisire il predominio nei rispettivi partiti;
a) restaurazione della libertà individuale, nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica, con effettive garanzie di segretezza del voto;
d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per l'immediata nascita
di due movimenti: l'uno, sullasinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e
DC di sinistra), e l'altro sulla destra (a cavallo
fra DC conservatori, liberali, e democratici
della Destra Nazionale).
Tali movimenti dovrebbero essere fondati da
altrettanti clubs promotori composti da uomini politici ed esponenti della società civile in
proporzione reciproca da 1 a 3 ove i primi
rappresentino l'anello di congiunzione con le
attuali parti ed i secondi quello di collegamento con il mondo reale.
Tutti i promotori debbono essere inattaccabili
per rigore morale, capacità, onestà e tendenzialmente disponibili per un'azione poltica
pragmatistica, con rinuncia alle consuete e
fruste chiavi ideologiche. Altrimenti il rigetto
da da parte della pubblica opinione è da ritenere inevitabile.
b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del
sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quello legittimamente assente di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative.
Sotto tale profilo, la via della scissione e della
successiva integrazione con gli autonomi
sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza
positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero
sindacato che agiti la bandiera della libertà di
lavoro e della tutela economica dei lavoratori.
Anche in termini di costo è da prevedere un
impiego di strumenti finanziari di entità inferiori all'altra ipotesi.
2)
Nei confronti della stampa (o, meglio, dei giornalisti) l'impiego degli strumenti finanziari
non può, in questa fase, essere previsto nominatoivamente. Occorrerà redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi, per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno
sappia dell'altro.
L'azione dovrà essere condotta a macchia
d'olio, o, meglio, a catena, da non più di 3 o 4
elementi che conoscono l'ambiente.
Ai giornalisti acquisti dovrà essere affidato il
compito di "simpatizzare" per gli esponenti
politici come sopra prescelti in entrambe le
ipotesi alternative 1c e 1d.
In un secondo tempo occorrerà:
a) acquisire alcuni settimanali di battaglia;
b) coordinare tutta la stampa provinciale e
locale attraverso una agenzia centralizzata;
c) coordinare molte TV via cavo con l'agenzia
4)
Governo, Magistratura e Parlamento
È evidente che si tratta di obiettivi nei confronti dei quali i procedimenti divengono alternativi in varia misura a seconda delle circostanze .
È comunque intuitivo che, ove non si verifichi
la favorevole circostanza di cui in prosieguo, i
tempi brevi sono - salvo che per la Magistratura - da escludere essendo i procedimenti
subordinati allo sviluppo di quelli relativi ai
partiti, alla stampa e ai sindacati, con la riserva di una più rapida azione nei confronti del
Parlamento ai cui componenti è facile estendere lo stesso modus operandi gia' previsto
per i partiti politici.
Per la Magistratura è da rilevare che esiste
già una forza interna (la corrente di magistratura indipendente della Ass. Naz. Mag.) che
raggruppa oltre il 40% dei magistrati italiani
su posizioni moderate.
È sufficiente stabilire un accordo sul piano
morale e programmatico ed elaborare una intesa diretta a concreti aiuti materiali per poter contare su un prezioso strumento, già o(Continua a pagina 31)
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Giustizia e Libertà
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Il PIANO di RINASCITA NAZIONALE
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perativo nell'interno del corpo anche al fine di
taluni rapidi aggiustamenti legislativi che riconducano la giustizia alla sua tradizionale
funzione di elementi di equilibrio della società
e non già di eversione.
Qualora invece le circostanze permettessero
di contare sull'ascesa al Governo di un uomo
politico (o di un'equipe) già in sintonia con lo
spirito del club e con le sue idee "ripresa democratica", è chiaro che i tempi dei procedimenti riceverebbero una forte accelerazione
anche per la possibilità di attuare subito il pro
gramma di emergenza e quello a breve termine in modo contestuale all'attuazione dei procedimenti sopra descritti.
In termini di tempo ciò significherebbe la possibilità di ridurre a 6 mesi e anche meno il
tempo di intervento, qualora sussista il presupposto della disponibilità dei mezzi finanziari.
PROGRAMMI
Per programmi si intende la scelta, in scala di
priorita', delle numerose operazioni in forma
di:
a) azioni di comportamento politico ed economico;
b) atti amministrativi (di Governo);
c) atti legislativi; necessari a ribaltare -in con
comitanza con quelli descritti in materia di pro
cedimenti- l'attuale tendenza di sfascimento
delle istituzione e, con essa, alla disottemperanza della Costituzione i cui organi non funzionano più secondo gli schemi originali.
Si tratta, in sostanza, di "registrare" -come
nella stampa in tricromia- le funzioni di ciascune istituzione e di ogni organo relativo in
modo che i rispettivi confini siano esattamente delimitati e scompaiano le attuali aree di
sovrapposizione da cui derivano confusione e
indebolimento dello Stato.
A titolo di esempio, si considerano due fenomeni:
1) lo spostamento dei centri di potere reale
dal Parlamento ai sindacati ed al Governo ai
padronati multinazionali con i correlativi strumenti di azione finanziaria. Sarebbero sufficienti una buona legge sulla programmazione
che rivitalizzi il CNEL e una nuova struttura
dei Ministeri accompagnate da norme amministrative moderne per restituire ai naturali detentori il potere oggi perduti;
2) l'involuzione subita dalla scuola negli ultimi
10 anni quale risultante di una giusta politica
di ampliamento dell'area di istruzione pubblica, non accompagnata però dalla predisposizione di corpi docenti adeguati e preparati
nonchè dalla programmazione dei fabbisogni
in tema di occupazione.
Ne è conseguente una forte e pericolosa di-
soccupazione intellettuale, con gravi deficenze
invece nei settori tecnici nonchè la tendenza a
individuare nel titolo di studio il diritto al posto di lavoro.
Discende ancora da tale stato di fatto la spinta all'egualitarismo assolto (contro la Costituzione che vuole tutelare il diritto allo studio
superiore per i più meritevoli) e, con la delusione del non inserimento, il rifugio nella apatia della droga oppure nell'ideologia dell'eversione anche armata.
Il rimedio consiste: nel chiudere il rubinetto
del preteso automatismo: titolo di studio-posto di lavoro; nel predisporre strutture docenti
valide; nel programmare, insieme al fenomeno economico, anche il relativo fabbisogno
umano; infine nel restaurare il principio meritocratico imposto dalla Costituzione.
Sotto molti profili, la definizione dei programmi intersecherà temi e notazioni già contenute nel recente Messaggio del Presidente della
Repubblica -indubbiamente notevole- quale
diagnosi della situazione del Paese, tenendo,
però, ad indicare terapie più che a formulare
nuove analisi.
Detti programmi possono essere esecutivi occorrendo- con normativa d'urgenza (decreti
legge).
a) Emergenza a breve termine . Il programma urgente comprende, al pari degli altri
provvedimenti istituzionali (rivolti cioè a "regi
strare" le istituzioni) e provvedimenti di indole economico-sociale.
a1) Ordinamento giudiziario: le modifiche più
urgenti investono:
- la responsabilità civile (per colpa) dei magistrati;
- il divieto di nomina sulla stampa i magistrati
comunque investiti di procedimenti giudiziari;
- la normativa per l'accesso in carriera (esami
psicoattitudinali preliminari);
- la modifica delle norme in tema di facolta'
libertà provvisoria in presenza dei reati di
eversione -anche tentatata- nei confronti
dello Stato e della Costituzione, nonchè di
violazione delle norme sull'ordine pubblico, di rapina a mano armata, di sequestro
di persona e di violenza in generale.
a2) Ordinamento del Governo
1 - legge sulla Presidenza del Consiglio e sui
Ministeri (Cost.art.95) per determinare com
petenze e numero (ridotto, con eliminazione o
quasi dei Sottosegretari);
2 - legge sulla programmazione globale (Cost.
art.41) incentrata su un Ministero dell'economia che ingloba le attuali strutture di incentivazione (Cassa Mezz. - PPSS - Mediocredito
Industria - Agricoltura), sul CNEL rivitalizzato
quale punto d'incontro delle forze sociali e
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sindacali, imprenditoriali e culturali e su procedure d'incontro con il Parlamento e le Regioni;
3 - riforma dell'amministrazione (Cost.artt.28
-97-98) fondato sulla teoria dell'atto pubblico
non amministrativo, sulla netta separazione
della responsabiltà politica da quella amministrativa che diviene personale (istituzione dei
segretari Generali di Ministero) e sulla sostituzione del principio del silenzio-rifiuto con
quello del silenzio-consenso;
4 - definizione della riserva di legge nei limiti
voluti e richiesti espressamente dalla Costituzione e individuazione delle aree di normativa
secondaria (regolamentare) in specie di quelle regionali che debbono essere obbligatoriamente limitate nell'ambito delle leggi cornice.
a3) Ordinamento del Parlamento
1) ripartizione di fatto, di competenze fra le
due Camere (funzione politica alla CD e funzione economica al SR);
2) modifica (già' in corso) dei rispettivi Regolamenti per ridare forza al principio del rapporto (Cost.art.64) fra maggioranza-Governo
da un lato, e opposizione, dall'altro, in luogo
della attuale tendenza assemblearistica;
e i salari delle P.A. (onde evitare gli enormi
costi delle relative partite di giro);
3 - inasprimento delle aliquote sui redditi professionali e sulle rendite;
4 - abbattimento delle aliquote per donazioni
e contributi a fondazioni scientifiche e culturali riconosciute, allo scopo di sollecitare l'autofinanziamento premiando il reinvestimento
del profitto;
5 - alleggerimento delle aliquote sui fondi aziendali destinati a riserve, ammotamenti,
investimenti e garanzie, per sollecitare l'autofinanziamento delle aziende produttive;
6 - reciprocità fra Stato e dichiarante nell'obbligo di mutuo acquisto ai valori dichiarati ed
accertati;
b6) abolizione della nominatività dei titoli azionari per ridare fiato al mercato azionario e
sollecitare meglio l'autofinanziamento delle
aziende produttive;
b7) eliminazione delle partite di giro fra aziende di Stato ed istituti finanziari di mano
pubblica in sede di giro conti reciprochi che si
risolvono -nel gioco degli interessi- in passività inutili dello stesso Stato;
b8) concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il ritorno dei capitali dall'estero;
3) adozione del principio delle sessioni temporali in funzione di esecuzione del programma governativo.
b9) costituzione di un fondo nazionale per i
servizi sociali (case-ospedali-scuole-trasporti)
da alimentare con:
b) Provvedimenti economico-sociali
1 - sovraimposta IVA sui consumi voluttuari
(automobili-generi di lusso);
b1) abolizione della validita' legale dei titoli di
studio (per sfollare le universita' e dare il
tempo di elaborare una seria riforma della
scuola che attui i precetti della Costituzione);
b2) adozione di un orario unico nazionale di 7
ore e 30' effettive (dalle 8,30 alle 17) salvi i
turni necessari per gli impianti a ritmo di 24
ore, obbligatorio per tutte le attivita' pubbliche e private;
b3) eliminazione delle festivita' infrasettimanali e dei relativi ponti (salvo 2 giugno -Natale- Capodanno e Ferragosto) da riconcedere
in un forfait di 7 giorni aggiuntivi alle ferie
annuali di diritto;
b4) obbligo di attuare in ogni azienda ed organo di Stato i turni di festività -anche per
sorteggio- in tutti i periodi dell'anno, sia per
annualizzare l'attivita' dell'industria turistica,
sia per evitare la "sindrome estiva" che blocca le attivita' produttive;
b5) revisione della riforma tributaria nelle seguenti direzioni:
1 - revisione delle aliquote per i lavoratori dipendenti aggiornandole al tasso di svalutazione 1973-76;
2 - nettizzazione all'origine di tutti gli stipendi
2 - proventi dagli inasprimenti ex b5)4;
3 - finanziamenti e prestiti esteri su programma di spesa;
4 - stanziamenti appositi di bilancio per investimenti;
5 - diminuzione della spesa corrente per parziale pagamento di stipendi statali superiori a
L. 7.000.000 annui con speciali buoni del Tesoro al 9% non commerciabili per due anni.
Tale fondo va destinato a finanziare un programma biennale di spesa per almeno 10.000
miliardi. Le riforme di struttura relative vanno
rinviate a dopo che sia stata assicurata la
disponibilita' dei fabbricati, essendo ridicolo
riformare le gestioni in assenza di validi
strumenti (si ricordino i guasti della riforma
sanitaria di alcuni anni or sono che si risolvette nella creazione di 36.000 nuovi posti di
consigliere di amministrazione e nella correlativa lottizzazione partitica in luogo di creare
altri posti letto).
Per quanto concerne la realizzabilità del piano
edilizio in presenza della caotica legislazione
esistente, sara'necessaria una legge che imponga alle Regioni programmi urgenti straordinari con termini brevissimi surrogabili dal(Continua a pagina 33)
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Il PIANO di RINASCITA NAZIONALE
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l'intervento diretto dello Stato; per quanto si
riferisce in particolare all'edilizia abitativa, il
ricorso al sistema dei comprensori obbligatori
sul modello svedese ed al sistema francese
dei mutui individuali agevolati sembra il metodo migliore per rilanciare questo settore che
è da considerare il volano della ripresa economica;
MEDIO E LUNGO TERMINE
b11) concedere incentivi prioritari ai settori:
Nel presupposto dell'attuazione di un programma a breve termine come sopra definito,
rimane da tratteggiare per sommi capi un
programma a medio e lungo termine con l'avvertenza che mentre per quanto riguarda i
problemi istituzionali èpossibile fin d'ora formulare ipotesi concrete, in materia di interventi economico-sociali, salvo per quel che
attiene pochissimi grandi temi, è necessario
rinviare nel tempo l'elencazione di problemi e
relativi rimedi.
I - turistico;
a) Provvedimenti istituzionali
b10) aumentare la redditivita' del risparmio
postale elevando il tasso al 7%;
II - trasporti marittimi;
III - agricolo specializzato (primizie zootecnia);
IV - energetico convenzionale e futuribile nucleare - geotermico - solare)
V - industria chimica fine e metalmeccanica
specializzata di trasformazione; in modo da
sollecitare investimenti in settori ad alto tasso
di mano d'opera ed apportatori di valuta;
b12) sospendere tutte le licenze ed i relativi
incentivi per impianti di raffinazione primaria
del petrolio e di produzione siderurgica pesante.
c) Pregiudiziale è che oggi ogni attivita'secondo quanto sub a) e b) trovi protagonista e
gestore un Governo deciso ad essere non già
autoritario bensì soltanto autorevole e deciso
a fare rispettare le leggi esistenti.
Così è evidente che le forze dell'ordine possono essere mobilitate per ripulire il paese dai
teppisti ordinari e pseudo politici e dalle relative centrali direttive soltanto alla condizione
che la Magistratura li processi e condanni rapidamente inviandoli in carceri ove scontino la
pena senza fomentare nuove rivolte o condurre una vita comoda.
Sotto tale profilo, sembra necessario che alle
forze di P.S. sia restituita la facoltà di interrogatorio d'urgenza degli arrestati in presenza
dei reati di eversione e tentata eversione dell'ordinamento, nonchè di violenza e resistenza
alle forze dell'ordine, di violazione della legge
sull'ordine pubblico, di sequestro di persona,
di rapina a mano armata e di violenza in generale.
d) Altro punto chiave èl'immediata costituzione di una agenzia per il coordinamento della
stampa locale (da acquisire con operazioni
successive nel tempo) e della TV via cavo da
impiantare a catena in modo da controllare la
pubblica opinione media nel vivo del Paese.
È inoltre opportuno acquisire uno o due periodici da contrapporre a Panorama, Espresso,
Europeo sulla formula viva "Settimanale".
a1) Ordinamento Giudiziario
I - unita'del Pubblico Ministero (a norma della
Costituzione - articoli 107 e 112 ove il P.M. è
distinto dai giudici);
II - responsabilita' del Guardasigilli verso il
Parlamento sull'operato del P.M. (modifica
costituzionale);
III - istruzione pubblica dei processi nella
dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronteai giudici giudicanti, con abolizione di ogni
segreto istruttorio con i relativi e connessi
pericoli ed eliminando le attuali due fasi di istruzione;
IV - riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso
il Parlamento (modifica costituzionale);
V - riforma dell'ordinamento giudiziario per
ristabilire criteri di selezione per merito delle
promozioni dei magistrati, imporre limiti di
eta' per le funzioni di accusa, separare le
carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile;
VI - esperimento di elezione di magistrati
(Costit. art. 106) fra avvocati con 25 anni di
funzioni in possesso di particolari requisiti
morali;
a2) Ordinamento del Governo
I - modifica della Costituzione per stabilire
che il Presidente del Consiglio è eletto dalla
Camera all'inizio di ogni legislatura e può essere rovesciato soltanto attraverso le elezioni
del successore;
II - modifica della Costituzione per stabilire
che i Ministri perdono la qualità di parlamentari;
III - revisione della legge sulla contabilita'
dello Stato e di quella sul bilancio dello Stato
(per modificarne la natura da competenza in
cassa);
IV - revisione della legge sulla finanza locale
per stabilire -previo consolidamentodel debito
attuale degli enti locali da riassorbire in 50
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anni- che Regioni e Comuni possono spendere
al di là delle sovvenzioni statali soltanto i proventi di emissioni di obbligazioni di scopo
(esenti da imposte e detraibili) e cioè relative
ad opere pubbliche da finanziare, secondo il
modello USA. Altrimenti il concetto di autonomia diviene di sola liberta' di spesa basata
sui debiti;
V - riforma della legge comunale e provinciale
per sopprimere le provincie e ridefinire i
i compiti dei Comuni dettando nuove norme
sui controlli finanziari;
a3) Ordinamento del Parlamento
I - nuove leggi elettorali, per la Camera, di
tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco) riducendo il numero
dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di secondo grado, regionale, degli
interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di
nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari - ex magistrati- ex funzionari e imprenditori pubblici ex militari ecc.);
II - modifica della Costituzione per dare alla
Camera preminenza politica (nomina del Primo Ministro) ed alla Senato preponderanza
economica (esame del bilancio);
III - stabilire norme per effettuare in uno setesso giorno ogni 4 anni le elezioni nazionali,
regionali e comunali (modifica costituzionale);
IV - stabilire che i decreti-legge sono inemen
dabili;
a4) Ordinamento di altri organi istituzionali
I - Corte Costituzionale: sancire l'incompatibilita' successiva dei giudici a cariche elettive
in enti pubblici; sancire il divieto di sentenze
cosiddette attive (che trasformano la Corte in
organo legislativo di fatto);
II - Presidente della Repubblica: ridurre a 5
anni il mandato, sancire l'ineleggibilita' ed eliminare il semestre bianco (modifica costituzionale);
III - Regioni: modifica della Costituzione per
ridurre il numero e determinarne i confini
secondo criteri geoeconomici più che storici.
Provvedimenti economico sociali.
b1) Nuova legislazione antiurbanesimo subordinando il diritto di residenza alla dimostrazione di possedere un posto di lavoro e un
reddito sufficiente (per evitare che saltino le
finanze dei grandi Comuni);
b2) Nuova legslazione urbanistica favorendo
le citta' satelliti e trasformando la scienza
urbanistica da edilizia in scienza dei trasporti
veloci suburbani;
b3) nuova legislazione sulla stampa in senso
protettivo della dignità del cittadino (sul mo
dello inglese) e stabilendo l'obbligo di pubblicare ogni anno i bilanci nonchè le retribuzioni
dei giornalisti;
b4) unificazione di tutti gli istituti ed enti previdenziali ed assistenziali in un unico ente di
sicurezza sociale da gestire con formule di tipo assicurativo allo scopo di ridurre i costi
attuali;
b5) disciplinare e moralizzare il settore pensionistico stabilendo: il divieto del pagamento
di pensioni prima dei 60 anni salvo casi di riconosciuta inabilita'; il controllo rigido sulle
pensioni di invalidita'; l'eliminazione del fenomeno del cumulo di più pensioni;
b6) dare attuazione agli articoli 39 e 40 della
Costituzione regolando la vita dei sindacati
limitando il diritto di sciopero nel senso di:
I - introdurre l'obbligo di preavviso dopo aver
espedito il concordato;
II - escludere i servizi pubblici essenziali
(trasporti; dogane; ospedali e cliniche; imposte; pubbliche amministrazioni in genere) ovvero garantirne il corretto svolgimento;
III - limitare il diritto di sciopero alle causali
economiche ed assicurare comunque la liberta' di lavoro;
b7) nuova legislazione sulla partecipazione
dei lavoratori alla proprietà azionaria delle
imprese e sulla gestione (modello tedesco);
b8) nuova legislazione sull'assetto del territorio (ecologia, difesa del suolo, disciplina delle
acque, rimboscamento, insediamenti umani);
b9) legislazione antimonopolio (modello USA);
b10) nuova legislazione bancaria (modello
francese);
b11) riforma della scuola (selezione meritocratica -borse di studio ai non abbienti- scuole di Stato normale e politecnica sul modello
francese);
b12) riforma ospedaliera e sanitaria sul modello tedesco.
c) Stampa
- Abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare bilanci deficitari con onere del
pubblico erario ed abolire il monopolio RAITV.
da http://www.rifondazione-cinecitta.org/piano-rinascita.html
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Giustizia e Libertà
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Liste sequestrate a Castiglion Fibocchi
Elenco degli iscritti alla
Loggia Segreta «P 2»
da WIKIPEDIA, Enciclopedia Libera
http://it.wikipedia.org/wiki/P2
A
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ten col. Sergio Acciai (Firenze, in sonno,
fascicolo 113) (poi generale della GdF)
dott. Pierluigi Accornero (Viarigi, 321)
(attuale vice presidente di Assomineraria)
avv. Branko Agneletto (Trieste, 291) ex
membro del TIGR, co-fondatore dell'Unione Slovena
rag. Giacomo Agnesi (Roma, 169) (pasta
Agnesi/Colussi)
dott. Enrico Aillaud (Roma, 560) (Ex
ambasciatore italiano in Cecoslovacchia
(1960-1962), Polonia (1963-1968), Austria (1970-1973), RDT (1973-1975) e
URSS (1976-1978); coinvolto nel dossier
Mitrokhin, ex Presidente Ass. ItaloAustria, Interbanca e Ispi)
dott. Aldo Alasia (Buenos Aires, 150)
dott. Gioacchino Albanese (Roma, 913)
(stretto collaboratore di Eugenio Cefis,
fu coinvolto nello scandalo Eni-Petronim
- [1], [2], [3])
dott. Raffaele Albano (La Spezia, 286)
cap. Amedeo Aldegondi (Torino, 425)
ten col. Vito Alecci (Milano, 789)
(convivente di Nara Lazzerini, segretaria
di Licio Gelli, il 3 marzo 1985 morì in
circostanze misteriose; la Lazzerini asserì trattarsi di omicidio)
magg. Giuseppe Aleffi, noto
"Pino" (Pisa, 762) (comandò nuclei SIOS
di Marisardegna e Camen, ex deputato
di Forza Italia, relatore di un disegno di
legge per la concessione dell'uso della
bandiera nazionale al Corpo speciale
volontario ausiliario dell'esercito dell'Associazione dei cavalieri italiani del
Sovrano militare ordine di Malta, non
rieletto nel 2001, candidato alla Camera
con Italia dei Valori [4])
dott. Alessandro Alessandrini (Roma, 72-
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8) (ex amministratore delegato Banco di
Roma)
amm. Achille Alfano (Livorno, capo
gruppo 12, fasc 450)
gen. Giovanni Allavena (Roma, 505)
(Generale dei Carabinieri, collaboratore
di Giovanni De Lorenzo, comandante
dell’ufficio D (informazioni) e del CCS
(controspionaggio) e poi ultimo capo del
Sifar)
prof. Canzio Allegriti (Torino, 94)
principe Giovanni Alliata Di Montereale
(Roma, passato al Grande Oriente, 361)
(Nato a Rio de Janeiro nel 1921, muore
a Roma il 20 giugno 1994 mentre è agli
arresti domiciliari. Gran Maestro della
Serenissima Gran Loggia Nazionale degli Antichi Liberi e Accettati Muratori;
costituì l'Associazione Nobili del Sacro
Romano Impero. Leader del partito monarchico, sostenitore del Fronte Nazionale Monarchico e del separatismo siciliano, fu indicato da Gaspare Pisciotta
come uno dei mandanti della strage di
Portella della Ginestra ([5]). Si diede
latitante nel 1970 per sottarsi all'inchiesta sul fallito golpe del principe Junio
Valerio Borghese, fu coinvolto nell'inchiesta sul gruppo di destra la Rosa dei
Venti)
dott. Italo Aloia (Cosenza, 173)
Bruno Alpi (Ancona, in sonno, 426)
dott. Roberto Amadi (Milano, 364)
dott. Antonio Amato (Cagliari, 807)
dott. Wilfrido Ambrosini (Verona, in sonno, 112)
avv. Walter Amendola (Brasile, 615)
dott. Aristide Andreassi (Roma in sonno,
170)
avv. Loris Andreini (Montecatini, 417)
dott. Mario Andreini (Verona, 177)
on. Clement Anet Bilé (Costa d'Avorio,
765) (negli anni '60 deputato della Costa
(Continua a pagina 36)
36 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
6 novembre 2008
Le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi
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d'Avorio, in rapporti con la FAO)
dott. Franco Angeli (Montevarchi, 153)
(editore)
dott. Ennio Annunziata (Roma, 134)
prof. Fausto Antonini (Roma, 1)
(Docente di Storia della Filosofia all'Università di Roma)
prof. Giuliano Antonini (Roma, 2)
Renzo Antonucci (Pisa, 736)
col. Pietro Aquilino (Perugia, in sonno,
358)
dott. Giuseppe Arcadi (Reggio Calabria,
3)
dott. Aldo Arcuri (Benevento, 4)
dott. Romolo Arena (Roma, 848)
(partecipante al "Gruppo dei Tredici",
ex presidente acciaierie di Terni - Italimpianti, ex direttore centrale e vicepresidente IRI)
dott. Giacomo Argento (Roma, 384)
(dirigente Rete Ferroviaria Italiana)
dott. Sergio Argilla (La Spezia, 270)
on. Gian Aldo Arnaud (Torino, 726)
dott. Carlo Arnone (Firenze, 393)
dott. Francesco Aronadio (Roma, 944)
dott. Renato Aschieri (Milano, 917)
dott. Giuseppe Attinelli (Palermo, 942)
on dott. Angelo Atzori (Oristano, capo
gruppo 2, fasc 651)
avv. Alfredo Aubert (Torino, in sonno,
287)
col. Mario Aubert (Milano, in sonno, 427)
Alberto Aureggi (Roma, 727)
dott. José Avila (Brasile, 599)
rag. Vittorio Azzari (Roma, 171) (ex dirigente BNL)
B
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rag. Gilberto Bacchetti (Firenze, 834)
cap. Vasco Bacci (San Vito, 5)
dott. Enzo Badioli (Roma, 581)
dott. Francesco Baggio (Vicenza, 732)
dott. Urio Bagnoli (Roma, in sonno, 6)
gen col. Enrico Baiano (Reggio Emilia,
in sonno, 175)
Pietro Baldassini (Firenze, 394)
cap. Giorgio Balestrieri (Livorno, 907)
dott. Giorgio Ballarini (Firenze, 701)
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on. Pasquale Bandiera (Roma, 114)
dott. Guido Barbaro (Torino, 851)
dott. Vito Barbera (Livorno, morto, 182)
rag. Franco Barducci (Firenze, 702)
gen. Tommaso Barile (Roma, in sonno,
420)
dott. Giovanni Barillà (Palermo, 288)
dott. Hippolito Barreiro (Buenos Aires,
689)
geom. Giovanni Bartolozzi (Firenze, 705)
dott. Federico Barttfeld (Buenos Aires,
479)
on. Antonio Baslini (Milano, 483)
dott. Giuseppe Battista (Roma, 518)
dott. Alberto Battolla (La Spezia, 800)
avv. Salvatore Bellassai (Palermo, 289)
avv. Girolamo Bellavista (Palermo, morto, 7)
dott. Danilo Bellei (Bologna, 484)
ing. Enzo Bellei (Roma, in sonno, 178)
dott. Ottorino Belli (Firenze, 229)
dott. Mario Bellucci (Perugia, in sonno,
174)
on. Costantino Belluscio (Roma, 540)
prof. Nello Bemporad (Firenze, 115)
dott. Giorgio Beninato (Roma, 563)
dott. Silvio Berlusconi (Milano, 625)
dott. Domenico Bernardini (Firenze, capo gruppo 6, fasc 699)
dott. Francesco Bernasconi (Roma, 155)
cap fr. Carlo Bertacchi (Roma, 629)
dott. Giuseppe Bertasso (Torino, 870)
dott. Luigi Bertoni (Roma, 179)
dott. Mario Besusso (Roma, morto, 180)
dott. Luis Alberto Betti (Buenos Aires,
481)
dott. Lodovico Bevilacqua (Milano, 877)
dott. Angelo Biagini (Firenze, 700)
ing. Livio Biagini (Roma, 529)
dott. Carlo Biamonti (L'Aquila, in sonno, 378)
avv. Gian Paolo Bianchi (Firenze, 703)
dott. Giorgio Bianchi (Torino, morto, 422)
avv. Giulio Bianchi (Pistoia, 183)
avv. Pierluigi Bianchini Mortani
(Firenze, 742)
prof. Francesco Biancofiore (Roma, 365)
ing. Franco Bida (Roma, 911)
(Continua a pagina 37)
6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
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Le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi
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p i. Giorgio Bida (Novara, morto, 423)
dott. Giorgio Billi (Firenze, 548)
dott. Maurizio Bina (Cagliari, 819)
dott. Luigi Bina (Roma, 8)
amm. Gino Birindelli (Roma, 130) (ex
segretario di Democrazia Nazionale, nata da una costola del Msi)
dott. Luigi Bisignani (Roma, 203)
dott. Garibaldo Bisso (Livorno, 773)
gen. Luigi Bittoni (Firenze, passato ad
altra Loggia, 116)
col. Bartolo Blasio (Roma, 824)
cap. Alessandro Boeris Clemen (Roma,
738)
prof. Giulio Bolacchi (Cagliari, 886)
uff. Josè Bolshaw Salles (Brasile, 601)
dott. Gianni Bonaga (Torino, 376)
Vincenzo Bonamici (Pistoia, 880)
dott. Ugo Bonasi (Roma, 857)
geom. Antonio Bonetti (Cesena, 366)
Sandro Boni (Firenze, in sonno, 704)
dott. Nicolo' Borghese (Roma, 546)
avv. Fabio Borzaga (Trento, passato ad
altra Loggia, 424)
dott. Enrique Victor Boully (Buenos
Aires, 691)
dott. Osvaldo Brana (Dakar, 101)
gen. Ettore Brancato (Roma, 504)
dott. Pasquale Brandi (Bari, 9)
avv. Agneletto Branko (Trieste, passato
ad altra Loggia, 291)
dott. Carlos Braulio (Brasile, 600)
Maurizio Bruni (Livorno, 774)
dott. Vittorio Bruni (Firenze, 706)
dott. Ottorino Bruno (Roma, 103)
dott. Paolo Bruno (Cosenza, 181)
gen. Walter Bruno (Roma, 10)
Ivan Bruschi (Arezzo, 395)
dott. Ettore Brusco (Roma, 11)
Renzo Bruzzone (Torino, 176)
dott. Fosco Buccianti (Firenze, 638)
avv. Brunetto Bucciarelli Ducci (Arezzo,
573)
gen. Paolo Budua (Roma, 292)
avv. Glauco Buffarini Guidi (Roma, 102)
dott. Roberto Buffetti (Roma, 322)
Aldo Bugnone (Torino, 785)
dott. Antonio Buono (Forli', 104)
rag. Giancarlo Buscarini (Roma, 850)
C
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magg. Antonio Cacchione (Firenze, 197)
cap. Carlo Cadorna (Roma, 780)
Giorgio Cagnoni (Ravenna, 166)
dott. Mario Cagnoni (Ravenna, 167)
Paolo Cagnoni (Ravenna, 168)
Paolo Caiani (Montecatini, 838)
Piero Caiani (Montecatini, 676)
dott. Salvatore Cajozzo (Svezia, 586)
col. Antonio Calabrese (Bologna, 485)
dott. Silvio Caldonazzo (Roma, 293)
cap. Guido Calenda (Roma, 156)
dott. Roberto Calvi (Milano, 519)
dott. Antonio Calvino (Buenos Aires, 692)
dott. Antonio Campagni (Pisa, 665)
dott. Ennio Campironi (Milano, 888)
dott. Umberto Campisi (Catania, 12)
maestro. Paolo Candigliota (Roma, 379)
dott. Antonio Cangiano (Cosenza, 367)
col. Rocco Cannizzaro (Roma, 200)
cap. Antonio Cantelli (Messina, 185)
ing. Fernando Cantini (Firenze, 836)
dott. Alberto Capanna (Roma, 553) (ex
presidente della Finsider)
prof. Ilvo Capecchi (Pistoia, sospeso, 205)
dott. Achille Capelli (Firenze, 640)
dott. Carlo Capolozza (Roma, 294)
rag. Franco Caponi (Civitanova, 882)
rag. Attilio Capra (Milano, 188)
on. Giulio Caradonna (Roma, 909) (ex
deputato MSI, non ha aderito ad AN per
contrasti con Gianfranco Fini)
prof. Luigi Caratozzolo (Messina, 875)
p i. Antonino Carbonaro (Cagliari, 13)
dott. Eugenio Carbone (Roma, 493)
magg. Alberto Carchio (Livorno, 199)>
dott. Italo Cardarelli (Roma, 385)
dott. Giampaolo Cardellini (Roma, 157)
col. Rocco Carducci (Roma, 186)
prof. Cesare Carella (Viterbo, 396)
on. Egidio Carenini (Milano, 551)
ten col. Guido Carenza (Roma, 108)
on. Vincenzo Carollo (Palermo, 295)
dott. Piero (Pier) Carpi (Reggio Emilia,
14)
dott. Vittorio Carrieri (La Spezia, 878)
(Continua a pagina 38)
38 Giustizia e Libertà
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dott. Giorgio Carta (Roma, 794)
(ingegnere)
Silvio Casagni (Arezzo, 397)
dott. Roberto Casarubea (Palermo, in
sonno, 296)
dott. Pietro Casellato (Treviso, 15)
gen. Giuseppe Casero (Roma, 488)
(generale dell'Aeronautica militare italiana, implicato nel Golpe Borghese)
Remo Casini (Firenze, 428)
prof. Alessandro Casotto (Perugia, 190)
dott. Salvatore Cassata (Marsala, 903)
dott. Carlo Castagnoli (Torino, 876)
ing. Antonio Castelgrande (Roma, 956)
avv. Francesco Catalano (Bari, 16)
dott. Giuseppe Catalano (Roma, 17)
ing. Laico Bruno Cattaneo (Buenos Aires, 790)
dott. Filippo Causarano (Roma, 195)
col. Secondo Cavalli (Firenze, in sonno,
429)
prof. Luigi Cavallini (Pisa, 861)
prof. Giorgio Cavallo (Torino, 696)
dott. Enrico Ceccarelli (Roma, 189)
Mario Ceccherini (Grosseto, 191)
ten col. Luigi Cecchetti (Roma, 919)
dott. Mario Cecchi (Firenze, 649)
rag. Bruno Cecchi (Firenze, 721)
dott. Bruno Cecchini (Firenze, 397)
amm. Marcello Celio (Roma, 815)
dott. Massimiliano Cencelli (Roma, 897)
prof. Isidoro Centrella (Roma, 905)
col. Amedeo Centrone (Roma, 187)
dott. Alberto Cereda (Roma, 645)
on. Gianni Cerioni (Ancona, 843)
dott. Giovanni Cerquetti (Roma, 18)
cap. Umberto Cesari (Roma, 630)
geom. Eugenio Cesarini (Roma, 741)
cap. Salvatore Cesario (Udine, 670)
dott. Gabriele Cetorelli (Roma, 723)
on. Aldo Cetrullo (Pescara, passato al
Grande Oriente, 154)
dott. Francesco Cetta (Roma, in sonno,
192)
rag. Alessandro Checchini (Firenze, 835)
rag. Claudio Chiais (Roma, 265)
dott. Antonio Chiarelli (Firenze, passato
ad altra Loggia, 399)
dott. Brunetto Chiarelli (Firenze, 797)
dott. Giulio Chiarugi (Firenze, 400)
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gen. Giuseppe Cianciulli (Bari, 164)
on. Fabrizio Cicchitto (Roma, 945)
(Capogruppo alla Camera del Popolo
delle Libertà)
amm. Giovanni Ciccolo (Lerici, 129)
dott. Italo Cichero (Genova, morto, 204)
dott. Bernardino Cifani (Roma, 193)
dott. Luigi Cimino (Cagliari, 822)
geom. Mario Cingolani (Ancona, 668)
Manlio Ciocca (L' Aquila, 380)
dott. Mario Ciolini (Firenze, morto, 221)
Mario Ciolli (Firenze, morto, 430)
dott. Vasco Cioni (Firenze, 431)
dott. Elio Cioppa (Roma, 658)
col. Enzo Cirillo (Firenze, 352)
rag. Carlo Ciuffi (Firenze, 419)
dott. Roberto Ciuni (Roma, 814)
Renato Civinini (Firenze, 743)
col. Enzo Climinti (Roma, in sonno, 201)
col. Ennio Cocci (Pisa, 576)
dott. Joaquin Coelho (Brasile, 605)
dott. Antonio Colasanti (Roma, 360)
dott. Enrico Colavito (Venezia, 345)
rag. Giuseppe Colosimo (Livorno, 681)
dott. Giuseppe Compagno (Palermo, 298)
magg. Marino Conca (Roma, 351)
magg. Giuseppe Consalvo (L'Aquila, 381)
dott. Alfonso Coppola (Roma, 19)
dott. Loris Corbi (Roma, 562)
dott. Fausto Cordiano (Brescia, 910)
col. Antonio Cornacchia (Roma, 871)
Heitor Correa De Mello (Brasile, 593)
dott. Stefano Corruccini (Pisa, 664)
dott. Vincenzo Corsaro (Roma, 416)
p i. Carmelo Cortese (Catanzaro, 20)
cap. vasc Carlos Alberto Corti (Buenos
Aires, 641)
dott. Francesco Cosentino (Roma, 497)
prof. Alfiero Costantini (Fiesole, 512)
ten col. Alessandro Costanzo (Roma, 152)
dott. Maurizio Costanzo (Roma, 626)
dott. Francesco Cravero (Milano, 731)
Giovanni Cravero (Fossano, 140)
dott. Giampaolo Cresci (Roma, 525) (ex
vicedirettore generale Rai e direttore de
Il Tempo. Morto nel 2003)
(Continua a pagina 39)
6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
39
Le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi
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dott. Giovanni Cresti (Siena, 521) (ex direttore generale del Monte dei Paschi di
Siena)
dott. Fabio Crivelli (Cagliari, 299)
dott. Giuseppe Renato Croce (Roma, 787) (attuale gip Procura di Roma)
dott. Francesco Crupi (Roma, 300)
dott. Giorgio Csepanyi (Palermo, 301)
ing. Giampiero Cungi (Brasile, 184)
dott. Lino Curiale (Ancona, 583)
dott. Antonino Cusimano (Palermo, 302)
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cap. vasc. Sergio D'Agostino (Roma, 131)
dott. Antonio D'Ali Staiti (Trapani, 303)
(proprietario di Banca Sicula e zio di
Antonio D'Alì jr, senatore di Forza Italia)
gen. Romolo Dalla Chiesa (Roma, 500)
cap. Giuseppe D'Allura (Palermo, 892)
dott. Federico Umberto D'Amato (Roma,
554) (Direttore Ufficio Affari Riservati
del Ministero dell'Interno; morto nel 1996)
dott. Antonio D'Ancona (Palermo, 941)
on. Emo Danesi (Livorno, 752)
dott. Mario D'Angelo (Viterbo, 763)
col. Salvatore Dargenio (Roma, 209)
ing. Giovanni D'Arminio Monforte
(Milano, 936)
dott. Lorenzo Davoli (Roma, 659)
avv. Sergio De Almeida Marques
(Brasile, 616)
dott. Stefano De Andreis (Roma, 939)
dott. Gabriele De Angelis (Roma, 277)
dott. Gustavo De Bac (Roma, 657)
dott. Hans De Belder (Vienna, 208)
magg. Umberto De Bellis (Venezia, 304)
dott. Svandiro De Blasis (Roma, 663)
rag. Antonio De Capoa (Roma, 21)
on. Massimo De Carolis (Milano, 624)
(Forza Italia, ex presidente del consiglio
comunale di Milano, incarico lasciato
per contrasti con l'allora sindaco Gabriele Albertini)
dott. Matteo De Cillis (Roma, 22)
sen dott. Danilo Dè Cocci (Roma, 404)
dott. Pietro De Feo (Firenze, 432)
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prof. Domenico De Giorgio (Reggio Calabria, 216)
Domenico De Giudici (Arezzo, 652)
geom. Giancarlo Degl'Innocenti
(Firenze, 708)
dott. Renzo De Grandis (Bologna, morto,
433)
ten col. Sergio Deidda (Roma, 215)
on. Filippo De Jorio (Roma, 511) (ex
DC, in anni più recenti ha aderito all'Italia dei Valori, partito che ha lasciato
in polemica con Antonio Di Pietro)
dott. Guglielmo De La Plaza (Uruguay,
589)
dott. Cesar De La Vega (Argentina, 590)
Alessandro Del Bene (Firenze, 745)
geom. Vittorio Del Bianco (Firenze, 709)
col. Mario Del Bianco (Roma, 133)
rag. Giampiero Del Gamba (Livorno, 863)
ten col. Manlio Del Gaudio (Roma, 117)
Pierluigi Del Guerra (Firenze, 710)
dott. Giuseppe Dell'Acqua (Roma, 305)
dott. Massimo Dell'Aquila (Bari, 306)
ten col. Bruno Della Fazia (Livorno, capo gruppo 7, fasc 23)
dott. Giuseppe Dell'Ongaro (Roma, 739)
dott. Pietro De Longis (Genova, 768)
dott. Jorio Del Moro (Firenze, 707)
on. Ferruccio De Lorenzo (Napoli, 25)
dott. Giuseppe Del Pasqua (Arezzo, passato al Grande Oriente, 353)
dott. Pietro Del Piano (La Spezia, 212)
dott. Michele Del Re (Roma, 661)
prof. Edoardo Del Vecchio (Roma, 143)
magg. Vittorio De Marco (Roma, 890)
avv. Fulviano De Mari (Roma, 24)
Romolo De Martino (Firenze, 744)
dott. Paolo De Michelis (Roma, morto,
213)
dott. Vincenzo De Nardo (Roma, 307)
ing. Salvatore Dente (Roma, 214)
Sergio Denti (Firenze, 643)
dott. Bonifacio De Oliveira (Brasile, 606)
dott. Carlo De Risio (Roma, 733)
col. Antonio De Salvo (Firenze, 194)
gen. Luigi De Santis (Roma, capo gruppo 8, fasc 359)
dott. William De Sena (Brasile, 603)
(Continua a pagina 40)
40 Giustizia e Libertà
Sp. «GELLI in TV»
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dott. Ercole De Siati (Teramo, 308)
avv. Jorge De Souza (Brasile, 612)
Denis De Stafanis Baiardo (Tirrenia,
218)
dott. Levy De Suoza (Brasile, 597)
dott. Osvaldo De Tullio (Roma, 309)
Vincenzo De Vito (Roma, 310)
dott. Franco Di Bella (Milano, 655) (ex
direttore del Corriere della Sera)
avv. Alberto Di Caro (Bra, 98)
ten. col. Sergio Di Donato (Roma, 158)
dott. Leonardo Di Donna (Roma, 827)
ten. vasc. Bruno Di Fabio (Roma, 210)
dott. Rodolfo Di Filippo (Roma, 311)
prof. Giuseppe Di Giovanni (Palermo,
935)
rag. Sergio Di Lallo (Firenze, 211)
gen. Sebastiano Di Mauro (Milano, 207)
dott. Mario Diana (Roma, 555)
dott. Luigi Dina (Milano, passato al
Grande Oriente, 118)
dott. Vincenzo D'Isanto (Firenze, 777)
prof. Giuseppe Donato (Roma, 902)
Massimo Donelli (Napoli, 921) (attuale
direttore di Canale 5)
avv. Pedro Dos Santos (Brasile, 611)
dott. Duilio Dottorelli (Roma, 434)
cap. Gian Carlo D'Ovidio (Roma, 569)
avv. Giovanni Druetti Di Ussel (Roma,
940)
dott. Mario Duce (Cagliari, 799)
mar. Maurizio Durigon (Arezzo, 418);
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on. Mario Einaudi (Roma, 552)
dott. Antonio Esposito (Roma, 251)
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rag. Claudio Fabbri (Milano, 132)
dott. Giovanni Fabbri (Roma, 816)
dott. Carlo Fabricci (Trieste, 26)
dott. Luigi Fadalti (Treviso, 938)
col. Nicola Falde (Roma, in sonno, 119)
dott. Carlo Falla Garetta (Cremona in
sonno, rest tessera, 96)
dott. Giovanni Fanelli (Roma, capo
gruppo 5, fasc 219)
cap. Giovanni Fantini (Livorno, 406)
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dott. Francesco Farina (Arezzo, 510)
Mario Elpidio Fattori (Milano, 755)
dott. Tito Favi (La Spezia, 435)
gen. Enrico Favuzzi (Roma, 633)
dott. Mario Alberto Fazio (Roma, 27)
ten col. Luciano Federici (Arezzo, 568)
prof. Franco Ferracuti (Roma, 849)
(membro del comitato di esperti nel Caso Moro)
dott. Ruggero Ferrara (Roma, passato ad
altra Loggia, 28)
Alberto Ferrarese (Firenze, 746)
dott. Alberto Ferrari (Roma, 520) (ex direttore generale BNL)
dott. Aldo Ferrari (Roma, 891)
avv. Giuseppe Ferrari (Roma, 538)
dott. Mario Ferrari (Firenze, 401)
rag. Ivo Ferretti (Livorno, 29)
dott. Antonio Ferri (Roma, 729)
ten col. Domenico Fiamengo (Cosenza,
837)
dott. Cirino Fichera (Catania, 312)
dott. Wilson Filomeno (Brasile, 613)
dott. Gerardo Finauri (Argentina, 595)
dott. Beniamino Finocchiaro (Molfetta,
522)
dott. Ennio Finocchiaro (L'Aquila, 436)
dott. Walter Fernandes Fins (608)
dott. Ovidio Fioretti (Cagliari, 873)
dott. Publio Fiori (Roma, 646) (Ministro
dei Trasporti nel Governo Berlusconi I.
Co-fondatore di Alleanza nazionale)
dott. Ruggero Firrao (Roma, 498)
dott. Alessandro Flora (Bari, 30)
dott. Fabrizio Flumini (Roma, 784)
gen. Carlo Foce (La Spezia, 120)
dott. Marco Folonari (Brescia, 927)
amm. Vittorio Forgione (Roma, 31)
on dott. Franco Foschi (Roma, 680)
prof. Arnaldo Foschini (Roma, 32)
sen. Franco Fossa (Roma, 354)
Michele Fossa (Genova, 954)
dott. Artemio Franchi (Firenze, 402)
Giorgio Franchini (Firenze, 776)
cap. Luciano Francini (Pisa, 574)
dott. Gianfranco Franco (Roma, 579)
dott. Luigi Franconi (Roma, 437)
dott. Francesco Franzoni (Torino, 438)
on. Aventino Frau (Roma, 533)
dott. Luis Fugasot (Uruguay, 596)
(Continua a pagina 41)
6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
41
Le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi
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dott. Sebastiano Fulci (Messina, passato
ad altra Loggia, 313)
dott. Silvestro Furgas (Cagliari, 798)
cap. Silvio Fusari (Livorno, 788)
dott. Ugo Fuxa (Palermo, 314)
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G
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dott. Gian Piero Gabotto (Roma, 928)
gen. Eduardo Gallardo Rincon Messico,
610)
dott. Salvatore Galante (Palermo, 315)
dott. Giuseppe Gallo (Genova, 33)
col. Salvatore Gallo (Roma, 933)
gen. Vitaliano Gambarotta (Livorno, 225)
dott. Adolfo Gamberini (Ravenna, 224)
dott. Edoardo Gasser (Trieste, passato ad
altra Loggia, 316)
comm. Licio Gelli (Arezzo, 440)
dott. Mario Genghini (Roma, 523)
(costruttore edile)
dott. Carmelo Genoese Zerbi (Stati Uniti,
159)
ten col. Francesco Genovese (Pisa, 860)
col. Pasqualino Gentile (Roma, 357)
amm. Antonino Geraci (Roma, 809)
dott. Roberto Gervaso (Roma, 622)
dott. Antonio Josè Ghirelli Garcia
(Argentina, 620,
geom. Giancarlo Ghironi (La Spezia, 879)
dott. Giuseppe Giacchi (Roma, 217)
dott. Ado Giacci (Ravenna, 35)
prof. Giacomo Giacomelli (Massa, 441)
Romano Giagnoni (Firenze, 748)
dott. Domenico Gialli (Roma, 222)
ing. Mario Giannetti (Firenze, 712)
ing. Osvaldo Giannetti (Massa, 36)
gen. Orazio Giannini (Roma, 832)
dott. Orazio Giannone (Firenze, 650)
gr uff. Piero Giannotti (Viareggio, 403)
prof. Gennaro Giannuzzi (Livorno, 735)
dott. Renato Giaquinto (Firenze, 711)
col. Renato Giarizzo (Roma, 223)
on. Ilio Giasolli (Roma, 556)
rag. Renzo Giberti (Genova, 895)
prof. Luigi Gioffrè (Roma, 883)
dott. Tommaso Giorgeschi (Firenze, 747)
avv. Raffaello Giorgetti (Arezzo, 541)
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dott. Angelo Giovanelli (Roma, morto,
317)
dott. Giovanni Giraudi (442)
dott. Vincenzo Gissi (Bergamo, 227)
gen. Raffaele Giudice (Roma, 535)
cap. Giovanni Giuffrida (Reggio Emilia,
561)
dott. Ezio Giunchiglia (Tirrenia, capo
gruppo 11, fasc 639)
ten col. Umberto Giunta (Reggio Calabria, 904)
dott. Michele Giovanni Giuratrabocchetta (Potenza, 951)
Vittorio Gnocchini (Arezzo, 698)
dott. Gherardo Gnoli (Roma, 318)
ten col. Vittorio Godano (Bologna, 226)
dott. Giordano Goggioli (Firenze, 444)
dott. Cesare Golfari (Galbiate, 817)
prof. Egone Golimari (Trieste, passato ad
altra Loggia, 443)
col. Umberto Granati (Siena, 248)
dott. Osvaldo Grandi (Massa, 37)
dott. Pietro Paolo Grassi (Potenza, 319)
gen. Giulio Grassini (Roma, 515)
(Generale SISMI dal 1977 al 1981)
dott. Gianfranco Graziadei (Roma, 679)
gen. Giulio Cesare Graziani (Roma, 503)
dott. Giuseppe Graziano (Palermo, 320)
Mario Grazzini (Firenze, 445)
Mario Luigi Gregoratti (Firenze, 858)
dott. Francesco Gregorio (Roma, 803)
dott. Angelo Grieco (Novara, 446)
dott. Matteo Grillo (Livorno, 439)
cap. Ernesto Grossi (Firenze, 636)
ten col. Santo Gucciardo (Siena, 867)
dott. Ferdinando Guccione Monroy
(Pavia, 136)
dott. Giovanni Guidi (Roma, 830) (ex
presidente Banco di Roma)
dott. Paolo Gungui (Cagliari, 859)
gen. Giuseppe Guzzardi (Roma, capo
gruppo 1, fasc 694)
H
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dott. Ever Haggiag (Roma, 137)
dott. Julio Haratz (Brasile, 604)
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42 Giustizia e Libertà
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6 novembre 2008
Le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi
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col. Rubens Iannuzzi (Roma, 138)
dott. Giuseppe Impallomeni (Palermo,
920)
Francesco Imperato (Genova, 865)
dott. Waldemar Incrocci (Torino, morto,
97)
dott. Oreste Innocenti (Milano, in sonno,
355)
dott. Antonio Ioli (Torino, 852)
dott. Francesco Ioli (Torino, capo gruppo
16, fasc 572)
dott. Carmelo Isaia (Cagliari, 38)
dott. Luigi Ivaldi (Roma, 230)
dott. Josè Isaac Katz (Buenos Aires,
688)
K
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dott. Guido Kessler (Verona, in sonno,
39)
gen. Giuseppe Kunderfranco (Palermo,
372)
dott. Adolfo Kunz (Firenze, 766)
L
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on dott. Silvano Labriola (Roma, 782)
cap. Antonio La Bruna (Roma, 502) - (ex
ufficiale del SID, condannato per i depistaggi sulla Strage di piazza Fontana)
dott. Luciano Laffranco (Perugia, in sonno, 232)
dott. Ippolito La Medica (Roma, 121)
ten col. Michele La Medica (Firenze, 447)
comm. Remo Landini (Verona, 109)
dott. Claudio Lanti (Roma, 914)
dott. Giovanni La Rocca (Perugia, 672)
dott. Raul Alberto Lastiri (Argentina, 621)
Gennaro (Gino) Latilla (Firenze, 41)
dott. Armando Lauri (Firenze, 588)
dott. Silvio Lauriti (Roma, 952)
col. Fulberto Lauro (Roma, 542)
dott. Pablo Lavagetto (Buenos Aires, 480)
cav. lav Mario Lebole (Arezzo, 139)
dott. Antonio Leccisotti (Roma, 662)
dott. Giovanni Ledda (Nuoro, 42)
col. Federico Lenci (Buenos Aires, 558)
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avv. Vito Lenoci (Bari, morto, 231)
Luigi Lenzi (Pistoia, sospeso, 236)
avv. Leonardo Leonardi (Roma, in sonno, 373)
dott. Emilio Leonelli (Roma, 448)
dott. Vincenzo Leporati (Torino, morto,
324)
dott. Enzo Lerario (Firenze, 405)
dott. Walter Levitus (Trieste, in sonno,
325)
cap. Matteo Lex (Firenze, 724)
dott. Antonino Li Causi (Roma, 526)
cap. Serafino Liberati (Roma, 389)
dott. Vittorio Liberatore (Ancona, 804)
on. Gaetano Liccardo (Napoli, 557)
dott. Bruno Lipari (Roma, 693)
dott. Vincenzo Lipari (Roma, 326)
gen. Vittorio Lipari (Bologna, capo gruppo 13, fasc. 449)
prof. Gianfranco Lizza (Roma, 233)
ing. Glauco Lolli Ghetti (Genova, 539)
magg. Giovanni Longo (Roma, 234)
prof. Pasquale Longo (Alberobello, 165)
on. Pietro Longo (Roma 926)
dott. Gaetano (Nino) Longobardi (Roma,
368)
dott. Luigi Loni Coppedè (Firenze, 278)
avv. Gaetano Lo Passo (Messina, 43)
dott. Antonio Lopes (Brasile, 598)
dott. José López Rega (Argentina, 591),
capo dell'Alianza Anticomunista Argentina
gen. Donato Lo Prete (Roma, 482)
col. Giancarlo Lorenzetti (Roma, 44)
Giancarlo Lorenzini (Roma, 855)
prof. Massimo Losappio (Siena, 697)
dott. Domenico Lo Schiavo (Australia,
247)
cap. Mario Lotta (Udine, in sonno, 377)
col. Giuseppe Lo Vecchio (Roma, 514)
(implicato nel Golpe Borghese)
avv. Rocco Lo Verde (Palermo, 328)
dott. Alvaro Luciani (Roma, 329)
ing. Luciano Luciani (Trieste, 451)
M
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dott. Otello Macchioni Di Sela (Roma,
45)
dott. Giuseppe Macina (Arezzo, 868)
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6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
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Le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi
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dott. Luigi Madia (Milano, in sonno, 46)
sottoten. vasc. Fulvio Mafera (Pisa, 725)
gen. Gian Adelio Maletti (Roma, 499)
(ex-capo del reparto D
(controspionaggio) del SID, condannato
per depistaggi per la Strage di piazza
Fontana, ora cittadino sudafricano)
dott. Francesco Malfatti di Montetretto
(Roma, 812)
prof. Giancarlo Maltoni (Firenze, 415)
on dott. Enrico Manca (Roma, 864)
col. Pierluigi Mancuso (Piacenza, 206)
dott. Andrè Mandi (Roma, 363)
ten col. Roberto Manniello (Firenze, in
sonno,249)
dott. Giuseppe Mannino (Palermo, 452)
dott. Dario Manzini (Firenze, 407)
cap fr . Vito Marano (Livorno, 369)
geom. Guglielmo Marcaccio (Roma, 160)
col. Carlo Marchi (Reggio Emilia, 241)
arch. Antonio Marchitelli (Roma, 862)
Maresco Marini (Firenze, 408)
dott. Pasquale Marino (Roma, 566)
on. Luigi Mariotti (Firenze, in sonno, 489)
dott. Renato Marnetto (Roma, 677)
dott. Giovanni Marras (Cagliari,737) (ex
deputato Forza Italia)
dott. Osvaldo Marras (Firenze, 453)
cap fr. Mariano Marrone (Ancona, 840)
Franco Marsili (Firenze, in sonno, 753)
Mario Marsili (Arezzo, in sonno, 506)
dott. Carlo Martino (Torino, 252) (ex
Procuratore Generale presso la Corte
d'Appello di Torino)
on. Anselmo Martoni (Molinella, in sonno, 123)
cap. Antonio Marturano (948)
dott. Massimo Mascolo (Roma, 781)
dott. Marco Masini (Roma, 237)
on. Renato Massari (Milano, 889)
amm. Aldo Massarini (Roma, 695)
dott. Sergio Massenti (Pisa, 253)
amm. Emilio Eduardo Massera (Buenos
Aires, 478) (membro della giunta militare che rovesciò il governo di Isabelita
Peròn con il golpe sanguinario del 1976)
dott. Carlo Massimo (Firenze, 409)
prof. Paolo Matassa Marchisotto
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(Palermo, 943)
dott. Carlo Mauro (Roma, 565)
dott. Giacomo Mayer (Roma, 47)
dott. Giorgio Mazzanti (Roma, 826)
col. Rocco Mazzei (Milano, morto, 386)
sen Luigi Mazzei (Roma, 48)
col. Giuseppe Mazzotta (Livorno, 818)
dott. Giuseppe Mazzotti (Roma, 454)
dott. Roberto Memmo (Roma, 564)
ten col. Gaetano Mendolia (Roma, 550)
dott. Gianni Mercatali (Firenze, 778)
gen. Francesco Mereu (Roma, morto, 490)
dott. Giorgio Merli (Roma, in sonno, 49)
cap. Pietro Mertoli (Livorno, 734)
prof. Renzo Merusi (Roma, 240)
dott. Marco Messeni Petruzzelli (Roma,
in sonno, 50)
dott. Antonio Messina (Cosenza, 250)
prof. Michele Messina (Firenze, 414)
rag. Elio Messuri (La Spezia, 51)
dott. Roberto Romero Meza (Genova,
686)
dott. Leo Micacchi (Roma, 330)
gen. Vito Miceli (Roma, 491) (ex capo
del Servizio Informazioni Difesa, implicato nel Golpe Borghese e nell'organizzazione Rosa dei Venti)
gen. Giuliano Micheli (Padova, 653)
dott. Franco Michelini Tocci (Roma, in
sonno, 331)
rag. Enrico Michelotti (Messina, 52)
col. Giuseppe Midili (Roma, 244)
arch. Aladino Minciaroni (Roma, 931)
col. Giovanni Minerva (Roma, 517)
avv. Sergio Minervini (Livorno, 513)
gen. Osvaldo Minghelli (Roma, 142)
avv. Pietro Minnini (Bari, passato al
Grande Oriente, 456)
gen. Igino Missori (Roma, 559)
geom. Roberto Misuri (Pisa, 962)
dott. Arrigo Molinari (Genova, 767)
on prof. Ottorino Monaco (Roma, 53)
cap. Giuseppe Mongo (Firenze, 684)
on. Amleto Monsellato (Lecce, 54)
col. Giuseppe Montanaro (Brescia, 906)
ten col. Anselmo Montefreddo (Pavia,
246)
Riziero Monti (Ravenna, 55)
dott. Flavio Montisci (Cagliari, 823)
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44 Giustizia e Libertà
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Le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi
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gen. brig aerea Otello Montorsi (Roma,
144)
ten col. Franco Morelli (Reggio Calabria, 918)
dott. Mario Moretti (Roma, 932)
cap. Carlo Mori (Roma, 841)
dott. Gaetano Morreale (Firenze, 56)
dott. Flaviano Morri (Forlì, 674)
dott. Panfilo Morroni (Venezia, 239)
dott. Paolo Mosca (Roma, 813)
dott. Francesco Mosciaro (Palermo, passato ad altra Loggia, 245)
comm. Bruno Mosconi (Firenze, capo
gruppo 9, fasc 392)
dott. Giovanni Motzo (Cagliari, capo
gruppo 3, fasc 57)
cap fr. Angelo Murru (Savona, 58)
magg. Franco Murtas (Nuoro, 930)
dott. Arrigo Musiani (Siena, 59)
gen. Fausto Musto (Bolzano, 457)
col. Pietro Musumeci (Roma, 487) (ex
generale del SISMI, condannato per calunnia aggravata nell'ibchiesta della
Strage di Bologna)
N
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dott. Franco Nacci (Roma, 759)
dott. Paolo Nannarone (Cortona, 536)
on. Vito Napoli (Roma, 887)
dott. Luigi Nebiolo (Roma, 810)
arch. Mario Negri (Firenze, 713)
prof. Rosario Nicoletti (Roma, 950)
ten col. Renato Nicoli (Firenze, 455)
dott. Edilio Nicolini (Genova, 916)
col. Domenico Niro (Torino, capo gruppo 10, fasc 458)
dott. Giovanni Nistico' (Roma, 675)
mar magg. Enrico Nocilli (Livorno, 923)
Alighiero Noschese (Roma, morto, 343)
Alberto Nosiglia (Livorno, 869)
col. Franco Novo (Arezzo, 459)
prof. Angelo Nunziante (Messina, 460)
Antonio Nunziati (Firenze, 885)
O
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ten col. Salvatore Oddo (Roma, 937)
prof. Gianluigi Oggioni (Firenze, 637)
(chirurgo ortopedico)
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dott. Luigi Oliva (Rapallo, 770)
Carlo Onnis (Oristano, 898)
dott. Giovanni Organo (Padova, in sonno, 332) (giornalista, poeta e scrittore)
dott. Giampiero Orsello (Roma, 60) (ex
vicepresidente della RAI)
avv. Umberto Ortolani (Roma, 494)
(imprenditore, condannato per vari intrighi finanziari)
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dott. Antonio Pacella (Livorno, 671)
dott. Gian Carlo Pagano (Torino, morto,
202)
dott. Antonio Paladini (Roma, in sonno,
61)
dott. Giovanni Palaia (Roma, 792)
dott. Claudio Palazzo (Cagliari 821)
avv. Giampaolo Pallotta (Firenze, 258)
dott. Bruno Palmiotti (Roma, 220)
gen. Giovambattista Palumbo (Firenze
135)
ing. Pasquale Palumbo (Roma, in sonno,
62)
comm. Costantino Panarese (Torino, 461)
dott. Roberto Pandolfini (Firenze, 900)
ten col. Giancarlo Panella (Milano, 371)
dott. Andrea Panno (Genova, 802)
dott. Sergio Panzacchi (Roma, 290)
col. Marco Paola (Bologna, passato ad
altra Loggia, 462)
avv. Mario Paola (Firenze, 257)
dott. Enrico Paoletti (Firenze, 254)
prof. Ivan Papadia (Bari, 922)
rag. Nicolino Pappalepore (Paganica, in
sonno, 382)
Angelo Paracucchi (La Spezia, 769)
dott. Maurizio Parasassi (Roma, 582)
cap dott. Giuseppe Paratore (Arezzo, 845)
dott. Angelo Parisi (Pesaro, 806)
Pieruggero Partini (Roma, 255)
dott. Tito Pasqualigo (Torino, 874)
dott. Andrea Pasqualin (Firenze, 683)
dott. Bruno Passarelli (Roma, sospeso,
141)
dott. Vito Passero (Torino, 63)
dott. Ferdinando Pastina (La Spezia, 80(Continua a pagina 45)
6 novembre 2008
Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
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Le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi
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1)
ten col. Franco Pastore (Nuoro, 370)
cap. Giovanni Pastore (Tirrenia, 894)
dott. Salvatore Pastore (Roma, 960)
Marcello Pastorelli (Livorno, 833)
dott. Giovanni Pattumelli (Roma, 64)
Alvaro Pazzagli (Firenze, passato al
Grande Oriente, 259)
dott. Franco Peco (Milano, 110)
avv. Carmine (Mino) Pecorelli (Roma,
morto, 235)
on. Mario Pedini (Brescia, 570)
dott. Vitaliano Peduzzi (Milano, 111)
dott. Davide Pellegrini (Roma, 387)
dott. Olivo Pelli (Roma, 107)
prof. Renato Pellizzer (Siena, 682)
dott. Walter Pelosi (Roma, 754)
dott. Francesco Pennacchietti (Roma, 65)
dott. Corrado Pensa (Roma, in sonno, 333)
dott. Maurizio Pepe (Torino, 263)
Claudio Perez Barruna (Costa Rica, 594)
dott. Aldo Peritore (Roma, passato al
Grande Oriente, 261)
dott. Alberto Perna (Torino, 796)
dott. Cesare Peruzzi (Firenze, 716)
dott. Carlo Pesaresi (Forlì, 172)
rag. Lamberto Petri (Ancona, 567)
cap. Gianfranco Petricca (Livorno, 627)
Antonio Petrucci (Firenze, 715)
on. Sergio Pezzati (Firenze, 528)
Claudio Pica (in arte: Claudio Villa)
(Roma, in sonno, 262)
on dott. Rolando Picchioni (Torino, 808)
(Partito Democratico)
gen. Franco Picchiotti (Roma, capo gruppo 4, fasc 495)
ten col. Antonio Piccirillo (Como, 264)
mar cav. Romano Piccolomini (Firenze,
256)
prof. Claudio Pierangeli (Siena, 463)
dott. Giuseppe Pieri (Roma, 530)
Roberto Pieri (Firenze, 756)
Giovanni Pieroni (Firenze, 714)
on. Giulio Pietrosanti (Roma, 66)
dott. Michele Pignatelli (Roma, 334)
dott. Waldimiro Pinto (Brasile, 602)
magg. Francesco Pirolo (Roma, 260)
gen. sq. aerea Luigi Pirozzi (Roma, 854)
cap. Gino Pisani (Genova, 40)
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dott. Giorgio Pisano (Cagliari, 642)
dott. Sergio Piscitello (Roma, 507)
dott. Alberto Pistolesi (Firenze, 749)
dott. Giuseppe Pizzetti (Firenze, morto,
410)
dott. Giulio Pizzoccheri (Milano, passato
ad altra Loggia, 242)
dott. Michele Pizzullo (Roma, 145)
dott. Giovan Vincenzo Placco (Roma,
947)
prof. Carlo Poglayen (Macerata, 267)
dott fr. Giuseppe Pluchino (Ragusa, 957)
cap. Giuliano Poggi (Caracas, 464)
cap fr. Osvaldo Poggi (Padova, passato
ad altra Loggia, 161)
dott. Marcello Poggini (Roma, 388)
dott. Duilio Poggiolini (Roma, 961)
col. Italo Poggiolini (Livorno, 575)
avv. Wolfango Polverelli (Roma, 162)
dott. Domenico Pone (Roma, 421)
prof. Leonello Ponti (Roma, 660)
dott. Saverio Porcari Li Destri (Cuba, 831)
cap. Fausto Porcheddu (67)
cap. Roberto Porcheddu (68)
dott. Pasquale Porpora (Milano, capo
gruppo 14, fasc 70)
dott. Michele Principe (Roma, 829)
dott. Massimo Pugliese (Roma, 266)
prof. Clemente Pullè (Messina, 955)
prof. Pietro Pulsoni (Roma, 69)
cap. Giuseppe Putignano (Firenze, 764)
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ten col. Giuseppino Quartararo (Livorno,
577)
amm. Giovanni (Juan) Questa (Argentina, 617)
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dott. Domenico Rabino (Modena, 825)
dott. Giorgio Ramella (Genova, 771)
prof. Vincenzo Randi (Ravenna, morto,
71)
dott. Giacomo Randon(Roma, 146)
Bruno Ranieri (Roma, morto, 465)
dott. Domenico Raspini (Ravenna, 72)
gen. Osvaldo Rastelli (Bologna, 105)
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46 Giustizia e Libertà
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maestro. Giulio Razzi (Roma, morto, 466)
dott. Angelo Rega (Roma, 73)
cap. Aldo Renai (Firenze, 268)
avv. Lucio Riccardi (Bari, 74)
avv. Emilio Riccardi (Torino, morto, 95)
dott. Giuseppe Ricci (Viterbo, 467)
gen. Giovanni Riffero (Torino, 486)
dott. Renato Righi (Firenze, 122)
dott. Giovanni Rizzi (Verona, 760)
dott. Angelo Rizzoli (Milano, 532)
(fondatore della Rizzoli Editore)
col. Vincenzo Rizzuti (Roma, 811)
dott. Enrico Rocca (Cagliari, 884)
col. Fausto Rodino' (Ostia, 269)
Carlo Rolla (Genova, 881)
dott. Francesco Romanelli (Roma, 75)
dott. Ovidio Romanelli (Roma, 335)
ten col. Antonio Romano (Roma, 549)
dott. William Rosati (Genova, capo
gruppo 15, fasc 673)
cap. Andrea Roselli (Potenza, 585)
gen. Roberto Roselli (Roma, 99)
prof. Edmondo Rossi (Roma, 805)
dott. Giorgio Rossi (Milano, 323)
Mario Rossi (Frosinone, 730)
dott. Bruno Rozera (Roma, passato al
Grande Oriente, 76)
ing. Mario Rubino (Palermo, 336)
dott. Carlo Ruffo della Scaletta (Firenze,
717) (nobile)
dott. Felice Ruggiero (Roma, 847)
dott. Domenico Russo (La Spezia, 846)
dott. Francesco Russo (Agrigento, 196)
cap. Guido Ruta (Stati Uniti, 628)
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dott. Claudio Sabatini (Roma, 783)
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ten col. Gianfranco Sabatini (Aosta, 953) •
dott. Elio Sacchetto (Roma, 634)
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arch. Ambrogio Sala (Torino, 228)
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magg. Mario Salacone (Roma, 163)
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ing. Simonpietro Salini (Roma, in sonno, •
531)
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dott. Francesco Salomone (Roma, 678)
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arch. Francesco Sanguinetti (Roma, morto, 337)
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Ermido Santi (Genova, 772)
geom. Ferruccio Santini (Roma, 775)
dott. Mario Santoro (Bologna, 77)
gen. Giuseppe Santovito (Roma, 527)
dott. Roberto Sarracino (L'Aquila, 383)
geom. Stefano Sassorossi (Firenze, 719)
cav. Carlo Satira (Reggio Calabria, 78)
dott. Vittorio Emanuele di Savoia
(Ginevra, 516)
dott. Vittorio Sbarbaro (Roma, 934)
dott. Francesco Scalabrino (Messina,
morto, 469)
dott. Leonardo Scali (Roma, 958)
ten col. Pasquale Scarano (Oristano, 839)
ten col. Michele Schettino (Torino, 761)
dott. Darcy Schettino Rocha (Brasile,
607)
Aldo Schiassi (Bologna, 924)
avv. Giulio Schiller (Padova, 654)
ten col. Mario Scialdone (Firenze, 147)
dott. Santo Sciarrone (Milano, 635)
gen. Salvatore Scibetta (Roma, 124)
col. Domenico Scoppio (Roma, 274)
ing. Alberto Scribani (Parigi, 198)
on. Loris Scricciolo (Chiusi, 125) (ex vicepresidente del Monte dei Paschi di
Siena)
dott. Piero Scricciolo (Arezzo, passato al
Grande Oriente, 149)
prof. Albino Secchi (Firenze, 411)
dott. Gustavo Selva (Roma, 623) (ai
tempi dello scandalo europarlamentare
per la Democrazia Cristiana, ex direttore del GR2, poi deputato di Alleanza Nazionale e senatore di Forza Italia)
dott. Mario Semprini (Roma, 544)
dott. Pasquale Setari (Padova, 106)
ing. Lucien Sicouri (Genova, 580)
dott. Elio Siggia (Roma, 656)
ten vasc Giuseppe Silanos (Roma, 271)
dott. Enrico Silvio (Genova, 338)
prof. Augusto Sinagra (Roma, 946)
avv. Michele Sindona (501)
magg. Giovanni Sini (Livorno, 578)
dott. Raffaele Sinisi (Arezzo, 297)
gen. Giuseppe Siracusano (Roma, 496)
dott. Fiorello Sodi (Firenze, 34)
dott. Edgardo Sogno Del Vallino
(Torino, 786)
Ugo Soldani (Firenze, 718)
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Sp. «GELLI in TV»
Giustizia e Libertà
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dott. Angelo Raffaele Soldano (Roma,
272)
dott. Gerolamo Sommo (Aosta, 912)
dott. Girolamo Sorrenti (Roma, 339)
dott. Franco Sorrentino (Cagliari, 79)
ten col. Lino Sovdat (Firenze, 471)
gen. Pietro Spaccamonti (Roma, 472)
dott. Ettore Spagliardi (Aosta, 915)
dott. Carmelo Spagnuolo (Roma, in sonno, 545)
dott. Piero Spalluto (Milano, 872)
dott. Paolo Sparagana (Losanna, 537)
dott. Aldo Spinelli (Milano, in sonno, 80)
on. Gaetano Stammati (Roma, 543)
dott. Antonio Stanzione (Forlì, 793)
ten col. Savino Stella (Firenze, 722)
dott. Domenico Stellini (Treviso, in sonno, 81)
magg. Marcello Stellini (Roma, 273)
dott. Giorgio Sternini (Venezia, 82)
dott. Giorgio Florio Stilli (Firenze, 648)
dott. Randolph K Stone (Los Angeles,
899)
dott. Bruno Strappa (Ancona, 584)
cap dott. Giuseppe Strati (Reggio Calabria, 959)
dott. Francesco Sturzo (Palermo, 340)
gen. Carlos Suarez Mason (Argentina,
609)
dott. Giuseppe Szall (Milano, 524)
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Leandro Tacconi (Roma, 632)
cap. Ezio Talone (Napoli, 276)
ing. Gennaro Tampone (Firenze, 750)
dott. Vittorio Tanassi (Roma 473)
magg. Giacomo Tarsi (Roma, 151)
avv. Paolo Tartaglia (Roma, 842)
dott. Bruno Tassan Din (Milano, 534)
Giovanni Tassitano (Pisa, 925)
dott. Elijak Taylor (Liberia, 619)
dott. Alberto Teardo (Albissola, 341)
dott. Mario Tedeschi (Roma, 853)
on. Emanuele Terrana (Roma, morto, 356)
cap. Corrado Terranova (Taranto, 83)
prof. Carlo Terzolo (Torino, morto, 342)
gen. Guido Tesi (Firenze, in sonno, 587)
Augusto Tibaldi (Roma, sospeso, 100)
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dott. Mario Tilgher (Roma, passato al
Grande Oriente, 84)
dott. Alessandro Tizzani (Torino, 795)
col. Mario Tognazzi (Firenze, morto, 412)
dott. William Tolbert (Liberia, morto, 618)
dott. Emanuele Tomasino (Palermo, 669)
Osvaldo Tonini (Brasile, 614)
amm. Giovanni Torrisi (Roma, 631)
(dall'agosto 1977 al gennaio 1980 capo
di stato maggiore della marina e dal febbraio 1980 al settembre 1981 capo di
stato maggiore della difesa)
cap. Menotti Tortora (Firenze, 275)
Silvano Tosi (Arezzo, 477)
Massimo Tosti (Roma, 929)
dott. Gaetano Trapani (Milano, 779)
ten col. Mario Traversa (Brindisi, 758)
dott. Roberto Trebbi (Tirrenia, 685)
prof. Fabrizio Trecca Trifone (Roma, capo gruppo 17, fasc 327)
comm. Lorenzo Tricerri (Torino, in sonno, 85)
cav. Aurelio Tripepi (Reggio Calabria,
morto, 474)
col. Giuseppe Trisolini (Roma, morto,
547)
avv. Francesco Troccoli (Bari, 86)
dott. Francesco Trois (Cagliari, 820)
ten col. Domenico Tuminello (Perugia,
148)
gen. Mauro Turini (Roma, 740)
dott. Vincenzo Tusa (Palermo, 344)
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comandante. Paolo Uberti (Roma, 280)
dott. Asdrubale Ugolini (Firenze, 413)
geom. Mauro Ugolini (Firenze, 720)
ten col. Giacomo Ungania (Roma, 901)
prof. Antonio Urbano (Catania, 279)
ten col. Ottavio Urciuolo (Firenze, 126)
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dott. Salvatore Vagnoni (Roma, 468)
avv. Mario Valenti (Arezzo, morto, 644)
dott. Roberto Valenza (Roma, 757)
dott. Vincenzo Valenza (Roma, 243)
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gen. Enzo Vallati (Roma, 508)
dott. Cesare Valobra (Milano, in sonno,
87)
dott. Giancarlo Elia Valori (Roma, espulso, 283)
prof. Walter Vannelli (Roma, 88)
prof. Cesare Vannocci (Livorno, 89)
dott. Giuseppe Varchi (Trapani, 908)
gen. Dante Venturi (Palermo, morto, 346)
dott. Aldo Vestri (Genova, 90)
dott. Giovanni Viarengo (Torino, 91)
cap. Massimo Vicard (Roma, 866)
col. Mario Pompeo Vicini (Roma, 127)
col. Antonio Viezzer (Roma, 509)
dott. Alberto Vignes (Argentina, morto,
592)
dott. Luigi Nello Villa (Torino, 374)
dott. Vincenzo Villata (Roma, 391)
dott. Maria Josè Villone (Buenos Aires,
690)
avv. Enrico Vinci (Roma, 282)
dott. Francesco Viola (Torino, 375)
magg. Enrico Violante (Livorno, 284)
dott. Ferdinando Visciani (Firenze, morto, 281)
dott. Annibale Viscomi (Montecatini, 647)
Roberto Visconti (Firenze, 751)
dott. Angelo Visocchi (Roma, 791)
dott. Gaetano Vita (Roma, 390)
dott. Fabio Vitali (Torino, in sonno, 347)
dott. Vincenzo Vitali (Siena, 348)
avv. Mario Vitellio (Roma, 666)
gen. Ambrogio Viviani (Novara, 828)
avv. Carlo Voccia (Roma, 667)
avv. Gaetano Vullo (Milano, 856)
dott. Fernandes Wilson De Valle
(Buenos Aires, 687)
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dott. Lelio Zappala' (Roma, 475)
ing. Lucio Zappulla (Palermo, 349)
dott. Aldo Zecca (Roma, 350)
dott. Sergio Zerbini (Modena, 93)
dott. Giorgio Zicari (Roma, 844)
dott. Alfredo Zipari (Roma, 470)
prof. Amonasro Zocchi (Roma, 571)
Elie Zocheib (Modena, 893)
on. Michele Zuccalà (Roma, 492)
comm. Antonio Zucchi (Arezzo, 128)
dott. Paolo Zucchini (Roma, 362).
Note
Le liste dei nomi sono riportate nella
"Relazione Anselmi" (relazione finale della
commissione parlamentare d'inchiesta), nel
libro primo, tomo primo, a pagine 803-874 e
885-942, e nel libro primo, tomo secondo, a
pagine 213 e seguenti e 1126 e seguenti.
Questa relazione fu presentata il 12 luglio
1984 dalla deputata democristiana Tina Anselmi, come conclusione dei lavori della
Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla
loggia massonica P2, commissione che la
stessa Anselmi aveva presieduto per quasi tre
anni.
Voci correlate
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Propaganda 2
Licio Gelli
http://it.wikipedia.org/wiki/P2
Giustizia e Libertà
Periodico Politico Indipendente
W
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dott. Mario Zaccagnini (Roma, 92)
cap. Maurizio Zaffino (La Spezia, 285)
dott. Leonida Zanaria (Milano, 896)
dott. Mario Zanella (Roma, 476)
Autorizzazione Tribunale di Roma
n° 540/2002 del 18.09.2002
Proprietà: L. Barbato
Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma
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Direttore Responsabile: Luigi Barbato
Vice Direttore: Paolo Di Roberto
Redattore Capo: Antonia Stanganelli