L` AFFRATELLAMENTO di Ricorboli

Transcript

L` AFFRATELLAMENTO di Ricorboli
S O C I E TA’
R I C R E AT I VA
L’ AFFRATELLAMENTO di Ricorboli
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SOCIETA’ RICREATIVA
“L’AFFRATELLAMENTO di Ricorboli”
Enti che hanno contribuito o si sono impegnati a contribuire al finanziamento del recupero del Circolo “L’Affratellamento di Ricorboli”:
Regione Toscana
Comune di Firenze
Arci
SOCIETA’ RICREATIVA
“L’AFFRATELLAMENTO di Ricorboli”
Presentazione
Una storia, a cura di Luigi Mannelli
Il recupero: progetto per il completanmento e l’adeguamento normativo della sede sociale, con allestimento di sala polivalente.
Ringraziamenti:
Giulietta De Vita per le foto n° 9, 10 e 12
Fondazione M.P.S.
Rossana Carresi per le foto n° 13 e 15
Isabella Valoriani per le foto n° 19, 20 e 21
Unicoop
Valerio Valoriani per le foto n° 17 e 18
Vinicio Gioli per le foto n° 11 e 16
Hanno partecipato al progetto di recupero:
Arch. Franco Bonaiuti, Progetto preliminare
Ing. Michele Bonaiuti, Progetto Strutturale
Arch. Stefano Trapani, Responsabile Sicurezza
Arch. Marco Lungani, Completamento e Allestimento
Arch. Patrizio Pacini, Completamento e Allestimento
Arch. Cosimo Roppoca, Completamento e Allestimento
Ing. Francesco Valentini, Impianti meccanici
Ing. Leonardo Polcri, Impianti meccanici
P. I., Giovanni Ghini, Impianti elettrici
Stefano Trapani per le foto n° 22, 23, 24, 25 e 26
Banca dati - Archivio Storico
Foto Locchi, per la foto n° 14
Grafica e impaginazione della pubblicazione:
“Studio Associato Lungani - Pacini”
Questa pubblicazione è stata stampata presso la:
“Tipografia Debolini” - Montevarchi
Copyright: S.R. “L’Affratellamento di Ricorboli”
Firenze, ottobre 2006
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Presentazione
Questa pubblicazione si è resa necessaria per documentare, seppure in modo sintetico, il faticoso e lungo percorso per recuperare la sede di una delle più
antiche istituzioni operaie e popolari di Firenze.
Un lavoro purtroppo non ancora concluso.
Nella lunga storia dell’antico circolo è andata perduta tanta documentazione :
- per le distruzioni operate sull’archivio durante il fascismo e il passaggio della guerra;
- per la scarsa attitudine a documentare e per la devastazione operata dall’alluvione;
- per la chiusura e il degrado dell’immobile, nonché la lunga durata dei lavori.
Questa pubblicazione si pone volutamente accanto e in continuità con quella edita nel 1888 all’atto d’inaugurazione dell’allora Nuovo Affratellamento.
In altra apposita occasione ringrazieremo tutti coloro, enti e persone, che ci hanno consentito di arrivare a questo punto: vi aggiungeremo tutti coloro che ci
consentiranno di concludere i lavori e di continuare una più che secolare vicenda, antica e, tutto sommato, anche importante.
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1 - 1830-40: Disegno di E. Burci: Panorama di Firenze da sud-est, Uffizi: Gabinetto dei Disegni e delle Stampe.
Così appare, prima dell’edificazione del nuovo quartiere, la zona “Colonna - Ricorboli”, dove sorgerà la sede della Società Ricreativa “L’Affratellamento”.
Una storia
La prima rappresentazione “moderna” del futuro
Quartiere della Colonna – Ricorboli è il disegno di
Emilio Burci, conservato presso gli Uffizi; si tratta
di una veduta di Firenze dalla Villa di Rusciano.
La mancanza del campanile di Santa Croce, del
Baccani (1847), nel profilo della città e il Ponte S.
Ferdinando o “ponte sospeso”, successivamente
di San Niccolò o “di ferro” ancora integro (sarà distrutto dall’alluvione del ‘44), collocano il disegno
intorno alla fine degli anni ’30 dell’ ‘800; con qualche incertezza si possono identificare, oltre l’antico
oratorio di Ricorboli, almeno tre edifici tra cui una
casa colonica secentesca, situabile all’incirca dove
sorgerà l’Affratellamento.
L’antropizzazione di quell’area trasforma in fertile
campagna quello che risulta un “renajo” accanto
a “Ricorbolj…llargho br 700 e llungho br 1550” nel
disegno a penna, inchiostro e acquerello del 1503,
oggi a Windsor, di Leonardo da Vinci.
La storia del “luogo” come insediamento urbano
inizia con la decisione di spostare a Firenze la
capitale del regno d’Italia (settembre 1864); l’edificazione del nuovo quartiere fuori Porta S. Niccolò
è una delle prime conseguenze, determinata dalla
necessità di adeguamento di una città sostanzialmente immobile all’interno delle mura trecentesche, che sono anche i confini del Comune.
Il consiglio comunale delibera con sollecitudine, il
22 novembre 1864, un complesso ordine di provvedimenti che riguardano:
- l’ampliamento della città, prevedendo un incremento di 30.000 abitanti;
- il miglioramento e l’adeguamento dello stato delle infrastrutture di pubblico interesse:
- le opere di sistemazione e difesa dell’Arno;
- la nuova cerchia di viali, sull’area delle mura abbattute;
- la realizzazione dei viali dei colli.
Con l’occasione vengono corretti i nuovi confini del
Comune, sopprimendo o ridisegnando alcune Comunità limitrofe, assorbendone in tutto o in parte il
loro territorio; tale assetto rimane inalterato fino al 2 - 1503 circa; Leonardo da Vinci: Studi sul corso del1911, verrà poi ancora modificato nel 1926/29.
l’Arno, a monte di Firenze: fra i Torrenti Mensola ed
Per progettare e dirigere tali modificazioni, l’AmAffrico.
ministrazione Comunale affida l’incarico all’architetto Giuseppe Poggi che in tempi rapidi progetta:
-l’edificazione di nuovi quartieri per circa 50.000
nuovi residenti;
-la redazione di un nuovo regolamento edilizio;
-la costruzione dei nuovi lungarni e altre opere di
difesa dal fiume;
-la realizzazione della nuova cerchia di viali sull’area delle vecchie mura.
La città borghese vuole essere ed è diversa dalla
città medioevale e rinascimentale; intanto per un
aspetto economico, legato al valore delle aree edificabili intorno ai nuovi viali ma, anche simbolicamente, come apertura al territorio in una prospettiva di espansione teoricamente illimitata.
Il Piano del Poggi verrà approvato per parti successive in modo tale che l’approvazione dell’ultima
parte varrà anche come approvazione dell’intero
Piano.
Per quanto concerne il Piano del nuovo quartiere
della Colonna-Ricorboli, approvato il 23 marzo del
1865, gli elementi costitutivi sono :
-rettifica dei confini con Bagno a Ripoli, coincidenti
con via Erbosa;
-l’innesto del nuovo viale dei Colli e una via denominata Argine (poi Lungarno Ferrucci) fino a via
Villamagna, dalla piazza antistante il ricostruito
“ponte di ferro”;
-la maglia dei primi otto primi nuovi isolati, quale
nucleo iniziale del futuro insediamento nella piana di Ripoli.
Il 1° aprile 1866 la Società Anonima Edificatrice
inizia la costruzione di uno stabile di case popolari
sull’allora via di Ripoli, poi via Gian Paolo Orsini,
che sarà interamente abitato già il 1° maggio dell’anno successivo. Tra il ’67 e il ’69 iniziano anche
le prime lottizzazioni, le prime di una lunga serie.
Un’ infrastruttura importante, come il nuovo viale
dei Colli, e la costruzione di residenze popolari sui
terreni più distanti dall’ultimo lembo edificato determinerà una valorizzazione delle aree intermedie,
con forte premio per la rendita fondiaria oltretutto
sollevata dai costi delle opere di urbanizzazione.
Poiché lo schema risulta conveniente, si avranno
altre repliche: nel 1911, avendo impostato Viale
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6 - 1866: Società Anonima Edificatrice: prospetto e piante dello Stabile di San Niccolò, detto “Il Casone” in via Gian Paolo Orsini. Inizio lavori 1° aprile 1866.
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Giannotti, si realizzano altre case popolari, quelle
di via Erbosa, addirittura oltre il confine comunale,
in territorio di Bagno a Ripoli; poi ancora le case
popolari del Paradiso che precedono i villaggi del
Bandino e San Marcellino; poi ancora con il villaggio di Sorgane e, più di recente con la saturazione, tramite la legge 167, dell’area intorno al viale
Europa, compiendo la “colmata” della parte fiorentina della piana di Ripoli.
Il nuovo rione sorge quindi sugli ex renai, all’insegna della contiguità tra ceti popolari, piccola e
media borghesia artigiana e mercantile, ceti altolocati; questa composizione si rifletterà sul corpo
sociale dell’Affratellamento, non solo nel corso dei
primi anni.
In calce ad una vetusta copia dello Statuto del- Nella pagina seguente:
l’Affratellamento, redatta dopo la Liberazione e 3- Anno 1884: estratto dal Foglio catastale: sono già
approvata nella prima legittima assemblea al riendelineati parzialmente gli “otto isolati” del Poggi, ed
tro in possesso della sede, un’anonima scritta a
è ben riconoscibile la massa compatta del “Casone”,
mano reca: “Da informazione avuta da vecchio socostruzione di case popolari a corte, realizzata dalla
cio risulterebbe che un primo nucleo costituì una
Società Anonima Edificatrice. Davanti al “Casone” vi
era già il primo fabbricato dell’Affratellamento, però
società fra gli operai del rione nel giugno 1873 e
la cartografia suddetta non lo riporta.
solo tre anni dopo fu costituita la Soc. Nuovo (!)
Affratellamento “.
4 - Anno 1906: Estratto cartografico: su l’allora via di
L’Associazione si costituisce il 1° luglio 1876, dapRipoli vengono riportati i primi corpi di fabbrica della
sede della Società Ricreativa “L’Affratellamento di
prima come Società Corale, quasi immediatamenRicorboli”.
te evolve in Società di Mutuo Soccorso.
Le classi subalterne, sconfitte da quell’esito risorgimentale entrano nella storia d’Italia come soggetti
5 - Anno 1921: Estratto cartografico: è riportato il corpo
di fabbrica della sede e del Teatro de “l’Affratellamento”.
Anno 1884
Anno 1906
Anno 1921
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del progresso democratico; inizia un processo di
crescita che s’intreccia con l’esigenza di difendere
realtà sociali penalizzate dai primi governi, della
destra storica, del nascente stato unitario.
La “conclusione conservatrice” del Risorgimento,
come nota Ernesto Ragionieri, non aprì la partecipazione dei ceti popolari alla vita politica e istituzionale ma non poté, neppure, controllare compiutamente e chiudere allo sviluppo del processo
di organizzazione sociale e politica delle classi
subalterne, sviluppo che scaturiva anche dal Risorgimento stesso.
Siamo agli inizi della consapevolezza del rapporto
tra cause economiche ed effetti politico-sociali che
porta, anche, allo sviluppo di una rete di Associazioni popolari.
La Fratellanza Artigiana sorgerà a Firenze già nel
1860 per iniziativa del “partito d’ azione”, per impulso di Mazzini e l’opera infaticabile di Beppe Dolfi;
l’atto fu importante di per sé e per le numerose filiazioni cui dette luogo.
Siamo all’inizio di un processo lento e difficoltoso
che durerà quasi un trentennio: la maturazione dei
ceti lavoratori e intellettuali in classe generale porterà alla formazione di propri istituti : la Lega delle
Cooperative, le Camere del Lavoro e il Partito.
Dalla prima fase di formazione delle Società di Mutuo Soccorso, generalmente su basi di categoria e
mestiere, alla Fratellanza Artigiana, si giunge ad
una seconda fase di costituzione di Associazioni
sul territorio, promosse oltre che dai ceti popolari
anche dai ceti borghesi e aristocratici, per impostazione filantropica e paternalistica dapprima,
con il pronunciamento di “rinuncia” alla politica che
si declina affermando la riduzione dell’ingiustizia,
l’educazione del popolo, l’associazione tra capitale
e lavoro, il miglioramento dei costumi e dell’educazione; questi principi si correlano, da subito, con i
primi elementi concreti di resistenza, mutualità e
solidarietà che affrontano le condizioni materiali
degli strati più disagiati.
L’arco delle correnti politiche di riferimento varia
dai garibaldini ai mazziniani, dai democratici radicali ai liberali, repubblicani ma anche monarchici,
dagli anarchici internazionalisti ai socialisti.
A Firenze si tengono due Congressi delle Società operaie Affratellate, il IX° nel 1861 e il XVI° nel
1886; il 21-22 ottobre ’76 viene convocato a Firenze un congresso di internazionalisti (socialisti
anarchici) che sarà represso ancora prima d’iniziare con arresti e processi intrecciati con altri procedimenti in corso (Firenze 1875, Bologna 1876).
Dal 1864 si hanno a Firenze ripetuti soggiorni di
Bakunin.
Anche l’ambiente politico e sociale fiorentino fu
profondamente influenzato dagli avvenimenti della
Comune di Parigi; al 1872 risale il primo tentativo
di costituire anche a Firenze una sezione della Prima Internazionale.
La situazione economica del decennio 1865/’75,
già molto pesante per le classi più deboli (dal “corso forzoso”, ’66, alla tassa sul macinato), a Firenze si appesantirà ulteriormente dopo il 1870 con
il trasferimento improvviso della capitale a Roma;
con grave contraccolpo e forte crisi finanziaria del
comune, che si protrarrà fino a metà anni ’30 del
nuovo secolo, con l’ aumento del prelievo fiscale,
del costo della vita e con il restringimento dei livelli
di occupazione; si determinano, così, agitazioni,
scioperi e tensioni politiche.
Risalgono al 1874 i primi tentativi insurrezionali
degli internazionalisti toscani; anche in Firenze e
dintorni si registrano tumulti annonari (aumento del
prezzo del grano), sciopero alla Manifattura Tabacchi; in successione si hanno episodi a Pisa, Livorno, Lucca, Prato e altre località, fino alla formazione di un vero e proprio comitato rivoluzionario.
In seguito a questi fatti, e ai fatti delle Romagne, ci
sarà una reazione di arresti e si ebbero i processi
di Firenze (1875) e Bologna (1876).
Elio Conti, ne “Le origini del socialismo a Firenze
1860-1880”, cita l’esistenza a Ricorboli di un gruppo “internazionale” che si desume dal decreto di
scioglimento del Prefetto del 19 aprile 1877.
E’ in questo clima e in queste condizioni, appena
evocate, che si apre un’altra fase di costituzione
delle Società di Mutuo Soccorso, tra cui anche
l’Affratellamento, con il crescente superamento
della chiusura corporativa di categoria e mestiere, peraltro ragione di una più vivace dinamica di
rivendicazioni.
Le Associazioni sono uno strumento di crescita
politico-culturale che dalla mutualità, per continuità
e rottura, porterà alla fondazione di cooperative di
consumo, produzione, lavoro e credito, alla fondazione della prima Camera del Lavoro quale primo
passo per la costruzione della CGL, grande e unitario Sindacato nazionale (1906).
Antonio Conti, consigliere dell’ Affratellamento,
sarà una figura centrale nello spostamento su posizioni socialiste del sodalizio e sarà uno dei protagonisti del processo costitutivo della Camera del
Lavoro di Firenze, nonché il suo primo Presidente
nel 1893.
Una delle prime assemblee delle Società di Mutuo
Soccorso per discutere la bozza di statuto si terrà
proprio all’Affratellamento nel 1892.
In quell’ anno si giunge anche alla fondazione del
Partito Socialista, l’organizzazione politica della
classe operaia.
Dall’avvicendamento della sinistra risorgimentale
al periodo giolittiano, dopo la provocazione di via
Nazionale, gli scioperi delle trecciaiole e la stretta
reazionaria di fine secolo, si attua una crescita non
sempre lineare che porterà al consolidamento ed
allo sviluppo politico del proletariato; con la partecipazione alle elezioni amministrative e politiche
e, alle prime affermazioni dei socialisti: Pescetti,
primo Sindaco di Sesto Fiorentino, poi deputato di
Firenze, e Sangiorgi Sindaco di Firenze nel 1907.
In questo contesto si coglie l’importanza dell’Affratellamento nel quartiere e il ruolo cittadino assunto, insieme ad altre importanti Associazioni (quali
ad esempio le SMS di Rifredi e Andrea del Sarto).
Il superamento del numero chiuso dei soci, l’affrancamento dalle Presidenze onorarie saranno
insieme atto di apertura e fattore determinante di
crescita e chiarimento politico.
Il pellegrinaggio a Caprera nell’’87 e la foto, ingenua e commovente, della gita “pedestre” a Villamagna (1902), il Gonfalone con i simboli della “carità
e del lavoro” l’ambulatorio medico, la cooperativa e
la sede periferica dell’Università popolare, fino alla
costituzione della sezione femminile dell’Affratellamento, testimoniano un percorso di grande significato politico e culturale; impossibile immaginare
altrimenti la vita sociale senza questa presenza
nel quartiere e quella delle altre SMS, del Bandino,
della Nave a Rovezzano e del Colle dei Moccoli.
Prima di superare il numero chiuso dei soci, fissato in 50 nel primo Statuto della SMS, si costituì,
nel 1885, in Ricorboli un’altra Associazione con il
nome di Società di Mutuo Soccorso, Istruzione e
Lavoro per iniziativa degli esclusi.
Dopo poche settimane la divisione “di forze e di
animi” fu ricomposta, fondendo le Associazioni in
una sola e assumendo il nome di Società di Mutuo Soccorso il Nuovo Affratellamento, Istruzione
e Lavoro.
La vecchia sede di via Rusciano diventò subito
inadeguata per la forte crescita. Pertanto negli
anni 1887/88 si realizzò una nuova sede che fu
inaugurata il 13 maggio ‘88 dal Presidente Oreste
Niccolini, alla presenza di numerose Società consorelle con i loro Gonfaloni. Nel ‘98 verrà realizzata
la sala teatrale e si costituirà, quindi, l’attuale circolo, che per la Colonna rappresenterà, il “luogo”
di una vita culturale e politica intensa, a cui darà
nuovo impulso lo stesso Antonio Conti successivamente divenuto Presidente.
Luogo importante che arriverà ad ospitare, nel
1910, un congresso nazionale della Federazione
Giovanile Socialista.
Notevole il movimento politico contro la guerra,
quella di Libia e quella del 1915/18.
Nel 1922 l’Affratellamento si trasforma da società
di fatto a società di diritto con cambiamento della
denominazione (più semplicemente SMS l’Affratellamento di Ricorboli); il nuovo statuto fu registrato
il 4 marzo.
Alla fondazione del Partito Comunista risale la
conduzione unitaria del Circolo tra le due anime
della sinistra moderna.
L’anno delle leggi eccezionali segna anche la caduta in mano fascista; fino ad allora il circolo era
stato punto di riferimento, anche morale, per i democratici antifascisti della zona e, con l’impegno
nel Soccorso Rosso, sostegno concreto ai detenuti e perseguitati politici. Non importa in questa
sede descrivere il crescente clima d’intimidazione
e violenza di quegli anni.
L’Affratellamento fu occupato da un gruppo di
squadristi che ne prese possesso in nome della
federazione fascista; il numero dei soci scese da
circa 500 a 285 in breve; quando nel 1930 fu in-
7 - 1902: Gita Pedestre dei Soci dell’Affratellamento. Da Caretti Stefano e Degl’Innocenti Maurizio: “Il socialismo
a Firenze e Provincia (1871 – 1961)”.
detta l’assemblea per fascistizzare lo statuto i presenti erano 62; nel 1934 fu chiusa la cooperativa
(Alleanza) aperta ai primi del ‘900; nel febbraio del
’39 fu convocata un’altra assemblea : quattro presenti, più il presidente, deliberarono la “donazione”
al partito fascista, ratificata l’anno successivo con
rogito notarile. Oltre la violenza anche la vigliaccheria del dolo.
All’indomani del 25 luglio l’Affratellamento torna ad
essere luogo dell’antifascismo, fino all’occupazione tedesca di Firenze, l’11 settembre; soltanto con
l’entrata in città, da Gavinana e dalla Colonna, dei
partigiani, qualche giorno prima della Liberazione
di Firenze (11 agosto ’44), i primi venti soci rientrarono, definitivamente, in possesso del loro circolo.
Questo gruppo di soci, vecchi e nuovi, si riappropriò della sede devastata dai nazi-fascisti in fuga:
la ricostruzione dell’Affratellamento vale come paradigma della ricostruzione, ben più dolorosa, del
Paese.
Per accortezza legale dell’avvocato Francesco
Ferrara, nel dicembre ’44, fu richiesta al Tribunale,
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8 - “L’Affratellamento, numero unico della Società di
Mutuo Soccorso e di Istruzione di Ricorboli, in occasione del Ventesimo Anniversario della Fondazione,
11 ottobre 1896”.
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da 1/5 dei soci, la convocazione dell’assemblea
per la totale assenza degli amministratori estendendo alle SMS la legislazione delle S.p.a.; questo
mise al sicuro l’Affratellamento dalla possibile accusa d’illegittimità.
Il Tribunale ordinò la convocazione dell’Assemblea
della SMS Filippo Corridoni, così la denominazione fascista; l’11 febbraio ’45 un’assemblea di 185
soci elesse il nuovo Consiglio, approvò il nuovo
statuto, ripristinò quasi esattamente il nome, Società Ricreativa l’Affratellamento in Ricorboli; Luigi
Mariotti, futuro ministro della Repubblica, fu poi
eletto Presidente, succedendo a Rao Bocciolini.
L’Intendenza di Finanza chiamò in causa rivendicando la proprietà dell’edificio e pretendendo un
canone di affitto; il 20 febbraio 1947, nel dibattimento, il Tribunale attribuì completa ragione all’Affratellamento stabilendo la nullità dell’atto di “donazione” del ’39 e, quindi, la continuità di diritto della
Società, respingendo su tutta la linea le eccezioni
sollevate dall’Ufficio controparte.
Il circolo fu restituito per sentenza ai legittimi proprietari prevenendo l’ondata scelbiana di appropriazione di tante SMS, Case del Popolo, sedi di
cooperative e del sindacato, come se fossero state
davvero beni del disciolto partito nazionale fascista.
Il ritorno in possesso dell’immobile sanciva anche
nel quartiere la superficialità della fascistizzazione
in generale, non solo all’Affratellamento; del resto
l’avversione al regime si era già manifestata con
i tanti giovani della Colonna e di Gavinana che
scelsero la Resistenza, molti dei quali caddero nel
tragico eccidio di Pian d’Albero nel giugno del ’44.
Per decisione del CLN di zona furono attribuite
sedi ai partiti della rinnovata democrazia; alla DC
fu attribuita l’ex sede del fascio rionale, al PCI la
villa “Merlo Bianco”, al PSI l’Affratellamento.
Il ritorno dei vecchi proprietari tolse la villa al PCI
che fu accolto all’Affratellamento dai compagni
socialisti; nel frattempo iniziava la realizzazione di
quello che poi sarà il circolo Vie Nuove.
La Liberazione segna la ripresa della vita democratica e della socialità ; furono riunioni politiche
ma anche teatro (con i primi passi artistici di Renzo Montagnani, Gianna Giachetti, Ferruccio Soleri,
Mario De Mayo ), ballo, cinema, musica, gruppi
artistici, escursionistici e sportivi; fu costituito il circolo culturale Garcia Lorca (che vivrà una nuova
stagione negli anni ’60); ci furono gli allestimenti
delle barche del Ghidini per la Rificolona e altre
feste ma anche la solidarietà per gli alluvionati del
Polesine, una sottoscrizione per la carrozzina di
Arnaldo, la battaglia civile per la riapertura della
scuola Michelangiolo e l’assegnazione delle case
agli sfollati che vi avevano trovato un riparo.
Insomma fu la ripresa di tutte le attività, compreso
l’ambulatorio medico, eccezione fatta della coope-
rativa chiusa dai fascisti nel ’34; ma anche questo
neo venne superato ben presto con una nuova
cooperativa, seppure non più legata all’Affratellamento.
Nel 1952 fu indetta un’assemblea straordinaria per
modificare lo Statuto e per decidere l’ampliamento
del circolo; l’architetto Ugo Saccardi illustrò il progetto di modifica dell’edificio, progettato e realizzato dall’ingegnere Ulisse Guarducci (1887/88) e
dal lavoro volontario di tanti soci, inclusa la sala
teatrale; lo sforzo finanziario per sostenerli fu molto rilevante compreso il lavoro (al solito : volontario
e gratuito) dei soci.
Nel 1956, dopo i fatti ungheresi, ha inizio la divaricazione politica tra i socialisti e i comunisti determinando una ricaduta anche nei rapporti interni
all’Affratellamento con una grave frattura tra i due
partiti; il Consiglio si dimise e si procedette a nuove
elezioni; intervennero le federazioni provinciali per
comporre e dirimere le questioni arrivando a sancire una gestione paritetica del circolo. Il ruolo di
alcuni indipendenti fu molto importante per il successivo equilibrio; da allora, anche nei momenti di
più aspra polemica politica tra PCI e PSI, la conduzione unitaria dell’Affratellamento non è stata più
in discussione e sempre confermata.
Nel 1964 fu realizzata una struttura prefabbricata sulla “pista”, denominazione convenzionale del teatro all’aperto; questa sala ebbe un uso
polivalente,da sala da ballo (con la breve parentesi
di una sorta di Piper fiorentino) a palestra.
La sera del 3 novembre 1966 la commissione ricreativa, presieduta da Nello Burresi, si riuniva per
concordare con Dory Cei il rinvio dell’inaugurazione della sua stagione teatrale al fine di consentire a Dario Fo di portare all’Affratellamento il “Ci
ragiono e canto”; di fronte ad un evento di tanto
prestigio,ed una promozione così rilevante, l’accordo fu trovato con tutta tranquillità e la riunione
si concluse con grande soddisfazione di tutti,”more
solito”, intorno alla mezzanotte anche se pioveva
a dirotto.
Al mattino fuori e dentro l’Affratellamento c’erano
oltre cinque metri d’acqua d’Arno.
Per le strutture del circolo ci furono gravi danni, più
la perdita degli arredi del teatro e delle attrezzatu-
re del bar, la perdita della biblioteca e dell’archivio
sociale.
Il Casone” antistante, quello ottocentesco dell’Anonima Edificatrice, fu lesionato in maniera irreparabile, tanto da doverlo abbattere e ricostruire
all’inizio del nuovo decennio: nel ricambio dell’insediamento la Società venne così a perdere anche
gran parte del suo corpo sociale in un modo che
perdura tutt’oggi, seppure con l’intreccio di altri
motivi.
Dalla fine degli anni ’60, anzi proprio dal ’68 fino
all’’83 venne a prendere un sempre maggiore rilievo l’attività teatrale, riavviata proprio con Dario
Fo nel ‘69/’70.
La crisi post alluvione fu superata con l’innesto del
gruppo di giovani studenti del CUT, poi Teatro della
Convenzione, poi Centro Teatrale Affratellamento.
Il teatro fece assumere un ruolo crescente al circolo, conferendogli un’identità peculiare, fino a
giungere ad una dimensione nazionale per la sua
9 - “Eran tutti miei figli” di Arthur Miller, regista Ghigo Pratesi, con Giulietta De Vita e a destra il giovane Renzo
qualità, anche con la Bottega di Vittorio Gassman,
Montagnani.
e poi con Sepe e Chiti e la formazione di nuovi
talenti fiorentini.
Ma la mono-specializzazione, oltre il “lustro”, comportò una modificazione dell’Affratellamento, con
altre ripercussioni sugli iscritti.
In questa situazione si celebrò l’anniversario della
fondazione, il primo secolo di esistenza nel 1976.
L’evento traumatico avvenne nell’’83 quando, in
seguito all’incendio del cinema Statuto di Torino
con numerose vittime, si ebbe un profondo cambiamento della legislazione antinfortunistica: ciò
comporterà la brusca interruzione dell’attività teatrale.
Il circolo e la sala teatrale si trovarono all’improvviso fuori norma: senza risorse per un adeguamento
e con la secca trasformazione delle sue partite di
giro in un debito.
Occorreva adeguarsi e, ovviamente, occorrevano
risorse straordinarie; una parte dei soci, soltanto
frequentatori del teatro, migrò dove si continuava
a svolgere tale attività.
La storia dell’ultimo periodo (1983 – 2006) è la
storia di un farsi e disfarsi d’innumerevoli ipote- 10 - 1949-50: all’Affratellamento posano i componenti del “ Gedaf - gioventù escursionistica”. Si riconoscono: Gusi di finanziamento e ad ogni caduta, superando
glielmo Corti, Ivo e Mauro Cassani, Adriana Caidelli, le sorelle Bonciani, Marta Morandi, Ferruccio Giannini,
comprensibili forti tensioni e delusioni, con grande
Mario Marzoli e Marco Ravaglioli; al centro Vittoriano Ghidini.
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pazienza occorreva tessere una nuova tela.
Alla fine del 1987, ritenendo di avere finalmente intrapreso la strada giusta e di avere “la soluzione”,
il circolo chiuse per procedere ai lavori; dopo un
primo periodo l’esaurimento delle risorse e il mancato afflusso di altri finanziamenti, anche più che
promessi, impedì il completamento delle opere; il
circolo si trovò ad essere un cantiere interrotto fino
al 1999.
Il resto è cronaca di questi ultimi anni; varrà la pena
di percorrere gli avvenimenti (che poi sono storia
di un trentennio), magari producendo la seconda
edizione, ampliata e aggiornata, del volume edito
per il centenario della fondazione.
A questo proposito sono stati riallacciati i contatti
con Serena Innamorati, l’autrice di allora, che si
è dichiarata disponibile al nuovo lavoro; inoltre si
pensa che il Centro Studi e Documentazione per
la Storia del Movimento Associativo, recentemente
costituito dall’ARCI di Firenze e diretto da Luigi
Tomassini, possa validamente contribuire alle varie fasi di ricerca .
L’inizio degli anni ’90 segna la scomparsa, per
cause molteplici, delle forze politiche di nostro ri- 11 - 1951 maggio: all’Affratellamento “Profonde sono le radici” di A. D’Usseau e J. Gow
ferimento con una loro trasformazione e ricolloca12 - 1951: 28 ottobre: all’Affratellamento si riconoscono: Mario De Majo, Franco Fossi, Ghigo Pratesi, Anna Ranzione.
cani e Vinicio Gioli.
Mentre il tempo passa permane la memoria, anche
se affievolisce (con l’esigenza poi di doverla riscoprire), emergono intenzioni e progettualità per un
rinnovato ruolo delle Associazioni.
Le modificazioni intervenute in questo periodo ci
danno nuovi problemi per la riflessione ma anche
la possibile sperimentazione e iniziativa necessaria.
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Fra tanti altri e numerosi nodi, la chiusura (“assenza”) dell’Affratellamento pone alcune questioni.
Intanto un primo compito di riqualificazione dell’intero settore urbano in una vita di relazioni scarse,
centrate quasi esclusivamente sulle funzioni residenza e attività lavorative, con la mancanza di una
connotazione socio-culturale per la generalità delle
persone; per alcuni aspetti ci sono “assenze” che
riguardano la città nella sua interezza, estendendone le funzioni pregiate a tutto il territorio; in questo ambito si determina a ragion d’essere e ruolo
dei circoli e del tessuto delle Associazioni; non è
13 - 1955: all’Affratellamento saggio di danza.
15 - 1956: all’Affratellamento saggio canoro.
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16 - Inizio anni ‘60: Teatro Affratellamento: “Lo zoo di vetro” di Tennessee Williams.
Si riconoscono Uliano Ragionieri, Bruno Gecchele e Marina Vannini.
14 - 1953: “Rificolona” in Arno. Si riconosce Vittoriano Ghidini.
Fotografia gentilmente concessa da “Banca dati - Archivio Storico Foto Locchi”.
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e non può essere la stessa cosa, indifferentemente, per la fisionomia e la vivibilità urbana.
La seconda o, anzi, la terza rinascita dell’Affratellamento scommette su di una nuova capacità di
“presenza” e concezione stessa dei circoli con
attività improntate alla maggiore apertura, collaborazione e sinergia intanto con alcuni enti e associazioni che nel frattempo si sono stabilite nel
quartiere, ma senza rapporti e relazione.
L’Affratellamento costituisce il paradigma delle difficoltà diverse ma, se non ce l’hanno fatta ne’ il
fascismo ne’ l’alluvione, neppure le vicende complesse degli ultimi anni hanno piegato la consapevolezza di un ruolo.
La riapertura dell’antico sodalizio può aprire un
arco di nuove energie per una rielaborazione complessiva che occorre per reagire allo sfacelo della
nostra epoca nel nostro Paese, alla crisi economico-finanziaria ma anche al degrado etico-morale di
questa nostra contemporaneità.
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Dopo la stagione delle diagnosi occorre passare alle terapie, allora spetta a ciascuno, singoli o
associati, apportare un contributo utile per poter
superare i prossimi difficili anni, anche come presupposto di un rinnovamento della politica e delle
sue istituzioni.
La storia del circolo non è una storia minore, ci
spetta il compito di dare continuità alle elaborazioni e realizzazioni di chi ci ha preceduti, dimostrando la capacità di stare al passo dei tempi e lasciare
il “testimone” ai figli che verranno dopo di noi.
Dalla Società di fine ‘800 a quella del XXI° secolo
se “nomina substantia rerum sunt” il programma
è delineato : una socialità che si fondi sull’integrazione etnica e culturale, attenta alle proposte
delle nuove generazioni e alle vecchie e nuove
marginalità recuperando e attualizzando, in chiave
moderna, l’antico spirito del Mutuo Soccorso per
una rinnovata e più alta solidarietà.
Sperimentazione, esercizio e formazione ma anche un luogo piacevole d’intrattenimento per la
riscoperta di una frequentazione reciproca e uno
scambio di umanità, quasi smarrita.
17 e 18 - Teatro Affratellamento: Centro Universitario Teatrale: “Uomo Massa”. Adattamento da “Ernest Toller”, di Le proposte più diverse possono dare una possiValerio Valoriani, regia di Valerio Valoriani, scene e costumi di Maurizio Balò. Tra gli attori: Luca Biagini, bilità a chi sente l’esigenza di esprimersi, di avere
qualcosa da dire e proporre agli altri e fare con gli
Maria Di Mauro, Stefano Gragnani, Sergio Marchini e Mario Pachi.
altri.
Bibliografia
Allora si possono trovare strumenti e risorse, sen“Vita e lotte delle Case del Popolo in Provincia di Firenze
za piegarsi solo sulle grandi istituzioni; si possono AA.VV:
1944-1956”; introduzione di E. Ragionieri, Alleanza per la Ricreazione
determinare strumenti legislativi e risorse per la Popolare, Firenze maggio 1956.
conservazione, la tutela e lo sviluppo di un grande Angiolini Alfredo: “Socialismo e socialisti in Italia”, Editori Riuniti,
patrimonio comune che è il nostro stare insieme. Roma 1966.
a cura di Luigi Mannelli
19 - Teatro Affratellamento: Firenze 1- 6 marzo 1980.
“Per/For/Mance Settimana delle Performance Art
americana” Laurie Anderson, Chris Burden, Julia
Heyward, Paul Mccarthy, Richard Newton, Martha
Wilson & Disband.
20 - Teatro Affratellamento: Firenze 8-13 aprile1980.
21 - Teatro Affratellamento: Firenze 1981.
“Il colpo di glottide - la poesia come fisicità e ma- “Firenze Eventidanza” - rassegna internazionale
teria” Luciano Caruso, Henry Chopin, Laura Mar di danza contemporanea progettata e organizzata
ceschi, Steliomaria Martini.
dal Centro Studi Danza di Firenze ......
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Dolci Fabrizio e Pilarski Maddalena (a cura di): “Documenti dell’Associazionismo nei rioni e nei quartieri di Firenze” – Catalogo,
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1977.
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1984.
Ricordo della festa d’inaugurazione della nuova sede sociale della
Società Nuovo Affratella- mento (Istruzione e Lavoro) a Ricorboli, Tip.
M. Ricci, Firenze 1888.
15
Il recupero
La storia della Società Ricreativa “L’Affratellamento
di Ricorboli” si interrompe nel 1988 quando il circolo chiude per un periodo che doveva essere breve,
per adeguare la struttura alla nuova normativa di
sicurezza dei locali per il pubblico spettacolo.
Da allora, ai problemi di adeguamento normativo se ne sono aggiunti altri legati al progressivo
degrado della struttura e al deterioramento delle
attrezzature di scena.
I progetti di recupero si sono succeduti, gli impegni
economici sono apparsi sempre più onerosi e le
risorse disponibili sempre più esigue.
Nel 1992 una porzione del circolo è stata data in
locazione per poter reperire risorse necessarie ad
impedire il veloce degrado del circolo.
La Biliardoteca s.r.l. è oggi l’unica struttura funzionante dell’intero complesso, mentre il Teatro dell’Affratellamento è ancora chiuso.
Le foto a fianco risalenti alla fine degli anni ‘80, ci
tramandano lo stato dei luoghi al momento della
sospensione dell’attività.
22 - 1989: l’Affratellamento su via Giampaolo Orsini;
l’attuale biliardoteca fa parte integrante degli spazi legati al Teatro; a conferma di ciò la scritta luminosa sulla
facciata ed il sottostante enorme spazio destinato ai
manifesti pubblicitari.
23 e 24 - 1989: vedute del bar interno al Teatro prima
che venisse interrotta l’attività ricreativa.
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25 e 26 - 1989: veduta della sala interna del Teatro,
l’una dal palcoscenico e l’altra dalla gradonata.
La gradonata fu realizzata con l’ultima riorganizzazione
interna della Sala, prima della sospensione dell’attività.
Il progetto di recupero
Il progetto iniziale per “il completamento e l’adeguamento normativo della sede sociale, con allestimento della sala polifunzionale”, fu presentato
alla Regione Toscana per accedere al finanziamento del “Programma pluriennale degli interventi
strategici nel dicembre del 2002”.
A seguito di quel progetto furono appaltati i lavori
all’impresa “CITIS” con sede in Siena, con regolare contratto che prevedeva di completare le opere
entro il dicembre 2005.
Dopo l’inizio dei lavori l’impresa eseguì opere per
un importo di circa € 130.000,00; durante l’esecuzione di queste opere si sono manifestate incomprensioni sempre più evidenti fra la Direzione dei
Lavori e l’impresa esecutrice e successivamente
fra quest’ultima e la committenza.
Nel contempo la proprietà ha maturato l’idea di
predisporre un nuovo progetto, allo scopo di perfezionare la stesura già approvata. Il nuovo progetto
è stato affidato allo Studio Associato Lungani – Pacini di Firenze.
Tale progettazione si è resa necessaria per gli innumerevoli imprevisti manifestatisi sul corpo del
fabbricato, durante le lavorazioni, ed anche per
carenze progettuali relative agli impianti meccanici
ed elettrici.
La nuova stesura, quella qui illustrata, è il “progetto
completo” necessario per la messa a norma e per
l’allestimento della sala polifunzionale del Teatro;
ad oggi è stato realizzato uno stralcio funzionale,
giudicato dalla proprietà realizzabile stante le disponibilità economiche.
Quest’ultimi lavori di completamento sono stati appaltati all’Impresa “CO,C.I. S.r.l.” di Enrico
Ognibene, con sede in Rignano sull’Arno.
Lo stralcio rende comunque fruibili ed utilizzabili
tutti gli spazi del teatro e della sede sociale della
S.R. L’Affratellamento di Ricorboli.
27 - Progetto di recupero del Teatro “L’Affratellamento”: Fronte su via Giampaolo Orsini.
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28 - Progetto di recupero del Teatro “L’Affratellamento”: Piante sala polivalente: piano terra e piano galleria.
29 - Progetto di recupero del Teatro “L’Affratellamento”: Sezione longitudinale e Sezioni trasversali.
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Progetto di recupero del Teatro “L’Affratellamento”: aspetto attuale e virtuale della sala teatrale ad allestimento concluso - visioni dall’ingresso e dal palcoscenico.
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34 e 35 - Progetto di recupero del Teatro “L’Affratellamento”: aspetto virtuale della sala teatrale ad allestimento concluso della galleria.
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Dal 1988 ad oggi sono state fatte, a più riprese,
opere di carattere strutturale ed architettonico al
fine di adeguare il complesso ad attività di pubblico spettacolo e alle attuali esigenze di sicurezza e
prevenzione in caso di incendio. La realizzazione
di tali opere è stata resa possibile grazie al contributo della Regione Toscana, del Comune di Firenze, dell’Arci e altre sue associazioni e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
Opere di consolidamento e riorganizzazione
I lavori strutturali sono stati progettati e seguiti dallo studio Bonaiuti ed hanno riguardato tutto il complesso del Teatro e si possono così riassumere.
Palazzina prospiciente via Gian Paolo Orsini:
- Sistemazione dell’ingresso con la creazione di
una rampa per il superamento delle barriere architettoniche;
- Sistemazione dei bagni sul lato sinistro prima
dell’ingresso alla sala;
- Realizzazione di vano ascensore adiacente alla
vecchia scala;
- Riorganizzazione della scala di accesso al piano
ammezzato ed al piano interrato, in conseguenza della posizione del nuovo ascensore;
- Sistemazione dei bagni al piano ammezzato;
- Consolidamento e riconfigurazione della sala
prove del piano primo e della sala riunione del
piano sottotetto, con le nuove uscite che tengono conto dell’ascensore;
- Sistemazione di locali di servizio per la gestione
dell’intera struttura, tra piano primo e piano sottotetto.
Sala principale:
- Riconfigurazione delle due uscite di sicurezza
Nella pagina precedente:
sul lato di via dei Baldovini;
36 e 37: Immagini della Hall di ingresso.
- Consolidamento del solaio e ampliamento del
vecchio palcoscenico per adeguarlo alla norma38 e 39: Vano scala principale.
tiva e alle nuove uscite di sicurezza;
- Realizzazione sotto il palcoscenico di un piccolo
40: Alcuni camerini al piano sotto il palcoscenico.
ambiente di deposito a livello della sala ;
-
Posizionamento
sulla parete della galleriadi tutte
41: saloncino al piano primo prospiciente via G.P. Or-
le
condotte
degli
impianti elettrici e di trattamensini.
to dell’aria; inoltre, le riprese dell’aria sono state
realizzate lungo le pareti longitudinali della sala
42: saloncino al piano secondo prospiciente via G.P.
Orsini.
stessa;
- Recupeo dell’ambiente antistante l’uscita di via
dei Baldovini con la rimozione parziale della copertura in legno ormai fatiscente.
Camerini e sottopalco:
- Il vano scala è stato dotato di un lucernaio sulla
copertura;
- Sono stati ricavati due bagni per gli attori sul lato
sinistro della scala;
- E’ stato sistemato un gruppo di 3 camerini alla
quota – 0,20 del primo pianerottolo, un secondo
grande camerino è stato realizzato alla quota
–1,40 sotto il palcoscenico;
- Lo spazio del sottopalco è stato risanato e riorganizzato, ricavandovi spazi di servizio;
- Sempre alla quota –2,50 sono stati situati gli ambienti tecnici per un gruppo di continuità ed una
riserva idrica che alimenta l’impianto antincendio.
Opere di completamento e allestimento
Dal 2004 sono iniziate le opere di completamento
ed allestimento, progettate e seguite dallo Studio
Associato Lungani - Pacini. Analogamente a
quanto sopra descritto per gli interventi fatti sulla
struttura del teatro, possiamo dividere gli interventi
per l’allestimento in tre parti relativi a:
- Hall di ingresso;
- Sala teatrale principale;
- Camerini e sottopalco.
Hall di ingresso
L’ ingresso dalla strada sarà separato dalla Hall
tramite una parete divisoria in acciaio e vetro.
Il pavimento dell’ingresso è stato realizzato in lastre di pietra “tipo Santa Fiora”, quindi di colore
ocra caldo, della stessa colorazione sono pensate
le tinteggiature delle pareti.
La pavimentazione in pietra accompagna fino all’ascensore e alla scala in pietra che porta al piano
ammezzato. Invece, il pavimento del disimpegno
ammezzato è in pietra serena come la scala recuperata.
È stato realizzato l’ascensore per il superamento
delle barriere architettoniche dal piano terra fino al
sottotetto.
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43 - Progetto di recupero del Teatro “L’Affratellamento”: Particolari costruttivi della ringhiera lungo la scala principale e della balaustra del soppalco sulla hall.
Sala teatrale principale
All’interno della sala teatrale sono state previste
tutte le opere necessarie per ospitare attività di
pubblico spettacolo, ed offrire un alto livello di accoglienza del pubblico e garantirgli la sicurezza in
caso di pericolo.
E’ stata prevista una buona mobilità, attraverso la
sistemazione delle poltrone in file distanti fra loro
almeno 110 centimetri, pertanto possono trovare
posto nella sala 13 file di poltroncine da 9 e da 10
posti, sfalsate fra loro, per un totale di 124 posti.
Ai fini della sicurezza, in caso di incendio, all’interno della sala è stata prevista la realizzazione
di quattro abbaini sulla copertura a botte della
sala. Questi sono stati realizzati uguali a quelli già
esistenti sul palcoscenico e saranno utilizzati per
l’evacuazione dei fumi.
Lungo la linea di colmo della copertura a botte
della sala, corre la condotta di immissione dell’aria
dell’impianto di condizionamento. Da esso dipartono tre coppie di bracci che portano gli anemostati.
Per coprire, almeno parzialmente questi impianti
tecnici, si sono previste delle pannellature orizzontali, in legno di pioppo verniciato, che ospitano agli
anemostati e sono sostenute da tiranti appesi alla
volta di copertura. Queste pannellature serviranno anche, e soprattutto, a migliorare l’acustica del
locale, oltre ad ospitare, ogni pannello, coppie di
faretti incassati per l’illuminazione generale della
sala.
Il palcoscenico originario è stato consolidato e
quindi sostanzialmente mantenuto, ma è stato
avanzato in fuori dal filo della scena per poter ricavare un spazio di proscenio profondo mt. 1,80 , da
utilizzare come spazio per conferenze, lasciando il
palco vero e proprio chiuso dal sipario.
Il tavolato di scena esistente verrà sostituito da
uno nuovo, anch’esso in legno di pioppo e sollevato di circa 2 cm dalla soletta in calcestruzzo. Sotto
il proscenio si ricava un piccolo spazio di deposito per le attrezzature di scena ed eventualmente
per le file di poltrone movibili della sala, qualora
lo spazio per il pubblico dovesse essere utilizzato
per balletti o oltre manifestazioni. Nella sala è stato
realizzato un parquet a doghe di rovere verniciato.
La galleria frontale al palco, al piano ammezzato,
è il posto migliore da dove assistere ad uno spettacolo teatrale; per questo si prevede di utilizzare
anch’essa per il pubblico. L’accesso avviene sempre dalla scala principale sulla hall: l’apertura è
stata spostata per un migliore utilizzo dell’ambiente e per allineare l’ingresso alla galleria con quello
della sala al piano terra.
Come è evidente dalle sopra descritte opere effettuate o che dovranno essere effettuate, gli spazi
dell’Affratellamento sono stati profondamente riorganizzati al fine di raggiungere il massimo di sicurezza per attività di pubblico spettacolo, ma anche
per adeguarli funzionalmente alle esigenze di una
moderna attrezzatura e adeguati impianti scenici.
Tutto ciò tenendo conto delle caratteristiche storiche di tali spazi, improntati a semplicità, sobrietà e
austerità, che speriamo di non aver tradito.
Camerini e sottopalco
I camerini sono situati sul lato destro del palcoscenico, ad essi si accede dal palco stesso e sono A cura di Marco Lungani e Patrizio Pacini.
disimpegnati lungo una scala in pietra serena. Sotto al palco sono stati riconfigurati un ambiente di
servizio allo spettacolo, un ulteriore camerino per
gli attori di dimensioni maggiori rispetto a quelli originari, i locali tecnici, il deposito e il disimpegno per
raggiungere la scala dell’uscita di sicurezza.
In questa zona, utilizzata soprattutto dalle compagnie teatrali e dai tecnici, sono stati effettuati interventi di rifinitura, quali:
- realizzazione dei nuovi intonaci;
- realizzazione delle nuove pavimentazioni;
- dotazione degli arredi fissi dei camerini;
- tinteggiatura di tutti gli ambienti;
- fornitura e posa in opera della porte a tenuta REI
delle scale, delle finestre dei camerini e delle
porte in legno di tutti gli ambienti.
L’unico intervento di natura prettamente costruttiva
consiste nell’innalzamento della quota di calpestio
del disimpegno prospiciente la scala che porta dall’interrato all’uscita di sicurezza su via Baldovini.
Questo si è reso necessario per eliminare 6 gradini
a fazzoletto della suddetta scala e creare una più
agevole via di fuga dal piano interrato; infatti si è
rialzata la quota del pavimento del disimpegno di
circa un metro, portandolo in pari alla quota dei camerini attuali.
Uscita di sicurezza su via Baldovini
L’uscita di sicurezza di via dei Baldovini è di fondamentale importanza per l’adeguamento del teatro
alle nuove norme di sicurezza antincendio, da essa
potrà defluire la maggior parte del pubblico della
sala in caso di evacuazione forzata e pertanto è
stata attentamente recuperata come via di fuga.
25
Immaginiamo...
scitare energie per una sana reazione contro
lo stato di cose presenti, contro lo sfacelo in
atto nel nostro Paese e la crisi economico-finanziaria ma anche e soprattutto al degrado
etico-morale della nostra contemporaneità.
C’è un processo in atto che ha avuto grande
accellerazione negli ultimi cinque anni, che è
Intanto un progetto di attività teatrali, con ipo- penetrato, speriamo il meno possibile, ma che
tesi di gestione da parte di una nuova Asso- tuttavia ha fatto breccia in larghi strati di popociazione di Associazioni, costituita dall’ARCI, lazione.
l’Affratellamento più altri circoli che vorranno
aderire al progetto, con produzione di scritture A partire dai giovani. che vivono un contesto
e di allestimenti, corsi di formazione dei vari generale di precarizzazione del loro futuro.
mestieri, pur sempre con l’attenzione di non
chiudersi in una mono-specializzazione, con- Allora come generazione più anziana abbiasentendo di dare possibilità a varie forme di mo ancora tanto da fare, e da fare insieme,
se vogliamo davvero lasciare loro un mondo
espressione artistica e culturale.
In altri termini si tratta di un progetto di riquali- migliore di come l’abbiamo trovato noi.
ficazione di un intero settore urbano, impron- C’è una proiezione della O.M.S., Organizzatato all’apertura, collaborazione e integrazione zione Mondiale della Sanità, secondo cui il 20
tra le varie realtà associate, antiche e nuove, % dei giovani tra i 15 e i 25 anni è affetto da didella zona.
sturbi mentali, un disagio diffuso tra patologie
Un luogo di socialità, un affratellamento vero più o meno gravi, e di come questa incidenza
e non tanto una denominazione un po’ retori- sia destinata a subire un incremento del 50 %
ca di sapore ottocentesco, con tutto il rispetto da oggi al 2020, il che riguarda un terzo del
delle luci e delle ombre di quel secolo; un’ in- nostro futuro.
tegrazione vera di persone e di culture, dovePer limitarci solo a quella fascia d’età; ma è farosamente al plurale.
cilmente comprensibile come non sia un mero
Se vale ancora il progetto di essere la sede del fatto anagrafico e nessuno possa ritenersi
Centro Studi e Documentazione del movimen- esente dal rischio.
to Associativo, vorremmo dare impulso alla
valorizzazione delle nostre storie e una rinno- Dobbiamo rassegnarci all’inevitabile ?
vata attenzione alla cura e alla conservazione Oppure si può fare qualcosa, anzi tutto il possibile perché speranza e terapia scongiurino
degli atti che l’attestano.
questa prospettiva, per ottenere la regressioMa non basta.
ne delle patologie e il recupero.
Abbiamo avviato in Consiglio un primo scam- Allora è stata importante la giornata di studio
bio di opinioni in proposito, e l’inizio appare alla Fabbrica del Programma di Prodi, così
assai promettente, sull’attenzione sempre più come il paragrafo delle tesi congressuali delnecessaria a vecchie e nuove marginalità, re- l’ARCI in cui si esprimono convergenti indirizzi
cuperando e attualizzando, in chiave moderna, e politiche concrete per affrontare una
l’antico spirito di Mutuo Soccorso delle nostre questione centrale.
origini per una rinnovata e più alta solidarietà.
Abbiamo l’ambizione di voler contribuire a su Prima di tutto ci spetta un ruolo di promozione
Il nuovo Affratellamento, quello di oggi, deve
andare oltre la continuità storica di quello fondato nel 1876, già allora il Nuovo Affratellamento.
Che cosa faremo poi, perché volerlo ancora e
per quale scopo.
26
politica e di attuazione dei programmi per superare ogni forma di stigma, frutto di incomprensione e paura ma anche causa di derisione e disprezzo o addirittura rimozione e
indifferenza.
Bisogna vivere queste situazioni, non bastano
dibattiti culturali o buona volontà.
Nessuno potrà mai avere la polizza assicurativa che a noi non capiterà mai.
Anche in Toscana ci sono stati limiti , tuttora
persistenti, all’applicazione della legge Basaglia, che ha provocato sofferenze nei malati
e nei loro familiari; meno che altrove ma pur
sempre oltre il sostenibile.
Oggi addirittura il problema sembra rimosso:
come se non esistesse più la sofferenza mentale..
In secondo luogo ci deve essere cognizione
del confine labile, spesso fortemente intrecciato, con l’uso e l’abuso di sostanze erroneamente intese come cura, lenitivo o illusione di
uno stato o sua soluzione.
Occorrono allora socialità e cultura, risposte
concrete di residenza e lavoro come terapie
integrate a farmaci e colloqui; occorrono strutture, operatori, risorse; occorre, soprattutto
una forte volontà politica, intelligenza e sensibilità, cultura come coscienza critica: un altro
stile di vita.
C’è poi il problema del “dopo di noi” o, meglio
ancora, il “sempre con noi”: il presente e il futuro oltre l’esistenza di genitori e famiglie che
deve essere problema generale della collettività.
Allora civiltà e dignità non saranno più mere espressioni; per questo occorre una volontà e un
progetto comunitario che ci veda promuovere
e attuare solidarietà tra persone, condizioni e
generazioni, per essere davvero, non semplice
formula o espressione di rito, il movimento reale che modifica lo stato delle cose presenti.
L. M.
Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo dell’Impresa:
Via Roma n. 37 - Rignano sull’Arno (FI)
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Luglio 1876 - Novembre 2006
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