relazione finanziaria semestrale 2015

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relazione finanziaria semestrale 2015
RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE
RELAZIONE FINANZIARIA
SEMESTRALE
2015
2015
RELAZIONE FINANZIARIA
SEMESTRALE 2015
Credito Emiliano Spa
Gruppo Bancario Credito Emiliano - Credem
3032 - Società per Azioni
Sede Sociale e Direzione:
Via Emilia San Pietro n. 4 - 42100 Reggio Emilia
Capitale interamente versato 332.392.107 Euro
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Codice ABI 03032
Banca iscritta all'albo delle banche al n.5350
Banca iscritta all'albo dei Gruppi bancari al n.03032
Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi
Tel.0522 5821 - Telefax 0522 433969 - Telex BACDIR 530658 – Switf Code
BACRIT22
Sito Internet: www.credem.it
INDICE
Cariche Sociali
7
RELAZIONE
FINANZIARIA
SEMESTRALE
Relazione intermedia sulla Gestione
11
Bilancio consolidato semestrale abbreviato
71
Note illustrative
85
Allegati alle note illustrative
Attestazione del Presidente e del
Preposto
Relazione della Società di Revisione
291
Dirigente
301
305
RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE
5
CARICHE SOCIALI
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Presidente
Giorgio Ferrari
Vice Presidenti
Ignazio Maramotti*
Lucio Zanon di Valgiurata*
Consiglieri
Romano Alfieri
Enrico Corradi*
Giorgia Fontanesi
Ugo Medici*
Ernestina Morstofolini**
Benedetto Renda
Paola Schwizer**
Corrado Spaggiari**
Giovanni Viani
Segretario
Ottorino Righetti
* Membri del Comitato Esecutivo
** Amministratori indipendenti ex art.148, comma 3, D.Lgs. n.58/1998 (TUF)
COLLEGIO SINDACALE
Presidente
Giulio Morandi
Sindaci effettivi
Maurizio Bergomi
Maria Paglia
Sindaci supplenti
Gianni Tanturli
Tiziano Scalabrini
DIREZIONE CENTRALE
Direttore Generale
Adolfo Bizzocchi
Vice Direttori Generali
Angelo Campani
Nazzareno Gregori
Direttori Centrali
Giuliano Baroni
Stefano Morellini
Stefano Pilastri
Condirettori Centrali
Giuliano Cassinadri
Rossano Zanichelli
DIRIGENTE
PREPOSTO
alla
redazione dei documenti contabili
Paolo Tommasini
SOCIETA' DI REVISIONE
Reconta Ernst & Young S.p.A.
RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE
7
RELAZIONE FINANZIARIA
SEMESTRALE 2015
RELAZIONE
INTERMEDIA
SULLA GESTIONE
AREA DI CONSOLIDAMENTO
CREDITO
EMILIANO
BANCA
EUROMOBILIARE
100%
CREDEM
INTERNATIONAL
LUX
100%
CREDEMLEASING
MAGAZZINI
GENERALI DELLE
TAGLIATE
100%
CREDEM
ASSICURAZIONI
50%
CREDEMFACTOR
CREDEMTEL
100%
100%
INTERCONSULT
33,3%
CREDEM
PRIVATE EQUITY
SGR
100%
CREACASA
EUROMOBILIARE
FIDUCIARIA
100%
CREDEMVITA
100%
EUROMOBILIARE
ASSET
MANAGEMENT
S.G.R.
100%
100%
NEXSTONE
30%
100%
CREDEM CB
70%
CANOSSA CB
70%
Note:
• le percentuali esprimono i diritti di voto esercitabili direttamente
indirettamente
• le partecipazioni in chiaro sono valutate con il metodo del patrimonio netto
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
12
e
Signori azionisti
dedichiamo la consueta, breve, sintesi preliminare alla situazione del contesto
macroeconomico, ai mercati finanziari ed alle principali evidenze in atto nel
sistema bancario.
Procede con fatica e si mantiene eterogenea la ripresa mondiale. Il primo trimestre
del 2015 ha contrapposto al passo costante ma lento della ripresa in Europa
l’arretramento dell’economia USA e al rimbalzo positivo del Giappone le difficoltà
più o meno esplicite dei paesi emergenti. Il commercio mondiale ha rallentato a
inizio 2015 per la debolezza delle maggiori aree emergenti e non. Nonostante infatti
l’aumento delle importazioni degli Stati Uniti, favorito dalla forza del dollaro,
hanno pesato sulla crescita degli scambi internazionali soprattutto due fattori. Il
primo è stato il crollo, peraltro atteso, delle importazioni russe. Il secondo fattore è
riconducibile alla caduta della domanda cinese di prodotti esteri che, dati i volumi
relativi, esercita un impatto globale, con notevoli effetti anche sui prezzi delle
materie prime.
Entrando nel dettaglio, gli USA hanno registrato una flessione del PIL nel primo
trimestre del 2015 (-0,2% sul trimestre precedente). La forza del dollaro e la bassa
crescita dei salari hanno impattato sulla dinamica, nonostante il continuo
incremento degli occupati. Anche alcuni fattori temporanei (condizioni
metereologiche avverse) sono stati parzialmente responsabili dell’andamento
economico sopra descritto. L’attività in Giappone sta recuperando dopo il calo che
ha fatto seguito all’aumento dell’IVA ad aprile del 2014 e ha registrato una forte
espansione nel primo trimestre del 2015 (+3,9% sul trimestre precedente) sospinta
dall’accumulazione delle scorte, dagli investimenti fissi e dai consumi (in misura
minore). In Cina sia il rallentamento del mercato delle abitazioni sia il calo della
produzione in molti settori dell’industria pesante hanno gravato sulla crescita nel
primo trimestre di quest’anno (+7,0% in termini tendenziali, il valore più basso
degli ultimi 6 anni). Nei prossimi mesi, l’attività economica potrebbe risentire
negativamente della forte instabilità sul mercato azionario in atto da metà giugno.
Nell’area euro, nel primo trimestre del 2015 la variazione percentuale del PIL in
termini reali sul periodo precedente è risultata dello 0,4%, come nel quarto
trimestre del 2014. I dati indicano una ripresa economica riconducibile a diversi
fattori. Le misure di politica monetaria della BCE stanno contribuendo ad allentare
le condizioni finanziarie generali e agevolano l’accesso al credito sia per le PMI che
per le imprese più grandi. I progressi compiuti nel risanamento dei conti pubblici e
nell’attuazione delle riforme strutturali hanno esercitato un impatto favorevole
sulla crescita economica. Inoltre il calo dei prezzi del petrolio sospinge il reddito
disponibile reale e la redditività delle imprese, sostenendo gli investimenti e i
consumi privati, mentre l’indebolimento del tasso di cambio dell’euro ha favorito le
esportazioni. In linea con l’ampliamento della ripresa, il mercato del lavoro
nell'area dell'euro è migliorato, anche se la disoccupazione rimane elevata sia
nell'insieme dell'area dell'euro sia, a livello nazionale, in una pluralità paesi. In
prospettiva, la ripresa dovrebbe ampliarsi ulteriormente. I consumi privati, che
sono stati il principale fattore di sostegno alla crescita, dovrebbero continuare a
trarre beneficio dalla maggiore dinamica salariale e dall’impatto favorevole del calo
dei prezzi dell’energia sul reddito disponibile reale. Inoltre, nel 2015 si prevede che
a sospingere in maniera più rilevante la ripresa siano gli investimenti delle
imprese, sorretti dal rafforzamento della domanda interna ed estera, dalla
necessità di ammodernare e ricostituire lo stock di capitale obsolescente,
dall’orientamento accomodante della politica monetaria e dall’aumento dei margini
operativi lordi. L’atteso rafforzamento della ripresa economica mondiale dovrebbe
altresì influire positivamente sulla dinamica delle esportazioni. Al contempo è
probabile che i necessari aggiustamenti di bilancio in diversi paesi e la lentezza a
cui procede l’attuazione delle riforme strutturali possano frenare la ripresa
dell’attività economica.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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In tale contesto, nel primo trimestre del 2015, il PIL dell’Italia è cresciuto dello
0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,1% nei confronti del primo trimestre
del 2014. La variazione acquisita per il 2015 è pari al +0,2%. Rispetto al trimestre
precedente, i principali aggregati della domanda interna mostrano andamenti
dissimili, con i consumi finali nazionali in lieve diminuzione (-0,1%) e gli
investimenti fissi lordi che crescono dell’1,5%. Dal lato degli scambi con l’estero, le
importazioni sono aumentate (1,4%) e le esportazioni sono rimaste stazionarie. La
domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita
del PIL per 0,2 punti percentuali (+0,3 punti gli investimenti fissi lordi, -0,1 i
consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private e un contributo nullo della
spesa della Pubblica Amministrazione). La variazione delle scorte ha fornito un
apporto positivo di 0,5 punti percentuali. Dal lato dell’offerta, si registrano
andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell’agricoltura (6,0%) e
dell’industria (0,6%), mentre quello dei servizi ha segnato una variazione nulla.
Relativamente alla politica monetaria, nella riunione del 22 gennaio 2015 il
Consiglio direttivo della BCE ha annunciato l’estensione del programma di
acquisto di titoli dell’Eurosistema, che in precedenza aveva riguardato assetbacked securities (ABS) e covered bond, a quelli pubblici (Public Sector Purchase
Programme). A partire dal 9 marzo 2015, e sino almeno a settembre del 2016, sono
previsti acquisti per 60 miliardi di euro al mese (pari in totale a 1.140 miliardi,
circa il 50% dell’attivo di bilancio dell’Eurosistema al momento della decisione e
circa l’11% del PIL dell’area euro). Nell’ambito di tale programma, poco più di 130
miliardi di titoli di stato italiani potranno essere acquistati dalla Banca d’Italia,
circa 150 miliardi (il 9,1% del PIL nazionale) includendo anche le operazioni della
BCE.
La durata del programma ampliato di acquisto di attività (Expanded Asset
Purchase Programme) potrà essere estesa se il Consiglio direttivo non riscontrerà
un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione coerente con l’obiettivo di
conseguire tassi di inflazione inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.
Secondo la BCE il programma di acquisto di titoli pubblici e privati influenza
l’attività economica e l’inflazione attraverso diversi canali: a) comprime i
rendimenti dei titoli pubblici, utilizzati come riferimento per i tassi di una vasta
gamma di strumenti di finanziamento all’economia privata; b) la liquidità ricevuta
in cambio dei titoli ceduti all’Eurosistema orienta i portafogli degli operatori
economici verso attività finanziarie più redditizie, non direttamente interessate
dagli acquisti del programma, trasmettendo così l’impulso di politica monetaria a
un più ampio ventaglio di strumenti di finanziamento; c) il calo dei rendimenti dei
titoli acquistati si riflette sui costi di finanziamento delle banche, migliorando le
condizioni di offerta del credito per famiglie e imprese; d) la riduzione dei
rendimenti degli strumenti denominati in euro favorisce, a parità di altre
condizioni, un deprezzamento del cambio che, oltre ad accrescere l’inflazione
importata e le aspettative di inflazione, stimola le esportazioni; e) la rivalutazione
delle attività finanziarie rafforza la situazione patrimoniale del settore privato,
aumentandone la capacità di spesa; f ) infine, la significativa dimensione e la
composizione del programma, segnalando la determinazione dell’Eurosistema al
raggiungimento dell’obiettivo di stabilità dei prezzi, contribuiscono a sostenere le
aspettative di inflazione e la fiducia del pubblico.
Sempre in gennaio, il Consiglio ha inoltre deciso di eliminare il differenziale di dieci
punti base applicato al tasso delle restanti sei operazioni mirate di rifinanziamento
a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO)
rispetto a quello delle operazioni di rifinanziamento principali. Alla terza
operazione mirata di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO) del 19 marzo
2015, l’ammontare ottenibile da ciascuna banca era connesso con la quantità di
prestiti erogati a famiglie e imprese tra maggio del 2014 e gennaio del 2015. Vi
hanno partecipato 143 intermediari dell’area, che hanno ottenuto fondi per 98
miliardi; alle controparti della Banca d’Italia sono stati assegnati 36 miliardi.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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Il 24 giugno 2015 è stata regolata la quarta operazione TLTRO e la BCE ha
assegnato 74 miliardi di euro in nuovi fondi a quattro anni, soddisfacendo
interamente le richieste pervenute da 128 istituti di credito della zona euro. Le
banche italiane hanno ottenuto 17,5 miliardi.
Considerando le prime due operazioni (condotte in settembre e in dicembre 2014),
i finanziamenti acquisiti dalle banche italiane sono risultati pari a 111 miliardi di
euro e, nelle intenzioni degli intermediari, dovrebbero essere destinati
all’erogazione di nuovo credito a imprese e famiglie.
Per effetto delle riduzioni dei tassi ufficiali effettuate nel 2014 e dell’aumento della
liquidità connesso con l’ampliamento del programma di acquisto, il tasso overnight
(Eonia) e quello a tre mesi (Euribor) sono scesi appena sotto allo zero. Al valore
negativo, seppure modesto, dei tassi di interesse non si sono accompagnati
malfunzionamenti di mercato né riaggiustamenti di portafogli a favore del
circolante. Altri effetti significativi hanno riguardato la riduzione dei rendimenti dei
titoli di stato italiani a 10 anni e il deprezzamento dell’euro.
I mercati finanziari internazionali nei primi mesi del 2015 hanno reagito
positivamente al nuovo piano di espansione quantitativa deciso dalla BCE e al
conseguente ampliamento della liquidità globale. Nel complesso dell’area dell’euro
è proseguita la discesa dei rendimenti dei titoli pubblici; i premi per il rischio
sovrano sono aumentati solo in Grecia.
In dettaglio, l’effetto positivo delle decisioni della BCE sui premi per il rischio di
credito sovrano è stato in parte attenuato dalla forte incertezza generata dalle
trattative sulla revisione dei programmi di sostegno finanziario alla Grecia. Nei
primi mesi del 2015 i differenziali di rendimento fra i titoli di Stato decennali e i
corrispondenti titoli tedeschi sono diminuiti in Portogallo, Italia, Irlanda e Belgio,
mentre sono rimasti pressoché invariati in Spagna e Francia; in Grecia lo spread
decennale è invece aumentato.
Dopo aver toccato il minimo storico a metà aprile, i rendimenti dei titoli di stato
dell’area euro e dei principali paesi avanzati sono risaliti. Tale inversione di
tendenza ha riflesso fattori tecnici (ricomposizioni di portafoglio da parte degli
operatori per il miglioramento delle aspettative di inflazione e crescita) e non. Il
riacutizzarsi della crisi greca ha avuto ripercussioni in primis limitate sui premi
per il rischio sovrano nel resto dell’area, riflettendo le riforme avviate in molti
paesi, i progressi conseguiti nella governance europea e negli strumenti a
disposizione delle autorità per evitare fenomeni di contagio. Successivamente, le
difficili trattative tra la Grecia e i creditori internazionali hanno determinato un
aumento della volatilità sui mercati e dei premi per il rischio sia sovrani sia privati,
soprattutto nei paesi dell’area dell’euro in passato esposti a tensioni. Si è registrata
anche un’avversione al rischio che ha determinato un incremento della domanda
di titoli “safe-heaven” (Bund e Treasury decennali), comprimendone in rendimento.
Anche nel comparto high yield, nel primo trimestre del 2015, i premi per il rischio
si sono ridotti in misura marcata sia per i titoli denominati in dollari sia per quelli
in euro. I premi per il rischio di credito delle banche, desumibili dai credit default
swap, sono scesi sia nell’area dell’euro sia negli Stati Uniti. Le condizioni sui
mercati finanziari delle economie emergenti sono divenute meno tese. I deflussi di
capitali si sono interrotti e vi è stato un parziale ritorno degli investimenti di
portafoglio nel comparto obbligazionario. Nel secondo trimestre dell’anno, i premi
per il rischio sulle obbligazioni investment grade delle imprese sono cresciuti sia
per quelle denominate in euro sia per quelle in dollari. Nel settore high yield i
differenziali di rendimento sono saliti per i titoli denominati in euro, meno per
quelli in dollari.
Relativamente all’Italia lo spread BTP-BUND si è contratto nella prima parte
dell’anno raggiungendo il 12 marzo 2015 gli 88 punti base. Sulla scia della crisi
greca e dell’aumento della volatilità dei mercati finanziari, lo spread è tornato a
salire superando i 150 punti base nei primi giorni del mese di luglio. A metà luglio
lo spread è tornato intorno a 120 punti base.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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I bassi tassi di interesse e l’abbondante liquidità hanno sostenuto la domanda di
attività più rischiose nella prima parte del 2015. I corsi azionari sono cresciuti
quasi ovunque in un contesto di volatilità in calo. Negli Stati Uniti e nel Regno
Unito le quotazioni hanno recuperato la flessione di inizio anno; nell’area dell’euro
e in Giappone sono salite rapidamente, traendo sostegno dall’orientamento più
espansivo delle politiche monetarie. In Giappone la borsa ha beneficiato anche dei
maggiori acquisti da parte della Banca centrale e di alcuni investitori istituzionali,
che hanno recentemente rivisto le proprie strategie di portafoglio, favorendo
attività con rendimenti più elevati a scapito dei poco redditizi titoli pubblici.
In dettaglio, nei primi quattro mesi del 2015 l’indice di borsa italiano è cresciuto
del 21%, un rialzo superiore a quello registratosi nel complesso dell’area dell’euro
(16%). Alla base dell’aumento vi è stato soprattutto il nuovo programma di
acquisto di titoli di Stato varato dalla BCE. A partire da maggio, le incertezze sulla
possibile risoluzione delle trattative tra il Governo ellenico e il Brussels Group
hanno pesato in modo rilevante portando su livelli elevati la volatilità implicita sui
mercati azionari dell’area euro. Dai livelli massimi del 2015 (raggiunti in aprile) le
borse europee hanno evidenziato flessioni anche significative.
In Cina il mercato azionario ha registrato un brusco calo dalla metà di giugno; le
quotazioni sono diminuite del 30% in meno di un mese, riassorbendo parte dei
guadagni realizzati dall’inizio dell’anno. La caduta ha fatto seguito ai consistenti
rialzi registrati dallo scorso novembre (intorno ad un +150%), alimentati da un
massiccio accesso al mercato borsistico da parte di piccoli risparmiatori, il cui
basso grado di conoscenza finanziaria può aver amplificato le fluttuazioni. All’inizio
di luglio le autorità finanziarie sono intervenute per arrestare la caduta dei corsi,
stimolando l’acquisto di azioni da parte delle agenzie e delle società pubbliche. Da
maggio anche gli indici azionari delle altre economie emergenti hanno iniziato a
scendere. In prospettiva si temono le possibili ripercussioni dell’instabilità del
mercato azionario cinese sull’attività economica.
Nei primi mesi del 2015 si è accentuato il deprezzamento dell’euro che, in termini
effettivi nominali, si collocava a metà aprile sul valore più basso degli ultimi 13
anni. La moneta comune ha continuato a indebolirsi rispetto al dollaro,
proseguendo nella tendenza in atto da quasi un anno, e ha riassorbito
rapidamente l’apprezzamento registrato alla fine del 2014 nei confronti dello yen,
dopo il rafforzamento del programma di espansione quantitativa in Giappone.
Verso l’estate, la più alta volatilità nei mercati finanziari e la riduzione del gap di
crescita tra USA e UEM hanno contribuito a contenere il rafforzamento del dollaro.
Il 24 aprile 2015, l’agenzia Fitch ha confermato il rating BBB+ per l’Italia, con un
outlook stabile. Fitch ha affermato che la ripresa sarà sostenuta da una
combinazione di fattori positivi come una politica monetaria straordinariamente
espansiva, un euro più debole, un rafforzamento della fiducia e prezzi più bassi
per il petrolio. Tuttavia, ha osservato, una previsione di crescita dello 0,6% per
l’anno in corso e dell’1% nel 2016 è debole in rapporto agli altri membri
dell’eurozona. Il 15 maggio Standard & Poor’s ha mantenuto invariata (a “BBB-”
con prospettive «stabili») la pagella dell’Italia, esprimendo però nel comunicato
stampa un giudizio favorevole sulla recente legislazione del Governo e afferma che
l’Italia è avviata sulla strada della timida crescita economica. Nel 2015 il Pil
aumenterà dello 0,4% e negli anni successivi accelererà all’1%.
Come ampiamente disquisito, negli scorsi anni, la crisi finanziaria globale e le sue
ripercussioni sull’economia hanno sollecitato un’estesa revisione delle norme che a
livello internazionale governano il sistema finanziario. Al ripristino e al
mantenimento della stabilità finanziaria sono stati rivolti decisi interventi sia sul
piano della supervisione bancaria, sia su quello macroprudenziale.
Si ricorda che il Meccanismo di vigilanza unico (MVU) sulle banche dell’area
dell’euro ha iniziato a operare il 4 novembre dello scorso anno. Come noto, il suo
avvio è stato preceduto da una valutazione approfondita dei bilanci delle principali
banche, con l’obiettivo di accrescere trasparenza e fiducia. È stata la prima prova
di funzionamento del nuovo sistema. I risultati hanno confermato la capacità del
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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sistema bancario italiano nel suo complesso di resistere a shock estremi, sebbene
esso non abbia beneficiato di un significativo sostegno pubblico durante la crisi.
Esigenze di capitale aggiuntive sono emerse con riferimento all’ipotetico scenario
avverso dello stress test per due intermediari, da tempo all’attenzione della
Vigilanza italiana; entrambi sono ora impegnati nel completamento dei piani di
rafforzamento patrimoniale.
La nuova vigilanza europea è stata disegnata come “sistema di autorità”. Al vertice
del meccanismo si colloca il Consiglio di Vigilanza (Supervisory Board), in cui
siedono con diritto di voto i rappresentanti di tutte le autorità di vigilanza nazionali
dei paesi del Meccanismo Unico. Spetta al Consiglio di Vigilanza formulare
proposte di decisione al Consiglio Direttivo della BCE (Governing Council), cui
compete l’approvazione definitiva attraverso un processo di silenzio-assenso (nonobjection procedure) ovvero l’espressione del dissenso per motivi di politica
monetaria. Corroborata da presidi volti a garantire l’indipendenza della funzione di
vigilanza da quella di politica monetaria, tale allocazione di poteri dovrebbe favorire
scelte in grado perseguire gli obiettivi di solidità, integrazione e stabilità del
sistema bancario. La BCE e le autorità nazionali definiscono in modo condiviso
decisioni e prassi.
Per le 123 banche di maggiore rilevanza, individuate come “significative”, la
supervisione diretta spetta alla BCE; le decisioni sono adottate dal Consiglio
Direttivo su proposta del Consiglio di Vigilanza in cui siedono le autorità nazionali.
L’attività di vigilanza su ciascuna di queste banche è condotta da “gruppi
congiunti” formati per la maggior parte da personale delle autorità nazionali, ma
non solo, in cui hanno sede gli intermediari.
Per gli intermediari “meno significativi” responsabilità e azione dirette di
supervisione sono in capo alle autorità nazionali, nel quadro del meccanismo
comune.
Nel mese di febbraio 2015 sono stati comunicati i requisiti patrimoniali alle
principali banche dalla BCE, definiti in base all’esito dell’esercizio di valutazione
approfondita condotto nel corso del 2014.
Il programma di supervisione per il 2015, concordato per la prima volta a livello
comune, è in fase di attuazione. Nei mesi scorsi sono stati avviati progetti di ampia
portata; particolare importanza riveste quello sulla verifica della valutazione della
rischiosità degli attivi effettuata dalle banche sulla base di modelli interni a suo
tempo validati dalle autorità nazionali.
Il Meccanismo di risoluzione unico (MRU), il secondo tassello dell’Unione bancaria,
consentirà una gestione accentrata delle crisi bancarie e contribuirà, attraverso
l’applicazione degli strumenti previsti dalla Direttiva sul risanamento e la
risoluzione delle banche (BRRD) e la progressiva condivisione delle risorse, ad
allentare il legame tra il rischio bancario e il rischio sovrano. Il funzionamento del
MRU replica quello dell’MVU: gestirà le procedure di risoluzione delle banche
identificate come significative ai fini del MVU e di quelle che, pur essendo non
significative, svolgono un’operatività cross-border; sarà basato su una ripartizione
di competenze fra l’autorità di risoluzione europea e quelle nazionali.
Il meccanismo sarà pienamente operativo a partire dal 1° gennaio 2016, ma i lavori
per la sua costruzione sono iniziati. È stato già costituito il Comitato di risoluzione
unico, avente sede a Bruxelles, al quale partecipano i rappresentanti delle autorità
di risoluzione nazionali, che avrà il compito di decidere l’avvio della risoluzione di
una banca e di gestirne il processo. Il Comitato dovrà inoltre amministrare le
risorse del Fondo di risoluzione unico, che parteciperà al finanziamento degli
interventi di risoluzione e sarà finanziato dai contributi (progressivamente
condivisi) delle banche dei paesi partecipanti al Meccanismo. Alla Banca d’Italia
sono state di recente attribuite, in continuità con il ruolo svolto finora, le funzioni
di autorità nazionale di risoluzione. Il meccanismo di risoluzione unico si avvarrà
degli strumenti e dei poteri di gestione delle crisi previsti dalla BRRD. Le banche
dovranno preparare e sottoporre alle autorità i propri piani di risanamento, con le
misure da adottare per riequilibrare la situazione patrimoniale e finanziaria nel
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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caso di un significativo deterioramento; le autorità di risoluzione, in cooperazione
con quelle di vigilanza, predisporranno piani da attuare in caso di risoluzione.
L’insieme degli strumenti per la gestione delle crisi è più articolato che in passato.
Oltre alle cessioni di attività e passività, sono previsti anche la creazione di
banche-ponte (bridge banks), di veicoli di gestione delle attività (bad banks), e il
cosiddetto bail-in, ovvero il coinvolgimento degli azionisti e dei creditori nelle
perdite mediante la cancellazione, almeno parziale, del capitale e delle passività
bancarie oppure la conversione di queste ultime in capitale. Il novero delle
passività bancarie assoggettabili a bail-in è ampio e include anche debito senior,
quali le obbligazioni, e altre passività non protette.
Relativamente alla normativa comunitaria, la Commissione Europea ha avanzato
proposte per la realizzazione di una Unione dei mercati dei capitali entro il 2019.
In dettaglio, il 18 Febbraio 2015 la Commissione Europea ha pubblicato, il Green
Paper “Building a Capital Markets Union”, volto a rafforzare l’accesso ai mercati
dei capitali delle PMI, riducendone i costi del funding, e incrementare e
diversificare le risorse finanziarie provenienti dagli investitori europei ed
internazionali. L’obiettivo è creare un mercato europeo dei capitali più integrato,
che favorisca la crescita dell’economia e l’attrattività dell’Europa come piazza di
investimento.
Il 19 giugno 2015 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato la sua posizione
negoziale sulle misure strutturali volte ad accrescere la resilienza degli enti
creditizi dell'UE (il progetto di regolamento si basa sulle raccomandazioni del
Liikanen Report). Sulla base di tale mandato, la presidenza lussemburghese
entrante (in carica nel secondo semestre 2015) avvierà i negoziati con il
Parlamento europeo non appena quest'ultimo avrà adottato la sua posizione. La
proposta mira a rafforzare la stabilità finanziaria proteggendo le attività di raccolta
di depositi delle banche dell'UE più grandi e più complesse da attività di
negoziazione potenzialmente rischiose. Il regolamento proposto si applicherebbe
solo alle banche che sono ritenute di importanza sistemica globale o superano
determinate soglie in termini di attività di negoziazione o di dimensione assoluta.
Qualora un'autorità competente rilevi la sussistenza di un rischio eccessivo,
potrebbe chiedere la separazione delle attività di negoziazione dall'ente creditizio di
base o il potenziamento dei requisiti di fondi propri dell'ente creditizio di base,
oppure potrebbe imporre altre misure prudenziali.
Il Comitato di Basilea ha proseguito i lavori necessari al completamento del
programma di riforme post-crisi al fine di aumentare la resilienza del settore
bancario. Il 28 gennaio 2015 è stato pubblicato lo standard finale dei requisiti di
trasparenza del Pillar 3. Relativamente a quest’ultimo, le modifiche proposte sono
volte a migliorare la comparabilità e la consistenza dei reporting tra le banche
assicurando una maggiore coerenza nel modo di divulgare informazioni
relativamente alle esposizioni ai rischi. Le nuove regole andranno applicate a
partire dalla fine 2016 (andranno abbinate al bilancio d’esercizio relativo al 2016).
Il Comitato di Basilea ha pubblicato l’8 giugno un documento di consultazione in
materia di gestione del rischio, trattamento del capitale e controllo del rischio di
tasso di interesse nel banking book (IRRBB). Questo documento di consultazione
amplia e mira a sostituire i “Principi del Comitato di Basilea per la gestione e il
controllo del rischio di tasso di interesse” definiti nel 2004. Tale revisione è stata
motivata, in primo luogo, per contribuire a garantire che le banche dispongano di
un capitale adeguato per coprire le perdite potenziali da esposizione alle variazioni
dei tassi di interesse. Ciò è stato ritenuto particolarmente importante in
considerazione del contesto dei tassi eccezionalmente bassi in molte giurisdizioni.
In secondo luogo, vorrebbe limitare l'arbitraggio tra il trading book e il banking
book, nonché tra portafogli che sono soggetti a diversi trattamenti contabili. La
proposta presenta due opzioni per il trattamento del rischio di tasso di interesse
nel banking book: un approccio da I Pilastro o in alternativa un approccio da II
Pilastro (che comprende la divulgazione quantitativa del rischio di tasso di
interesse nel banking book in base all’approccio proposto come da I Pilastro).
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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Infine, il Comitato ha pubblicato il 22 giugno i requisiti di informativa e
trasparenza relativi al Net Stable Funding Ratio (NSFR) che andranno applicati a
partire dal 1° gennaio 2018 e il 7 luglio le domande e risposte in merito al quadro
normativo sull’indice di leva finanziario.
L’EBA (European Banking Autority), che ha come obiettivo fondamentale quello di
contribuire al raggiungimento di un livello di regolamentazione e di vigilanza
prudenziale efficace e uniforme nel settore bancario europeo (livello EU-28), nel
corso della prima parte del 2015 ha proseguito l’attività volta a definire norme con
impatto sul settore bancario europeo (principalmente riferiti alla CRD4/CRR,
BRRD, DGS, ...). La direttiva sul risanamento e sulla risoluzione delle crisi nel
settore bancario (BRRD), per il 2015, conferisce all’EBA ben 40 mandati in
relazione alla pianificazione del risanamento e della risoluzione delle crisi, alla
valutazione della risolvibilità, ai fattori che fanno scattare l’intervento precoce, alle
condizioni per l’uso di strumenti di risoluzione, alla definizione di meccanismi di
salvataggio e al requisito minimo per i fondi propri e le passività ammissibili
(MREL) (si vedano ad esempio le pubblicazioni del 3 luglio 2015).
Nell’applicazione del quadro normativo CRD IV/CRR, entro la fine del 2015 l’EBA
deve realizzare quasi 250 risultati, di cui molti riguardano in particolare i rischi di
credito e di mercato, nonché le aree prudenziali di liquidità e leva finanziaria.
Anche la direttiva relativa ai sistemi di garanzia dei depositi (DGSD) ha assegnato
all’EBA un ruolo di regolamentazione ad esempio relativamente agli orientamenti
recanti i metodi di calcolo dei contributi basati sui rischi ai sistemi di garanzia dei
depositi e sugli impegni di pagamento (vedasi la pubblicazione del 28 maggio
2015).
In Italia sono stati adottati e sono allo studio provvedimenti volti a rafforzare il
sistema bancario, mettendolo in grado di sostenere la ripresa dell’economia reale.
Il Parlamento Italiano ha riformato il comparto delle banche popolari. L’articolo 1
del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito con la legge del 24 marzo 2015,
n. 33, ha modificato alcune disposizioni del TUB in materia di banche popolari. La
riforma della disciplina delle banche popolari riserva la possibilità di adottare il
modello di banca popolare ai soli intermediari bancari il cui attivo non superi il
valore di 8 miliardi di euro; le banche che superano la soglia devono assumere,
entro 12 mesi dal superamento, le misure necessarie ad assicurare il rispetto della
norma, quali ad esempio la riduzione dell’attivo entro i limiti consentiti, la
trasformazione in società per azioni o la liquidazione volontaria. La ratio della
norma va ricercata nel fatto che i maggiori tra questi intermediari hanno da tempo
superato l’ambito locale e si confrontano con i cambiamenti imposti
dall’integrazione economica e dalla tecnologia. La riforma, con il passaggio dalla
forma cooperativa alla società per azioni, nelle intenzioni del legislatore, faciliterà
lo svolgimento efficiente dell’attività di intermediazione creditizia in un mercato
reso più competitivo dall’Unione bancaria.
Si ricorda anche il Protocollo d’intesa fra il Ministero dell’Economia e delle Finanze
(cui compete la vigilanza sulle fondazioni) e l’Associazione di Fondazioni e Casse di
Risparmio che dovrebbe incentivare le fondazioni bancarie affinché svolgano il
ruolo di azionista nel rispetto dell’autonomia gestionale delle banche partecipate e
diversifichino i propri investimenti. E’ stato in dettaglio disciplinato il limite di
concentrazione all’investimento in un singolo emittente (un terzo del patrimonio), il
rispetto del divieto di controllo delle banche partecipate, anche congiunto o di
fatto, e viene migliorata la qualità degli organi, rafforzandone il grado di
indipendenza.
Recentemente, il decreto-legge del 27 giugno 2015 n. 83 ha introdotto misure che
aumentano l’efficienza e la rapidità delle procedure fallimentari e di quelle
esecutive immobiliari e che rendono le perdite sui prestiti immediatamente
deducibili a fini fiscali, bloccando la creazione di nuove attività per imposte
anticipate connesse con le svalutazioni su crediti. Nelle intenzioni del legislatore le
nuove misure potranno incidere direttamente su alcune delle cause dell’elevata
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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consistenza dei crediti deteriorati. Le istituzioni italiane stanno anche lavorando
sull’ipotesi di costituzione di una società specializzata per l’acquisto di crediti
deteriorati.
Il 2 luglio il Parlamento ha approvato la legge delega per il recepimento della
direttiva sul risanamento e risoluzione delle banche (BRRD), da completare con
l’emanazione dei decreti attuativi. Le funzioni di risoluzione sono state affidate alla
Banca d’Italia. Il Parlamento deve invece concludere i lavori relativi al nuovo
sistema armonizzato per la protezione dei depositanti.
A gennaio 2015, Banca d’Italia ha rivisto la Circolare n. 286 del 17 dicembre 2013
("Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le
società di intermediazione mobiliare") per recepire le innovazioni contenute nell’ITS
in materia di “Asset Encumbrance” (Attività Vincolate) al fine di espletare le attività
necessarie al soddisfacimento dei nuovi requisiti informativi. Le nuove
informazioni richieste consentiranno alla Vigilanza di valutare il fenomeno delle
“attività vincolate” e “secured funding” (obbligazioni bancarie garantite emesse,
derivati OTC, PCT passivi, depositi collateralizzati).
Nell’ambito del recepimento della direttiva 2011/61/UE (AIFMD), la Banca d’Italia
ha emanato il Provvedimento del 19 gennaio 2015, recante il nuovo Regolamento
sulla gestione collettiva del risparmio (che abroga e sostituisce il Provvedimento
della Banca d'Italia dell’8 maggio 2012) e il Provvedimento congiunto con la
Consob del 19 gennaio 2015 (di modifica del Regolamento congiunto in materia di
organizzazione e procedure degli intermediari del 29 ottobre 2007). Questi, oltre a
recepire la disciplina comunitaria, operano una revisione di più ampia portata
della normativa in materia di gestione collettiva, con la finalità di razionalizzare e
rendere più fruibile il testo normativo, mantenendo il quadro regolamentare
costantemente aggiornato.
Il 20 gennaio 2015 è stato pubblicato il 20° aggiornamento alla Circolare n. 115
del 7 agosto 1990 (Fascicolo «Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni di
vigilanza su base consolidata»). Con l’aggiornamento vengono recepite le
innovazioni segnaletiche in materia di Nonperforming exposures e Forbearance,
introdotte dalle norme tecniche di attuazione relative alle segnalazioni statistiche
di vigilanza consolidate armonizzate definite dall’EBA e approvate dalla
Commissione europea il 9 gennaio u.s. Coerentemente a con quanto previsto per
gli intermediari bancari, sono state modificate anche le norme delle segnalazioni
per gli Intermediari del Mercato Mobiliare (Circolare n. 148 del 2 luglio 1991 - 19°
aggiornamento), per gli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio
(Circolare n. 189 del 21 ottobre 1993 - 16° aggiornamento), per gli Intermediari
Finanziari, per gli Istituti di pagamento e per gli IMEL (Circolare n. 217 del 5
agosto 1996 - 13° aggiornamento). In tal modo si mantengono allineate le
definizioni di attività deteriorate per tutto il sistema bancario e finanziario
nazionale.
Sempre il 20 gennaio è stato pubblicato il 7° aggiornamento della Circolare n. 272
del 30 luglio 2008 (Fascicolo «Matrice dei conti») che, sempre nell’ambito delle
nuove nozioni di Non-Performing Exposures e Forbearance, realizza un’unica
definizione a livello di segnalazioni di vigilanza (individuali e consolidate). Ai fini
delle segnalazioni statistiche di vigilanza le attività finanziarie deteriorate sono
ripartite nelle categorie delle sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni
scadute e/o sconfinanti deteriorate; la somma di tali categorie corrisponde
all’aggregato Non-Performing Exposures di cui agli ITS. S’introduce, inoltre, la
categoria delle esposizioni oggetto di concessioni. Le nozioni di esposizioni
incagliate e di esposizioni ristrutturate sono abrogate. Le esposizioni oggetto di
concessioni (forbearance) costituiscono una categoria trasversale sia nell’ambito
delle attività deteriorate che in quella dei crediti performing.
Il 10 marzo 2015 è stato pubblicato l’8° aggiornamento della Circolare n. 285 del
17 dicembre 2013 - (Fascicolo «Disposizioni di Vigilanza per le banche»).
L’aggiornamento apporta alcune modifiche alle disposizioni di vigilanza e alle linee
di orientamento in materia di operazioni di cartolarizzazione e introduce previsioni
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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in materia di informativa al pubblico in merito alle attività vincolate (asset
encumbrance). Tali innovazioni derivano dall’esigenza di adeguare il quadro
normativo nazionale all’evoluzione della normativa europea nelle suddette materie
e, in particolare, ai Regolamenti emanati dalla Commissione europea, su proposta
dell’EBA, e agli orientamenti da quest’ultima emanati, in conformità di quanto
previsto dal Regolamento UE N.575/2013 (CRR).
Sempre a marzo 2015 è stato pubblicato il 4° aggiornamento alla Circolare n. 286
del 17 dicembre 2013 - Fascicolo "Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni
prudenziali per le banche e le società d’intermediazione mobiliare". Con
l’aggiornamento della Circolare si è adeguato l’impianto segnaletico nazionale agli
emendamenti apportati agli schemi COREP dal Regolamento n. 227/2015
(pubblicato il 20 febbraio sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea). Inoltre, si è
provveduto a chiarire le modalità di calcolo del requisito patrimoniale in materia di
rischio operativo e allineare alcuni dettagli informativi alle disposizione del COREP.
L’11 giugno la Banca d’Italia ha emanato le disposizioni secondarie di attuazione
della riforma delle banche popolari (decreto-legge n. 3/2015, convertito con legge
n. 33/2015), completando la riforma delle banche popolari e rendendo quindi
possibile avviare le operazioni societarie necessarie per darvi attuazione (in primo
luogo le trasformazioni in società per azioni) secondo le modalità previste dalla
legge.
Passando ad analizzare l’andamento del sistema bancario italiano, il credito al
settore privato è risultato ancora in contrazione del -1,2% a maggio 2015 (-3,2% a
maggio 2014), dal -1,6% a dicembre 2014 (i tassi di crescita sono calcolati da
Banca d’Italia includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto
cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con
transazioni, ad esempio variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad
aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Emergono comunque segnali di
miglioramento nel mercato del credito. Le nuove erogazioni sono tornate a crescere
dagli ultimi mesi del 2014. Dal lato dell’offerta, in positivo, si evidenzia che le
banche italiane hanno beneficiato delle operazioni mirate di rifinanziamento a più
lungo termine e dell’avvio degli acquisti di titoli pubblici da parte dell’Eurosistema.
Tali elementi hanno determinato una flessione dei tassi applicati alla clientela sui
finanziamenti. Le indagini sul credito bancario registrano un allentamento dei
criteri di offerta e una maggiore pressione concorrenziale (sulla clientela di
maggiore qualità). Nel contempo, il consistente stock di sofferenze continua ad
essere un vincolo per l’erogazione di nuovi prestiti. I bilanci delle banche italiane
risultano penalizzati dai tempi lunghi e variabili delle procedure di recupero dei
crediti, dalle diffuse inefficienze che deprimono il valore attribuito agli attivi
deteriorati dai potenziali acquirenti, dallo sfavorevole trattamento fiscale delle
rettifiche su crediti, che dovrebbe essere parzialmente rimosso dal già citato
decreto 83 del giugno 2015.
Entrando nel dettaglio dell’evoluzione degli impieghi, i prestiti alle imprese
(corretto per quelli cartolarizzati o altrimenti ceduti), a maggio 2015 hanno
evidenziato una flessione del -1,9% (-4,7% a maggio 2014), dal -2,3% di dicembre
2014, con una attenuazione della caduta. Le condizioni creditizie restano tuttavia
eterogenee. Nei settori dell’economia dove le prospettive sono già migliorate i
prestiti alle aziende con condizioni finanziarie equilibrate hanno ricominciato a
crescere. Nei settori per i quali la ripresa è più lenta, in particolare nelle
costruzioni, si registra invece tuttora una flessione. La componente a breve
termine (i prestiti con durata inferiore ad 1 anno) ha segnato un -2,9%, quella a
medio lungo termine (i prestiti con durata da 1 a 5 anni) ha evidenziato un +10,8%
(ma il comparto rappresenta solo il 17% dei crediti complessivi alle imprese), i
prestiti con durata superiore ai 5 anni hanno chiuso con un -6,0%. I più recenti
sondaggi presso le aziende manifatturiere confermano il graduale miglioramento
delle condizioni di accesso al credito che, dopo aver riguardato prevalentemente le
imprese di maggiore dimensione, si sta ora estendendo anche a quelle più piccole.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
21
Relativamente al credito alle famiglie si è registrata una dinamica solo
marginalmente negativa: -0,1% (corretti per quelli cartolarizzati o altrimenti ceduti)
su base annua a maggio 2015 (-1,0% a maggio 2014) che si confronta con il -0,5%
di fine 2014. I mutui a maggio 2015 hanno evidenziato una flessione del -0,3% (1,2% a maggio 2014), dal -0,6% di dicembre 2014. I flussi di nuovi mutui sono
stati determinati sia dall’evoluzione delle surroghe e sostituzioni ma anche dagli
acquisti di nuove abitazioni. La domanda di mutui è stata infatti sostenuta dal
basso livello dei tassi di interesse e dal miglioramento delle prospettive del mercato
degli immobili residenziali. Relativamente all’evoluzione del mercato immobiliare,
la lettura dei dati desunti dall’Agenzia del Territorio, deve essere fatta ricordando
che i volumi delle compravendite osservati nel IV trimestre del 2013 e nel I
trimestre del 2014 hanno subito gli effetti dell’entrata in vigore, a partire dal 1°
gennaio 2014, di un nuovo regime delle imposte di registro, ipotecaria e catastale
applicabile agli atti di trasferimento a titolo oneroso di diritti reali immobiliari.
Secondo la serie ricostruita, nel primo trimestre 2015 le compravendite
residenziali avrebbero segnato un +0,8% su base annua (-3,0% senza la
ricostruzione).
Il credito al consumo nel 2015 sta evidenziando una evoluzione positiva su base
annua (+7,3% su base annua a maggio 2015) beneficiando in positivo della ripresa
del ciclo delle automobili e di una discontinuità statistica (che ha impattato i
volumi per circa 3 miliardi di euro). In maggio gli altri prestiti (-1,1% su base
annua) evidenziavano una flessione contenuta.
In merito alle iniziative messe in campo per affrontare il protrarsi della crisi
economica, si ricordano alcuni piani pubblici e privati adottati nei confronti di
imprese e famiglie. In prospettiva, le misure di sostegno delle imprese andranno
tuttavia adeguate all’evoluzione dello scenario regolamentare europeo conseguente
alle nuove regole in materia di attività deteriorate definite dall’EBA.
Il 14 gennaio 2015 è stato firmato il protocollo d’intesa “CREDIamoCI”, un nuovo
impegno comune di ABI e delle Associazioni dei consumatori, che si propone di
consolidare ulteriormente gli ambiti di collaborazione e fornire nuove soluzioni, o
rafforzare iniziative in corso, per l’accesso al credito, il sostegno alle famiglie in
difficoltà e la consapevolezza dei consumatori.
E' stata raggiunta il 31 marzo 2015 l’intesa sull’Accordo per il Credito 2015 (intesa
diretta anche ad agganciare la ripresa e a sostenere lo smobilizzo dei crediti verso
la Pubblica amministrazione) tra l’ABI e le associazioni d’impresa. Tale accordo,
che resterà in vigore fino al 31 dicembre 2017, prevede tre iniziative: imprese in
ripresa, imprese in sviluppo, imprese e Pa. La prima iniziativa (Imprese in ripresa)
prevede la possibilità per tutte le Pmi “in bonis” di sospendere la quota capitale
delle rate di mutui e leasing, anche agevolati o perfezionati con cambiali, o
allungare il piano di ammortamento dei mutui e le scadenze del credito a breve
termine e del credito agrario. La seconda iniziativa (Imprese in sviluppo) prevede
che le banche aderenti costituiscano dei plafond individuali - con un obiettivo di
dotazione complessiva pari a 10 miliardi di euro - destinati al finanziamento dei
progetti imprenditoriali delle Pmi. L’ultima (Imprese e Pa) riprende lo schema
precedente per lo smobilizzo dei crediti delle imprese verso la Pa, aggiornandone i
contenuti alle recenti disposizioni legislative, ed in particolare al rafforzamento
dell’istituto della certificazione avvenuto con il Dl 66/2015.
Il primo aprile 2015, l’ABI e le Associazioni dei consumatori hanno raggiunto un
accordo per la sospensione della quota capitale per i finanziamenti alle famiglie
anche tenendo conto di quanto previsto dalla Legge di stabilità. L’Accordo prevede
la sospensione per un massimo di 12 mesi della sola quota capitale per i crediti al
consumo di durata superiore a 24 mesi e per i mutui garantiti da ipoteca su
abitazione principale. Tali misure si aggiungono al Fondo di solidarietà per
l’acquisto della prima casa (Fondo Gasparrini). La sospensione può essere
richiesta dal consumatore nei casi di cessazione del posto di lavoro, morte, grave
infortunio o nei casi di misure di sospensione del lavoro e/o di ammortizzatori
sociali anche qualora abbia ritardi di pagamenti fino a 90 giorni. La sospensione
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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non comporta il pagamento di commissioni o interessi di mora, ma solo degli
interessi alle scadenze contrattuali calcolati sul debito residuo. Con l’accordo i
firmatari hanno inteso ampliare le misure di sostegno alle famiglie in difficoltà
nell’ambito del credito ai consumatori a medio e lungo periodo e hanno previsto tra
i possibili beneficiari anche i soggetti che hanno subito sospensioni o riduzioni
dell’orario di lavoro dovuti alla prolungata crisi economica. Entrambe le misure di
sostegno non erano state fin qui previste in apposite iniziative.
E’ proseguito il deterioramento della qualità del credito, riflettendo gli effetti della
recessione e dell’ulteriore rigore nella classificazione dei crediti deteriorati indotta
dal Comprehensive Assessment. A maggio 2015 le sofferenze lorde hanno
raggiunto i 194 miliardi di euro, (evidenziando un incremento del 14,9% su base
annua), erano 184 miliardi di euro a dicembre 2014 e 169 miliardi a maggio 2014.
Le sofferenze nette hanno registrato una dinamica più contenuta: +9,3%
l’evoluzione annua, raggiungendo gli 83 miliardi di euro. Nel primo trimestre di
quest’anno il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è sceso al 2,4%; era
del 2,6 nella media del 2014 e del 2,9 nel 2013. Il miglioramento è attribuibile ai
finanziamenti alle imprese, il cui tasso di ingresso in sofferenza è calato di sei
decimi, al 3,9%. La flessione ha riguardato tutti i comparti di attività economica.
La qualità del credito resta peggiore per le imprese delle costruzioni e per le
aziende del Mezzogiorno.
Relativamente alla raccolta diretta interna delle banche italiane, la dinamica dei
depositi del settore privato ha evidenziato una dinamica di sviluppo. In sintesi, i
depositi hanno evidenziato un +3,7% a maggio 2015 su base annua (+2,7% a
maggio 2014), era +4,0% a dicembre 2014.
Entrando nel dettaglio, la liquidità a vista detenuta sui conti correnti ha registrato
anche nel corso della prima parte del 2015 una dinamica importante: +9,3% su
base annua a maggio 2015 (+5,4% a maggio 2014), era 9,1% a dicembre 2014).
Tale evoluzione è stata sostenuta sia dal minore costo-opportunità connesso alla
detenzione di attività liquide, ma anche dai volumi di depositi vincolati e
obbligazioni scaduti, in attesa di essere collocati in strumenti più remunerativi.
Tale andamento ha riguardato sia le famiglie (con una evoluzione di circa il 3%)
che le imprese (+4,3% su base annua). Le forme di deposito a durata prestabilita
hanno ampliato la flessione (-6,0% i depositi con durata prestabilita e quelli
rimborsabili con preavviso a maggio 2015; l’evoluzione era al -4,8% a dicembre
2014 e -3,4% a maggio 2014), per effetto di rendimenti sempre meno attraenti per
la clientela e per la scelta degli intermediari bancari di favorire la raccolta gestita.
All’interno di tale comparto, i depositi rimborsabili con preavviso sono tornati ad
avere una dinamica positiva (+1,7% a maggio 2015), sostenuti da un rendimento
superiore rispetto ad altre forme di deposito. I pronti contro termine nel corso della
prima parte del 2015 hanno evidenziato una dinamica rilevante: +57,2% a maggio
2015 su base annua, riflettendo prevalentemente l’operatività con controparti
centrali. Nell’ambito della raccolta con durata prestabilita, il comparto
obbligazionario ha proseguito nella flessione raggiungendo il –18,1% su base
annua a maggio 2015 (era -17,3% a dicembre 2014 e -10,8% a maggio 2014)
anche per le mancate emissioni da parte degli istituti, viste le minori esigenze di
finanziamento degli impieghi e l’ampia liquidità a basso costo messa a disposizione
dall’Eurosistema. All’interno dell’aggregato anche la dinamica delle obbligazioni
“retained” ha proseguito evidenziando una flessione rilevante, intorno al -24% su
base annua (-24,9% a dicembre 2014 e -17,0% a maggio 2014), evoluzione che si
lega all’ampio ammontare di attività stanziabili disponibili.
L’andamento positivo dei mercati finanziari nella prima parte del 2015, in un
contesto di bassi tassi di interesse sui mercati monetari, e la modesta crescita
della diretta della clientela retail hanno continuato a sostenere una dinamica
particolarmente importante della raccolta gestita, in tutte le sue componenti. A
giugno 2015 la raccolta netta dei fondi aperti ha superato i 68 miliardi (erano stati
raccolti 87 miliardi di euro nell’intero 2014), trainata dal canale bancario e dai
prodotti flessibili. Il patrimonio complessivo dei fondi aperti ammontava a 780
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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miliardi: un risultato importante per l’industria dei fondi. Tornando alla raccolta
netta si segnala l'exploit dei fondi flessibili che hanno registrato flussi positivi per
circa 32 miliardi (che rappresentano il 24% del patrimonio complessivo), e degli
obbligazionari per un ammontare di oltre 18 miliardi (sono il 43% del patrimonio
gestito complessivo). Positiva si presentava anche la raccolta netta relativa ai fondi
bilanciati, azionari e monetari, mentre si sono avuti deflussi netti (peraltro
contenuti) nel comparto hedge. Nel mese di giugno 2015 la nuova produzione di
polizze vita individuali raccolta in Italia ha quasi raggiunto i 63 miliardi di euro
(+16,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente). Il progresso della
raccolta ha riguardato principalmente i prodotti Linked di ramo III (+104,0% su
base annua, rappresentando il 32,7% della raccolta complessiva) mentre i prodotti
di ramo I sono risultati in leggera flessione (-5,0% su base annua, rimanendo il
64% della produzione complessiva). Relativamente ai canali distributivi delle
polizze vita, si registra il forte sviluppo dalle reti di promozione finanziaria (+67,3%
su base annua, distribuendo il 17% dei flussi complessivi) e la conferma
dell’importanza del canale bancario (+8,7% su base annua, sviluppando il 70% del
totale raccolta).
Nel contempo, i titoli in deposito delle famiglie (al valore nominale) hanno
continuato a registrare una rilevante flessione: ad maggio 2015 si segnala una
dinamica su base annua intorno al -18%, condizionata sempre dalla scarsa
appetibilità dei rendimenti.
In un contesto che resta ancora problematico, gli 11 gruppi bancari italiani quotati
hanno chiuso il primo trimestre 2015 in utile (2,2 miliardi) e in significativa
crescita rispetto al primo trimestre 2014 (1,3 miliardi). Al miglioramento dei
risultati di periodo hanno contribuito sia lo sviluppo delle commissioni nette
(+9,3% su base annua) che i maggiori proventi da negoziazione; nel contempo gli
interessi netti hanno registrato una flessione (-2,2% rispetto a marzo 2014). I costi
operativi sono risultati sostanzialmente stabili (+0,3% su base annua). Le rettifiche
su crediti hanno evidenziato un decremento rispetto al periodo corrispondente
dell’anno precedente (il costo del credito è infatti sceso da 125 punti base a 92
punti base), nel mentre la qualità del credito è lievemente peggiorata rispetto a
dicembre 2014. I ratio patrimoniali, con un CET1 ratio al 10,9% e un total capital
ratio al 14,2%, hanno subito una leggera flessione rispetto a dicembre 2014.
Indubbiamente, relativamente al recupero di redditività del sistema bancario
italiano, il tema del rischio di credito rimane cruciale per le banche fortemente
penalizzate dagli elevati crediti deteriorati nei loro attivi. Gli interventi del
legislatore realizzati e da realizzare (ipotesi di una bad bank) potrebbero aiutare a
chiudere il gap tra redditività e costo del capitale.
Le recenti innovazioni normative che hanno caratterizzato i primi mesi del 2015 in
Italia (riforma delle popolari) potrebbero determinare (come nelle intenzioni del
legislatore) operazioni di concentrazione e conseguenti sinergie di costo. I benefici
potenziali delle operazioni sono cospicui ma non scontati; richiedono interventi
decisi sul piano organizzativo, nella razionalizzazione dei sistemi distributivi, nella
gestione dei rischi, nel ricorso alla tecnologia.
Nel contempo, la revisione degli standard prudenziali internazionali mira a
proteggere l’integrità del sistema bancario quale infrastruttura fondamentale per il
funzionamento di una moderna economia di mercato. Le nuove regole su capitale,
leva e liquidità, la definizione di meccanismi per la risoluzione delle crisi
renderanno il sistema più stabile e ridurranno gli effetti di tali crisi sull’economia e
sui conti pubblici. Al tempo stesso, ne deriveranno una riduzione della capacità
delle banche di assumere rischi e una diminuzione strutturale del rendimento dei
capitali in esse investiti. L’erogazione di prestiti si manterrà selettiva; andrà
stimolato lo sviluppo di forme alternative di finanziamento, necessarie per evitare
una carenza di risorse per l’economia reale, da promuovere in un quadro
regolamentare ben definito. Infatti, come nelle intenzioni del legislatore europeo (si
veda il progetto della “Capital Markets Union” sopra descritto) e italiano (si pensi ai
Decreto Sviluppo, Decreto Destinazione Italia e Decreto Competitività che hanno
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
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introdotto norme volte a sviluppare il mercato obbligazionario corporate) ci si
attende uno spostamento di una parte del processo di intermediazione dalle
banche ai mercati. Questo dovrebbe giovare sia alle imprese sia alle famiglie,
consentendo alle prime di ampliare le fonti di finanziamento, alle seconde di
diversificare maggiormente il risparmio. Le banche potranno mantenere un ruolo
centrale all’interno del sistema finanziario, nell’ipotesi di accompagnare questa
evoluzione espandendo l’attività dal lato dei servizi e affiancando le imprese nella
raccolta diretta di capitali. Una tale tendenza è in atto in molti paesi, ma in Italia
la transizione sopra descritta non sarà facile. Lo scarso sviluppo del mercato
italiano dei capitali riflette le caratteristiche della struttura produttiva e le
conseguenti difficoltà di valutare rischi e opportunità degli investimenti finanziari.
Passiamo ad una breve disamina dei principali eventi che hanno caratterizzato il
gruppo.
Anche nel corso del semestre in rassegna si sono susseguiti gli interventi delle
società di rating.
Nel mese di maggio la società Fitch ha rivisto in maniera generalizzata i “Support
Rating” ed il “Support Rating Floor” degli istituti dei paesi dell’area Euro, nel
presupposto che le iniziative legislative, normative e di policy hanno
sostanzialmente ridotto la probabilità di un sostegno sovrano per le banche
commerciali. Relativamente a Credem tale azione si è limitata alla revisione da “3”
a “5” del “Supporting Rating” e da “BB” a “No Floor” del “Supporting Rating Floor”,
mentre ha confermato i Rating a lungo termine (“BBB+”) e a breve termine (“F2”).
Per alcuni gruppi italiani ed europei la revisione del supporto sovrano ha anche
comportato il downgrade del rating a medio termine.
Nel mese di giugno, ed a seguito dell’adozione di una nuova metodologia di
valutazione (arricchitasi di numerosi nuovi elementi in ragione dell’esperienza
accumulata dalla crisi e dei sostanziali cambiamenti intervenuti nel mondo
bancario), la società Moody’s ha proceduto alla revisione dei rating assegnati a 17
banche italiane. Tale revisione, che ha comportato anche conferme e qualche
declassamento, ha rivisto al rialzo il rating di 10 banche italiane, tra cui quello del
gruppo Credem. Per quest’ultimo è migliorato sia il Rating a Lungo Termine
(passato da “Baa3” a “Baa2”), sia quello a breve termine (ora a “Prime-2”, rispetto
al precedente “Prime-3”).
Nei primi giorni di luglio, nel contesto dell’attività di osservazione della situazione
di 4 gruppi nazionali di medie dimensioni, la già citata società Fitch ha confermato
i rating di Credem e migliorato nel contempo l’Outlook (analogamente ad uno solo
degli altri gruppi valutati), da Negativo a Stabile. Tale progresso ha principalmente
riflesso aspettative riguardanti, oltre alle migliorate condizioni di contesto, le
performance economiche, congiuntamente all’evoluzione della rischiosità dell’attivo
del gruppo.
Il gruppo ha ricevuto, il 17 marzo scorso, le decisioni congiunte in materia di
adeguatezza patrimoniale e liquidità assunte a seguito delle valutazioni condotte
nel corso del 2014 dal Collegio delle autorità di vigilanza. Tale prerogativa
dell’Organo di Vigilanza riflette il cosiddetto SREP, processo di revisione e
valutazione prudenziale condotto annualmente al fine di accertare che le banche
ed i gruppi bancari si dotino di presidi di natura patrimoniale ed organizzativa
appropriati rispetto ai rischi assunti, assicurando il complessivo equilibrio
gestionale.
In particolare, per quanto riguarda il livello dei fondi propri, la Banca d’Italia
congiuntamente all’Autorità di Vigilanza Host (Commission de Surveillance du
Secteur Financier), ha fissato per il gruppo Credem una soglia di monitoraggio
prudenziale dell’8% in termini di Common Equity Tier 1 ratio, comprensiva del
capital conservation buffer del 2,5%.
Le valutazioni condotte hanno riguardato i gruppi che hanno partecipato
all’esercizio di Comprehensive Assessment ed hanno tenuto anche conto degli esiti
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
25
dello stesso. E’ al riguardo utile segnalare che i limiti patrimoniali assegnati al
gruppo Credem sono stati i più favorevoli nell’ambito dei soggetti coinvolti.
Va anche aggiunto che la predetta decisione congiunta non ha richiesto, sotto il
profilo della liquidità, l’adozione di specifiche misure.
In considerazione dei più ristretti tempi di approvazione della presente situazione
semestrale, non risultano aggiornate alla data di riferimento gli aggregati
patrimoniali di sistema, alla base della determinazione delle quote di mercato e
delle variazioni registrate dal sistema bancario.
Più in dettaglio, nella presente relazione vengono riportate variazioni di sistema dei
crediti e della raccolta diretta a clientela riferite al mese di maggio; analogamente,
le quote di mercato delle stesse grandezze sono riferite allo stesso mese di maggio.
Per quanto riguarda la raccolta diretta “core”, la grandezza di riferimento della
presente semestrale risulta essere quella dei “depositi”, stante le tempistiche
(semestrali) dei flussi di ritorno delle obbligazioni e pronti contro termine ripartiti
per controparte.
Per quanto riguarda le quote di mercato della raccolta complessiva, il riferimento
più aggiornato risulta il mese di marzo, date le tempistiche relative ai flussi di
ritorno dei “titoli di terzi in amministrazione”.
A ulteriore precisazione, anche le quote di mercato cosiddette “core” relative alla
raccolta diretta presentano, ancorchè a maggio, delle componenti stimate, in tal
caso in riferimento alle tempistiche riguardanti la scomposizione per controparte
dei flussi obbligazionari e dei pronti contro termine.
Per le informazioni relative alle operazioni con Parti Correlate, in base a quanto
previsto dal’art.5, comma 8 del Regolamento Consob recante le disposizioni in
materia di operazioni con Parti Correlate (adottato da CONSOB con delibera
n.17221 del 12/03/2010 e successivamente modificato con delibera n.17389 del
23/06/2010), si rimanda a quanto riportato nella parte H delle note illustrative del
bilancio consolidato semestrale abbreviato.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
26
CREDITI VERSO CLIENTELA
milioni di €
variazione % 06/1506/14
06/2015
06/2014
2014
21.448
20.372
21.509
-
-
-
21.448
20.372
21.509
Gruppo
sistema
banche
variazione %
06/15-12/14
Gruppo
sistema
banche
CREDITI A CLIENTELA (*)
- al netto
termine
pronti contro
- pronti contro termine
TOTALE (**)
5,3
5,3
-0,3
-2,5 (**)
-0,3
-0,2(**)
(*) la voce non comprende i finanziamenti erogati, nella forma tecnica di pronti contro termine attivi, alla Cassa di
Compensazione e Garanzia; sistema banche riferito a maggio 2015
(**) il sistema comprende residenti Italia al netto delle pubbliche amministrazioni e dei pronti contro termine con
controparti centrali; la situazione è riferita al mese di maggio
Nella parte introduttiva sono state illustrate le ragioni, sia di offerta che di
domanda, che attestano nel sistema l’ulteriore contrazione dell’aggregato. Al
riguardo, è stata evidenziata sia la contrazione del credito erogato alle imprese (1,9% su base annua a maggio) che quella, più contenuta, relativa alla componente
destinata alle famiglie (-0,1% su base annua a maggio).
E’ stato altresì sottolineato che le condizioni di offerta e di domanda sono
migliorate, con differenziazioni peraltro marcate, per quanto riguarda le imprese,
secondo la dimensione, la solidità patrimoniale, il settore di appartenenza, i
mercati di sbocco.
Per quanto riguarda la banca, si è rivelato positivo il progresso rispetto al semestre
precedente. Più articolata, in particolare nel credito a breve termine, si presenta la
dinamica rispetto alla fine del 2014, che ha in parte risentito di fattori di
stagionalità nelle erogazioni, della maggiore presenza, in termini di offerta, di
rilevanti soggetti di sistema interessati, nei precedenti esercizi, da rilevanti
processi di “deleveraging” dell’attivo, della concentrazione della concorrenza sul
mercato delle aziende performanti.
Ha invece mantenuto una connotazione più stabilmente positiva l’andamento del
credito a medio termine sia (soprattutto) alle imprese che ai privati, nonché, in
termini di segmenti assistiti, quello destinato alle imprese “middle” ed alle famiglie.
A premessa di una dinamica positiva dell’aggregato di riferimento, va altresì
rilevato che, per quanto riguarda le imprese corporate, la clientela affidata è
aumentata nel semestre sia numericamente che in termini di affidamento.
Appare tuttora problematico il mercato delle piccole imprese domestiche. In tale
comparto, e pur tenendo in debita considerazione i maggiori fattori di rischio, sono
proseguiti gli sforzi organizzativi finalizzati a rendere più efficiente i processi
deliberativi; è, al riguardo, divenuto operativo un sistema di concessione
affidamenti caratterizzato da automatismi di delibera volti a migliorare
ulteriormente i tempi di risposta.
Per quanto riguarda il credito a medio lungo termine, nell’ambito delle imprese si è
ritenuto opportuno, stante la moderata ripresa degli investimenti fissi e la
disponibilità di fonti di finanziamento più durevoli, di approfondire e stabilizzare la
relazione con la clientela più affidabile. Nell’ambito dei privati hanno altresì
rilevato, per quanto riguarda mutui residenziali e credito al consumo, il contributo
commerciale delle reti agenziali del gruppo e la positiva dinamica delle surroghe.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
27
Passando ad un esame più specifico, è progredito il credito alle imprese del
segmento middle che registra un +12,3% rispetto al primo semestre 2014 e un
+2,1% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +6,3% rispetto al primo semestre
2014; -2,4% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +28,0% rispetto al
primo semestre 2014; +13,4% rispetto a fine 2014 ); per le ragioni già accennate è
risultato più difficoltosa l’assistenza al segmento small che registra un +0,9%
rispetto al primo semestre 2014 e un -4,0% rispetto a fine 2014 (nel breve termine
-0,3% rispetto al primo semestre 2014; -9,4% rispetto a fine 2014; nel medio lungo
termine +2,1% rispetto al primo semestre 2014; +1,5% rispetto a fine 2014).
E’ da valutare positivamente anche il progresso del credito alla clientela privata:
+5,4% rispetto al primo semestre 2014 e un +2,2% rispetto a fine 2014 (nel breve
termine +8,5% rispetto al primo semestre 2014; +2,2% rispetto a fine 2014; nel
medio lungo termine +5,0% rispetto al primo semestre 2014; +2,2% rispetto a fine
2014).
In tale ultimo comparto, con ritmi più accentuati rispetto alle evidenze di sistema,
si rileva il crescente apporto delle nuove operazioni di mutuo destinato all’acquisto
di abitazioni (+37,9%), mentre si mantiene sostenuta anche l’operatività relativa al
credito al consumo (+12,9% in termini di nuove erogazioni). Con circa 86 milioni di
euro di nuove operazioni nel semestre (+18,3%), si è andata inoltre ulteriormente
rafforzando l’erogazione di finanziamenti garantiti ai lavoratori dipendenti ed ai
pensionati (“cessione del quinto”).
Hanno assunto particolare rilievo le attività progettuali di natura creditizia,
inquadrate in un articolato programma triennale finalizzato a soddisfare esigenze
normative, di business e di strutturazione di data base compatibili con le esigenze
gestionali e di vigilanza. Le attività del primo semestre si sono in particolare
concentrate sulle esigenze di remediation scaturite dal recente esercizio europeo di
“asset quality review”; significative energie sono inoltre state destinate al
completamento degli interventi necessari all’auspicata validazione dei modelli
creditizi avanzati, nonchè all’estensione della pratica elettronica di fido alla
clientela privata.
Nelle tabelle seguenti viene evidenziata la scomposizione degli impieghi lordi per
tipologia di clientela (in milioni di €):
06/2015
06/2014
2014
crediti a clientela corporate
7.536
6.928
7.535
- middle (*)
6.080
5.412
14.588
- privati (*) (**)
- small business (*) (**)
crediti a clientela retail
06/14
12/2014
5.953
8,8
12,3
0,0
2,1
14.033
14.590
4,0
0,0
9.011
8.547
8.817
5,4
2,2
3.594
3.560
3.744
0,9
-4,0
22.124
20.961
22.125
5,5
0,0
(*) i dettagli di segmento non includono le sofferenze
(**) per i periodi in esame i soci di piccola impresa sono stati riclassificati tra i privati
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
28
variazione % su
Le tabelle che seguono riportano:
- l’evoluzione (in %) della composizione dei crediti per segmenti di clientela:
06/2015
2014
2013
2012
8,5
9,5
9,2
9,2
middle corporate
27,5
26,9
25,0
25,2
small business (***)
17,4
18,1
19,3
22,3
privati (***)
40,7
39,9
40,7
38,1
5,8
5,6
5,7
5,1
100,0
100,0
100,0
100,0
large corporate (*)
altri crediti non riconducibili ai segmenti (**)
(*) comprende anche imprese finanziarie ed immobiliari
(**) comprende l’intero monte sofferenze
(***) a partire dal 2013 i soci di piccola impresa sono riclassificati tra i privati
- il contributo delle singole società alla voce del consolidato (in milioni di €)
06/2015
06/2014
2014
variazione % su
importo
20.430
inc.%
86,3
importo
inc.%
19.752
86,8
importo
20.570
inc.%
86,4
06/14
3,4
12/14
-0,7
2.156
9,1
2.052
9,0
2.100
8,8
5,1
2,7
Credemfactor
599
2,5
516
2,3
662
2,8
16,1
-9,5
Banca Euromobiliare
462
2,0
403
1,8
426
1,8
14,6
8,5
Credem International (Lux)
11
0,0
10
0,0
14
0,1
10,0
-21,4
Altre
17
0,1
26
0,1
21
0,1
-42,3
-28,6
Aggregato
23.675
100,0
22.759
100,0
23.793
100,0
4,0
-0,5
Rettifiche di consolidamento
-2.227
21.448
Credito Emiliano
Credemleasing
Consolidato
-
-2.387
-2.284
-6,7
20.372
21.509
5,3
-0,3
le quote del mercato nazionale relative alle banche italiane del Gruppo (in %):
impieghi per cassa totali (*)
di cui
“società non finanziarie”
“famiglie consumatrici”
“famiglie produttrici”
totale quota “core”
05/2015
06/2014
2014
2013
1.255
1,187
1,271
1,147
1,026
0,933
1,059
0,908
1,826
1,759
1,815
1,734
1,093
1,067
1,123
1,057
1,323
1,234
1,338
1,214
(*) comprende “pronti contro termine con controparti istituzionali”; non comprende impieghi
verso le Pubbliche Amministrazioni
Relativamente ai “grandi rischi”, nell’accezione prevista dalle disposizioni di
vigilanza in tema di concentrazione dei rischi al 30 giugno 2015, si rilevano a fine
periodo 11 posizioni, per un ammontare complessivo di 8.483,4 milioni di euro,
corrispondenti a 305,9 milioni di euro di valore ponderato (al 31/12/2014 erano
presenti 9 posizioni per un ammontare complessivo di 8.375,1 milioni di euro,
corrispondenti a 189,4 milioni di euro di valore ponderato).
Per una più dettagliata disamina circa la distribuzione e l’andamento per settori di
attività e per area geografica degli aggregati patrimoniali si rimanda alla specifica
parte L delle “Note illustrative”.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
29
Nel sistema, gli effetti della prolungata fase recessiva si sono manifestati anche nel
semestre in corso, determinando nuovi afflussi di credito problematico. Il costo del
credito mostra, dopo le ingenti appostazioni del 2014, un andamento differenziato.
In linea generale le rettifiche economiche sono state principalmente destinate
all’aumento della copertura del portafoglio crediti deteriorato ed ad ulteriori e
differiti adeguamenti indotti dall’esercizio di “comprehensive assessment” del
2014.
I suddetti effetti si sono manifestati anche nel gruppo, anche se i ritmi di
appostazione a credito problematico si vanno progressivamente attenuando. Le
maggiori rettifiche appostate nel conto economico sono state principalmente
destinate all’aumento della copertura dei crediti; in tal modo è rimasta invariata,
rispetto ai periodi precedenti, l’entità dei crediti deteriorati al netto delle
svalutazioni.
E’ entrato a regime il nuovo modello organizzativo per la gestione del credito
anomalo e non performing, suscettibile di ulteriori arricchimenti procedurali nel
prosieguo del 2015.
Come accennato in precedenza, nel mese di gennaio 2015 la Commissione
Europea ha omologato l’Implementing Technical Standard (ITS) pubblicato
dall’EBA nel 2013 in materia di esposizioni oggetto di concessioni (c.d.”forborne”).
Sempre nel mese di gennaio la Banca d’Italia ha pubblicato una serie di
aggiornamenti alle Circolari relative alle Segnalazioni Statistiche, di Vigilanza e alla
Matrice dei Conti. Gli aggiornamenti sono finalizzati ad allineare le definizioni di
attività deteriorate alle nuove definizioni di credito non-performing (Nonperforming exposure, NPE) e di credito oggetto di concessioni (Forbearance),
emanate dall’EBA negli Implementing Technical Standard.
Tra i cambiamenti più significativi della normativa, entrata in vigore dal 1° gennaio
2015, emerge la differente suddivisione delle attività deteriorate. In particolare, da
un lato, non sono più contemplate le categorie di “incagli” ed “esposizioni
ristrutturate”, dall’altro vengono introdotte le nozioni delle “inadempienze
probabili” e delle “esposizioni oggetto di concessioni” (forbearance).
Per quanto riguarda le “esposizioni oggetto di concessioni”, queste non formano
una categoria di crediti non-performing a sé stante, ma rappresentano una
qualificazione del credito, sia in bonis sia deteriorato (sofferenze, inadempienze
probabili ed esposizioni scadute). Infatti, le esposizioni sottoposte a misure di
forbearance, possono collocarsi tra i crediti deteriorati (“esposizioni oggetto di
concessioni deteriorate”) oppure tra quelli in bonis (“altre esposizioni oggetto di
concessione”).
Inoltre, nella nuova categoria delle “inadempienze probabili” non sono più
contemplabili le ipotesi di “incaglio oggettivo” previste dalla precedente normativa.
Nello specifico, il Gruppo ha effettuato la riclassificazione alla data del 1° gennaio
2015 delle esposizioni presenti al 31 dicembre 2014 relative agli “incagli oggettivi”
e ai “ristrutturati”; tali esposizioni sono state rispettivamente riclassificate nella
categoria delle “esposizioni scadute deteriorate” e in quella delle “inadempienze
probabili”. La tabella seguente (in milioni di €) riepiloga le suddette appostazioni e
riclassifiche; queste ultime, allo scopo di consentire una comparazione omogenea,
hanno riguardato anche il 30 giugno 2014.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
30
Nella tabella seguente viene illustrata l’evoluzione del credito problematico (in
milioni di €):
06/2015 06/2014
2014
% Sofferenze nette/impieghi per cassa netti
- Gruppo Credem
1,7
1,6
1,6
- Sistema
5,0
4,8
5,1
- Gruppo Credem - sofferenze
59,2
59,3
58,6
- Gruppo Credem – crediti problematici
42,8
40,3
40,7
- Sistema – sofferenze
56,9
53,3
54,0
- Sistema – crediti problematici
n.d.
41,2
43,7
- sofferenze
870,5
804,2
807,8
- inadempienze probabili
428,1
421,4
423,0
96,1
112,4
113,6
1.394,7
1.338,1
1.344,4
597,1
539,4
547,1
- sofferenze
355,6
327,1
334,4
- inadempienze probabili
359,4
365,1
362,8
82,6
106,5
100,2
797,6
798,7
797,4
64,1
31,1
114,9
ricostruzione “fondi contabili”:
675,8
589,3
616,4
- svalutazioni analitiche
597,1
539,4
547,1
78,7
49,9
69,3
livello di copertura in %
valori nominali
- “esposizioni scadute” deteriorate
crediti problematici
previsioni di perdita analitiche
valori di realizzo
- “esposizioni scadute” deteriorate
crediti problematici
rettifiche di valore nette su crediti e su altre operazioni
- svalutazioni collettive
Nel corso del semestre si è proceduto, in relazione ai ristretti margini di ulteriore
apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà,
attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli governativi
europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza. I titoli di debito appostati tra
le attività finanziarie disponibili per la vendita, aumentati di circa il 10% rispetto al
2014, sono tuttora caratterizzati da un elevato grado di diversificazione: il
portafoglio è infatti prevalentemente composto da titoli governativi europei core e
sovranazionali, con una percentuale di titoli emessi dal Tesoro italiano intorno al
17% (58% al dicembre 2014).
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
31
RACCOLTA DA CLIENTELA E ISTITUZIONALE
milioni di €
06/2015 06/2014
variazione %
06/15-06/14
2014
Credem
sistema
variazione %
06/15-12/14
Credem
sistema
15.697
13.687
15.335
1
1
1
455
306
332
16.153
13.994
15.668
15,4
8,1 (****)
3,1
3,6(****)
4.633
4.349
4.718
6,5
-12,9(****)
-1,8
-5,0(****)
20786
18.343
20.386
13,3
1,6(****)
2,0
1,2(****)
-
-
-
-
20.786
18.343
20.386
13,3
5.127
3.921
4.409
30,8
16,3
RACCOLTA INDIRETTA AL
CONTROVALORE
40.727
37.628
38.006
8,2
7,2
Totale complessivo
66.640
59.892
62.801
11,3
6,1
RACCOLTA DIRETTA
18.486
16.962
18.281
9,0
1,1
32.600
30.818
30.852
5,8
5,7
56.212
51.701
53.542
8,7
5,0
- c/c e risparmi
- certificati di deposito
- altri rapporti
DEPOSITI
OBBLIGAZIONI E
SUBORDINATI
DIRETTA SENZA PRONTI
CONTRO TERMINE
PRONTI CONTRO TERMINE (*)
RACCOLTA DIRETTA BANCARIA
(**)
RISERVE ASSICURATIVE (**)
RACCOLTA INDIRETTA
CLIENTELA (***)
RACCOLTA COMPLESSIVA
CLIENTELA (***)
-
5,5 (****)
2,0
3,6(****)
(*) la voce non comprende i finanziamenti contratti, nella forma tecnica di pronti contro termine passivi, con la Cassa di
Compensazione e Garanzia
(**) la “raccolta diretta bancaria” comprende l’apporto delle società appartenenti al Gruppo bancario, mentre le “riserve
assicurative” comprendono le riserve tecniche e le passività finanziarie valutate al fair value di Credemvita;
(***) vengono dedotti, per tutti i periodi di riferimento, i titoli di debito emessi sui mercati istituzionali, la raccolta indiretta di
natura finanziaria. Nella “raccolta complessiva clientela” vengono ricomprese anche le Riserve Assicurative
(****) la situazione è riferita al mese di maggio 2015
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
32
E’ da valutare molto positivamente il progresso della raccolta complessiva da
clientela. Si sono al riguardo manifestate dinamiche che, pur con diversi livelli di
intensità, sono segnalate anche a livello di sistema, caratterizzate dallo sviluppo
della raccolta diretta a vista, della raccolta gestita e dalla contrazione dei prodotti a
scadenza di diretta emissione.
Passando ad una disamina più dettagliata, è risultato soddisfacente lo sviluppo
della raccolta diretta, focalizzato sulle attività liquide e con contrazioni variamente
accentuate delle forme tecniche vincolate e obbligazionarie.
Nel dettaglio, le attività liquide hanno positivamente risentito dell’ulteriore
appiattimento della curva dei rendimenti e dell’irrilevante costo opportunità insito
nel mantenimento di giacenze libere di conto corrente. I “debiti verso clientela” al
netto dei pronti contro termine e dei depositi vincolati registrano infatti un +10,9%
rispetto al 2014 e un +20,4% rispetto al giugno 2014. Di segno opposto è risultato
l’andamento della raccolta a scadenza: nelle attuali condizioni finanziarie,
caratterizzate da rendimenti di riferimento sempre più contenuti e dalla
disponibilità di fonti di finanziamento stabili alternative, il gruppo ha preferito
assecondare le aspettative della clientela mediante il collocamento di prodotti
indiretti prevalentemente riconducibili al comparto del risparmio gestito.
Nel dettaglio, la contrazione ha riguardato le passività obbligazionarie collocate a
clientela retail (-10,7% rispetto al 2014 e -21,4% rispetto al giugno 2014) e i
depositi vincolati (-31,3% rispetto al 2014 e -11,8% rispetto al giugno 2014).
Per quanto riguarda la tipologia di clientela, ed in linea con l’andamento
dell’aggregato complessivo, lo sviluppo della raccolta diretta è interamente
riconducibile alla clientela ordinaria retail e corporate (+9,5% rispetto al 2014 e 0,9%% rispetto al giugno 2014).
È stata potenziata la raccolta obbligazionaria verso clientela istituzionale non
bancaria (+9,3% rispetto al 2014 e +66,5% rispetto al giugno 2014). A tale riguardo
la banca ha effettuato, nel primo trimestre, mediante private placement,
un’emissione di obbligazioni subordinate di 200 milioni di euro. Tale emissione era
principalmente destinata a sostituire passività emesse a partire dal 2012 con un
piano di rimborso “amortising” non ritenute, in base ad un orientamento della
vigilanza di fine 2014 illustrato nel bilancio 2014, computabili nei mezzi propri di
vigilanza di classe 2.
Passando ad un rapido esame delle altre fonti bancarie, la favorevole posizione di
liquidità ha consentito la riduzione del rifinanziamento complessivo in
contropartita della Banca Centrale Europea. In particolare, nel corso del semestre
sono stati effettuati due rimborsi anticipati di finanziamenti LTRO per un importo
di 1,5 miliardi; Credembanca ha inoltre, nel mese di giugno, partecipato alla terza
asta di TLTRO, che ha comportato un ulteriore finanziamento per un importo di
poco superiore al miliardo di euro.
A fine giugno l’esposizione debitoria complessiva verso la Banca Centrale Europea
ammontava a 1,75 miliardi di euro (2,235 miliardi a fine 2014).
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
33
Per meglio focalizzare l’attenzione sull’andamento della raccolta diretta bancaria
riportiamo:
- il contributo delle singole società al risultato consolidato (in milioni di €):
06/2015
importo
Credito Emiliano
17.632
06/2014
2014
variazione % su
inc.%
importo
inc.%
importo
inc.%
06/14
12/14
94,6
15.910
93,3
17.453
95,0
10,8
1,0
0,3
76,6
48,2
11,8
-13,6
Credemleasing
83
0,4
47
0,3
56
Credemfactor
19
0,1
17
0,1
22
0,1
Banca Euromobiliare
749
4,0
733
4,3
587
3,2
2,2
27,6
Credem International (Lux)
171
0,9
332
1,9
242
1,3
-48,5
-29,3
8
0,0
10
0,1
10
0,1
-20,0
-20,0
18.662
100,0
17.049
100,0
18.370
100,0
9,5
1,6
Altre società
Aggregato
-176
-87
-89
Totale diretta clientela
18.486
16.962
18.281
9,0
1,1
Totale diretta bancaria
20.786
18.343
20.386
13,3
2,0
Rettifiche di consolidamento
- la suddivisione per forma tecnica (in %):
06/2015
06/2014
2014
2013
conti correnti ed altri
67,4
63,1
61,6
60,1
depositi vincolati
10,3
13,2
15,3
16,7
obbligazioni e subordinati
22,3
23,7
23,1
23,2
pronti contro termine
0,0
0,0
0,0
0,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Già si è detto in sede introduttiva che le condizioni di mercato di gran parte del
semestre, il livello dei tassi di interesse e le politiche di offerta del sistema bancario
hanno favorito il significativo sviluppo del risparmio gestito, in ulteriore
accelerazione rispetto al 2014.
Nel merito, il semestre registra una raccolta netta di fondi aperti positiva (68,6
miliardi di euro circa, di cui 50,5 ascrivibili a fondi di diritto estero). Il citato
recupero della raccolta netta si è esteso, con diversi gradi di intensità, a tutti i
comparti; i maggiori contributi hanno interessato i prodotti flessibili, bilanciati ed
obbligazionari. A tale risultato hanno contribuito sia il canale bancario che quello
delle reti di promozione finanziaria. Lo stock di fine periodo riferito agli stessi
strumenti manifesta un progresso del 25,7% rispetto al semestre precedente
(+21,8% i fondi di diritto italiano; +27,5% i fondi di diritto estero); rispetto a fine
2014 lo stesso aggregato presenta un analogo segno positivo (+14,5%, di cui 10,9%
i fondi di diritto italiano e +16,1% i fondi di diritto estero).
Analoga accelerazione ha riguardato l’intero comparto del risparmio gestito: la
rilevazione di Assogestioni di marzo (quella relativa al mese di giugno sarà
disponibile nel mese di settembre) relativa al Patrimonio Promosso risulta positiva
per quasi 54 miliardi di euro (23 nell’analogo periodo dell’anno precedente),
ascrivibile soprattutto alla dinamica dei fondi aperti, ma assai positiva anche per
quanto riguarda il comparto delle gestioni patrimoniali.
Si è altresì rilevato nel capitolo introduttivo la contrazione della raccolta
amministrata, in relazione alla sempre minore appetibilità dei rendimenti
obbligazionari ed alle già citate politiche di offerta delle banche.
Significativo è stato il progresso a giugno della raccolta assicurativa (+16,3%),
trainato sia dal canale bancario (+8,7%, canale che resta comunque in termini
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
34
assoluti decisamente preponderante), che dalle reti di promozione finanziaria
(+67,3%). L’andamento dei mercati di gran parte del periodo di riferimento ha
favorito il forte sviluppo della raccolta dei prodotti linked di ramo III (+104,0%). A
livello assoluto è risultata sempre significativa, ma con ritmi decrescenti rispetto al
2014, l’operatività dei prodotti tradizionali (-5,0% la raccolta premi Vita -ramo I;
+19,9% la raccolta premi Capitalizzazioni -ramo V).
Complessivamente le polizze di ramo I e V hanno ridotto la loro l’incidenza nel
portafoglio degli assicurati; a giugno tali prodotti hanno rappresentato oltre il 67%
della raccolta assicurativa totale (oltre il 74% nel 2014).
In tale contesto il gruppo ha registrato un significativo sviluppo del risparmio
gestito. Come già in precedenza anticipato, sono state assecondate le aspettative di
maggiore rendimento da parte della clientela, stante il progressivo appiattimento
dei tassi di mercato e le buone performances dei mercati azionari che hanno
caratterizzato buona parte del semestre.
Il citato sviluppo si è esteso a tutte le categorie di prodotto ed è stato ugualmente
rilevante nell’ambito dei prodotti di gruppo e in quello dei prodotti di case terze.
Per quanto riguarda i prodotti collettivi di gruppo le preferenze della clientela si
sono concentrate sul comparto flessibile.
Anche il settore assicurativo registra il sensibile progresso delle consistenze delle
polizze assicurative vita e dei flussi di raccolta premi (+31,1% con una raccolta
premi di 981 milioni di euro). Le già ricordate condizioni di mercato, unitamente al
potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla clientela affluent e private,
hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked (+194,8% con una raccolta
premi di 622 milioni di euro); ancora positiva, ma in rallentamento rispetto al
2014, è risultata la raccolta di polizze rivalutabili di ramo I e V (-34,3% con una
raccolta premi di 341 milioni di euro). Tale ultimo comparto ha in particolare
risentito dell’evoluzione dei tassi di interesse e dei conseguenti, minori rendimenti
assicurati alla clientela.
Come ampiamente previsto, meno favorevole è stata la dinamica dei titoli
amministrati detenuti da clientela ordinaria (-0,4% rispetto al 2014 e -6,2%
rispetto al giugno 2014), in relazione alla sempre minore appetibilità dei
rendimenti obbligazionari ed al già illustrato riposizionamento focalizzato sul
risparmio gestito. Più favorevole, grazie alla valorizzazione di mercato delle
componenti finanziarie, si presenta la stessa crescita riferita all’aggregato
complessivo.
Nel complesso il beneficio derivante dalle rivalutazioni di mercato ha inciso solo
marginalmente sull’entità dello sviluppo della raccolta gestita, mentre più
significativo è risultato il suo contributo all’evoluzione della raccolta amministrata.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
35
Per quanto riguarda il posizionamento del Gruppo, la quota di mercato degli OICR
aperti rilevata da Assogestioni a fine marzo relativa al Patrimonio Promosso (la
segnalazione di giugno 2015 sarà disponibile nel mese di settembre) si attestava al
1,25% (1,33% a fine 2014, 1,46% a marzo 2014). Sostanzialmente allineata si
presenta, grazie allo sviluppo del risparmio assicurativo e delle gestioni
patrimoniali, la quota della totalità dei prodotti gestiti attinente lo stesso
patrimonio: sempre a marzo (anche in tal caso la segnalazione di giugno 2015 sarà
disponibile nel mese di settembre) era pari all’1,24% (1,24% a fine 2014, 1,27% a
marzo 2014). Va altresì segnalato che le quote illustrate sono determinate a
perimetro di sistema omogeneo, considerato il costante afflusso di nuovi enti
segnalanti.
AI fini di una più corretta valutazione delle suddette quote, è anche opportuno
osservare che il gruppo, al fine di assecondare nel modo più ampio possibile le
esigenze della clientela, ha sviluppato significativamente anche il collocamento di
prodotti di case terze, e che le segnalazioni delle società al riguardo non
comprendono questi ultimi prodotti.
Di seguito si illustra la composizione per società della raccolta indiretta
(l’aggregato è controvalorizzato in milioni di €):
gestita
amministrata
totale
var. %
var. %
su
su
06/14
12/14
19.681
16,5
11,0
Euromobiliare A.M. SGR
3.969
22,5
17,4
-
-
-
Banca Euromobiliare
6.501
12,6
7,7
2.398
4,6
4,1
importo
Credito Emiliano - clientela
var. %
var. %
su
su
06/14
12/14
importo
7.722
-7,7
var. %
var. %
su
su
06/14
12/14
8,5
6,8
3.969
22,5
17,4
8.899
10,3
6,7
import
-2,6 27.403
355
32,5
19,1
628
-20,8
14,0
983
-7,4
15,8
6.142
3,5
4,4
-
-
-
6.142
3,5
4,4
37
-24,5
-24,5
-
-
-
37
-24,5
-24,5
36.685
14,1
9,9
10.748
-6,2
-0,3 47.433
8,8
7,4
12,7
8,9
10.597
-6,2
-0,4
5,8
5,7
Totale indiretta consolidata
22.002
12,7
8,9 18.725
3,4
5,2 40.727
8,2
I dati della raccolta indiretta sono esposti al valore di mercato
(*) società per la quale Credem International (Lux) svolge i servizi di supporto amministrativo e gestionale.
7,2
Credem International (Lux)
Euro. International Fund SICAV (*)
Credem Private Equity
Totale indiretta aggregata
Rettifiche di consolidamento
-14.683
Totale indiretta clientela
22.002
-151
-14.834
32.599
Lo stesso aggregato, per tipologia di prodotti, presenta la seguente evoluzione (in
milioni di €):
milioni di €
06/2014
2014
2013
06/15 su
06/14
06/15 su
2014
gestioni patrimoniali
5.061
4.258
4.481
3.766
18,9
12,9
fondi comuni di investimento
3.999
3.279
3.420
3.051
21,9
16,9
SICAV
6.142
5.935
5.882
5.314
3,5
4,4
altra e prodotti di terzi
6.801
6.050
6.425
5.556
12,4
5,8
Raccolta indiretta gestita
22.002
19.522
20.208
17.687
12,7
8,9
indiretta amministrata clientela
10.597
11.296
10.644
10.593
-6,2
-0,4
Raccolta indiretta clientela
32.599
30.818
30.852
28.280
5,8
5,7
Raccolta indiretta complessiva
40.727
37.628
38.006
34.061
8,2
7,2
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
36
variazione %
06/2015
E’ opportuno sottolineare che in entrambe le scomposizioni della raccolta gestita,
non viene evidenziata la raccolta assicurativa che, a seguito del consolidamento
integrale di Credemvita, costituisce nel presente bilancio una fonte di
finanziamento del Gruppo; per tale ragione tale componente è stata rappresentata
separatamente nella tabella introduttiva di questo capitolo.
Le quote del mercato nazionale relative alle banche italiane del Gruppo mostrano
la seguente evoluzione (in %):
05/2015
06/2014
2014
2013
raccolta diretta totale (*)
1,002 (**)
0,922
1,040
0,925
raccolta indiretta
0,967(***)
0,962
0,917
0,929
raccolta clientela complessiva
0,973(***)
0,948
0,960
0,927
1,227 (**)
1,089
1,213
1,094
raccolta indiretta da famiglie consumatrici e produttrici
3,138 (***)
3,111
3,087
2,933
depositi e raccolta indiretta da famiglie consumatrici e produttrici
2,095 (***)
1,998
2,057
1,919
di cui
depositi da famiglie consumatrici e produttrici (*)
(*) comprende pronti contro termine con controparti istituzionali;
(**) situazione riferita al mese di maggio;
(***) situazione riferita al mese di marzo.
Per una più dettagliata disamina circa la distribuzione e l’andamento per settori di
attività e per area geografica degli aggregati patrimoniali si rimanda alla specifica
parte L delle “Note illustrative”.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
37
DIVISIONE BANKING COMMERCIALE
La tabella seguente illustra l’evoluzione della rete distributiva:
06/2015
06/2014
2014
2013
523
524
523
525
20
19
19
19
543
543
542
544
Regioni
19
19
19
19
Province
89
90
89
87
- “Credempoint”
37
36
35
33
- Credembanca
- Banca Euromobiliare
TOTALE FILIALI
- Negozi finanziari Banca Euromobiliare
15
15
15
14
TOTALE NEGOZI FINANZIARI
52
51
50
47
513
498
500
486
- Promotori Finanziari con mandato Credembanca
- Promotori Finanziari con mandato Banca Euromobiliare
291
290
285
284
TOTALE PROMOTORI FINANZIARI ESTERNI CON MANDATO
804
788
785
770
42
43
43
42
AGENTI FINANZIARI CREACASA
264
264
274
250
AGENTI FINANZIARI A SUPPORTO “CESSIONE DEL QUINTO”
117
114
119
103
CENTRI IMPRESE
Iniziamo l’analisi focalizzando l’attenzione sul mercato retail.
Per quanto riguarda le reti distributive, il semestre è stato caratterizzato da
ulteriori azioni di fine tuning sulla rete tradizionale, che hanno contemplato la
chiusura di uno sportello su piazza a prospettiva limitata di sviluppo (oltre che
sostituibile da punti vendita limitrofi) e l’apertura “mirata” di due dipendenze in
zona ad adeguato potenziale e non adeguatamente presidiata. Come previsto in
sede di pianificazione è altresì proseguito lo sviluppo selettivo della rete di
promozione finanziaria.
A supporto dello sviluppo commerciale il semestre ha visto l’ulteriore sviluppo delle
reti al servizio delle imprese di media dimensione e del private.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
38
Nella parte introduttiva sono state illustrate le ragioni, sia di offerta che di
domanda, che attestano nel sistema l’ulteriore contrazione dell’aggregato. Al
riguardo, è stata evidenziata sia la contrazione del credito erogato alle imprese che
quella, più contenuta, relativa alla componente destinata alle famiglie.
Per quanto riguarda la divisione, ha mantenuto una connotazione stabilmente
positiva l’andamento del credito alle famiglie.
Appare tuttora più problematico il mercato delle piccole imprese domestiche.
Per quanto riguarda il credito a medio lungo termine ai privati hanno rilevato, per
quanto riguarda mutui residenziali e credito al consumo, il contributo commerciale
delle reti agenziali del gruppo e la positiva dinamica delle surroghe.
Passando ad un esame più specifico, è da valutare positivamente anche il
progresso del credito alla clientela privata: +5% rispetto al primo semestre 2014 e
+1,9% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +5,1% rispetto al primo semestre
2014; -1,2% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +5,0% rispetto al primo
semestre 2014; +2,2% rispetto a fine 2014). In tale comparto, con ritmi più
accentuati rispetto alle evidenze di sistema, si rileva il crescente apporto delle
nuove operazioni di mutuo destinato all’acquisto di abitazioni (+37,9%), mentre si
mantiene sostenuta anche l’operatività relativa al credito al consumo (+12,9% in
termini di nuove erogazioni). Con circa 86 milioni di euro di nuove operazioni nel
semestre (+18,3%), si è andata inoltre ulteriormente rafforzando l’erogazione di
finanziamenti garantiti ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati (“cessione del
quinto”).
Per le ragioni già sopra accennate, è risultata più difficoltosa l’assistenza al
segmento small che registra un -0,7% rispetto al primo semestre 2014 e un -5,9%
rispetto a fine 2014 (nel breve termine -0,6% rispetto al primo semestre 2014; 9,8% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine -0,9% rispetto al primo
semestre 2014; +0,2% rispetto a fine 2014).
Per quanto riguarda la raccolta, è da valutare molto positivamente il progresso
della raccolta complessiva.
Passando ad una disamina più dettagliata, è risultato soddisfacente lo sviluppo
della raccolta diretta, focalizzato sulle attività liquide e con contrazioni variamente
accentuate delle forme tecniche vincolate e obbligazionarie.
Nel dettaglio, le attività liquide hanno positivamente risentito dell’ulteriore
appiattimento della curva dei rendimenti e dell’irrilevante costo opportunità insito
nel mantenimento di giacenze libere di conto corrente. Di segno opposto è risultato
l’andamento della raccolta a scadenza: nelle attuali condizioni finanziarie,
caratterizzate da rendimenti di riferimento sempre più contenuti e dalla
disponibilità di fonti di finanziamento stabili alternative, la banca ha preferito
assecondare le aspettative della clientela mediante il collocamento di prodotti
indiretti prevalentemente riconducibili al comparto del risparmio gestito.
La divisione ha registrato un significativo sviluppo del risparmio gestito. Come già
in precedenza anticipato, sono state assecondate le aspettative di maggiore
rendimento da parte della clientela, stante il progressivo appiattimento dei tassi di
mercato e le buone performances dei mercati azionari che hanno caratterizzato
buona parte del semestre.
Il citato sviluppo si è esteso a tutte le categorie di prodotto ed è stato ugualmente
rilevante nell’ambito dei prodotti di gruppo e in quello dei prodotti di case terze.
Per quanto riguarda i prodotti collettivi di gruppo le preferenze della clientela si
sono concentrate sul comparto flessibile.
Anche il settore assicurativo registra il sensibile progresso delle consistenze delle
polizze assicurative vita e dei flussi di raccolta premi. Le già ricordate condizioni di
mercato, unitamente al potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla
clientela affluent e private, hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked;
ancora positiva, ma in rallentamento rispetto al 2014, è risultata la raccolta di
polizze rivalutabili di ramo I e V. Tale ultimo comparto ha in particolare risentito
dell’evoluzione dei tassi di interesse e dei conseguenti, minori rendimenti
assicurati alla clientela.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
39
La raccolta premi del settore danni si è mantenuta sostanzialmente stabile. La
crescita dei contratti si è attestata al 4,8% rispetto al 2014 (+8,3% su base annua),
focalizzata sulle polizze CPI.
Come ampiamente previsto, meno favorevole è stata la dinamica dei titoli
amministrati detenuti da clientela ordinaria, in relazione alla sempre minore
appetibilità dei rendimenti obbligazionari ed al già illustrato riposizionamento
focalizzato sul risparmio gestito.
Nel complesso il beneficio derivante dalle rivalutazioni di mercato ha inciso solo
marginalmente sull’entità dello sviluppo della raccolta gestita, mentre più
significativo è risultato il suo contributo all’evoluzione della raccolta amministrata.
In tema di “patrimonio clienti”, la divisione, grazie ai buoni requisiti in termini di
acquisition e retention, ha registrato un’evoluzione soddisfacente attestandosi a
quasi 1.032.000 rapporti (+4,8% su base annua; +2,9% rispetto a fine 2014). Il
portafoglio clienti complessivo, che tiene cioè conto di privati e aziende detenuti da
Credembanca e Banca Euromobiliare ha superato i 1.080.000 (+4,6% su base
annua; +2,9% rispetto a fine 2013).
La soddisfacente crescita della base clientela, nonché la progressiva riduzione
nell’utilizzo dei canali fisici, ha favorito lo sviluppo dei servizi ed in particolare delle
carte di debito-credito e dei contratti virtuali.
Per quanto riguarda le carte di debito-credito i contratti attivi hanno superato il
numero di 975.000 (+8,9% su base annua; +4,3% rispetto a fine 2014) ed hanno
registrato una crescita netta nel semestre di oltre 35.000 nuove adesioni; la
penetrazione sui conti correnti ha raggiunto il 57%.
Sul fronte dei canali virtuali, apprezzabile è stato il progresso dell’Internet
Banking, che ha quasi raggiunto i 448.000 contratti attivi (+13,5% su base annua;
+6,6% rispetto a fine 2014); analogo progresso ha riguardato il servizio di ricezione
elettronica delle comunicazioni aziendali (MyBOX), che veicola attualmente oltre il
60% circa delle comunicazioni alla clientela.
Di seguito vengono indicati i principali aggregati che caratterizzano il mercato
retail, in relazione alla sola Credembanca (i dati sono estrapolati dal controllo di
gestione):
milioni di €
variazione %
06/2015
06/2014
2014
06/15 su
06/14
06/15 su
12/14
impieghi lordi
12.838
12.338
12.884
4,1
-0,4
raccolta diretta
15.010
13.880
15.183
8,1
-1,1
raccolta indiretta
28.427
26.215
26.483
8,4
7,3
raccolta complessiva
43.437
40.095
41.666
8,3
4,3
. raccolta gestita
19.721
16.868
17.617
16,9
11,9
8.706
9.347
8.866
-6,8
-1,8
. raccolta amministrata
Passando alla disamina del mercato corporate, nel semestre sono stati accorpati
due centri imprese in Toscana; il presidio territoriale è stato mantenuto tramite
una struttura decentrata. E’ stata nel contempo potenziata la rete di sviluppo a
supporto di tale clientela.
Già è stato ricordato il positivo andamento dell’aggregato ed in particolare quello
relativo alle imprese “middle”, che ha anche beneficiato di rilevanti erogazioni a
medio lungo termine. Relativamente a quest’ultimo si è ritenuto opportuno, stante
la moderata ripresa degli investimenti fissi e la disponibilità di fonti di
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
40
finanziamento più durevoli, di approfondire e stabilizzare la relazione con la
clientela più affidabile.
A premessa di una dinamica ulteriormente positiva dell’aggregato di riferimento, va
altresì rilevato che, sempre per quanto riguarda le imprese corporate, la clientela
affidata è aumentata nel semestre sia numericamente che in termini di
affidamento.
Passando ad un esame più specifico, è progredito il credito alle imprese del
segmento middle che registra un +13,2% rispetto al primo semestre 2014 e un
+2,2% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +6,0% rispetto al primo semestre
2014; -2,1% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +49,3% rispetto al
primo semestre 2014; +21,4% rispetto a fine 2014).
In un contesto ancora problematico sotto il profilo del rischio creditizio, si è
mantenuto elevato il presidio delle posizioni in termini di diversificazione
territoriale e distribuzione del rischio: a giugno 2015 oltre l’83% delle posizioni si
colloca sui primi quattro rating di rischio, in miglioramento di circa 4 punti
percentuali rispetto alla situazione di fine 2014.
Di seguito vengono indicati i principali aggregati che caratterizzano il mercato
corporate, in relazione alla sola Credembanca (i dati sono estrapolati dal controllo
di gestione):
milioni di €
variazione %
06/2015
06/2014
2014
06/15 su
06/14
06/15 su
12/14
impieghi lordi
milioni €
5.576
5.073
5.534
9,9
0,7
di cui clientela “middle”
milioni €
4.936
4.364
4.831
13,2
2,2
1.619
1.309
1.600
23,7
1,2
481
399
415
20,7
16,1
2.101
1.708
2.015
23,0
4,3
raccolta diretta
raccolta indiretta
raccolta complessiva
milioni €
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
41
L’ANDAMENTO DELLE
SOCIETA’ DEL GRUPPO
Si riportano di seguito i dati più significativi relativi alle società del Gruppo.
Riteniamo opportuno puntualizzare che in questa sede, i dati economici e
patrimoniali presentati sono desunti da situazioni contabili redatte secondo i
principi internazionali IAS/IFRS per tutte le società esaminate, compreso quelle i
cui bilanci individuali recepiscono tuttora specifiche normative legate al settore di
appartenenza e/o al paese di residenza.
Credito Emiliano
06/2015 06/2014
2013
impieghi per cassa netti (*)
milioni €
20.430
19.752
20.570
19.256
di cui crediti problematici netti
milioni €
664
665
668
657
raccolta diretta (*)
19.932
17.291
19.558
17.127
raccolta indiretta
35.530
32.072
32.813
28.936
55.462
49.362
52.371
46.063
17.632
15.910
17.453
15.996
27.403
25.262
25.659
23.155
45.035
41.172
43.112
39.151
totale raccolta
milioni €
raccolta diretta clientela (**)
raccolta indiretta clientela (**)
totale raccolta da clientela (**)
milioni €
Dipendenti
n.
5.213
5.109
5.146
5.023
Filiali
n.
523
524
523
525
promotori finanziari
n.
513
498
500
486
1.945
1.961
2.001
1.834
patrimonio netto comprensivo dell’utile
milioni €
(*) le voce non comprendeno i finanziamenti contratti, nella forma tecnica di pronti contro termine attivi e passivi,
con la Cassa di Compensazione e Garanzia
(**) vengono dedotti, per tutti i periodi di riferimento, i titoli di debito emessi sui mercati istituzionali e la raccolta
indiretta di natura finanziaria.
Come indicato in precedenza, per quanto riguarda le reti distributive, il semestre è
stato caratterizzato da ulteriori azioni di fine tuning sulla rete tradizionale, che
hanno contemplato la chiusura di uno sportello su piazza a prospettiva limitata di
sviluppo (oltre che sostituibile da punti vendita limitrofi) e l’apertura “mirata” di
una dipendenza in zona ad adeguato potenziale e non adeguatamente presidiata.
Come previsto in sede di pianificazione è altresì proseguito lo sviluppo selettivo
della rete di promozione finanziaria.
A supporto dello sviluppo commerciale il semestre ha visto l’ulteriore sviluppo delle
reti al servizio delle imprese di media dimensione e del private banking.
Nella parte introduttiva sono state illustrate le ragioni, sia di offerta che di
domanda, che attestano nel sistema l’ulteriore contrazione dell’aggregato. Al
riguardo, è stata evidenziata sia la contrazione del credito erogato alle imprese (1,9% su base annua a maggio) che quella, più contenuta, relativa alla componente
destinata alle famiglie (-0,1% su base annua a maggio).
E’ stato altresì sottolineato che le condizioni di offerta e di domanda sono
migliorate, con differenziazioni peraltro marcate, per quanto riguarda le imprese,
secondo la dimensione, la solidità patrimoniale, il settore di appartenenza, i
mercati di sbocco.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
42
2014
Per quanto riguarda la banca, si è rivelato positivo il progresso rispetto al semestre
precedente. Più articolata, in particolare nel credito a breve termine, si presenta la
dinamica rispetto alla fine del 2014, che ha in parte risentito di fattori di
stagionalità nelle erogazioni, della maggiore presenza, in termini di offerta, di
rilevanti soggetti di sistema interessati, nei precedenti esercizi, da rilevanti
processi di “deleveraging” dell’attivo, della concentrazione della concorrenza sul
mercato delle aziende performanti.
Ha invece mantenuto una connotazione più stabilmente positiva l’andamento del
credito a medio termine sia (soprattutto) alle imprese che ai privati, nonché, in
termini di segmenti assistiti, quello destinato alle imprese “middle” ed alle famiglie.
A premessa di una dinamica positiva dell’aggregato di riferimento, va altresì
rilevato che, per quanto riguarda le imprese corporate, la clientela affidata è
aumentata nel semestre sia numericamente che in termini di affidamento.
Appare tuttora problematico il mercato delle piccole imprese domestiche. In tale
comparto, e pur tenendo in debita considerazione i maggiori fattori di rischio, sono
proseguiti gli sforzi organizzativi finalizzati a rendere più efficiente i processi
deliberativi; è, al riguardo divenuto operativo un sistema di concessione
affidamenti caratterizzato da automatismi di delibera volti a migliorare
ulteriormente i tempi di risposta.
Per quanto riguarda il credito a medio lungo termine, nell’ambito delle imprese si è
ritenuto opportuno, stante la moderata ripresa degli investimenti fissi e la
disponibilità di fonti di finanziamento più durevoli, di approfondire e stabilizzare la
relazione con la clientela più affidabile. Nell’ambito dei privati hanno altresì
rilevato, per quanto riguarda mutui residenziali e credito al consumo, il contributo
commerciale delle reti agenziali del gruppo e la positiva dinamica delle surroghe.
Passando ad un esame più specifico, è progredito il credito alle imprese del
segmento middle che registra un +13,2% rispetto al primo semestre 2014 e un
+2,2% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +6,0% rispetto al primo semestre
2014; -2,1% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +49,3% rispetto al
primo semestre 2014; +21,4% rispetto a fine 2014 ); per le ragioni già accennate è
risultato più difficoltosa l’assistenza al segmento small che registra un -0,7%
rispetto al primo semestre 2014 e un -5,9% rispetto a fine 2014 (nel breve termine
-0,6% rispetto al primo semestre 2014; -9,8% rispetto a fine 2014; nel medio lungo
termine -0,9% rispetto al primo semestre 2014; +0,2% rispetto a fine 2014).
E’ da valutare positivamente anche il progresso del credito alla clientela privata:
+5% rispetto al primo semestre 2014 e +1,9% rispetto a fine 2014 (nel breve
termine +5,1% rispetto al primo semestre 2014; -1,2% rispetto a fine 2014; nel
medio lungo termine +5,0% rispetto al primo semestre 2014; +2,2% rispetto a fine
2014).
In tale ultimo comparto, con ritmi più accentuati rispetto alle evidenze di sistema,
si rileva il crescente apporto delle nuove operazioni di mutuo destinato all’acquisto
di abitazioni (+37,9%), mentre si mantiene sostenuta anche l’operatività relativa al
credito al consumo (+12,9% in termini di nuove erogazioni). Con circa 86 milioni di
euro di nuove operazioni nel semestre (+18,3%), si è andata inoltre ulteriormente
rafforzando l’erogazione di finanziamenti garantiti ai lavoratori dipendenti ed ai
pensionati (“cessione del quinto”).
Hanno assunto particolare rilievo le attività progettuali di natura creditizia,
inquadrate in un articolato programma triennale finalizzato a soddisfare esigenze
normative, di business e di strutturazione di data base compatibili con le esigenze
gestionali e di vigilanza. Le attività del primo semestre si sono in particolare
concentrate sulle esigenze di remediation scaturite dal recente esercizio europeo di
“asset quality review”; significative energie sono inoltre state destinate al
completamento degli interventi necessari all’auspicata validazione dei modelli
creditizi avanzati, nonchè all’estensione della pratica elettronica di fido alla
clientela privata.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
43
Gli effetti della prolungata fase recessiva si sono manifestati anche nel semestre in
corso determinando nuovi afflussi di credito problematico. Le maggiori rettifiche
appostate nel conto economico sono state principalmente destinate all’aumento
della copertura dei crediti; in tal modo è rimasta invariata, rispetto ai periodi
precedenti, l’entità dei crediti deteriorati al netto delle svalutazioni.
Quanto alle norme entrate in vigore dal 1 gennaio 2015 in tema di suddivisione
delle attività deteriorate e di identificazione del credito oggetto di concessioni, si
rimanda al capitolo della presente relazione dedicato ai crediti verso clientela.
E’ entrato a regime il nuovo modello organizzativo per la gestione del credito
anomalo e non performing, suscettibile di ulteriori arricchimenti procedurali nel
prosieguo del 2015.
Per quanto riguarda la raccolta, è da valutare molto positivamente il progresso della
raccolta complessiva da clientela.
Si sono manifestate dinamiche che, pur con diversi livelli di intensità, sono
segnalate anche a livello di sistema, caratterizzate dallo sviluppo della raccolta
diretta a vista, della raccolta gestita e dalla contrazione dei prodotti a scadenza di
diretta emissione.
Passando ad una disamina più dettagliata, è risultato soddisfacente lo sviluppo
della raccolta diretta, focalizzato sulle attività liquide e con contrazioni variamente
accentuate delle forme tecniche vincolate e obbligazionarie.
Nel dettaglio, le attività liquide hanno positivamente risentito dell’ulteriore
appiattimento della curva dei rendimenti e dell’irrilevante costo opportunità insito
nel mantenimento di giacenze libere di conto corrente. I “debiti verso clientela” al
netto dei pronti contro termine e dei depositi vincolati registrano infatti un +11,3%
rispetto al 2014 e un +22,3% rispetto al giugno 2014. Di segno opposto è risultato
l’andamento della raccolta a scadenza: nelle attuali condizioni finanziarie,
caratterizzate da rendimenti di riferimento sempre più contenuti e dalla
disponibilità di fonti di finanziamento stabili alternative, la banca ha preferito
assecondare le aspettative della clientela mediante il collocamento di prodotti
indiretti prevalentemente riconducibili al comparto del risparmio gestito.
Nel dettaglio, la contrazione ha riguardato le passività obbligazionarie collocate a
clientela retail (-10,4% rispetto al 2014 e -20,5% rispetto al giugno 2014) e i depositi
vincolati (-31,2% rispetto al 2014 e -4,9% rispetto al giugno 2014).
Per quanto riguarda la tipologia di clientela, ed in linea con l’andamento
dell’aggregato complessivo, lo sviluppo della raccolta diretta è interamente
riconducibile alla clientela ordinaria retail e corporate (+9,5% rispetto al 2014 e 0,9%% rispetto al giugno 2014).
È stata potenziata la raccolta obbligazionaria verso clientela istituzionale non
bancaria (+9,3% rispetto al 2014 e +66,5% rispetto al giugno 2014). A tale riguardo
la banca ha effettuato, nel primo trimestre, mediante private placement,
un’emissione di obbligazioni subordinate di 200 milioni di euro. Tale emissione era
principalmente destinata a sostituire passività emesse a partire dal 2012 con un
piano di rimborso “amortising” non ritenute, in base ad un orientamento della
vigilanza di fine 2014 illustrato nel bilancio 2014, computabili nei mezzi propri di
vigilanza di classe 2.
Passando ad un rapido esame delle fonti bancarie, la favorevole posizione di
liquidità ha consentito la riduzione del rifinanziamento complessivo in
contropartita della Banca Centrale Europea. In particolare, nel corso del semestre
sono stati effetuati due rimborsi anticipati di finanziamenti LTRO per un importo
di 1,5 miliardi; la banca ha inoltre, nel mese di giugno, partecipato alla terza asta
di TLTRO, che ha comportato un ulteriore finanziamento per un importo di poco
superiore al miliardo di euro.
A fine giugno l’esposizione debitoria complessiva verso la Banca Centrale Europea
ammontava a 1,75 miliardi di euro (2,235 miliardi a fine 2014).
La banca ha registrato un significativo sviluppo del risparmio gestito (+11%
rispetto al 2014 e +16,5% rispetto al giugno 2014). Come già in precedenza
anticipato, sono state assecondate le aspettative di maggiore rendimento da parte
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
44
della clientela, stante il progressivo appiattimento dei tassi di mercato e le buone
performances dei mercati azionari che hanno caratterizzato buona parte del
semestre.
Il citato sviluppo si è esteso a tutte le categorie di prodotto ed è stato ugualmente
rilevante nell’ambito dei prodotti di gruppo (prodotti collettivi di diritto italiano ed
estero +8,3% rispetto al 2014 e +10,4% rispetto al giugno 2014; gestioni
patrimoniali +13,2% rispetto al 2014 e +15,8% rispetto al giugno 2014) e in quello
dei prodotti di case terze (+8,3% rispetto al 2014 e +17,6% rispetto al giugno
2014).
Per quanto riguarda i prodotti collettivi di gruppo le preferenze della clientela si
sono concentrate sul comparto flessibile.
Anche il settore assicurativo registra il sensibile progresso delle consistenze delle
polizze assicurative vita (+17,4% rispetto al 2014 e +29,9% rispetto al giugno 2014)
e dei flussi di raccolta premi. Le già ricordate condizioni di mercato, unitamente al
potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla clientela affluent e private,
hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked; ancora positiva, ma in
rallentamento rispetto al 2014, è risultata la raccolta di polizze rivalutabili di ramo
I e V. Take ultimo comparto ha in particolare risentito dell’evoluzione dei tassi di
interesse e dei conseguenti, minori rendimenti assicurati alla clientela.
Come ampiamente previsto, meno favorevole è stata la dinamica dei titoli
amministrati detenuti da clientela ordinaria (-2,6% rispetto al 2014 e -7,7%
rispetto al giugno 2014), in relazione alla sempre minore appetibilità dei
rendimenti obbligazionari ed al già illustrato riposizionamento focalizzato sul
risparmio gestito. Più favorevole, grazie alla valorizzazione di mercato delle
componenti finanziarie, si presenta la stessa crescita riferita all’aggregato
complessivo (+4,4% rispetto al 2014 e +5,1% rispetto al giugno 2014).
Nel complesso il beneficio derivante dalle rivalutazioni di mercato ha inciso solo
marginalmente sull’entità dello sviluppo della raccolta gestita, mentre più
significativo è risultato il suo contributo all’evoluzione della raccolta amministrata.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
45
Passando all’esame dell’andamento economico, si propone preliminarmente un
confronto con il semestre precedente (in milioni di euro):
Variazione%
06/152014
06/14
06/2015
06/2014
179,3
215,1
432,5
-16,7
-
20,5
20,5
n.s.
- margine servizi (*)
301,1
216,8
411,5
38,8
Margine d'intermediazione (*)
480,4
452,4
864,5
6,2
- di cui Margine d’intermediazione al netto dei dividendi
480,4
432,0
844,0
11,2
- spese del personale
-204,1
-193,7
-392,3
5,4
-94,1
-89,6
-169,3
5,1
-298,2
-283,3
-561,6
5,3
182,1
169,2
302,9
7,6
-16,2
-15,8
-32,2
2,5
Risultato operativo
165,9
153,4
270,7
8,1
- di cui Risultato operativo al netto dei dividendi
165,9
132,9
250,2
24,8
-8,5
-2,0
-4,8
314,8
4,2
0,9
0,6
366,7
-
-
-
-
- rettifiche nette su crediti
-62,0
-28,6
-106,8
116,8
Utile prima delle imposte
99,6
123,7
159,8
-19,4
- di cui Utile prima delle imposte al netto dei dividendi
99,6
103,2
139,3
-3,4
- imposte sul reddito d'esercizio
-30,6
-40,9
-62,8
-25,1
utile netto
69,0
82,8
97,0
-16,7
- margine d'interesse
- dividendi da partecipazioni
- spese amministrative (*)
costi operativi (*)
Risultato lordo di gestione
- ammortamenti
- accantonamenti per rischi e oneri
- oneri/proventi straordinari
- rettifiche nette su partecipazioni
Tale riclassifica è stata effettuata considerando anche dati gestionali non desumibili direttamente dagli schemi di
bilancio e dalle note illustrative.
(*) le spese ed il margine servizi sono stati nettati della componente di imposte indirette e tasse recuperate alla
clientela (37,8 milioni di euro al giugno 2015; 34,1 milioni di euro al giugno 2014; 76 milioni di euro al dicembre 2014)
LEGENDA:
Margine finanziario
+ Voce 30 Margine d’interesse
Margine servizi
+ Voce 60 Commissioni nette
+ Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione
+ Voce 90 Risultato netto dell’attività di copertura
+ Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto, ad esclusione degli utili/perdite su titoli di capitale
+ Voce 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value
+ Voce 190 Altri oneri/proventi di gestione (al netto delle componenti di natura straordinaria)
+ Voce 70 Dividendi e proventi simili (al netto della quota relativa ai dividendi su partecipazioni e titoli di capitale
in AFS)
Risultato operativo
+ Margine d’intermediazione
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
46
+ Voce 150 Spese amministrative (spese del personale e altre spese amministrative)
+ Voce 170 Rettifiche /riprese di valore nette su attività materiali
+ Voce 180 Rettifiche /riprese di valore nette su attività immateriali
Utile prima delle imposte
+ Risultato operativo
+ Voce 160 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri
+ Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento
+ Oneri/proventi straordinari:
Voce 190 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze)
Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto, per la sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale
Voce 240 Utili/perdite da cessione di investimenti
Voce 280 Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte
Non considerando la contrazione dei dividendi percepiti dalle società controllate
(che non esprime modifiche reali nella redditività del gruppo, ma, più
semplicemente, valutazioni di opportunità/redditività nell’utilizzo di tali apporti
economici e nelle politiche di distribuzione) ha segnato un significativo progresso
l’andamento della gestione caratteristica, focalizzato sull’evoluzione del margine
servizi.
In dettaglio, la riduzione del margine finanziario ha risentito negativamente
dell’andamento della forbice clientela e dell’apporto del portafoglio titoli.
I margini della clientela hanno riflesso l’andamento ulteriormente al ribasso dei
tassi di riferimento, la pianificata crescita commerciale accelerata delle masse
intermediate, l’elevata qualità, in termini di rating, del portafoglio crediti.
Ha altresì inciso negativamente il minor rendimento del portafoglio titoli.
Nel corso del semestre in rassegna si è infatti proceduto, in relazione ai ristretti
margini di ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio
titoli di proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri
titoli governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza.
Tale operazione ha comportato l’appostazione di componenti economiche che
hanno inciso positivamente sul margine servizi; sono nel contempo venuti meno
proventi finanziari in ragione dei rendimenti più contenuti dei titoli acquistati.
Hanno, al contrario, contribuito positivamente alla dinamica dell’aggregato in
discussione la significativa crescita dei volumi intermediati riconducibili a
clientela, la minore esposizione verso la Banca Centrale Europea e, più in generale
le più favorevoli condizioni di approvvigionamento di fondi nelle varie forme
tecniche di finanziamento interbancario.
Il margine dei servizi ha registrato un andamento molto positivo.
Il contributo dell’area finanza (+155,8%) ha in particolare beneficiato del suddetto
riposizionamento del portafoglio titoli.
Ha inoltre inciso positivamente il risultato dell’attività di negoziazione e copertura,
sulla quale ha in particolare rilevato, in ragione dell’evoluzione dei tassi di
riferimento, la favorevole valutazione di derivati posti a copertura massiva e
specifica di poste dell’attivo e del passivo. Sempre nell’ambito dell’area finanza,
effetti negativi si sono rilevati nel riacquisto di emissioni subordinate, non
computabili sotto il profilo regolamentare, finalizzato principalmente al
miglioramento del costo di tale forma di finanziamento.
Nel comparto commissionale, è da segnalare in via prioritaria il progresso dell’area
di gestione ed intermediazione (+18,2%), trainato, come già evidenziato anche a
livello commerciale, dall’apporto del risparmio gestito: +27,1% le commissioni
relative al collocamento di fondi aperti di Gruppo e di case terze; +25,1% le
commissioni rivenienti dalle gestioni patrimoniali. Lo sviluppo del risparmio
assicurativo ha altresì consentito di accrescere le commissioni ad esso associate
(+27,1%, per quanto riguarda i prodotti di Gruppo e di terzi); a tale riguardo i
maggiori benefici si sono manifestati nel collocamento di prodotti vita di gruppo.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
47
Sempre nell’ambito della gestione ed intermediazione, ha inciso negativamente il
potenziamento in atto della rete di promozione finanziaria (+56,5% le commissioni
passive derivanti dall’offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi).
Si sono sostanzialmente mantenuti i proventi legati ai servizi bancari tradizionali
(+1,0%). Nel dettaglio, si rileva il maggiore apporto delle commissioni da conti
correnti e da servizi di incasso e pagamento (+1,1%), il venir meno di oneri a titolo
di garazia ricevuta da Banca Centrale Europea a fronte di finanziamenti su titoli
propri (progresso di oltre 3 milioni di euro della voce commissioni da garanzie
rilasciate/ricevute), i minori benefici derivanti dalle cosiddette commissioni
(civilisticamente iscritte tra i proventi di gestione) di istruttoria veloce (-20,4%).
In riferimento all’andamento delle spese generali e degli ammortamenti, anche il
semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia progettuali, sia di
potenziamento reti) finalizzate allo sviluppo commerciale, nonché da intense
attività progettuali di natura normativa. Va anche rilevato, per una migliore
comprensione attuale e prospettica della struttura delle spese, che l’area
informatica si va evolvendo verso la maggiore accentuazione dell’insourcing di
processi e attività.
Come già accennato nella parte dedicata al credito problematico, il costo del
credito è risultato in aumento. Le maggiori rettifiche, ascrivibili al necessario rigore
valutativo delle policy creditizie, sono state principalmente destinate al
potenziamento delle coperture sia dei crediti in bonis, sia dei crediti problematici.
Le principali componenti straordinarie che hanno interessato il semestre hanno
riguardato:
- un accantonamento di 5,1 milioni di euro al fondo rischi ed oneri a titolo di
contributo al Fondo Nazionale per la Risoluzione. Nell’ambito della direttiva
BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive – 2014/59/EU), che definisce,
con decorrenza 1 gennaio 2015, le nuove regole di risoluzione delle crisi
bancarie, gli stati membri dovranno infatti costituire, a finanziamento di tali
eventualità e nel periodo 2015-2024 (e fino a concorrenza di un livello di
risorse pari ad almeno l’1% dell’ammontare dei depositi protetti), un Fondo
attraverso una contribuzione ex ante (più una parte eventuale ex post, al
verificarsi di determinate circostanze). La direttiva BRRD è stata recepita
nell’ordinamento nazionale i primi giorni di luglio. L’accantonamento
effettuato, che riflette la quota di competenza della banca relativa all’intero
esercizio 2015, risulta dall’interpretazione 21 recentemente omologata
dall’IFRIC secondo la quale la passività relativa al pagamento di un tributo
nasce nel momento in cui si verifica il fatto vincolante; vi è infatti la certezza
di dover corrispondere il pagamento annuale per il 2015 e, inoltre, la banca è
stata in grado di effettuare una stima, al meglio degli elementi attualmente a
disposizione, del contributo annuo anche con l’ausilio di informazioni
prodotte dall’associazione di categoria;
- un provento di 5,6 milioni di euro a titolo di plusvalenza relativa alla cessione
delle azioni detenute in SIA, appostate tra le “attività disponibili per la
vendita”.
Sempre nell’ambito straordinario va anche segnalato il venir meno, rispetto al
primo semestre 2014, di un provento connesso alla cessione di immobili
strumentali (2,8 milioni di euro).
Relativamente all’evoluzione delle imposte sul reddito ha inciso positivamente, per
oltre 3 milioni di euro), il risultato della revisione dell’aliquota sulle imposte
anticipate formatesi in sede di accantonamento di componenti variabili delle spese
del personale (modifiche apportate alla disciplina del tributo regionale dalla Legge
di Stabilità per il 2015).
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
48
L’evoluzione del patrimonio nel semestre è prevalentemente ascrivibile, oltre che al
risultato di periodo ed ai dividendi distribuiti a valere sul risultato 2014, agli effetti
negativi derivanti dalla valutazione dei titoli appostati tra le “attività finanziarie
disponibili per la vendita”.
Banca Euromobiliare
06/2015 06/2014
2014
2013
patrimonio gestito
milioni €
6.585
5.799
6.070
5.331
patrimonio complessivo
milioni €
9.649
8.793
8.938
7.948
promotori finanziari
n.
291
290
285
284
Dipendenti
n.
211
205
207
199
Filiali
n.
20
19
19
19
patrimonio netto senza utile
milioni €
84,6
80,1
80,0
75,1
utile ante imposte
migliaia
9.938
5.065
8.784
8.304
utile netto
migliaia
6.832
3.104
5.030
4.261
La società presenta un apprezzabile sviluppo commerciale, focalizzato sulla
raccolta gestita ed assicurativa. Al riguardo, significativi afflussi hanno interessato
l’intera gamma produttiva sia del gruppo che di case terze.
E’ proseguita nel semestre l’azione mirata di reclutamento di promotori e private
bankers di elevato profilo professionale.
Sul risultato economico, in apprezzabile progresso, ha inciso in particolare il
maggiore apporto commissionale derivante dal comparto del risparmio gestito e del
servizio di consulenza multibrand. Per contro si sono evidenziate maggiori spese e
commissioni connesse al citato potenziamento commerciale in atto.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
49
Credem International (Lux)
06/2015 06/2014
2013
impieghi a clientela
milioni €
11
10
14
10
raccolta diretta
milioni €
171
332
242
518
raccolta indiretta
milioni €
983
1.061
849
694
patrimonio gestito da Euromobiliare International Fund Sicav
milioni €
6.142
5.935
5.882
5.314
28
27
26
25
Dipendenti
n.
patrimonio netto senza utile
milioni €
141,4
122,8
122,6
117,3
utile ante imposte
migliaia
11.441
9.885
23.523
19.072
utile netto
migliaia
9.208
7.882
18.875
15.405
Relativamente all’ambito di attività relativo ai servizi resi a Euromobiliare
International Fund Sicav, è proseguita con particolare dinamismo l’attività di
aggiornamento dell’offerta prodotti con l’attivazione di cinque nuovi prodotti, di cui
tre di tipo flessibile e due obbligazionari a scadenza definita.
La società ha segnato il progresso delle masse (+3,5% rispetto a giugno 2014; +
4,4% rispetto a fine 2014), coerentemente alle evidenze di sistema che, nel
contesto della crescita sostenuta dei fondi aperti, registrano un’analoga tendenza
dei fondi di diritto estero (+27,5% rispetto a giugno 2014; +16,1% rispetto a
dicembre 2014); in termini di tipologia di prodotto il comparto che ha beneficiato
dei maggiori progressi è risultato quello flessibile.
Per quanto riguarda la raccolta complessiva della società, progredita rispetto a fine
2014, si è assistito ad una parziale ricomposizione verso prodotti indiretti.
Il risultato economico, in sensibile progresso, riflette in particolare il maggiore
apporto commissionale derivante dalla gestione delle Sicav e la rilevazione di
proventi connessi alla performance di prodotti non più autonomamente operativi.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
50
2014
Credemleasing
06/2015 06/2014
2014
2013
numero contratti stipulati
- comparto mobiliare
- comparto immobiliare
n.
1.767
1.312
2.535
2.381
164
143
311
216
1.931
1.455
2.846
2.597
245,4
137,1
261,0
199,4
94,9
110,4
229,1
159,8
340,3
247,4
490,1
359,2
4,02
3,20
3,07
2,50
2.156
2.052
2.100
2.014
importo contratti stipulati
- comparto mobiliare
- comparto immobiliare
milioni €
quota del mercato nazionale (sul valore dei beni)
crediti da locazione finanziaria
%
milioni €
punti vendita
n.
16
18
17
17
Dipendenti
n.
81
80
80
79
patrimonio netto senza utile
milioni €
147,4
137,5
137,2
135,2
utile ante imposte
migliaia
8.820
8.147
13.037
13.703
utile netto
migliaia
5.998
5.016
8.077
8.008
Le evidenze a giugno di ASSILEA confermano la ripresa del mercato della locazione
finanziaria; la dinamica positiva ha al riguardo interessato sia il numero delle
stipule (+14,4%), sia il valore degli investimenti finanziati (+8,9%) e si è focalizzata
sui comparti dei beni strumentali (+7,4% il valore degli investimenti finanziati) e
degli autoveicoli (+18,4% il valore degli investimenti finanziati). In flessione, dopo
la positiva chiusura del 2014, sono risultati i finanziamenti erogati al settore
immobiliare (-3,4%).
L’andamento commerciale della società ha segnato risultati apprezzabili, che
riflettono le tendenze di sistema, ma con ritmi di crescita superiori alle stesse
evidenze di sistema (+37,6% il valore degli investimenti finanziati; +32,7% il
numero delle stipule). Lo sviluppo si è particolarmente concentrato, in termini di
valori dell’investimento, nel comparto mobiliare (+79%) ed in particolare
nell’ambito dei beni strumentali (+77,4%).
Sotto il profilo economico, la contenuta crescita dei capitali medi produttivi ha
riflesso la tenuta dei ricavi da proventi finanziari e commissioni. La positiva
evoluzione dell’utile netto è altresì connessa al venir meno di accantonamenti
straordinari di natura fiscale che avevano contraddistinto il primo semestre 2014.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
51
Credemfactor
06/2015 06/2014
2013
- crediti ceduti (flussi)
milioni €
1.220
1.004
2.249
1.911
- outstanding
milioni €
694
607
758
659
- crediti anticipati
milioni €
591
511
652
552
53
46
49
43
dipendenti
n.
patrimonio netto senza utile
milioni €
58,1
50,3
50,3
46,6
utile ante imposte
migliaia
4.784
5.926
11.673
11.404
utile netto
migliaia
3.314
4.020
7.774
6.725
In un contesto che manifesta contenuti segnali di ripresa sulla base delle più
recenti rilevazioni di ASSIFACT la società ha mantenuto positivi ritmi di crescita
sia nel turnover (+25,8% rispetto al +,4,4% di sistema), sia nelle “consistenze”
creditizie (+23,9% rispetto al 2,7% di sistema), sia nell’outstanding (+20,2%
rispetto al -0,1% di sistema).
L’utile della società risulta in contrazione. Nel dettaglio, al beneficio apportato
dallo sviluppo commerciale, e in un contesto caratterizzato dall’ulteriore riduzione
dei tassi di riferimento, la società ha risentito della riduzione degli spread di
mercato, concentrato in particolare su operazione perfezionate con controparti
“large”.
Come previsto, sono proseguiti gli sforzi di adeguamento della struttura a supporto
dell’evoluzione commerciale e normativa.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
52
2014
Euromobiliare Asset Management s.g.r.
06/2015 06/2014
2014
2013
Fondi Azionari
173
157
436
336
Fondi Bilanciati
319
194
192
187
1.964
1.694
1.460
1.186
386
435
414
463
Fondi Obbligazionari
Fondi Liquidità
Fondi Hedge
Fondi Flessibili
8
12
9
12
1.120
750
868
830
3.379
3.016
PATRIMONIO GESTITO IN FONDI COMUNI
milioni €
3.969
3.242
TOTALE PATRIMONIO GESTITO (compreso gestioni in delega)
milioni
12.456
10.237
10.004
quota di mercato nazionale compreso SICAV gestite in delega
%
1,29
1,50
1,36
1,49
Dipendenti
n.
85
78
84
80
patrimonio netto senza utile
milioni €
45,8
36,7
36,5
31,9
utile ante imposte
migliaia
8.906
3.287
14.073
10.428
utile netto
migliaia
6.197
2.085
9.350
6.383
2014
2013
Il semestre registra una raccolta netta di fondi aperti positiva (68,6 miliardi di euro
circa, di cui 18,2 ascrivibili a fondi di diritto italiano). Il citato recupero della
raccolta netta si è concentrato prevalentemente sui comparti flessibile,
obbligazionario e bilanciato. Anche lo stock di fine periodo riferito agli stessi
strumenti manifesta un progresso del 25,7% rispetto al semestre precedente
(+21,8% i fondi di diritto italiano; +27,5% i fondi di diritto estero); rispetto a fine
2014 lo stesso aggregato presenta un analogo segno positivo (+14,5%, di cui 10,9%
i fondi di diritto italiano e +16,1% i fondi di diritto estero).
Sotto il profilo commerciale la società ha registrato un significativo progresso delle
masse
direttamente
gestite,
con
particolare
riguardo
ai
comparti
obbligazionario/life cycle e bilanciato.
Il risultato economico ha beneficiato in particolare del maggiore apporto
commissionale connesso al citato aumento delle masse direttamente gestite ed alla
rilevazione di proventi connessi alla performance di prodotti non più
autonomamente operativi.
Credem Private Equity s.g.r.
06/2015 06/2014
patrimonio gestito
milioni €
37
49
49
48
patrimonio netto
milioni €
4,2
3,9
3,9
3,6
utile ante imposte senza utile
migliaia
238
216
456
419
utile netto
migliaia
144
133
293
227
All’ordinaria attività di gestione delle partecipazioni in essere si è affiancato il
rimborso del ricavato riveniente dalla cessione, perfezionata nel 2014,
dell’interessenza detenuta in Fida Srl (10,9 milioni di euro circa).
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
53
Magazzini Generali delle Tagliate
06/2015 06/2014
ricavi per magazzinaggio
milioni €
2014
2013
2,1
2,2
4,3
4,3
giacenza media forme
n.
426.000
432.000
427.000
427.000
Dipendenti
n.
29
29
29
29
milioni €
17,3
16,7
16,7
16,3
utile ante imposte
migliaia
345
464
876
817
utile netto
migliaia
232
366
555
504
2014
2013
patrimonio netto senza utile
Il risultato ha risentito dei minori ricavi connessi al magazzinaggio ed ai servizi
accessori; come previsto si sono accresciute le spese, con particolare riferimento
all’information tecnology e al concorso agli investimenti di miglioramento e
potenziamento dei siti produttivi.
Nella seconda parte del semestre la domanda di deposito ha evidenziato una
sensibile ripresa a causa del rallentamento nella commercializzazione del
Parmigiano Reggiano.
Credemtel
06/2015 06/2014
ricavi per prestazioni e vendita software
Dipendenti
milioni €
7,9
7,1
14,5
13,8
n.
65
52
58
49
patrimonio netto senza utile
milioni €
11,9
9,8
9,8
9,1
utile ante imposte
migliaia
1.681
1.440
3.168
2.670
utile netto
migliaia
1.299
913
2.010
1.781
La società è attiva su diversi fronti a sostegno dell’innovazione dei servizi erogati,
con particolare riferimento allo studio e realizzazione del nuovo applicativo
inerente il corporate banking interbancario.
Tali sforzi, che si riflettono inevitabilmente nell’evoluzione dei costi della struttura,
non hanno peraltro impedito il positivo andamento del risultato economico.
Al riguardo, anche grazie all’operazione di acquisizione ed incorporazione della
società Topkey realizzata nel secondo scorcio del 2014, la società ha registrato la
crescita significativa del fatturato, con particolare riferimento a quello riveniente
dalla gestione elettronica dei documenti (+11,3%), area, quest’ultima, che
costituisce, con circa il 67% in termini di apporto, la principale fonte di ricavo del
business societario.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
54
Creacasa
06/2015
06/2014
2014
2013
milioni €
186
168
360
324
agenti
n.
264
265
274
250
dipendenti
n.
12
12
12
10
mutui e prestiti intermediati
patrimonio netto senza utile
milioni €
15,1
11,7
11,7
8,1
utile ante imposte
migliaia €
2.404
2.555
5.146
6.698
utile netto
migliaia €
1.888
1.737
3.459
4.636
Già si è detto in sede introduttiva dei segnali di ripresa che hanno caratterizzato il
mercato dei mutui nell’ultimo periodo e dei confortanti risultati conseguiti dal
gruppo in tale ambito.
La società ha segnato al riguardo un apprezzabile recupero nelle erogazioni
(+10,8%).
Si è altresì rafforzata l’operatività di collocamento di prodotti assicurativi stand
alone (+79% le polizze collocate in tale modalità).
Sotto il profilo economico la società ha in particolare beneficiato dei maggiori
proventi connessi al collocamento di mutui. Hanno inciso negativamente i costi di
struttura connessi all’ampliamento del business, nonché accantonamenti
finalizzati a fronteggiare fattispecie contrattuali con la Capogruppo e con la rete
agenziale.
Euromobiliare Fiduciaria
06/2015 06/2014
titoli e valori in amministrazione
milioni €
2014
2013
1.055
1.042
1.028
1.098
mandati fiduciari
n.
779
880
808
933
Dipendenti
n.
8
9
8
9
patrimonio netto senza utile
milioni €
2,8
2,7
2,7
2,4
utile ante imposte
migliaia
178
163
186
437
utile netto
migliaia
109
118
82
290
La società conferma sostanzialmente il risultato economico del semestre
precedente. E’ proseguita anche nel primo scorcio del semestre l’attività di
razionalizzazione dei contratti e dei mandati.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
55
Credemvita
06/2015 06/2014
2013
raccolta premi (flussi)
milioni €
981
748
1.276
853
riserve tecniche
milioni €
5.127
3.921
4.409
3.236
numero polizze in essere
n.
110.801
103.388
106.116
98.739
Dipendenti
n.
45
44
42
43
patrimonio netto senza utile
milioni €
177,1
155,2
149,6
133,2
utile ante imposte
migliaia
25.980
21.643
38.253
28.739
utile netto
migliaia
16.544
12.664
23.267
15.640
Già è stato illustrato in sede introduttiva il sensibile progresso della raccolta
assicurativa, focalizzato, a livello di sistema, sui prodotti di ramo III.
In tale contesto la società registra il sensibile progresso delle consistenze di riserve
e dei flussi di raccolta premi. Le già ricordate condizioni di mercato, unitamente al
potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla clientela affluent e private,
hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked (riferibili a polizze di Unit) di
ramo III (622 milioni di euro di raccolta rispetto ai 211 del primo semestre 2014).
Ancora positiva, ma in rallentamento rispetto al 2014, è risultata la raccolta di
polizze rivalutabili di ramo I e V (341 milioni di euro rispetto ai 519 del primo
semestre 2014); tale comparto ha in particolare risentito dell’evoluzione dei tassi di
interesse e dei conseguenti, minori rendimenti offerti.
Sull’apprezzabile progresso del risultato economico hanno positivamente inciso i
ritorni commissionali legati all’accelerazione nel classamento di polizze Unit Linked
ed i proventi finanziari delle gestioni riconducibili alle polizze di ramo I e V.
Per quanto riguarda questi ultimi ricavi, condizionati anche dal rilevante sviluppo
commerciale che nel 2014 ha contraddistinto il ramo vita tradizionale, va anche
segnalata la possibile, progressiva, attenuazione del ritmo di crescita nel prosieguo
dell’esercizio, in relazione al ridursi del rendimento medio delle gestioni separate,
della più moderata dinamica commerciale del comparto vita, del minore apporto
dell’attivià di negoziazione.
Ha, al contrario, inciso negativamente l’andamento delle spese generali: come
previsto, anche il semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia
progettuali, sia di potenziamento dell’organico) a sostegno dello sviluppo
commerciale, nonché da intense attività progettuali di natura normativa
Il patrimonio aziendale ha beneficiato, oltre che della capitalizzazione dell’intero
utile dell’esercizio 2014, della rivalutazione delle attività finanziarie al netto delle
componenti attribuite agli assicurati.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
56
2014
Credemassicurazioni
06/2015 06/2014
premi emessi
polizze in essere
Dipendenti
migliaia
n.
n.
2014
2013
15.603
15.533
31.731
28.633
200.172
192.914
198.119
185.119
20
18
19
18
patrimonio netto senza utile
milioni €
22,0
18,3
18,0
15,7
utile ante imposte
migliaia
4.829
2.858
6.283
3.759
utile netto
migliaia
3.218
1.877
4.096
2.324
La raccolta premi della società ha sostanzialmente confermato quella del primo
semestre 2014 (+0,5%).
Nel dettaglio, il collocamento di premi legati a garanzie CPI ha raggiunto i 5,7
milioni di euro (-6,6%); la flessione si è particolarmente concentrata sui prodotti in
distribuzione presso gli sportelli bancari (-10%), anche in riferimento alla diversa
cadenza di specifiche campagne commerciali in tema di finanziamenti.
I premi relativi ai prodotti di protezione individuali hanno raggiunto gli 8,8 milioni
di euro (+4,8%); in tale ambito, la dinamica più favorevole ha riguardato le polizze
Protezione Fabbricato e Protezione Reddito (3,4 milioni di euro e +8%).
Sono risultati in crescita i premi relativi a garanzie leasing (1,1 milioni di euro e +
11%).
Il favorevole andamento del risultato economico è derivato dalla contenuta
sinistralità della gestione corrente, dal miglioramento della riservazione legata a
sinistri pregressi, nonché dai proventi finanziari legati a prese di beneficio sul
portafoglio mobiliare.
Per ultimare l’illustrazione delle società del Gruppo si fa presente che, in
riferimento allo scarso rilievo economico e patrimoniale, non vengono esaminate
specificatamente le società integralmente consolidate Canossa e Credem CB,
veicoli costituiti a supporto del programma di emissione di obbligazioni garantite; è
anche doveroso sottolineare che non sono oggetto di derecognition i patrimoni
creditizi separati correlati alle suddette obbligazioni.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
57
RISULTATI
ECONOMICI
milioni di €
Variazioni
- margine finanziario
06/2015
06/2014
2014
%
210,0
245,8
490,8
(14,6)
- margine servizi (*)
401,0
296,9
577,5
35,1
Margine d'intermediazione
611,0
542,7
1.068,3
12,6
(237,3)
(225,2)
(456,2)
5,4
- spese del personale
- spese amministrative (*)
(111,9)
(105,7)
(198,6)
5,9
costi operativi (*)
(349,2)
(330,9)
(654,8)
5,5
Risultato lordo di gestione
261,8
211,8
413,5
23,6
- ammortamenti
(19,5)
(19,0)
(38,7)
2,6
Risultato operativo
242,3
192,8
374,8
25,7
(9,4)
(3,9)
(8,2)
141,0
3,0
0,7
0,4
328,6
- accantonamenti per rischi e oneri
- oneri/proventi straordinari
- rettifiche nette su partecipazioni e avviamenti
(0,3)
(0,3)
(0,6)
-
- rettifiche nette su crediti
(64,1)
(31,1)
(114,9)
106,1
Utile prima delle imposte
171,5
158,2
251,5
8,4
-
-
(0,1)
-
- imposte sul reddito d'esercizio
(52,2)
(59,2)
(99,6)
(11,8)
Utile netto
119,3
99,0
151,8
20,5
- utile/perdita di terzi
Tale riclassifica è stata effettuata considerando anche dati gestionali non desumibili direttamente dagli
schemi di bilancio e dalle note illustrative.
(*) le spese ed il margine servizi sono stati nettati della componente di imposte indirette e tasse recuperate
alla clientela (43,8 milioni di euro al giugno 2015; 39,7 milioni di euro al giugno 2014; 88,4 milioni di euro
a fine 2014)
LEGENDA:
Margine finanziario
+ Voce 30 Margine d’interesse
+ Voce 70 Dividendi e proventi simili (per la sola quota relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS)
+ Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni escluso gli utile/perdite derivanti da cessioni/valutazioni
- Margine d’interesse Credemvita
Margine servizi
+ Voce 60 Commissioni nette
+ Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione
+ Voce 90 Risultato netto dell’attività di copertura
+ Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto, ad esclusione della sola componente degli utili/perdite su titoli
di capitale
+ Voce 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value
+ Voce 150 Premi netti
+ Voce 160 Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
58
+ Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (al netto delle componenti di natura straordinaria)
+ Voce 70 Dividendi e proventi simili (al netto della quota relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS)
+ Margine d’interesse Credemvita
Risultato operativo
+ Margine d’intermediazione
+ Voce 180 Spese amministrative (spese del personale e altre spese amministrative)
+ Voce 200 Rettifiche /riprese di valore nette su attività materiali
+ Voce 210 Rettifiche /riprese di valore nette su attività immateriali
Utile prima delle imposte
+ Risultato operativo
+ Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri
+ Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti ed altre operazioni finanziarie
+ Oneri/proventi straordinari:
Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze)
Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale
Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita
Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti
Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al netto delle imposte
Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da cessioni/valutazioni
Indici
06/2015 06/2014
2014
margine servizi su margine di intermediazione
%
65,6
54,7
54,1
costi operativi su margine di intermediazione
%
57,2
61,0
61,3
ROA
%
0,33
0,30
0,44
ROE
%
5,1
4,5
6,8
Legenda
*ROA anno X= voce 320 “utile (perdita) d’esercizio/totale dell’attivo
*ROE anno X=
Utile netto/(patrimonio anno x-1+ patrimonio anno x)
2
Patrimonio: somma algebrica di
140 Riserva da valutazione
150 Azioni rimborsabili
170 Riserve
180 Sovrapprezzi di emissione
190 Capitale
200 Azioni proprie (-)
220 Utile consolidato al netto dividendi distribuiti (o deliberato) dalla Capogruppo o comunque dalla società
consolidante
Ha segnato un significativo progresso l’andamento della gestione caratteristica.
In dettaglio, la riduzione del margine finanziario ha risentito negativamente
dell’andamento della forbice clientela e dell’apporto del portafoglio titoli.
I margini della clientela hanno riflesso l’andamento ulteriormente al ribasso dei
tassi di riferimento, la pianificata crescita commerciale accelerata delle masse
intermediate, l’elevata qualità, in termini di rating, del portafoglio crediti.
Ha altresì inciso negativamente il minor rendimento del portafoglio titoli.
Nel corso del semestre in rassegna si è infatti proceduto, in relazione ai ristretti
margini di ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio
titoli di proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri
titoli governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza.
Tale operazione ha comportato l’appostazione di componenti economiche che
hanno inciso positivamente sul margine servizi; sono nel contempo venuti meno
proventi finanziari in ragione dei rendimenti più contenuti dei titoli acquistati.
Hanno, al contrario, contribuito positivamente alla dinamica dell’aggregato in
discussione la significativa crescita dei volumi intermediati riconducibili a
clientela, la minore esposizione verso la Banca Centrale Europea e, più in generale
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
59
le più favorevoli condizioni di approvvigionamento di fondi nelle varie forme
tecniche di finanziamento interbancario.
Dalla tabella seguente è possibile (in %) apprezzare infatti l’evoluzione dei tassi
relativi ai rapporti con la clientela:
06/2015
06/2014
2014
2013
tasso medio impieghi
2,84
3,32
3,17
3,28
tasso medio raccolta
-0,67
-0,93
0,88
1,18
"forbice" clientela
2.17
2,39
2,29
2,10
Anche il margine dei servizi ha registrato un andamento positivo.
Il contributo dell’area finanza del “gruppo bancario” ha in particolare beneficiato
del suddetto riposizionamento del portafoglio titoli.
Ha inoltre inciso positivamente il risultato dell’attività di negoziazione e copertura,
sulla quale ha in particolare rilevato, in ragione dell’evoluzione dei tassi di
riferimento, la favorevole valutazione di derivati posti a copertura massiva e
specifica di poste dell’attivo e del passivo. Sempre nell’ambito dell’area finanza,
effetti negativi si sono rilevati nel riacquisto di emissioni subordinate, non
computabili sotto il profilo regolamentare, finalizzato principalmente al
miglioramento del costo di tale forma di finanziamento.
Nel comparto commissionale, è da segnalare in via prioritaria il progresso dell’area
di gestione ed intermediazione, trainata, come già evidenziato anche a livello
commerciale, dall’apporto del risparmio gestito: +32,4% le commissioni relative al
collocamento di fondi aperti di Gruppo; +24,6% le commissioni rivenienti dalle
gestioni patrimoniali; +24,4% i ricavi rivenienti dal collocamento, quasi
interamente riconducibili al collocamento di prodotti gestiti di case terze.
Ha registrato una sensibile ascesa il contributo della gestione assicurativa vita di
Gruppo. Sull’apprezzabile progresso di tale risultato hanno positivamente inciso i
ritorni commissionali legati all’accelerazione nel classamento di polizze Unit
Linked ed i proventi finanziari riconducibili dalle gestioni riconducibili alle polizze
di ramo I e V. Per quanto riguarda questi ultimi ricavi, condizionati anche dal
rilevante sviluppo commerciale che nel 2014 ha contraddistinto il ramo vita
tradizionale, va anche segnalata la possibile, progressiva, attenuazione del ritmo
di crescita nel prosieguo dell’esercizio, in relazione al ridursi del rendimento medio
delle gestioni separate, della più moderata dinamica commerciale del comparto,
del minore apporto dell’attivià di negoziazione.
Meno accentuata è stata la dinamica relativa ai proventi assicurativi del ramo
danni e dei prodotti assicurativi di terzi (-2,7%), ove la contenuta contrazione è
quasi interamente riconducibile al citato ramo danni.
Apprezzabile è risultato il progresso riveniente dalla consulenza in materia di
investimenti e struttura finanziaria (+47,2%) e dalla raccolta ordini per conto terzi
(+11,3%).
Sempre nell’ambito della gestione ed intermediazione, ha inciso negativamente il
potenziamento in atto della rete di promozione finanziaria (+44,2% le commissioni
passive derivanti dall’offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi).
Si sono sostanzialmente mantenuti i proventi legati ai servizi bancari tradizionali.
Nel dettaglio, si rileva il maggiore apporto delle commissioni da conti correnti e da
altri servizi (+2,0%), da servizi di incasso e pagamento (+0,5%), il venir meno di
oneri a titolo di garazia ricevuta da Banca Centrale Europea a fronte di
finanziamenti su titoli propri (progresso di oltre 3 milioni di euro della voce
commissioni da garanzie rilasciate/ricevute), i minori benefici derivanti dalle
cosiddette commissioni (civilisticamente iscritte tra i proventi di gestione) di
istruttoria veloce (-20%).
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
60
Si fornisce di seguito una scomposizione del margine servizi per area di
contribuzione (in milioni di €):
06/2015 06/2014
-
gestione e intermediazione
-
servizi bancari (*)
COMMISSIONI NETTE
var.%
147,8
120,4
22,7
98,2
97,4
0,8
246,0
217,8
12,9
113,0
44,5
153,9
-
trading titoli, cambi e derivati
-
gestione assicurativa ramo vita
31,6
25,2
25,4
-
saldo altri proventi e oneri di gestione (*)
10,4
9,4
11,5
401,0
296,9
35,1
MARGINE SERVIZI
(*) i ricavi denominati di istruttoria veloce sono stati riclassificati tra le commissioni, a deduzione dei proventi di gestione
Le voci della sopra illustrata tabella sono al netto delle corrispondenti voci di Credemvita, che vengono sinteticamente esposte nella
“gestione assicurativa ramo vita”.
Di seguito riportiamo l’analisi dei principali aggregati e del contributo delle singole
società (in milioni di €):
Margine d’intermediazione
06/2015
06/2014
variazione
importo
inc.%
importo
inc.%
%
480,3
77,1
452,5
78,5
6,1
Credem International (Lux)
14,2
2,3
12,5
2,2
13,6
Credemleasing
17,6
2,8
17,5
3,0
0,6
Credito Emiliano
9,7
1,6
10,8
1,9
-10,2
Banca Euromobiliare
34,9
5,6
29,3
5,1
19,1
Euromobiliare A.M. SGR
17,9
2,9
12,1
2,1
47,9
Magazzini Generali delle Tagliate
2,1
0,3
2,2
0,4
-4,5
Credemtel
7,7
1,2
7,0
1,2
10,0
Creacasa
5,7
0,9
5,0
0,9
14,0
31,6
5,1
25,3
4,4
24,9
1,6
0,3
1,5
0,3
6,7
100,1
575,7
100,0
Rettifiche di consolidamento
623,3
-12,3
-33,0
8,3
-62,7
Margine d’intermediazione
611,0
542,7
12,6
Credemfactor
Credemvita
Altre società
Aggregato
Le rettifiche di consolidamento al margine finanziario riguardano principalmente i
dividendi incassati da società comprese nell’area di consolidamento (in tale
semestre peraltro non presenti), l’apporto delle partecipazioni valutate al
patrimonio netto e i ricavi per prestazioni erogate all’interno del Gruppo.
In riferimento all’andamento delle spese generali e degli ammortamenti, anche il
semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia progettuali, sia di
potenziamento reti) finalizzate allo sviluppo commerciale, nonché da intense
attività progettuali di natura normativa. Va anche rilevato, per una migliore
comprensione attuale e prospettica della struttura delle spese, che l’area
informatica si va evolvendo verso la maggiore accentuazione dell’insourcing di
processi e attività.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
61
Costi operativi
06/2015
Credito Emiliano
Credem International (Lux)
06/2014
variazione
importo
inc.%
importo
inc.%
%
298,2
82,8
283,3
82,9
5,3
2,6
0,7
2,4
0,7
8,3
1,7
5,3
Credemleasing
6,0
1,7
5,7
Credemfactor
4,2
1,2
4,0
1,2
5,0
24,8
6,9
23,7
6,9
4,6
8,9
2,5
8,7
2,5
2,3
0,4
7,1
9,6
Banca Euromobiliare
Euromobiliare A.M. SGR
Magazzini Generali delle Tagliate
1,5
0,4
1,4
Credemtel
5,7
1,6
5,2
1,5
0,7
8,3
Creacasa
2,6
0,7
2,4
Credemvita
4,5
1,2
3,6
1,1
25,0
Altre società
1,2
0,3
1,2
0,4
0,0
100,0
341,6
100,0
5,4
Rettifiche di consolidamento
360,2
-11,0
Costi operativi
349,2
Aggregato
-10,7
330,9
5,5
Risultato operativo
06/2015
06/2014
importo
inc.%
importo
inc.%
%
165,8
67,7
153,4
70,9
8,1
Credem International (Lux)
11,4
4,7
9,9
4,6
15,2
Credemleasing
11,3
4,6
11,6
5,4
-2,6
Credemfactor
5,3
2,2
6,7
3,1
-20,9
Banca Euromobiliare
9,7
4,0
5,3
2,4
83,0
Euromobiliare A.M. SGR
8,9
3,6
3,3
1,5
169,7
Magazzini Generali delle Tagliate
0,3
0,1
0,5
0,2
-40,0
Credemtel
1,7
0,7
1,4
0,6
21,4
Credito Emiliano
Creacasa
Credemvita
Altre società
Aggregato
Rettifiche di consolidamento
Risultato operativo
3,0
1,2
2,6
1,2
15,4
26,8
10,9
21,3
9,8
25,8
0,7
0,3
0,4
0,2
75,0
244,9
100,0
216,4
100,0
13,2
-2,6
-23,6
-89,0
242,3
192,8
25,7
Come già accennato nella parte dedicata al credito problematico, il costo del
credito è risultato in aumento. Le maggiori rettifiche, ascrivibili al necessario rigore
valutativo delle policy creditizie, sono state principalmente destinate al
potenziamento delle coperture sia dei crediti in bonis, sia dei crediti problematici.
Le principali componenti straordinarie che hanno interessato il semestre, rilevate
nel bilancio di Credembanca, hanno riguardato:
un accantonamento di 5,1 milioni di euro al fondo rischi ed oneri a titolo di
contributo al Fondo Nazionale per la Risoluzione. Nell’ambito della direttiva BRRD
(Bank Recovery and Resolution Directive – 2014/59/EU), che definisce, con
decorrenza 1 gennaio 2015, le nuove regole di risoluzione delle crisi bancarie, gli
stati membri dovranno infatti costituire, a finanziamento di tali eventualità e nel
periodo 2015-2024 (e fino a concorrenza di un livello di risorse pari ad almeno
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
62
Variazione
l’1% dell’ammontare dei depositi protetti), un Fondo attraverso una contribuzione
ex ante (più una parte eventuale ex post, al verificarsi di determinate circostanze).
La direttiva BRRD è stata recepita ai primi di luglio nell’ordinamento nazionale.
L’accantonamento effettuato, che riflette la quota di competenza della banca
relativa all’intero esercizio 2015, risulta dall’interpretazione 21 recentemente
omologata dall’IFRIC secondo la quale la passività relativa al pagamento di un
tributo nasce nel momento in cui si verifica il fatto vincolante; vi è infatti la
certezza di dover corrispondere il pagamento annuale per il 2015 e, inoltre, la
banca è stata in grado di effettuare una stima, al meglio degli elementi
attualmente a disposizione, del contributo annuo anche con l’ausilio di
informazioni prodotte dall’associazione di categoria;
- un provento di 5,6 milioni di euro a titolo di plusvalenza relativa alla cessione
delle azioni detenute in SIA, appostate tra le “attività disponibili per la
vendita”.
Sempre nell’ambito straordinario va anche segnalato il venir meno, rispetto al
primo semestre 2014, di un provento connesso alla cessione di immobili
strumentali (2,8 milioni di euro).
Relativamente all’evoluzione delle imposte sul reddito ha inciso positivamente, per
oltre 3 milioni di euro), il risultato della revisione dell’aliquota sulle imposte
anticipate formatesi in sede di accantonamento di componenti variabili delle spese
del personale (modifiche apportate alla disciplina del tributo regionale dalla Legge
di Stabilità per il 2015).
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
63
Utile d’esercizio
06/2015
06/2014
Apporto
apporto
utile/
all’utile
utile/
all’utile
perdita
rettifiche
consolid.
inc. %
perdita
rettifiche
consolid.
inc. %
69,0
-0,5
68,5
57,4
82,7
-20,0
62,7
63,4
Credem International (Lux)
9,2
-
9,2
7,7
7,9
-
7,9
8,0
Credemleasing
6,0
-
6,0
5,0
5,0
-
5,0
5,0
Credito Emiliano
Credemfactor
3,3
-
3,3
2,8
4,0
-
4,0
4,0
Banca Euromobiliare
6,8
-0,3
6,5
5,4
3,1
-0,2
2,9
2,9
Euromobiliare A.M. SGR
6,2
-
6,2
5,2
2,1
-
2,1
2,1
Credem Private Equity SGR
0,2
-
0,2
0,2
0,1
-
0,1
0,1
Magazzini Generali delle Tagliate
0,2
-
0,2
0,2
0,4
-
0,4
0,4
Creacasa
1,9
-
1,9
1,6
1,7
-
1,7
1,7
1,3
-
1,3
1,1
0,9
-
0,9
0,9
16,5
-
16,5
13,8
12,7
-
12,7
12,8
Credemassicurazioni
3,2
-1,6
1,6
1,3
1,9
-1,0
0,9
1,0
Euromobiliare Fiduciaria
0,1
-
0,1
0,1
0,1
-
0,1
0,1
Altre rettifiche non attribuite
0,0
-2,1
-2,1
-1,8
0,0
-2,4
-2,4
-2,4
119,4
100,0
99,0
100,0
Credemtel
Credemvita
Utile consolidato
123,9
-4,5
122,6
-23,6
Di seguito forniamo, (in migliaia di euro), il raccordo tra il patrimonio netto ed il
risultato del periodo della controllante con quelli risultanti dal bilancio
consolidato:
Saldi al 30 giugno 2015 di Credembanca
Patrimonio
Netto
di cui:
utile
1.944.427
68.971
423.182
51.765
2.113
1.612
-
-
9.285
-
-3.462
-2.992
2.375.545
119.356
Eccedenze rispetto ai valori di carico:
• società consolidate integralmente
• società valutate con il metodo del patrimonio netto
Dividendi incassati nell'esercizio
Avviamenti
Eliminazione utili infragruppo e altre rettifiche
Saldi al 30 giugno 2015 del Gruppo
Per una più dettagliata disamina circa la distribuzione e l’andamento per settori di
attività e per area geografica degli aggregati economici si rimanda alla specifica
parte L delle “Note illustrative”.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
64
MEZZI
PATRIMONIALI
mezzi propri “civilistici” *
milioni €
06/2015
06/2014
2014
2013
2.335,8
2.283,6
2.326,3
2.115,7
* Legenda:
Patrimonio: somma algebrica di
140 Riserva da valutazione
150 Azioni rimborsabili
170 Riserve
180 Sovrapprezzi di emissione
190 Capitale
200 Azioni proprie (-)
220 Utile consolidato al netto dell’ipotesi di distribuzione dei dividendi di Credito Emiliano
La contenuta variazione positiva del patrimonio civilistico beneficia, positivamente
della ipotizzata capitalizzazione del risultato semestrale (79,6 milioni di euro,
calcolato secondo le metriche regolamentari previste nel Regolamento UE
241/2014) e, negativamente del risultato della valutazione delle “attività
finanziarie disponibili per la vendita” (-84,8 milioni di euro), determinato in larga
misura dal peggioramento del rischio percepito dei titoli governativi verificatosi
nell’ultimo scorcio del semestre. Di seguito vengono illustrati gli ulteriori effetti che
hanno determinato l’entità del patrimonio aziendale di fine semestre:
•
il saldo positivo, della valutazione al fair value dei contratti derivati di
copertura dei flussi finanziari (10 milioni di euro)
•
il saldo positivo della valutazione attuariale del trattamento di fine rapporto
(3,9 milioni di euro);
•
la capitalizzazione dei costi del personale connessi a piani di remunerazione
basati su strumenti finanziari (0,7 milioni di euro).
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
65
Di seguito, si riporta il prospetto che illustra (in milioni di euro) l’adeguatezza
patrimoniale secondo i parametri di Bankitalia:
06/2015(*)
06/2015(**)
2014(***)
Totale fondi propri
Milioni €
2.233,2
2.235,3
1.958,2
- di cui Common Equity tier 1
milioni €
1.952,3
1.941,3
1.863,8
- di cui Totale capitale di classe 1
milioni €
1.952,3
1.941,3
1.863,8
1.208,1
1.207,6
1.196,9
20,4
20,4
24,7
117,1
117,1
117,1
1.345,6
1.345,1
1.338,7
Assorbimento patrimoniale relativo ai rischi:
.
di credito e controparte
.
di mercato
.
operativo
Requisito patrimoniale complessivo
CET1 capital ratio (****)
%
11,6
11,6
11,1
TIER 1 capitale ratio
%
11,6
11,6
11,1
Total capital ratio
%
13,3
13,3
11,7
CET1 capital ratio
7,0
7,0
7,0
TIER 1 capitale ratio
8,5
8,5
8,0
10,5
10,5
10,5
Target regolamentari (*****)
Total capital ratio
%
(*) normativa vigente nel 2015 “phased in”
(**) normativa vigente nel 2015 “fully phased”
(***) regime transitorio vigente nel 2014
(****) se CET1<TIER1; CET1=T1
(*****) comprensivi del cosiddetto “capital conservation buffer”
L’evoluzione della situazione patrimoniale del semestre, migliorata rispetto alla fine
del 2014, riflette in particolare la capitalizzazione ipotizzata dell’utile semestrale
(determinata in base alle stesse norme citate nel commento del patrimonio
civilistico), l’emissione di prestiti subordinati (più ampiamente descritta nel
capitolo dedicato alla raccolta), la sostanziale stabilità dei rischi, ed in particolare
di quello creditizio.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
66
Nel bilancio 2014 sono state illustrate le ragioni ed indicate le fonti normative che
hanno reso necessaria la modifica del perimetro di consolidamento del gruppo ai
fini della vigilanza prudenziale, portando a calcolare i ratios patrimoniali a livello
di Credemholding, società controllante al 77% di Credem Spa. Il seguente
prospetto illustra (in milioni di euro) l’adeguatezza patrimoniale secondo i
parametri Bankitalia del perimetro che fa capo a Credemholding:
06/2015(*)
06/2015(**)
2014(***)
Totale fondi propri
Milioni €
2.189,0
2.092,7
1.969,1
- di cui Common Equity tier 1
milioni €
1.915,8
1.765,5
1.860,8
- di cui Totale capitale di classe 1
milioni €
1.919,8
1.823,9
1.860,8
1.207,0
1.204,3
1.196,9
20,6
20,6
24,7
117,1
117,1
117,1
1.344,7
1.342,1
1.338,7
Assorbimento patrimoniale relativo ai rischi:
.
di credito e controparte
.
di mercato
.
operativo
Requisito patrimoniale complessivo
CET1 capital ratio (****)
%
11,4
10,5
11,1
TIER 1 capitale ratio
%
11,4
10,9
11,1
Total capital ratio
%
13,0
12,5
11,8
CET1 capital ratio
7,0
7,0
7,0
TIER 1 capitale ratio
8,5
8,5
8,0
10,5
10,5
10,5
Target regolamentari (*****)
Total capital ratio
%
(*) normativa vigente nel 2015 “phased in”
(**) normativa vigente nel 2015 “fully phased”
(***) regime transitorio vigente nel 2014
(****) se CET1<TIER1; CET1=T1
(*****) comprensivi del cosiddetto “capital conservation buffer”
Sull’evoluzione della situazione patrimoniale hanno inciso le medesime ragioni
evidenziate sul perimetro che fa capo a Credembanca; ad esse vanno aggiunte le
variazioni riconducibili all’entità ed ai meccanismi di computo del patrimonio di
terzi (tenuto anche conto che nella situazione a regime si dispiegano pienamente le
penalizzazioni insite in tale aggregato), nonché la crescente incidenza delle
deduzioni dirette relative alle partecipazioni assicurative.
Come più ampiamente illustrato in sede introduttiva, ed a conclusione
dell’articolata valutazione che costituisce il cosiddetto SREP, la Banca d’Italia
congiuntamente all’Autorità di Vigilanza Host (Commission de Surveillance du
Secteur Financier), ha fissato per il gruppo Credem una soglia di monitoraggio
prudenziale dell’8% in termini di Common Equity Tier 1 ratio, comprensiva del
capital conservation buffer del 2,5%.
Alla fine del mese di aprile 2015, come prevede la Circolare 263 del 27 dicembre
2006, nella parte dedicata al “processo di controllo prudenziale” (il cosiddetto
PILLAR II), è stato inoltrato all’Organo di Vigilanza il resoconto ICAAP (“Internal
Capital Adeguacy Assessment Process”). Tale elaborazione, finalizzata alla verifica
dell’adeguatezza patrimoniale rispetto al complesso dei rischi assunti
nell’operatività corrente e caratteristica, ha riguardato la situazione di fine 2014 e,
per quanto riguarda la valutazione prospettica, quella di fine 2015.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
67
Anche in questa edizione, il suddetto resoconto ha evidenziato che il gruppo è
dotato di un margine patrimoniale adeguato a fronteggiare i rischi difficilmente
misurabili, gli effetti delle prove di stress, nonché a mantenere lo standing
prefissato dai mercati finanziari e dalle autorità nazionali ed europee.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
68
FATTI DI RILIEVO VERIFICATISI DOPO LA CHIUSURA DEL SEMESTRE,
EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE E
PRINCIPALI RISCHI ED INCERTEZZE PER IL SECONDO SEMESTRE
Già si sono illustrati in sede introduttiva i segnali e gli accadimenti di sistema
economico e finanziario che hanno caratterizzato il periodo successivo alla
chiusura del semestre.
In estrema sintesi i principali parametri di riferimento entro cui si svolgerà la
gestione bancaria del secondo semestre prospettano il permanere di previsioni di
crescita dell’economia molto contenute (con analoghi, modesti, recuperi afferenti la
spesa delle famiglie e quella per investimenti in macchinari), la stabilizzazione
degli attuali livelli dello spread BTP-Bund, la conferma, in relazione alla debolezza
della ripresa e delle politiche monetarie espansive della BCE, di livelli assai ridotti
dei tassi di riferimento (compreso i negativi tassi di breve termine), il contenuto
recupero dei mercati.
In tale contesto (e fatte ovviamente salve le variazioni indotte dall’auspicata
espansione commerciale), è possibile prevedere per il gruppo un andamento
lineare per quanto riguarda le componenti stabili dei ricavi, sia di natura
finanziaria che commissionale; tale tendenza tiene pertanto conto, in particolare,
della già illustrata ricomposizione del portafoglio titoli, degli spread al ribasso
dell’intermediazione con clientela, del permanere di positive dinamiche nello
sviluppo del risparmio gestito.
A tale tendenza si associano peraltro elementi di sicura discontinuità.
Il già avvenuto riassetto del portafoglio dei titoli di debito, unitamente a stabili
condizioni finanziarie e di liquidità, determineranno il significativo rallentamento
del contributo dell’area finanza.
Analogamente, in riferimento sia alle attuali prospettive dell’economia, sia al già
richiamato sforzo di potenziamento delle coperture dei crediti in bonis e
problematici avvenuto nel primo semestre, l’incidenza del rischio creditizio potrà
assumere livelli più distesi.
Si confermerà infine (sempre in relativa discontinuità rispetto al sistema che,
peraltro, sembra avere esaurito la tendenza alla sola razionalizzazione e parziale
dismissione e registra in molti casi dinamiche di segno moderatamente positivo) il
livello di spesa registrato nel primo semestre, al servizio della crescita commerciale
in atto, delle sempre più complesse norme finalizzate al potenziamento ed
all’articolazione dei presidi organizzativi.
Nel mese di marzo ha avuto inizio una verifica fiscale presso Euromobiliare Asset
Management SGR spa, sull’anno d’imposta 2012, da parte della Direzione
Provinciale di Milano della Agenzia delle Entrate. Dopo approfondite indagini, a
fine luglio è stato notificato alla società il Processo Verbale di chiusura delle
operazioni di verifica, nel quale viene statuito che “non sono emerse fattispecie
fiscalmente rilevanti”.
Nel mese di giugno la stessa Direzione provinciale di Milano dell’Agenzia delle
Entrate ha iniziato un’attività ispettiva con riferimento alla controllata
lussemburghese Credem International Lux.
Dall’analisi della documentazione reperita nel corso della citata verifica presso
Euromobiliare Asset Management SGR, l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto di poter
sostenere che la “direzione effettiva” e “l’oggetto principale dell’attività” di Credem
International Lux sono in Italia presso la sede dell’SGR; nel mese di luglio l’Agenzia
delle Entrate ha notificato il Processo Verbale di chiusura dell’attività di verifica
che, in estrema sintesi, confermano la suddetta valutazione.
In questa fase iniziale, peraltro ancora non definita nei contenuti, la società
seguirà l’evoluzione degli elementi a propria disposizione che allo stato attuale non
comportano l’individuazione di alcun accantonamento a presidio del rischio che
dovesse avere impatto sulla società e sul Gruppo.
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE
69
.
BILANCIO CONSOLIDATO
SEMESTRALE ABBREVIATO
AL 30/06/2015
STRUTTURA
E CONTENUTO
DEL BILANCIO
Il bilancio con solidato semestrale abbreviato del Gruppo è costituito dallo
stato patrimoniale, dal conto economico, dal p rosp etto d el la red d itiv ità
com plessiva, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto
finanziario e dalle note illustrative.
La relazione finanziaria sem estrale del Gruppo è redatta con chiarezza e
rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, la situazione
finanziaria ed il risultato del periodo.
Le note illustrative hanno la funzione di fornire l’illustrazione, l’analisi ed in
taluni casi un’integrazione dei dati del bilancio consolidato semestrale abbreviato.
I dati sono redatti in migliaia di euro, ad eccezione della Parte L, che è redatta in
milioni di euro.
.
BILANCIO CONSOLIDATO SEMESTRALE ABBREVIATO
73
STATO
PATRIMONIALE
CONTO
ECONOMICO
STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO
Voci dell'attivo
30/06/2015
31/12/2014
10. Cassa e disponibilità liquide
110.050
20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
153.362
188.830
30. Attività finanziarie valutate al fair value
1.888.386
1.420.241
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita
9.854.934
9.103.433
60. Crediti verso banche
70. Crediti verso clientela
80. Derivati di copertura
146.389
353.185
521.213
21.498.524
21.695.384
161.216
169.740
90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica(+/-)
35.440
47.354
100. Partecipazioni
27.310
26.053
110. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori
2.725
2.419
120. Attività materiali
305.460
310.295
130. Attività immateriali
377.158
383.498
- Avviamento
288.130
288.130
140. Attività fiscali
250.456
263.248
di cui:
a) correnti
b) anticipate
b1) di cui alla Legge 214/2011
160. Altre attività
Totale dell'attivo
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO
76
62.538
74.853
187.918
188.395
95.729
90.415
610.572
516.244
35.628.778
34.794.341
segue: STATO PATRIMONIALE
Voci del passivo e del patrimonio netto
10. Debiti verso banche
20. Debiti verso clientela
30. Titoli in circolazione
40. Passività finanziarie di negoziazione
50. Passività finanziarie valutate al fair value
60. Derivati di copertura
70. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica
(+/-)
80. Passività fiscali
30/06/2015
31/12/2014
5.225.940
5.013.572
16.507.149
16.758.331
4.631.842
4.711.310
83.011
136.675
1.948.334
1.437.931
119.030
219.899
15.855
26.984
141.792
195.341
a) correnti
19.777
43.041
b) differite
122.015
152.300
1.202.860
717.108
100. Altre passività
110. Trattamento di fine rapporto del personale
120. Fondi per rischi e oneri:
a) quiescenza e obblighi simili
b) altri fondi
130. Riserve tecniche
140. Riserve da valutazione
91.043
96.893
105.669
124.372
2.121
2.320
103.548
122.052
3.180.700
2.979.421
49.714
120.580
1.593.283
1.491.201
180. Sovrapprezzi di emissione
283.052
283.052
190. Capitale
332.392
332.392
(2.252)
(2.920)
170. Riserve
200. Azioni proprie (-)
210. Patrimonio di pertinenza di terzi
220. Utile (perdita) d'esercizio (+/-)
Totale del passivo e del patrimonio netto
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO
8
430
119.356
151.769
35.628.778
34.794.341
77
CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO
Voci
30/06/2015
30/06/2014
10. Interessi attivi e proventi assimilati
325.004
393.393
20. Interessi passivi e oneri assimilati
(88.546)
(116.415)
30.Margine d'interesse
236.458
276.978
40. Commissioni attive
296.307
252.207
50. Commissioni passive
(72.555)
(58.283)
60.Commissioni nette
223.752
193.924
496
1.737
70.Dividendi e proventi simili
80.Risultato netto dell'attività di negoziazione
7.828
2.992
90.Risultato netto dell'attività di copertura
2.378
(1.836)
161.790
85.032
168.760
86.396
(6.970)
(1.364)
100.Utili (perdite) da cessione o riacquisto di:
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
d) passività finanziarie
110.Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value
12.149
8.046
120.Margine di intermediazione
644.851
566.873
130.Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di:
(64.147)
(31.129)
(64.020)
(32.883)
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
(61)
-
d) altre operazioni finanziarie
(66)
1.754
140.Risultato netto della gestione finanziaria
580.704
535.744
150.Premi netti
347.372
525.207
(397.193)
(573.506)
160.Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa
170.Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa
530.883
487.445
(392.984)
(370.574)
a) spese per il personale
(237.325)
(225.159)
b) altre spese amministrative
(155.659)
(145.415)
190.Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri
(9.353)
(3.904)
200.Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali
(7.643)
(7.872)
(11.815)
(11.123)
180.Spese amministrative:
210.Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali
220.Altri oneri/proventi di gestione
230.Costi operativi
240.Utili (Perdite) delle partecipazioni
61.152
60.805
(360.643)
(332.668)
1.294
626
62
2.757
280.Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte
171.596
158.160
290. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente
(52.240)
(59.184)
300.Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte
119.356
98.976
320. Utile (Perdita) d'esercizio
119.356
98.976
270.Utili (Perdite) da cessione di investimenti
330.Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi
340.Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza della capogruppo
Voci
-
(20)
119.356
98.956
30/06/2015
30/06/2014
Utile base per azione (EPS base)
0,36
0,30
Utile diluito per azione (EPS diluito)
0,36
0,30
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO
78
PROSPETTO DELLA REDDITIVITA' CONSOLIDATA COMPLESSIVA
30/06/2015
10.
Utile (Perdita) d'esercizio
Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico
30/06/2014
119.356
98.976
3.871
(4.088)
-
20.
Attività materiali
-
30.
Attività immateriali
-
-
40.
Piani a benefici definiti
3.871
(4.088)
50.
Attività non correnti in via di dismissione
-
-
60.
Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto
-
-
(74.772)
92.214
-
Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico
70.
Copertura di investimenti esteri
-
80.
Differenze di cambio
-
-
90.
Copertura dei flussi finanziari
10.018
5.394
(84.753)
86.640
100. Attività finanziarie disponibili per la vendita
110. Attività non correnti in via di dismissione
120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto
130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte
140. Redditività complessiva (Voce 10+130)
150. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi
160. Redditività consolidata complessiva di pertinenza della capogruppo
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO
-
-
(37)
180
(70.901)
88.126
48.455
187.102
-
(20)
48.455
187.082
79
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO
Variazioni dell'esercizio
Allocazione risultato
esercizio precedente
Esistenze al
31/12/2014
Modifica saldi
di apertura
Capitale:
a) azioni ordinarie
b) altre azioni
Sovrapprezzi di emissione
Riserve:
a) di utili
b) altre
Riserve da valutazione
Strumenti di capitale
Azioni proprie
Utile (perdita) di esercizio
Patrimonio Netto del gruppo
Patrimonio Netto di terzi
Emissione
nuove azioni
Acquisto
azioni proprie
Variazione
strumenti di
capitale
Distribuzione
straordinaria
dividendi
Derivati su
Stock options
proprie azioni
Redditività
complessiva
Partrimonio
netto di terzi
al
30/06/2015
332.458
-
332.458
-
-
(60)
-
-
-
-
-
-
-
332.392
6
332.458
-
332.458
-
-
(60)
-
-
-
-
-
-
-
332.392
6
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
283.058
-
283.058
-
-
(4)
-
-
-
-
-
-
-
283.052
2
1.491.475
-
1.491.475
102.118
-
395
-
(668)
-
-
-
-
(37)
1.593.283
-
1.491.475
-
1.491.475
102.118
-
395
-
(668)
-
-
-
-
(37)
1.593.283
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
120.578
-
120.578
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(70.864)
49.714
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(2.920)
-
(2.920)
-
-
-
-
668
-
-
-
-
-
(2.252)
-
151.855
-
151.855
(102.118)
(49.737)
-
-
-
-
-
-
-
119.356
119.356
-
2.376.074
-
2.376.074
-
(49.737)
753
-
-
-
-
-
-
48.455
2.375.545
-
430
-
430
-
-
(422)
-
-
-
-
-
-
-
-
8
VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO
80
Variazioni di
riserve
Dividendi e
altre
destinazioni
Riserve
Patrimonio
netto del
gruppo al
30/06/2015
Operazioni sul patrimonio netto
Esistenze al
01/01/2015
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO
Variazioni dell'esercizio
Allocazione risultato
esercizio precedente
Esistenze al
31/12/2013
Modifica saldi
di apertura
Capitale:
a) azioni ordinarie
b) altre azioni
Sovrapprezzi di emissione
Riserve:
a) di utili
b) altre
Riserve da valutazione
Strumenti di capitale
Azioni proprie
Utile (perdita) di esercizio
Patrimonio Netto del gruppo
Patrimonio Netto di terzi
Variazioni di
riserve
Dividendi e
altre
destinazioni
Riserve
Patrimonio
netto del
gruppo al
30/06/2014
Operazioni sul patrimonio netto
Esistenze al
01/01/2014
Emissione
nuove azioni
Acquisto
azioni proprie
Variazione
strumenti di
capitale
Distribuzione
straordinaria
dividendi
Derivati su
Stock options
proprie azioni
Redditività
complessiva
Partrimonio
netto di terzi
al
30/06/2014
332.461
-
332.461
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
332.392
69
332.461
-
332.461
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
332.392
69
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
283.058
-
283.058
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
283.052
6
1.414.485
-
1.414.485
76.144
-
750
-
(274)
-
-
-
-
180
1.490.995
290
1.414.485
-
1.414.485
76.144
-
750
-
(274)
-
-
-
-
180
1.490.995
290
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
13.256
-
13.256
-
-
-
-
-
-
-
-
-
87.946
101.201
1
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(3.349)
-
(3.349)
-
-
-
-
274
-
-
-
-
-
(3.075)
-
115.913
-
115.913
(76.144)
(39.769)
-
-
-
-
-
-
-
98.976
98.956
20
2.155.443
-
2.155.443
-
(39.754)
750
-
-
-
-
-
-
187.082
2.303.521
-
381
-
381
-
(15)
-
-
-
-
-
-
-
20
-
386
VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO
81
Rendiconto Finanziario Consolidato (Modello indiretto)
Totale
30/06/2015
Totale
30/06/2014
A. ATTIVITA' OPERATIVA
1. Gestione
- risultato d'esercizio (+/-)
- plus/minusvalenze su attività/passività finanziarie detenute per la
negoziazione e su attività/passività valutate al fair value (+/-)
(36.662)
98.956
(132)
(1.828)
- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+)
(2.378)
1.836
- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-)
- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e
immateriali (+/-)
- accantonamenti netti ai fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-)
74.799
41.685
19.458
18.929
9.353
3.904
- premi netti non incassati (-)
(1.694)
(2.364)
(15.234)
(22.033)
12.442
17.110
-
-
- altri proventi e oneri assicurativi non incassati (+/-)
- imposte e tasse non liquidate (+)
- rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione
al netto dell'effetto fiscale (+/-)
- altri aggiustamenti (+/-)
2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie
- attività finanziarie detenute per la negoziazione
(179.152)
(192.857)
(778.169)
(1.603.328)
49.855
10.898
- attività finanziarie valutate al fair value
(443.892)
(105.703)
- attività finanziarie disponibili per la vendita
(705.033)
(723.935)
- crediti verso banche: a vista
(23.585)
(192.882)
- crediti verso banche: altri crediti
191.750
(93.253)
- crediti verso clientela
165.029
(426.897)
- altre attività
3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie
- debiti verso banche: a vista
- debiti verso banche: altri debiti
- debiti verso clientela
- titoli in circolazione
(12.293)
(71.556)
763.008
1.634.011
(414.392)
(645.540)
627.684
1.139.834
(242.803)
(79.112)
(40.903)
133.524
- passività finanziarie di negoziazione
(53.664)
(3.993)
- passività finanziarie valutate al fair value
500.426
118.151
- altre passività
386.660
971.147
21.657
(5.979)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa
RENDICONTO FINANZIARIO
82
36.818
119.356
B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO
1. Liquidità generata da
232
3.550
- vendite di partecipazioni
-
-
- dividendi incassati su partecipazioni
-
-
- vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza
-
-
232
3.550
- vendite di attività immateriali
-
-
- vendite di società controllate e di rami d'azienda
-
-
(8.491)
(8.546)
- acquisti di partecipazioni
-
-
- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza
-
-
- acquisti di attività materiali
(3.013)
(3.934)
- acquisti di attività immateriali
(5.478)
(4.612)
-
-
- vendite di attività materiali
2. Liquidità assorbita da
- acquisti di rami d'azienda
(8.260)
(4.996)
C. ATTIVITA' DI PROVVISTA
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento
-
-
- emissioni/acquisti di azioni proprie
-
-
- emissioni/acquisti di strumenti di capitale
-
-
(49.737)
(34.754)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista
(49.737)
(34.754)
LIQUIDITA' NETTA GENERATA / ASSORBITA NELL'ESERCIZIO
(36.339)
(45.729)
- distribuzione dividendi e altre finalità
RICONCILIAZIONE
Totale
30/06/2015
Totale
30/06/2014
Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio
146.389
154.130
Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio
(36.339)
(45.729)
Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi
Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio
RENDICONTO FINANZIARIO
-
-
110.050
108.401
83
NOTE
ILLUSTRATIVE
NOTE ILLUSTRATIVE
Parte A – Politiche contabili
Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato
Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato
Parte D – Redditività consolidata complessiva
Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura
Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato
Parte G – Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
Parte H – Operazioni con parti correlate
Parte I – Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali
Parte L – Informativa di settore
Le note illustrative sono redatte in migliaia di euro, ad eccezione della Parte L, che è
redatta in milioni di euro.
Nelle informative riferite al Gruppo nella sua interezza viene fornito il dettaglio fra
“Gruppo bancario”, “imprese di assicurazione” e “altre imprese”, qualora rilevante.
NOTE ILLUSTRATIVE
86
PARTE A
POLITICHE CONTABILI
A.1- PARTE GENERALE
Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali
Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è stato redatto in conformità allo IAS 34
che detta i contenuti minimi e le regole di compilazione dei bilanci intermedi. In
particolare ci si è avvalsi della facoltà di predisporre l’informativa semestrale nella
versione sintetica, in luogo dell’informativa completa prevista per il bilancio annuale.
Tale bilancio consolidato semestrale abbreviato non comprende pertanto tutte le
informazioni richieste per il bilancio annuale e deve essere letto unitamente al bilancio
consolidato annuale predisposto per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2014.
La Relazione finanziaria semestrale consolidata è stata predisposta in osservanza
dell’art.154-ter del Testo Unico della Finanza (TUF) e comprende il bilancio
consolidato semestrale abbreviato, soggetto a revisione contabile limitata da parte
della società Reconta Ernst & Young S.p.A., la relazione intermedia sulla gestione,
l’attestazione del dirigente preposto prevista dall’art. 154-bis, comma 5 dello stesso
TUF ed è corredata dalla relazione di revisione contabile limitata della società di
revisione.
Gli schemi riportano i corrispondenti dati di raffronto relativi allo stato patrimoniale
riferiti all’esercizio precedente, mentre i dati del conto economico e del prospetto della
redditività complessiva sono riferiti allo stesso periodo dell’esercizio precedente.
Sezione 2 - Principi generali di redazione
Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è costituito dallo Stato patrimoniale, dal
Conto economico, dal Prospetto della redditività complessiva, dal Prospetto delle
variazioni di patrimonio netto, dal Rendiconto finanziario e dalle Note illustrative.
Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è redatto con l’applicazione dei principi
generali previsti dallo IAS 1 e degli specifici principi contabili omologati dalla
Commissione europea e illustrati nel proseguo delle presenti Note illustrative, nonché
in aderenza con le assunzioni generali previste dal Quadro Sistematico per la
preparazione e presentazione del bilancio elaborato dallo IASB.
Non sono state effettuate deroghe all’applicazione dei principi contabili IAS/IFRS.
In conformità a quanto disposto dall’art. 5, comma 2, del Decreto Legislativo n. 38 del
28 febbraio 2005, il bilancio consolidato semestrale abbreviato è redatto utilizzando
l’euro come moneta di conto, e si fonda sull’applicazione dei seguenti principi generali
di redazione dettati dallo IAS 1:
•
Continuità aziendale. Gli amministratori hanno considerato appropriato il
presupposto della continuità aziendale in quanto a loro giudizio non sono emerse
incertezze legate ad eventi o circostante che, considerati singolarmente o nel loro
insieme, possano far sorgere dubbi riguardo alla continuità aziendale.
Conseguentemente le attività, passività ed operazioni “fuori bilancio” sono valutate
secondo valori di funzionamento, in quanto destinate a durare nel tempo.
•
Competenza economica. Costi e ricavi vengono rilevati, a prescindere dal
momento del loro regolamento monetario, per periodo di maturazione economica e
secondo il criterio di correlazione.
•
Coerenza di presentazione. La presentazione e la classificazione delle voci
sono mantenute costanti nel tempo allo scopo di garantire la comparabilità delle
informazioni, salvo che la loro variazione sia richiesta da un Principio Contabile
Internazionale o da una Interpretazione oppure renda più appropriata, in termini di
significatività e di affidabilità, la rappresentazione dei valori. Se un criterio di
presentazione o di classificazione viene cambiato, quello nuovo si applica – ove
NOTE ILLUSTRATIVE
87
possibile – in modo retroattivo; in tal caso vengono anche indicati la natura e il motivo
della variazione, nonché le voci interessate. Nella presentazione e nella classificazione
delle voci sono adottati gli schemi predisposti dalla Banca d’Italia per i bilanci delle
banche, contenuti nella circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 e successivi
aggiornamenti ed integrazioni, tenendo conto della suddetta significatività ed
affidabilità per quanto concerne gli aggiornamenti e le integrazioni ancora in bozza.
•
Aggregazione e rilevanza. Tutti i raggruppamenti significativi di voci con
natura o funzione simili sono riportati separatamente. Gli elementi di natura o
funzione diversa, se rilevanti, vengono presentati in modo distinto.
•
Divieto di compensazione. Attività e passività, costi e ricavi non vengono
compensati tra loro, salvo che ciò non sia richiesto o permesso da un Principio
Contabile Internazionale o da una Interpretazione oppure dagli schemi predisposti
dalla Banca d’Italia per i bilanci delle banche.
•
Informativa comparativa. Le informazioni comparative si riferiscono ai
corrispondenti periodi dell’esercizio precedente e sono riportate per tutti i dati
contenuti nei prospetti contabili di confronto.
Principi contabili
I principi contabili adottati dal Gruppo per la predisposizione del bilancio consolidato
semestrale abbreviato, con riferimento alle fasi di iscrizione, classificazione,
valutazione, cancellazione e della rilevazione delle componenti reddituali delle diverse
poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e
dei costi, sono rimasti invariati rispetto a quelli adottati per il bilancio consolidato al
31 dicembre 2014 (a cui si rimanda per i dettagli), ad eccezione di quanto di seguito
riportato.
Principali norme ed interpretazioni contabili omologate dall’Unione Europea, la
cui applicazione è divenuta obbligatoria a partire dall’esercizio 2015
IFRIC 21 – Levies. L’IFRIC 21 chiarisce che una entità riconosce una passività per
tributi non prima di quando si verifica l’evento a cui è legato il pagamento, in accordo
con la legge applicabile. Per i pagamenti che sono dovuti solo al superamento di una
determinata soglia minima, la passività è iscritta solo al raggiungimento di tale soglia.
E’ richiesta l’applicazione retrospettiva per l’IFRIC 21.
Annual improvements 2011 – 2013. I miglioramenti sono effettivi dal 1 gennaio 2015 o
successivamente e riguardano i seguenti argomenti:
IFRS 1: Significato degli “Effective IFRSs”;
IFRS 3: Eccezioni nell’applicazione del concetto di joint ventures;
IFRS 13: Modificata l’ambito di applicazione del paragrafo 52 (portfolio exception);
IAS 40: Chiarimenti sulla correlazione dell’IFRS 3 “Business Combinations” e lo IAS
40 Investimenti immobiliari quando l’investimento immobiliare è classificato come un
investimento immobiliare o come un immobile ad uso del proprietario.
Principali norme e interpretazioni contabili omologate dall’Unione Europea ma
che non trovano applicazione al 30 giugno 2015 e per i quali la Banca ed il
Gruppo di appartenenza non si sono avvalsi, nei casi eventualmente previsti,
dell’applicazione anticipata
Amendments IAS 19 - Defined Benefit Plans: Employee Contributions. Lo IAS 19
chiede ad un’entità di considerare le contribuzioni da parte dei dipendenti o di terze
parti quando contabilizza i piani a benefici definiti. Quando le contribuzioni sono
legate alla prestazione del servizio, dovrebbero essere attribuite al periodo di servizio
come benefici negativi. La modifica chiarisce che, se l’ammontare delle contribuzioni è
indipendente dal numero di anni di servizio, è permesso all’entità di rilevare queste
contribuzioni come una riduzione del costo del servizio nel periodo in cui il servizio è
prestato, anziché allocare le contribuzioni ai periodi di servizio. Questa modifica è
efficace per gli esercizi che iniziano al 1° febbraio 2015 o successivamente.
NOTE ILLUSTRATIVE
88
Annual improvements 2010 – 2012. L’obiettivo dei miglioramenti annuali è quello di
trattare argomenti necessari relativi a incoerenze riscontrate negli IFRS oppure a
chiarimenti di carattere terminologico, che non rivestono un carattere di urgenza, ma
che sono stati discussi dallo IASB nel corso del ciclo progettuale iniziato nel 2011.
Le modifiche all’IFRS 8 e agli IAS 16, 24 e 38 sono chiarimenti o correzioni ai principi
in questione. Le modifiche agli IFRS 2 e 3 comportano cambiamenti alle disposizioni
vigenti o forniscono ulteriori indicazioni in merito alla loro applicazione. Le società
applicano le modifiche, al più tardi, a partire dalla data di inizio del loro primo
esercizio finanziario che cominci il 1° febbraio 2015 o successivamente.
Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni IFRS non ancora omologati
dall’Unione Europea
IFRS 9 – Financial Instruments. Nel luglio 2014, lo IASB ha emesso la versione finale
dell’IFRS 9 Strumenti Finanziari che riflette tutte le fasi del progetto relativo agli
strumenti finanziari e sostituisce lo IAS 39 Strumenti Finanziari: Rilevazione e
valutazione e tutte le precedenti versioni dell’IFRS 9. Il principio introduce nuovi
requisiti per la classificazione, valutazione, perdita di valore e hedge accounting.
L’IFRS 9 è efficace per gli esercizi che iniziano al 1° gennaio 2018 o successivamente;
è consentita l’applicazione anticipata. E’ richiesta l’applicazione retrospettica del
principio, ma non è obbligatorio fornire l’informativa comparativa. E’ consentita
l’applicazione anticipata delle precedenti versioni dell’IFRS 9 (2009, 2010 e 2013) se la
data di applicazione iniziale è precedente al 1° febbraio 2015.
IFRS 14 Regulatory Deferral Accounts. L’IFRS 14 è un principio opzionale che
consente ad un’entità, le cui attività sono soggette a tariffe regolamentate di
continuare ad applicare, al momento della prima adozione degli IFRS, i precedenti
principi contabili adottati per gli importi relativi alla rate regulation. Le entità che
adottano l’IFRS 14 devono presentare i saldi relativi alla rate regulation in linee
separate del prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria e presentare i
movimenti di questi conti in linee separate del prospetto dell’utile/(perdita) d’esercizio
e delle altre componenti di conto economico complessivo. Il Principio richiede che
venga data informativa sulla natura, e i rischi associati, della regolamentazione
tariffaria e gli effetti di questa sul bilancio dell’entità. L’IFRS 14 è efficace per gli
esercizi che iniziano al 1 gennaio 2016 o successivamente.
IFRS 15 - Revenue from Contracts with Customers. L’IFRS è stato emesso a maggio
2014 ed introduce un nuovo modello in cinque fasi che si applicherà ai ricavi derivanti
da contratti con i clienti. L’IFRS 15 prevede la rilevazione dei ricavi per un importo che
rifletta il corrispettivo a cui l’entità ritiene di avere diritto in cambio del trasferimento
di merci o servizi al cliente. Il principio fornisce un approccio più strutturato per la
rilevazione e valutazione dei ricavi, sostituendo tutti gli attuali requisiti presenti negli
altri IFRS in tema di riconoscimento dei ricavi. L’IFRS 15 è efficace per gli esercizi che
iniziano al 1° gennaio 2017 o successivamente, con applicazione retrospettica piena o
modificata. L’applicazione anticipata è consentita.
Amendments IFRS 10, IFRS 12 e IAS 28. La modifica ha per oggetto le problematiche
derivanti dall’applicazione dell’eccezione al consolidamento previsto per le entità di
investimento. Tali modifiche non sono ancora state omologate dalla comunità europea
ma la data di prima applicazione introdotta dallo IASB è per gli esercizi che hanno
inizio il 1° gennaio 2016 o successivamente a tale data. L’applicazione anticipata è
consentita.
Amendments IAS 1. Le modifiche mirano ad introdurre chiarimenti nello IAS 1 per
affrontare alcuni elementi che sono percepiti come limitazioni all’uso del giudizio da
parte di chi predispone il bilancio. Tali modifiche sono in attesa di omologa. Lo IASB
ha indicato che sono applicabili per esercizi che iniziano il 1° gennaio 2016 o
successivamente a tale data. L’applicazione anticipata è consentita.
NOTE ILLUSTRATIVE
89
Annual Improvements 2012 – 2014. L’obiettivo dei miglioramenti annuali è quello di
trattare argomenti necessari relativi a incoerenze riscontrate negli IFRS oppure a
chiarimenti di carattere terminologico, che non rivestono un carattere di urgenza, ma
che sono stati discussi dallo IASB nel corso del ciclo progettuale. Tra i principi
interessati dalle modifiche l’IFRS 5 per il quale è stato introdotto un chiarimento per i
casi in cui si modifica il metodo di cessione di una attività riclassificando la stessa da
detenuta per la vendita a detenuta per la distribuzione; e l’IFRS 7 dove è stato
introdotto un chiarimento per stabilire se e quando i contratti di servizio costituisce
coinvolgimento continuo ai fini dell’informativa; i quali sono stati introdotti ulteriori
indicazioni per chiarire punti dubbi, lo IAS 19 dove si è chiarito che la valuta dei titoli
utilizzati come riferimento per la stima del tasso di sconto deve essere la stessa di
quella in cui i benefici saranno pagati; e lo IAS 34 dove viene chiarito il significato di
“altrove” nel cross referencing. Le modifiche sono in attesa di omologa.
Amendments IFRS 10 e IAS 28. La modifica mira ad eliminare il conflitto tra i requisiti
dello IAS 28 e dell’IFRS 10 e chiarisce che in una transazione che coinvolge una
collegata o joint venture la misura in cui è possibile rilevare un utile o una perdita
dipende dal fatto che l’attività oggetto della vendita o del conferimento sia un
business. La modifica è in attesa di omologa. Lo IASB ha indicato che è applicabile per
esercizi che iniziano il 1 gennaio 2016 o successivamente a tale data. L’applicazione
anticipata è consentita.
Amendments IAS 27. Le modifiche consentiranno alle entità di utilizzare il metodo del
patrimonio netto per contabilizzare le partecipazioni in controllate, joint-ventures e
collegate nel proprio bilancio separato. Le entità che stanno già applicando gli IFRS e
decidano di modificare il criterio di contabilizzazione passando al metodo del
patrimonio netto nel proprio bilancio separato dovranno applicare il cambiamento
retrospetticamente. In caso di prima adozione degli IFRS, l’entità che decide di
utilizzare il metodo del patrimonio netto nel proprio bilancio separato lo dovrà
applicare dalla data di transizione agli IFRS. Le modifiche sono efficaci per gli esercizi
che iniziano al 1 gennaio 2016 o successivamente, è consentita l’applicazione
anticipata.
Amendments IAS 16 e IAS 41. Le modifiche prevedono l’inclusione della trattazione
delle attività biologiche fruttifere (Bearer Plants) nell’ambito dello IAS 16 Property,
Plant and Equipment.
Amendments IAS 16 - Property, Plant and Equipment e IAS 38 - Intangible Assets. Le
modifiche chiariscono il principio contenuto nello IAS 16 e nello IAS 38: i ricavi
riflettono un modello di benefici economici generati dalla gestione di un business (di
cui l’attività fa parte), piuttosto che benefici economici che si consumano con l’utilizzo
del bene. Ne consegue che un metodo basato sui ricavi non può essere utilizzato per
l’ammortamento di immobili, impianti e macchinari e potrebbe essere utilizzato solo in
circostanze molto limitate per l’ammortamento delle attività immateriali. Le modifiche
devono essere applicate prospetticamente per gli esercizi che iniziano al 1 gennaio
2016 o successivamente, è consentita l’applicazione anticipata.
Amendments IFRS 11 – Accounting for Acquisition of Interest in Joint Operations. Le
modifiche all’IFRS 11 richiedono che un joint operator che contabilizza l’acquisizione
di una quota di partecipazione in un accordo a controllo congiunto, le cui attività
rappresentano un business, deve applicare i principi rilevanti dello IFRS 3 in tema di
contabilizzazione delle aggregazioni aziendali. Le modifiche chiariscono anche che, nel
caso di mantenimento del controllo congiunto, la partecipazione precedentemente
detenuta in un accordo a controllo congiunto non è oggetto di rimisurazione al
momento dell’acquisizione di un ulteriore quota. Inoltre, è stata aggiunta
un’esclusione dallo scopo dell’IFRS 11 per chiarire che le modifiche non si applicano
quando le parti che condividono il controllo, inclusa l’entità che redige il bilancio, sono
sottoposte al comune controllo dello stesso ultimo soggetto controllante.
NOTE ILLUSTRATIVE
90
Le modifiche si applicano sia all’acquisizione della quota iniziale di partecipazione in
un accordo a controllo congiunto che all’acquisizione di ogni ulteriore quota nel
medesimo accordo a controllo congiunto. Le modifiche devono essere applicate
prospetticamente per gli esercizi che iniziano al 1° gennaio 2016 o successivamente, è
consentita l’applicazione anticipata.
Contenuto dei prospetti contabili
Stato patrimoniale, conto economico e prospetto della redditività complessiva
Gli schemi dello stato patrimoniale e del conto economico sono costituiti da voci,
sottovoci e da ulteriori dettagli informativi (i “di cui” delle voci e sottovoci). Nel conto
economico i ricavi sono indicati senza segno, mentre i costi sono indicati fra parentesi.
Allo stesso modo sono esposte le componenti reddituali positive e negative incluse nel
prospetto della redditività complessiva.
Gli schemi riportano i corrispondenti dati di raffronto relativi allo stato patrimoniale
riferiti all’esercizio precedente, mentre i dati di conto economico e del prospetto delle
redditività complessiva sono riferiti allo stesso periodo dell’esercizio precedente.
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto
Il prospetto delle variazioni del patrimonio netto è quello previsto dalla Circolare n.
262/2005, e successivi aggiornamenti, della Banca d’Italia. Nel prospetto viene
riportata la composizione e la movimentazione dei conti di patrimonio netto
intervenuta nell’esercizio di riferimento del bilancio ed in quello precedente, suddivisi
tra il capitale sociale, le riserve di capitale, di utili e da valutazione di attività o
passività di bilancio ed il risultato economico. Le azioni proprie in portafoglio, qualora
presenti, sono portate in diminuzione del patrimonio netto. Non sono stati emessi
strumenti di capitale diversi dalle azioni ordinarie.
Rendiconto finanziario
Il prospetto dei flussi finanziari intervenuti nel periodo di riferimento del bilancio ed in
quello dell’esercizio precedente è stato predisposto seguendo il metodo indiretto, in
base al quale i flussi derivanti dall’attività operativa sono rappresentati dal risultato
dell’esercizio rettificato degli effetti delle operazioni di natura non monetaria.
I flussi finanziari sono suddivisi tra quelli derivanti dall’attività operativa, quelli
generati dall’attività di investimento e quelli prodotti dall’attività di provvista.
Nel prospetto i flussi generatisi nel corso del periodo sono indicati senza segno,
mentre quelli assorbiti sono indicati fra parentesi.
Sezione 3- Area e metodi di consolidamento
Il bilancio consolidato semestrale abbreviato del Gruppo Credem comprende il bilancio
di Credito Emiliano spa e delle società da questa controllate, includendo nel perimetro
di consolidamento anche le società operanti in settori di attività dissimili da quello di
appartenenza della Capogruppo. Analogamente, sono incluse anche le società veicolo
(SPE/SPV) quando ne ricorrano i requisiti di effettivo controllo, anche
indipendentemente dall’esistenza di una quota partecipativa.
Sono considerate controllate le imprese nelle quali la Capogruppo, direttamente o
indirettamente, possiede più della metà dei diritti di voto o quando, pur con una quota
di diritti di voto inferiore, la Capogruppo ha il potere di nominare la maggioranza degli
amministratori della partecipata o di determinare le politiche finanziarie ed operative
della stessa. Nella valutazione dei diritti di voto si tiene conto anche dei diritti
“potenziali” che siano correntemente esercitabili o convertibili in diritti di voto effettivi
in qualsiasi momento.
Sono considerate controllate congiuntamente le imprese nelle quali i diritti di voto ed
il controllo dell’attività economica della partecipata sono condivisi in modo paritetico
da Credem, direttamente o indirettamente, e da un altro soggetto. Inoltre viene
qualificato come sottoposto a controllo congiunto un investimento partecipativo nel
quale, pur in assenza di una quota paritetica di diritti di voto, il controllo sull’attività
NOTE ILLUSTRATIVE
91
economica e sugli indirizzi strategici della partecipata è condiviso con altri soggetti in
virtù di accordi contrattuali.
Sono considerate collegate, cioè sottoposte ad influenza notevole, le imprese nelle
quali la capogruppo, direttamente o indirettamente, possiede almeno il 20% dei diritti
di voto (ivi inclusi i diritti di voto “potenziali” come sopra definiti) o nelle quali – pur
con una quota di diritti di voto inferiore – ha il potere di partecipare alla
determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata in virtù di
particolari legami giuridici quali la partecipazione a patti di sindacato.
Le partecipazioni controllate sono consolidate con il metodo integrale, mentre le
interessenze non di controllo e di joint venture sono consolidate in base al metodo del
patrimonio netto.
Criteri e principi di consolidamento
I criteri adottati per la redazione del bilancio consolidato sono i seguenti:
•
in occasione del primo consolidamento, il valore di carico delle partecipazioni
in società consolidate integralmente è annullato a fronte del patrimonio netto
delle società stesse. La contabilizzazione degli acquisti nelle società avviene
in base al “metodo dell’acquisto” come definito dall’ IFRS 3, ossia con
rilevazione di attività, passività e passività potenziali delle imprese acquisite
al fair value alla data di acquisizione, cioè dal momento in cui si ottiene
l’effettivo controllo della società acquisita. Pertanto, i risultati economici di
una controllata acquisita nel corso del periodo di riferimento sono inclusi nel
bilancio consolidato a partire dalla data della sua acquisizione. Parimenti, i
risultati economici di una controllata ceduta sono inclusi nel bilancio
consolidato fino alla data in cui il controllo è cessato;
•
le eventuali eccedenze del valore di carico delle partecipazioni di cui al punto
precedente rispetto alla corrispondente frazione di patrimonio netto,
adeguato con l’effetto del fair value delle attività o passività, se positive sono
rilevate quali avviamento nella voce “Attività immateriali”, se negative sono
imputate a conto economico;
•
per gli eventuali acquisti di ulteriori quote partecipative successive
all’acquisizione del controllo, disciplinati specificatamente dal principio
contabile IAS27, le eventuali differenze positive o negative, come sopra
determinate, che vengono a sorgere a seguito di tali acquisti successivi sono
imputate direttamente a patrimonio;
•
ad ogni data di bilancio (od ogni volta che vi sia evidenza di perdita di valore)
viene verificata l’adeguatezza del valore dell’avviamento (c.d. impairment
test). A tal fine viene identificata l’unità generatrice di flussi finanziari cui
attribuire l’avviamento. L’ammontare dell’eventuale riduzione di valore è dato
dall’eventuale differenza negativa tra il valore di iscrizione dell’avviamento ed
il suo valore di recupero, determinato come il maggiore tra il fair value
dell’unità generatrice di flussi finanziari, al netto degli eventuali costi di
vendita, ed il relativo valore d’uso. Le conseguenti rettifiche di valore vengono
rilevate a conto economico;
•
gli elementi di attivo, passivo e conto economico vengono integralmente
acquisiti “linea per linea”;
•
le partite debitorie e creditorie, le operazioni fuori bilancio nonché i proventi
e gli oneri ed i profitti e le perdite traenti origine da rapporti tra società
oggetto di consolidamento integrale, sono tra di loro elisi;
•
le quote di patrimonio netto e di utile di periodo di pertinenza dei “terzi”
azionisti delle società consolidate, sono incluse in apposite voci,
rispettivamente, del passivo di stato patrimoniale e del conto economico;
•
per il consolidamento delle società con metodo integrale sono stati utilizzati i
bilanci predisposti e approvati dalle singole società, eventualmente resi
conformi ai principi contabili internazionali seguiti nella predisposizione
della situazione consolidata;
•
il valore di libro delle partecipazioni rilevanti, detenute dalla capogruppo, o
da altre società del gruppo, afferenti società consolidate con il metodo del
NOTE ILLUSTRATIVE
92
•
•
patrimonio netto, è raffrontato con la pertinente quota di patrimonio delle
partecipate. L’eventuale eccedenza del valore di libro - risultante in prima
applicazione al bilancio consolidato – è inclusa nel valore contabile della
partecipata. Le variazioni nel valore patrimoniale, intervenute negli anni
successivi a quello di prima applicazione, sono iscritte a voce 240 del conto
economico consolidato (“utili (perdite) delle partecipazioni”) nella misura in
cui le variazioni stesse siano riferibili a utili o perdite delle partecipate;
se esistono evidenze che il valore di una partecipazione rilevante possa aver
subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della
partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari
futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione
finale dell’investimento. Qualora il valore di recupero risulti inferiore al
valore contabile, la relativa differenza è rilevata nel conto economico;
per il consolidamento delle partecipazioni in società collegate sono state
utilizzate, ove disponibili, le risultanze delle situazioni semestrali al 30
giugno 2015 approvate dai rispettivi Consigli di Amministrazione; in loro
mancanza sono stati considerati i dati degli ultimi bilanci approvati
(generalmente quelli al 31 dicembre 2014).
NOTE ILLUSTRATIVE
93
Partecipazioni in società controllate in via esclusiva e collegate (consolidate al patrimonio netto)
Denominazioni imprese
Sede
Tipo di
rapporto
Rapporto di partecipazione
Impresa partecipante
Quota %
A. Imprese
A. 1 Consolidate integralmente
1. Credem International (Lux) sa
2. Credemleasing spa
3. Credemfactor spa
4. Credem Private Equity SGR spa
Lussemburgo
Reggio Emilia
Reggio Emilia
Reggio Emilia
1
1
1
1
Credito Emiliano
99,99%
Banca Euromobiliare
0,01%
Credito Emiliano
99,90%
Magazzini Generali delle
Tagliate
0,10%
Credito Emiliano
99,00%
Credemleasing
1,00%
Credito Emiliano
87,50%
Banca Euromobiliare
12,50%
5. Euromobiliare Asset Management SGR
spa
Milano
1
Credito Emiliano
100,00%
6. Credemtel spa
Reggio Emilia
1
Credito Emiliano
100,00%
7. Creacasa srl
Reggio Emilia
1
Credito Emiliano
100,00%
8. Magazzini Generali delle Tagliate spa
Reggio Emilia
1
Credito Emiliano
100,00%
9. Banca Euromobiliare spa
Milano
1
Credito Emiliano
100,00%
10. Euromobiliare Fiduciaria spa
Milano
1
Credito Emiliano
100,00%
11. Credemvita spa
Reggio Emilia
1
Credito Emiliano
100,00%
12. Credem CB srl
Conegliano
1
Credito Emiliano
70,00%
13. Canossa CB srl
Conegliano
1
Credito Emiliano
70,00%
1.Credemassicurazioni spa
Reggio Emilia
2
Credito Emiliano
50,00%
3.Interconsult
Lussemburgo
3
33,33%
4.Nexstone srl
Milano
3
Credem International
(Lux) sa
Credito Emiliano
A. 2 Consolidate con il metodo del patrimonio netto
30,00%
Legenda
Tipo di rapporto:
1 = maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria
2 = controllo congiunto
3 = imprese collegate
Il Gruppo detiene l’intero patrimonio di due fondi comuni gestiti da Euromobiliare
Asset Managenent SGR, società appartenente al Gruppo stesso. In considerazione
della composizione del patrimonio dei fondi, costituito essenzialmente da attività
finanziarie valutate al valore di mercato, e ritenendo che i benefici dell’informazione
derivante dal consolidamento dei fondi siano inferiori ai costi necessari per fornire
l’informazione stessa (cap.3, qc38 del “The Conceptual Framework for Financial
Reporting”), non si provvede al consolidamento linea per linea di tali fondi.
Inoltre, le quote suddette sono contabilizzate all’interno della voce “Attività finanziare
detenute per la negoziazione” per un importo di Euro 7,8 milioni al 30 giugno 2015
(9,8 milioni di euro al 31 dicembre 2014); essendo quindi contabilizzate al “fair value”
con contropartita al conto economico, il loro consolidamento non avrebbe prodotto
alcun effetto sull’utile di pertinenza della Capogruppo e sul patrimonio netto del
Gruppo, anche per quanto detto in precedenza.
Non sono presenti rapporti attivi e passivi intrattenuti e non sono presenti forme di
accordi contrattuali nel fornire sostegno finanziario ai suddetti fondi.
Nel corso del 1° semestre 2015 l’attività di gestione dei fondi ha continuato a
concentrarsi esclusivamente sull’ordinata dismissione degli attivi e sul conseguente
recupero della liquidità da essa scaturita, in modo da massimizzare il valore di
NOTE ILLUSTRATIVE
94
Disponibilità
voti %
realizzo degli attivi stessi. I fondi sono infatti gestiti in ottica di dismissione da inizio
2009, mentre nel 2010 i fondi hanno aperto formalmente una procedura di
liquidazione.
In allegato al bilancio consolidato semestrale abbreviato si riportano i rendiconti di tali
fondi comuni alla data del 30 giugno 2015.
Sezione 4 - Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio
Si rimanda a quanto già analiticamente esposto nella relazione intermedia sulla
gestione.
Sezione 5 - Altri aspetti
Opzione per il consolidato fiscale nazionale
A partire dal 2004 Credem e le società italiane del Gruppo hanno adottato il c.d.
“consolidato fiscale nazionale”, disciplinato dagli artt. 117-129 del TUIR, introdotto
nella legislazione fiscale dal D.Lgs. n. 344/2003. Esso consiste in un regime
opzionale, in virtù del quale il reddito complessivo netto o la perdita fiscale di
ciascuna società controllata partecipante al consolidato fiscale – unitamente alle
ritenute subite, alle detrazioni e ai crediti di imposta – sono trasferiti alla società
controllante (Credemholding), in capo alla quale è determinato un unico reddito
imponibile o un’unica perdita fiscale riportabile (risultanti dalla somma algebrica dei
redditi/perdite propri e delle società controllate partecipanti e, conseguentemente, un
unico debito/credito di imposta).
In virtù di questa opzione le imprese del Gruppo che hanno aderito al “consolidato
fiscale nazionale” determinano l’onere fiscale di propria pertinenza ed il
corrispondente reddito imponibile viene trasferito a Credemholding. Qualora una o più
partecipate presentino un reddito imponibile negativo, in presenza di reddito
consolidato nell’esercizio o di elevate probabilità di redditi imponibili futuri, le perdite
fiscali vengono trasferite a Credemholding. In conseguenza di quanto riportato, gli
accantonamenti di competenza IRES sono registrati nella voce “altre passività”.
Il Gruppo ha esercitato l’adesione al Consolidato anche per il triennio 2013-2015.
Revisione contabile
Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è sottoposto a revisione contabile limitata
da parte della società Reconta Ernst & Young spa, cui tale incarico è stato affidato, in
attuazione della Delibera assembleare del 30 aprile 2013, fino all’esercizio chiuso al
2022.
Utilizzo di stime ed assunzioni nella predisposizione del bilancio
In conformità agli IFRS, la direzione aziendale deve formulare valutazioni, stime e
ipotesi che influenzano l’applicazione dei principi contabili e gli importi delle attività,
delle passività, dei costi e dei ricavi rilevati in bilancio, nonché sull’informativa relativa
ad attività e passività potenziali. Le stime e le relative ipotesi si basano sulle
esperienze pregresse e su altri fattori considerati ragionevoli nella fattispecie e sono
state adottate per stimare il valore contabile delle attività e delle passività che non è
facilmente desumibile da altre fonti.
In particolare sono stati adottati processi di stima a supporto del valore di iscrizione di
alcune delle più rilevanti poste valutative iscritte nel bilancio consolidato semestrale
abbreviato al 30 giugno 2015, così come previsto dai principi contabili e dalle
normative di riferimento sopra descritti. Detti processi sono basati in larga misura su
stime di recuperabilità futura dei valori iscritti in bilancio secondo le regole dettate
dalle norme vigenti e sono stati effettuati in un’ottica di continuità aziendale, ossia
prescindendo da ipotesi di liquidazione forzata delle poste oggetto di valutazione.
I processi adottati confortano i valori di iscrizione al 30 giugno 2015. Il processo
valutativo è risultato particolarmente complesso in considerazione della persistente
incertezza riscontrabile nel contesto macroeconomico e di mercato, caratterizzato, sia
da importanti livelli di volatilità riscontrabili nei parametri finanziari determinanti ai
NOTE ILLUSTRATIVE
95
fini della valutazione, sia da indicatori di deterioramento della qualità del credito
ancora elevati.
I parametri e le informazioni utilizzati per la verifica dei valori prima menzionati sono
quindi significativamente influenzati da detti fattori che potrebbero registrare rapidi
mutamenti ad oggi non prevedibili, talché non si possono escludere conseguenti effetti
sui futuri valori di bilancio.
Le stime e le ipotesi sono riviste regolarmente. Le eventuali variazioni conseguenti a
tali revisioni sono rilevate nel periodo in cui la revisione viene effettuata qualora la
stessa interessi solo quel periodo. Nel caso in cui la revisione interessi periodi sia
correnti sia futuri, la variazione è rilevata nel periodo in cui la revisione viene
effettuata e nei relativi periodi futuri.
Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni
soggettive da parte della Direzione sono:
–
la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere,
delle altre attività finanziarie e delle partecipazioni;
–
l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti
finanziari non quotati in mercati attivi;
–
la stima del valore recuperabile dell’avviamento;
–
la quantificazione del TFR, dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri.
Tali valutazioni sono prevalentemente legate sia all’evoluzione del contesto socioeconomico nazionale e internazionale, sia all’andamento dei mercati finanziari, che
provocano conseguenti riflessi sull’andamento dei tassi, sulla fluttuazione dei prezzi,
sulle basi attuariali e, più in generale, sul merito creditizio delle controparti.
Modalità di determinazione del fair value delle attività e passività
Aspetti generali
Gli strumenti finanziari valutati al fair value includono le attività e le passività
finanziarie detenute per la negoziazione, gli strumenti finanziari designati al fair value,
gli strumenti derivati e, infine, gli strumenti classificati come disponibili per la
vendita.
Il principio IFRS13 definisce il fair value come il prezzo che si percepirebbe per la
vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in
una regolare operazione nel mercato principale (o più vantaggioso) alla data di
valutazione, alle correnti condizioni di mercato (ossia un prezzo di chiusura),
indipendentemente dal fatto che quel prezzo sia osservabile direttamente o che venga
stimato utilizzando un’altra tecnica di valutazione.
Le funzioni coinvolte nei processi di determinazione del fair value includono le
funzioni amministrative, le funzioni di front office Finanza e le funzioni di Risk
Management.
Gli uffici amministrativi, direttamente responsabili della redazione dell’informativa
finanziaria, sono chiamati a presidiare le regole utilizzate per la determinazione del
Fair Value nel rispetto dei principi contabili di riferimento.
Gli uffici Finanza, a loro volta, detengono le conoscenze legate alle tecniche di
valutazione applicate e presiedono i sistemi informativi utilizzati nei processi di
determinazione del fair value.
Infine gli uffici della funzione Risk Management sono chiamati a validare le tecniche di
valutazione utilizzate, inclusi i relativi modelli e i parametri utilizzati. Tali uffici
verificano la potenziale presenza di un mercato attivo e analizzano le possibili fonti
disponibili. Le variabili utilizzate nel processo valutativo sono soggette periodicamente
ad attività di verifica mediante back testing.
In generale, il Gruppo determina il fair value di attività e passività finanziarie secondo
tecniche di valutazione scelte in base alla natura degli strumenti detenuti ed in base
alle informazioni disponibili al momento della valutazione.
Sulla base delle informazioni disponibili al momento della valutazione, gli strumenti
finanziari sono suddivisi tra quelli il cui prezzo è quotato in un mercato attivo da
quelli per i quali un mercato attivo al momento della valutazione non esiste.
NOTE ILLUSTRATIVE
96
La gerarchia del fair value attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati (non
rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche (dati di livello 1) e la
priorità minima agli input non osservabili (dati di Livello 3).
Gli input di Livello 1 sono prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività e
passività identiche a cui l’entità può accedere alla data di valutazione. Un prezzo
quotato in un mercato attivo fornisce la prova più attendibile del fair value e, quando
disponibile, deve essere utilizzato senza alcuna rettifica per valutare il fair value.
Gli input di Livello 2 sono input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1
osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività.
Allo stesso modo non sono considerate osservabili tutte le altre variabili impiegate
nelle tecniche valutative che non possono essere corroborate sulla base di dati
osservabili di mercato.
La presenza di mercati attivi e l’utilizzo di prezzi quotati (Mark to Market)
In linea generale, il processo per l’applicazione del Mark to Market è largamente
automatizzato. Le principali fonti utilizzate per l’acquisizione dei prezzi ai fini contabili
sono:
•
CED Borsa, nel caso di prezzi rilevati in mercati regolamentati domestici
(Italia);
•
Reuters, per quanto valorizzato attraverso l’applicativo di front office Murex
utilizzando prezzi rilevati su mercati regolamentati;
•
Bloomberg, per quanto valorizzato al di fuori dei mercati regolamentati,
utilizzando prezzi rilevati in mercati regolamentati e non.
Qualora le informazioni Reuters e Bloomberg non siano disponibili si utilizzano altri
Information Providers indipendenti.
Se un’attività o passività valutata al fair value ha un prezzo denaro e un prezzo lettera
(per esempio un dato proveniente da un mercato a scambi diretti e assistiti), per
valutare il fair value deve essere utilizzato il prezzo rientrante nello scarto denarolettera (bid-ask spread) più rappresentativo del fair value in quelle circostanze
specifiche, indipendentemente da come tale dato è classificato nella gerarchia del fair
value (Livello 1, 2 o 3). È consentito l’utilizzo di prezzi denaro per posizioni attive e di
prezzi lettera per posizioni passive, ma non è obbligatorio. Il Gruppo utilizza
prevalentemente per le proprie posizioni attive i prezzi denaro, mentre per le proprie
posizioni passive i prezzi lettera.
Generalmente l’acquisizione dei prezzi quotati avviene in via automatica, su base
giornaliera, attraverso lo scarico delle informazioni da primari Information Provider
indipendenti.
L’utilizzo di tecniche di valutazione (Mark to Model)
Nel determinare il fair value degli strumenti finanziari si ricorre al Mark to Model
qualora l’analisi evidenzi che per gli strumenti detenuti non esistano prezzi quotati nel
mercato principale (o più vantaggioso).
Le tecniche di valutazione utilizzate per valutare il fair value devono massimizzare
l’utilizzo di input osservabili rilevanti e ridurre al minimo l’utilizzo di input non
osservabili.
Gli input di Livello 2 sono input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1
osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività.
Gli input di livello 2 comprendono:
- prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi;
- prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non attivi;
- dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività (per esempio tassi
di interesse e curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati,
volatilità implicite e spread creditizi);
- input corroborati dal mercato.
Gli input non osservabili, Livello 3, devono essere utilizzati per valutare il fair value
nella misura in cui gli input osservabili rilevanti non siano disponibili, consentendo
pertanto situazioni di scarsa attività del mercato per l’attività o passività alla data di
valutazione. Tuttavia, la finalità della valutazione del fair value resta la stessa, ossia
un prezzo di chiusura alla data di valutazione dal punto di vista di un operatore di
NOTE ILLUSTRATIVE
97
mercato che possiede l’attività o la passività. Pertanto, gli input non osservabili
devono riflettere le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel
determinare il prezzo dell’attività o passività, incluse le assunzioni circa il rischio.
Le rettifiche agli input di Livello 2 varieranno in funzione di fattori specifici dell’attività
o della passività. Tali fattori comprendono i seguenti elementi:
- la condizione o l’ubicazione dell’attività;
la misura in cui gli input fanno riferimento a elementi comparabili all’attività o
alla passività; e
- il volume o il livello di attività nei mercati in cui gli input sono osservati.
L’utilizzo di input non osservabili significativi o eventuali rettifiche di un input di
Livello 2 significativo per l’intera valutazione dello strumento, possono comportare
nella valutazione del fair value una classificazione a Livello 3 nella gerarchia del fair
value.
L’utilizzo di una tecnica di valutazione ha l’obiettivo di stimare il prezzo a cui avrebbe
luogo una regolare operazione di vendita di una attività o di trasferimento di una
passività tra operatori di mercato alla data di valutazione, alle condizioni di mercato
correnti. Tre tecniche di valutazione ampiamente utilizzate sono il metodo basato sulla
valutazione di mercato, il metodo del costo e il metodo reddituale. Un’entità deve
utilizzare tecniche di valutazione coerenti con uno o più di questi metodi per valutare
il fair value.
L’evidenza dell’affidabilità di tali tecniche è valutata attraverso periodiche attività di
back testing.
Esempi dei principali parametri osservabili di mercato di cui si servono le più comuni
tecniche di valutazione applicate sono i seguenti:
- curva dei tassi Risk Free. Sulla base delle rilevazioni storicizzate nell’applicativo di
Front Office (Murex) viene ricavata una curva tassi Euro c.d. Risk-Free, attraverso un
bootstrapping dei tassi impliciti in depositi, swap e Forward Rate Agreement;
- tassi di cambio. Il sistema Murex acquisisce giornalmente, in automatico, i tassi di
cambio spot fixing BCE dall’infoprovider Reuters;
- curve di volatilità. Vengono mappate le curve di volatilità rilevate da fonte esterna
precedentemente individuata (Bloomberg), e storicizzate nell’applicativo di front office
(Murex); va sottolineato che l’operatività del Gruppo in conto proprio si concentra
prevalentemente su strumenti di tasso;
- curve tasso per differenti classi di rating (credit spread).
In particolare, per quanto riguarda i Credit Spread, al fine di determinare la curva di
tasso da applicare, si procede:
- all’individuazione degli spread senior da applicare alla curva Risk-Free (fonte
Bloomberg) selezionando un paniere di titoli (titoli benchmark) per ogni classe di
rating;
- alla rilevazione dei discount margin relativi ad ogni classe di rating;
- all’estrapolazione e interpolazione, da questi, degli spread da applicare alla curva
risk-free.
In presenza di strumenti subordinati, in aggiunta ai processi suddetti si procede
all’individuazione degli spread tra titolo senior e titolo subordinato per ogni emittente
(credit spread subordinato):
- tramite rilevazione delle quotazioni dei Credit Default Swaps;
- applicando agli strumenti subordinati, in misura proporzionale, la stessa variazione
di spread rilevata sugli strumenti senior;
- fatte le debite interpolazioni si ricavano gli spread e da questi, tramite l’applicativo
di Front Office (Murex), le curve corrispondenti.
Diversamente, qualora le tecniche di valutazione si basino in via prevalente su
parametri non osservabili sul mercato, vengono svolti processi di stima interni. Ciò
avviene limitatamente ai casi in cui i relativi dati di mercato non siano disponibili o
non siano ritenuti affidabili.
L’utilizzo delle tecniche di valutazione che fanno uso di dati osservabili di mercato o di
dati stimati internamente, implicano l’utilizzo di modelli valutativi all’interno dei quali
sono calati tali parametri.
Il metodo reddituale converte importi futuri (per esempio, flussi finanziari o ricavi e
costi) in un unico importo corrente (ossia attualizzato). Quando si utilizza il metodo
NOTE ILLUSTRATIVE
98
reddituale, la valutazione del fair value riflette le attuali aspettative del mercato su tali
importi futuri.
A titolo esemplificativo, tali tecniche di valutazione comprendono:
- tecniche del valore attuale;
- modelli di misurazione del prezzo delle opzioni, quali la formula di Black-ScholesMerton o il modello degli alberi binomiali, che incorporano tecniche di calcolo del
valore attuale e riflettono sia il valore temporale, sia il valore intrinseco di un’opzione;
Qualora però si faccia ricorso a modelli valutativi proprietari, l’affidabilità degli stessi è
testata confrontando, per strumenti simili quotati, le valutazioni fornite da tali
tecniche con i relativi prezzi quotati (back testing). Inoltre, l’affidabilità di tali tecniche
è verificata, ex post, monitorando nel tempo i risultati ottenuti.
Impairment degli strumenti finanziari Available For Sale (AFS)
Lo IAS 39, par.58, impone di determinare a ogni data di riferimento del bilancio se vi è
qualche obiettiva evidenza che un’attività finanziaria abbia subito una riduzione di
valore.
Il paragrafo 67 stabilisce che “quando una riduzione di Fair Value di un’attività
finanziaria disponibile per la vendita è stata rilevata direttamente nel patrimonio netto
e sussistono evidenze obiettive che l’attività abbia subito una riduzione di valore, la
perdita cumulativa che è stata rilevata direttamente nel patrimonio netto deve essere
stornata e rilevata a conto economico anche se l’attività finanziaria non è stata
eliminata”.
Il paragrafo 68 precisa che “l’importo della perdita complessiva che viene stornata dal
patrimonio netto e rilevata nel conto economico deve essere la differenza tra il costo di
acquisizione (al netto di qualsiasi rimborso in conto capitale e ammortamento) e il Fair
Value (valore equo) corrente, dedotta qualsiasi perdita per riduzione di valore su
quell’attività finanziaria rilevata precedentemente nel conto economico”. Dunque
l’intera riserva negativa del patrimonio netto deve essere imputata al conto economico
nel caso di evidenze di Impairment.
La differenza tra il valore di iscrizione ed il valore recuperabile rappresenta una
perdita di valore. Lo IAS 39 prevede che il valore recuperabile, vale a dire il valore a
cui l’attività finanziaria debba essere iscritta, sia, nel caso dei strumenti finanziari
classificati nel comparto AFS, il Fair Value.
Le attività finanziarie del portafoglio disponibile per la vendita (AFS) ed i titoli di debito
aventi le caratteristiche per la classificazione nel portafoglio crediti e, qualora
esistente, nel portafoglio immobilizzato, sono sottoposti ad Impairment test ogni
qualvolta si manifestino eventi tali da far ritenere che l’investimento abbia subito una
perdita di valore. Il procedimento è articolato in due fasi:
- individuazione delle situazioni di deterioramento della solvibilità degli emittenti e
identificazione delle attività deteriorate;
- quantificazione delle perdite associabili alle situazioni di Impairment. Per le attività
del portafoglio AFS queste perdite si ragguagliano alla differenza negativa tra il valore
corrente di mercato (oppure, per gli strumenti non quotati, il valore attuale – ai tassi
correnti di rendimento “risk free” di investimenti simili – dei flussi di cassa attesi) delle
attività deteriorate ed il valore di libro. Analoga quantificazione per i titoli di debito del
portafoglio crediti, anch’essi periodicamente valutati per individuare le evidenze di
perdite di valore.
I criteri applicati dal Gruppo per identificare situazioni di Impairment del portafoglio
AFS, distinguono tra titoli di debito e titoli di capitale.
L’obiettiva evidenza che un titolo di debito abbia subito una perdita di valore è
rintracciabile nella lista degli eventi di perdita riportati nello IAS 39.59, tra i quali:
- significative difficoltà finanziarie dell’emittente;
- una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento
degli interessi o del capitale;
- il sottoscrittore/acquirente per ragioni economiche o legali relative alle difficoltà
finanziarie
dell’emittente,
estende
all’emittente
una
concessione
che
il
sottoscrittore/acquirente non avrebbe altrimenti preso in considerazione;
- sussiste la probabilità che l’emittente dichiari bancarotta o venga sottoposto ad
altre procedure di ristrutturazione finanziaria;
NOTE ILLUSTRATIVE
99
- la scomparsa di un mercato attivo di quel titolo dovuta a difficoltà finanziarie.
Nel caso di titoli obbligazionari con un “rating” si valuta il deterioramento del merito
creditizio dell’emittente. Al riguardo si ritiene che un deterioramento tale da far
ricadere i titoli di debito in classi di rating inferiori alla soglia ”Investment grade” sia
indicativo della necessità di procedere nel verificare l’esistenza di un Impairment,
mentre, negli altri casi, il deterioramento del merito creditizio è invece da valutare
congiuntamente con gli altri fattori disponibili.
Nel caso di titoli obbligazionari si considera la disponibilità di fonti specializzate (ad
esempio indicazioni di investimento fornite da istituzioni finanziarie, rating reports,
etc.) o di informazioni disponibili su “info-provider” (ad es. Bloomberg, Reuters, etc.),
attraverso cui si determina più puntualmente la rilevanza della situazione di
deterioramento dell’emittente.
Con riferimento ai titoli di capitale (inclusi i fondi), è ragionevole ipotizzare che le
azioni in portafoglio siano da assoggettare ad Impairment prima dei titoli
obbligazionari emessi dalla stessa società emittente; pertanto, gli indicatori di
svalutazione dei titoli di debito emessi da una società, ovvero la svalutazione di tali
titoli di debito, sono forti indicatori dell’Impairment dei titoli di capitale della stessa
società.
Inoltre, per stabilire se vi è un’evidenza di Impairment per un titolo di capitale, oltre
alla presenza degli eventi indicati dallo IAS 39.59, ed alle considerazioni in precedenza
riportate ove applicabili, sono da considerare i due seguenti eventi (IAS 39.61):
- cambiamenti significativi con effetti avversi relativi alle tecnologie, mercati,
ambiente economico o legale relativamente all’emittente, che indicano che il costo
dell’investimento non può più essere recuperato;
- un significativo o prolungato declino nel Fair Value dell’investimento al di sotto del
suo costo.
Si procede a rilevare un Impairment se:
• il Fair Value del titolo è inferiore del 35% rispetto al valore di carico di prima
iscrizione; oppure
• il Fair Value è inferiore al valore di carico per un arco temporale di almeno18 mesi.
Relativamente agli investimenti in strumenti rappresentativi di capitale, la necessità di
rilevare un Impairment considera, in caso non si verifichino le condizioni sopra
indicate, singolarmente o congiuntamente, le seguenti situazioni:
- il Fair Value dell’investimento risulta significativamente inferiore al costo di
acquisto o comunque è significativamente inferiore a quello di società similari dello
stesso settore;
- il management della società non è considerato di adeguato standing ed in ogni caso
capace di assicurare una ripresa delle quotazioni;
- si rivela la riduzione del “credit rating” dalla data dell’acquisto;
- significativo declino dei profitti, dei cash flow o nella posizione finanziaria netta
dell’emittente dalla data di acquisto;
- si rileva una riduzione o interruzione della distribuzione dei dividendi;
- scompare un mercato attivo per i titoli obbligazionari emessi;
- si verificano cambiamenti del contesto normativo, economico e tecnologico
dell’emittente che hanno un impatto negativo sulla situazione reddituale, patrimoniale
e finanziaria dello stesso;
- esistono prospettive negative del mercato, settore o area geografica nel quale opera
l’emittente.
Passività di propria emissione
Per la determinazione del fair value delle passività di propria emissione valutate al fair
value, si tiene conto anche del proprio rischio emittente.
La costruzione di una o più curve di credit spread si rende necessaria, nell’ambito
della fair value option, al fine di valorizzare gli strumenti non negoziati su mercati
attivi 1 con un full fair value. Il concetto di full fair value comprende, rispetto alla
semplice attualizzazione sulla curva risk free dei cash flows generati dallo strumento,
1
Agli strumenti negoziati su mercati attivi viene attribuita la quotazione di mercato.
NOTE ILLUSTRATIVE
100
un ulteriore aggiustamento che tenga conto del rischio emittente: l’aggiustamento,
ovvero il credit spread, assume la forma di uno spread additivo sulla curva risk free ed
è di entità diversa sulle diverse scadenze temporali. Il credit spread relativo ad un
emittente, inoltre, esprimendo un’indicazione sulla probabilità e sull’entità del
rimborso dell’emissione, è diverso in base alla seniority dell’emissione: un’emissione
senior avrà un credit spread inferiore rispetto ad un’emissione subordinata.
L’applicazione della Fair Value Option alle passività finanziarie prevede che si dia
evidenza dell’ammontare delle variazioni di fair value attribuibili a variazioni del solo
rischio creditizio dello strumento.
I fattori di rischio dovuti al merito creditizio vengono incorporati nella curva di
attualizzazione (usata per il calcolo del Fair Value) applicando alla curva risk free uno
spread che renda conto del rischio emittente.
Con tale metodo valutativo è possibile separare i diversi componenti di rischio, rischio
tasso e rischio credito. Riguardo il merito creditizio, si è proceduto a separare il rischio
di credito dovuto alla variazione del merito creditizio nel corso dell’ultimo anno e dal
momento dell’emissione del titolo (o dall’FTA degli IAS).
I fattori considerati nei calcoli sono:
- il tasso di mercato free risk osservato alla data di valutazione;
- il credit spread osservato alla data di emissione iniziale del titolo;
- il credit spread osservato l’anno precedente alla data di valutazione odierna;
- il credit spread osservato alla data di valutazione.
Attraverso il confronto del fair value di mercato alla data di valutazione con il fair
value calcolato utilizzando il rischio di credito osservato al momento dell’emissione (o
all’anno precedente), risulta possibile determinare le variazioni di fair value imputabili
alle sole variazioni del rischio di credito dell’ultimo anno, e dal momento
dell’emissione.
Le curve rettificate per il merito di credito dell’emittente si ottengono sommando ai
tassi zero coupon (o tassi risk free) un credit spread che esprime il merito creditizio
dell’emittente stesso. Tali curve sono utilizzate per la valutazione di obbligazioni non
quotate sui mercati attivi.
Con la valutazione al Fair Value per tutti gli strumenti relativi a un singolo emittente
(e anche per quelli emessi dal Gruppo), si possono costruire tre curve:
- una curva senior;
- una curva subordinata;
- una curva covered.
Per la determinazione dei credit spread senior, se sono presenti sul mercato emissioni
senior liquide, si utilizzano i credit spread impliciti nelle quotazioni delle emissioni in
oggetto.
In particolare per Credem sono presi a riferimento i titoli appartenenti al programma
EMTN di emittenti comparable di pari caratteristiche come settore e rating per
desumere la struttura di scadenze della curva a partire dalle quotazioni di titoli di
stato italiani.
Nel dettaglio la determinazione dei credit spread avviene con vincolo medio per le
emissioni senior e covered mentre per i subordinati la metodologia si basa sulle
quotazioni implicite degli strumenti bond (senior e subordinati) su un arco temporale
di 10 giorni lavorativi il quale viene applicata una funzione di regressione.
E’ stata inoltre definita una metodologia di back-up per la determinazione della curva
dei credit spread Credem, qualora le condizioni di mercato (presenza di mercati non
attivi, illiquidità degli strumenti) non consentono la determinazione della struttura per
scadenze di tale curva.
Tale metodologia, utilizzata ai soli fini di valorizzazione degli strumenti valutati a mark
to model, è basata sulle quotazioni CDS di emittenti comparable a Credito Emiliano e
sulle quotazioni CDS dell’Italia.
NOTE ILLUSTRATIVE
101
Criteri di determinazione del fair value di attività e passività non misurate al
fair value su base ricorrente
Di seguito si riportano le informazioni richieste dall’IFRS 13.
Per i rapporti creditizi attivi e passivi non misurati al fair value su base ricorrente, il
fair value, riportato nelle tabelle presenti nelle note illustrative, è stato determinato
con i seguenti criteri:
- per le attività e passività a vista, con scadenza a breve termine (entro 12 mesi) o
indeterminata, il valore di iscrizione; stessa impostazione è stata utilizzata per i crediti
non performing;
- per i titoli emessi a tasso variabile e per quelli a tasso fisso a breve termine (entro
12 mesi) il valore contabile è stato assunto come approssimazione del fair value;
- per le attività e passività a medio a lungo termine, la valutazione è stata
determinata mediante l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri. Tale operazione è
stata eseguita utilizzando tassi privi di rischio e, per le attività, correggendo i flussi di
cassa futuri, tenendo conto della rischiosità della controparte mediante parametri di
PD (Probability of Default) e di LGD (Loss Given Default);
- per i titoli emessi a tasso fisso a medio lungo temine la valutazione è stata
effettuata mediante l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri, corretta per il rischio
emittente associato a Credem.
Per tali strumenti, la determinazione del fair value si basa anche sull’utilizzo di
parametri interni non direttamente osservabili sul mercato ed è calcolato solo ai fini di
adempiere alle richieste di informativa e non ha alcun impatto sullo stato
patrimoniale e sul conto economico.
NOTE ILLUSTRATIVE
102
A.3 – INFORMATIVA SUI
ATTIVITA’ FINANZIARIE
TRASFERIMENTI
TRA
PORTAFOGLI
DI
A.3.1 – Trasferimenti tra portafogli
Modifiche allo IAS 39 e all’IFRS7 del 13 ottobre 2008
Con regolamento (CE) n.1004/2008 del 15 ottobre 2008, la Commissione della
Comunità Europea ha modificato il regolamento (CE) 1725/2003 - emesso per
adottare taluni principi contabili internazionali conformemente al regolamento (CE)
n.1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio - per quanto riguarda il principio
contabile internazionale (IAS) 39 e l’International Financial Reporting Standard (IFRS)
7.
L’emendamento dello IAS 39 e dell’IFRS 7, emanato dallo IASB (International
Accounting Standards Board) il 13 ottobre 2008 a seguito della crisi derivante dal
fallimento di Lehman Brothers, consentiva e permette tuttora, a determinate e
restrittive condizioni e in linea con quanto già permesso dai principi contabili
statunitensi (US GAAP), di trasferire (riclassificare) attività finanziarie per cassa (ad
esempio, titoli) allocate fra l’altro nel portafoglio di negoziazione (HFT) in altri
portafogli di strumenti finanziari (valutati al “costo ammortizzato” oppure al “fair
value” con impatti sul patrimonio netto). Ciò in deroga al divieto generale di trasferire
le attività finanziarie da una categoria all’altra in un momento successivo a quello
della loro rilevazione iniziale.
Più in particolare, il suddetto emendamento consente di effettuare le seguenti
riclassifiche:
- dal portafoglio delle “attività finanziarie detenute per la negoziazione”:
a)
al portafoglio delle “attività finanziarie disponibili per la vendita”, in casi
eccezionali (“rare circostanze” ossia situazioni derivanti da eventi straordinari e
destinati a non ripetersi nel breve termine, secondo quanto spiegato dallo IASB in IAS
39 BC104D);
b)
al portafoglio “crediti”, quando si ha l’intenzione e la capacità di conservarle in
portafoglio nel prevedibile futuro o fino alla scadenza. Questo trasferimento è
comunque possibile, come ricordato dall’Associazione Bancaria Italiana in un suo
parere del 2008 (Soluzioni IAS ABI n. 53 del 19.11.2008) solo se le attività trasferite
soddisfano all’atto del trasferimento stesso tutti i requisiti previsti dallo IAS 39 per la
classificazione in tale portafoglio (in particolare, il requisito di essere strumenti di
debito non quotati in un mercato attivo);
c)
al portafoglio “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza” purché si sia in
presenza di “rare circostanze” e vi sia l’intenzione e la capacità di detenere l’attività
finanziaria fino alla scadenza.
- dalla categoria “Attività finanziarie disponibili per la vendita” alla categoria “Crediti”
per tutte le attività finanziarie che soddisfino la definizione di “finanziamenti e crediti”
e per le quali vi sia l’intenzione e la capacità di detenerli per un prevedibile futuro.
Le riclassifiche sopra descritte devono essere effettuate al “fair value” delle attività
finanziarie al momento della riclassifica stessa e potevano essere effettuate con
decorrenza dalla data di riclassifica oppure dal 1° luglio 2008, se tale riclassifica fosse
stata effettuata prima del 1° novembre 2008.
L’intervento effettuato dallo IASB ha cercato di proporre una soluzione al problema
della perdita di significatività delle quotazioni di mercato in un contesto di illiquidità e
di panico dei mercati (panic selling). In tali situazioni estreme, infatti, i valori di
mercato non esprimendo più adeguatamente il fair value degli strumenti finanziari,
rischiano di distorcere la rappresentazione degli stessi nei bilanci delle società che
applicano gli IAS/IFRS, provocando abnormi fluttuazioni del conto economico e del
patrimonio.
La modifica introdotta dallo IASB permette quindi di effettuare, in “rare circostanze“,
la riclassifica (prima non permessa) degli strumenti finanziari diversi dai contratti
derivati e allocati al portafoglio di trading con imputazione delle variazioni di fair value
a conto economico, agli altri portafogli contabili previsti dallo IAS 39.
A seguito di tale emendamento, in passato Credem ha provveduto a riclassificare già
nella situazione contabile del terzo trimestre 2008, con decorrenza 1° luglio 2008,
NOTE ILLUSTRATIVE
103
parte dei titoli obbligazionari detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie detenute per
la negoziazione” per un importo di 642 milioni di euro al portafoglio “Attività
finanziarie disponibili per la vendita” e al portafoglio “Crediti verso banche” per un
importo di 30 milioni di euro, riveniente dalla fusione di Abaxbank. Si trattava sia di
titoli ABS (asset backed securities) che di obbligazioni bancarie.
Nel corso dell’esercizio 2011 la recente crisi finanziaria, che ha coinvolto i paesi
dell’area euro ed in particolare il nostro paese, ha nuovamente messo sotto tensione il
mercato secondario dei titoli (in particolare i titoli corporate bancari italiani), rendendo
di fatto non significativi i prezzi quotati dai maggiori “information providers”
(Bloomberg/Reuters). L’effetto immediato, infatti, è stato un allargamento dello
“spread bid/offer” ed in molti casi l’assenza vera e propria di quotazioni.
Si è ritenuto, pertanto, per i titoli che presentano un mercato non attivo o in difficoltà,
ricorrere il requisito delle “rare circostanze” previsto dallo IAS39.
In particolare sono stati identificati, nel corso del periodo settembre - ottobre 2011,
all’interno dei portafogli di trading della banca, alcuni titoli quotati che presentavano,
coerentemente con i criteri definiti dalla “Fair value policy Gruppo Credem” almeno
una delle seguenti caratteristiche:
•
“spread bid/offer” superiore a 150 bps;
•
unico prezzo;
•
mancanza di quotazioni in talune giornate.
La descritta situazione non rendeva più possibile perseguire in maniera efficace, con
riferimento ai suddetti titoli, l'originaria strategia di negoziazione, che ne aveva
giustificato in precedenza l’iscrizione nel portafoglio contabile delle attività finanziarie
di negoziazione.
A seguito di tale situazione, in data 1° novembre 2011 la banca ha provveduto a
riclassificare una parte dei titoli detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie detenute
per la negoziazione” per un importo, alla data di riclassifica, pari a 95,5 milioni di
euro, corrispondenti ad un valore nominale di titoli pari a 99 milioni di euro, al
portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita”.
Il portafoglio trasferito è composto prevalentemente da obbligazioni bancarie senior,
con durata residua non superiore a 1anno e 6 mesi, aventi rating tra A e BBB.
NOTE ILLUSTRATIVE
104
A.3.1 Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività
complessiva
Tipologia di
strumento
finanziario (1)
Portafoglio di provenienza
(2)
Portafoglio di destinazione
(3)
Valore
contabile (4)
Componenti reddituali in
assenza del trasferimento (ante
imposte)
Fair Value
(5)
Valutative (6)
Altre (7)
Componenti reddituali
registrate nell'esercizio (ante
imposte)
Valutative (8)
Altre (9)
24.038
24.038
(66)
97
(140)
172
24.038
24.038
(66)
97
(140)
172
HTM
-
-
-
-
-
-
Crediti verso banche
-
-
-
-
-
-
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
Crediti verso banche
-
-
-
-
-
-
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
HTM
-
-
-
-
-
-
AFS
-
-
-
-
-
-
Crediti verso banche
-
-
-
-
-
-
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
HTM
-
-
-
-
-
-
HTM
-
-
-
-
-
-
B. Titoli di capitale
-
-
-
-
-
-
HFT
AFS
-
-
-
-
-
-
HFT
HTM
-
-
-
-
-
-
Crediti verso banche
-
-
-
-
-
-
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
Crediti verso banche
-
-
-
-
-
-
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
HTM
-
-
-
-
-
-
AFS
-
-
-
-
-
-
Crediti verso banche
-
-
-
-
-
-
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
HTM
-
-
-
-
-
-
HTM
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
A. Titoli di debito
HFT
HFT
HFT
HFT
AFS
AFS
AFS
HTM
HTM
HTM
Crediti verso banche
Crediti verso clientela
HFT
HFT
AFS
AFS
AFS
HTM
HTM
HTM
Crediti verso banche
Crediti verso clientela
AFS
C. Altre attività finanziarie
HFT
AFS
-
HFT
HTM
-
-
-
-
-
-
Crediti verso banche
-
-
-
-
-
-
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
Crediti verso banche
-
-
-
-
-
-
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
HTM
-
-
-
-
-
-
AFS
-
-
-
-
-
-
Crediti verso banche
-
-
-
-
-
-
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
HTM
-
-
-
-
-
-
HTM
-
-
-
-
-
-
24.038
24.038
(66)
97
(140)
172
HFT
HFT
AFS
AFS
AFS
HTM
HTM
HTM
Crediti verso banche
Crediti verso clientela
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
105
A.3.3 Trasferimento di attività finanziarie detenute per la negoziazione
Con riferimento all’informativa richiesta dall’IFRS7, paragrafo 12A, lettera c) si rinvia
a quanto dettagliato al paragrafo A.3.1.
A.3.4 – Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate
Il tasso di interesse effettivo medio, per i titoli riclassificati il 1° luglio 2008,
ammontava al 5,8%, mentre il tasso di interesse effettivo medio, per i titoli
riclassificati il 1° novembre 2011 ammontava al 6,1%.
A.4 INFORMATIVA SUL FAIR VALUE
Informativa di natura qualitativa
A.4.1 – Livello di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati
Le tecniche di valutazione utilizzate per gli strumenti finanziari appartenenti al livello
2 e 3 si distinguono:
- Attività finanziarie: valutazione degli strumenti strutturati utilizzando per la
componente obbligazionaria il modello discounted cash flow con un tasso corretto per
un opportuno rischio di credito, e per la componente azionaria utilizzando il modello
Black&Scholes (univariato e multivariato);
- Passività finanziarie: valutazione degli strumenti plain vanilla secondo la tecniche di
valutazione discounted cash flow di cassa considerando il tasso corretto per il rischio
di credito di Credito Emiliano sulla scadenza dello strumento.
Si riporta brevemente la definizione del modelli utilizzati:
1.Discounted Cash Flow
Il modello discounted cash flow, flussi di cassa attualizzati, è un metodo di
valutazione di un investimento, basato sul processo finanziario di attualizzazione, che
consente di stabilire oggi il valore attuale di un capitale che ha come naturale
scadenza una data futura tramite l'applicazione di un tasso di sconto. Il tasso di
sconto viene corretto per il rischio di credito dei flussi futuri attesi dall'attività in
questione. La somma algebrica dei flussi attualizzati rappresenta il valore netto
attuale (Net present value) dello strumento.
I parametri utilizzati nella tecnica di valutazione sono: curva tassi e credit spread di
ogni singola emissione.
2.Modello Black&Scholes (univariato)
Il modello Black&scholes univariato (BS) è il modello di pricing delle opzioni più
famoso e riconosciuto dal mercato. Il modello si basa sulla possibilità di creare un
portafoglio equivalente all’opzione, costituito in parte da unità del sottostante e in
parte da obbligazioni prive di rischio entrambi influenzati dalla stessa fonte di
incertezza data dalle variazioni del prezzo dell’azione. Le ipotesi sottostanti il modello
di BS sono rappresentate dall'andamento dei prezzi dell'attività sottostante
(approssimato da un processo log-normale), dalla presenza di un mercato
perfettamente efficiente; dal tasso di interesse e dalla volatilità del sottostante
costante per tutta la durata dell'opzione.
I parametri utilizzati nella tecnica di valutazione sono il tasso di interesse, il valore e
la volatilità del sottostante.
3.Modello Black&Scholes (multivariato)
Qualora il valore finale dello strumento dipenda da diverse variabili di mercato, il
modello di Black & Scholes viene adattato al caso multivariato. L‘estensione suppone
che le variabili seguano un sentiero temporale sulla base di una distribuzione normale
multivariata, con una data matrice di correlazione.
I parametri utilizzati nella tecnica di valutazione sono curva tassi di interesse, valore e
volatilità dei sottostanti e correlazione tra le diverse variabili.
NOTE ILLUSTRATIVE
106
Alla data del 30 giugno 2015 tutti i parametri utilizzati nelle tecniche di valutazione
sono risultati osservabili, evidenziando per gli strumenti valutati tramite mark to
model livelli di fair value pari a 2.
In particolare:
• i tassi di interesse sono estrapolati dalla curva zero ottenuta dalle quotazione di
mercato di strumenti omogenei;
• i credit spread sono ottenuti dalla quotazioni di mercato mentre per la
componete Credito Emiliano sono ottenuti da quotazioni di mercato di emissioni
comparables;
• valore del sottostante sono ottenuti dalla quotazione del mercato;
• volatilità del sottostante ottenute da quotazioni di mercato, alla luce della
scadenza a breve della componente azionaria;
• correlazione ottenuta dalle serie storiche degli strumenti quotati sul mercato.
I modelli e i parametri utilizzati nelle tecniche di valutazione sono dettagliati e
disciplinati nei documenti Allegato Tecnico al documento Fair Value Policy di Gruppo:
“Regole di applicazione Credem alla Fair Value Policy di Gruppo” e “Manuale Modelli
di pricing”.
A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni
Gli strumenti non scambiati su mercati attivi sono valutati a mark to model
utilizzando la tecnica di valutazione che massimizza l’utilizzo di dati osservabili sul
mercato. Qualora i parametri risultino non disponibili e direttamente osservabili il
livello di fair value attribuito è pari a 3.
Alla data del 30 giugno 2015 è stato valutato a mark to model uno strumento
finanziario derivato.
Nel dettaglio, la tecnica di valutazione utilizzata è quella basata sull’attualizzazione dei
flussi futuri considerando il corrispondente rischio di credito in funzione dell’emittente
e della scadenza dello strumento. Per questo alla data di valutazione non è stato
possibile desumere il valore del credit spread attraverso dati direttamente osservabili
sul mercato, attribuendo un livello di fair value pari a 3.
La valutazione del derivato è stata effettuata considerando un credit spread
contrattuale e costante.
L’analisi della sensitività sui parametri permette la quantificazione del fair value a
fronte di variazioni dei parametri utilizzati. Di seguito si riporta la sensitivity espressa
in migliaia di euro, rispetto la variazione dei parametro non osservabile credit spread
pari a 5 bps:
Derivati OTC: -1.110 euro.
A.4.3 Gerarchia del fair value
Trasferimenti tra i livelli della gerarchia del fair value
La gerarchia del fair value attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati (non
rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche (dati di livello 1) e la
priorità minima agli input non osservabili (dati di livello 3).
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito della presente Nota
integrativa sono i seguenti:
• “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di
quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere
alla data di valutazione;
• “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
NOTE ILLUSTRATIVE
107
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non
osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione.
L’attività di attribuzione dei livelli è rappresentata dalla verifica puntuale per ogni
strumento detenuto nei portafogli di proprietà di un possibile potenziale mercato
attivo che rispetti alcune regole di valorizzazione. In particolare viene analizzata nel
corso dei 6 giorni lavorativi precedenti la data di valutazione, che le contribuzioni
risultino continuative, contenute nei delta spread bid ask, indicative di possibili
transazioni recenti quindi non trascinate, e che l’emittente risulti solido e attivo.
Il mancato rispetto di tali regole porta a un aggravio di livello associato a una
valorizzazione il più coerente e rappresentativa del fair value dello strumento.
Analogamente l’analisi viene effettuata anche nella verifica di un potenziale ripristino
di mercato attivo sugli strumenti per i quali nel corso del tempo si verifica un
riattivazione di valorizzazione continuative sul mercato regolamentato e non.
In rispetto alle normative vigenti viene prodotta una reportistica che evidenzia:
• trasferimenti tra il Livello 1 e il Livello 2 per attività e passività possedute alla data
di chiusura dell’esercizio e valutate al fair value su base ricorrente. In questa
sezione vengono dettagliate le motivazioni di tali trasferimenti e la procedura
adottata che stabiliscono le circostanze in cui tali trasferimenti si verificano. I
trasferimenti verso ciascun livello sono indicati e discussi separatamente dai
trasferimenti da ciascun livello;
• trasferimenti nel Livello 3 dettagliando le motivazioni di tali trasferimenti e i
principi adottati per stabilire quando si verificano i trasferimenti tra i livelli. I
trasferimenti nel Livello 3 sono indicati e discussi separatamente dai trasferimenti
fuori dal Livello 3.
A.4.4 Altre informazioni
L’attività di attribuzione dei livelli di fair value avviene trimestralmente alla date
contabili di riferimento basandosi sulla verifica della presenza di un mercato
principale o più vantaggioso nell’intervallo temporale antecedente la data contabile di
riferimento. L’attività prevede la verifica di alcuni principi necessari alla definizione di
presenza di un mercato attivo per ogni strumento finanziario identificati dalla
disponibilità di valorizzazioni eseguibili, continue e con scarto denaro-lettera (bid-ask
spread) contenuti.
Il rispetto di tali condizioni determina il livello di fair value dello strumento analizzato.
Qualora non siano presenti quotazioni di mercato, l’utilizzo di tecniche di valutazione
viene effettuata ad ogni data contabile massimizzando l’utilizzo di input osservabili
rilevanti e riducendo al minimo l’utilizzo di input non osservabili. La verifica di tali
parametri di input in funzione della disponibilità determina il livello di fair value dello
strumento.
Ad ogni data contabile viene inoltre effettuata una analisi comparativa dei livelli di fair
value rispetto al trimestre precedente e l’inizio dell’esercizio di riferimento al fine di
individuare i trasferimenti di livelli di fair value avvenuti nel corso dell’esercizio di
riferimento e le circostanze che hanno determinato tale trasferimento.
NOTE ILLUSTRATIVE
108
Informativa di natura quantitativa
A.4.5 Gerarchia del fair value
A.4.5.1 Attività e passività valutate al FV su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value
Attività/Passività non misurate al fair value
o misurate al fair value su base non
ricorrente
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
30/06/2015
L1
31/12/2014
L2
L3
L1
L2
L3
19.405
107.839
26.118
8.116
147.743
2. Attività finanziarie valutate al fair value
1.885.690
2.696
-
1.417.556
2.685
-
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita
9.653.633
189.558
11.743
8.880.848
203.763
18.822
4. Derivati di copertura
-
161.216
-
-
169.740
-
5. Attività materiali
-
-
-
-
-
-
6. Attività immateriali
-
-
-
-
-
-
11.558.728
461.309
37.861
10.306.520
523.931
51.793
Totale
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione
2. Passività finanziarie valutate al fair value
3. Derivati di copertura
Totale
32.971
263
82.168
580
74
136.071
530
1.946.787
1.547
-
1.429.519
8.412
-
-
119.030
-
-
219.899
-
1.947.050
202.745
580
1.429.593
364.382
530
In riferimento alle attività valutate al fair value su base ricorrente alla data del 30
giugno 2015 gli strumenti valorizzati secondo il mercato più vantaggioso (livello di fair
value pari a 1) e/o secondo tecniche di valutazione basate su parametri osservabili
(livello di fair value pari a 2) rappresentano il 99,6% del totale delle attività valutate al
fair value (valore in leggero aumento rispetto al corrispondente 2014 pari al 99,5%).
Gli strumenti valutati tramite tecniche di valutazione basate prevalentemente su
parametri non osservabili hanno riguardato una parte residuale del totale attività
valutate al fair value (0,4%) in leggera diminuzione rispetto al valore del 2014 pari a
0.5%.
Nel corso del 1° semestre 2015 sono avvenuti i seguenti trasferimenti rispetto alla
classificazione dell’esercizio 2014:
da livello 1 vs livello 2
•
attività finanziarie detenute per la negoziazione: 1 titolo governativo tedesco per
un controvalore di 22.000 euro che alla data del 31 dicembre 2014 evidenziava
un mercato attivo quotato su un mercato regolamentato mentre alla data del 30
giugno 2015 l’analisi inerente la presenza di un mercato attivo risultava
negativa;
da livello 2 vs livello 1
•
attività finanziarie di negoziazione: un titolo governativo tedesco per un
controvalore 400 euro circa per il quale alla data del 31 dicembre 2014 l'analisi
di un mercato attivo dava esito negativo alla luce di delta spread bid/ask elevati
mentre alla data di valutazione del 30 giugno 2015 il mercato è risultato attivo;
•
attività finanziarie disponibili per la vendita: strumento per un controvalore di
14,6 milioni di euro circa per il quale alla data di valutazione del 31 dicembre
2014 l'analisi di un potenziale mercato attivo risultava negativa in quanto le
fonti disponibili evidenziavano delta spread bid/ask elevati. Alla data del 30
giugno 2015 lo strumento evidenzia la presenza di un mercato attivo, con fonte
di primo livello eseguibile, valori non trascinati e delta spread contenuti.
NOTE ILLUSTRATIVE
109
A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)
Attività
finanziarie
detenute per
la
negoziazione
A. Esistenze iniziali
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
Attività
finanziarie
disponibili
per la vendita
Derivati di
copertura
Attività
materiali
Attività
immateriali
32.971
-
18.822
-
-
16
-
102
-
-
-
1
-
-
-
-
-
15
-
-
-
-
-
3
-
-
-
-
-
X
X
64
-
-
-
2.3. Trasferimenti da altri livelli
-
-
-
-
-
-
2.4. Altre variazioni in aumento
-
-
38
-
-
-
3. Diminuzioni
6.869
-
7.181
-
-
-
3.1. Vendite
5.124
-
6.937
-
-
-
-
-
226
-
-
-
3.3.1. Conto Economico
1.745
-
-
-
-
-
di cui: minusvalenze
1.745
-
-
-
-
-
X
X
13
-
-
-
3.4. Trasferimenti ad altri livelli
-
-
-
-
-
-
3.5. Altre variazioni in diminuzione
-
-
5
-
-
-
26.118
-
11.743
-
-
-
2. Aumenti
2.1. Acquisti
-
2.2. Profitti imputati a:
2.2.1. Conto Economico
Plusvalenze
2.2.2. Patrimonio Netto
3.2. Rimborsi
3.3. Perdite imputate a:
3.3.2. Patrimonio Netto
4. Rimanenze finali
L’attribuzione del livello di fair value pari a 3 riguarda strumenti definiti “illiquidi” che
evidenziano poche valorizzazioni nel corso del tempo e per i quali lo stato dello
strumento o più in generale dell’emittente alla data di valutazione, non rende possibile
l’ipotesi di un eventuale ripristino del mercato verso uno stato attivo.
Le variazioni annue da e verso Livello 3 riguardano:
- aumenti: riguardano quegli strumenti che nel corso del semestre evidenziano
un aggravio di livello rispetto all’esercizio precedente risultando alla data
contabile appartenenti al livello 3;
- diminuzioni: riguardano quegli strumenti che nel corso del semestre 2015
evidenziano un potenziale ripristino di mercato rispetto all’esercizio precedente
risultando alla data contabile appartenenti al livello 2.
Le attività finanziarie oggetto di trasferimento sono classificate in attività finanziarie:
- detenute per la negoziazione (da qui in poi HFT);
- disponibili per la vendita (da qui in poi AFS).
Aumenti: trasferimenti da altri Livelli
Nel corso del primo semestre 2015 non si sono verificati trasferimenti verso livello 3 in
nessuno delle attività finanziarie (detenute per la negoziazione, valutate al fair value,
disponibili per la vendita).
Diminuzioni: trasferimenti ad altri Livelli
Nella sezione diminuzioni nel corso del primo semestre 2015 non si sono verificati
trasferimenti da livello 3 in nessuno delle attività finanziarie (detenute per la
negoziazione, valutate al fair value, disponibili per la vendita).
NOTE ILLUSTRATIVE
110
A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)
Passivita finanziarie
detenute per la
negoziazione
1. Esistenze iniziali
Passività finanziarie
valutate al fair value
Derivati di copertura
530
-
-
50
-
-
-
-
-
2.2.1. Conto Economico
50
-
-
- di cui minusvalenze
50
-
-
2. Aumenti
2.1. Emissioni
2.2. Perdite imputate a:
2.2.2. Patrimonio Netto
X
X
-
2.3. Traferimenti da altri livelli
-
-
-
2.4. Altre variazioni in aumento
-
-
-
3. Diminuzioni
-
-
-
3.1. Rimborsi
-
-
-
3.2. Riacquisti
-
-
-
3.3.1. Conto Economico
-
-
-
- di cui plusvalenze
-
-
-
3.3. Profitti imputati a:
3.3.2. Patrimonio Netto
X
X
-
3.4. Trasferimento ad altri livelli
-
-
-
3.5. Altre variazioni in diminuzione
-
-
-
580
-
-
4. Rimanenze finali
Le variazioni annue per le passività finanziarie nel corso del primo semestre 2015 non
hanno evidenziato nessun trasferimento da e verso livello 3.
A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente:
ripartizione per livelli di fair value
Attività/Passività finanziarie misurate al
fair value
30/06/2015
VB
1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
2. Crediti verso banche
L1
-
31/12/2014
L2
-
L3
-
353.185
3. Crediti verso clientela
VB
L1
L2
L3
-
-
-
-
-
353.179
521.213
-
-
524.244
21.498.524
-
-
22.012.845
21.695.384
-
-
22.229.076
4.123
-
-
6.889
4.162
-
-
6.889
-
-
-
-
-
-
-
-
21.855.832
-
-
22.372.913
22.220.759
-
-
22.760.209
1. Debiti verso banche
5.225.940
-
-
5.219.829
5.013.572
-
-
5.009.440
2. Debiti verso clientela
16.507.149
-
-
16.507.149
16.758.331
-
-
16.758.331
3. Titoli in circolazione
4.631.842
2.254.577
2.449.589
1.026
4.711.310
2.224.718
2.545.156
1.062
-
-
-
-
-
-
-
-
26.364.931
2.254.577
2.449.589
21.728.004
26.483.213
2.224.718
2.545.156
21.768.833
4. Attività materiali detenute a scopo di investimento
5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di
dismissione
Totale
4. Passività associate ad attività in via di dismissione
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
111
A.5 – Informativa sul c.d. “day one profit/loss”
I proventi connessi all’emissione di prestiti obbligazionari, determinati dalla differenza
tra il corrispettivo incassato ed il fair value dello strumento, sono riconosciuti a conto
economico alla data di emissione in tutti i casi in cui tale fair value sia determinato
attraverso tecniche di valutazione che prendono parametri osservabili sul mercato.
Lo Ias 39 prevede che l’iscrizione iniziale degli strumenti finanziari avvenga al fair
value. Normalmente il fair value di uno strumento finanziario alla data di rilevazione
iniziale in bilancio è pari al “prezzo di transazione”; in altre parole, al costo o
all’importo erogato per le attività finanziarie o alla somma incassata per le passività
finanziarie.
L’affermazione che all’atto dell’iscrizione iniziale in bilancio il fair value di uno
strumento finanziario coincide con il prezzo della transazione è intuitivamente sempre
riscontrabile nel caso di transazioni del cosiddetto “Livello 1” della gerarchia del fair
value.
Anche nel caso del “Livello 2”, che si basa su prezzi derivati indirettamente dal
mercato (comparable approach), l’iscrizione iniziale vede, in moltissimi casi,
sostanzialmente coincidere fair value e prezzo. Eventuali differenze tra prezzo e fair
value sono di norma da attribuire ai cosiddetti margini commerciali.
Nel caso del “Livello 3”, invece, sussiste una discrezionalità parziale dell’operatore
nella valutazione dello strumento e, pertanto, proprio per la maggior soggettività nella
determinazione del fair value non è disponibile un inequivocabile termine di
riferimento da raffrontare con il prezzo della transazione. Per tale ragione lo IAS 39
esclude che l'eventuale iniziale differenza tra il prezzo della transazione e la stima
interna del fair value possa essere subito imputata a Conto Economico in un'unica
soluzione. In tal caso, quindi, l’iscrizione iniziale deve sempre avvenire al prezzo. La
successiva valutazione non può includere la differenza tra prezzo e fair value
riscontrata all’atto della prima valutazione - ossia il Day-One-Profit (DOP) o il DayOne-Loss (DOL) implicito -, che deve invece essere riconosciuta a Conto Economico
solo se deriva da cambiamenti dei fattori su cui i partecipanti al mercato basano le
loro valutazioni nel fissare i prezzi (incluso l’effetto tempo). Ove lo strumento abbia
una scadenza definita e non sia immediatamente disponibile un modello che monitori
i cambiamenti dei fattori su cui gli operatori basano i prezzi, è ammesso il transito del
DOP/DOL a Conto Economico linearmente sulla vita dello strumento finanziario
stesso.
Pertanto, la politica contabile seguita dal Gruppo Credem, conformemente alle
richiamate disposizioni dello IAS 39, prevede che:
l'eventuale DOP/DOL implicito negli strumenti di "Livello 2" venga subito
imputato per intero al Conto Economico;
invece, l'eventuale DOP/DOL implicito negli strumenti di "Livello 3" venga
sterilizzato e imputato al Conto Economico "pro rata temporis" (linearmente) lungo la
vita residua di tali strumenti;
nel caso in cui uno strumento classificato nel “Livello 3” della gerarchia del fair
value venga riclassificato nel “Livello 2”, i residui DOP/DOL sospesi patrimonialmente
vengono iscritti a Conto Economico in un’unica soluzione.
Al 30 giugno 2015 non erano presenti importi che debbano essere ancora rilevati a
conto economico "pro rata temporis", ovvero lungo la vita residua del contratto.
NOTE ILLUSTRATIVE
112
PARTE B
INFORMAZIONI SULLO
STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO
Attivo
Sezione 2 – Attività finanziarie detenute per la negoziazione – Voce 20
2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica
30/06/2015
Voci/Valori
L1
31/12/2014
L2
L3
L1
L2
L3
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito
12.878
16.827
7
4.893
15.959
421
16.794
-
340
15.959
-
12.457
33
7
4.553
-
7
2. Titoli di capitale
6.280
-
399
3.185
-
396
3 Quote di O.I.C.R.
-
-
25.712
-
-
32.568
4. Finanziamenti
1.1 Titoli strutturati
1.2 Altri titoli di debito
7
-
-
-
-
-
-
4.1 Pronti contro termine attivi
-
-
-
-
-
-
4.2 Altri
-
-
-
-
-
-
19.158
16.827
26.118
8.078
15.959
32.971
1. Derivati finanziari:
247
91.012
-
38
131.784
-
1.1 di negoziazione
247
91.012
-
38
131.784
-
1.2 connessi con la fair value option
-
-
-
-
-
-
1.3 altri
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
2.1 di negoziazione
-
-
-
-
-
-
2.2 connessi con la fair value option
-
-
-
-
-
-
2.3 altri
-
-
-
-
-
-
Totale B
247
91.012
-
38
131.784
-
Totale (A+B)
19.405
107.839
26.118
8.116
147.743
32.971
Totale A
B. Strumenti derivati
2. Derivati creditizi
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
•
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
NOTE ILLUSTRATIVE
113
Il dettaglio della composizione della voce 3 “Quote O.I.C.R” è il seguente:
Totale
30/06/2015
Hedge Fund
Azionari
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
114
Totale
31/12/2014
8.339
9.831
17.373
22.737
25.712
32.568
2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti
2.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Voci/Valori
30/06/2015
31/12/2014
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito
a) Governi e Banche Centrali
b) Altri Enti pubblici
c) Banche
29.712
20.859
4.022
3.663
492
243
18.057
16.685
d) Altri emittenti
7.141
268
2. Titoli di capitale
6.679
3.581
a) Banche
-
-
6.679
3.581
- imprese di assicurazione
277
-
- società finanziarie
717
-
5.685
3.581
b) Altri emittenti:
- imprese non finanziarie
- altri
3. Quote di O.I.C.R
4. Finanziamenti
-
-
25.712
32.568
-
-
a) Governi e Banche Centrali
-
-
b) Altri Enti pubblici
-
-
c) Banche
-
-
d) Altri soggetti
-
-
62.103
57.008
69.822
95.532
69.822
95.532
21.437
36.290
Totale A
B. Strumenti derivati
a) Banche
- Fair value
b) Clientela
- Fair value
21.437
36.290
Totale B
91.259
131.822
Totale ( A + B )
153.362
188.830
In conformità a quanto disposto dal principio contabile IFRS 7 e tenuto conto delle
indicazioni contenute nella Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto
2011 (che riprende il documento ESMA N. 2011/266 del 28 luglio 2011) in materia di
informazioni da rendere nelle relazioni finanziarie in merito al “debito Sovrano”, si
precisa che al 30 giugno 2015, per il Gruppo Bancario, nel portafoglio “Attività
finanziarie detenute per la negoziazione” sono presenti esposizioni in titoli governativi
per circa oltre 4 milioni di euro (2,6 milioni di euro Italia e 1,4 milioni di euro altri
Stati) . Le posizioni, classificate contabilmente di trading, hanno come oggetto la
negoziazione verso la clientela istituzionale.
Si rimanda alla sezione 4 della presente nota per i titoli detenuti nel portafoglio AFS.
NOTE ILLUSTRATIVE
115
Sezione 3 – Attività finanziarie valutate al fair value
3.1 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica
3.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Totale
30/06/2015
Voci/Valori
L1
1. Titoli di debito
Totale
31/12/2014
L2
L3
L1
L2
L3
5.030
2.696
-
4.999
2.685
-
5.029
2.696
-
4.998
2.685
-
1
-
-
1
-
-
2. Titoli di capitale
-
-
-
-
-
-
3. Quote di O.I.C.R.
-
-
-
-
-
-
4. Finanziamenti
-
-
-
-
-
-
4.1 Strutturati
-
-
-
-
-
-
4.2 Altri
-
-
-
-
-
-
Totale
5.030
2.696
-
4.999
2.685
-
Costo
5.023
2.685
-
4.956
2.658
-
1.1 Titoli strutturati
1.2 Altri titoli di debito
I titoli di debito, coperti da strumenti derivati, sono stati classificati nella voce “Attività
finanziarie valutate al fair value” con la finalità di migliorare il livello informativo del
Bilancio; è stata adottata la rilevazione al Fair Value (Fair Value Option) allo scopo di
eliminare la difformità contabile (accounting mismatch) nella valutazione e nella
rilevazione di utili e perdite.
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
•
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
NOTE ILLUSTRATIVE
116
3.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Totale
30/06/2015
Voci/Valori
L1
1. Titoli di debito
Totale
31/12/2014
L2
L3
L1
L2
L3
68.189
-
-
71.229
-
-
-
-
-
-
-
-
68.189
-
-
71.229
-
-
-
-
-
-
-
-
1.812.471
-
-
1.341.328
-
-
4. Finanziamenti
-
-
-
-
-
-
4.1 Strutturati
-
-
-
-
-
-
4.2 Altri
-
-
-
-
-
-
Totale
1.880.660
-
-
1.412.557
-
-
Costo
1.776.026
-
-
1.349.740
-
-
1.1 Titoli strutturati
1.2 Altri titoli di debito
2. Titoli di capitale
3. Quote di O.I.C.R.
Il dettaglio della composizione della voce 3 “Quote O.I.C.R” è il seguente:
Totale
30/06/2015
Totale
31/12/2014
Obbligazionari
598.668
318.686
Azionari
564.270
902.827
Monetari
29.904
88.670
Bilanciati
84.506
-
Altri
Totale
535.123
31.145
1.812.471
1.341.328
NOTE ILLUSTRATIVE
117
3.2 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti
3.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Voci/Valori
30/06/2015
1. Titoli di debito
31/12/2014
7.726
7.684
a) Governi e Banche Centrali
1
1
b) Altri Enti pubblici
-
-
7.725
7.683
d) Altri emittenti
-
-
2. Titoli di capitale
-
-
a) Banche
-
-
b) Altri emittenti:
c) Banche
-
-
- imprese di assicurazione
-
-
- società finanziarie
-
-
- imprese non finanziarie
-
-
- altri
-
-
3. Quote di O.I.C.R.
-
-
4. Finanziamenti
-
-
a) Governi e Banche Centrali
-
-
b) Altri enti pubblici
-
-
c) Banche
-
-
d) Altri soggetti
-
-
7.726
7.684
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
118
3.2.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Voci/Valori
30/06/2015
1. Titoli di debito
a) Governi e Banche Centrali
b) Altri Enti pubblici
31/12/2014
68.189
71.229
65.930
69.559
-
-
1.809
1.206
d) Altri emittenti
450
464
2. Titoli di capitale
-
-
a) Banche
-
-
b) Altri emittenti:
c) Banche
-
-
- imprese di assicurazione
-
-
- società finanziarie
-
-
- imprese non finanziarie
-
-
- altri
-
-
1.812.471
1.341.328
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
-
-
a) Governi e Banche Centrali
-
-
b) Altri enti pubblici
-
-
c) Banche
-
-
d) Altri soggetti
-
-
1.880.660
1.412.557
Totale
Nel portafoglio delle “Imprese di assicurazione” sono presenti esposizioni di titoli
governativi verso l’Italia per 65,6 milioni di euro, verso la Germania per 0,2 milioni di
euro e verso la Francia per 0,1 milioni di euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
119
Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita – Voce 40
4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica
4.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
30/06/2015
Voci/Valori
L1
1. Titoli di debito
1.1 Titoli strutturati
1.2 Altri titoli di debito
31/12/2014
L2
L3
L1
L2
L3
6.464.970
104.316
3.720
5.834.968
167.039
72.944
-
-
40.768
-
-
6.392.026
104.316
3.720
5.794.200
167.039
4.283
13.528
2. Titoli di capitale
4.283
-
-
7.251
-
-
2.1 Valutati al fair value
-
-
-
-
-
-
2.2 Valutati al costo
-
-
7.251
-
-
13.528
1.122
-
772
1.213
-
1.011
-
-
-
-
-
-
6.466.092
104.316
11.743
5.836.181
167.039
18.822
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
Totale
4.1.2 Di pertinenza delle Imprese di Assicurazione
30/06/2015
Voci/Valori
L1
1. Titoli di debito
31/12/2014
L2
L3
L1
L2
L3
2.381.353
85.242
-
2.534.149
36.724
-
35.899
13.404
-
54.816
14.593
-
2.345.454
71.838
-
2.479.333
22.131
-
-
-
-
-
-
-
2.1 Valutati al fair value
-
-
-
-
-
-
2.2 Valutati al costo
-
-
-
-
-
-
806.188
-
-
510.518
-
-
-
-
-
-
-
-
3.187.541
85.242
-
3.044.667
36.724
-
1.1 Titoli strutturati
1.2 Altri titoli di debito
2. Titoli di capitale
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
Totale
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
•
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
Si è provveduto alla cessione delle azioni detenute in SIA, registrando una plusvalenza
di circa di 5,6 milioni di euro.
Sono presenti nella categoria contabile Available For Sale (AFS), al 30 Giugno 2015,
107,9 milioni di euro di ABS emessi da veicoli terzi, costituiti in particolare da:
• un’esposizione di 37 milioni di euro di Covered Bond emesso da società
“veicolo” con residenza estera, rifinanziabile in BCE, con rating minimo pari a
BBB+ di emittente spagnolo;
• un’esposizione di 70,9 milioni di euro su cartolarizzazioni emesse da veicoli
terzi collegati a crediti esclusivamente europei (non esistono esposizioni
dirette o indirette ai subprime americani), con preponderanza della
NOTE ILLUSTRATIVE
120
componente di origination italiana (57,2 milioni di euro). Circa il 91,1% sono
cartolarizzazioni di mutui residenziali ed il restante 8,9% è composto da altre
tipologie di ABS. L’incidenza di mutui “non conforming” sul totale ABS
(classificazione che identifica come sottostanti erogazioni a fronte di procedure
di affidamento non coincidenti con quelle “tradizionali” bancarie, ma non per
questo corrispondente al concetto di “subprime”) è circa pari all’1,38% del
totale.
•
Paese
ITALIA
Controvalore
% Esposizione
57.173.285
80,6
UK
8.545.420
12,0
PORTOGALLO
1.551.081
2,2
OLANDA
3.653.512
5,2
TOTALE
70.923.298
100,0
Il portafoglio delle cartolarizzazioni è diversificato su 12 emittenti e 17 emissioni con
massima concentrazione pari a 9,4 milioni di euro per singola emissione e 21,5 milioni
di euro per singolo emittente.
Il dettaglio della composizione della voce 3 “Quote O.I.C.R” è il seguente:
Totale
30/06/2015
Totale
31/12/2014
Obbligazionari
311.339
306.635
Azionari
314.891
204.857
772
1.011
68.292
-
Fondi chiusi
Monetari
Altri
Totale
112.788
239
808.082
512.742
NOTE ILLUSTRATIVE
121
4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti
4.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Voci/Valori
30/06/2015
1. Titoli di debito
a) Governi e Banche Centrali
b) Altri enti pubblici
c) Banche
d) Altri emittenti
2. Titoli di capitale
a) Banche
b) Altri emittenti:
- imprese di assicurazione
- società finanziarie
- imprese non finanziarie
- altri
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
31/12/2014
6.573.006
6.006.290
4.677.342
3.893.673
-
-
1.510.777
1.242.190
384.887
870.427
7.251
13.528
692
692
6.559
12.836
-
-
55
55
6.504
12.781
-
-
1.894
2.224
-
-
a) Governi e Banche Centrali
-
-
b) Altri enti pubblici
-
-
c) Banche
-
-
d) Altri soggetti
-
-
6.582.151
6.022.042
Totale
In conformità a quanto disposto dal principio contabile IFRS 7 e tenuto conto delle
indicazioni contenute nella Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto
2011 (che riprende il documento ESMA N. 2011/266 del 28 luglio 2011) in materia di
informazioni da rendere nelle relazioni finanziarie in merito al “debito Sovrano”, si
precisa che al 30giugno 2015, per il Gruppo Bancario, nel portafoglio “Attività
finanziarie disponibili per la vendita” sono presenti titoli governativi esteri (Spagna)
per circa 135,6 milioni di euro, (Belgio) per 993,3 milioni di euro, (Francia) per
1.039,9 milioni di euro, (Olanda) per 201,2 milioni di euro, (Austria) per 194,7 milioni
di euro e titoli Supranational per 972,5 milioni di euro.
Relativamente ai titoli governativi emessi dallo Stato Italiano si evidenzia
un’esposizione pari a circa 1.140,1 milioni di euro così suddivisa:
BTP per circa 1.092,9 milioni di euro
CCT per circa 38,2 milioni di euro;
BOT per circa 9,0 milioni di euro.
Sono presenti coperture di fair value hedge sia su titoli di Stato italiani a tasso fisso
(BTP), che su titoli obbligazionari (senior unsecure e covered bond) a tasso fisso
emessi da primari istituti di credito europei. La copertura è di tipo fair value hedge
attuata attraverso la designazione di appositi strumenti di copertura (Interest Rate
Swap) con copertura specifica del c.d. “rischio tasso” su detti titoli; la relazione venuta
così a crearsi fra Hedged Item e Hedging Instrument ha comportato la redazione di
una specifica documentazione che formalizza la relazione di copertura ed ha altresì
usufruito delle particolari regole di contabilizzazione dell’Hedge Accounting . Si segnala
che sono stati effettuati i test di efficacia (sia prospettici che retrospettivi) con esito
positivo.
NOTE ILLUSTRATIVE
122
4.2.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Voci/Valori
30/06/2015
1. Titoli di debito
a) Governi e Banche Centrali
31/12/2014
2.466.595
2.570.873
1.864.688
1.954.208
b) Altri enti pubblici
-
-
c) Banche
234.609
292.145
d) Altri emittenti
367.298
324.520
2. Titoli di capitale
-
-
a) Banche
-
-
b) Altri emittenti:
-
-
- imprese di assicurazione
-
-
- società finanziarie
-
-
- imprese non finanziarie
-
-
- altri
-
-
806.188
510.518
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
-
-
a) Governi e Banche Centrali
-
-
b) Altri enti pubblici
-
-
c) Banche
-
-
d) Altri soggetti
-
-
3.272.783
3.081.391
Totale
La tabella sottostante evidenzia la tipologia del portafoglio:
Importo
%
Titoli obbligazionari
2.466.595
75,37%
Emittenti governativi
1.864.688
56,98%
Tipologia
Belgio
Francia
Germania
Italia
Olanda
Altri Emittenti
92.106
2,81%
120.370
3,68%
18.825
0,58%
1.522.312
46,51%
111.075
3,39%
OICR
601.907
806.188
18,39%
24,6%
Azionario
314.891
9,62%
Flessibile
111.666
3,41%
68.292
2,09%
311.339
3.272.783
9,51%
100,0%
Monetario
Obbligazionario
Totale
Nel portafoglio delle “Imprese di assicurazione” sono presenti esposizioni di titoli
governativi verso l’Italia per 1.522,3 milioni di euro, verso la Germania per
18,8 milioni di euro, verso l’Olanda per 111,1 milioni di euro, verso il Belgio per 92,1
milioni di euro e verso la Francia per 120,4 milioni di euro.
L’importo dei titoli delle Imprese di assicurazione (3.272,7 milioni di euro) si riferisce
ai titoli del portafoglio di proprietà, delle gestioni separate (polizze rivalutabili) e delle
specifiche provviste (polizze rivalutabili).
NOTE ILLUSTRATIVE
123
Test di impairment delle attività finanziarie disponibili per la vendita
Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono sottoposte al test di impairment
secondo quanto richiesto dai principi IFRS.
Il processo di rilevazione di eventuali impairment prevede la verifica della presenza di
indicatori di impairment e la determinazione dell’eventuale svalutazione.
Per maggiori dettagli sui criteri di effettuazione dei test di impairment sulle attività
finanziarie disponibili per la vendita si rinvia alla Parte A1 – Sezione 5, “Impairment
degli strumenti finanziari”.
Nel corso del semestre l’interessenza azionaria detenuta in Reggio Emilia Fiere è stata
oggetto di impairment per 61 mila euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
124
Sezione 6 – Crediti verso banche – Voce 60
6.1 Cediti verso banche: composizione merceologica
6.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Totale 30/06/2015
Tipologia operazioni/Valori
FV
VB
1. Depositi vincolati
Livello 1
204.153
A. Crediti verso Banche Centrali
2. Riserva obbligatoria
Totale 31/12/2014
Livello 2
-
-
FV
VB
Livello 3
204.153
Livello 1
188.957
Livello 2
-
Livello 3
-
188.957
-
X
X
X
-
X
X
X
204.153
X
X
X
188.957
X
X
X
3. Pronti contro termine attivi
-
X
X
X
-
X
X
X
4. Altri
-
X
X
X
-
X
X
X
B. Crediti verso banche
141.580
-
-
141.574
323.548
-
-
1. Finanziamenti
141.580
-
-
141.574
323.548
-
-
1.1 Conti correnti e depositi liberi
54.588
1.2 Depositi vincolati
84.801
1.3 Altri finanziamenti:
- Pronti contro termine attivi
- Leasing finanziario
- Altri
2. Titoli di debito
X
-
2.2 Altri titoli di debito
Totale
X
-
44.942
-
X
167.944
X
-
326.579
X
-
-
2.191
X
X
X
110.662
X
X
X
-
X
X
X
108.221
X
X
X
473
X
X
X
490
X
X
X
1.718
X
X
X
1.951
X
X
-
2.1 Titoli strutturati
X
326.579
-
-
X
-
X
345.733
X
X
X
-
-
X
-
345.727
-
-
-
X
-
X
512.505
X
-
X
X
-
X
X
-
515.536
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
•
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
Sono inclusi i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi
finanziari.
I crediti, ad eccezione dei titoli di debito, sono iscritti al loro valore nominale,
corrispondente al loro fair value e il livello di fair value attribuito risulta essere pari a
3.
Le metodologie utilizzate per la determinazione del fair value sono riportate nella Parte
A1 – Parte generale –Sezione 5 “ Altre informazioni”.
NOTE ILLUSTRATIVE
125
6.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Totale 30/06/2015
Tipologia operazioni/Valori
Totale 31/12/2014
FV
VB
Livello 1
Livello 2
FV
VB
Livello 3
Livello 1
Livello 2
Livello 3
1. Depositi vincolati
-
A. Crediti verso Banche Centrali
-
X
X
X
-
X
X
X
2. Riserva obbligatoria
-
X
X
X
-
X
X
X
3. Pronti contro termine attivi
-
X
X
X
-
X
X
X
4. Altri
-
X
X
X
-
X
X
B. Crediti verso banche
7.452
1. Finanziamenti
7.452
1.1 Conti correnti e depositi liberi
7.452
-
-
-
-
X
-
X
-
7.452
8.708
7.452
8.708
X
8.708
-
-
-
X
-
X
-
8.708
X
8.708
X
1.2 Depositi vincolati
-
1.3 Altri finanziamenti:
-
X
X
X
-
X
X
X
- Pronti contro termine attivi
-
X
X
X
-
X
X
X
- Leasing finanziario
-
X
X
X
-
X
X
X
- Altri
-
X
X
X
-
X
X
2. Titoli di debito
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
X
X
X
-
X
X
2.2 Altri titoli di debito
-
X
X
X
-
X
X
NOTE ILLUSTRATIVE
126
7.452
-
-
7.452
8.708
-
X
-
2.1 Titoli strutturati
Totale
-
X
X
-
8.708
Sezione 7 Crediti verso clientela – Voce 70
7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica
7.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Totale 30/06/2015
Valore di bilancio
Totale 31/12/2014
Fair Value
Valore di bilancio
Fair Value
Tipologia operazioni/Valori
Deteriorati
Deteriorati
Bonis
L1
Acquistati
Finanziamenti
L2
L3
Bonis
L1
Altri
Acquistati
-
797.563
-
797.314
2.871.915
-
126.774
X
X
X
2.881.273
-
143.297
X
X
X
50.948
-
-
X
X
X
186.966
-
-
X
X
X
3. Mutui
9.458.564
-
507.350
X
X
X
9.220.184
-
498.625
X
X
X
4. Carte di credito, prestiti personali e
cessioni del quinto
1.027.093
-
21.728
X
X
X
935.926
-
18.498
X
X
X
5. Leasing finanziario
1.828.726
-
126.347
X
X
X
1.837.067
-
118.037
X
X
X
589.938
-
5.356
X
X
X
653.795
-
6.834
X
X
X
4.856.443
-
10.008
X
X
X
5.161.515
-
12.023
X
X
Titoli di debito
-
-
-
-
-
-
8 Titoli strutturati
-
-
-
X
X
-
-
-
X
-
-
-
X
X
-
-
-
X
Totale 20.683.627
-
797.563
- 21.995.511 20.876.726
-
797.314
2. Pronti contro termine attivi
6. Factoring
7. Altri finanziamenti
9 Altri titoli di debito
- 21.995.511 20.876.726
L3
20.683.627
1. Conti correnti
-
L2
Altri
-
-
-
X
X
-
-
- 22.207.732
-
X
-
-
X
X
X
-
X
- 22.207.732
7.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Totale 30/06/2015
Valore di bilancio
Totale 31/12/2014
Fair Value
Valore di bilancio
Fair Value
Tipologia operazioni/Valori
Deteriorati
Deteriorati
Bonis
L1
Acquistati
Finanziamenti
L2
L3
Bonis
L1
Altri
Acquistati
17.334
-
-
21.344
-
-
-
-
-
X
X
X
-
-
-
X
X
X
2. Pronti contro termine attivi
-
-
-
X
X
X
-
-
-
X
X
X
3. Mutui
-
-
-
X
X
X
-
-
-
X
X
X
4. Carte di credito, prestiti personali e
cessioni del quinto
-
-
-
X
X
X
-
-
-
X
X
X
5. Leasing finanziario
-
-
-
X
X
X
-
-
-
X
X
X
6. Factoring
-
-
-
X
X
X
-
-
-
X
X
X
17.334
-
-
X
X
X
21.344
-
-
X
X
Titoli di debito
-
-
-
-
-
-
8 Titoli strutturati
-
-
-
X
-
-
-
X
-
-
-
X
-
-
-
X
17.334
-
-
21.344
-
-
9 Altri titoli di debito
Totale
-
-
X
X
X
-
17.334
L3
1. Conti correnti
7. Altri finanziamenti
-
L2
Altri
X
-
17.334
-
-
-
21.344
X
-
X
X
-
X
X
-
21.344
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
•
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
NOTE ILLUSTRATIVE
127
I crediti sono iscritti al loro valore nominale, corrispondente al loro fair value e il livello
di fair value attribuito risulta essere pari a 3.
Il Gruppo non ha effettuato operazioni di acquisto crediti deteriorati.
Sono inclusi i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi
finanziari.
Si è adottata anche la metodologia contabile del Macro Fair Value Hedge per la
copertura del rischio di tasso associato all’erogazione di mutui a tasso fisso e a tasso
variabile con opzioni “Cap”.
Sono presenti, inoltre, coperture di Cash Flow Hedge su erogazioni di mutui a tasso
variabile.
Si segnala che, a seguito delle modifiche apportate al funzionamento del mercato
interbancario collateralizzato, con conseguente trasferimento alla Cassa di
Compensazione e Garanzia e a Monte Titoli delle funzioni finora svolte dalla Banca
d’Italia, nella voce 2 “Pronti contro termine attivi” sono presenti, i finanziamenti, per
50,9 milioni di euro (187 milioni di euro a fine 2014), effettuati al suddetto mercato.
NOTE ILLUSTRATIVE
128
7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti
7.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario
30/06/2015
Tipologia operazioni/Valori
31/12/2014
Deteriorati
Bonis
Acquistati
Deteriorati
Bonis
Altri
Acquistati
Altri
1. Titoli di Debito
-
-
-
-
-
-
a) Governi
-
-
-
-
-
-
b) Altri enti pubblici
-
-
-
-
-
-
c) Altri emittenti
-
-
-
-
-
-
- imprese non finanziarie
-
-
-
-
-
-
- imprese finanziarie
-
-
-
-
-
-
- assicurazioni
-
-
-
-
-
-
- altri
-
-
-
-
-
-
20.683.627
-
797.563
20.876.726
-
797.313
2. Finanziamenti verso:
a) Governi
b) Altri enti pubblici
c) Altri soggetti
- imprese non finanziarie
- imprese finanziarie
- assicurazioni
- altri
Totale
86.916
-
54
68.246
-
38
180.092
-
1.714
196.260
-
1.464
20.416.619
-
795.795
20.612.220
-
795.811
10.907.018
-
419.247
11.065.844
-
421.499
362.187
-
1.450
567.281
-
1.422
7.256
-
-
1.780
-
-
9.140.158
-
375.098
8.977.315
-
372.890
20.683.627
-
797.563
20.876.726
-
797.313
NOTE ILLUSTRATIVE
129
7.2.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
30/06/2015
Tipologia operazioni/Valori
31/12/2014
Deteriorati
Bonis
Acquistati
Deteriorati
Bonis
Altri
Acquistati
Altri
1. Titoli di Debito
-
-
-
-
-
-
a) Governi
-
-
-
-
-
-
b) Altri enti pubblici
-
-
-
-
-
-
c) Altri emittenti
-
-
-
-
-
-
- imprese non finanziarie
-
-
-
-
-
-
- imprese finanziarie
-
-
-
-
-
-
- assicurazioni
-
-
-
-
-
-
- altri
-
-
-
-
-
-
17.334
-
-
21.344
-
-
-
-
-
-
-
-
2. Finanziamenti verso:
a) Governi
b) Altri enti pubblici
-
-
-
-
-
-
17.334
-
-
21.344
-
-
- imprese non finanziarie
-
-
-
-
-
-
- imprese finanziarie
-
-
-
379
-
-
- assicurazioni
-
-
-
-
-
-
17.334
-
-
20.965
-
-
17.334
-
-
21.344
-
-
c) Altri soggetti
- altri
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
130
Sezione 8 - Derivati di copertura – Voce 80
8.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli
FV 30/06/2015
L1
L2
FV 31/12/2014
VN
30/06/2015
L3
L1
L2
VN
31/12/2014
L3
A) Derivati finanziari
1) Fair value
-
139.205
-
6.353.700
-
142.915
-
4.468.000
2) Flussi finanziari
-
22.011
-
611.331
-
26.825
-
619.758
3) Investimenti esteri
-
-
-
-
-
-
-
-
1) Fair value
-
-
-
-
-
-
-
-
2) Flussi finanziari
-
-
-
-
-
-
-
-
-
161.216
-
6.965.031
-
169.740
-
5.087.758
B) Derivati creditizi
Totale
Legenda
FV = fair value
VN = valore nozionale
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
•
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
8.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura (valore
di bilancio)
Fair value
Copertura specifica
Tipologia operazioni/Valori
rischio di
tasso
1. Attività finanziarie disponibili per la
vendita
2. Crediti
3. Attività finanziarie detenute sino alla
scadenza
4. Portafoglio
1. Passività finanziarie
2. Portafoglio
rischio di
cambio
rischio di
prezzo
Copertura
generica
più rischi
Investimenti
esteri
Copertura
generica
-
-
-
x
-
x
x
-
-
x
-
x
-
x
x
-
-
x
-
x
-
x
x
x
x
x
x
-
Copertura
specifica
-
x
x
-
x
21.726
-
-
-
-
-
x
-
x
28.152
-
-
-
-
-
-
21.726
87.153
-
-
-
x
x
Totale passività
rischio di
credito
28.152
5. Altre operazioni
Totale attività
Flussi finanziari
x
87.153
x
-
x
-
x
-
x
x
-
-
1. Transazioni attese
x
x
x
x
x
2. Portafoglio di attività e passività finanziarie
x
x
x
x
x
x
x
23.900
-
-
x
285
-
x
x
285
x
x
x
-
-
Si è adottata la metodologia contabile del Macro Fair Value Hedge per la copertura del
rischio di tasso della raccolta a vista della clientela.
La raccolta a vista dalla clientela rappresenta un’importante fonte di funding del
Gruppo. Una quota parte di questa raccolta, seppur contrattualmente a vista,
presenta però una forte persistenza nel tempo ed una elasticità imperfetta alla
variazione dei tassi di mercato, rappresentata dal cosiddetto “effetto vischiosità”.
NOTE ILLUSTRATIVE
131
Questo effetto è stato stimato mediante un modello di analisi che consiste in due
componenti:
•
la stima della relazione dei tassi delle poste a vista con i tassi di mercato in
base ad un modello econometrico;
•
la stima della persistenza dei volumi, attraverso la quale l’ammontare delle
poste a vista viene tradotto in un portafoglio di poste a tasso fisso a scadenza.
I derivati di copertura di questa tipologia presentano un fair value positivo di 23.900
mila euro.
Sono presenti coperture di micro fair value hedge su titoli emessi a tasso fisso
contabilizzati nei “titoli in circolazione”.
I derivati di questa tipologia presentano un fair value positivo di 87.153 mila euro.
Sono presenti coperture di macro cash flow hedge su erogazione di mutui a tasso
variabile. I derivati di copertura di questa tipologia presentano un fair value positivo di
21.726 mila euro.
Sono presenti coperture di micro fair value hedge su titoli a tasso fisso detenuti nel
portafoglio AFS.
I derivati di copertura di questa tipologia presentano un fair value positivo di 28.152
mila euro.
Sono presenti coperture di macro cash flow hedge su diverse forme di raccolta a tasso
variabile già emesse e di futura emissione (forecast transaction). I derivati di copertura
di questa tipologia presentano un fair value positivo di 285 mila euro.
Si rimanda alla Sezione della Parte E delle note illustrative per la descrizione delle
modalità della copertura.
NOTE ILLUSTRATIVE
132
Sezione 9 – Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura
generica – Voce 90
9.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti
9.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Adeguamento di valore delle attività coperte / Valori
30/06/2015
31/12/2014
1. Adeguamento positivo
35.440
47.354
1.1 di specifici portafogli:
35.440
47.354
35.440
47.354
-
-
1.2 complessivo
-
-
2. Adeguamento negativo
-
-
2.1 di specifici portafogli:
-
-
a) crediti
-
-
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
-
-
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
2.2 complessivo
Totale
-
-
35.440
47.354
Si è adottata la metodologia contabile del Macro Fair Value Hedge per la copertura del
rischio di tasso associato all’erogazione di mutui a tasso fisso e a tasso variabile con
opzioni “Cap”. L’applicazione della metodologia di hedge accounting consente di
rappresentare contabilmente in modo simmetrico sia i mutui che i derivati di
copertura.
Il Macro Fair Value Hedge prevede che la relazione di copertura sia formalmente
documentata da una hedging card e che la tenuta della copertura sia verificata
attraverso dei test di efficacia sia prospettici che retrospettivi; i test sono svolti
periodicamente durante tutta la vita dell’operazione. La copertura è considerata
efficace se il rapporto tra la variazione di fair value dell’elemento coperto rispetto allo
strumento di copertura è compreso nel range 80%-125%. Il test di verifica della tenuta
prospettica e retrospettiva delle coperture è svolto su base trimestrale.
L’hedge accounting non può essere mantenuto qualora la copertura divenga inefficace
(fuori dal range 80%-125%).
NOTE ILLUSTRATIVE
133
Sezione 10 - Le partecipazioni - Voce 100
Il valore di bilancio della voce “Partecipazioni” ammonta a 27,3 milioni di euro.
10.1 Partecipazioni: informazioni sui rapporti partecipativi
Denominazioni
Sede legale
Sede
operativa
Tipo di
rapporto
B. Imprese
controllate in modo
congiunto
Credemassicurazioni
spa
Reggio Emilia Reggio Emilia
7
1.Interconsult sa
Lussemburgo Lussemburgo
8
2.Nexstone srl (*)
Milano
8
C. Imprese
sottoposte ad
influenza notevole
Milano
(*) In liquidazione
Legenda
Tipo di rapporto:
1 - maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria
2 - influenza dominante nell'assemblea ordinaria
3 - accordi con altri soci
4 - altre forme di controllo
5 - direzione unitaria ex art. 26, comma 1, del "decreto legislativo 87/92"
6 - direzione unitaria ex art. 26, comma 2, del "decreto legislativo 87/92"
7 - controllo congiunto
8 - impresa associata
NOTE ILLUSTRATIVE
134
Rapporto di
partecipazione
Disponibilità
voti %
Impresa
Quota
partecipante
%
Credito
Emiliano
Credem
International
Lux
Credito
Emiliano
50,00
%
33,00
%
30,00
%
10.2 Partecipazioni significative: valore di bilancio, fair value e dividendi percepiti
Denominazioni
Valore di bilancio
Fair value
Dividendi percepiti
A. Imprese controllate in modo congiunto
1.
Credemassicurazioni
27.069
B. Imprese sottoposte ad influenza notevole
1.
Interconsult
241
Totale
27.310
-
-
La colonna fair value non è avvalorata perché non sono presenti società quotate
classificate tra le partecipazioni significative.
La società Nexstone è in liquidazione
10.3 Partecipazioni significative: informazioni contabili
Cassa e
Attività
Passività
Attività
Passività
disponibilità
non
non
finanziarie
finanziarie
liquide
finanziarie
finanziarie
Denominazioni
Margine
di
interesse
Ricavi
totali
Utile
(Perdita)
Utile
Utile
Rettifiche
Altre
dei gruppi
(Perdita)
(Perdita)
e riprese di
Utile
componenti
di attività
della
della
valore su
reddituali
(Perdita)
operatività operatività
in via di
attività
al netto
d'esercizio
corrente al corrente al dismissione
(1)
materiali e
delle
al netto
lordo delle netto delle
immateriali
imposte (2)
imposte
delle
imposte
imposte
Redditività
complessiva
(3) = (1) + (2)
A. Imprese controllate in modo
congiunto
Credemassicurazioni
8.471
78.591
9.743
-
71.573
13.727
207
(542)
4.829
3.218
-
3.218
(56)
3.162
861
5
1.222
-
1.365
1.158
-
(34)
9
9
-
9
-
9
B. Imprese sottoposte ad influenza
notevole
Interconsult
(*)il patrimonio netto è la somma delle “attività finanziarie”, delle “Attività non finanziarie” al netto delle
“Passività finanziarie” e delle “Passività finanziarie” riportate nella tabella 10.3.
Nella tabella sono riportati i dati al 30 giugno 2015 approvati dai rispettivi Consigli di
Amministrazione e forniti dalle società collegate o, qualora non disponibili, dalle più
recenti situazioni patrimoniali riferite al totale delle partecipate e non alla percentuale
detenuta dal Gruppo.
Riconciliazione tra le informazioni di natura contabile ed il valore contabile delle partecipazioni
Denominazioni
Patrimonio
netto (*)
Percentuale
di
interessenza
Patrimonio
netto di
pertinenza
Avviamento
Altre poste
25.231
50,00%
12.615
10.324
4.130
Valore di
bilancio
A. Imprese controllate in modo congiunto
Credemassicurazioni
27.069
B. Imprese sottoposte a influenza notevole
723
Interconsult
Totale
25.954
33,33%
241
-
-
241
-
12.856
10.324
4.130
27.310
NOTE ILLUSTRATIVE
135
10.5 Partecipazioni: variazioni annue
Totale
30/06/2015
A. Esistenze inziali
Totale
31/12/2014
26.053
24.635
B. Aumenti
1575
2.054
B.1 Acquisti
-
-
B.2 Riprese di valore
-
-
B.3 Rivalutazioni
-
-
1.575
2.054
318
636
B.4 Altre variazioni
C. Diminuzioni
C.1 Vendite
C.2 Rettifiche di valore
C.3 Altre variazioni
D. Rimanenze finali
E. Rivalutazioni totali
F. Rettifiche totali
-
-
318
636
-
-
27.310
26.053
-
-
-
-
Le variazioni relative al comparto delle partecipazioni recepiscono gli utili e le perdite
delle società consolidate al patrimonio netto, mentre le rettifiche di valore sono relative
all’ammortamento del VIF di Credemassicurazioni.
10.6 Valutazioni e assunzioni significative per stabilire l’esistenza di controllo congiunto
o influenza notevole
Credito Emiliano S.p.A. detiene il 50% di Credemassicurazioni S.p.A., la cui restante
quota di capitale sociale (50%) è invece detenuta da Reale Mutua Assicurazioni.
In tale contesto:
- Credito Emiliano non detiene la maggioranza dei diritti di voto, non potendo da solo
determinare le scelte societarie, non avendo la capacità pratica di condurre
unilateralmente le attività rilevanti della partecipata, per le quali è sempre necessario
anche il consenso dell’altro socio;
- Credito Emiliano ha il potere il veto sulle scelte dell’altro socio, nel senso che in
mancanza del voto favorevole di Credito Emiliano anche l’altro socio detentore del
restante 50% del capitale sociale non è in grado di incidere sulla società.
In relazione a Credemassicurazioni la posizione di Credito Emiliano è pertanto quella:
1)
di un soggetto che è esposto a rendimenti variabili e che detiene comunque
diritti su tali possibili rendimenti;
2)
che ha una propria capacità di incidere su tali rendimenti solo esercitando un
potere di veto sulle scelte dell’altro socio.
Gli accordi in essere tra i soci detentori rispettivamente il 50% del capitale sociale
contemplano:
diritto contemplato nell’atto di compravendita di azioni, circoscritto entro
precisi limiti temporali (ogni 5 anni), ad esercitare opzioni call e put sulle rispettive
azioni;
diritto contemplato in apposito patto parasociale di ottenere esponenti aziendali
(la metà degli amministratori e, a rinnovi alternati del Consiglio di Amministrazione, il
Presidente del Consiglio di Amministrazione, i Sindaci e, a rinnovi alternati, il
Presidente del Collegio Sindacale). Siccome non vi sono nell’ambito di
Credemassicurazioni voti di consiglieri che prevalgano su quelli di altri Consiglieri (ad
esempio non è contemplata la prevalenza del voto del Presidente del Consiglio di
Amministrazione), la designazione di esponenti aziendali non attribuisce a nessun
socio una prevalenza sulle scelte societarie;
obbligo a non trasferire le azioni a terzi per la durata del patto parasociale.
NOTE ILLUSTRATIVE
136
In tale contesto, i diritti di Credito Emiliano sono circoscritti alle attività nette di
Credemassicurazioni.
10.7 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate in modo congiunto
Credito Emiliano ha sottoscritto con Reale Mutua di Assicurazioni accordi contrattuali
volti a disciplinare più compiutamente la partnership in Credemassicurazioni.
In tale contesto le clausole del contratto di compravendita delle azioni a suo tempo
perfezionato tra Credito Emiliano e Reale Mutua di Assicurazioni hanno
espressamente convenuto un’opzione put in capo a Reale Mutua di Assicurazioni e
un’opzione call in capo a Credito Emiliano S.p.A. riguardante il 50% della
partecipazione di Reale Mutua di Assicurazioni nel capitale sociale di
Credemassicurazioni. Entrambe le opzioni sono esercitabili allo scadere di ogni
quinquennio dall’acquisto della partecipazione in Credemassicurazioni da parte di
Reale Mutua. Il prossimo quinquennio scadrà nel luglio 2018.
Le parti hanno poi perfezionato un patto parasociale le cui clausole contemplano
(come in parte anticipato in precedenza):
•
Il divieto di trasferimento delle azioni e dei diritti di opzione a terzi, diversi da
società controllate, per tutta la durata del patto parasociale attualmente in
essere;
•
Il diritto di ciascuna parte di ottenere la nomina di esponenti aziendali di propria
designazione (la metà degli amministratori e, a rinnovi alternati del Consiglio di
Amministrazione, il Presidente del Consiglio di Amministrazione, i Sindaci e, a
rinnovi alternati, il Presidente del Collegio Sindacale);
•
La necessità di un quorum qualificato per le deliberazioni dei componenti del
Consiglio di Amministrazione riguardanti particolari tematiche (come, tra le altre,
la nomina del Direttore Generale, del Responsabile Sinistri, del Direttore
Commerciale, della funzione di auditing, l’approvazione di operazioni di finanzia
straordinaria, di accordi distributivi, ecc).
10.10 Altre informazioni
Credemassicurazioni, partecipazione per la quale il valore di bilancio risulta essere
superiore alla quota di pertinenza di patrimonio netto, è stata assoggettata, al 31
dicembre 2014, a test d’impairment dal quale è emerso un valore recuperabile
superiore al valore di carico. Il Gruppo ha proceduto ad analizzare, al 30 giugno 2015,
alcuni indicatori (tasso di attualizzazione e flussi finanziari) al fine di cogliere
eventuali elementi che possano portare a modificare le conclusioni dell’impairment test
condotto con riferimento al Bilancio consolidato al 31 dicembre 2014. Per quanto
riguarda i flussi finanziari, le risultanze economiche del primo semestre 2015 sono
soddisfacenti e superiori alle proiezioni economiche del Management utilizzate per il
test di impairment relativo al 31 dicembre 2014.
Alla luce di tale analisi non si è riscontrata la necessità di procedere ai fini della
redazione del presente bilancio consolidato semestrale abbreviato ad effettuare un
nuovo impairment test e non si è provveduto ad effettuare alcuna svalutazione degli
avviamenti in oggetto al 30 giugno 2015.
Si è quindi ritenuto che la differenza negativa fra il valore di carico e la quota di
pertinenza del patrimonio netto di tale partecipata non è ascrivibile a perdita durevole
di valore e, pertanto, non è stato rettificato il valore di iscrizione.
La differenza negativa è ascrivibile alla quota di avviamento per 10,3 milioni di euro e
alla quota di VIF per 4,1 milioni di euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
137
Sezione13 - Attività immateriali – Voce 130
13.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività
13.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
30/06/2015
Attività/Valori
Durata definita
A.1 Avviamento
31/12/2014
Durata indefinita
Durata definita
Durata indefinita
x
288.130
x
288.130
A.1.1 Di pertinenza del gruppo
x
288.130
x
288.130
A.1.2 Di pertinenza dei terzi
x
-
x
A.2 Altre attività immateriali
-
87.650
-
94.054
-
87.650
-
94.054
-
8.252
-
8.955
-
79.398
-
85.099
-
-
-
-
-
a) Altre attività immateriali generate internamente
-
-
-
-
b) Altre attività
-
-
-
-
87.650
288.130
94.054
288.130
A.2.1 Attività valutate al costo:
a) Attività immateriali generate internamente
b) Altre attività
A.2.2 Attività valutate al fair value:
Totale
La voce ”Altre attività” è composta prevalentemente da software e dalla “Client
Relationship” relativa alle acquisizioni degli sportelli dei rami d’azienda e a
Credemvita.
13.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
30/06/2015
Attività/Valori
Durata definita
A.1 Avviamento
31/12/2014
Durata indefinita
Durata definita
Durata indefinita
x
-
x
-
A.1.1 Di pertinenza del gruppo
x
-
x
-
A.1.2 Di pertinenza dei terzi
x
-
x
A.2 Altre attività immateriali
-
1.378
-
1.314
-
1.378
-
1.314
-
-
-
-
-
1.378
-
1.314
-
-
-
-
-
a) Altre attività immateriali generate internamente
-
-
-
-
b) Altre attività
-
-
-
-
1.378
-
1.314
-
A.2.1 Attività valutate al costo:
a) Attività immateriali generate internamente
b) Altre attività
A.2.2 Attività valutate al fair value:
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
138
Si fornisce il dettaglio degli avviamenti sulla base delle operazioni di aggregazione che
li hanno generati:
Gruppi filiali/banche
Anno di fusione
o di acquisizione
Filiali Deutsche Bank
B.C.C. Curinga
1998
1998
2.695
917
B.C.C. San Giovanni Gemini
Banca dei Comuni Nolani
1998
1998
452
2.361
Banca della Provincia di Napoli
B.C.C. Alto Crotonese
1998
1999
58
161
B.C.C. Fortore Miscano
Banca Popolare Andriese
1999
2000
1.377
17.669
Banca di Latina
Filiali Citibank International PLC
2003
2008
3.028
36.307
Filiali Banco Popolare
Filiali Unicredit
2008
2008
119.926
94.433
TOTALE BANCHE INCORPORATE
Credem International Lux
279.384
2000
TOTALI AVVIAMENTI BANCHE
2.166
281.550
So.em.ro (incorporata da MGT)
Netium
1998
2001
294
9
Credemvita
C.S. Inform (incorporata da Credemtel)
2008
2010
4.092
1.350
Topkey (incorporata da Credemtel)
2014
TOTALI AVVIAMENTI
835
288.130
Impairment test sugli avviamenti
Lo IAS 36 prevede che, ai fini della verifica di eventuali riduzioni di valore
(“Impairment Test”), gli avviamenti acquisiti in aggregazioni aziendali siano allocati ad
unità organizzative relativamente autonome nel profilo gestionale e che beneficiano
delle sinergie derivanti dall’acquisizione. Tali unità organizzative, denominate Cash
Generating Units (“CGU”), devono presentare le seguenti caratteristiche:
◊
rappresentare il livello minimo con riferimento al quale l’avviamento stesso è
monitorato ai fini del controllo di gestione interno;
◊
non essere superiori a un Segmento Operativo definito ai sensi del principio
IFRS 8.
Nel Gruppo Credem le CGU che hanno beneficiato e che continuano a beneficiarie
delle sinergie derivanti dai processi di aggregazione effettuati nel tempo sono le
seguenti:
◊
Banking Commerciale;
◊
Assicurazioni.
Il sistema di reportistica utilizzato dalla Direzione è basato su tali CGU (si veda la
Parte L relativa all’Informativa di Settore) ed, inoltre, i flussi finanziari da esse prodotti
risultano omogenei quanto alla natura della clientela ed alla tipologia di prodotti e
servizi forniti. Tali CGU pertanto rappresentano il più piccolo Gruppo di attività che
genera flussi finanziari in entrata indipendenti ed il livello minimo al quale
l’avviamento può essere allocato secondo criteri non arbitrari. E’ a tale livello che le
dinamiche di valore dell’avviamento assumono significato e vengono controllate nella
gestione del Gruppo Credem.
NOTE ILLUSTRATIVE
139
Lo IAS 36, paragrafo 90, prevede che la CGU cui è stato allocato l’avviamento debba
essere verificata annualmente per riduzione durevole di valore, e ogni qualvolta vi sia
un’indicazione che l’unità possa avere subito una riduzione durevole di valore,
confrontando il valore contabile dell’unità che include l’avviamento con il valore
recuperabile dell’unità, inteso come il maggiore fra il fair value (dedotti i costi di
vendita) ed il valore d’uso.
In applicazione di quanto sopra riportato si è provveduto ad effettuare, per la
predisposizione del bilancio 2014, il cd “impairment test”. Per le informazioni in
merito al processo di “impairment test” si rimanda alla Sezione 13 della “Parte B” della
Nota Integrativa consolidata al 31 dicembre 2014.
Alla luce di quanto previsto dal principio e in considerazione del perdurare delle
difficoltà del contesto economico e di un’elevata instabilità dei mercati finanziari che
influenzano i parametri utilizzati per la verifica della recuperabilità dei valori
dell’avviamento iscritti, il Gruppo ha proceduto ad analizzare, al 30 giugno 2015,
alcuni indicatori (tasso di attualizzazione e flussi finanziari) al fine di cogliere
eventuali elementi che possano portare a modificare le conclusioni dell’impairment test
condotto con riferimento al Bilancio consolidato al 31 dicembre 2014.
Per quanto riguarda i flussi finanziari, le risultanze economiche del primo semestre
2015 sono soddisfacenti e superiori alle proiezioni economiche del Management
utilizzate per il test di impairment relativo al 31 dicembre 2014.
Per quanto riguarda invece il tasso di attualizzazione, si rilevano, complessivamente,
miglioramenti rispetto ai parametri già utilizzati per il suddetto impairment test.
Alla luce di tale analisi non si è riscontrata la necessità di procedere ai fini della
redazione del presente bilancio consolidato semestrale abbreviato ad effettuare un
nuovo impairment test e non si è provveduto ad effettuare alcuna svalutazione degli
avviamenti in oggetto al 30 giugno 2015.
NOTE ILLUSTRATIVE
140
Sezione14 – Le attività fiscali e le passività fiscali – Voce 140 dell’attivo e Voce
80 del passivo
Le attività fiscali e le passività fiscali correnti comprendono l’ammontare netto (debito
o credito) IRAP al netto dei crediti d’imposta e degli acconti. A seguito dell’adesione al
consolidato fiscale, il debito/credito per IRES, nei confronti di Credemholding, è stato
contabilizzato nelle voci “Altre passività” e “Altre attività”.
Ai fini delle imposte dirette, risultano definiti, per decorrenza dei termini di cui all’art.
43 del D.P.R. 29/9/1973, n. 600, i periodi di imposta chiusi al 31/12/2009.
Euromobiliare Asset Management SGR: Ispezione Agenzia delle Entrate, Anno
2012
Il 16 marzo 2015 ha avuto inizio una verifica fiscale presso Euromobiliare Asset
Management SGR spa, sull’anno di imposta 2012, da parte della Direzione provinciale
I di Milano della Agenzia delle Entrate, esteso ad Ires, IRAP ed IVA. Dopo approfondite
indagini, il 29 luglio è stato notificato alla società il Processo Verbale di chiusura delle
operazioni di verifica, nel quale viene statuito che “non sono emerse fattispecie
fiscalmente rilevanti”.
Credem International Lux: Ispezione Agenzia delle Entrate, Anni 2007-2012
L’8 giugno 2015 la Direzione provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate ha
notificato al rappresentante legale della controllata Credem International Lux un
“invito a comparire”, atto col quale viene convocato un potenziale soggetto passivo di
imposta al fine di informarlo formalmente dell’avvio di un’attività ispettiva a suo carico
(o, come in questo caso, a carico della società di cui lo stesso è rappresentante legale).
Nell’atto è stato comunicato che l’analisi della documentazione reperita, in sede di
verifica (di cui sopra), presso Euromobiliare Asset Management SGR spa, ha condotto
l’Agenzia delle Entrate al convincimento che la valutazione allo stato attuale che la
“direzione effettiva” e “l’oggetto principale dell’attività” di Credemlux siano in Italia,
presso la sede dell’SGR.
Il 28 luglio 2015 l’Agenzia delle Entrate ha notificato il Processo Verbale di chiusura
dell’attività di verifica che, in estrema sintesi, conferma la suddetta valutazione in
merito alla direzione effettiva e all’oggetto principale della attività di Credem
International Lux. In attesa del prossimo passo dell’Agenzia delle Entrate, Credem
International Lux porrà in essere tutte le attività volte a salvaguardare i propri
interessi, sia verso l’ordinamento tributario italiano sia verso l’Organo di Controllo e
Vigilanza bancaria e verso l’Amministrazione finanziaria lussemburghesi, al fine di
tentare di ottenere un loro diretto coinvolgimento avverso le pretese dell’Agenzia delle
Entrate.
Conseguentemente, in tale contesto, in fase assolutamente iniziale, la società seguirà
l’evoluzione degli elementi a propria disposizione che allo stato attuale non
comportano la individuazione di alcun accantonamento a presidio del rischio che
dovesse avere impatto sulla società e sul Gruppo.
Iscrizione e misurazione di attività per imposte differite
Nell’attivo dello stato patrimoniale sono presenti le “attività fiscali per imposte
anticipate”, DTA ovvero Deferred Tax Asset, principalmente derivanti da differenze
temporanee tra la data di iscrizione nel conto economico di costi e la data quale i costi
medesimi potranno essere dedotti. Tali attività iscritte in bilancio si riferiscono a
differenze temporanee recuperabili in un arco temporale abbastanza lungo. Le attività
per imposte anticipate vengono svalutate nella misura in cui le stesse vengono
ritenute non recuperabili in relazione alle prospettive reddituali ed ai conseguenti
redditi imponibili attesi, tenuto altresì conto della normativa fiscale, che consente la
loro trasformazione in crediti di imposta, al ricorrere di determinate condizioni. Il
processo valutativo è fondato sulle prospettive reddituali.
Le attività per imposte anticipate sono iscritte in bilancio nella misura in cui esiste la
probabilità del loro recupero, valutata sulla base della capacità fiscale del Gruppo, per
effetto dell’esercizio dell’opzione relativa al “consolidato fiscale”, di generare con
NOTE ILLUSTRATIVE
141
continuità redditi imponibili positivi nei futuri esercizi, tenuto conto delle disposizioni
fiscali vigenti.
Con riferimento all’iscrivibilità delle attività per imposte anticipate ed al loro
mantenimento in bilancio è opportuno richiamare alcune importanti modifiche
normative in materia fiscale che, prevedendo la trasformazione delle attività per
imposte anticipate in crediti di imposta in predeterminate ipotesi, hanno introdotto la
modalità di recupero delle imposte anticipate attive tale da assicurare il loro
riassorbimento a prescindere dalla capacità di generare una redditività.
Le disposizioni di cui all’art.2, commi da 55 a 58, del D.L. 225/2010, c.d. Decreto
Milleproroghe 2010, hanno introdotto la disciplina della trasformazione in credito di
imposta delle attività per imposte anticipate in ipotesi di rilevazione di una “perdita
civilistica”. Rientrano nella presente disciplina le imposte anticipate iscritte in bilancio
in relazione sia alle svalutazione di crediti non ancora dedotte ai sensi dell’art.106,
comma 3, del Tuir, sia al valore dell’avviamento e delle altre attività immobiliari ai
sensi dell’art.103 del Tuir, i cui componenti negativi sono deducibili nei periodi di
imposta successivi. Successivamente la Legge 22 dicembre 2011 n.214, di seguito
214/2011, con la conversione delle disposizioni contenute nel Decreto Legge
201/2011 ha apportato importanti modifiche alla disciplina della trasformazione delle
imposte anticipate estendendone l’ambito oggettivo di applicazione all’ipotesi di
conseguimento di una perdita fiscale ai fini IRES.
Le recenti modifiche introdotte dalla Legge 147/2013 hanno esteso la trasformazione
delle imposte anticipate Irap stanziate sia sulle quote delle rettifiche di valore sui
crediti, sia sulle quote di ammortamento di avviamenti e altre attività materiali
rinviate negli esercizi successivi nelle ipotesi di rilevazione di una perdita civilistica e
di conseguimento ai fini Irap di un valore della produzione netta negativo.
Quindi, nelle ipotesi di una perdita civilistica o di una perdita fiscale o un valore della
produzione netta Irap negativo, le attività per imposte anticipate Ires/Irap riferite alle
rettifiche di valore su crediti non ancora dedotte dal reddito imponibile e le attività per
impose anticipate riconducibili al valore dell’avviamento e delle altre attività
immateriali, i cui componenti negativi sono deducibili in più periodi di imposta, sono
trasformate in credito di imposta secondo le previsioni delle Legge 214 del 22
dicembre 2011 (compensazione senza limiti con qualsiasi tipo di tributo, incluso
ritenute e contributi).
Va in ogni caso evidenziato che le società del Gruppo Credem non hanno mai chiuso
un esercizio evidenziando una perdita civilistica. Inoltre, anche nell’ipotesi in cui il
reddito imponibile Ires dovesse risultare negativo (perdita fiscale), ai sensi del nuovo
articolo 84, comma 1, del Tuir, la perdita fiscale potrà essere computata in
diminuzione del reddito dei periodi d’imposta successivi in misura non superiore
all’ottanta per cento di ciascuno di essi e per l’intero importo che trova capienza in
tale ammontare.
Le previsioni reddituali delineano prospettive reddituali positive.
Oltre a ciò, il regime di deducibilità ai fini Ires e Irap delle svalutazioni crediti e delle
perdite su crediti, verso la clientela, degli enti creditizi e finanziari e delle imprese di
assicurazione è stato modificato dal Decreto Legge n.83 del 27 giugno 2015, art.16,
introducendo, al posto della deducibilità annuale in misura di un quinto per ciascun
anno, la deducibilità integrale, a partire dall’esercizio 2016, di tali componenti negativi
di reddito nell’esercizio in cui sono rilevati in bilancio, mentre le svalutazioni relative
all’esercizio 2015 saranno deducibili al 75% nell’anno di pertinenza, mentre il restante
25% sarà deducibile, insieme agli stock di svalutazioni e perdite non ancora dedotte
presenti al 31 dicembre 2014, in dieci anni con differenti percentuali di deduzione.
NOTE ILLUSTRATIVE
142
Passivo
Sezione 1 – Debiti verso banche – Voce 10
1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica
1.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Tipologia operazioni/Valori
30/06/2015
31/12/2014
1. Debiti verso banche centrali
1.751.163
2.257.135
2. Debiti verso banche
3.474.777
2.756.433
2.1 Conti correnti e depositi liberi
224.687
133.107
2.2 Depositi vincolati
114.078
116.342
3.135.800
2.506.537
2.681.667
2.116.242
454.133
390.295
2.3 Finanziamenti
2.3.1 Pronti contro termine passivi
2.3.2 Altri
2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali
2.5 Altri debiti
-
-
212
447
Totale
5.225.940
5.013.568
Fair value - livello 1
-
-
Fair value - livello 2
-
-
Fair value - livello 3
5.219.829
5.009.436
Totale Fair value
5.219.829
5.009.436
I debiti sono iscritti al loro valore nominale, corrispondente al loro fair value e il livello
di fair value attribuito risulta essere pari a 3.
I debiti verso banche sono rappresentati principalmente da debiti a vista a tasso
variabile, e non è stata posta in essere alcun tipo di copertura.
Nella voce “1.Debiti verso banche centrali” sono presenti le operazioni di
rifinanziamento effettuate con la Banca Centrale Europea.
Nel corso del primo semestre 2015 il rifinanziamento effettuato si è progressivamente
ridotto rispetto ai 2,235 miliardi di euro di fine 2014; la liquidità a disposizione ha
infatti consentito di effettuare due rimborsi anticipati di operazioni LTRO per
complessivi 1,5 miliardi di euro. A giugno, in funzione della nuova operatività
proposta dalla Banca Centrale Europea, il Gruppo ha partecipato all’operazione
TLTRO a 3 anni per un importo di 1,015 miliardi di euro.
Al 30 giugno il debito residuo complessivo verso BCE si è quindi attestato a 1,75
miliardi di euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
143
Sezione 2 –Debiti verso clientela – Voce 20
2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica
2.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Tipologia operazioni/Valori
30/06/2015
1. Conti correnti e depositi liberi
31/12/2014
13.559.069
12.222.169
2.137.937
3.111.916
534.740
1.207.828
3.1 Pronti contro termine passivi
354.763
1.092.018
3.2 Altri
179.977
115.810
2. Depositi vincolati
3. Finanziamenti
4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali
5. Altri debiti
-
-
268.197
207.511
Totale
16.499.943
16.749.424
Fair value - livello 1
-
-
Fair value - livello 2
-
-
Fair value - livello 3
16.499.783
16.749.424
Fair value
16.499.783
16.749.424
2.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Tipologia operazioni/Valori
30/06/2015
31/12/2014
1. Conti correnti e depositi liberi
-
-
2. Depositi vincolati
-
-
3. Finanziamenti
-
-
3.1 Pronti contro termine passivi
-
-
3.2 Altri
-
-
4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali
5. Altri debiti
-
-
7.206
8.907
Totale
7.206
8.907
Fair value - livello 1
-
-
Fair value - livello 2
-
-
Fair value - livello 3
7.206
8.907
Fair value
7.206
8.907
I debiti sono iscritti al loro valore nominale, corrispondente al loro fair value e il livello
di fair value attribuito risulta essere pari a 3.
I debiti verso clientela sono rappresentati principalmente da debiti a vista a tasso
variabile, e non è stata posta in essere alcun tipo di copertura specifica, mentre sono
state poste in essere coperture di Macro Fair Value Hedge delle poste a vista, così
come descritto nella parte E, sezione 2.2 delle presenti note.
Si segnala che, a seguito delle modifiche apportate al funzionamento del mercato
interbancario collateralizzato, con conseguente trasferimento alla Cassa di
Compensazione e Garanzia ed alla Monte Titoli delle funzioni finora svolte dalla Banca
d’Italia, nella voce 3.1 “Pronti contro termine passivi” sono presenti i finanziamenti,
per 354,8 milioni di euro, ricevuti dal suddetto mercato.
Il gruppo registrato un apprezzabile progresso della raccolta complessiva da clientela.
Nel dettaglio, le attività liquide hanno positivamente risentito dell’ulteriore
appiattimento della curva dei rendimenti e dell’irrilevante costo opportunità insito nel
mantenimento di giacenze libere di conto corrente. I “debiti verso clientela” al netto dei
pronti contro termine e dei depositi vincolati registrano infatti un +10,9% rispetto al
2014 e un +20,4% rispetto al giugno 2014. Di segno opposto è risultato l’andamento
della raccolta a scadenza: nelle attuali condizioni finanziarie, caratterizzate da
rendimenti di riferimento sempre più contenuti e dalla disponibilità di fonti di
NOTE ILLUSTRATIVE
144
finanziamento stabili alternative, il gruppo ha preferito assecondare le aspettative della
clientela mediante il collocamento di prodotti indiretti prevalentemente riconducibili al
comparto del risparmio gestito.
Per quanto riguarda la tipologia di clientela, ed in linea con l’andamento dell’aggregato
complessivo, lo sviluppo della raccolta diretta è interamente riconducibile alla clientela
ordinaria retail e corporate.
NOTE ILLUSTRATIVE
145
Sezione 3 – Titoli in circolazione – Voce 30
3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica
Totale 30/06/2015
Totale 31/12/2014
Fair Value
Fair Value
Valore Bilancio
Valore Bilancio
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 1
Livello 2
Livello 3
A. Titoli
1. Obbligazioni
4.630.816
2.254.577
2.449.589
-
4.710.248
2.224.718
2.545.156
-
-
-
-
-
-
-
-
-
4.630.816
2.254.577
2.449.589
-
4.710.248
2.224.718
2.545.156
-
1.026
-
-
1.026
1.062
-
-
1.062
1.1 strutturate
1.2 altre
2. Altri titoli
2.1 strutturati
-
-
-
-
-
-
-
-
1.026
-
-
1.026
1.062
-
-
1.062
4.631.842
2.254.577
2.449.589
1.026
4.711.310
2.224.718
2.545.156
1.062
2.2 altri
Totale
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
•
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
Nella voce “altri titoli” sono classificati i certificati di deposito.
La contrazione del comparto ha riguardato le passività obbligazionarie collocate a
clientela retail (-10,7% rispetto al 2014 e -21,4% rispetto al giugno 2014).
È stata potenziata la raccolta obbligazionaria verso clientela istituzionale non bancaria
(+9,3% rispetto al 2014 e +66,5% rispetto al giugno 2014). A tale riguardo Credem ha
effettuato, nel primo trimestre, mediante private placement, un’emissione di
obbligazioni subordinate di 200 milioni di euro. Tale emissione era principalmente
destinata a sostituire passività emesse a partire dal 2012 con un piano di rimborso
“amortising” non ritenute, in base ad un orientamento della vigilanza di fine 2014
illustrato nel bilancio 2014, computabili nei mezzi propri di vigilanza di classe 2.
Sono presenti coperture di Cash Flow Hedge sull’emissione di prestiti obbligazionari a
tasso variabile.
3.2 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinati
30/06/2015
31/12/2014
A. Titoli in circolazione
Titoli in circolazione - Convertibili
-
-
Titoli in circolazione - Subordinati
380.163
413.582
Le principali caratteristiche contrattuali delle passività subordinate, che rientrano nel
calcolo del Capitale di classe 2 (Tier 2), sono di seguito riportate:
NOTE ILLUSTRATIVE
146
• “CREDITO EMILIANO 26/10/2009 – 26/10/2015 LOWER TIER II A TASSO
MISTO” (ISIN IT0004541444) per 100.000.000,00 € costituito da n. 100.000
obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna.
Nel corso del primo e del secondo anno dalla data di emissione, le obbligazioni
corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 3,25% annuo lordo, in luogo delle
cedole a tasso variabile, che saranno corrisposte a partire dal terzo anno dalla data di
emissione.
Le cedole a tasso variabile saranno indicizzate al tasso Euribor a 3 mesi aumentato di
uno spread pari a 50 centesimi.
Il prestito scade il 26/10/2015 e prevede un piano di ammortamento che, a partire
dal 26/10/2011, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza.
Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 20.000.000,00
€ costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 200 € cadauna.
L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 6.460.920,04.
• “CREDITO EMILIANO 30/06/2011 – 30/06/2017 LOWER TIER II A TASSO FISSO
SUBORDINATO” (ISIN IT0004737489) per 100.000.000,00 € costituito da n. 100.000
obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna.
Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 4,5% annuo lordo.
Il prestito scade il 30/06/2017 e prevede un piano di ammortamento che, a partire
dal 30/06/2013, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza.
Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 40.000.000,00
€ costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 400 € cadauna
L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 40.032.858,71.
• “CREDITO EMILIANO 23/12/2011 – 23/12/2017 LOWER TIER II A TASSO FISSO”
(ISIN IT0004781016) per 50.000.000,00 € costituito da n. 50.000 obbligazioni del
valore nominale di 1.000 € cadauna.
Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 7,05% annuo lordo.
Il prestito scade il 23/12/2017 e prevede un piano di ammortamento che, a partire
dal 23/12/2013, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza.
Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 30.000.000,00
€ costituita da n. 50.000 obbligazioni del valore nominale di 600 € cadauna
L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 24.835.706,46.
• “CREDITO EMILIANO SPA 3,125% VAR.RATE 13.03.2015/2025 EUR” (ISIN
XS1199020295) per 200.000.000,00 € costituito da n. 200.000 obbligazioni del valore
nominale di 1.000 € cadauna.
Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse annuali pari al 3,125% annuo lordo fino
al 13.03.2020.
Il prestito scade il 13/03/2025 e prevede una call e nuovo fixing il 13.03.2020 al
tasso IRS 5YR+3%.
Al 30/06/2015 la quantità residua risulta pari a 200.000.000,00 € costituita da n.
200.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna.
L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta € 200.000.000.
I sotto indicati prestiti hanno invece inciso negativamente sul capitale di classe 2 a
seguito di un recente orientamento della vigilanza in merito alla computabilità degli
strumenti di classe 2. Si tratta dell’applicazione restrittiva di una norma del
Regolamento CRR che ha indotto ad escludere dal computo le emissioni, successive al
31/12/2011, che presentano un piano “amortising” nei primi cinque anni di vita.
• “CREDITO EMILIANO 30/03/2012-30/03/2018 LOWER TIER II A T.V.” (ISIN
IT0004803158) per 50.000.000,00 € costituito da n. 50.000 obbligazioni del valore
nominale di 1.000 € cadauna.
Nel corso del primo anno dalla data di emissione, le obbligazioni corrisponderanno
cedole fisse trimestrali pari al 6% annuo lordo, in luogo delle cedole a tasso variabile,
che saranno corrisposte a partire dal secondo anno dalla data di emissione.
NOTE ILLUSTRATIVE
147
Le cedole a tasso variabile saranno indicizzate al tasso Euribor a 3 mesi aumentato di
uno spread pari al 4%.
Il prestito scade il 30/03/2018 e prevede un piano di ammortamento che, a partire
dal 30/03/2014, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza.
Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 30.000.000,00
€ costituita da n. 50.000 obbligazioni del valore nominale di 600 € cadauna
• “CREDITO EMILIANO 15/06/2012-15/06/2018 LOWER TIER II A T.M.” (ISIN
IT0004819006) per 100.000.000,00 € costituito da n. 100.000 obbligazioni del valore
nominale di 1.000 € cadauna.
Nel corso del primo anno dalla data di emissione, le obbligazioni corrisponderanno
cedole fisse trimestrali pari al 6% annuo lordo, in luogo delle cedole a tasso variabile,
che saranno corrisposte a partire dal secondo anno dalla data di emissione.
Le cedole a tasso variabile saranno indicizzate al tasso Euribor a 3 mesi aumentato di
uno spread pari al 4,45%.
Il prestito scade il 15/06/2018 e prevede un piano di ammortamento che, a partire
dal 15/06/2014, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza.
Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 60.000.000,00
€ costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 600 € cadauna.
• “CREDITO EMILIANO 28/12/2012-28/12/2018 LOWER TIER II A TASSO FISSO”
(ISIN IT0004870926) per 200.000.000,00 € costituito da n. 200.000 obbligazioni del
valore nominale di 1.000 € cadauna.
Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 4,7% annuo lordo.
Il prestito scade il 28/12/2018 e prevede un piano di ammortamento che, a partire
dal 28/12/2014, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza.
Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 160.000.000,00
€ costituita da n. 200.000 obbligazioni del valore nominale di 800 € cadauna.
In caso di liquidazione tutte le obbligazioni subordinate saranno rimborsate solo dopo
che siano stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati.
Le obbligazioni non sono coperte dalla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei
Depositi.
3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica
Si è adottata la metodologia contabile del Micro Fair Value Hedge per la copertura del
rischio di tasso associato all’emissione di prestiti obbligazionari a tasso fisso per un
ammontare di circa 3.000 milioni di euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
148
Sezione 4 – Passività finanziarie di negoziazione – Voce 40
4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica
30/06/2015
Tipologia operazioni/Valori
31/12/2014
FV
FV
VN
FV*
L1
L2
VN
FV*
L3
L1
L2
L3
A. Passività per cassa
1. Debiti verso banche
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
2. Debiti verso clientela
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
3. Titoli di debito
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
3.1.1 Strutturate
-
-
-
-
X
-
-
-
-
X
3.1.2 Altre obbligazioni
-
-
-
-
X
-
-
-
-
X
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
X
-
-
-
-
X
-
-
-
-
X
-
-
-
-
X
-
-
-
-
-
-
-
-
3.1 Obbligazioni
3.2 Altri titoli
3.2.1 Strutturati
3.2.2 Altri
Totale A
-
-
-
-
-
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari
X
263
82.168
580
X
X
73
136.072
530
X
1.1 Di negoziazione
X
263
82.161
-
X
X
73
136.056
-
X
1.2 Connessi con la fair value option
X
-
7
580
X
X
-
16
530
X
1.3 Altri
X
-
-
-
X
X
-
-
-
2. Derivati creditizi
X
-
-
-
X
X
-
-
-
X
2.1 Di negoziazione
X
-
-
-
X
X
-
-
-
X
2.2 Connessi con la fair value option
X
-
-
-
X
X
-
-
-
X
2.3 Altri
X
-
-
-
X
X
-
-
-
X
Totale B
X
263
82.168
580
X
X
73
136.072
530
X
Totale A+B
X
263
82.168
580
X
X
73
136.072
530
X
FV=fair value
FV*=fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito
creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.
VN = valore nominale o nozionale
L1 = Livello 1
L2 = Livello 2
L3 = Livello 3
La voce “A. Passività per cassa”, se presente, comprende gli scoperti tecnici.
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
•
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
NOTE ILLUSTRATIVE
149
Sezione 5 – Passività finanziarie valutate al fair value – Voce 50
5.1 Passività finanziaria valutate al fair value: composizione merceologica
5.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
30/06/2015
Tipologia operazioni/Valori
31/12/2014
FV
FV
VN
FV*
L1
1. Debiti verso banche
L2
L1
-
-
-
-
-
-
-
-
X
1.2 Altri
-
-
-
-
X
-
-
-
-
-
-
-
-
X
X
2.1 Strutturati
2.2 Altri
-
-
-
-
-
-
3. Titoli di debito
1.600
-
1.547
-
3.1 Strutturati
1.600
-
1.547
-
X
-
-
-
-
X
1.600
-
1.547
-
3.2 Altri
Totale
FV*
L3
1.1 Strutturati
2. Debiti verso clientela
VN
1.525
1.525
L2
L3
-
-
-
-
-
-
-
-
X
-
-
-
-
X
-
-
-
-
-
-
-
-
X
X
-
-
-
-
-
8.412
-
8.490
-
8.412
-
X
-
-
-
-
X
8.490
-
8.412
-
Il fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del
merito creditizio dell'emittente rispetto all’esercizio precedente ammonta a 1,5 milioni
di euro.
Per le emissioni obbligazionarie coperte da strumenti derivati, con la finalità di
migliorare il livello informativo del Bilancio, è stata adottata la rilevazione al Fair
Value (Fair Value Option) allo scopo di eliminare la difformità contabile (accounting
mismatch) nella valutazione e nella rilevazione di utili e perdite conseguente alla
contabilizzazione delle obbligazioni coperte in base al criterio del costo ammortizzato e
degli strumenti di copertura al Fair Value.
150
-
8.490
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
•
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
NOTE ILLUSTRATIVE
-
8.389
8.389
5.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
30/06/2015
Tipologia operazioni/Valori
31/12/2014
FV
FV
VN
FV*
L1
1. Debiti verso banche
1.1 Strutturati
1.2 Altri
2. Debiti verso clientela
2.1 Strutturati
2.2 Altri
L2
L1
-
-
-
-
-
-
-
-
X
-
-
-
-
1.946.787
1.946.787
-
-
-
-
-
-
X
X
1.946.787
1.946.787
-
-
-
-
-
-
3.1 Strutturati
-
-
-
-
-
-
-
-
1.946.787
1.946.787
-
-
Totale
FV*
L3
3. Titoli di debito
3.2 Altri
VN
X
1.946.787
L3
-
-
-
-
-
-
-
-
X
-
X
-
-
-
-
1.429.519
1.429.519
-
-
-
-
-
-
X
1.429.519
1.429.519
-
-
X
-
-
-
-
-
-
-
-
X
-
-
-
-
X
1.429.519
1.429.519
-
-
X
X
1.946.787
L2
-
-
-
FV=fair value
FV*=fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito
creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.
VN = valore nominale o nozionale
L1 = Livello 1
L2 = Livello 2
L3 = Livello 3
I debiti verso clientela includevano, al 30 giugno 2015, essenzialmente le somme
incassate dalla compagnia assicurativa del Gruppo per l’emissione di polizze con
prevalenti caratteristiche finanziarie a fronte di investimenti con rischi totalmente a
carico dei sottoscrittori.
Il valore nominale delle polizze riferibili al comparto assicurativo viene indicato
convenzionalmente pari al fair value.
5.3 Passività finanziarie valutate al fair value: variazioni annue
Debiti verso
banche
Debiti verso
clientela
Titoli in
circolazione
Totale
A. Esistenze iniziali
-
1.429.519
8.412
1.437.931
B. Aumenti
-
670.222
940
671.162
B1. Emissioni
-
631.963
922
632.885
B2. Vendite
-
-
-
-
B3. Variazioni positive di fair value
-
38.259
6
38.265
B4. Altre variazioni
-
-
12
12
C. Diminuzioni
-
152.954
7.805
160.759
C1. Acquisti
-
-
915
915
C.2 Rimborsi
-
142.828
6.890
149.718
C.3 Variazioni negative di fair value
-
10.126
-
10.126
C4. Altre variazioni
-
-
-
-
D. Rimanenze finali
-
1.946.787
1.547
1.948.334
NOTE ILLUSTRATIVE
151
Sezione 6 – Derivati di copertura – Voce 60
6.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli
6.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Fair Value
L1
A. Derivati finanziari
30/06/2015
L2
Fair Value
VN
30/06/2015
L3
L1
31/12/2014
L2
VN
31/12/2014
L3
-
119.030
-
3.880.277
-
211.359
-
4.157.714
1) Fair value
-
54.173
-
3.392.377
-
115.113
-
3.202.814
2) Flussi finanziari
-
64.857
-
487.900
-
96.246
-
954.900
3) Investimenti esteri
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
119.030
-
3.880.277
-
211.359
-
4.157.714
B. Derivati creditizi
1) Fair value
2) Flussi finanziari
Totale
6.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Fair Value
L1
A. Derivati finanziari
30/06/2015
L2
Fair Value
VN
30/06/2015
L3
L1
31/12/2014
L2
VN
31/12/2014
L3
-
-
-
-
-
8.540
-
1) Fair value
-
-
-
-
-
-
-
-
2) Flussi finanziari
-
-
-
-
-
8.540
-
215.000
3) Investimenti esteri
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
8.540
-
215.000
B. Derivati creditizi
1) Fair value
2) Flussi finanziari
Totale
I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note
illustrative sono i seguenti:
•
“livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si
può accedere alla data di valutazione;
•
“livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input
diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o
indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di
valutazione;
•
“livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a
input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di
tecniche di valutazione.
NOTE ILLUSTRATIVE
152
215.000
6.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologie di copertura
6.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Fair Value
Flussi finanziari
Specifica
Operazioni/Tipo di copertura
Rischio di
tasso
Rischio di
cambio
Rischio di
credito
Rischio di
prezzo
Generica
Più rischi
Specifica
Investimenti
esteri
Generica
1. Attività finanziarie disponibili per la vendita
13.513
-
-
-
-
X
-
x
x
2. Crediti
36.966
-
-
X
-
X
-
x
x
X
-
-
X
-
X
-
x
x
4. Portafoglio
-
-
-
-
-
-
-
-
x
5. Altre operazioni
-
-
-
-
-
-
x
x
-
50.479
-
-
-
-
-
-
-
-
3.321
-
-
x
-
x
-
x
x
x
3. Attività finanziarie detenute sino alla
scadenza
Totale attività
1. Passività finanziarie
2. Portafoglio
-
-
-
-
-
-
-
64.856
3.321
-
-
-
-
-
-
64.856
-
1. Transazioni attese
x
x
x
x
x
x
-
x
x
2. Portafoglio di attività e passività finanziarie
x
x
x
x
x
x
x
-
-
Totale passività
Sono presenti coperture di macro cash flow hedge su diverse forme di raccolta a tasso
variabile già emesse e di futura emissione (forecast transaction). I derivati di copertura
di questa tipologia presentano un fair value negativo di 64.856 mila euro.
Sono presenti coperture di micro fair value hedge su titoli a tasso fisso detenuti nel
portafoglio AFS.
I derivati di questa tipologia presentano un fair value negativo di 13.513 mila euro.
Si è adottata la metodologia contabile del macro fair value hedge per la copertura del
rischio di tasso associato all’erogazione di mutui a tasso fisso e a tasso variabile con
opzione “Cap”. L’applicazione della metodologia di hedge accounting consente di
rappresentare contabilmente gli effetti economici delle strategie di copertura attuate. I
derivati di copertura relativi a tale strategia presentano un fair value negativo di
36.966 mila euro.
Sono presenti coperture di micro fair value hedge su titoli emessi a tasso fisso
contabilizzati nei “titoli in circolazione”.
I derivati di questa tipologia presentano un fair value negativo di 3.321 mila euro.
Si rimanda alla Sezione della Parte E delle note illustrative per la descrizione delle
modalità della copertura.
NOTE ILLUSTRATIVE
153
Sessione 7 – Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di
copertura generica – Voce 70
7.1 Adeguamento di valore delle passività finanziarie coperte
7.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Adeguamento di valore delle passività coperte/ Componenti del gruppo
30/06/2015
31/12/2014
1. Adeguamento positivo delle passività finanziarie
15.855
2. Adeguamento negativo delle passività finanziarie
-
-
15.855
26.984
Totale
Si è adottata anche la metodologia contabile del Macro Fair Value per la copertura
rischio di tasso della raccolta a vista di clientela.
La raccolta a vista dalla clientela rappresenta un’importante fonte di funding del
Gruppo. Una quota parte di questa raccolta, pari a 1,6 miliardi di euro, seppur
contrattualmente a vista, presenta però una forte persistenza nel tempo ed una
elasticità imperfetta alla variazione dei tassi di mercato, rappresentata dal così detto
“effetto vischiosità”.
Questo effetto è stato stimato mediante un modello di analisi che consiste in due
componenti:
•
la stima della relazione dei tassi delle poste a vista con i tassi di mercato in
base ad un modello econometrico;
•
la stima della persistenza dei volumi, attraverso la quale l’ammontare delle
poste a vista viene tradotto in un portafoglio di poste a tasso fisso a scadenza.
NOTE ILLUSTRATIVE
154
26.984
Sezione 12 – Fondi per rischi e oneri - Voce 120
12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione
12.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
30/06/2015
Voci/Componenti
1. Fondi di quiescenza aziendali
31/12/2014
2.121
2.320
103.533
121.974
2.1 Controversie legali
52.350
22.193
2.2 Oneri per il personale
42.871
66.351
2. Altri fondi per rischi e oneri
2.3 Altri
Totale
8.312
33.430
105.654
124.294
12.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
30/06/2015
Voci/Componenti
1. Fondi di quiescenza aziendali
31/12/2014
-
-
15
78
2.1 Controversie legali
-
75
2.2 Oneri per il personale
-
3
2. Altri fondi per rischi e oneri
2.3 Altri
Totale
15
-
15
78
Viene gestito un Fondo interno alla Banca che eroga un trattamento previdenziale
aggiuntivo alle prestazioni erogate dall’INPS.
Si tratta di un “Fondo a prestazione definita” i cui importi sono soggetti alla stessa
perequazione prevista per le Pensioni INPS, come pure al censimento presso il
Casellario Centrale delle Pensioni.
Su tale posta di bilancio viene effettuata semestralmente la valutazione attuariale.
I beneficiari di tali trattamenti sono coloro che:
•
risultavano eredi di persone decedute durante il servizio con Credem e con
Credemleasing (sostituito dall’attuale Cassa di Previdenza dal 1/1/1996);
•
risultavano ex dipendenti della Banca Popolare Dauna già in quiescenza oppure
che avevano inoltrato le dimissioni entro il 30/11/1999. La Banca Popolare Dauna è
confluita in Credem in data 11/12/1999 a seguito di fusione per incorporazione.
Gli altri fondi per rischi ed oneri includono principalmente i fondi per revocatorie e
cause passive, il fondo per indennità suppletiva clientela promotori finanziari, i fondi
oneri futuri per il personale e gli accantonamenti per i rischi connessi a servizi
finanziari.
Si fornisce di seguito una descrizione delle principali classi di passività potenziali che,
nel caso in cui la relativa passività sia stata giudicata probabile, hanno dato luogo ad
accantonamenti al fondo a fronte di altri diversi rischi ed oneri.
Oneri futuri per il personale: si tratta degli accantonamenti relativi a varie forme di
retribuzione non ricorrenti (es: premi di anzianità e bonus) relative a prestazioni già
effettuate ma che avranno la manifestazione finanziaria in futuro.
Malversazioni: si tratta di controversie nelle quali il Gruppo può essere coinvolto in
ragione del normale svolgimento della propria attività d’impresa, vi sono alcune
vertenze legali derivanti da comportamenti (asseritamente) anomali posti in essere da
dipendenti o promotori finanziari nello svolgimento delle mansioni loro affidate o
NOTE ILLUSTRATIVE
155
dell’attività espletata, con conseguenti contestazioni da parte della clientela nei
confronti del Gruppo stesso, che può eventualmente essere ritenuto responsabile di
tali comportamenti.
Il Gruppo procede a una valutazione delle singole posizioni caso per caso, in fatto e in
diritto, prestando particolare attenzione al dato documentale/fattuale.
Per effetto di detta analisi, ove opportuno, vengono pertanto di volta in volta disposti (e
tempo per tempo modificati, ove necessario) gli accantonamenti ritenuti congrui in
relazione alle specifiche circostanze della fattispecie in esame.
Contenzioso in materia di anatocismo: il numero complessivo delle cause pendenti
si mantiene consistente (in crescita anche rispetto agli ultimi anni), alla luce,
soprattutto, delle problematicità derivanti da alcuni orientamenti della
Giurisprudenza (oltre che dalle evoluzioni della normativa di settore). Tutte le cause in
materia– con crescente frequenza comprendenti anche contestazioni relative al
superamento del Tasso Soglia Usura – sono oggetto di costante monitoraggio e i rischi
che ne derivano, ove opportuno, sono fronteggiati da appositi accantonamenti al
Fondo rischi ed oneri diversi, in applicazione di quanto previsto dallo IAS 37.
Contenzioso in materia di servizi di investimento: quanto alle contestazioni aventi
ad oggetto servizi di investimento – bond in default, derivati, ecc.– la policy adottata
dal Gruppo in materia è quella di procedere ad una valutazione delle singole posizioni
caso per caso, prestando particolare attenzione al dato documentale e al profilo
dell’adeguatezza degli investimenti contestati rispetto alla posizione della singola
controparte. Per effetto di detta analisi, ove ritenuto opportuno, vengono pertanto di
volta in volta disposti gli accantonamenti ritenuti congrui in relazione alle specifiche
circostanze. Il Gruppo, inoltre, prevede ad effettuare accantonamenti a fronte dei
reclami pervenuti in materia di servizi di investimento in applicazione di quanto
previsto dal paragrafo 39 dello IAS 37.
Contenzioso fiscale
Euromobiliare Asset Management SGR: Ispezione Agenzia delle Entrate, Anno
2012
Il 16 marzo 2015 ha avuto inizio una verifica fiscale presso Euromobiliare Asset
Management SGR spa, sull’anno di imposta 2012, da parte della Direzione provinciale
I di Milano della Agenzia delle Entrate, esteso ad Ires, IRAP ed IVA. Dopo approfondite
indagini, il 29 luglio è stato notificato alla società il Processo Verbale di chiusura delle
operazioni di verifica, nel quale viene statuito che “non sono emerse fattispecie
fiscalmente rilevanti”.
Credem International Lux Ispezione Agenzia delle Entrate, Anni 2007-2012
L’8 giugno 2015 la Direzione provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate ha
notificato al rappresentante legale della controllata Credem International Lux un
“invito a comparire”, atto col quale viene convocato un potenziale soggetto passivo di
imposta al fine di informarlo formalmente dell’avvio di un’attività ispettiva a suo carico
(o, come in questo caso, a carico della società di cui lo stesso è rappresentante legale).
Nell’atto è stato comunicato che l’analisi della documentazione reperita, in sede di
verifica (di cui sopra), presso Euromobiliare Asset Management SGR spa, ha condotto
l’Agenzia delle Entrate al convincimento che la valutazione allo stato attuale che la
“direzione effettiva” e “l’oggetto principale dell’attività” di Credemlux siano in Italia,
presso la sede dell’SGR.
Il 28 luglio 2015 l’Agenzia delle Entrate ha notificato il Processo Verbale di chiusura
dell’attività di verifica che, in estrema sintesi, conferma la suddetta valutazione in
merito alla direzione effettiva e all’oggetto principale della attività di Credem
International Lux. In attesa del prossimo passo dell’Agenzia delle Entrate, Credem
International Lux porrà in essere tutte le attività volte a salvaguardare i propri
interessi, sia verso l’ordinamento tributario italiano sia verso l’Organo di Controllo e
Vigilanza bancaria e verso l’Amministrazione finanziaria lussemburghesi, al fine di
tentare di ottenere un loro diretto coinvolgimento avverso le pretese dell’Agenzia delle
Entrate.
NOTE ILLUSTRATIVE
156
Conseguentemente, in tale contesto, in fase assolutamente iniziale, la società seguirà
l’evoluzione degli elementi a propria disposizione che allo stato attuale non
comportano la individuazione di alcun accantonamento a presidio del rischio che
dovesse avere impatto sulla società e sul Gruppo.
Sono infine presenti controversie di minore rilevanza relative all’operatività posta in
essere dai promotori finanziari, al contenzioso lavoristico, nonché all’ambito
immobiliare, amministrativo.
Per i fondi relativi a revocatorie, cause passive e rischi per servizi finanziari, le stime
sono state effettuate analiticamente sulle singole posizioni nel caso in cui la
controparte abbia già intrapreso un’azione giudiziaria e sulla base del rischio
potenziale stimato su serie storico-statistiche in caso di presenza di elementi oggettivi
di rischio (reclami), non ancora concretizzatesi in azioni giudiziarie. Si è proceduto alla
determinazione dell’impatto dell’attualizzazione, utilizzando quale tasso l’Euribor.
NOTE ILLUSTRATIVE
157
Sezione 13 – Riserve tecniche − Voce 130
13.1 Riserve tecniche: composizione
Lavoro
diretto
A. Ramo danni
Totale
Totale
30/06/2015 31/12/2014
Lavoro
indiretto
-
-
-
-
A.1 Riserve premi
-
-
-
-
A.2 Riserve sinistri
-
-
-
-
A.3 Altre riserve
-
-
-
-
3.180.700
-
3.180.700
2.979.421
B. Ramo vita
B.1 Riserve matematiche
3.140.905
-
3.140.905
2.945.353
B.2 Riserve per somme da pagare
28.357
-
28.357
22.553
B.3 Altre riserve
11.438
-
11.438
11.515
-
-
-
-
C.1 Riserve relative a contratti le cui prestazioni sono connesse con fondi di investimento e indici di
mercato
-
-
-
-
C.2 Riserve derivanti dalla gestione dei fondi pensione
-
-
-
-
3.180.700
-
3.180.700
2.979.421
C. Riserve tecniche allochè il rischio dell'investimento è sopportato dagli assicuratori
D. Totale riserve tecniche
I valori iscritti si riferiscono alla controllata Credemvita.
NOTE ILLUSTRATIVE
158
Sezione 15 – Patrimonio del gruppo – Voci 140, 160, 170, 180, 190, 200 e 220
Al 30 giugno 2015 il capitale sociale, invariato rispetto al 31 dicembre 2014, risulta
composto di 332.392.107 azioni da nominali 1 Euro per un importo di 332,4 milioni
di Euro.
Sono presenti 810.403 azioni proprie in portafoglio, per un controvalore di 2,3 milioni
di euro, acquistate nell’ambito del programma che ha dato esecuzione alla delibera
adottata dall’Assemblea Ordinaria del 27 aprile 2012; tale programma ha lo scopo di
acquistare azioni di Credito Emiliano ad integrale copertura dei piani di
remunerazione basati su strumenti finanziari da destinare alla categoria dei dirigenti
con responsabilità strategiche e del “personale più rilevante” del gruppo bancario. Ai
sensi delle norme vigenti, gli estremi del programma sono già stati comunicati al
mercato.
Per maggiori dettagli riguardo i piani di remunerazione basati su strumenti finanziari
si rinvia alla “Parte I” delle presenti note illustrative.
Sezione 16 – Patrimonio di pertinenza i terzi Voce 210
16.1 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue
16.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Voci / Valori
30/06/2015
31/12/2014
1. Capitale
6
2. Sovrapprezzi di emissione
2
6
3. Riserve
-
274
4 Azioni proprie
-
-
5 Riserve di valutazione
-
(2)
6. Strumenti di capitale
-
-
7. Utile (Perdita) dell'esercizio di pertinenza di terzi
-
86
8
430
Totale
66
La riduzione del patrimonio di terzi è ascrivibile all’acquisto, effettuato nel corso del
semestre, di 1.150 azioni di Euromobiliare Asset Management SGR; la quota detenuta
nella società da Credem è ora al 100%.
NOTE ILLUSTRATIVE
159
Altre informazioni
Il principio contabile IFRS 7 richiede di fornire una specifica informativa degli
strumenti finanziari:
• che sono stati compensati nello stato patrimoniale ai sensi dello IAS 32;
• che sono potenzialmente compensabili, al ricorrere di determinate condizioni, ma
esposti nello stato patrimoniale a saldi aperti in quanto regolati da “accordi quadro di
compensazione o accordi simili” che tuttavia non rispettano i criteri stabiliti dallo IAS
32 per operare la compensazione di bilancio.
Per la disclosure di tali accordi il principio richiede di considerare gli effetti delle
garanzie reali finanziarie ricevute e prestate.
Al riguardo si segnala che, sulla base dell’analisi effettuata, non risultano in essere
accordi di netting per i quali si debba procedere alla compensazione dei saldi nello
stato patrimoniale, ai sensi di quanto richiesto dallo IAS 32. Pertanto nelle seguenti
tabelle le colonne relative all’”Ammontare delle attività/passività finanziarie
compensato in bilancio” non risultano avvalorate.
Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di
compensazione o ad accordi similari
Forme tecniche
1. Derivati
Ammontare delle
attività
finanziarie
compensato in
bilancio (b)
Ammontare
lordo delle
attività
finanziarie (a)
Ammontari correlati non oggetto di
compensazione in Bilancio
Ammontare
netto delle
attività
finanziarie
riportato in
bilancio (c=a-b)
Depositi di
contante ricevuti
in garanzia (e)
Strumenti
finanziari (d)
Ammontare
netto
Ammontare
netto
31/12/2014
30/06/2015
(f=c-d-e)
266.835
-
266.835
134.453
95.390
36.993
31.263
50.948
-
50.948
50.948
-
-
-
3. Prestito titoli
-
-
-
-
-
-
-
4. Altri
-
-
-
-
-
-
-
Totale 30/06/2015
317.783
-
317.783
185.401
95.390
36.993
x
Totale 31/12/2014
593.141
-
593.141
463.148
98.730
x
31.263
2. Pronti contro termine
Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di
compensazione o ad accordi similari
Forme tecniche
1. Derivati
Ammontare delle
passività
finanziarie
compensato in
bilancio (b)
Ammontare
lordo delle
passività
finanziarie (a)
Ammontari correlati non oggetto di
compensazione in Bilancio
Ammontare
netto delle
passività
finanziarie
riportato in
bilancio (c=a-b)
Depositi di
contante posti a
garanzia (e)
Strumenti
finanziari (d)
Ammontare
netto
Ammontare
netto
31/12/2014
30/06/2015
(f=c-d-e)
202.058
-
202.058
134.453
65.073
2.531
11.631
3.036.433
-
3.036.433
3.036.433
-
-
-
3. Prestito titoli
-
-
-
-
-
-
-
4. Altre operazioni
-
-
-
-
-
-
-
Totale 30/06/2015
3.238.491
-
3.238.491
3.170.886
65.073
2.531
x
Totale 31/12/2014
3.556.293
-
3.556.293
3.376.220
168.442
x
11.631
2. Pronti contro termine
NOTE ILLUSTRATIVE
160
PARTE C
INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO
CONSOLIDATO
Sezione 1 – Gli Interessi - Voci 10 e 20
1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione
1.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Voci/Forme tecniche
Titoli di debito
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
2. Attività finanziarie valutate al fair value
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita
Finanziamenti
Totale
30/06/2015
Altre operazioni
Totale
30/06/2014
138
-
821
959
32
-
-
32
1.344
47
25.392
-
32
25.424
56.536
4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
-
-
-
-
-
5. Crediti verso banche
-
76
9
85
1.073
6. Crediti verso clientela
-
240.130
29.009
269.139
301.665
7. Derivati di copertura
x
1.076
1.076
505
8. Altre attività
x
173
173
206
240.206
31.120
296.888
361.376
Totale
25.562
1.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Voci/Forme tecniche
Titoli di debito
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
2. Attività finanziarie valutate al fair value
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita
Finanziamenti
Totale
30/06/2015
Altre operazioni
Totale
30/06/2014
-
-
-
-
-
1.068
-
-
1.068
1.086
30.926
27.048
-
-
27.048
4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
-
-
-
-
-
5. Crediti verso banche
-
-
-
-
5
6. Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
7. Derivati di copertura
x
x
-
-
-
8. Altre attività
x
x
-
-
-
28.116
-
-
28.116
32.017
Totale
.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione
NOTE ILLUSTRATIVE
161
1.4.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Voci/Forme tecniche
Debiti
Totale
30/06/2015
Altre
operazioni
Titoli
Totale
30/06/2014
1. Debiti verso banche centrali
(707)
X
-
(707)
2. Debiti verso banche
(952)
X
-
(952)
(3.772)
(30.899)
X
-
(30.899)
(36.729)
3. Debiti verso clientela
4. Titoli in circolazione
X
(3.205)
(55.984)
-
(55.984)
(72.557)
5. Passività finanziarie di negoziazione
-
-
-
-
(68)
6. Passività finanziarie valutate al fair value
-
-
-
-
(77)
(3)
7. Altre passività e fondi
X
X
-
-
8. Derivati di copertura
X
X
-
-
-
(32.558)
(55.984)
-
(88.542)
(116.411)
Totale
1.4.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Voci/Forme tecniche
Debiti
Totale
30/06/2015
Altre
operazioni
Titoli
Totale
30/06/2014
1. Debiti verso banche centrali
-
X
-
-
-
2. Debiti verso banche
-
X
-
-
-
3. Debiti verso clientela
-
X
-
-
-
-
-
-
-
4. Titoli in circolazione
X
5. Passività finanziarie di negoziazione
-
-
-
-
6. Passività finanziarie valutate al fair value
-
-
-
-
-
(4)
(4)
(4)
7. Altre passività e fondi
X
8. Derivati di copertura
X
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
162
X
X
-
-
-
-
-
(4)
(4)
(4)
Sezione 2 – Le commissioni - Voci 40 e 50
2.1 Commissioni attive: composizione
2.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Totale
30/06/2015
Tipologia servizi/Valori
Totale
30/06/2014
a) garanzie rilasciate
2.280
b) derivati su crediti
-
-
183.330
148.052
6.898
5.491
c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza:
1. negoziazione di strumenti finanziari
2. negoziazione di valute
2.260
895
785
114.951
88.957
3.1. individuali
33.223
26.673
3.2. collettive
81.728
62.284
1.330
1.404
3. gestioni di portafogli
4. custodia e amministrazione di titoli
5. banca depositaria
46
45
32.273
25.944
7. attività di ricezione e trasmissione di ordini
3.820
4.195
8. attività di consulenza
6.490
4.408
6.005
3.785
6. collocamento di titoli
8.1 in materia di investimenti
8.2 in materia di struttura finanziaria
9. distribuzione di servizi di terzi
9.1 gestioni di portafogli
485
623
16.627
16.823
-
-
9.1.1. individuali
-
-
9.1.2. collettive
-
-
13.584
13.966
9.2 prodotti assicurativi
9.3 altri prodotti
d) servizi di incasso e pagamento
e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione
3.043
2.857
34.139
33.804
-
-
f) servizi per operazioni di factoring
4.807
4.946
g) esercizio di esattorie e ricevitorie
-
-
h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione
-
-
46.704
45.955
i) tenuta e gestione dei conti correnti
j) altri servizi
Totale
7.375
6.612
278.635
241.629
NOTE ILLUSTRATIVE
163
2.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Totale
30/06/2015
Tipologia servizi/Valori
Totale
30/06/2014
a) garanzie rilasciate
-
b) derivati su crediti
-
-
17.672
10.578
1. negoziazione di strumenti finanziari
-
-
2. negoziazione di valute
-
-
3. gestioni di portafogli
-
-
3.1. individuali
-
-
3.2. collettive
-
-
4. custodia e amministrazione di titoli
-
-
5. banca depositaria
-
-
6. collocamento di titoli
-
-
7. attività di ricezione e trasmissione di ordini
-
-
8. attività di consulenza
-
-
8.1 in materia di investimenti
-
-
8.2 in materia di struttura finanziaria
-
-
17.672
10.578
c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza:
9. distribuzione di servizi di terzi
9.1 gestioni di portafogli
-
-
-
9.1.1. individuali
-
-
9.1.2. collettive
-
-
17.672
10.578
9.2 prodotti assicurativi
-
-
d) servizi di incasso e pagamento
9.3 altri prodotti
-
-
e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione
-
-
f) servizi per operazioni di factoring
-
-
g) esercizio di esattorie e ricevitorie
-
-
h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione
-
-
-
-
i) tenuta e gestione dei conti correnti
j) altri servizi
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
164
-
-
17.672
10.578
2.2 Commissioni passive: composizione
2.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Totale
30/06/2015
Servizi/Valori
a) garanzie ricevute
Totale
30/06/2014
(137)
b) derivati su crediti
c) servizi di gestione e intermediazione
-
(57.150)
(42.770)
(336)
(357)
1. negoziazione di strumenti finanziari
2. negoziazione di valute
3. gestioni di portafogli:
-
-
(6.079)
(5.759)
3.1 proprie
3.2 delegate da terzi
4. custodia e amministrazione di titoli
(3.008)
-
(733)
(608)
(5.346)
(5.151)
(2.619)
(1.778)
5. collocamento di strumenti finanziari
(137)
(218)
(47.979)
(34.658)
d) servizi di incasso e pagamento
(5.319)
(5.122)
e) altri servizi
(3.772)
(3.232)
(66.378)
(54.132)
6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi
Totale
2.2.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Totale
30/06/2015
Servizi/Valori
Totale
30/06/2014
a) garanzie ricevute
-
b) derivati su crediti
-
-
(6.177)
(4.151)
1. negoziazione di strumenti finanziari
-
-
2. negoziazione di valute
-
-
3. gestioni di portafogli:
-
-
3.1 proprie
-
-
3.2 delegate da terzi
-
-
c) servizi di gestione e intermediazione
4. custodia e amministrazione di titoli
5. collocamento di strumenti finanziari
6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi
-
-
-
(6.177)
(4.151)
-
-
d) servizi di incasso e pagamento
-
-
e) altri servizi
-
-
(6.177)
(4.151)
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
165
Sezione 3 – Dividendi e proventi simili - Voci 70
3.1 Dividendi e proventi simili: composizione
3.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Totale
30/06/2015
Totale
30/06/2014
Voci/Proventi
Proventi da quote di
O.I.C.R
Dividendi
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
Proventi da quote di
O.I.C.R
Dividendi
61
-
5
-
B. Attività finanziarie disponibili per la vendita
-
-
1.303
-
C. Attività finanziarie valutate al fair value
-
-
-
D. Partecipazioni
Totale
X
61
-
-
X
1.308
-
3.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Totale
30/06/2015
Totale
30/06/2014
Voci/Proventi
Proventi da quote di
O.I.C.R
Dividendi
Proventi da quote di
O.I.C.R
Dividendi
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
-
-
-
B. Attività finanziarie disponibili per la vendita
-
-
-
-
C. Attività finanziarie valutate al fair value
-
435
-
429
D. Partecipazioni
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
166
-
X
435
-
-
X
429
Sezione 4 – Il risultato netto dell’attività di negoziazione – Voce 80
4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione
Operazioni/Componenti reddituali
Utili da
Perdite da
Minusvalenze (C)
negoziazione (B)
negoziazione (D)
Plusvalenze (A)
1. Attività finanziarie di negoziazione
Risultato netto [(A+B) - (C+D)]
30/06/2015
30/06/2014
630
5.776
(2.859)
(773)
2.774
5.669
594
4.573
(863)
(214)
4.090
5.573
36
1.202
(254)
(557)
427
(414)
1.3 Quote di O.I.C.R.
-
1
(1.742)
(2)
(1.743)
510
1.4 Finanziamenti
-
-
-
-
-
-
1.5 Altre
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
2.1 Titoli di debito
-
-
-
-
-
-
2.2 Debiti
-
-
-
-
-
-
2.3 Altre
-
-
-
-
-
-
5.057
3.238
1.1 Titoli di debito
1.2 Titoli di capitale
2. Passività finanziarie di negoziazione
3. Altre attività e passività finanziarie: differenze di cambio
X
4. Strumenti derivati
4.1 Derivati finanziari:
- Su titoli di debito e tassi di interesse
- Su titoli di capitale e indici azionari
- Su valute e oro
- Altri
4.2 Derivati su crediti
Totale
X
X
X
17.367
41.497
(1.045)
(56.669)
(3)
(5.915)
17.367
41.497
(1.045)
(56.669)
(3)
(5.915)
17.140
31.749
(1.040)
(47.010)
839
(5.681)
227
9.748
(5)
(9.659)
311
10
X
X
X
X
(1.153)
(244)
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
17.997
47.273
(3.904)
(57.442)
7.828
2.992
Nella presente tabella i risultati della negoziazione delle attività finanziarie per cassa
in valuta sono indicati separatamente da quelli relativi all’attività in cambi.
NOTE ILLUSTRATIVE
167
Sezione 5 - Il risultato netto dell'attività di copertura - Voce 90
5.1 Risultato netto dell'attività di copertura: composizione
Componenti reddituali/Valori
Totale
30/06/2015
Totale
30/06/2014
A. Proventi relativi a:
A.1 Derivati di copertura del fair value
62.608
78.384
-
48.060
42.568
9.868
A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari
-
93
A.5 Attività e passività in valuta
-
-
105.176
136.405
A.2 Attività finanziarie coperte (fair value)
A.3 Passività finanziarie coperte (fair value)
Totale proventi dell'attività di copertura (A)
B. Oneri relativi a:
B.1 Derivati di copertura del fair value
(54.903)
(9.961)
B.2 Attività finanziarie coperte (fair value)
(47.880)
(80.674)
-
(47.606)
(15)
-
B.3 Passività finanziarie coperte (fair value)
B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari
B.5 Attività e passività in valuta
Totale oneri dell'attività di copertura (B)
C. Risultato netto dell'attività di copertura (A-B)
-
-
(102.798)
(138.241)
2.378
(1.836)
La metodologia contabile del macro fair value hedge è stata applicata per la copertura
del rischio di tasso associato all’erogazione di mutui a tasso fisso e a tasso variabile
con opzione “Cap”, per la copertura rischio di tasso della raccolta a vista di clientela, e
la metodologia contabile del micro fair value hedge per la copertura del rischio di tasso
per alcuni titoli a tasso fisso detenuti nei portafogli “AFS” e “Crediti” e per la copertura
del rischio di tasso per alcune obbligazioni emesse a tasso fisso classificate nella voce
“titoli in circolazione”.
NOTE ILLUSTRATIVE
168
Sezione 6 - Utili (Perdite) da cessione/riacquisto - Voce 100
6.1 Utile (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione
6.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Totale
30/06/2015
Totale
30/06/2014
Voci/Componenti reddituali
Utili
Perdite
Risultato netto
Utili
Perdite
Risultato netto
Attività finanziarie
1. Crediti verso banche
-
-
-
-
-
2. Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
117.026
(1.816)
115.210
44.307
(580)
43.727
111.448
(1.816)
109.632
44.300
(576)
43.724
5.577
-
5.577
-
(3)
(3)
3.3 Quote di O.I.C.R.
1
-
1
7
(1)
6
3.4 Finanziamenti
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
117.026
(1.816)
115.210
44.307
(580)
43.727
1. Debiti verso banche
-
-
-
-
-
-
2. Debiti verso clientela
-
-
-
-
-
-
685
(7.655)
(6.970)
514
(1.878)
(1.364)
685
(7.655)
(6.970)
514
(1.878)
(1.364)
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita
3.1 Titoli di debito
3.2 Titoli di capitale
4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
Totale attività
-
Passività finanziarie
3. Titoli in circolazione
Totale passività
Nel corso del semestre in rassegna si è infatti proceduto, in relazione ai ristretti
margini di ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli
di proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli
governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza. Tale operazione ha
comportato l’appostazione di componenti economiche che hanno inciso positivamente
per circa 100 milioni di euro.
Si è provveduto, inoltre, alla cessione delle azioni detenute in SIA, registrando una
plusvalenza di circa di 5,6 milioni di euro.
Sono stati rilevati effetti negativi nel riacquisto di proprie obbligazioni subordinate,
non più computabili nei fondi propri, finalizzato principalmente al miglioramento del
costo di tale forma di finanziamento.
NOTE ILLUSTRATIVE
169
6.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Totale
30/06/2015
Totale
30/06/2014
Voci/Componenti reddituali
Utili
Perdite
Risultato netto
Utili
Perdite
Risultato netto
Attività finanziarie
1. Crediti verso banche
-
-
-
-
-
2. Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
71.745
(18.195)
53.550
48.358
(5.689)
42.669
39.216
(12.679)
26.537
23.167
(1.104)
22.063
-
-
-
-
-
-
32.529
(5.516)
27.013
25.191
(4.585)
20.606
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
71.745
(18.195)
53.550
48.358
(5.689)
42.669
1. Debiti verso banche
-
-
-
-
-
-
2. Debiti verso clientela
-
-
-
-
-
-
3. Titoli in circolazione
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita
3.1 Titoli di debito
3.2 Titoli di capitale
3.3 Quote di O.I.C.R.
3.4 Finanziamenti
4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
Totale attività
-
Passività finanziarie
Totale passività
NOTE ILLUSTRATIVE
170
Sezione 7 – Il Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair
value – Voce 110
7.1 Variazione netta di valore delle attività/passività finanziarie valutate al fair value:
composizione
7.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Risultato netto
[(A+B) − (C+D)]
Operazioni/Componenti reddituali
Plusvalenze
(A)
Utili da realizzo
(B)
Minusvalenze
(C)
Perdite da realizzo
(D)
30/06/2015
30/06/2014
1. Attività finanziarie
17
-
-
-
17
1.1 Titoli di debito
17
-
-
-
17
1.2 Titoli di capitale
-
-
-
-
-
1.3 Quote di O.I.C.R.
-
-
-
-
-
1.4 Finanziamenti
-
-
-
-
-
-
-
(6)
(12)
(18)
2.1 Titoli di debito
-
-
(6)
(12)
(18)
2.2 Debiti verso banche
-
-
-
-
-
2.3 Debiti verso clientela
-
-
-
-
-
x
x
x
x
-
98
-
(17)
-
81
115
-
(23)
(12)
80
2. Passività finanziarie
3. Attività e passività finanziarie: differenze di
cambio
4.Derivati creditizi e finanziari
Totale
48
48
(193)
(193)
(174)
(319)
NOTE ILLUSTRATIVE
171
7.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione
Risultato netto
[(A+B) − (C+D)]
Operazioni/Componenti reddituali
Plusvalenze
(A)
1. Attività finanziarie
Utili da realizzo
(B)
Minusvalenze
(C)
Perdite da realizzo
(D)
30/06/2015
30/06/2014
34.805
26.751
(10.599)
(1.002)
49.955
30
6
(1.711)
(39)
(1.714)
-
-
-
-
-
34.775
26.745
(8.888)
(963)
51.669
-
-
-
-
-
-
-
(38.259)
-
(38.259)
2.1 Titoli di debito
-
-
-
-
-
2.2 Debiti verso banche
-
-
-
-
-
2.3 Debiti verso clientela
-
-
(38.259)
-
(38.259)
3. Attività e passività finanziarie: differenze di
cambio
x
x
x
x
372
4.Derivati creditizi e finanziari
-
-
-
1
1
34.805
26.751
(48.858)
(1.001)
12.069
1.1 Titoli di debito
1.2 Titoli di capitale
1.3 Quote di O.I.C.R.
1.4 Finanziamenti
2. Passività finanziarie
Totale
La voce comprende la valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value, la
valutazione dei titoli di nostra emissione valutati al fair value (passività finanziarie
valutate al fair value) e la valutazione dei derivati ad essi collegati.
NOTE ILLUSTRATIVE
172
36.839
2.778
34.061
(28.476)
(28.476)
2
8.365
Sezione 8 - Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130
8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento crediti: composizione
Rettifiche di valore
(1)
Riprese di valore
(2)
Totale
Operazioni/Componenti reddituali
Specifiche
Specifiche
Di portafoglio
Di portafoglio
Cancellazioni
Altre
30/06/2015
A
B
A
30/06/2014
B
A. Crediti verso banche
- Finanziamenti
-
-
-
-
-
-
-
-
-
- Titoli di debito
-
-
-
-
-
-
-
-
-
- Finanziamenti
-
-
x
-
-
x
x
-
-
- Titoli di debito
-
-
x
-
-
x
x
-
-
- Finanziamenti
(949)
(76.305)
(10.140)
9.971
13.007
-
396
(64.020)
(32.883)
- Titoli di debito
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(949)
(76.305)
(10.140)
9.971
13.007
-
396
(64.020)
(32.883)
B. Crediti verso clientela
Crediti deriorati acquistati
Altri crediti
C. Totale
A= da interessi
B= da altre riprese
Gli effetti della prolungata fase recessiva si sono manifestati anche nel semestre in
corso, determinando nuovi afflussi di credito problematico; il costo del credito è
risultato in aumento. Le maggiori rettifiche, ascrivibili al necessario rigore valutativo
delle policy creditizie, sono state principalmente destinate al potenziamento delle
coperture sia dei crediti in bonis, sia dei crediti problematici.
NOTE ILLUSTRATIVE
173
8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la
vendita: composizione
Rettifiche di valore
(1)
Riprese di valore
(2)
Specifiche
Specifiche
Totale
30/06/2015
Operazioni/Componenti reddituali
Altre
Cancellazioni
A
Totale
30/06/2014
B
A. Titoli di debito
-
-
-
-
-
-
B. Titoli di capitale
-
(61)
-
-
(61)
-
C. Quote OICR
-
-
X
-
-
D. Finanziamenti a banche
-
-
X
-
-
-
E. Finanziamenti a clientela
-
-
-
-
-
-
F. Totale
-
(61)
-
-
(61)
-
X
A= da interessi
B= da altre riprese
Le rettifiche si riferiscono all’interessenza azionaria detenuta in Reggio Emilia Fiere.
8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione
Rettifiche di valore
(1)
Operazioni/Componenti
reddituali
Riprese di valore
(2)
Specifiche
Specifiche
Totale
Di portafoglio
30/06/2015
Di portafoglio
Cancellazioni
Altre
A
B
A
30/06/2014
B
A. Garanzie rilasciate
-
(504)
-
-
58
-
-
(446)
1.606
B. Derivati su crediti
-
-
-
-
-
-
-
-
-
C. Impegni ad erogare fondi
-
-
-
-
-
-
-
-
-
D. Altre operazioni
-
-
-
-
380
-
-
380
148
E. Totale
-
(504)
-
-
438
-
-
(66)
1.754
NOTE ILLUSTRATIVE
174
Sezione 9 – Premi netti - Voce 150
9.1 Premi netti: composizione
Premi derivanti dall’attività assicurativa
Lavoro diretto
Totale
30/06/2015
Lavoro indiretto
Totale
30/06/2014
A. Ramo vita
A.1 Premi lordi contabilizzati (+)
A.2 Premi ceduti in riassicurazione (-)
A.3 Totale
348.282
(910)
X
347.372
348.282
525.675
(910)
(468)
-
347.372
525.207
-
-
-
-
-
B. Ramo danni
B.1 Premi lordi contabilizzati (+)
-
B.2 Premi ceduti in riassicurazione (-)
-
B.3 Variazione dell'importo lordo della riserva premi (+/-)
-
-
-
-
B.4 Variazione della riserva premi a carico dei riassicuratori (+/-)
-
-
-
-
B.5 Totale
-
-
-
-
347.372
-
347.372
525.207
C. Totale premi netti
X
NOTE ILLUSTRATIVE
175
Sezione 10 – Saldo altri proventi e oneri della gestione assicurativa - Voce 160
10.1 Saldo altri proventi e oneri della gestione assicurativa: composizione
Totale
30/06/2015
Totale
30/06/2014
1. Variazione netta delle riserve tecniche
(283.556)
(466.838)
2. Sinistri di competenza pagati nell'esercizio
(113.473)
(106.656)
3. Altri proventi e oneri (netti) della gestione assicurativa
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
176
(164)
(12)
(397.193)
(573.506)
Sezione 11 – Le spese amministrative - Voce 180
In riferimento all’andamento delle spese generali e degli ammortamenti, anche il
semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia progettuali, sia di
potenziamento reti) finalizzate allo sviluppo commerciale, nonché da intense attività
progettuali di natura normativa.
11.1 Spese per il personale: composizione
Totale
Totale
30/06/2015
Tipologia di spese/Valori
1) Personale dipendente
a) salari e Stipendi
b) Oneri sociali
c) Indennità di fine rapporto
d) Spese previdenziali
e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale
f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili:
30/06/2014
(233.483)
(221.231)
(172.745)
(163.719)
(41.225)
(39.586)
(8.530)
(7.423)
(389)
(344)
(1.564)
(1.425)
-
(180)
- a contribuzione definita
-
(180)
- a benefici definiti
-
-
(2.284)
(2.174)
(2.284)
(2.174)
g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni:
- a contribuzione definita
- a benefici definiti
h) Costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali
i) altri benefici a favore di dipendenti
-
-
(566)
(737)
(6.180)
(5.643)
2) Altro personale in attività
(2.680)
(2.722)
3) Amministratori e sindaci
(1.162)
(1.190)
4) Personale collocato a riposo
Totale
-
(16)
(237.325)
(225.159)
Come da indicazioni della circolare di Banca d’Italia 262 del 22 dicembre 2005 (e
successivi aggiornamenti):
- nella voce “Spese per il personale” figurano anche i compensi agli amministratori e ai
sindaci e le spese relative ai contratti di lavoro atipici;
- il costo del personale dipendente è al netto dei recuperi di spesa per i dipendenti
della banca distaccati presso le società controllate ed è comprensivo dei compensi
pagati alle società controllate relativi a personale distaccato presso la banca;
- la sottovoce “Altro personale in attività” comprende compensi p e r collaborazioni
coordinate.
11.2 Numero medio dei dipendenti per categoria
Totale
Totale
30/06/2015
1) Personale dipendente
30/06/2014
5.838
a) dirigenti
5.726
159
155
b) quadri direttivi
2.772
2.695
c) restante personale dipendente
2.907
2.876
2) Altro personale
Totale
94
91
5.932
5.817
NOTE ILLUSTRATIVE
177
11.5 Altre spese amministrative: composizione
Tipologia servizi/Valori
Totale
30/06/2015
Imposte e tasse
Imposta di bollo
Totale
30/06/2014
(47.479)
(43.024)
(41.020)
(37.563)
Imposta Comunale su immobili
(1.437)
(1.373)
Altro
(5.022)
(4.088)
(108.180)
(102.391)
(1.209)
(1.230)
Altre spese
Assicurazioni
ATM
(663)
(697)
Economato, cancelleria, stampati
(4.414)
(4.360)
Formazione
(1.416)
(1.498)
Energia elettrica
(2.907)
(3.457)
(14.231)
(14.540)
Altre spese immobiliari
(5.409)
(5.902)
Info provider
(4.832)
(4.704)
(22.412)
(19.194)
Fitti passivi su immobili
Elaborazioni elettroniche presso terzi
Macchine ufficio
(82)
(84)
Lavorazione bancarie esternalizzate
(1.801)
(1.624)
Marketing
(9.144)
(8.869)
Mobilità
(5.724)
(5.371)
POS
(2.069)
(1.650)
Postali
(3.491)
(3.531)
Consulenza
(4.952)
(3.546)
Spese legali per recupero crediti
(2.753)
(2.807)
Spese legali
(2.238)
(2.879)
(409)
(571)
Reti e servizi interbancari
(1.102)
(1.212)
Telefoniche
(2.661)
(3.304)
(129)
(154)
Trasporto valori e contazione
(1.418)
(1.408)
Vigilanza
(2.423)
(2.354)
Visure e informazioni
(2.564)
(2.693)
Altri compensi a professionisti esterni
Trasporti
Altre spese
Totale
(7.727)
(4.752)
(155.659)
(145.415)
L’incremento della suddetta voce è ascrivibile principalmente al calcolo dell’imposta di
bollo sui dossier titoli, che trova adeguata contropartita nella voce “Altri proventi di
gestione”.
NOTE ILLUSTRATIVE
178
Sezione 12 – Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri - Voce 190
12.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione
30/06/2015
Totale
Accantonamento netto al fondo rischi per cause passive e revocatorie
30/06/2014
Totale
(4.605)
Interessi passivi da attualizzazione fondo per cause passive e revocatorie
Riattribuzione a conto economico relative al fondo rischi per cause passive e revocatorie
Accantonamenti ad altri fondi
Interessi passivi da attualizzazione relativi ad altri fondi
Riattribuzione a conto economico relative ad altri fondi
Totale
(3.191)
(22)
(32)
2.907
628
(11.159)
(1.118)
(81)
(1.073)
3.607
882
(9.353)
(3.904)
Nel semestre è stato registrato un accantonamento di 5,1 milioni di euro a fondi
rischi ed oneri a titolo di contributo al Fondo Nazionale per la Risoluzione. Nell’ambito
della direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive – 2014/59/EU), che
definisce, con decorrenza 1° gennaio 2015, le nuove regole di risoluzione delle crisi
bancarie, gli stati membri dovranno infatti costituire, a finanziamento di tali
eventualità e nel periodo 2015-2024 (e fino a concorrenza di un livello di risorse pari
ad almeno l’1% dell’ammontare dei depositi protetti), un Fondo attraverso una
contribuzione ex ante (più una parte eventuale ex post, al verificarsi di determinate
circostanze). La direttiva BRRD è stata recepita nell’ordinamento nazionale i primi
giorni di luglio. L’accantonamento effettuato, che riflette la quota di competenza
relativa all’intero esercizio 2015, risulta dall’interpretazione 21 recentemente
omologata dall’IFRIC secondo la quale la passività relativa al pagamento di un tributo
nasce nel momento in cui si verifica il fatto vincolante; vi è infatti la certezza di dover
corrispondere il pagamento annuale per il 2015 e, inoltre, il Gruppo è stato in grado
di effettuare una stima, al meglio degli elementi attualmente a disposizione, del
contributo annuo anche con l’ausilio di informazioni prodotte dall’associazione di
categoria.
.
NOTE ILLUSTRATIVE
179
Sezione 15 – Gli altri oneri e proventi di gestione – Voce 220
15.1 Altri oneri di gestione: composizione
Totale
30/06/2015
Rimborsi interessi per incassi e pagamenti in stanza di compensazione
Totale
30/06/2014
-
(1)
Ammortamento migliorie su beni di terzi
(1.399)
(1.325)
Sopravvenienze passive
(5.262)
(3.678)
Altri oneri
(6.277)
(4.482)
(12.938)
(9.486)
Totale Altri oneri
15.2 Altri proventi di gestione: composizione
Totale
30/06/2015
Fitti attivi
Recupero di imposte
Recupero interesse per incassi e pagamenti in stanza di compensazione
Recupero costi amministrativi da società del gruppo
Sopravvenienze attive
Altri proventi
Totale Altri proventi
Totale
30/06/2014
1.604
1.630
44.048
39.727
-
6
396
335
2.677
1.604
25.365
26.989
74.090
70.291
La voce “Recuperi di imposta” recepisce il recupero del maggior onere relativo al
calcolo dell’imposta di bollo sui dossier titoli.
Nella voce “Altri proventi” sono compresi anche i recuperi della “Commissione di
istruttoria veloce”, disciplinata dal comma 2 della Legge 23 dicembre 2011.
NOTE ILLUSTRATIVE
180
Sezione 16 – Utili (Perdite) delle partecipazioni – Voce 240
16.1 Utili (perdite) delle partecipazioni composizione
16.1 Di pertinenza del gruppo bancario
Totale
30/06/2015
Componenti reddituali/Settori
Totale
30/06/2014
1) Imprese a controllo congiunto
A. Proventi
1.609
938
1.609
938
2. Utili da cessione
-
-
3. Riprese di valore
-
-
4. Altri proventi
-
-
(318)
(318)
1. Svalutazioni
-
-
2. Rettifiche di valore da deterioramento
-
-
3. Perdite da cessione
-
-
(318)
(318)
1.291
620
1. Rivalutazioni
B. Oneri
4. Altri oneri
Risultato Netto
2) Imprese sottoposte a influenza notevole
A. Proventi
-
6
1. Rivalutazioni
-
6
2. Utili da cessione
-
-
3. Riprese di valore
-
-
4. Altri proventi
-
-
-
-
1. Svalutazioni
-
-
2. Rettifiche di valore da deterioramento
-
-
3. Perdite da cessione
-
-
4. Altri oneri
-
-
Risultato Netto
-
6
Totale
1.291
626
B. Oneri
La voce “Proventi” recepisce gli utili di Credemassicurazioni consolidata al patrimonio
netto mentre la voce ”Oneri” recepisce le rettifiche di valore all’ammortamento del VIF
di Credemassicurazioni.
NOTE ILLUSTRATIVE
181
PARTE D
REDDITIVITA’ CONSOLIDATA COMPLESSIVA
PROSPETTO ANALITICO DELLA REDDITIVITA' CONSOLIDATA COMPLESSIVA
30/06/2015
Voci
10.
Utile (Perdita) d'esercizio
Importo netto
Imposta sul
reddito
Importo lordo
X
X
119.356
-
Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico
20.
Attività materiali
-
-
30.
Attività immateriali
-
-
-
40.
Piani a benefici definiti
5.339
(1.468)
3.871
50.
Attività non correnti in via di dismissione
-
-
-
60.
Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto
-
-
-
Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico
70.
80.
90.
Copertura di investimenti esteri:
-
-
-
a) variazioni di fair value
-
-
-
b) rigiro a conto economico
-
-
-
c) altre variazioni
-
-
-
-
-
-
a) variazioni di fair value
-
-
-
b) rigiro a conto economico
-
-
-
c) altre variazioni
-
-
-
14.968
(4.950)
10.018
14.848
(4.910)
9.938
120
(40)
80
-
-
-
(124.454)
39.701
(84.753)
Differenze di cambio:
Copertura dei flussi finanziari:
a) variazioni di fair value
b) rigiro a conto economico
c) altre variazioni
100. Attività finanziarie disponibili per la vendita:
a) variazioni di fair value
b) rigiro a conto economico
- rettifiche da deterioramento
4.388
(8.883)
35.313
(75.870)
-
-
-
(111.183)
35.313
(75.870)
-
-
-
-
-
-
a) variazioni di fair value
-
-
-
b) rigiro a conto economico
-
-
-
c) altre variazioni
-
-
-
-
-
-
(55)
18
(37)
- utili/perdite da realizzo
c) altre variazioni
110. Attività non correnti in via di dismissione:
120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto:
a) variazioni di fair value
b) rigiro a conto economico
-
-
-
- rettifiche da deterioramento
-
-
-
- utili/perdite da realizzo
-
-
-
-
-
-
(104.202)
33.301
(70.901)
c) altre variazioni
130. Totale altre componenti reddituali
140. Redditività complessiva (Voce 10+130)
150. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi
160. Redditività consolidata complessiva di pertinenza della capogruppo
NOTE ILLUSTRATIVE
182
(13.271)
(111.183)
48.455
48.455
PARTE E
INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE
POLITICHE DI COPERTURA
Sintesi dell’organizzazione del governo dei rischi della banca, dei relativi processi e delle
funzioni chiave.
Il Gruppo Credem valuta da sempre come elemento fondante la ricerca di una elevata
qualità nel governo dei rischi, ritenuta fattore imprescindibile ed obiettivo strategico al
fine di:
•
garantire la salvaguardia del patrimonio aziendale, assicurando la massima
efficacia ed efficienza del processo di creazione del valore;
•
integrare nei processi decisionali ed operativi di gestione delle differenti aree di
business la duplice dimensione rischio rendimento;
•
assicurare la coerenza dei processi operativi con le strategie, le politiche ed i
regolamenti interni.
I principali compiti delle strutture organizzative coinvolte nel processo di controllo e
gestione dei rischi:
•
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo valuta tutte le tipologie di
rischio a livello consolidato e ne approva l’assunzione in maniera articolata su Società
e Business Unit individuate come rilevanti per l’apporto al rischio di Gruppo,
attraverso un articolato processo di Risk Appetite Framework, tenendo in
considerazione il business model, il Piano Strategico e in coerenza con l’ICAAP e il
sistema dei controlli interni. Credem considera la possibilità che, nell’ambito
dell’orizzonte temporale identificato, il rischio possa subire sensibili variazioni in
presenza di andamenti avversi di mercato e/o caratterizzati da elevata volatilità dei
diversi fattori di rischio; per tener conto di questo e assicurare in ogni situazione al
Gruppo margini sufficienti per operare entro la Risk Capacity, vengono definite delle
soglie di tolleranza al Risk Appetite (Risk Tolerance), che rappresentano la variazione
massima che il gruppo Credem intende accettare in scenari di stress.
•
I Consigli di Amministrazione delle singole società recepiscono gli obiettivi
identificati dal Consiglio di amministrazione della Capogruppo riferiti a mission e
profilo di rischio; approvano la struttura dei limiti e delle deleghe operative interne
nell’ambito di quanto fissato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo;
•
Le Direzioni delle singole società realizzano le attività di business di
competenza nel rispetto delle deleghe e dei limiti operativi di rischio assegnati dai
rispettivi Consigli di Amministrazione.
•
Il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo svolge l’attività valutativa e propositiva
necessaria affinché il CA possa definire e approvare il Risk Appetite Framework (con
particolare riferimento alla valutazione degli obiettivi di rischio e delle soglie di
tolleranza). Monitora l’andamento del profilo di rischio assunto nel suo complesso
rispetto agli obiettivi di Risk Appetite e alle soglie di tolleranza relativamente a tutti gli
indicatori previsti nel RAF di Gruppo.
•
La funzione di Risk Management, collocata all’interno del Servizio RISCHI della
Capogruppo, supporta il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nello
sviluppo del Risk Appetite Framework distinguendo tra:

Rischi quantificabili aventi impatto patrimoniale, ad. es. credito, mercato ed
operativi, tasso di interesse, concentrazione, per i quali calcola il capitale
economico in funzione del Business Plan ipotizzato;

Rischi quantificabili ma senza impatto patrimoniale, ad es. liquidità e leverage,
che vengono misurati con metriche e limitazioni specifiche;

Rischi non quantificabili, valutati in maniera qualitativa.
Presidia il processo di gestione dei rischi delle Società e il loro impatto a livello di
Gruppo secondo gli indirizzi forniti dal Consiglio di Amministrazione della
Capogruppo.
NOTE ILLUSTRATIVE
183
In particolare svolge i seguenti compiti:

misura e rendiconta periodicamente i rischi per singola società e a livello di
gruppo;

verifica il rispetto dei limiti assegnati e la loro coerenza con gli obiettivi di rischio
rendimento assegnati;

gestisce e sviluppa i sistemi di misurazione dei rischi tramite l’acquisizione di
dati di mercato necessari al calcolo;

definisce il profilo di rischio dei nuovi prodotti.
La Funzione di Risk Management è articolata in più unità operative, distinte tra loro
in funzione di specifici profili di rischio che ognuna deve monitorare:

Risk Officer, responsabile del coordinamento e della visione d’insieme dei diversi
rischi e della reciproca interazione;

Uff. “Rischi Operativi e di Credito”, per il monitoraggio di rischi di credito ed
operativi;

Uff. “Rischi Finanza e ALM” per il monitoraggio di rischi finanziari del banking
book;

Uff. “Validazione Modelli Interni” per la convalida dei modelli di rischio e di
pricing;

Uff. “Data management” per il data quality sui processi di risk management.
La Funzione di Risk Management è dotata di autorevolezza, tenuto conto del ruolo
rivestito all’interno dell’organizzazione e del mandato ricevuto, e professionalità, intesa
come possesso delle conoscenze tecniche e di adeguata esperienza al ruolo. Alla stessa
sono garantite soluzioni organizzative in grado di preservare l’indipendenza dalle unità
di business incaricate della assunzione e gestione economica dei rischi, in particolare:

La collocazione gerarchica sotto la Direzione Generale;

L’accesso autonomo agli Organi Collegiali;

Un sistema incentivante basato sui Key Performance Indicators riferiti ad
obiettivi del controllo e non dipendenti dai risultati economici della Banca:

La previsione di situazioni di conflitto di interesse nell’assegnazione delle
competenze;

La possibilità di richiedere l’adozione di sistemi informativi affidabili per
identificare, misurare e monitorare adeguatamente tutti i rischi assunti o
assumibili nei diversi segmenti operativi e istituire idonee procedure di reporting
ai diversi livelli direzionali;

L’espressione di pareri, preventivi sulle operazioni rilevanti di competenza delle
funzioni e consultivi per quelle attribuite agli Organi Collegiali;

La possibilità di valutare preventivamente le proposte in tema di linee guida e di
regolamenti relativi alla assunzione dei rischi, ivi compresa l’entrata in nuovi
mercati e la sottoscrizione di nuovi prodotti.
Descrizione della cultura del rischio nel Grupo e delle modalità attraverso cui viene
garantita la diffusione.
La responsabilità sul sistema di controllo interno fa capo al Consiglio di
Amministrazione, in ottemperanza alla specifica normativa di vigilanza emanata per le
banche da Banca d’Italia.
Il Consiglio di Amministrazione di Credito Emiliano ha definito le linee di indirizzo dei
sistemi di controllo interno, assicurandosi che i principali rischi aziendali siano
identificati, gestiti e monitorati in modo adeguato.
Le linee di indirizzo del sistema di controllo interno, costituito dall’insieme di regole,
procedure e strutture organizzative volte a consentire, attraverso l’adeguato processo
di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, la sana e
prudente conduzione dell’impresa, sono definite dal Consiglio di Amministrazione, il
quale ne valuta l’adeguatezza rispetto alle caratteristiche dell’impresa, avvalendosi
NOTE ILLUSTRATIVE
184
dell’assistenza dell’apposito Comitato Consiliare Rischi di Gruppo e delle attività delle
funzioni aziendali di controllo.
Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi di Credito Emiliano si sostanzia
come segue:

controlli di “linea” sul regolare svolgimento delle attività quotidiane, effettuati
dalle stesse funzioni che pongono in essere le attività;

controlli posti in capo alle unità operative/amministrativo contabili, o incorporati
nelle procedure;

controlli sulla gestione dei rischi di credito (compreso quello di tasso di interesse),
di mercato e operativi affidati ad una specifica ed autonoma funzione di Risk
Management che si occupa anche del profilo di rischio di liquidità a presidio del
c.d. rischio strategico;

controlli di secondo livello, volti a presidiare le attività di contrasto e mitigazione
del rischio di non conformità alle norme, compresa la disciplina di contrasto al
riciclaggio ed al finanziamento al terrorismo;

controlli associati al processo di informativa finanziaria;

attività di revisione interna, effettuata dal Servizio Audit.
Il Gruppo Credem svolge con frequenza almeno annuale il processo ICAAP. L’obiettivo
del processo ICAAP consiste nella valutazione autonoma da parte del Gruppo Credem,
a livello consolidato, della propria adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica in
relazione ai rischi assunti e alle strategie aziendali.
In coerenza con il processo ICAAP e gli obiettivi di business, il CA della Capogruppo
valuta tutte le tipologie di rischio a livello consolidato e ne approva l’assunzione in
maniera articolata su Società e Business Unit individuate come rilevanti per l’apporto
al rischio di Gruppo, attraverso un articolato processo di Risk Appetite Framework.
Il RAF considera la possibilità che il profilo di rischio atteso possa subire sensibili
variazioni in presenza di andamenti avversi di mercato e pertanto prevede delle soglie
di tolleranza al Risk Appetite (Risk Tolerance), che rappresentano la variazione
massima che Credem intende accettare in scenari di stress.
Il Consiglio di Amministrazione, avvalendosi del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo,
nel corso dell’esercizio ha valutato il funzionamento del sistema di controllo interno
giudicandolo complessivamente adeguato, efficace ed effettivamente attuato rispetto
alle caratteristiche della Banca e del Gruppo. Tale giudizio tiene conto del piano per
l'implementazione dei punti di miglioramento individuati in esito alle verifiche svolte
dalle Funzioni di Controllo.
In tale contesto, considerata la peculiare natura di Credito Emiliano, non solo di
intermediario bancario, ma anche di società quotata, in assenza della figura
dell’amministratore delegato, la Banca non ha ritenuto di individuare alcun
amministratore esecutivo incaricato di sovrintendere alla funzionalità del sistema di
controllo interno. A questa quindi provvedono:

l’Organo con funzione di supervisione strategica, al quale risponde direttamente
la Funzione di Revisione Interna;

l’Organo con funzione di gestione (nella specie il Consiglio di Amministrazione),
sulla scorta della specifica normativa di vigilanza per le banche.
Nell’attività di verifica del sistema di controllo interno, il Consiglio di Amministrazione
è coadiuvato dall’apposito Comitato Consiliare Rischi Di Gruppo.
Credito Emiliano, in qualità di banca autorizzata e di Capogruppo, ha istituito una
Funzione di Revisione Interna (Servizio Audit) che dipende direttamente dal Consiglio
di Amministrazione di Credito Emiliano e risponde al Comitato Consiliare Rischi Di
Gruppo.
Il Responsabile del Servizio Audit, in qualità di Responsabile della Funzione di
Revisione Interna, è stato nominato dal Consiglio di Amministrazione, su proposta del
Comitato Consiliare Rischi di Gruppo supportato dal Comitato Nomine, e previo
parere favorevole e del Collegio Sindacale.
NOTE ILLUSTRATIVE
185
Il Responsabile del Servizio Rischi, che coordina le azioni delle funzioni di controllo di
secondo livello ovvero la Funzione di Controllo di conformità alle Norme, la Funzione
di Risk Management e la Funzione Antiriciclaggio, i cui responsabili (Compliance
Officer/Responsabile Funzione Antiriciclaggio e Risk Officer) hanno accesso diretto ed
autonomo agli Organi Aziendali della Capogruppo e delle Società del Gruppo, che
hanno optato per l’esternalizzazione su Credembanca delle proprie funzioni aziendali
di controllo.
Il Consiglio, sentito il parere del Comitato Remunerazioni di Gruppo ai sensi delle
disposizioni Banca D’Italia in materia, approva la politica di remunerazione a favore
dei Responsabili di tutte le funzioni di controllo. Le politiche di incentivazione sono
elaborate in modo coerente con i compiti assegnati, avendo cura di evitare situazioni
in conflitto rispetto alle aree aziendali soggette al loro controllo.
Per ulteriori dettagli si rimanda al documento “Relazione annuale all’assemblea degli
azionisti relativa alla politica di remunerazione di gruppo” e in particolare al paragrafo
“Remunerazione dei Responsabili delle funzioni aziendali di controllo”.
Il Gruppo Credem ha previsto specifiche modalità di coordinamento tra i vari soggetti
coinvolti nel sistema di controllo interno e gestione dei rischi.
Segnatamente, il coordinamento viene garantito con le seguenti modalità:

ricezione della reportistica prodotta dalle funzioni di terzo e secondo livello
nonché dai relativi comitati consiliari e interfunzionali, dal Consiglio di
Amministrazione e dal Collegio Sindacale precisandosi che quest’ultimo viene
informato anche in occasione delle partecipazioni alle singole riunioni dei
Comitati e del Consiglio di Amministrazione;

invio della reportistica prodotta dalle funzioni di secondo livello alla Funzione di
Revisione Interna;

analisi delle tematiche di controllo interno e analisi dei relativi rischi nell’ambito
del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo, il quale registra, tra l’altro, la
partecipazione del Responsabile del Servizio Audit, anche in qualità di Segretario
dello stesso (e perciò sempre informato di ogni tematica trattata dal Comitato), la
partecipazione del Responsabile del Servizio Rischi, la partecipazione del
Dirigente Preposto e del Responsabile della Funzione Compliance e
Antiriciclaggio, quest’ultimi per le riunioni di relativo interesse, e da ultimo, la
possibile presenza di ogni eventuale ulteriore invitato di cui si reputi opportuna
la partecipazione per quanto già indicato in precedenza.
Al fine di mantenere una elevata attenzione alle tematiche di controllo dei rischi
connessi all’attività bancaria, il Gruppo Credem ha predisposto da alcuni anni una
intensa attività formativa a tutti i livelli della struttura, compresi gli Organi Collegiali.
Su questo ultimo aspetto nel corso del 2014 si sono svolte 5 sedute di Consiglio
d’Amministrazione dedicate a formazione in termini di rischi e controlli, in
collaborazione con docenti universitari. Alle sedute oltre al Board hanno partecipato i
componenti del Collegio Sindacale e il Top Management.
Le informazioni presenti nella Sezione 1 sono riferite esclusivamente al Gruppo
bancario, ad eccezione dei casi previsti dalla circolare 262 della Banca d’Italia.
Nell’ambito degli interventi di adeguamento al 15° aggiornamento del 2/07/2013 alla
Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006, lo scorso 18 giugno 2015 il Consiglio di
Amministrazione di Credembanca ha approvato un nuovo assetto organizzativo per le
Funzioni aziendali di controllo di secondo livello (c.d. FAC di secondo livello) a
decorrere dal 1/07/2015.
Il Consiglio di Credembanca, sentiti i pareri dei Comitati Consiliari Rischi e Nomine di
Gruppo e del Collegio Sindacale, ha assegnato al proprio Comitato Esecutivo la
responsabilità gerarchica sulle funzioni aziendali di controllo di secondo livello, e
inoltre ha provveduto, alla costituzione dei seguenti due servizi, entrambi con riporto
diretto verso il Comitato Esecutivo:
•
Servizio Compliance e Antiriciclaggio, il cui responsabile è individuato anche
come Compliance Officer, e all’interno del quale confluiscono gli uffici della
Funzione Compliance e della Funzione Antiriciclaggio,
NOTE ILLUSTRATIVE
186
•
Servizio Enterprise Risk Management, il cui responsabile è individuato anche
come Risk Officer all’interno del quale confluiscono le attività delle Funzioni Risk
Management e Validazione e i processi di attribuzione e di sviluppo del modello
interno di Rating/PD Assignment per la Funzione Regolamentare Corporate.
NOTE ILLUSTRATIVE
187
SEZIONE 1 – RISCHI DEL GRUPPO BANCARIO
Informazioni di natura qualitativa
1. Aspetti generali
Il Gruppo Credem considera storicamente l’elevata qualità del credito come un
elemento fondante della propria stabilità patrimoniale ed un fattore strategico nel
processo di creazione del valore. Questo criterio generale trova il proprio riferimento
nella policy creditizia che ne declina i principi fondamentali:
•
la tecnica, come principio generale delle concessioni di credito, assicura un
presupposto oggettivo e coerente con le finalità e le esigenze finanziarie del
cliente, con le sue dimensioni patrimoniali e finanziarie e con le relative capacità
di rimborso storiche e prospettiche;
•
la qualità e l’adeguatezza delle informazioni costituiscono il presupposto
essenziale per la valutazione oggettiva del profilo di rischio che trova nel rating la
sua espressione di sintesi. In questa prospettiva assumono rilevanza la scelta di
connotare Credem come gruppo creditizio radicato nel territorio, l’attenzione ad
assicurare una logica coerenza fra l’ubicazione del cliente, la sua dimensione e la
distanza dal “punto vendita” Credem e il costante aggiornamento del quadro
informativo dei clienti affidati;
•
la selettività nelle concessioni, ponendo particolare attenzione alle imprese
immobiliari e alle società finanziarie, privilegiando gli interventi edili di piccole
dimensioni con finanziamenti direttamente correlati alla vendita delle unità
immobiliari;
•
il frazionamento del rischio di credito perseguito diversificando il portafoglio
clienti con un approccio selettivo e coerente con gli obiettivi di capitale e di
rischio/rendimento;
•
la valutazione consolidata delle controparti a livello di gruppo Credem in modo da
delineare una prospettiva unitaria e non frammentata del profilo di rischio di
ciascuna singola controparte o gruppo controparte;
•
il modello di governance imperniato sull’accentramento nelle strutture centrali
delle autonomie di credito, sulla segregazione delle funzioni deliberanti centrali
dalle funzioni periferiche proponenti, sulla condivisione dei principi e delle
metodologie all’interno di tutto il Gruppo Credem;
•
la cura riservata alla regolarità formale prima dell’erogazione delle concessioni di
credito anche attraverso il supporto di strutture specialistiche presso la
Capogruppo che assicurano i necessari riferimenti tecnici e consulenziali per ogni
tipo di concessione di credito;
•
l’attenta gestione dei rapporti da parte delle unità di linea e i controlli effettuati
dalle funzioni centrali dedicate, che assicurano la corretta applicazione delle linee
di credito, l’aggiornamento costante del quadro informativo della clientela, il
presidio dell’evoluzione dei rapporti, la tempestiva individuazione delle posizioni
problematiche e l’adozione delle azioni necessarie al recupero delle relative
esposizioni.
I principi di policy vengono declinati in linee guida di strategia creditizia a presidio dei
seguenti aspetti:
•
profittabilità e sostenibilità del credito inteso come business line generatrice di
ricavi, costi e perdite;
•
potenzialità e rischiosità per territorio;
•
potenzialità e rischiosità per settore economico;
•
potenzialità e rischiosità per segmento / prodotto;
•
grado di copertura delle operazioni garantite.
Le indicazioni di strategia creditizia definiscono il livello di appetito al rischio di
credito in termini di composizione del portafoglio per rating, mix di segmenti/prodotti
ed altri credit limit in coerenza con il Risk Appetite Framework di Gruppo.
NOTE ILLUSTRATIVE
188
2. Politiche di gestione del rischio di credito
2.1 Aspetti organizzativi
Il Servizio Crediti è attualmente organizzato secondo tre aree:
•
•
•
Credit Strategy and Monitoring, che definisce obiettivi di sviluppo del credito in
termini di quota di mercato e profilo di rischio coerenti con le strategie di gruppo;
all’interno dell’area operano le funzioni Policy Crediti, Industry Analysis,
Financial Institution e Country Risk e il Controllo Crediti, che effettua attività di
controllo e monitoraggio sull’area credito per garantire l’individuazione dei
rapporti caratterizzati da anomalie andamentali
e verificare la corretta
attribuzione dei rating e degli override; le linee guida di Credit Strategy vengono
approvate da uno specifico Comitato Interfunzionale di Gruppo e deliberate dal
Consiglio di Amministrazione;
Credit Management, che attraverso l’attività deliberativa e la consulenza tecnica
alle strutture commerciali garantisce nel tempo un profilo di rischiosità degli
impieghi coerente con gli obiettivi di strategy. All’interno dell’area operano due
uffici competenti rispettivamente dei mercati Corporate e Retail ed una struttura
dedicata ai Grandi Fidi;
Credito Problematico e Non Performing, che si occupa delle attività di gestione e
recupero sul credito anomalo e sulle posizioni a default.
Nella gestione del rischio di credito intervengono inoltre, per le rispettive competenze,
ruoli operanti all’interno del Servizio Rischi:
•
il Risk Officer, che misura il rischio di credito del portafoglio e la coerenza con gli
obiettivi di capital allocation e con il Risk Appetite Framework; Il Risk Officer
risponde direttamente al Comitato Esecutivo, a cui riferisce direttamente sia in
occasione di flussi di reporting codificati, sia in tutte le circostanze in cui
emergano rilevanti situazioni nel processo di governo dei rischi, fatta salva la
facoltà per lo stesso di accedere e comunicare direttamente anche con il Consiglio
di Amministrazione ed il Collegio Sindacale.
•
il Rating Office, che è responsabile dell’attribuzione dei rating interni a tutta la
clientela del gruppo rientrante nella funzione regolamentare corporate.
Tali funzioni vengono svolte dalla capogruppo per tutto il gruppo Credem.
Le disposizioni introdotte dalla circolare Bankit n. 263 del dicembre 2006 ed i
successivi aggiornamenti sono stati sistematicamente accolti dal Gruppo Credem
come un’opportunità per migliorare la gestione del rischio e per incrementare il valore
generato per gli azionisti, grazie alla storica qualità dell’attivo creditizio nonché
all’ampia e consolidata diffusione degli strumenti di rating utilizzati nell’attività di
valutazione, erogazione, monitoraggio e prezzatura del credito.
Al riguardo, si ricorda che già nel mese di giugno 2008 venne ottenuta l’autorizzazione
dall’ Organo di Vigilanza all’utilizzo del sistema IRB di base per la quantificazione del
requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito per il portafoglio Corporate per
Credem e Cedemleasing. Sono in corso le attività di validazione da parte dell’Organo di
Vigilanza a seguito dell’invio della Domanda di autorizzazione all’utilizzo del modello
IRB Avanzato per i portafogli retail e corporate inoltrata recentemente dal Gruppo.
2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo
L’attività di valutazione ed erogazione del credito è differenziata a seconda della
tipologia di clientela. Più precisamente, per il segmento corporate è in uso un sistema
“esperto” che guida la formulazione della proposta di affidamento ed è alla base del
sistema di rating. Tale metodologia si basa su logiche di analisi delle componenti
economico-patrimoniali di bilancio integrate dalla valutazione dei flussi di cassa, dati
di centrale rischi, nonché da valutazioni qualitative sul posizionamento competitivo,
sui rischi di business e sull’appartenenza al gruppo.
NOTE ILLUSTRATIVE
189
Per il segmento small business, nell’ambito della stessa metodologia generale di
valutazione, sono state applicate delle differenziazioni per dare maggior peso alle
informazioni di tipo andamentale e di centrale dei rischi, che evidenziano un
contributo importante alla capacità predittiva del default.
Per il segmento delle microattività e dei privati consumatori è stato sviluppato un
sistema di rating specificamente calibrato su questa tipologia di clientela a supporto
dei processi di approvazione delle operazioni.
Inoltre, per tutta la clientela sono attivi:
• un modello interno di Loss Given Default (LGD) che valuta la potenziale perdita
dato il default della controparte tenendo in considerazione la tipologia di
controparte, l’ammontare dell’esposizione, la tipologia di forma tecnica e le
eventuali garanzie a sostegno della posizione;
• un modello interno di Exposure At Default (EAD) che valuta la potenziale
evoluzione dell’esposizione delle controparti all’approssimarsi del default.
Tutti i sistemi sono direttamente integrati nella proposta di affidamento. Nel corso del
2013 venne completata la nuova Pratica Elettronica di Fido e rilasciata a tutti i gestori
imprese. La piattaforma ha portato notevoli miglioramenti in termini di data quality ed
efficienza nei processi di istruttoria e delibera di affidamenti e rating.
Si ricorda che nel corso del 2012 venne revisionata la regolamentazione interna sul
credito apportando una forte razionalizzazione al repertorio delle linee di credito e
garanzie ed introducendo un nuovo parametro, l’Accordato Ponderato, per la
definizione delle autonomie di delibera.
La funzione di definizione e di controllo dei limiti di affidamento si avvale del supporto
di uno specifico Comitato Crediti di Gruppo che fissa le “soglie di massima
esposizione”, cioè l’ammontare massimo complessivamente concedibile da società del
Gruppo Credem a gruppi di clientela. Il Comitato è responsabile inoltre di
rendicontare le posizioni che, a seguito di specifiche decisioni, superano le soglie
definite. Il superamento delle “soglie di massima esposizione” si configura come
“Operazione di Maggior Rilievo” ai sensi del 15° aggiornamento della Circolare n. 263
del 5 luglio 2013.
A livello di portafoglio, le analisi periodiche e il monitoraggio sono svolte dalla funzione
Risk Management che ha come mission quella di supportare la Capogruppo nella
definizione dei principi del funzionamento del modello di Risk Management di Gruppo
e della struttura dei limiti e delle deleghe operative in coerenza con il Risk Appetite
Framework.
Tale funzione svolge anche i compiti di coordinamento del progetto Basilea 2 e di
segreteria tecnica del Comitato Risk Management oltre che di supporto al Comitato
Interfunzionale “Risk Management”.
Il Comitato Interfunzionale “Risk Management” (di seguito, per brevità, “Comitato”) è
istituito al fine di informare il Consiglio di Amministrazione (di seguito CA) del presidio
del rischio complessivamente assunto dalle singole società e del suo monitoraggio
nell’ambito delle strategie e metodologie definite dalla Capogruppo nel Risk Appetite
Framework.
In particolare, la funzione di Risk management consente al Consiglio di
Amministrazione, con il supporto del Comitato, di poter svolgere un’adeguata attività
valutativa volta a deliberare:
• il Risk Appetite Framework (con particolare riferimento alla valutazione degli
obiettivi di rischio e delle soglie di tolleranza) assicurando che l'attuazione sia
coerente con gli obiettivi di rischio e le soglie di tolleranza approvate;
• l’andamento trimestrale del profilo di rischio assunto nel suo complesso rispetto
agli obiettivi di Risk Appetite e alle soglie di tolleranza relativamente a tutti gli
indicatori previsti nel RAF di Gruppo.
Relativamente ai modelli interni:
• la conformità dei modelli interni ai dettami previsti dalla regolamentazione
prudenziale previo parere del Collegio Sindacale;
• i parametri di rischio relativi ai modelli interni utilizzati previo parere preventivo
della funzione di convalida;
NOTE ILLUSTRATIVE
190
•
i criteri per individuare le Operazioni di Maggior Rilievo (OMR) e approvare la
rendicontazione annuale relativa.
Nello specifico, con riferimento al Rischio di credito per le attività richieste dalla
disciplina prudenziale (riferimenti normativi: Circolare 263 e 285 di Banca d’Italia e
CRR), la Funzione Risk Management per il tramite dell’ufficio Rischi Operativi e di
Credito:
• svolge tutte le attività previste, in carico a tale ufficio, dal Regolamento di “Gestione
del sistema interno di rating”;
• svolge attività gestionali inerenti la quantificazione del rischio di credito a supporto
di altre funzioni, anche con riferimento alle operazioni con soggetti collegati e la
verifica dell’adeguatezza delle valutazioni effettuate sui crediti deteriorati.
Inoltre l’ufficio Validazione Modelli Interni:
• effettua la convalida dei modelli interni come previsto dal Regolamento “Gestione
del Sistema Interno di Rating”;
• effettua verifiche sulle attività di controllo andamentale del credito.
2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito
Le garanzie rivestono particolare rilevanza nelle strategie creditizie della Banca pur
mantenendo un carattere accessorio nel processo di valutazione e concessione del
credito, dove l’elemento fondante è la valutazione della capacità di rimborso del
debitore, in quanto consentono la mitigazione nel complessivo ciclo di vita del credito.
A tal fine è codificata all’interno del “Regolamento per l’assunzione dei rischi di credito
verso la clientela” la ponderazione e la loan to value da applicare alle diverse
operazioni ipotecarie in base alla natura dell’immobile.
In particolare, proprio per la natura di intervento a medio termine, i mutui ipotecari
prevedono percentuali di iscrizione della garanzia diversificate a seconda della
tipologia e della durata del finanziamento.
Nell’ambito della definizione del valore di perizia del cespite da acquisire in garanzia le
regole applicate sono così riassumibili: utilizzo di periti esterni indipendenti dal
processo di erogazione del credito e individuazione del valore cauzionale del cespite su
cui viene calcolato il valore di loan to value.
Vista l’importanza del comparto mutui residenziali nel portafoglio complessivo e in
ottica di adeguamento alle Nuove Disposizioni di Vigilanza è stato messo a punto un
processo di monitoraggio del valore degli immobili oggetto di ipoteca al fine di una
corretta valutazione del grado di copertura dei mutui in corso. La prima fase ha
riguardato le attività sugli immobili residenziali a garanzia di mutui concessi a privati,
mentre la seconda ha riguardato il portafoglio degli immobili non residenziali.
Il processo di adeguamento alla normativa e quindi le attività di sorveglianza degli
immobili, hanno imposto la strutturazione di una base dati necessaria per la
rivalutazione degli stessi.
Per quanto riguarda le garanzie reali su valori mobiliari sono previsti scarti cauzionali
da applicare a seconda della tipologia del prodotto acquisito in garanzia e
dell’eventuale rating dell’emittente.
Relativamente alle garanzie fidejussorie, osserviamo che la loro valorizzazione viene
sempre effettuata sulla base di una valutazione prudenziale del patrimonio
responsabile dei garanti.
2.4 Attività finanziarie deteriorate
La struttura di Crediti Problematici e non Performing supporta da un punto di vista
tecnico la rete nella gestione dei crediti deteriorati, ed in sede di proposta interviene
nella determinazione delle svalutazioni da sottoporre all’organo deliberante.
All’interno di questa struttura, la gestione dell’attività di recupero crediti sulle
posizioni a Sofferenza (Contenzioso) è svolta da un ufficio centrale e da reparti
decentrati con sede in tre regioni.
Le autonomie relative alla valutazione delle perdite ed agli stralci sono quasi
completamente accentrate su organi monocratici; tale peculiarità permette tempi di
risposta alle proposte transattive particolarmente ridotti.
NOTE ILLUSTRATIVE
191
L’attività di determinazione delle svalutazioni, che è analitica per tutti i crediti
deteriorati, è supportata da un sistema di revisione periodica delle varie posizioni che
permette un adeguamento costante che tiene conto delle evoluzioni giudiziali o
stragiudiziali intervenute.
La valutazione delle perdite è improntata a criteri di indubbia prudenza confermata
anche dalle plusvalenze registrate che si assestano intorno al 13% degli incassi totali
escluso rettifiche e riprese da attualizzazione.
Per tutte le esposizioni viene fatta una stima analitica, attribuendo un piano di rientro
ovvero un incasso a scadenza in caso di recupero da procedura esecutiva,
differenziato in relazione alle caratteristiche dei crediti (presenza di garanzie, area
geografica, procedure concorsuali e/o esecutive). Il termine di attualizzazione viene
aggiornato in sede di revisione nell’ipotesi in cui si modifichi il contesto.
Nel 2013 il Consiglio di Amministrazione ha approvato un documento denominato
“linee guida e criteri di svalutazione crediti gruppo Credem”; tale documento ha lo
scopo di indirizzare ed uniformare l’attività degli uffici deputati alla gestione dei crediti
deteriorati nella determinazione delle relative svalutazioni sia civilistiche che attinenti
i tempi di recupero.
Tali linee guida traggono il loro riferimento dalle prassi adottate dalle società,
periodicamente aggiornate in base all’esito dell’attività di gestione e recupero dei
crediti deteriorati, nonché dalle indicazioni emerse dagli esiti delle analisi qualiquantitative svolte dal Servizio Rischi; le linee guida hanno lo scopo di disciplinare
l’attività degli uffici incaricati al fine di assicurare l’applicazione di criteri uniformi e
prudenziali e si fondano essenzialmente su una particolare prudenza nella valutazione
del collateral, laddove esistente, ed al tempo stesso dei tempi stimati per il recupero.
In particolare, relativamente alle inadempienze probabili vengono definite percentuali
di accantonamento crescenti in base alla durata dell’inadempienza, alla presenza o
meno di collateral ed alla data dell’ultimo aggiornamento disponibile del loro valore di
mercato. Elementi di ulteriore differenziazione sono la natura residenziale o
commerciale dell’immobile a garanzia e la sua fungibilità.
.A Giugno 2015, la composizione delle attività deteriorate nette per anzianità di
scaduto era la seguente:
• 19,3% Difficili da pagare non scadute o scadute da meno di 90 giorni,
• 9,4% Scadute > 90 giorni <= 180 giorni,
• 12,6% Scadute > 180 giorni <= 1 anno,
• 58,7% Scadute > 1 anno.
Nel mese di gennaio 2015 la Commissione Europea ha omologato l’Implementing
Technical Standard (ITS) pubblicato dall’EBA nel 2013 in materia di esposizioni
oggetto di concessioni (c.d.”forborne”).
In conformità agli standard dell’EBA, si definiscono forborne le esposizioni nei
confronti delle quali sono state accordate misure di forbearance, ossia misure di
sostegno a debitori che affrontano, o sono prossimi ad affrontare, difficoltà ad
adempiere alle proprie obbligazioni finanziare (c.d. stato di difficoltà finanziaria).
In linea generale, le possibili misure di forbearance accordate al debitore in difficoltà
finanziaria possono ricadere nelle seguenti fattispecie:
• modifica dei termini e delle condizioni contrattuali su un’esposizione che la
controparte non è in grado di ripagare, con nuove condizioni che non sarebbero
state accordate se il cliente non si fosse trovato in difficoltà finanziaria;
• rifinanziamento parziale o totale del debito che non sarebbe stato accordato in
assenza di difficoltà finanziaria della controparte.
Il 20 gennaio 2015 la Banca d’Italia ha pubblicato una serie di aggiornamenti alle
Circolari relative alle Segnalazioni Statistiche, di Vigilanza e alla Matrice dei Conti. Gli
aggiornamenti sono finalizzati ad allineare le definizioni di attività deteriorate alle
nuove definizioni di credito non-performing (Non-performing exposure, NPE) e di credito
oggetto di concessioni (Forbearance), emanate dall’EBA negli Implementing Technical
Standard.
NOTE ILLUSTRATIVE
192
Tra i cambiamenti più significativi della normativa, entrata in vigore dal 1° gennaio
2015, emerge la differente suddivisione delle attività deteriorate. In particolare, da un
lato, non sono più contemplate le categorie di “incagli” ed “esposizioni ristrutturate”,
dall’altro vengono introdotte le nozioni delle “inadempienze probabili” e delle
“esposizioni oggetto di concessioni” (forbearance).
Per quanto riguarda le “esposizioni oggetto di concessioni”, queste non formano una
categoria di crediti non-performing a sé stante, ma rappresentano una qualificazione
del credito, sia in bonis sia deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili ed
esposizioni scadute). Infatti, le esposizioni sottoposte a misure di forbearance, possono
collocarsi tra i crediti deteriorati (“esposizioni oggetto di concessioni deteriorate”)
oppure tra quelli in bonis (“altre esposizioni oggetto di concessione”).
Inoltre, nella nuova categoria delle “inadempienze probabili” non sono più
contemplabili le ipotesi di “incaglio oggettivo” previste dalla precedente normativa.
Nello specifico, il Gruppo ha effettuato la riclassificazione alla data del 1° gennaio
2015 delle esposizioni presenti al 31 dicembre 2014 relative agli “incagli oggettivi” e ai
“ristrutturati”; tali esposizioni sono state rispettivamente riclassificate nella categoria
delle “esposizioni scadute deteriorate” e in quella delle “inadempienze probabili”.
L’informativa al pubblico per la pubblicazione delle informazioni riguardanti
l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi di credito e le caratteristiche generali
dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla gestione dei rischi,
prevista dal regolamento UE 575/2013 (CRR,) pubblicazione della disclosure relativa
al c.d. “Pillar 3”, verrà comunicata al mercato nei termini di legge, sul sito
www.credem.it.
Le informazioni presenti nella Sezione 1 sono riferite esclusivamente al Gruppo
bancario, ad eccezione dei casi previsti dala circolare 262 della Banca d’Italia.
Le tabelle seguenti riguardanti l’informativa sulla “qualità del credito” già recepiscono
i nuovi obblighi di informativa ad oggi conosciuti, per adeguarli alle nuove definizioni
di attività finanziarie deteriorate introdotte ai fini delle segnalazioni di vigilanza nel
mese di gennaio 2015, che dovranno essere considerati per la predisposizione del
bilancio dell’esercizio 2015, a seguito dell’aggiornamento della Circolare 262 della
Banca d’Italia, in corso di approvazione.
NOTE ILLUSTRATIVE
193
Informazioni di natura quantitativa
Qualità del credito
A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale
A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditzie per portafogli di appartenzenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)
Gruppo bancario
Portafogli/qualità
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
Esposizioni
scadute
deteriorate
Inadempienze
probabili
Sofferenze
Altre imprese
-
214
31
34
-
-
3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
-
-
-
4. Crediti verso banche
-
-
-
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita
5. Crediti verso clientela
Totale
Esposizioni
scadute non
deteriorate
Altre attività
-
Deteriorate
Altre attività
120.720
-
-
120.965
6.572.973
-
2.466.594
9.039.601
-
-
-
-
-
-
345.733
-
7.452
353.185
355.554
359.399
82.610
866.969
19.816.658
-
17.334
21.498.524
6. Attività finanziarie valutate al fair value
-
-
-
-
7.726
-
68.189
75.915
7. Attività finanziarie in corso di dismissione
-
-
-
-
-
-
-
-
8. Derivati di copertura
-
-
-
-
161.216
-
-
161.216
NOTE ILLUSTRATIVE
194
Totale
30/06/2015
355.588
359.613
82.641
866.969
27.025.026
-
2.559.569
31.249.406
Totale
31/12/2014
334.426
363.460
100.267
863.705
26.861.083
-
2.672.155
31.195.096
A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)
Attività deteriorate
In bonis
Portafogli / Qualità
Totale (Esposizione netta)
Esposizione lorda
Rettifiche specifiche
Esposizione netta
Esposizione lorda
Rettifiche di portafoglio
Esposizione netta
A. Gruppo bancario
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
251
-
251
X
X
120.720
120.971
34
-
34
6.572.973
-
6.572.973
6.573.007
3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
-
-
-
-
-
-
-
4. Crediti verso banche
-
-
-
345.733
-
345.733
345.733
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita
5. Crediti verso clientela
1.394.693
597.131
797.562
20.762.359
78.731
20.683.628
21.481.190
6. Attività finanziarie valutate al fair value
-
-
-
X
X
7.726
7.726
7. Attività finanziarie in corso di dismissione
-
-
-
-
-
-
-
8. Derivati di copertura
-
-
-
X
X
161.216
161.216
1.394.978
597.131
797.847
27.681.065
78.731
27.891.996
28.689.843
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
-
-
-
-
-
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita
-
-
-
2.466.594
-
2.466.594
2.466.594
3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
-
-
-
-
-
-
-
4. Crediti verso banche
-
-
-
7.452
-
7.452
7.452
5. Crediti verso clientela
-
-
-
-
17.334
17.334
6. Attività finanziarie valutate al fair value
-
-
-
68.189
68.189
7. Attività finanziarie in corso di dismissione
-
-
-
-
-
8. Derivati di copertura
-
-
-
Totale B
-
-
-
2.491.380
Totale
30/06/2015
1.394.978
597.131
797.847
Totale
31/12/2014
1.345.227
547.074
798.153
Totale A
B. Altre imprese incluse nel consolidamento
X
X
17.334
X
X
-
X
X
-
-
-
2.559.569
2.559.569
30.172.445
78.731
30.451.565
31.249.412
30.065.736
69.356
30.396.943
31.195.096
NOTE ILLUSTRATIVE
195
A.1.3 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso
banche: valori lordi e netti
A.1.3 Gruppo bancario – Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori
lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda
Rettifiche di
valore di
portafoglio
Rettifiche di
valore specifiche
Esposizione netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze
6
-
X
6
b) Inadempienze probabili
-
-
X
-
c) Esposizioni scadute deteriorate
-
-
X
d) Esposizioni scadute non deteriorate
3
-
e) Altre attività
1.882.258
TOTALE A
-
X
1.882.267
-
3
-
1.882.258
-
1.882.267
-
471.357
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate
-
b) Altre
471.357
-
X
-
X
TOTALE B
471.357
-
-
471.357
TOTALE A+B
2.353.624
-
-
2.353.624
A.1.6 Gruppo bancario – Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori
lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda
Rettifiche di
valore di
portafoglio
Rettifiche di
valore specifiche
Esposizione netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze
870.505
514.922
x
355.583
b) Inadempienze probabili
428.109
68.711
x
359.398
96.109
13.499
x
876.232
-
9.263
69.468
24.904.594
597.132
78.731
26.569.154
-
879.455
c) Esposizioni scadute deteriorate
d) Esposizioni scadute non deteriorate
e) Altre attività
24.974.062
TOTALE A
27.245.017
X
82.610
866.969
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate
11.282
b) Altre
879.455
854
x
x
10.428
TOTALE B
890.737
854
-
889.883
TOTALE A+B
28.135.754
597.986
78.731
27.459.037
Come da indicazioni della circolare di Banca d’Italia 262 del 22 dicembre
2005, e successivi aggiornamenti, le esposizioni per cassa comprendono tutte le
attività finanziarie per cassa vantate verso la clientela qualunque sia il loro
portafoglio di allocazione contabile (valutato al fair value, disponibile per la
vendita, detenuto sino alla scadenza, crediti), ad eccezione dei titoli di capitale e
delle quote di O.I.C.R.; le esposizioni “fuori bilancio” includono tutte le operazioni
finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati) che
comportano l’assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di
tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.).
Le esposizioni deteriorate fuori bilancio sono rappresentate prevalentemente da
crediti di firma su posizioni a sofferenza, inadempienze probabili ed esposizioni
scadute.
Le esposizioni lorde e le rettifiche di valore specifiche ricomprendono anche gli
interessi di mora ritenuti non recuperabili.
NOTE ILLUSTRATIVE
196
Per quanto riguarda le “esposizioni oggetto di concessioni”, come già anticipato in
precedenza, queste non formano una categoria di crediti non-performing a sé
stante, ma rappresentano una qualificazione del credito, sia in bonis sia
deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute). Infatti, le
esposizioni sottoposte a misure di forbearance, possono collocarsi tra i crediti
deteriorati (“esposizioni oggetto di concessioni deteriorate”), che ammontano a
207,1 milioni di euro, oppure tra quelli in bonis (“altre esposizioni oggetto di
concessione”), che ammontano a 273,8 milioni di euro.
A.1.7 Gruppo bancario – Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle
esposizioni deteriorate lorde
Causali/Categorie
A. Esposizione lorda iniziale
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
B. Variazioni in aumento
B.1 ingressi da esposizioni in bonis
B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate
B.3 altre variazioni in aumento
C. Variazioni in diminuzione
C.1 uscite verso esposizioni in bonis (incluse le scadute non
deteriorate)
C.2 cancellazioni
C.3 incassi
C.4 realizzi per cessioni
Inadempienze
probabili
Sofferenze
Esposizioni
scadute
deteriorate
807.789
424.424
-
-
88.891
-
89.655
144.758
95.566
67.841
5.520
75.852
80.204
38.472
-
3.931
30.434
27.725
26.939
141.073
88.348
-
4.656
33.031
6.189
1.050
20
19.146
40.339
3.968
190
1.146
405
C.4 bis perdite da cessione
-
-
-
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate
-
67.638
51.037
C.6 altre variazioni in diminuzione
D. Esposizione lorda finale
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
458
26.985
102
870.505
428.109
96.109
-
-
-
Nelle voci “altre variazioni in aumento e in diminuzione” della precedente tabella
sono state riclassificate le seguenti esposizioni presenti al 31 dicembre 2014, in
particolare:
• nelle voce “B3 altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna
“esposizioni scadute deteriorate” sono ricomprese per 24.687 mila euro le
esposizioni classificate ad “incagli oggettivi” al 31 dicembre 2014; lo stesso
importo è riportato nella voce “C6 altre variazioni in diminuzione” con
riferimento alla colonna “inadempienze probabili”
• nelle voce “B3 altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna
delle “inadempienze probabili” sono state riclassificate le esposizioni
classificate tra i “ristrutturati” al 31 dicembre 2014 per 23.349 mila euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
197
A.1.8 Gruppo bancario – Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle
rettifiche di valore complessive
Causali/Categorie
A. Rettifiche complessive iniziali
Esposizioni
scadute
deteriorate
Inadempienze
probabili
Sofferenze
473.366
64.270
-
-
-
B. Variazioni in aumento
59.539
35.503
17.393
B1. rettifiche di valore
40.418
28.817
10.118
-
-
-
18.790
3.330
-
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
B.1 bis perdite da cessione
B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni
deteriorate
B.3 altre variazioni in aumento
6.084
331
3.356
7.275
17.983
31.062
9.978
C.1 riprese di valore da valutazione
8.504
1.925
1.120
C.2 riprese di valore da incasso
3.281
3.933
3.565
-
-
-
6.189
1.050
20
-
16.878
5.243
C. Variazioni in diminuzione
C.2 bis utili da cessione
C.3 cancellazioni
C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni
deteriorate
C.5 altre variazioni in diminuzione
D. Rettifiche complessive finali
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
9
7.276
30
514.922
68.711
13.499
-
-
-
Nelle voci “altre variazioni in aumento e in diminuzione” della precedente tabella
sono state riclassificate le seguenti esposizioni presenti al 31 dicembre 2014, in
particolare:
• nelle voce “B3 altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna
“esposizioni scadute deteriorate” sono ricomprese per 7.272 mila euro le
esposizioni classificate ad “incagli oggettivi” al 31 dicembre 2014; lo stesso
importo è riportato nella voce “C5 altre variazioni in diminuzione” con
riferimento alla colonna “inadempienze probabili”
• nelle voce “B3 altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna
delle “inadempienze probabili” sono state riclassificate le esposizioni
classificate tra i “ristrutturati” al 31 dicembre 2014 per 3.354 mila euro.
Gli importi incassati concernenti sofferenze cancellate integralmente dal bilancio
sono stati rilevati nelle sottovoci B.3 “altre variazioni in aumento” per le tabelle
A.1.7 e A.1.8, C.3 “incassi” per la tabella A.1.7 e C.2 “riprese di valore da incasso”
per la tabella A.1.8.
NOTE ILLUSTRATIVE
198
B. Distribuzione e concentrazione delle esposizione creditizia
B.1 Gruppo bancario – Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)
Governi
Esposizioni/Controparti
Altri enti pubblici
Rettifiche
valore
specifiche
Esposizione
netta
Rettifiche
valore di
portafoglio
Rettifiche
valore
specifiche
Esposizione
netta
Società Finanziarie
Rettifiche
valore di
portafoglio
Rettifiche
valore
specifiche
Esposizione
netta
Imprese di assicurazione
Rettifiche
valore di
portafoglio
Rettifiche
valore
specifiche
Esposizione
netta
Imprese non finanziarie
Rettifiche
valore di
portafoglio
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
specifiche
Altri soggetti
Rettifiche
valore di
portafoglio
Rettifiche
valore
specifiche
Esposizione
netta
Rettifiche
valore di
portafoglio
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
-
-
x
657
302
x
1.387
3.341
x
-
-
x
199.645
335.613
x
153.894
175.666
x
A.2 Inadempienze probabili
-
-
x
1.052
154
x
17
21
x
-
-
x
186.305
48.032
x
172.024
20.504
x
54
12
x
5
1
x
72
16
x
-
-
x
33.300
4.900
x
49.179
8.570
x
A.3 Esposizioni scadute deteriorate
A.4 Altre esposizioni
4.766.943
Totale A
-
5
180.584
-
5
182.298
457
8
644.696
-
8
646.172
3.378
376
26.278
-
376
26.278
X
6
10.998.695
-
40.908
9.140.289
6
11.417.945
388.545
40.908
9.515.386
-
37.428
204.740
37.428
4.766.997
12
B.1 Sofferenze
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
3.098
621
-
9
-
-
B.2 Inadempienze probabili
-
-
x
-
-
x
-
-
x
-
-
x
4.921
196
x
190
37
x
-
x
-
x
-
X
-
x
-
x
-
x
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.3 Altre attività deteriorate
-
B.4 Altre esposizioni
213.218
Totale B
-
X
2.467
-
X
(4.323)
-
X
11.617
-
2.095
X
500.841
-
115
X
156.027
-
X
213.218
X
-
2.467
X
-
(4.323)
X
-
11.617
X
-
510.955
817
-
156.341
37
-
Totale (A+B)
30.062.015
4.980.215
12
5
184.765
457
8
641.849
3.378
376
37.895
-
6
11.928.900
389.362
40.908
9.671.727
204.777
37.428
Totale (A+B)
31/12/2014
4.003.889
16
8
204.951
410
18
1.408.442
3.652
364
3.259
-
45
12.004.903
356.956
37.495
9.458.376
186.448
31.425
NOTE ILLUSTRATIVE
199
B.2 Gruppo bancario – Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)
Italia
Esposizioni/Aree geografiche
Esposizione netta
Altri paesi europei
Rettifiche di valore
complessive
America
Rettifiche di valore
complessive
Esposizione netta
Asia
Rettifiche di valore
complessive
Esposizione netta
Resto del mondo
Rettifiche di valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizione netta
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
355.540
514.033
29
874
12
8
2
7
-
A.2 Inadempienze probabili
359.192
68.694
103
1
6
5
98
11
(1)
-
82.557
13.492
48
5
4
1
-
-
1
1
A.3 Esposizioni scadute deteriorate
A.4 Altre esposizioni
-
21.869.122
78.232
3.766.264
138
112.344
25
7.570
219
2.185
117
22.666.411
674.451
3.766.444
1.018
112.366
39
7.670
237
2.185
118
B.1 Sofferenze
3.107
621
-
-
-
-
-
-
-
-
B.2 Inadempienze probabili
5.111
233
-
-
-
-
-
-
-
-
B.3 Altre attività deteriorate
2.210
-
-
-
-
-
-
-
-
-
871.748
-
4.131
-
215
-
29
-
3.333
-
882.176
854
4.131
-
215
-
29
-
3.333
-
Totale A
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.4 Altre esposizioni
Totale B
NOTE ILLUSTRATIVE
200
Totale A+B
30.062.015
23.548.587
675.305
3.770.575
1.018
112.581
39
7.699
237
5.518
118
Totale A+B
31/12/2014
25.769.737
615.589
1.213.896
997
90.143
29
7.813
203
1.500
19
Operazioni di cartolarizzazione e di cessione delle attività
Operazioni di cartolarizzazione
Informazioni di natura qualitativa
Sono presenti nella categoria contabile Available For Sale (AFS), al 30 Giugno
2015, 107,9 milioni di euro di ABS emessi da veicoli terzi, costituiti in particolare
da:
• un’esposizione di 37 milioni di euro di Covered Bond emesso da società
“veicolo” con residenza estera, rifinanziabile in BCE, con rating minimo pari a
BBB+ di emittente spagnolo;
• un’esposizione di 70,9 milioni di euro su cartolarizzazioni emesse da veicoli
terzi collegati a crediti esclusivamente europei (non esistono esposizioni dirette
o indirette ai subprime americani), con preponderanza della componente di
origination italiana (57,2 milioni di euro). Circa il 91,1% sono cartolarizzazioni
di mutui residenziali ed il restante 8,9% è composto da altre tipologie di ABS.
L’incidenza di mutui “non conforming” sul totale ABS (classificazione che
identifica come sottostanti erogazioni a fronte di procedure di affidamento non
coincidenti con quelle “tradizionali” bancarie, ma non per questo
corrispondente al concetto di “subprime”) è circa pari all’1,38% del totale.
•
Paese
ITALIA
Controvalore
% Esposizione
57.173.285
80,6
UK
8.545.420
12,0
PORTOGALLO
1.551.081
2,2
OLANDA
3.653.512
5,2
TOTALE
70.923.298
100,0
Il portafoglio delle cartolarizzazioni è diversificato su 12 emittenti e 17 emissioni con
massima concentrazione pari a 9,4 milioni di euro per singola emissione e 21,5 milioni
di euro per singolo emittente.
NOTE ILLUSTRATIVE
201
Gruppo bancario - operazioni di covered bond
Il Consiglio di Amministrazione di Credito Emiliano, nelle sedute del 26 maggio
2010 e del 25 giugno 2010, ha deliberato di avviare la strutturazione di un
programma di emissione di obbligazioni bancarie garantite per un ammontare
massimo di Euro 5 miliardi di euro.
In data 22 ottobre 2010, il Consiglio di Amministrazione ha approvato la prima
cessione da parte di Credem di un portafoglio di crediti per un valore massimo di
Euro 2,4 miliardi in favore di Credem CB srl, Società Veicolo (Special Purpose
Vehicle, SPV) selezionata per la partecipazione al Programma e partecipata al 70%
da Credem.
Il quadro normativo italiano in materia di emissione di Obbligazioni Bancarie
Garantite (di seguito, anche la “Normativa”) è costituito, in particolare:
• dalla deliberazione del CICR del 2 agosto 1996, in materia di organizzazione
amministrativa e contabile e controlli interni, come modificata e integrata dalla
deliberazione del 23 marzo 2004 dello stesso Comitato;
• dall’art.7-bis della legge n. 130 del 30 aprile 1999, come successivamente
modificato ed integrato (la “Legge 130”);
• dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 310 del 14 dicembre
2006 (il “Decreto MEF”);
• dal Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Presidente del CICR, del
27 dicembre 2006;
• dal Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Presidente del CICR, del
12 aprile 2007, n. 213;
• dalle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia in tema di Obbligazioni Bancarie
Garantite, ai sensi della Parte Terza, Capitolo 3, della Circolare n. 285 del 17
dicembre 2013, contenente le “Disposizioni di vigilanza per le banche”, come di
volta in volta modificate e aggiornate (le “Istruzioni”);
• dalle ulteriori fonti normative, comunitarie e domestiche, espressamente
richiamate nelle Istruzioni al Paragrafo 2, Sezione 1, Capitolo 3, Parte Terza.
L’emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite da parte di Credem si inserisce nel
piano strategico del Gruppo, finalizzato, tra l’altro, all’ottenimento di alcuni
benefici in termini di funding, quali la diversificazione delle fonti di raccolta, la
riduzione del relativo costo, nonché l’allungamento delle scadenze del passivo.
In linea generale, la struttura base di un’emissione di Obbligazioni Bancarie
Garantite – secondo lo schema delineato dalla normativa – prevede che vengano
realizzate le seguenti attività.
Una banca (Credem) trasferisce un insieme di asset aventi determinate
caratteristiche (il “Portafoglio”) ad una Società Veicolo (Credem CB srl). Gli attivi
ceduti alla Società Veicolo costituiscono un patrimonio separato da quello della
Società Veicolo stessa a beneficio dei portatori delle obbligazioni bancarie garantite
e degli altri soggetti in favore dei quali la garanzia è rilasciata. La Banca Cedente
eroga alla Società Veicolo un prestito subordinato finalizzato a finanziare il
pagamento del prezzo di acquisto degli asset da parte della Società Veicolo stessa.
Una banca (Credem) emette titoli obbligazionari. La Società Veicolo rilascia una
garanzia in favore dei portatori dei titoli obbligazionari emessi dall’Emittente.
Come conseguenza di ciò, il rimborso delle Obbligazioni Bancarie Garantite che
saranno emesse nell’ambito dell’operazione è garantito da una garanzia primaria,
non condizionata e irrevocabile rilasciata dalla Società Veicolo ad esclusivo
beneficio degli investitori che sottoscriveranno le Obbligazioni Bancarie Garantite e
delle controparti terze, ivi incluse quelle di hedging, coinvolte nell’operazione. La
garanzia è rilasciata dalla Società Veicolo a valere sul Portafoglio.
Da quanto riportato si evince che l’operazione di covered bond illustrata rientra
nella “fattispecie semplice”, in quanto la figura di banca originator, banca
finanziatrice e banca emittente coincidono con un unico soggetto, rappresentato
appunto da Credem.
NOTE ILLUSTRATIVE
202
Il Portafoglio di cessione
Il portafoglio che di tempo in tempo viene ceduto alla Società Veicolo deve
rispecchiare alcune caratteristiche comuni.
I principali criteri comuni di identificazione e selezione dei mutui, da cui derivano i
crediti che costituiscono il Cover Pool, sono stati individuati previa condivisione
con le agenzie di rating cui è stata richiesta l’assegnazione del rating alle
Obbligazioni Bancarie Garantite che Credem emetterà nel contesto del Programma.
A fine ottobre 2010, settembre 2011, febbraio 2012, aprile 2014 ed ottobre 2014
sono stati selezionati i crediti ipotecari derivanti da contratti di mutuo che, alle
relative date di cut-off soddisfacevano, a scopo illustrativo e non esaustivo, i
seguenti criteri cumulativi:
crediti in relazione ai quali il relativo contratto di mutuo preveda
espressamente che siano stati erogati per l'acquisto, la costruzione o la
ristrutturazione di un bene immobile, o al fine di rifinanziare un mutuo già erogato
da altre banche;
crediti che derivino da contratti di mutuo per cui è stato concordato un
tasso d'interesse fisso, un tasso d'interesse variabile, un tasso d'interesse misto o
un tasso d'interesse opzionale;
crediti che prevedano modalità di pagamento con ordine di addebito diretto
in conto corrente, pagamento mediante avviso (MAV) o mediante altri rapporti
interbancari diretti (RID);
crediti che siano garantiti da ipoteca di 1° grado costituita su beni immobili
siti sul territorio della Repubblica Italiana;
crediti in relazione ai quali, alla relativa Data di Valutazione, non sussista
alcuna rata non pagata oltre il periodo di franchigia dalla relativa ultima data di
pagamento e in relazione ai quali tutte le rate precedentemente dovute sono state
interamente pagate;
con riferimento ai crediti ipotecari residenziali, i crediti ai quali si applichi
una ponderazione del rischio non superiore al 35% e il cui rapporto fra l'importo
capitale residuo del relativo mutuo ipotecario sommato al capitale residuo di ogni
altro precedente mutuo garantito da ipoteca sul medesimo bene immobile non sia
superiore all'80% del valore dell'immobile;
crediti che non derivino da contratti di mutuo che beneficiano di forme di
agevolazione finanziaria;
crediti che non siano classificati come "sofferenze", ai sensi delle "Istruzioni
di Vigilanza per le banche";
crediti che non siano stati erogati (neanche in cointestazione) a dipendenti o
amministratori di Credito Emiliano o delle sue controllate facenti parte del Gruppo
Bancario CREDEM.
In sede di prima cessione, effettuata mediante la sottoscrizione, in data 29 ottobre
2010, di un apposito contratto quadro di cessione dei crediti, Credem ha ceduto a
Credem CB S.r.l. un portafoglio iniziale per un importo in linea capitale
complessivo di circa Euro 2,4 miliardi (il “Portafoglio Iniziale”).
In sede di seconda cessione Credem ha ceduto a Credem CB S.r.l. un secondo
portafoglio per un importo in linea capitale complessivo di circa Euro 1,1 miliardi
(il “Secondo Portafoglio”).
In sede di terza cessione, Credem ha ceduto a Credem CB S.r.l. un terzo
portafoglio per un importo in linea capitale complessivo di circa Euro 1,2 miliardi
(il “Terzo Portafoglio).
Nel corso del mese di settembre 2012, Credem ha riacquistato da Credem CB S.r.l.
un portafoglio di crediti per un importo in linea capitale complessivo di circa Euro
0,4 miliardi.
In sede di quarta cessione a fine aprile 2014, Credem ha ceduto a Credem CB
S.r.l. un quarto portafoglio per un importo in linea capitale complessivo di circa
Euro 0,5 miliardi (il “Quarto Portafoglio”).
In sede di quinta cessione a fine ottobre 2014, Credem ha ceduto a Credem CB
S.r.l. un quinto portafoglio per un importo in linea capitale complessivo di circa
NOTE ILLUSTRATIVE
203
Euro 0,3 miliardi (il “Quinto Portafoglio”, che insieme al Portafoglio iniziale e alle
successive cessioni costituisce il “Cover Pool”).
Il Cover Pool alla data contabile del 30 giugno 2015, consiste di crediti derivanti da
n. 40.540 mutui ipotecari, con un debito residuo complessivo di 2.886,59 milioni
di euro.
%
Debito Residuo
% N°
Regione Mutuatario
Debito
N° Mutui
(Euro)
Mutui
Residuo
Abruzzo
28.169.558,26
0,98%
369
0,91%
Basilicata
5.383.902,98
0,19%
93
0,23%
Calabria
94.751.457,80
3,28%
1.881
4,64%
Campania
290.568.331,73
10,07%
3.840
9,47%
Emilia Romagna
651.761.669,63
22,58%
8.891
21,93%
Friuli Venezia Giulia
22.117.138,18
0,77%
298
0,74%
Lazio
268.022.861,65
9,29%
2.814
6,94%
Liguria
56.865.482,91
1,97%
697
1,72%
Lombardia
420.594.070,60
14,57%
5.518
13,61%
Marche
48.315.647,31
1,67%
564
1,39%
Molise
6.400.622,36
0,22%
108
0,27%
Piemonte
101.348.520,85
3,51%
1.341
3,31%
Puglia
221.161.017,82
7,66%
4.012
9,90%
Sardegna
29.185.656,87
1,01%
281
0,69%
Sicilia
310.386.988,20
10,75%
5.785
14,27%
Toscana
199.359.299,12
6,91%
2.431
6,00%
Trentino Alto Adige
4.542.663,69
0,16%
55
0,14%
Umbria
15.422.164,34
0,53%
263
0,65%
Val D'Aosta
165.864,22
0,01%
4
0,01%
Veneto
112.067.613,53
3,88%
1.295
3,19%
Totale Portafoglio
2.886.590.532,05
100%
40.540
100%
Finanziamento Subordinato
In occasione della cessione del Portafoglio Iniziale, in data 29 ottobre 2010 Credem
e Credem CB hanno sottoscritto un contratto di finanziamento subordinato,
mediante il quale Credem ha concesso a Credem CB un finanziamento
subordinato per il pagamento del corrispettivo di acquisto del Portafoglio Iniziale e
si è obbligata a concedere a Credem CB ulteriori finanziamenti subordinati
ciascuno di importo pari al corrispettivo da corrispondersi da parte di Credem CB
in relazione all’acquisto dei successivi portafogli di crediti che saranno ceduti da
Credem secondo i termini e le condizioni previste dal Contratto Quadro di
Cessione.
Un ulteriore finanziamento subordinato è pertanto stato concesso in sede di ogni
cessione successiva, per un importo pari ai relativi prezzi di cessione.
Asset Swap
Tra la Società Veicolo e Credem sono stati stipulati dei contratti swap, per un
ammontare fino alla copertura del Cover Pool, al fine di garantire alla Società
Veicolo una protezione contro il rischio di tasso e/o di base dovuta alla presenza di
attivi con diversa indicizzazione. Nel mese di giugno 2013, in fase di rinnovo
annuale del programma, è stata rivista la struttura dei meccanismi di copertura
dell’operazione e, previo parare favorevole delle Agenzie di rating, sono stati chiusi
NOTE ILLUSTRATIVE
204
anticipatamente tutti i contratti swap a suo tempo stipulati tra la Società Veicolo e
Credem.
Attualmente non sono presenti contratti asset swap tra la Società Veicolo e
Credem.
Covered Bond Swap (o Liability Swap)
In occasione dell’emissione sul mercato di Covered Bond “”, tra la Società Veicolo e
Credem viene stipulato un contratto swap al fine di mitigare il rischio di tasso tra i
flussi ricevuti dalla Società Veicolo e quanto dovuto dalla stessa agli investitori in
caso di default dell’emittente.
Attualmente sono in essere contratti swap stipulati in fase di emissione per i
seguenti Covered Bond: “09/07/2013-2020 “30/08/2013-2028” “27/02/20142019”, “06/11/2014-2021”.
Conti correnti
Il Programma prevede un’articolata struttura di conti correnti sui quali sono
appoggiati i flussi finanziari dell’operazione. Alla strutturazione dell’operazione,
sono stati attivati una serie di conti intestati alla Società Veicolo ed in particolare,
a scopo non esaustivo: Collection Accounts, Reserve Account, Payments Account,
Eligible Investment Account e Expenses Account. In seguito al downgrade subito
da Credem ad ottobre 2011, tali rapporti di conto corrente intestati a Credem CB
sono stati trasferiti presso BNP Paribas Secuities Services – Milan Branch.
A seguito del downgrade di Credem del luglio 2012 è stato inoltre attivato un
nuovo conto corrente intestato a Credem CB presso Barclays Bank PLC - Milan
Branch nel quale Credem, nel suo ruolo di servicer del programma, ha versato un
ammontare a garanzia definito come “commingling amount”.
In fase di rinnovo del programma, ad ottobre 2014, i conti presso BNP Paribas
Secuities Services – Milan Branch e Barclays Bank PLC - Milan Branch sono stati
traferiti su Credem.
Soggetti coinvolti nel Programma
Con riferimento a tale sezione si riassumono i principali ruoli e controparti
coinvolte nell’operazione:
•
Servicer: ruolo svolto da Credem che, in tale qualità, è stato incaricato da
Credem CB delle attività di incasso e recupero dei crediti inclusi nel Portafoglio
Iniziale e nei portafogli che Credem stessa cederà a Credem CB ai sensi del
Contratto Quadro di Cessione.
•
Investment Manager: ruolo svolto da Credem che, in tale qualità, è stato
incaricato di investire la liquidità disponibile sui conti correnti aperti da Credem
CB e di redigere e inviare alle parti di tale contratto il c.d. Investment Manager
Report, contenente l’indicazione dei risultati dell’attività di investimento svolta in
esecuzione delle istruzioni ricevute.
•
Account Bank: ruolo attualmente svolto da Credem presso cui, in tale
qualità, sono stati aperti i conti correnti intestati a Credem CB e sui cui sarà
depositata la liquidità da utilizzarsi per i pagamenti previsti dalla struttura del
Programma.
•
Principal Paying Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che,
in tale qualità, ha il principale compito di determinare ed effettuare (sia per conto
di Credem che per conto di Credem CB) i pagamenti dovuti, in linea capitale e in
linea interessi, in favore dei portatori delle Obbligazioni Bancarie Garantite.
•
Calculation Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in
tale qualità, ha il principale compito di redigere e inviare alle parti del contratto il
c.d. Payments Report, contenente l’indicazione dei fondi disponibili di titolarità di
Credem CB e dei pagamenti da effettuarsi, secondo l’ordine di priorità dei
pagamenti determinato dalle parti dell’operazione ai sensi dell’Intercreditor
Agreement, a valere su tali fondi disponibili.
•
Asset Monitor: ruolo svolto da Mazars S.p.A. che, in tale qualità, effettua i
calcoli e le verifiche sui Test Obbligatori e sull’Amortisation Test svolti ai sensi del
NOTE ILLUSTRATIVE
205
Cover Pool Administration Agreement, verificando l’accuratezza dei calcoli
effettuati dal Calculation Agent ai sensi del Cover Pool Administration Agreement.
Con incarico separato, è attualmente previsto che l’Asset Monitor, su incarico di
Credem, svolga ulteriori verifiche aventi ad oggetto in particolare la conformità
degli attivi idonei costituenti il Portafoglio ai requisiti previsti dalla Normativa e il
rispetto dei limiti alla cessione e dei requisiti degli emittenti previsti dalle
Istruzioni.
•
Representative of the Bondholders: ruolo svolto da BNP Paribas Securities
Services che, in tale qualità, esercita nei confronti di Credem e di Credem CB i
diritti delle controparti coinvolte nell’operazione nascenti dai Contratti del
Programma.
•
Listing Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale
qualità, ha il principale compito di gestire, per conto di Credem e di Credem CB, i
rapporti e gli adempimenti con la Borsa presso cui saranno quotate le Obbligazioni
Bancarie Garantite.
Si specifica infine che alcuni contratti del Programma prevedono che i soggetti
incaricati dello svolgimento di alcune attività e alcuni ruoli sopra indicati siano
dotati, ai fini di tali incarichi, di determinati livelli di rating. Pertanto, seppure
alcuni ruoli risultino attualmente ricoperti da Credem, è possibile che in futuro gli
stessi possano essere assegnati a soggetti esterni al Gruppo.
I rischi connessi con l’operazione
Il Programma di Emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite comporta i seguenti
rischi finanziari rispetto ai quali sono state adottate varie misure di mitigazione:
rischio dell’Emittente, rischio di tasso, rischio di credito, rischio di liquidità,
rischio di rifinanziamento, rischio di controparte, rischi legali legati all’operazione.
La funzione di revisione interna di Credem (Servizio AUDITING) effettua, almeno
ogni 12 mesi, una completa verifica dei controlli svolti, anche avvalendosi delle
informazioni ricevute e delle valutazioni espresse dall’Asset Monitor. I risultati di
tali verifiche sono portati a conoscenza degli organi aziendali.
Caratteristiche principali del Programma
La struttura finanziaria del Programma prevede che Credem proceda all’emissione
in più serie successive di Obbligazioni Bancarie Garantite con rating atteso pari a
Aa2 e A+ espresso rispettivamente dalle seguenti società di rating: Moody’s
Investors Services Inc. e Fitch Rating Limited.
Tali obbligazioni sono state collocate ad investitori istituzionali con il supporto dei
Dealers di tempo in tempo selezionati. In fase iniziale gli Arrangers del Programma
sono stati Barclays Bank PLC e Société Générale; attualmente il ruolo è unico ed è
svolto da Barclays.
Credem potrà emettere, a valere sul Programma, Obbligazioni Bancarie Garantite
per un importo complessivo di tempo in tempo in essere non superiore ad Euro 5
miliardi. Tale importo massimo potrà essere incrementato in conformità a quanto
previsto dalla documentazione contrattuale del Programma. Nell’ambito del
Programma, Credem potrà emettere un ampio spettro di tipologie di titoli; tuttavia
le tipologie attualmente più diffuse sul mercato sono titoli c.d. soft bullet che
prevedono il pagamento periodico di interessi, il rimborso in un’unica soluzione
alla scadenza e la possibilità per la Società Veicolo, in caso di inadempimento di
Credem, di posticipare la data di scadenza di un periodo aggiuntivo di tempo (di
prassi, un anno).
In data 3 ottobre 2014, ottenuta l’approvazione del Prospetto da parte della
Commission de Surveillance du Secteur Financier, Credem ha provveduto a
rinnovare il Programma di emissione di obbligazioni bancarie garantite.
Nel corso del primo semestre 2015 non sono state effettuate nuove emissioni oltre
a quelle già effettuate nel 2010, 2011, 2012,2013 e 2014.
Al 30 giugno 2015 il controvalore nominale delle emissioni è pari a 2.1 miliardi di
euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
206
Programma Canossa CB
Nel mese di agosto 2012 Credem ha perfezionato la costituzione di un secondo
programma di Covered Bond per un ammontare massimo di 5 miliardi di euro,
assistito da mutui residenziali e commerciali erogati da Credem. Il programma è
stato specificamente strutturato per poter migliorare il rapporto tra quantità degli
attivi presenti nel cover pool a garanzia delle obbligazioni emesse e l’ammontare
dei covered bond emettibili oltre che per accogliere una gamma di attivi più ampia
rispetto al primo programma.
In data 26 luglio 2012, il Consiglio di Amministrazione ha approvato la cessione da
parte di Credem di un portafoglio di crediti per un valore circa pari ad Euro 0,5
miliardi in favore di Canossa CB srl, Società Veicolo (Special Purpose Vehicle, SPV)
selezionata per la partecipazione al Programma e partecipata al 70% da Credem.
In data 25 ottobre 2012, il Consiglio di Amministrazione ha approvato la cessione
da parte di Credem di un secondo portafoglio di crediti per un valore di circa Euro
0,73 miliardi in favore di Canossa CB srl.
A maggio 2013 è stata effettuata una nuova cessione da parte di Credem di un
terzo portafoglio di crediti per un valore di circa Euro 0,57 miliardi in favore di
Canossa CB srl.
Il Portafoglio di cessione
Il portafoglio che di tempo in tempo viene ceduto alla Società Veicolo deve
rispecchiare alcune caratteristiche comuni.
I principali criteri comuni di identificazione e selezione dei mutui, da cui derivano i
crediti che costituiscono il Cover Pool, sono stati individuati previa condivisione
con l’agenzia di rating cui è stata richiesta l’assegnazione del rating alle
Obbligazioni Bancarie Garantite che Credem emetterà nel contesto del Programma.
In occasione delle tre cessioni di attivi effettuate nel corso del 2012 e 2013, sono
stati selezionati i crediti ipotecari derivanti da contratti di mutuo che, alle relative
date di cut-off soddisfacevano, a scopo illustrativo e non esaustivo, i seguenti
criteri cumulativi:
crediti che siano garantiti da ipoteca costituita su beni immobili siti sul
territorio della Repubblica Italiana;
con riferimento ai crediti ipotecari residenziali, i crediti ai quali si applichi
una ponderazione del rischio non superiore al 35% e il cui rapporto fra l'importo
capitale residuo del relativo mutuo ipotecario sommato al capitale residuo di ogni
altro precedente mutuo garantito da ipoteca sul medesimo bene immobile non sia
superiore all'80% del valore dell'immobile;
con riferimento ai crediti ipotecari commerciali, i crediti ai quali si applichi
una ponderazione del rischio non superiore al 50% e il cui rapporto fra l’importo
capitale residuo del relativo mutuo ipotecario sommato al capitale residuo di ogni
altro precedente mutuo garantito da ipoteca sul medesimo bene immobile non sia
superiore al 60% del valore dell’immobile;
crediti che non derivino da contratti di mutuo che beneficiano di forme di
agevolazione finanziaria;
crediti che non siano classificati come "attività finanziarie deteriorate", ai
sensi della sezione “Avvertenze Generali”, paragrafo “Qualità del Credito” della
Circolare di Banca d’Italia n. 272 del 30 luglio 2008 recante la “Matrice dei Conti”,
come successivamente modificata e integrata;
Il Cover Pool alla data contabile del 30giugno 2015, consiste di crediti derivanti da
n. 6.722 mutui ipotecari, con un debito residuo complessivo di 424,35 milioni di
euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
207
Regione Mutuatario
Debito Residuo
(Euro)
%
Debito
Residuo
N°
Mutui
% N°
Mutui
Abruzzo
3.671.268,86
0,87%
60
0,89%
Basilicata
451.159,37
0,11%
13
0,19%
Calabria
19.369.586,25
4,56%
384
5,71%
Campania
35.536.124,06
8,37%
488
7,26%
Emilia Romagna
126.568.088,99
29,83%
2.056
30,59%
Friuli Venezia Giulia
1.765.818,43
0,42%
27
0,40%
Lazio
29.319.577,71
6,91%
381
5,67%
Liguria
6.611.181,13
1,56%
93
1,38%
Lombardia
56.528.692,96
13,32%
876
13,03%
Marche
6.122.743,32
1,44%
67
1,00%
Molise
612.258,26
0,14%
12
0,18%
Piemonte
11.618.799,67
2,74%
182
2,71%
Puglia
34.884.579,57
8,22%
676
10,06%
Sardegna
1.792.808,53
0,42%
15
0,22%
Sicilia
47.220.083,18
11,13%
873
12,99%
Toscana
24.636.304,24
5,81%
303
4,51%
Trentino Alto Adige
1.069.006,38
0,25%
12
0,18%
Umbria
3.397.557,78
0,80%
51
0,76%
Veneto
13.174.339,58
3,10%
153
2,28%
Totale Portafoglio
424.349.978,27
100%
6.722
100%
Finanziamento Subordinato
In data 31 luglio 2012 Credem e Canossa CB hanno sottoscritto un contratto di
finanziamento subordinato, mediante il quale Credem ha concesso a Canossa CB
un finanziamento subordinato per il pagamento del corrispettivo di acquisto del
Portafoglio Iniziale e si è obbligata a concedere a Canossa CB ulteriori
finanziamenti subordinati ciascuno di importo pari al corrispettivo da
corrispondersi da parte di Canossa CB in relazione all’acquisto dei successivi
portafogli di crediti che saranno ceduti da Credem secondo i termini e le condizioni
previste dal Contratto Quadro di Cessione.
Un ulteriore finanziamento subordinato è pertanto stato concesso in sede di
cessione del Secondo e Terzo Portafoglio di mutui, per un importo pari al relativo
prezzo di cessione.
Asset Swap
Non sono stati stipulati contratti swap tra la Società Veicolo e Credem.
Conti correnti
Il Programma prevede un’articolata struttura di conti correnti sui quali sono
appoggiati i flussi finanziari dell’operazione. Alla strutturazione dell’operazione,
sono stati attivati una serie di conti intestati alla Società Veicolo ed in particolare,
a scopo non esaustivo: Collection Accounts, Reserve Account, Payments Account,
Eligible Investment Account e Expenses Account.
Soggetti coinvolti nel Programma
Con riferimento a tale sezione si riassumono i principali ruoli e le controparti che
sono state coinvolte nell’operazione anche nel corso del primo semestre 2015:
NOTE ILLUSTRATIVE
208
•
Servicer: ruolo svolto da Credem che, in tale qualità, è stato incaricato da
Canossa CB delle attività di incasso e recupero dei crediti inclusi nel Portafoglio
Iniziale e nei portafogli che Credem stessa cederà a Canossa CB ai sensi del
Contratto Quadro di Cessione.
•
Investment Manager: ruolo svolto da Credem che, in tale qualità, è stato
incaricato di investire la liquidità disponibile sui conti correnti aperti da Canossa
CB e di redigere e inviare alle parti di tale contratto il c.d. Investment Manager
Report, contenente l’indicazione dei risultati dell’attività di investimento svolta in
esecuzione delle istruzioni ricevute.
•
Account Bank: ruolo attualmente svolto da Credem presso cui, in tale
qualità, sono stati aperti i conti correnti intestati a Canossa CB e sui cui viene
depositata la liquidità da utilizzarsi per i pagamenti previsti dalla struttura del
Programma.
•
Principal Paying Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che,
in tale qualità, ha il principale compito di determinare ed effettuare (sia per conto
di Credem che per conto di Canossa CB) i pagamenti dovuti, in linea capitale e in
linea interessi, in favore dei portatori delle Obbligazioni Bancarie Garantite.
•
Calculation Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in
tale qualità, ha il principale compito di redigere e inviare alle parti del contratto il
c.d. Payments Report, contenente l’indicazione dei fondi disponibili di titolarità di
Canossa CB e dei pagamenti da effettuarsi, secondo l’ordine di priorità dei
pagamenti determinato dalle parti dell’operazione ai sensi dell’Intercreditor
Agreement, a valere su tali fondi disponibili.
•
Asset Monitor: ruolo svolto da Mazars S.p.A. che, in tale qualità, effettua i
calcoli e le verifiche sui Test Obbligatori e sull’Amortisation Test svolti ai sensi del
Cover Pool Administration Agreement, verificando l’accuratezza dei calcoli
effettuati dal Calculation Agent ai sensi del Cover Pool Administration Agreement.
Con incarico separato, è attualmente previsto che l’Asset Monitor, su incarico di
Credem, svolga ulteriori verifiche aventi ad oggetto in particolare la conformità
degli attivi idonei costituenti il Portafoglio ai requisiti previsti dalla Normativa e il
rispetto dei limiti alla cessione e dei requisiti degli emittenti previsti dalle
Istruzioni.
•
Representative of the Bondholders: ruolo svolto da BNP Paribas Securities
Services che, in tale qualità, esercita nei confronti di Credem e di Canossa CB i
diritti delle controparti coinvolte nell’operazione nascenti dai Contratti del
Programma.
•
Listing Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale
qualità, ha il principale compito di gestire, per conto di Credem e di Canossa CB, i
rapporti e gli adempimenti con la Borsa presso cui saranno quotate le Obbligazioni
Bancarie Garantite.
Caratteristiche principali del Programma
Le emissioni effettuate a valere sul Programma garantito da Canossa CB sono
Obbligazioni Bancarie Garantite retained (riacquistate da Credem).
Nel corso del primo semestre 2015 sono scadute le ultime emissioni a valere sul
Programma; al 30 giugno 2015 non sono quindi più presenti emissioni garantite
da Canossa CB.
Nel mese di giugno 2015 è stato inoltre perfezionato un riacquisto parziale di
crediti per un valore di circa Euro 0,99 miliardi in favore di Credem.
NOTE ILLUSTRATIVE
209
Informativa sulle entità strutturate non consolidate
contabilmente (diverse dalle società veicolo per la
cartolarizzazione)
Un’entità strutturata è un’entità configurata in modo tale che i diritti di voto o
diritti similari non sono ritenuti rilevanti per stabilire il controllo, come nel caso in
cui i diritti di voto facciano soltanto riferimento ad attività amministrative e le
attività rilevanti siano condotte attraverso accordi contrattuali.
Per i veicoli a destinazione specifica e fondi di investimento, il controllo è ritenuto
esistere laddove il Gruppo dispone dei diritti contrattuali per gestire le attività
rilevanti dell’entità e risulta esposto ai rendimenti variabili delle stesse.
Entità strutturate consolidate
Non sono presenti nel Gruppo entità strutturate consolidate.
Entità strutturate non consolidate contabilmente
Il Gruppo detiene l’intero patrimonio di due fondi comuni gestiti da Eurmobiliare
Asset Managenent SGR, società appartenente al Gruppo stesso. In considerazione
della composizione del patrimonio dei fondi, costituito essenzialmente da attività
finanziarie valutate al valore di mercato, e ritenendo che i benefici
dell’informazione derivante dal consolidamento dei fondi siano inferiori ai costi
necessari per fornire l’informazione stessa (cap.3, qc38 del “The Conceptual
Framework for Financial Reporting”), non si provvede al consolidamento linea per
linea di tali fondi.
Inoltre, le quote suddette sono contabilizzate all’interno della voce “Attività
finanziare detenute per la negoziazione” per un importo di Euro 7,8 milioni al 30
giugno 2015 (9,8 milioni di euro al 31 dicembre 2014); essendo quindi
contabilizzate al “fair value” con contropartita al conto economico, il loro
consolidamento non avrebbe prodotto alcun effetto sull’utile di pertinenza della
Capogruppo e sul patrimonio netto del Gruppo, anche per quanto detto in
precedenza.
Nel corso del 1° semestre 2015 l’attività di gestione dei fondi ha continuato a
concentrarsi esclusivamente sull’ordinata dismissione degli attivi e sul
conseguente recupero della liquidità da essa scaturita, in modo da massimizzare il
valore di realizzo degli attivi stessi. I fondi sono infatti gestiti in ottica di
dismissione da inizio 2009, mentre nel 2010 i fondi hanno aperto formalmente una
procedura di liquidazione.
In allegato al bilancio consolidato semestrale abbreviato si riportano i rendiconti di
tali fondi comuni alla data del 30 giugno 2015.
Entità strutturate non consolidate ai fini vigilanza
Non sono presenti nel Gruppo entità strutturate non consolidate ai fini vigilanza.
Altre entità strutturate
Il Gruppo detiene quote nel fondo Credem Venture Capital soprattutto per
soddisfare le proprie esigenze di investimento.
Il fondo ha terminato il proprio collocamento nel 2005 e Credem, in origine,
possedeva la maggioranza. Attualmente la percentuale di interessenza ammonta a
circa il 49%; le quote detenute, e non consolidate, sono contabilizzate all’interno
della voce “Attività finanziare detenute per la negoziazione” per un importo di circa
17,4 milioni di euro e della voce “Attività finanziare disponibili per la vendita” per
NOTE ILLUSTRATIVE
210
un importo di circa 0,8 milioni di euro. Il fondo chiuso, è gestito da Credem Private
Equity SGR, e come per tutti i fondi comuni le disponibilità di Credem Venture
Capital non possono essere autonomamente destinate, se non attraverso
l’approvazione da parte di Banca Depositaria, banca terza rispetto al Gruppo
Credem:
Il fondo investe in PMI italiane nei settori merceologici più disparati, attualmente,
imballaggi plastici, catene di negozi per animali e meccanica, quindi, in attività
generalmente molto distanti da quella finanziaria.
Non sono presenti rapporti attivi e passivi intrattenuti dal Gruppo con il Fondo e
non sono presenti forme di accordi contrattuali nel fornire sostegno finanziario al
suddetto fondo.
NOTE ILLUSTRATIVE
211
1.2. Gruppo bancario - rischi di mercato
1.2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio prezzo – portafoglio di negoziazione di
vigilanza
Informazioni di natura qualitativa
Il modello organizzativo di presidio dei rischi ha lo scopo di favorire il
raggiungimento di una serie di obiettivi:
• ruolo di governo e indirizzo della Capogruppo nel presidio dei rischi per singola
Società e del loro impatto sui rischi di Gruppo, in ottemperanza alle vigenti
disposizioni di Vigilanza e al Risk Appetite Framework di Gruppo;
• controllo gestionale nel senso dell'ottimizzazione del profilo rischio-rendimento
a livello di gruppo;
• uniformità della metodologia di analisi e del "linguaggio" utilizzato per tutte le
Società del gruppo.
In questo ambito il Rischio di mercato, inteso come rischio di perdite causate da
variazioni sfavorevoli dei fattori di rischio (tasso, prezzo, cambio ed altri fattori di
mercato), è misurato e monitorato sia in riferimento al banking book (poste a vista
e a scadenza) sia al trading book (strumenti finanziari negoziati con finalità di
positioning, trading e negoziazione).
Struttura organizzativa
Di seguito vengono descritti i principali compiti delle strutture organizzative coinvolte
nel processo di controllo e gestione dei rischi di mercato.
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo è responsabile della definizione
delle linee generali del governo dei rischi per ciascuna area di business; delibera i
poteri riconosciuti in merito a strategie operative, assunzione di rischi e azioni
correttive; approva la struttura generale dei limiti operativi e delle deleghe, nonché le
linee di responsabilità ed autorità in merito al processo di gestione dei rischi;
individua l’insieme di indicatori di Risk Appetite e delle relative metriche di calcolo;
definisce e approva gli obiettivi di rischio e le soglie di tolleranza.
I Consigli di Amministrazione delle singole società recepiscono gli obiettivi assegnati
dal Consiglio di amministrazione della Capogruppo riferiti a mission e profilo di
rischio; approvano la struttura dei limiti e delle deleghe operative interne nell’ambito
di quanto fissato dal Consiglio di amministrazione della Capogruppo.
Le Direzioni delle singole società realizzano le attività di business di competenza nel
rispetto delle deleghe e dei limiti operativi di rischio assegnati dai rispettivi Consigli di
Amministrazione.
Il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo svolge l’attività valutativa e propositiva
necessaria affinché il CA possa definire e approvare il Risk Appetite Framework (con
particolare riferimento alla valutazione degli obiettivi di rischio e delle soglie di
tolleranza); monitora l’andamento del profilo di rischio assunto nel suo complesso
rispetto agli obiettivi di Risk Appetite e alle soglie di tolleranza relativamente a tutti gli
indicatori previsti nel RAF di Gruppo.
La funzione di Risk Management supporta il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo ed
effettua le seguenti attività:
la misurazione e la rendicontazione dei rischi finanziari per singola società e a
livello di gruppo, utilizzando a questo fine misure di rischio in termini di VaR e di
sensitivity, volte a verificare il rispetto dei limiti assegnati e la coerenza con gli
obiettivi di rischio rendimento assegnati;
lo sviluppo e la gestione dei sistemi di misurazione dei rischi tramite
l’acquisizione dei dati di mercato necessari per il calcolo;
la definizione del profilo di rischio dei nuovi prodotti.
Le risultanze dell’attività della funzione di Risk Management sono riportate
periodicamente al Comitato Consiliare Rischi di Gruppo.
NOTE ILLUSTRATIVE
212
Aspetti generali
Rischio di tasso di interesse
Credembanca
Il presidio dei rischi finanziari avviene tramite la definizione di una struttura di
limiti che costituisce l’espressione diretta del livello di rischiosità ritenuto
accettabile con riferimento alle singole aree/linee di business, in coerenza con il
Risk Appetite definito a livello di gruppo. In particolare i rischi di mercato si
generano a seguito delle seguenti operatività:
attività tradizionale di raccolta ed impiego;
attività sui mercati finanziari con finalità di trading e di investimento;
attività di negoziazione di strumenti finanziari in contropartita con la clientela.
Il rischio tasso di interesse nel portafoglio di negoziazione di vigilanza è generato
dall’attività svolta sui mercati obbligazionari e derivati su tasso. Il rischio di tasso
generato da tale attività è gestito e controllato tramite limiti complessivi in termini di
delta (ovvero di sensitività rispetto a movimenti paralleli della curva), di spread di
curva (ovvero di sensitivity rispetto a movimenti non paralleli della curva) e di vega.
Il rischio specifico o emittente viene monitorato tramite appositi massimali di
concentrazione per settore e classe di rating. Inoltre il modello di VaR in uso
esclusivamente ai fini gestionali include il rischio emittente, mediante l’utilizzo di
serie storiche specifiche sugli spread di mercato.
La funzione di Risk Management produce reports di rischio con frequenza giornaliera,
settimanale e trimestrale a seconda della funzione destinataria, indicando gli
eventuali sconfini rispetto ai massimali assegnati dal regolamento e la misura di
rischio gestionale in termini di VaR.
Banca Euromobiliare
I rischi di mercato legati al rischio tasso sono gestititi tramite la definizione di
massimali operativi distinti in termini di posizione ten years equivalent.
La funzione Risk Management della capogruppo verifica il rispetto di tali limiti ed
elabora una misura di rischio gestionale in termini di VaR.
Rischio di prezzo
Nell’ambito del “portafoglio di negoziazione di vigilanza” la principale fonte di
rischio di prezzo è costituita dai titoli azionari, fondi e dai relativi strumenti
derivati.
Credembanca
I rischi azionari sono assunti nell’ambito delle attività di trading e di hedging a
fronte della operazioni di strutturazione. Tale attività svolta sui mercati azionari
prevede l’assunzione di posizioni direzionali gestite e controllate tramite massimali
di posizione, sia lorda sia netta, limiti in termini di greche e massimali di
concentrazione per sottostante.
Vi sono inoltre posizioni in quote di fondi di fondi hedge, in tale contesto
l’investimento principale è costituito da una posizione in fondi gestiti da
Euromobiliare AM SGR con finalità di seed money.
NOTE ILLUSTRATIVE
213
Banca Euromobiliare
Il Regolamento Finanza, monitorato dalla funzione di Risk Management, non
prevede massimali ordinari per l’operatività sul rischio azionario. La società
detiene inoltre una posizione nei medesimi fondi di fondi hedge di cui al punto
precedente.
B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di
interesse e del rischio di prezzo
Rischio di tasso di interesse - metodologie e metriche di misurazione
Il rischio di tasso di interesse viene calcolato giornalmente tramite metodologia
VaR per Credembanca; la misurazione ha finalità gestionali, non viene utilizzata
per il calcolo del requisito patrimoniale sui rischi di mercato per il quale il Gruppo
Credem adotta l’approccio standard. Il VaR misura la massima perdita potenziale
nella quale può incorrere il portafoglio in base all'evoluzione dei fattori di mercato,
dato un certo livello di confidenza, nel corso di un determinato orizzonte
temporale. La metodologia applicata nell’ambito del Gruppo Credem prevede i
seguenti parametri:
•
livello di confidenza 99%;
•
orizzonte temporale 1 giorno;
•
volatilità calcolata come media mobile delle ultime 255 osservazioni
giornaliere, dando maggior peso ai dati più recenti (decay factor λ=0,94).
Per il calcolo dell’assorbimento in termini di capitale interno si procede inoltre a
convertire il dato in un VaR a 10gg, applicando prudenzialmente il coefficiente
moltiplicativo previsto dalla Vigilanza.
Il dato di rischio è anche sottoposto ad analisi di stress testing nell’ambito del
processo di verifica dell’adeguatezza patrimoniale, che mira a verificare la
variazione del capitale (stimato in termini di VaR) in caso di forti turbolenze dei
mercati finanziari. L’analisi è basata sulla determinazione di una matrice di
varianza e covarianza dei fattori rischio in ipotesi di condizione di stress dei
mercati che innalzi la volatilità delle variabili finanziarie e alteri la struttura delle
relazioni fra di esse.
La determinazione di tale matrice è stata effettuata con la medesima metodologia
utilizzata per la stima del VaR. In particolare ci si è avvalsi della possibilità di
impostare il periodo storico utilizzato come campione di analisi per il calcolo delle
volatilità e delle correlazioni, selezionando un intervallo temporale critico (di
elevata volatilità) sui mercati, in coerenza con lo scenario complessivo di stress
individuato.
In relazione a Banca Euromobiliare: il rischio di tasso di interesse viene calcolato
settimanalmente tramite la metodologia VaR. Intervallo di confidenza, orizzonte
temporale e coefficiente moltiplicativo sono gli stessi già indicati per le altre società
del gruppo.
Informazioni di natura quantitativa
Portafoglio di negoziazione di vigilanza
Nella presente sezione vengono sinteticamente esposti i risultati delle analisi di
rischio di tasso nell’ambito del portafoglio di negoziazione. In particolare di seguito
sono riportati i valori medi, massimi e minimi del VaR (in milioni di euro) generato
dal fattore di rischio tasso di interesse relativi agli esercizi 2013, 2014 e primo
semestre 2015.
NOTE ILLUSTRATIVE
214
Per quanto riguarda Credem il confronto con l’esercizio precedente evidenzia un
contenuto aumento del fattore di rischio tasso di interesse; il dato di rischio di
tasso include contratti IRS e OIS contabilmente definiti di trading, ma
gestionalmente a copertura di poste di banking book.
Nelle figure sottostanti è riportato l’andamento di tale dato di VaR per Credem
nell’arco del 2015.
Figura 1. Andamento Interest Rate VaR Credem (99%, 10gg*coeff moltiplicativo). Dati
in mln di €.
Interest Rate VaR
25,0
VaR
20,0
media
15,0
10,0
5,0
0,0
Per quanto riguarda la shift sensitivity analysis e limitatamente al portafoglio di
negoziazione di vigilanza, la tabella sotto riportata mostra i dati relativi all’impatto
sul margine di interesse su un orizzonte temporale di 12 mesi, nell’ipotesi di una
variazione parallela dei tassi di interesse di +/- 100 punti base (dato riferito a
Credem).
NOTE ILLUSTRATIVE
215
Ipotesi di shift parallelo (dati mln di €)
Shock -100 b.p.
Shock +100 b.p.
-0,0
+0,4
Dati 06/2015
Rischio di prezzo - metodologie e metriche di misurazione
Il rischio di mercato equity viene calcolato con la stessa frequenza e metodologia
indicata per il rischio tasso.
Informazioni di natura quantitativa
Nella presente sezione vengono sinteticamente esposti i risultati delle analisi di
rischio di prezzo nell’ambito del portafoglio di negoziazione. In particolare di
seguito sono riportati i valori medi, massimi e minimi del VaR (in mln di euro)
generato dal fattore di rischio equity delle singole società relativi agli esercizi 2013,
2014 e primo semestre 2015.
Tabella 2. Dati di Equity VaR
06/2015
2014
2013
6,4
5,0
9,2
6,6
4,1
9,8
8,0
4,4
11,9
0,2
0,1
0,2
0,2
0,1
0,2
0,3
0,2
0,4
Credem
VaR - medio
min
max
Banca Euromobiliare
VaR - medio
min
max
dati in mln di €, VaR 99% 10gg * Coeff moltiplicativo
Il dato è determinato sostanzialmente dalla posizione in hedge fund di cui sopra.
Nelle figure sottostanti è riportato l’andamento del VaR per Credem nell’arco del
2015.
NOTE ILLUSTRATIVE
216
Figura 2. Andamento Equity VaR Credem (99%, 10gg*coeff moltiplicativo). Dati in mln
di €.
Equity VaR
12,0
VaR
Media
10,0
8,0
6,0
4,0
2,0
0,0
I risultati dell’attività di backtesting sono riportati nel paragrafo 1.2.3 “Rischio di
cambio”.
RISCHIO SPECIFICO - INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
Il rischio specifico è il rischio di perdite causate da una sfavorevole variazione del
prezzo degli strumenti finanziari negoziati dovuta a fattori connessi con la
situazione dell’emittente.
Di seguito sono riportati i valori medi, massimi e minimi (in milioni di euro) del
rischio specifico delle singole società, calcolati sulla base delle ponderazioni di
vigilanza, relativamente agli esercizi 2013, 2014 e primo semestre 2015.
Tabella 3. Dati di rischio specifico
06/2015
2014
2013
Rischio specifico - medio
min
max
Banca Euromobiliare
0,1
0,1
0,2
1,2
0,2
2,0
2,3
1,7
3,1
Rischio specifico - medio
min
max
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Credem
dati in mln di €
NOTE ILLUSTRATIVE
217
1.2.2 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – portafoglio bancario
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione metodi di misurazione del rischio di
tasso di interesse e del rischio di prezzo
Rischio di tasso
Il Gruppo adotta la definizione normativa di rischio di tasso di interesse sul
banking book, secondo cui il rischio in oggetto è: “il rischio di tasso di interesse
derivante da attività diverse dalla negoziazione: rischio derivante da variazioni
potenziali dei tassi di interesse”. Il rischio di tasso di interesse è generato dagli
sbilanci rivenienti dall’attività caratteristica, come conseguenza di differenze nelle
scadenze e nei periodi di ridefinizione delle condizioni di tasso di interesse delle
poste attive e passive.
La politica di gestione del rischio di tasso d’interesse sul banking book è volta alla
stabilizzazione del margine di interesse sul portafoglio bancario, mantenendo uno
sbilancio tendenzialmente contenuto e all’interno dei massimali definiti nel
“Regolamento per l’assunzione dei rischi finanziari”. Eventuali modifiche a tale
Regolamento ed ai massimali in esso espressi possono essere sottoposte a delibera
del Consiglio di Amministrazione su proposta della Business Unit Finanza, sentito
preventivamente il parere della funzione di Risk Management.
Nell’ambito delle linee guida e delle soglie di tolleranza massima indicate dal
Consiglio di Amministrazione, coerentemente con il Risk Appetite Framework di
gruppo, al Comitato Asset & Liability Management (ALM) sono assegnati poteri
decisionali per la declinazione delle strategie definite in merito a:
•
struttura finanziaria delle attività e delle passività della banca;
•
livello di rischio di tasso e liquidità complessivo desiderato;
•
politiche di funding del Gruppo e proposizione del funding plan annuale della
Capogruppo, formulato dalla Business Unit Finanza di concerto con il Servizio
Valore.
Tali indicazioni costituiscono il presupposto e garantiscono la coerenza
complessiva con gli obiettivi gestionali che ogni funzione aziendale definisce
nell'ambito delle proprie autonomie.
Gli indirizzi strategici, e le conseguenti scelte gestionali, sono finalizzati a:
•
stabilizzare nel tempo il margine di interesse;
•
garantire un adeguato grado di liquidità, solvibilità e mismatching delle
scadenze.
La gestione operativa del rischio di tasso di interesse sul banking book è attribuita
alla Business Unit Finanza, nell’ambito delle autonomie assegnate dal
Regolamento per l’assunzione dei rischi finanziari ed in ottemperanza agli indirizzi
strategici espressi dal Comitato ALM. Nell’attività di gestione la Business Unit
Finanza si avvale di un modello rappresentativo del rischio tasso basato sulla
visualizzazione lungo l’asse temporale delle operazioni per scadenza di repricing, al
fine di evidenziare squilibri fra attivo e passivo. La Business Unit Finanza si
occupa inoltre di proporre al Comitato ALM gli interventi ritenuti necessari a
migliorare il profilo complessivo in termini di rischio di tasso (e di liquidità
strutturale) e di realizzare operativamente tali interventi.
Nell’ambito del processo di gestione dei rischi e di valutazione dell’adeguatezza
patrimoniale e prospettica, la funzione di Risk Management:
NOTE ILLUSTRATIVE
218
•
•
•
sviluppa, con il supporto della Business Unit Finanza, le metodologie di
misurazione del rischio di tasso di interesse sul banking book;
monitora giornalmente il rispetto dei limiti esplicitati nel “Regolamento per
l’assunzione dei rischi finanziari”;
predispone reporting per la gestione e monitoraggio del rischio di tasso per il
Comitato Consiliare Rischi di Gruppo.
Il Report Giornaliero di sintesi del rispetto dei massimali presenta, fra le altre, le
seguenti informazioni:
•
gap per fascia di scadenza sulle operazioni di raccolta e impiego in Euro e in
valuta estera, i relativi massimali stabiliti dal Regolamento ed eventuali
sconfini;
•
massimali di rischio tasso in termini di Ten Years Equivalent (Tye) ed eventuali
sconfini;
•
limiti di concentrazione per divisa ed eventuali sconfini.
B. Attività di copertura del fair value
Si è adottata la metodologia contabile del Macro Fair Value Hedge per la copertura
del rischio di tasso associato a:
•
mutui a tasso fisso,
•
mutui a tasso variabile con opzione “cap”, per coprire il rischio tasso
generato dall’opzione.
•
componente core anelastica della raccolta a vista.
Si è adottata, inoltre, la metodologia contabile del Micro Fair value Hedge per la
copertura del rischio di tasso associato a:
•
titoli di debito in regime contabile AFS e
•
prestiti obbligazionari a tasso fisso emessi da Credito Emiliano.
L’applicazione della metodologia di hedge accounting consente di rappresentare
contabilmente in modo simmetrico sia le poste coperte che i prodotti derivati
utilizzati per la copertura. In particolare, per la copertura del rischio di tasso,
vengono utilizzati strumenti derivati non quotati (IRS, OIS, IRO) che consentono di
riallineare le differenze tra le caratteristiche finanziarie degli impieghi e della
raccolta.
Il Fair Value Hedge prevede che la relazione di copertura sia formalmente
documentata da una hedging card e che la tenuta della copertura sia verificata
attraverso dei test di efficacia sia prospettici che retrospettivi. Se i test di efficacia
danno esito positivo è passata in contabilità una rettifica relativa al Fair Value
dello strumento coperto, per allineare la sua modalità di valutazione a quello dello
strumento di hedging.
Tali test di efficacia sono svolti periodicamente durante tutta la vita
dell’operazione. La copertura è considerata efficace se il rapporto tra la variazione
di fair value dell’elemento coperto rispetto allo strumento di copertura è compreso
nel range 80%-125%. Il test di verifica della tenuta prospettica e retrospettiva delle
coperture è svolto su base trimestrale.
L’hedge accounting non può essere mantenuto qualora la copertura divenga
inefficace (fuori dal range 80%-125%).
Per quanto riguarda le poste a vista, il gruppo adotta un modello di valutazione
che permette di quantificarne gli effetti di persistenza nel tempo e di imperfetta
elasticità alla variazione dei tassi di mercato (effetto vischiosità). La
modellizzazione è basata sulle serie storiche interne dei comportamenti della
clientela, e si costituisce di due componenti: la stima della relazione dei tassi delle
poste a vista con i tassi di mercato in base ad un modello econometrico; la stima
della persistenza dei volumi, attraverso la quale l’ammontare delle poste a vista
viene tradotto in un portafoglio di poste a tasso fisso a scadenza (replicating
portfolio).
NOTE ILLUSTRATIVE
219
C. Attività di copertura dei flussi finanziari
Obiettivo di fondo delle operazioni di copertura effettuate secondo la metodologia
del Cash Flow Hedge è quello di evitare che variazioni inattese dei tassi di mercato
si ripercuotano negativamente sul margine di interesse.
Sono presenti coperture di cash flow hedge su diverse forme di raccolta a tasso
variabile già emessi e di futura emissione (forecast transaction).
In particolare, per la copertura del rischio di tasso, vengono utilizzati strumenti
derivati non quotati (IRS) che consentono di riallineare le differenze tra le
caratteristiche finanziarie degli impieghi e della raccolta. L’obiettivo della copertura
è l’eliminazione parziale del rischio di fluttuazioni dei flussi di cassa futuri
determinati dall’andamento del tasso variabile lungo il periodo coperto e il
conseguente raggiungimento di un’indicizzazione al tasso fisso “obiettivo”, pari a
quello sintetizzato dai flussi della “gamba” a tasso fisso del gruppo di strumenti di
copertura.
Nei precedenti esercizi è stato attivato il Cash Flow Hedge anche per i mutui a
tasso variabile. La definizione dei pacchetti di mutui coperti in Cash Flow Hedge è
stata fatta secondo i seguenti criteri:
•
stessa frequenza di pagamento
•
stesso tipo di indicizzazione
•
periodicità di revisione del tasso e liquidazione degli interessi (divisi nei
seguenti 3 bucket: dal 1° al 10° giorno del mese, dal 11° al 20° e dal 21° a
fine mese).
L'omogeneità di tali caratteristiche del portafoglio mutui e dei relativi derivati
garantisce l'efficacia della copertura e quindi permette di non effettuare il test al
punto 2 del seguente paragrafo (test invece indispensabile per il Cash Flow Hedge
su diverse forme di raccolta.
Metodo di valutazione di efficacia:
Per la raccolta a tasso variabile coperta in Cash Flow Hedge vengono effettuati i
seguenti test:
1. Verifica della capienza minima di nominale per ogni periodo futuro a
partire del bucket in corso;
2. effettuazione del test prospettico e retrospettivo tramite la metodologia del
derivato ipotetico, ovvero confronto fra il Fair Value del derivato di
copertura rispetto al Fair Value del derivato ipotetico avente come gamba
fissa gli stessi flussi dei derivati di copertura e come gamba variabile i
flussi variabili dello strumento coperto pesato per le percentuali di
copertura.
Per i mutui coperti in Cash Flow Hedge viene verificato che lo swap di copertura
sia stato concluso a condizioni di mercato, controllando il valore di Market To
Market con la curva real time al momento della chiusura dell’operazione.
Osservazioni sulla metodologia presentata
Relativamente al Cash Flow Hedge delle diverse forme di raccolta (analogo discorso
vale per il Cash Flow Hedge mutui cambiando i segni dei flussi e passività in
attività) gli strumenti derivati per i quali si applica la metodologia in oggetto sono
considerati come facenti parte di un unico gruppo di operazioni che presentano
complessivamente un’esposizione di tipo “incasso tasso variabile/pagamento tasso
fisso”. Tale gruppo di operazioni è considerato, lungo tutta la loro vita, a copertura
parziale dei flussi che si generano su un gruppo di passività a tasso variabile
(pagamento tasso variabile); tali passività sono rappresentate sia da posizioni
debitorie già in essere, sia da operazioni future con le medesime caratteristiche
(qualora rispettino i requisiti richiesti dal principio per essere designate come
poste coperte 2). All’interno di ciascun bucket, essendo coperto l’insieme omogeneo
dei flussi generati dalle passività interessate dalla copertura, l’identificazione dei
2 Se le operazioni solo “prospettate” rispettano i requisiti necessari per essere qualificate secondo lo IAS 39 come “forecast
transaction”, anche i flussi futuri da queste generati potranno essere a loro volta inclusi nella medesima definizione e,
conseguentemente, designabili come poste coperte. Per il CFH mutui si è deciso di non utilizzare “forecast transaction”.
NOTE ILLUSTRATIVE
220
flussi coperti prescinde dalla correlazione dei medesimi rispetto ai nominali che li
hanno generati (singole passività a tasso variabile), tuttavia i flussi oggetto di
copertura vengono identificati come “i primi” complessivamente generati all’interno
del bucket medesimo (cfr. IAS 39 IG §F.3.10).
L’obiettivo della copertura è l’eliminazione di una porzione del rischio di variabilità
dei flussi di cassa derivanti dalla ridefinizione delle “cedole” delle poste coperte. La
designazione della relazione di copertura è riferita a precisi periodi di tempo futuro
(bucket trimestrali per il Cash Flow Hedge titoli, bucket mensili per il Cash Flow
Hedge mutui) e, in termini di porzione coperta, può essere differente da bucket a
bucket in relazione alla posizione complessiva del gruppo dei derivati di copertura
e delle operazioni coperte in essere alla fine di ogni bucket definito.
La riduzione del rischio di variabilità dei flussi di cassa è ottenuta tramite la
composizione di gruppi di elementi coperti e di poste di copertura che presentano
caratteristiche di indicizzazione allo stesso tasso variabile e con date di definizione
dei tassi “ragionevolmente” vicine (trimestre nel caso di Cash Flow Hedge su
diverse forme di raccolta, 10 giorni nel caso del Cash Flow Hedge mutui).
In sostanza, i flussi di cassa che verranno incassati in ognuno dei periodi definiti
dalle cedole variabili del gruppo degli strumenti di copertura annulleranno una
porzione (pari a quella generata sul capitale coperto) dei flussi di cassa
complessivamente pagati sul gruppo di poste coperte (i flussi generati dai primi
nominali in riprezzamento di ogni bucket fino a concorrenza del nominale delle
operazioni di copertura per ogni periodo) trasformando l’esposizione complessiva
nel bucket da variabile a fissa.
Affinché tale situazione si verifichi con un elevato livello di probabilità è necessario
che i flussi di cassa (variabili) generati dai due gruppi siano allineati in termini di
parametro e frequenza di indicizzazione e che le date di definizione dei tassi
variabili dei singoli elementi presenti nei due gruppi siano sufficientemente
ravvicinate fra di loro.
Il concetto di alta probabilità delle operazioni attese
Ai fini della designazione della relazione di copertura delle diverse forme di raccolta
a tasso variabile, una forecast transaction deve essere 3:
•
altamente probabile;
•
capace di incidere, in ultima istanza, sul conto economico, essendo variabili i
flussi di cassa ad essa riconducibili .
Per “altamente probabile” si intende una situazione tale per cui è molto più facile
che la transazione avvenga piuttosto che non avvenga 4. A tal fine, non è possibile
dare una qualifica di “alta probabilità” a delle transazioni future solo sulla base
delle intenzioni del management: è necessario supportare l’analisi con fatti e
circostanze verificabili in modo oggettivo.
Il principio fornisce un elenco degli elementi che è necessario prendere in
considerazione ai fini della definizione del requisito di alta probabilità 5. Questi
sono:
•
la frequenza di transazioni simili nel passato;
•
le capacità finanziarie ed operative dell’entità nel portare a termine la
transazione;
•
i piani strategici industriali (la transazione attesa deve essere in linea con le
dimensioni dell’entità e con le sue prospettive di sviluppo);
•
l’attinenza della transazione con l’attività tipica dell’entità;
•
la probabilità che diverse operazioni con caratteristiche differenti tra loro
possano essere intraprese per raggiungere lo stesso obiettivo;
•
l’attuale presenza di una sostanziale destinazione di risorse allo scopo in
esame.
Tre elementi condizionano l’entità e la forza delle “prove” necessarie al fine della
dimostrazione dell’“alta probabilità” di una transazione futura:
3
4
5
IAS 39 § 88
IAS 39 IG F.3.7
IAS 39 IG F.3.7
NOTE ILLUSTRATIVE
221
•
•
•
l’orizzonte temporale della transazione futura. A parità di altre condizioni, più
lontana nel tempo si prevede essere la transazione futura, meno certa è
l’evenienza che questa si verificherà effettivamente e quindi più difficilmente
dimostrabile è il requisito di “alta probabilità”. In questi casi saranno
necessarie prove dell’"alta probabilità” che siano molto più consistenti
(saranno, quindi, necessarie, ad esempio, forme contrattuali a supporto della
transazione futura; il principio 6 evidenzia come i flussi di interessi a venti anni
derivanti da uno strumento di debito con questa scadenza sono “altamente
probabili” in quanto supportati da un contratto che obbliga alla
corresponsione di detti flussi);
la quantità/il valore delle transazioni future rispetto alle transazioni effettive
della stessa natura. A parità di altre condizioni, maggiore è il valore delle
transazioni future rispetto alle attuali, minore è la probabilità che queste si
realizzeranno. Saranno, quindi, necessarie prove maggiormente consistenti a
supporto della dimostrazione di “alta probabilità”;
la storia delle designazioni passate. Se storicamente si è verificato il fatto che
le designazioni di coperture di transazioni future non si sono realizzate col
venir meno della transazione stessa, questo è un segnale della scarsa capacità
della società di valutare in modo attendibile come “altamente probabile” le
transazioni future.
Come evidenziato nell’Implementation guidance 7 dello IAS 39, non è necessario che
la società sia in grado di predire con esattezza la data in cui si verificherà la
transazione futura. È, però, richiesto che sia ben identificato e, quindi, anche
documentato il periodo in cui la transazione è attesa.
Nel rispetto di quanto sopra riportato, il Comitato ALM ha inoltre fissato un limite
al valore massimo delle forecast transaction.
L’importo delle forecast transaction non potrà superare il valore complessivo
ipotizzato delle future emissioni obbligazionarie a tasso variabile (definito come
differenza fra i volumi previsti come giacenze per ogni anno e l’ammontare delle
obbligazioni già emesse).
Per una corretta individuazione dei flussi in scadenza, oltre all’inerziale delle
operazioni già effettuate, vengono anche valorizzati gli importi delle operazioni
effettuate negli anni di previsione/proiezione; per convenzione la durata di queste
emissioni viene ipotizzata a 2 e 3 anni.
E’ inoltre stabilita una percentuale, decrescente con il trascorrere del tempo, del
rapporto fra totale delle forecast transaction ipotizzate e le emissioni previste, al
fine di esprimere un minore livello di probabilità delle forecast tanto più sono
lontane nel tempo.
Informazioni di natura quantitativa
Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività
Nella presente sezione vengono sinteticamente esposti i risultati delle analisi di
rischio di tasso di interesse, limitatamente al portafoglio bancario. In particolare,
la tabella sotto riportata, mostra i dati relativi all’impatto sul margine di interesse
(shift sensitivity analysis), su un orizzonte temporale di 12 mesi, nell’ipotesi di una
variazione parallela dei tassi di interesse di +/- 100 punti base. La misura è basata
sulle posizioni a fine anno, senza includere dunque ipotesi su futuri cambiamenti
della composizione di attività e passività.
Per quanto riguarda le poste a vista, il dato include le risultanze del modello di
stima descritto sopra, basato sulle serie storiche interne dei comportamenti della
clientela.
L’analisi è relativa a Credem e Credemleasing, le due società rilevanti ai fini rischio
di tasso del banking book.
6
7
IAS 39 IG F.3.7
IAS39 IG F.3.11
NOTE ILLUSTRATIVE
222
Ipotesi di shift parallelo (dati in milioni di euro)
Shock -100 b.p.
Shock +100 b.p.
+0,8
+50,6
Dati 06/2015
Per il rischio di tasso del portafoglio bancario sono inoltre previste le medesime
analisi di VaR e stress test descritte nel paragrafo sul portafoglio di Negoziazione, a
cui si rimanda per la descrizione della metodologia. Nelle figure sottostanti è
riportato l’andamento del VaR del banking book Credem nell’arco del 2015.
I risultati dell’attività di backtesting sono riportati nel paragrafo 1.2.3 “Rischio di
cambio”.
Figura 5. Andamento Interest Rate VaR Credem – banking book (99%, 10gg*coeff
moltiplicativo). Dati in milioni di euro.
Interest Rate VaR
80,0
VaR
70,0
media
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
Rischio di prezzo
Nell’ambito del portafoglio bancario, il rischio di prezzo è legato essenzialmente alla
presenza di partecipazioni e titoli di capitale all’interno del portafoglio “disponibili
per la vendita”. Con riferimento alle partecipazioni quotate in mercati
regolamentati, il rischio viene monitorato giornalmente attraverso il calcolo del
Value at Risk.
Attività di copertura del rischio di prezzo
Il gruppo non ha posto in essere operazioni di copertura.
NOTE ILLUSTRATIVE
223
1.2.3 Rischio di cambio
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di
cambio
L’attività svolta sui mercati dei cambi prevede l’assunzione di posizioni gestite e
controllate tramite massimali di posizione, sia lorda sia netta, e massimali di
concentrazione per divisa.
Il rischio di mercato currency viene calcolato con la stessa frequenza e metodologia
indicata per il rischio tasso ed equity.
B. Attività di copertura del rischio di cambio
Il Gruppo non ha posto in essere operazioni di copertura.
Informazioni di natura quantitativa
Distribuzione per valuta di denominazione delle attività e passività e dei derivati
•
Modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività
Nella presente sezione vengono sinteticamente esposti i risultati delle analisi del
rischio di cambio nell’ambito del portafoglio di negoziazione. In particolare di
seguito sono riportati i valori medi, massimi e minimi del VaR (in milioni di euro)
generato dal fattore di rischio currency relativi agli esercizi 2013, 2014 e primo
semestre 2015.
Tabella 4. Dati di Currency VaR
06/2015
2014
2013
0,0
0,0
0,2
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Credem
VaR - medio
min
max
dati in mln di €, VaR 99% 10gg * Coeff moltiplicativo
Nelle figure sottostanti è riportato l’andamento di tale dato di VaR per Credem
nell’arco del 2015.
NOTE ILLUSTRATIVE
224
FX VaR
0,2
VaR
media
0,1
0,0
La tabella sottostante evidenzia il contributo medio del rischio di cambio nel corso
del 2015 al VaR complessivo non diversificato.
Tabella 5. Contributo medio % dei fattori di rischio al VaR complessivo non diversificato
Credem
Equity Risk
FX Risk
Interest Rate Risk
21,2%
0,1%
78,7%
Nell’ambito della più complessiva analisi annuale di backtesting dei modelli, viene
effettuato il confronto tra il dato di VaR e il P&L effettivamente conseguito. Le linee
guida per lo svolgimento dei test retrospettivi sono descritte nel documento Rischio
di Mercato, Metodologia backtesting, VaR Portafoglio di Proprietà, che ne espone la
finalità e la metodologia.
Il backtesting è eseguito mettendo a confronto i dati di VaR con i dati di P&L
gestionali giornalieri (o settimanali, per i portafogli per i quali il calcolo di
redditività è su base weekly), e si basa sull’analisi delle “eccezioni”, ovvero dei casi
in cui la perdita registrata risulta superiore al VaR stimato per lo stesso periodo di
riferimento, sia in termini di numerosità sia in termini di distribuzione temporale.
Il perimetro dell’analisi di backtest sono i portafogli del Regolamento Finanza,
l’orizzonte temporale del VaR è coerente con quello di calcolo del P&L. L’esercizio si
basa su 12 mesi di dati. Le ipotesi sono state verificate attraverso una serie di test:
•
Frequency Test: Basilea e Kupiec (o POF, Proportion of Failure);
•
Indipendence Test: Christoffersen e Mixed Kupiec;
•
Joint Test: POF + Christoffersen, POF + Mixed Kupiec.
Nell’ambito dell’analisi annuale non sono state riscontrate anomalie nel risultato
dei test, di conseguenza il backtesting ha fornito un esito positivo.
NOTE ILLUSTRATIVE
225
Gli strumenti derivati
L’operatività in strumenti finanziari derivati è gestita dal Gruppo tramite un
apposito applicativo dedicato atto alle valorizzazioni giornaliere a Mark to model. Il
documento di riferimento “Allegato tecnico alla Fair value Policy di Gruppo:
Manuale modelli di pricing” disciplina i principali modelli di pricing comunemente
utilizzati dal Gruppo per i propri derivati valutati al Mark to Model. In particolare
una sezione dedicata descrive nel dettaglio tali modelli. L’insieme dei modelli
descritti individua le metodologie ad oggi utilizzate e validate per le valutazioni
degli strumenti detenuti in proprietà.
Classificazione strumenti derivati e parametri di mercato
Il Gruppo Credem si è dotato di una Fair Value Policy e relativi allegati tecnici che
disciplinano anche le regole contabili per la valorizzazione degli strumenti a mark
to model, i relativi parametri e i processi inerenti la valorizzazione degli strumenti.
In particolare il manuale si articola nelle seguenti sezioni:
- classificazione degli strumenti derivati, storicizzati all’interno dell’applicativo;
- mappatura e dettaglio dei parametri di mercato alimentati all’interno
dell’applicativo al fine di valutare tutti gli strumenti;
- descrizione procedure automatizzate per la storicizzazione dei prezzi.
Parametri di mercato
I parametri di mercato utilizzati per le valutazioni e gestiti all’interno
dell’applicativo possono essere:
- dati acquisiti automaticamente, informazioni scaricate periodicamente da Info
Providers,( ad es: market parameter giornalieri);
- dati di mercato inseriti manualmente nell’applicativo a richiesta;
- dati di mercato stimati dall’applicativo, prevalentemente attraverso dati acquisiti
automaticamente.
Generalmente, i parametri alimentati manualmente
necessitano di un aggiornamento costante e giornaliero.
sono
quelli
che
non
Processo di validazione modelli e parametri
I documenti di riferimento riportano come indicato tutti i modelli di pricing e i
parametri di mercato validati e utilizzati dal Gruppo per la valutazione degli
strumenti derivati.
Qualora sia necessario introdurre nuovi parametri e/o modelli, il processo prevede
il coinvolgimento della funzione di validazione che disciplina un apposito parere
inerente la nuova operatività e provvede alla validazione dei modelli come
disciplinato nell’ apposito regolamento Nuovi prodotti del Gruppo.
E’ cura dell’ufficio di validazione aggiornare periodicamente i documenti di
riferimento con i nuovi modelli e/o parametri utilizzati ed effettuare analisi sulla
validità dei modelli in uso.
Procedure automatiche e appositi controlli consentono il presidio giornaliero delle
valorizzazioni dei derivati e dei parametri utilizzati.
NOTE ILLUSTRATIVE
226
Si riporta per ogni tipologia di strumento derivato il tipo di valutazione (tramite
quotazione di mercato - Mark to market o tramite valutazione a modello- Mark to
model). Nel caso lo strumento sia valutato tramite Mark to Model si indicano: il
modello di pricing utilizzato per la valorizzazione e i parametri di mercato utilizzati
per la valutazione.
Description
Mark to
Market /Mark
to Model
Modello di pricing e variabili di mercato
utilizzate per la valutazione
Modello: modello CDS
Default Swap
Mark to Model
Parametri:Curve CDS
Modello: Costo of Carry
Spot Forward
Mark to
Market per lo
spot, Mark to
Model per i
forward
Parametri: Spot rates, Curve FX
Modello: Modello Cost of Carry
Forex-Swap
Mark to Model
Parametri: Spot rates, Curve FX
Modello: Modello
binomiali
Simple Option
Mark to Model
di
Black&
Scholes/Alberi
Parametri: Spot rates, Curve FX, volatilità FX
Modello: mondo black
Simple Barrier
Mark to Model
Parametri: Spot rates, Curve FX, volatilità FX
Modello: non validato
Convertible
Bond
Mark to Model
Parametri: Prezzo sottostante, curva tassi,
volatilità sottostante, credit spread, dividendi
attesi
Modello: Discounted Cash Flow + Modello Black
&Scholes
Indexed Bond
Mark to Model
Parametri: curva tassi, credit spread
Equities
Mark to
Market
Prezzo Quotato
Modello: Modello di Black& Scholes
EQD
Option
Parametri:
volatilità,
Listed
Mark to Model
Prezzo
sottostante,
curva
tassi,
dividendi attesi
Modello: Black&Scholes/alberi Binomiali
EQD
Option
OTC
NOTE ILLUSTRATIVE
Mark to Model
Parametri: Prezzo sottostante,
volatilità, dividendi attesi
curva
tassi,
227
Description
Mark to
Market /Mark
to Model
Modello di pricing e variabili di mercato
utilizzate per la valutazione
Modello: Discounted Cask Flow
Asset Swap
Mark to Model
Parametri: Curva Tassi
Bond
Mark to
Market
Prezzo Quotato
Modello: Modello Fischer Black
Cap/Floor
Mark to Model
Parametri: Curva Tassi, volatilità tassi
Digital: campo Barrier
Modello: Call Put Spread
Cap/Floor
Interest
Swap
Mark to Model
Modello: Discounted Cash Flow
Rate
Long Future
Parametri: Curva Tassi, volatilità tassi
Mark to Model
Parametri: Curva Tassi
Mark to
Market
Prezzo Quotato
Modello: Discounted cash flow
Loans/Deposit Mark to Model
NOTE ILLUSTRATIVE
228
Parametri: Curva Tassi
1.3 Gruppo bancario - rischio di liquidità
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di
liquidità
Il rischio di liquidità identifica l’eventualità che il gruppo possa trovarsi nella
condizione di non riuscire a far fronte agli impegni di pagamento, previsti o
imprevisti, senza pregiudicare l’operatività quotidiana o la propria condizione
finanziaria.
La gestione di questo rischio può essere suddivisa fra:
• gestione della liquidità di breve termine, ivi compresa la liquidità intra-day: il
cui obiettivo è quello di garantire che i flussi di liquidità in uscita siano
fronteggiabili attraverso i flussi di liquidità in entrata nell’ottica di sostenere la
normale continuità operativa dell’attività bancaria;
• gestione della liquidità strutturale: il cui obiettivo è quello di mantenere un
equilibrio tra passività complessive e attività a medio-lungo termine finalizzato a
garantire un adeguato livello di liquidità in ottica di medio lungo periodo.
Il Gruppo Credito Emiliano si è da tempo dotato di una Policy per la Gestione del
rischio liquidità. La Policy approvata disciplina:

i principi di governo e di gestione del rischio di liquidità adottati dal Gruppo
Credito Emiliano;

l’insieme delle norme e dei processi di controllo finalizzati a prevenire
l’insorgere di situazioni di crisi di liquidità per il Gruppo e per le singole
società del Gruppo;
con l’obiettivo di ispirare una sana e prudente gestione del rischio di liquidità a
livello consolidato, tale da assicurare la stabilità la sicurezza delle operazioni
aziendali, la solidità finanziaria e, conseguentemente, la solvibilità del Gruppo.
I principi essenziali a cui si ispira la politica di gestione della liquidità sono:
• una struttura operativa che opera all’interno dei limiti assegnati e strutture di
controllo autonome dalla prima;
• una valutazione di impatto derivante da ipotesi di stress su alcuni aggregati;
• il mantenimento di un livello adeguato di attività prontamente liquidabili;
• il costante monitoraggio degli attivi di bilancio che possono essere utilizzati
come collaterale per le operazioni di finanziamento.
Su base giornaliera, mediante un modello di liquidity gap, viene esposta
l’evoluzione temporale dei flussi di cassa per consentire l’attivazione di operazioni
finalizzate a determinare un equilibrio fra entrate ed uscite di cassa.
Al Comitato Asset Liability & Management di Gruppo sono assegnati poteri
decisionali per la declinazione delle strategie in merito alle politiche di funding del
Gruppo. Periodicamente sono analizzate, in sede di Comitato, le condizioni di
equilibrio finanziario per orientare le decisioni circa le strategie di funding. Sempre
in sede di Comitato sono analizzati interventi straordinari eventualmente richiesti
per le contingenti situazioni di mercato.
Le regole di “Liquidity Management” adottate prevedono un ratio minimo di
liquidità da rispettarsi sulle scadenze di breve termine ed altri indicatori per
monitorare quotidianamente la posizione complessiva. E’ inoltre prevista la cd.
“Soglia di tolleranza” intesa quale massima esposizione al rischio ritenuta
sostenibile in un contesto di “normale corso degli affari” (going concern) e in
“situazioni di stress” (stress scenario). Il Tempo Minimo di Sopravvivenza (TMS) è
espresso come orizzonte temporale minimo in corrispondenza del quale il Gruppo è
in grado di fronteggiare il fabbisogno di liquidità facendo affidamento
esclusivamente sulle proprie risorse.
NOTE ILLUSTRATIVE
229
Relativamente alla liquidità strutturale sono previsti limiti finalizzati a controllare e
gestire i rischi derivanti dal mismatch di scadenze a medio-lungo termine
dell’attivo e del passivo. Sono previsti dei gap ratio a 1, 2 e 5 anni. Questi limiti
consentono di evitare che l’operatività a medio-lungo termine possa dare luogo ad
eccessivi squilibri da finanziare a breve termine.
Sono inoltre previste delle procedure di Contingency Funding Plan che si pongono
l’obiettivo di salvaguardare la stabilità del gruppo durante le fasi iniziali di uno
stato di tensione di liquidità e garantire la continuità del gruppo stesso nel caso di
gravi crisi di liquidità. Le procedure sono state riformulate definendo tre differenti
livelli di gestione che coinvolgono attori diversi in funzione delle tipologie di
intervento necessario.
L’attività di gestione della liquidità a breve e del funding strutturale è svolta dalla
Business Unit Finanza della capogruppo che complessivamente:
• gestisce i flussi di liquidità infragruppo rivenienti dai fabbisogni/surplus di
liquidità netti delle Società del Gruppo;
• coordina ed effettua la raccolta sul mercato interbancario al fine di mantenere
condizioni adeguate di liquidità per il Gruppo;
• determina periodicamente gli interventi finanziari utili per conseguire gli
equilibri nel medio e lungo termine, la sostenibilità della crescita e la maggior
efficienza della provvista.
Questa impostazione consente di supportare adeguatamente i fabbisogni finanziari
ed è finalizzata a:
• ridurre i fabbisogni complessivi di finanziamento da parte di controparti
esterne al Gruppo;
• ottimizzare l’accesso ai mercati e conseguentemente minimizzare i costi
complessivi di raccolta esterna.
La principale linea evolutiva in ambito rischio di liquidità nel 2015 è rappresentata
da tutte le attività legate al progressivo adeguamento al processo di evoluzione
normativa Basilea 3, e in particolare alle ulteriori segnalazioni previste con il
recepimento dell’Atto Delegato e con gli Additional Liquidity Monitoring Metrics. Il
Gruppo prosegue inoltre la partecipazione al monitoraggio Basilea 3, trimestrale
per il LCR e semestrale per il NSFR, e invia le segnalazioni di liquidità previste nel
regolamento UE 575/2013 (CRR), sotto forma di requisito in materia di copertura
della liquidità (LCR) e di finanziamento stabile (SF).
Nel corso del primo semestre 2015 il rifinanziamento effettuato con la BCE si è
progressivamente ridotto rispetto ai 2,235 miliardi di euro di fine 2014; la liquidità
a disposizione ha infatti consentito di effettuare due rimborsi anticipati di
operazioni LTRO per complessivi 1,5 miliardi di euro. A giugno, in funzione della
nuova operatività proposta dalla Banca Centrale Europea, il Gruppo ha
partecipato all’operazione TLTRO a 3 anni per un importo di 1,015 miliardi di
euro.
Al 30 giugno il debito residuo complessivo verso BCE si è quindi attestato a 1,750
miliardi di euro.
Programmi Obbligazioni Bancarie Garantite
Nel primo semestre 2015 non sono state effettuate nuove emissioni a valere sul
Programma garantito da Credem CB srl.
Al 30 giugno 2015 il controvalore nominale delle emissioni è pari a 2,1 miliardi di
euro.
Nel primo semestre 2015 sono inoltre scadute le ultime emissioni a valere sul
Programma garantito da Canossa CB.
NOTE ILLUSTRATIVE
230
1.4 Gruppo bancario – rischi operativi
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio
operativo
Il Gruppo ha sviluppato un sistema integrato di gestione dei rischi operativi
assunti che, in attuazione degli indirizzi strategici, consente di rafforzare la
capacità delle Unità Organizzative di gestirli consapevolmente, introducendo
strumenti di rilevazione, misurazione e controllo tali da garantire un’assunzione
dei rischi consapevole e compatibile con le strategie di Governance e con le
condizioni economiche e patrimoniali, nel rispetto delle indicazioni provenienti
dalle Autorità di Vigilanza”.
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha approvato il regolamento
“Gestione dei rischi operativi” (Regolamento ORM) con cui definisce le politiche di
gestione del rischio operativo a livello di Gruppo e Banca e determina un sistema
comune e coordinato caratterizzato da regole condivise per l’allocazione di compiti
e responsabilità.
Il regolamento definisce come rischio operativo “il rischio di perdite derivanti
dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane e sistemi interni,
oppure da eventi esogeni, ivi compreso il rischio giuridico; non sono inclusi quelli
strategici e di reputazione”
Inoltre, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha approvato, ai fini
della determinazione del requisito patrimoniale, l’utilizzo del metodo TSA per tutte
le società appartenenti al Gruppo Bancario.
Non sono intervenute variazioni significative rispetto all’esercizio precedente in
relazione al modello di gestione dei rischi operativi che di seguito viene
rappresentato sinteticamente: l’Organo con funzioni di supervisione strategica di
Gruppo è identificato nel Consiglio di Amministrazione di Credito Emiliano SpA,
Capogruppo del Gruppo Bancario Credito Emiliano – CREDEM. L’azione viene
esercitata con il supporto del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo (Comitato di
Governance, privo di deleghe, istituito con la finalità di svolgere un ruolo
istruttorio).
A livello di Gruppo sono stati individuati più organi con funzioni di gestione,
coincidenti con i Consigli di Amministrazione delle singole controllate, che hanno
adottato il Regolamento ORM traducendo il relativo “schema” nella specifica realtà
aziendale ed individuando concretamente le funzioni “locali” richieste per il buon
esito del processo.
Dal punto di vista operativo gli organi con funzione di supervisione strategica e
quelli con funzioni di gestione sono supportati dall’attività dell’ufficio Rischi
Operativi e di Credito (ROC). Nell’ambito del processo coordinato centralmente da
ROC (c.d. “ORM Centrale”), l’attività viene svolta con il supporto di alcune funzioni
“ORM Periferico” appartenenti a diversi servizi della banca.
L’Organo con funzioni di controllo è identificato nel Collegio Sindacale,
coerentemente con la disciplina vigente relativa agli enti che adottano un modello
“tradizionale” di governance societaria. Più in particolare, il Collegio della
Capogruppo è responsabile di vigilare sull’osservanza delle norme di legge,
regolamentari e statutarie, sulla corretta amministrazione, sull’adeguatezza degli
assetti organizzativi e contabili del Gruppo anche tramite il coordinamento con gli
omologhi organi collegiali presenti nelle controllate.
Nell’espletamento delle proprie attività tale organo viene supportato dal Servizio
Audit di Gruppo.
Il Regolamento ORM istituisce, inoltre, specifici flussi informativi verso l’organo di
controllo delle società interessate dal modello TSA (a livello individuale e
consolidato, secondo le rispettive competenze).
Il Sistema di Gestione dei Rischi Operativi è periodicamente sottoposto a revisione
indipendente da parte del Servizio Audit della Capogruppo.
NOTE ILLUSTRATIVE
231
Il sistema di gestione dei rischi operativi è definito come l’insieme strutturato dei
processi funzioni e risorse per l’identificazione, la valutazione e il controllo dei
rischi operativi ed è articolato nei seguenti sottoprocessi:
•
Identificazione;
•
Misurazione;
•
Monitoraggio e Controllo;
•
Mitigazione.
Il processo di “Identificazione” è composto dalle seguenti procedure:
•
Loss Data Collection: consiste nella raccolta dei dati di perdita operativa
interna con il coinvolgimento diretto di tutte le unità di business. In tale
ambito, gli eventi di perdita operativa sono classificati per Business Line
(corporate finance, trading and sales, retail banking, commercial banking,
payment and settlement,, agency services, asset management, retail
Brokerage) ed Event Type (frodi interne, frodi esterne, rapporto di impiego
e sicurezza sul lavoro, clientela - prodotti e prassi professionali, danni da
eventi esterni, interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi,
esecuzione, consegna e gestione dei processi);
•
Risk Self Assessment: consiste nella raccolta, attraverso questionario, di
stime soggettive espresse dai risk owner con riferimento agli eventi di
natura operativa potenzialmente rilevanti per le proprie unità di business;
•
Data Pooling/Comunicazione verso enti esterni: consiste nella
partecipazione ad iniziative consortili esterne e nella gestione delle relative
interrelazioni (ad es. consorzio DIPO) ed alla comunicazione dei dati di
perdita operativa raccolti agli Organi di Vigilanza (Banca d’Italia).
Il processo di “Misurazione” è rappresentato dalla quantificazione del Capitale a
Rischio (CaR) mediante stime soggettive. Le metodologie di misurazione delle
perdite attese e inattese sono finalizzate ad un’attività di controllo ed
individuazione di situazioni potenzialmente critiche e si basano sulla esecuzione di
questionari (RSA), con frequenza almeno annuale, che per ogni tipologia di evento
richiedono ai responsabili delle unità organizzative (UO) che possono
generare/gestire i rischi operativi, una stima soggettiva di alcuni fattori di rischio:
•
“frequenza tipica”, il numero medio atteso di eventi nell’arco temporale di
riferimento;
•
“impatto tipico”, la perdita media attesa per tipologia di evento;
•
“impatto peggiore”, l’impatto del singolo evento qualora esso si manifesti
nel peggior modo (ragionevolmente) concepibile.
L’analisi è svolta su più livelli: unità organizzativa, business units, società e
gruppo consolidato e per ogni livello sono prodotti: un valore di perdita attesa ed
un valore di perdita inattesa.
Il processo di “Monitoraggio e controllo” mira a identificare tempestivamente
eventuali disfunzioni nei processi aziendali o nelle procedure di gestione del rischio
al fine di consentire di valutare le necessarie azioni di mitigazione.
I Rischi Operativi sono inoltre monitorati all’interno del più ampio processo di Risk
Appetite Framework (RAF) di Gruppo (monitoraggio trimestrale).
Il sistema di reporting fornisce agli organi aziendali ed ai responsabili delle
funzioni interessate informazioni sul livello di esposizione ai rischi operativi e
rappresenta uno strumento di supporto per la loro gestione attiva e rappresenta la
sintesi dei processi di misurazione, monitoraggio e controllo.
Il processo di “Mitigazione” definisce le azioni da intraprendere per la prevenzione e
l’attenuazione dei rischi operativi ed è composto dalle seguenti procedure:
•
Analisi gestionale: consiste nell’analisi delle criticità emerse e delle diverse
possibili soluzioni a disposizione nell’ambito delle tradizionali modalità
alternative di gestione del rischio (ritenzione, trasferimento, mitigazione),
in ottica costi-benefici;
•
Gestione dell’attività di mitigazione: consiste nella scelta, pianificazione,
avvio delle attività, implementazione e completamento degli interventi di
NOTE ILLUSTRATIVE
232
mitigazione messi in atto e successivo controllo dell’avanzamento e
dell’efficacia degli interventi di mitigazione del rischio attuati;
•
Gestione delle forme di trasferimento: consiste nella individuazione,
valutazione, scelta e gestione delle diverse forme di trasferimento del
rischio.
La classificazione delle attività nelle linee di business regolamentari è declinata
nelle fasi di:
•
mappatura dati;
•
determinazione requisito patrimoniale individuale.
La mappatura dei dati si delinea a livello individuale attraverso il collocamento di
ciascuno dei centri gestionali nella business line regolamentare di pertinenza
seguendo i principi sanciti dal Regolamento UE n. 575/2013; segue quindi
l’individuazione delle fonti dati che riportano i dati reddituali di tali centri e gli
eventuali criteri di ripartizione.
In applicazione della mappatura definita, ciascuna società procede alla
determinazione dei valori per centro, alla collocazione sulle business line previste e
alla determinazione del requisito individuale.
Le attività definite per la determinazione del requisito patrimoniale consolidato
prevedono l’identificazione dell’”Indicatore Rilevante” individuale e la componente
riconducibile a ciascuna società del Gruppo per business line regolamentare (da
determinarsi in coerenza con i criteri sanciti nella mappatura utilizzata a fini
individuali).
Il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi, calcolato sull’ Indicatore
Rilevante del triennio 2012 - 2014, è pari a 117,1 milioni di euro.
RISCHI LEGALI
Il Gruppo, nel normale svolgimento della propria attività d’impresa, è parte di
diversi procedimenti giudiziari dai quali potrebbero anche derivare obblighi di
natura risarcitoria e/o restitutoria, con conseguente possibile esborso di risorse
economiche (c.d. rischio legale). Tutte le controversie in essere sono state
debitamente analizzate dalla Banca e, alla luce di tale analisi, nonché delle
indicazioni anche provenienti dai Legali Fiduciari esterni, sono stati effettuati, ove
ritenuto necessario, accantonamenti a bilancio nella misura idonea ed appropriata
alle singole circostanze.
Più in particolare è costituito un fondo rischi ed oneri diversi a presidio delle
potenziali passività che potrebbero scaturire dalle cause pendenti.
La maggior parte di tali controversie sono riconducibili alle principali attività del
Gruppo e riguardano, in particolare, le aree del credito, dei servizi di investimento,
dell’anatocismo e fiscali.
Di rilevanza minore sono le controversie relative all’ambito immobiliare,
amministrativo, all’operatività posta in essere dai promotori finanziari, alle
successioni e all’operatività di sportello.
Si fornisce di seguito una descrizione delle principali classi di passività potenziali
che, nel caso in cui la relativa passività sia stata giudicata probabile, hanno dato
luogo ad accantonamenti al fondo a fronte di altri diversi rischi ed oneri.
Oneri futuri per il personale: si tratta degli accantonamenti relativi a varie forme
di retribuzione non ricorrenti (es: premi di anzianità e bonus) relative a prestazioni
già effettuate ma che avranno la manifestazione finanziaria in futuro.
Malversazioni: si tratta di controversie nelle quali il Gruppo può essere coinvolto
in ragione del normale svolgimento della propria attività d’impresa, vi sono alcune
vertenze legali derivanti da comportamenti (asseritamente) anomali posti in essere
da dipendenti o promotori finanziari nello svolgimento delle mansioni loro affidate
o dell’attività espletata, con conseguenti contestazioni da parte della clientela nei
confronti del Gruppo stesso, che può eventualmente essere ritenuto responsabile
di tali comportamenti.
NOTE ILLUSTRATIVE
233
Il Gruppo procede a una valutazione delle singole posizioni caso per caso, in fatto e
in diritto, prestando particolare attenzione al dato documentale/fattuale.
Per effetto di detta analisi, ove opportuno, vengono pertanto di volta in volta
disposti (e tempo per tempo modificati, ove necessario) gli accantonamenti ritenuti
congrui in relazione alle specifiche circostanze della fattispecie in esame.
Contenzioso in materia di anatocismo: il numero complessivo delle cause
pendenti si mantiene consistente (in crescita anche rispetto agli ultimi anni), alla
luce, soprattutto, delle problematicità derivanti da alcuni orientamenti della
Giurisprudenza (oltre che dalle evoluzioni della normativa di settore). Tutte le
cause in materia– con crescente frequenza comprendenti anche contestazioni
relative al superamento del Tasso Soglia Usura – sono oggetto di costante
monitoraggio e i rischi che ne derivano, ove opportuno, sono fronteggiati da
appositi accantonamenti al Fondo rischi ed oneri diversi, in applicazione di quanto
previsto dallo IAS 37.
Contenzioso in materia di servizi di investimento: quanto alle contestazioni
aventi ad oggetto servizi di investimento – bond in default, derivati, ecc.– la policy
adottata dal Gruppo in materia è quella di procedere ad una valutazione delle
singole posizioni caso per caso, prestando particolare attenzione al dato
documentale e al profilo dell’adeguatezza degli investimenti contestati rispetto alla
posizione della singola controparte. Per effetto di detta analisi, ove ritenuto
opportuno, vengono pertanto di volta in volta disposti gli accantonamenti ritenuti
congrui in relazione alle specifiche circostanze. Il Gruppo, inoltre, prevede ad
effettuare accantonamenti a fronte dei reclami pervenuti in materia di servizi di
investimento in applicazione di quanto previsto dal paragrafo 39 dello IAS 37
Contenzioso fiscale
Euromobiliare Asset Management SGR: Ispezione Agenzia delle Entrate, Anno
2012
Il 16 marzo 2015 ha avuto inizio una verifica fiscale presso Euromobiliare Asset
Management SGR spa, sull’anno di imposta 2012, da parte della Direzione
provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate, esteso ad Ires, IRAP ed IVA.
Dopo approfondite indagini, il 29 luglio è stato notificato alla società il Processo
Verbale di chiusura delle operazioni di verifica, nel quale viene statuito che “non
sono emerse fattispecie fiscalmente rilevanti”.
Credem International Lux Ispezione Agenzia delle Entrate, Anni 2007-2012
L’8 giugno 2015 la Direzione provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate ha
notificato al rappresentante legale della controllata Credem International Lux un
“invito a comparire”, atto col quale viene convocato un potenziale soggetto passivo
di imposta al fine di informarlo formalmente dell’avvio di un’attività ispettiva a suo
carico (o, come in questo caso, a carico della società di cui lo stesso è
rappresentante legale). Nell’atto è stato comunicato che l’analisi della
documentazione reperita, in sede di verifica (di cui sopra), presso Euromobiliare
Asset Management SGR spa, ha condotto l’Agenzia delle Entrate al convincimento
che la valutazione allo stato attuale che la “direzione effettiva” e “l’oggetto
principale dell’attività” di Credemlux siano in Italia, presso la sede dell’SGR.
Il 28 luglio 2015 l’Agenzia delle Entrate ha notificato il Processo Verbale di
chiusura dell’attività di verifica che, in estrema sintesi, conferma la suddetta
valutazione in merito alla direzione effettiva e all’oggetto principale della attività di
Credem International Lux. In attesa del prossimo passo dell’Agenzia delle Entrate,
Credem International Lux porrà in essere tutte le attività volte a salvaguardare i
propri interessi, sia verso l’ordinamento tributario italiano sia verso l’Organo di
Controllo e Vigilanza bancaria e verso l’Amministrazione finanziaria
lussemburghesi, al fine di tentare di ottenere un loro diretto coinvolgimento
avverso le pretese dell’Agenzia delle Entrate.
Conseguentemente, in tale contesto, in fase assolutamente iniziale, la società
seguirà l’evoluzione degli elementi a propria disposizione che allo stato attuale non
NOTE ILLUSTRATIVE
234
comportano la individuazione di alcun accantonamento a presidio del rischio che
dovesse avere impatto sulla società e sul Gruppo.
Sono infine presenti controversie di minore rilevanza relative all’operatività posta
in essere dai promotori finanziari, al contenzioso lavoristico, nonché all’ambito
immobiliare, amministrativo.
Informazioni di natura quantitativa
Si riporta di seguito la composizione percentuale delle perdite operative del Gruppo
Credem per tipologie di evento:
ET 01 - Frode Interna
ET 02 - Frode esterna
ET 03 - Relazioni con il personale e sicurezza dell'ambiente di lavoro
ET 04 - Rapporti con clienti, prestazioni di servizi e prodotti
ET 05 - Disastri ed altri eventi
ET 06 - Sistemi
ET 07- Esecuzione, gestione, consegna di servizi e prodotti
Nel corso del 1° semestre 2015, la principale fonte di rischio operativo, per importo
di perdita, è risultata essere la tipologia di evento “Frode Esterna” (ET 02) che
include le perdite dovute a frode, appropriazione indebita o violazioni di leggi da
parte di un terzo senza la collaborazione di una parte interna (circa il 14% di tale
importo è dovuto a perdite riconducibili al rischio informatico). La seconda fonte si
riferisce a “Disastri e altri eventi” (ET 05) che include le perdite dovute a
smarrimenti di valori o danni ad attività materiali rivenienti da catastrofi naturali o
altri eventi (l’importo più rilevante del semestre si riferisce alle opere di ripristino a
seguito dell’evento sismico del 2012 in Emilia). Inoltre, in ordine decrescente di
incidenza, si sono registrate perdite dovute a esecuzione, gestione e consegna di
prodotti o servizi (ET 07), a rapporti con clienti, prestazioni di servizi o prodotti (ET
NOTE ILLUSTRATIVE
235
04), e a relazioni con il personale e sicurezza dell'ambiente di lavoro (ET 03). Quasi
nulle, in termini di incidenza, risultano essere le perdite legate a
malfunzionamento dei sistemi tecnologici (ET 06), mentre l’incidenza nulla delle
perdite dovute a frodi interne (ET 01) è in realtà dovuta ad una ripresa di valore a
seguito di un contenzioso non creditizio vinto dalla Banca nei confronti di un
cliente, relativamente alla malversazione di un ex-dipendente.
NOTE ILLUSTRATIVE
236
Sezione 2 – Rischi delle imprese di assicurazione
CREDEMVITA S.P.A.
Approccio alla gestione del rischio di Credemvita
Strategie e gestione del rischio
Credemvita S.p.A opera sulla scorta di una strategia di assunzione e gestione dei
rischi basata su criteri di sana e prudente gestione e coerente con il livello
patrimoniale dell’impresa. Tale strategia si fonda su principi di valutazione dei
rischi che considerano gli aspetti relativi alla significatività (impatto economico) ed
alla probabilità degli eventi.
La strategia di gestione del rischio si sostanzia nell’insieme dei valori e dei
comportamenti che caratterizzano l’atteggiamento della Compagnia nei confronti
del rischio, in ogni sua attività: dalla formulazione delle strategie di business alle
attività operative correnti. La filosofia della gestione del rischio adottata riflette
pertanto i valori della Compagnia, influenza la sua cultura e il suo stile operativo
ed incide sul modo in cui gli elementi del sistema di gestione dei rischi sono
attivati. Sono inoltre componenti sostanziali della filosofia di gestione dei rischi le
modalità di identificazione dei rischi, la tipologia dei rischi assunti e la loro
gestione.
L’approccio seguito nella gestione dei rischi è fondato sul criterio di proporzionalità
e viene delineato in un’apposita politica interna, Politica di Gestione dei Rischio,
sulla scorta di principi di carattere generale mentre gli aspetti di dettaglio sono
declinati nella specifica documentazione all’uopo predisposta (framework di
riferimento per l’analisi del profilo di rischio, procedura di censimento dei rischi,
politiche di investimento, politiche assuntive, ecc).
La gestione del rischio ed in generale le decisioni strategiche sono assunte
basandosi su analisi risk based al fine di consentire alla Compagnia
l’ottimizzazione del capitale, di efficientare le performance aziendali e di mitigare il
rischio reputazionale verso i contraenti, il mercato ed i Regolatori.
Gli elementi chiave attraverso cui viene definita la strategia e le modalità di
gestione dei rischi della Compagnia sono i seguenti:
•
Definizione delle categorie di rischio;
•
Risk Appetite Framework;
•
Il modello organizzativo di gestione del rischio – Limiti operativi e controlli;
•
L’analisi interna per l’identificazione del profilo di rischio;
•
Le politiche di gestione del rischio;
•
Piani di emergenza;
•
Gli strumenti e le metodologie di misurazione del rischio.
Inoltre, Credemvita nell’ambito del proprio sistema di gestione dei rischio, ha
strutturato ed implementato un autonomo processo di valutazione della propria
Adeguatezza Patrimoniale, attuale e prospettica, in relazione ai rischi verso i quali
la Compagnia risulta effettivamente esposta (FLAOR). Tale processo ha le seguenti
finalità:
•
diffondere la cultura del rischio;
•
garantire l’adeguatezza del capitale anche in ottica prospettica.
Definizione delle categorie di rischio
Al fine di diffondere la cultura di gestione dei rischi e ottenere una piena
comprensione dell’importanza strategica di una gestione integrata degli stessi,
Credemvita, ai sensi del Regolamento IVASS n.20 art. 19 che richiede di
provvedere alla catalogazione dei rischi in funzione della natura e dimensioni
dell’attività, ha definito una classificazione dei rischi che consente l’ottenimento di
NOTE ILLUSTRATIVE
237
un’adeguata convergenza tra definizioni utilizzate dall’IVASS, dall’ EIOPA e in
generale a livello di mercato. I rischi sono classificati nelle seguenti principali
classi:
•
Rischi tecnici assicurativi
•
Rischi di mercato (compreso il rischio di liquidità)
•
Rischi di default
•
Rischi operativi
•
Rischi di non conformità alle norme
•
Rischi di secondo livello
•
Rischi strategici
Risk Appetite Framework
Il Risk Appetite Framework è il quadro di riferimento che definisce - in coerenza
con il massimo rischio assumibile, la mission aziendale e il piano strategico - la
propensione al rischio, le soglie di tolleranza, i limiti di rischio, le politiche di
governo dei rischi, i processi di riferimento necessari per definirli e attuarli.
Il processo di definizione del risk appetite si affianca al processo di pianificazione
strategica; tali elementi non sono infatti disgiunti, ma si influenzano a vicenda con
l’obiettivo di ottenere la massimizzazione del profilo rischio – rendimento della
Compagnia.
Negli intendimenti di Credemvita, la strategia di rischio deve presentare le seguenti
caratteristiche:
•
coerenza con il livello di patrimonio disponibile;
•
misurabilità in termini quantitativi per permettere al management di
valutare l’impatto dei rischi sull’andamento aziendale;
•
presenza di un monitoraggio continuativo del profilo di rischio e confronto
con il risk appetite.
La propensione al rischio è definita sulla scorta della normativa attuale in tema di
Margine di Solvibilità. In tale accezione, il margine di solvibilità richiesto ed il
relativo indice di solvibilità, determinato come rapporto tra il margine di solvibilità
disponibile e margine richiesto, sono costantemente monitorati in quanto
individuano il livello di capitale che la Compagnia deve detenere per fronteggiare i
rischi derivanti dal business. Tale monitoraggio è effettuato dalla Compagnia con
riferimento alla situazione consuntiva e prospettica utilizzando anche analisi di
stress test.
Le valutazioni relative alla posizione di solvibilità della Compagnia definiscono il
livello di tolleranza al rischio complessivo. In base a questo livello si delinea il
contesto di riferimento dove vengono predisposte le politiche assuntive,
riassicurative, liquidative, di investimento dell’attivo nonché la gestione degli
ulteriori rischi operativi.
Modello organizzativo di gestione del rischio
Il modello organizzativo di gestione del rischio di Credemvita prevede il
coinvolgimento dei seguenti organi:
•
Consiglio di Amministrazione: responsabile della definizione delle direttive in
materia di gestione dei rischi (insieme delle strategie e delle politiche di
assunzione, valutazione e gestione dei rischi maggiormente significativi), della
fissazione dei livelli di tolleranza al rischio e della verifica della corretta
implementazione del sistema di gestione dei rischi da parte dell’Alta Direzione;
•
Alta Direzione: è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del
monitoraggio del sistema di gestione dei rischi;
•
il Risk Management è responsabile di supportare il Consiglio di
Amministrazione e l’Alta Direzione nell’individuazione, la misurazione e il
monitoraggio dei rischi aziendali significativi;
NOTE ILLUSTRATIVE
238
la funzione di Compliance è responsabile di valutare che l’organizzazione e le
procedure aziendali siano adeguate a prevenire i rischi di incorrere in sanzioni
giudiziarie o amministrative, perdite patrimoniali o danni di reputazione, in
conseguenza di violazioni di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità
di vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione e di supportare il
Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione in tema di rischi di non
conformità alle norme;
•
la funzione di Internal Audit è preposta a monitorare e valutare l’efficacia e
l’efficienza del Sistema dei Controlli Interni e di Gestione dei Rischi;
•
Il Comitato di coordinamento delle funzioni di controllo, formato dalle funzioni
di Risk Management, Compliance e Internal Audit, ha il compito di garantire
l’efficienza e l’efficacia dell’azione delle funzioni di controllo ed in generale del
sistema di controllo interno e di gestione dei rischi attraverso una adeguata
azione di coordinamento e scambio informativo.
La gestione operativa dei rischi rimane in carico alle singole funzioni competenti,
in ragione della loro responsabilità sui processi operativi gestiti.
Il modello di gestione dei rischi adottato da Credemvita è caratterizzato da:
•
una fase di aggiornamento dei limiti operativi di contenimento del rischio a
seconda delle esigenze organizzative e a seguito di variazioni del contesto
interno o esterno, o qualora non siano più in linea con il profilo di rischio
richiesto dall’organo amministrativo;
•
una conseguente attività di controllo sui limiti operativi di contenimento del
rischio. Le attività di controllo sul rispetto dei livelli di tolleranza al rischio
definiti dal Consiglio di Amministrazione e dei limiti operativi definiti dall’Alta
Direzione si sostanziano in specifici presidi organizzativi atti a garantire il
rispetto dei limiti stessi ed attivare tempestivi processi di segnalazione a fronte
di eventuali rilevazioni di superamento.
•
L’analisi interna per l’identificazione del profilo di rischio
Credemvita ha previsto una procedura di censimento dei rischi, da intendersi
come strumento metodologico di supporto nello svolgimento delle attività di
individuazione e valutazione dei rischi, per sua natura in evoluzione in base al
progressivo affinamento del sistema di gestione dei rischi e all’evoluzione del
quadro normativo di riferimento.
La procedura di censimento dei rischi di Credemvita si articola in quattro fasi:
•
Analisi del Piano strategico aziendale;
•
Individuazione dei fattori di rischio esterni;
•
Individuazione dei fattori di rischio operativi, di non conformità alle norme e
di secondo livello;
•
Individuazione dei fattori di rischio strategico.
Le politiche di gestione dei rischi
Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi e coerentemente con quanto previsto
dalla normativa, il Consiglio di Amministrazione ha formalizzato un set di politiche
scritte per ognuno degli ambiti di rischiosità che insistono su Credemvita. Ciascun
documento dettaglia gli obiettivi, i compiti, le responsabilità, il processo, le
procedure da seguire ed i flussi informativi messi in atto per la gestione del rischio
esaminato. I documenti, inoltre, hanno l’obiettivo più generale di contribuire alla
diffusione della cultura del controllo e di gestione dei rischi all’interno della
società.
Il rispetto e l’applicazione dei Documenti sono garantiti dalla presenza del Sistema
dei Controlli Interni costituito da un insieme di Regole, Procedure e Tecniche di
Controllo e Strutture Organizzative volto ad assicurare il corretto funzionamento
ed il buon andamento dell’impresa.
I rischi sono monitorati in maniera continuativa dalla funzione di Risk
Management e dalle singole funzioni competenti; a tal fine è stato sviluppato e
NOTE ILLUSTRATIVE
239
affinato progressivamente il reporting relativo all’evoluzione dei rischi nei confronti
del Consiglio di Amministrazione, dell’Alta Direzione e delle strutture operative
competenti al fine di migliorare la comunicazione dei risultati e consentire una
maggior comprensione delle tematiche connesse alla valutazione dei rischi.
In particolare la documentazione prevede, per i rischi quantificabili, l’effettuazione
di analisi attuali e prospettiche relative a scenari particolarmente sfavorevoli
(stress test).
Rischi assicurativi
Le principali tipologie di prestazione che la Compagnia ha collocato, attraverso le
reti distributive con le quali intrattiene le relative convenzioni, vengono di seguito
classificate evidenziando inoltre il rapporto di composizione relativo alla situazione
al 30 Giugno 2015:
Ramo I
Capitale Differito
Capitalizzazioni
Miste
Rendite
Vite Intere
8,86%
1,94%
43,97%
0,02%
5,20%
Totale
59,98%
Ramo III
Capitale Differito
Vite Intere
0,53%
35,29%
Totale
35,82%
Totale
0,60%
Temp. Caso morte
Fondo Pensione
Linea Garantita
Altro
1,10%
2,51%
Totale
3,60%
I rischi, derivanti dall’andamento sfavorevole degli eventi effettivamente realizzati,
rispetto a quelli stimati sui quali è stato costruito il premio, vengono definiti Rischi
Tecnici.
I fattori di rischio da cui dipende il rischio tecnico assicurativo sono la mortalità, la
sopravvivenza, l’invalidità, la malattia, la mutualità, il comportamento degli
assicurati e le spese (tali fattori di rischio vengono definiti nel “Framework di
riferimento per la gestione dei rischi” adottato dalla Compagnia).
Di seguito si riporta una sintesi dei principali rischi che gestisce la Compagnia.
Rischio Mortalità
La variazione sfavorevole del tasso di mortalità, in termini di variazioni della
mortalità stimata, ha effetti sulla copertura caso morte ed implica la necessità di
aggiornare costantemente le basi demografiche adottate nella costruzione delle
NOTE ILLUSTRATIVE
240
tariffe.
I prodotti con elevata componente di rischio mortalità sono pari al 0,60% del totale
dei prodotti della Compagnia.
Tali prodotti sono caratterizzati da un elevato grado di standardizzazione sia dal
punto di vista del processo assuntivo sia da quello dei capitali assicurati.
In fase assuntiva vengono espletate tutte le attività funzionali a garantire una
elevata “qualità” del rischio assunto.
Le basi demografiche utilizzate per il calcolo dei premi puri sono, nella quasi
totalità dei casi, quelle desumibili dal censimento effettuato nel 2002 della
popolazione italiana.
La politica riassicurativa limita a 75.000 euro il livello di ritenzione del rischio per
assicurato.
La Compagnia esegue inoltre le attività di backtesting funzionali a determinare la
misura della mortalità effettiva del portafoglio rispetto a quella attesa.
Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio mortalità in ottica
Solvency II, il contributo dell’SCR mortalità è di Euro 3.7 milioni su un totale di
SCR pari a Euro 152 milioni (con riferimento alla data di valutazione
31/12/2014).
Rischio Sopravvivenza
La fluttuazione sfavorevole del tasso di sopravvivenza, in termini di allungamento
della vita media stimata, ha effetti sulle coperture assicurative. Infatti,
l’allungamento della vita media può creare un’inattesa estensione della durata
delle obbligazioni assunte verso gli assicurati e la necessità di aggiornare
costantemente le basi demografiche adottate nella costruzione delle tariffe.
Attualmente il rischio non è significativo; allo stato attuale infatti la Compagnia ha
in corso di pagamento rendite che pesano per un 0,02% sul totale dei prodotti.
Rischio Invalidità
La fluttuazione sfavorevole del fattore di rischio invalidità degli assicurati rispetto
alle previsioni (ossia l’incapacità fisica dell’assicurato a svolgere, in tutto o in
parte, un qualsiasi lavoro proficuo) possono rendere inadeguate le ipotesi adottate
nel momento di pricing di prodotti.
Nel corso dell’anno la Compagnia ha detenuto in portafoglio una quantità
contenuta di questa tipologia di prodotti.
Rischio Malattia
La fluttuazione sfavorevole del fattore di rischio malattia degli assicurati rispetto
alle previsioni (ossia il verificarsi di alterazioni dello stato di salute, non dipendenti
da infortunio) ha effetti sulle coperture assicurative e può rendere inadeguate le
ipotesi adottate nel momento di pricing dei prodotti.
Ad oggi la Compagnia non ha in portafoglio prodotti che presentano questa
tipologia di rischio.
Rischio Mutualità
La diminuzione della numerosità delle polizze in portafoglio potrebbe avere effetti
negativi inattesi sui benefici provenienti dalla mutualità. Un’elevata numerosità di
polizze permette di “attutire” il verificarsi di eventi sinistrorsi sull’intera
popolazione.
E’ un rischio oggi limitato al portafoglio delle coperture caso morte. La dimensione
del portafoglio riferito a questa tipologia di rischio è sostanzialmente stabile e di
NOTE ILLUSTRATIVE
241
dimensioni adeguate a contenere il rischio di mutualità. In dettaglio, il numero di
contratti/adesioni:
Data
Contratti/adesioni
31-dic-14
122.665
30-giu-15
123.045
Rischio Comportamento degli assicurati
Le fluttuazioni del fattore di rischio comportamento degli assicurati, derivante
dagli scostamenti dell’esercizio da parte degli assicurati alle opzioni a loro
riconosciute quali ad esempio riscatto, riduzioni del contratto, differimento
automatico a scadenza, conversione in rendita, etc, possono rendere inadeguato il
pricing dei prodotti.
Il rischio comportamento degli assicurati riguarda tutti i prodotti di Ramo I, pari al
59,98 sul totale e di Ramo III, pari al 35,82% sul totale.
Nelle periodiche valutazioni prospettiche integrate di attivo e passivo si è
evidenziata un’esposizione della Compagnia ad eventuali riscatti superiori rispetto
a quelli ipotizzati nelle valutazioni “best estimate”.
Per mitigare questo rischio, la Compagnia ha da tempo introdotto penali di riscatto
per i prodotti in cui detiene un rischio mercato.
Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio aumento riscatti in
ottica Solvency II, il contributo dell’SCR riscatti è di 13.9 milioni su un totale di
SCR pari a 152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014).
Rischio Spese
Incrementi inattesi del fattore di rischio spese, in termini di spese variabili e spese
fisse (comprese le spese di gestione con particolare riferimento all’andamento dei
prezzi e dei salari) possono rendere inadeguate le ipotesi adottate nel momento di
pricing dei prodotti.
In considerazione del fatto che il rischio spese riguarda tutti i prodotti della
Compagnia, esiste un processo di “Cost Allocation” necessario per il controllo e la
gestione di questo fattore di rischio.
Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio spese in ottica
Solvency II, il contributo dell’SCR spese è di 6.8 milioni su un totale di SCR pari a
152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014).
Rischi di mercato
I rischi legati agli investimenti vengono definiti rischi di mercato.
I fattori di rischio sottostanti il rischio di mercato sono tasso di interesse, corsi
azionari, credito, tasso di cambio, liquidità del titolo, prezzi di immobili ed altri
beni, volatilità e concentrazione (tali fattori di rischio vengono definiti nel
“Framework di riferimento per la gestione dei rischi” deliberato dal CdA di
Credemvita nel corso del 2014).
I fattori di rischio di mercato, coerentemente con l’attuale regime normativo
Solvency I, vengono individuati nelle classi di bilancio specifiche delle Gestioni
Separate Credemvita ed Credemvita 2, nel portafoglio libero e nella linea
obbligazionaria garantita del Fondo Pensione.
NOTE ILLUSTRATIVE
242
La tabella riportata di seguito rappresenta la distribuzione degli strumenti nei
portafogli suddetti al 30 Giugno 2015 per tipologia, espressi in percentuale
rispetto al controvalore totale di mercato pari a 3.300 milioni di euro.
Tipo Titolo
Emittenti Governativi
Tipo Cedola
Fixed
Floating
Totali
54,23%
2,11%
Totale
Emittenti
Obbligazionari
Fixed
Floating
56,34 %
7,55%
11,26 %
Totale
18,81%
Totale
24,85 %
OICR
Rischio di tasso di interesse
Il rischio di tasso di interesse si origina quando uno shock (positivo o negativo) dei
tassi di interesse produce variazioni non sincronizzate nel valore delle attività e
delle passività.
Nell’ipotesi di considerare entrambe le gestioni in run-off (ipotesi coerenti con le
linee guida del prossimo contesto normativo Solvency 2), la Compagnia è esposta
al rischio di rialzo tasso d’interesse sulla gestione separata Credemvita 2 e al
rischio ribasso di interesse per la gestione separata Credemvita. Essendo il volume
di Credemvita 2 significativamente superiore a quello di Credemvita, l’effetto
congiunto dei due rischi tasso di interesse porta la Compagnia ad essere
penalizzata a fronte di un rialzo dei tassi di interesse. La Compagnia controlla su
base continuativa tale fattore di rischio attraverso specifiche analisi di ALM (volte
alla proiezione dei flussi di cassa attivi/passivi, alla proiezione dei rendimenti e
alla duration gap).
E’ da notare come tale rischio, considerando tutti i prodotti a rischio mercato, sia
attenuato per i seguenti motivi:
•
la Compagnia ha la facoltà di fissare il minimo garantito annualmente per i
prodotti della gestione separata Credemvita 2,
•
nella gestione separata Credemvita, per la maggior parte dei prodotti, il
minimo garantito viene riconosciuto a scadenza oppure per i primi 5 anni.
Anche il comparto obbligazionario garantito del Fondo pensione è esposto ad un
ribasso dei tassi d’interesse. Tale rischio risulta poco materiale considerando il
totale delle posizioni esposte al rischio mercato.
Si riporta inoltre la composizione dei livelli di rendimento garantiti ai contratti che
la Compagnia offre agli assicurati. Le percentuali si riferiscono ad un totale di
impegni pari al 3.052 milioni di euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
243
DENOMINAZIONE GESTIONE
SEPARATA/ALTRO
LINEE DI GARANZIA
GESTIONE
SEPARATA E TASSO
TECNICO TCM
Impegni verso
gli assicurati
% Incidenza sul
totale
1,75%
Riconosciute annualmente
con consolidamento
Riconosciute con
consolidamento per anno
2015*
4,00%
Riconosciute annualmente
con consolidamento
5,47%
2,00%
Riconosciute a scadenza
per i primi 5 anni
2,13%
2,00%
Credemvita
STRUTTURA DELLE
GARANZIE
3,00%
3,00%
2,74%
2,75%
Riconosciute a scadenza
1,52%
Riconosciute in caso di
decesso
1,29%
totale Credemvita
15,90%
0,00%
Credemvita II
2,15%
1,25%
Altro
5,12%
Riconosciute annualmente
con consolidamento
Riconosciute con
consolidamento per anno
2015*
0,02%
76,21%
totale Credemvita II
TCM
81,36%
0,00%
Altro
0,00%
1,00%
Altro
0,02%
1,70%
Altro
0,06%
1,75%
Altro
0,16%
2,00%
Altro
0,73%
3,00%
Altro
0,00%
4,00%
Altro
0,00%
totale TCM
Fondo pensione
"Credemprevidenza"
0,97%
2,00%
Altro
1,78%
Totale Fondo pensione
"Credemprevidenza"
Totale
1,78%
100,00%
*Per gli anni successivi al 2015, come riportato nei rispettivi fascicoli informativi,
la Compagnia ha la facoltà di variare il suddetto livello di garanzia
L’analisi di ALM eseguita secondo i dettami normativi determina l’eventuale riserva
(riserva ex 1801) da accantonare per far fronte al rischio che i rendimenti minimi
garantiti alla clientela risultino inferiori ai rendimenti prospettici e rappresenta
una quantificazione del rischio in oggetto.
La Compagnia ha svolto in data 30 Giugno 2015 l’indagine statistica IVASS
sull’esposizione ai rischio tasso d’interesse (sono state seguite le linee guida
riportate nella lettera circolare IVASS del 30 maggio 2013 prot.n. 19-13-002902).
Di seguito si riportano i risultati classificandoli per metodologia di calcolo e per
scenario testato:
NOTE ILLUSTRATIVE
244
Metodo A:
Scenario IR
down
dic-14 21.916.912
giu-15 25.557.506
Scenario Base Scenario IR up
19.056.217
20.355.603
16.255.172
15.712.150
Metodo C:
Scenario IR down Scenario Base
dic-14 21.099.607
giu-15 24.885.679
17.234.248
17.983.286
Scenario IR up
13.472.620
11.562.047
Come si può notare, il metodo A implica un’esposizione maggiore al rischio tasso
d’interesse in quanto, rispetto al metodo C, non vengono considerati eventuali
effetti compensativi tra polizze con livelli di garanzia differenti.
Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio legato ad un aumento
dei tassi di interesse in ottica Solvency II, il contributo dell’SCR tasso è di 74.3
milioni su un totale di SCR pari a 152 milioni (con riferimento alla data di
valutazione 31/12/2014).
Rischio corsi azionari
Il rischio corsi azionari si origina quando le attività della compagnia sono sensibili
all’andamento dei mercati azionari.
Il totale degli OICR presenti in portafoglio ammonta a circa 820,01 milioni di euro,
pari al 24,7% del totale controvalore di mercato delle esposizioni dove la
Compagnia detiene un rischio mercato.
Di seguito si riportano le esposizioni in percentuale, rispetto al controvalore totale
di mercato delle esposizioni in OICR e dei mercati di riferimento caratteristici degli
OICR stessi:
Mercato Riferimento
Azionario
Govt Breve Termine
Govt Medio termine
Immobiliare
Corporate IG
Corporate HY
Esposizione
39,24 %
18,66%
10,83%
0,03%
25,71 %
5,53%
L’esposizione al rischio corsi azionari è pari a circa 321, 78 milioni di euro, ovvero
pari al 39,24% del controvalore totale di mercato delle esposizioni in OICR e pari al
9,69 % del totale controvalore di mercato delle esposizioni dove la Compagnia
detiene un rischio mercato.
Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio azionario in ottica
Solvency II, il contributo dell’SCR equity è di 66,5 mln su un totale di SCR pari a
152 mln (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014).
Rischio prezzi di immobili ed altri beni
Il rischio di prezzo di immobili ed altri beni si origina quando i flussi finanziari
sono generati da attività sensibili all’andamento dei prezzi di tali mercati. Il rischio
di prezzo di immobili ed altri beni è limitato alla variabilità dei valori quota degli
OICR immobiliari in portafoglio.
Non vi sono esposizioni materiali che risentono di tale fattore di rischio.
Rischio Credito
NOTE ILLUSTRATIVE
245
L’esposizione al rischio credito, che deriva da un cambiamento inatteso nel livello o
nella volatilità degli spread creditizi rispetto alla struttura a termine del tasso privo
di rischio, si riferisce ad attività, passività e strumenti finanziari sensibili alle
variazioni degli spread creditizi.
La Compagnia, per rispondere a quanto richiesto dalla lettera Ivass del 22 luglio
2013 dove si evidenzia la necessità di:
•
evitare un esclusivo e meccanico affidamento ai rating elaborati dalle agenzie
specializzate per la valutazione dei propri rischi d’investimento;
•
adottare, pertanto, strumenti e tecniche per la valutazione autonoma del
rischio di credito, inteso come il rischio di perdita derivante da oscillazione del
merito creditizio dei soggetti nei confronti dei quali si è esposti.
ha, tramite il proprio Consiglio di Amministrazione, deliberato l’adozione del
“Modello Interno di Valutazione del Merito Creditizio” definito dall’attività
progettuale “Progetto Kremod”, promosso all’interno del Gruppo Credito Emiliano
con il coordinamento del Risk Officer della controllante e con la partecipazione
congiunta di tutte le Società appartenenti al Gruppo (Credito Emiliano, Banca
Euromobiliare, Euromobiliare Asset Management S.G.R. e Credemvita) interessate
alle raccomandazioni impartite dalle diverse Autorità di Vigilanza. Il Consiglio di
Amministrazione di Credemvita ha ritenuto tale modello idoneo a dare attuazione
alle indicazioni impartite, per quanto interesse della Compagnia, da IVASS e
COVIP. Nell’arco del primo semestre 2015, a seguito del processo annuale di
valutazione della tenuta del “Modello Interno di Valutazione del Merito Creditizio”,
svolto con il coordinamento del Risk Officer di Gruppo, la Compagnia ha ritenuto
detto modello idoneo a dare attuazione alle indicazioni impartite dalle Autorità di
Vigilanza, segnatamente IVASS e COVIP, in materia di utilizzo dei giudizi emessi
dalle agenzie di rating.
La tabella di seguito rappresenta la distribuzione della qualità del credito (definita
con la metodologia “Procedura processo identificazione qualità del credito”
approvata dal Consiglio di Amministrazione l’11 marzo 2014) degli emittenti
obbligazionari presenti nei portafogli dove la Compagnia detiene un rischio
mercato al 30 Giugno 2015. Con riferimento a tale data, il peso degli emittenti
obbligazionari soggetti al rischio credito è pari al 18,81% dell’ammontare dei
portafogli dove la Compagnia detiene il rischio mercato.
La qualità del credito è espressa numericamente da 0 a 6 dove la qualità del
credito migliore ha un valore numerico più basso.
Qualità del credito
Percentuale
0
1
2
3
0,16%
2,40%
34,94%
55,20%
TOTALE
18,81%
Alla data di valutazione, la Compagnia non detiene posizioni con qualità del credito
inferiore al 3.
Considerando gli emittenti governativi presenti nei portafogli dove la Compagnia
detiene un rischio mercato al 30 Giugno 2015, nella tabella di seguito vengono
riportati le distribuzione della qualità del credito (definita con la metodologia
“Procedura processo identificazione qualità del credito” approvata dal Consiglio di
Amministrazione Credemvita).
NOTE ILLUSTRATIVE
246
Emittente
Significatività
Italia
>5%
Presente nel Ptf
altre società
Gruppo
Presente nel Ptf
altre società
Gruppo
Presente nel Ptf
altre società
Gruppo
Presente nel Ptf
altre società
Gruppo
Modello
Applicato
Francia
Stati Uniti
Spagna
Merito di
Credito
Ammissibilità
Investment
Grade
Investment
Grade
OK
KREMOD
Moderato Low
Risk
Adeguato
KREMOD
Buono
Investment
Grade
OK
KREMOD
Buono
Investment
Grade
OK
KREMOD
Moderato Low
Risk
Investment
Grade
OK
KREMOD
Germania
Livello di
Rischio
OK
Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio credito in ottica
Solvency II, il contributo dell’SCR spread è di 69,4 milioni su un totale di SCR pari
a 152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014).
Rischio di cambio
Il rischio di cambio si origina quando titoli azionari o obbligazionari sono
denominati in valuta estera diversa da quella dei corrispondenti impegni tecnici
assunti contrattualmente.
Le esposizioni che sono soggette al rischio cambio risultano contenute in quanto
ammontano a circa 155,2 milioni di euro, pari al 4,67% del totale controvalore di
mercato delle esposizioni dove la Compagnia detiene un rischio mercato.
Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio cambio in ottica
Solvency II, il contributo dell’SCR forex è di 11,8 milioni su un totale di SCR pari a
152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014).
Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità è definito come il rischio di conseguire delle perdite connesse
alla difficoltà di trovare sul mercato la controparte interessata all’acquisto dei titoli
che si intende smobilizzare.
La maggior parte dei titoli della Compagnia sono negoziati su mercati
regolamentati. Inoltre è in vigore un limite massimo del 10% del valore complessivo
del portafoglio che risente del rischio mercato per l’acquisto di strumenti finanziari
caratterizzati da scarsa liquidità.
Al 30 Giugno 2015 nella gestione separata Credemvita la percentuale di titoli
considerati illiquidi è pari al 2,38% del controvalore totale di mercato del
portafoglio stesso mentre in Credemvita 2 la percentuale è pari al 1,30% del
controvalore totale di mercato del portafoglio stesso.
Le analisi periodiche dei flussi di cassa volte alla valutazione del rischio liquidità
(secondo quando deliberato dal documento di “Liquidity Policy”), sempre per
quanto riguarda le gestioni separate, dimostrano una buona capacità della
Compagnia nel far fronte alle uscite previste impiegando titoli liquidi, di breve
termine e quindi bassa volatilità.
Rischio di volatilità
Il rischio di volatilità si origina quando gli attivi della compagnia che risultano
investiti in derivati risulteranno per loro natura sensibili alla volatilità delle
variabili di mercato sottostanti (tassi di interesse, di cambio, prezzi azionari, …).
Alla data di valutazione, 30 Giugno 2015, la Compagnia non detiene alcun tipo di
strumento finanziario derivato in portafoglio.
NOTE ILLUSTRATIVE
247
Rischio concentrazione
L’esposizione al rischio di concentrazione, che deriva da una variazione inattesa
dei prezzi e del valore delle esposizioni verso emittenti su cui si ha un accumulo di
esposizione, si riferisce alle attività soggette al rischio azionario, al tasso di
interesse e credito e al rischio immobiliare incluse nel rischio di mercato, ed
esclude le attività soggette al rischio di inadempimento di controparte
Al 30 Giugno 2015 non vi sono emittenti sui quali insiste un rischio di
concentrazione.
Rischi default
I rischi di default (controparte) in ambito assicurativo sono riconducibili alla
possibile perdita legata ai rapporti con riassicuratori, coassicuratori, assicurati ed
intermediari.
Ogni volta che un’impresa di assicurazione sottoscrive un qualsiasi contratto con
una controparte finanziaria (es. tutte le contrattazioni non regolamentate OTC)
può incorrere nel rischio di inadempimento della stessa.
Le compagnie di assicurazione per la peculiarità del loro business, sono soggette
anche al rischio legato all'insolvenza dei riassicuratori, oltre che ai rischi per i
crediti vantati nei confronti di altre compagnie di assicurazione (coassicurazione),
degli assicurati (es. recupero franchigie, incasso premi, regolazioni premio) e degli
intermediari (agenti e broker). Sostanzialmente l’esposizione al rischio di
inadempimento della controparte, legato all’inadempimento imprevisto o al
deterioramento del merito di credito delle controparti e dei debitori delle imprese di
assicurazione e riassicurazione nel corso dei successivi dodici mesi, si riscontra
nell’ambito dei
contratti per ridurre i rischi, in relazione agli accordi di
riassicurazione, alle cartolarizzazioni e derivati, ai crediti verso intermediari,
nonché in eventuali altre esposizioni creditizie che non rientrano nel rischio
credito.
La Compagnia sostiene il rischio controparte avendo definito un contratto di
riassicurazione con Munchen Re e RGA International Reinsurance Company LTT,
strumenti forward con primarie Controparti Bancarie estere di elevato standing
creditizio e mantenendo conti corrente, a supporto della propria operatività,
radicati presso la Capogruppo Credem.
Alla data di valutazione, la Compagnia non ha in essere strumenti Forward con
controparti.
Rischi operativi
Il rischio operativo è definibile come il rischio di perdite derivanti dalla disfunzione
(carenze o errori) di processi interni, di comportamenti di risorse umane e di
sistemi informativi interni, oppure da eventi esogeni (tale fattore di rischio viene
definito nel “Framework di riferimento per la gestione dei rischi” deliberato al CdA di
Credemvita del 16 dicembre 2014).
Per quanto attiene ai rischi di natura operativa, che interessano tutti i processi
della società, il contenimento dei rischi, è affidato all’individuazione di soluzioni
organizzative e procedurali (ad es. attraverso blocchi procedurali, separazione dei
compiti, sistemi autorizzativi di doppie firme, ecc.).
La responsabilità operativa di tali rischi è pertanto affidata alle singole funzioni
nell’ambito dei processi di propria competenza.
Per la gestione del rischio operativo la Compagnia si è dotata di una metodologia
denominata “Operational Risk Management process” che permette l’identificazione
e la misurazione dei rischi. Tale attività è delineata in un Framework di
Operational Risk Management in cui sono individuati i principi, le metodologie e
gli strumenti utilizzati per la gestione dei rischi operativi e le responsabilità delle
unità organizzative coinvolte, al fine del raggiungimento degli obiettivi gestionali
interni.
Al fine di salvaguardare l’incolumità delle persone e dei beni e il tempestivo
ripristino delle attività aziendali in caso di evento catastrofico, con particolare
NOTE ILLUSTRATIVE
248
riguardo agli aspetti informatici, Credemvita ha realizzato un Piano di continuità
operativa (Business Continuity PLAN).
In particolare la Business Impact Analisys ha l’obiettivo di:
•
identificare/verificare i processi critici da sottoporre a continuità,
•
valutare e quantificare l’impatto dell’indisponibilità dei processi,
•
valutare prime ipotesi di soluzione (continuità / mitigazione del rischio).
Rischio di non conformità alle norme
Il fattore di rischio di non conformità alle norme (o di compliance) che è definibile
come il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative in conseguenza
alla mancata osservanza di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità di
Vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione, quali statuti, codici di
condotta o codici di autodisciplina (tale fattore di rischio viene definito nel
“Framework di riferimento per la gestione dei rischi” deliberato al CdA di
Credemvita del 16 dicembre 2014).
Tale rischio è quindi distinto tra:
•
rischio di non conformità interno: rischio di mancato/errato allineamento a
norme interne (codice etico, regolamenti, processi e procedure),
•
rischio di non conformità esterno: rischio di mancato/errato adeguamento a
normativa nazionale o sovranazionale entro i termini.
La valutazione dei rischi di non conformità, svolta dalla funzione di compliance, si
articola nell’individuare i rischi di non conformità, analizzare i disallineamenti che
derivano dal mancato recepimento delle prescrizioni normative nei processi
aziendali, proporre attività correttive per contenere i rischi rilevati entro livelli
adeguati, attivare eventuali monitoraggi sui processi in capo alle strutture
operative e dare un contributo alla promozione ed allo sviluppo della cultura della
conformità e del controllo verso il personale dipendente. L’attività di verifica di
conformità ha l’obiettivo di:
•
dotare la Compagnia, nell’ambito dei sistemi di controllo interno, di specifici
presidi volti a prevenire il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o
amministrative, perdite patrimoniali o danni di reputazione per violazioni di
leggi, regolamenti o provvedimenti dell’autorità di vigilanza o di norme di
autoregolamentazione,
•
identificare e valutare il rischio di non conformità alle norme con normative
relative alla trasparenza e correttezza dei regolamenti nei confronti degli
assicurati e danneggiati, informativa precontrattuale e contrattuale, corretta
esecuzione dei contratti con particolare riferimento alla gestione dei sinistri e,
più in generale, alla tutela del consumatore.
Rischio reputazionale
I fattori di rischio sia interni, sia esterni, possono essere causa del deterioramento
dell’immagine aziendale o dell’aumento della conflittualità con gli assicurati, perciò
nell’ambito della valutazione dei rischi di non conformità viene rilevata, tra l’altro,
in relazione agli eventuali rischi identificati, la potenziale insorgenza di danni
reputazionali e di immagine.
Rischio legato all’appartenenza ad un gruppo
L’eventuale appartenenza ad un gruppo determina un “rischio di contagio”. In
relazione alla necessità di valutazione complessiva dei rischi e non configurandosi
la fattispecie di cui all’art. 6, comma 6, lett b), sottopunto i) del Reg. Isvap n°25, in
quanto Credemvita non fa parte di alcun gruppo assicurativo bensì del gruppo
societario Credito Emiliano – CREDEM, la Compagnia, nell’ambito delle linee guida
redatte ai sensi del citato Regolamento Isvap n.25, al fine di contenere il rischio di
incorrere in conflitto di interessi derivanti dai rapporti con il Gruppo, ha definito
un limite di operatività degli investimenti/finanziamenti in termini di esposizione
annua verso il sottoinsieme di controparti infragruppo riconducibili alle società del
gruppo Credito Emiliano – CREDEM.
NOTE ILLUSTRATIVE
249
E’ inoltre prevista un’apposita politica per la gestione dei conflitti d’interesse
laddove risultassero inevitabili.
Strumenti di mitigazione del rischio
Nell’ambito della gestione dei rischi aziendali, le tecniche di mitigazione del rischio
sono lo strumento di riduzione dell’esposizione al rischio attraverso il suo
trasferimento, parziale o integrale, ad una controparte che ne garantisce la
copertura. Nell’ambito di tali tecniche, la riassicurazione rappresenta lo strumento
privilegiato di mitigazione del rischio tecnico implicito nelle obbligazioni verso gli
assicurati. Le altre tecniche di mitigazione fanno riferimento alla copertura dei
rischi finanziari mediante l’utilizzo di strumenti derivati.
La Compagnia inoltre prevede un elenco di azioni di mitigazione per fronteggiare le
principali fonti di rischio e da porre in essere in condizioni estreme, quali a titolo di
esempio:
•
raccogliere mezzi propri tramite aumenti di capitale;
•
raccogliere fondi tramite finanziamento;
•
posticipare / rimandare / annullare il pagamento dei dividendi;
•
intervenire sul Portafoglio prodotti della Compagnia.
Altre analisi qualitative/quantitative per l’identificazione e valutazione del rischio
Procedura di Censimento Qualitativo dei Rischi
Nell’ambito dell’identificazione e valutazione qualitativa del rischio, in relazione a
quanto previsto dal Regolamento in vigore Isvap n. 20 del 26 Marzo 2008, la
Compagnia presidia e gestisce in via continuativa i fattori di rischio a cui è
soggetta, avvalendosi di una specifica procedura di censimento qualitativo dei
rischi che ha il compito di:
•
individuare i fattori di rischio presenti in azienda, suddividerli in classi e
rilevarne la significatività,
•
individuare specifici processi di gestione dei rischi atti a mitigare i fattori di
rischio e i relativi potenziali eventi perdita,
•
dare una concreta risposta organizzativa per la gestione qualitativa dei fattori
di rischio.
Forward Looking Assessment of Own Risk
Sono state effettuate le attività quali/quantitative finalizzate alla “valutazione
prospettica dei rischi” (Forward Looking Assessment of Own Risks – c.d. FLAOR)
che l’Autorità di Vigilanza, nell’ambito della lettera al mercato 51-14-000579 del
15.04.2014 avente ad oggetto “Solvency II – applicazione degli Orientamenti EIOPA
in materia di governance, di valutazione prospettica dei rischi, di trasmissione di
informazioni alle Autorità Nazionali competenti e di procedura preliminare dei
modelli interni” e successivamente integrata dalla lettera al mercato pubblicata da
IVASS del 24.03.2015 , ha richiesto alle Compagnie di Assicurazione di effettuare
(con riferimento ai risultati economici al 31.12.2014) e di inviare ad IVASS entro il
termine ultimo del 30.06.2015.
Gli elementi oggetto di esame e di comunicazione all’Autorità di Vigilanza, sono
stati:
•
profilo di rischio della Compagnia in chiave prospettica;
•
fabbisogno complessivo di solvibilità anche in un’ottica di medio-lungo
periodo;
•
collegamento tra profilo di rischio e il fabbisogno complessivo di solvibilità;
•
fattori di rischio significativi da assoggettare ad analisi complementari fra cui
stress test, reverse stress test ed analisi di scenario.
•
Fabbisogno complessivo di solvibilità della Compagnia prendendo in
considerazione il rischio sul governativo
•
Analisi della liquidità della Compagnia in chiave attuale e prospettica
NOTE ILLUSTRATIVE
250
Sulla base delle analisi svolte di seguito riepilogate, Credemvita risulta
sufficientemente capitalizzata per coprire i rischi attuali e prospettici (triennio
2015-17) derivanti dalle attività di business: il rapporto tra Capitale disponibile e
Solvency Capital Requirement (Solvency Ratio), presenta una dinamica
costantemente superiore alla soglia limite del 100% in condizioni base.
In particolare:
•
Solvency Position
o Alla luce delle valutazioni attuali e prospettiche sul SCR in tutte le sue
componenti, la posizione di solvibilità di Credemvita risulta più che
adeguata sia nella valutazione al 31 Dicembre 2014 sia nelle analisi
prospettiche. In particolare, nel triennio 2015-17 il Capitale disponibile a
copertura dell’SCR (uguale al totale dei Fondi Propri eleggibili per tutti gli
anni di proiezione) cresce in maniera lineare secondo le ipotesi di nuova
produzione prevista da Piano Strategico e all’ipotesi di ritenzione degli utili
prodotti. Il Requisito di capitale richiesto (SCR) decresce proporzionalmente,
come conseguenza dell’aumento dei volumi di Ramo III a scapito di una
riduzione dei volumi di Ramo I. La combinazione dei movimenti sopra
descritti porta ad una crescita del Solvency Ratio a partire dal secondo anno
di proiezione.
o I Ratio risentono, inoltre, di una divergenza tra le ipotesi gestionali utilizzate
in sede di pianificazione strategica e le ipotesi sottostanti la formula
standard definita da EIOPA che impone che nei contratti con l’opzione di
differimento automatico a scadenza, non vi sia alcuna ipotesi di esercizio
dell’opzione da parte della clientela qualora la Compagnia, come nel caso di
Credemvita, abbia la facoltà di non accettare l’esercizio dell’opzione stessa.
Tale assunzione è coerente con le specifiche tecniche emanate da EIOPA in
materia di “contract boundaries”. Come conseguenza, i volumi di Ramo I, in
applicazione delle ipotesi normative previste, tendo progressivamente a
ridursi.
o Tali dinamiche portano il Solvency Ratio, che alla data di valutazione è pari
a 152%, a muoversi seguendo, a meno di un primo anno di proiezione in cui
si presenta una moderata decrescita, un trend crescente per tutti i restanti
anni.
•
Fattori di rischio
La proiezione dei principali fattori di rischio definiti all’interno della formula
standard vede che:
o l’impatto dell’effetto di diversificazione dei fattori di rischio si preserva
costante durante gli anni di proiezione (valore di circa 18 mln);
o il rischio operativo si muove seguendo le dinamiche della nuova produzione,
che vede un calo della produzione di Ramo I e un contestuale aumento della
produzione di Ramo III che ne determinano una conseguente riduzione;
o il market risk proiettato (che rappresenta il fattore di rischio maggiormente
rilevante per la Compagnia) recepisce le ipotesi di asset mix coerenti con le
ipotesi di redditività utilizzate in sede di pianificazione; tale portafoglio è
caratterizzato da una percentuale maggiore di azionario da cui consegue
una maggiore rischiosità in termini di SCR.
Inoltre, al fine di rappresentare al meglio il profilo di rischio di Credemvita sulla
base degli esiti delle valutazioni attuali e prospettiche del SCR, sono stati valutati
alcuni scenari di stress:
•
Stress test Governativo (come richiesto da IVASS nella “Lettera al Mercato del
24 marzo 2015”);
•
Stress test Interest Rate Up;
•
Scenario Stress Test.
•
I risultati delle prove di Stress Test, sebbene derivanti da analisi ancora
semplificate che non consentono di apprezzare ancora appieno la probabilità
dell’avverarsi dei singoli stress o degli scenari, forniscono una prima
indicazione in ordine di grandezza delle variazioni quantitative che potrebbe
NOTE ILLUSTRATIVE
251
subire la Compagnia in base ai parametri presi in esame. I fattori di rischio
presi in esame (sia stand-alone che aggregati) portano ad una riduzione
generale del Solvency Ratio che, per l’effetto dell’aggregazione dei diversi
fattori di rischio, può raggiungere anche valori inferiori al 100%.
Profilazione qualitativa e quantitativa dei rischi
L’attività di “Profilazione qualitativa e quantitativa dei rischi” svolta nel corso del
primo semestre 2015 con riferimento Dicembre 2014, ha consentito di individuare
i fattori di rischio cui la Compagnia è esposta, attribuendo a ciascuno di essi, una
significatività di tipo qualitativo. In base all’analisi svolta, la Compagnia ha
rafforzato i processi di Asset-Liability management e il processo per la valutazione
dell’SCR Solvency II. A titolo esemplificativo, sono stati effettuati investimenti in
ambito informatico acquisendo apposite piattaforme/software, atte/i alla creazione
degli scenari stocastici utilizzati per la valutazione delle fair value liability.
Analisi quantitative per l’identificazione e valutazione del rischio
In relazione a quanto previsto dal Regolamento Isvap n. 20 del 26 Marzo 2008 la
Compagnia ha provveduto a dotarsi di modelli di valutazione e monitoraggio delle
proprie esposizioni alle principali fonti di rischio. Mediante tali modelli di
valutazione stocastici e/o deterministici sono state effettuate valutazioni fair value
di asset e liability sulle differenti gestioni assicurative di tipo rivalutabile e di puro
rischio (Ramo I e V) e di tipo linked (Ramo III e VI), completate contestualmente da
analisi di stress test. Tali valutazioni al fair value sono fondamentali nell’ambito
del primo pilastro (che prevede il calcolo degli indicatori quantitativi) del prossimo
contesto normativo di Solvency 2.
La Compagnia, con riferimento al 30/06/2015, ha effettuato i calcoli necessari per
adempiere alle richieste del primo pilastro al fine di:
•
preparare i membri del consiglio di amministrazione agli impatti quantitativi
sul patrimonio della Compagnia partendo da un caso concreto,
•
perfezionare il processo per il calcolo del requisito patrimoniale rafforzando
l’interazione tra le diverse unità operative ed aumentando lo “sharing di know
how” sulle tematiche specifiche di Solvency 2,
•
insistere sullo sviluppo di tecniche e modelli di asset – liability management.
•
compilazione dei QRT (“Quantitative Reporting Template”)
Si riporta di seguito il dettaglio della situazione patrimoniale con riferimento al 31
Dicembre 2014:
•
SCR 152,7 mln€
•
MCR 68,7 mln€
Nell’ambito del contesto di Asset e Liability Management (ALM e Liquidity) la
Compagnia effettua valutazioni quantitative seguendo un processo che vede
coinvolte le funzioni aziendali quali: Alta direzione, Risk Management, Direzione
finanza e Ufficio Tecnico. Tale processo prevede le seguenti analisi quantitative:
•
analisi delle caratteristiche fondamentali delle passività (minimo garantito,
minimo trattenuto, opzioni di riscatto, ecc…);
•
proiezione dei flussi di cassa previsionali;
•
proiezione dei rendimenti attesi.
•
misurazione della duration gap
•
misurazione delle metriche di liquidità
Nell’ambito della normativa attuale in tema di Margine di Solvibilità, sono
effettuate mensilmente analisi prospettiche, anche mediante l’uso di stress test,
degli elementi patrimoniali disponibili per la copertura dello stesso Margine di
Solvibilità in modo da controllare periodicamente che la tolleranza al rischio della
Compagnia sia rispettata.
NOTE ILLUSTRATIVE
252
CREDEMASSICURAZIONI S.P.A.
Approccio alla gestione del rischio di Credemassicurazioni
Strategie e gestione del rischio
Credemassicurazioni ha una strategia di assunzione e gestione dei rischi orientata
a criteri di prudente gestione coerenti con il livello patrimoniale dell’impresa. Tale
strategia si basa su principi di valutazione che considerano gli aspetti relativi alla
significatività (impatto economico) e probabilità degli eventi.
Inoltre viene posta particolare attenzione al conseguimento di un equilibrio
ottimale tra obiettivi di crescita e di redditività e rischi conseguenti.
La strategia di gestione del rischio può essere definita come l’insieme dei valori e
dei comportamenti che caratterizzano l’atteggiamento della società nei confronti
del rischio, in ogni sua attività: dalla formulazione delle strategie di business alle
attività operative correnti. La filosofia della gestione del rischio adottata riflette
pertanto i valori della Compagnia, influenza la sua cultura e il suo stile operativo e
incide sul modo in cui i componenti del sistema di gestione dei rischi sono attivati,
come per esempio, le modalità di identificare i rischi, la tipologia dei rischi assunti
e la loro gestione.
La gestione dei rischi viene attuata mediante un processo integrato che consente
di censire e classificare i rischi a cui la Compagnia è esposta in maniera
continuativa definendo pertanto il profilo di rischio sulla base del quale sviluppare
modelli di valutazione quantitativa ed ottimizzare i processi aziendali preposti alla
gestione ed alla mitigazione di tali rischi.
La Compagnia provvede, dal punto di vista operativo, a svolgere tutte le attività
necessarie per assicurare una crescente efficacia del sistema di gestione dei rischi.
Definizione delle categorie di rischio
Al fine di diffondere la cultura di gestione dei rischi e ottenere una piena
comprensione dell’importanza strategica di una gestione integrata degli stessi,
Credemassicurazioni, ai sensi del Regolamento n.20 art. 19 che richiede di
provvedere alla catalogazione dei rischi in funzione della natura e dimensioni
dell’attività, ha definito una classificazione dei rischi che consente l’ottenimento di
un’adeguata convergenza tra definizioni utilizzate dall’IVASS, dall’ EIOPA e in
generale a livello di mercato. I rischi sono classificati nelle seguenti principali
classi:
•
Rischi tecnici assicurativi
•
Rischi di mercato (compreso il rischio di liquidità)
•
Rischi di default
•
Rischi operativi
•
Rischi di non conformità alle norme
•
Rischi di secondo livello
•
Rischi strategici
Risk Appetite
Il Risk Appetite Framework è il quadro di riferimento che definisce - in coerenza
con il massimo rischio assumibile, la mission aziendale e il piano strategico - la
propensione al rischio, le soglie di tolleranza, i limiti di rischio, le politiche di
governo dei rischi, i processi di riferimento necessari per definirli e attuarli.
Il Risk Appetite Framework individua quindi la propensione al rischio che
Credemassicurazioni intende perseguire e mantenere nel tempo sia:
•
in una fase di normale corso degli affari
•
in condizioni di business stressato.
In linea con gli orientamenti regolamentari e di mercato, il risk appetite di
Credemassicurazioni viene declinato secondo le metriche legate al capitale,
NOTE ILLUSTRATIVE
253
fissando un livello target di capitale (SCR% risk appetite) e un livello minimo da
detenere (SCR% soglia), espresso non in valori assoluti, ma in relazione al requisito
regolamentare di capitale (identificando pertanto un Solvency ratio – SCR%) dato
dal rapporto tra Fondi Propri e SCR.
Il SCR% risk appetite e il SCR% soglia sono espressi prendendo in considerazione
il calcolo del Solvency Capital Requirement secondo la Standard Formula e gli Own
fund derivanti dal bilancio Solvency II.
Il livello del SCR% soglia in particolare è determinato considerando per il calcolo
del requisito patrimoniale (SCR) l’adozione di un livello di probabilità del 99,9%
(ipotesi di stress) anziché 99,5% previsto dalla Normativa. Per valutare la
consistenza e la tenuta del Risk Appetite, la Compagnia inoltre predispone una
serie di Stress Test sui principali fattori di rischio per verificare che il buffer di
capitale determinato sia in grado di assorbire gli impatti derivanti da scenari
avversi.
Le valutazioni relative alla posizione di solvibilità della Società si affiancano
coerentemente agli altri livelli di tolleranza al rischio esistenti all’interno del
processo di governance del rischio della Compagnia volti a definire e controllare le
decisioni manageriali rispetto ai rischi rilevanti in tema di politiche assuntive,
riassicurative, liquidative, di investimento dell’attivo nonché degli ulteriori rischi
operativi.
Il modello organizzativo di gestione del rischio
Il sistema di gestione dei rischi di Credemassicurazioni ha l’obiettivo di mantenere
i rischi ad un livello accettabile e coerente con le disponibilità patrimoniali della
società.
Nell’ambito di tale obiettivo il sistema di gestione dei rischi prevede i seguenti ruoli
e responsabilità:
•
Il Consiglio di Amministrazione è responsabile della definizione delle direttive in
materia di gestione dei rischi (insieme delle strategie e delle politiche di
assunzione, valutazione e gestione dei rischi maggiormente significativi), della
fissazione del Risk Appetite e dei livelli di tolleranza al rischio e della verifica della
corretta implementazione del sistema di gestione dei rischi da parte dell’Alta
Direzione;
•
l’Alta Direzione è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del
monitoraggio del sistema di gestione dei rischi;
•
il Risk Management è responsabile di supportare il Consiglio di
Amministrazione e l’Alta Direzione mediante l’individuazione, la misurazione e il
monitoraggio dei rischi aziendali significativi;
•
la funzione di Compliance è responsabile di valutare che l’organizzazione e le
procedure aziendali siano adeguate a prevenire i rischi di incorrere in sanzioni
giudiziarie o amministrative, perdite patrimoniali o danni di reputazione, in
conseguenza di violazioni di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità di
vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione e di supportare il Consiglio di
Amministrazione e l’Alta Direzione in tema di rischi di non conformità alle norme;
•
la funzione di Internal Audit è preposta a monitorare e valutare l’efficacia e
l’efficienza del Sistema dei Controlli Interni e di Gestione dei Rischi;
•
Il Comitato di coordinamento delle funzioni di controllo, formato dalle funzioni
di Risk Management, Compliance e Internal Audit, ha il compito di garantire
l’efficienza e l’efficacia dell’azione delle funzioni di controllo ed in generale del
sistema di controllo interno e di gestione dei rischi attraverso una adeguata azione
di coordinamento e scambio informativo.
La gestione operativa dei rischi rimane in carico alle singole funzioni competenti,
in ragione della loro responsabilità sui processi operativi gestiti.
L’analisi interna per l’identificazione del profilo di rischio
Credemassicurazioni ha previsto una procedura di censimento dei rischi, da
intendersi come strumento metodologico di supporto nello svolgimento delle
NOTE ILLUSTRATIVE
254
attività di individuazione e valutazione dei rischi ed è per sua natura in evoluzione
in base al progressivo affinamento del sistema di gestione dei rischi e all’evoluzione
del quadro normativo di riferimento.
La procedura di censimento dei rischi di Credemassicurazioni si articola in quattro
fasi:
•
Analisi del Piano strategico aziendale;
•
Individuazione dei fattori di rischio esterni;
•
Individuazione dei fattori di rischio operativi, di non conformità alle norme e
di secondo livello;
•
Individuazione dei fattori di rischio strategico.
Le politiche di gestione dei rischi
Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi e coerentemente con quanto previsto
dalla normativa, il Consiglio di Amministrazione ha formalizzato un insieme di
politiche scritte per ognuno degli ambiti di rischiosità che insistono su
Credemassicurazioni. Ciascun documento dettaglia gli obiettivi, i compiti, le
responsabilità, il processo, le procedure da seguire ed i flussi informativi messi in
atto per la gestione del rischio esaminato. I documenti, inoltre, hanno l’obiettivo
più generale di contribuire alla diffusione della cultura del controllo e di gestione
dei rischi all’interno della società.
Il rispetto e l’applicazione dei Documenti sono garantiti dalla presenza del Sistema
dei Controlli Interni costituito da un insieme di Regole, Procedure e Tecniche di
Controllo e Strutture Organizzative volto ad assicurare il corretto funzionamento
ed il buon andamento dell’impresa.
I rischi sono monitorati in maniera continuativa dalla funzione di Risk
Management e dalle singole funzioni competenti; a tal fine è stato sviluppato e
affinato progressivamente il reporting relativo all’evoluzione dei rischi nei confronti
del Consiglio di Amministrazione, dell’Alta Direzione e delle strutture operative
competenti al fine di migliorare la comunicazione dei risultati e consentire una
maggior comprensione delle tematiche connesse alla valutazione dei rischi.
In particolare la documentazione prevede, per i rischi quantificabili, l’effettuazione
di analisi prospettiche relative a scenari particolarmente sfavorevoli (stress test).
Analisi dei rischi
Rischi di mercato
Nell’ambito dei rischi di mercato si fa riferimento a tutti quei rischi che hanno
come effetto il deterioramento di investimenti di natura finanziaria come
conseguenza di andamenti avversi delle variabili di mercato rilevanti quali i prezzi
azionari, i tassi di interesse, i tassi di cambio e il merito creditizio degli emittenti.
La Compagnia adotta, nei confronti di tali rischi, linee guida che definiscono i
principi generali per l’attività della funzione Finanza ed i limiti per l’operatività in
strumenti derivati. I limiti relativi agli investimenti sono oggetto di verifica e
controllo su base continuativa da parte delle funzioni aziendali preposte e, con
frequenza periodica, i risultati di tali controlli sono portati all’attenzione del
Consiglio di Amministrazione.
La tabella riportata di seguito rappresenta la distribuzione degli strumenti
finanziari al 30 Giugno 2015 per tipologia, espressi in percentuale rispetto al
controvalore totale di carico pari a 78,05 milioni di euro.
Tipologia
NOTE ILLUSTRATIVE
Totale
Emittenti Governativi
92,73%
Emittenti Obbligazionari
3,42%
OICR
3,85%
Totale
100%
255
L’attività finanziaria è contrassegnata, nell’ambito del rischio di tasso di interesse,
da un’impostazione prudenziale caratterizzata da un assetto di duration contenuto
del portafoglio ed allineato alla prevedibile evoluzione temporale di smontamento
delle riserve.
La duration complessiva del portafoglio dei titoli di debito è di circa 1 anno. La
gestione finanziaria ha determinato un rendimento di portafoglio pari al 2,6%
annualizzato.
La componente azionaria ha un peso limitato all’interno del portafoglio ed è
rappresentata dagli OICR. Il totale degli OICR presenti in portafoglio ammonta a
circa 3 milioni di euro, pari al 3,85% del totale controvalore di carico delle
esposizioni dove la Compagnia detiene un rischio mercato.
Le posizioni in divisa presenti in portafoglio, in termini di rischio di fluttuazione
dei cambi, hanno un’incidenza irrilevante.
L’esposizione al rischio credito, che deriva da un cambiamento inatteso nel livello o
nella volatilità degli spread creditizi rispetto alla struttura a termine del tasso privo
di rischio, si riferisce ad attività, passività e strumenti finanziari sensibili alle
variazioni degli spread creditizi.
Per quanto riguarda il rischio di credito si specifica che Credemassicurazioni ha
intrapreso un processo di adeguamento dei sistemi interni di valutazione del
merito di credito che consenta di non affidarsi in modo esclusivo o meccanico ai
giudizi emessi dalle agenzie di rating con lo specifico obiettivo di realizzare una
gestione finanziaria indipendente, sana e prudente e di adottare misure idonee a
salvaguardare i diritti dei contraenti e degli assicurati.
Il Modello sviluppato internamente, ha l’obiettivo di identificare la qualità del
credito degli emittenti obbligazionari corporate e sovrani in aggiunta alla
valutazione svolta dalle Agenzie di rating.
La tabella di seguito rappresenta la distribuzione della qualità del credito degli
emittenti obbligazionari presenti nel portafoglio dove la Compagnia detiene un
rischio mercato al 30 Giugno 2015. Con riferimento a tale data, il peso degli
emittenti obbligazionari soggetti al rischio credito è pari al 3,42%. La qualità del
credito è espressa numericamente con una scala da 0 a 6, dove il valore minimo
corrisponde alla migliore qualità creditizia.
Qualità del credito
Percentuale
0
0,00%
1
0,00%
2
0,00%
3
100,0%
TOTALE
100%
Considerando gli emittenti governativi presenti nei portafogli dove la Compagnia
detiene un rischio mercato al 30 Giugno 2015, nella tabella di seguito vengono
riportati le distribuzione della qualità del credito.
NOTE ILLUSTRATIVE
256
Emittente
Livello di
Rischio
Merito di
Credito
Italia
Moderato
Low Risk
Germania
Buono
Francia
Buono
Investment
Grade
Investment
Grade
Investment
Grade
Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità è definito come il rischio di non adempiere alle obbligazioni
contrattuali derivanti dai contratti sottoscritti e dai relativi sinistri nel momento
della loro manifestazione finanziaria.
Credemassicurazioni declina il liquidity risk nelle seguenti categorie, in funzione
dell’orizzonte temporale con cui viene analizzato e studiato il rischio stesso:
•
short term liquidity risk, o cash management, riguarda il fabbisogno di
liquidità in ordinarie condizioni di business (fino ad un mese);
•
medium term liquidity risk, riguarda le necessità di soddisfare il fabbisogno
dei cash flow futuri in uscita con periodo di riferimento pari ad un anno;
•
contingency liquidity risk, riguarda la possibilità che future condizioni di
business e di mercato avverse vadano a minare la capacità di realizzo degli
asset aziendali al loro valore di mercato corrente. Tale tipologia di rischio
viene misurata con appositi stress test e analisi di scenario che consentano
di riconoscere ed individuare tempestivamente potenziali minacce.
La Compagnia quantifica il proprio grado di liquidità e dei propri investimenti
mediante il monitoraggio di strumenti e indicatori, c.d. “metriche”. Le metriche
vengono definite secondo una ratio forward-looking, in modo da valutare
l’esposizione al rischio secondo un orizzonte prospettico di valutazione. Il sistema
di monitoraggio degli indicatori di liquidità prevede inoltre che sia assegnato uno
score di liquidità. In funzione dello score di liquidità sono definite tre situazioni di
liquidità: Situazione ordinaria, Tensione di liquidità e Crisi di liquidità. Al 30
Giugno 2015 non si rilevano situazioni di tensione o di crisi di liquidità. Il rischio
di liquidità in Credemassicurazioni risulta comunque trascurabile poiché i titoli
obbligazionari emessi da Stati o da Enti Sovranazionali appartenenti alla zona A
rappresentano l’92,73% del portafoglio titoli. Nella seguente tabella vengono
riportati i dati relativi agli strumenti finanziari obbligazionari per fasce di
scadenza.
Scadenza
Governativi
Corporate
Totale
<= 1anno
>1 <=3 anni
>3 <=5 anni
>5 <=7 anni
>7 <=10 anni
>10 anni
33,48%
44,24%
13,13%
0,00%
0,00%
1,89%
0,86%
2,56%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
34,33%
46,80%
13,13%
0,00%
0,00%
1,89%
Totale
92,73%
3,42%
96,15%
Si precisa inoltre che Credemassicurazioni, proiettando un ciclo finanziario
positivo, può gestire la dismissione di eventuali attività illiquide in un lasso
temporale tale da ottenere prezzi favorevoli, eventualmente frazionando le vendite
nel tempo; in ogni caso, in presenza di un prezzo non ritenuto equo, la società ha
la volontà e la possibilità di mantenere tali posizioni sino alla loro naturale
scadenza.
Rischio di Default
Il rischio di default è connesso con l’insolvenza delle controparti (riassicuratori,
banche, assicurati, intermediari e agenti).
Per quanto concerne le controparti riassicurative, Credemassicurazioni ha definito
politiche per la gestione e il controllo di tale rischio in termini di linee guida e limiti
relativi alle controparti.
In relazione al rischio di default relativo a controparti riassicurative, si segnala che
l’esposizione è concentrata principalmente su un unico riassicuratore, Swiss Re, di
rating pari ad AA- espresso dall’agenzia, specializzata nel settore assicurativo e
riassicurativo, Standard&Poor’s.
La società ha in essere con SwissRe due trattati di riassicurazione in “eccesso di
sinistro”:
•
Un trattato multiline per sinistro/evento a copertura dei rami infortuni,
NOTE ILLUSTRATIVE
257
malattia, incendio, altri danni ai beni e R.C. Generale;
•
Un trattato per sinistro/evento relativo al ramo Corpi di Veicoli Terrestri.
La società ha in essere un trattato proporzionale in quota con Arag Assicurazioni
relativamente al ramo Tutela Legale.
A partire dal 1° luglio 2013 è stato inoltre stipulato un trattato proporzionale con
CNP IAM S.A. a copertura dei rischi di un prodotto Protection Income in
portafoglio.
Rischi tecnici assicurativi
Nella classe dei rischi tecnici rientrano i rischi tipici dell’attività assicurativa, in
particolare:
- Rischio di sottoscrizione è caratteristico e strettamente collegato all’attività
assicurativa. Rappresenta il rischio derivante dalla sottoscrizione dei contratti
di assicurazione, collegato agli eventi assicurati, ai processi seguiti per la
tariffazione e selezione dei rischi, all’andamento sfavorevole della sinistralità
effettiva rispetto a quella stimata;
- Rischio di riservazione, ovvero il rischio connesso alla quantificazione di riserve
tecniche non sufficienti a coprire gli impegni assunti nei confronti degli
assicurati e dei danneggiati;
- Rischio catastrofale, ovvero il rischio di perdita o di variazione sfavorevole del
valore delle passività assicurative, derivante dall’incertezza significativa delle
ipotesi relative alla determinazione dei premi e alla costituzione delle riserve in
rapporto al verificarsi di eventi estremi ed eccezionali legati ad eventi naturali o
causati dall’uomo.
La Compagnia adotta, nei confronti di tali rischi, linee guida che: definiscono il
modello organizzativo e di governance, nonché i ruoli e le responsabilità delle
strutture aziendali coinvolte nell’assunzione e nel monitoraggio del rischio assunto
e nelle attività di riservazione; descrivono le procedure di reporting applicate ed i
flussi di comunicazione tra le funzioni coinvolte nei processi di sottoscrizione e
riservazione; illustrano le modalità con cui l’impresa tiene conto della
riassicurazione o di altre tecniche di mitigazione del rischio nel processo di
progettazione di un nuovo prodotto assicurativo e del calcolo del relativo premio.
La Compagnia misura e monitora la propria esposizione al rischio di sottoscrizione
considerando il portafoglio complessivo, oltre a verificare la conformità ai limiti ed
alle politiche definite. Il monitoraggio del rischio assume diverse connotazioni e
coinvolge differenti funzioni aziendali. Il monitoraggio avviene mensilmente tramite
il rapporto Sinistri/Premi. Su base periodica vengono monitorati i seguenti aspetti:
lo sviluppo premi, l’andamento della sinistrosità, la profittabilità tecnica per
prodotto - ramo di bilancio dei sinistri.
Con riferimento alla gestione del rischio di riservazione nell’ambito di Solvency II
vengono calcolate le riserve Best Estimate attualizzando i sinistri attesi,
determinati sulla base delle ipotesi operative best estimate, con la curva di
riferimento. Le ipotesi operative (e.g. sinistri e costi) impiegate per proiettare i
flussi di cassa futuri, vengono rivisitate almeno annualmente sulla base della reale
esperienza del portafoglio. La Compagnia esegue una serie di analisi di sensitività
delle riserve Best Estimate al variare delle ipotesi economiche ed operative in modo
da valutare i fattori più rilevanti e conseguentemente identificare gli aspetti più
significativi.
Nelle tabelle che seguono si riportano le principali voci del Saldo Tecnico al 30
Giugno 2015 suddivise per ramo ministeriale ed esercizio.
Premi
I premi contabilizzati nel 2015 ammontano a 15.603 migliaia di euro, con un
incremento rispetto al dato del 2014 dello 0,45%. La variazione della raccolta
presenta differenze più significative sui singoli rami ministeriali. Tali differenze
sono imputabili principalmente ad un’evoluzione generale del mix prodotti
commercializzato. I premi di competenza nel 2015 ammontano a 13.223 migliaia di
euro, con un incremento rispetto al 2014 del 9,64%. Gli aumenti più significativi si
registrano sui rami Incendio, Altri Danni ai Beni e Perdite Pecuniarie. Le riserve
NOTE ILLUSTRATIVE
258
premi al 30 Giugno 2015 ammontano a 43.873 migliaia di euro, con un
incremento del 10,98% rispetto al 30 Giugno 2014. Gli incrementi più significativi
si osservano nei rami Infortuni, Incendio, Altri Danni ai Beni e Perdite Pecuniarie.
Premi contabilizzati
(valori in unità di euro)
Ramo ministeriale
Dati al
30/06/2015
Dati al
30/06/2014
Δ assoluto
Δ%
1 - Infortuni
2.579.601
2.956.316
2 - Malattia
2.902.158
2.989.558
-87.400
-2,92%
348.449
381.607
-33.158
-8,69%
8 - Incendio ed Elementi Naturali
2.793.830
2.446.698
347.132
14,19%
9 - Altri danni ai beni
2.710.372
2.327.156
383.216
16,47%
-
-
-
n.d.
3 - Corpi di Veicoli Terrestri
10 - R.C. Autoveicoli terrestri
637.721
589.947
47.773
8,10%
3.341.020
3.608.604
-267.584
-7,42%
105.008
96.578
8.430
8,73%
13 - R.C. Generale
16 - Perdite pecuniarie
17 - Tutela giudiziaria
184.564
136.081
48.483
35,63%
15.602.722
15.532.545
70.177
0,45%
18 - Assistenza
Totale
-376.715 -12,74%
Premi competenza
(valori in unità di euro)
Dati al
30/06/2015
Dati al
30/06/2014
Δ assoluto
Δ%
1 - Infortuni
2.192.146
2.169.800
22.346
1,03%
2 - Malattia
3.345.586
3.253.846
91.740
2,82%
359.539
385.196
-25.657
-6,66%
8 - Incendio ed Elementi Naturali
1.724.938
1.549.284
175.654
11,34%
9 - Altri danni ai beni
1.923.594
1.759.344
164.250
9,34%
-
-
-
n.d.
551.391
510.499
40.892
8,01%
16 - Perdite pecuniarie
2.868.083
2.215.132
652.950
29,48%
17 - Tutela giudiziaria
106.252
100.270
5.983
5,97%
18 - Assistenza
151.890
117.264
34.626
29,53%
13.223.419
12.060.634
1.162.785
9,64%
Ramo ministeriale
3 - Corpi di Veicoli Terrestri
10 - R.C. Autoveicoli terrestri
13 - R.C. Generale
Totale
Riserve Premi
(valori in unità di euro)
Dati al
30/06/2015
Dati al
30/06/2014
1 - Infortuni
13.989.166
13.090.498
898.667
6,87%
2 - Malattia
8.343.757
8.506.229
-162.472
-1,91%
Ramo ministeriale
Δ assoluto
Δ%
145.122
167.514
-22.392
-13,37%
8 - Incendio ed Elementi Naturali
7.222.201
5.587.997
1.634.204
29,24%
9 - Altri danni ai beni
3.531.556
2.092.991
1.438.565
68,73%
-
-
-
n.d.
3 - Corpi di Veicoli Terrestri
10 - R.C. Autoveicoli terrestri
445.053
413.950
31.104
7,51%
16 - Perdite pecuniarie
9.980.052
9.498.046
482.006
5,07%
17 - Tutela giudiziaria
88.282
82.378
5.904
7,17%
13 - R.C. Generale
18 - Assistenza
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
127.425
93.603
33.822
36,13%
43.872.613
39.533.206
4.339.407
10,98%
259
Sinistri
Di seguito sono riportati gli oneri dei sinistri dell’esercizio corrente, gli oneri dei
sinistri degli esercizi precedenti e l’ammontare delle riserve sinistri al 30 giugno,
suddivisi per ramo ministeriale ed esercizio. Gli oneri dei sinistri correnti
ammontano a 3.550 migliaia di euro e risultano in aumento del 13,03% rispetto
alla chiusura dello scorso esercizio.
Gli oneri dei sinistri degli esercizi precedenti registrano un risparmio di 1.638
migliaia di euro, in sensibile aumento rispetto al risparmio di 588 migliaia di euro
della chiusura dello scorso esercizio. I miglioramenti più significativi si osservano
sui rami Infortuni, Incendio, Altri danni ai beni e Perdite Pecuniarie. Nei primi 3
rami il risparmio è determinato dalla revisione delle riserve e dalla chiusura, con
pagamenti inferiori alla riserva, di un numero ridotto di pratiche. Sulle Perdite
Pecuniarie lo smontamento della riserva è positivo sia sulla revisione
dell’inventario sia sulla tenuta della riserva tardivi.
Le riserve sinistri risultano in contrazione rispetto alla chiusura del precedente
esercizio (-13,61%). La riduzione osservata è imputabile principalmente allo
smontamento del ramo R.C. Autoveicoli.
Oneri sinistri esercizio corrente
(valori in unità di euro)
Dati al
30/06/2015
Dati al
30/06/2014
Δ assoluto
Δ%
1 - Infortuni
358.539
232.379
126.161
54,29%
2 - Malattia
370.409
230.287
140.122
60,85%
3 - Corpi di Veicoli Terrestri
139.350
199.054
-59.704
-29,99%
8 - Incendio ed Elementi Naturali
586.438
361.399
225.039
62,27%
9 - Altri danni ai beni
321.061
272.203
48.858
17,95%
-
-
-
n.d.
-51,37%
Ramo ministeriale
10 - R.C. Autoveicoli terrestri
72.290
148.651
-76.361
16 - Perdite pecuniarie
1.687.588
1.694.400
-6.812
-0,40%
17 - Tutela giudiziaria
6.604
1.384
5.220
377,30%
13 - R.C. Generale
7.605
864
6.741
780,31%
3.549.884
3.140.620
409.264
13,03%
18 - Assistenza
Totale
Oneri sinistri esercizi precedenti
(valori in unità di euro)
((+)perdita / (-)risparmio)
Dati al
30/06/2015
Dati al
30/06/2014
Δ assoluto
1 - Infortuni
-296.152
-31.661
-264.490
2 - Malattia
-151.466
57.570
-209.036
-59.873
-25.220
-34.653
8 - Incendio ed Elementi Naturali
-182.496
-255.533
73.037
9 - Altri danni ai beni
-151.371
-76.212
-75.159
-49.294
-223.447
174.153
Ramo ministeriale
3 - Corpi di Veicoli Terrestri
10 - R.C. Autoveicoli terrestri
4.556
-21.605
26.160
16 - Perdite pecuniarie
-752.436
5.079
-757.514
17 - Tutela giudiziaria
-2.729
-12.705
9.976
13 - R.C. Generale
18 - Assistenza
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
260
2.939
-4.130
7.068
-1.638.321
-587.863
-1.050.458
Riserve sinistri
(valori in unità di euro)
Dati al
30/06/2015
Dati al
30/06/2014
Δ assoluto
1 - Infortuni
718.912
444.804
274.107
61,62%
2 - Malattia
680.771
319.456
361.315
113,10%
3 - Corpi di Veicoli Terrestri
150.413
97.170
53.243
54,79%
8 - Incendio ed Elementi Naturali
702.682
787.729
-85.047
-10,80%
9 - Altri danni ai beni
398.323
391.613
6.709
1,71%
14.632.382
18.811.717
-4.179.336
-22,22%
Ramo ministeriale
10 - R.C. Autoveicoli terrestri
Δ%
623.298
639.600
-16.301
-2,55%
16 - Perdite pecuniarie
2.781.560
2.456.069
325.491
13,25%
17 - Tutela giudiziaria
12.217
19.425
-7.208
-37,11%
13 - R.C. Generale
7.875
2.351
5.524
234,95%
20.708.432
23.969.936
-3.261.504
-13,61%
18 - Assistenza
Totale
Di seguito si riporta il rapporto tra oneri per sinistri correnti e premi di
competenza (Loss Ratio esercizio corrente) illustrato di seguito per ramo
ministeriale.
Loss Ratio Esercizio Corrente
(valori in unità di euro)
Esercizio corrente
Dati al
30/06/2015
Dati al
30/06/2014
1 - Infortuni
16,36%
10,71%
2 - Malattia
11,07%
7,08%
3 - Corpi di Veicoli Terrestri
38,76%
51,68%
8 - Incendio ed Elementi Naturali
34,00%
23,33%
9 - Altri danni ai beni
16,69%
15,47%
n.d.
n.d.
13 - R.C. Generale
13,11%
29,12%
16 - Perdite pecuniarie
58,84%
76,49%
17 - Tutela giudiziaria
6,22%
1,38%
18 - Assistenza
5,01%
0,74%
26,85%
26,04%
Ramo ministeriale
10 - R.C. Autoveicoli terrestri
Totale
Il Loss Ratio complessivo risulta in leggero aumento rispetto alla chiusura del
2014. In particolare si osserva un aumento sui rami Infortuni, Malattia e Incendio
controbilanciati da una sensibile riduzione del dato del ramo Perdite Pecuniarie.
Rischi operativi, di non conformità alle norme, reputazionali e di appartenenza al
Gruppo
Con riferimento ai rischi operativi, nell’ambito del più vasto “Programma di
convergenza verso Solvency II”, Credemassicurazioni ha concluso un progetto di
mappatura dei processi aziendali, dei rischi operativi e dei relativi controlli
effettuato mediante lo strumento di Business Project Management (B.P.M.) Mega.
La metodologia adottata si articola in due diverse fasi: nella prima i rischi operativi
vengono individuati e valutati in fase di mappatura dei processi sotto forma di
“rischio lordo”, secondo logiche di impatto qualitativo e di frequenza del possibile
accadimento; nella seconda, per mezzo di analisi dell’adeguatezza e della
periodicità dei presidi di controllo presenti sul processo di riferimento, vengono
NOTE ILLUSTRATIVE
261
misurati sotto forma di “rischi netti” ed identificate le eventuali azioni correttive
necessarie a mitigare tale rischio residuo.
All’interno del già citato Programma di convergenza, la Compagnia ha inoltre
proseguito nei lavori per il completamento del piano di continuità operativa
(Business Continuity Plan).
Nella gestione del rischio di non conformità normativa, l’azienda identifica quale
fattore prioritario di successo il conseguimento della conformità in materia di
trasparenza e correttezza nel rapporto col cliente assicurato e danneggiato,
nell’informativa precontrattuale e contrattuale dei prodotti, nella corretta
esecuzione dei contratti, con particolare riguardo alla liquidazione dei sinistri, e in
generale nella tutela del consumatore.
In sintesi, il processo di analisi di conformità alle norme mira, attraverso la
formalizzazione della matrice di rischio di compliance, a:
• migliorare il grado di sensibilità nei confronti del disposto normativo da parte
dei controlli di primo livello;
• valutare i presidi di controllo esistenti sui processi;
• stimolare la riflessione sui potenziali rischi esistenti;
• valutare la capacità nel riconoscere o prevenire i rischi medesimi;
• individuare gli interventi organizzativi utili a colmare i gap eventualmente
riscontrati.
Nell’esercizio dei propri compiti la funzione di Compliance opera sulla base di un
approccio metodologico fondato su tecniche di identificazione, valutazione,
gestione e monitoraggio dei rischi di non conformità ispirate alle migliori prassi del
mercato e coerenti con quelli utilizzati nei processi di Risk Management e di
Internal Audit.
Con riferimento al rischio legato all’appartenenza al gruppo Credemassicurazioni,
pur non rientrando nell’ambito di alcun gruppo essendo partecipata
pariteticamente in misura pari al 50% del capitale sociale sia da Reale Mutua
Assicurazioni sia da Credito Emiliano S.p.A., è comunque soggetta alle disposizioni
di cui al Regolamento ISVAP (ora IVASS) n. 25 del 27 maggio 2008. Pertanto la
Società ha definito, con apposita delibera del Consiglio di Amministrazione, le linee
guida in materia di operazioni infragruppo.
La delibera stabilisce specifiche linee guida per ciascuna tipologia di operazione
infragruppo individuata e fissa i relativi limiti di operatività in coerenza con le
caratteristiche delle varie tipologie di operazioni e delle controparti delle operazioni
stesse, nonché con riferimento alla totalità delle transazioni poste in essere per
ciascuna tipologia di operazione infragruppo.
Il rischio reputazionale è strettamente legato alla vendita del prodotto e alla
prestazione dei servizi ad esso collegati. A tutela del Cliente/assicurato e di
conseguenza a presidio del rischio reputazionale sono attivate una serie di misure
come le normative in termini di adeguatezza, finalizzate a valutare in via
preliminare le esigenze del cliente ed a fornire l’adeguata trasparenza sul prodotto;
l’assistenza da parte della rete distributiva; i servizi di assistenza; il processo di
gestione dei reclami ed il servizio di liquidazione sinistri.
Strumenti di mitigazione del rischio
Nell’ambito della gestione dei rischi aziendali, le tecniche di mitigazione del rischio
sono lo strumento di riduzione dell’esposizione al rischio attraverso il suo
trasferimento, parziale o integrale, ad una controparte che ne garantisce la
copertura. Nell’ambito di tali tecniche, la riassicurazione rappresenta lo strumento
privilegiato di mitigazione del rischio tecnico implicito nelle obbligazioni verso gli
assicurati. Le altre tecniche di mitigazione fanno riferimento alla copertura dei
rischi finanziari mediante l’utilizzo di strumenti derivati.
NOTE ILLUSTRATIVE
262
4. Altre informazioni
4.1 Solvency II
Credemassicurazioni segue gli sviluppi relativi al progetto Solvency II e partecipa
alle iniziative promosse dalle principali istituzioni coinvolte in tale progetto. In
relazione a quanto previsto dal Regolamento Isvap n. 20 e come modificato dal
Provvedimento IVASS n.17 del 15 aprile 2014, recante disposizioni in materia di
controlli interni, gestione dei rischi, compliance ed esternalizzazione delle attività
delle imprese di assicurazione, ai sensi dell’art. 87 e 191, comma 1, del D. Lgs. N.
209 del 7 settembre 2005, la Compagnia ha provveduto a dotarsi di modelli di
valutazione e monitoraggio delle proprie esposizioni alle principali fonti di rischio.
Nel corso del primo semestre 2015 la Compagnia ha proseguito l’attività di
coordinamento del “Programma di convergenza verso Solvency II” (di seguito
indicato come “Programma”), derivante dalla precedente attività di valutazione in
termini di aderenza al nuovo sistema di solvibilità Solvency II.
La Compagnia ha sviluppato nel corso del primo semestre 2015 i seguenti temi:
-
-
-
realizzazione delle valutazioni trimestrali della posizione di solvibilità
utilizzando la metodologia prescritta dalla formula standard;
prosecuzione delle attività di automatizzazione dei tracciati alimentanti il
sistema di calcolo con il supporto dei sistemi informativi e con il
coinvolgimento delle strutture definite owner dei dati nel processo di Data
Quality. L’attività è finalizzata alla definizione del Datawarehouse aziendale ed
alla realizzazione del pilota per la definizione della reportistica (QRT) richiesta
dal Pillar III;
predisposizione della reportistica (QRT) richiesta dal Pillar III
e
predisposizione dell’ informativa descrittiva redatta ai sensi del comma 35
della lettera al mercato IVASS del 15 aprile 2014 – inviati ad Ivass in data 3
giugno 2015;
predisposizione della relazione sul sistema di gestione dei rischi Reg. 20
(IVASS) e delle direttive in materia di sistemi di controlli interni reg 20 art 5(d);
realizzazione delle elaborazioni ORSA necessarie alla valutazione del profilo di
solvibilità del piano strategico 2015-2017;
sviluppo di una metodologia per verificare che le ipotesi sottostanti al calcolo
del requisito di capitale catturino il profilo di rischio della Compagnia in modo
adeguato ai sensi dell’articolo 45 della Direttiva Solvency II e sulla base di
quanto previsto nell’orientamento 16 delle Linee Guida sulla Valutazione
Prospettica dei Rischi;
La valutazione quantitativa dell’impatto derivante da andamenti sfavorevoli dei
fattori di rischio viene determinata secondo logiche di massima perdita potenziale
mediante l’utilizzo della misura di SCR. Il calcolo del SCR della Compagnia tiene
conto degli effetti derivanti dalla diversificazione a livello di singolo modulo di
rischio.
In termini di profilo di rischio, si riporta la composizione percentuale del
fabbisogno di solvibilità al 31 dicembre 2014. In particolare il SCR a tale data
risultava pari a € migliaia 10.822. Tale valore è ottenuto partendo dal BSCR (Basic
Capital Requirement che esprime sostanzialmente l’insieme dei rischi tecnici - dei
rischi di mercato e del rischio di controparte) pari a € migliaia 10.678 al quale
viene sommato l’assorbimento di capitale legato al rischio operativo pari € migliaia
1.870 e sottratto l’adjustment per la capacità di assorbimento delle perdite
mediante imposte differite.
Analizzando in dettaglio gli elementi costitutivi del BSCR e considerando anche la
percentuale di assorbimento legato al rischio operativo, riportiamo di seguito la
composizione percentuale del SCR al lordo dell’effetto di diversificazione che
risulta:
- 70,3% rischi tecnici (NON Life + Health NSLT);
- 12,7% rischi di mercato;
NOTE ILLUSTRATIVE
263
- 10,8%; rischi operativi;
- 6,2 % rischio di controparte.
Le risultanze delle attività di valutazione dei rischi e le conseguenti analisi di
stress, condotte con logiche prospettiche sulla base del piano strategico 2015-2017
evidenziano un’evoluzione dei rischi della Compagnia sostenibile in ragione del
proprio livello di patrimonializzazione proiettato e del Risk Appetite definito dal
Consiglio di Amministrazione. Quest’ultimo consente di assorbire perdite anche in
scenari particolarmente avversi così come emerge dalle risultanze degli esercizi di
stress test condotti durante l’esercizio.
Il profilo di rischio risulta coerente con le azioni previste dal piano sia in termini di
investimenti sia in termini di nuovi prodotti.
NOTE ILLUSTRATIVE
264
PARTE F
INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO
CONSOLIDATO
Sezione 1 – Il patrimonio consolidato
A. Informazioni di natura qualitativa
Dal 1° gennaio 2014 è entrato in vigore il regolamento (UE) n. 575/2013 (“CRR”)
con il quale vengono introdotte nell’Unione Europea le regole definite dal Comitato
di Basilea per la vigilanza bancaria con l’articolato insieme di documenti
unitariamente denominato “Basilea 3” in materia di adeguatezza patrimoniale
(Primo pilastro) e informativa al pubblico (Terzo pilastro).
Il regolamento (UE) n. 575/2013 e la direttiva 2013/36/UE (“CRD IV”) definiscono
il nuovo quadro normativo di riferimento nell’Unione Europea per banche e
imprese di investimento. Dal 1° gennaio 2014. CRR e CRDIV sono integrati da
norme tecniche di regolamentazione o di attuazione approvate dalla Commissione
Europea su proposta delle Autorità europee di supervisione (“ESA”), che danno
attuazione alla normativa primaria.
Con l’adozione del regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 sono state stabilite
le norme tecniche di attuazione (Implementing Technical Standards) vincolanti in
materia di segnalazioni prudenziali armonizzate delle banche e delle imprese di
investimento relative a: fondi propri, rischio di credito e controparte, rischi di
mercato, rischio operativo, grandi rischi, rilevazione su perdite ipotecarie,
posizione patrimoniale complessiva, monitoraggio liquidità e leva finanziaria.
Inoltre, la Banca d’Italia ha emanato le Circolari n. 286 e n. 154 che traducono
secondo lo schema matriciale, attualmente adottato nelle segnalazioni di vigilanza,
i citati ITS
Il Gruppo ritiene prioritario valutare la propria struttura patrimoniale.
Le analisi sono svolte periodicamente all’interno dei Comitati di Governance di
Gruppo. In particolare, all’interno del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo,
trimestralmente, viene analizzata la struttura del Patrimonio in termini di
assorbimento di capitale e margine disponibile a livello consolidato e anche di
apporto allo stesso da parte delle singole società.
Il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo, nello specifico, supporta il Consiglio di
amministrazione della Capogruppo nella definizione delle strategie e delle
metodologie per la gestione dei rischi del Gruppo, in particolare:
•
Svolge l’attività valutativa e propositiva necessaria affinché il Consiglio di
Amministrazione possa definire e approvare il Risk Appetite Framework (cd. RAF,
con particolare riferimento alla valutazione degli obiettivi di rischio e delle soglie di
tolleranza);
•
Monitora l’andamento del profilo di rischio assunto nel suo complesso
rispetto agli obiettivi di risk appetite e alle soglie di tolleranza relativamente a tutti
gli indicatori previsti nel RAF di Gruppo.
•
Valuta metodologie di misurazione e controllo dei rischi anche ai fini del
calcolo del capitale interno.
I membri del Comitato sono nominati dal Consiglio d’Amministrazione della
Capogruppo, scelti tra componenti non esecutivi del Consiglio di amministrazione
stesso (la maggior parte dei quali possiede i requisiti di indipendenza).
NOTE ILLUSTRATIVE
265
La Segreteria del Comitato è a cura del responsabile della funzione di Revisione
Interna.
Le analisi presentate in Comitato Consiliare Rischi di Gruppo vengono
successivamente prodotte al Consiglio d’Amministrazione della Capogruppo.
Sotto il profilo di Vigilanza l’assorbimento viene determinato tenendo in
considerazione le attuali “regole” di segnalazione.
Sotto il profilo gestionale l’assorbimento viene calcolato con l’utilizzo di modelli
interni per il rischio di credito e di mercato e l’utilizzo di un metodo standard
“gestionale”.
I rischi vengono esaminati sia complessivamente che dettagliatamente all’interno
delle società del Gruppo (analisi dei portafogli specifici).
Al 30 giugno 2015 i Fondi Propri sono stati determinati in base alle disposizioni
contenute nel Regolamento (UE) n.575/2013 (CRR).
NOTE ILLUSTRATIVE
266
B. Informazioni di natura quantitativa
B.1 Patrimonio consolidato: ripartizione per tipologia di impresa
Gruppo
Bancario
1. Capitale
Imprese di
assicurazione
332.398
2. Sovrapprezzi di emissione
3. Riserve
4. Strumenti di capitale
Elisioni e
aggiustamenti
30/06/2015
da
consolidamento
Altre
imprese
71.600
-
(71.600)
332.398
283.054
-
-
-
283.054
1.497.541
94.359
-
1.383
1.593.283
-
-
-
-
-
5. (Azioni proprie)
(2.252)
-
-
-
(2.252)
6. Riserve da valutazione
- Attività finanziarie disponibili per la
vendita
- Attività materiali
38.547
11.167
-
-
49.714
13.637
11.135
-
-
24.772
-
-
-
-
-
- Attività immateriali
-
-
-
-
-
- Copertura di investimenti esteri
-
-
-
-
-
(21.977)
-
-
-
(21.977)
- Differenze di cambio
-
-
-
-
-
- Attività non correnti e gruppi di attività
in via di dismissione
-
-
-
-
-
(6.193)
32
-
-
(6.161)
-
-
-
-
-
53.080
-
-
-
53.080
103.084
16.544
-
(272)
119.356
2.252.372
193.670
-
(70.489)
2.375.553
- Copertura dei flussi finanziari
- Utili (perdite) attuariali relativi a piani
previdenziali a benefici definiti
- Quote delle riserve da valutazione
relative alle partecipate valutate al
patrimonio netto
- Leggi speciali di rivalutazione
7. Utile (perdita)
Totale
Nella tavola sopra riportata sono indicate le componenti del patrimonio netto
contabile, sommando quelle del Gruppo con quelle di terzi, ripartite per tipologia di
imprese oggetto di consolidamento. Più in dettaglio, nella colonna riferita al
Gruppo bancario viene indicato l’importo che risulta dal consolidamento delle
società appartenenti al Gruppo bancario, al lordo degli effetti economici di
transazioni effettuate con altre società incluse nel perimetro di consolidamento; le
società controllate, diverse da quelle appartenenti al Gruppo bancario e
consolidate integralmente sono qui valorizzate con il metodo del patrimonio netto.
Nella colonna Imprese di assicurazione sono riportati gli importi che risultano dal
consolidamento, al lordo degli effetti economici derivanti da transazioni effettuate
con le società appartenenti al Gruppo bancario. Nelle colonne Elisioni ed
Aggiustamenti sono invece indicate le rettifiche necessarie per ottenere il dato
rappresentato in bilancio.
NOTE ILLUSTRATIVE
267
B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione
Gruppo bancario
Attività/valori
1. Titoli di debito
Riserva
positiva
Imprese di assicurazione
Riserva
negativa
Riserva
positiva
Elisioni e aggiustamenti da
consolidamento
Altre imprese
Riserva
negativa
Riserva
positiva
Riserva
negativa
Riserva
positiva
Totale
Riserva
negativa
Riserva
positiva
Riserva
negativa
27.121
13.861
10.946
366
-
-
-
-
38.067
14.227
2. Titoli di capitale
297
64
-
-
-
-
-
-
297
64
3. Quote di O.I.C.R
145
-
912
357
-
-
-
-
1.057
357
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Totale 30/06/2015
27.563
13.925
11.858
723
-
-
-
-
39.421
14.648
Totale 31/12/2014
107.539
4.887
6.902
27
-
-
-
-
114.441
4.914
4. Finanziamenti
Nel corso del semestre si è proceduto, in relazione ai ristretti margini di ulteriore
apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà, attraverso la
sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli governativi europei “core” e
sovranazionali di analoga scadenza. Tale operazione ha comportato la riduzione della
riserva positiva presente al 31 dicembre 2014 per circa 100 milioni di euro, al lordo del
relativo effetto fiscale.
Si è provveduto, inoltre, alla cessione delle azioni detenute in SIA, registrando una
plusvalenza di circa di 5,6 milioni di euro.
B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue
Le variazioni nette dell’esercizio evidenziano un saldo positivo di 3,9 milioni di euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
268
Sezione 2 – I fondi propri e i coefficienti di vigilanza bancari
2.1. Ambito di applicazione della normativa
I fondi propri (ovvero il patrimonio di vigilanza come veniva definito in precedenza)
sono pari alla somma del Capitale di classe 1 e del Capitale di classe 2.
Il Capitale di classe 1 è pari, a sua volta, alla somma del Capitale primario di
classe 1 e del Capitale aggiuntivo di classe 1.
Il capitale primario di classe 1 (o Common Equity Tier 1) è costituito dal capitale
sociale e relativi sovrapprezzi, dalle riserve di utili, dalle riserve da valutazione
positive e negative considerate nel prospetto della redditività complessiva, dalle
altre riserve, dai pregressi strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie
(grandfathering), dai filtri prudenziali e dalla detrazione. I filtri prudenziali
consistono in aggiustamenti regolamentari del valore contabile di elementi del
Capitale primario di classe 1, mentre le detrazioni rappresentano elementi negativi
del Capitale primario di classe 1.
Il Capitale aggiuntivo di classe 1 è costituito da elementi positivi e negativi,
strumenti di capitale e relativi sovrapprezzi, pregressi strumenti di AT1 oggetto di
disposizioni transitorie e detrazioni.
Il Capitale di classe 2 è costituito da elementi positivi e negativi, strumenti capitale
e prestiti subordinati e relativi sovrapprezzi, rettifiche di valore generiche,
eccedenza sulle perdite attese, pregressi strumenti di T2 oggetto di disposizioni
transitorie e detrazioni.
E’ previsto un regime transitorio delle disposizioni di vigilanza sui fondi propri che
prevede l’introduzione graduale di parte della nuova disciplina sui fondi propri e
sui requisiti patrimoniali lungo un periodo generalmente di 4 anni e regole di
“grandfathering” pe la computabilità parziale, con gradale esclusione entro il 2021,
dei pregressi strumenti di capitale del patrimonio di base e del patrimonio
supplementare che non soddisfano tutti i requisiti prescritti dal Regolamento CRR
per gli strumenti patrimoniali del CET1, AT1 e T2.
Le scelte sul predetto regime transitorio operate dalla Banca d’Italia, in quanto di
competenza delle autorità di vigilanza nazionali secondo quanto consentito dal
Regolamento CRR, sono contenute dalla circolare 285 del 17 dicembre 2013.
Per il corrente anno devono essere soddisfatti i seguenti requisiti patrimoniali,
espressi in percentuale degli attivi ponderati per il rischio (RWA – Risk Weighted
Assets):
- il capitale primario di classe 1 (o Common Equity Tier 1) deve essere almeno pari
al 4,5% degli RWA totali;
- il capitale di classe 1 (Tier 1) deve essere almeno pari al 6% degli RWA totali;
- i fondi propri (pari alla somma del Tier 1 e del Tier 2 capital) devono essere
almeno pari all’8% degli RWA totali.
Inoltre, le banche hanno l’obbligo di detenere una riserva di conservazione del
capitale pari al 2,5% degli attivi ponderati per il rischio. Pertanto, i coefficienti
patrimoniali minimi richiesti ai Gruppi bancari, per il 2015, sono pari al 7% di
Common Equity Tier 1, inclusa la riserva di conservazione del capitale, all’8,5% di
Tier 1 e al 10,5% del totale fondi propri.
In particolare, per quanto riguarda il livello dei fondi propri, la Banca d’Italia
congiuntamente all’Autorità di Vigilanza Host (Commission de Surveillance du
Secteur Financier), ha fissato per il gruppo Credem una soglia di monitoraggio
prudenziale dell’8% in termini di Common Equity Tier 1 ratio, comprensiva del
capital conservation buffer del 2,5%.
In base alle disposizioni dettate dagli articoli 11, paragrafi 2 e 3, e 13, paragrafo 2,
del già più volte citato Regolamento CRR, le banche controllate da una “società di
partecipazione finanziaria madre” sono tenute a rispettare i requisiti stabiliti dal
predetto regolamento sulla base della situazione consolidata della società di
NOTE ILLUSTRATIVE
269
partecipazione finanziaria medesima. Tali disposizioni hanno pertanto reso
necessaria la modifica del perimetro di consolidamento del Gruppo ai soli fini della
vigilanza prudenziale, portando a calcolare i ratio patrimoniali a livello di
Credemholding, società controllante al 76,87% di Credem Spa. Tale livello non
comporta nel breve differenze di rilievo rispetto alle analoghe rilevazioni misurate
sul perimetro di consolidamento che fa capo a Credito Emiliano Spa; presenta
invece una più significativa penalizzazione prospettica (vale a dire in sede di
applicazione “fully phased” delle nuove norme), dovuta al trattamento più
restrittivo riservato dalle norme vigenti al computo del cosiddetto “patrimonio di
terzi”.
Non ci sono impedimenti ne sostanziali ne giuridici che ostacolano il rapido
trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi all’interno del gruppo.
2.2. Fondi propri bancari
A. Informazioni di natura qualitativa
1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1)
2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1)
3. Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2)
Le principali caratteristiche contrattuali delle passività subordinate, che rientrano
nel calcolo del Capitale di classe 2 (Tier 2), sono di seguito riportate:
• “CREDITO EMILIANO SPA 3,125% VAR.RATE 13.03.2015/2025 EUR” (ISIN
XS1199020295) per 200.000.000,00 € costituito da n. 200.000 obbligazioni del
valore nominale di 1.000 € cadauna.
Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse annuali pari al 3,125% annuo lordo
fino al 13.03.2020.
Il prestito scade il 13/03/2025 e prevede una call e nuovo fixing il 13.03.2020 al
tasso IRS 5YR+3%.
Al 30/06/2015 la quantità residua risulta pari a 200.000.000,00 € costituita da n.
200.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna.
L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta € 200.000.000.
I sottoelencati prestiti sono stati oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering)
in quanto presentano un piano “amortising” nei primi cinque anni di vita ed
emessi prima del 31/12/2011.
• “CREDITO EMILIANO 26/10/2009 – 26/10/2015 LOWER TIER II A TASSO
MISTO” (ISIN IT0004541444) per 100.000.000,00 € costituito da n. 100.000
obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna.
Nel corso del primo e del secondo anno dalla data di emissione, le obbligazioni
corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 3,25% annuo lordo, in luogo delle
cedole a tasso variabile, che saranno corrisposte a partire dal terzo anno dalla data
di emissione.
Le cedole a tasso variabile saranno indicizzate al tasso Euribor a 3 mesi
aumentato di uno spread pari a 50 centesimi.
Il prestito scade il 26/10/2015 e prevede un piano di ammortamento che, a partire
dal 26/10/2011, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza.
Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a
20.000.000,00 € costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 200 €
cadauna.
L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 6.460.920,04.
NOTE ILLUSTRATIVE
270
• “CREDITO EMILIANO 30/06/2011 – 30/06/2017 LOWER TIER II A TASSO
FISSO SUBORDINATO” (ISIN IT0004737489) per 100.000.000,00 € costituito da n.
100.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna.
Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 4,5% annuo lordo.
Il prestito scade il 30/06/2017 e prevede un piano di ammortamento che, a partire
dal 30/06/2013, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza.
Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a
40.000.000,00 € costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 400 €
cadauna
L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 40.032.858,71.
• “CREDITO EMILIANO 23/12/2011 – 23/12/2017 LOWER TIER II A TASSO
FISSO” (ISIN IT0004781016) per 50.000.000,00 € costituito da n. 50.000
obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna.
Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 7,05% annuo
lordo.
Il prestito scade il 23/12/2017 e prevede un piano di ammortamento che, a partire
dal 23/12/2013, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza.
Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a
30.000.000,00 € costituita da n. 50.000 obbligazioni del valore nominale di 600 €
cadauna
L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 24.835.706,46.
I prestiti emessi dopo il 31/12/2011 che presentano un piano “amortising” nei
primi cinque anni di vita non sono stati computati nel Capitale di classe 2 a
seguito di un recente orientamento della vigilanza italiana ed europea in merito
alla loro computabilità. Si tratta dell’applicazione restrittiva di una norma del
Regolamento CRR che ha indotto ad escludere dal computo tali emissioni.
NOTE ILLUSTRATIVE
271
2.2 Patrimonio di vigilanza - B. Informazioni di natura quantitativa
Totale
30/06/2015
A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima
dell’applicazione dei filtri prudenziali
di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie
Totale
31/12/2014
2.299.098
2.335.844
-
-
20.770
31.994
2.319.868
2.367.838
(435.301)
(447.272)
31.204
(59.758)
1.915.771
1.860.808
-
13.705
-
-
-
-
I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi
da filiazioni e inclusi nell'AT1 per effetto di disposizioni transitorie
4.000
(13.705)
L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H
+/- I)
4.000
-
294.034
102.526
71.329-
84.812
-
-
(24.826)
5.760
B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-)
C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime
transitorio (A +/- B)
D. Elementi da dedurre dal CET1
E. Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di
minoranza oggetto di disposizioni transitorie
F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C
– D +/-E)
G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli
elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio
di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie
H. Elementi da dedurre dall’AT1
M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e
degli effetti del regime transitorio
di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie
N. Elementi da dedurre dal T2
O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-), inclusi gli strumenti emessi
da filiazioni e inclusi nel T2 per effetto di disposizioni transitorie
P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O)
Q. Totale fondi propri (F + L + P)
269.208
108.286
2.188.979
1.969.094
A seguito del provvedimento della Banca d’Italia del 18 maggio 2010, che ha
modificato il trattamento prudenziale dei titoli di debito dei Paesi dell’Unione
Europea ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza delle banche e dei gruppi
bancari italiani, il gruppo Credito Emiliano ha deliberato di esercitare l’opzione a)
del medesimo provvedimento, neutralizzando sia le plus sia le minus relative,
rilevate nelle riserve da valutazione successivamente al 31 dicembre 2009.
La scelta di tale opzione è applicata al calcolo del patrimonio di vigilanza dal 30
giugno 2010 e:
• estesa a tutti i titoli della specie detenuti nel predetto portafoglio;
• applicata in modo omogeneo da tutte le componenti del gruppo bancario;
• mantenuta costante nel tempo.
Ai sensi della nuova circolare 285 del 17 dicembre 2013, nel mese di gennaio
2014, il Gruppo ha confermato la suddetta facoltà, che resterà in vigore fino a
quando la Commissione Europea non avrà adottato un regolamento sulla base del
regolamento (CE) n.16606/2002 che dovrà approvare l’International Financial
Reporting Standard in sostituzione del principio contabile IAS39.
Le riserve nette del Gruppo bancario sui titoli emessi da Amministrazioni centrali
di paesi appartenenti all’Unione Europea presentavano, alla data del 30 giugno
2015, un saldo negativo di circa 1,8 milioni di euro, in riduzione rispetto al saldo
positivo di 69 milioni presente al 31 dicembre 2014 a seguito alla ricomposizione
NOTE ILLUSTRATIVE
272
del portafoglio titoli di proprietà, avvenuta nel semestre, attraverso la sostituzione
di titoli governativi italiani con altri titoli governativi europei “core” e
sovranazionali di analoga scadenza.
2.2 Adeguatezza patrimoniale
A. Informazioni di natura qualitativa
La Banca d’Italia, in data 17 dicembre 2013, ha emanato la circolare 285
(Disposizioni di vigilanza per le banche), in sostituzione della circolare 263 del 27
dicembre 2006 (Nuove disposizioni di vigilanza), e la circolare 286 (Istruzioni per la
compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di
intermediazione mobiliare), in sostituzione della circolare 155 del 18 dicembre
1991 (Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul patrimonio di vigilanza e
sui coefficienti prudenziali).
Tali disposizioni consentono, tra l’altro, alle banche ed ai gruppi bancari di
adottare sistemi interni per la determinazione del requisito patrimoniale per il
rischio di credito previo ottenimento di apposita autorizzazione da parte di Banca
d’Italia, subordinata all’accertamento della sussistenza in capo al richiedente di
specifici requisiti minimi organizzativi e quantitativi. Il Gruppo Credem ha ottenuto
l’autorizzazione all’utilizzo del metodo IRB, per il segmento Corporate, a partire
dalla segnalazione al 30 giugno 2008 per Credem e Credemleasing.
Le principali innovazioni introdotte nei portafogli regolamentari e nei relativi fattori
di ponderazione del nuovo framework normativo riguardano, tra l’altro,
l’introduzione di un fattore di sostegno dello 0,7619 da applicare al requisito
prudenziale (supporting factor) per le esposizioni al dettaglio verso le controparti
rappresentate da PMI e l’introduzione di un nuovo requisito patrimoniale sul
rischio di “aggiustamento della valutazione del credito” (CVA), ossia a fronte del
rischio di perdite derivanti dagli aggiustamenti al valore di mercato dei derivati
OTC a seguito delle variazioni del merito creditizio.
NOTE ILLUSTRATIVE
273
2.3 Adeguatezza patrimoniale –
Informazioni di natura quantitativa
Categorie/Valori
Importi non ponderati
30/06/2015
Importi ponderati / requisiti
31/12/2014
30/06/2015
31/12/2014
A. ATTIVITA' DI RISCHIO
A.1 Rischio di credito e di controparte
1. Metodologia standardizzata
30.727.627
30.062.990
15.061.595
14.937.703
21.038.851
20.274.646
8.739.440
8.517.881
9.580.807
9.631.780
6.259.036
6.301.594
9.580.807
9.631.780
6.259.036
6.301.594
-
-
-
-
107.969
156.564
63.119
118.228
1.204.928
1.195.016
2.070
1.884
2. Metodologia basata su rating interni
2.1 Base
2.2 Avanzata
3. Cartolarizzazioni
B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA
B.1 Rischio di credito e di controparte
B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del
dit
B.3 Rischio di Regolamento
B.4 Rischi di mercato
1. Metodologia standard
-
-
20.631
24.673
20.631
24.673
2. Modelli interni
-
-
3. Rischio di concentrazione
-
-
117.103
117.103
B.5 Rischio operativo
1. Metodo base
2. Metodo standardizzato
3. Metodo avanzato
B.6 Altri elementi di calcolo
-
-
117.103
117.103
-
-
-
-
1.344.732
1.338.676
16.809.141
16.733.454
11,40%
11,12%
C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio)
11,42%
11,12%
C.4 Totale fondi propri//Attività di rischio ponderate (Total capital ratio)
13,02%
11,77%
B.7 Totale requisiti prudenziali
C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA
C.1 Attività di rischio ponderate
C.2 Capitale primario di classe1/Attività di rischio
ponderate (CET 1 capital ratio)
Il requisito patrimoniale complessivo, al 30 giugno 2015, è di 1.344,7 milioni di
euro a fronte di Fondi Propri per 2.189,0 milioni di euro con un margine
disponibile di 844,3 milioni di euro, pari a circa il 39% dei Fondi Propri.
Le indicazioni sui coefficienti patrimoniali evidenziano il Common Equity Tier 1
ratio Pashed-in all’11,40% (Fully Phashed 10,52%), il Tier 1 Capital ratio Pashedin all’11,42% (Fully Phashed 10,87%), e il Total capital ratio Phashed-in al 13,02%
(Fully Pashed 12,47%).
NOTE ILLUSTRATIVE
274
PARTE G – OPERAZIONI DI
AGGREGAZIONE RIGUARDANTI
IMPRESE O RAMI D’AZIENDA
Sezione 1 – Operazioni realizzate durante l’esercizio
1.1 Operazioni di aggregazione
Non esistono operazioni.
1.2.1 Variazioni annue dell’avviamento
Non esistono operazioni.
Sezione 2 – Operazioni realizzate dopo la chiusura dell’esercizio
Non esistono operazioni.
Sezione 3 – Rettifiche retrospettive
Non esistono operazioni.
NOTE ILLUSTRATIVE
275
PARTE H
OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE
1 Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica
Di seguito vengono fornite le informazioni sui compensi corrisposti ai dirigenti con
responsabilità strategiche, in coerenza con quanto previsto dallo IAS 24.
I dirigenti con responsabilità strategiche di Credito Emiliano sono i soggetti aventi
il potere e la responsabilità, direttamente o indirettamente, della pianificazione,
della direzione e del controllo delle attività di Credito Emiliano.
Rientrano nel perimetro dei dirigenti con responsabilità strategiche: i Consiglieri di
Amministrazione, i Sindaci, il Direttore Generale, i Vice Direttori Generali, il
Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari, gli altri
componenti della Direzione Centrale, il Responsabile dell’Internal Audit, il
Compliance Officer ed il Risk Officer di Credito Emiliano SpA.
Riepilogo compensi
Totale
30/06/2015
Totale
30/06/2014
Amministratori
438
Sindaci
120
82
3.450
2.851
4.008
3.360
Dirigenti
Totale
2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate
In ottemperanza alle disposizioni normative riguardanti le operazioni con parti
correlate, il Gruppo Credito Emiliano ha adottato specifiche procedure per
disciplinare tali operazioni ed assicurare idonei flussi informativi.
In attuazione alla delibera Consob n. 17221 del 12 marzo 2010, Credito Emiliano
ha adottato apposite “Procedure per la gestione delle operazioni con parti
correlate”, dove sono indicate le regole istruttorie e deliberative riguardo alle
operazioni poste in essere da Credito Emiliano, anche per il tramite di società
controllate, nonché le modalità di informativa agli Organi sociali ed al mercato.
Successivamente all’emanazione da parte di Banca d’Italia del 9° aggiornamento
della circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le
banche”, riguardante la disciplina delle attività di rischio e dei conflitti di interesse
nei confronti dei Soggetti Collegati di Gruppo, Credito Emiliano ha approvato
anche le procedure deliberative in materia di operazioni con soggetti collegati.
Entrambe queste procedure sono disponibili per la consultazione sul sito internet
di Credito Emiliano www.credem.it.
Fermo il rispetto del principio di cui all’art. 2391 del Codice Civile in tema di
interessi degli amministratori, la tematica è inoltre regolamentata dall’art. 136 del
D.Lgs. 385/93 (Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia), in forza del
quale gli esponenti aziendali della Banca possono assumere, direttamente o
indirettamente, obbligazioni nei confronti della società che amministrano, dirigono
o controllano soltanto previa unanime deliberazione dell’Organo amministrativo
della Banca - con esclusione del voto dell’esponente interessato - assunta con il
voto favorevole di tutti i membri del Collegio Sindacale.
I rapporti e le operazioni perfezionate con parti correlate e soggetti collegati non
presentano criticità e sono riconducibili all’ordinaria attività di servizio e di credito.
NOTE ILLUSTRATIVE
276
427
Le condizioni applicate ai singoli rapporti ed alle operazioni con parti correlate e
soggetti collegati non si discostano da quelle correnti di mercato.
Nel corso del 1° semestre 2015 non è stata effettuata alcuna operazione non
ordinaria con parte correlata o soggetto collegato qualificabile di maggiore
rilevanza ai sensi delle richiamate procedure.
Nello stesso periodo il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha adottato
2 “delibere quadro” con consueta durata annuale: in data 23 gennaio 2015 e
successivamente in data 18 giugno 2015: in tema di operazioni ordinarie relative
ad “affidamenti” ed a “depositi vincolati a tempo” concluse a condizioni equivalenti
a quelle di mercato o standard.
In particolare le delibere hanno riguardato:
•
concessione di affidamenti a parti correlate e soggetti collegati riconducibili al
Gruppo Max Mara e più in generale, al relativo esponente aziendale Credem di
riferimento, per un importo massimo complessivo, erogabile in più operazioni
dal Gruppo Credem, di 95 milioni di euro anche nell’ambito di operazioni
rotative;
•
operazioni in depositi vincolati a tempo con parti correlate e soggetti collegati
riconducibili al Gruppo Max Mara e, più in generale, al relativo esponente
aziendale Credem di riferimento, da effettuarsi in una o più tranche sino a
complessivi 10 milioni di euro di interessi passivi.
Nel corso del 1° semestre 2015 sono state poste in essere operazioni infragruppo
e/o con parti correlate/soggetti collegati, Italiani ed esteri, rientranti nell’ordinario
esercizio dell’attività operativa e della connessa attività finanziaria, perfezionate di
norma a condizioni analoghe a quelle applicate per operazioni concluse con terzi
indipendenti.
Le operazioni infragruppo sono state effettuate sulla base di valutazioni di
reciproca convenienza economica e la definizione delle condizioni da applicare è
avvenuta nel rispetto di correttezza sostanziale, presente l’obiettivo comune di
creare valore per l’intero Gruppo Credem.
Uguale principio è stato applicato anche nel caso di prestazioni di servizi
infragruppo, unitamente a quello di regolare tali prestazioni su di una base
minimale commisurata al recupero dei relativi costi di produzione.
2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate
Crediti
Amministratori, sindaci e
dirigenti
Debiti
713
Raccolta
amministrata
Garanzie
6.523
570
Raccolta gestita
11.998
24.905
Stretti familiari
5.623
7.627
919
60.423
49.873
Società controllate e collegate
64.628
219.368
83.996
560.749
288.327
Altre parti correlate
-
-
-
-
-
Totale
70.964
233.518
85.485
633.170
363.105
2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate
Interessi attivi
Commissioni attive e
altri ricavi
Interessi passivi
Commissioni passive
e altri oneri
Amministratori, sindaci e
dirigenti
6
20
64
6
Stretti familiari
4
18
75
16
Società controllate e collegate
1.118
357
490
74
Altre parti correlate
-
-
-
-
Totale
1.128
395
629
96
NOTE ILLUSTRATIVE
277
L’incidenza dei volumi, delle operazioni con le controparti correlate sopra indicate,
sul totale del Gruppo risulta essere pari in termini percentuali a:
Dati patrimoniali
Totale
Dati economici
Crediti
Debiti
0,2
0,8
Garanzie e
Raccolta
impegni amministrata
6,9
3,4
Raccolta
gestita
1,7
Interessi attivi
Interessi passivi
Commissioni
attive ed altri
ricavi
Commissioni
passive ed altre
spese
0,3
0,4
0,2
-
Totale
Si provvede di seguito a fornire i dettagli (in migliaia di Euro) dei rapporti verso le
imprese collegate:
Dati patrimoniali
Totale
Dati economici
Crediti
Debiti
2.881
8.282
Garanzie e
Raccolta
impegni amministrata
1.620
78.160
Raccolta
gestita
-
Interessi attivi
Interessi passivi
Commissioni
attive ed altri
ricavi
Commissioni
passive ed altre
spese
-
-
5.096
175
Totale
L’incidenza dei volumi, delle operazioni con le imprese collegate, sul totale del
Gruppo risulta essere pari in termini percentuali a:
Dati patrimoniali
Crediti
Debiti
-
-
Totale
Dati economici
Totale
NOTE ILLUSTRATIVE
278
Garanzie e
Raccolta
impegni amministrata
0,1
0,4
Raccolta
gestita
-
Interessi attivi
Interessi passivi
Commissioni
attive ed altri
ricavi
Commissioni
passive ed altre
spese
-
-
1,4
-
PARTE I
ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU
PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI
Informazioni di natura qualitativa
1.
Descrizione degli accordi di pagamento basati su propri strumenti
patrimoniali
Coerentemente con le politiche retributive approvate dall’Assemblea e nel rispetto
delle disposizioni in materia di remunerazione e di incentivazione emanate della
Banca d’Italia in attuazione della direttiva 2013/36/UE (CRDIV), si è proceduto
alla definizione di un sistema retributivo variabile basato in parte su pagamenti in
contanti e in parte attraverso l’assegnazione gratuita di azioni. Il sistema
incentivante è correlato al raggiungimento di obiettivi di performance misurati al
netto dei rischi ed alla sussistenza di un adeguato livello di patrimonializzazione e
liquidità dell’Azienda.
Il sistema è volto a motivare e fidelizzare le persone che occupano posizioni chiave
in azienda ed è destinato ai top manager rientranti nella categoria del Personale
più rilevante. Verificato il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Consiglio di
Amministrazione, sentito il parere del Comitato Remunerazioni, la quota in azioni
del premio 2015 assegnata ai beneficiari è pari al 50% del valore complessivo del
bonus (secondo quanto previsto dal documento relativo alla politica di
remunerazione approvato dall’Assemblea). Più in particolare, i piani di
remunerazione riservati al personale più rilevante del Gruppo che prevedono il
pagamento di una parte del premio mediante l’assegnazione gratuita di azioni
sono:
 Sistema premiante 2015;
 Sistemi premianti e altre forme di remunerazione variabile di breve e lungo
termine relativi ad anni precedenti.
Il numero di azioni è determinato sulla base della quotazione del titolo nel
momento in cui il premio è assegnato.
Sono previsti meccanismi di correzione, durante il periodo di differimento, per
effetto dei quali i premi maturati potranno ridursi ovvero azzerarsi.
In particolare, le singole quote differite già assegnate potranno non essere erogate
o ridotte in presenza di determinate condizioni di utile, redditività corretta per il
rischio, livelli patrimoniali e di liquidità non in linea. Il premio è altresì non erogato
in caso di risoluzione del rapporto di lavoro o di prestazioni professionali contrarie
agli obblighi di buona fede e correttezza.
Ai fini della rappresentazione in bilancio, per tener conto delle condizioni di
assegnazione delle varie quote di bonus è stata utilizzata la simulazione con il
Metodo Monte Carlo che, sulla base di opportune ipotesi, ha consentito di definire
un consistente numero di scenari alternativi nell’arco temporale considerato. In
particolare, in ogni scenario la proiezione dei parametri che definiscono gli obiettivi
di performance viene effettuata di anno in anno, a partire dall’ultimo valore di
rendiconto, secondo un moto geometrico Browniano.
La metodologia di calcolo può essere schematizzata nelle seguenti fasi:
•
proiezione dei parametri di bilancio e del prezzo dell’azione nell’orizzonte
temporale prescelto;
•
verifica dei parametri di performance;
NOTE ILLUSTRATIVE
279
•
•
•
•
•
calcolo del bonus per ogni partecipante al piano e proiezione delle traiettorie
individuali verificando il raggiungimento delle performance individuali e per
ogni anno la continuità dell’attività lavorativa e la sopravvivenza;
calcolo delle quote individuali secondo le modalità di pagamento individuali
del bonus;
determinazione in funzione del prezzo stimato del titolo del numero di azioni
necessarie a corrispondere la parte di bonus in azioni (laddove non già
determinato);
imputazione proporzionale in base al vesting period delle azioni assegnate;
reiterazione del procedimento per il numero di repliche stabilite.
Informazioni di natura quantitativa
Piano
Gruppo
Credem
- Sistema premiante 2015 e Sistemi
premianti e altre forme di remunerazione
variabile di breve e lungo termine relativi
ad anni precedenti
NOTE ILLUSTRATIVE
280
quota di
competenza
dell'esercizio
impatto a
patrimonio
628,9
4.028,7
PARTE L – INFORMATIVA DI SETTORE
INFORMATIVA DI SETTORE – distribuzione per settori operativi
Gli “operating segments” individuati a livello Gruppo sono i seguenti:
•
Banking Commerciale, nel quale confluiscono il corrispondente segmento di
Credito Emiliano ed, integralmente, i bilanci di Credemleasing, Credemfactor,
Banca Euromobiliare, Euromobiliare Asset Management SGR, Credem
International Lux, Credem Private Equity SGR, Credemtel, Euromobiliare
Fiduciaria e Creacasa;
•
Bancassurance, interamente rappresentato da Credemvita e dalla
interessenza pro-quota di Credemassicurazioni;
•
Finanza, nel quale è confluito il corrispondente segmento di Credito
Emiliano che comprende l’attività gestione del rischio tasso del banking book, del
portafoglio di investimento e di quello di trading;
•
Altro, che comprende, oltre alle rettifiche di consolidamento, Magazzini
Generali delle Tagliate e relativamente a Credito Emiliano tutti i centri che
svolgono un’attività di supporto ai segmenti Banking Commerciale e Finanza.
Con riferimento a Credito Emiliano, per quanto riguarda i segmenti relativi al
Banking Commerciale, alla Finanza e alle attività diverse, si sono utilizzati i dati
gestionali.
Al fine di garantire la coerenza dei margini rendicontati con gli utili effettivamente
prodotti, i dati gestionali vengono periodicamente “riconciliati” con i dati di
bilancio.
Criteri di costruzione del conto economico per operating segments di
Credito Emiliano
I risultati economici degli “operating segments” sono determinati sulla base dei
seguenti principi:
•
il margine di interesse è ottenuto dall’applicazione di tassi interni di
trasferimento coerenti con le caratteristiche finanziarie dei prodotti;
•
le commissioni nette sono attribuite puntualmente al cliente che le ha
generate e, quindi, all’ operating segment di pertinenza;
•
le risorse utilizzate dagli “operating segments” per lo svolgimento della propria
attività sono pagate dagli stessi sulla base di prezzi rappresentativi dei costi
effettivi;
•
vengono attribuiti i costi direttamente imputabili al punto vendita, quali ad
esempio il personale e le spese relative all’utilizzo ed al funzionamento dei
locali; gli altri costi, compresi quelli relativi alla struttura centrale e al centro
servizi, vengono convenzionalmente attribuiti al segmento “Altro”;
•
le spese generali relative alle singole società confluiscono integralmente negli
“operating segments” a cui appartengono le rispettive società.
INFORMATIVA DI SETTORE - commento
Si segnala preliminarmente che nella informativa di settore i valori della raccolta
indiretta sono espressi al controvalore (valore di mercato).
Inoltre si specifica che la voce “raccolta gestita” include SICAV per le quali
Euromobiliare International Fund ha conferito mandato a Credem International
Lux.
BANKING COMMERCIALE
I risultati economici del segmento Banking Commerciale mostrano da un lato la
dinamica riflessiva del margine finanziario (-5,3%) dall’altro il significativo
NOTE ILLUSTRATIVE
281
progresso del margine servizi (+12,7%); complessivamente il margine
d’intermediazione si attesta a 468,7 milioni (450,6 milioni a giugno 2014, +4,0%).
In crescita le spese generali e gli ammortamenti a 254,7 milioni di euro (+4,6%); in
lieve progresso a 214 milioni di euro il risultato operativo (207,1 milioni di euro a
giugno 2014, +3,3%).
L’utile ante imposte del Banking Commerciale risulta in lieve flessione 157,3
milioni di euro (-4,3%) in quanto il positivo andamento del risultato operativo è più
che compensato dall’incremento delle rettifiche su crediti che passano da 42,8 a
56,7 milioni di euro.
Per un’analisi più approfondita dei risultati economici e per l’analisi
dell’andamento delle masse e delle principali iniziative poste in essere nell’esercizio
si fa rimando al capitolo “Divisione Banking Commerciale” presente nella relazione
sulla gestione.
BANCASSURANCE
In un favorevole contesto di mercato la società registra il sensibile progresso delle
consistenze di riserve e dei flussi di raccolta premi. Le condizioni di mercato,
unitamente al potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla clientela
affluent e private, hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked (riferibili a
polizze di Unit) di ramo III (622 milioni di euro di raccolta rispetto ai 211 del primo
semestre 2014). Ancora positiva, ma in rallentamento rispetto al 2014, è risultata
la raccolta di polizze rivalutabili di ramo I e V (341 milioni di euro rispetto ai 519
del primo semestre 2014); tale comparto ha in particolare risentito dell’evoluzione
dei tassi di interesse e dei conseguenti, minori rendimenti offerti.
Sull’apprezzabile progresso del risultato economico hanno positivamente inciso i
ritorni commissionali legati all’accelerazione nel classamento di polizze Unit Linked
ed i proventi finanziari ricondicibili dalle gestioni riconducibili alle polizze di ramo I
e V.
Ha, al contrario, inciso negativamente l’andamento delle spese generali: come
previsto, anche il semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia
progettuali, sia di potenziamento dell’organico) a sostegno dello sviluppo
commerciale, nonché da intense attività progettuali di natura normativa
Nel suo complesso il bancassurance registra un margine d’intermediazione di 34,1
milioni di euro (+35,3% su giugno 2014) a fronte di costi operativi ed
ammortamenti pari a 4,8 milioni di euro (+20% su giugno 2014); di conseguenza il
risultato operativo mostra un significativo incremento (+38,2% su giugno 2014)
raggiungendo 29,3 milioni di euro.
FINANZA
L’andamento del margine finanziario ha risentito del minor apporto del portafoglio
titoli passando da un risultato positivo di 22 milioni di euro ad un contributo
negativo di 9,9 milioni di euro.
Nel corso del semestre si è infatti proceduto, in relazione ai ristretti margini di
ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli di
proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli
governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza.
Tale operazione ha comportato l’appostazione di componenti economiche che
hanno inciso positivamente sul margine servizi; sono nel contempo venuti meno
proventi finanziari in ragione dei rendimenti più contenuti dei titoli acquistati.
Hanno, al contrario, contribuito positivamente alla dinamica dell’aggregato in
discussione la significativa crescita dei volumi intermediati riconducibili a
clientela, la minore esposizione verso la Banca Centrale Europea e, più in generale
le più favorevoli condizioni di approvvigionamento di fondi nelle varie forme
tecniche di finanziamento interbancario.
Ha inoltre inciso positivamente il risultato dell’attività di negoziazione e copertura,
sulla quale ha in particolare rilevato, in ragione dell’evoluzione dei tassi di
riferimento, la favorevole valutazione di derivati posti a copertura massiva e
specifica di poste dell’attivo e del passivo.
NOTE ILLUSTRATIVE
282
Il margine servizi si attesta ad oltre 112 milioni di euro e conseguentemente il
risultato operativo praticamente raddoppia passando da 51,3 a 101,9 milioni di
euro.
NOTE ILLUSTRATIVE
283
Distribuzione per settori di attività: dati economici
Voci/Settori di attività
Margine finanziario
Margine servizi
Margine d'intermediazione
Spese generali e ammortamenti
Risultato operativo
Oneri/proventi straordinari
Rettifiche nette di valore su crediti
Accantonamenti per rischi
Svalutazione netta partecipazioni
Utile prima delle imposte
Imposte sul reddito
Utile di terzi
Utile netto
NOTE ILLUSTRATIVE
284
Banking
commerciale
30/06/2015
Bancassurance
Finanza
Altro
Totale
205,3
263,4
468,7
34,1
34,1
(9,9)
112,5
102,6
14,6
(9,0)
5,6
210,0
401,0
611,0
(254,7)
214,0
(4,8)
29,3
(0,7)
101,9
(108,5)
(102,9)
(368,7)
242,3
(56,7)
157,3
(0,9)
0,1
28,5
101,9
4,0
(7,4)
(9,5)
(0,3)
(116,1)
3,1
(64,1)
(9,4)
(0,3)
171,6
(52,2)
119,4
Distribuzione per settori di attività: dati economici
Voci/Settori di attività
Margine finanziario
Margine servizi
Margine d'intermediazione
Spese generali e ammortamenti
Risultato operativo
Oneri/proventi straordinari
Rettifiche nette di valore su crediti
Accantonamenti per rischi
Svalutazione netta partecipazioni
Utile prima delle imposte
Imposte sul reddito
Utile di terzi
Utile netto
NOTE ILLUSTRATIVE
Banking
commerciale
30/06/2014
Bancassurance
Finanza
Altro
Totale
216,9
233,7
450,6
25,2
25,2
22,6
29,4
52,0
6,3
8,6
14,9
245,8
296,9
542,7
(243,5)
207,1
(4,0)
21,2
(0,7)
51,3
(101,7)
(86,8)
(349,9)
192,8
(42,8)
164,3
(0,1)
21,1
51,3
0,8
11,7
(3,9)
(0,3)
(78,5)
0,7
(31,1)
(3,9)
(0,3)
158,2
(59,2)
99,0
285
Informativa per settore di attività: dati patrimoniali
Voci/Settori di attività
IMPIEGHI A CLIENTELA
30/06/2015
Banking
commerciale Bancassurance
21.448
Raccolta ASSICURATIVA
Finanza
51
5.127
Raccolta DIRETTA BANCARIA
18.485
TOTALE RACCOLTA DIRETTA
18.485
Raccolta GESTITA
22.002
5.127
Totale
21.499
5.127
2.300
20.785
2.300
25.912
22.002
Raccolta AMMINISTRATA
10.597
8.128
18.725
TOTALE RACCOLTA INDIRETTA
32.599
8.128
40.727
TOTALE RACCOLTA
51.084
5.127
10.428
66.639
TOTAL BUSINESS
72.532
5.127
10.479
88.138
NOTE ILLUSTRATIVE
286
Informativa per settore di attività: dati patrimoniali
Voci/Settori di attività
IMPIEGHI A CLIENTELA
31/12/2014
Banking
commerciale Bancassurance
21.508
Raccolta ASSICURATIVA
Finanza
187
4.409
Raccolta DIRETTA BANCARIA
18.281
TOTALE RACCOLTA DIRETTA
18.281
Raccolta GESTITA
20.208
4.409
Totale
21.695
4.409
2.105
20.386
2.105
24.795
20.208
Raccolta AMMINISTRATA
10.644
7.154
17.798
TOTALE RACCOLTA INDIRETTA
30.852
7.154
38.006
TOTALE RACCOLTA
49.133
4.409
9.259
62.801
TOTAL BUSINESS
70.641
4.409
9.446
84.496
NOTE ILLUSTRATIVE
287
Informativa per settore di attività: dati economici
Margine
intermediazione
6/14
6/15
var.%
Banking Commerciale
6/14
6/15
var.%
Utile ante imposte
6/14
6/15
var.%
4,6
207,1
214,0
3,3
164,3
157,3
(4,3)
(4,0)
(4,8)
20,0
21,2
29,3
38,2
21,1
28,5
35,1
(0,7)
(0,7)
0,0
51,3
101,9
98,6
51,3
101,9
98,6
5,6
(62,4) (101,7)
(108,5)
6,7
(86,8)
(102,9)
18,5
(78,5)
(116,1)
47,9
611,0
12,6 -349,9
-368,7
5,4
192,8
242,3
25,7
158,2
171,6
8,5
Bancassurance
25,2
34,1
35,3
Finanza
52,0
102,6
97,3
Altro
14,9
542,7
288
Risultato operativo
(254,7)
468,7
NOTE ILLUSTRATIVE
Spese e
ammortamenti
6/14
6/15
var.%
4,0 (243,5)
450,6
Totale
variazioni %
LEGENDA:
Margine finanziario
+ Voce 30 Margine di interesse
+ Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni escluso gli
utile/perdite derivanti da cessioni/valutazioni
+ Voce 70 Dividendi e proventi simili (per la sola quota
relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS)
- Margine d’interesse Credemvita
Margine servizi
+ Voce 60 Commissioni nette
+ Voce 70 Dividendi e proventi simili (al netto della sola quota
relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS)
+ Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione
+ Voce 90 Risultato netto dell'attività di copertura
+ Voce 100 Utili/perdite da cessione o riacquisto, ad
esclusione della sola componente degli utili/perdite su titoli di
capitale
+ Voce 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie
valutate al fair value
+ Voce 150 Premi netti
+ Voce 160 Saldo altri proventi/oneri della gestione
assicurativa
+ Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (al netto delle
componenti di natura straordinaria e del recupero di
imposte indirette)
+ Margine d’interesse Credemvita
Margine di intermediazione
(Margine finanziario + Margine servizi)
Spese generali e ammortamenti
+ Voce 180 Spese amministrative (al netto delle imposte
indirette recuperate)
+ Voce 200 rettifiche/riprese di valore nette su attività
materiali
+ Voce 210 rettifiche/riprese di valore nette su attività
immateriali
Risultato Operativo
(Margine d’intermediazione – Spese generali e ammortamenti)
NOTE ILLUSTRATIVE
Oneri/proventi straordinari
+ Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di
natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze)
+ Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola
componente degli utili/perdite su titoli di capitale
+ Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento
di attività finanziarie disponibili per la vendita
+ Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti
+ Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al
netto delle imposte
Rettifiche nette su crediti
+ Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per
deterioramento di crediti e di altre operazioni finanziarie
Accantonamenti netti per rischi ed oneri
+ Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri
Utili/perdite su partecipazioni
+ Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da
cessioni/valutazioni
Utile ante imposte
+ Risultato operativo
+ Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri
+ Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per
deterioramento di crediti ed altre operazioni finanziarie
+ Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da
cessioni / valutazioni
+ Oneri/proventi straordinari:
Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di
natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze)
Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola
componente degli utili/perdite su titoli di capitale
Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per
deterioramento di attività finanziarie disponibili per la
vendita
Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti
Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al
netto delle imposte
289
ALLEGATI ALLE
NOTE ILLUSTRATIVE
Stato Patrimoniale riclassificato
Conto economico riclassificato
Elenco delle partecipazioni
Rendiconto annuale dei fondi Euromobiliare Alternative SGR
ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE
293
Stato patrimoniale riclassificato (milioni di euro)
variazioni 06/15-12/14
30/06/2015 31/12/2014
Cassa e disponibilità liquide
assolute
%
110,1
146,4
-36,3
-24,8
21.498,5
21.695,4
-196,9
-0,9
353,2
521,2
-168,0
-32,2
12.057,9
10.882,2
1.175,7
10,8
27,3
26,1
1,2
4,6
Attività materiali ed immateriali
682,6
693,8
-11,2
-1,6
Altre attività
899,2
829,2
70,0
8,4
Totale attivo
35.628,8
34.794,3
834,5
2,4
Debiti verso clientela
16.507,1
16.758,3
-251,2
-1,5
Titoli in circolazione (compreso passività
subordinate)
6.580,2
6.149,2
431,0
7,0
Riserve tecniche
3.180,7
2.979,4
201,3
6,8
26.268,0
25.886,9
381,1
1,5
5.225,9
5.013,6
212,3
4,2
Altre passività finanziarie
202,0
356,6
-154,6
-43,4
Fondi rischi specifici
196,7
221,2
-24,5
-11,1
1.360,6
939,5
421,1
44,8
-
0,4
-0,4
-100,0
33.253,2
32.418,2
835,0
2,6
332,4
332,4
-
-
-2,3
-2,9
0,6
-20,7
1.926,1
1.894,8
31,3
1,7
119,4
151,8
-32,4
-21,3
2.375,6
2.376,1
-0,5
0,0
35.628,8
34.794,3
834,5
2,4
Crediti verso clientela
Crediti verso banche
Altre attività finanziarie
Partecipazioni
subtotale
Debiti verso banche
Altre passività
Patrimonio di pertinenza di terzi
Totale passività
Capitale sociale
Azioni proprie
Riserve
Utile d'esercizio
Patrimonio netto
Totale passivo
Tale riclassifica è stata effettuata considerando i dati desumibili direttamente dagli schemi di bilancio
ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE
294
Conto economico riclassificato trimestralizzato (in milioni di euro)
1° trim 2° trim.
06/15
06/14
Var%
2°
trim.14
12/14
margine d’interesse
106,2
103,8
210,0
245,8
(14,6)
122,2
490,8
margine servizi (*)
246,9
154,1
401,0
296,9
35,1
133,8
577,5
margine d'intermediazione
353,1
257,9
611,0
542,7
12,6
256,0 1.068,3
(120,5)
(116,8)
(237,3)
(225,2)
5,4
(112,5)
(456,2)
(55,0)
(56,9)
(111,9)
(105,7)
5,9
(51,7)
(198,6)
(175,5)
(173,7)
(349,2)
(330,9)
5,5
(164,2)
(654,8)
177,6
84,2
261,8
211,8
23,6
91,8
413,5
(9,5)
(10,0)
(19,5)
(19,0)
2,6
(9,8)
(38,7)
168,1
74,2
242,3
192,8
25,7
82,0
374,8
(9,4)
-
(9,4)
(3,9)
141,0
(1,6)
(8,2)
5,4
(2,6)
2,8
0,4
n.s.
2,0
(0,2)
rettifiche nette su crediti e
operazioni finanziarie
(36,8)
(27,3)
(64,1)
(31,1)
106,1
(17,6)
(114,9)
UTILE ANTE IMPOSTE
127,3
44,3
171,6
158,2
8,5
64,8
251,5
-
-
-
(0,1)
(43,3)
(8,9)
(52,2)
(59,2)
(11,8)
(22,8)
(99,6)
84,0
35,4
119,4
99,0
20,6
42,0
151,8
spese del personale
spese amministrative (*)
costi operativi
risultato lordo di gestione
ammortamenti
risultato operativo
accantonamenti per rischi ed
oneri
oneri/proventi straordinari
utile/perdita di terzi
imposte sul reddito
UTILE NETTO
-
-
UTILE PER AZIONE
0,36
0,30
20,0
0,46
UTILE DILUITO PER
AZIONE
0,36
0,30
20,0
0,46
La riclassifica è stata effettuata considerando anche dati gestionali non desumibili direttamente dagli
schemi di bilancio e dalla nota integrativa
(*) le spese ed il margine servizi sono stati nettati della componente di imposte indirette e tasse recuperate alla
clientela (39,8 milioni di euro a giugno 2014, 43,8 milioni di euro a giugno 2015 e 88,4 milioni di euro a dicembre
2014)
ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE
295
LEGENDA:
Margine finanziario
+ Voce 30 Margine di interesse
+ Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni escluso gli
utile/perdite derivanti da cessioni/valutazioni
+ Voce 70 Dividendi e proventi simili (per la sola quota
relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS)
- Margine d’interesse Credemvita
Margine servizi
+ Voce 60 Commissioni nette
+ Voce 70 Dividendi e proventi simili (al netto della sola quota
relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS)
+ Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione
+ Voce 90 Risultato netto dell'attività di copertura
+ Voce 100 Utili/perdite da cessione o riacquisto, ad
esclusione della sola componente degli utili/perdite su titoli di
capitale
+ Voce 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie
valutate al fair value
+ Voce 150 Premi netti
+ Voce 160 Saldo altri proventi/oneri della gestione
assicurativa
+ Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (al netto delle
componenti di natura straordinaria e del recupero di
imposte indirette)
+ Margine d’interesse Credemvita
Margine di intermediazione
(Margine finanziario + Margine servizi)
Costi operativi
+ Voce 180 Spese amministrative (al netto delle imposte
indirette recuperate)
Risultato Lordo di Gestione
(Margine di intermediazione – Costi operativi)
Ammortamenti
+ Voce 200 rettifiche/riprese di valore nette su attività
materiali
+ Voce 210 rettifiche/riprese di valore nette su attività
immateriali
ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE
296
Risultato Operativo
(Risultato Lordo di Gestione – Ammortamenti)
Accantonamenti netti per rischi ed oneri
+ Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri
Oneri/proventi straordinari
+ Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di
natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze)
+ Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola
componente degli utili/perdite su titoli di capitale
+ Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento
di attività finanziarie disponibili per la vendita
+ Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da
cessioni / valutazioni
+ Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti
+ Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al
netto delle imposte
Rettifiche nette su crediti
+ Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per
deterioramento di crediti e di altre operazioni finanziarie
Utile ante imposte
+ Risultato operativo
+ Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri
+ Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per
deterioramento di crediti ed altre operazioni finanziarie
+ Oneri/proventi straordinari:
Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di
natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze)
Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola
componente degli utili/perdite su titoli di capitale
Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per
deterioramento di attività finanziarie disponibili per la
vendita
Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti
Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da
cessioni / valutazioni
Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al
netto delle imposte
Elenco delle partecipazioni
Sede
% sul
Equity
Valore
capitale sociale
ratio
di bilancio
Credemassicurazioni spa
Reggio Emilia
50,000
50,00
27.069
Interconsult sa
Lussemburgo
33,300
33,30
241
Nextone srl
Milano
30,000
30,00
-
ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE
297
EUROMOBILIARE ALTERNATIVE INVESTMENTS MARKET NEUTRAL (in liquidazione)
SITUAZIONE PATRIMONIALE
Situazione al 30/06/2015
ATTIVITÀ
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A.1 Titoli di debito
A1.1 Titoli di Stato
A1.2 Altri
A.2 Titoli di capitale
A.3 Parti di O.I.C.R
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B.1 Titoli di debito
B.2 Titoli di capitale
B.3 Parti di O.I.C.R
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C.1 Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C.2 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C.3 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D.1 A vista
D.2 Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITÀ
F.1 Liquidità disponibile
F.2 Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F.3 Liquidità impegnata per operazioni da regolare
G. ALTRE ATTIVITÀ
G.1 Ratei attivi
G.2 Risparmio d’imposta
G.3 Altre
TOTALE ATTIVITÀ
PASSIVITÀ E NETTO
Valore
complessivo
Relazioni Semestrali 2015 Euromobiliare Asset Management SGR
ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE
298
Valore
complessivo
In perc. del
totale attività
572.987
20,41%
902.457
25,41%
572.987
20,41%
902.457
25,41%
874.832
748.512
2.045.437
-1.919.117
1.360.139
9.777
1.343.002
7.360
2.807.958
31,16%
26,66%
72,84%
-68,35%
48,44%
0,35%
47,83%
0,26%
100,00%
905.954
204.127
2.273.955
-1.572.128
1.743.197
1.743.197
25,51%
5,75%
64,03%
-44,27%
49,08%
0,00%
49,08%
3.551.608
100,00%
Situazione al 30/06/2015
Situazione al 31/12/2014
Valore
complessivo
Valore
complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L.1 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L.2 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M.1 Rimborsi richiesti e non regolati
M.2 Proventi da distribuire
M.3 Altri
N. ALTRE PASSIVITÀ
N.1 Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N.2 Debiti di imposta
N.3 Altre
TOTALE PASSIVITÀ
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
Numero delle quote in circolazione
Valore unitario delle quote
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
Quote rimborsate
In perc. del
totale attività
Situazione al 31/12/2014
-20.477
-14.606
-76.161
-76.161
-5.871
-20.477
2.787.481
48,168
57.869,966
-76.161
3.475.447
48,168
72.152,611
0,000
0,000
pagina 7 di 13
EUROMOBILIARE ALTERNATIVE INVESTMENTS MARKET NEUTRAL PLUS (in liquidazione)
SITUAZIONE PATRIMONIALE
Situazione al 30/06/2015
ATTIVITÀ
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A.1 Titoli di debito
A1.1 Titoli di Stato
A1.2 Altri
A.2 Titoli di capitale
A.3 Parti di O.I.C.R
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B.1 Titoli di debito
B.2 Titoli di capitale
B.3 Parti di O.I.C.R
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C.1 Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C.2 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C.3 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D.1 A vista
D.2 Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITÀ
F.1 Liquidità disponibile
F.2 Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F.3 Liquidità impegnata per operazioni da regolare
G. ALTRE ATTIVITÀ
G.1 Ratei attivi
G.2 Risparmio d’imposta
G.3 Altre
TOTALE ATTIVITÀ
PASSIVITÀ E NETTO
Valore
complessivo
pagina 10 di 13
Valore
complessivo
In perc. del
totale attività
773.492
15,23%
1.576.969
27,74%
773.492
15,23%
1.576.969
27,74%
784.919
738.595
1.079.860
-1.033.536
3.519.807
9.311
3.503.136
7.360
5.078.218
15,46%
14,54%
21,26%
-20,35%
69,31%
0,18%
68,98%
0,14%
100,00%
203.993
180.841
1.614.075
-1.590.923
3.903.331
3.903.331
3,59%
3,18%
28,40%
-27,99%
68,67%
0,00%
68,67%
5.684.293
100,00%
Situazione al 30/06/2015
Situazione al 31/12/2014
Valore
complessivo
Valore
complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L.1 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L.2 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M.1 Rimborsi richiesti e non regolati
M.2 Proventi da distribuire
M.3 Altri
N. ALTRE PASSIVITÀ
N.1 Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N.2 Debiti di imposta
N.3 Altre
TOTALE PASSIVITÀ
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
Numero delle quote in circolazione
Valore unitario delle quote
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
Quote rimborsate
In perc. del
totale attività
Situazione al 31/12/2014
-23.523
-17.652
-79.605
-18.897
-5.871
-23.523
5.054.695
96,236
52.523,950
-60.708
-79.605
5.604.688
96,236
58.239,000
0,000
0,000
Relazioni Semestrali 2015 Euromobiliare Asset Management SGR
ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE
299
ATTESTAZIONE DEL
PRESIDENTE E DEL
DIRIGENTE PREPOSTO
ATTESTAZIONE DEL PRESIDENTE E DEL DIRIGENTE PREPOSTO
303
RELAZIONE
DELLA SOCIETA’
DI REVISIONE