CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO

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CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO
CORSO DI FORMAZIONE
OPERATORI INSERIMENTO
MIRATO
Cuneo Settembre 2000-Marzo 2001
Nell’ambito del Progetto “Una sfida possibile:
Inserimento lavorativo
di persone con speciali bisogni” - 2000
a cura di Marisa Chiavazza
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PRESENTAZIONE
I nostri quaderni sul lavoro e la formazione recano una sorta di sottotitolo: contributi,
esperienze, strumenti.
Finora abbiamo proposto dei contributi o degli strumenti. che hanno destato un certo
interesse. E’ con particolare soddisfazione che ora presentiamo quest’ultima pubblicazione
perché dà inizio all’illustrazione di alcune significative esperienze che vanno compiendo i
nostri servizi all’impiego ed alla formazione: si tratta di un corso che ha coinvolto una trentina
di operatori provenienti dagli Enti e servizi che a diverso titolo si occupano di formazione e
d’inserimento lavorativo di persone svantaggiate: Consorzi Socio-Assistenziali e Comunità
Montane, Dipartimenti di Salute mentale, S.I.M. (Servizio Inserimento Mirato) e Centri per
l’Impiego della Provincia, Agenzie formative, Consorzi di Cooperative sociali.
L’ iniziativa è nata nell’ambito del nostro progetto “Una sfida possibile” finanziato dalla
Regione ai sensi della L. 104/99 ed ha risposto ad esigenze espresse dagli operatori che
fanno parte del coordinamento provinciale dei Servizi per l’inserimento lavorativo in
concomitanza con l’applicazione della legge 68/99 sul diritto al lavoro dei disabili..
Il programma del corso ha fatto riferimento ad alcune tematiche ritenute fondamentali in un
percorso di inserimento lavorativo efficace di persone disabili quali: la conoscenza della
normativa inerente i Servizi all’Impiego e il collocamento mirato dei disabili, le strategie di
mediazione con le aziende, gli strumenti utili al monitoraggio del percorso e all’analisi della
domanda e dell’offerta, il ruolo della Cooperazione sociale, il ruolo del tutor e le sue
competenze, il colloquio e il marketing.
Il valore di questa esperienza formativa comunque non risiede solamente nei contenuti, nella
sua durata e nel valore dei relatori, ma soprattutto nel fatto di aver promosso un confronto di
esperienze, di metodologie, di linguaggio tra operatori di diversi Enti e servizi. E’ infatti dal
dialogo, dalla condivisione, da un reale lavoro in rete – come previsto anche dall’art. 6 della
Legge 68/99 – che si possono ottenere risultati importanti per le persone e per le imprese
quali andiamo gradualmente cogliendo nella nostra provincia.
Pubblichiamo il programma delle diverse giornate, evidenziando le modalità didattiche
utilizzate dai formatori, ed una sintesi operata dal nostro Settore sulle tematiche trattate e su
spunti di riflessione emersi. Pensiamo possano essere utili agli operatori del settore
dell’inserimento lavorativo, ai Servizi coinvolti, ad eventuali formatori interessati ad
organizzare corsi similari e ad altri operatori o educatori. Presso l’Assessorato sono raccolti
tutti i materiali ed i suggerimenti bibliografici presentati dai relatori
In questo quaderno sono, inoltre, presentati i principali risultati emersi in sede di valutazione
del percorso formativo che riteniamo molto interessanti e molto utili.
Prossimamente illustreremo l’esperienza di orientamento dei ragazzi in obbligo scolastico e
formativo, l’applicazione della legge n. 68, i casi di ricollocazione di lavoratrici che hanno
perso il posto di lavoro in seguito al fallimento della loro azienda e così via, dando
progressivamente conto dello sforzo della Provincia, dei suoi dirigenti ed operatori di
realizzare nuovi ed efficaci servizi all’impiego ed alla formazione delle persone.
Il Presidente della Provincia
Giovanni Quaglia
L’Assessore al Lavoro e alla FP
Antonio Degiacomi
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PROGETTO “UNA SFIDA POSSIBILE:
INSERIMENTO LAVORATIVO DI PERSONE CON SPECIALI BISOGNI”
CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO DISABILI
Cuneo, settembre 2000 – marzo 2001
CALENDARIO DEL CORSO
TEMA
FORMATORE
Deficit e lavoro
Aspetti normativi e istituzionali
Approcci metodologici di riferimento
Tipologie dei Servizi di sostegno e
collocamento mirato
Osservatorio sugli inserimenti lavorativi
MATCH: un programma informatico per
disabili
Il ruolo della Coop. Sociale
Una definizione del ruolo del tutor: azioni
professionali di riferimento
Per un definizione del ruolo del tutor:
Analisi delle competenze
La gestione del colloquio
Il marketing sociale
Paolo Henry
psicologo, già docente di psicologia dell’handicap e
della riabilitazione presso l’Università di Torino
Gianfranco Bordone
Coordinatore Centri per l’Impiego
Provincia Cuneo
Carlo Lepri
Centro studi Genova
Carlo Lepri
Centro studi Genova
Sergio Oggero, Compagnia di Iniziative sociali CIS
Alba
Rossana Bolchini -Barsocchi
Fondazione Don Carlo Gnocchi Milano
Gianfranco Marocchi
Presidente Federsolidarietà Torino
Massimo Novarino
Consulente politiche attive del lavoro per i soggetti
svantaggiati Consorzio I.C.S. Torino
Giuseppe Porzio
Consulente di formazione e di sviluppo organizzativo
Giuseppe Porzio
Elio Tesio Associazione AREA
docente universitario Torino
Marco Benna
Esperto di marketing e di comunicazione di massa, già
docente alle Scuole per Educatori Professionali
Valutazione del corso, confronto tra operatori e
Rappresentanti di Enti
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DATA
ORARIO
21-9-2000
9,30-17,30
5-10-2000
9,30-17,30
19-10-2000
9,30-17,30
9-11-2000
9,30-17,30
14-11-2000
9,30-13
14-11-2000
14-17,30
30-11-2000
9,30-17,30
14-12-2000
11-1-2001
25-1-2001
8-2-2001
9,30-17,30
9,30-17,30
9,30-17,30
9,30-17,30
21-2-2001
9,30-17,30
1-3-2001
9,30-17,30
12-3-2001
9,30-17,30
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PROGRAMMA DEL CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO
DISABILI
CONTENUTI
DURATA
21/9/2000
1) Deficit e lavoro: evoluzioni culturali e sociali, nuove esigenze e opportunità
7h
5/10/2000
2) Aspetti normativi e istituzionali:
L.104/92, L.68/99, L. 28/93, L.469/97,L.41/99, Decr. 345/99
7h
Disegno dei Servizi per l’Impiego e ruolo degli attori locali
19/10/2000
3) Le rappresentazioni sociali delle persone disabili: verso un approccio antropologico.
Il lavoro di rete locale, la mediazione soggetto/azienda/servizi
7h
9/11/2000
4) Le linee metodologiche per l’inserimento lavorativo alla luce delle innovazioni culturali e
legislative.
Caratteristiche delle tipologie di servizi di sostegno e collocamento mirato (allegato 2 all’atto
di indirizzo, art.1 comma 4 L. 68/99).
7h
14/11/2000
5) Osservatorio sugli inserimenti lavorativi:
(mattina)
14/11/2000
(pomeriggio)
30/11/2000
3.5 h
una esperienza di costruzione di strumenti per gli operatori in Provincia di Cuneo
6) MATCH: un programma informatico per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro per
persone disabili
3.5 h
7) Il ruolo della Cooperazione sociale: Cooperative di tipo B L.381/91; sperimentazioni
nazionali in atto e convenzioni ai sensi dell'art. 12 L.68/99
7h
8) Per una definizione del ruolo del tutor
Azioni professionali di riferimento Il tutoraggio dei tirocini: obiettivi e metodologie (strumenti
di lettura di un’organizzazione produttiva, il ruolo del tutor aziendale, il programma
formativo/orientativo, strumenti di verifica e di valutazione)
14 h
9) Per una definizione del ruolo del tutor: analisi delle competenze
14 h
21/2/2001
10) Per una definizione del ruolo del tutor: tecniche e strumenti per la gestione del
colloquio.
7h
1/3/2001
11) Marketing e comunicazione sociale: nuovo approccio di sensibilizzazione verso il
mondo del lavoro
7h
12/3/2001
12) Valutazione e sistematizzazione finale, confronto su proposte operative
7h
14/12/2000
11/1/2001
25/1/2001
8/2/2001
Totale ore
90
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OBIETTIVI DEL CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI
INSERIMENTO MIRATO ANNO 2000-2001
(da parte della Provincia, Ente organizzatore)
Concretizzazione di una azione prevista dal Progetto “Una sfida possibile:
inserimento lavorativo di persone con speciali bisogni” anno 2000 finanziato dalla L.
104/92, attivata su sollecitazione del coordinamento provinciale dei SIL.
Possibilità di conoscenza/incontro/confronto tra operatori provenienti da Enti
diversi ( SIL, C.P.I., S.I.M, E.L., Coop. Sociali, Ag. Formative..) nella prospettiva di
una collaborazione tra loro ai sensi della L. 68/99.
Possibilità di acquisire un linguaggio comune e metodologie di lavoro similari sui
territori di competenza degli operatori provinciali;
Presentazione e approfondimento delle tematiche inerenti l’inserimento mirato dei
disabili con l’ausilio di esperti –formatori qualificati a livello nazionale.
Raccolta di materiale utilizzato dai docenti e prodotto in itinere nei lavori di gruppo
costituitisi durante le lezioni.
Presentazione alla Regione ed agli Enti partecipanti all’iniziativa di una sintesi
del corso con i suggerimenti e le proposte operative emersi.
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OBIETTIVI INDIVIDUALI ESPRESSI DAI PARTECIPANTI AL
CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO
Definizione delle competenze dei Servizi coinvolti nell’applicazione della L.68/99
Costruzione di una rete territoriale
Costruire un linguaggio comune tra operatori dei diversi Servizi d’inserimento
lavorativo
Migliorare la professionalità specifica di ogni operatore
Apprendimento di nuove metodologie e strumenti
Confronto e incontro tra operatori di Servizi analoghi
Avere nuovi spunti di riflessione per migliorare il proprio operato
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PRIMA SESSIONE
TEMA « DEFICIT E LAVORO»
Prof. Paolo Henry 21-9-2000
Programma della giornata
Introduzione generale del formatore sul rapporto tra deficit e lavoro.
Raccolta di tre domande scritte per ogni corsista che si riferiscono alle attese dei
partecipanti rispetto ai contenuti del corso
Lettura e visualizzazione dei quesiti sulla lavagna a fogli
Risposte ad alcuni quesiti generali inerenti il tema odierno
Socializzazione e commenti alle risposte date
Consigli relativi a materiale bibliografico sull’argomento
Sintesi:
Utilità della conoscenza storica del rapporto tra lavoro e disabilità, dove la
psichiatria per prima ha portato la riflessione sull’aspetto terapeutico del
lavoro.
Nelle società si è modificato con l’evoluzione tecnologica il rapporto tra
produttori e non produttori, di conseguenza possono essere inventate nuove
modalità terapeutiche, nuovi modelli d’intervento che si instaurano in un
nuovo contesto storico.
Le classificazioni, l’ordinare l’universo in categorie, è l’elemento base della
conoscenza, è il modo in cui si trasmette esperienza, a condizione di
ricordarsi che le categorie scientifiche sono un’invenzione, non sono reali.
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L’OMS sta elaborando un nuovo sistema di classificazione a tre livelli:
1. identificazione della malattia o nox patogena
2. le abilità, con particolare attenzione alla valutazione delle capacità di
apprendimento
3. le disabilità a prescindere dalla supposta malattia originaria
I pregiudizi esistono nella società e gli operatori del sociale devono
prenderne atto intervenendo con l’aumento della conoscenza: così si riduce
la paura e il pregiudizio
Una recente ricerca di Ciompi sulla malattia mentale dimostra che sono
determinanti, nell’evoluzione della situazione, le attese dei familiari e degli
operatori verso quella persona, più che l’intervento medico o
psicoterapeutico: questo si chiama effetto Pigmalione.
Il lavoro riabilita la persona se le restituisce i poteri
a) abilità;
b) poteri esterni, diritti;
c) poteri interni, identità.
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intesi come:
SECONDA SESSIONE
TEMA «ASPETTI NORMATIVI E ISTITUZIONALI»
Dott. Gianfranco Bordone 5-10-2000
Programma della giornata
Introduzione sull’evoluzione del collocamento
Normativa collegata (obbligo scolastico, obbligo formativo..)
Decentramento
Dibattito con domande scritte e verbalizzate
Disegno organizzativo della Provincia di Cuneo
Nuovi strumenti messi in campo dalla L. 68/99 «Norme sul diritto al lavoro dei disabili»
Normativa di riferimento:
Decreto Legislativo 23 Dicembre 1997, n.469
Legge Regionale 14 Dicembre 1998, n.41: Organizzazione delle funzioni
regionali e locali in materia di mercato del lavoro
Legge 17 Maggio 1999, n.144 art.68: obbligo formativo
Decreto del Presidente della Repubblica 12 Luglio 2000, n.257: regolamento
di attuazione dell’art.68 della Legge 17maggio 1999, n.144, concernente
l’obbligo di frequenza di attività formative fino al diciottesimo anno di età.
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Decreto Legislativo 21 Aprile 2000, n.181: disposizioni per agevolare
l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro, in attuazione dell’art.45,comma 1,
lettera a), della legge 17 maggio 1999, n.144
Decreto Legislativo in corso di emanazione modificativo del D.Lgs. 21 aprile
2000, n.181, approvato dal Consiglio dei Ministri del 8 marzo 2001,
approvato dalla Conferenza unificata Stato Regioni e autonomie locali del 19
aprile 2001.
Legge 12 marzo 1999, n.68 : norme sul diritto al lavoro dei disabili»
Regolamento di esecuzione per l’attuazione della
ottobre 2000, n.333
L.68/99
D.P.R. 10
Decreti attuativi della L. 68/99
I prospetti informativi per le aziende ai sensi dell’art.9 comma 6 della
L.68/99
Convenzioni provinciali ex art.11 L. 68/99
Convenzioni provinciali d’integrazione lavorativa ex art.11, comma 4 e 7 della
L.68/99. (www.provincia.cuneo.it)
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TERZA SESSIONE
TEMA: «LE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI DELLE
PERSONE DISABILI»
«LA STRATEGIA DELLA MEDIAZIONE»
Dott. Carlo Lepri 19-10-2000 9-11-2000
Programma della giornata
Presentazione del formatore
Presentazione dei corsisti
Presentazione dell’U.S.L. 3 «Genovese» per l’inserimento lavorativo delle persone disabili
intellettivi
Evoluzione storica delle rappresentazioni sociali dei disabili
La strategia della mediazione
Lavoro in aula a gruppi sulla realtà istituzionale, in Provincia di Cuneo, tra la Scuola e il
mondo del Lavoro
Sintesi:
Il Centro Studi dell’U.S.L. 3 Genovese è un Servizio pubblico con circa venti
operatori, si occupa specificamente di disabili intellettivi con problemi
cognitivi ed immaturità relazionale e collabora a progetti relativi a persone
con problematiche relazionali
L’esperienza ha dimostrato, negli ultimi 25 anni di lavoro, in cui si sono
inserite 600 persone disabili intellettivi in aziende, che le maggiori difficoltà
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d’inserimento si riscontrano non nell’area cognitiva, ma in quella relazionale,
nella capacità di reggere il ruolo lavorativo.
La nostra cultura si fonda sui test cognitivi, di
apprendimento, mentre gli
Americani hanno recentemente messo a punto gli emotional quotient
(quozienti emotivi)
Un operatore che si occupa d’integrazione deve conoscere gli elementi di
lettura della disabilità condivisi in un certo territorio, deve avere coscienza
della rappresentazione della disabilità in un contesto lavorativo dove va a
proporre l’inserimento del disabile
Le rappresentazioni sociali sulla disabilità si sono modificate nelle varie
epoche storiche:
Epoca
Atteggiamento sociale
Ancoraggio
Epoca classica
eugenetico(razza pura)
errore della natura
Medio Evo
religioso
frutto del peccato
Illuminismo
curioso/razionale
buon selvaggio
Era moderna
bambino da proteggere
Le rappresentazioni sociali fanno capo alla realtà a cui si attribuiscono
significati diversi, in relazione a stereotipi e pregiudizi presenti dovunque,
che permettono di leggere tutto in modo condiviso.
Si possono modificare con l’utilizzo opportuno dei media, focalizzando
l’attenzione sulla persona e le sue potenzialità e non sul deficit
L’inserimento lavorativo delle persone disabili è abilitazione della persona
e non riabilitazione delle sue parti malate; l’inserimento mediato è più che
mirato; con le famiglie è utile instaurare un’alleanza, mentre con l’impresa si
collabora anziché imporre.
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La formazione in situazione rappresenta lo strumento principale per
l’acquisizione del SAPER LAVORARE che non s’identifica con il SAPER
FARE UN LAVORO, ma rappresenta una realtà molto più complessa
Il lavoro di rete tra Servizi si può realizzare efficacemente attraverso
l’impostazione di progetti coerenti e condivisi sul territorio di riferimento
La professionalità dell’operatore della mediazione si delinea attraverso tre
caratteristiche:
a) progettare
b) mediare
c) accompagnare/promuovere
Prevedere, al termine del percorso, un distacco tra la persona disabile e
l’operatore è condizione fondamentale per la riuscita dell’intervento;
l’autonomia della persona rappresenta l’obiettivo finale del percorso educativo
realizzato.
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QUARTA SESSIONE
TEMA: “ALCUNI STRUMENTI PER L’INSERIMENTO
LAVORATIVO”
14-11-2000
«OSSERVATORIO INSERIMENTI LAVORATIVI»
Dott. Sergio Oggero
Programma mattino
Presentazione Compagnia di iniziative sociali CIS Alba
Raccolta strumenti per l’inserimento lavorativo utilizzati dai Servizi rappresentati dai
partecipanti al corso
Presentazione di una ricerca e costruzione di strumenti attuati in provincia di Cuneo
nell’ambito del Progetto Osservatorio Inserimenti Lavorativi
Programma pomeriggio
Presentazione e dimostrazione del programma informatico MATCH
Sintesi:
Per monitoraggio s’intende un’azione finalizzata a verificare come un
insieme di interventi, azioni, procedure, siano state impostate, attuate e
gestite; ha luogo in itinere ossia durante la realizzazione dell’intervento e si
configura come un supporto alla valutazione.
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La valutazione, invece, deve riferire i risultati agli obiettivi, quindi
consentire un giudizio critico e di valore sull’intervento, allo scopo della
riprogettazione dello stesso.
Le fasi di un processo che accompagna l’azione di monitoraggio e
valutazione possono sintetizzarsi nelle seguenti:
1.
ex-ante (in fase d’ingresso)
2.
in itinere (durante l’inserimento)
3.
fase finale (in uscita)
4.
follow-up o analisi delle tracce (in fase di permanenza)
Gli strumenti per la gestione delle procedure dell’inserimento lavorativo
individuati nel Progetto “Osservatorio Inserimenti lavorativi” sono i seguenti:
a)
Scheda filtro/rilevazione del bisogno (nella fase d’ingresso
/selezione)
b)
Scheda per la rilevazione dello sviluppo professionale e sociale (in
itinere):
c)
Scheda monitoraggio utente
d)
Scheda monitoraggio referente aziendale
e)
Scheda per la valutazione degli esiti (nella fase finale):
f)
Scheda di verifica finale con utente
g)
Scheda di verifica finale con utente aziendale
h)
Scheda per la valutazione finale degli impatti (nella fase di follow up
o analisi delle tracce)
Gli strumenti di valutazione devono rispondere ad esigenze di facile utilizzo
e uniformità di linguaggio per consentire un‘estensione maggiore tra
operatori che si occupano di inserimento lavorativo.
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“Presentazione e dimostrazione del programma informatico
MATCH”
Dott. Riccardo Barsocchi
Il programma MATCH II predisposto dalla Fondazione Don Carlo Gnocchi
di Milano è stato sperimentato, nel territorio del milanese, per favorire
l’incontro domanda-offerta delle persone disabili.
Il vantaggio di questo software, rispetto ad altri strumenti, è quello di
omogeneizzare i linguaggi ed essere utilizzabile su piccoli numeri.
Consta di due banche dati che consentono un incrocio valido per un
inserimento lavorativo efficace:
a)
Scheda parte anagrafica aziende per la banca dati aziende
a)
Scheda acquisizione dati utenti per una banca dati persone
Le schede vengono condivise con i Servizi di provenienza degli utenti per
aggiungere informazioni utili.
La procedura utilizzata si riferisce ad interviste da parte di psicologi rivolte
alle aziende e agli utenti, con successivi colloqui con le persone, per
acquisire ulteriori elementi diagnostici e funzionali.
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QUINTA SESSIONE
TEMA: « IL RUOLO DELLA COOPERAZIONE
SOCIALE»
Dott. Gianfranco Marocchi, Dott. Massimo Novarino
30-11-2001
Programma mattino
Le persone svantaggiate
Le politiche
La Cooperazione sociale
Esperienze
Programma pomeriggio
La L. 68/99 e la Cooperazione sociale
Sperimentazioni ed esperienze di Convenzioni in Italia ai sensi dell’art.11 e art.12 della
L.68/99
Sintesi:
L’area dello svantaggio è molto diversificata, gli interventi,quindi, devono
considerare le diverse caratteristiche delle persone.
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Le politiche si riferiscono a tre sfere d’intervento:
a)
all’obbligo,
b)
all’incentivo,
c)
politiche attive del lavoro (nella direzione della compatibilità
domanda - offerta in fasce deboli)
La Cooperativa è un’entità di persone che hanno un interesse comune e si
associano per perseguirlo
I primi accenni alla Cooperativa sociale si riferiscono alla prima metà degli
anni ‘60, mentre la normativa di riferimento (L. 381) risale al 1991, quando
esistevano già 2000 Cooperative in Italia.
Alla fine dell’anno 1999 risultano 6200 Cooperative sociali in Italia, di cui il 60%
circa di tipo A (servizi alla persona), il 40% di tipo B (inserimento lavorati vo di
persone svantaggiate)
Si sono costituiti in seguito i Consorzi, che comprendono più unità operative
di diverse dimensioni; se ne contano circa 100 in Italia, di questi il maggiore è
CGM, nato nel 1986 e formato a sua volta da 50 consorzi territoriali, cui fanno
riferimento circa 700 cooperative sociali italiane.
Attualmente si conoscono alcune esperienze di accordi tra Enti locali e
Cooperative:
L’Agenzia per l’Impiego di Trento e la Provincia nel 1992, hanno
realizzato un progetto per
persone svantaggiate, con le
Cooperative di territorio, avvalendosi di disponibilità di fondi per il
tutor, consulenza e formazione.( www.provincia.trento.it )
In alcune città venete, Padova e Venezia, ci sono state
esperienze di SIL che hanno collaborato con le Cooperative
sociali, utilizzate come risorsa per tirocinii per disabili,
anticipando l’art.11 della L.68/99.
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A Torino dal novembre 1994 si sono avviati convenzionamenti
con le Cooperative sociali per gli appalti pubblici, con un tasso di
successo alto e ricollocazione delle persone “ zero”
La L.68/99, all’art.11 e art.12 ha riconosciuto alla Cooperazione sociale un
ruolo importante per nuove opportunità e una sfida culturale che è quella di
essere partner e non soluzione del problema; rappresenta, inoltre, un
riconoscimento alle sperimentazioni precedenti. ( www.minlavoro.it )
Si sono realizzate tre esperienze interessanti di accordi per l’attuazione
della normativa relativa all’inserimento lavorativo dei disabili:
Un tavolo di lavoro per le fasce deboli a Forlì, nel 1995, stipula un
Protocollo D’Intesa, tra vari partner pubblici e il Consorzio
Solidarietà Sociale, per l’affidamento di commesse relative a servizi
da svolgersi da parte di soggetti svantaggiati.
A Treviso nel 1996 nasce un Protocollo D’Intesa tra l’Unindustria
Treviso, U.P.L.M.O. di Treviso, le Organizzazioni Sindacali, le
Associazioni costruttori Edili e Associazione Commercianti con il
Consorzio di Cooperative Provinciale Intesa per l’adempimento della
L.482/68.
La Provincia di Brescia, il 3-11-2000 stipula una convenzione con
Confcooperative e Legacoop per l’applicazione della L.68/99,
elaborando Convenzioni tipo ai sensi dell’art.11 e art. 12 della
L.68/99
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SESTA SESSIONE
TEMA: «DEFINIZIONE DEL RUOLO DEL TUTOR»
14-12-2000; 11-1-2001; 25-1-2001, 8-2-2001
Dott. Giuseppe Porzio
Programma delle giornate
Il contesto lavorativo come opportunità di sviluppo e apprendimento
Strategie per supportare i processi di apprendimento dei soggetti inseriti nelle
organizzazioni, lo stage.
Analisi del contesto e progettazione degli inserimenti
Competenze del tutor
Lavoro in aula in gruppi
Sintesi:
Il tutor non può essere un tuttologo, ma deve considerarsi nell’ambito della
tutorship, che si pone nell’ottica di verificare:
a)
quando un inserimento è efficace
b)
quali gli obiettivi dell’inserimento
c)
quali le condizioni che facilitano gli obiettivi
d)
definizione delle attività/competenze
L’inserimento lavorativo deve essere progettato come una situazione di
apprendimento, in quanto i contesti di lavoro acquisiscono una valenza
formativa, in cui:
a) deve essere favorito un superamento della separazione tra la
trasmissione delle conoscenze e la loro applicazione nel contesto, occorre
maggiore capacità di astrazione
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b) deve essere potenziato uno sviluppo delle capacità di integrazione
e contestualizzazione dei diversi tipi di conoscenza
c) deve essere gestita l’incertezza, lo scarto tra l’anticipazione
mentale del soggetto e la realtà sperimentata
d) è necessario riconoscere e valorizzare la centralità dell’esperienza
come produzione di conoscenza.
Il progetto formativo deve garantire tempi, spazi, modalità, affinché il
soggetto possa gestire la tensione, la crisi, momento su cui si costruiscono
nuove strategie
Per qualificare l’esperienza si devono considerare:
le risorse del soggetto
l’inserimento come percorso
gli obiettivi di crescita
la formalizzazione del progetto
la progettazione con una base negoziale
Lo STAGE è un momento di confronto con la realtà lavorativa concreta, è
un momento di transizione psico-sociale per il soggetto e comporta un disagio
potenziale utilizzabile positivamente come crescita dell’autonomia della
persona.
Per favorire un’immagine più articolata e problematica, della realtà e del
lavoro, il tutor deve incoraggiare l’esplicitazione delle rappresentazioni
mentali individuali rispetto al contesto lavorativo, legate a compiti e capacità
lavorative e al contesto sociale
Il rapporto con il contesto lavorativo è sempre graduale, un’analisi del
contesto fa riferimento a più aspetti:
organizzativo (la gerarchia..)
relazionale (clima aziendale..)
logistico (barriere architettoniche..)
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La progettazione si distingue in:
progettazione macro dell’intero percorso
progettazione micro a livello delle singole fasi.
La progettazione dell’inserimento lavorativo è sempre in divenire e deve:
definire obiettivi verificabili,
avere un modello di riferimento sperimentato
considerare la globalità della persona
essere caratterizzato da una condivisione degli obiettivi da parte
degli attori coinvolti
verificare in itinere gli obiettivi utilizzando strumenti dettagliati e
snelli circostanziati agli obiettivi prefissi
La competenza è il sapere professionale, inteso come processo dinamico,
applicato ad un contesto specifico, che il soggetto decodifica, e al quale dà
risposte adeguate, è un mix di abilità e conoscenza
Le competenze del tutor fanno riferimento a tre macroaree di abilità legate
al:
diagnosticare (individuare i bisogni del soggetto e sviluppare le
capacità residue)
relazionarsi (come stare dentro ad una relazione, capacità di
mediazione..)
affrontare (adattamento, elaborazione dell’esperienza, gestione
dell’imprevisto e della crisi, avere ben presente la globalità del
progetto)
La rappresentazione del processo di tutoring è una competenza
A.D.A. (Area di Attività) è l’insieme di attività omogenee e integrate con
risultati identificabili, dove il contesto è elemento determinante
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L’Area di attività della funzione di tutoring fa riferimento a:
analisi del soggetto
analisi del contesto
progetto d’inserimento
attuazione/accompagnamento/
monitoraggio
valutazione dell’intervento
Il risultato atteso definisce i confini dell’Area di attività
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SETTIMA SESSIONE
TEMA: «LA GESTIONE DEL COLLOQUIO»
Dott. Elio Tesio
21-2-2001
Programma mattino
Presentazione conduttori
Presentazione da parte dei corsisti
Contratto didattico
Finalità del colloquio nell’inserimento lavorativo del disabile
Il colloquio: tipologie, potenzialità e criticità nei contesti di lavoro dei partecipanti
ANALISI DELLA DOMANDA
Role Play: Colloquio con la famiglia del disabile (con videoregistrazione)
Programma pomeriggio
Analisi del colloquio con la famiglia
La restituzione come avvio della progettazione
Sintesi:
Il colloquio è un processo di conoscenza tra due persone, implica un
obiettivo e la responsabilità del conduttore è quella di raggiungerlo; è anche uno
strumento importantissimo di crescita e di trasformazione
Il momento cruciale, determinante dell’andamento del colloquio, è la
presentazione cioè il riconoscimento, a cui si uniscono tutte le comunicazioni
non verbali, posturali, gestuali, acquisite nella prima infanzia, che attengono alla
tecnica del colloquio e che inconsapevolmente si usano
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Alcune componenti fondamentali nel colloquio sono:
il contesto (non è mai neutro),
l’accoglienza (possono costituirsi delle barriere)
il setting, i tempi, il tono di voce, la distanza, l’alleanza di lavoro,
l’etica della relazione (rispetto di sé e dell’altro), i confini
Il colloquio si pone all’interno di una relazione d’aiuto, c’è un compito
comune, che struttura il colloquio e lega le due persone coinvolte (il conduttore
e l’interlocutore), persone significativamente diverse rispetto al ruolo che
rivestono nello specifico ambito.
La finalità principe del colloquio è CAPIRE
Esistono varie forme di colloquio, conoscitivo o di approfondimento, che
implicano lo stabilire i tempi e cercare un’alleanza di lavoro
Nel colloquio entrano in gioco le difese dei componenti, i meccanismi di
sicurezza che possono essere di:
seduzione, evasione, ribellione,
l’incontro con l’altro è sempre angoscioso, c’è sempre
implicitamente un terzo
Ogni colloquio termina sempre con una restituzione, dove ci si assicura di
avere compreso ciò che l’interlocutore vuole trasmettere
Ognuno può dare definizioni varie di colloquio, ad esempio vengono
denominati colloqui di accompagnamento quelli che seguono il percorso
dell’inserimento lavorativo, ma, nella pratica, subentrano anche le
rappresentazioni del colloquio che possono essere determinate dalla teoria,
dall’esperienza, dalle rappresentazioni dell’interlocutore…
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Nei colloqui con le famiglie di persone disabili subentrano, inoltre,
componenti emotivo-affettive di particolare delicatezza per la gestione del
colloquio da parte dell’operatore, che può trovarsi a dover svolgere una
funzione genitoriale vicariante basata sull’assorbire la sofferenza e
trasformarla in alleanza di lavoro: il conduttore deve, quindi, avere la massima
disponibilità e preparazione ad affrontare la situazione.
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OTTAVA SESSIONE
TEMA « IL MARKETING SOCIALE»
Dott. Marco Benna
1-3-2001
Programma della giornata
Presentazione partecipanti
Presentazione formatore
Definizione di marketing
Lavoro d’aula in gruppi rispetto all’analisi di un Servizio
Sintesi:
Fare marketing significa orientarsi ai bisogni del target; è un’attività
strategica che :
individua i bisogni del target
individua il posizionamento dell’impresa rispetto al target
Il marketing si distingue in:
marketing strategico che, in relazione all’individuazione delle condizioni
d’uso, determina la strategia dell’intervento
marketing operativo che, individuando i bisogni d’uso, attraverso
indagini di mercato, definisce la promozione e la comunicazione
IL marketing ha un’ elevata valenza comunicativa
e produce prodotti
comunicativi nella promozione; il luogo dove ci si incontra è un luogo
comunicativo
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Il marketing sociale consiste nel costruire relazioni nell’incontro di bisogni
diversi, in cui intervengono ideologie e formazione degli operatori; si dota anche
di un’etica, la mission, per definire i confini valoriali, di fronte alla società.
Le fasi, nella definizione del progetto di marketing, sono :
l’analisi retrospettiva
l’analisi microambientale (individua le variabili concorrenza e domanda
l’analisi macroambientale (individua le variabili tecnologiche,
economiche, culturali, politico-legislative)
Dall’esame delle risorse si procede, quindi, alla definizione degli obiettivi,
al marketing mix o operativo, alla definizione del prezzo e, in seguito alla
distribuzione e al servizio, alla promozione o comunicazione con la fase
ultima di verifica
Tra i soggetti coinvolti nel marketing esiste una relazione circolare ed è
difficile individuare chi inizia il processo; questi soggetti sono:
I media
Le imprese e le istituzioni
La società
L’individuo
Quando un valore diventa socialmente rilevante le aziende si adattano e si
possono perseguire gli obiettivi prefissi.
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SINTESI DEI LAVORI DI GRUPPO IN AULA
SERVIZI E STRUMENTI UTILIZZATI IN PROVINCIA DI CUNEO
TRA SCUOLA E LAVORO
S
L
CFP
C
Centro diurno
Scuole
superiori
A
U
SIM
COOP A – B
V
O
CPI
SIL
O
L
SPAL
R
A
O
Strumenti:
Tirocinii formativi ai sensi del Decr. 142/1998
Orientamento lavorativo
Borse lavoro
Progetti inserimento lavorativo
Inserimenti socializzanti
Determine per tirocinii
Gruppo ACCA
Gruppo di coordinamento provinciale
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ANALISI DEL CONTESTO LAVORATIVO
Il contesto lavorativo deve essere utile a favorire l’apprendimento.
Per progettare l’inserimento lavorativo, l’analisi del contesto di lavoro deve
considerare i seguenti aspetti:
1. L’aspetto organizzativo-gerarchico
2. L’aspetto relazionale (conoscere “il clima aziendale”)
3. L’aspetto logistico (ad esempio la presenza di barriere architettoniche)
E’ molto importante una verifica dell’inserimento lavorativo realizzato con
l’utilizzo di una chek-list dettagliata, ma snella.
OBIETTIVI, DIFFICOLTÀ E STRATEGIE NELL’INSERIMENTO AL LAVORO
OBIETTIVI
Soggetto
Individuali
a tre livelli
Azienda
Sociali
Famiglia
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DIFFICOLTA’
-
Valutazione del soggetto a livello teorico e pratico
Mancanza di risorse umane ed economiche
Difficoltà relazionale con l’azienda
Tipologia di utenza
Linguaggio
Definizione dei confini d’intervento (Il tutor rischia di diventare un
tuttologo)
STRATEGIE
Lavoro in rete tra gli attori coinvolti nel progetto
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CARATTERISTICHE DELLA PROGETTAZIONE DELL’INSERIMENTO
La progettazione s’identifica in:
PROGETTO MACRO
PROGETTO MICRO
intero percorso
singole fasi
CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
Condivisione degli obiettivi tra le parti coinvolte
Sensibilizzazione territoriale rispetto alle fasce deboli
Conoscenza delle risorse (aziende, agevolazioni….)
DIFFICOLTA’
Disponibilità delle aziende a favorire opportunità di stage
Realizzazione del lavoro di rete
Riconoscimento del ruolo del tutor
Il progetto deve considerare la globalità della persona.
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ABILITA’ E COMPETENZE DEL TUTOR
La competenza è sempre un mix di abilità e conoscenza
Le competenze del tutor fanno riferimento a tre macroaree di abilità
legate al
DIAGNOSTICARE
RELAZIONARSI
AFFRONTARE
Diagnosticare
Relazionarsi
Affrontare:
Individuazione dei bisogni del soggetto
e sviluppo delle capacità residue
Stare in una relazione, capacità di
esercitare il diritto che scaturisce dal
maggiore potere acquisito, Capacità di
mediazione
Avere ben presente la globalità del
progetto
Le competenze del tutor si possono riassumere in:
Capacità di adattamento
Elaborazione dell’esperienza
Gestione dell’imprevisto e della crisi
Gestione della globalità del progetto
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AREE DI ATTIVITA’ (ADA) DELLA FUNZIONE DI TUTORING
ADA: Insieme di attività omogenee ed integrate con risultati identificabili
Il contesto assume un ruolo determinante
L’area di attività del tutoring fa riferimento a:
Analisi del soggetto
Analisi del contesto
Progetto d’inserimento
Attuazione/Monitoraggio/Accompagnamento
Valutazione dell’intervento
Il risultato atteso definisce i confini dell’area di attività
ANALISI DI UN SERVIZIO RISPETTO A DOMANDA, BISOGNI…
Per realizzare un marketing efficace è necessario conoscere i bisogni del
target di riferimento, le difficoltà e le esigenze.
Fare marketing significa orientarsi ai bisogni del target
Problemi emersi rispetto ad un Servizio d’inserimento lavorativo:
Concorrenza dei vari Servizi sul territorio rispetto alla ricerca risorse
Ambiguità dei Servizi rispetto alle funzioni e competenze
L’azienda chiede garanzia e rassicurazione
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GIORNATA FINALE DI VERIFICA
12 MARZO 2001
programma mattino
Lavoro in gruppi eterogenei rispetto alla provenienza dai diversi servizi per considerazioni
comuni e interazione sui contenuti del corso, da socializzare nella tavola rotonda
successiva.
Lavoro in gruppi, costituiti per tipo di servizio di appartenenza, da cui scaturiscano
proposte operative da presentare nella tavola rotonda successiva.
Tavola rotonda tra i partecipanti al corso per considerazioni sul percorso realizzato,
raccolta suggerimenti e proposte operative da presentare ai Responsabili degli Enti di
provenienza, alla Provincia, alla Regione.
programma pomeriggio
Presenti: Assessorato Regionale all’Assistenza, Assessore provinciale al Lavoro, Funzionari
regionali L. 68 e Lavoro, Dirigente di Area provinciale Servizi alla Persona, Coordinatore
Centri per l’Impiego Provincia Cuneo, Responsabili Enti gestori dei Servizi di formazione e
inserimento lavorativo della provincia di Cuneo, i partecipanti al corso formativo.
Obiettivo: presentazione del corso attuato e delle finalità prefisse, visualizzazione dei dati
emersi dalle schede di valutazione compilate dai partecipanti, delle proposte operative
emerse dalle tematiche affrontate ed eventualmente da approfondire ulteriormente in
iniziative future, considerazioni generali in merito all’applicazione della L.68/99.
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RISPOSTE EMERSE DALLA VALUTAZIONE DEI COMPONENTI DEI
GRUPPI ETEROGENEI
CHE COSA HO IMPARATO?
Confronto realtà diverse e lavoro di rete
capacità di lavorare in gruppo
Attenzione alle dinamiche relazionali
È impossibile non comunicare
Riconoscimento della persona disabile con la sua dignità di adulto
Analisi dei problemi come strumento
Le rappresentazioni sociali
NUOVE STRATEGIE CON LE AZIENDE
APPRENDIMENTI TECNICI
Importanza della normativa
Diversificazione degli strumenti per gli inserimenti al lavoro
Promozione come operatori con l’individuo e la società
INCONTRI PARTICOLARMENTE INCISIVI E UTILI
DEFICIT E LAVORO
ASPETTI NORMATIVI E ISTITUZIONALI
APPROCCI METODOLOGICI DI RIFERIMENTO
MATCH: UN PROGRAMMA INFORMATICO PER DISABILILA GESTIONE DEL COLLOQUIO
IL MARKETING SOCIALE
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QUALI TEMATICHE AFFRONTATE POTREBBERO ESSERE ANCORA
APPROFONDITE IN PROSPETTIVA
la gestione del colloquio
il tutoraggio
conoscenza di altre esperienze
approfondimento del marketing sociale
i rapporti con la famiglia
ASPETTI E NODI CRITICI DEL CORSO REALIZZATO
Che cosa, rispetto alle nostre aspettative, non è stato sufficientemente o del
tutto affrontato?
uno specifico approfondimento del tutoraggio con i disabili
i riferimenti di legge più operativi
la posizione delle aziende rispetto alla legge 68/99
Quali incontri non sono risultati utili o alla portata di tutti i partecipanti?
osservatorio sugli inserimenti lavorativi
una definizione del ruolo di tutor per disabili
Quali le principali difficoltà riscontrate nell’interazione con i formatori coinvolti
nell’iter formativo (linguaggio utilizzato, metodologia di lavoro, capacità di
comunicare…)
il linguaggio poco “alla portata”
il dilungarsi eccessivo (soprattutto su aspetti teorici)
difficoltà dovuta agli spazi utilizzati per lo svolgimento del corso
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RISPOSTE EMERSE DALLA VALUTAZIONE DEI COMPONENTI IN GRUPPI
DI SETTORE
Quali incontri/tematiche proposti e affrontati rappresentano maggior
utilita’ operativa nel nostro lavoro
Rappresentazioni sociali (approcci metodologici e tipologie di servizi) per
migliorare l’approccio alla diversità
Gestione del colloquio
Marketing sociale
Il programma MATCH (informatizzazione degli archivi)
Definizione ruolo del tutor rispetto alla tipologia dei disabili
Aspetti normativi
Osservatorio sugli strumenti per l’inserimento lavorativo
Deficit e lavoro: introduzione culturale al corso
Quale utilita’ puo’ essere scaturita dai lavori di gruppo realizzati durante il
corso
Conoscenza e confronto tra diverse agenzie e realtà operative
sull’inserimento lavorativo dei disabili (rapporti personali tra i diversi
soggetti operanti sul territorio provinciale, scambio metodologico,
professionale e di strumenti, condivisione di linguaggi e approccio al
problema)
Rispetto agli obiettivi generali prefissi dall’ente organizzatore, quali si
possono considerare soddisfatti?
Sono stati soddisfatti:
Concretizzazione azione del progetto “Una sfida possibile” 2000 finanziato
dalla Legge 104/92, su sollecitazione del Coordinamento provinciale dei
SIL
Conoscenza/incontro/confronto tra operatori provenienti da enti diversi
nella prospettiva di una collaborazione
Presentazione alla Regione ed enti partecipanti all’iniziativa di una sintesi
del corso, di suggerimenti e proposte operative
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Parzialmente soddisfatti:
La raccolta di materiale del corso prodotto in itinere andrebbe
maggiormente strutturata
Abbiamo iniziato un percorso di avvicinamento rispetto ai linguaggi e alle
metodologie di lavoro dei diversi operatori coinvolti negli inserimenti
lavorativi che però deve essere approfondita attraverso un lavoro mirato,
strutturato e organizzato nel tempo
Alcuni argomenti analizzati necessitano di approfondimento e potrebbero
essere oggetto, insieme a nuove tematiche, di un successivo corso di
formazione
Si
ritiene
utile
e
funzionale
un
successivo
corso
di
formazione/aggiornamento su tematiche inerenti l’inserimento lavorativo
delle persone disabili.
Potrebbero essere oggetto di approfondimento in relazione alle tematiche
gia’ affrontate:
La gestione del colloquio
Il marketing sociale
Il tutoraggio differenziato rispetto alle peculiarità delle diverse tipologie di
disabilità (fisica, psichiatrica, intellettiva)
La conoscenza dell’esperienze dei SIL di altre Regioni
La costruzione e l’utilizzo della rete
L’approfondimento
della
conoscenza
a
livello
territoriale
dell’organizzazione e del funzionamento delle cooperative sociali
Argomenti, non programmati nel corso terminato, che potrebbero essere
da trattare in futuri momenti formativi:
Analisi delle offerte lavorative sul territorio
Confronto diretto con associazioni di categoria e aziende
Rapporto con le famiglie e gestione delle stesse
Attività di integrazione territoriale degli interventi.
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Suggerimenti di carattere organizzativo – tecnico - metodologico emersi
dall’esperienza realizzata:
Esigenza di operatori tutor formati operanti nei CPI (Centri per l’lmpiego)
Utilizzo del programma MATCH con collegamento in rete
Regolamento interno agli Enti che definisca esattamente i compiti dei
diversi operatori
Necessità di un coordinamento provinciale quindicinale includendo anche
i referenti dei CPI
Formazione continua ad intervalli medio-lunghi per crescita professionale
mediante il raffronto tra esperienze
Definizione di un percorso standard di inserimento lavorativo come
riferimento provinciale.
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SINTESI DELLA GIORNATA CONCLUSIVA DEL CORSO DI FORMAZIONE
OPERATORI INSERIMENTO MIRATO DISABILI
Dalla visualizzazione dei lucidi prodotti rispetto alle considerazioni emerse si
raccolgono alcune proposte che si riferiscono a:
Necessità di approfondimento di alcune tematiche affrontate nel corso quali
“La gestione del colloquio”, “Il marketing sociale”, “ Il tutoraggio specifico per
la disabilità”, “La conoscenza a livello territoriale del terzo settore”, “La
costruzione della rete”
Argomenti da proporsi in un eventuale altro momento formativo: analisi
dell’azienda e dell’offerta lavorativa, attività d’integrazione territoriale degli
interventi, il ruolo della famiglia.
Esigenze e suggerimenti emersi: tutor operanti presso i Centri per l’Impiego,
utilizzo del programma MATCH in rete; formazione continua per il confronto
tra esperienze, coordinamenti tra operatori.
Conclusioni
Si ritiene utile considerare, per il futuro, la possibilità di includere, in un percorso
formativo per operatori, l’esperienza delle persone disabili, la voce dei
rappresentanti aziendali, quella della famiglia.
Dagli operatori partecipanti al corso sono emersi apprezzamenti sui momenti di
simulazione e sulla tematica del marketing sociale, si propongono incontri
territoriali e un coordinamento provinciale per continuare i contatti avviati e il
confronto regolare sugli interventi realizzati.
Si richiedono anche percorsi d’inserimento lavorativo standard a livello
provinciale come elementi di riferimento operativo.
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INDICE
Presentazione
pag.
Programma e calendario corso
Obiettivi
Prima sessione
Deficit e lavoro
Seconda sessione
Aspetti normativi e istituzionali
Terza sessione
Le rappresentazioni sociali delle persone disabili
La strategia della mediazione
Quarta sessione
Alcuni strumenti per l’inserimento lavorativo
Osservatorio sugli inserimenti lavorativi
Programma informatico MATCH predisposto per l’incontro
domanda offerta delle persone disabili
Quinta sessione
Il ruolo della Cooperazione sociale
Sesta sessione
Definizione del ruolo di tutor
Caratteristiche dello stage
Settima sessione
La gestione del colloquio
Ottava sessione
Il marketing sociale
Analisi del contesto lavorativo
Obiettivi, difficoltà riscontrate e strategie nell’inserimento
lavorativo
Progettazione dell’inserimento lavorativo
Competenze del tutor
Giornata conclusiva di verifica
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5
7
11
15
17
19
19
23
23
25
27
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