CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO
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CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO
CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO Cuneo Settembre 2000-Marzo 2001 Nell’ambito del Progetto “Una sfida possibile: Inserimento lavorativo di persone con speciali bisogni” - 2000 a cura di Marisa Chiavazza 4 PRESENTAZIONE I nostri quaderni sul lavoro e la formazione recano una sorta di sottotitolo: contributi, esperienze, strumenti. Finora abbiamo proposto dei contributi o degli strumenti. che hanno destato un certo interesse. E’ con particolare soddisfazione che ora presentiamo quest’ultima pubblicazione perché dà inizio all’illustrazione di alcune significative esperienze che vanno compiendo i nostri servizi all’impiego ed alla formazione: si tratta di un corso che ha coinvolto una trentina di operatori provenienti dagli Enti e servizi che a diverso titolo si occupano di formazione e d’inserimento lavorativo di persone svantaggiate: Consorzi Socio-Assistenziali e Comunità Montane, Dipartimenti di Salute mentale, S.I.M. (Servizio Inserimento Mirato) e Centri per l’Impiego della Provincia, Agenzie formative, Consorzi di Cooperative sociali. L’ iniziativa è nata nell’ambito del nostro progetto “Una sfida possibile” finanziato dalla Regione ai sensi della L. 104/99 ed ha risposto ad esigenze espresse dagli operatori che fanno parte del coordinamento provinciale dei Servizi per l’inserimento lavorativo in concomitanza con l’applicazione della legge 68/99 sul diritto al lavoro dei disabili.. Il programma del corso ha fatto riferimento ad alcune tematiche ritenute fondamentali in un percorso di inserimento lavorativo efficace di persone disabili quali: la conoscenza della normativa inerente i Servizi all’Impiego e il collocamento mirato dei disabili, le strategie di mediazione con le aziende, gli strumenti utili al monitoraggio del percorso e all’analisi della domanda e dell’offerta, il ruolo della Cooperazione sociale, il ruolo del tutor e le sue competenze, il colloquio e il marketing. Il valore di questa esperienza formativa comunque non risiede solamente nei contenuti, nella sua durata e nel valore dei relatori, ma soprattutto nel fatto di aver promosso un confronto di esperienze, di metodologie, di linguaggio tra operatori di diversi Enti e servizi. E’ infatti dal dialogo, dalla condivisione, da un reale lavoro in rete – come previsto anche dall’art. 6 della Legge 68/99 – che si possono ottenere risultati importanti per le persone e per le imprese quali andiamo gradualmente cogliendo nella nostra provincia. Pubblichiamo il programma delle diverse giornate, evidenziando le modalità didattiche utilizzate dai formatori, ed una sintesi operata dal nostro Settore sulle tematiche trattate e su spunti di riflessione emersi. Pensiamo possano essere utili agli operatori del settore dell’inserimento lavorativo, ai Servizi coinvolti, ad eventuali formatori interessati ad organizzare corsi similari e ad altri operatori o educatori. Presso l’Assessorato sono raccolti tutti i materiali ed i suggerimenti bibliografici presentati dai relatori In questo quaderno sono, inoltre, presentati i principali risultati emersi in sede di valutazione del percorso formativo che riteniamo molto interessanti e molto utili. Prossimamente illustreremo l’esperienza di orientamento dei ragazzi in obbligo scolastico e formativo, l’applicazione della legge n. 68, i casi di ricollocazione di lavoratrici che hanno perso il posto di lavoro in seguito al fallimento della loro azienda e così via, dando progressivamente conto dello sforzo della Provincia, dei suoi dirigenti ed operatori di realizzare nuovi ed efficaci servizi all’impiego ed alla formazione delle persone. Il Presidente della Provincia Giovanni Quaglia L’Assessore al Lavoro e alla FP Antonio Degiacomi 5 6 PROGETTO “UNA SFIDA POSSIBILE: INSERIMENTO LAVORATIVO DI PERSONE CON SPECIALI BISOGNI” CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO DISABILI Cuneo, settembre 2000 – marzo 2001 CALENDARIO DEL CORSO TEMA FORMATORE Deficit e lavoro Aspetti normativi e istituzionali Approcci metodologici di riferimento Tipologie dei Servizi di sostegno e collocamento mirato Osservatorio sugli inserimenti lavorativi MATCH: un programma informatico per disabili Il ruolo della Coop. Sociale Una definizione del ruolo del tutor: azioni professionali di riferimento Per un definizione del ruolo del tutor: Analisi delle competenze La gestione del colloquio Il marketing sociale Paolo Henry psicologo, già docente di psicologia dell’handicap e della riabilitazione presso l’Università di Torino Gianfranco Bordone Coordinatore Centri per l’Impiego Provincia Cuneo Carlo Lepri Centro studi Genova Carlo Lepri Centro studi Genova Sergio Oggero, Compagnia di Iniziative sociali CIS Alba Rossana Bolchini -Barsocchi Fondazione Don Carlo Gnocchi Milano Gianfranco Marocchi Presidente Federsolidarietà Torino Massimo Novarino Consulente politiche attive del lavoro per i soggetti svantaggiati Consorzio I.C.S. Torino Giuseppe Porzio Consulente di formazione e di sviluppo organizzativo Giuseppe Porzio Elio Tesio Associazione AREA docente universitario Torino Marco Benna Esperto di marketing e di comunicazione di massa, già docente alle Scuole per Educatori Professionali Valutazione del corso, confronto tra operatori e Rappresentanti di Enti 7 DATA ORARIO 21-9-2000 9,30-17,30 5-10-2000 9,30-17,30 19-10-2000 9,30-17,30 9-11-2000 9,30-17,30 14-11-2000 9,30-13 14-11-2000 14-17,30 30-11-2000 9,30-17,30 14-12-2000 11-1-2001 25-1-2001 8-2-2001 9,30-17,30 9,30-17,30 9,30-17,30 9,30-17,30 21-2-2001 9,30-17,30 1-3-2001 9,30-17,30 12-3-2001 9,30-17,30 8 PROGRAMMA DEL CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO DISABILI CONTENUTI DURATA 21/9/2000 1) Deficit e lavoro: evoluzioni culturali e sociali, nuove esigenze e opportunità 7h 5/10/2000 2) Aspetti normativi e istituzionali: L.104/92, L.68/99, L. 28/93, L.469/97,L.41/99, Decr. 345/99 7h Disegno dei Servizi per l’Impiego e ruolo degli attori locali 19/10/2000 3) Le rappresentazioni sociali delle persone disabili: verso un approccio antropologico. Il lavoro di rete locale, la mediazione soggetto/azienda/servizi 7h 9/11/2000 4) Le linee metodologiche per l’inserimento lavorativo alla luce delle innovazioni culturali e legislative. Caratteristiche delle tipologie di servizi di sostegno e collocamento mirato (allegato 2 all’atto di indirizzo, art.1 comma 4 L. 68/99). 7h 14/11/2000 5) Osservatorio sugli inserimenti lavorativi: (mattina) 14/11/2000 (pomeriggio) 30/11/2000 3.5 h una esperienza di costruzione di strumenti per gli operatori in Provincia di Cuneo 6) MATCH: un programma informatico per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro per persone disabili 3.5 h 7) Il ruolo della Cooperazione sociale: Cooperative di tipo B L.381/91; sperimentazioni nazionali in atto e convenzioni ai sensi dell'art. 12 L.68/99 7h 8) Per una definizione del ruolo del tutor Azioni professionali di riferimento Il tutoraggio dei tirocini: obiettivi e metodologie (strumenti di lettura di un’organizzazione produttiva, il ruolo del tutor aziendale, il programma formativo/orientativo, strumenti di verifica e di valutazione) 14 h 9) Per una definizione del ruolo del tutor: analisi delle competenze 14 h 21/2/2001 10) Per una definizione del ruolo del tutor: tecniche e strumenti per la gestione del colloquio. 7h 1/3/2001 11) Marketing e comunicazione sociale: nuovo approccio di sensibilizzazione verso il mondo del lavoro 7h 12/3/2001 12) Valutazione e sistematizzazione finale, confronto su proposte operative 7h 14/12/2000 11/1/2001 25/1/2001 8/2/2001 Totale ore 90 9 10 OBIETTIVI DEL CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO ANNO 2000-2001 (da parte della Provincia, Ente organizzatore) Concretizzazione di una azione prevista dal Progetto “Una sfida possibile: inserimento lavorativo di persone con speciali bisogni” anno 2000 finanziato dalla L. 104/92, attivata su sollecitazione del coordinamento provinciale dei SIL. Possibilità di conoscenza/incontro/confronto tra operatori provenienti da Enti diversi ( SIL, C.P.I., S.I.M, E.L., Coop. Sociali, Ag. Formative..) nella prospettiva di una collaborazione tra loro ai sensi della L. 68/99. Possibilità di acquisire un linguaggio comune e metodologie di lavoro similari sui territori di competenza degli operatori provinciali; Presentazione e approfondimento delle tematiche inerenti l’inserimento mirato dei disabili con l’ausilio di esperti –formatori qualificati a livello nazionale. Raccolta di materiale utilizzato dai docenti e prodotto in itinere nei lavori di gruppo costituitisi durante le lezioni. Presentazione alla Regione ed agli Enti partecipanti all’iniziativa di una sintesi del corso con i suggerimenti e le proposte operative emersi. 11 12 OBIETTIVI INDIVIDUALI ESPRESSI DAI PARTECIPANTI AL CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO Definizione delle competenze dei Servizi coinvolti nell’applicazione della L.68/99 Costruzione di una rete territoriale Costruire un linguaggio comune tra operatori dei diversi Servizi d’inserimento lavorativo Migliorare la professionalità specifica di ogni operatore Apprendimento di nuove metodologie e strumenti Confronto e incontro tra operatori di Servizi analoghi Avere nuovi spunti di riflessione per migliorare il proprio operato 13 14 PRIMA SESSIONE TEMA « DEFICIT E LAVORO» Prof. Paolo Henry 21-9-2000 Programma della giornata Introduzione generale del formatore sul rapporto tra deficit e lavoro. Raccolta di tre domande scritte per ogni corsista che si riferiscono alle attese dei partecipanti rispetto ai contenuti del corso Lettura e visualizzazione dei quesiti sulla lavagna a fogli Risposte ad alcuni quesiti generali inerenti il tema odierno Socializzazione e commenti alle risposte date Consigli relativi a materiale bibliografico sull’argomento Sintesi: Utilità della conoscenza storica del rapporto tra lavoro e disabilità, dove la psichiatria per prima ha portato la riflessione sull’aspetto terapeutico del lavoro. Nelle società si è modificato con l’evoluzione tecnologica il rapporto tra produttori e non produttori, di conseguenza possono essere inventate nuove modalità terapeutiche, nuovi modelli d’intervento che si instaurano in un nuovo contesto storico. Le classificazioni, l’ordinare l’universo in categorie, è l’elemento base della conoscenza, è il modo in cui si trasmette esperienza, a condizione di ricordarsi che le categorie scientifiche sono un’invenzione, non sono reali. 15 L’OMS sta elaborando un nuovo sistema di classificazione a tre livelli: 1. identificazione della malattia o nox patogena 2. le abilità, con particolare attenzione alla valutazione delle capacità di apprendimento 3. le disabilità a prescindere dalla supposta malattia originaria I pregiudizi esistono nella società e gli operatori del sociale devono prenderne atto intervenendo con l’aumento della conoscenza: così si riduce la paura e il pregiudizio Una recente ricerca di Ciompi sulla malattia mentale dimostra che sono determinanti, nell’evoluzione della situazione, le attese dei familiari e degli operatori verso quella persona, più che l’intervento medico o psicoterapeutico: questo si chiama effetto Pigmalione. Il lavoro riabilita la persona se le restituisce i poteri a) abilità; b) poteri esterni, diritti; c) poteri interni, identità. 16 intesi come: SECONDA SESSIONE TEMA «ASPETTI NORMATIVI E ISTITUZIONALI» Dott. Gianfranco Bordone 5-10-2000 Programma della giornata Introduzione sull’evoluzione del collocamento Normativa collegata (obbligo scolastico, obbligo formativo..) Decentramento Dibattito con domande scritte e verbalizzate Disegno organizzativo della Provincia di Cuneo Nuovi strumenti messi in campo dalla L. 68/99 «Norme sul diritto al lavoro dei disabili» Normativa di riferimento: Decreto Legislativo 23 Dicembre 1997, n.469 Legge Regionale 14 Dicembre 1998, n.41: Organizzazione delle funzioni regionali e locali in materia di mercato del lavoro Legge 17 Maggio 1999, n.144 art.68: obbligo formativo Decreto del Presidente della Repubblica 12 Luglio 2000, n.257: regolamento di attuazione dell’art.68 della Legge 17maggio 1999, n.144, concernente l’obbligo di frequenza di attività formative fino al diciottesimo anno di età. 17 Decreto Legislativo 21 Aprile 2000, n.181: disposizioni per agevolare l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro, in attuazione dell’art.45,comma 1, lettera a), della legge 17 maggio 1999, n.144 Decreto Legislativo in corso di emanazione modificativo del D.Lgs. 21 aprile 2000, n.181, approvato dal Consiglio dei Ministri del 8 marzo 2001, approvato dalla Conferenza unificata Stato Regioni e autonomie locali del 19 aprile 2001. Legge 12 marzo 1999, n.68 : norme sul diritto al lavoro dei disabili» Regolamento di esecuzione per l’attuazione della ottobre 2000, n.333 L.68/99 D.P.R. 10 Decreti attuativi della L. 68/99 I prospetti informativi per le aziende ai sensi dell’art.9 comma 6 della L.68/99 Convenzioni provinciali ex art.11 L. 68/99 Convenzioni provinciali d’integrazione lavorativa ex art.11, comma 4 e 7 della L.68/99. (www.provincia.cuneo.it) 18 TERZA SESSIONE TEMA: «LE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI DELLE PERSONE DISABILI» «LA STRATEGIA DELLA MEDIAZIONE» Dott. Carlo Lepri 19-10-2000 9-11-2000 Programma della giornata Presentazione del formatore Presentazione dei corsisti Presentazione dell’U.S.L. 3 «Genovese» per l’inserimento lavorativo delle persone disabili intellettivi Evoluzione storica delle rappresentazioni sociali dei disabili La strategia della mediazione Lavoro in aula a gruppi sulla realtà istituzionale, in Provincia di Cuneo, tra la Scuola e il mondo del Lavoro Sintesi: Il Centro Studi dell’U.S.L. 3 Genovese è un Servizio pubblico con circa venti operatori, si occupa specificamente di disabili intellettivi con problemi cognitivi ed immaturità relazionale e collabora a progetti relativi a persone con problematiche relazionali L’esperienza ha dimostrato, negli ultimi 25 anni di lavoro, in cui si sono inserite 600 persone disabili intellettivi in aziende, che le maggiori difficoltà 19 d’inserimento si riscontrano non nell’area cognitiva, ma in quella relazionale, nella capacità di reggere il ruolo lavorativo. La nostra cultura si fonda sui test cognitivi, di apprendimento, mentre gli Americani hanno recentemente messo a punto gli emotional quotient (quozienti emotivi) Un operatore che si occupa d’integrazione deve conoscere gli elementi di lettura della disabilità condivisi in un certo territorio, deve avere coscienza della rappresentazione della disabilità in un contesto lavorativo dove va a proporre l’inserimento del disabile Le rappresentazioni sociali sulla disabilità si sono modificate nelle varie epoche storiche: Epoca Atteggiamento sociale Ancoraggio Epoca classica eugenetico(razza pura) errore della natura Medio Evo religioso frutto del peccato Illuminismo curioso/razionale buon selvaggio Era moderna bambino da proteggere Le rappresentazioni sociali fanno capo alla realtà a cui si attribuiscono significati diversi, in relazione a stereotipi e pregiudizi presenti dovunque, che permettono di leggere tutto in modo condiviso. Si possono modificare con l’utilizzo opportuno dei media, focalizzando l’attenzione sulla persona e le sue potenzialità e non sul deficit L’inserimento lavorativo delle persone disabili è abilitazione della persona e non riabilitazione delle sue parti malate; l’inserimento mediato è più che mirato; con le famiglie è utile instaurare un’alleanza, mentre con l’impresa si collabora anziché imporre. 20 La formazione in situazione rappresenta lo strumento principale per l’acquisizione del SAPER LAVORARE che non s’identifica con il SAPER FARE UN LAVORO, ma rappresenta una realtà molto più complessa Il lavoro di rete tra Servizi si può realizzare efficacemente attraverso l’impostazione di progetti coerenti e condivisi sul territorio di riferimento La professionalità dell’operatore della mediazione si delinea attraverso tre caratteristiche: a) progettare b) mediare c) accompagnare/promuovere Prevedere, al termine del percorso, un distacco tra la persona disabile e l’operatore è condizione fondamentale per la riuscita dell’intervento; l’autonomia della persona rappresenta l’obiettivo finale del percorso educativo realizzato. 21 22 QUARTA SESSIONE TEMA: “ALCUNI STRUMENTI PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO” 14-11-2000 «OSSERVATORIO INSERIMENTI LAVORATIVI» Dott. Sergio Oggero Programma mattino Presentazione Compagnia di iniziative sociali CIS Alba Raccolta strumenti per l’inserimento lavorativo utilizzati dai Servizi rappresentati dai partecipanti al corso Presentazione di una ricerca e costruzione di strumenti attuati in provincia di Cuneo nell’ambito del Progetto Osservatorio Inserimenti Lavorativi Programma pomeriggio Presentazione e dimostrazione del programma informatico MATCH Sintesi: Per monitoraggio s’intende un’azione finalizzata a verificare come un insieme di interventi, azioni, procedure, siano state impostate, attuate e gestite; ha luogo in itinere ossia durante la realizzazione dell’intervento e si configura come un supporto alla valutazione. 23 La valutazione, invece, deve riferire i risultati agli obiettivi, quindi consentire un giudizio critico e di valore sull’intervento, allo scopo della riprogettazione dello stesso. Le fasi di un processo che accompagna l’azione di monitoraggio e valutazione possono sintetizzarsi nelle seguenti: 1. ex-ante (in fase d’ingresso) 2. in itinere (durante l’inserimento) 3. fase finale (in uscita) 4. follow-up o analisi delle tracce (in fase di permanenza) Gli strumenti per la gestione delle procedure dell’inserimento lavorativo individuati nel Progetto “Osservatorio Inserimenti lavorativi” sono i seguenti: a) Scheda filtro/rilevazione del bisogno (nella fase d’ingresso /selezione) b) Scheda per la rilevazione dello sviluppo professionale e sociale (in itinere): c) Scheda monitoraggio utente d) Scheda monitoraggio referente aziendale e) Scheda per la valutazione degli esiti (nella fase finale): f) Scheda di verifica finale con utente g) Scheda di verifica finale con utente aziendale h) Scheda per la valutazione finale degli impatti (nella fase di follow up o analisi delle tracce) Gli strumenti di valutazione devono rispondere ad esigenze di facile utilizzo e uniformità di linguaggio per consentire un‘estensione maggiore tra operatori che si occupano di inserimento lavorativo. 24 “Presentazione e dimostrazione del programma informatico MATCH” Dott. Riccardo Barsocchi Il programma MATCH II predisposto dalla Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano è stato sperimentato, nel territorio del milanese, per favorire l’incontro domanda-offerta delle persone disabili. Il vantaggio di questo software, rispetto ad altri strumenti, è quello di omogeneizzare i linguaggi ed essere utilizzabile su piccoli numeri. Consta di due banche dati che consentono un incrocio valido per un inserimento lavorativo efficace: a) Scheda parte anagrafica aziende per la banca dati aziende a) Scheda acquisizione dati utenti per una banca dati persone Le schede vengono condivise con i Servizi di provenienza degli utenti per aggiungere informazioni utili. La procedura utilizzata si riferisce ad interviste da parte di psicologi rivolte alle aziende e agli utenti, con successivi colloqui con le persone, per acquisire ulteriori elementi diagnostici e funzionali. 25 26 QUINTA SESSIONE TEMA: « IL RUOLO DELLA COOPERAZIONE SOCIALE» Dott. Gianfranco Marocchi, Dott. Massimo Novarino 30-11-2001 Programma mattino Le persone svantaggiate Le politiche La Cooperazione sociale Esperienze Programma pomeriggio La L. 68/99 e la Cooperazione sociale Sperimentazioni ed esperienze di Convenzioni in Italia ai sensi dell’art.11 e art.12 della L.68/99 Sintesi: L’area dello svantaggio è molto diversificata, gli interventi,quindi, devono considerare le diverse caratteristiche delle persone. 27 Le politiche si riferiscono a tre sfere d’intervento: a) all’obbligo, b) all’incentivo, c) politiche attive del lavoro (nella direzione della compatibilità domanda - offerta in fasce deboli) La Cooperativa è un’entità di persone che hanno un interesse comune e si associano per perseguirlo I primi accenni alla Cooperativa sociale si riferiscono alla prima metà degli anni ‘60, mentre la normativa di riferimento (L. 381) risale al 1991, quando esistevano già 2000 Cooperative in Italia. Alla fine dell’anno 1999 risultano 6200 Cooperative sociali in Italia, di cui il 60% circa di tipo A (servizi alla persona), il 40% di tipo B (inserimento lavorati vo di persone svantaggiate) Si sono costituiti in seguito i Consorzi, che comprendono più unità operative di diverse dimensioni; se ne contano circa 100 in Italia, di questi il maggiore è CGM, nato nel 1986 e formato a sua volta da 50 consorzi territoriali, cui fanno riferimento circa 700 cooperative sociali italiane. Attualmente si conoscono alcune esperienze di accordi tra Enti locali e Cooperative: L’Agenzia per l’Impiego di Trento e la Provincia nel 1992, hanno realizzato un progetto per persone svantaggiate, con le Cooperative di territorio, avvalendosi di disponibilità di fondi per il tutor, consulenza e formazione.( www.provincia.trento.it ) In alcune città venete, Padova e Venezia, ci sono state esperienze di SIL che hanno collaborato con le Cooperative sociali, utilizzate come risorsa per tirocinii per disabili, anticipando l’art.11 della L.68/99. 28 A Torino dal novembre 1994 si sono avviati convenzionamenti con le Cooperative sociali per gli appalti pubblici, con un tasso di successo alto e ricollocazione delle persone “ zero” La L.68/99, all’art.11 e art.12 ha riconosciuto alla Cooperazione sociale un ruolo importante per nuove opportunità e una sfida culturale che è quella di essere partner e non soluzione del problema; rappresenta, inoltre, un riconoscimento alle sperimentazioni precedenti. ( www.minlavoro.it ) Si sono realizzate tre esperienze interessanti di accordi per l’attuazione della normativa relativa all’inserimento lavorativo dei disabili: Un tavolo di lavoro per le fasce deboli a Forlì, nel 1995, stipula un Protocollo D’Intesa, tra vari partner pubblici e il Consorzio Solidarietà Sociale, per l’affidamento di commesse relative a servizi da svolgersi da parte di soggetti svantaggiati. A Treviso nel 1996 nasce un Protocollo D’Intesa tra l’Unindustria Treviso, U.P.L.M.O. di Treviso, le Organizzazioni Sindacali, le Associazioni costruttori Edili e Associazione Commercianti con il Consorzio di Cooperative Provinciale Intesa per l’adempimento della L.482/68. La Provincia di Brescia, il 3-11-2000 stipula una convenzione con Confcooperative e Legacoop per l’applicazione della L.68/99, elaborando Convenzioni tipo ai sensi dell’art.11 e art. 12 della L.68/99 29 30 SESTA SESSIONE TEMA: «DEFINIZIONE DEL RUOLO DEL TUTOR» 14-12-2000; 11-1-2001; 25-1-2001, 8-2-2001 Dott. Giuseppe Porzio Programma delle giornate Il contesto lavorativo come opportunità di sviluppo e apprendimento Strategie per supportare i processi di apprendimento dei soggetti inseriti nelle organizzazioni, lo stage. Analisi del contesto e progettazione degli inserimenti Competenze del tutor Lavoro in aula in gruppi Sintesi: Il tutor non può essere un tuttologo, ma deve considerarsi nell’ambito della tutorship, che si pone nell’ottica di verificare: a) quando un inserimento è efficace b) quali gli obiettivi dell’inserimento c) quali le condizioni che facilitano gli obiettivi d) definizione delle attività/competenze L’inserimento lavorativo deve essere progettato come una situazione di apprendimento, in quanto i contesti di lavoro acquisiscono una valenza formativa, in cui: a) deve essere favorito un superamento della separazione tra la trasmissione delle conoscenze e la loro applicazione nel contesto, occorre maggiore capacità di astrazione 31 b) deve essere potenziato uno sviluppo delle capacità di integrazione e contestualizzazione dei diversi tipi di conoscenza c) deve essere gestita l’incertezza, lo scarto tra l’anticipazione mentale del soggetto e la realtà sperimentata d) è necessario riconoscere e valorizzare la centralità dell’esperienza come produzione di conoscenza. Il progetto formativo deve garantire tempi, spazi, modalità, affinché il soggetto possa gestire la tensione, la crisi, momento su cui si costruiscono nuove strategie Per qualificare l’esperienza si devono considerare: le risorse del soggetto l’inserimento come percorso gli obiettivi di crescita la formalizzazione del progetto la progettazione con una base negoziale Lo STAGE è un momento di confronto con la realtà lavorativa concreta, è un momento di transizione psico-sociale per il soggetto e comporta un disagio potenziale utilizzabile positivamente come crescita dell’autonomia della persona. Per favorire un’immagine più articolata e problematica, della realtà e del lavoro, il tutor deve incoraggiare l’esplicitazione delle rappresentazioni mentali individuali rispetto al contesto lavorativo, legate a compiti e capacità lavorative e al contesto sociale Il rapporto con il contesto lavorativo è sempre graduale, un’analisi del contesto fa riferimento a più aspetti: organizzativo (la gerarchia..) relazionale (clima aziendale..) logistico (barriere architettoniche..) 32 La progettazione si distingue in: progettazione macro dell’intero percorso progettazione micro a livello delle singole fasi. La progettazione dell’inserimento lavorativo è sempre in divenire e deve: definire obiettivi verificabili, avere un modello di riferimento sperimentato considerare la globalità della persona essere caratterizzato da una condivisione degli obiettivi da parte degli attori coinvolti verificare in itinere gli obiettivi utilizzando strumenti dettagliati e snelli circostanziati agli obiettivi prefissi La competenza è il sapere professionale, inteso come processo dinamico, applicato ad un contesto specifico, che il soggetto decodifica, e al quale dà risposte adeguate, è un mix di abilità e conoscenza Le competenze del tutor fanno riferimento a tre macroaree di abilità legate al: diagnosticare (individuare i bisogni del soggetto e sviluppare le capacità residue) relazionarsi (come stare dentro ad una relazione, capacità di mediazione..) affrontare (adattamento, elaborazione dell’esperienza, gestione dell’imprevisto e della crisi, avere ben presente la globalità del progetto) La rappresentazione del processo di tutoring è una competenza A.D.A. (Area di Attività) è l’insieme di attività omogenee e integrate con risultati identificabili, dove il contesto è elemento determinante 33 L’Area di attività della funzione di tutoring fa riferimento a: analisi del soggetto analisi del contesto progetto d’inserimento attuazione/accompagnamento/ monitoraggio valutazione dell’intervento Il risultato atteso definisce i confini dell’Area di attività 34 SETTIMA SESSIONE TEMA: «LA GESTIONE DEL COLLOQUIO» Dott. Elio Tesio 21-2-2001 Programma mattino Presentazione conduttori Presentazione da parte dei corsisti Contratto didattico Finalità del colloquio nell’inserimento lavorativo del disabile Il colloquio: tipologie, potenzialità e criticità nei contesti di lavoro dei partecipanti ANALISI DELLA DOMANDA Role Play: Colloquio con la famiglia del disabile (con videoregistrazione) Programma pomeriggio Analisi del colloquio con la famiglia La restituzione come avvio della progettazione Sintesi: Il colloquio è un processo di conoscenza tra due persone, implica un obiettivo e la responsabilità del conduttore è quella di raggiungerlo; è anche uno strumento importantissimo di crescita e di trasformazione Il momento cruciale, determinante dell’andamento del colloquio, è la presentazione cioè il riconoscimento, a cui si uniscono tutte le comunicazioni non verbali, posturali, gestuali, acquisite nella prima infanzia, che attengono alla tecnica del colloquio e che inconsapevolmente si usano 35 Alcune componenti fondamentali nel colloquio sono: il contesto (non è mai neutro), l’accoglienza (possono costituirsi delle barriere) il setting, i tempi, il tono di voce, la distanza, l’alleanza di lavoro, l’etica della relazione (rispetto di sé e dell’altro), i confini Il colloquio si pone all’interno di una relazione d’aiuto, c’è un compito comune, che struttura il colloquio e lega le due persone coinvolte (il conduttore e l’interlocutore), persone significativamente diverse rispetto al ruolo che rivestono nello specifico ambito. La finalità principe del colloquio è CAPIRE Esistono varie forme di colloquio, conoscitivo o di approfondimento, che implicano lo stabilire i tempi e cercare un’alleanza di lavoro Nel colloquio entrano in gioco le difese dei componenti, i meccanismi di sicurezza che possono essere di: seduzione, evasione, ribellione, l’incontro con l’altro è sempre angoscioso, c’è sempre implicitamente un terzo Ogni colloquio termina sempre con una restituzione, dove ci si assicura di avere compreso ciò che l’interlocutore vuole trasmettere Ognuno può dare definizioni varie di colloquio, ad esempio vengono denominati colloqui di accompagnamento quelli che seguono il percorso dell’inserimento lavorativo, ma, nella pratica, subentrano anche le rappresentazioni del colloquio che possono essere determinate dalla teoria, dall’esperienza, dalle rappresentazioni dell’interlocutore… 36 Nei colloqui con le famiglie di persone disabili subentrano, inoltre, componenti emotivo-affettive di particolare delicatezza per la gestione del colloquio da parte dell’operatore, che può trovarsi a dover svolgere una funzione genitoriale vicariante basata sull’assorbire la sofferenza e trasformarla in alleanza di lavoro: il conduttore deve, quindi, avere la massima disponibilità e preparazione ad affrontare la situazione. 37 38 OTTAVA SESSIONE TEMA « IL MARKETING SOCIALE» Dott. Marco Benna 1-3-2001 Programma della giornata Presentazione partecipanti Presentazione formatore Definizione di marketing Lavoro d’aula in gruppi rispetto all’analisi di un Servizio Sintesi: Fare marketing significa orientarsi ai bisogni del target; è un’attività strategica che : individua i bisogni del target individua il posizionamento dell’impresa rispetto al target Il marketing si distingue in: marketing strategico che, in relazione all’individuazione delle condizioni d’uso, determina la strategia dell’intervento marketing operativo che, individuando i bisogni d’uso, attraverso indagini di mercato, definisce la promozione e la comunicazione IL marketing ha un’ elevata valenza comunicativa e produce prodotti comunicativi nella promozione; il luogo dove ci si incontra è un luogo comunicativo 39 Il marketing sociale consiste nel costruire relazioni nell’incontro di bisogni diversi, in cui intervengono ideologie e formazione degli operatori; si dota anche di un’etica, la mission, per definire i confini valoriali, di fronte alla società. Le fasi, nella definizione del progetto di marketing, sono : l’analisi retrospettiva l’analisi microambientale (individua le variabili concorrenza e domanda l’analisi macroambientale (individua le variabili tecnologiche, economiche, culturali, politico-legislative) Dall’esame delle risorse si procede, quindi, alla definizione degli obiettivi, al marketing mix o operativo, alla definizione del prezzo e, in seguito alla distribuzione e al servizio, alla promozione o comunicazione con la fase ultima di verifica Tra i soggetti coinvolti nel marketing esiste una relazione circolare ed è difficile individuare chi inizia il processo; questi soggetti sono: I media Le imprese e le istituzioni La società L’individuo Quando un valore diventa socialmente rilevante le aziende si adattano e si possono perseguire gli obiettivi prefissi. 40 SINTESI DEI LAVORI DI GRUPPO IN AULA SERVIZI E STRUMENTI UTILIZZATI IN PROVINCIA DI CUNEO TRA SCUOLA E LAVORO S L CFP C Centro diurno Scuole superiori A U SIM COOP A – B V O CPI SIL O L SPAL R A O Strumenti: Tirocinii formativi ai sensi del Decr. 142/1998 Orientamento lavorativo Borse lavoro Progetti inserimento lavorativo Inserimenti socializzanti Determine per tirocinii Gruppo ACCA Gruppo di coordinamento provinciale 41 ANALISI DEL CONTESTO LAVORATIVO Il contesto lavorativo deve essere utile a favorire l’apprendimento. Per progettare l’inserimento lavorativo, l’analisi del contesto di lavoro deve considerare i seguenti aspetti: 1. L’aspetto organizzativo-gerarchico 2. L’aspetto relazionale (conoscere “il clima aziendale”) 3. L’aspetto logistico (ad esempio la presenza di barriere architettoniche) E’ molto importante una verifica dell’inserimento lavorativo realizzato con l’utilizzo di una chek-list dettagliata, ma snella. OBIETTIVI, DIFFICOLTÀ E STRATEGIE NELL’INSERIMENTO AL LAVORO OBIETTIVI Soggetto Individuali a tre livelli Azienda Sociali Famiglia 42 DIFFICOLTA’ - Valutazione del soggetto a livello teorico e pratico Mancanza di risorse umane ed economiche Difficoltà relazionale con l’azienda Tipologia di utenza Linguaggio Definizione dei confini d’intervento (Il tutor rischia di diventare un tuttologo) STRATEGIE Lavoro in rete tra gli attori coinvolti nel progetto 43 CARATTERISTICHE DELLA PROGETTAZIONE DELL’INSERIMENTO La progettazione s’identifica in: PROGETTO MACRO PROGETTO MICRO intero percorso singole fasi CARATTERISTICHE DEL PROGETTO Condivisione degli obiettivi tra le parti coinvolte Sensibilizzazione territoriale rispetto alle fasce deboli Conoscenza delle risorse (aziende, agevolazioni….) DIFFICOLTA’ Disponibilità delle aziende a favorire opportunità di stage Realizzazione del lavoro di rete Riconoscimento del ruolo del tutor Il progetto deve considerare la globalità della persona. 44 ABILITA’ E COMPETENZE DEL TUTOR La competenza è sempre un mix di abilità e conoscenza Le competenze del tutor fanno riferimento a tre macroaree di abilità legate al DIAGNOSTICARE RELAZIONARSI AFFRONTARE Diagnosticare Relazionarsi Affrontare: Individuazione dei bisogni del soggetto e sviluppo delle capacità residue Stare in una relazione, capacità di esercitare il diritto che scaturisce dal maggiore potere acquisito, Capacità di mediazione Avere ben presente la globalità del progetto Le competenze del tutor si possono riassumere in: Capacità di adattamento Elaborazione dell’esperienza Gestione dell’imprevisto e della crisi Gestione della globalità del progetto 45 AREE DI ATTIVITA’ (ADA) DELLA FUNZIONE DI TUTORING ADA: Insieme di attività omogenee ed integrate con risultati identificabili Il contesto assume un ruolo determinante L’area di attività del tutoring fa riferimento a: Analisi del soggetto Analisi del contesto Progetto d’inserimento Attuazione/Monitoraggio/Accompagnamento Valutazione dell’intervento Il risultato atteso definisce i confini dell’area di attività ANALISI DI UN SERVIZIO RISPETTO A DOMANDA, BISOGNI… Per realizzare un marketing efficace è necessario conoscere i bisogni del target di riferimento, le difficoltà e le esigenze. Fare marketing significa orientarsi ai bisogni del target Problemi emersi rispetto ad un Servizio d’inserimento lavorativo: Concorrenza dei vari Servizi sul territorio rispetto alla ricerca risorse Ambiguità dei Servizi rispetto alle funzioni e competenze L’azienda chiede garanzia e rassicurazione 46 GIORNATA FINALE DI VERIFICA 12 MARZO 2001 programma mattino Lavoro in gruppi eterogenei rispetto alla provenienza dai diversi servizi per considerazioni comuni e interazione sui contenuti del corso, da socializzare nella tavola rotonda successiva. Lavoro in gruppi, costituiti per tipo di servizio di appartenenza, da cui scaturiscano proposte operative da presentare nella tavola rotonda successiva. Tavola rotonda tra i partecipanti al corso per considerazioni sul percorso realizzato, raccolta suggerimenti e proposte operative da presentare ai Responsabili degli Enti di provenienza, alla Provincia, alla Regione. programma pomeriggio Presenti: Assessorato Regionale all’Assistenza, Assessore provinciale al Lavoro, Funzionari regionali L. 68 e Lavoro, Dirigente di Area provinciale Servizi alla Persona, Coordinatore Centri per l’Impiego Provincia Cuneo, Responsabili Enti gestori dei Servizi di formazione e inserimento lavorativo della provincia di Cuneo, i partecipanti al corso formativo. Obiettivo: presentazione del corso attuato e delle finalità prefisse, visualizzazione dei dati emersi dalle schede di valutazione compilate dai partecipanti, delle proposte operative emerse dalle tematiche affrontate ed eventualmente da approfondire ulteriormente in iniziative future, considerazioni generali in merito all’applicazione della L.68/99. 47 RISPOSTE EMERSE DALLA VALUTAZIONE DEI COMPONENTI DEI GRUPPI ETEROGENEI CHE COSA HO IMPARATO? Confronto realtà diverse e lavoro di rete capacità di lavorare in gruppo Attenzione alle dinamiche relazionali È impossibile non comunicare Riconoscimento della persona disabile con la sua dignità di adulto Analisi dei problemi come strumento Le rappresentazioni sociali NUOVE STRATEGIE CON LE AZIENDE APPRENDIMENTI TECNICI Importanza della normativa Diversificazione degli strumenti per gli inserimenti al lavoro Promozione come operatori con l’individuo e la società INCONTRI PARTICOLARMENTE INCISIVI E UTILI DEFICIT E LAVORO ASPETTI NORMATIVI E ISTITUZIONALI APPROCCI METODOLOGICI DI RIFERIMENTO MATCH: UN PROGRAMMA INFORMATICO PER DISABILILA GESTIONE DEL COLLOQUIO IL MARKETING SOCIALE 48 QUALI TEMATICHE AFFRONTATE POTREBBERO ESSERE ANCORA APPROFONDITE IN PROSPETTIVA la gestione del colloquio il tutoraggio conoscenza di altre esperienze approfondimento del marketing sociale i rapporti con la famiglia ASPETTI E NODI CRITICI DEL CORSO REALIZZATO Che cosa, rispetto alle nostre aspettative, non è stato sufficientemente o del tutto affrontato? uno specifico approfondimento del tutoraggio con i disabili i riferimenti di legge più operativi la posizione delle aziende rispetto alla legge 68/99 Quali incontri non sono risultati utili o alla portata di tutti i partecipanti? osservatorio sugli inserimenti lavorativi una definizione del ruolo di tutor per disabili Quali le principali difficoltà riscontrate nell’interazione con i formatori coinvolti nell’iter formativo (linguaggio utilizzato, metodologia di lavoro, capacità di comunicare…) il linguaggio poco “alla portata” il dilungarsi eccessivo (soprattutto su aspetti teorici) difficoltà dovuta agli spazi utilizzati per lo svolgimento del corso 49 RISPOSTE EMERSE DALLA VALUTAZIONE DEI COMPONENTI IN GRUPPI DI SETTORE Quali incontri/tematiche proposti e affrontati rappresentano maggior utilita’ operativa nel nostro lavoro Rappresentazioni sociali (approcci metodologici e tipologie di servizi) per migliorare l’approccio alla diversità Gestione del colloquio Marketing sociale Il programma MATCH (informatizzazione degli archivi) Definizione ruolo del tutor rispetto alla tipologia dei disabili Aspetti normativi Osservatorio sugli strumenti per l’inserimento lavorativo Deficit e lavoro: introduzione culturale al corso Quale utilita’ puo’ essere scaturita dai lavori di gruppo realizzati durante il corso Conoscenza e confronto tra diverse agenzie e realtà operative sull’inserimento lavorativo dei disabili (rapporti personali tra i diversi soggetti operanti sul territorio provinciale, scambio metodologico, professionale e di strumenti, condivisione di linguaggi e approccio al problema) Rispetto agli obiettivi generali prefissi dall’ente organizzatore, quali si possono considerare soddisfatti? Sono stati soddisfatti: Concretizzazione azione del progetto “Una sfida possibile” 2000 finanziato dalla Legge 104/92, su sollecitazione del Coordinamento provinciale dei SIL Conoscenza/incontro/confronto tra operatori provenienti da enti diversi nella prospettiva di una collaborazione Presentazione alla Regione ed enti partecipanti all’iniziativa di una sintesi del corso, di suggerimenti e proposte operative 50 Parzialmente soddisfatti: La raccolta di materiale del corso prodotto in itinere andrebbe maggiormente strutturata Abbiamo iniziato un percorso di avvicinamento rispetto ai linguaggi e alle metodologie di lavoro dei diversi operatori coinvolti negli inserimenti lavorativi che però deve essere approfondita attraverso un lavoro mirato, strutturato e organizzato nel tempo Alcuni argomenti analizzati necessitano di approfondimento e potrebbero essere oggetto, insieme a nuove tematiche, di un successivo corso di formazione Si ritiene utile e funzionale un successivo corso di formazione/aggiornamento su tematiche inerenti l’inserimento lavorativo delle persone disabili. Potrebbero essere oggetto di approfondimento in relazione alle tematiche gia’ affrontate: La gestione del colloquio Il marketing sociale Il tutoraggio differenziato rispetto alle peculiarità delle diverse tipologie di disabilità (fisica, psichiatrica, intellettiva) La conoscenza dell’esperienze dei SIL di altre Regioni La costruzione e l’utilizzo della rete L’approfondimento della conoscenza a livello territoriale dell’organizzazione e del funzionamento delle cooperative sociali Argomenti, non programmati nel corso terminato, che potrebbero essere da trattare in futuri momenti formativi: Analisi delle offerte lavorative sul territorio Confronto diretto con associazioni di categoria e aziende Rapporto con le famiglie e gestione delle stesse Attività di integrazione territoriale degli interventi. 51 Suggerimenti di carattere organizzativo – tecnico - metodologico emersi dall’esperienza realizzata: Esigenza di operatori tutor formati operanti nei CPI (Centri per l’lmpiego) Utilizzo del programma MATCH con collegamento in rete Regolamento interno agli Enti che definisca esattamente i compiti dei diversi operatori Necessità di un coordinamento provinciale quindicinale includendo anche i referenti dei CPI Formazione continua ad intervalli medio-lunghi per crescita professionale mediante il raffronto tra esperienze Definizione di un percorso standard di inserimento lavorativo come riferimento provinciale. 52 SINTESI DELLA GIORNATA CONCLUSIVA DEL CORSO DI FORMAZIONE OPERATORI INSERIMENTO MIRATO DISABILI Dalla visualizzazione dei lucidi prodotti rispetto alle considerazioni emerse si raccolgono alcune proposte che si riferiscono a: Necessità di approfondimento di alcune tematiche affrontate nel corso quali “La gestione del colloquio”, “Il marketing sociale”, “ Il tutoraggio specifico per la disabilità”, “La conoscenza a livello territoriale del terzo settore”, “La costruzione della rete” Argomenti da proporsi in un eventuale altro momento formativo: analisi dell’azienda e dell’offerta lavorativa, attività d’integrazione territoriale degli interventi, il ruolo della famiglia. Esigenze e suggerimenti emersi: tutor operanti presso i Centri per l’Impiego, utilizzo del programma MATCH in rete; formazione continua per il confronto tra esperienze, coordinamenti tra operatori. Conclusioni Si ritiene utile considerare, per il futuro, la possibilità di includere, in un percorso formativo per operatori, l’esperienza delle persone disabili, la voce dei rappresentanti aziendali, quella della famiglia. Dagli operatori partecipanti al corso sono emersi apprezzamenti sui momenti di simulazione e sulla tematica del marketing sociale, si propongono incontri territoriali e un coordinamento provinciale per continuare i contatti avviati e il confronto regolare sugli interventi realizzati. Si richiedono anche percorsi d’inserimento lavorativo standard a livello provinciale come elementi di riferimento operativo. 53 54 INDICE Presentazione pag. Programma e calendario corso Obiettivi Prima sessione Deficit e lavoro Seconda sessione Aspetti normativi e istituzionali Terza sessione Le rappresentazioni sociali delle persone disabili La strategia della mediazione Quarta sessione Alcuni strumenti per l’inserimento lavorativo Osservatorio sugli inserimenti lavorativi Programma informatico MATCH predisposto per l’incontro domanda offerta delle persone disabili Quinta sessione Il ruolo della Cooperazione sociale Sesta sessione Definizione del ruolo di tutor Caratteristiche dello stage Settima sessione La gestione del colloquio Ottava sessione Il marketing sociale Analisi del contesto lavorativo Obiettivi, difficoltà riscontrate e strategie nell’inserimento lavorativo Progettazione dell’inserimento lavorativo Competenze del tutor Giornata conclusiva di verifica 55 5 7 11 15 17 19 19 23 23 25 27 31 32 35 39 42 42 44 45 47