nigeria - Aiuto alla Chiesa che Soffre
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nigeria - Aiuto alla Chiesa che Soffre
NIGERIA Aspetti giuridico-istituzionali La Costituzione riconosce la libertà di religione, inclusa quelle di manifestare e diffondere il proprio credo religioso e di convertirsi ad altra religione. L’art. 38 al primo comma recita: «Ogni persona avrà il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, inclusa la libertà di cambiare la propria religione o credenza, e la libertà (da solo o in comunità con altri, e in pubblico o in privato) di manifestare e diffondere la propria religione o credenza attraverso il culto, l’insegnamento, la pratica e l’osservanza». Al capitolo 1, l’art. 10 stabilisce inoltre che «il Governo della federazione o di uno Stato non adotterà nessuna religione come religione di Stato». Tuttavia, la Nigeria fa parte della Conferenza degli Stati islamici (OIC) e, a partire dall'ottobre 1999, 12 dei 36 Stati – tutti settentrionali – che la compongono (Bauchi, Borno, Gombe, Jigawa, Kaduna, Kano, Katsina, Kebbi, Niger, Sokoto, Yobe, Zamfara) hanno iniziato ad applicare i princìpi della sharia (la legge coranica) non solo nel Codice di famiglia, come praticato fino ad allora, ma anche in quello penale. Ciò ha implicato l'introduzione di nuovi divieti e di pene come flagellazioni, amputazioni ed esecuzioni capitali tramite lapidazione. Per implementarne l'applicazione nella vita quotidiana almeno cinque di questi 12 Stati hanno costituito l'Hisbah, polizia religiosa accusata talvolta di abusi, come il sequestro ingiustificato di alcolici. Sebbene, in linea di principio, le norme civili e penali della sharia non si applichino ai credenti di altre religioni così come non si applicano quelle sull'apostasia dall'islam ad altra religione, la vita dei non musulmani nella Nigeria settentrionale è toccata ricorrentemente dalla legge islamica (sia per quanto riguarda la consumazione e distribuzione di bevande alcoliche che per la segregazione-discriminazione delle donne sui trasporti pubblici, così come nella composizione delle classi nelle scuole e nell'accesso ai presidi sanitari). Gli Stati che applicano la sharia finanziano ampiamente i pellegrinaggi alla Mecca e l'edificazione di moschee, mentre molte Chiese cristiane nell’area settentrionale, e alcuni gruppi musulmani insediati nel Sud, lamentano l'applicazione delle norme dei piani regolatori da parte di autorità locali come pretesti per vietare la costruzione di nuovi edifici di culto. Dialogo interreligioso La Christina Association of Nigeria (CAN) è la principale associazione ecumenica dei cristiani: agisce sia come ente collettivo per la difesa dei loro diritti che come soggetto di relazioni interreligiose coi musulmani. Il più importante foro di dialogo e di cooperazione per il mantenimento della pace religiosa, negli ultimi anni è stato il Nigerian Inter-Religious Council (NIREC), composto da 25 rappresentanti musulmani e 25 cristiani, presieduti congiuntamente dal presidente della CAN e dal sultano di Sokoto, massima autorità musulmana nel Paese. Purtroppo, nel corso del 2011 il Consiglio si è riunito una sola volta, mentre in passato i suoi appuntamenti erano trimestrali. Impegno positivo è stato registrato tra i governatori degli Stati del centro e del nord che hanno incoraggiato incontri inter-confessionali, soprattutto a seguito dei gravi incidenti a sfondo religioso verificatisi e per impedirne di nuovi. A Kano e a Kaduna molti esponenti di rilievo musulmani hanno visitato per solidarietà i luoghi di culto cristiani colpiti da attacchi e leader cristiani minacciati dai Boko Haram, organizzazione terroristica di estremisti islamici. In occasione di proteste per il rincaro del prezzo del carburante, i cristiani hanno protetto i musulmani nel momento della loro preghiera. Donne cristiane e musulmane hanno protestato in una manifestazione unitaria a Maiduguri, nello Stato di Bauchi, contro le azioni di Boko Haram, notoriamente presente e attivo nella località. Intolleranza e discriminazione I più diffusi atti di intolleranza e discriminazione religiosa sono quelli segnalati dalle varie comunità cristiane presenti negli Stati più islamizzati della Nigeria, quindi per lo più i 12 che hanno introdotto nella loro legislazione la sharia. In queste zone si registrano false accuse di blasfemia contro l'islam in seguito alle quali studenti o docenti cristiani sono costretti ad abbandonare la scuola che frequentano o in cui insegnano; mancate autorizzazioni per la costruzione di edifici di culto e cimiteri cristiani, oltre a demolizione di chiese considerate illegali; rapimenti e conversioni forzate di adolescenti, soprattutto ragazze, che si concludono con matrimoni con uomini musulmani; discriminazione ai danni dei cristiani negli impieghi pubblici e nella fornitura di servizi pubblici; intimidazioni e minacce di morte ai musulmani che si convertono al cristianesimo; processi a cristiani presso Corti della sharia, nonostante l'esenzione prevista per legge; imposizione del codice di abbigliamento islamico alle studentesse cristiane nelle scuole pubbliche; alterazione dei criteri per l'iscrizione degli studenti alle scuole pubbliche e all'università, per privilegiare l'iscrizione di soli musulmani. I maguzawa, tribù appartenente all'etnia hausa, sono fortemente discriminati perché non aderiscono all'islam come le altre tribù hausa: poiché non musulmani, negli Stati del Nord essi – che seguono per lo più religioni tradizionali o appartengono a denominazioni cristiane – vengono esclusi dai posti di lavoro nella funzione pubblica e dalle scuole statali, benché indigeni. Atti di violenza a sfondo religioso Dal 1999 alla fine del 2011 sono 14mila i nigeriani uccisi in violenze a sfondo religioso fra musulmani e cristiani. Lo scorso anno, nella sola settimana di aprile successiva alle elezioni presidenziali del giorno 16, almeno 800 persone sono rimaste uccise e 65mila hanno dovuto abbandonare le proprie case, spesso distrutte, a causa delle sommosse scoppiate in molti Stati del Nord per protesta contro la vittoria elettorale del sudista cristiano Goodluck Jonathan e della sconfitta del nordista musulmano Muhammadu Buhari. Queste violenze – definite postelettorali – sono state scatenate da motivazioni eminentemente politiche, ma hanno anche gravemente violato la libertà religiosa perché gli individui e gli edifici di culto sono stati colpiti sulla base della loro identità di fede. La CAN ha riferito che le chiese danneggiate o distrutte sono state ben 430. Da segnalare che, nello Stato di Kaduna, in passato tranquillo, un alto numero di vittime si segnala anche fra i musulmani. Il terrorismo di Boko Haram Dal 2011 c’è stato un incremento esponenziale degli attacchi terroristici di Boko Haram che hanno colpito, oltre a istituzioni federali e locali e al loro personale, chiese e cristiani residenti negli Stati del centro e del nord, col dichiarato obiettivo di cancellarne la presenza cristiana. Subito dopo gli attentati “natalizi” contro le chiese di cinque città, Boko Haram ha diffuso comunicati per intimare a tutti i cristiani di abbandonare – entro tre giorni – gli Stati del centro e del nord se non volevano essere uccisi. Scaduto l’ultimatum, gli attacchi sono ripresi. Anche esponenti istituzionali dell’islam pubblicamente polemici nei confronti di Boko Haram sono diventati bersaglio di loro attentati che ne hanno uccisi almeno tre. La situazione negli Stati del Middle Belt Nel 2011 violenze confessionali su larga scala hanno investito gli Stati del Middle Belt e, in particolare, la città di Jos, capitale dello Stato di Plateau, dove la separazione cristianimusulmani è diventata totale e il minimo incidente di natura personale fra individui di religione diversa può innescare vaste violenze e un ciclo di rappresaglie. Nelle aree rurali si sono ripetuti i raid degli allevatori fulani-musulmani, contro i villaggi dei contadini berom-cristiani, violenze arrivate fino alla periferia della stessa Jos. Nella sola area di Tafewa Belawa oltre 70 cristiani sono rimasti uccisi in 23 attacchi. Attacchi mortali La vigilia di Natale del 2010 – a Maiduguri e Jos, capitali rispettivamente degli Stati di Borno e Plateu – è stata funestata da attentati contro obiettivi cristiani rivendicati dalla setta islamica terrorista Boko Haram; gli attacchi nel Plateau hanno innescato una serie di rappresaglie che hanno causato, nel gennaio successivo, circa 200 morti sia cristiani che musulmani. Nei dintorni di Maiduguri, a Sinimari, il 24 dicembre sono stati colpite da attacchi la Victory Baptist Church di Alemderi e la Church of Christ in Nigeria (COCIN); tra le sei vittime, anche il pastore battista Bulus Marwa.1 Sempre la Vigilia di Natale, a Jos sono esplose quattro bombe in due quartieri cristiani, causando 38 morti. Nelle rappresaglie successive 8 giovani musulmani sono stati trucidati il 7 gennaio nel villaggio cristiano di Barkin Ladi; l’indomani squadre di giovani musulmani hanno assalito i commercianti cristiani al mercato di Dilimi e lungo la Bauchi Road a Jos. Le vittime – 48, secondo la comunità ibo – sono state uccise a colpi di machete e di coltello o bruciate vive; ancora nella stessa giornata, almeno 14 musulmani sono stati uccisi a Jos e in aree vicine. Alcuni di essi sono stati catturati a posti di blocco improvvisati che hanno fermato gli autobus su cui viaggiavano e hanno separato le vittime dagli altri passeggeri. Il 10 gennaio 2011 uomini armati hanno assalito il villaggio cristiano di Wareng a sud di Jos, bruciando le case e uccidendo 11 residenti. Secondo leader musulmani e cristiani di Jos, decine di persone, in maggioranza autisti di mototaxi, sono scomparsi nel mese di gennaio 2011. In base a questo elenco, sarebbero 42 i residenti musulmani scomparsi e 51 quelli cristiani2. Raid notturni nei villaggi cristiani di Farin Lamba e Fan nella seconda metà di gennaio, hanno causato otto morti; in cinque precedenti assalti portati nelle due settimane precedenti in altri villaggi della stessa area, erano state uccise 13 persone3. Nella notte fra il 26 e il 27 gennaio quattro villaggi cristiani del comune di Barkin Ladi sono stati assaliti da uomini armati che hanno causato 14 morti. Le forze speciali dell’esercito hanno catturato 29 aggressori e ucciso 2 di essi; a A capo del gruppo un poliziotto della capitale federale, Abuja. Fra il 28 e il 30 gennaio, scontri fra studenti cristiani e musulmani all’interno dell’università di Jos, hanno causato 4 morti e 20 feriti, alcuni prodotti dall’intervento delle forze armate. Le violenze dello Stato di Plateau hanno causato molte proteste da parte di gruppi di cristiani che hanno denunciato la scarsa protezione ricevuta dalle forze dell’ordine o la loro complicità 1 Compass Direct News, 28 dicembre 2010 Human Rights Watch, 27 gennaio 2011 3 allafrica.com, 24 gennaio 2011 2 con gli assalitori. Il 31 dicembre migliaia di donne cristiane, hanno dato vita ad una marcia di protesta a Jos contro le truppe speciali della Special Task Force, accusate di parteggiare per gli estremisti musulmani. In un’inserzione pubblicata dalla stampa il 24 gennaio, il vice-presidente nazionale della Pentecostal Fellowship of Nigeria (PFN), il reverendo J.F. Katung e il segretario della PFN, il reverendo S. Dangana, hanno dichiarato: «Deploriamo i molti casi in cui soldati musulmani hanno aiutato e partecipato all’attacco di villaggi. In uno Stato a maggioranza cristiana come quello del Plateau, ci chiediamo perché l’intera struttura di comando della polizia dello stato sia sotto il comando di musulmani». In una dichiarazione del 23 gennaio il presidente e il segretario della rappresentanza nel Plateau dell’Associazione cristiana della Nigeria (CAN), i reverendi Mwelbish Dafes e Chuwang Davou, hanno affermato che «sembrano non esserci seri tentativi di gestire la situazione in modo appropriato, sia per la prevenzione di futuri attacchi che per perseguire nel modo dovuto gli autori come forma di deterrenza». Più in generale, i leader cristiani hanno protestato per il fatto che sebbene annunciati da tempo, gli attacchi della vigilia di Natale non avevano trovato dispositivi di sicurezza rafforzati4. Altri nove cristiani di tutte le età sono stati assassinati presso la scuola agricola di Kuru e nel villaggio di Shekan, entrambi nei pressi di Jos, nelle notti fra il 10 e il 12 febbraio5. Fra il 27 gennaio e il primo febbraio, scontri nei territori dei comuni di Tafawa Balewa e Bogoro nello Stato settentrionale di Bauchi, hanno causato 96 morti, in maggioranza cristiani, e lasciato 5mila senza tetto. Una lite fra vicini cristiani e musulmani ha spinto un gruppo di cristiani ad assaltare cinque moschee e 50 case di residenti musulmani che hanno reagito su larga scala usando armi nascoste da tempo in depositi segreti e avvalendosi dell’intervento di mercenari; da segnalare che era la quinta volta dal 1991 che avevano luogo incidenti inter-religiosi a Tafawa Balewa6. Il 10 marzo gli incidenti in questa località sono ripresi, provocando la distruzione di 13 chiese e 450 case oltre alla fuga di 5mila persone7. Il 20 marzo due attentati contro chiese di Jos sono falliti; due attentatori hanno perso la vita per l’esplosione della bomba che trasportavano verso la Church of Christ in Nigeria del quartiere di Nasarawa Gwom, mentre un ordigno è stato disattivato nei pressi della Mountain on Fire Church. Nella stessa giornata tre cristiani sono stati uccisi e sei ricoverati in ospedale per ferite da taglio8. Fra il 16 e il 20 aprile estese violenze hanno investito almeno 10 Stati del Nord in seguito alle elezioni presidenziali che hanno visto la riconferma del capo di Stato uscente, Goodluck Jonathan. Folle di giovani musulmani simpatizzanti del candidato sconfitto, il generale Muhammadu Buhari, hanno incendiato case, negozi e luoghi di culto dei sostenitori del vincitore, in maggioranza cristiani. Le chiese cristiane coinvolte negli attacchi e distrutte o gravemente danneggiate sono state almeno 200. Due chiese protestanti sono state bruciate a Kaduna e Zaria, dove un uomo è stato ucciso mentre cercava di impedire la distruzione di una chiesa; altre due sono state date alle fiamme a Wusasa, cinque a Katsina e un numero imprecisato a Kano. Nello Stato di Gombe giovanissimi 4 Compass Direct News, 4 febbraio 2011 ICC www.persecution.org, 14 febbraio 2011 6 Compass Direct News, 15 febbraio 2011 7 Release International, 22 marzo 2011 8 The Christian Post, 21 marzo 2011 5 studenti musulmani hanno assaltato chiese e vicariati e bruciato attività commerciali, mentre il vescovo anglicano Henry Ndukuba è stato messo in salvo da due squadre di polizia antisommossa9. Cinque chiese e la casa di un pastore sono state distrutte nello Zamfara. Fra esse la chiesa cattolica parrocchiale di san Giuda, mentre a Gusau è stata attaccata e pesantemente danneggiata la chiesa di san Vincent Ferrer; le suore domenicane attive presso quest’ultima parrocchia hanno trovato rifugio in un villaggio vicino10. Nel solo Stato di Kaduna le violenze hanno causato la morte di circa 300 cristiani e la fuga di 14mila. In quello di Katsina 65 chiese sono state bruciate o danneggiate; fra di esse le parrocchie cattoliche di san Gabriele a Daura e di santa Teresa a Funtua, completamente distrutte. Anche la vicina clinica parrocchiale di Malumfashi è stata incendiata. Dalla città di confine di Jiba 100 cristiani hanno cercato rifugio nel Niger, altri sono partiti per gli Stati del Sud di cui sono originari; sette cristiani sono rimasti uccisi e numerosi altri feriti. Nello Bauchi 28 cristiani, fra i quali il reverendo Isman Dogari della Evangelical Church of West Africa, sono stati uccisi, mentre 78 edifici ecclesiastici ed altre proprietà sono stati dati alle fiamme fra il 16 e il 19 aprile. Nello Stato di Gombe 38 cristiani sono stati assassinati, 17 chiese e 27 edifici privati incendiati, 11 automobili distrutte, mentre in quello di Jigawa 17 chiese sono state bruciate ad Hadeija e sette a Jahun. I leader cristiani hanno chiesto un’indagine federale sulle violenze post-elettorali. «Le violenze sono state insieme politiche e religiose, perché i cristiani, le loro chiese e le loro proprietà sono stati i principali bersagli della distruzione compiuta dagli autori delle violenze», hanno dichiarato in un comunicato stampa del 30 aprile, Presidente e segretario della sezione settentrionale della Christian Association of Nigeria (CAN), Peter Jatau e Saidu Dogo. «La CAN presente nei 19 Stati settentrionali – prosegue la dichiarazione –sente che è giunto il tempo che il Governo federale faccia passi decisivi per mettere fine al persistente massacro nel Nord che avviene sotto forma di fanatismo religioso e ne porti gli autori in giudizio». Il vescovo Jonas Katung, vice-presidente nazionale della Comunione Pentecostale della zona Nord e Centro della Nigeria, in una dichiarazione del 29 aprile ha affermato che gli attacchi post-elettorali rappresentavano «una discesa nella barbarie» nella quale i cristiani del Nord sono diventati bersaglio di atti orrendi senza tregua11. Le violenze post-elettorali sono state condannate dalle massime autorità religiose del Paese, inclusi il Presidente nazionale della CAN, il pastore Ayo Oritsejafor, e il sultano di Sokoto Alhaji Sa’ad Abubakar. In una dichiarazione congiunta emessa come Nigeria Inter-Religious Council (NIREC) essi hanno affermato che le fedi religiose hanno orrore dell’uccisione di innocenti e che «fare ricorso alla violenza è un travisamento dei nostri insegnamenti religiosi e un tradimento del nostro richiamarci alla fede. NIREC implora i nigeriani di fare ricorso a tutti i mezzi costituzionali per ottenere ragione dei presunti torti, piuttosto che farsi giustizia da sè»12. 9 ICC www.persecution.org, 21 aprile 2011 The Nigerian Voice, 20 aprile 2011 11 Compass Direct News, 3 maggio 2011 10 12 Eni News, 20 aprile 2011 In alcuni casi, gli attacchi hanno dato luogo a controffensive compiute in genere da gruppi di giovani cristiani che hanno causato vittime e danni fra la popolazione di religione musulmana. A Dengi, nel Plateau, il 29 aprile una chiesa della Evangelical Church Winning All (ECWA), un negozio di articoli musicali di proprietà di un cristiano e le case private di cinque famiglie cristiane di varie congregazioni, sono state distrutte da una banda di musulmani che si erano in precedenza lamentati che la musica proveniente dal negozio disturbava la loro preghiera. La notte del 4 maggio una banda di estremisti musulmani ha attaccato il villaggio di Kurum nella provincia di Bogoro nello Stato settentrionale di Bauchi, incendiando 20 case di cristiani e assassinando 16 persone a colpi di machete e arma da fuoco; le vittime sono un uomo, tre donne e 12 tra adolescenti e bambini. Fra esse, anche alcuni membri della famiglia del pastore James Musa Rike della Church of Christ in Nigeria (COCIN): la moglie, Dune James Rike (35 anni), la figlia, Sum James Rike (13 anni) e Fyali James Rike (1 anno). Il pastore ha fornito i conforti spirituali alla lunga agonia di moglie e figlia, ferite intenzionalmente all’addome13. Il primo e il 7 giugno la chiesa cattolica di St. Patrick a Maiduguri, nello Stato di Borno, è stata assaltata due volte da terroristi che hanno lanciato ordigni esplosivi, uccidendo 10 persone. Il primo giugno, oltre alla chiesa cattolica, sono state poi colpite altre istituzioni, con un bilancio di 14 morti, atti per i quali sono stati arrestate 14 pesone. Sempre a Maiduguri, il giorno 7, terroristi Boko Haram hanno ucciso il 45enne reverendo David Usman e Hamman Andrew, rispettivamente pastore e segretario di una chiesa affiliata alla Church of Christ in Nigeria (COCIN), nel quartiere di Railways Quarters dove si trova la chiesa. Il pastore Usman aveva deprecato nei suoi sermoni le attività terroristiche di Boko Haram contro le chiese cristiane nello Stato di Borno14. Il pomeriggio del 16 giugno militanti di Boko Haram hanno assalito un edificio di culto della Church of the Brethren a Damboa, 87 km da Maiduguri, causando la morte di 4 persone15. Ancora loro hanno lanciato una bomba contro un edificio della All Christian Fellowship Mission a Suleja, nello Stato del Niger, mentre i fedeli uscivano da un servizio di culto il 10 luglio. Tre fedeli sono rimasti uccisi16. La notte del 30 luglio e la mattina del 31 sono esplose tre bombe contro altrettante chiese di un quartiere della città a maggioranza musulmana di Jos (Stato di Plateau); le esplosioni hanno colpito l’edificio non più in uso di una chiesa battista a causa di un precedente attentato nell’area di Angwan Rimi, una chiesa della Church of Christ in Nigeria (COCIN) in Sarkin Mangu Street e un luogo di preghiera delle Assemblies of God sanctuary nell’area di Kwarrarafa. Numerose testimonianze riferiscono che gli estremisti islamici – responsabili della morte di 24 cristiani negli assalti condotti contro villaggi della regione centrale dello Stato di Plateau nella prima metà di agosto – hanno operato con l’assistenza di personale dell’esercito. Gli attacchi sono iniziati l’11 agosto nel villaggio di Ratsa Foron, colpito anche il successivo giorno 15, e hanno provocato la morte di 6 cristiani; sempre il 15 agosto, la violenza ha colpito anche il 13 14 Compass Direct News, 10 maggio 2011 Compass Direct News 10 giugno 2011 Compact Direct News, 13 luglio 2011 16 Compact Direct News, 19 luglio 2011 15 villaggio di Heipang dove sono stati uccise 10 persone, nove appartenenti a un’unica famiglia. Uno dei sopravvissuti di questo nucleo familiare ha testimoniato sotto giuramento la partecipazione di elementi dell’esercito all’attacco. Anche la comunità di Chwelnyap, nei pressi di Jos, che ha subìto l’uccisione di due cristiani e il ferimento di una donna in agosto, precisamente il giorno 14o, ha testimoniato la partecipazione di musulmani della Special Task Force dell’esercito inviata per mantenere l’ordine nella regione e a proteggere i villaggi all’attacco di cui si è resa complice. Analoga partecipazione o assistenza passiva di militari è stata denunciata anche per gli assalti fra il 20 e il 21 agosto ai villaggi di Kwi, Loton e Jwol, dove sono stati uccisi altri sei cristiani17. Agosto, mese di sangue, anche il giorno 21, quando all’alba un attacco è stato portato al villaggio cristiano di Fadiya Bakut nella provincia di Zango-Kataf, nello Stato di Kaduna. Una decina di musulmani provenienti dalla repubblica del Niger, ha assalito alcune case uccidendo un adulto e un bambino di 10 anni, Fidelis Ishaku, e ferendo altre tre persone, fra le quali una donna di 70 anni18. Nella città di Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, il 27 agosto è stato assassinato a colpi di arma da fuoco, Mark Ojunta, 36enne pastore evangelico di Calvary Ministries (CAPRO), organizzazione protestante nigeriana specializzata nell'evangelizzazione dei musulmani. Minacciati di morte da Boko Haram, tutti i ministri che operavano con le etnie Shuwa Arab, Kotoko e Kanuri e le loro famiglie, erano stati evacuati dalla località, ma Mark Ojunta era tornato per tenere una lezione ad alcuni catecumeni kotoko. Il suo nome figurava in una lista di pastori protestanti condannati a morte da Boko Haram19. Il 29 agosto, a Jos, 20 persone sono rimaste uccise in scontri di natura religiosa all’arma bianca in un quartiere a maggioranza cristiana dove alcuni musulmani avevano organizzato una preghiera pubblica per il tempo di Ramadan; anche 50 automobili e 100 motociclette sono andate distrutte20. Il 4 settembre estremisti musulmani hanno attaccato il villaggio di Tatu vicino ad Heipang, uccidendo, a colpi di arma da fuoco e di macete, otto cristiani della stessa famiglia (Chollom Gyang, la moglie Hannatu e i loro 6 figli, il più piccolo di tre anni). Nel villaggio di Zakalio nella provincia di Jos North, all’alba del 5 settembre, estremisti musulmani hanno ucciso sette cristiani; lo stesso giorno, un altro gruppo di musulmani ha assalito le comunità cristiane di Dabwak Kuru e Farin Lamba (nelle province di Jos South e Riyom) uccidendo quattro persone. L’8 settembre estremisti musulmani – che i sopravvissuti hanno testimoniato essere affiancati da personale delle Forze armate - hanno assalito il villaggio di Tsohon Foron, uccidendo 10 cristiani membri della famiglia di Danjuma Gyang Tsok. Anche nel villaggio di Vwang Kogot è stato un commando misto di militari e civili musulmani ad attaccare le case di residenti cristiani, la sera del 9 settembre uccidendo 14 persone, inclusa una donna incinta. Molte delle vittime appartenevano alla stessa famiglia. I nomi degli assassinati sono: Mallam Danboyi, Zaka 17 Compass Direct News, 28 agosto 2011 Compass Direct News, 31 agosto 2011 19 Compass Direct News, 17 ottobre 2011 20 African Spotlight, 29 agosto 2011 18 Danboyi, Ngyem Danboyi, Hjan Badung, Naomi Gyang, Rifkatu (15 anni), Patience (9 anni), Ishaku (5anni), Nerat (4 anni), Dauda Badung (22 anni), Martha Dauda (20 anni) Mary Dauda (6 anni), Isaac Dauda (4 anni) e Mafeng Bulus (18 anni, la donna incinta). Il 10 settembre estremisti islamici hanno attaccato il villaggio di Vwang Fwil alle tre di notte, ucciso 13 cristiani e feriti molti altri. Gli assassinati erano: Danjuma Gyang Tsok (capofamiglia delle vittime di Tsohon Foron), Polohlis Mwanti, Perewat Polohlis (9 anni), Patience Polohlis (3 anni), Blessing Polohlis (5 anni), Paulina Pam (13 anni), Maimuna Garba, Kale Garba, Hadiza Garba (10 anni) e Aisha Garba (3 anni)21. Sospetti estremisti islamici hanno ucciso tre cristiani e ne hanno ferito altri otto, la notte del 17 settembre in un villaggio dello Stato di Kaduna: Ungwan Rana Bitaro, nella provincia di Jaba. Gli assalitori, in tutto una quindicina, hanno prima trascinato fuori di casa e sparato alle loro vittime e poi le hanno colpite coi machete. Sono stati uccisi Monday Hassan, 55 anni, sua figlia Godiya di 13 anni e il nipote 35enne, Istifanus Daniel. Sospetti terroristi del gruppo Boko Haram hanno assassinato cinque commercianti cristiani nella cittadina di Madala, nello Stato di Niger, la sera del 22 settembre. Gli assalitori sono passati di bottega in bottega, ordinando ai negozianti di recitare versetti del Corano e passando per le armi quanti non ci riuscivano. Gli assassinati sono Sunday Emmanuel, John Kalu, Uche Nguweze, Oliver Ezemah e un quinto non identificato22. Il 3 e il 4 novembre sono stati attaccati da estremisti islamici due villaggi nei pressi di Zonkwa, nello Stato di Kaduna, causando tre morti e 12 feriti. Bersaglio dell'assalto le località di Tabak 1, dove è stata attaccata la chiesa cattolica di St. Joseph, e di Kurmin-Bi. Entrambi gli attacchi hanno causato morti, il primo, Justina Zugwai Isaac (28 anni) e Hassana Luka (39 anni), nel secondo Hassan Peter23. Nel pomeriggio del 4 novembre, circa affiliati a Boko Haram hanno attaccato la città di Damaturu nello Stato di Yobe, mirando a commissariati di polizia, caserme dell'esercito e banche e compiendo un massacro nell'unico quartiere cristiano. Solo a New Jerusalem, dove vivevano 15mila cristiani, sono state uccise 130 persone e bombardate 10 chiese. Molte delle vittime sono state trucidate dopo che gli assalitori si sono accertati della loro fede religiosa e hanno cercato di costringerli a recitare versetti del Corano. Secondo testimonianze, agli assalitori si sono uniti a musulmani residenti nella città24. Fra il 20 e il 24 novembre sono stati uccisi 45 cristiani di etnia berom nella cittadina di Barkin Ladi e nei suoi dintorni, nello Stato di Plateau. Accusati di furto di bestiame, tre cristiani sono stati uccisi fra il 20 e il 21 novembre e, nel corso di due successivi assalti, centinaia di allevatori fulani, fiancheggiati da elementi dell'esercito, hanno dapprima attaccato un luogo di culto della Church of Christ of Nigeria (COCIN) uccidendo quattro persone, fra le quali un catechista, e l’indomani hanno attaccato i cristiani berom sia in città che nel villaggio di Kwok, dove si sono 21 Compass Direct News, 22 settembre 2011 Compass Direct News, 27 settembre 2011 23 Compass Direct News, 8 novembre 2011 24 Compass Direct News, 11 novembre 2011 22 registrati 26 morti. L'assalto della mattina del 24 novembre è avvenuto dopo la preghiera alla moschea della setta Izala ed è stato condotto al grido «Allah akbar»25. La notte del 18 novembre un raid di musulmani di un villaggio vicino, ha causato la morte di quatto cristiane (tre delle quali minorenni) nel villaggio di Gargari nella provincia di Bogoro, Stato di Bauchi: le vittime sono Laraba Samaila (12 anni), Rifkatu Samaila (48 anni), Gloria Zakka (11 anni) e Martha Zakka (7 anni). Altri sei cristiani sono rimasti feriti. Otto giorni dopo, un convoglio di auto di terroristi di Boko Haram ha investito la città di Geidam nello Stato di Yobe. Dopo aver assalito stazione di polizia e banca principale, con l'aiuto di residenti locali hanno individuato le proprietà, le attività commerciali e le chiese dei 700 cristiani residenti nella località e le hanno distrutte. Cinque delle otto chiese presenti sono state bombardate: la chiesa cattolica di St. Patrick e quelle dell’Emmanuel Anglican Church, della Living Faith Church, della Deeper Life Bible Church e della Cherubim and Seraphim Church. Gli edifici distrutti si trovavano nelle aree di Kafela, Akodiri Street e Low-Cost Housing Estate26. Un morto e 10 feriti è invece il bilancio di tre bombe fatte esplodere da estremisti islamici la sera del 10 dicembre contro altrettanti locali di aree cristiane della città di Jos (Stato di Plateau) dove erano in corso proiezioni pubbliche di una partita di calcio27. Nel quartiere cristiano del villaggio di Kukum Gida, nello Stato di Kaduna, un'imboscata tesa con armi da fuoco di allevatori fulani e altri musulmani, nella notte del 10 dicembre ha causato un morto e due feriti tutti appartenenti a una famiglia cristiana: la vittima è Kunam Musa Blak (50 anni) della Evangelical Church Winning All (ECWA) come gli altri 425 residenti28. Il giorno di Natale i terroristi di Boko Haram hanno rivendicato attentati esplosivi contro chiese cristiane a Madalla (Stato di Niger), Jos (Stato di Plateau) e Gadaka e Damaturu (Stato di Yobe); il più sanguinoso è stato quello di Madalla, dove un'autobomba ha causato 45 morti e 73 feriti fra i fedeli che uscivano dalla chiesa cattolica di Santa Teresa alla fine della Messa e i 3 poliziotti di guardia. Monsignor John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (60 km da Madalla), ha dichiarato all’Agenzia Fides: «Spero che queste persone non siano morte invano, i nigeriani si stanno rendendo conto che il terrorismo ci minaccia tutti, cristiani e musulmani […] Il giorno di Santo Stefano, quando mi sono recato sul luogo dell’attentato insieme al Nunzio, alla presenza del Ministro dell’Interno, ho approfittato dell’occasione per lanciare un forte appello tramite la stampa locale alla leadership islamica della Nigeria per fare qualcosa. Anche se i capi religiosi musulmani continuano ad affermare che i membri della Boko Haram non appartengono al vero islam, devono però riconoscere che questi sono musulmani, buoni o cattivi non importa, e che loro hanno la maggiore possibilità di individuarli e devono dimostrare che lo stanno facendo». L'attacco alle chiese Mountain of Fire e Miracles Church a Jos, ha causato la morte di un poliziotto; nessun morto, ma alcuni feriti per gli attentati di Gadaka e Damaturu. «I fedeli hanno motivo di avere paura dopo un incidente come questo, ma sono rafforzati dal sangue dei 25 Compass Direct News, 28 novembre 2011 Compass Direct News, 2 dicembre 2011 27 Compass Direct News, 15 dicembre 2011 28 Compass Direct News, 20 dicembre 2011 26 martiri e non hanno smesso di frequentare la Messa», ha dichiarato il reverendo Joseph Akor, direttore della comunicazione della diocesi di Minna a cui appartiene la parrocchia di Santa Teresa colpita29. 29 Compass Direct News, 29 dicembre 2011 Fonti consultate: allafrica.com Christian Solidarity Worldwide Christian Today Compass Direct News ENI News International Christian Concern (www.persecution.org) International Coalition for religious freedom jihadwatch.org Open Doors Release International The Christian Post This Day United States Commission on International Religious Freedom 2012 Annual Report U.S. Department of State International Religious Freedom Report july-december 2010 Worldwide Religious News