La dimensione terapeutica dello sport

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La dimensione terapeutica dello sport
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Sede Legale: v.le Roma, 7 – 28100 Novara
Tel. 0321 374111 – fax 0321 374519
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La dimensione terapeutica dello sport:
l’esercizio fisico come trattamento dello stress,
delle ansie e delle tensioni quotidiane
Intervista a Franco Mittino, Medico Psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale di Novara
Lo sport è un linguaggio, un’espressione universale, paragonabile a quelle espressioni
umane che possiamo chiamare “elettive”, come l’arte, la religione, la scienza.
Rispetto a queste forme “nobili” di comunicazione, lo sport sembra godere di alcuni
vantaggi: scienza e religione devono passare attraverso la mediazione del linguaggio,
come del resto la letteratura. Soltanto la musica e le arti figurative possono essere
comprese senza l’intervento di una mediazione linguistica. Proprio come lo sport, che
si basa sui concetti universali di corpo, spazio e tempo.
Qualsiasi disciplina sportiva comporta l’utilizzo di uno spazio e il rispetto di
determinati tempi e non dovendo essere mediati dal linguaggio è comprensibile alla
semplice osservazione.
In fondo lo sport porta ad una conoscenza e ad una interpretazione della realtà umana proprio perché mette a
confronto l’istinto e la razionalità, lo spirito e la materia.
Quali sono i motivi che “spingono” a fare sport?
Lo sport è “arte nel movimento”: possiamo dire che l’uomo fa sport proprio con le stesse
motivazioni per cui crea arte, studia le scienze e crede in una religione, cioè per esplorare
se stesso e dare una motivazione alla propria esistenza.
In base a queste definizioni lo sport rappresenta uno dei momenti più alti
dell’espressione “etica” nell’esistenza umana.
L’utilità sociale è una conseguenza logica della pratica sportiva e non per niente lo sport
è considerato da tutti i tipi di organizzazione politica un deterrente allo sviluppo della
delinquenza.
Nel “fare“ sport l’uomo agisce in base ad alcune sue esigenze primarie (istinti, passioni)
e utilizza le sue capacità motorie insieme al suo intelletto per raggiungere i risultati
migliori che può ottenere.
Nel momento in cui l’uomo fa sport, dimentica i malanni che affliggono la sua vita e quella degli altri, sa
anche che le regole sono uguali per tutti e che tutti cercheranno di seguirle e questo gli provoca una serenità
legata alla soddisfacimento del suo “bisogno di giustizia”.
Mai come nella società moderna si è mirato a idealizzare la bellezza fisica come simbolo di giovinezza
perpetua. Attorno a questo obiettivo si sviluppa ogni giorno un’impressionante movimento commerciale
costituito da centri estetici, medicinali miracolosi, palestre, negozi, il tutto incoraggiato da riviste, TV, film,
spot pubblicitari che bombardano il pubblico con le immagini di corpi perfetti.
Qual’è la vera bellezza, o il fine interiore che possiamo perseguire…
Penso sia condivisibile il principio, per quanto abusato, secondo il quale la vera
perfezione del corpo consiste nell’essere in buona salute e in equilibrio con se
stessi. Non si può modificare ciò che il patrimonio cromosomico ci ha trasmesso:
occorrerebbe invece vivere serenamente nel proprio corpo, abitarlo, accettarlo e
soprattutto rispettarlo. Ogni eccesso è dannoso: fumare, bere alcolici, cibarsi troppo
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Articolo n. 4/2016 del 26 febbraio 2016 - ASL NO – Dirigente Responsabile Programmazione e Controllo Attività Esterne: dott. Paolo Garavana
Ufficio Stampa – viale Roma, 7– 28100 Novara - tel. 0321 374330; fax 0321 374546; email: [email protected]; [email protected];
Istruttrice pratica: dott.ssa Franco Mittino/Psichiatra DSM; dott.ssa Elena Vallana/giornalista pubblicista
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o troppo poco può procurare danni al nostro organismo e così anche un eccesso di attività motoria, magari
con il sovraccarico in età evolutiva, può portare a successive patologie strutturali.
Lo sport è importante per aiutarci a crescere bene e a mantenere uno stato di forma ottimale in età adulta:
innumerevoli sono i benefici dell’attività motoria. La pratica motoria agisce sicuramente sull’aspetto fisico,
migliorandolo, ma questo non deve essere l’obiettivo primario nella scelta di dedicare una parte del proprio
tempo al movimento: questa decisione deve essere dettata da una convinzione interiore e dal
desiderio/consapevolezza di voler fare del bene alla propria persona.
Lo sport può essere un antidoto allo stress?
D’altra parte è noto come sport ed esercizio fisico sono generalmente associati a
dimagrimento, dieta e bellezza. Sono concepiti più come un mezzo per
raggiungere obiettivi estetici, meno frequentemente come uno strumento reale di
prevenzione di molte malattie e di promozione del nostro benessere psico-fisico.
Fare sport non significa solo bruciare calorie ed energia fisica, ma “far circolare
energia mentale” con importanti benefici sia a livello corporeo che psicologico.
Lo sport, in definitiva, può essere un importante mezzo per ridurre lo stress e le
tensioni quotidiane.
Senza dubbio lo stress è uno dei temi più abusati nella cultura attuale della
“post-modernità” e della “prestazionalità”: l’autentico stress psicologico è
tutt’altro che raro, in un momento come quello che il nostro Paese sta attraversando, in cui la precarietà
economica e le difficili condizioni di lavoro producono disagio, insicurezze profonde, difficoltà esistenziali
che spesso si traducono in varie forme di malessere.
Quando lo stress è troppo intenso può essere controproducente, ma nello stesso tempo una quota adeguata e
“tollerabile” di stress può essere utile ed aiuta l’individuo a proteggersi dall’esperienza di malattia.
Lo stress e l’ansia sono risposte sane e funzionali che il corpo mette in atto per affrontare situazioni difficili e
momenti di crisi: sono alleati utili nelle attività professionali, ma hanno un ruolo significativo anche nelle
altre circostanze della quotidianità, perché aiutano a mantenere focalizzata l’attenzione e a concentrarsi sui
compiti da svolgere. Se però lo stato di tensione dovuto all’ansia e allo stress sono prorogati oltre misura, se
la vita che viviamo ci costringe a sopportare preoccupazioni economiche o di salute troppo intense o per
periodi protratti nel tempo, senza punti di appoggio o valvole di sfogo, allora tutto questo si ripercuote sul
nostro corpo e finisce per scaricarsi nelle somatizzazioni d’ansia. L’effetto è la crescita dello stress, nel suo
volto più oscuro e buio, cioè nella sua capacità di “farci ammalare”.
Come agisce lo stress sul nostro corpo?
Il meccanismo psicofisiologico attraverso cui lo stress influisce sul corpo è molto
complesso.
Qualunque sia la molla che fa scattare lo stress, l’impulso o l’esperienza stressante
mettono in moto una risposta complessa che chiama in causa più di mille reazioni
biochimiche nel cervello e nel resto del corpo. Tutti questi cambiamenti sono mediati
dal sistema nervoso, dal sistema endocrino e dal sistema immunitario.
Quando il corpo è sotto stress il Sistema Nervoso Centrale invia attraverso l’ipotalamo (piccola ma
importante struttura cerebrale posta alla base del cervello) un messaggio o una comunicazione al Sistema
Nervoso Autonomo. Questo prepara il corpo ad affrontare lo stress attraverso un aumento di produzione di
adrenalina nel sangue. La produzione di adrenalina porta in scena l’ipofisi (centro regolatore del sistema
endocrino) che a sua volta attraverso un complicato sistema di ghiandole, ormoni e neurotrasmettitori libera
cortisolo.
Andiamo per gradi..
Il risultato di questo intricato circuito biologico consiste nella produzione di cortisolo.
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Il cortisolo è la sentinella che dà l’allarme preparando il corpo ad un’azione impegnativa, alterando il
metabolismo delle risorse disponibili.
Lo stress incomincia a far pagare il suo prezzo, quando il livello di cortisolo ha degli sbalzi continui e finisce
per rimanere alto persistentemente. In queste condizioni il cortisolo ha un effetto negativo sul sistema
immunitario, abbassandone la resistenza.
Una volta compromesso il sistema immunitario, il nostro sistema naturale di difesa, lo stress diventa la
strada, la condizione predisponente per ammalarsi.
C’è un dialogo costante tra psiche e sistema immunitario: la psico-neuro-endocrino- immunologia ha
confermato come pensieri, sentimenti, vissuti hanno ripercussioni potenti sulle nostri condizioni di salute e
malattia.
Concretamente quali sono gli effetti dell’attività sportiva sul nostro organismo?
Gli effetti di una costante attività fisica sono molteplici, tanto sul piano
somatico che a livello psichico.
Tutti sappiamo che praticare sport ed esercizio fisico in modo costante aiuta a
mantenere in salute il proprio corpo ed è un mezzo importante per la
prevenzione di molte malattie.
Il movimento fisico previene innanzitutto il rischio di patologia cardiaca,
riduce il rischio di cardiopatie ischemiche e migliora la prognosi di chi ha già
subito un infarto. Fare esercizio fisico abbassa i valori del colesterolo LDL
(quello definito in gergo popolare il “colesterolo cattivo”, la sostanza che
tende ad accumularsi nello spessore delle pareti dei vasi sanguigni) e aumenta i valori del colesterolo HDL
(il “colesterolo buono”), migliora la pressione arteriosa in chi soffre di ipertensione e dimunisce i valori di
glicemia nei soggetti diabetici.
Inoltre, chi pratica sport gode di molti altri benefici, perché rafforzati dall’attività fisica i muscoli sono più
tonici e le articolazioni più flessibili: questo rende gli individui meno soggetti a dolori muscolari.
Non meno importanti sono i benefici che lo sport e il movimento producono sulla salute mentale.
Muoversi, nuotare, camminare, correre fa “respirare” in modo diverso il nostro corpo e la nostra mente,
liberandoli da tossine e tossicità che impediscono la libera circolazione di un’energia psichica, di uno slancio
vitale che ciascuno di noi possiede.
L’accumulo di tensioni, preoccupazioni e pensieri negativi contrae e riduce i nostri orizzonti esistenziali e si
traduce a livello corporeo con sensazioni di oppressione e costrizione che avvertiamo spesso, a livello
somatico, come un peso che grava su di noi: in tali condizioni l’energia psichica e lo slancio vitale non
possono liberamente esprimersi e circolare, producendo stati di benessere soggettivo.
Lo sport e il movimento fisico intervengono mettendo in circolo nuova energia e questa rigenerazione attiva
stati mentali che riducono gli effetti dell’ansia, delle tensioni e delle preoccupazioni quotidiane. L’attività
sportiva canalizza inoltre la rabbia e l’aggressività, che si manifestano talvolta nel nostro corpo sottoforma di
disturbi gastro-intestinali o umore depresso. La “circolazione dell’energia” consente di migliorare la qualità e
la quantità del sonno, accelera il metabolismo basale migliorando molte funzioni del nostro organismo. In
definitiva, l’esercizio sportivo, interrompendo una routine quotidiana, distrae e, in questo senso, allontana le
preoccupazioni.
Esprimere sentimenti e pensieri positivi, attivare stati mentali nuovi coinvolgendo
parti del corpo (come avviene attraverso esercizi di rilassamento) oppure praticando
sport, promuove uno stato di salute che giova al sistema immunitario ed aumenta le
difese: in questo caso il cervello secerne una particolare classe di sostanze, le
endorfine, che sono oppioidi endogeni, sono cioè mediatori chimici dall’effetto
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analgesico, euforizzante, anti-ansia, antiaggressivo e soprattutto immunostimolante. Ecco perchè fare sport
ci “protegge”.
Quali sono gli aspetti più importanti dello sport dal punto di vista organico e psichico?
Qualche anno fa lo psichiatra e filosofo Bruno Callieri ha sintetizzato in sette punti, assolutamente
considivibili, gli aspetti igienici e mentali dell’attività sportiva:
lo sport:
1- fornisce alla persona una maggiore capacità a tollerare i propri insuccessi;
2- garantisce a ciascuno la possibilità di esprimere, dominare e controllare la propria aggressività;
3- permette di acquisire una più consolidata sicurezza di sé, attraverso la partecipazione alla vita di
gruppo;
4- promuove una maggiore identificazione di sé, attraverso l'acquisizione di ruoli determinati;
5- stimola il senso di partecipazione sociale, derivante dall'accettazione di categorie comuni di valori;
6- consente all’individuo la compensazione dei propri sentimenti di inferiorità e realizza una maggiore
aderenza alla realtà, attraverso gli effetti concreti derivanti dall'osservanza delle regole del gioco;
7- attiva la gratificazione, socialmente approvata, di certi bisogni esibizionistici dell’individuo
Anche Alfred Adler, padre della psicologia individuale, era convinto che il gioco e le attività ludico-sportive
potessero aiutare ad eliminare alcuni complessi di inferiorità.
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