relazione finanziaria semestrale 2015
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relazione finanziaria semestrale 2015
RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE 2015 2015 RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE 2015 Credito Emiliano Spa Gruppo Bancario Credito Emiliano - Credem 3032 - Società per Azioni Sede Sociale e Direzione: Via Emilia San Pietro n. 4 - 42100 Reggio Emilia Capitale interamente versato 332.392.107 Euro Codice Fiscale 01806740153 - Partita IVA 00766790356 Codice ABI 03032 Banca iscritta all'albo delle banche al n.5350 Banca iscritta all'albo dei Gruppi bancari al n.03032 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi Tel.0522 5821 - Telefax 0522 433969 - Telex BACDIR 530658 – Switf Code BACRIT22 Sito Internet: www.credem.it INDICE Cariche Sociali 7 RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE Relazione intermedia sulla Gestione 11 Bilancio consolidato semestrale abbreviato 71 Note illustrative 85 Allegati alle note illustrative Attestazione del Presidente e del Preposto Relazione della Società di Revisione 291 Dirigente 301 305 RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE 5 CARICHE SOCIALI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente Giorgio Ferrari Vice Presidenti Ignazio Maramotti* Lucio Zanon di Valgiurata* Consiglieri Romano Alfieri Enrico Corradi* Giorgia Fontanesi Ugo Medici* Ernestina Morstofolini** Benedetto Renda Paola Schwizer** Corrado Spaggiari** Giovanni Viani Segretario Ottorino Righetti * Membri del Comitato Esecutivo ** Amministratori indipendenti ex art.148, comma 3, D.Lgs. n.58/1998 (TUF) COLLEGIO SINDACALE Presidente Giulio Morandi Sindaci effettivi Maurizio Bergomi Maria Paglia Sindaci supplenti Gianni Tanturli Tiziano Scalabrini DIREZIONE CENTRALE Direttore Generale Adolfo Bizzocchi Vice Direttori Generali Angelo Campani Nazzareno Gregori Direttori Centrali Giuliano Baroni Stefano Morellini Stefano Pilastri Condirettori Centrali Giuliano Cassinadri Rossano Zanichelli DIRIGENTE PREPOSTO alla redazione dei documenti contabili Paolo Tommasini SOCIETA' DI REVISIONE Reconta Ernst & Young S.p.A. RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE 7 RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE 2015 RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE AREA DI CONSOLIDAMENTO CREDITO EMILIANO BANCA EUROMOBILIARE 100% CREDEM INTERNATIONAL LUX 100% CREDEMLEASING MAGAZZINI GENERALI DELLE TAGLIATE 100% CREDEM ASSICURAZIONI 50% CREDEMFACTOR CREDEMTEL 100% 100% INTERCONSULT 33,3% CREDEM PRIVATE EQUITY SGR 100% CREACASA EUROMOBILIARE FIDUCIARIA 100% CREDEMVITA 100% EUROMOBILIARE ASSET MANAGEMENT S.G.R. 100% 100% NEXSTONE 30% 100% CREDEM CB 70% CANOSSA CB 70% Note: • le percentuali esprimono i diritti di voto esercitabili direttamente indirettamente • le partecipazioni in chiaro sono valutate con il metodo del patrimonio netto RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 12 e Signori azionisti dedichiamo la consueta, breve, sintesi preliminare alla situazione del contesto macroeconomico, ai mercati finanziari ed alle principali evidenze in atto nel sistema bancario. Procede con fatica e si mantiene eterogenea la ripresa mondiale. Il primo trimestre del 2015 ha contrapposto al passo costante ma lento della ripresa in Europa l’arretramento dell’economia USA e al rimbalzo positivo del Giappone le difficoltà più o meno esplicite dei paesi emergenti. Il commercio mondiale ha rallentato a inizio 2015 per la debolezza delle maggiori aree emergenti e non. Nonostante infatti l’aumento delle importazioni degli Stati Uniti, favorito dalla forza del dollaro, hanno pesato sulla crescita degli scambi internazionali soprattutto due fattori. Il primo è stato il crollo, peraltro atteso, delle importazioni russe. Il secondo fattore è riconducibile alla caduta della domanda cinese di prodotti esteri che, dati i volumi relativi, esercita un impatto globale, con notevoli effetti anche sui prezzi delle materie prime. Entrando nel dettaglio, gli USA hanno registrato una flessione del PIL nel primo trimestre del 2015 (-0,2% sul trimestre precedente). La forza del dollaro e la bassa crescita dei salari hanno impattato sulla dinamica, nonostante il continuo incremento degli occupati. Anche alcuni fattori temporanei (condizioni metereologiche avverse) sono stati parzialmente responsabili dell’andamento economico sopra descritto. L’attività in Giappone sta recuperando dopo il calo che ha fatto seguito all’aumento dell’IVA ad aprile del 2014 e ha registrato una forte espansione nel primo trimestre del 2015 (+3,9% sul trimestre precedente) sospinta dall’accumulazione delle scorte, dagli investimenti fissi e dai consumi (in misura minore). In Cina sia il rallentamento del mercato delle abitazioni sia il calo della produzione in molti settori dell’industria pesante hanno gravato sulla crescita nel primo trimestre di quest’anno (+7,0% in termini tendenziali, il valore più basso degli ultimi 6 anni). Nei prossimi mesi, l’attività economica potrebbe risentire negativamente della forte instabilità sul mercato azionario in atto da metà giugno. Nell’area euro, nel primo trimestre del 2015 la variazione percentuale del PIL in termini reali sul periodo precedente è risultata dello 0,4%, come nel quarto trimestre del 2014. I dati indicano una ripresa economica riconducibile a diversi fattori. Le misure di politica monetaria della BCE stanno contribuendo ad allentare le condizioni finanziarie generali e agevolano l’accesso al credito sia per le PMI che per le imprese più grandi. I progressi compiuti nel risanamento dei conti pubblici e nell’attuazione delle riforme strutturali hanno esercitato un impatto favorevole sulla crescita economica. Inoltre il calo dei prezzi del petrolio sospinge il reddito disponibile reale e la redditività delle imprese, sostenendo gli investimenti e i consumi privati, mentre l’indebolimento del tasso di cambio dell’euro ha favorito le esportazioni. In linea con l’ampliamento della ripresa, il mercato del lavoro nell'area dell'euro è migliorato, anche se la disoccupazione rimane elevata sia nell'insieme dell'area dell'euro sia, a livello nazionale, in una pluralità paesi. In prospettiva, la ripresa dovrebbe ampliarsi ulteriormente. I consumi privati, che sono stati il principale fattore di sostegno alla crescita, dovrebbero continuare a trarre beneficio dalla maggiore dinamica salariale e dall’impatto favorevole del calo dei prezzi dell’energia sul reddito disponibile reale. Inoltre, nel 2015 si prevede che a sospingere in maniera più rilevante la ripresa siano gli investimenti delle imprese, sorretti dal rafforzamento della domanda interna ed estera, dalla necessità di ammodernare e ricostituire lo stock di capitale obsolescente, dall’orientamento accomodante della politica monetaria e dall’aumento dei margini operativi lordi. L’atteso rafforzamento della ripresa economica mondiale dovrebbe altresì influire positivamente sulla dinamica delle esportazioni. Al contempo è probabile che i necessari aggiustamenti di bilancio in diversi paesi e la lentezza a cui procede l’attuazione delle riforme strutturali possano frenare la ripresa dell’attività economica. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 13 In tale contesto, nel primo trimestre del 2015, il PIL dell’Italia è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,1% nei confronti del primo trimestre del 2014. La variazione acquisita per il 2015 è pari al +0,2%. Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna mostrano andamenti dissimili, con i consumi finali nazionali in lieve diminuzione (-0,1%) e gli investimenti fissi lordi che crescono dell’1,5%. Dal lato degli scambi con l’estero, le importazioni sono aumentate (1,4%) e le esportazioni sono rimaste stazionarie. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del PIL per 0,2 punti percentuali (+0,3 punti gli investimenti fissi lordi, -0,1 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private e un contributo nullo della spesa della Pubblica Amministrazione). La variazione delle scorte ha fornito un apporto positivo di 0,5 punti percentuali. Dal lato dell’offerta, si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell’agricoltura (6,0%) e dell’industria (0,6%), mentre quello dei servizi ha segnato una variazione nulla. Relativamente alla politica monetaria, nella riunione del 22 gennaio 2015 il Consiglio direttivo della BCE ha annunciato l’estensione del programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema, che in precedenza aveva riguardato assetbacked securities (ABS) e covered bond, a quelli pubblici (Public Sector Purchase Programme). A partire dal 9 marzo 2015, e sino almeno a settembre del 2016, sono previsti acquisti per 60 miliardi di euro al mese (pari in totale a 1.140 miliardi, circa il 50% dell’attivo di bilancio dell’Eurosistema al momento della decisione e circa l’11% del PIL dell’area euro). Nell’ambito di tale programma, poco più di 130 miliardi di titoli di stato italiani potranno essere acquistati dalla Banca d’Italia, circa 150 miliardi (il 9,1% del PIL nazionale) includendo anche le operazioni della BCE. La durata del programma ampliato di acquisto di attività (Expanded Asset Purchase Programme) potrà essere estesa se il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione coerente con l’obiettivo di conseguire tassi di inflazione inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine. Secondo la BCE il programma di acquisto di titoli pubblici e privati influenza l’attività economica e l’inflazione attraverso diversi canali: a) comprime i rendimenti dei titoli pubblici, utilizzati come riferimento per i tassi di una vasta gamma di strumenti di finanziamento all’economia privata; b) la liquidità ricevuta in cambio dei titoli ceduti all’Eurosistema orienta i portafogli degli operatori economici verso attività finanziarie più redditizie, non direttamente interessate dagli acquisti del programma, trasmettendo così l’impulso di politica monetaria a un più ampio ventaglio di strumenti di finanziamento; c) il calo dei rendimenti dei titoli acquistati si riflette sui costi di finanziamento delle banche, migliorando le condizioni di offerta del credito per famiglie e imprese; d) la riduzione dei rendimenti degli strumenti denominati in euro favorisce, a parità di altre condizioni, un deprezzamento del cambio che, oltre ad accrescere l’inflazione importata e le aspettative di inflazione, stimola le esportazioni; e) la rivalutazione delle attività finanziarie rafforza la situazione patrimoniale del settore privato, aumentandone la capacità di spesa; f ) infine, la significativa dimensione e la composizione del programma, segnalando la determinazione dell’Eurosistema al raggiungimento dell’obiettivo di stabilità dei prezzi, contribuiscono a sostenere le aspettative di inflazione e la fiducia del pubblico. Sempre in gennaio, il Consiglio ha inoltre deciso di eliminare il differenziale di dieci punti base applicato al tasso delle restanti sei operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO) rispetto a quello delle operazioni di rifinanziamento principali. Alla terza operazione mirata di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO) del 19 marzo 2015, l’ammontare ottenibile da ciascuna banca era connesso con la quantità di prestiti erogati a famiglie e imprese tra maggio del 2014 e gennaio del 2015. Vi hanno partecipato 143 intermediari dell’area, che hanno ottenuto fondi per 98 miliardi; alle controparti della Banca d’Italia sono stati assegnati 36 miliardi. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 14 Il 24 giugno 2015 è stata regolata la quarta operazione TLTRO e la BCE ha assegnato 74 miliardi di euro in nuovi fondi a quattro anni, soddisfacendo interamente le richieste pervenute da 128 istituti di credito della zona euro. Le banche italiane hanno ottenuto 17,5 miliardi. Considerando le prime due operazioni (condotte in settembre e in dicembre 2014), i finanziamenti acquisiti dalle banche italiane sono risultati pari a 111 miliardi di euro e, nelle intenzioni degli intermediari, dovrebbero essere destinati all’erogazione di nuovo credito a imprese e famiglie. Per effetto delle riduzioni dei tassi ufficiali effettuate nel 2014 e dell’aumento della liquidità connesso con l’ampliamento del programma di acquisto, il tasso overnight (Eonia) e quello a tre mesi (Euribor) sono scesi appena sotto allo zero. Al valore negativo, seppure modesto, dei tassi di interesse non si sono accompagnati malfunzionamenti di mercato né riaggiustamenti di portafogli a favore del circolante. Altri effetti significativi hanno riguardato la riduzione dei rendimenti dei titoli di stato italiani a 10 anni e il deprezzamento dell’euro. I mercati finanziari internazionali nei primi mesi del 2015 hanno reagito positivamente al nuovo piano di espansione quantitativa deciso dalla BCE e al conseguente ampliamento della liquidità globale. Nel complesso dell’area dell’euro è proseguita la discesa dei rendimenti dei titoli pubblici; i premi per il rischio sovrano sono aumentati solo in Grecia. In dettaglio, l’effetto positivo delle decisioni della BCE sui premi per il rischio di credito sovrano è stato in parte attenuato dalla forte incertezza generata dalle trattative sulla revisione dei programmi di sostegno finanziario alla Grecia. Nei primi mesi del 2015 i differenziali di rendimento fra i titoli di Stato decennali e i corrispondenti titoli tedeschi sono diminuiti in Portogallo, Italia, Irlanda e Belgio, mentre sono rimasti pressoché invariati in Spagna e Francia; in Grecia lo spread decennale è invece aumentato. Dopo aver toccato il minimo storico a metà aprile, i rendimenti dei titoli di stato dell’area euro e dei principali paesi avanzati sono risaliti. Tale inversione di tendenza ha riflesso fattori tecnici (ricomposizioni di portafoglio da parte degli operatori per il miglioramento delle aspettative di inflazione e crescita) e non. Il riacutizzarsi della crisi greca ha avuto ripercussioni in primis limitate sui premi per il rischio sovrano nel resto dell’area, riflettendo le riforme avviate in molti paesi, i progressi conseguiti nella governance europea e negli strumenti a disposizione delle autorità per evitare fenomeni di contagio. Successivamente, le difficili trattative tra la Grecia e i creditori internazionali hanno determinato un aumento della volatilità sui mercati e dei premi per il rischio sia sovrani sia privati, soprattutto nei paesi dell’area dell’euro in passato esposti a tensioni. Si è registrata anche un’avversione al rischio che ha determinato un incremento della domanda di titoli “safe-heaven” (Bund e Treasury decennali), comprimendone in rendimento. Anche nel comparto high yield, nel primo trimestre del 2015, i premi per il rischio si sono ridotti in misura marcata sia per i titoli denominati in dollari sia per quelli in euro. I premi per il rischio di credito delle banche, desumibili dai credit default swap, sono scesi sia nell’area dell’euro sia negli Stati Uniti. Le condizioni sui mercati finanziari delle economie emergenti sono divenute meno tese. I deflussi di capitali si sono interrotti e vi è stato un parziale ritorno degli investimenti di portafoglio nel comparto obbligazionario. Nel secondo trimestre dell’anno, i premi per il rischio sulle obbligazioni investment grade delle imprese sono cresciuti sia per quelle denominate in euro sia per quelle in dollari. Nel settore high yield i differenziali di rendimento sono saliti per i titoli denominati in euro, meno per quelli in dollari. Relativamente all’Italia lo spread BTP-BUND si è contratto nella prima parte dell’anno raggiungendo il 12 marzo 2015 gli 88 punti base. Sulla scia della crisi greca e dell’aumento della volatilità dei mercati finanziari, lo spread è tornato a salire superando i 150 punti base nei primi giorni del mese di luglio. A metà luglio lo spread è tornato intorno a 120 punti base. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 15 I bassi tassi di interesse e l’abbondante liquidità hanno sostenuto la domanda di attività più rischiose nella prima parte del 2015. I corsi azionari sono cresciuti quasi ovunque in un contesto di volatilità in calo. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito le quotazioni hanno recuperato la flessione di inizio anno; nell’area dell’euro e in Giappone sono salite rapidamente, traendo sostegno dall’orientamento più espansivo delle politiche monetarie. In Giappone la borsa ha beneficiato anche dei maggiori acquisti da parte della Banca centrale e di alcuni investitori istituzionali, che hanno recentemente rivisto le proprie strategie di portafoglio, favorendo attività con rendimenti più elevati a scapito dei poco redditizi titoli pubblici. In dettaglio, nei primi quattro mesi del 2015 l’indice di borsa italiano è cresciuto del 21%, un rialzo superiore a quello registratosi nel complesso dell’area dell’euro (16%). Alla base dell’aumento vi è stato soprattutto il nuovo programma di acquisto di titoli di Stato varato dalla BCE. A partire da maggio, le incertezze sulla possibile risoluzione delle trattative tra il Governo ellenico e il Brussels Group hanno pesato in modo rilevante portando su livelli elevati la volatilità implicita sui mercati azionari dell’area euro. Dai livelli massimi del 2015 (raggiunti in aprile) le borse europee hanno evidenziato flessioni anche significative. In Cina il mercato azionario ha registrato un brusco calo dalla metà di giugno; le quotazioni sono diminuite del 30% in meno di un mese, riassorbendo parte dei guadagni realizzati dall’inizio dell’anno. La caduta ha fatto seguito ai consistenti rialzi registrati dallo scorso novembre (intorno ad un +150%), alimentati da un massiccio accesso al mercato borsistico da parte di piccoli risparmiatori, il cui basso grado di conoscenza finanziaria può aver amplificato le fluttuazioni. All’inizio di luglio le autorità finanziarie sono intervenute per arrestare la caduta dei corsi, stimolando l’acquisto di azioni da parte delle agenzie e delle società pubbliche. Da maggio anche gli indici azionari delle altre economie emergenti hanno iniziato a scendere. In prospettiva si temono le possibili ripercussioni dell’instabilità del mercato azionario cinese sull’attività economica. Nei primi mesi del 2015 si è accentuato il deprezzamento dell’euro che, in termini effettivi nominali, si collocava a metà aprile sul valore più basso degli ultimi 13 anni. La moneta comune ha continuato a indebolirsi rispetto al dollaro, proseguendo nella tendenza in atto da quasi un anno, e ha riassorbito rapidamente l’apprezzamento registrato alla fine del 2014 nei confronti dello yen, dopo il rafforzamento del programma di espansione quantitativa in Giappone. Verso l’estate, la più alta volatilità nei mercati finanziari e la riduzione del gap di crescita tra USA e UEM hanno contribuito a contenere il rafforzamento del dollaro. Il 24 aprile 2015, l’agenzia Fitch ha confermato il rating BBB+ per l’Italia, con un outlook stabile. Fitch ha affermato che la ripresa sarà sostenuta da una combinazione di fattori positivi come una politica monetaria straordinariamente espansiva, un euro più debole, un rafforzamento della fiducia e prezzi più bassi per il petrolio. Tuttavia, ha osservato, una previsione di crescita dello 0,6% per l’anno in corso e dell’1% nel 2016 è debole in rapporto agli altri membri dell’eurozona. Il 15 maggio Standard & Poor’s ha mantenuto invariata (a “BBB-” con prospettive «stabili») la pagella dell’Italia, esprimendo però nel comunicato stampa un giudizio favorevole sulla recente legislazione del Governo e afferma che l’Italia è avviata sulla strada della timida crescita economica. Nel 2015 il Pil aumenterà dello 0,4% e negli anni successivi accelererà all’1%. Come ampiamente disquisito, negli scorsi anni, la crisi finanziaria globale e le sue ripercussioni sull’economia hanno sollecitato un’estesa revisione delle norme che a livello internazionale governano il sistema finanziario. Al ripristino e al mantenimento della stabilità finanziaria sono stati rivolti decisi interventi sia sul piano della supervisione bancaria, sia su quello macroprudenziale. Si ricorda che il Meccanismo di vigilanza unico (MVU) sulle banche dell’area dell’euro ha iniziato a operare il 4 novembre dello scorso anno. Come noto, il suo avvio è stato preceduto da una valutazione approfondita dei bilanci delle principali banche, con l’obiettivo di accrescere trasparenza e fiducia. È stata la prima prova di funzionamento del nuovo sistema. I risultati hanno confermato la capacità del RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 16 sistema bancario italiano nel suo complesso di resistere a shock estremi, sebbene esso non abbia beneficiato di un significativo sostegno pubblico durante la crisi. Esigenze di capitale aggiuntive sono emerse con riferimento all’ipotetico scenario avverso dello stress test per due intermediari, da tempo all’attenzione della Vigilanza italiana; entrambi sono ora impegnati nel completamento dei piani di rafforzamento patrimoniale. La nuova vigilanza europea è stata disegnata come “sistema di autorità”. Al vertice del meccanismo si colloca il Consiglio di Vigilanza (Supervisory Board), in cui siedono con diritto di voto i rappresentanti di tutte le autorità di vigilanza nazionali dei paesi del Meccanismo Unico. Spetta al Consiglio di Vigilanza formulare proposte di decisione al Consiglio Direttivo della BCE (Governing Council), cui compete l’approvazione definitiva attraverso un processo di silenzio-assenso (nonobjection procedure) ovvero l’espressione del dissenso per motivi di politica monetaria. Corroborata da presidi volti a garantire l’indipendenza della funzione di vigilanza da quella di politica monetaria, tale allocazione di poteri dovrebbe favorire scelte in grado perseguire gli obiettivi di solidità, integrazione e stabilità del sistema bancario. La BCE e le autorità nazionali definiscono in modo condiviso decisioni e prassi. Per le 123 banche di maggiore rilevanza, individuate come “significative”, la supervisione diretta spetta alla BCE; le decisioni sono adottate dal Consiglio Direttivo su proposta del Consiglio di Vigilanza in cui siedono le autorità nazionali. L’attività di vigilanza su ciascuna di queste banche è condotta da “gruppi congiunti” formati per la maggior parte da personale delle autorità nazionali, ma non solo, in cui hanno sede gli intermediari. Per gli intermediari “meno significativi” responsabilità e azione dirette di supervisione sono in capo alle autorità nazionali, nel quadro del meccanismo comune. Nel mese di febbraio 2015 sono stati comunicati i requisiti patrimoniali alle principali banche dalla BCE, definiti in base all’esito dell’esercizio di valutazione approfondita condotto nel corso del 2014. Il programma di supervisione per il 2015, concordato per la prima volta a livello comune, è in fase di attuazione. Nei mesi scorsi sono stati avviati progetti di ampia portata; particolare importanza riveste quello sulla verifica della valutazione della rischiosità degli attivi effettuata dalle banche sulla base di modelli interni a suo tempo validati dalle autorità nazionali. Il Meccanismo di risoluzione unico (MRU), il secondo tassello dell’Unione bancaria, consentirà una gestione accentrata delle crisi bancarie e contribuirà, attraverso l’applicazione degli strumenti previsti dalla Direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche (BRRD) e la progressiva condivisione delle risorse, ad allentare il legame tra il rischio bancario e il rischio sovrano. Il funzionamento del MRU replica quello dell’MVU: gestirà le procedure di risoluzione delle banche identificate come significative ai fini del MVU e di quelle che, pur essendo non significative, svolgono un’operatività cross-border; sarà basato su una ripartizione di competenze fra l’autorità di risoluzione europea e quelle nazionali. Il meccanismo sarà pienamente operativo a partire dal 1° gennaio 2016, ma i lavori per la sua costruzione sono iniziati. È stato già costituito il Comitato di risoluzione unico, avente sede a Bruxelles, al quale partecipano i rappresentanti delle autorità di risoluzione nazionali, che avrà il compito di decidere l’avvio della risoluzione di una banca e di gestirne il processo. Il Comitato dovrà inoltre amministrare le risorse del Fondo di risoluzione unico, che parteciperà al finanziamento degli interventi di risoluzione e sarà finanziato dai contributi (progressivamente condivisi) delle banche dei paesi partecipanti al Meccanismo. Alla Banca d’Italia sono state di recente attribuite, in continuità con il ruolo svolto finora, le funzioni di autorità nazionale di risoluzione. Il meccanismo di risoluzione unico si avvarrà degli strumenti e dei poteri di gestione delle crisi previsti dalla BRRD. Le banche dovranno preparare e sottoporre alle autorità i propri piani di risanamento, con le misure da adottare per riequilibrare la situazione patrimoniale e finanziaria nel RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 17 caso di un significativo deterioramento; le autorità di risoluzione, in cooperazione con quelle di vigilanza, predisporranno piani da attuare in caso di risoluzione. L’insieme degli strumenti per la gestione delle crisi è più articolato che in passato. Oltre alle cessioni di attività e passività, sono previsti anche la creazione di banche-ponte (bridge banks), di veicoli di gestione delle attività (bad banks), e il cosiddetto bail-in, ovvero il coinvolgimento degli azionisti e dei creditori nelle perdite mediante la cancellazione, almeno parziale, del capitale e delle passività bancarie oppure la conversione di queste ultime in capitale. Il novero delle passività bancarie assoggettabili a bail-in è ampio e include anche debito senior, quali le obbligazioni, e altre passività non protette. Relativamente alla normativa comunitaria, la Commissione Europea ha avanzato proposte per la realizzazione di una Unione dei mercati dei capitali entro il 2019. In dettaglio, il 18 Febbraio 2015 la Commissione Europea ha pubblicato, il Green Paper “Building a Capital Markets Union”, volto a rafforzare l’accesso ai mercati dei capitali delle PMI, riducendone i costi del funding, e incrementare e diversificare le risorse finanziarie provenienti dagli investitori europei ed internazionali. L’obiettivo è creare un mercato europeo dei capitali più integrato, che favorisca la crescita dell’economia e l’attrattività dell’Europa come piazza di investimento. Il 19 giugno 2015 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato la sua posizione negoziale sulle misure strutturali volte ad accrescere la resilienza degli enti creditizi dell'UE (il progetto di regolamento si basa sulle raccomandazioni del Liikanen Report). Sulla base di tale mandato, la presidenza lussemburghese entrante (in carica nel secondo semestre 2015) avvierà i negoziati con il Parlamento europeo non appena quest'ultimo avrà adottato la sua posizione. La proposta mira a rafforzare la stabilità finanziaria proteggendo le attività di raccolta di depositi delle banche dell'UE più grandi e più complesse da attività di negoziazione potenzialmente rischiose. Il regolamento proposto si applicherebbe solo alle banche che sono ritenute di importanza sistemica globale o superano determinate soglie in termini di attività di negoziazione o di dimensione assoluta. Qualora un'autorità competente rilevi la sussistenza di un rischio eccessivo, potrebbe chiedere la separazione delle attività di negoziazione dall'ente creditizio di base o il potenziamento dei requisiti di fondi propri dell'ente creditizio di base, oppure potrebbe imporre altre misure prudenziali. Il Comitato di Basilea ha proseguito i lavori necessari al completamento del programma di riforme post-crisi al fine di aumentare la resilienza del settore bancario. Il 28 gennaio 2015 è stato pubblicato lo standard finale dei requisiti di trasparenza del Pillar 3. Relativamente a quest’ultimo, le modifiche proposte sono volte a migliorare la comparabilità e la consistenza dei reporting tra le banche assicurando una maggiore coerenza nel modo di divulgare informazioni relativamente alle esposizioni ai rischi. Le nuove regole andranno applicate a partire dalla fine 2016 (andranno abbinate al bilancio d’esercizio relativo al 2016). Il Comitato di Basilea ha pubblicato l’8 giugno un documento di consultazione in materia di gestione del rischio, trattamento del capitale e controllo del rischio di tasso di interesse nel banking book (IRRBB). Questo documento di consultazione amplia e mira a sostituire i “Principi del Comitato di Basilea per la gestione e il controllo del rischio di tasso di interesse” definiti nel 2004. Tale revisione è stata motivata, in primo luogo, per contribuire a garantire che le banche dispongano di un capitale adeguato per coprire le perdite potenziali da esposizione alle variazioni dei tassi di interesse. Ciò è stato ritenuto particolarmente importante in considerazione del contesto dei tassi eccezionalmente bassi in molte giurisdizioni. In secondo luogo, vorrebbe limitare l'arbitraggio tra il trading book e il banking book, nonché tra portafogli che sono soggetti a diversi trattamenti contabili. La proposta presenta due opzioni per il trattamento del rischio di tasso di interesse nel banking book: un approccio da I Pilastro o in alternativa un approccio da II Pilastro (che comprende la divulgazione quantitativa del rischio di tasso di interesse nel banking book in base all’approccio proposto come da I Pilastro). RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 18 Infine, il Comitato ha pubblicato il 22 giugno i requisiti di informativa e trasparenza relativi al Net Stable Funding Ratio (NSFR) che andranno applicati a partire dal 1° gennaio 2018 e il 7 luglio le domande e risposte in merito al quadro normativo sull’indice di leva finanziario. L’EBA (European Banking Autority), che ha come obiettivo fondamentale quello di contribuire al raggiungimento di un livello di regolamentazione e di vigilanza prudenziale efficace e uniforme nel settore bancario europeo (livello EU-28), nel corso della prima parte del 2015 ha proseguito l’attività volta a definire norme con impatto sul settore bancario europeo (principalmente riferiti alla CRD4/CRR, BRRD, DGS, ...). La direttiva sul risanamento e sulla risoluzione delle crisi nel settore bancario (BRRD), per il 2015, conferisce all’EBA ben 40 mandati in relazione alla pianificazione del risanamento e della risoluzione delle crisi, alla valutazione della risolvibilità, ai fattori che fanno scattare l’intervento precoce, alle condizioni per l’uso di strumenti di risoluzione, alla definizione di meccanismi di salvataggio e al requisito minimo per i fondi propri e le passività ammissibili (MREL) (si vedano ad esempio le pubblicazioni del 3 luglio 2015). Nell’applicazione del quadro normativo CRD IV/CRR, entro la fine del 2015 l’EBA deve realizzare quasi 250 risultati, di cui molti riguardano in particolare i rischi di credito e di mercato, nonché le aree prudenziali di liquidità e leva finanziaria. Anche la direttiva relativa ai sistemi di garanzia dei depositi (DGSD) ha assegnato all’EBA un ruolo di regolamentazione ad esempio relativamente agli orientamenti recanti i metodi di calcolo dei contributi basati sui rischi ai sistemi di garanzia dei depositi e sugli impegni di pagamento (vedasi la pubblicazione del 28 maggio 2015). In Italia sono stati adottati e sono allo studio provvedimenti volti a rafforzare il sistema bancario, mettendolo in grado di sostenere la ripresa dell’economia reale. Il Parlamento Italiano ha riformato il comparto delle banche popolari. L’articolo 1 del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito con la legge del 24 marzo 2015, n. 33, ha modificato alcune disposizioni del TUB in materia di banche popolari. La riforma della disciplina delle banche popolari riserva la possibilità di adottare il modello di banca popolare ai soli intermediari bancari il cui attivo non superi il valore di 8 miliardi di euro; le banche che superano la soglia devono assumere, entro 12 mesi dal superamento, le misure necessarie ad assicurare il rispetto della norma, quali ad esempio la riduzione dell’attivo entro i limiti consentiti, la trasformazione in società per azioni o la liquidazione volontaria. La ratio della norma va ricercata nel fatto che i maggiori tra questi intermediari hanno da tempo superato l’ambito locale e si confrontano con i cambiamenti imposti dall’integrazione economica e dalla tecnologia. La riforma, con il passaggio dalla forma cooperativa alla società per azioni, nelle intenzioni del legislatore, faciliterà lo svolgimento efficiente dell’attività di intermediazione creditizia in un mercato reso più competitivo dall’Unione bancaria. Si ricorda anche il Protocollo d’intesa fra il Ministero dell’Economia e delle Finanze (cui compete la vigilanza sulle fondazioni) e l’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio che dovrebbe incentivare le fondazioni bancarie affinché svolgano il ruolo di azionista nel rispetto dell’autonomia gestionale delle banche partecipate e diversifichino i propri investimenti. E’ stato in dettaglio disciplinato il limite di concentrazione all’investimento in un singolo emittente (un terzo del patrimonio), il rispetto del divieto di controllo delle banche partecipate, anche congiunto o di fatto, e viene migliorata la qualità degli organi, rafforzandone il grado di indipendenza. Recentemente, il decreto-legge del 27 giugno 2015 n. 83 ha introdotto misure che aumentano l’efficienza e la rapidità delle procedure fallimentari e di quelle esecutive immobiliari e che rendono le perdite sui prestiti immediatamente deducibili a fini fiscali, bloccando la creazione di nuove attività per imposte anticipate connesse con le svalutazioni su crediti. Nelle intenzioni del legislatore le nuove misure potranno incidere direttamente su alcune delle cause dell’elevata RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 19 consistenza dei crediti deteriorati. Le istituzioni italiane stanno anche lavorando sull’ipotesi di costituzione di una società specializzata per l’acquisto di crediti deteriorati. Il 2 luglio il Parlamento ha approvato la legge delega per il recepimento della direttiva sul risanamento e risoluzione delle banche (BRRD), da completare con l’emanazione dei decreti attuativi. Le funzioni di risoluzione sono state affidate alla Banca d’Italia. Il Parlamento deve invece concludere i lavori relativi al nuovo sistema armonizzato per la protezione dei depositanti. A gennaio 2015, Banca d’Italia ha rivisto la Circolare n. 286 del 17 dicembre 2013 ("Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare") per recepire le innovazioni contenute nell’ITS in materia di “Asset Encumbrance” (Attività Vincolate) al fine di espletare le attività necessarie al soddisfacimento dei nuovi requisiti informativi. Le nuove informazioni richieste consentiranno alla Vigilanza di valutare il fenomeno delle “attività vincolate” e “secured funding” (obbligazioni bancarie garantite emesse, derivati OTC, PCT passivi, depositi collateralizzati). Nell’ambito del recepimento della direttiva 2011/61/UE (AIFMD), la Banca d’Italia ha emanato il Provvedimento del 19 gennaio 2015, recante il nuovo Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio (che abroga e sostituisce il Provvedimento della Banca d'Italia dell’8 maggio 2012) e il Provvedimento congiunto con la Consob del 19 gennaio 2015 (di modifica del Regolamento congiunto in materia di organizzazione e procedure degli intermediari del 29 ottobre 2007). Questi, oltre a recepire la disciplina comunitaria, operano una revisione di più ampia portata della normativa in materia di gestione collettiva, con la finalità di razionalizzare e rendere più fruibile il testo normativo, mantenendo il quadro regolamentare costantemente aggiornato. Il 20 gennaio 2015 è stato pubblicato il 20° aggiornamento alla Circolare n. 115 del 7 agosto 1990 (Fascicolo «Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni di vigilanza su base consolidata»). Con l’aggiornamento vengono recepite le innovazioni segnaletiche in materia di Nonperforming exposures e Forbearance, introdotte dalle norme tecniche di attuazione relative alle segnalazioni statistiche di vigilanza consolidate armonizzate definite dall’EBA e approvate dalla Commissione europea il 9 gennaio u.s. Coerentemente a con quanto previsto per gli intermediari bancari, sono state modificate anche le norme delle segnalazioni per gli Intermediari del Mercato Mobiliare (Circolare n. 148 del 2 luglio 1991 - 19° aggiornamento), per gli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (Circolare n. 189 del 21 ottobre 1993 - 16° aggiornamento), per gli Intermediari Finanziari, per gli Istituti di pagamento e per gli IMEL (Circolare n. 217 del 5 agosto 1996 - 13° aggiornamento). In tal modo si mantengono allineate le definizioni di attività deteriorate per tutto il sistema bancario e finanziario nazionale. Sempre il 20 gennaio è stato pubblicato il 7° aggiornamento della Circolare n. 272 del 30 luglio 2008 (Fascicolo «Matrice dei conti») che, sempre nell’ambito delle nuove nozioni di Non-Performing Exposures e Forbearance, realizza un’unica definizione a livello di segnalazioni di vigilanza (individuali e consolidate). Ai fini delle segnalazioni statistiche di vigilanza le attività finanziarie deteriorate sono ripartite nelle categorie delle sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate; la somma di tali categorie corrisponde all’aggregato Non-Performing Exposures di cui agli ITS. S’introduce, inoltre, la categoria delle esposizioni oggetto di concessioni. Le nozioni di esposizioni incagliate e di esposizioni ristrutturate sono abrogate. Le esposizioni oggetto di concessioni (forbearance) costituiscono una categoria trasversale sia nell’ambito delle attività deteriorate che in quella dei crediti performing. Il 10 marzo 2015 è stato pubblicato l’8° aggiornamento della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 - (Fascicolo «Disposizioni di Vigilanza per le banche»). L’aggiornamento apporta alcune modifiche alle disposizioni di vigilanza e alle linee di orientamento in materia di operazioni di cartolarizzazione e introduce previsioni RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 20 in materia di informativa al pubblico in merito alle attività vincolate (asset encumbrance). Tali innovazioni derivano dall’esigenza di adeguare il quadro normativo nazionale all’evoluzione della normativa europea nelle suddette materie e, in particolare, ai Regolamenti emanati dalla Commissione europea, su proposta dell’EBA, e agli orientamenti da quest’ultima emanati, in conformità di quanto previsto dal Regolamento UE N.575/2013 (CRR). Sempre a marzo 2015 è stato pubblicato il 4° aggiornamento alla Circolare n. 286 del 17 dicembre 2013 - Fascicolo "Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società d’intermediazione mobiliare". Con l’aggiornamento della Circolare si è adeguato l’impianto segnaletico nazionale agli emendamenti apportati agli schemi COREP dal Regolamento n. 227/2015 (pubblicato il 20 febbraio sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea). Inoltre, si è provveduto a chiarire le modalità di calcolo del requisito patrimoniale in materia di rischio operativo e allineare alcuni dettagli informativi alle disposizione del COREP. L’11 giugno la Banca d’Italia ha emanato le disposizioni secondarie di attuazione della riforma delle banche popolari (decreto-legge n. 3/2015, convertito con legge n. 33/2015), completando la riforma delle banche popolari e rendendo quindi possibile avviare le operazioni societarie necessarie per darvi attuazione (in primo luogo le trasformazioni in società per azioni) secondo le modalità previste dalla legge. Passando ad analizzare l’andamento del sistema bancario italiano, il credito al settore privato è risultato ancora in contrazione del -1,2% a maggio 2015 (-3,2% a maggio 2014), dal -1,6% a dicembre 2014 (i tassi di crescita sono calcolati da Banca d’Italia includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Emergono comunque segnali di miglioramento nel mercato del credito. Le nuove erogazioni sono tornate a crescere dagli ultimi mesi del 2014. Dal lato dell’offerta, in positivo, si evidenzia che le banche italiane hanno beneficiato delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine e dell’avvio degli acquisti di titoli pubblici da parte dell’Eurosistema. Tali elementi hanno determinato una flessione dei tassi applicati alla clientela sui finanziamenti. Le indagini sul credito bancario registrano un allentamento dei criteri di offerta e una maggiore pressione concorrenziale (sulla clientela di maggiore qualità). Nel contempo, il consistente stock di sofferenze continua ad essere un vincolo per l’erogazione di nuovi prestiti. I bilanci delle banche italiane risultano penalizzati dai tempi lunghi e variabili delle procedure di recupero dei crediti, dalle diffuse inefficienze che deprimono il valore attribuito agli attivi deteriorati dai potenziali acquirenti, dallo sfavorevole trattamento fiscale delle rettifiche su crediti, che dovrebbe essere parzialmente rimosso dal già citato decreto 83 del giugno 2015. Entrando nel dettaglio dell’evoluzione degli impieghi, i prestiti alle imprese (corretto per quelli cartolarizzati o altrimenti ceduti), a maggio 2015 hanno evidenziato una flessione del -1,9% (-4,7% a maggio 2014), dal -2,3% di dicembre 2014, con una attenuazione della caduta. Le condizioni creditizie restano tuttavia eterogenee. Nei settori dell’economia dove le prospettive sono già migliorate i prestiti alle aziende con condizioni finanziarie equilibrate hanno ricominciato a crescere. Nei settori per i quali la ripresa è più lenta, in particolare nelle costruzioni, si registra invece tuttora una flessione. La componente a breve termine (i prestiti con durata inferiore ad 1 anno) ha segnato un -2,9%, quella a medio lungo termine (i prestiti con durata da 1 a 5 anni) ha evidenziato un +10,8% (ma il comparto rappresenta solo il 17% dei crediti complessivi alle imprese), i prestiti con durata superiore ai 5 anni hanno chiuso con un -6,0%. I più recenti sondaggi presso le aziende manifatturiere confermano il graduale miglioramento delle condizioni di accesso al credito che, dopo aver riguardato prevalentemente le imprese di maggiore dimensione, si sta ora estendendo anche a quelle più piccole. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 21 Relativamente al credito alle famiglie si è registrata una dinamica solo marginalmente negativa: -0,1% (corretti per quelli cartolarizzati o altrimenti ceduti) su base annua a maggio 2015 (-1,0% a maggio 2014) che si confronta con il -0,5% di fine 2014. I mutui a maggio 2015 hanno evidenziato una flessione del -0,3% (1,2% a maggio 2014), dal -0,6% di dicembre 2014. I flussi di nuovi mutui sono stati determinati sia dall’evoluzione delle surroghe e sostituzioni ma anche dagli acquisti di nuove abitazioni. La domanda di mutui è stata infatti sostenuta dal basso livello dei tassi di interesse e dal miglioramento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali. Relativamente all’evoluzione del mercato immobiliare, la lettura dei dati desunti dall’Agenzia del Territorio, deve essere fatta ricordando che i volumi delle compravendite osservati nel IV trimestre del 2013 e nel I trimestre del 2014 hanno subito gli effetti dell’entrata in vigore, a partire dal 1° gennaio 2014, di un nuovo regime delle imposte di registro, ipotecaria e catastale applicabile agli atti di trasferimento a titolo oneroso di diritti reali immobiliari. Secondo la serie ricostruita, nel primo trimestre 2015 le compravendite residenziali avrebbero segnato un +0,8% su base annua (-3,0% senza la ricostruzione). Il credito al consumo nel 2015 sta evidenziando una evoluzione positiva su base annua (+7,3% su base annua a maggio 2015) beneficiando in positivo della ripresa del ciclo delle automobili e di una discontinuità statistica (che ha impattato i volumi per circa 3 miliardi di euro). In maggio gli altri prestiti (-1,1% su base annua) evidenziavano una flessione contenuta. In merito alle iniziative messe in campo per affrontare il protrarsi della crisi economica, si ricordano alcuni piani pubblici e privati adottati nei confronti di imprese e famiglie. In prospettiva, le misure di sostegno delle imprese andranno tuttavia adeguate all’evoluzione dello scenario regolamentare europeo conseguente alle nuove regole in materia di attività deteriorate definite dall’EBA. Il 14 gennaio 2015 è stato firmato il protocollo d’intesa “CREDIamoCI”, un nuovo impegno comune di ABI e delle Associazioni dei consumatori, che si propone di consolidare ulteriormente gli ambiti di collaborazione e fornire nuove soluzioni, o rafforzare iniziative in corso, per l’accesso al credito, il sostegno alle famiglie in difficoltà e la consapevolezza dei consumatori. E' stata raggiunta il 31 marzo 2015 l’intesa sull’Accordo per il Credito 2015 (intesa diretta anche ad agganciare la ripresa e a sostenere lo smobilizzo dei crediti verso la Pubblica amministrazione) tra l’ABI e le associazioni d’impresa. Tale accordo, che resterà in vigore fino al 31 dicembre 2017, prevede tre iniziative: imprese in ripresa, imprese in sviluppo, imprese e Pa. La prima iniziativa (Imprese in ripresa) prevede la possibilità per tutte le Pmi “in bonis” di sospendere la quota capitale delle rate di mutui e leasing, anche agevolati o perfezionati con cambiali, o allungare il piano di ammortamento dei mutui e le scadenze del credito a breve termine e del credito agrario. La seconda iniziativa (Imprese in sviluppo) prevede che le banche aderenti costituiscano dei plafond individuali - con un obiettivo di dotazione complessiva pari a 10 miliardi di euro - destinati al finanziamento dei progetti imprenditoriali delle Pmi. L’ultima (Imprese e Pa) riprende lo schema precedente per lo smobilizzo dei crediti delle imprese verso la Pa, aggiornandone i contenuti alle recenti disposizioni legislative, ed in particolare al rafforzamento dell’istituto della certificazione avvenuto con il Dl 66/2015. Il primo aprile 2015, l’ABI e le Associazioni dei consumatori hanno raggiunto un accordo per la sospensione della quota capitale per i finanziamenti alle famiglie anche tenendo conto di quanto previsto dalla Legge di stabilità. L’Accordo prevede la sospensione per un massimo di 12 mesi della sola quota capitale per i crediti al consumo di durata superiore a 24 mesi e per i mutui garantiti da ipoteca su abitazione principale. Tali misure si aggiungono al Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa (Fondo Gasparrini). La sospensione può essere richiesta dal consumatore nei casi di cessazione del posto di lavoro, morte, grave infortunio o nei casi di misure di sospensione del lavoro e/o di ammortizzatori sociali anche qualora abbia ritardi di pagamenti fino a 90 giorni. La sospensione RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 22 non comporta il pagamento di commissioni o interessi di mora, ma solo degli interessi alle scadenze contrattuali calcolati sul debito residuo. Con l’accordo i firmatari hanno inteso ampliare le misure di sostegno alle famiglie in difficoltà nell’ambito del credito ai consumatori a medio e lungo periodo e hanno previsto tra i possibili beneficiari anche i soggetti che hanno subito sospensioni o riduzioni dell’orario di lavoro dovuti alla prolungata crisi economica. Entrambe le misure di sostegno non erano state fin qui previste in apposite iniziative. E’ proseguito il deterioramento della qualità del credito, riflettendo gli effetti della recessione e dell’ulteriore rigore nella classificazione dei crediti deteriorati indotta dal Comprehensive Assessment. A maggio 2015 le sofferenze lorde hanno raggiunto i 194 miliardi di euro, (evidenziando un incremento del 14,9% su base annua), erano 184 miliardi di euro a dicembre 2014 e 169 miliardi a maggio 2014. Le sofferenze nette hanno registrato una dinamica più contenuta: +9,3% l’evoluzione annua, raggiungendo gli 83 miliardi di euro. Nel primo trimestre di quest’anno il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è sceso al 2,4%; era del 2,6 nella media del 2014 e del 2,9 nel 2013. Il miglioramento è attribuibile ai finanziamenti alle imprese, il cui tasso di ingresso in sofferenza è calato di sei decimi, al 3,9%. La flessione ha riguardato tutti i comparti di attività economica. La qualità del credito resta peggiore per le imprese delle costruzioni e per le aziende del Mezzogiorno. Relativamente alla raccolta diretta interna delle banche italiane, la dinamica dei depositi del settore privato ha evidenziato una dinamica di sviluppo. In sintesi, i depositi hanno evidenziato un +3,7% a maggio 2015 su base annua (+2,7% a maggio 2014), era +4,0% a dicembre 2014. Entrando nel dettaglio, la liquidità a vista detenuta sui conti correnti ha registrato anche nel corso della prima parte del 2015 una dinamica importante: +9,3% su base annua a maggio 2015 (+5,4% a maggio 2014), era 9,1% a dicembre 2014). Tale evoluzione è stata sostenuta sia dal minore costo-opportunità connesso alla detenzione di attività liquide, ma anche dai volumi di depositi vincolati e obbligazioni scaduti, in attesa di essere collocati in strumenti più remunerativi. Tale andamento ha riguardato sia le famiglie (con una evoluzione di circa il 3%) che le imprese (+4,3% su base annua). Le forme di deposito a durata prestabilita hanno ampliato la flessione (-6,0% i depositi con durata prestabilita e quelli rimborsabili con preavviso a maggio 2015; l’evoluzione era al -4,8% a dicembre 2014 e -3,4% a maggio 2014), per effetto di rendimenti sempre meno attraenti per la clientela e per la scelta degli intermediari bancari di favorire la raccolta gestita. All’interno di tale comparto, i depositi rimborsabili con preavviso sono tornati ad avere una dinamica positiva (+1,7% a maggio 2015), sostenuti da un rendimento superiore rispetto ad altre forme di deposito. I pronti contro termine nel corso della prima parte del 2015 hanno evidenziato una dinamica rilevante: +57,2% a maggio 2015 su base annua, riflettendo prevalentemente l’operatività con controparti centrali. Nell’ambito della raccolta con durata prestabilita, il comparto obbligazionario ha proseguito nella flessione raggiungendo il –18,1% su base annua a maggio 2015 (era -17,3% a dicembre 2014 e -10,8% a maggio 2014) anche per le mancate emissioni da parte degli istituti, viste le minori esigenze di finanziamento degli impieghi e l’ampia liquidità a basso costo messa a disposizione dall’Eurosistema. All’interno dell’aggregato anche la dinamica delle obbligazioni “retained” ha proseguito evidenziando una flessione rilevante, intorno al -24% su base annua (-24,9% a dicembre 2014 e -17,0% a maggio 2014), evoluzione che si lega all’ampio ammontare di attività stanziabili disponibili. L’andamento positivo dei mercati finanziari nella prima parte del 2015, in un contesto di bassi tassi di interesse sui mercati monetari, e la modesta crescita della diretta della clientela retail hanno continuato a sostenere una dinamica particolarmente importante della raccolta gestita, in tutte le sue componenti. A giugno 2015 la raccolta netta dei fondi aperti ha superato i 68 miliardi (erano stati raccolti 87 miliardi di euro nell’intero 2014), trainata dal canale bancario e dai prodotti flessibili. Il patrimonio complessivo dei fondi aperti ammontava a 780 RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 23 miliardi: un risultato importante per l’industria dei fondi. Tornando alla raccolta netta si segnala l'exploit dei fondi flessibili che hanno registrato flussi positivi per circa 32 miliardi (che rappresentano il 24% del patrimonio complessivo), e degli obbligazionari per un ammontare di oltre 18 miliardi (sono il 43% del patrimonio gestito complessivo). Positiva si presentava anche la raccolta netta relativa ai fondi bilanciati, azionari e monetari, mentre si sono avuti deflussi netti (peraltro contenuti) nel comparto hedge. Nel mese di giugno 2015 la nuova produzione di polizze vita individuali raccolta in Italia ha quasi raggiunto i 63 miliardi di euro (+16,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente). Il progresso della raccolta ha riguardato principalmente i prodotti Linked di ramo III (+104,0% su base annua, rappresentando il 32,7% della raccolta complessiva) mentre i prodotti di ramo I sono risultati in leggera flessione (-5,0% su base annua, rimanendo il 64% della produzione complessiva). Relativamente ai canali distributivi delle polizze vita, si registra il forte sviluppo dalle reti di promozione finanziaria (+67,3% su base annua, distribuendo il 17% dei flussi complessivi) e la conferma dell’importanza del canale bancario (+8,7% su base annua, sviluppando il 70% del totale raccolta). Nel contempo, i titoli in deposito delle famiglie (al valore nominale) hanno continuato a registrare una rilevante flessione: ad maggio 2015 si segnala una dinamica su base annua intorno al -18%, condizionata sempre dalla scarsa appetibilità dei rendimenti. In un contesto che resta ancora problematico, gli 11 gruppi bancari italiani quotati hanno chiuso il primo trimestre 2015 in utile (2,2 miliardi) e in significativa crescita rispetto al primo trimestre 2014 (1,3 miliardi). Al miglioramento dei risultati di periodo hanno contribuito sia lo sviluppo delle commissioni nette (+9,3% su base annua) che i maggiori proventi da negoziazione; nel contempo gli interessi netti hanno registrato una flessione (-2,2% rispetto a marzo 2014). I costi operativi sono risultati sostanzialmente stabili (+0,3% su base annua). Le rettifiche su crediti hanno evidenziato un decremento rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente (il costo del credito è infatti sceso da 125 punti base a 92 punti base), nel mentre la qualità del credito è lievemente peggiorata rispetto a dicembre 2014. I ratio patrimoniali, con un CET1 ratio al 10,9% e un total capital ratio al 14,2%, hanno subito una leggera flessione rispetto a dicembre 2014. Indubbiamente, relativamente al recupero di redditività del sistema bancario italiano, il tema del rischio di credito rimane cruciale per le banche fortemente penalizzate dagli elevati crediti deteriorati nei loro attivi. Gli interventi del legislatore realizzati e da realizzare (ipotesi di una bad bank) potrebbero aiutare a chiudere il gap tra redditività e costo del capitale. Le recenti innovazioni normative che hanno caratterizzato i primi mesi del 2015 in Italia (riforma delle popolari) potrebbero determinare (come nelle intenzioni del legislatore) operazioni di concentrazione e conseguenti sinergie di costo. I benefici potenziali delle operazioni sono cospicui ma non scontati; richiedono interventi decisi sul piano organizzativo, nella razionalizzazione dei sistemi distributivi, nella gestione dei rischi, nel ricorso alla tecnologia. Nel contempo, la revisione degli standard prudenziali internazionali mira a proteggere l’integrità del sistema bancario quale infrastruttura fondamentale per il funzionamento di una moderna economia di mercato. Le nuove regole su capitale, leva e liquidità, la definizione di meccanismi per la risoluzione delle crisi renderanno il sistema più stabile e ridurranno gli effetti di tali crisi sull’economia e sui conti pubblici. Al tempo stesso, ne deriveranno una riduzione della capacità delle banche di assumere rischi e una diminuzione strutturale del rendimento dei capitali in esse investiti. L’erogazione di prestiti si manterrà selettiva; andrà stimolato lo sviluppo di forme alternative di finanziamento, necessarie per evitare una carenza di risorse per l’economia reale, da promuovere in un quadro regolamentare ben definito. Infatti, come nelle intenzioni del legislatore europeo (si veda il progetto della “Capital Markets Union” sopra descritto) e italiano (si pensi ai Decreto Sviluppo, Decreto Destinazione Italia e Decreto Competitività che hanno RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 24 introdotto norme volte a sviluppare il mercato obbligazionario corporate) ci si attende uno spostamento di una parte del processo di intermediazione dalle banche ai mercati. Questo dovrebbe giovare sia alle imprese sia alle famiglie, consentendo alle prime di ampliare le fonti di finanziamento, alle seconde di diversificare maggiormente il risparmio. Le banche potranno mantenere un ruolo centrale all’interno del sistema finanziario, nell’ipotesi di accompagnare questa evoluzione espandendo l’attività dal lato dei servizi e affiancando le imprese nella raccolta diretta di capitali. Una tale tendenza è in atto in molti paesi, ma in Italia la transizione sopra descritta non sarà facile. Lo scarso sviluppo del mercato italiano dei capitali riflette le caratteristiche della struttura produttiva e le conseguenti difficoltà di valutare rischi e opportunità degli investimenti finanziari. Passiamo ad una breve disamina dei principali eventi che hanno caratterizzato il gruppo. Anche nel corso del semestre in rassegna si sono susseguiti gli interventi delle società di rating. Nel mese di maggio la società Fitch ha rivisto in maniera generalizzata i “Support Rating” ed il “Support Rating Floor” degli istituti dei paesi dell’area Euro, nel presupposto che le iniziative legislative, normative e di policy hanno sostanzialmente ridotto la probabilità di un sostegno sovrano per le banche commerciali. Relativamente a Credem tale azione si è limitata alla revisione da “3” a “5” del “Supporting Rating” e da “BB” a “No Floor” del “Supporting Rating Floor”, mentre ha confermato i Rating a lungo termine (“BBB+”) e a breve termine (“F2”). Per alcuni gruppi italiani ed europei la revisione del supporto sovrano ha anche comportato il downgrade del rating a medio termine. Nel mese di giugno, ed a seguito dell’adozione di una nuova metodologia di valutazione (arricchitasi di numerosi nuovi elementi in ragione dell’esperienza accumulata dalla crisi e dei sostanziali cambiamenti intervenuti nel mondo bancario), la società Moody’s ha proceduto alla revisione dei rating assegnati a 17 banche italiane. Tale revisione, che ha comportato anche conferme e qualche declassamento, ha rivisto al rialzo il rating di 10 banche italiane, tra cui quello del gruppo Credem. Per quest’ultimo è migliorato sia il Rating a Lungo Termine (passato da “Baa3” a “Baa2”), sia quello a breve termine (ora a “Prime-2”, rispetto al precedente “Prime-3”). Nei primi giorni di luglio, nel contesto dell’attività di osservazione della situazione di 4 gruppi nazionali di medie dimensioni, la già citata società Fitch ha confermato i rating di Credem e migliorato nel contempo l’Outlook (analogamente ad uno solo degli altri gruppi valutati), da Negativo a Stabile. Tale progresso ha principalmente riflesso aspettative riguardanti, oltre alle migliorate condizioni di contesto, le performance economiche, congiuntamente all’evoluzione della rischiosità dell’attivo del gruppo. Il gruppo ha ricevuto, il 17 marzo scorso, le decisioni congiunte in materia di adeguatezza patrimoniale e liquidità assunte a seguito delle valutazioni condotte nel corso del 2014 dal Collegio delle autorità di vigilanza. Tale prerogativa dell’Organo di Vigilanza riflette il cosiddetto SREP, processo di revisione e valutazione prudenziale condotto annualmente al fine di accertare che le banche ed i gruppi bancari si dotino di presidi di natura patrimoniale ed organizzativa appropriati rispetto ai rischi assunti, assicurando il complessivo equilibrio gestionale. In particolare, per quanto riguarda il livello dei fondi propri, la Banca d’Italia congiuntamente all’Autorità di Vigilanza Host (Commission de Surveillance du Secteur Financier), ha fissato per il gruppo Credem una soglia di monitoraggio prudenziale dell’8% in termini di Common Equity Tier 1 ratio, comprensiva del capital conservation buffer del 2,5%. Le valutazioni condotte hanno riguardato i gruppi che hanno partecipato all’esercizio di Comprehensive Assessment ed hanno tenuto anche conto degli esiti RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 25 dello stesso. E’ al riguardo utile segnalare che i limiti patrimoniali assegnati al gruppo Credem sono stati i più favorevoli nell’ambito dei soggetti coinvolti. Va anche aggiunto che la predetta decisione congiunta non ha richiesto, sotto il profilo della liquidità, l’adozione di specifiche misure. In considerazione dei più ristretti tempi di approvazione della presente situazione semestrale, non risultano aggiornate alla data di riferimento gli aggregati patrimoniali di sistema, alla base della determinazione delle quote di mercato e delle variazioni registrate dal sistema bancario. Più in dettaglio, nella presente relazione vengono riportate variazioni di sistema dei crediti e della raccolta diretta a clientela riferite al mese di maggio; analogamente, le quote di mercato delle stesse grandezze sono riferite allo stesso mese di maggio. Per quanto riguarda la raccolta diretta “core”, la grandezza di riferimento della presente semestrale risulta essere quella dei “depositi”, stante le tempistiche (semestrali) dei flussi di ritorno delle obbligazioni e pronti contro termine ripartiti per controparte. Per quanto riguarda le quote di mercato della raccolta complessiva, il riferimento più aggiornato risulta il mese di marzo, date le tempistiche relative ai flussi di ritorno dei “titoli di terzi in amministrazione”. A ulteriore precisazione, anche le quote di mercato cosiddette “core” relative alla raccolta diretta presentano, ancorchè a maggio, delle componenti stimate, in tal caso in riferimento alle tempistiche riguardanti la scomposizione per controparte dei flussi obbligazionari e dei pronti contro termine. Per le informazioni relative alle operazioni con Parti Correlate, in base a quanto previsto dal’art.5, comma 8 del Regolamento Consob recante le disposizioni in materia di operazioni con Parti Correlate (adottato da CONSOB con delibera n.17221 del 12/03/2010 e successivamente modificato con delibera n.17389 del 23/06/2010), si rimanda a quanto riportato nella parte H delle note illustrative del bilancio consolidato semestrale abbreviato. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 26 CREDITI VERSO CLIENTELA milioni di € variazione % 06/1506/14 06/2015 06/2014 2014 21.448 20.372 21.509 - - - 21.448 20.372 21.509 Gruppo sistema banche variazione % 06/15-12/14 Gruppo sistema banche CREDITI A CLIENTELA (*) - al netto termine pronti contro - pronti contro termine TOTALE (**) 5,3 5,3 -0,3 -2,5 (**) -0,3 -0,2(**) (*) la voce non comprende i finanziamenti erogati, nella forma tecnica di pronti contro termine attivi, alla Cassa di Compensazione e Garanzia; sistema banche riferito a maggio 2015 (**) il sistema comprende residenti Italia al netto delle pubbliche amministrazioni e dei pronti contro termine con controparti centrali; la situazione è riferita al mese di maggio Nella parte introduttiva sono state illustrate le ragioni, sia di offerta che di domanda, che attestano nel sistema l’ulteriore contrazione dell’aggregato. Al riguardo, è stata evidenziata sia la contrazione del credito erogato alle imprese (1,9% su base annua a maggio) che quella, più contenuta, relativa alla componente destinata alle famiglie (-0,1% su base annua a maggio). E’ stato altresì sottolineato che le condizioni di offerta e di domanda sono migliorate, con differenziazioni peraltro marcate, per quanto riguarda le imprese, secondo la dimensione, la solidità patrimoniale, il settore di appartenenza, i mercati di sbocco. Per quanto riguarda la banca, si è rivelato positivo il progresso rispetto al semestre precedente. Più articolata, in particolare nel credito a breve termine, si presenta la dinamica rispetto alla fine del 2014, che ha in parte risentito di fattori di stagionalità nelle erogazioni, della maggiore presenza, in termini di offerta, di rilevanti soggetti di sistema interessati, nei precedenti esercizi, da rilevanti processi di “deleveraging” dell’attivo, della concentrazione della concorrenza sul mercato delle aziende performanti. Ha invece mantenuto una connotazione più stabilmente positiva l’andamento del credito a medio termine sia (soprattutto) alle imprese che ai privati, nonché, in termini di segmenti assistiti, quello destinato alle imprese “middle” ed alle famiglie. A premessa di una dinamica positiva dell’aggregato di riferimento, va altresì rilevato che, per quanto riguarda le imprese corporate, la clientela affidata è aumentata nel semestre sia numericamente che in termini di affidamento. Appare tuttora problematico il mercato delle piccole imprese domestiche. In tale comparto, e pur tenendo in debita considerazione i maggiori fattori di rischio, sono proseguiti gli sforzi organizzativi finalizzati a rendere più efficiente i processi deliberativi; è, al riguardo, divenuto operativo un sistema di concessione affidamenti caratterizzato da automatismi di delibera volti a migliorare ulteriormente i tempi di risposta. Per quanto riguarda il credito a medio lungo termine, nell’ambito delle imprese si è ritenuto opportuno, stante la moderata ripresa degli investimenti fissi e la disponibilità di fonti di finanziamento più durevoli, di approfondire e stabilizzare la relazione con la clientela più affidabile. Nell’ambito dei privati hanno altresì rilevato, per quanto riguarda mutui residenziali e credito al consumo, il contributo commerciale delle reti agenziali del gruppo e la positiva dinamica delle surroghe. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 27 Passando ad un esame più specifico, è progredito il credito alle imprese del segmento middle che registra un +12,3% rispetto al primo semestre 2014 e un +2,1% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +6,3% rispetto al primo semestre 2014; -2,4% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +28,0% rispetto al primo semestre 2014; +13,4% rispetto a fine 2014 ); per le ragioni già accennate è risultato più difficoltosa l’assistenza al segmento small che registra un +0,9% rispetto al primo semestre 2014 e un -4,0% rispetto a fine 2014 (nel breve termine -0,3% rispetto al primo semestre 2014; -9,4% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +2,1% rispetto al primo semestre 2014; +1,5% rispetto a fine 2014). E’ da valutare positivamente anche il progresso del credito alla clientela privata: +5,4% rispetto al primo semestre 2014 e un +2,2% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +8,5% rispetto al primo semestre 2014; +2,2% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +5,0% rispetto al primo semestre 2014; +2,2% rispetto a fine 2014). In tale ultimo comparto, con ritmi più accentuati rispetto alle evidenze di sistema, si rileva il crescente apporto delle nuove operazioni di mutuo destinato all’acquisto di abitazioni (+37,9%), mentre si mantiene sostenuta anche l’operatività relativa al credito al consumo (+12,9% in termini di nuove erogazioni). Con circa 86 milioni di euro di nuove operazioni nel semestre (+18,3%), si è andata inoltre ulteriormente rafforzando l’erogazione di finanziamenti garantiti ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati (“cessione del quinto”). Hanno assunto particolare rilievo le attività progettuali di natura creditizia, inquadrate in un articolato programma triennale finalizzato a soddisfare esigenze normative, di business e di strutturazione di data base compatibili con le esigenze gestionali e di vigilanza. Le attività del primo semestre si sono in particolare concentrate sulle esigenze di remediation scaturite dal recente esercizio europeo di “asset quality review”; significative energie sono inoltre state destinate al completamento degli interventi necessari all’auspicata validazione dei modelli creditizi avanzati, nonchè all’estensione della pratica elettronica di fido alla clientela privata. Nelle tabelle seguenti viene evidenziata la scomposizione degli impieghi lordi per tipologia di clientela (in milioni di €): 06/2015 06/2014 2014 crediti a clientela corporate 7.536 6.928 7.535 - middle (*) 6.080 5.412 14.588 - privati (*) (**) - small business (*) (**) crediti a clientela retail 06/14 12/2014 5.953 8,8 12,3 0,0 2,1 14.033 14.590 4,0 0,0 9.011 8.547 8.817 5,4 2,2 3.594 3.560 3.744 0,9 -4,0 22.124 20.961 22.125 5,5 0,0 (*) i dettagli di segmento non includono le sofferenze (**) per i periodi in esame i soci di piccola impresa sono stati riclassificati tra i privati RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 28 variazione % su Le tabelle che seguono riportano: - l’evoluzione (in %) della composizione dei crediti per segmenti di clientela: 06/2015 2014 2013 2012 8,5 9,5 9,2 9,2 middle corporate 27,5 26,9 25,0 25,2 small business (***) 17,4 18,1 19,3 22,3 privati (***) 40,7 39,9 40,7 38,1 5,8 5,6 5,7 5,1 100,0 100,0 100,0 100,0 large corporate (*) altri crediti non riconducibili ai segmenti (**) (*) comprende anche imprese finanziarie ed immobiliari (**) comprende l’intero monte sofferenze (***) a partire dal 2013 i soci di piccola impresa sono riclassificati tra i privati - il contributo delle singole società alla voce del consolidato (in milioni di €) 06/2015 06/2014 2014 variazione % su importo 20.430 inc.% 86,3 importo inc.% 19.752 86,8 importo 20.570 inc.% 86,4 06/14 3,4 12/14 -0,7 2.156 9,1 2.052 9,0 2.100 8,8 5,1 2,7 Credemfactor 599 2,5 516 2,3 662 2,8 16,1 -9,5 Banca Euromobiliare 462 2,0 403 1,8 426 1,8 14,6 8,5 Credem International (Lux) 11 0,0 10 0,0 14 0,1 10,0 -21,4 Altre 17 0,1 26 0,1 21 0,1 -42,3 -28,6 Aggregato 23.675 100,0 22.759 100,0 23.793 100,0 4,0 -0,5 Rettifiche di consolidamento -2.227 21.448 Credito Emiliano Credemleasing Consolidato - -2.387 -2.284 -6,7 20.372 21.509 5,3 -0,3 le quote del mercato nazionale relative alle banche italiane del Gruppo (in %): impieghi per cassa totali (*) di cui “società non finanziarie” “famiglie consumatrici” “famiglie produttrici” totale quota “core” 05/2015 06/2014 2014 2013 1.255 1,187 1,271 1,147 1,026 0,933 1,059 0,908 1,826 1,759 1,815 1,734 1,093 1,067 1,123 1,057 1,323 1,234 1,338 1,214 (*) comprende “pronti contro termine con controparti istituzionali”; non comprende impieghi verso le Pubbliche Amministrazioni Relativamente ai “grandi rischi”, nell’accezione prevista dalle disposizioni di vigilanza in tema di concentrazione dei rischi al 30 giugno 2015, si rilevano a fine periodo 11 posizioni, per un ammontare complessivo di 8.483,4 milioni di euro, corrispondenti a 305,9 milioni di euro di valore ponderato (al 31/12/2014 erano presenti 9 posizioni per un ammontare complessivo di 8.375,1 milioni di euro, corrispondenti a 189,4 milioni di euro di valore ponderato). Per una più dettagliata disamina circa la distribuzione e l’andamento per settori di attività e per area geografica degli aggregati patrimoniali si rimanda alla specifica parte L delle “Note illustrative”. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 29 Nel sistema, gli effetti della prolungata fase recessiva si sono manifestati anche nel semestre in corso, determinando nuovi afflussi di credito problematico. Il costo del credito mostra, dopo le ingenti appostazioni del 2014, un andamento differenziato. In linea generale le rettifiche economiche sono state principalmente destinate all’aumento della copertura del portafoglio crediti deteriorato ed ad ulteriori e differiti adeguamenti indotti dall’esercizio di “comprehensive assessment” del 2014. I suddetti effetti si sono manifestati anche nel gruppo, anche se i ritmi di appostazione a credito problematico si vanno progressivamente attenuando. Le maggiori rettifiche appostate nel conto economico sono state principalmente destinate all’aumento della copertura dei crediti; in tal modo è rimasta invariata, rispetto ai periodi precedenti, l’entità dei crediti deteriorati al netto delle svalutazioni. E’ entrato a regime il nuovo modello organizzativo per la gestione del credito anomalo e non performing, suscettibile di ulteriori arricchimenti procedurali nel prosieguo del 2015. Come accennato in precedenza, nel mese di gennaio 2015 la Commissione Europea ha omologato l’Implementing Technical Standard (ITS) pubblicato dall’EBA nel 2013 in materia di esposizioni oggetto di concessioni (c.d.”forborne”). Sempre nel mese di gennaio la Banca d’Italia ha pubblicato una serie di aggiornamenti alle Circolari relative alle Segnalazioni Statistiche, di Vigilanza e alla Matrice dei Conti. Gli aggiornamenti sono finalizzati ad allineare le definizioni di attività deteriorate alle nuove definizioni di credito non-performing (Nonperforming exposure, NPE) e di credito oggetto di concessioni (Forbearance), emanate dall’EBA negli Implementing Technical Standard. Tra i cambiamenti più significativi della normativa, entrata in vigore dal 1° gennaio 2015, emerge la differente suddivisione delle attività deteriorate. In particolare, da un lato, non sono più contemplate le categorie di “incagli” ed “esposizioni ristrutturate”, dall’altro vengono introdotte le nozioni delle “inadempienze probabili” e delle “esposizioni oggetto di concessioni” (forbearance). Per quanto riguarda le “esposizioni oggetto di concessioni”, queste non formano una categoria di crediti non-performing a sé stante, ma rappresentano una qualificazione del credito, sia in bonis sia deteriorato (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute). Infatti, le esposizioni sottoposte a misure di forbearance, possono collocarsi tra i crediti deteriorati (“esposizioni oggetto di concessioni deteriorate”) oppure tra quelli in bonis (“altre esposizioni oggetto di concessione”). Inoltre, nella nuova categoria delle “inadempienze probabili” non sono più contemplabili le ipotesi di “incaglio oggettivo” previste dalla precedente normativa. Nello specifico, il Gruppo ha effettuato la riclassificazione alla data del 1° gennaio 2015 delle esposizioni presenti al 31 dicembre 2014 relative agli “incagli oggettivi” e ai “ristrutturati”; tali esposizioni sono state rispettivamente riclassificate nella categoria delle “esposizioni scadute deteriorate” e in quella delle “inadempienze probabili”. La tabella seguente (in milioni di €) riepiloga le suddette appostazioni e riclassifiche; queste ultime, allo scopo di consentire una comparazione omogenea, hanno riguardato anche il 30 giugno 2014. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 30 Nella tabella seguente viene illustrata l’evoluzione del credito problematico (in milioni di €): 06/2015 06/2014 2014 % Sofferenze nette/impieghi per cassa netti - Gruppo Credem 1,7 1,6 1,6 - Sistema 5,0 4,8 5,1 - Gruppo Credem - sofferenze 59,2 59,3 58,6 - Gruppo Credem – crediti problematici 42,8 40,3 40,7 - Sistema – sofferenze 56,9 53,3 54,0 - Sistema – crediti problematici n.d. 41,2 43,7 - sofferenze 870,5 804,2 807,8 - inadempienze probabili 428,1 421,4 423,0 96,1 112,4 113,6 1.394,7 1.338,1 1.344,4 597,1 539,4 547,1 - sofferenze 355,6 327,1 334,4 - inadempienze probabili 359,4 365,1 362,8 82,6 106,5 100,2 797,6 798,7 797,4 64,1 31,1 114,9 ricostruzione “fondi contabili”: 675,8 589,3 616,4 - svalutazioni analitiche 597,1 539,4 547,1 78,7 49,9 69,3 livello di copertura in % valori nominali - “esposizioni scadute” deteriorate crediti problematici previsioni di perdita analitiche valori di realizzo - “esposizioni scadute” deteriorate crediti problematici rettifiche di valore nette su crediti e su altre operazioni - svalutazioni collettive Nel corso del semestre si è proceduto, in relazione ai ristretti margini di ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza. I titoli di debito appostati tra le attività finanziarie disponibili per la vendita, aumentati di circa il 10% rispetto al 2014, sono tuttora caratterizzati da un elevato grado di diversificazione: il portafoglio è infatti prevalentemente composto da titoli governativi europei core e sovranazionali, con una percentuale di titoli emessi dal Tesoro italiano intorno al 17% (58% al dicembre 2014). RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 31 RACCOLTA DA CLIENTELA E ISTITUZIONALE milioni di € 06/2015 06/2014 variazione % 06/15-06/14 2014 Credem sistema variazione % 06/15-12/14 Credem sistema 15.697 13.687 15.335 1 1 1 455 306 332 16.153 13.994 15.668 15,4 8,1 (****) 3,1 3,6(****) 4.633 4.349 4.718 6,5 -12,9(****) -1,8 -5,0(****) 20786 18.343 20.386 13,3 1,6(****) 2,0 1,2(****) - - - - 20.786 18.343 20.386 13,3 5.127 3.921 4.409 30,8 16,3 RACCOLTA INDIRETTA AL CONTROVALORE 40.727 37.628 38.006 8,2 7,2 Totale complessivo 66.640 59.892 62.801 11,3 6,1 RACCOLTA DIRETTA 18.486 16.962 18.281 9,0 1,1 32.600 30.818 30.852 5,8 5,7 56.212 51.701 53.542 8,7 5,0 - c/c e risparmi - certificati di deposito - altri rapporti DEPOSITI OBBLIGAZIONI E SUBORDINATI DIRETTA SENZA PRONTI CONTRO TERMINE PRONTI CONTRO TERMINE (*) RACCOLTA DIRETTA BANCARIA (**) RISERVE ASSICURATIVE (**) RACCOLTA INDIRETTA CLIENTELA (***) RACCOLTA COMPLESSIVA CLIENTELA (***) - 5,5 (****) 2,0 3,6(****) (*) la voce non comprende i finanziamenti contratti, nella forma tecnica di pronti contro termine passivi, con la Cassa di Compensazione e Garanzia (**) la “raccolta diretta bancaria” comprende l’apporto delle società appartenenti al Gruppo bancario, mentre le “riserve assicurative” comprendono le riserve tecniche e le passività finanziarie valutate al fair value di Credemvita; (***) vengono dedotti, per tutti i periodi di riferimento, i titoli di debito emessi sui mercati istituzionali, la raccolta indiretta di natura finanziaria. Nella “raccolta complessiva clientela” vengono ricomprese anche le Riserve Assicurative (****) la situazione è riferita al mese di maggio 2015 RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 32 E’ da valutare molto positivamente il progresso della raccolta complessiva da clientela. Si sono al riguardo manifestate dinamiche che, pur con diversi livelli di intensità, sono segnalate anche a livello di sistema, caratterizzate dallo sviluppo della raccolta diretta a vista, della raccolta gestita e dalla contrazione dei prodotti a scadenza di diretta emissione. Passando ad una disamina più dettagliata, è risultato soddisfacente lo sviluppo della raccolta diretta, focalizzato sulle attività liquide e con contrazioni variamente accentuate delle forme tecniche vincolate e obbligazionarie. Nel dettaglio, le attività liquide hanno positivamente risentito dell’ulteriore appiattimento della curva dei rendimenti e dell’irrilevante costo opportunità insito nel mantenimento di giacenze libere di conto corrente. I “debiti verso clientela” al netto dei pronti contro termine e dei depositi vincolati registrano infatti un +10,9% rispetto al 2014 e un +20,4% rispetto al giugno 2014. Di segno opposto è risultato l’andamento della raccolta a scadenza: nelle attuali condizioni finanziarie, caratterizzate da rendimenti di riferimento sempre più contenuti e dalla disponibilità di fonti di finanziamento stabili alternative, il gruppo ha preferito assecondare le aspettative della clientela mediante il collocamento di prodotti indiretti prevalentemente riconducibili al comparto del risparmio gestito. Nel dettaglio, la contrazione ha riguardato le passività obbligazionarie collocate a clientela retail (-10,7% rispetto al 2014 e -21,4% rispetto al giugno 2014) e i depositi vincolati (-31,3% rispetto al 2014 e -11,8% rispetto al giugno 2014). Per quanto riguarda la tipologia di clientela, ed in linea con l’andamento dell’aggregato complessivo, lo sviluppo della raccolta diretta è interamente riconducibile alla clientela ordinaria retail e corporate (+9,5% rispetto al 2014 e 0,9%% rispetto al giugno 2014). È stata potenziata la raccolta obbligazionaria verso clientela istituzionale non bancaria (+9,3% rispetto al 2014 e +66,5% rispetto al giugno 2014). A tale riguardo la banca ha effettuato, nel primo trimestre, mediante private placement, un’emissione di obbligazioni subordinate di 200 milioni di euro. Tale emissione era principalmente destinata a sostituire passività emesse a partire dal 2012 con un piano di rimborso “amortising” non ritenute, in base ad un orientamento della vigilanza di fine 2014 illustrato nel bilancio 2014, computabili nei mezzi propri di vigilanza di classe 2. Passando ad un rapido esame delle altre fonti bancarie, la favorevole posizione di liquidità ha consentito la riduzione del rifinanziamento complessivo in contropartita della Banca Centrale Europea. In particolare, nel corso del semestre sono stati effettuati due rimborsi anticipati di finanziamenti LTRO per un importo di 1,5 miliardi; Credembanca ha inoltre, nel mese di giugno, partecipato alla terza asta di TLTRO, che ha comportato un ulteriore finanziamento per un importo di poco superiore al miliardo di euro. A fine giugno l’esposizione debitoria complessiva verso la Banca Centrale Europea ammontava a 1,75 miliardi di euro (2,235 miliardi a fine 2014). RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 33 Per meglio focalizzare l’attenzione sull’andamento della raccolta diretta bancaria riportiamo: - il contributo delle singole società al risultato consolidato (in milioni di €): 06/2015 importo Credito Emiliano 17.632 06/2014 2014 variazione % su inc.% importo inc.% importo inc.% 06/14 12/14 94,6 15.910 93,3 17.453 95,0 10,8 1,0 0,3 76,6 48,2 11,8 -13,6 Credemleasing 83 0,4 47 0,3 56 Credemfactor 19 0,1 17 0,1 22 0,1 Banca Euromobiliare 749 4,0 733 4,3 587 3,2 2,2 27,6 Credem International (Lux) 171 0,9 332 1,9 242 1,3 -48,5 -29,3 8 0,0 10 0,1 10 0,1 -20,0 -20,0 18.662 100,0 17.049 100,0 18.370 100,0 9,5 1,6 Altre società Aggregato -176 -87 -89 Totale diretta clientela 18.486 16.962 18.281 9,0 1,1 Totale diretta bancaria 20.786 18.343 20.386 13,3 2,0 Rettifiche di consolidamento - la suddivisione per forma tecnica (in %): 06/2015 06/2014 2014 2013 conti correnti ed altri 67,4 63,1 61,6 60,1 depositi vincolati 10,3 13,2 15,3 16,7 obbligazioni e subordinati 22,3 23,7 23,1 23,2 pronti contro termine 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Già si è detto in sede introduttiva che le condizioni di mercato di gran parte del semestre, il livello dei tassi di interesse e le politiche di offerta del sistema bancario hanno favorito il significativo sviluppo del risparmio gestito, in ulteriore accelerazione rispetto al 2014. Nel merito, il semestre registra una raccolta netta di fondi aperti positiva (68,6 miliardi di euro circa, di cui 50,5 ascrivibili a fondi di diritto estero). Il citato recupero della raccolta netta si è esteso, con diversi gradi di intensità, a tutti i comparti; i maggiori contributi hanno interessato i prodotti flessibili, bilanciati ed obbligazionari. A tale risultato hanno contribuito sia il canale bancario che quello delle reti di promozione finanziaria. Lo stock di fine periodo riferito agli stessi strumenti manifesta un progresso del 25,7% rispetto al semestre precedente (+21,8% i fondi di diritto italiano; +27,5% i fondi di diritto estero); rispetto a fine 2014 lo stesso aggregato presenta un analogo segno positivo (+14,5%, di cui 10,9% i fondi di diritto italiano e +16,1% i fondi di diritto estero). Analoga accelerazione ha riguardato l’intero comparto del risparmio gestito: la rilevazione di Assogestioni di marzo (quella relativa al mese di giugno sarà disponibile nel mese di settembre) relativa al Patrimonio Promosso risulta positiva per quasi 54 miliardi di euro (23 nell’analogo periodo dell’anno precedente), ascrivibile soprattutto alla dinamica dei fondi aperti, ma assai positiva anche per quanto riguarda il comparto delle gestioni patrimoniali. Si è altresì rilevato nel capitolo introduttivo la contrazione della raccolta amministrata, in relazione alla sempre minore appetibilità dei rendimenti obbligazionari ed alle già citate politiche di offerta delle banche. Significativo è stato il progresso a giugno della raccolta assicurativa (+16,3%), trainato sia dal canale bancario (+8,7%, canale che resta comunque in termini RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 34 assoluti decisamente preponderante), che dalle reti di promozione finanziaria (+67,3%). L’andamento dei mercati di gran parte del periodo di riferimento ha favorito il forte sviluppo della raccolta dei prodotti linked di ramo III (+104,0%). A livello assoluto è risultata sempre significativa, ma con ritmi decrescenti rispetto al 2014, l’operatività dei prodotti tradizionali (-5,0% la raccolta premi Vita -ramo I; +19,9% la raccolta premi Capitalizzazioni -ramo V). Complessivamente le polizze di ramo I e V hanno ridotto la loro l’incidenza nel portafoglio degli assicurati; a giugno tali prodotti hanno rappresentato oltre il 67% della raccolta assicurativa totale (oltre il 74% nel 2014). In tale contesto il gruppo ha registrato un significativo sviluppo del risparmio gestito. Come già in precedenza anticipato, sono state assecondate le aspettative di maggiore rendimento da parte della clientela, stante il progressivo appiattimento dei tassi di mercato e le buone performances dei mercati azionari che hanno caratterizzato buona parte del semestre. Il citato sviluppo si è esteso a tutte le categorie di prodotto ed è stato ugualmente rilevante nell’ambito dei prodotti di gruppo e in quello dei prodotti di case terze. Per quanto riguarda i prodotti collettivi di gruppo le preferenze della clientela si sono concentrate sul comparto flessibile. Anche il settore assicurativo registra il sensibile progresso delle consistenze delle polizze assicurative vita e dei flussi di raccolta premi (+31,1% con una raccolta premi di 981 milioni di euro). Le già ricordate condizioni di mercato, unitamente al potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla clientela affluent e private, hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked (+194,8% con una raccolta premi di 622 milioni di euro); ancora positiva, ma in rallentamento rispetto al 2014, è risultata la raccolta di polizze rivalutabili di ramo I e V (-34,3% con una raccolta premi di 341 milioni di euro). Tale ultimo comparto ha in particolare risentito dell’evoluzione dei tassi di interesse e dei conseguenti, minori rendimenti assicurati alla clientela. Come ampiamente previsto, meno favorevole è stata la dinamica dei titoli amministrati detenuti da clientela ordinaria (-0,4% rispetto al 2014 e -6,2% rispetto al giugno 2014), in relazione alla sempre minore appetibilità dei rendimenti obbligazionari ed al già illustrato riposizionamento focalizzato sul risparmio gestito. Più favorevole, grazie alla valorizzazione di mercato delle componenti finanziarie, si presenta la stessa crescita riferita all’aggregato complessivo. Nel complesso il beneficio derivante dalle rivalutazioni di mercato ha inciso solo marginalmente sull’entità dello sviluppo della raccolta gestita, mentre più significativo è risultato il suo contributo all’evoluzione della raccolta amministrata. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 35 Per quanto riguarda il posizionamento del Gruppo, la quota di mercato degli OICR aperti rilevata da Assogestioni a fine marzo relativa al Patrimonio Promosso (la segnalazione di giugno 2015 sarà disponibile nel mese di settembre) si attestava al 1,25% (1,33% a fine 2014, 1,46% a marzo 2014). Sostanzialmente allineata si presenta, grazie allo sviluppo del risparmio assicurativo e delle gestioni patrimoniali, la quota della totalità dei prodotti gestiti attinente lo stesso patrimonio: sempre a marzo (anche in tal caso la segnalazione di giugno 2015 sarà disponibile nel mese di settembre) era pari all’1,24% (1,24% a fine 2014, 1,27% a marzo 2014). Va altresì segnalato che le quote illustrate sono determinate a perimetro di sistema omogeneo, considerato il costante afflusso di nuovi enti segnalanti. AI fini di una più corretta valutazione delle suddette quote, è anche opportuno osservare che il gruppo, al fine di assecondare nel modo più ampio possibile le esigenze della clientela, ha sviluppato significativamente anche il collocamento di prodotti di case terze, e che le segnalazioni delle società al riguardo non comprendono questi ultimi prodotti. Di seguito si illustra la composizione per società della raccolta indiretta (l’aggregato è controvalorizzato in milioni di €): gestita amministrata totale var. % var. % su su 06/14 12/14 19.681 16,5 11,0 Euromobiliare A.M. SGR 3.969 22,5 17,4 - - - Banca Euromobiliare 6.501 12,6 7,7 2.398 4,6 4,1 importo Credito Emiliano - clientela var. % var. % su su 06/14 12/14 importo 7.722 -7,7 var. % var. % su su 06/14 12/14 8,5 6,8 3.969 22,5 17,4 8.899 10,3 6,7 import -2,6 27.403 355 32,5 19,1 628 -20,8 14,0 983 -7,4 15,8 6.142 3,5 4,4 - - - 6.142 3,5 4,4 37 -24,5 -24,5 - - - 37 -24,5 -24,5 36.685 14,1 9,9 10.748 -6,2 -0,3 47.433 8,8 7,4 12,7 8,9 10.597 -6,2 -0,4 5,8 5,7 Totale indiretta consolidata 22.002 12,7 8,9 18.725 3,4 5,2 40.727 8,2 I dati della raccolta indiretta sono esposti al valore di mercato (*) società per la quale Credem International (Lux) svolge i servizi di supporto amministrativo e gestionale. 7,2 Credem International (Lux) Euro. International Fund SICAV (*) Credem Private Equity Totale indiretta aggregata Rettifiche di consolidamento -14.683 Totale indiretta clientela 22.002 -151 -14.834 32.599 Lo stesso aggregato, per tipologia di prodotti, presenta la seguente evoluzione (in milioni di €): milioni di € 06/2014 2014 2013 06/15 su 06/14 06/15 su 2014 gestioni patrimoniali 5.061 4.258 4.481 3.766 18,9 12,9 fondi comuni di investimento 3.999 3.279 3.420 3.051 21,9 16,9 SICAV 6.142 5.935 5.882 5.314 3,5 4,4 altra e prodotti di terzi 6.801 6.050 6.425 5.556 12,4 5,8 Raccolta indiretta gestita 22.002 19.522 20.208 17.687 12,7 8,9 indiretta amministrata clientela 10.597 11.296 10.644 10.593 -6,2 -0,4 Raccolta indiretta clientela 32.599 30.818 30.852 28.280 5,8 5,7 Raccolta indiretta complessiva 40.727 37.628 38.006 34.061 8,2 7,2 RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 36 variazione % 06/2015 E’ opportuno sottolineare che in entrambe le scomposizioni della raccolta gestita, non viene evidenziata la raccolta assicurativa che, a seguito del consolidamento integrale di Credemvita, costituisce nel presente bilancio una fonte di finanziamento del Gruppo; per tale ragione tale componente è stata rappresentata separatamente nella tabella introduttiva di questo capitolo. Le quote del mercato nazionale relative alle banche italiane del Gruppo mostrano la seguente evoluzione (in %): 05/2015 06/2014 2014 2013 raccolta diretta totale (*) 1,002 (**) 0,922 1,040 0,925 raccolta indiretta 0,967(***) 0,962 0,917 0,929 raccolta clientela complessiva 0,973(***) 0,948 0,960 0,927 1,227 (**) 1,089 1,213 1,094 raccolta indiretta da famiglie consumatrici e produttrici 3,138 (***) 3,111 3,087 2,933 depositi e raccolta indiretta da famiglie consumatrici e produttrici 2,095 (***) 1,998 2,057 1,919 di cui depositi da famiglie consumatrici e produttrici (*) (*) comprende pronti contro termine con controparti istituzionali; (**) situazione riferita al mese di maggio; (***) situazione riferita al mese di marzo. Per una più dettagliata disamina circa la distribuzione e l’andamento per settori di attività e per area geografica degli aggregati patrimoniali si rimanda alla specifica parte L delle “Note illustrative”. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 37 DIVISIONE BANKING COMMERCIALE La tabella seguente illustra l’evoluzione della rete distributiva: 06/2015 06/2014 2014 2013 523 524 523 525 20 19 19 19 543 543 542 544 Regioni 19 19 19 19 Province 89 90 89 87 - “Credempoint” 37 36 35 33 - Credembanca - Banca Euromobiliare TOTALE FILIALI - Negozi finanziari Banca Euromobiliare 15 15 15 14 TOTALE NEGOZI FINANZIARI 52 51 50 47 513 498 500 486 - Promotori Finanziari con mandato Credembanca - Promotori Finanziari con mandato Banca Euromobiliare 291 290 285 284 TOTALE PROMOTORI FINANZIARI ESTERNI CON MANDATO 804 788 785 770 42 43 43 42 AGENTI FINANZIARI CREACASA 264 264 274 250 AGENTI FINANZIARI A SUPPORTO “CESSIONE DEL QUINTO” 117 114 119 103 CENTRI IMPRESE Iniziamo l’analisi focalizzando l’attenzione sul mercato retail. Per quanto riguarda le reti distributive, il semestre è stato caratterizzato da ulteriori azioni di fine tuning sulla rete tradizionale, che hanno contemplato la chiusura di uno sportello su piazza a prospettiva limitata di sviluppo (oltre che sostituibile da punti vendita limitrofi) e l’apertura “mirata” di due dipendenze in zona ad adeguato potenziale e non adeguatamente presidiata. Come previsto in sede di pianificazione è altresì proseguito lo sviluppo selettivo della rete di promozione finanziaria. A supporto dello sviluppo commerciale il semestre ha visto l’ulteriore sviluppo delle reti al servizio delle imprese di media dimensione e del private. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 38 Nella parte introduttiva sono state illustrate le ragioni, sia di offerta che di domanda, che attestano nel sistema l’ulteriore contrazione dell’aggregato. Al riguardo, è stata evidenziata sia la contrazione del credito erogato alle imprese che quella, più contenuta, relativa alla componente destinata alle famiglie. Per quanto riguarda la divisione, ha mantenuto una connotazione stabilmente positiva l’andamento del credito alle famiglie. Appare tuttora più problematico il mercato delle piccole imprese domestiche. Per quanto riguarda il credito a medio lungo termine ai privati hanno rilevato, per quanto riguarda mutui residenziali e credito al consumo, il contributo commerciale delle reti agenziali del gruppo e la positiva dinamica delle surroghe. Passando ad un esame più specifico, è da valutare positivamente anche il progresso del credito alla clientela privata: +5% rispetto al primo semestre 2014 e +1,9% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +5,1% rispetto al primo semestre 2014; -1,2% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +5,0% rispetto al primo semestre 2014; +2,2% rispetto a fine 2014). In tale comparto, con ritmi più accentuati rispetto alle evidenze di sistema, si rileva il crescente apporto delle nuove operazioni di mutuo destinato all’acquisto di abitazioni (+37,9%), mentre si mantiene sostenuta anche l’operatività relativa al credito al consumo (+12,9% in termini di nuove erogazioni). Con circa 86 milioni di euro di nuove operazioni nel semestre (+18,3%), si è andata inoltre ulteriormente rafforzando l’erogazione di finanziamenti garantiti ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati (“cessione del quinto”). Per le ragioni già sopra accennate, è risultata più difficoltosa l’assistenza al segmento small che registra un -0,7% rispetto al primo semestre 2014 e un -5,9% rispetto a fine 2014 (nel breve termine -0,6% rispetto al primo semestre 2014; 9,8% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine -0,9% rispetto al primo semestre 2014; +0,2% rispetto a fine 2014). Per quanto riguarda la raccolta, è da valutare molto positivamente il progresso della raccolta complessiva. Passando ad una disamina più dettagliata, è risultato soddisfacente lo sviluppo della raccolta diretta, focalizzato sulle attività liquide e con contrazioni variamente accentuate delle forme tecniche vincolate e obbligazionarie. Nel dettaglio, le attività liquide hanno positivamente risentito dell’ulteriore appiattimento della curva dei rendimenti e dell’irrilevante costo opportunità insito nel mantenimento di giacenze libere di conto corrente. Di segno opposto è risultato l’andamento della raccolta a scadenza: nelle attuali condizioni finanziarie, caratterizzate da rendimenti di riferimento sempre più contenuti e dalla disponibilità di fonti di finanziamento stabili alternative, la banca ha preferito assecondare le aspettative della clientela mediante il collocamento di prodotti indiretti prevalentemente riconducibili al comparto del risparmio gestito. La divisione ha registrato un significativo sviluppo del risparmio gestito. Come già in precedenza anticipato, sono state assecondate le aspettative di maggiore rendimento da parte della clientela, stante il progressivo appiattimento dei tassi di mercato e le buone performances dei mercati azionari che hanno caratterizzato buona parte del semestre. Il citato sviluppo si è esteso a tutte le categorie di prodotto ed è stato ugualmente rilevante nell’ambito dei prodotti di gruppo e in quello dei prodotti di case terze. Per quanto riguarda i prodotti collettivi di gruppo le preferenze della clientela si sono concentrate sul comparto flessibile. Anche il settore assicurativo registra il sensibile progresso delle consistenze delle polizze assicurative vita e dei flussi di raccolta premi. Le già ricordate condizioni di mercato, unitamente al potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla clientela affluent e private, hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked; ancora positiva, ma in rallentamento rispetto al 2014, è risultata la raccolta di polizze rivalutabili di ramo I e V. Tale ultimo comparto ha in particolare risentito dell’evoluzione dei tassi di interesse e dei conseguenti, minori rendimenti assicurati alla clientela. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 39 La raccolta premi del settore danni si è mantenuta sostanzialmente stabile. La crescita dei contratti si è attestata al 4,8% rispetto al 2014 (+8,3% su base annua), focalizzata sulle polizze CPI. Come ampiamente previsto, meno favorevole è stata la dinamica dei titoli amministrati detenuti da clientela ordinaria, in relazione alla sempre minore appetibilità dei rendimenti obbligazionari ed al già illustrato riposizionamento focalizzato sul risparmio gestito. Nel complesso il beneficio derivante dalle rivalutazioni di mercato ha inciso solo marginalmente sull’entità dello sviluppo della raccolta gestita, mentre più significativo è risultato il suo contributo all’evoluzione della raccolta amministrata. In tema di “patrimonio clienti”, la divisione, grazie ai buoni requisiti in termini di acquisition e retention, ha registrato un’evoluzione soddisfacente attestandosi a quasi 1.032.000 rapporti (+4,8% su base annua; +2,9% rispetto a fine 2014). Il portafoglio clienti complessivo, che tiene cioè conto di privati e aziende detenuti da Credembanca e Banca Euromobiliare ha superato i 1.080.000 (+4,6% su base annua; +2,9% rispetto a fine 2013). La soddisfacente crescita della base clientela, nonché la progressiva riduzione nell’utilizzo dei canali fisici, ha favorito lo sviluppo dei servizi ed in particolare delle carte di debito-credito e dei contratti virtuali. Per quanto riguarda le carte di debito-credito i contratti attivi hanno superato il numero di 975.000 (+8,9% su base annua; +4,3% rispetto a fine 2014) ed hanno registrato una crescita netta nel semestre di oltre 35.000 nuove adesioni; la penetrazione sui conti correnti ha raggiunto il 57%. Sul fronte dei canali virtuali, apprezzabile è stato il progresso dell’Internet Banking, che ha quasi raggiunto i 448.000 contratti attivi (+13,5% su base annua; +6,6% rispetto a fine 2014); analogo progresso ha riguardato il servizio di ricezione elettronica delle comunicazioni aziendali (MyBOX), che veicola attualmente oltre il 60% circa delle comunicazioni alla clientela. Di seguito vengono indicati i principali aggregati che caratterizzano il mercato retail, in relazione alla sola Credembanca (i dati sono estrapolati dal controllo di gestione): milioni di € variazione % 06/2015 06/2014 2014 06/15 su 06/14 06/15 su 12/14 impieghi lordi 12.838 12.338 12.884 4,1 -0,4 raccolta diretta 15.010 13.880 15.183 8,1 -1,1 raccolta indiretta 28.427 26.215 26.483 8,4 7,3 raccolta complessiva 43.437 40.095 41.666 8,3 4,3 . raccolta gestita 19.721 16.868 17.617 16,9 11,9 8.706 9.347 8.866 -6,8 -1,8 . raccolta amministrata Passando alla disamina del mercato corporate, nel semestre sono stati accorpati due centri imprese in Toscana; il presidio territoriale è stato mantenuto tramite una struttura decentrata. E’ stata nel contempo potenziata la rete di sviluppo a supporto di tale clientela. Già è stato ricordato il positivo andamento dell’aggregato ed in particolare quello relativo alle imprese “middle”, che ha anche beneficiato di rilevanti erogazioni a medio lungo termine. Relativamente a quest’ultimo si è ritenuto opportuno, stante la moderata ripresa degli investimenti fissi e la disponibilità di fonti di RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 40 finanziamento più durevoli, di approfondire e stabilizzare la relazione con la clientela più affidabile. A premessa di una dinamica ulteriormente positiva dell’aggregato di riferimento, va altresì rilevato che, sempre per quanto riguarda le imprese corporate, la clientela affidata è aumentata nel semestre sia numericamente che in termini di affidamento. Passando ad un esame più specifico, è progredito il credito alle imprese del segmento middle che registra un +13,2% rispetto al primo semestre 2014 e un +2,2% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +6,0% rispetto al primo semestre 2014; -2,1% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +49,3% rispetto al primo semestre 2014; +21,4% rispetto a fine 2014). In un contesto ancora problematico sotto il profilo del rischio creditizio, si è mantenuto elevato il presidio delle posizioni in termini di diversificazione territoriale e distribuzione del rischio: a giugno 2015 oltre l’83% delle posizioni si colloca sui primi quattro rating di rischio, in miglioramento di circa 4 punti percentuali rispetto alla situazione di fine 2014. Di seguito vengono indicati i principali aggregati che caratterizzano il mercato corporate, in relazione alla sola Credembanca (i dati sono estrapolati dal controllo di gestione): milioni di € variazione % 06/2015 06/2014 2014 06/15 su 06/14 06/15 su 12/14 impieghi lordi milioni € 5.576 5.073 5.534 9,9 0,7 di cui clientela “middle” milioni € 4.936 4.364 4.831 13,2 2,2 1.619 1.309 1.600 23,7 1,2 481 399 415 20,7 16,1 2.101 1.708 2.015 23,0 4,3 raccolta diretta raccolta indiretta raccolta complessiva milioni € RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 41 L’ANDAMENTO DELLE SOCIETA’ DEL GRUPPO Si riportano di seguito i dati più significativi relativi alle società del Gruppo. Riteniamo opportuno puntualizzare che in questa sede, i dati economici e patrimoniali presentati sono desunti da situazioni contabili redatte secondo i principi internazionali IAS/IFRS per tutte le società esaminate, compreso quelle i cui bilanci individuali recepiscono tuttora specifiche normative legate al settore di appartenenza e/o al paese di residenza. Credito Emiliano 06/2015 06/2014 2013 impieghi per cassa netti (*) milioni € 20.430 19.752 20.570 19.256 di cui crediti problematici netti milioni € 664 665 668 657 raccolta diretta (*) 19.932 17.291 19.558 17.127 raccolta indiretta 35.530 32.072 32.813 28.936 55.462 49.362 52.371 46.063 17.632 15.910 17.453 15.996 27.403 25.262 25.659 23.155 45.035 41.172 43.112 39.151 totale raccolta milioni € raccolta diretta clientela (**) raccolta indiretta clientela (**) totale raccolta da clientela (**) milioni € Dipendenti n. 5.213 5.109 5.146 5.023 Filiali n. 523 524 523 525 promotori finanziari n. 513 498 500 486 1.945 1.961 2.001 1.834 patrimonio netto comprensivo dell’utile milioni € (*) le voce non comprendeno i finanziamenti contratti, nella forma tecnica di pronti contro termine attivi e passivi, con la Cassa di Compensazione e Garanzia (**) vengono dedotti, per tutti i periodi di riferimento, i titoli di debito emessi sui mercati istituzionali e la raccolta indiretta di natura finanziaria. Come indicato in precedenza, per quanto riguarda le reti distributive, il semestre è stato caratterizzato da ulteriori azioni di fine tuning sulla rete tradizionale, che hanno contemplato la chiusura di uno sportello su piazza a prospettiva limitata di sviluppo (oltre che sostituibile da punti vendita limitrofi) e l’apertura “mirata” di una dipendenza in zona ad adeguato potenziale e non adeguatamente presidiata. Come previsto in sede di pianificazione è altresì proseguito lo sviluppo selettivo della rete di promozione finanziaria. A supporto dello sviluppo commerciale il semestre ha visto l’ulteriore sviluppo delle reti al servizio delle imprese di media dimensione e del private banking. Nella parte introduttiva sono state illustrate le ragioni, sia di offerta che di domanda, che attestano nel sistema l’ulteriore contrazione dell’aggregato. Al riguardo, è stata evidenziata sia la contrazione del credito erogato alle imprese (1,9% su base annua a maggio) che quella, più contenuta, relativa alla componente destinata alle famiglie (-0,1% su base annua a maggio). E’ stato altresì sottolineato che le condizioni di offerta e di domanda sono migliorate, con differenziazioni peraltro marcate, per quanto riguarda le imprese, secondo la dimensione, la solidità patrimoniale, il settore di appartenenza, i mercati di sbocco. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 42 2014 Per quanto riguarda la banca, si è rivelato positivo il progresso rispetto al semestre precedente. Più articolata, in particolare nel credito a breve termine, si presenta la dinamica rispetto alla fine del 2014, che ha in parte risentito di fattori di stagionalità nelle erogazioni, della maggiore presenza, in termini di offerta, di rilevanti soggetti di sistema interessati, nei precedenti esercizi, da rilevanti processi di “deleveraging” dell’attivo, della concentrazione della concorrenza sul mercato delle aziende performanti. Ha invece mantenuto una connotazione più stabilmente positiva l’andamento del credito a medio termine sia (soprattutto) alle imprese che ai privati, nonché, in termini di segmenti assistiti, quello destinato alle imprese “middle” ed alle famiglie. A premessa di una dinamica positiva dell’aggregato di riferimento, va altresì rilevato che, per quanto riguarda le imprese corporate, la clientela affidata è aumentata nel semestre sia numericamente che in termini di affidamento. Appare tuttora problematico il mercato delle piccole imprese domestiche. In tale comparto, e pur tenendo in debita considerazione i maggiori fattori di rischio, sono proseguiti gli sforzi organizzativi finalizzati a rendere più efficiente i processi deliberativi; è, al riguardo divenuto operativo un sistema di concessione affidamenti caratterizzato da automatismi di delibera volti a migliorare ulteriormente i tempi di risposta. Per quanto riguarda il credito a medio lungo termine, nell’ambito delle imprese si è ritenuto opportuno, stante la moderata ripresa degli investimenti fissi e la disponibilità di fonti di finanziamento più durevoli, di approfondire e stabilizzare la relazione con la clientela più affidabile. Nell’ambito dei privati hanno altresì rilevato, per quanto riguarda mutui residenziali e credito al consumo, il contributo commerciale delle reti agenziali del gruppo e la positiva dinamica delle surroghe. Passando ad un esame più specifico, è progredito il credito alle imprese del segmento middle che registra un +13,2% rispetto al primo semestre 2014 e un +2,2% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +6,0% rispetto al primo semestre 2014; -2,1% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +49,3% rispetto al primo semestre 2014; +21,4% rispetto a fine 2014 ); per le ragioni già accennate è risultato più difficoltosa l’assistenza al segmento small che registra un -0,7% rispetto al primo semestre 2014 e un -5,9% rispetto a fine 2014 (nel breve termine -0,6% rispetto al primo semestre 2014; -9,8% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine -0,9% rispetto al primo semestre 2014; +0,2% rispetto a fine 2014). E’ da valutare positivamente anche il progresso del credito alla clientela privata: +5% rispetto al primo semestre 2014 e +1,9% rispetto a fine 2014 (nel breve termine +5,1% rispetto al primo semestre 2014; -1,2% rispetto a fine 2014; nel medio lungo termine +5,0% rispetto al primo semestre 2014; +2,2% rispetto a fine 2014). In tale ultimo comparto, con ritmi più accentuati rispetto alle evidenze di sistema, si rileva il crescente apporto delle nuove operazioni di mutuo destinato all’acquisto di abitazioni (+37,9%), mentre si mantiene sostenuta anche l’operatività relativa al credito al consumo (+12,9% in termini di nuove erogazioni). Con circa 86 milioni di euro di nuove operazioni nel semestre (+18,3%), si è andata inoltre ulteriormente rafforzando l’erogazione di finanziamenti garantiti ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati (“cessione del quinto”). Hanno assunto particolare rilievo le attività progettuali di natura creditizia, inquadrate in un articolato programma triennale finalizzato a soddisfare esigenze normative, di business e di strutturazione di data base compatibili con le esigenze gestionali e di vigilanza. Le attività del primo semestre si sono in particolare concentrate sulle esigenze di remediation scaturite dal recente esercizio europeo di “asset quality review”; significative energie sono inoltre state destinate al completamento degli interventi necessari all’auspicata validazione dei modelli creditizi avanzati, nonchè all’estensione della pratica elettronica di fido alla clientela privata. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 43 Gli effetti della prolungata fase recessiva si sono manifestati anche nel semestre in corso determinando nuovi afflussi di credito problematico. Le maggiori rettifiche appostate nel conto economico sono state principalmente destinate all’aumento della copertura dei crediti; in tal modo è rimasta invariata, rispetto ai periodi precedenti, l’entità dei crediti deteriorati al netto delle svalutazioni. Quanto alle norme entrate in vigore dal 1 gennaio 2015 in tema di suddivisione delle attività deteriorate e di identificazione del credito oggetto di concessioni, si rimanda al capitolo della presente relazione dedicato ai crediti verso clientela. E’ entrato a regime il nuovo modello organizzativo per la gestione del credito anomalo e non performing, suscettibile di ulteriori arricchimenti procedurali nel prosieguo del 2015. Per quanto riguarda la raccolta, è da valutare molto positivamente il progresso della raccolta complessiva da clientela. Si sono manifestate dinamiche che, pur con diversi livelli di intensità, sono segnalate anche a livello di sistema, caratterizzate dallo sviluppo della raccolta diretta a vista, della raccolta gestita e dalla contrazione dei prodotti a scadenza di diretta emissione. Passando ad una disamina più dettagliata, è risultato soddisfacente lo sviluppo della raccolta diretta, focalizzato sulle attività liquide e con contrazioni variamente accentuate delle forme tecniche vincolate e obbligazionarie. Nel dettaglio, le attività liquide hanno positivamente risentito dell’ulteriore appiattimento della curva dei rendimenti e dell’irrilevante costo opportunità insito nel mantenimento di giacenze libere di conto corrente. I “debiti verso clientela” al netto dei pronti contro termine e dei depositi vincolati registrano infatti un +11,3% rispetto al 2014 e un +22,3% rispetto al giugno 2014. Di segno opposto è risultato l’andamento della raccolta a scadenza: nelle attuali condizioni finanziarie, caratterizzate da rendimenti di riferimento sempre più contenuti e dalla disponibilità di fonti di finanziamento stabili alternative, la banca ha preferito assecondare le aspettative della clientela mediante il collocamento di prodotti indiretti prevalentemente riconducibili al comparto del risparmio gestito. Nel dettaglio, la contrazione ha riguardato le passività obbligazionarie collocate a clientela retail (-10,4% rispetto al 2014 e -20,5% rispetto al giugno 2014) e i depositi vincolati (-31,2% rispetto al 2014 e -4,9% rispetto al giugno 2014). Per quanto riguarda la tipologia di clientela, ed in linea con l’andamento dell’aggregato complessivo, lo sviluppo della raccolta diretta è interamente riconducibile alla clientela ordinaria retail e corporate (+9,5% rispetto al 2014 e 0,9%% rispetto al giugno 2014). È stata potenziata la raccolta obbligazionaria verso clientela istituzionale non bancaria (+9,3% rispetto al 2014 e +66,5% rispetto al giugno 2014). A tale riguardo la banca ha effettuato, nel primo trimestre, mediante private placement, un’emissione di obbligazioni subordinate di 200 milioni di euro. Tale emissione era principalmente destinata a sostituire passività emesse a partire dal 2012 con un piano di rimborso “amortising” non ritenute, in base ad un orientamento della vigilanza di fine 2014 illustrato nel bilancio 2014, computabili nei mezzi propri di vigilanza di classe 2. Passando ad un rapido esame delle fonti bancarie, la favorevole posizione di liquidità ha consentito la riduzione del rifinanziamento complessivo in contropartita della Banca Centrale Europea. In particolare, nel corso del semestre sono stati effetuati due rimborsi anticipati di finanziamenti LTRO per un importo di 1,5 miliardi; la banca ha inoltre, nel mese di giugno, partecipato alla terza asta di TLTRO, che ha comportato un ulteriore finanziamento per un importo di poco superiore al miliardo di euro. A fine giugno l’esposizione debitoria complessiva verso la Banca Centrale Europea ammontava a 1,75 miliardi di euro (2,235 miliardi a fine 2014). La banca ha registrato un significativo sviluppo del risparmio gestito (+11% rispetto al 2014 e +16,5% rispetto al giugno 2014). Come già in precedenza anticipato, sono state assecondate le aspettative di maggiore rendimento da parte RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 44 della clientela, stante il progressivo appiattimento dei tassi di mercato e le buone performances dei mercati azionari che hanno caratterizzato buona parte del semestre. Il citato sviluppo si è esteso a tutte le categorie di prodotto ed è stato ugualmente rilevante nell’ambito dei prodotti di gruppo (prodotti collettivi di diritto italiano ed estero +8,3% rispetto al 2014 e +10,4% rispetto al giugno 2014; gestioni patrimoniali +13,2% rispetto al 2014 e +15,8% rispetto al giugno 2014) e in quello dei prodotti di case terze (+8,3% rispetto al 2014 e +17,6% rispetto al giugno 2014). Per quanto riguarda i prodotti collettivi di gruppo le preferenze della clientela si sono concentrate sul comparto flessibile. Anche il settore assicurativo registra il sensibile progresso delle consistenze delle polizze assicurative vita (+17,4% rispetto al 2014 e +29,9% rispetto al giugno 2014) e dei flussi di raccolta premi. Le già ricordate condizioni di mercato, unitamente al potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla clientela affluent e private, hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked; ancora positiva, ma in rallentamento rispetto al 2014, è risultata la raccolta di polizze rivalutabili di ramo I e V. Take ultimo comparto ha in particolare risentito dell’evoluzione dei tassi di interesse e dei conseguenti, minori rendimenti assicurati alla clientela. Come ampiamente previsto, meno favorevole è stata la dinamica dei titoli amministrati detenuti da clientela ordinaria (-2,6% rispetto al 2014 e -7,7% rispetto al giugno 2014), in relazione alla sempre minore appetibilità dei rendimenti obbligazionari ed al già illustrato riposizionamento focalizzato sul risparmio gestito. Più favorevole, grazie alla valorizzazione di mercato delle componenti finanziarie, si presenta la stessa crescita riferita all’aggregato complessivo (+4,4% rispetto al 2014 e +5,1% rispetto al giugno 2014). Nel complesso il beneficio derivante dalle rivalutazioni di mercato ha inciso solo marginalmente sull’entità dello sviluppo della raccolta gestita, mentre più significativo è risultato il suo contributo all’evoluzione della raccolta amministrata. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 45 Passando all’esame dell’andamento economico, si propone preliminarmente un confronto con il semestre precedente (in milioni di euro): Variazione% 06/152014 06/14 06/2015 06/2014 179,3 215,1 432,5 -16,7 - 20,5 20,5 n.s. - margine servizi (*) 301,1 216,8 411,5 38,8 Margine d'intermediazione (*) 480,4 452,4 864,5 6,2 - di cui Margine d’intermediazione al netto dei dividendi 480,4 432,0 844,0 11,2 - spese del personale -204,1 -193,7 -392,3 5,4 -94,1 -89,6 -169,3 5,1 -298,2 -283,3 -561,6 5,3 182,1 169,2 302,9 7,6 -16,2 -15,8 -32,2 2,5 Risultato operativo 165,9 153,4 270,7 8,1 - di cui Risultato operativo al netto dei dividendi 165,9 132,9 250,2 24,8 -8,5 -2,0 -4,8 314,8 4,2 0,9 0,6 366,7 - - - - - rettifiche nette su crediti -62,0 -28,6 -106,8 116,8 Utile prima delle imposte 99,6 123,7 159,8 -19,4 - di cui Utile prima delle imposte al netto dei dividendi 99,6 103,2 139,3 -3,4 - imposte sul reddito d'esercizio -30,6 -40,9 -62,8 -25,1 utile netto 69,0 82,8 97,0 -16,7 - margine d'interesse - dividendi da partecipazioni - spese amministrative (*) costi operativi (*) Risultato lordo di gestione - ammortamenti - accantonamenti per rischi e oneri - oneri/proventi straordinari - rettifiche nette su partecipazioni Tale riclassifica è stata effettuata considerando anche dati gestionali non desumibili direttamente dagli schemi di bilancio e dalle note illustrative. (*) le spese ed il margine servizi sono stati nettati della componente di imposte indirette e tasse recuperate alla clientela (37,8 milioni di euro al giugno 2015; 34,1 milioni di euro al giugno 2014; 76 milioni di euro al dicembre 2014) LEGENDA: Margine finanziario + Voce 30 Margine d’interesse Margine servizi + Voce 60 Commissioni nette + Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione + Voce 90 Risultato netto dell’attività di copertura + Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto, ad esclusione degli utili/perdite su titoli di capitale + Voce 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value + Voce 190 Altri oneri/proventi di gestione (al netto delle componenti di natura straordinaria) + Voce 70 Dividendi e proventi simili (al netto della quota relativa ai dividendi su partecipazioni e titoli di capitale in AFS) Risultato operativo + Margine d’intermediazione RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 46 + Voce 150 Spese amministrative (spese del personale e altre spese amministrative) + Voce 170 Rettifiche /riprese di valore nette su attività materiali + Voce 180 Rettifiche /riprese di valore nette su attività immateriali Utile prima delle imposte + Risultato operativo + Voce 160 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri + Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento + Oneri/proventi straordinari: Voce 190 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze) Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto, per la sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale Voce 240 Utili/perdite da cessione di investimenti Voce 280 Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte Non considerando la contrazione dei dividendi percepiti dalle società controllate (che non esprime modifiche reali nella redditività del gruppo, ma, più semplicemente, valutazioni di opportunità/redditività nell’utilizzo di tali apporti economici e nelle politiche di distribuzione) ha segnato un significativo progresso l’andamento della gestione caratteristica, focalizzato sull’evoluzione del margine servizi. In dettaglio, la riduzione del margine finanziario ha risentito negativamente dell’andamento della forbice clientela e dell’apporto del portafoglio titoli. I margini della clientela hanno riflesso l’andamento ulteriormente al ribasso dei tassi di riferimento, la pianificata crescita commerciale accelerata delle masse intermediate, l’elevata qualità, in termini di rating, del portafoglio crediti. Ha altresì inciso negativamente il minor rendimento del portafoglio titoli. Nel corso del semestre in rassegna si è infatti proceduto, in relazione ai ristretti margini di ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza. Tale operazione ha comportato l’appostazione di componenti economiche che hanno inciso positivamente sul margine servizi; sono nel contempo venuti meno proventi finanziari in ragione dei rendimenti più contenuti dei titoli acquistati. Hanno, al contrario, contribuito positivamente alla dinamica dell’aggregato in discussione la significativa crescita dei volumi intermediati riconducibili a clientela, la minore esposizione verso la Banca Centrale Europea e, più in generale le più favorevoli condizioni di approvvigionamento di fondi nelle varie forme tecniche di finanziamento interbancario. Il margine dei servizi ha registrato un andamento molto positivo. Il contributo dell’area finanza (+155,8%) ha in particolare beneficiato del suddetto riposizionamento del portafoglio titoli. Ha inoltre inciso positivamente il risultato dell’attività di negoziazione e copertura, sulla quale ha in particolare rilevato, in ragione dell’evoluzione dei tassi di riferimento, la favorevole valutazione di derivati posti a copertura massiva e specifica di poste dell’attivo e del passivo. Sempre nell’ambito dell’area finanza, effetti negativi si sono rilevati nel riacquisto di emissioni subordinate, non computabili sotto il profilo regolamentare, finalizzato principalmente al miglioramento del costo di tale forma di finanziamento. Nel comparto commissionale, è da segnalare in via prioritaria il progresso dell’area di gestione ed intermediazione (+18,2%), trainato, come già evidenziato anche a livello commerciale, dall’apporto del risparmio gestito: +27,1% le commissioni relative al collocamento di fondi aperti di Gruppo e di case terze; +25,1% le commissioni rivenienti dalle gestioni patrimoniali. Lo sviluppo del risparmio assicurativo ha altresì consentito di accrescere le commissioni ad esso associate (+27,1%, per quanto riguarda i prodotti di Gruppo e di terzi); a tale riguardo i maggiori benefici si sono manifestati nel collocamento di prodotti vita di gruppo. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 47 Sempre nell’ambito della gestione ed intermediazione, ha inciso negativamente il potenziamento in atto della rete di promozione finanziaria (+56,5% le commissioni passive derivanti dall’offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi). Si sono sostanzialmente mantenuti i proventi legati ai servizi bancari tradizionali (+1,0%). Nel dettaglio, si rileva il maggiore apporto delle commissioni da conti correnti e da servizi di incasso e pagamento (+1,1%), il venir meno di oneri a titolo di garazia ricevuta da Banca Centrale Europea a fronte di finanziamenti su titoli propri (progresso di oltre 3 milioni di euro della voce commissioni da garanzie rilasciate/ricevute), i minori benefici derivanti dalle cosiddette commissioni (civilisticamente iscritte tra i proventi di gestione) di istruttoria veloce (-20,4%). In riferimento all’andamento delle spese generali e degli ammortamenti, anche il semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia progettuali, sia di potenziamento reti) finalizzate allo sviluppo commerciale, nonché da intense attività progettuali di natura normativa. Va anche rilevato, per una migliore comprensione attuale e prospettica della struttura delle spese, che l’area informatica si va evolvendo verso la maggiore accentuazione dell’insourcing di processi e attività. Come già accennato nella parte dedicata al credito problematico, il costo del credito è risultato in aumento. Le maggiori rettifiche, ascrivibili al necessario rigore valutativo delle policy creditizie, sono state principalmente destinate al potenziamento delle coperture sia dei crediti in bonis, sia dei crediti problematici. Le principali componenti straordinarie che hanno interessato il semestre hanno riguardato: - un accantonamento di 5,1 milioni di euro al fondo rischi ed oneri a titolo di contributo al Fondo Nazionale per la Risoluzione. Nell’ambito della direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive – 2014/59/EU), che definisce, con decorrenza 1 gennaio 2015, le nuove regole di risoluzione delle crisi bancarie, gli stati membri dovranno infatti costituire, a finanziamento di tali eventualità e nel periodo 2015-2024 (e fino a concorrenza di un livello di risorse pari ad almeno l’1% dell’ammontare dei depositi protetti), un Fondo attraverso una contribuzione ex ante (più una parte eventuale ex post, al verificarsi di determinate circostanze). La direttiva BRRD è stata recepita nell’ordinamento nazionale i primi giorni di luglio. L’accantonamento effettuato, che riflette la quota di competenza della banca relativa all’intero esercizio 2015, risulta dall’interpretazione 21 recentemente omologata dall’IFRIC secondo la quale la passività relativa al pagamento di un tributo nasce nel momento in cui si verifica il fatto vincolante; vi è infatti la certezza di dover corrispondere il pagamento annuale per il 2015 e, inoltre, la banca è stata in grado di effettuare una stima, al meglio degli elementi attualmente a disposizione, del contributo annuo anche con l’ausilio di informazioni prodotte dall’associazione di categoria; - un provento di 5,6 milioni di euro a titolo di plusvalenza relativa alla cessione delle azioni detenute in SIA, appostate tra le “attività disponibili per la vendita”. Sempre nell’ambito straordinario va anche segnalato il venir meno, rispetto al primo semestre 2014, di un provento connesso alla cessione di immobili strumentali (2,8 milioni di euro). Relativamente all’evoluzione delle imposte sul reddito ha inciso positivamente, per oltre 3 milioni di euro), il risultato della revisione dell’aliquota sulle imposte anticipate formatesi in sede di accantonamento di componenti variabili delle spese del personale (modifiche apportate alla disciplina del tributo regionale dalla Legge di Stabilità per il 2015). RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 48 L’evoluzione del patrimonio nel semestre è prevalentemente ascrivibile, oltre che al risultato di periodo ed ai dividendi distribuiti a valere sul risultato 2014, agli effetti negativi derivanti dalla valutazione dei titoli appostati tra le “attività finanziarie disponibili per la vendita”. Banca Euromobiliare 06/2015 06/2014 2014 2013 patrimonio gestito milioni € 6.585 5.799 6.070 5.331 patrimonio complessivo milioni € 9.649 8.793 8.938 7.948 promotori finanziari n. 291 290 285 284 Dipendenti n. 211 205 207 199 Filiali n. 20 19 19 19 patrimonio netto senza utile milioni € 84,6 80,1 80,0 75,1 utile ante imposte migliaia 9.938 5.065 8.784 8.304 utile netto migliaia 6.832 3.104 5.030 4.261 La società presenta un apprezzabile sviluppo commerciale, focalizzato sulla raccolta gestita ed assicurativa. Al riguardo, significativi afflussi hanno interessato l’intera gamma produttiva sia del gruppo che di case terze. E’ proseguita nel semestre l’azione mirata di reclutamento di promotori e private bankers di elevato profilo professionale. Sul risultato economico, in apprezzabile progresso, ha inciso in particolare il maggiore apporto commissionale derivante dal comparto del risparmio gestito e del servizio di consulenza multibrand. Per contro si sono evidenziate maggiori spese e commissioni connesse al citato potenziamento commerciale in atto. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 49 Credem International (Lux) 06/2015 06/2014 2013 impieghi a clientela milioni € 11 10 14 10 raccolta diretta milioni € 171 332 242 518 raccolta indiretta milioni € 983 1.061 849 694 patrimonio gestito da Euromobiliare International Fund Sicav milioni € 6.142 5.935 5.882 5.314 28 27 26 25 Dipendenti n. patrimonio netto senza utile milioni € 141,4 122,8 122,6 117,3 utile ante imposte migliaia 11.441 9.885 23.523 19.072 utile netto migliaia 9.208 7.882 18.875 15.405 Relativamente all’ambito di attività relativo ai servizi resi a Euromobiliare International Fund Sicav, è proseguita con particolare dinamismo l’attività di aggiornamento dell’offerta prodotti con l’attivazione di cinque nuovi prodotti, di cui tre di tipo flessibile e due obbligazionari a scadenza definita. La società ha segnato il progresso delle masse (+3,5% rispetto a giugno 2014; + 4,4% rispetto a fine 2014), coerentemente alle evidenze di sistema che, nel contesto della crescita sostenuta dei fondi aperti, registrano un’analoga tendenza dei fondi di diritto estero (+27,5% rispetto a giugno 2014; +16,1% rispetto a dicembre 2014); in termini di tipologia di prodotto il comparto che ha beneficiato dei maggiori progressi è risultato quello flessibile. Per quanto riguarda la raccolta complessiva della società, progredita rispetto a fine 2014, si è assistito ad una parziale ricomposizione verso prodotti indiretti. Il risultato economico, in sensibile progresso, riflette in particolare il maggiore apporto commissionale derivante dalla gestione delle Sicav e la rilevazione di proventi connessi alla performance di prodotti non più autonomamente operativi. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 50 2014 Credemleasing 06/2015 06/2014 2014 2013 numero contratti stipulati - comparto mobiliare - comparto immobiliare n. 1.767 1.312 2.535 2.381 164 143 311 216 1.931 1.455 2.846 2.597 245,4 137,1 261,0 199,4 94,9 110,4 229,1 159,8 340,3 247,4 490,1 359,2 4,02 3,20 3,07 2,50 2.156 2.052 2.100 2.014 importo contratti stipulati - comparto mobiliare - comparto immobiliare milioni € quota del mercato nazionale (sul valore dei beni) crediti da locazione finanziaria % milioni € punti vendita n. 16 18 17 17 Dipendenti n. 81 80 80 79 patrimonio netto senza utile milioni € 147,4 137,5 137,2 135,2 utile ante imposte migliaia 8.820 8.147 13.037 13.703 utile netto migliaia 5.998 5.016 8.077 8.008 Le evidenze a giugno di ASSILEA confermano la ripresa del mercato della locazione finanziaria; la dinamica positiva ha al riguardo interessato sia il numero delle stipule (+14,4%), sia il valore degli investimenti finanziati (+8,9%) e si è focalizzata sui comparti dei beni strumentali (+7,4% il valore degli investimenti finanziati) e degli autoveicoli (+18,4% il valore degli investimenti finanziati). In flessione, dopo la positiva chiusura del 2014, sono risultati i finanziamenti erogati al settore immobiliare (-3,4%). L’andamento commerciale della società ha segnato risultati apprezzabili, che riflettono le tendenze di sistema, ma con ritmi di crescita superiori alle stesse evidenze di sistema (+37,6% il valore degli investimenti finanziati; +32,7% il numero delle stipule). Lo sviluppo si è particolarmente concentrato, in termini di valori dell’investimento, nel comparto mobiliare (+79%) ed in particolare nell’ambito dei beni strumentali (+77,4%). Sotto il profilo economico, la contenuta crescita dei capitali medi produttivi ha riflesso la tenuta dei ricavi da proventi finanziari e commissioni. La positiva evoluzione dell’utile netto è altresì connessa al venir meno di accantonamenti straordinari di natura fiscale che avevano contraddistinto il primo semestre 2014. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 51 Credemfactor 06/2015 06/2014 2013 - crediti ceduti (flussi) milioni € 1.220 1.004 2.249 1.911 - outstanding milioni € 694 607 758 659 - crediti anticipati milioni € 591 511 652 552 53 46 49 43 dipendenti n. patrimonio netto senza utile milioni € 58,1 50,3 50,3 46,6 utile ante imposte migliaia 4.784 5.926 11.673 11.404 utile netto migliaia 3.314 4.020 7.774 6.725 In un contesto che manifesta contenuti segnali di ripresa sulla base delle più recenti rilevazioni di ASSIFACT la società ha mantenuto positivi ritmi di crescita sia nel turnover (+25,8% rispetto al +,4,4% di sistema), sia nelle “consistenze” creditizie (+23,9% rispetto al 2,7% di sistema), sia nell’outstanding (+20,2% rispetto al -0,1% di sistema). L’utile della società risulta in contrazione. Nel dettaglio, al beneficio apportato dallo sviluppo commerciale, e in un contesto caratterizzato dall’ulteriore riduzione dei tassi di riferimento, la società ha risentito della riduzione degli spread di mercato, concentrato in particolare su operazione perfezionate con controparti “large”. Come previsto, sono proseguiti gli sforzi di adeguamento della struttura a supporto dell’evoluzione commerciale e normativa. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 52 2014 Euromobiliare Asset Management s.g.r. 06/2015 06/2014 2014 2013 Fondi Azionari 173 157 436 336 Fondi Bilanciati 319 194 192 187 1.964 1.694 1.460 1.186 386 435 414 463 Fondi Obbligazionari Fondi Liquidità Fondi Hedge Fondi Flessibili 8 12 9 12 1.120 750 868 830 3.379 3.016 PATRIMONIO GESTITO IN FONDI COMUNI milioni € 3.969 3.242 TOTALE PATRIMONIO GESTITO (compreso gestioni in delega) milioni 12.456 10.237 10.004 quota di mercato nazionale compreso SICAV gestite in delega % 1,29 1,50 1,36 1,49 Dipendenti n. 85 78 84 80 patrimonio netto senza utile milioni € 45,8 36,7 36,5 31,9 utile ante imposte migliaia 8.906 3.287 14.073 10.428 utile netto migliaia 6.197 2.085 9.350 6.383 2014 2013 Il semestre registra una raccolta netta di fondi aperti positiva (68,6 miliardi di euro circa, di cui 18,2 ascrivibili a fondi di diritto italiano). Il citato recupero della raccolta netta si è concentrato prevalentemente sui comparti flessibile, obbligazionario e bilanciato. Anche lo stock di fine periodo riferito agli stessi strumenti manifesta un progresso del 25,7% rispetto al semestre precedente (+21,8% i fondi di diritto italiano; +27,5% i fondi di diritto estero); rispetto a fine 2014 lo stesso aggregato presenta un analogo segno positivo (+14,5%, di cui 10,9% i fondi di diritto italiano e +16,1% i fondi di diritto estero). Sotto il profilo commerciale la società ha registrato un significativo progresso delle masse direttamente gestite, con particolare riguardo ai comparti obbligazionario/life cycle e bilanciato. Il risultato economico ha beneficiato in particolare del maggiore apporto commissionale connesso al citato aumento delle masse direttamente gestite ed alla rilevazione di proventi connessi alla performance di prodotti non più autonomamente operativi. Credem Private Equity s.g.r. 06/2015 06/2014 patrimonio gestito milioni € 37 49 49 48 patrimonio netto milioni € 4,2 3,9 3,9 3,6 utile ante imposte senza utile migliaia 238 216 456 419 utile netto migliaia 144 133 293 227 All’ordinaria attività di gestione delle partecipazioni in essere si è affiancato il rimborso del ricavato riveniente dalla cessione, perfezionata nel 2014, dell’interessenza detenuta in Fida Srl (10,9 milioni di euro circa). RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 53 Magazzini Generali delle Tagliate 06/2015 06/2014 ricavi per magazzinaggio milioni € 2014 2013 2,1 2,2 4,3 4,3 giacenza media forme n. 426.000 432.000 427.000 427.000 Dipendenti n. 29 29 29 29 milioni € 17,3 16,7 16,7 16,3 utile ante imposte migliaia 345 464 876 817 utile netto migliaia 232 366 555 504 2014 2013 patrimonio netto senza utile Il risultato ha risentito dei minori ricavi connessi al magazzinaggio ed ai servizi accessori; come previsto si sono accresciute le spese, con particolare riferimento all’information tecnology e al concorso agli investimenti di miglioramento e potenziamento dei siti produttivi. Nella seconda parte del semestre la domanda di deposito ha evidenziato una sensibile ripresa a causa del rallentamento nella commercializzazione del Parmigiano Reggiano. Credemtel 06/2015 06/2014 ricavi per prestazioni e vendita software Dipendenti milioni € 7,9 7,1 14,5 13,8 n. 65 52 58 49 patrimonio netto senza utile milioni € 11,9 9,8 9,8 9,1 utile ante imposte migliaia 1.681 1.440 3.168 2.670 utile netto migliaia 1.299 913 2.010 1.781 La società è attiva su diversi fronti a sostegno dell’innovazione dei servizi erogati, con particolare riferimento allo studio e realizzazione del nuovo applicativo inerente il corporate banking interbancario. Tali sforzi, che si riflettono inevitabilmente nell’evoluzione dei costi della struttura, non hanno peraltro impedito il positivo andamento del risultato economico. Al riguardo, anche grazie all’operazione di acquisizione ed incorporazione della società Topkey realizzata nel secondo scorcio del 2014, la società ha registrato la crescita significativa del fatturato, con particolare riferimento a quello riveniente dalla gestione elettronica dei documenti (+11,3%), area, quest’ultima, che costituisce, con circa il 67% in termini di apporto, la principale fonte di ricavo del business societario. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 54 Creacasa 06/2015 06/2014 2014 2013 milioni € 186 168 360 324 agenti n. 264 265 274 250 dipendenti n. 12 12 12 10 mutui e prestiti intermediati patrimonio netto senza utile milioni € 15,1 11,7 11,7 8,1 utile ante imposte migliaia € 2.404 2.555 5.146 6.698 utile netto migliaia € 1.888 1.737 3.459 4.636 Già si è detto in sede introduttiva dei segnali di ripresa che hanno caratterizzato il mercato dei mutui nell’ultimo periodo e dei confortanti risultati conseguiti dal gruppo in tale ambito. La società ha segnato al riguardo un apprezzabile recupero nelle erogazioni (+10,8%). Si è altresì rafforzata l’operatività di collocamento di prodotti assicurativi stand alone (+79% le polizze collocate in tale modalità). Sotto il profilo economico la società ha in particolare beneficiato dei maggiori proventi connessi al collocamento di mutui. Hanno inciso negativamente i costi di struttura connessi all’ampliamento del business, nonché accantonamenti finalizzati a fronteggiare fattispecie contrattuali con la Capogruppo e con la rete agenziale. Euromobiliare Fiduciaria 06/2015 06/2014 titoli e valori in amministrazione milioni € 2014 2013 1.055 1.042 1.028 1.098 mandati fiduciari n. 779 880 808 933 Dipendenti n. 8 9 8 9 patrimonio netto senza utile milioni € 2,8 2,7 2,7 2,4 utile ante imposte migliaia 178 163 186 437 utile netto migliaia 109 118 82 290 La società conferma sostanzialmente il risultato economico del semestre precedente. E’ proseguita anche nel primo scorcio del semestre l’attività di razionalizzazione dei contratti e dei mandati. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 55 Credemvita 06/2015 06/2014 2013 raccolta premi (flussi) milioni € 981 748 1.276 853 riserve tecniche milioni € 5.127 3.921 4.409 3.236 numero polizze in essere n. 110.801 103.388 106.116 98.739 Dipendenti n. 45 44 42 43 patrimonio netto senza utile milioni € 177,1 155,2 149,6 133,2 utile ante imposte migliaia 25.980 21.643 38.253 28.739 utile netto migliaia 16.544 12.664 23.267 15.640 Già è stato illustrato in sede introduttiva il sensibile progresso della raccolta assicurativa, focalizzato, a livello di sistema, sui prodotti di ramo III. In tale contesto la società registra il sensibile progresso delle consistenze di riserve e dei flussi di raccolta premi. Le già ricordate condizioni di mercato, unitamente al potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla clientela affluent e private, hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked (riferibili a polizze di Unit) di ramo III (622 milioni di euro di raccolta rispetto ai 211 del primo semestre 2014). Ancora positiva, ma in rallentamento rispetto al 2014, è risultata la raccolta di polizze rivalutabili di ramo I e V (341 milioni di euro rispetto ai 519 del primo semestre 2014); tale comparto ha in particolare risentito dell’evoluzione dei tassi di interesse e dei conseguenti, minori rendimenti offerti. Sull’apprezzabile progresso del risultato economico hanno positivamente inciso i ritorni commissionali legati all’accelerazione nel classamento di polizze Unit Linked ed i proventi finanziari delle gestioni riconducibili alle polizze di ramo I e V. Per quanto riguarda questi ultimi ricavi, condizionati anche dal rilevante sviluppo commerciale che nel 2014 ha contraddistinto il ramo vita tradizionale, va anche segnalata la possibile, progressiva, attenuazione del ritmo di crescita nel prosieguo dell’esercizio, in relazione al ridursi del rendimento medio delle gestioni separate, della più moderata dinamica commerciale del comparto vita, del minore apporto dell’attivià di negoziazione. Ha, al contrario, inciso negativamente l’andamento delle spese generali: come previsto, anche il semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia progettuali, sia di potenziamento dell’organico) a sostegno dello sviluppo commerciale, nonché da intense attività progettuali di natura normativa Il patrimonio aziendale ha beneficiato, oltre che della capitalizzazione dell’intero utile dell’esercizio 2014, della rivalutazione delle attività finanziarie al netto delle componenti attribuite agli assicurati. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 56 2014 Credemassicurazioni 06/2015 06/2014 premi emessi polizze in essere Dipendenti migliaia n. n. 2014 2013 15.603 15.533 31.731 28.633 200.172 192.914 198.119 185.119 20 18 19 18 patrimonio netto senza utile milioni € 22,0 18,3 18,0 15,7 utile ante imposte migliaia 4.829 2.858 6.283 3.759 utile netto migliaia 3.218 1.877 4.096 2.324 La raccolta premi della società ha sostanzialmente confermato quella del primo semestre 2014 (+0,5%). Nel dettaglio, il collocamento di premi legati a garanzie CPI ha raggiunto i 5,7 milioni di euro (-6,6%); la flessione si è particolarmente concentrata sui prodotti in distribuzione presso gli sportelli bancari (-10%), anche in riferimento alla diversa cadenza di specifiche campagne commerciali in tema di finanziamenti. I premi relativi ai prodotti di protezione individuali hanno raggiunto gli 8,8 milioni di euro (+4,8%); in tale ambito, la dinamica più favorevole ha riguardato le polizze Protezione Fabbricato e Protezione Reddito (3,4 milioni di euro e +8%). Sono risultati in crescita i premi relativi a garanzie leasing (1,1 milioni di euro e + 11%). Il favorevole andamento del risultato economico è derivato dalla contenuta sinistralità della gestione corrente, dal miglioramento della riservazione legata a sinistri pregressi, nonché dai proventi finanziari legati a prese di beneficio sul portafoglio mobiliare. Per ultimare l’illustrazione delle società del Gruppo si fa presente che, in riferimento allo scarso rilievo economico e patrimoniale, non vengono esaminate specificatamente le società integralmente consolidate Canossa e Credem CB, veicoli costituiti a supporto del programma di emissione di obbligazioni garantite; è anche doveroso sottolineare che non sono oggetto di derecognition i patrimoni creditizi separati correlati alle suddette obbligazioni. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 57 RISULTATI ECONOMICI milioni di € Variazioni - margine finanziario 06/2015 06/2014 2014 % 210,0 245,8 490,8 (14,6) - margine servizi (*) 401,0 296,9 577,5 35,1 Margine d'intermediazione 611,0 542,7 1.068,3 12,6 (237,3) (225,2) (456,2) 5,4 - spese del personale - spese amministrative (*) (111,9) (105,7) (198,6) 5,9 costi operativi (*) (349,2) (330,9) (654,8) 5,5 Risultato lordo di gestione 261,8 211,8 413,5 23,6 - ammortamenti (19,5) (19,0) (38,7) 2,6 Risultato operativo 242,3 192,8 374,8 25,7 (9,4) (3,9) (8,2) 141,0 3,0 0,7 0,4 328,6 - accantonamenti per rischi e oneri - oneri/proventi straordinari - rettifiche nette su partecipazioni e avviamenti (0,3) (0,3) (0,6) - - rettifiche nette su crediti (64,1) (31,1) (114,9) 106,1 Utile prima delle imposte 171,5 158,2 251,5 8,4 - - (0,1) - - imposte sul reddito d'esercizio (52,2) (59,2) (99,6) (11,8) Utile netto 119,3 99,0 151,8 20,5 - utile/perdita di terzi Tale riclassifica è stata effettuata considerando anche dati gestionali non desumibili direttamente dagli schemi di bilancio e dalle note illustrative. (*) le spese ed il margine servizi sono stati nettati della componente di imposte indirette e tasse recuperate alla clientela (43,8 milioni di euro al giugno 2015; 39,7 milioni di euro al giugno 2014; 88,4 milioni di euro a fine 2014) LEGENDA: Margine finanziario + Voce 30 Margine d’interesse + Voce 70 Dividendi e proventi simili (per la sola quota relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS) + Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni escluso gli utile/perdite derivanti da cessioni/valutazioni - Margine d’interesse Credemvita Margine servizi + Voce 60 Commissioni nette + Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione + Voce 90 Risultato netto dell’attività di copertura + Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto, ad esclusione della sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale + Voce 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value + Voce 150 Premi netti + Voce 160 Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 58 + Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (al netto delle componenti di natura straordinaria) + Voce 70 Dividendi e proventi simili (al netto della quota relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS) + Margine d’interesse Credemvita Risultato operativo + Margine d’intermediazione + Voce 180 Spese amministrative (spese del personale e altre spese amministrative) + Voce 200 Rettifiche /riprese di valore nette su attività materiali + Voce 210 Rettifiche /riprese di valore nette su attività immateriali Utile prima delle imposte + Risultato operativo + Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri + Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti ed altre operazioni finanziarie + Oneri/proventi straordinari: Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze) Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al netto delle imposte Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da cessioni/valutazioni Indici 06/2015 06/2014 2014 margine servizi su margine di intermediazione % 65,6 54,7 54,1 costi operativi su margine di intermediazione % 57,2 61,0 61,3 ROA % 0,33 0,30 0,44 ROE % 5,1 4,5 6,8 Legenda *ROA anno X= voce 320 “utile (perdita) d’esercizio/totale dell’attivo *ROE anno X= Utile netto/(patrimonio anno x-1+ patrimonio anno x) 2 Patrimonio: somma algebrica di 140 Riserva da valutazione 150 Azioni rimborsabili 170 Riserve 180 Sovrapprezzi di emissione 190 Capitale 200 Azioni proprie (-) 220 Utile consolidato al netto dividendi distribuiti (o deliberato) dalla Capogruppo o comunque dalla società consolidante Ha segnato un significativo progresso l’andamento della gestione caratteristica. In dettaglio, la riduzione del margine finanziario ha risentito negativamente dell’andamento della forbice clientela e dell’apporto del portafoglio titoli. I margini della clientela hanno riflesso l’andamento ulteriormente al ribasso dei tassi di riferimento, la pianificata crescita commerciale accelerata delle masse intermediate, l’elevata qualità, in termini di rating, del portafoglio crediti. Ha altresì inciso negativamente il minor rendimento del portafoglio titoli. Nel corso del semestre in rassegna si è infatti proceduto, in relazione ai ristretti margini di ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza. Tale operazione ha comportato l’appostazione di componenti economiche che hanno inciso positivamente sul margine servizi; sono nel contempo venuti meno proventi finanziari in ragione dei rendimenti più contenuti dei titoli acquistati. Hanno, al contrario, contribuito positivamente alla dinamica dell’aggregato in discussione la significativa crescita dei volumi intermediati riconducibili a clientela, la minore esposizione verso la Banca Centrale Europea e, più in generale RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 59 le più favorevoli condizioni di approvvigionamento di fondi nelle varie forme tecniche di finanziamento interbancario. Dalla tabella seguente è possibile (in %) apprezzare infatti l’evoluzione dei tassi relativi ai rapporti con la clientela: 06/2015 06/2014 2014 2013 tasso medio impieghi 2,84 3,32 3,17 3,28 tasso medio raccolta -0,67 -0,93 0,88 1,18 "forbice" clientela 2.17 2,39 2,29 2,10 Anche il margine dei servizi ha registrato un andamento positivo. Il contributo dell’area finanza del “gruppo bancario” ha in particolare beneficiato del suddetto riposizionamento del portafoglio titoli. Ha inoltre inciso positivamente il risultato dell’attività di negoziazione e copertura, sulla quale ha in particolare rilevato, in ragione dell’evoluzione dei tassi di riferimento, la favorevole valutazione di derivati posti a copertura massiva e specifica di poste dell’attivo e del passivo. Sempre nell’ambito dell’area finanza, effetti negativi si sono rilevati nel riacquisto di emissioni subordinate, non computabili sotto il profilo regolamentare, finalizzato principalmente al miglioramento del costo di tale forma di finanziamento. Nel comparto commissionale, è da segnalare in via prioritaria il progresso dell’area di gestione ed intermediazione, trainata, come già evidenziato anche a livello commerciale, dall’apporto del risparmio gestito: +32,4% le commissioni relative al collocamento di fondi aperti di Gruppo; +24,6% le commissioni rivenienti dalle gestioni patrimoniali; +24,4% i ricavi rivenienti dal collocamento, quasi interamente riconducibili al collocamento di prodotti gestiti di case terze. Ha registrato una sensibile ascesa il contributo della gestione assicurativa vita di Gruppo. Sull’apprezzabile progresso di tale risultato hanno positivamente inciso i ritorni commissionali legati all’accelerazione nel classamento di polizze Unit Linked ed i proventi finanziari riconducibili dalle gestioni riconducibili alle polizze di ramo I e V. Per quanto riguarda questi ultimi ricavi, condizionati anche dal rilevante sviluppo commerciale che nel 2014 ha contraddistinto il ramo vita tradizionale, va anche segnalata la possibile, progressiva, attenuazione del ritmo di crescita nel prosieguo dell’esercizio, in relazione al ridursi del rendimento medio delle gestioni separate, della più moderata dinamica commerciale del comparto, del minore apporto dell’attivià di negoziazione. Meno accentuata è stata la dinamica relativa ai proventi assicurativi del ramo danni e dei prodotti assicurativi di terzi (-2,7%), ove la contenuta contrazione è quasi interamente riconducibile al citato ramo danni. Apprezzabile è risultato il progresso riveniente dalla consulenza in materia di investimenti e struttura finanziaria (+47,2%) e dalla raccolta ordini per conto terzi (+11,3%). Sempre nell’ambito della gestione ed intermediazione, ha inciso negativamente il potenziamento in atto della rete di promozione finanziaria (+44,2% le commissioni passive derivanti dall’offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi). Si sono sostanzialmente mantenuti i proventi legati ai servizi bancari tradizionali. Nel dettaglio, si rileva il maggiore apporto delle commissioni da conti correnti e da altri servizi (+2,0%), da servizi di incasso e pagamento (+0,5%), il venir meno di oneri a titolo di garazia ricevuta da Banca Centrale Europea a fronte di finanziamenti su titoli propri (progresso di oltre 3 milioni di euro della voce commissioni da garanzie rilasciate/ricevute), i minori benefici derivanti dalle cosiddette commissioni (civilisticamente iscritte tra i proventi di gestione) di istruttoria veloce (-20%). RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 60 Si fornisce di seguito una scomposizione del margine servizi per area di contribuzione (in milioni di €): 06/2015 06/2014 - gestione e intermediazione - servizi bancari (*) COMMISSIONI NETTE var.% 147,8 120,4 22,7 98,2 97,4 0,8 246,0 217,8 12,9 113,0 44,5 153,9 - trading titoli, cambi e derivati - gestione assicurativa ramo vita 31,6 25,2 25,4 - saldo altri proventi e oneri di gestione (*) 10,4 9,4 11,5 401,0 296,9 35,1 MARGINE SERVIZI (*) i ricavi denominati di istruttoria veloce sono stati riclassificati tra le commissioni, a deduzione dei proventi di gestione Le voci della sopra illustrata tabella sono al netto delle corrispondenti voci di Credemvita, che vengono sinteticamente esposte nella “gestione assicurativa ramo vita”. Di seguito riportiamo l’analisi dei principali aggregati e del contributo delle singole società (in milioni di €): Margine d’intermediazione 06/2015 06/2014 variazione importo inc.% importo inc.% % 480,3 77,1 452,5 78,5 6,1 Credem International (Lux) 14,2 2,3 12,5 2,2 13,6 Credemleasing 17,6 2,8 17,5 3,0 0,6 Credito Emiliano 9,7 1,6 10,8 1,9 -10,2 Banca Euromobiliare 34,9 5,6 29,3 5,1 19,1 Euromobiliare A.M. SGR 17,9 2,9 12,1 2,1 47,9 Magazzini Generali delle Tagliate 2,1 0,3 2,2 0,4 -4,5 Credemtel 7,7 1,2 7,0 1,2 10,0 Creacasa 5,7 0,9 5,0 0,9 14,0 31,6 5,1 25,3 4,4 24,9 1,6 0,3 1,5 0,3 6,7 100,1 575,7 100,0 Rettifiche di consolidamento 623,3 -12,3 -33,0 8,3 -62,7 Margine d’intermediazione 611,0 542,7 12,6 Credemfactor Credemvita Altre società Aggregato Le rettifiche di consolidamento al margine finanziario riguardano principalmente i dividendi incassati da società comprese nell’area di consolidamento (in tale semestre peraltro non presenti), l’apporto delle partecipazioni valutate al patrimonio netto e i ricavi per prestazioni erogate all’interno del Gruppo. In riferimento all’andamento delle spese generali e degli ammortamenti, anche il semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia progettuali, sia di potenziamento reti) finalizzate allo sviluppo commerciale, nonché da intense attività progettuali di natura normativa. Va anche rilevato, per una migliore comprensione attuale e prospettica della struttura delle spese, che l’area informatica si va evolvendo verso la maggiore accentuazione dell’insourcing di processi e attività. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 61 Costi operativi 06/2015 Credito Emiliano Credem International (Lux) 06/2014 variazione importo inc.% importo inc.% % 298,2 82,8 283,3 82,9 5,3 2,6 0,7 2,4 0,7 8,3 1,7 5,3 Credemleasing 6,0 1,7 5,7 Credemfactor 4,2 1,2 4,0 1,2 5,0 24,8 6,9 23,7 6,9 4,6 8,9 2,5 8,7 2,5 2,3 0,4 7,1 9,6 Banca Euromobiliare Euromobiliare A.M. SGR Magazzini Generali delle Tagliate 1,5 0,4 1,4 Credemtel 5,7 1,6 5,2 1,5 0,7 8,3 Creacasa 2,6 0,7 2,4 Credemvita 4,5 1,2 3,6 1,1 25,0 Altre società 1,2 0,3 1,2 0,4 0,0 100,0 341,6 100,0 5,4 Rettifiche di consolidamento 360,2 -11,0 Costi operativi 349,2 Aggregato -10,7 330,9 5,5 Risultato operativo 06/2015 06/2014 importo inc.% importo inc.% % 165,8 67,7 153,4 70,9 8,1 Credem International (Lux) 11,4 4,7 9,9 4,6 15,2 Credemleasing 11,3 4,6 11,6 5,4 -2,6 Credemfactor 5,3 2,2 6,7 3,1 -20,9 Banca Euromobiliare 9,7 4,0 5,3 2,4 83,0 Euromobiliare A.M. SGR 8,9 3,6 3,3 1,5 169,7 Magazzini Generali delle Tagliate 0,3 0,1 0,5 0,2 -40,0 Credemtel 1,7 0,7 1,4 0,6 21,4 Credito Emiliano Creacasa Credemvita Altre società Aggregato Rettifiche di consolidamento Risultato operativo 3,0 1,2 2,6 1,2 15,4 26,8 10,9 21,3 9,8 25,8 0,7 0,3 0,4 0,2 75,0 244,9 100,0 216,4 100,0 13,2 -2,6 -23,6 -89,0 242,3 192,8 25,7 Come già accennato nella parte dedicata al credito problematico, il costo del credito è risultato in aumento. Le maggiori rettifiche, ascrivibili al necessario rigore valutativo delle policy creditizie, sono state principalmente destinate al potenziamento delle coperture sia dei crediti in bonis, sia dei crediti problematici. Le principali componenti straordinarie che hanno interessato il semestre, rilevate nel bilancio di Credembanca, hanno riguardato: un accantonamento di 5,1 milioni di euro al fondo rischi ed oneri a titolo di contributo al Fondo Nazionale per la Risoluzione. Nell’ambito della direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive – 2014/59/EU), che definisce, con decorrenza 1 gennaio 2015, le nuove regole di risoluzione delle crisi bancarie, gli stati membri dovranno infatti costituire, a finanziamento di tali eventualità e nel periodo 2015-2024 (e fino a concorrenza di un livello di risorse pari ad almeno RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 62 Variazione l’1% dell’ammontare dei depositi protetti), un Fondo attraverso una contribuzione ex ante (più una parte eventuale ex post, al verificarsi di determinate circostanze). La direttiva BRRD è stata recepita ai primi di luglio nell’ordinamento nazionale. L’accantonamento effettuato, che riflette la quota di competenza della banca relativa all’intero esercizio 2015, risulta dall’interpretazione 21 recentemente omologata dall’IFRIC secondo la quale la passività relativa al pagamento di un tributo nasce nel momento in cui si verifica il fatto vincolante; vi è infatti la certezza di dover corrispondere il pagamento annuale per il 2015 e, inoltre, la banca è stata in grado di effettuare una stima, al meglio degli elementi attualmente a disposizione, del contributo annuo anche con l’ausilio di informazioni prodotte dall’associazione di categoria; - un provento di 5,6 milioni di euro a titolo di plusvalenza relativa alla cessione delle azioni detenute in SIA, appostate tra le “attività disponibili per la vendita”. Sempre nell’ambito straordinario va anche segnalato il venir meno, rispetto al primo semestre 2014, di un provento connesso alla cessione di immobili strumentali (2,8 milioni di euro). Relativamente all’evoluzione delle imposte sul reddito ha inciso positivamente, per oltre 3 milioni di euro), il risultato della revisione dell’aliquota sulle imposte anticipate formatesi in sede di accantonamento di componenti variabili delle spese del personale (modifiche apportate alla disciplina del tributo regionale dalla Legge di Stabilità per il 2015). RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 63 Utile d’esercizio 06/2015 06/2014 Apporto apporto utile/ all’utile utile/ all’utile perdita rettifiche consolid. inc. % perdita rettifiche consolid. inc. % 69,0 -0,5 68,5 57,4 82,7 -20,0 62,7 63,4 Credem International (Lux) 9,2 - 9,2 7,7 7,9 - 7,9 8,0 Credemleasing 6,0 - 6,0 5,0 5,0 - 5,0 5,0 Credito Emiliano Credemfactor 3,3 - 3,3 2,8 4,0 - 4,0 4,0 Banca Euromobiliare 6,8 -0,3 6,5 5,4 3,1 -0,2 2,9 2,9 Euromobiliare A.M. SGR 6,2 - 6,2 5,2 2,1 - 2,1 2,1 Credem Private Equity SGR 0,2 - 0,2 0,2 0,1 - 0,1 0,1 Magazzini Generali delle Tagliate 0,2 - 0,2 0,2 0,4 - 0,4 0,4 Creacasa 1,9 - 1,9 1,6 1,7 - 1,7 1,7 1,3 - 1,3 1,1 0,9 - 0,9 0,9 16,5 - 16,5 13,8 12,7 - 12,7 12,8 Credemassicurazioni 3,2 -1,6 1,6 1,3 1,9 -1,0 0,9 1,0 Euromobiliare Fiduciaria 0,1 - 0,1 0,1 0,1 - 0,1 0,1 Altre rettifiche non attribuite 0,0 -2,1 -2,1 -1,8 0,0 -2,4 -2,4 -2,4 119,4 100,0 99,0 100,0 Credemtel Credemvita Utile consolidato 123,9 -4,5 122,6 -23,6 Di seguito forniamo, (in migliaia di euro), il raccordo tra il patrimonio netto ed il risultato del periodo della controllante con quelli risultanti dal bilancio consolidato: Saldi al 30 giugno 2015 di Credembanca Patrimonio Netto di cui: utile 1.944.427 68.971 423.182 51.765 2.113 1.612 - - 9.285 - -3.462 -2.992 2.375.545 119.356 Eccedenze rispetto ai valori di carico: • società consolidate integralmente • società valutate con il metodo del patrimonio netto Dividendi incassati nell'esercizio Avviamenti Eliminazione utili infragruppo e altre rettifiche Saldi al 30 giugno 2015 del Gruppo Per una più dettagliata disamina circa la distribuzione e l’andamento per settori di attività e per area geografica degli aggregati economici si rimanda alla specifica parte L delle “Note illustrative”. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 64 MEZZI PATRIMONIALI mezzi propri “civilistici” * milioni € 06/2015 06/2014 2014 2013 2.335,8 2.283,6 2.326,3 2.115,7 * Legenda: Patrimonio: somma algebrica di 140 Riserva da valutazione 150 Azioni rimborsabili 170 Riserve 180 Sovrapprezzi di emissione 190 Capitale 200 Azioni proprie (-) 220 Utile consolidato al netto dell’ipotesi di distribuzione dei dividendi di Credito Emiliano La contenuta variazione positiva del patrimonio civilistico beneficia, positivamente della ipotizzata capitalizzazione del risultato semestrale (79,6 milioni di euro, calcolato secondo le metriche regolamentari previste nel Regolamento UE 241/2014) e, negativamente del risultato della valutazione delle “attività finanziarie disponibili per la vendita” (-84,8 milioni di euro), determinato in larga misura dal peggioramento del rischio percepito dei titoli governativi verificatosi nell’ultimo scorcio del semestre. Di seguito vengono illustrati gli ulteriori effetti che hanno determinato l’entità del patrimonio aziendale di fine semestre: • il saldo positivo, della valutazione al fair value dei contratti derivati di copertura dei flussi finanziari (10 milioni di euro) • il saldo positivo della valutazione attuariale del trattamento di fine rapporto (3,9 milioni di euro); • la capitalizzazione dei costi del personale connessi a piani di remunerazione basati su strumenti finanziari (0,7 milioni di euro). RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 65 Di seguito, si riporta il prospetto che illustra (in milioni di euro) l’adeguatezza patrimoniale secondo i parametri di Bankitalia: 06/2015(*) 06/2015(**) 2014(***) Totale fondi propri Milioni € 2.233,2 2.235,3 1.958,2 - di cui Common Equity tier 1 milioni € 1.952,3 1.941,3 1.863,8 - di cui Totale capitale di classe 1 milioni € 1.952,3 1.941,3 1.863,8 1.208,1 1.207,6 1.196,9 20,4 20,4 24,7 117,1 117,1 117,1 1.345,6 1.345,1 1.338,7 Assorbimento patrimoniale relativo ai rischi: . di credito e controparte . di mercato . operativo Requisito patrimoniale complessivo CET1 capital ratio (****) % 11,6 11,6 11,1 TIER 1 capitale ratio % 11,6 11,6 11,1 Total capital ratio % 13,3 13,3 11,7 CET1 capital ratio 7,0 7,0 7,0 TIER 1 capitale ratio 8,5 8,5 8,0 10,5 10,5 10,5 Target regolamentari (*****) Total capital ratio % (*) normativa vigente nel 2015 “phased in” (**) normativa vigente nel 2015 “fully phased” (***) regime transitorio vigente nel 2014 (****) se CET1<TIER1; CET1=T1 (*****) comprensivi del cosiddetto “capital conservation buffer” L’evoluzione della situazione patrimoniale del semestre, migliorata rispetto alla fine del 2014, riflette in particolare la capitalizzazione ipotizzata dell’utile semestrale (determinata in base alle stesse norme citate nel commento del patrimonio civilistico), l’emissione di prestiti subordinati (più ampiamente descritta nel capitolo dedicato alla raccolta), la sostanziale stabilità dei rischi, ed in particolare di quello creditizio. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 66 Nel bilancio 2014 sono state illustrate le ragioni ed indicate le fonti normative che hanno reso necessaria la modifica del perimetro di consolidamento del gruppo ai fini della vigilanza prudenziale, portando a calcolare i ratios patrimoniali a livello di Credemholding, società controllante al 77% di Credem Spa. Il seguente prospetto illustra (in milioni di euro) l’adeguatezza patrimoniale secondo i parametri Bankitalia del perimetro che fa capo a Credemholding: 06/2015(*) 06/2015(**) 2014(***) Totale fondi propri Milioni € 2.189,0 2.092,7 1.969,1 - di cui Common Equity tier 1 milioni € 1.915,8 1.765,5 1.860,8 - di cui Totale capitale di classe 1 milioni € 1.919,8 1.823,9 1.860,8 1.207,0 1.204,3 1.196,9 20,6 20,6 24,7 117,1 117,1 117,1 1.344,7 1.342,1 1.338,7 Assorbimento patrimoniale relativo ai rischi: . di credito e controparte . di mercato . operativo Requisito patrimoniale complessivo CET1 capital ratio (****) % 11,4 10,5 11,1 TIER 1 capitale ratio % 11,4 10,9 11,1 Total capital ratio % 13,0 12,5 11,8 CET1 capital ratio 7,0 7,0 7,0 TIER 1 capitale ratio 8,5 8,5 8,0 10,5 10,5 10,5 Target regolamentari (*****) Total capital ratio % (*) normativa vigente nel 2015 “phased in” (**) normativa vigente nel 2015 “fully phased” (***) regime transitorio vigente nel 2014 (****) se CET1<TIER1; CET1=T1 (*****) comprensivi del cosiddetto “capital conservation buffer” Sull’evoluzione della situazione patrimoniale hanno inciso le medesime ragioni evidenziate sul perimetro che fa capo a Credembanca; ad esse vanno aggiunte le variazioni riconducibili all’entità ed ai meccanismi di computo del patrimonio di terzi (tenuto anche conto che nella situazione a regime si dispiegano pienamente le penalizzazioni insite in tale aggregato), nonché la crescente incidenza delle deduzioni dirette relative alle partecipazioni assicurative. Come più ampiamente illustrato in sede introduttiva, ed a conclusione dell’articolata valutazione che costituisce il cosiddetto SREP, la Banca d’Italia congiuntamente all’Autorità di Vigilanza Host (Commission de Surveillance du Secteur Financier), ha fissato per il gruppo Credem una soglia di monitoraggio prudenziale dell’8% in termini di Common Equity Tier 1 ratio, comprensiva del capital conservation buffer del 2,5%. Alla fine del mese di aprile 2015, come prevede la Circolare 263 del 27 dicembre 2006, nella parte dedicata al “processo di controllo prudenziale” (il cosiddetto PILLAR II), è stato inoltrato all’Organo di Vigilanza il resoconto ICAAP (“Internal Capital Adeguacy Assessment Process”). Tale elaborazione, finalizzata alla verifica dell’adeguatezza patrimoniale rispetto al complesso dei rischi assunti nell’operatività corrente e caratteristica, ha riguardato la situazione di fine 2014 e, per quanto riguarda la valutazione prospettica, quella di fine 2015. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 67 Anche in questa edizione, il suddetto resoconto ha evidenziato che il gruppo è dotato di un margine patrimoniale adeguato a fronteggiare i rischi difficilmente misurabili, gli effetti delle prove di stress, nonché a mantenere lo standing prefissato dai mercati finanziari e dalle autorità nazionali ed europee. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 68 FATTI DI RILIEVO VERIFICATISI DOPO LA CHIUSURA DEL SEMESTRE, EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE E PRINCIPALI RISCHI ED INCERTEZZE PER IL SECONDO SEMESTRE Già si sono illustrati in sede introduttiva i segnali e gli accadimenti di sistema economico e finanziario che hanno caratterizzato il periodo successivo alla chiusura del semestre. In estrema sintesi i principali parametri di riferimento entro cui si svolgerà la gestione bancaria del secondo semestre prospettano il permanere di previsioni di crescita dell’economia molto contenute (con analoghi, modesti, recuperi afferenti la spesa delle famiglie e quella per investimenti in macchinari), la stabilizzazione degli attuali livelli dello spread BTP-Bund, la conferma, in relazione alla debolezza della ripresa e delle politiche monetarie espansive della BCE, di livelli assai ridotti dei tassi di riferimento (compreso i negativi tassi di breve termine), il contenuto recupero dei mercati. In tale contesto (e fatte ovviamente salve le variazioni indotte dall’auspicata espansione commerciale), è possibile prevedere per il gruppo un andamento lineare per quanto riguarda le componenti stabili dei ricavi, sia di natura finanziaria che commissionale; tale tendenza tiene pertanto conto, in particolare, della già illustrata ricomposizione del portafoglio titoli, degli spread al ribasso dell’intermediazione con clientela, del permanere di positive dinamiche nello sviluppo del risparmio gestito. A tale tendenza si associano peraltro elementi di sicura discontinuità. Il già avvenuto riassetto del portafoglio dei titoli di debito, unitamente a stabili condizioni finanziarie e di liquidità, determineranno il significativo rallentamento del contributo dell’area finanza. Analogamente, in riferimento sia alle attuali prospettive dell’economia, sia al già richiamato sforzo di potenziamento delle coperture dei crediti in bonis e problematici avvenuto nel primo semestre, l’incidenza del rischio creditizio potrà assumere livelli più distesi. Si confermerà infine (sempre in relativa discontinuità rispetto al sistema che, peraltro, sembra avere esaurito la tendenza alla sola razionalizzazione e parziale dismissione e registra in molti casi dinamiche di segno moderatamente positivo) il livello di spesa registrato nel primo semestre, al servizio della crescita commerciale in atto, delle sempre più complesse norme finalizzate al potenziamento ed all’articolazione dei presidi organizzativi. Nel mese di marzo ha avuto inizio una verifica fiscale presso Euromobiliare Asset Management SGR spa, sull’anno d’imposta 2012, da parte della Direzione Provinciale di Milano della Agenzia delle Entrate. Dopo approfondite indagini, a fine luglio è stato notificato alla società il Processo Verbale di chiusura delle operazioni di verifica, nel quale viene statuito che “non sono emerse fattispecie fiscalmente rilevanti”. Nel mese di giugno la stessa Direzione provinciale di Milano dell’Agenzia delle Entrate ha iniziato un’attività ispettiva con riferimento alla controllata lussemburghese Credem International Lux. Dall’analisi della documentazione reperita nel corso della citata verifica presso Euromobiliare Asset Management SGR, l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto di poter sostenere che la “direzione effettiva” e “l’oggetto principale dell’attività” di Credem International Lux sono in Italia presso la sede dell’SGR; nel mese di luglio l’Agenzia delle Entrate ha notificato il Processo Verbale di chiusura dell’attività di verifica che, in estrema sintesi, confermano la suddetta valutazione. In questa fase iniziale, peraltro ancora non definita nei contenuti, la società seguirà l’evoluzione degli elementi a propria disposizione che allo stato attuale non comportano l’individuazione di alcun accantonamento a presidio del rischio che dovesse avere impatto sulla società e sul Gruppo. RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE 69 . BILANCIO CONSOLIDATO SEMESTRALE ABBREVIATO AL 30/06/2015 STRUTTURA E CONTENUTO DEL BILANCIO Il bilancio con solidato semestrale abbreviato del Gruppo è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal p rosp etto d el la red d itiv ità com plessiva, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalle note illustrative. La relazione finanziaria sem estrale del Gruppo è redatta con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, la situazione finanziaria ed il risultato del periodo. Le note illustrative hanno la funzione di fornire l’illustrazione, l’analisi ed in taluni casi un’integrazione dei dati del bilancio consolidato semestrale abbreviato. I dati sono redatti in migliaia di euro, ad eccezione della Parte L, che è redatta in milioni di euro. . BILANCIO CONSOLIDATO SEMESTRALE ABBREVIATO 73 STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO Voci dell'attivo 30/06/2015 31/12/2014 10. Cassa e disponibilità liquide 110.050 20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 153.362 188.830 30. Attività finanziarie valutate al fair value 1.888.386 1.420.241 40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 9.854.934 9.103.433 60. Crediti verso banche 70. Crediti verso clientela 80. Derivati di copertura 146.389 353.185 521.213 21.498.524 21.695.384 161.216 169.740 90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica(+/-) 35.440 47.354 100. Partecipazioni 27.310 26.053 110. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori 2.725 2.419 120. Attività materiali 305.460 310.295 130. Attività immateriali 377.158 383.498 - Avviamento 288.130 288.130 140. Attività fiscali 250.456 263.248 di cui: a) correnti b) anticipate b1) di cui alla Legge 214/2011 160. Altre attività Totale dell'attivo STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO 76 62.538 74.853 187.918 188.395 95.729 90.415 610.572 516.244 35.628.778 34.794.341 segue: STATO PATRIMONIALE Voci del passivo e del patrimonio netto 10. Debiti verso banche 20. Debiti verso clientela 30. Titoli in circolazione 40. Passività finanziarie di negoziazione 50. Passività finanziarie valutate al fair value 60. Derivati di copertura 70. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 80. Passività fiscali 30/06/2015 31/12/2014 5.225.940 5.013.572 16.507.149 16.758.331 4.631.842 4.711.310 83.011 136.675 1.948.334 1.437.931 119.030 219.899 15.855 26.984 141.792 195.341 a) correnti 19.777 43.041 b) differite 122.015 152.300 1.202.860 717.108 100. Altre passività 110. Trattamento di fine rapporto del personale 120. Fondi per rischi e oneri: a) quiescenza e obblighi simili b) altri fondi 130. Riserve tecniche 140. Riserve da valutazione 91.043 96.893 105.669 124.372 2.121 2.320 103.548 122.052 3.180.700 2.979.421 49.714 120.580 1.593.283 1.491.201 180. Sovrapprezzi di emissione 283.052 283.052 190. Capitale 332.392 332.392 (2.252) (2.920) 170. Riserve 200. Azioni proprie (-) 210. Patrimonio di pertinenza di terzi 220. Utile (perdita) d'esercizio (+/-) Totale del passivo e del patrimonio netto STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO 8 430 119.356 151.769 35.628.778 34.794.341 77 CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO Voci 30/06/2015 30/06/2014 10. Interessi attivi e proventi assimilati 325.004 393.393 20. Interessi passivi e oneri assimilati (88.546) (116.415) 30.Margine d'interesse 236.458 276.978 40. Commissioni attive 296.307 252.207 50. Commissioni passive (72.555) (58.283) 60.Commissioni nette 223.752 193.924 496 1.737 70.Dividendi e proventi simili 80.Risultato netto dell'attività di negoziazione 7.828 2.992 90.Risultato netto dell'attività di copertura 2.378 (1.836) 161.790 85.032 168.760 86.396 (6.970) (1.364) 100.Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita d) passività finanziarie 110.Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value 12.149 8.046 120.Margine di intermediazione 644.851 566.873 130.Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: (64.147) (31.129) (64.020) (32.883) a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita (61) - d) altre operazioni finanziarie (66) 1.754 140.Risultato netto della gestione finanziaria 580.704 535.744 150.Premi netti 347.372 525.207 (397.193) (573.506) 160.Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa 170.Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa 530.883 487.445 (392.984) (370.574) a) spese per il personale (237.325) (225.159) b) altre spese amministrative (155.659) (145.415) 190.Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (9.353) (3.904) 200.Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali (7.643) (7.872) (11.815) (11.123) 180.Spese amministrative: 210.Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali 220.Altri oneri/proventi di gestione 230.Costi operativi 240.Utili (Perdite) delle partecipazioni 61.152 60.805 (360.643) (332.668) 1.294 626 62 2.757 280.Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 171.596 158.160 290. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (52.240) (59.184) 300.Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 119.356 98.976 320. Utile (Perdita) d'esercizio 119.356 98.976 270.Utili (Perdite) da cessione di investimenti 330.Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi 340.Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza della capogruppo Voci - (20) 119.356 98.956 30/06/2015 30/06/2014 Utile base per azione (EPS base) 0,36 0,30 Utile diluito per azione (EPS diluito) 0,36 0,30 STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO 78 PROSPETTO DELLA REDDITIVITA' CONSOLIDATA COMPLESSIVA 30/06/2015 10. Utile (Perdita) d'esercizio Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico 30/06/2014 119.356 98.976 3.871 (4.088) - 20. Attività materiali - 30. Attività immateriali - - 40. Piani a benefici definiti 3.871 (4.088) 50. Attività non correnti in via di dismissione - - 60. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - - (74.772) 92.214 - Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico 70. Copertura di investimenti esteri - 80. Differenze di cambio - - 90. Copertura dei flussi finanziari 10.018 5.394 (84.753) 86.640 100. Attività finanziarie disponibili per la vendita 110. Attività non correnti in via di dismissione 120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto 130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte 140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 150. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi 160. Redditività consolidata complessiva di pertinenza della capogruppo STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO - - (37) 180 (70.901) 88.126 48.455 187.102 - (20) 48.455 187.082 79 PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO Variazioni dell'esercizio Allocazione risultato esercizio precedente Esistenze al 31/12/2014 Modifica saldi di apertura Capitale: a) azioni ordinarie b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Riserve: a) di utili b) altre Riserve da valutazione Strumenti di capitale Azioni proprie Utile (perdita) di esercizio Patrimonio Netto del gruppo Patrimonio Netto di terzi Emissione nuove azioni Acquisto azioni proprie Variazione strumenti di capitale Distribuzione straordinaria dividendi Derivati su Stock options proprie azioni Redditività complessiva Partrimonio netto di terzi al 30/06/2015 332.458 - 332.458 - - (60) - - - - - - - 332.392 6 332.458 - 332.458 - - (60) - - - - - - - 332.392 6 - - - - - - - - - - - - - - - 283.058 - 283.058 - - (4) - - - - - - - 283.052 2 1.491.475 - 1.491.475 102.118 - 395 - (668) - - - - (37) 1.593.283 - 1.491.475 - 1.491.475 102.118 - 395 - (668) - - - - (37) 1.593.283 - - - - - - - - - - - - - - - - 120.578 - 120.578 - - - - - - - - - (70.864) 49.714 - - - - - - - - - - - - - - - - (2.920) - (2.920) - - - - 668 - - - - - (2.252) - 151.855 - 151.855 (102.118) (49.737) - - - - - - - 119.356 119.356 - 2.376.074 - 2.376.074 - (49.737) 753 - - - - - - 48.455 2.375.545 - 430 - 430 - - (422) - - - - - - - - 8 VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO 80 Variazioni di riserve Dividendi e altre destinazioni Riserve Patrimonio netto del gruppo al 30/06/2015 Operazioni sul patrimonio netto Esistenze al 01/01/2015 PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO Variazioni dell'esercizio Allocazione risultato esercizio precedente Esistenze al 31/12/2013 Modifica saldi di apertura Capitale: a) azioni ordinarie b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Riserve: a) di utili b) altre Riserve da valutazione Strumenti di capitale Azioni proprie Utile (perdita) di esercizio Patrimonio Netto del gruppo Patrimonio Netto di terzi Variazioni di riserve Dividendi e altre destinazioni Riserve Patrimonio netto del gruppo al 30/06/2014 Operazioni sul patrimonio netto Esistenze al 01/01/2014 Emissione nuove azioni Acquisto azioni proprie Variazione strumenti di capitale Distribuzione straordinaria dividendi Derivati su Stock options proprie azioni Redditività complessiva Partrimonio netto di terzi al 30/06/2014 332.461 - 332.461 - - - - - - - - - - 332.392 69 332.461 - 332.461 - - - - - - - - - - 332.392 69 - - - - - - - - - - - - - - - 283.058 - 283.058 - - - - - - - - - - 283.052 6 1.414.485 - 1.414.485 76.144 - 750 - (274) - - - - 180 1.490.995 290 1.414.485 - 1.414.485 76.144 - 750 - (274) - - - - 180 1.490.995 290 - - - - - - - - - - - - - - - 13.256 - 13.256 - - - - - - - - - 87.946 101.201 1 - - - - - - - - - - - - - - - (3.349) - (3.349) - - - - 274 - - - - - (3.075) - 115.913 - 115.913 (76.144) (39.769) - - - - - - - 98.976 98.956 20 2.155.443 - 2.155.443 - (39.754) 750 - - - - - - 187.082 2.303.521 - 381 - 381 - (15) - - - - - - - 20 - 386 VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO 81 Rendiconto Finanziario Consolidato (Modello indiretto) Totale 30/06/2015 Totale 30/06/2014 A. ATTIVITA' OPERATIVA 1. Gestione - risultato d'esercizio (+/-) - plus/minusvalenze su attività/passività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività valutate al fair value (+/-) (36.662) 98.956 (132) (1.828) - plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) (2.378) 1.836 - rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) - rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) - accantonamenti netti ai fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 74.799 41.685 19.458 18.929 9.353 3.904 - premi netti non incassati (-) (1.694) (2.364) (15.234) (22.033) 12.442 17.110 - - - altri proventi e oneri assicurativi non incassati (+/-) - imposte e tasse non liquidate (+) - rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione al netto dell'effetto fiscale (+/-) - altri aggiustamenti (+/-) 2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie - attività finanziarie detenute per la negoziazione (179.152) (192.857) (778.169) (1.603.328) 49.855 10.898 - attività finanziarie valutate al fair value (443.892) (105.703) - attività finanziarie disponibili per la vendita (705.033) (723.935) - crediti verso banche: a vista (23.585) (192.882) - crediti verso banche: altri crediti 191.750 (93.253) - crediti verso clientela 165.029 (426.897) - altre attività 3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie - debiti verso banche: a vista - debiti verso banche: altri debiti - debiti verso clientela - titoli in circolazione (12.293) (71.556) 763.008 1.634.011 (414.392) (645.540) 627.684 1.139.834 (242.803) (79.112) (40.903) 133.524 - passività finanziarie di negoziazione (53.664) (3.993) - passività finanziarie valutate al fair value 500.426 118.151 - altre passività 386.660 971.147 21.657 (5.979) Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa RENDICONTO FINANZIARIO 82 36.818 119.356 B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO 1. Liquidità generata da 232 3.550 - vendite di partecipazioni - - - dividendi incassati su partecipazioni - - - vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - 232 3.550 - vendite di attività immateriali - - - vendite di società controllate e di rami d'azienda - - (8.491) (8.546) - acquisti di partecipazioni - - - acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - acquisti di attività materiali (3.013) (3.934) - acquisti di attività immateriali (5.478) (4.612) - - - vendite di attività materiali 2. Liquidità assorbita da - acquisti di rami d'azienda (8.260) (4.996) C. ATTIVITA' DI PROVVISTA Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento - - - emissioni/acquisti di azioni proprie - - - emissioni/acquisti di strumenti di capitale - - (49.737) (34.754) Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista (49.737) (34.754) LIQUIDITA' NETTA GENERATA / ASSORBITA NELL'ESERCIZIO (36.339) (45.729) - distribuzione dividendi e altre finalità RICONCILIAZIONE Totale 30/06/2015 Totale 30/06/2014 Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 146.389 154.130 Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio (36.339) (45.729) Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio RENDICONTO FINANZIARIO - - 110.050 108.401 83 NOTE ILLUSTRATIVE NOTE ILLUSTRATIVE Parte A – Politiche contabili Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato Parte D – Redditività consolidata complessiva Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato Parte G – Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda Parte H – Operazioni con parti correlate Parte I – Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali Parte L – Informativa di settore Le note illustrative sono redatte in migliaia di euro, ad eccezione della Parte L, che è redatta in milioni di euro. Nelle informative riferite al Gruppo nella sua interezza viene fornito il dettaglio fra “Gruppo bancario”, “imprese di assicurazione” e “altre imprese”, qualora rilevante. NOTE ILLUSTRATIVE 86 PARTE A POLITICHE CONTABILI A.1- PARTE GENERALE Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è stato redatto in conformità allo IAS 34 che detta i contenuti minimi e le regole di compilazione dei bilanci intermedi. In particolare ci si è avvalsi della facoltà di predisporre l’informativa semestrale nella versione sintetica, in luogo dell’informativa completa prevista per il bilancio annuale. Tale bilancio consolidato semestrale abbreviato non comprende pertanto tutte le informazioni richieste per il bilancio annuale e deve essere letto unitamente al bilancio consolidato annuale predisposto per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2014. La Relazione finanziaria semestrale consolidata è stata predisposta in osservanza dell’art.154-ter del Testo Unico della Finanza (TUF) e comprende il bilancio consolidato semestrale abbreviato, soggetto a revisione contabile limitata da parte della società Reconta Ernst & Young S.p.A., la relazione intermedia sulla gestione, l’attestazione del dirigente preposto prevista dall’art. 154-bis, comma 5 dello stesso TUF ed è corredata dalla relazione di revisione contabile limitata della società di revisione. Gli schemi riportano i corrispondenti dati di raffronto relativi allo stato patrimoniale riferiti all’esercizio precedente, mentre i dati del conto economico e del prospetto della redditività complessiva sono riferiti allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Sezione 2 - Principi generali di redazione Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è costituito dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Prospetto della redditività complessiva, dal Prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal Rendiconto finanziario e dalle Note illustrative. Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è redatto con l’applicazione dei principi generali previsti dallo IAS 1 e degli specifici principi contabili omologati dalla Commissione europea e illustrati nel proseguo delle presenti Note illustrative, nonché in aderenza con le assunzioni generali previste dal Quadro Sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio elaborato dallo IASB. Non sono state effettuate deroghe all’applicazione dei principi contabili IAS/IFRS. In conformità a quanto disposto dall’art. 5, comma 2, del Decreto Legislativo n. 38 del 28 febbraio 2005, il bilancio consolidato semestrale abbreviato è redatto utilizzando l’euro come moneta di conto, e si fonda sull’applicazione dei seguenti principi generali di redazione dettati dallo IAS 1: • Continuità aziendale. Gli amministratori hanno considerato appropriato il presupposto della continuità aziendale in quanto a loro giudizio non sono emerse incertezze legate ad eventi o circostante che, considerati singolarmente o nel loro insieme, possano far sorgere dubbi riguardo alla continuità aziendale. Conseguentemente le attività, passività ed operazioni “fuori bilancio” sono valutate secondo valori di funzionamento, in quanto destinate a durare nel tempo. • Competenza economica. Costi e ricavi vengono rilevati, a prescindere dal momento del loro regolamento monetario, per periodo di maturazione economica e secondo il criterio di correlazione. • Coerenza di presentazione. La presentazione e la classificazione delle voci sono mantenute costanti nel tempo allo scopo di garantire la comparabilità delle informazioni, salvo che la loro variazione sia richiesta da un Principio Contabile Internazionale o da una Interpretazione oppure renda più appropriata, in termini di significatività e di affidabilità, la rappresentazione dei valori. Se un criterio di presentazione o di classificazione viene cambiato, quello nuovo si applica – ove NOTE ILLUSTRATIVE 87 possibile – in modo retroattivo; in tal caso vengono anche indicati la natura e il motivo della variazione, nonché le voci interessate. Nella presentazione e nella classificazione delle voci sono adottati gli schemi predisposti dalla Banca d’Italia per i bilanci delle banche, contenuti nella circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 e successivi aggiornamenti ed integrazioni, tenendo conto della suddetta significatività ed affidabilità per quanto concerne gli aggiornamenti e le integrazioni ancora in bozza. • Aggregazione e rilevanza. Tutti i raggruppamenti significativi di voci con natura o funzione simili sono riportati separatamente. Gli elementi di natura o funzione diversa, se rilevanti, vengono presentati in modo distinto. • Divieto di compensazione. Attività e passività, costi e ricavi non vengono compensati tra loro, salvo che ciò non sia richiesto o permesso da un Principio Contabile Internazionale o da una Interpretazione oppure dagli schemi predisposti dalla Banca d’Italia per i bilanci delle banche. • Informativa comparativa. Le informazioni comparative si riferiscono ai corrispondenti periodi dell’esercizio precedente e sono riportate per tutti i dati contenuti nei prospetti contabili di confronto. Principi contabili I principi contabili adottati dal Gruppo per la predisposizione del bilancio consolidato semestrale abbreviato, con riferimento alle fasi di iscrizione, classificazione, valutazione, cancellazione e della rilevazione delle componenti reddituali delle diverse poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi, sono rimasti invariati rispetto a quelli adottati per il bilancio consolidato al 31 dicembre 2014 (a cui si rimanda per i dettagli), ad eccezione di quanto di seguito riportato. Principali norme ed interpretazioni contabili omologate dall’Unione Europea, la cui applicazione è divenuta obbligatoria a partire dall’esercizio 2015 IFRIC 21 – Levies. L’IFRIC 21 chiarisce che una entità riconosce una passività per tributi non prima di quando si verifica l’evento a cui è legato il pagamento, in accordo con la legge applicabile. Per i pagamenti che sono dovuti solo al superamento di una determinata soglia minima, la passività è iscritta solo al raggiungimento di tale soglia. E’ richiesta l’applicazione retrospettiva per l’IFRIC 21. Annual improvements 2011 – 2013. I miglioramenti sono effettivi dal 1 gennaio 2015 o successivamente e riguardano i seguenti argomenti: IFRS 1: Significato degli “Effective IFRSs”; IFRS 3: Eccezioni nell’applicazione del concetto di joint ventures; IFRS 13: Modificata l’ambito di applicazione del paragrafo 52 (portfolio exception); IAS 40: Chiarimenti sulla correlazione dell’IFRS 3 “Business Combinations” e lo IAS 40 Investimenti immobiliari quando l’investimento immobiliare è classificato come un investimento immobiliare o come un immobile ad uso del proprietario. Principali norme e interpretazioni contabili omologate dall’Unione Europea ma che non trovano applicazione al 30 giugno 2015 e per i quali la Banca ed il Gruppo di appartenenza non si sono avvalsi, nei casi eventualmente previsti, dell’applicazione anticipata Amendments IAS 19 - Defined Benefit Plans: Employee Contributions. Lo IAS 19 chiede ad un’entità di considerare le contribuzioni da parte dei dipendenti o di terze parti quando contabilizza i piani a benefici definiti. Quando le contribuzioni sono legate alla prestazione del servizio, dovrebbero essere attribuite al periodo di servizio come benefici negativi. La modifica chiarisce che, se l’ammontare delle contribuzioni è indipendente dal numero di anni di servizio, è permesso all’entità di rilevare queste contribuzioni come una riduzione del costo del servizio nel periodo in cui il servizio è prestato, anziché allocare le contribuzioni ai periodi di servizio. Questa modifica è efficace per gli esercizi che iniziano al 1° febbraio 2015 o successivamente. NOTE ILLUSTRATIVE 88 Annual improvements 2010 – 2012. L’obiettivo dei miglioramenti annuali è quello di trattare argomenti necessari relativi a incoerenze riscontrate negli IFRS oppure a chiarimenti di carattere terminologico, che non rivestono un carattere di urgenza, ma che sono stati discussi dallo IASB nel corso del ciclo progettuale iniziato nel 2011. Le modifiche all’IFRS 8 e agli IAS 16, 24 e 38 sono chiarimenti o correzioni ai principi in questione. Le modifiche agli IFRS 2 e 3 comportano cambiamenti alle disposizioni vigenti o forniscono ulteriori indicazioni in merito alla loro applicazione. Le società applicano le modifiche, al più tardi, a partire dalla data di inizio del loro primo esercizio finanziario che cominci il 1° febbraio 2015 o successivamente. Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni IFRS non ancora omologati dall’Unione Europea IFRS 9 – Financial Instruments. Nel luglio 2014, lo IASB ha emesso la versione finale dell’IFRS 9 Strumenti Finanziari che riflette tutte le fasi del progetto relativo agli strumenti finanziari e sostituisce lo IAS 39 Strumenti Finanziari: Rilevazione e valutazione e tutte le precedenti versioni dell’IFRS 9. Il principio introduce nuovi requisiti per la classificazione, valutazione, perdita di valore e hedge accounting. L’IFRS 9 è efficace per gli esercizi che iniziano al 1° gennaio 2018 o successivamente; è consentita l’applicazione anticipata. E’ richiesta l’applicazione retrospettica del principio, ma non è obbligatorio fornire l’informativa comparativa. E’ consentita l’applicazione anticipata delle precedenti versioni dell’IFRS 9 (2009, 2010 e 2013) se la data di applicazione iniziale è precedente al 1° febbraio 2015. IFRS 14 Regulatory Deferral Accounts. L’IFRS 14 è un principio opzionale che consente ad un’entità, le cui attività sono soggette a tariffe regolamentate di continuare ad applicare, al momento della prima adozione degli IFRS, i precedenti principi contabili adottati per gli importi relativi alla rate regulation. Le entità che adottano l’IFRS 14 devono presentare i saldi relativi alla rate regulation in linee separate del prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria e presentare i movimenti di questi conti in linee separate del prospetto dell’utile/(perdita) d’esercizio e delle altre componenti di conto economico complessivo. Il Principio richiede che venga data informativa sulla natura, e i rischi associati, della regolamentazione tariffaria e gli effetti di questa sul bilancio dell’entità. L’IFRS 14 è efficace per gli esercizi che iniziano al 1 gennaio 2016 o successivamente. IFRS 15 - Revenue from Contracts with Customers. L’IFRS è stato emesso a maggio 2014 ed introduce un nuovo modello in cinque fasi che si applicherà ai ricavi derivanti da contratti con i clienti. L’IFRS 15 prevede la rilevazione dei ricavi per un importo che rifletta il corrispettivo a cui l’entità ritiene di avere diritto in cambio del trasferimento di merci o servizi al cliente. Il principio fornisce un approccio più strutturato per la rilevazione e valutazione dei ricavi, sostituendo tutti gli attuali requisiti presenti negli altri IFRS in tema di riconoscimento dei ricavi. L’IFRS 15 è efficace per gli esercizi che iniziano al 1° gennaio 2017 o successivamente, con applicazione retrospettica piena o modificata. L’applicazione anticipata è consentita. Amendments IFRS 10, IFRS 12 e IAS 28. La modifica ha per oggetto le problematiche derivanti dall’applicazione dell’eccezione al consolidamento previsto per le entità di investimento. Tali modifiche non sono ancora state omologate dalla comunità europea ma la data di prima applicazione introdotta dallo IASB è per gli esercizi che hanno inizio il 1° gennaio 2016 o successivamente a tale data. L’applicazione anticipata è consentita. Amendments IAS 1. Le modifiche mirano ad introdurre chiarimenti nello IAS 1 per affrontare alcuni elementi che sono percepiti come limitazioni all’uso del giudizio da parte di chi predispone il bilancio. Tali modifiche sono in attesa di omologa. Lo IASB ha indicato che sono applicabili per esercizi che iniziano il 1° gennaio 2016 o successivamente a tale data. L’applicazione anticipata è consentita. NOTE ILLUSTRATIVE 89 Annual Improvements 2012 – 2014. L’obiettivo dei miglioramenti annuali è quello di trattare argomenti necessari relativi a incoerenze riscontrate negli IFRS oppure a chiarimenti di carattere terminologico, che non rivestono un carattere di urgenza, ma che sono stati discussi dallo IASB nel corso del ciclo progettuale. Tra i principi interessati dalle modifiche l’IFRS 5 per il quale è stato introdotto un chiarimento per i casi in cui si modifica il metodo di cessione di una attività riclassificando la stessa da detenuta per la vendita a detenuta per la distribuzione; e l’IFRS 7 dove è stato introdotto un chiarimento per stabilire se e quando i contratti di servizio costituisce coinvolgimento continuo ai fini dell’informativa; i quali sono stati introdotti ulteriori indicazioni per chiarire punti dubbi, lo IAS 19 dove si è chiarito che la valuta dei titoli utilizzati come riferimento per la stima del tasso di sconto deve essere la stessa di quella in cui i benefici saranno pagati; e lo IAS 34 dove viene chiarito il significato di “altrove” nel cross referencing. Le modifiche sono in attesa di omologa. Amendments IFRS 10 e IAS 28. La modifica mira ad eliminare il conflitto tra i requisiti dello IAS 28 e dell’IFRS 10 e chiarisce che in una transazione che coinvolge una collegata o joint venture la misura in cui è possibile rilevare un utile o una perdita dipende dal fatto che l’attività oggetto della vendita o del conferimento sia un business. La modifica è in attesa di omologa. Lo IASB ha indicato che è applicabile per esercizi che iniziano il 1 gennaio 2016 o successivamente a tale data. L’applicazione anticipata è consentita. Amendments IAS 27. Le modifiche consentiranno alle entità di utilizzare il metodo del patrimonio netto per contabilizzare le partecipazioni in controllate, joint-ventures e collegate nel proprio bilancio separato. Le entità che stanno già applicando gli IFRS e decidano di modificare il criterio di contabilizzazione passando al metodo del patrimonio netto nel proprio bilancio separato dovranno applicare il cambiamento retrospetticamente. In caso di prima adozione degli IFRS, l’entità che decide di utilizzare il metodo del patrimonio netto nel proprio bilancio separato lo dovrà applicare dalla data di transizione agli IFRS. Le modifiche sono efficaci per gli esercizi che iniziano al 1 gennaio 2016 o successivamente, è consentita l’applicazione anticipata. Amendments IAS 16 e IAS 41. Le modifiche prevedono l’inclusione della trattazione delle attività biologiche fruttifere (Bearer Plants) nell’ambito dello IAS 16 Property, Plant and Equipment. Amendments IAS 16 - Property, Plant and Equipment e IAS 38 - Intangible Assets. Le modifiche chiariscono il principio contenuto nello IAS 16 e nello IAS 38: i ricavi riflettono un modello di benefici economici generati dalla gestione di un business (di cui l’attività fa parte), piuttosto che benefici economici che si consumano con l’utilizzo del bene. Ne consegue che un metodo basato sui ricavi non può essere utilizzato per l’ammortamento di immobili, impianti e macchinari e potrebbe essere utilizzato solo in circostanze molto limitate per l’ammortamento delle attività immateriali. Le modifiche devono essere applicate prospetticamente per gli esercizi che iniziano al 1 gennaio 2016 o successivamente, è consentita l’applicazione anticipata. Amendments IFRS 11 – Accounting for Acquisition of Interest in Joint Operations. Le modifiche all’IFRS 11 richiedono che un joint operator che contabilizza l’acquisizione di una quota di partecipazione in un accordo a controllo congiunto, le cui attività rappresentano un business, deve applicare i principi rilevanti dello IFRS 3 in tema di contabilizzazione delle aggregazioni aziendali. Le modifiche chiariscono anche che, nel caso di mantenimento del controllo congiunto, la partecipazione precedentemente detenuta in un accordo a controllo congiunto non è oggetto di rimisurazione al momento dell’acquisizione di un ulteriore quota. Inoltre, è stata aggiunta un’esclusione dallo scopo dell’IFRS 11 per chiarire che le modifiche non si applicano quando le parti che condividono il controllo, inclusa l’entità che redige il bilancio, sono sottoposte al comune controllo dello stesso ultimo soggetto controllante. NOTE ILLUSTRATIVE 90 Le modifiche si applicano sia all’acquisizione della quota iniziale di partecipazione in un accordo a controllo congiunto che all’acquisizione di ogni ulteriore quota nel medesimo accordo a controllo congiunto. Le modifiche devono essere applicate prospetticamente per gli esercizi che iniziano al 1° gennaio 2016 o successivamente, è consentita l’applicazione anticipata. Contenuto dei prospetti contabili Stato patrimoniale, conto economico e prospetto della redditività complessiva Gli schemi dello stato patrimoniale e del conto economico sono costituiti da voci, sottovoci e da ulteriori dettagli informativi (i “di cui” delle voci e sottovoci). Nel conto economico i ricavi sono indicati senza segno, mentre i costi sono indicati fra parentesi. Allo stesso modo sono esposte le componenti reddituali positive e negative incluse nel prospetto della redditività complessiva. Gli schemi riportano i corrispondenti dati di raffronto relativi allo stato patrimoniale riferiti all’esercizio precedente, mentre i dati di conto economico e del prospetto delle redditività complessiva sono riferiti allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Prospetto delle variazioni del patrimonio netto Il prospetto delle variazioni del patrimonio netto è quello previsto dalla Circolare n. 262/2005, e successivi aggiornamenti, della Banca d’Italia. Nel prospetto viene riportata la composizione e la movimentazione dei conti di patrimonio netto intervenuta nell’esercizio di riferimento del bilancio ed in quello precedente, suddivisi tra il capitale sociale, le riserve di capitale, di utili e da valutazione di attività o passività di bilancio ed il risultato economico. Le azioni proprie in portafoglio, qualora presenti, sono portate in diminuzione del patrimonio netto. Non sono stati emessi strumenti di capitale diversi dalle azioni ordinarie. Rendiconto finanziario Il prospetto dei flussi finanziari intervenuti nel periodo di riferimento del bilancio ed in quello dell’esercizio precedente è stato predisposto seguendo il metodo indiretto, in base al quale i flussi derivanti dall’attività operativa sono rappresentati dal risultato dell’esercizio rettificato degli effetti delle operazioni di natura non monetaria. I flussi finanziari sono suddivisi tra quelli derivanti dall’attività operativa, quelli generati dall’attività di investimento e quelli prodotti dall’attività di provvista. Nel prospetto i flussi generatisi nel corso del periodo sono indicati senza segno, mentre quelli assorbiti sono indicati fra parentesi. Sezione 3- Area e metodi di consolidamento Il bilancio consolidato semestrale abbreviato del Gruppo Credem comprende il bilancio di Credito Emiliano spa e delle società da questa controllate, includendo nel perimetro di consolidamento anche le società operanti in settori di attività dissimili da quello di appartenenza della Capogruppo. Analogamente, sono incluse anche le società veicolo (SPE/SPV) quando ne ricorrano i requisiti di effettivo controllo, anche indipendentemente dall’esistenza di una quota partecipativa. Sono considerate controllate le imprese nelle quali la Capogruppo, direttamente o indirettamente, possiede più della metà dei diritti di voto o quando, pur con una quota di diritti di voto inferiore, la Capogruppo ha il potere di nominare la maggioranza degli amministratori della partecipata o di determinare le politiche finanziarie ed operative della stessa. Nella valutazione dei diritti di voto si tiene conto anche dei diritti “potenziali” che siano correntemente esercitabili o convertibili in diritti di voto effettivi in qualsiasi momento. Sono considerate controllate congiuntamente le imprese nelle quali i diritti di voto ed il controllo dell’attività economica della partecipata sono condivisi in modo paritetico da Credem, direttamente o indirettamente, e da un altro soggetto. Inoltre viene qualificato come sottoposto a controllo congiunto un investimento partecipativo nel quale, pur in assenza di una quota paritetica di diritti di voto, il controllo sull’attività NOTE ILLUSTRATIVE 91 economica e sugli indirizzi strategici della partecipata è condiviso con altri soggetti in virtù di accordi contrattuali. Sono considerate collegate, cioè sottoposte ad influenza notevole, le imprese nelle quali la capogruppo, direttamente o indirettamente, possiede almeno il 20% dei diritti di voto (ivi inclusi i diritti di voto “potenziali” come sopra definiti) o nelle quali – pur con una quota di diritti di voto inferiore – ha il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata in virtù di particolari legami giuridici quali la partecipazione a patti di sindacato. Le partecipazioni controllate sono consolidate con il metodo integrale, mentre le interessenze non di controllo e di joint venture sono consolidate in base al metodo del patrimonio netto. Criteri e principi di consolidamento I criteri adottati per la redazione del bilancio consolidato sono i seguenti: • in occasione del primo consolidamento, il valore di carico delle partecipazioni in società consolidate integralmente è annullato a fronte del patrimonio netto delle società stesse. La contabilizzazione degli acquisti nelle società avviene in base al “metodo dell’acquisto” come definito dall’ IFRS 3, ossia con rilevazione di attività, passività e passività potenziali delle imprese acquisite al fair value alla data di acquisizione, cioè dal momento in cui si ottiene l’effettivo controllo della società acquisita. Pertanto, i risultati economici di una controllata acquisita nel corso del periodo di riferimento sono inclusi nel bilancio consolidato a partire dalla data della sua acquisizione. Parimenti, i risultati economici di una controllata ceduta sono inclusi nel bilancio consolidato fino alla data in cui il controllo è cessato; • le eventuali eccedenze del valore di carico delle partecipazioni di cui al punto precedente rispetto alla corrispondente frazione di patrimonio netto, adeguato con l’effetto del fair value delle attività o passività, se positive sono rilevate quali avviamento nella voce “Attività immateriali”, se negative sono imputate a conto economico; • per gli eventuali acquisti di ulteriori quote partecipative successive all’acquisizione del controllo, disciplinati specificatamente dal principio contabile IAS27, le eventuali differenze positive o negative, come sopra determinate, che vengono a sorgere a seguito di tali acquisti successivi sono imputate direttamente a patrimonio; • ad ogni data di bilancio (od ogni volta che vi sia evidenza di perdita di valore) viene verificata l’adeguatezza del valore dell’avviamento (c.d. impairment test). A tal fine viene identificata l’unità generatrice di flussi finanziari cui attribuire l’avviamento. L’ammontare dell’eventuale riduzione di valore è dato dall’eventuale differenza negativa tra il valore di iscrizione dell’avviamento ed il suo valore di recupero, determinato come il maggiore tra il fair value dell’unità generatrice di flussi finanziari, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso. Le conseguenti rettifiche di valore vengono rilevate a conto economico; • gli elementi di attivo, passivo e conto economico vengono integralmente acquisiti “linea per linea”; • le partite debitorie e creditorie, le operazioni fuori bilancio nonché i proventi e gli oneri ed i profitti e le perdite traenti origine da rapporti tra società oggetto di consolidamento integrale, sono tra di loro elisi; • le quote di patrimonio netto e di utile di periodo di pertinenza dei “terzi” azionisti delle società consolidate, sono incluse in apposite voci, rispettivamente, del passivo di stato patrimoniale e del conto economico; • per il consolidamento delle società con metodo integrale sono stati utilizzati i bilanci predisposti e approvati dalle singole società, eventualmente resi conformi ai principi contabili internazionali seguiti nella predisposizione della situazione consolidata; • il valore di libro delle partecipazioni rilevanti, detenute dalla capogruppo, o da altre società del gruppo, afferenti società consolidate con il metodo del NOTE ILLUSTRATIVE 92 • • patrimonio netto, è raffrontato con la pertinente quota di patrimonio delle partecipate. L’eventuale eccedenza del valore di libro - risultante in prima applicazione al bilancio consolidato – è inclusa nel valore contabile della partecipata. Le variazioni nel valore patrimoniale, intervenute negli anni successivi a quello di prima applicazione, sono iscritte a voce 240 del conto economico consolidato (“utili (perdite) delle partecipazioni”) nella misura in cui le variazioni stesse siano riferibili a utili o perdite delle partecipate; se esistono evidenze che il valore di una partecipazione rilevante possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata nel conto economico; per il consolidamento delle partecipazioni in società collegate sono state utilizzate, ove disponibili, le risultanze delle situazioni semestrali al 30 giugno 2015 approvate dai rispettivi Consigli di Amministrazione; in loro mancanza sono stati considerati i dati degli ultimi bilanci approvati (generalmente quelli al 31 dicembre 2014). NOTE ILLUSTRATIVE 93 Partecipazioni in società controllate in via esclusiva e collegate (consolidate al patrimonio netto) Denominazioni imprese Sede Tipo di rapporto Rapporto di partecipazione Impresa partecipante Quota % A. Imprese A. 1 Consolidate integralmente 1. Credem International (Lux) sa 2. Credemleasing spa 3. Credemfactor spa 4. Credem Private Equity SGR spa Lussemburgo Reggio Emilia Reggio Emilia Reggio Emilia 1 1 1 1 Credito Emiliano 99,99% Banca Euromobiliare 0,01% Credito Emiliano 99,90% Magazzini Generali delle Tagliate 0,10% Credito Emiliano 99,00% Credemleasing 1,00% Credito Emiliano 87,50% Banca Euromobiliare 12,50% 5. Euromobiliare Asset Management SGR spa Milano 1 Credito Emiliano 100,00% 6. Credemtel spa Reggio Emilia 1 Credito Emiliano 100,00% 7. Creacasa srl Reggio Emilia 1 Credito Emiliano 100,00% 8. Magazzini Generali delle Tagliate spa Reggio Emilia 1 Credito Emiliano 100,00% 9. Banca Euromobiliare spa Milano 1 Credito Emiliano 100,00% 10. Euromobiliare Fiduciaria spa Milano 1 Credito Emiliano 100,00% 11. Credemvita spa Reggio Emilia 1 Credito Emiliano 100,00% 12. Credem CB srl Conegliano 1 Credito Emiliano 70,00% 13. Canossa CB srl Conegliano 1 Credito Emiliano 70,00% 1.Credemassicurazioni spa Reggio Emilia 2 Credito Emiliano 50,00% 3.Interconsult Lussemburgo 3 33,33% 4.Nexstone srl Milano 3 Credem International (Lux) sa Credito Emiliano A. 2 Consolidate con il metodo del patrimonio netto 30,00% Legenda Tipo di rapporto: 1 = maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria 2 = controllo congiunto 3 = imprese collegate Il Gruppo detiene l’intero patrimonio di due fondi comuni gestiti da Euromobiliare Asset Managenent SGR, società appartenente al Gruppo stesso. In considerazione della composizione del patrimonio dei fondi, costituito essenzialmente da attività finanziarie valutate al valore di mercato, e ritenendo che i benefici dell’informazione derivante dal consolidamento dei fondi siano inferiori ai costi necessari per fornire l’informazione stessa (cap.3, qc38 del “The Conceptual Framework for Financial Reporting”), non si provvede al consolidamento linea per linea di tali fondi. Inoltre, le quote suddette sono contabilizzate all’interno della voce “Attività finanziare detenute per la negoziazione” per un importo di Euro 7,8 milioni al 30 giugno 2015 (9,8 milioni di euro al 31 dicembre 2014); essendo quindi contabilizzate al “fair value” con contropartita al conto economico, il loro consolidamento non avrebbe prodotto alcun effetto sull’utile di pertinenza della Capogruppo e sul patrimonio netto del Gruppo, anche per quanto detto in precedenza. Non sono presenti rapporti attivi e passivi intrattenuti e non sono presenti forme di accordi contrattuali nel fornire sostegno finanziario ai suddetti fondi. Nel corso del 1° semestre 2015 l’attività di gestione dei fondi ha continuato a concentrarsi esclusivamente sull’ordinata dismissione degli attivi e sul conseguente recupero della liquidità da essa scaturita, in modo da massimizzare il valore di NOTE ILLUSTRATIVE 94 Disponibilità voti % realizzo degli attivi stessi. I fondi sono infatti gestiti in ottica di dismissione da inizio 2009, mentre nel 2010 i fondi hanno aperto formalmente una procedura di liquidazione. In allegato al bilancio consolidato semestrale abbreviato si riportano i rendiconti di tali fondi comuni alla data del 30 giugno 2015. Sezione 4 - Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio Si rimanda a quanto già analiticamente esposto nella relazione intermedia sulla gestione. Sezione 5 - Altri aspetti Opzione per il consolidato fiscale nazionale A partire dal 2004 Credem e le società italiane del Gruppo hanno adottato il c.d. “consolidato fiscale nazionale”, disciplinato dagli artt. 117-129 del TUIR, introdotto nella legislazione fiscale dal D.Lgs. n. 344/2003. Esso consiste in un regime opzionale, in virtù del quale il reddito complessivo netto o la perdita fiscale di ciascuna società controllata partecipante al consolidato fiscale – unitamente alle ritenute subite, alle detrazioni e ai crediti di imposta – sono trasferiti alla società controllante (Credemholding), in capo alla quale è determinato un unico reddito imponibile o un’unica perdita fiscale riportabile (risultanti dalla somma algebrica dei redditi/perdite propri e delle società controllate partecipanti e, conseguentemente, un unico debito/credito di imposta). In virtù di questa opzione le imprese del Gruppo che hanno aderito al “consolidato fiscale nazionale” determinano l’onere fiscale di propria pertinenza ed il corrispondente reddito imponibile viene trasferito a Credemholding. Qualora una o più partecipate presentino un reddito imponibile negativo, in presenza di reddito consolidato nell’esercizio o di elevate probabilità di redditi imponibili futuri, le perdite fiscali vengono trasferite a Credemholding. In conseguenza di quanto riportato, gli accantonamenti di competenza IRES sono registrati nella voce “altre passività”. Il Gruppo ha esercitato l’adesione al Consolidato anche per il triennio 2013-2015. Revisione contabile Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è sottoposto a revisione contabile limitata da parte della società Reconta Ernst & Young spa, cui tale incarico è stato affidato, in attuazione della Delibera assembleare del 30 aprile 2013, fino all’esercizio chiuso al 2022. Utilizzo di stime ed assunzioni nella predisposizione del bilancio In conformità agli IFRS, la direzione aziendale deve formulare valutazioni, stime e ipotesi che influenzano l’applicazione dei principi contabili e gli importi delle attività, delle passività, dei costi e dei ricavi rilevati in bilancio, nonché sull’informativa relativa ad attività e passività potenziali. Le stime e le relative ipotesi si basano sulle esperienze pregresse e su altri fattori considerati ragionevoli nella fattispecie e sono state adottate per stimare il valore contabile delle attività e delle passività che non è facilmente desumibile da altre fonti. In particolare sono stati adottati processi di stima a supporto del valore di iscrizione di alcune delle più rilevanti poste valutative iscritte nel bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2015, così come previsto dai principi contabili e dalle normative di riferimento sopra descritti. Detti processi sono basati in larga misura su stime di recuperabilità futura dei valori iscritti in bilancio secondo le regole dettate dalle norme vigenti e sono stati effettuati in un’ottica di continuità aziendale, ossia prescindendo da ipotesi di liquidazione forzata delle poste oggetto di valutazione. I processi adottati confortano i valori di iscrizione al 30 giugno 2015. Il processo valutativo è risultato particolarmente complesso in considerazione della persistente incertezza riscontrabile nel contesto macroeconomico e di mercato, caratterizzato, sia da importanti livelli di volatilità riscontrabili nei parametri finanziari determinanti ai NOTE ILLUSTRATIVE 95 fini della valutazione, sia da indicatori di deterioramento della qualità del credito ancora elevati. I parametri e le informazioni utilizzati per la verifica dei valori prima menzionati sono quindi significativamente influenzati da detti fattori che potrebbero registrare rapidi mutamenti ad oggi non prevedibili, talché non si possono escludere conseguenti effetti sui futuri valori di bilancio. Le stime e le ipotesi sono riviste regolarmente. Le eventuali variazioni conseguenti a tali revisioni sono rilevate nel periodo in cui la revisione viene effettuata qualora la stessa interessi solo quel periodo. Nel caso in cui la revisione interessi periodi sia correnti sia futuri, la variazione è rilevata nel periodo in cui la revisione viene effettuata e nei relativi periodi futuri. Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte della Direzione sono: – la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività finanziarie e delle partecipazioni; – l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi; – la stima del valore recuperabile dell’avviamento; – la quantificazione del TFR, dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri. Tali valutazioni sono prevalentemente legate sia all’evoluzione del contesto socioeconomico nazionale e internazionale, sia all’andamento dei mercati finanziari, che provocano conseguenti riflessi sull’andamento dei tassi, sulla fluttuazione dei prezzi, sulle basi attuariali e, più in generale, sul merito creditizio delle controparti. Modalità di determinazione del fair value delle attività e passività Aspetti generali Gli strumenti finanziari valutati al fair value includono le attività e le passività finanziarie detenute per la negoziazione, gli strumenti finanziari designati al fair value, gli strumenti derivati e, infine, gli strumenti classificati come disponibili per la vendita. Il principio IFRS13 definisce il fair value come il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione nel mercato principale (o più vantaggioso) alla data di valutazione, alle correnti condizioni di mercato (ossia un prezzo di chiusura), indipendentemente dal fatto che quel prezzo sia osservabile direttamente o che venga stimato utilizzando un’altra tecnica di valutazione. Le funzioni coinvolte nei processi di determinazione del fair value includono le funzioni amministrative, le funzioni di front office Finanza e le funzioni di Risk Management. Gli uffici amministrativi, direttamente responsabili della redazione dell’informativa finanziaria, sono chiamati a presidiare le regole utilizzate per la determinazione del Fair Value nel rispetto dei principi contabili di riferimento. Gli uffici Finanza, a loro volta, detengono le conoscenze legate alle tecniche di valutazione applicate e presiedono i sistemi informativi utilizzati nei processi di determinazione del fair value. Infine gli uffici della funzione Risk Management sono chiamati a validare le tecniche di valutazione utilizzate, inclusi i relativi modelli e i parametri utilizzati. Tali uffici verificano la potenziale presenza di un mercato attivo e analizzano le possibili fonti disponibili. Le variabili utilizzate nel processo valutativo sono soggette periodicamente ad attività di verifica mediante back testing. In generale, il Gruppo determina il fair value di attività e passività finanziarie secondo tecniche di valutazione scelte in base alla natura degli strumenti detenuti ed in base alle informazioni disponibili al momento della valutazione. Sulla base delle informazioni disponibili al momento della valutazione, gli strumenti finanziari sono suddivisi tra quelli il cui prezzo è quotato in un mercato attivo da quelli per i quali un mercato attivo al momento della valutazione non esiste. NOTE ILLUSTRATIVE 96 La gerarchia del fair value attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche (dati di livello 1) e la priorità minima agli input non osservabili (dati di Livello 3). Gli input di Livello 1 sono prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività e passività identiche a cui l’entità può accedere alla data di valutazione. Un prezzo quotato in un mercato attivo fornisce la prova più attendibile del fair value e, quando disponibile, deve essere utilizzato senza alcuna rettifica per valutare il fair value. Gli input di Livello 2 sono input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività. Allo stesso modo non sono considerate osservabili tutte le altre variabili impiegate nelle tecniche valutative che non possono essere corroborate sulla base di dati osservabili di mercato. La presenza di mercati attivi e l’utilizzo di prezzi quotati (Mark to Market) In linea generale, il processo per l’applicazione del Mark to Market è largamente automatizzato. Le principali fonti utilizzate per l’acquisizione dei prezzi ai fini contabili sono: • CED Borsa, nel caso di prezzi rilevati in mercati regolamentati domestici (Italia); • Reuters, per quanto valorizzato attraverso l’applicativo di front office Murex utilizzando prezzi rilevati su mercati regolamentati; • Bloomberg, per quanto valorizzato al di fuori dei mercati regolamentati, utilizzando prezzi rilevati in mercati regolamentati e non. Qualora le informazioni Reuters e Bloomberg non siano disponibili si utilizzano altri Information Providers indipendenti. Se un’attività o passività valutata al fair value ha un prezzo denaro e un prezzo lettera (per esempio un dato proveniente da un mercato a scambi diretti e assistiti), per valutare il fair value deve essere utilizzato il prezzo rientrante nello scarto denarolettera (bid-ask spread) più rappresentativo del fair value in quelle circostanze specifiche, indipendentemente da come tale dato è classificato nella gerarchia del fair value (Livello 1, 2 o 3). È consentito l’utilizzo di prezzi denaro per posizioni attive e di prezzi lettera per posizioni passive, ma non è obbligatorio. Il Gruppo utilizza prevalentemente per le proprie posizioni attive i prezzi denaro, mentre per le proprie posizioni passive i prezzi lettera. Generalmente l’acquisizione dei prezzi quotati avviene in via automatica, su base giornaliera, attraverso lo scarico delle informazioni da primari Information Provider indipendenti. L’utilizzo di tecniche di valutazione (Mark to Model) Nel determinare il fair value degli strumenti finanziari si ricorre al Mark to Model qualora l’analisi evidenzi che per gli strumenti detenuti non esistano prezzi quotati nel mercato principale (o più vantaggioso). Le tecniche di valutazione utilizzate per valutare il fair value devono massimizzare l’utilizzo di input osservabili rilevanti e ridurre al minimo l’utilizzo di input non osservabili. Gli input di Livello 2 sono input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività. Gli input di livello 2 comprendono: - prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi; - prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non attivi; - dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività (per esempio tassi di interesse e curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati, volatilità implicite e spread creditizi); - input corroborati dal mercato. Gli input non osservabili, Livello 3, devono essere utilizzati per valutare il fair value nella misura in cui gli input osservabili rilevanti non siano disponibili, consentendo pertanto situazioni di scarsa attività del mercato per l’attività o passività alla data di valutazione. Tuttavia, la finalità della valutazione del fair value resta la stessa, ossia un prezzo di chiusura alla data di valutazione dal punto di vista di un operatore di NOTE ILLUSTRATIVE 97 mercato che possiede l’attività o la passività. Pertanto, gli input non osservabili devono riflettere le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell’attività o passività, incluse le assunzioni circa il rischio. Le rettifiche agli input di Livello 2 varieranno in funzione di fattori specifici dell’attività o della passività. Tali fattori comprendono i seguenti elementi: - la condizione o l’ubicazione dell’attività; la misura in cui gli input fanno riferimento a elementi comparabili all’attività o alla passività; e - il volume o il livello di attività nei mercati in cui gli input sono osservati. L’utilizzo di input non osservabili significativi o eventuali rettifiche di un input di Livello 2 significativo per l’intera valutazione dello strumento, possono comportare nella valutazione del fair value una classificazione a Livello 3 nella gerarchia del fair value. L’utilizzo di una tecnica di valutazione ha l’obiettivo di stimare il prezzo a cui avrebbe luogo una regolare operazione di vendita di una attività o di trasferimento di una passività tra operatori di mercato alla data di valutazione, alle condizioni di mercato correnti. Tre tecniche di valutazione ampiamente utilizzate sono il metodo basato sulla valutazione di mercato, il metodo del costo e il metodo reddituale. Un’entità deve utilizzare tecniche di valutazione coerenti con uno o più di questi metodi per valutare il fair value. L’evidenza dell’affidabilità di tali tecniche è valutata attraverso periodiche attività di back testing. Esempi dei principali parametri osservabili di mercato di cui si servono le più comuni tecniche di valutazione applicate sono i seguenti: - curva dei tassi Risk Free. Sulla base delle rilevazioni storicizzate nell’applicativo di Front Office (Murex) viene ricavata una curva tassi Euro c.d. Risk-Free, attraverso un bootstrapping dei tassi impliciti in depositi, swap e Forward Rate Agreement; - tassi di cambio. Il sistema Murex acquisisce giornalmente, in automatico, i tassi di cambio spot fixing BCE dall’infoprovider Reuters; - curve di volatilità. Vengono mappate le curve di volatilità rilevate da fonte esterna precedentemente individuata (Bloomberg), e storicizzate nell’applicativo di front office (Murex); va sottolineato che l’operatività del Gruppo in conto proprio si concentra prevalentemente su strumenti di tasso; - curve tasso per differenti classi di rating (credit spread). In particolare, per quanto riguarda i Credit Spread, al fine di determinare la curva di tasso da applicare, si procede: - all’individuazione degli spread senior da applicare alla curva Risk-Free (fonte Bloomberg) selezionando un paniere di titoli (titoli benchmark) per ogni classe di rating; - alla rilevazione dei discount margin relativi ad ogni classe di rating; - all’estrapolazione e interpolazione, da questi, degli spread da applicare alla curva risk-free. In presenza di strumenti subordinati, in aggiunta ai processi suddetti si procede all’individuazione degli spread tra titolo senior e titolo subordinato per ogni emittente (credit spread subordinato): - tramite rilevazione delle quotazioni dei Credit Default Swaps; - applicando agli strumenti subordinati, in misura proporzionale, la stessa variazione di spread rilevata sugli strumenti senior; - fatte le debite interpolazioni si ricavano gli spread e da questi, tramite l’applicativo di Front Office (Murex), le curve corrispondenti. Diversamente, qualora le tecniche di valutazione si basino in via prevalente su parametri non osservabili sul mercato, vengono svolti processi di stima interni. Ciò avviene limitatamente ai casi in cui i relativi dati di mercato non siano disponibili o non siano ritenuti affidabili. L’utilizzo delle tecniche di valutazione che fanno uso di dati osservabili di mercato o di dati stimati internamente, implicano l’utilizzo di modelli valutativi all’interno dei quali sono calati tali parametri. Il metodo reddituale converte importi futuri (per esempio, flussi finanziari o ricavi e costi) in un unico importo corrente (ossia attualizzato). Quando si utilizza il metodo NOTE ILLUSTRATIVE 98 reddituale, la valutazione del fair value riflette le attuali aspettative del mercato su tali importi futuri. A titolo esemplificativo, tali tecniche di valutazione comprendono: - tecniche del valore attuale; - modelli di misurazione del prezzo delle opzioni, quali la formula di Black-ScholesMerton o il modello degli alberi binomiali, che incorporano tecniche di calcolo del valore attuale e riflettono sia il valore temporale, sia il valore intrinseco di un’opzione; Qualora però si faccia ricorso a modelli valutativi proprietari, l’affidabilità degli stessi è testata confrontando, per strumenti simili quotati, le valutazioni fornite da tali tecniche con i relativi prezzi quotati (back testing). Inoltre, l’affidabilità di tali tecniche è verificata, ex post, monitorando nel tempo i risultati ottenuti. Impairment degli strumenti finanziari Available For Sale (AFS) Lo IAS 39, par.58, impone di determinare a ogni data di riferimento del bilancio se vi è qualche obiettiva evidenza che un’attività finanziaria abbia subito una riduzione di valore. Il paragrafo 67 stabilisce che “quando una riduzione di Fair Value di un’attività finanziaria disponibile per la vendita è stata rilevata direttamente nel patrimonio netto e sussistono evidenze obiettive che l’attività abbia subito una riduzione di valore, la perdita cumulativa che è stata rilevata direttamente nel patrimonio netto deve essere stornata e rilevata a conto economico anche se l’attività finanziaria non è stata eliminata”. Il paragrafo 68 precisa che “l’importo della perdita complessiva che viene stornata dal patrimonio netto e rilevata nel conto economico deve essere la differenza tra il costo di acquisizione (al netto di qualsiasi rimborso in conto capitale e ammortamento) e il Fair Value (valore equo) corrente, dedotta qualsiasi perdita per riduzione di valore su quell’attività finanziaria rilevata precedentemente nel conto economico”. Dunque l’intera riserva negativa del patrimonio netto deve essere imputata al conto economico nel caso di evidenze di Impairment. La differenza tra il valore di iscrizione ed il valore recuperabile rappresenta una perdita di valore. Lo IAS 39 prevede che il valore recuperabile, vale a dire il valore a cui l’attività finanziaria debba essere iscritta, sia, nel caso dei strumenti finanziari classificati nel comparto AFS, il Fair Value. Le attività finanziarie del portafoglio disponibile per la vendita (AFS) ed i titoli di debito aventi le caratteristiche per la classificazione nel portafoglio crediti e, qualora esistente, nel portafoglio immobilizzato, sono sottoposti ad Impairment test ogni qualvolta si manifestino eventi tali da far ritenere che l’investimento abbia subito una perdita di valore. Il procedimento è articolato in due fasi: - individuazione delle situazioni di deterioramento della solvibilità degli emittenti e identificazione delle attività deteriorate; - quantificazione delle perdite associabili alle situazioni di Impairment. Per le attività del portafoglio AFS queste perdite si ragguagliano alla differenza negativa tra il valore corrente di mercato (oppure, per gli strumenti non quotati, il valore attuale – ai tassi correnti di rendimento “risk free” di investimenti simili – dei flussi di cassa attesi) delle attività deteriorate ed il valore di libro. Analoga quantificazione per i titoli di debito del portafoglio crediti, anch’essi periodicamente valutati per individuare le evidenze di perdite di valore. I criteri applicati dal Gruppo per identificare situazioni di Impairment del portafoglio AFS, distinguono tra titoli di debito e titoli di capitale. L’obiettiva evidenza che un titolo di debito abbia subito una perdita di valore è rintracciabile nella lista degli eventi di perdita riportati nello IAS 39.59, tra i quali: - significative difficoltà finanziarie dell’emittente; - una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale; - il sottoscrittore/acquirente per ragioni economiche o legali relative alle difficoltà finanziarie dell’emittente, estende all’emittente una concessione che il sottoscrittore/acquirente non avrebbe altrimenti preso in considerazione; - sussiste la probabilità che l’emittente dichiari bancarotta o venga sottoposto ad altre procedure di ristrutturazione finanziaria; NOTE ILLUSTRATIVE 99 - la scomparsa di un mercato attivo di quel titolo dovuta a difficoltà finanziarie. Nel caso di titoli obbligazionari con un “rating” si valuta il deterioramento del merito creditizio dell’emittente. Al riguardo si ritiene che un deterioramento tale da far ricadere i titoli di debito in classi di rating inferiori alla soglia ”Investment grade” sia indicativo della necessità di procedere nel verificare l’esistenza di un Impairment, mentre, negli altri casi, il deterioramento del merito creditizio è invece da valutare congiuntamente con gli altri fattori disponibili. Nel caso di titoli obbligazionari si considera la disponibilità di fonti specializzate (ad esempio indicazioni di investimento fornite da istituzioni finanziarie, rating reports, etc.) o di informazioni disponibili su “info-provider” (ad es. Bloomberg, Reuters, etc.), attraverso cui si determina più puntualmente la rilevanza della situazione di deterioramento dell’emittente. Con riferimento ai titoli di capitale (inclusi i fondi), è ragionevole ipotizzare che le azioni in portafoglio siano da assoggettare ad Impairment prima dei titoli obbligazionari emessi dalla stessa società emittente; pertanto, gli indicatori di svalutazione dei titoli di debito emessi da una società, ovvero la svalutazione di tali titoli di debito, sono forti indicatori dell’Impairment dei titoli di capitale della stessa società. Inoltre, per stabilire se vi è un’evidenza di Impairment per un titolo di capitale, oltre alla presenza degli eventi indicati dallo IAS 39.59, ed alle considerazioni in precedenza riportate ove applicabili, sono da considerare i due seguenti eventi (IAS 39.61): - cambiamenti significativi con effetti avversi relativi alle tecnologie, mercati, ambiente economico o legale relativamente all’emittente, che indicano che il costo dell’investimento non può più essere recuperato; - un significativo o prolungato declino nel Fair Value dell’investimento al di sotto del suo costo. Si procede a rilevare un Impairment se: • il Fair Value del titolo è inferiore del 35% rispetto al valore di carico di prima iscrizione; oppure • il Fair Value è inferiore al valore di carico per un arco temporale di almeno18 mesi. Relativamente agli investimenti in strumenti rappresentativi di capitale, la necessità di rilevare un Impairment considera, in caso non si verifichino le condizioni sopra indicate, singolarmente o congiuntamente, le seguenti situazioni: - il Fair Value dell’investimento risulta significativamente inferiore al costo di acquisto o comunque è significativamente inferiore a quello di società similari dello stesso settore; - il management della società non è considerato di adeguato standing ed in ogni caso capace di assicurare una ripresa delle quotazioni; - si rivela la riduzione del “credit rating” dalla data dell’acquisto; - significativo declino dei profitti, dei cash flow o nella posizione finanziaria netta dell’emittente dalla data di acquisto; - si rileva una riduzione o interruzione della distribuzione dei dividendi; - scompare un mercato attivo per i titoli obbligazionari emessi; - si verificano cambiamenti del contesto normativo, economico e tecnologico dell’emittente che hanno un impatto negativo sulla situazione reddituale, patrimoniale e finanziaria dello stesso; - esistono prospettive negative del mercato, settore o area geografica nel quale opera l’emittente. Passività di propria emissione Per la determinazione del fair value delle passività di propria emissione valutate al fair value, si tiene conto anche del proprio rischio emittente. La costruzione di una o più curve di credit spread si rende necessaria, nell’ambito della fair value option, al fine di valorizzare gli strumenti non negoziati su mercati attivi 1 con un full fair value. Il concetto di full fair value comprende, rispetto alla semplice attualizzazione sulla curva risk free dei cash flows generati dallo strumento, 1 Agli strumenti negoziati su mercati attivi viene attribuita la quotazione di mercato. NOTE ILLUSTRATIVE 100 un ulteriore aggiustamento che tenga conto del rischio emittente: l’aggiustamento, ovvero il credit spread, assume la forma di uno spread additivo sulla curva risk free ed è di entità diversa sulle diverse scadenze temporali. Il credit spread relativo ad un emittente, inoltre, esprimendo un’indicazione sulla probabilità e sull’entità del rimborso dell’emissione, è diverso in base alla seniority dell’emissione: un’emissione senior avrà un credit spread inferiore rispetto ad un’emissione subordinata. L’applicazione della Fair Value Option alle passività finanziarie prevede che si dia evidenza dell’ammontare delle variazioni di fair value attribuibili a variazioni del solo rischio creditizio dello strumento. I fattori di rischio dovuti al merito creditizio vengono incorporati nella curva di attualizzazione (usata per il calcolo del Fair Value) applicando alla curva risk free uno spread che renda conto del rischio emittente. Con tale metodo valutativo è possibile separare i diversi componenti di rischio, rischio tasso e rischio credito. Riguardo il merito creditizio, si è proceduto a separare il rischio di credito dovuto alla variazione del merito creditizio nel corso dell’ultimo anno e dal momento dell’emissione del titolo (o dall’FTA degli IAS). I fattori considerati nei calcoli sono: - il tasso di mercato free risk osservato alla data di valutazione; - il credit spread osservato alla data di emissione iniziale del titolo; - il credit spread osservato l’anno precedente alla data di valutazione odierna; - il credit spread osservato alla data di valutazione. Attraverso il confronto del fair value di mercato alla data di valutazione con il fair value calcolato utilizzando il rischio di credito osservato al momento dell’emissione (o all’anno precedente), risulta possibile determinare le variazioni di fair value imputabili alle sole variazioni del rischio di credito dell’ultimo anno, e dal momento dell’emissione. Le curve rettificate per il merito di credito dell’emittente si ottengono sommando ai tassi zero coupon (o tassi risk free) un credit spread che esprime il merito creditizio dell’emittente stesso. Tali curve sono utilizzate per la valutazione di obbligazioni non quotate sui mercati attivi. Con la valutazione al Fair Value per tutti gli strumenti relativi a un singolo emittente (e anche per quelli emessi dal Gruppo), si possono costruire tre curve: - una curva senior; - una curva subordinata; - una curva covered. Per la determinazione dei credit spread senior, se sono presenti sul mercato emissioni senior liquide, si utilizzano i credit spread impliciti nelle quotazioni delle emissioni in oggetto. In particolare per Credem sono presi a riferimento i titoli appartenenti al programma EMTN di emittenti comparable di pari caratteristiche come settore e rating per desumere la struttura di scadenze della curva a partire dalle quotazioni di titoli di stato italiani. Nel dettaglio la determinazione dei credit spread avviene con vincolo medio per le emissioni senior e covered mentre per i subordinati la metodologia si basa sulle quotazioni implicite degli strumenti bond (senior e subordinati) su un arco temporale di 10 giorni lavorativi il quale viene applicata una funzione di regressione. E’ stata inoltre definita una metodologia di back-up per la determinazione della curva dei credit spread Credem, qualora le condizioni di mercato (presenza di mercati non attivi, illiquidità degli strumenti) non consentono la determinazione della struttura per scadenze di tale curva. Tale metodologia, utilizzata ai soli fini di valorizzazione degli strumenti valutati a mark to model, è basata sulle quotazioni CDS di emittenti comparable a Credito Emiliano e sulle quotazioni CDS dell’Italia. NOTE ILLUSTRATIVE 101 Criteri di determinazione del fair value di attività e passività non misurate al fair value su base ricorrente Di seguito si riportano le informazioni richieste dall’IFRS 13. Per i rapporti creditizi attivi e passivi non misurati al fair value su base ricorrente, il fair value, riportato nelle tabelle presenti nelle note illustrative, è stato determinato con i seguenti criteri: - per le attività e passività a vista, con scadenza a breve termine (entro 12 mesi) o indeterminata, il valore di iscrizione; stessa impostazione è stata utilizzata per i crediti non performing; - per i titoli emessi a tasso variabile e per quelli a tasso fisso a breve termine (entro 12 mesi) il valore contabile è stato assunto come approssimazione del fair value; - per le attività e passività a medio a lungo termine, la valutazione è stata determinata mediante l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri. Tale operazione è stata eseguita utilizzando tassi privi di rischio e, per le attività, correggendo i flussi di cassa futuri, tenendo conto della rischiosità della controparte mediante parametri di PD (Probability of Default) e di LGD (Loss Given Default); - per i titoli emessi a tasso fisso a medio lungo temine la valutazione è stata effettuata mediante l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri, corretta per il rischio emittente associato a Credem. Per tali strumenti, la determinazione del fair value si basa anche sull’utilizzo di parametri interni non direttamente osservabili sul mercato ed è calcolato solo ai fini di adempiere alle richieste di informativa e non ha alcun impatto sullo stato patrimoniale e sul conto economico. NOTE ILLUSTRATIVE 102 A.3 – INFORMATIVA SUI ATTIVITA’ FINANZIARIE TRASFERIMENTI TRA PORTAFOGLI DI A.3.1 – Trasferimenti tra portafogli Modifiche allo IAS 39 e all’IFRS7 del 13 ottobre 2008 Con regolamento (CE) n.1004/2008 del 15 ottobre 2008, la Commissione della Comunità Europea ha modificato il regolamento (CE) 1725/2003 - emesso per adottare taluni principi contabili internazionali conformemente al regolamento (CE) n.1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio - per quanto riguarda il principio contabile internazionale (IAS) 39 e l’International Financial Reporting Standard (IFRS) 7. L’emendamento dello IAS 39 e dell’IFRS 7, emanato dallo IASB (International Accounting Standards Board) il 13 ottobre 2008 a seguito della crisi derivante dal fallimento di Lehman Brothers, consentiva e permette tuttora, a determinate e restrittive condizioni e in linea con quanto già permesso dai principi contabili statunitensi (US GAAP), di trasferire (riclassificare) attività finanziarie per cassa (ad esempio, titoli) allocate fra l’altro nel portafoglio di negoziazione (HFT) in altri portafogli di strumenti finanziari (valutati al “costo ammortizzato” oppure al “fair value” con impatti sul patrimonio netto). Ciò in deroga al divieto generale di trasferire le attività finanziarie da una categoria all’altra in un momento successivo a quello della loro rilevazione iniziale. Più in particolare, il suddetto emendamento consente di effettuare le seguenti riclassifiche: - dal portafoglio delle “attività finanziarie detenute per la negoziazione”: a) al portafoglio delle “attività finanziarie disponibili per la vendita”, in casi eccezionali (“rare circostanze” ossia situazioni derivanti da eventi straordinari e destinati a non ripetersi nel breve termine, secondo quanto spiegato dallo IASB in IAS 39 BC104D); b) al portafoglio “crediti”, quando si ha l’intenzione e la capacità di conservarle in portafoglio nel prevedibile futuro o fino alla scadenza. Questo trasferimento è comunque possibile, come ricordato dall’Associazione Bancaria Italiana in un suo parere del 2008 (Soluzioni IAS ABI n. 53 del 19.11.2008) solo se le attività trasferite soddisfano all’atto del trasferimento stesso tutti i requisiti previsti dallo IAS 39 per la classificazione in tale portafoglio (in particolare, il requisito di essere strumenti di debito non quotati in un mercato attivo); c) al portafoglio “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza” purché si sia in presenza di “rare circostanze” e vi sia l’intenzione e la capacità di detenere l’attività finanziaria fino alla scadenza. - dalla categoria “Attività finanziarie disponibili per la vendita” alla categoria “Crediti” per tutte le attività finanziarie che soddisfino la definizione di “finanziamenti e crediti” e per le quali vi sia l’intenzione e la capacità di detenerli per un prevedibile futuro. Le riclassifiche sopra descritte devono essere effettuate al “fair value” delle attività finanziarie al momento della riclassifica stessa e potevano essere effettuate con decorrenza dalla data di riclassifica oppure dal 1° luglio 2008, se tale riclassifica fosse stata effettuata prima del 1° novembre 2008. L’intervento effettuato dallo IASB ha cercato di proporre una soluzione al problema della perdita di significatività delle quotazioni di mercato in un contesto di illiquidità e di panico dei mercati (panic selling). In tali situazioni estreme, infatti, i valori di mercato non esprimendo più adeguatamente il fair value degli strumenti finanziari, rischiano di distorcere la rappresentazione degli stessi nei bilanci delle società che applicano gli IAS/IFRS, provocando abnormi fluttuazioni del conto economico e del patrimonio. La modifica introdotta dallo IASB permette quindi di effettuare, in “rare circostanze“, la riclassifica (prima non permessa) degli strumenti finanziari diversi dai contratti derivati e allocati al portafoglio di trading con imputazione delle variazioni di fair value a conto economico, agli altri portafogli contabili previsti dallo IAS 39. A seguito di tale emendamento, in passato Credem ha provveduto a riclassificare già nella situazione contabile del terzo trimestre 2008, con decorrenza 1° luglio 2008, NOTE ILLUSTRATIVE 103 parte dei titoli obbligazionari detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” per un importo di 642 milioni di euro al portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita” e al portafoglio “Crediti verso banche” per un importo di 30 milioni di euro, riveniente dalla fusione di Abaxbank. Si trattava sia di titoli ABS (asset backed securities) che di obbligazioni bancarie. Nel corso dell’esercizio 2011 la recente crisi finanziaria, che ha coinvolto i paesi dell’area euro ed in particolare il nostro paese, ha nuovamente messo sotto tensione il mercato secondario dei titoli (in particolare i titoli corporate bancari italiani), rendendo di fatto non significativi i prezzi quotati dai maggiori “information providers” (Bloomberg/Reuters). L’effetto immediato, infatti, è stato un allargamento dello “spread bid/offer” ed in molti casi l’assenza vera e propria di quotazioni. Si è ritenuto, pertanto, per i titoli che presentano un mercato non attivo o in difficoltà, ricorrere il requisito delle “rare circostanze” previsto dallo IAS39. In particolare sono stati identificati, nel corso del periodo settembre - ottobre 2011, all’interno dei portafogli di trading della banca, alcuni titoli quotati che presentavano, coerentemente con i criteri definiti dalla “Fair value policy Gruppo Credem” almeno una delle seguenti caratteristiche: • “spread bid/offer” superiore a 150 bps; • unico prezzo; • mancanza di quotazioni in talune giornate. La descritta situazione non rendeva più possibile perseguire in maniera efficace, con riferimento ai suddetti titoli, l'originaria strategia di negoziazione, che ne aveva giustificato in precedenza l’iscrizione nel portafoglio contabile delle attività finanziarie di negoziazione. A seguito di tale situazione, in data 1° novembre 2011 la banca ha provveduto a riclassificare una parte dei titoli detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” per un importo, alla data di riclassifica, pari a 95,5 milioni di euro, corrispondenti ad un valore nominale di titoli pari a 99 milioni di euro, al portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita”. Il portafoglio trasferito è composto prevalentemente da obbligazioni bancarie senior, con durata residua non superiore a 1anno e 6 mesi, aventi rating tra A e BBB. NOTE ILLUSTRATIVE 104 A.3.1 Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività complessiva Tipologia di strumento finanziario (1) Portafoglio di provenienza (2) Portafoglio di destinazione (3) Valore contabile (4) Componenti reddituali in assenza del trasferimento (ante imposte) Fair Value (5) Valutative (6) Altre (7) Componenti reddituali registrate nell'esercizio (ante imposte) Valutative (8) Altre (9) 24.038 24.038 (66) 97 (140) 172 24.038 24.038 (66) 97 (140) 172 HTM - - - - - - Crediti verso banche - - - - - - Crediti verso clientela - - - - - - Crediti verso banche - - - - - - Crediti verso clientela - - - - - - HTM - - - - - - AFS - - - - - - Crediti verso banche - - - - - - Crediti verso clientela - - - - - - HTM - - - - - - HTM - - - - - - B. Titoli di capitale - - - - - - HFT AFS - - - - - - HFT HTM - - - - - - Crediti verso banche - - - - - - Crediti verso clientela - - - - - - Crediti verso banche - - - - - - Crediti verso clientela - - - - - - HTM - - - - - - AFS - - - - - - Crediti verso banche - - - - - - Crediti verso clientela - - - - - - HTM - - - - - - HTM - - - - - - - - - - - - - - - - - A. Titoli di debito HFT HFT HFT HFT AFS AFS AFS HTM HTM HTM Crediti verso banche Crediti verso clientela HFT HFT AFS AFS AFS HTM HTM HTM Crediti verso banche Crediti verso clientela AFS C. Altre attività finanziarie HFT AFS - HFT HTM - - - - - - Crediti verso banche - - - - - - Crediti verso clientela - - - - - - Crediti verso banche - - - - - - Crediti verso clientela - - - - - - HTM - - - - - - AFS - - - - - - Crediti verso banche - - - - - - Crediti verso clientela - - - - - - HTM - - - - - - HTM - - - - - - 24.038 24.038 (66) 97 (140) 172 HFT HFT AFS AFS AFS HTM HTM HTM Crediti verso banche Crediti verso clientela Totale NOTE ILLUSTRATIVE 105 A.3.3 Trasferimento di attività finanziarie detenute per la negoziazione Con riferimento all’informativa richiesta dall’IFRS7, paragrafo 12A, lettera c) si rinvia a quanto dettagliato al paragrafo A.3.1. A.3.4 – Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate Il tasso di interesse effettivo medio, per i titoli riclassificati il 1° luglio 2008, ammontava al 5,8%, mentre il tasso di interesse effettivo medio, per i titoli riclassificati il 1° novembre 2011 ammontava al 6,1%. A.4 INFORMATIVA SUL FAIR VALUE Informativa di natura qualitativa A.4.1 – Livello di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati Le tecniche di valutazione utilizzate per gli strumenti finanziari appartenenti al livello 2 e 3 si distinguono: - Attività finanziarie: valutazione degli strumenti strutturati utilizzando per la componente obbligazionaria il modello discounted cash flow con un tasso corretto per un opportuno rischio di credito, e per la componente azionaria utilizzando il modello Black&Scholes (univariato e multivariato); - Passività finanziarie: valutazione degli strumenti plain vanilla secondo la tecniche di valutazione discounted cash flow di cassa considerando il tasso corretto per il rischio di credito di Credito Emiliano sulla scadenza dello strumento. Si riporta brevemente la definizione del modelli utilizzati: 1.Discounted Cash Flow Il modello discounted cash flow, flussi di cassa attualizzati, è un metodo di valutazione di un investimento, basato sul processo finanziario di attualizzazione, che consente di stabilire oggi il valore attuale di un capitale che ha come naturale scadenza una data futura tramite l'applicazione di un tasso di sconto. Il tasso di sconto viene corretto per il rischio di credito dei flussi futuri attesi dall'attività in questione. La somma algebrica dei flussi attualizzati rappresenta il valore netto attuale (Net present value) dello strumento. I parametri utilizzati nella tecnica di valutazione sono: curva tassi e credit spread di ogni singola emissione. 2.Modello Black&Scholes (univariato) Il modello Black&scholes univariato (BS) è il modello di pricing delle opzioni più famoso e riconosciuto dal mercato. Il modello si basa sulla possibilità di creare un portafoglio equivalente all’opzione, costituito in parte da unità del sottostante e in parte da obbligazioni prive di rischio entrambi influenzati dalla stessa fonte di incertezza data dalle variazioni del prezzo dell’azione. Le ipotesi sottostanti il modello di BS sono rappresentate dall'andamento dei prezzi dell'attività sottostante (approssimato da un processo log-normale), dalla presenza di un mercato perfettamente efficiente; dal tasso di interesse e dalla volatilità del sottostante costante per tutta la durata dell'opzione. I parametri utilizzati nella tecnica di valutazione sono il tasso di interesse, il valore e la volatilità del sottostante. 3.Modello Black&Scholes (multivariato) Qualora il valore finale dello strumento dipenda da diverse variabili di mercato, il modello di Black & Scholes viene adattato al caso multivariato. L‘estensione suppone che le variabili seguano un sentiero temporale sulla base di una distribuzione normale multivariata, con una data matrice di correlazione. I parametri utilizzati nella tecnica di valutazione sono curva tassi di interesse, valore e volatilità dei sottostanti e correlazione tra le diverse variabili. NOTE ILLUSTRATIVE 106 Alla data del 30 giugno 2015 tutti i parametri utilizzati nelle tecniche di valutazione sono risultati osservabili, evidenziando per gli strumenti valutati tramite mark to model livelli di fair value pari a 2. In particolare: • i tassi di interesse sono estrapolati dalla curva zero ottenuta dalle quotazione di mercato di strumenti omogenei; • i credit spread sono ottenuti dalla quotazioni di mercato mentre per la componete Credito Emiliano sono ottenuti da quotazioni di mercato di emissioni comparables; • valore del sottostante sono ottenuti dalla quotazione del mercato; • volatilità del sottostante ottenute da quotazioni di mercato, alla luce della scadenza a breve della componente azionaria; • correlazione ottenuta dalle serie storiche degli strumenti quotati sul mercato. I modelli e i parametri utilizzati nelle tecniche di valutazione sono dettagliati e disciplinati nei documenti Allegato Tecnico al documento Fair Value Policy di Gruppo: “Regole di applicazione Credem alla Fair Value Policy di Gruppo” e “Manuale Modelli di pricing”. A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni Gli strumenti non scambiati su mercati attivi sono valutati a mark to model utilizzando la tecnica di valutazione che massimizza l’utilizzo di dati osservabili sul mercato. Qualora i parametri risultino non disponibili e direttamente osservabili il livello di fair value attribuito è pari a 3. Alla data del 30 giugno 2015 è stato valutato a mark to model uno strumento finanziario derivato. Nel dettaglio, la tecnica di valutazione utilizzata è quella basata sull’attualizzazione dei flussi futuri considerando il corrispondente rischio di credito in funzione dell’emittente e della scadenza dello strumento. Per questo alla data di valutazione non è stato possibile desumere il valore del credit spread attraverso dati direttamente osservabili sul mercato, attribuendo un livello di fair value pari a 3. La valutazione del derivato è stata effettuata considerando un credit spread contrattuale e costante. L’analisi della sensitività sui parametri permette la quantificazione del fair value a fronte di variazioni dei parametri utilizzati. Di seguito si riporta la sensitivity espressa in migliaia di euro, rispetto la variazione dei parametro non osservabile credit spread pari a 5 bps: Derivati OTC: -1.110 euro. A.4.3 Gerarchia del fair value Trasferimenti tra i livelli della gerarchia del fair value La gerarchia del fair value attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche (dati di livello 1) e la priorità minima agli input non osservabili (dati di livello 3). I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito della presente Nota integrativa sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; NOTE ILLUSTRATIVE 107 • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. L’attività di attribuzione dei livelli è rappresentata dalla verifica puntuale per ogni strumento detenuto nei portafogli di proprietà di un possibile potenziale mercato attivo che rispetti alcune regole di valorizzazione. In particolare viene analizzata nel corso dei 6 giorni lavorativi precedenti la data di valutazione, che le contribuzioni risultino continuative, contenute nei delta spread bid ask, indicative di possibili transazioni recenti quindi non trascinate, e che l’emittente risulti solido e attivo. Il mancato rispetto di tali regole porta a un aggravio di livello associato a una valorizzazione il più coerente e rappresentativa del fair value dello strumento. Analogamente l’analisi viene effettuata anche nella verifica di un potenziale ripristino di mercato attivo sugli strumenti per i quali nel corso del tempo si verifica un riattivazione di valorizzazione continuative sul mercato regolamentato e non. In rispetto alle normative vigenti viene prodotta una reportistica che evidenzia: • trasferimenti tra il Livello 1 e il Livello 2 per attività e passività possedute alla data di chiusura dell’esercizio e valutate al fair value su base ricorrente. In questa sezione vengono dettagliate le motivazioni di tali trasferimenti e la procedura adottata che stabiliscono le circostanze in cui tali trasferimenti si verificano. I trasferimenti verso ciascun livello sono indicati e discussi separatamente dai trasferimenti da ciascun livello; • trasferimenti nel Livello 3 dettagliando le motivazioni di tali trasferimenti e i principi adottati per stabilire quando si verificano i trasferimenti tra i livelli. I trasferimenti nel Livello 3 sono indicati e discussi separatamente dai trasferimenti fuori dal Livello 3. A.4.4 Altre informazioni L’attività di attribuzione dei livelli di fair value avviene trimestralmente alla date contabili di riferimento basandosi sulla verifica della presenza di un mercato principale o più vantaggioso nell’intervallo temporale antecedente la data contabile di riferimento. L’attività prevede la verifica di alcuni principi necessari alla definizione di presenza di un mercato attivo per ogni strumento finanziario identificati dalla disponibilità di valorizzazioni eseguibili, continue e con scarto denaro-lettera (bid-ask spread) contenuti. Il rispetto di tali condizioni determina il livello di fair value dello strumento analizzato. Qualora non siano presenti quotazioni di mercato, l’utilizzo di tecniche di valutazione viene effettuata ad ogni data contabile massimizzando l’utilizzo di input osservabili rilevanti e riducendo al minimo l’utilizzo di input non osservabili. La verifica di tali parametri di input in funzione della disponibilità determina il livello di fair value dello strumento. Ad ogni data contabile viene inoltre effettuata una analisi comparativa dei livelli di fair value rispetto al trimestre precedente e l’inizio dell’esercizio di riferimento al fine di individuare i trasferimenti di livelli di fair value avvenuti nel corso dell’esercizio di riferimento e le circostanze che hanno determinato tale trasferimento. NOTE ILLUSTRATIVE 108 Informativa di natura quantitativa A.4.5 Gerarchia del fair value A.4.5.1 Attività e passività valutate al FV su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value Attività/Passività non misurate al fair value o misurate al fair value su base non ricorrente 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 30/06/2015 L1 31/12/2014 L2 L3 L1 L2 L3 19.405 107.839 26.118 8.116 147.743 2. Attività finanziarie valutate al fair value 1.885.690 2.696 - 1.417.556 2.685 - 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 9.653.633 189.558 11.743 8.880.848 203.763 18.822 4. Derivati di copertura - 161.216 - - 169.740 - 5. Attività materiali - - - - - - 6. Attività immateriali - - - - - - 11.558.728 461.309 37.861 10.306.520 523.931 51.793 Totale 1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Passività finanziarie valutate al fair value 3. Derivati di copertura Totale 32.971 263 82.168 580 74 136.071 530 1.946.787 1.547 - 1.429.519 8.412 - - 119.030 - - 219.899 - 1.947.050 202.745 580 1.429.593 364.382 530 In riferimento alle attività valutate al fair value su base ricorrente alla data del 30 giugno 2015 gli strumenti valorizzati secondo il mercato più vantaggioso (livello di fair value pari a 1) e/o secondo tecniche di valutazione basate su parametri osservabili (livello di fair value pari a 2) rappresentano il 99,6% del totale delle attività valutate al fair value (valore in leggero aumento rispetto al corrispondente 2014 pari al 99,5%). Gli strumenti valutati tramite tecniche di valutazione basate prevalentemente su parametri non osservabili hanno riguardato una parte residuale del totale attività valutate al fair value (0,4%) in leggera diminuzione rispetto al valore del 2014 pari a 0.5%. Nel corso del 1° semestre 2015 sono avvenuti i seguenti trasferimenti rispetto alla classificazione dell’esercizio 2014: da livello 1 vs livello 2 • attività finanziarie detenute per la negoziazione: 1 titolo governativo tedesco per un controvalore di 22.000 euro che alla data del 31 dicembre 2014 evidenziava un mercato attivo quotato su un mercato regolamentato mentre alla data del 30 giugno 2015 l’analisi inerente la presenza di un mercato attivo risultava negativa; da livello 2 vs livello 1 • attività finanziarie di negoziazione: un titolo governativo tedesco per un controvalore 400 euro circa per il quale alla data del 31 dicembre 2014 l'analisi di un mercato attivo dava esito negativo alla luce di delta spread bid/ask elevati mentre alla data di valutazione del 30 giugno 2015 il mercato è risultato attivo; • attività finanziarie disponibili per la vendita: strumento per un controvalore di 14,6 milioni di euro circa per il quale alla data di valutazione del 31 dicembre 2014 l'analisi di un potenziale mercato attivo risultava negativa in quanto le fonti disponibili evidenziavano delta spread bid/ask elevati. Alla data del 30 giugno 2015 lo strumento evidenzia la presenza di un mercato attivo, con fonte di primo livello eseguibile, valori non trascinati e delta spread contenuti. NOTE ILLUSTRATIVE 109 A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) Attività finanziarie detenute per la negoziazione A. Esistenze iniziali Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie disponibili per la vendita Derivati di copertura Attività materiali Attività immateriali 32.971 - 18.822 - - 16 - 102 - - - 1 - - - - - 15 - - - - - 3 - - - - - X X 64 - - - 2.3. Trasferimenti da altri livelli - - - - - - 2.4. Altre variazioni in aumento - - 38 - - - 3. Diminuzioni 6.869 - 7.181 - - - 3.1. Vendite 5.124 - 6.937 - - - - - 226 - - - 3.3.1. Conto Economico 1.745 - - - - - di cui: minusvalenze 1.745 - - - - - X X 13 - - - 3.4. Trasferimenti ad altri livelli - - - - - - 3.5. Altre variazioni in diminuzione - - 5 - - - 26.118 - 11.743 - - - 2. Aumenti 2.1. Acquisti - 2.2. Profitti imputati a: 2.2.1. Conto Economico Plusvalenze 2.2.2. Patrimonio Netto 3.2. Rimborsi 3.3. Perdite imputate a: 3.3.2. Patrimonio Netto 4. Rimanenze finali L’attribuzione del livello di fair value pari a 3 riguarda strumenti definiti “illiquidi” che evidenziano poche valorizzazioni nel corso del tempo e per i quali lo stato dello strumento o più in generale dell’emittente alla data di valutazione, non rende possibile l’ipotesi di un eventuale ripristino del mercato verso uno stato attivo. Le variazioni annue da e verso Livello 3 riguardano: - aumenti: riguardano quegli strumenti che nel corso del semestre evidenziano un aggravio di livello rispetto all’esercizio precedente risultando alla data contabile appartenenti al livello 3; - diminuzioni: riguardano quegli strumenti che nel corso del semestre 2015 evidenziano un potenziale ripristino di mercato rispetto all’esercizio precedente risultando alla data contabile appartenenti al livello 2. Le attività finanziarie oggetto di trasferimento sono classificate in attività finanziarie: - detenute per la negoziazione (da qui in poi HFT); - disponibili per la vendita (da qui in poi AFS). Aumenti: trasferimenti da altri Livelli Nel corso del primo semestre 2015 non si sono verificati trasferimenti verso livello 3 in nessuno delle attività finanziarie (detenute per la negoziazione, valutate al fair value, disponibili per la vendita). Diminuzioni: trasferimenti ad altri Livelli Nella sezione diminuzioni nel corso del primo semestre 2015 non si sono verificati trasferimenti da livello 3 in nessuno delle attività finanziarie (detenute per la negoziazione, valutate al fair value, disponibili per la vendita). NOTE ILLUSTRATIVE 110 A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) Passivita finanziarie detenute per la negoziazione 1. Esistenze iniziali Passività finanziarie valutate al fair value Derivati di copertura 530 - - 50 - - - - - 2.2.1. Conto Economico 50 - - - di cui minusvalenze 50 - - 2. Aumenti 2.1. Emissioni 2.2. Perdite imputate a: 2.2.2. Patrimonio Netto X X - 2.3. Traferimenti da altri livelli - - - 2.4. Altre variazioni in aumento - - - 3. Diminuzioni - - - 3.1. Rimborsi - - - 3.2. Riacquisti - - - 3.3.1. Conto Economico - - - - di cui plusvalenze - - - 3.3. Profitti imputati a: 3.3.2. Patrimonio Netto X X - 3.4. Trasferimento ad altri livelli - - - 3.5. Altre variazioni in diminuzione - - - 580 - - 4. Rimanenze finali Le variazioni annue per le passività finanziarie nel corso del primo semestre 2015 non hanno evidenziato nessun trasferimento da e verso livello 3. A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value Attività/Passività finanziarie misurate al fair value 30/06/2015 VB 1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 2. Crediti verso banche L1 - 31/12/2014 L2 - L3 - 353.185 3. Crediti verso clientela VB L1 L2 L3 - - - - - 353.179 521.213 - - 524.244 21.498.524 - - 22.012.845 21.695.384 - - 22.229.076 4.123 - - 6.889 4.162 - - 6.889 - - - - - - - - 21.855.832 - - 22.372.913 22.220.759 - - 22.760.209 1. Debiti verso banche 5.225.940 - - 5.219.829 5.013.572 - - 5.009.440 2. Debiti verso clientela 16.507.149 - - 16.507.149 16.758.331 - - 16.758.331 3. Titoli in circolazione 4.631.842 2.254.577 2.449.589 1.026 4.711.310 2.224.718 2.545.156 1.062 - - - - - - - - 26.364.931 2.254.577 2.449.589 21.728.004 26.483.213 2.224.718 2.545.156 21.768.833 4. Attività materiali detenute a scopo di investimento 5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Totale 4. Passività associate ad attività in via di dismissione Totale NOTE ILLUSTRATIVE 111 A.5 – Informativa sul c.d. “day one profit/loss” I proventi connessi all’emissione di prestiti obbligazionari, determinati dalla differenza tra il corrispettivo incassato ed il fair value dello strumento, sono riconosciuti a conto economico alla data di emissione in tutti i casi in cui tale fair value sia determinato attraverso tecniche di valutazione che prendono parametri osservabili sul mercato. Lo Ias 39 prevede che l’iscrizione iniziale degli strumenti finanziari avvenga al fair value. Normalmente il fair value di uno strumento finanziario alla data di rilevazione iniziale in bilancio è pari al “prezzo di transazione”; in altre parole, al costo o all’importo erogato per le attività finanziarie o alla somma incassata per le passività finanziarie. L’affermazione che all’atto dell’iscrizione iniziale in bilancio il fair value di uno strumento finanziario coincide con il prezzo della transazione è intuitivamente sempre riscontrabile nel caso di transazioni del cosiddetto “Livello 1” della gerarchia del fair value. Anche nel caso del “Livello 2”, che si basa su prezzi derivati indirettamente dal mercato (comparable approach), l’iscrizione iniziale vede, in moltissimi casi, sostanzialmente coincidere fair value e prezzo. Eventuali differenze tra prezzo e fair value sono di norma da attribuire ai cosiddetti margini commerciali. Nel caso del “Livello 3”, invece, sussiste una discrezionalità parziale dell’operatore nella valutazione dello strumento e, pertanto, proprio per la maggior soggettività nella determinazione del fair value non è disponibile un inequivocabile termine di riferimento da raffrontare con il prezzo della transazione. Per tale ragione lo IAS 39 esclude che l'eventuale iniziale differenza tra il prezzo della transazione e la stima interna del fair value possa essere subito imputata a Conto Economico in un'unica soluzione. In tal caso, quindi, l’iscrizione iniziale deve sempre avvenire al prezzo. La successiva valutazione non può includere la differenza tra prezzo e fair value riscontrata all’atto della prima valutazione - ossia il Day-One-Profit (DOP) o il DayOne-Loss (DOL) implicito -, che deve invece essere riconosciuta a Conto Economico solo se deriva da cambiamenti dei fattori su cui i partecipanti al mercato basano le loro valutazioni nel fissare i prezzi (incluso l’effetto tempo). Ove lo strumento abbia una scadenza definita e non sia immediatamente disponibile un modello che monitori i cambiamenti dei fattori su cui gli operatori basano i prezzi, è ammesso il transito del DOP/DOL a Conto Economico linearmente sulla vita dello strumento finanziario stesso. Pertanto, la politica contabile seguita dal Gruppo Credem, conformemente alle richiamate disposizioni dello IAS 39, prevede che: l'eventuale DOP/DOL implicito negli strumenti di "Livello 2" venga subito imputato per intero al Conto Economico; invece, l'eventuale DOP/DOL implicito negli strumenti di "Livello 3" venga sterilizzato e imputato al Conto Economico "pro rata temporis" (linearmente) lungo la vita residua di tali strumenti; nel caso in cui uno strumento classificato nel “Livello 3” della gerarchia del fair value venga riclassificato nel “Livello 2”, i residui DOP/DOL sospesi patrimonialmente vengono iscritti a Conto Economico in un’unica soluzione. Al 30 giugno 2015 non erano presenti importi che debbano essere ancora rilevati a conto economico "pro rata temporis", ovvero lungo la vita residua del contratto. NOTE ILLUSTRATIVE 112 PARTE B INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO Attivo Sezione 2 – Attività finanziarie detenute per la negoziazione – Voce 20 2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica 30/06/2015 Voci/Valori L1 31/12/2014 L2 L3 L1 L2 L3 A. Attività per cassa 1. Titoli di debito 12.878 16.827 7 4.893 15.959 421 16.794 - 340 15.959 - 12.457 33 7 4.553 - 7 2. Titoli di capitale 6.280 - 399 3.185 - 396 3 Quote di O.I.C.R. - - 25.712 - - 32.568 4. Finanziamenti 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 7 - - - - - - 4.1 Pronti contro termine attivi - - - - - - 4.2 Altri - - - - - - 19.158 16.827 26.118 8.078 15.959 32.971 1. Derivati finanziari: 247 91.012 - 38 131.784 - 1.1 di negoziazione 247 91.012 - 38 131.784 - 1.2 connessi con la fair value option - - - - - - 1.3 altri - - - - - - - - - - - - 2.1 di negoziazione - - - - - - 2.2 connessi con la fair value option - - - - - - 2.3 altri - - - - - - Totale B 247 91.012 - 38 131.784 - Totale (A+B) 19.405 107.839 26.118 8.116 147.743 32.971 Totale A B. Strumenti derivati 2. Derivati creditizi I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. NOTE ILLUSTRATIVE 113 Il dettaglio della composizione della voce 3 “Quote O.I.C.R” è il seguente: Totale 30/06/2015 Hedge Fund Azionari Totale NOTE ILLUSTRATIVE 114 Totale 31/12/2014 8.339 9.831 17.373 22.737 25.712 32.568 2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti 2.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario Voci/Valori 30/06/2015 31/12/2014 A. Attività per cassa 1. Titoli di debito a) Governi e Banche Centrali b) Altri Enti pubblici c) Banche 29.712 20.859 4.022 3.663 492 243 18.057 16.685 d) Altri emittenti 7.141 268 2. Titoli di capitale 6.679 3.581 a) Banche - - 6.679 3.581 - imprese di assicurazione 277 - - società finanziarie 717 - 5.685 3.581 b) Altri emittenti: - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R 4. Finanziamenti - - 25.712 32.568 - - a) Governi e Banche Centrali - - b) Altri Enti pubblici - - c) Banche - - d) Altri soggetti - - 62.103 57.008 69.822 95.532 69.822 95.532 21.437 36.290 Totale A B. Strumenti derivati a) Banche - Fair value b) Clientela - Fair value 21.437 36.290 Totale B 91.259 131.822 Totale ( A + B ) 153.362 188.830 In conformità a quanto disposto dal principio contabile IFRS 7 e tenuto conto delle indicazioni contenute nella Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto 2011 (che riprende il documento ESMA N. 2011/266 del 28 luglio 2011) in materia di informazioni da rendere nelle relazioni finanziarie in merito al “debito Sovrano”, si precisa che al 30 giugno 2015, per il Gruppo Bancario, nel portafoglio “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” sono presenti esposizioni in titoli governativi per circa oltre 4 milioni di euro (2,6 milioni di euro Italia e 1,4 milioni di euro altri Stati) . Le posizioni, classificate contabilmente di trading, hanno come oggetto la negoziazione verso la clientela istituzionale. Si rimanda alla sezione 4 della presente nota per i titoli detenuti nel portafoglio AFS. NOTE ILLUSTRATIVE 115 Sezione 3 – Attività finanziarie valutate al fair value 3.1 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica 3.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Totale 30/06/2015 Voci/Valori L1 1. Titoli di debito Totale 31/12/2014 L2 L3 L1 L2 L3 5.030 2.696 - 4.999 2.685 - 5.029 2.696 - 4.998 2.685 - 1 - - 1 - - 2. Titoli di capitale - - - - - - 3. Quote di O.I.C.R. - - - - - - 4. Finanziamenti - - - - - - 4.1 Strutturati - - - - - - 4.2 Altri - - - - - - Totale 5.030 2.696 - 4.999 2.685 - Costo 5.023 2.685 - 4.956 2.658 - 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito I titoli di debito, coperti da strumenti derivati, sono stati classificati nella voce “Attività finanziarie valutate al fair value” con la finalità di migliorare il livello informativo del Bilancio; è stata adottata la rilevazione al Fair Value (Fair Value Option) allo scopo di eliminare la difformità contabile (accounting mismatch) nella valutazione e nella rilevazione di utili e perdite. I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. NOTE ILLUSTRATIVE 116 3.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Totale 30/06/2015 Voci/Valori L1 1. Titoli di debito Totale 31/12/2014 L2 L3 L1 L2 L3 68.189 - - 71.229 - - - - - - - - 68.189 - - 71.229 - - - - - - - - 1.812.471 - - 1.341.328 - - 4. Finanziamenti - - - - - - 4.1 Strutturati - - - - - - 4.2 Altri - - - - - - Totale 1.880.660 - - 1.412.557 - - Costo 1.776.026 - - 1.349.740 - - 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. Il dettaglio della composizione della voce 3 “Quote O.I.C.R” è il seguente: Totale 30/06/2015 Totale 31/12/2014 Obbligazionari 598.668 318.686 Azionari 564.270 902.827 Monetari 29.904 88.670 Bilanciati 84.506 - Altri Totale 535.123 31.145 1.812.471 1.341.328 NOTE ILLUSTRATIVE 117 3.2 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti 3.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario Voci/Valori 30/06/2015 1. Titoli di debito 31/12/2014 7.726 7.684 a) Governi e Banche Centrali 1 1 b) Altri Enti pubblici - - 7.725 7.683 d) Altri emittenti - - 2. Titoli di capitale - - a) Banche - - b) Altri emittenti: c) Banche - - - imprese di assicurazione - - - società finanziarie - - - imprese non finanziarie - - - altri - - 3. Quote di O.I.C.R. - - 4. Finanziamenti - - a) Governi e Banche Centrali - - b) Altri enti pubblici - - c) Banche - - d) Altri soggetti - - 7.726 7.684 Totale NOTE ILLUSTRATIVE 118 3.2.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Voci/Valori 30/06/2015 1. Titoli di debito a) Governi e Banche Centrali b) Altri Enti pubblici 31/12/2014 68.189 71.229 65.930 69.559 - - 1.809 1.206 d) Altri emittenti 450 464 2. Titoli di capitale - - a) Banche - - b) Altri emittenti: c) Banche - - - imprese di assicurazione - - - società finanziarie - - - imprese non finanziarie - - - altri - - 1.812.471 1.341.328 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti - - a) Governi e Banche Centrali - - b) Altri enti pubblici - - c) Banche - - d) Altri soggetti - - 1.880.660 1.412.557 Totale Nel portafoglio delle “Imprese di assicurazione” sono presenti esposizioni di titoli governativi verso l’Italia per 65,6 milioni di euro, verso la Germania per 0,2 milioni di euro e verso la Francia per 0,1 milioni di euro. NOTE ILLUSTRATIVE 119 Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita – Voce 40 4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica 4.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario 30/06/2015 Voci/Valori L1 1. Titoli di debito 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 31/12/2014 L2 L3 L1 L2 L3 6.464.970 104.316 3.720 5.834.968 167.039 72.944 - - 40.768 - - 6.392.026 104.316 3.720 5.794.200 167.039 4.283 13.528 2. Titoli di capitale 4.283 - - 7.251 - - 2.1 Valutati al fair value - - - - - - 2.2 Valutati al costo - - 7.251 - - 13.528 1.122 - 772 1.213 - 1.011 - - - - - - 6.466.092 104.316 11.743 5.836.181 167.039 18.822 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti Totale 4.1.2 Di pertinenza delle Imprese di Assicurazione 30/06/2015 Voci/Valori L1 1. Titoli di debito 31/12/2014 L2 L3 L1 L2 L3 2.381.353 85.242 - 2.534.149 36.724 - 35.899 13.404 - 54.816 14.593 - 2.345.454 71.838 - 2.479.333 22.131 - - - - - - - 2.1 Valutati al fair value - - - - - - 2.2 Valutati al costo - - - - - - 806.188 - - 510.518 - - - - - - - - 3.187.541 85.242 - 3.044.667 36.724 - 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti Totale I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. Si è provveduto alla cessione delle azioni detenute in SIA, registrando una plusvalenza di circa di 5,6 milioni di euro. Sono presenti nella categoria contabile Available For Sale (AFS), al 30 Giugno 2015, 107,9 milioni di euro di ABS emessi da veicoli terzi, costituiti in particolare da: • un’esposizione di 37 milioni di euro di Covered Bond emesso da società “veicolo” con residenza estera, rifinanziabile in BCE, con rating minimo pari a BBB+ di emittente spagnolo; • un’esposizione di 70,9 milioni di euro su cartolarizzazioni emesse da veicoli terzi collegati a crediti esclusivamente europei (non esistono esposizioni dirette o indirette ai subprime americani), con preponderanza della NOTE ILLUSTRATIVE 120 componente di origination italiana (57,2 milioni di euro). Circa il 91,1% sono cartolarizzazioni di mutui residenziali ed il restante 8,9% è composto da altre tipologie di ABS. L’incidenza di mutui “non conforming” sul totale ABS (classificazione che identifica come sottostanti erogazioni a fronte di procedure di affidamento non coincidenti con quelle “tradizionali” bancarie, ma non per questo corrispondente al concetto di “subprime”) è circa pari all’1,38% del totale. • Paese ITALIA Controvalore % Esposizione 57.173.285 80,6 UK 8.545.420 12,0 PORTOGALLO 1.551.081 2,2 OLANDA 3.653.512 5,2 TOTALE 70.923.298 100,0 Il portafoglio delle cartolarizzazioni è diversificato su 12 emittenti e 17 emissioni con massima concentrazione pari a 9,4 milioni di euro per singola emissione e 21,5 milioni di euro per singolo emittente. Il dettaglio della composizione della voce 3 “Quote O.I.C.R” è il seguente: Totale 30/06/2015 Totale 31/12/2014 Obbligazionari 311.339 306.635 Azionari 314.891 204.857 772 1.011 68.292 - Fondi chiusi Monetari Altri Totale 112.788 239 808.082 512.742 NOTE ILLUSTRATIVE 121 4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti 4.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario Voci/Valori 30/06/2015 1. Titoli di debito a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri emittenti 2. Titoli di capitale a) Banche b) Altri emittenti: - imprese di assicurazione - società finanziarie - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti 31/12/2014 6.573.006 6.006.290 4.677.342 3.893.673 - - 1.510.777 1.242.190 384.887 870.427 7.251 13.528 692 692 6.559 12.836 - - 55 55 6.504 12.781 - - 1.894 2.224 - - a) Governi e Banche Centrali - - b) Altri enti pubblici - - c) Banche - - d) Altri soggetti - - 6.582.151 6.022.042 Totale In conformità a quanto disposto dal principio contabile IFRS 7 e tenuto conto delle indicazioni contenute nella Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto 2011 (che riprende il documento ESMA N. 2011/266 del 28 luglio 2011) in materia di informazioni da rendere nelle relazioni finanziarie in merito al “debito Sovrano”, si precisa che al 30giugno 2015, per il Gruppo Bancario, nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita” sono presenti titoli governativi esteri (Spagna) per circa 135,6 milioni di euro, (Belgio) per 993,3 milioni di euro, (Francia) per 1.039,9 milioni di euro, (Olanda) per 201,2 milioni di euro, (Austria) per 194,7 milioni di euro e titoli Supranational per 972,5 milioni di euro. Relativamente ai titoli governativi emessi dallo Stato Italiano si evidenzia un’esposizione pari a circa 1.140,1 milioni di euro così suddivisa: BTP per circa 1.092,9 milioni di euro CCT per circa 38,2 milioni di euro; BOT per circa 9,0 milioni di euro. Sono presenti coperture di fair value hedge sia su titoli di Stato italiani a tasso fisso (BTP), che su titoli obbligazionari (senior unsecure e covered bond) a tasso fisso emessi da primari istituti di credito europei. La copertura è di tipo fair value hedge attuata attraverso la designazione di appositi strumenti di copertura (Interest Rate Swap) con copertura specifica del c.d. “rischio tasso” su detti titoli; la relazione venuta così a crearsi fra Hedged Item e Hedging Instrument ha comportato la redazione di una specifica documentazione che formalizza la relazione di copertura ed ha altresì usufruito delle particolari regole di contabilizzazione dell’Hedge Accounting . Si segnala che sono stati effettuati i test di efficacia (sia prospettici che retrospettivi) con esito positivo. NOTE ILLUSTRATIVE 122 4.2.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Voci/Valori 30/06/2015 1. Titoli di debito a) Governi e Banche Centrali 31/12/2014 2.466.595 2.570.873 1.864.688 1.954.208 b) Altri enti pubblici - - c) Banche 234.609 292.145 d) Altri emittenti 367.298 324.520 2. Titoli di capitale - - a) Banche - - b) Altri emittenti: - - - imprese di assicurazione - - - società finanziarie - - - imprese non finanziarie - - - altri - - 806.188 510.518 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti - - a) Governi e Banche Centrali - - b) Altri enti pubblici - - c) Banche - - d) Altri soggetti - - 3.272.783 3.081.391 Totale La tabella sottostante evidenzia la tipologia del portafoglio: Importo % Titoli obbligazionari 2.466.595 75,37% Emittenti governativi 1.864.688 56,98% Tipologia Belgio Francia Germania Italia Olanda Altri Emittenti 92.106 2,81% 120.370 3,68% 18.825 0,58% 1.522.312 46,51% 111.075 3,39% OICR 601.907 806.188 18,39% 24,6% Azionario 314.891 9,62% Flessibile 111.666 3,41% 68.292 2,09% 311.339 3.272.783 9,51% 100,0% Monetario Obbligazionario Totale Nel portafoglio delle “Imprese di assicurazione” sono presenti esposizioni di titoli governativi verso l’Italia per 1.522,3 milioni di euro, verso la Germania per 18,8 milioni di euro, verso l’Olanda per 111,1 milioni di euro, verso il Belgio per 92,1 milioni di euro e verso la Francia per 120,4 milioni di euro. L’importo dei titoli delle Imprese di assicurazione (3.272,7 milioni di euro) si riferisce ai titoli del portafoglio di proprietà, delle gestioni separate (polizze rivalutabili) e delle specifiche provviste (polizze rivalutabili). NOTE ILLUSTRATIVE 123 Test di impairment delle attività finanziarie disponibili per la vendita Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono sottoposte al test di impairment secondo quanto richiesto dai principi IFRS. Il processo di rilevazione di eventuali impairment prevede la verifica della presenza di indicatori di impairment e la determinazione dell’eventuale svalutazione. Per maggiori dettagli sui criteri di effettuazione dei test di impairment sulle attività finanziarie disponibili per la vendita si rinvia alla Parte A1 – Sezione 5, “Impairment degli strumenti finanziari”. Nel corso del semestre l’interessenza azionaria detenuta in Reggio Emilia Fiere è stata oggetto di impairment per 61 mila euro. NOTE ILLUSTRATIVE 124 Sezione 6 – Crediti verso banche – Voce 60 6.1 Cediti verso banche: composizione merceologica 6.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Totale 30/06/2015 Tipologia operazioni/Valori FV VB 1. Depositi vincolati Livello 1 204.153 A. Crediti verso Banche Centrali 2. Riserva obbligatoria Totale 31/12/2014 Livello 2 - - FV VB Livello 3 204.153 Livello 1 188.957 Livello 2 - Livello 3 - 188.957 - X X X - X X X 204.153 X X X 188.957 X X X 3. Pronti contro termine attivi - X X X - X X X 4. Altri - X X X - X X X B. Crediti verso banche 141.580 - - 141.574 323.548 - - 1. Finanziamenti 141.580 - - 141.574 323.548 - - 1.1 Conti correnti e depositi liberi 54.588 1.2 Depositi vincolati 84.801 1.3 Altri finanziamenti: - Pronti contro termine attivi - Leasing finanziario - Altri 2. Titoli di debito X - 2.2 Altri titoli di debito Totale X - 44.942 - X 167.944 X - 326.579 X - - 2.191 X X X 110.662 X X X - X X X 108.221 X X X 473 X X X 490 X X X 1.718 X X X 1.951 X X - 2.1 Titoli strutturati X 326.579 - - X - X 345.733 X X X - - X - 345.727 - - - X - X 512.505 X - X X - X X - 515.536 I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. Sono inclusi i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari. I crediti, ad eccezione dei titoli di debito, sono iscritti al loro valore nominale, corrispondente al loro fair value e il livello di fair value attribuito risulta essere pari a 3. Le metodologie utilizzate per la determinazione del fair value sono riportate nella Parte A1 – Parte generale –Sezione 5 “ Altre informazioni”. NOTE ILLUSTRATIVE 125 6.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Totale 30/06/2015 Tipologia operazioni/Valori Totale 31/12/2014 FV VB Livello 1 Livello 2 FV VB Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3 1. Depositi vincolati - A. Crediti verso Banche Centrali - X X X - X X X 2. Riserva obbligatoria - X X X - X X X 3. Pronti contro termine attivi - X X X - X X X 4. Altri - X X X - X X B. Crediti verso banche 7.452 1. Finanziamenti 7.452 1.1 Conti correnti e depositi liberi 7.452 - - - - X - X - 7.452 8.708 7.452 8.708 X 8.708 - - - X - X - 8.708 X 8.708 X 1.2 Depositi vincolati - 1.3 Altri finanziamenti: - X X X - X X X - Pronti contro termine attivi - X X X - X X X - Leasing finanziario - X X X - X X X - Altri - X X X - X X 2. Titoli di debito - - - - - - - - - - - - - X X X - X X 2.2 Altri titoli di debito - X X X - X X NOTE ILLUSTRATIVE 126 7.452 - - 7.452 8.708 - X - 2.1 Titoli strutturati Totale - X X - 8.708 Sezione 7 Crediti verso clientela – Voce 70 7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica 7.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Totale 30/06/2015 Valore di bilancio Totale 31/12/2014 Fair Value Valore di bilancio Fair Value Tipologia operazioni/Valori Deteriorati Deteriorati Bonis L1 Acquistati Finanziamenti L2 L3 Bonis L1 Altri Acquistati - 797.563 - 797.314 2.871.915 - 126.774 X X X 2.881.273 - 143.297 X X X 50.948 - - X X X 186.966 - - X X X 3. Mutui 9.458.564 - 507.350 X X X 9.220.184 - 498.625 X X X 4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 1.027.093 - 21.728 X X X 935.926 - 18.498 X X X 5. Leasing finanziario 1.828.726 - 126.347 X X X 1.837.067 - 118.037 X X X 589.938 - 5.356 X X X 653.795 - 6.834 X X X 4.856.443 - 10.008 X X X 5.161.515 - 12.023 X X Titoli di debito - - - - - - 8 Titoli strutturati - - - X X - - - X - - - X X - - - X Totale 20.683.627 - 797.563 - 21.995.511 20.876.726 - 797.314 2. Pronti contro termine attivi 6. Factoring 7. Altri finanziamenti 9 Altri titoli di debito - 21.995.511 20.876.726 L3 20.683.627 1. Conti correnti - L2 Altri - - - X X - - - 22.207.732 - X - - X X X - X - 22.207.732 7.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Totale 30/06/2015 Valore di bilancio Totale 31/12/2014 Fair Value Valore di bilancio Fair Value Tipologia operazioni/Valori Deteriorati Deteriorati Bonis L1 Acquistati Finanziamenti L2 L3 Bonis L1 Altri Acquistati 17.334 - - 21.344 - - - - - X X X - - - X X X 2. Pronti contro termine attivi - - - X X X - - - X X X 3. Mutui - - - X X X - - - X X X 4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto - - - X X X - - - X X X 5. Leasing finanziario - - - X X X - - - X X X 6. Factoring - - - X X X - - - X X X 17.334 - - X X X 21.344 - - X X Titoli di debito - - - - - - 8 Titoli strutturati - - - X - - - X - - - X - - - X 17.334 - - 21.344 - - 9 Altri titoli di debito Totale - - X X X - 17.334 L3 1. Conti correnti 7. Altri finanziamenti - L2 Altri X - 17.334 - - - 21.344 X - X X - X X - 21.344 I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. NOTE ILLUSTRATIVE 127 I crediti sono iscritti al loro valore nominale, corrispondente al loro fair value e il livello di fair value attribuito risulta essere pari a 3. Il Gruppo non ha effettuato operazioni di acquisto crediti deteriorati. Sono inclusi i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari. Si è adottata anche la metodologia contabile del Macro Fair Value Hedge per la copertura del rischio di tasso associato all’erogazione di mutui a tasso fisso e a tasso variabile con opzioni “Cap”. Sono presenti, inoltre, coperture di Cash Flow Hedge su erogazioni di mutui a tasso variabile. Si segnala che, a seguito delle modifiche apportate al funzionamento del mercato interbancario collateralizzato, con conseguente trasferimento alla Cassa di Compensazione e Garanzia e a Monte Titoli delle funzioni finora svolte dalla Banca d’Italia, nella voce 2 “Pronti contro termine attivi” sono presenti, i finanziamenti, per 50,9 milioni di euro (187 milioni di euro a fine 2014), effettuati al suddetto mercato. NOTE ILLUSTRATIVE 128 7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti 7.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario 30/06/2015 Tipologia operazioni/Valori 31/12/2014 Deteriorati Bonis Acquistati Deteriorati Bonis Altri Acquistati Altri 1. Titoli di Debito - - - - - - a) Governi - - - - - - b) Altri enti pubblici - - - - - - c) Altri emittenti - - - - - - - imprese non finanziarie - - - - - - - imprese finanziarie - - - - - - - assicurazioni - - - - - - - altri - - - - - - 20.683.627 - 797.563 20.876.726 - 797.313 2. Finanziamenti verso: a) Governi b) Altri enti pubblici c) Altri soggetti - imprese non finanziarie - imprese finanziarie - assicurazioni - altri Totale 86.916 - 54 68.246 - 38 180.092 - 1.714 196.260 - 1.464 20.416.619 - 795.795 20.612.220 - 795.811 10.907.018 - 419.247 11.065.844 - 421.499 362.187 - 1.450 567.281 - 1.422 7.256 - - 1.780 - - 9.140.158 - 375.098 8.977.315 - 372.890 20.683.627 - 797.563 20.876.726 - 797.313 NOTE ILLUSTRATIVE 129 7.2.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione 30/06/2015 Tipologia operazioni/Valori 31/12/2014 Deteriorati Bonis Acquistati Deteriorati Bonis Altri Acquistati Altri 1. Titoli di Debito - - - - - - a) Governi - - - - - - b) Altri enti pubblici - - - - - - c) Altri emittenti - - - - - - - imprese non finanziarie - - - - - - - imprese finanziarie - - - - - - - assicurazioni - - - - - - - altri - - - - - - 17.334 - - 21.344 - - - - - - - - 2. Finanziamenti verso: a) Governi b) Altri enti pubblici - - - - - - 17.334 - - 21.344 - - - imprese non finanziarie - - - - - - - imprese finanziarie - - - 379 - - - assicurazioni - - - - - - 17.334 - - 20.965 - - 17.334 - - 21.344 - - c) Altri soggetti - altri Totale NOTE ILLUSTRATIVE 130 Sezione 8 - Derivati di copertura – Voce 80 8.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli FV 30/06/2015 L1 L2 FV 31/12/2014 VN 30/06/2015 L3 L1 L2 VN 31/12/2014 L3 A) Derivati finanziari 1) Fair value - 139.205 - 6.353.700 - 142.915 - 4.468.000 2) Flussi finanziari - 22.011 - 611.331 - 26.825 - 619.758 3) Investimenti esteri - - - - - - - - 1) Fair value - - - - - - - - 2) Flussi finanziari - - - - - - - - - 161.216 - 6.965.031 - 169.740 - 5.087.758 B) Derivati creditizi Totale Legenda FV = fair value VN = valore nozionale I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. 8.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura (valore di bilancio) Fair value Copertura specifica Tipologia operazioni/Valori rischio di tasso 1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2. Crediti 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Portafoglio 1. Passività finanziarie 2. Portafoglio rischio di cambio rischio di prezzo Copertura generica più rischi Investimenti esteri Copertura generica - - - x - x x - - x - x - x x - - x - x - x x x x x x - Copertura specifica - x x - x 21.726 - - - - - x - x 28.152 - - - - - - 21.726 87.153 - - - x x Totale passività rischio di credito 28.152 5. Altre operazioni Totale attività Flussi finanziari x 87.153 x - x - x - x x - - 1. Transazioni attese x x x x x 2. Portafoglio di attività e passività finanziarie x x x x x x x 23.900 - - x 285 - x x 285 x x x - - Si è adottata la metodologia contabile del Macro Fair Value Hedge per la copertura del rischio di tasso della raccolta a vista della clientela. La raccolta a vista dalla clientela rappresenta un’importante fonte di funding del Gruppo. Una quota parte di questa raccolta, seppur contrattualmente a vista, presenta però una forte persistenza nel tempo ed una elasticità imperfetta alla variazione dei tassi di mercato, rappresentata dal cosiddetto “effetto vischiosità”. NOTE ILLUSTRATIVE 131 Questo effetto è stato stimato mediante un modello di analisi che consiste in due componenti: • la stima della relazione dei tassi delle poste a vista con i tassi di mercato in base ad un modello econometrico; • la stima della persistenza dei volumi, attraverso la quale l’ammontare delle poste a vista viene tradotto in un portafoglio di poste a tasso fisso a scadenza. I derivati di copertura di questa tipologia presentano un fair value positivo di 23.900 mila euro. Sono presenti coperture di micro fair value hedge su titoli emessi a tasso fisso contabilizzati nei “titoli in circolazione”. I derivati di questa tipologia presentano un fair value positivo di 87.153 mila euro. Sono presenti coperture di macro cash flow hedge su erogazione di mutui a tasso variabile. I derivati di copertura di questa tipologia presentano un fair value positivo di 21.726 mila euro. Sono presenti coperture di micro fair value hedge su titoli a tasso fisso detenuti nel portafoglio AFS. I derivati di copertura di questa tipologia presentano un fair value positivo di 28.152 mila euro. Sono presenti coperture di macro cash flow hedge su diverse forme di raccolta a tasso variabile già emesse e di futura emissione (forecast transaction). I derivati di copertura di questa tipologia presentano un fair value positivo di 285 mila euro. Si rimanda alla Sezione della Parte E delle note illustrative per la descrizione delle modalità della copertura. NOTE ILLUSTRATIVE 132 Sezione 9 – Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica – Voce 90 9.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti 9.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Adeguamento di valore delle attività coperte / Valori 30/06/2015 31/12/2014 1. Adeguamento positivo 35.440 47.354 1.1 di specifici portafogli: 35.440 47.354 35.440 47.354 - - 1.2 complessivo - - 2. Adeguamento negativo - - 2.1 di specifici portafogli: - - a) crediti - - b) attività finanziarie disponibili per la vendita - - a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita 2.2 complessivo Totale - - 35.440 47.354 Si è adottata la metodologia contabile del Macro Fair Value Hedge per la copertura del rischio di tasso associato all’erogazione di mutui a tasso fisso e a tasso variabile con opzioni “Cap”. L’applicazione della metodologia di hedge accounting consente di rappresentare contabilmente in modo simmetrico sia i mutui che i derivati di copertura. Il Macro Fair Value Hedge prevede che la relazione di copertura sia formalmente documentata da una hedging card e che la tenuta della copertura sia verificata attraverso dei test di efficacia sia prospettici che retrospettivi; i test sono svolti periodicamente durante tutta la vita dell’operazione. La copertura è considerata efficace se il rapporto tra la variazione di fair value dell’elemento coperto rispetto allo strumento di copertura è compreso nel range 80%-125%. Il test di verifica della tenuta prospettica e retrospettiva delle coperture è svolto su base trimestrale. L’hedge accounting non può essere mantenuto qualora la copertura divenga inefficace (fuori dal range 80%-125%). NOTE ILLUSTRATIVE 133 Sezione 10 - Le partecipazioni - Voce 100 Il valore di bilancio della voce “Partecipazioni” ammonta a 27,3 milioni di euro. 10.1 Partecipazioni: informazioni sui rapporti partecipativi Denominazioni Sede legale Sede operativa Tipo di rapporto B. Imprese controllate in modo congiunto Credemassicurazioni spa Reggio Emilia Reggio Emilia 7 1.Interconsult sa Lussemburgo Lussemburgo 8 2.Nexstone srl (*) Milano 8 C. Imprese sottoposte ad influenza notevole Milano (*) In liquidazione Legenda Tipo di rapporto: 1 - maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria 2 - influenza dominante nell'assemblea ordinaria 3 - accordi con altri soci 4 - altre forme di controllo 5 - direzione unitaria ex art. 26, comma 1, del "decreto legislativo 87/92" 6 - direzione unitaria ex art. 26, comma 2, del "decreto legislativo 87/92" 7 - controllo congiunto 8 - impresa associata NOTE ILLUSTRATIVE 134 Rapporto di partecipazione Disponibilità voti % Impresa Quota partecipante % Credito Emiliano Credem International Lux Credito Emiliano 50,00 % 33,00 % 30,00 % 10.2 Partecipazioni significative: valore di bilancio, fair value e dividendi percepiti Denominazioni Valore di bilancio Fair value Dividendi percepiti A. Imprese controllate in modo congiunto 1. Credemassicurazioni 27.069 B. Imprese sottoposte ad influenza notevole 1. Interconsult 241 Totale 27.310 - - La colonna fair value non è avvalorata perché non sono presenti società quotate classificate tra le partecipazioni significative. La società Nexstone è in liquidazione 10.3 Partecipazioni significative: informazioni contabili Cassa e Attività Passività Attività Passività disponibilità non non finanziarie finanziarie liquide finanziarie finanziarie Denominazioni Margine di interesse Ricavi totali Utile (Perdita) Utile Utile Rettifiche Altre dei gruppi (Perdita) (Perdita) e riprese di Utile componenti di attività della della valore su reddituali (Perdita) operatività operatività in via di attività al netto d'esercizio corrente al corrente al dismissione (1) materiali e delle al netto lordo delle netto delle immateriali imposte (2) imposte delle imposte imposte Redditività complessiva (3) = (1) + (2) A. Imprese controllate in modo congiunto Credemassicurazioni 8.471 78.591 9.743 - 71.573 13.727 207 (542) 4.829 3.218 - 3.218 (56) 3.162 861 5 1.222 - 1.365 1.158 - (34) 9 9 - 9 - 9 B. Imprese sottoposte ad influenza notevole Interconsult (*)il patrimonio netto è la somma delle “attività finanziarie”, delle “Attività non finanziarie” al netto delle “Passività finanziarie” e delle “Passività finanziarie” riportate nella tabella 10.3. Nella tabella sono riportati i dati al 30 giugno 2015 approvati dai rispettivi Consigli di Amministrazione e forniti dalle società collegate o, qualora non disponibili, dalle più recenti situazioni patrimoniali riferite al totale delle partecipate e non alla percentuale detenuta dal Gruppo. Riconciliazione tra le informazioni di natura contabile ed il valore contabile delle partecipazioni Denominazioni Patrimonio netto (*) Percentuale di interessenza Patrimonio netto di pertinenza Avviamento Altre poste 25.231 50,00% 12.615 10.324 4.130 Valore di bilancio A. Imprese controllate in modo congiunto Credemassicurazioni 27.069 B. Imprese sottoposte a influenza notevole 723 Interconsult Totale 25.954 33,33% 241 - - 241 - 12.856 10.324 4.130 27.310 NOTE ILLUSTRATIVE 135 10.5 Partecipazioni: variazioni annue Totale 30/06/2015 A. Esistenze inziali Totale 31/12/2014 26.053 24.635 B. Aumenti 1575 2.054 B.1 Acquisti - - B.2 Riprese di valore - - B.3 Rivalutazioni - - 1.575 2.054 318 636 B.4 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Vendite C.2 Rettifiche di valore C.3 Altre variazioni D. Rimanenze finali E. Rivalutazioni totali F. Rettifiche totali - - 318 636 - - 27.310 26.053 - - - - Le variazioni relative al comparto delle partecipazioni recepiscono gli utili e le perdite delle società consolidate al patrimonio netto, mentre le rettifiche di valore sono relative all’ammortamento del VIF di Credemassicurazioni. 10.6 Valutazioni e assunzioni significative per stabilire l’esistenza di controllo congiunto o influenza notevole Credito Emiliano S.p.A. detiene il 50% di Credemassicurazioni S.p.A., la cui restante quota di capitale sociale (50%) è invece detenuta da Reale Mutua Assicurazioni. In tale contesto: - Credito Emiliano non detiene la maggioranza dei diritti di voto, non potendo da solo determinare le scelte societarie, non avendo la capacità pratica di condurre unilateralmente le attività rilevanti della partecipata, per le quali è sempre necessario anche il consenso dell’altro socio; - Credito Emiliano ha il potere il veto sulle scelte dell’altro socio, nel senso che in mancanza del voto favorevole di Credito Emiliano anche l’altro socio detentore del restante 50% del capitale sociale non è in grado di incidere sulla società. In relazione a Credemassicurazioni la posizione di Credito Emiliano è pertanto quella: 1) di un soggetto che è esposto a rendimenti variabili e che detiene comunque diritti su tali possibili rendimenti; 2) che ha una propria capacità di incidere su tali rendimenti solo esercitando un potere di veto sulle scelte dell’altro socio. Gli accordi in essere tra i soci detentori rispettivamente il 50% del capitale sociale contemplano: diritto contemplato nell’atto di compravendita di azioni, circoscritto entro precisi limiti temporali (ogni 5 anni), ad esercitare opzioni call e put sulle rispettive azioni; diritto contemplato in apposito patto parasociale di ottenere esponenti aziendali (la metà degli amministratori e, a rinnovi alternati del Consiglio di Amministrazione, il Presidente del Consiglio di Amministrazione, i Sindaci e, a rinnovi alternati, il Presidente del Collegio Sindacale). Siccome non vi sono nell’ambito di Credemassicurazioni voti di consiglieri che prevalgano su quelli di altri Consiglieri (ad esempio non è contemplata la prevalenza del voto del Presidente del Consiglio di Amministrazione), la designazione di esponenti aziendali non attribuisce a nessun socio una prevalenza sulle scelte societarie; obbligo a non trasferire le azioni a terzi per la durata del patto parasociale. NOTE ILLUSTRATIVE 136 In tale contesto, i diritti di Credito Emiliano sono circoscritti alle attività nette di Credemassicurazioni. 10.7 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate in modo congiunto Credito Emiliano ha sottoscritto con Reale Mutua di Assicurazioni accordi contrattuali volti a disciplinare più compiutamente la partnership in Credemassicurazioni. In tale contesto le clausole del contratto di compravendita delle azioni a suo tempo perfezionato tra Credito Emiliano e Reale Mutua di Assicurazioni hanno espressamente convenuto un’opzione put in capo a Reale Mutua di Assicurazioni e un’opzione call in capo a Credito Emiliano S.p.A. riguardante il 50% della partecipazione di Reale Mutua di Assicurazioni nel capitale sociale di Credemassicurazioni. Entrambe le opzioni sono esercitabili allo scadere di ogni quinquennio dall’acquisto della partecipazione in Credemassicurazioni da parte di Reale Mutua. Il prossimo quinquennio scadrà nel luglio 2018. Le parti hanno poi perfezionato un patto parasociale le cui clausole contemplano (come in parte anticipato in precedenza): • Il divieto di trasferimento delle azioni e dei diritti di opzione a terzi, diversi da società controllate, per tutta la durata del patto parasociale attualmente in essere; • Il diritto di ciascuna parte di ottenere la nomina di esponenti aziendali di propria designazione (la metà degli amministratori e, a rinnovi alternati del Consiglio di Amministrazione, il Presidente del Consiglio di Amministrazione, i Sindaci e, a rinnovi alternati, il Presidente del Collegio Sindacale); • La necessità di un quorum qualificato per le deliberazioni dei componenti del Consiglio di Amministrazione riguardanti particolari tematiche (come, tra le altre, la nomina del Direttore Generale, del Responsabile Sinistri, del Direttore Commerciale, della funzione di auditing, l’approvazione di operazioni di finanzia straordinaria, di accordi distributivi, ecc). 10.10 Altre informazioni Credemassicurazioni, partecipazione per la quale il valore di bilancio risulta essere superiore alla quota di pertinenza di patrimonio netto, è stata assoggettata, al 31 dicembre 2014, a test d’impairment dal quale è emerso un valore recuperabile superiore al valore di carico. Il Gruppo ha proceduto ad analizzare, al 30 giugno 2015, alcuni indicatori (tasso di attualizzazione e flussi finanziari) al fine di cogliere eventuali elementi che possano portare a modificare le conclusioni dell’impairment test condotto con riferimento al Bilancio consolidato al 31 dicembre 2014. Per quanto riguarda i flussi finanziari, le risultanze economiche del primo semestre 2015 sono soddisfacenti e superiori alle proiezioni economiche del Management utilizzate per il test di impairment relativo al 31 dicembre 2014. Alla luce di tale analisi non si è riscontrata la necessità di procedere ai fini della redazione del presente bilancio consolidato semestrale abbreviato ad effettuare un nuovo impairment test e non si è provveduto ad effettuare alcuna svalutazione degli avviamenti in oggetto al 30 giugno 2015. Si è quindi ritenuto che la differenza negativa fra il valore di carico e la quota di pertinenza del patrimonio netto di tale partecipata non è ascrivibile a perdita durevole di valore e, pertanto, non è stato rettificato il valore di iscrizione. La differenza negativa è ascrivibile alla quota di avviamento per 10,3 milioni di euro e alla quota di VIF per 4,1 milioni di euro. NOTE ILLUSTRATIVE 137 Sezione13 - Attività immateriali – Voce 130 13.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività 13.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario 30/06/2015 Attività/Valori Durata definita A.1 Avviamento 31/12/2014 Durata indefinita Durata definita Durata indefinita x 288.130 x 288.130 A.1.1 Di pertinenza del gruppo x 288.130 x 288.130 A.1.2 Di pertinenza dei terzi x - x A.2 Altre attività immateriali - 87.650 - 94.054 - 87.650 - 94.054 - 8.252 - 8.955 - 79.398 - 85.099 - - - - - a) Altre attività immateriali generate internamente - - - - b) Altre attività - - - - 87.650 288.130 94.054 288.130 A.2.1 Attività valutate al costo: a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività A.2.2 Attività valutate al fair value: Totale La voce ”Altre attività” è composta prevalentemente da software e dalla “Client Relationship” relativa alle acquisizioni degli sportelli dei rami d’azienda e a Credemvita. 13.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione 30/06/2015 Attività/Valori Durata definita A.1 Avviamento 31/12/2014 Durata indefinita Durata definita Durata indefinita x - x - A.1.1 Di pertinenza del gruppo x - x - A.1.2 Di pertinenza dei terzi x - x A.2 Altre attività immateriali - 1.378 - 1.314 - 1.378 - 1.314 - - - - - 1.378 - 1.314 - - - - - a) Altre attività immateriali generate internamente - - - - b) Altre attività - - - - 1.378 - 1.314 - A.2.1 Attività valutate al costo: a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività A.2.2 Attività valutate al fair value: Totale NOTE ILLUSTRATIVE 138 Si fornisce il dettaglio degli avviamenti sulla base delle operazioni di aggregazione che li hanno generati: Gruppi filiali/banche Anno di fusione o di acquisizione Filiali Deutsche Bank B.C.C. Curinga 1998 1998 2.695 917 B.C.C. San Giovanni Gemini Banca dei Comuni Nolani 1998 1998 452 2.361 Banca della Provincia di Napoli B.C.C. Alto Crotonese 1998 1999 58 161 B.C.C. Fortore Miscano Banca Popolare Andriese 1999 2000 1.377 17.669 Banca di Latina Filiali Citibank International PLC 2003 2008 3.028 36.307 Filiali Banco Popolare Filiali Unicredit 2008 2008 119.926 94.433 TOTALE BANCHE INCORPORATE Credem International Lux 279.384 2000 TOTALI AVVIAMENTI BANCHE 2.166 281.550 So.em.ro (incorporata da MGT) Netium 1998 2001 294 9 Credemvita C.S. Inform (incorporata da Credemtel) 2008 2010 4.092 1.350 Topkey (incorporata da Credemtel) 2014 TOTALI AVVIAMENTI 835 288.130 Impairment test sugli avviamenti Lo IAS 36 prevede che, ai fini della verifica di eventuali riduzioni di valore (“Impairment Test”), gli avviamenti acquisiti in aggregazioni aziendali siano allocati ad unità organizzative relativamente autonome nel profilo gestionale e che beneficiano delle sinergie derivanti dall’acquisizione. Tali unità organizzative, denominate Cash Generating Units (“CGU”), devono presentare le seguenti caratteristiche: ◊ rappresentare il livello minimo con riferimento al quale l’avviamento stesso è monitorato ai fini del controllo di gestione interno; ◊ non essere superiori a un Segmento Operativo definito ai sensi del principio IFRS 8. Nel Gruppo Credem le CGU che hanno beneficiato e che continuano a beneficiarie delle sinergie derivanti dai processi di aggregazione effettuati nel tempo sono le seguenti: ◊ Banking Commerciale; ◊ Assicurazioni. Il sistema di reportistica utilizzato dalla Direzione è basato su tali CGU (si veda la Parte L relativa all’Informativa di Settore) ed, inoltre, i flussi finanziari da esse prodotti risultano omogenei quanto alla natura della clientela ed alla tipologia di prodotti e servizi forniti. Tali CGU pertanto rappresentano il più piccolo Gruppo di attività che genera flussi finanziari in entrata indipendenti ed il livello minimo al quale l’avviamento può essere allocato secondo criteri non arbitrari. E’ a tale livello che le dinamiche di valore dell’avviamento assumono significato e vengono controllate nella gestione del Gruppo Credem. NOTE ILLUSTRATIVE 139 Lo IAS 36, paragrafo 90, prevede che la CGU cui è stato allocato l’avviamento debba essere verificata annualmente per riduzione durevole di valore, e ogni qualvolta vi sia un’indicazione che l’unità possa avere subito una riduzione durevole di valore, confrontando il valore contabile dell’unità che include l’avviamento con il valore recuperabile dell’unità, inteso come il maggiore fra il fair value (dedotti i costi di vendita) ed il valore d’uso. In applicazione di quanto sopra riportato si è provveduto ad effettuare, per la predisposizione del bilancio 2014, il cd “impairment test”. Per le informazioni in merito al processo di “impairment test” si rimanda alla Sezione 13 della “Parte B” della Nota Integrativa consolidata al 31 dicembre 2014. Alla luce di quanto previsto dal principio e in considerazione del perdurare delle difficoltà del contesto economico e di un’elevata instabilità dei mercati finanziari che influenzano i parametri utilizzati per la verifica della recuperabilità dei valori dell’avviamento iscritti, il Gruppo ha proceduto ad analizzare, al 30 giugno 2015, alcuni indicatori (tasso di attualizzazione e flussi finanziari) al fine di cogliere eventuali elementi che possano portare a modificare le conclusioni dell’impairment test condotto con riferimento al Bilancio consolidato al 31 dicembre 2014. Per quanto riguarda i flussi finanziari, le risultanze economiche del primo semestre 2015 sono soddisfacenti e superiori alle proiezioni economiche del Management utilizzate per il test di impairment relativo al 31 dicembre 2014. Per quanto riguarda invece il tasso di attualizzazione, si rilevano, complessivamente, miglioramenti rispetto ai parametri già utilizzati per il suddetto impairment test. Alla luce di tale analisi non si è riscontrata la necessità di procedere ai fini della redazione del presente bilancio consolidato semestrale abbreviato ad effettuare un nuovo impairment test e non si è provveduto ad effettuare alcuna svalutazione degli avviamenti in oggetto al 30 giugno 2015. NOTE ILLUSTRATIVE 140 Sezione14 – Le attività fiscali e le passività fiscali – Voce 140 dell’attivo e Voce 80 del passivo Le attività fiscali e le passività fiscali correnti comprendono l’ammontare netto (debito o credito) IRAP al netto dei crediti d’imposta e degli acconti. A seguito dell’adesione al consolidato fiscale, il debito/credito per IRES, nei confronti di Credemholding, è stato contabilizzato nelle voci “Altre passività” e “Altre attività”. Ai fini delle imposte dirette, risultano definiti, per decorrenza dei termini di cui all’art. 43 del D.P.R. 29/9/1973, n. 600, i periodi di imposta chiusi al 31/12/2009. Euromobiliare Asset Management SGR: Ispezione Agenzia delle Entrate, Anno 2012 Il 16 marzo 2015 ha avuto inizio una verifica fiscale presso Euromobiliare Asset Management SGR spa, sull’anno di imposta 2012, da parte della Direzione provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate, esteso ad Ires, IRAP ed IVA. Dopo approfondite indagini, il 29 luglio è stato notificato alla società il Processo Verbale di chiusura delle operazioni di verifica, nel quale viene statuito che “non sono emerse fattispecie fiscalmente rilevanti”. Credem International Lux: Ispezione Agenzia delle Entrate, Anni 2007-2012 L’8 giugno 2015 la Direzione provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate ha notificato al rappresentante legale della controllata Credem International Lux un “invito a comparire”, atto col quale viene convocato un potenziale soggetto passivo di imposta al fine di informarlo formalmente dell’avvio di un’attività ispettiva a suo carico (o, come in questo caso, a carico della società di cui lo stesso è rappresentante legale). Nell’atto è stato comunicato che l’analisi della documentazione reperita, in sede di verifica (di cui sopra), presso Euromobiliare Asset Management SGR spa, ha condotto l’Agenzia delle Entrate al convincimento che la valutazione allo stato attuale che la “direzione effettiva” e “l’oggetto principale dell’attività” di Credemlux siano in Italia, presso la sede dell’SGR. Il 28 luglio 2015 l’Agenzia delle Entrate ha notificato il Processo Verbale di chiusura dell’attività di verifica che, in estrema sintesi, conferma la suddetta valutazione in merito alla direzione effettiva e all’oggetto principale della attività di Credem International Lux. In attesa del prossimo passo dell’Agenzia delle Entrate, Credem International Lux porrà in essere tutte le attività volte a salvaguardare i propri interessi, sia verso l’ordinamento tributario italiano sia verso l’Organo di Controllo e Vigilanza bancaria e verso l’Amministrazione finanziaria lussemburghesi, al fine di tentare di ottenere un loro diretto coinvolgimento avverso le pretese dell’Agenzia delle Entrate. Conseguentemente, in tale contesto, in fase assolutamente iniziale, la società seguirà l’evoluzione degli elementi a propria disposizione che allo stato attuale non comportano la individuazione di alcun accantonamento a presidio del rischio che dovesse avere impatto sulla società e sul Gruppo. Iscrizione e misurazione di attività per imposte differite Nell’attivo dello stato patrimoniale sono presenti le “attività fiscali per imposte anticipate”, DTA ovvero Deferred Tax Asset, principalmente derivanti da differenze temporanee tra la data di iscrizione nel conto economico di costi e la data quale i costi medesimi potranno essere dedotti. Tali attività iscritte in bilancio si riferiscono a differenze temporanee recuperabili in un arco temporale abbastanza lungo. Le attività per imposte anticipate vengono svalutate nella misura in cui le stesse vengono ritenute non recuperabili in relazione alle prospettive reddituali ed ai conseguenti redditi imponibili attesi, tenuto altresì conto della normativa fiscale, che consente la loro trasformazione in crediti di imposta, al ricorrere di determinate condizioni. Il processo valutativo è fondato sulle prospettive reddituali. Le attività per imposte anticipate sono iscritte in bilancio nella misura in cui esiste la probabilità del loro recupero, valutata sulla base della capacità fiscale del Gruppo, per effetto dell’esercizio dell’opzione relativa al “consolidato fiscale”, di generare con NOTE ILLUSTRATIVE 141 continuità redditi imponibili positivi nei futuri esercizi, tenuto conto delle disposizioni fiscali vigenti. Con riferimento all’iscrivibilità delle attività per imposte anticipate ed al loro mantenimento in bilancio è opportuno richiamare alcune importanti modifiche normative in materia fiscale che, prevedendo la trasformazione delle attività per imposte anticipate in crediti di imposta in predeterminate ipotesi, hanno introdotto la modalità di recupero delle imposte anticipate attive tale da assicurare il loro riassorbimento a prescindere dalla capacità di generare una redditività. Le disposizioni di cui all’art.2, commi da 55 a 58, del D.L. 225/2010, c.d. Decreto Milleproroghe 2010, hanno introdotto la disciplina della trasformazione in credito di imposta delle attività per imposte anticipate in ipotesi di rilevazione di una “perdita civilistica”. Rientrano nella presente disciplina le imposte anticipate iscritte in bilancio in relazione sia alle svalutazione di crediti non ancora dedotte ai sensi dell’art.106, comma 3, del Tuir, sia al valore dell’avviamento e delle altre attività immobiliari ai sensi dell’art.103 del Tuir, i cui componenti negativi sono deducibili nei periodi di imposta successivi. Successivamente la Legge 22 dicembre 2011 n.214, di seguito 214/2011, con la conversione delle disposizioni contenute nel Decreto Legge 201/2011 ha apportato importanti modifiche alla disciplina della trasformazione delle imposte anticipate estendendone l’ambito oggettivo di applicazione all’ipotesi di conseguimento di una perdita fiscale ai fini IRES. Le recenti modifiche introdotte dalla Legge 147/2013 hanno esteso la trasformazione delle imposte anticipate Irap stanziate sia sulle quote delle rettifiche di valore sui crediti, sia sulle quote di ammortamento di avviamenti e altre attività materiali rinviate negli esercizi successivi nelle ipotesi di rilevazione di una perdita civilistica e di conseguimento ai fini Irap di un valore della produzione netta negativo. Quindi, nelle ipotesi di una perdita civilistica o di una perdita fiscale o un valore della produzione netta Irap negativo, le attività per imposte anticipate Ires/Irap riferite alle rettifiche di valore su crediti non ancora dedotte dal reddito imponibile e le attività per impose anticipate riconducibili al valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali, i cui componenti negativi sono deducibili in più periodi di imposta, sono trasformate in credito di imposta secondo le previsioni delle Legge 214 del 22 dicembre 2011 (compensazione senza limiti con qualsiasi tipo di tributo, incluso ritenute e contributi). Va in ogni caso evidenziato che le società del Gruppo Credem non hanno mai chiuso un esercizio evidenziando una perdita civilistica. Inoltre, anche nell’ipotesi in cui il reddito imponibile Ires dovesse risultare negativo (perdita fiscale), ai sensi del nuovo articolo 84, comma 1, del Tuir, la perdita fiscale potrà essere computata in diminuzione del reddito dei periodi d’imposta successivi in misura non superiore all’ottanta per cento di ciascuno di essi e per l’intero importo che trova capienza in tale ammontare. Le previsioni reddituali delineano prospettive reddituali positive. Oltre a ciò, il regime di deducibilità ai fini Ires e Irap delle svalutazioni crediti e delle perdite su crediti, verso la clientela, degli enti creditizi e finanziari e delle imprese di assicurazione è stato modificato dal Decreto Legge n.83 del 27 giugno 2015, art.16, introducendo, al posto della deducibilità annuale in misura di un quinto per ciascun anno, la deducibilità integrale, a partire dall’esercizio 2016, di tali componenti negativi di reddito nell’esercizio in cui sono rilevati in bilancio, mentre le svalutazioni relative all’esercizio 2015 saranno deducibili al 75% nell’anno di pertinenza, mentre il restante 25% sarà deducibile, insieme agli stock di svalutazioni e perdite non ancora dedotte presenti al 31 dicembre 2014, in dieci anni con differenti percentuali di deduzione. NOTE ILLUSTRATIVE 142 Passivo Sezione 1 – Debiti verso banche – Voce 10 1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica 1.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Tipologia operazioni/Valori 30/06/2015 31/12/2014 1. Debiti verso banche centrali 1.751.163 2.257.135 2. Debiti verso banche 3.474.777 2.756.433 2.1 Conti correnti e depositi liberi 224.687 133.107 2.2 Depositi vincolati 114.078 116.342 3.135.800 2.506.537 2.681.667 2.116.242 454.133 390.295 2.3 Finanziamenti 2.3.1 Pronti contro termine passivi 2.3.2 Altri 2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 2.5 Altri debiti - - 212 447 Totale 5.225.940 5.013.568 Fair value - livello 1 - - Fair value - livello 2 - - Fair value - livello 3 5.219.829 5.009.436 Totale Fair value 5.219.829 5.009.436 I debiti sono iscritti al loro valore nominale, corrispondente al loro fair value e il livello di fair value attribuito risulta essere pari a 3. I debiti verso banche sono rappresentati principalmente da debiti a vista a tasso variabile, e non è stata posta in essere alcun tipo di copertura. Nella voce “1.Debiti verso banche centrali” sono presenti le operazioni di rifinanziamento effettuate con la Banca Centrale Europea. Nel corso del primo semestre 2015 il rifinanziamento effettuato si è progressivamente ridotto rispetto ai 2,235 miliardi di euro di fine 2014; la liquidità a disposizione ha infatti consentito di effettuare due rimborsi anticipati di operazioni LTRO per complessivi 1,5 miliardi di euro. A giugno, in funzione della nuova operatività proposta dalla Banca Centrale Europea, il Gruppo ha partecipato all’operazione TLTRO a 3 anni per un importo di 1,015 miliardi di euro. Al 30 giugno il debito residuo complessivo verso BCE si è quindi attestato a 1,75 miliardi di euro. NOTE ILLUSTRATIVE 143 Sezione 2 –Debiti verso clientela – Voce 20 2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica 2.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Tipologia operazioni/Valori 30/06/2015 1. Conti correnti e depositi liberi 31/12/2014 13.559.069 12.222.169 2.137.937 3.111.916 534.740 1.207.828 3.1 Pronti contro termine passivi 354.763 1.092.018 3.2 Altri 179.977 115.810 2. Depositi vincolati 3. Finanziamenti 4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 5. Altri debiti - - 268.197 207.511 Totale 16.499.943 16.749.424 Fair value - livello 1 - - Fair value - livello 2 - - Fair value - livello 3 16.499.783 16.749.424 Fair value 16.499.783 16.749.424 2.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Tipologia operazioni/Valori 30/06/2015 31/12/2014 1. Conti correnti e depositi liberi - - 2. Depositi vincolati - - 3. Finanziamenti - - 3.1 Pronti contro termine passivi - - 3.2 Altri - - 4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 5. Altri debiti - - 7.206 8.907 Totale 7.206 8.907 Fair value - livello 1 - - Fair value - livello 2 - - Fair value - livello 3 7.206 8.907 Fair value 7.206 8.907 I debiti sono iscritti al loro valore nominale, corrispondente al loro fair value e il livello di fair value attribuito risulta essere pari a 3. I debiti verso clientela sono rappresentati principalmente da debiti a vista a tasso variabile, e non è stata posta in essere alcun tipo di copertura specifica, mentre sono state poste in essere coperture di Macro Fair Value Hedge delle poste a vista, così come descritto nella parte E, sezione 2.2 delle presenti note. Si segnala che, a seguito delle modifiche apportate al funzionamento del mercato interbancario collateralizzato, con conseguente trasferimento alla Cassa di Compensazione e Garanzia ed alla Monte Titoli delle funzioni finora svolte dalla Banca d’Italia, nella voce 3.1 “Pronti contro termine passivi” sono presenti i finanziamenti, per 354,8 milioni di euro, ricevuti dal suddetto mercato. Il gruppo registrato un apprezzabile progresso della raccolta complessiva da clientela. Nel dettaglio, le attività liquide hanno positivamente risentito dell’ulteriore appiattimento della curva dei rendimenti e dell’irrilevante costo opportunità insito nel mantenimento di giacenze libere di conto corrente. I “debiti verso clientela” al netto dei pronti contro termine e dei depositi vincolati registrano infatti un +10,9% rispetto al 2014 e un +20,4% rispetto al giugno 2014. Di segno opposto è risultato l’andamento della raccolta a scadenza: nelle attuali condizioni finanziarie, caratterizzate da rendimenti di riferimento sempre più contenuti e dalla disponibilità di fonti di NOTE ILLUSTRATIVE 144 finanziamento stabili alternative, il gruppo ha preferito assecondare le aspettative della clientela mediante il collocamento di prodotti indiretti prevalentemente riconducibili al comparto del risparmio gestito. Per quanto riguarda la tipologia di clientela, ed in linea con l’andamento dell’aggregato complessivo, lo sviluppo della raccolta diretta è interamente riconducibile alla clientela ordinaria retail e corporate. NOTE ILLUSTRATIVE 145 Sezione 3 – Titoli in circolazione – Voce 30 3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica Totale 30/06/2015 Totale 31/12/2014 Fair Value Fair Value Valore Bilancio Valore Bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3 A. Titoli 1. Obbligazioni 4.630.816 2.254.577 2.449.589 - 4.710.248 2.224.718 2.545.156 - - - - - - - - - 4.630.816 2.254.577 2.449.589 - 4.710.248 2.224.718 2.545.156 - 1.026 - - 1.026 1.062 - - 1.062 1.1 strutturate 1.2 altre 2. Altri titoli 2.1 strutturati - - - - - - - - 1.026 - - 1.026 1.062 - - 1.062 4.631.842 2.254.577 2.449.589 1.026 4.711.310 2.224.718 2.545.156 1.062 2.2 altri Totale I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. Nella voce “altri titoli” sono classificati i certificati di deposito. La contrazione del comparto ha riguardato le passività obbligazionarie collocate a clientela retail (-10,7% rispetto al 2014 e -21,4% rispetto al giugno 2014). È stata potenziata la raccolta obbligazionaria verso clientela istituzionale non bancaria (+9,3% rispetto al 2014 e +66,5% rispetto al giugno 2014). A tale riguardo Credem ha effettuato, nel primo trimestre, mediante private placement, un’emissione di obbligazioni subordinate di 200 milioni di euro. Tale emissione era principalmente destinata a sostituire passività emesse a partire dal 2012 con un piano di rimborso “amortising” non ritenute, in base ad un orientamento della vigilanza di fine 2014 illustrato nel bilancio 2014, computabili nei mezzi propri di vigilanza di classe 2. Sono presenti coperture di Cash Flow Hedge sull’emissione di prestiti obbligazionari a tasso variabile. 3.2 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinati 30/06/2015 31/12/2014 A. Titoli in circolazione Titoli in circolazione - Convertibili - - Titoli in circolazione - Subordinati 380.163 413.582 Le principali caratteristiche contrattuali delle passività subordinate, che rientrano nel calcolo del Capitale di classe 2 (Tier 2), sono di seguito riportate: NOTE ILLUSTRATIVE 146 • “CREDITO EMILIANO 26/10/2009 – 26/10/2015 LOWER TIER II A TASSO MISTO” (ISIN IT0004541444) per 100.000.000,00 € costituito da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Nel corso del primo e del secondo anno dalla data di emissione, le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 3,25% annuo lordo, in luogo delle cedole a tasso variabile, che saranno corrisposte a partire dal terzo anno dalla data di emissione. Le cedole a tasso variabile saranno indicizzate al tasso Euribor a 3 mesi aumentato di uno spread pari a 50 centesimi. Il prestito scade il 26/10/2015 e prevede un piano di ammortamento che, a partire dal 26/10/2011, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza. Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 20.000.000,00 € costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 200 € cadauna. L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 6.460.920,04. • “CREDITO EMILIANO 30/06/2011 – 30/06/2017 LOWER TIER II A TASSO FISSO SUBORDINATO” (ISIN IT0004737489) per 100.000.000,00 € costituito da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 4,5% annuo lordo. Il prestito scade il 30/06/2017 e prevede un piano di ammortamento che, a partire dal 30/06/2013, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza. Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 40.000.000,00 € costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 400 € cadauna L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 40.032.858,71. • “CREDITO EMILIANO 23/12/2011 – 23/12/2017 LOWER TIER II A TASSO FISSO” (ISIN IT0004781016) per 50.000.000,00 € costituito da n. 50.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 7,05% annuo lordo. Il prestito scade il 23/12/2017 e prevede un piano di ammortamento che, a partire dal 23/12/2013, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza. Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 30.000.000,00 € costituita da n. 50.000 obbligazioni del valore nominale di 600 € cadauna L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 24.835.706,46. • “CREDITO EMILIANO SPA 3,125% VAR.RATE 13.03.2015/2025 EUR” (ISIN XS1199020295) per 200.000.000,00 € costituito da n. 200.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse annuali pari al 3,125% annuo lordo fino al 13.03.2020. Il prestito scade il 13/03/2025 e prevede una call e nuovo fixing il 13.03.2020 al tasso IRS 5YR+3%. Al 30/06/2015 la quantità residua risulta pari a 200.000.000,00 € costituita da n. 200.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta € 200.000.000. I sotto indicati prestiti hanno invece inciso negativamente sul capitale di classe 2 a seguito di un recente orientamento della vigilanza in merito alla computabilità degli strumenti di classe 2. Si tratta dell’applicazione restrittiva di una norma del Regolamento CRR che ha indotto ad escludere dal computo le emissioni, successive al 31/12/2011, che presentano un piano “amortising” nei primi cinque anni di vita. • “CREDITO EMILIANO 30/03/2012-30/03/2018 LOWER TIER II A T.V.” (ISIN IT0004803158) per 50.000.000,00 € costituito da n. 50.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Nel corso del primo anno dalla data di emissione, le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 6% annuo lordo, in luogo delle cedole a tasso variabile, che saranno corrisposte a partire dal secondo anno dalla data di emissione. NOTE ILLUSTRATIVE 147 Le cedole a tasso variabile saranno indicizzate al tasso Euribor a 3 mesi aumentato di uno spread pari al 4%. Il prestito scade il 30/03/2018 e prevede un piano di ammortamento che, a partire dal 30/03/2014, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza. Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 30.000.000,00 € costituita da n. 50.000 obbligazioni del valore nominale di 600 € cadauna • “CREDITO EMILIANO 15/06/2012-15/06/2018 LOWER TIER II A T.M.” (ISIN IT0004819006) per 100.000.000,00 € costituito da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Nel corso del primo anno dalla data di emissione, le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 6% annuo lordo, in luogo delle cedole a tasso variabile, che saranno corrisposte a partire dal secondo anno dalla data di emissione. Le cedole a tasso variabile saranno indicizzate al tasso Euribor a 3 mesi aumentato di uno spread pari al 4,45%. Il prestito scade il 15/06/2018 e prevede un piano di ammortamento che, a partire dal 15/06/2014, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza. Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 60.000.000,00 € costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 600 € cadauna. • “CREDITO EMILIANO 28/12/2012-28/12/2018 LOWER TIER II A TASSO FISSO” (ISIN IT0004870926) per 200.000.000,00 € costituito da n. 200.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 4,7% annuo lordo. Il prestito scade il 28/12/2018 e prevede un piano di ammortamento che, a partire dal 28/12/2014, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza. Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 160.000.000,00 € costituita da n. 200.000 obbligazioni del valore nominale di 800 € cadauna. In caso di liquidazione tutte le obbligazioni subordinate saranno rimborsate solo dopo che siano stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati. Le obbligazioni non sono coperte dalla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. 3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica Si è adottata la metodologia contabile del Micro Fair Value Hedge per la copertura del rischio di tasso associato all’emissione di prestiti obbligazionari a tasso fisso per un ammontare di circa 3.000 milioni di euro. NOTE ILLUSTRATIVE 148 Sezione 4 – Passività finanziarie di negoziazione – Voce 40 4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica 30/06/2015 Tipologia operazioni/Valori 31/12/2014 FV FV VN FV* L1 L2 VN FV* L3 L1 L2 L3 A. Passività per cassa 1. Debiti verso banche - - - - - - - - - - 2. Debiti verso clientela - - - - - - - - - - 3. Titoli di debito - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 3.1.1 Strutturate - - - - X - - - - X 3.1.2 Altre obbligazioni - - - - X - - - - X - - - - - - - - - - - - X - - - - X - - - - X - - - - X - - - - - - - - 3.1 Obbligazioni 3.2 Altri titoli 3.2.1 Strutturati 3.2.2 Altri Totale A - - - - - B. Strumenti derivati 1. Derivati finanziari X 263 82.168 580 X X 73 136.072 530 X 1.1 Di negoziazione X 263 82.161 - X X 73 136.056 - X 1.2 Connessi con la fair value option X - 7 580 X X - 16 530 X 1.3 Altri X - - - X X - - - 2. Derivati creditizi X - - - X X - - - X 2.1 Di negoziazione X - - - X X - - - X 2.2 Connessi con la fair value option X - - - X X - - - X 2.3 Altri X - - - X X - - - X Totale B X 263 82.168 580 X X 73 136.072 530 X Totale A+B X 263 82.168 580 X X 73 136.072 530 X FV=fair value FV*=fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione. VN = valore nominale o nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 La voce “A. Passività per cassa”, se presente, comprende gli scoperti tecnici. I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • • • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. NOTE ILLUSTRATIVE 149 Sezione 5 – Passività finanziarie valutate al fair value – Voce 50 5.1 Passività finanziaria valutate al fair value: composizione merceologica 5.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario 30/06/2015 Tipologia operazioni/Valori 31/12/2014 FV FV VN FV* L1 1. Debiti verso banche L2 L1 - - - - - - - - X 1.2 Altri - - - - X - - - - - - - - X X 2.1 Strutturati 2.2 Altri - - - - - - 3. Titoli di debito 1.600 - 1.547 - 3.1 Strutturati 1.600 - 1.547 - X - - - - X 1.600 - 1.547 - 3.2 Altri Totale FV* L3 1.1 Strutturati 2. Debiti verso clientela VN 1.525 1.525 L2 L3 - - - - - - - - X - - - - X - - - - - - - - X X - - - - - 8.412 - 8.490 - 8.412 - X - - - - X 8.490 - 8.412 - Il fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto all’esercizio precedente ammonta a 1,5 milioni di euro. Per le emissioni obbligazionarie coperte da strumenti derivati, con la finalità di migliorare il livello informativo del Bilancio, è stata adottata la rilevazione al Fair Value (Fair Value Option) allo scopo di eliminare la difformità contabile (accounting mismatch) nella valutazione e nella rilevazione di utili e perdite conseguente alla contabilizzazione delle obbligazioni coperte in base al criterio del costo ammortizzato e degli strumenti di copertura al Fair Value. 150 - 8.490 I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. NOTE ILLUSTRATIVE - 8.389 8.389 5.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione 30/06/2015 Tipologia operazioni/Valori 31/12/2014 FV FV VN FV* L1 1. Debiti verso banche 1.1 Strutturati 1.2 Altri 2. Debiti verso clientela 2.1 Strutturati 2.2 Altri L2 L1 - - - - - - - - X - - - - 1.946.787 1.946.787 - - - - - - X X 1.946.787 1.946.787 - - - - - - 3.1 Strutturati - - - - - - - - 1.946.787 1.946.787 - - Totale FV* L3 3. Titoli di debito 3.2 Altri VN X 1.946.787 L3 - - - - - - - - X - X - - - - 1.429.519 1.429.519 - - - - - - X 1.429.519 1.429.519 - - X - - - - - - - - X - - - - X 1.429.519 1.429.519 - - X X 1.946.787 L2 - - - FV=fair value FV*=fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione. VN = valore nominale o nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 I debiti verso clientela includevano, al 30 giugno 2015, essenzialmente le somme incassate dalla compagnia assicurativa del Gruppo per l’emissione di polizze con prevalenti caratteristiche finanziarie a fronte di investimenti con rischi totalmente a carico dei sottoscrittori. Il valore nominale delle polizze riferibili al comparto assicurativo viene indicato convenzionalmente pari al fair value. 5.3 Passività finanziarie valutate al fair value: variazioni annue Debiti verso banche Debiti verso clientela Titoli in circolazione Totale A. Esistenze iniziali - 1.429.519 8.412 1.437.931 B. Aumenti - 670.222 940 671.162 B1. Emissioni - 631.963 922 632.885 B2. Vendite - - - - B3. Variazioni positive di fair value - 38.259 6 38.265 B4. Altre variazioni - - 12 12 C. Diminuzioni - 152.954 7.805 160.759 C1. Acquisti - - 915 915 C.2 Rimborsi - 142.828 6.890 149.718 C.3 Variazioni negative di fair value - 10.126 - 10.126 C4. Altre variazioni - - - - D. Rimanenze finali - 1.946.787 1.547 1.948.334 NOTE ILLUSTRATIVE 151 Sezione 6 – Derivati di copertura – Voce 60 6.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli 6.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Fair Value L1 A. Derivati finanziari 30/06/2015 L2 Fair Value VN 30/06/2015 L3 L1 31/12/2014 L2 VN 31/12/2014 L3 - 119.030 - 3.880.277 - 211.359 - 4.157.714 1) Fair value - 54.173 - 3.392.377 - 115.113 - 3.202.814 2) Flussi finanziari - 64.857 - 487.900 - 96.246 - 954.900 3) Investimenti esteri - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 119.030 - 3.880.277 - 211.359 - 4.157.714 B. Derivati creditizi 1) Fair value 2) Flussi finanziari Totale 6.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Fair Value L1 A. Derivati finanziari 30/06/2015 L2 Fair Value VN 30/06/2015 L3 L1 31/12/2014 L2 VN 31/12/2014 L3 - - - - - 8.540 - 1) Fair value - - - - - - - - 2) Flussi finanziari - - - - - 8.540 - 215.000 3) Investimenti esteri - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 8.540 - 215.000 B. Derivati creditizi 1) Fair value 2) Flussi finanziari Totale I Livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) alle quali si può accedere alla data di valutazione; • “livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione; • “livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione. NOTE ILLUSTRATIVE 152 215.000 6.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologie di copertura 6.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario Fair Value Flussi finanziari Specifica Operazioni/Tipo di copertura Rischio di tasso Rischio di cambio Rischio di credito Rischio di prezzo Generica Più rischi Specifica Investimenti esteri Generica 1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 13.513 - - - - X - x x 2. Crediti 36.966 - - X - X - x x X - - X - X - x x 4. Portafoglio - - - - - - - - x 5. Altre operazioni - - - - - - x x - 50.479 - - - - - - - - 3.321 - - x - x - x x x 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività 1. Passività finanziarie 2. Portafoglio - - - - - - - 64.856 3.321 - - - - - - 64.856 - 1. Transazioni attese x x x x x x - x x 2. Portafoglio di attività e passività finanziarie x x x x x x x - - Totale passività Sono presenti coperture di macro cash flow hedge su diverse forme di raccolta a tasso variabile già emesse e di futura emissione (forecast transaction). I derivati di copertura di questa tipologia presentano un fair value negativo di 64.856 mila euro. Sono presenti coperture di micro fair value hedge su titoli a tasso fisso detenuti nel portafoglio AFS. I derivati di questa tipologia presentano un fair value negativo di 13.513 mila euro. Si è adottata la metodologia contabile del macro fair value hedge per la copertura del rischio di tasso associato all’erogazione di mutui a tasso fisso e a tasso variabile con opzione “Cap”. L’applicazione della metodologia di hedge accounting consente di rappresentare contabilmente gli effetti economici delle strategie di copertura attuate. I derivati di copertura relativi a tale strategia presentano un fair value negativo di 36.966 mila euro. Sono presenti coperture di micro fair value hedge su titoli emessi a tasso fisso contabilizzati nei “titoli in circolazione”. I derivati di questa tipologia presentano un fair value negativo di 3.321 mila euro. Si rimanda alla Sezione della Parte E delle note illustrative per la descrizione delle modalità della copertura. NOTE ILLUSTRATIVE 153 Sessione 7 – Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica – Voce 70 7.1 Adeguamento di valore delle passività finanziarie coperte 7.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Adeguamento di valore delle passività coperte/ Componenti del gruppo 30/06/2015 31/12/2014 1. Adeguamento positivo delle passività finanziarie 15.855 2. Adeguamento negativo delle passività finanziarie - - 15.855 26.984 Totale Si è adottata anche la metodologia contabile del Macro Fair Value per la copertura rischio di tasso della raccolta a vista di clientela. La raccolta a vista dalla clientela rappresenta un’importante fonte di funding del Gruppo. Una quota parte di questa raccolta, pari a 1,6 miliardi di euro, seppur contrattualmente a vista, presenta però una forte persistenza nel tempo ed una elasticità imperfetta alla variazione dei tassi di mercato, rappresentata dal così detto “effetto vischiosità”. Questo effetto è stato stimato mediante un modello di analisi che consiste in due componenti: • la stima della relazione dei tassi delle poste a vista con i tassi di mercato in base ad un modello econometrico; • la stima della persistenza dei volumi, attraverso la quale l’ammontare delle poste a vista viene tradotto in un portafoglio di poste a tasso fisso a scadenza. NOTE ILLUSTRATIVE 154 26.984 Sezione 12 – Fondi per rischi e oneri - Voce 120 12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione 12.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario 30/06/2015 Voci/Componenti 1. Fondi di quiescenza aziendali 31/12/2014 2.121 2.320 103.533 121.974 2.1 Controversie legali 52.350 22.193 2.2 Oneri per il personale 42.871 66.351 2. Altri fondi per rischi e oneri 2.3 Altri Totale 8.312 33.430 105.654 124.294 12.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione 30/06/2015 Voci/Componenti 1. Fondi di quiescenza aziendali 31/12/2014 - - 15 78 2.1 Controversie legali - 75 2.2 Oneri per il personale - 3 2. Altri fondi per rischi e oneri 2.3 Altri Totale 15 - 15 78 Viene gestito un Fondo interno alla Banca che eroga un trattamento previdenziale aggiuntivo alle prestazioni erogate dall’INPS. Si tratta di un “Fondo a prestazione definita” i cui importi sono soggetti alla stessa perequazione prevista per le Pensioni INPS, come pure al censimento presso il Casellario Centrale delle Pensioni. Su tale posta di bilancio viene effettuata semestralmente la valutazione attuariale. I beneficiari di tali trattamenti sono coloro che: • risultavano eredi di persone decedute durante il servizio con Credem e con Credemleasing (sostituito dall’attuale Cassa di Previdenza dal 1/1/1996); • risultavano ex dipendenti della Banca Popolare Dauna già in quiescenza oppure che avevano inoltrato le dimissioni entro il 30/11/1999. La Banca Popolare Dauna è confluita in Credem in data 11/12/1999 a seguito di fusione per incorporazione. Gli altri fondi per rischi ed oneri includono principalmente i fondi per revocatorie e cause passive, il fondo per indennità suppletiva clientela promotori finanziari, i fondi oneri futuri per il personale e gli accantonamenti per i rischi connessi a servizi finanziari. Si fornisce di seguito una descrizione delle principali classi di passività potenziali che, nel caso in cui la relativa passività sia stata giudicata probabile, hanno dato luogo ad accantonamenti al fondo a fronte di altri diversi rischi ed oneri. Oneri futuri per il personale: si tratta degli accantonamenti relativi a varie forme di retribuzione non ricorrenti (es: premi di anzianità e bonus) relative a prestazioni già effettuate ma che avranno la manifestazione finanziaria in futuro. Malversazioni: si tratta di controversie nelle quali il Gruppo può essere coinvolto in ragione del normale svolgimento della propria attività d’impresa, vi sono alcune vertenze legali derivanti da comportamenti (asseritamente) anomali posti in essere da dipendenti o promotori finanziari nello svolgimento delle mansioni loro affidate o NOTE ILLUSTRATIVE 155 dell’attività espletata, con conseguenti contestazioni da parte della clientela nei confronti del Gruppo stesso, che può eventualmente essere ritenuto responsabile di tali comportamenti. Il Gruppo procede a una valutazione delle singole posizioni caso per caso, in fatto e in diritto, prestando particolare attenzione al dato documentale/fattuale. Per effetto di detta analisi, ove opportuno, vengono pertanto di volta in volta disposti (e tempo per tempo modificati, ove necessario) gli accantonamenti ritenuti congrui in relazione alle specifiche circostanze della fattispecie in esame. Contenzioso in materia di anatocismo: il numero complessivo delle cause pendenti si mantiene consistente (in crescita anche rispetto agli ultimi anni), alla luce, soprattutto, delle problematicità derivanti da alcuni orientamenti della Giurisprudenza (oltre che dalle evoluzioni della normativa di settore). Tutte le cause in materia– con crescente frequenza comprendenti anche contestazioni relative al superamento del Tasso Soglia Usura – sono oggetto di costante monitoraggio e i rischi che ne derivano, ove opportuno, sono fronteggiati da appositi accantonamenti al Fondo rischi ed oneri diversi, in applicazione di quanto previsto dallo IAS 37. Contenzioso in materia di servizi di investimento: quanto alle contestazioni aventi ad oggetto servizi di investimento – bond in default, derivati, ecc.– la policy adottata dal Gruppo in materia è quella di procedere ad una valutazione delle singole posizioni caso per caso, prestando particolare attenzione al dato documentale e al profilo dell’adeguatezza degli investimenti contestati rispetto alla posizione della singola controparte. Per effetto di detta analisi, ove ritenuto opportuno, vengono pertanto di volta in volta disposti gli accantonamenti ritenuti congrui in relazione alle specifiche circostanze. Il Gruppo, inoltre, prevede ad effettuare accantonamenti a fronte dei reclami pervenuti in materia di servizi di investimento in applicazione di quanto previsto dal paragrafo 39 dello IAS 37. Contenzioso fiscale Euromobiliare Asset Management SGR: Ispezione Agenzia delle Entrate, Anno 2012 Il 16 marzo 2015 ha avuto inizio una verifica fiscale presso Euromobiliare Asset Management SGR spa, sull’anno di imposta 2012, da parte della Direzione provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate, esteso ad Ires, IRAP ed IVA. Dopo approfondite indagini, il 29 luglio è stato notificato alla società il Processo Verbale di chiusura delle operazioni di verifica, nel quale viene statuito che “non sono emerse fattispecie fiscalmente rilevanti”. Credem International Lux Ispezione Agenzia delle Entrate, Anni 2007-2012 L’8 giugno 2015 la Direzione provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate ha notificato al rappresentante legale della controllata Credem International Lux un “invito a comparire”, atto col quale viene convocato un potenziale soggetto passivo di imposta al fine di informarlo formalmente dell’avvio di un’attività ispettiva a suo carico (o, come in questo caso, a carico della società di cui lo stesso è rappresentante legale). Nell’atto è stato comunicato che l’analisi della documentazione reperita, in sede di verifica (di cui sopra), presso Euromobiliare Asset Management SGR spa, ha condotto l’Agenzia delle Entrate al convincimento che la valutazione allo stato attuale che la “direzione effettiva” e “l’oggetto principale dell’attività” di Credemlux siano in Italia, presso la sede dell’SGR. Il 28 luglio 2015 l’Agenzia delle Entrate ha notificato il Processo Verbale di chiusura dell’attività di verifica che, in estrema sintesi, conferma la suddetta valutazione in merito alla direzione effettiva e all’oggetto principale della attività di Credem International Lux. In attesa del prossimo passo dell’Agenzia delle Entrate, Credem International Lux porrà in essere tutte le attività volte a salvaguardare i propri interessi, sia verso l’ordinamento tributario italiano sia verso l’Organo di Controllo e Vigilanza bancaria e verso l’Amministrazione finanziaria lussemburghesi, al fine di tentare di ottenere un loro diretto coinvolgimento avverso le pretese dell’Agenzia delle Entrate. NOTE ILLUSTRATIVE 156 Conseguentemente, in tale contesto, in fase assolutamente iniziale, la società seguirà l’evoluzione degli elementi a propria disposizione che allo stato attuale non comportano la individuazione di alcun accantonamento a presidio del rischio che dovesse avere impatto sulla società e sul Gruppo. Sono infine presenti controversie di minore rilevanza relative all’operatività posta in essere dai promotori finanziari, al contenzioso lavoristico, nonché all’ambito immobiliare, amministrativo. Per i fondi relativi a revocatorie, cause passive e rischi per servizi finanziari, le stime sono state effettuate analiticamente sulle singole posizioni nel caso in cui la controparte abbia già intrapreso un’azione giudiziaria e sulla base del rischio potenziale stimato su serie storico-statistiche in caso di presenza di elementi oggettivi di rischio (reclami), non ancora concretizzatesi in azioni giudiziarie. Si è proceduto alla determinazione dell’impatto dell’attualizzazione, utilizzando quale tasso l’Euribor. NOTE ILLUSTRATIVE 157 Sezione 13 – Riserve tecniche − Voce 130 13.1 Riserve tecniche: composizione Lavoro diretto A. Ramo danni Totale Totale 30/06/2015 31/12/2014 Lavoro indiretto - - - - A.1 Riserve premi - - - - A.2 Riserve sinistri - - - - A.3 Altre riserve - - - - 3.180.700 - 3.180.700 2.979.421 B. Ramo vita B.1 Riserve matematiche 3.140.905 - 3.140.905 2.945.353 B.2 Riserve per somme da pagare 28.357 - 28.357 22.553 B.3 Altre riserve 11.438 - 11.438 11.515 - - - - C.1 Riserve relative a contratti le cui prestazioni sono connesse con fondi di investimento e indici di mercato - - - - C.2 Riserve derivanti dalla gestione dei fondi pensione - - - - 3.180.700 - 3.180.700 2.979.421 C. Riserve tecniche allochè il rischio dell'investimento è sopportato dagli assicuratori D. Totale riserve tecniche I valori iscritti si riferiscono alla controllata Credemvita. NOTE ILLUSTRATIVE 158 Sezione 15 – Patrimonio del gruppo – Voci 140, 160, 170, 180, 190, 200 e 220 Al 30 giugno 2015 il capitale sociale, invariato rispetto al 31 dicembre 2014, risulta composto di 332.392.107 azioni da nominali 1 Euro per un importo di 332,4 milioni di Euro. Sono presenti 810.403 azioni proprie in portafoglio, per un controvalore di 2,3 milioni di euro, acquistate nell’ambito del programma che ha dato esecuzione alla delibera adottata dall’Assemblea Ordinaria del 27 aprile 2012; tale programma ha lo scopo di acquistare azioni di Credito Emiliano ad integrale copertura dei piani di remunerazione basati su strumenti finanziari da destinare alla categoria dei dirigenti con responsabilità strategiche e del “personale più rilevante” del gruppo bancario. Ai sensi delle norme vigenti, gli estremi del programma sono già stati comunicati al mercato. Per maggiori dettagli riguardo i piani di remunerazione basati su strumenti finanziari si rinvia alla “Parte I” delle presenti note illustrative. Sezione 16 – Patrimonio di pertinenza i terzi Voce 210 16.1 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue 16.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Voci / Valori 30/06/2015 31/12/2014 1. Capitale 6 2. Sovrapprezzi di emissione 2 6 3. Riserve - 274 4 Azioni proprie - - 5 Riserve di valutazione - (2) 6. Strumenti di capitale - - 7. Utile (Perdita) dell'esercizio di pertinenza di terzi - 86 8 430 Totale 66 La riduzione del patrimonio di terzi è ascrivibile all’acquisto, effettuato nel corso del semestre, di 1.150 azioni di Euromobiliare Asset Management SGR; la quota detenuta nella società da Credem è ora al 100%. NOTE ILLUSTRATIVE 159 Altre informazioni Il principio contabile IFRS 7 richiede di fornire una specifica informativa degli strumenti finanziari: • che sono stati compensati nello stato patrimoniale ai sensi dello IAS 32; • che sono potenzialmente compensabili, al ricorrere di determinate condizioni, ma esposti nello stato patrimoniale a saldi aperti in quanto regolati da “accordi quadro di compensazione o accordi simili” che tuttavia non rispettano i criteri stabiliti dallo IAS 32 per operare la compensazione di bilancio. Per la disclosure di tali accordi il principio richiede di considerare gli effetti delle garanzie reali finanziarie ricevute e prestate. Al riguardo si segnala che, sulla base dell’analisi effettuata, non risultano in essere accordi di netting per i quali si debba procedere alla compensazione dei saldi nello stato patrimoniale, ai sensi di quanto richiesto dallo IAS 32. Pertanto nelle seguenti tabelle le colonne relative all’”Ammontare delle attività/passività finanziarie compensato in bilancio” non risultano avvalorate. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari Forme tecniche 1. Derivati Ammontare delle attività finanziarie compensato in bilancio (b) Ammontare lordo delle attività finanziarie (a) Ammontari correlati non oggetto di compensazione in Bilancio Ammontare netto delle attività finanziarie riportato in bilancio (c=a-b) Depositi di contante ricevuti in garanzia (e) Strumenti finanziari (d) Ammontare netto Ammontare netto 31/12/2014 30/06/2015 (f=c-d-e) 266.835 - 266.835 134.453 95.390 36.993 31.263 50.948 - 50.948 50.948 - - - 3. Prestito titoli - - - - - - - 4. Altri - - - - - - - Totale 30/06/2015 317.783 - 317.783 185.401 95.390 36.993 x Totale 31/12/2014 593.141 - 593.141 463.148 98.730 x 31.263 2. Pronti contro termine Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari Forme tecniche 1. Derivati Ammontare delle passività finanziarie compensato in bilancio (b) Ammontare lordo delle passività finanziarie (a) Ammontari correlati non oggetto di compensazione in Bilancio Ammontare netto delle passività finanziarie riportato in bilancio (c=a-b) Depositi di contante posti a garanzia (e) Strumenti finanziari (d) Ammontare netto Ammontare netto 31/12/2014 30/06/2015 (f=c-d-e) 202.058 - 202.058 134.453 65.073 2.531 11.631 3.036.433 - 3.036.433 3.036.433 - - - 3. Prestito titoli - - - - - - - 4. Altre operazioni - - - - - - - Totale 30/06/2015 3.238.491 - 3.238.491 3.170.886 65.073 2.531 x Totale 31/12/2014 3.556.293 - 3.556.293 3.376.220 168.442 x 11.631 2. Pronti contro termine NOTE ILLUSTRATIVE 160 PARTE C INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO Sezione 1 – Gli Interessi - Voci 10 e 20 1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione 1.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Voci/Forme tecniche Titoli di debito 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita Finanziamenti Totale 30/06/2015 Altre operazioni Totale 30/06/2014 138 - 821 959 32 - - 32 1.344 47 25.392 - 32 25.424 56.536 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - 5. Crediti verso banche - 76 9 85 1.073 6. Crediti verso clientela - 240.130 29.009 269.139 301.665 7. Derivati di copertura x 1.076 1.076 505 8. Altre attività x 173 173 206 240.206 31.120 296.888 361.376 Totale 25.562 1.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Voci/Forme tecniche Titoli di debito 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita Finanziamenti Totale 30/06/2015 Altre operazioni Totale 30/06/2014 - - - - - 1.068 - - 1.068 1.086 30.926 27.048 - - 27.048 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - 5. Crediti verso banche - - - - 5 6. Crediti verso clientela - - - - - 7. Derivati di copertura x x - - - 8. Altre attività x x - - - 28.116 - - 28.116 32.017 Totale .4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione NOTE ILLUSTRATIVE 161 1.4.1 Di pertinenza del gruppo bancario Voci/Forme tecniche Debiti Totale 30/06/2015 Altre operazioni Titoli Totale 30/06/2014 1. Debiti verso banche centrali (707) X - (707) 2. Debiti verso banche (952) X - (952) (3.772) (30.899) X - (30.899) (36.729) 3. Debiti verso clientela 4. Titoli in circolazione X (3.205) (55.984) - (55.984) (72.557) 5. Passività finanziarie di negoziazione - - - - (68) 6. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - (77) (3) 7. Altre passività e fondi X X - - 8. Derivati di copertura X X - - - (32.558) (55.984) - (88.542) (116.411) Totale 1.4.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Voci/Forme tecniche Debiti Totale 30/06/2015 Altre operazioni Titoli Totale 30/06/2014 1. Debiti verso banche centrali - X - - - 2. Debiti verso banche - X - - - 3. Debiti verso clientela - X - - - - - - - 4. Titoli in circolazione X 5. Passività finanziarie di negoziazione - - - - 6. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - - (4) (4) (4) 7. Altre passività e fondi X 8. Derivati di copertura X Totale NOTE ILLUSTRATIVE 162 X X - - - - - (4) (4) (4) Sezione 2 – Le commissioni - Voci 40 e 50 2.1 Commissioni attive: composizione 2.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Totale 30/06/2015 Tipologia servizi/Valori Totale 30/06/2014 a) garanzie rilasciate 2.280 b) derivati su crediti - - 183.330 148.052 6.898 5.491 c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute 2.260 895 785 114.951 88.957 3.1. individuali 33.223 26.673 3.2. collettive 81.728 62.284 1.330 1.404 3. gestioni di portafogli 4. custodia e amministrazione di titoli 5. banca depositaria 46 45 32.273 25.944 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 3.820 4.195 8. attività di consulenza 6.490 4.408 6.005 3.785 6. collocamento di titoli 8.1 in materia di investimenti 8.2 in materia di struttura finanziaria 9. distribuzione di servizi di terzi 9.1 gestioni di portafogli 485 623 16.627 16.823 - - 9.1.1. individuali - - 9.1.2. collettive - - 13.584 13.966 9.2 prodotti assicurativi 9.3 altri prodotti d) servizi di incasso e pagamento e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione 3.043 2.857 34.139 33.804 - - f) servizi per operazioni di factoring 4.807 4.946 g) esercizio di esattorie e ricevitorie - - h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione - - 46.704 45.955 i) tenuta e gestione dei conti correnti j) altri servizi Totale 7.375 6.612 278.635 241.629 NOTE ILLUSTRATIVE 163 2.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Totale 30/06/2015 Tipologia servizi/Valori Totale 30/06/2014 a) garanzie rilasciate - b) derivati su crediti - - 17.672 10.578 1. negoziazione di strumenti finanziari - - 2. negoziazione di valute - - 3. gestioni di portafogli - - 3.1. individuali - - 3.2. collettive - - 4. custodia e amministrazione di titoli - - 5. banca depositaria - - 6. collocamento di titoli - - 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini - - 8. attività di consulenza - - 8.1 in materia di investimenti - - 8.2 in materia di struttura finanziaria - - 17.672 10.578 c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 9. distribuzione di servizi di terzi 9.1 gestioni di portafogli - - - 9.1.1. individuali - - 9.1.2. collettive - - 17.672 10.578 9.2 prodotti assicurativi - - d) servizi di incasso e pagamento 9.3 altri prodotti - - e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione - - f) servizi per operazioni di factoring - - g) esercizio di esattorie e ricevitorie - - h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione - - - - i) tenuta e gestione dei conti correnti j) altri servizi Totale NOTE ILLUSTRATIVE 164 - - 17.672 10.578 2.2 Commissioni passive: composizione 2.2.1 Di pertinenza del gruppo bancario Totale 30/06/2015 Servizi/Valori a) garanzie ricevute Totale 30/06/2014 (137) b) derivati su crediti c) servizi di gestione e intermediazione - (57.150) (42.770) (336) (357) 1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute 3. gestioni di portafogli: - - (6.079) (5.759) 3.1 proprie 3.2 delegate da terzi 4. custodia e amministrazione di titoli (3.008) - (733) (608) (5.346) (5.151) (2.619) (1.778) 5. collocamento di strumenti finanziari (137) (218) (47.979) (34.658) d) servizi di incasso e pagamento (5.319) (5.122) e) altri servizi (3.772) (3.232) (66.378) (54.132) 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi Totale 2.2.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Totale 30/06/2015 Servizi/Valori Totale 30/06/2014 a) garanzie ricevute - b) derivati su crediti - - (6.177) (4.151) 1. negoziazione di strumenti finanziari - - 2. negoziazione di valute - - 3. gestioni di portafogli: - - 3.1 proprie - - 3.2 delegate da terzi - - c) servizi di gestione e intermediazione 4. custodia e amministrazione di titoli 5. collocamento di strumenti finanziari 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi - - - (6.177) (4.151) - - d) servizi di incasso e pagamento - - e) altri servizi - - (6.177) (4.151) Totale NOTE ILLUSTRATIVE 165 Sezione 3 – Dividendi e proventi simili - Voci 70 3.1 Dividendi e proventi simili: composizione 3.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Totale 30/06/2015 Totale 30/06/2014 Voci/Proventi Proventi da quote di O.I.C.R Dividendi A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione Proventi da quote di O.I.C.R Dividendi 61 - 5 - B. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - 1.303 - C. Attività finanziarie valutate al fair value - - - D. Partecipazioni Totale X 61 - - X 1.308 - 3.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Totale 30/06/2015 Totale 30/06/2014 Voci/Proventi Proventi da quote di O.I.C.R Dividendi Proventi da quote di O.I.C.R Dividendi A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - B. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - C. Attività finanziarie valutate al fair value - 435 - 429 D. Partecipazioni Totale NOTE ILLUSTRATIVE 166 - X 435 - - X 429 Sezione 4 – Il risultato netto dell’attività di negoziazione – Voce 80 4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione Operazioni/Componenti reddituali Utili da Perdite da Minusvalenze (C) negoziazione (B) negoziazione (D) Plusvalenze (A) 1. Attività finanziarie di negoziazione Risultato netto [(A+B) - (C+D)] 30/06/2015 30/06/2014 630 5.776 (2.859) (773) 2.774 5.669 594 4.573 (863) (214) 4.090 5.573 36 1.202 (254) (557) 427 (414) 1.3 Quote di O.I.C.R. - 1 (1.742) (2) (1.743) 510 1.4 Finanziamenti - - - - - - 1.5 Altre - - - - - - - - - - - - 2.1 Titoli di debito - - - - - - 2.2 Debiti - - - - - - 2.3 Altre - - - - - - 5.057 3.238 1.1 Titoli di debito 1.2 Titoli di capitale 2. Passività finanziarie di negoziazione 3. Altre attività e passività finanziarie: differenze di cambio X 4. Strumenti derivati 4.1 Derivati finanziari: - Su titoli di debito e tassi di interesse - Su titoli di capitale e indici azionari - Su valute e oro - Altri 4.2 Derivati su crediti Totale X X X 17.367 41.497 (1.045) (56.669) (3) (5.915) 17.367 41.497 (1.045) (56.669) (3) (5.915) 17.140 31.749 (1.040) (47.010) 839 (5.681) 227 9.748 (5) (9.659) 311 10 X X X X (1.153) (244) - - - - - - - - - - - - 17.997 47.273 (3.904) (57.442) 7.828 2.992 Nella presente tabella i risultati della negoziazione delle attività finanziarie per cassa in valuta sono indicati separatamente da quelli relativi all’attività in cambi. NOTE ILLUSTRATIVE 167 Sezione 5 - Il risultato netto dell'attività di copertura - Voce 90 5.1 Risultato netto dell'attività di copertura: composizione Componenti reddituali/Valori Totale 30/06/2015 Totale 30/06/2014 A. Proventi relativi a: A.1 Derivati di copertura del fair value 62.608 78.384 - 48.060 42.568 9.868 A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - 93 A.5 Attività e passività in valuta - - 105.176 136.405 A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) Totale proventi dell'attività di copertura (A) B. Oneri relativi a: B.1 Derivati di copertura del fair value (54.903) (9.961) B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) (47.880) (80.674) - (47.606) (15) - B.3 Passività finanziarie coperte (fair value) B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari B.5 Attività e passività in valuta Totale oneri dell'attività di copertura (B) C. Risultato netto dell'attività di copertura (A-B) - - (102.798) (138.241) 2.378 (1.836) La metodologia contabile del macro fair value hedge è stata applicata per la copertura del rischio di tasso associato all’erogazione di mutui a tasso fisso e a tasso variabile con opzione “Cap”, per la copertura rischio di tasso della raccolta a vista di clientela, e la metodologia contabile del micro fair value hedge per la copertura del rischio di tasso per alcuni titoli a tasso fisso detenuti nei portafogli “AFS” e “Crediti” e per la copertura del rischio di tasso per alcune obbligazioni emesse a tasso fisso classificate nella voce “titoli in circolazione”. NOTE ILLUSTRATIVE 168 Sezione 6 - Utili (Perdite) da cessione/riacquisto - Voce 100 6.1 Utile (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione 6.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Totale 30/06/2015 Totale 30/06/2014 Voci/Componenti reddituali Utili Perdite Risultato netto Utili Perdite Risultato netto Attività finanziarie 1. Crediti verso banche - - - - - 2. Crediti verso clientela - - - - - - 117.026 (1.816) 115.210 44.307 (580) 43.727 111.448 (1.816) 109.632 44.300 (576) 43.724 5.577 - 5.577 - (3) (3) 3.3 Quote di O.I.C.R. 1 - 1 7 (1) 6 3.4 Finanziamenti - - - - - - - - - - - - 117.026 (1.816) 115.210 44.307 (580) 43.727 1. Debiti verso banche - - - - - - 2. Debiti verso clientela - - - - - - 685 (7.655) (6.970) 514 (1.878) (1.364) 685 (7.655) (6.970) 514 (1.878) (1.364) 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3.1 Titoli di debito 3.2 Titoli di capitale 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività - Passività finanziarie 3. Titoli in circolazione Totale passività Nel corso del semestre in rassegna si è infatti proceduto, in relazione ai ristretti margini di ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza. Tale operazione ha comportato l’appostazione di componenti economiche che hanno inciso positivamente per circa 100 milioni di euro. Si è provveduto, inoltre, alla cessione delle azioni detenute in SIA, registrando una plusvalenza di circa di 5,6 milioni di euro. Sono stati rilevati effetti negativi nel riacquisto di proprie obbligazioni subordinate, non più computabili nei fondi propri, finalizzato principalmente al miglioramento del costo di tale forma di finanziamento. NOTE ILLUSTRATIVE 169 6.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Totale 30/06/2015 Totale 30/06/2014 Voci/Componenti reddituali Utili Perdite Risultato netto Utili Perdite Risultato netto Attività finanziarie 1. Crediti verso banche - - - - - 2. Crediti verso clientela - - - - - - 71.745 (18.195) 53.550 48.358 (5.689) 42.669 39.216 (12.679) 26.537 23.167 (1.104) 22.063 - - - - - - 32.529 (5.516) 27.013 25.191 (4.585) 20.606 - - - - - - - - - - - - 71.745 (18.195) 53.550 48.358 (5.689) 42.669 1. Debiti verso banche - - - - - - 2. Debiti verso clientela - - - - - - 3. Titoli in circolazione - - - - - - - - - - - - 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3.1 Titoli di debito 3.2 Titoli di capitale 3.3 Quote di O.I.C.R. 3.4 Finanziamenti 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività - Passività finanziarie Totale passività NOTE ILLUSTRATIVE 170 Sezione 7 – Il Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value – Voce 110 7.1 Variazione netta di valore delle attività/passività finanziarie valutate al fair value: composizione 7.1.1 Di pertinenza del gruppo bancario Risultato netto [(A+B) − (C+D)] Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze (A) Utili da realizzo (B) Minusvalenze (C) Perdite da realizzo (D) 30/06/2015 30/06/2014 1. Attività finanziarie 17 - - - 17 1.1 Titoli di debito 17 - - - 17 1.2 Titoli di capitale - - - - - 1.3 Quote di O.I.C.R. - - - - - 1.4 Finanziamenti - - - - - - - (6) (12) (18) 2.1 Titoli di debito - - (6) (12) (18) 2.2 Debiti verso banche - - - - - 2.3 Debiti verso clientela - - - - - x x x x - 98 - (17) - 81 115 - (23) (12) 80 2. Passività finanziarie 3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio 4.Derivati creditizi e finanziari Totale 48 48 (193) (193) (174) (319) NOTE ILLUSTRATIVE 171 7.1.2 Di pertinenza delle imprese di assicurazione Risultato netto [(A+B) − (C+D)] Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze (A) 1. Attività finanziarie Utili da realizzo (B) Minusvalenze (C) Perdite da realizzo (D) 30/06/2015 30/06/2014 34.805 26.751 (10.599) (1.002) 49.955 30 6 (1.711) (39) (1.714) - - - - - 34.775 26.745 (8.888) (963) 51.669 - - - - - - - (38.259) - (38.259) 2.1 Titoli di debito - - - - - 2.2 Debiti verso banche - - - - - 2.3 Debiti verso clientela - - (38.259) - (38.259) 3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio x x x x 372 4.Derivati creditizi e finanziari - - - 1 1 34.805 26.751 (48.858) (1.001) 12.069 1.1 Titoli di debito 1.2 Titoli di capitale 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 2. Passività finanziarie Totale La voce comprende la valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value, la valutazione dei titoli di nostra emissione valutati al fair value (passività finanziarie valutate al fair value) e la valutazione dei derivati ad essi collegati. NOTE ILLUSTRATIVE 172 36.839 2.778 34.061 (28.476) (28.476) 2 8.365 Sezione 8 - Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130 8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento crediti: composizione Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Totale Operazioni/Componenti reddituali Specifiche Specifiche Di portafoglio Di portafoglio Cancellazioni Altre 30/06/2015 A B A 30/06/2014 B A. Crediti verso banche - Finanziamenti - - - - - - - - - - Titoli di debito - - - - - - - - - - Finanziamenti - - x - - x x - - - Titoli di debito - - x - - x x - - - Finanziamenti (949) (76.305) (10.140) 9.971 13.007 - 396 (64.020) (32.883) - Titoli di debito - - - - - - - - - (949) (76.305) (10.140) 9.971 13.007 - 396 (64.020) (32.883) B. Crediti verso clientela Crediti deriorati acquistati Altri crediti C. Totale A= da interessi B= da altre riprese Gli effetti della prolungata fase recessiva si sono manifestati anche nel semestre in corso, determinando nuovi afflussi di credito problematico; il costo del credito è risultato in aumento. Le maggiori rettifiche, ascrivibili al necessario rigore valutativo delle policy creditizie, sono state principalmente destinate al potenziamento delle coperture sia dei crediti in bonis, sia dei crediti problematici. NOTE ILLUSTRATIVE 173 8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Specifiche Specifiche Totale 30/06/2015 Operazioni/Componenti reddituali Altre Cancellazioni A Totale 30/06/2014 B A. Titoli di debito - - - - - - B. Titoli di capitale - (61) - - (61) - C. Quote OICR - - X - - D. Finanziamenti a banche - - X - - - E. Finanziamenti a clientela - - - - - - F. Totale - (61) - - (61) - X A= da interessi B= da altre riprese Le rettifiche si riferiscono all’interessenza azionaria detenuta in Reggio Emilia Fiere. 8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione Rettifiche di valore (1) Operazioni/Componenti reddituali Riprese di valore (2) Specifiche Specifiche Totale Di portafoglio 30/06/2015 Di portafoglio Cancellazioni Altre A B A 30/06/2014 B A. Garanzie rilasciate - (504) - - 58 - - (446) 1.606 B. Derivati su crediti - - - - - - - - - C. Impegni ad erogare fondi - - - - - - - - - D. Altre operazioni - - - - 380 - - 380 148 E. Totale - (504) - - 438 - - (66) 1.754 NOTE ILLUSTRATIVE 174 Sezione 9 – Premi netti - Voce 150 9.1 Premi netti: composizione Premi derivanti dall’attività assicurativa Lavoro diretto Totale 30/06/2015 Lavoro indiretto Totale 30/06/2014 A. Ramo vita A.1 Premi lordi contabilizzati (+) A.2 Premi ceduti in riassicurazione (-) A.3 Totale 348.282 (910) X 347.372 348.282 525.675 (910) (468) - 347.372 525.207 - - - - - B. Ramo danni B.1 Premi lordi contabilizzati (+) - B.2 Premi ceduti in riassicurazione (-) - B.3 Variazione dell'importo lordo della riserva premi (+/-) - - - - B.4 Variazione della riserva premi a carico dei riassicuratori (+/-) - - - - B.5 Totale - - - - 347.372 - 347.372 525.207 C. Totale premi netti X NOTE ILLUSTRATIVE 175 Sezione 10 – Saldo altri proventi e oneri della gestione assicurativa - Voce 160 10.1 Saldo altri proventi e oneri della gestione assicurativa: composizione Totale 30/06/2015 Totale 30/06/2014 1. Variazione netta delle riserve tecniche (283.556) (466.838) 2. Sinistri di competenza pagati nell'esercizio (113.473) (106.656) 3. Altri proventi e oneri (netti) della gestione assicurativa Totale NOTE ILLUSTRATIVE 176 (164) (12) (397.193) (573.506) Sezione 11 – Le spese amministrative - Voce 180 In riferimento all’andamento delle spese generali e degli ammortamenti, anche il semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia progettuali, sia di potenziamento reti) finalizzate allo sviluppo commerciale, nonché da intense attività progettuali di natura normativa. 11.1 Spese per il personale: composizione Totale Totale 30/06/2015 Tipologia di spese/Valori 1) Personale dipendente a) salari e Stipendi b) Oneri sociali c) Indennità di fine rapporto d) Spese previdenziali e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: 30/06/2014 (233.483) (221.231) (172.745) (163.719) (41.225) (39.586) (8.530) (7.423) (389) (344) (1.564) (1.425) - (180) - a contribuzione definita - (180) - a benefici definiti - - (2.284) (2.174) (2.284) (2.174) g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: - a contribuzione definita - a benefici definiti h) Costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali i) altri benefici a favore di dipendenti - - (566) (737) (6.180) (5.643) 2) Altro personale in attività (2.680) (2.722) 3) Amministratori e sindaci (1.162) (1.190) 4) Personale collocato a riposo Totale - (16) (237.325) (225.159) Come da indicazioni della circolare di Banca d’Italia 262 del 22 dicembre 2005 (e successivi aggiornamenti): - nella voce “Spese per il personale” figurano anche i compensi agli amministratori e ai sindaci e le spese relative ai contratti di lavoro atipici; - il costo del personale dipendente è al netto dei recuperi di spesa per i dipendenti della banca distaccati presso le società controllate ed è comprensivo dei compensi pagati alle società controllate relativi a personale distaccato presso la banca; - la sottovoce “Altro personale in attività” comprende compensi p e r collaborazioni coordinate. 11.2 Numero medio dei dipendenti per categoria Totale Totale 30/06/2015 1) Personale dipendente 30/06/2014 5.838 a) dirigenti 5.726 159 155 b) quadri direttivi 2.772 2.695 c) restante personale dipendente 2.907 2.876 2) Altro personale Totale 94 91 5.932 5.817 NOTE ILLUSTRATIVE 177 11.5 Altre spese amministrative: composizione Tipologia servizi/Valori Totale 30/06/2015 Imposte e tasse Imposta di bollo Totale 30/06/2014 (47.479) (43.024) (41.020) (37.563) Imposta Comunale su immobili (1.437) (1.373) Altro (5.022) (4.088) (108.180) (102.391) (1.209) (1.230) Altre spese Assicurazioni ATM (663) (697) Economato, cancelleria, stampati (4.414) (4.360) Formazione (1.416) (1.498) Energia elettrica (2.907) (3.457) (14.231) (14.540) Altre spese immobiliari (5.409) (5.902) Info provider (4.832) (4.704) (22.412) (19.194) Fitti passivi su immobili Elaborazioni elettroniche presso terzi Macchine ufficio (82) (84) Lavorazione bancarie esternalizzate (1.801) (1.624) Marketing (9.144) (8.869) Mobilità (5.724) (5.371) POS (2.069) (1.650) Postali (3.491) (3.531) Consulenza (4.952) (3.546) Spese legali per recupero crediti (2.753) (2.807) Spese legali (2.238) (2.879) (409) (571) Reti e servizi interbancari (1.102) (1.212) Telefoniche (2.661) (3.304) (129) (154) Trasporto valori e contazione (1.418) (1.408) Vigilanza (2.423) (2.354) Visure e informazioni (2.564) (2.693) Altri compensi a professionisti esterni Trasporti Altre spese Totale (7.727) (4.752) (155.659) (145.415) L’incremento della suddetta voce è ascrivibile principalmente al calcolo dell’imposta di bollo sui dossier titoli, che trova adeguata contropartita nella voce “Altri proventi di gestione”. NOTE ILLUSTRATIVE 178 Sezione 12 – Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri - Voce 190 12.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione 30/06/2015 Totale Accantonamento netto al fondo rischi per cause passive e revocatorie 30/06/2014 Totale (4.605) Interessi passivi da attualizzazione fondo per cause passive e revocatorie Riattribuzione a conto economico relative al fondo rischi per cause passive e revocatorie Accantonamenti ad altri fondi Interessi passivi da attualizzazione relativi ad altri fondi Riattribuzione a conto economico relative ad altri fondi Totale (3.191) (22) (32) 2.907 628 (11.159) (1.118) (81) (1.073) 3.607 882 (9.353) (3.904) Nel semestre è stato registrato un accantonamento di 5,1 milioni di euro a fondi rischi ed oneri a titolo di contributo al Fondo Nazionale per la Risoluzione. Nell’ambito della direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive – 2014/59/EU), che definisce, con decorrenza 1° gennaio 2015, le nuove regole di risoluzione delle crisi bancarie, gli stati membri dovranno infatti costituire, a finanziamento di tali eventualità e nel periodo 2015-2024 (e fino a concorrenza di un livello di risorse pari ad almeno l’1% dell’ammontare dei depositi protetti), un Fondo attraverso una contribuzione ex ante (più una parte eventuale ex post, al verificarsi di determinate circostanze). La direttiva BRRD è stata recepita nell’ordinamento nazionale i primi giorni di luglio. L’accantonamento effettuato, che riflette la quota di competenza relativa all’intero esercizio 2015, risulta dall’interpretazione 21 recentemente omologata dall’IFRIC secondo la quale la passività relativa al pagamento di un tributo nasce nel momento in cui si verifica il fatto vincolante; vi è infatti la certezza di dover corrispondere il pagamento annuale per il 2015 e, inoltre, il Gruppo è stato in grado di effettuare una stima, al meglio degli elementi attualmente a disposizione, del contributo annuo anche con l’ausilio di informazioni prodotte dall’associazione di categoria. . NOTE ILLUSTRATIVE 179 Sezione 15 – Gli altri oneri e proventi di gestione – Voce 220 15.1 Altri oneri di gestione: composizione Totale 30/06/2015 Rimborsi interessi per incassi e pagamenti in stanza di compensazione Totale 30/06/2014 - (1) Ammortamento migliorie su beni di terzi (1.399) (1.325) Sopravvenienze passive (5.262) (3.678) Altri oneri (6.277) (4.482) (12.938) (9.486) Totale Altri oneri 15.2 Altri proventi di gestione: composizione Totale 30/06/2015 Fitti attivi Recupero di imposte Recupero interesse per incassi e pagamenti in stanza di compensazione Recupero costi amministrativi da società del gruppo Sopravvenienze attive Altri proventi Totale Altri proventi Totale 30/06/2014 1.604 1.630 44.048 39.727 - 6 396 335 2.677 1.604 25.365 26.989 74.090 70.291 La voce “Recuperi di imposta” recepisce il recupero del maggior onere relativo al calcolo dell’imposta di bollo sui dossier titoli. Nella voce “Altri proventi” sono compresi anche i recuperi della “Commissione di istruttoria veloce”, disciplinata dal comma 2 della Legge 23 dicembre 2011. NOTE ILLUSTRATIVE 180 Sezione 16 – Utili (Perdite) delle partecipazioni – Voce 240 16.1 Utili (perdite) delle partecipazioni composizione 16.1 Di pertinenza del gruppo bancario Totale 30/06/2015 Componenti reddituali/Settori Totale 30/06/2014 1) Imprese a controllo congiunto A. Proventi 1.609 938 1.609 938 2. Utili da cessione - - 3. Riprese di valore - - 4. Altri proventi - - (318) (318) 1. Svalutazioni - - 2. Rettifiche di valore da deterioramento - - 3. Perdite da cessione - - (318) (318) 1.291 620 1. Rivalutazioni B. Oneri 4. Altri oneri Risultato Netto 2) Imprese sottoposte a influenza notevole A. Proventi - 6 1. Rivalutazioni - 6 2. Utili da cessione - - 3. Riprese di valore - - 4. Altri proventi - - - - 1. Svalutazioni - - 2. Rettifiche di valore da deterioramento - - 3. Perdite da cessione - - 4. Altri oneri - - Risultato Netto - 6 Totale 1.291 626 B. Oneri La voce “Proventi” recepisce gli utili di Credemassicurazioni consolidata al patrimonio netto mentre la voce ”Oneri” recepisce le rettifiche di valore all’ammortamento del VIF di Credemassicurazioni. NOTE ILLUSTRATIVE 181 PARTE D REDDITIVITA’ CONSOLIDATA COMPLESSIVA PROSPETTO ANALITICO DELLA REDDITIVITA' CONSOLIDATA COMPLESSIVA 30/06/2015 Voci 10. Utile (Perdita) d'esercizio Importo netto Imposta sul reddito Importo lordo X X 119.356 - Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico 20. Attività materiali - - 30. Attività immateriali - - - 40. Piani a benefici definiti 5.339 (1.468) 3.871 50. Attività non correnti in via di dismissione - - - 60. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - - - Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico 70. 80. 90. Copertura di investimenti esteri: - - - a) variazioni di fair value - - - b) rigiro a conto economico - - - c) altre variazioni - - - - - - a) variazioni di fair value - - - b) rigiro a conto economico - - - c) altre variazioni - - - 14.968 (4.950) 10.018 14.848 (4.910) 9.938 120 (40) 80 - - - (124.454) 39.701 (84.753) Differenze di cambio: Copertura dei flussi finanziari: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 100. Attività finanziarie disponibili per la vendita: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico - rettifiche da deterioramento 4.388 (8.883) 35.313 (75.870) - - - (111.183) 35.313 (75.870) - - - - - - a) variazioni di fair value - - - b) rigiro a conto economico - - - c) altre variazioni - - - - - - (55) 18 (37) - utili/perdite da realizzo c) altre variazioni 110. Attività non correnti in via di dismissione: 120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico - - - - rettifiche da deterioramento - - - - utili/perdite da realizzo - - - - - - (104.202) 33.301 (70.901) c) altre variazioni 130. Totale altre componenti reddituali 140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 150. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi 160. Redditività consolidata complessiva di pertinenza della capogruppo NOTE ILLUSTRATIVE 182 (13.271) (111.183) 48.455 48.455 PARTE E INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA Sintesi dell’organizzazione del governo dei rischi della banca, dei relativi processi e delle funzioni chiave. Il Gruppo Credem valuta da sempre come elemento fondante la ricerca di una elevata qualità nel governo dei rischi, ritenuta fattore imprescindibile ed obiettivo strategico al fine di: • garantire la salvaguardia del patrimonio aziendale, assicurando la massima efficacia ed efficienza del processo di creazione del valore; • integrare nei processi decisionali ed operativi di gestione delle differenti aree di business la duplice dimensione rischio rendimento; • assicurare la coerenza dei processi operativi con le strategie, le politiche ed i regolamenti interni. I principali compiti delle strutture organizzative coinvolte nel processo di controllo e gestione dei rischi: • Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo valuta tutte le tipologie di rischio a livello consolidato e ne approva l’assunzione in maniera articolata su Società e Business Unit individuate come rilevanti per l’apporto al rischio di Gruppo, attraverso un articolato processo di Risk Appetite Framework, tenendo in considerazione il business model, il Piano Strategico e in coerenza con l’ICAAP e il sistema dei controlli interni. Credem considera la possibilità che, nell’ambito dell’orizzonte temporale identificato, il rischio possa subire sensibili variazioni in presenza di andamenti avversi di mercato e/o caratterizzati da elevata volatilità dei diversi fattori di rischio; per tener conto di questo e assicurare in ogni situazione al Gruppo margini sufficienti per operare entro la Risk Capacity, vengono definite delle soglie di tolleranza al Risk Appetite (Risk Tolerance), che rappresentano la variazione massima che il gruppo Credem intende accettare in scenari di stress. • I Consigli di Amministrazione delle singole società recepiscono gli obiettivi identificati dal Consiglio di amministrazione della Capogruppo riferiti a mission e profilo di rischio; approvano la struttura dei limiti e delle deleghe operative interne nell’ambito di quanto fissato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo; • Le Direzioni delle singole società realizzano le attività di business di competenza nel rispetto delle deleghe e dei limiti operativi di rischio assegnati dai rispettivi Consigli di Amministrazione. • Il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo svolge l’attività valutativa e propositiva necessaria affinché il CA possa definire e approvare il Risk Appetite Framework (con particolare riferimento alla valutazione degli obiettivi di rischio e delle soglie di tolleranza). Monitora l’andamento del profilo di rischio assunto nel suo complesso rispetto agli obiettivi di Risk Appetite e alle soglie di tolleranza relativamente a tutti gli indicatori previsti nel RAF di Gruppo. • La funzione di Risk Management, collocata all’interno del Servizio RISCHI della Capogruppo, supporta il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nello sviluppo del Risk Appetite Framework distinguendo tra: Rischi quantificabili aventi impatto patrimoniale, ad. es. credito, mercato ed operativi, tasso di interesse, concentrazione, per i quali calcola il capitale economico in funzione del Business Plan ipotizzato; Rischi quantificabili ma senza impatto patrimoniale, ad es. liquidità e leverage, che vengono misurati con metriche e limitazioni specifiche; Rischi non quantificabili, valutati in maniera qualitativa. Presidia il processo di gestione dei rischi delle Società e il loro impatto a livello di Gruppo secondo gli indirizzi forniti dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo. NOTE ILLUSTRATIVE 183 In particolare svolge i seguenti compiti: misura e rendiconta periodicamente i rischi per singola società e a livello di gruppo; verifica il rispetto dei limiti assegnati e la loro coerenza con gli obiettivi di rischio rendimento assegnati; gestisce e sviluppa i sistemi di misurazione dei rischi tramite l’acquisizione di dati di mercato necessari al calcolo; definisce il profilo di rischio dei nuovi prodotti. La Funzione di Risk Management è articolata in più unità operative, distinte tra loro in funzione di specifici profili di rischio che ognuna deve monitorare: Risk Officer, responsabile del coordinamento e della visione d’insieme dei diversi rischi e della reciproca interazione; Uff. “Rischi Operativi e di Credito”, per il monitoraggio di rischi di credito ed operativi; Uff. “Rischi Finanza e ALM” per il monitoraggio di rischi finanziari del banking book; Uff. “Validazione Modelli Interni” per la convalida dei modelli di rischio e di pricing; Uff. “Data management” per il data quality sui processi di risk management. La Funzione di Risk Management è dotata di autorevolezza, tenuto conto del ruolo rivestito all’interno dell’organizzazione e del mandato ricevuto, e professionalità, intesa come possesso delle conoscenze tecniche e di adeguata esperienza al ruolo. Alla stessa sono garantite soluzioni organizzative in grado di preservare l’indipendenza dalle unità di business incaricate della assunzione e gestione economica dei rischi, in particolare: La collocazione gerarchica sotto la Direzione Generale; L’accesso autonomo agli Organi Collegiali; Un sistema incentivante basato sui Key Performance Indicators riferiti ad obiettivi del controllo e non dipendenti dai risultati economici della Banca: La previsione di situazioni di conflitto di interesse nell’assegnazione delle competenze; La possibilità di richiedere l’adozione di sistemi informativi affidabili per identificare, misurare e monitorare adeguatamente tutti i rischi assunti o assumibili nei diversi segmenti operativi e istituire idonee procedure di reporting ai diversi livelli direzionali; L’espressione di pareri, preventivi sulle operazioni rilevanti di competenza delle funzioni e consultivi per quelle attribuite agli Organi Collegiali; La possibilità di valutare preventivamente le proposte in tema di linee guida e di regolamenti relativi alla assunzione dei rischi, ivi compresa l’entrata in nuovi mercati e la sottoscrizione di nuovi prodotti. Descrizione della cultura del rischio nel Grupo e delle modalità attraverso cui viene garantita la diffusione. La responsabilità sul sistema di controllo interno fa capo al Consiglio di Amministrazione, in ottemperanza alla specifica normativa di vigilanza emanata per le banche da Banca d’Italia. Il Consiglio di Amministrazione di Credito Emiliano ha definito le linee di indirizzo dei sistemi di controllo interno, assicurandosi che i principali rischi aziendali siano identificati, gestiti e monitorati in modo adeguato. Le linee di indirizzo del sistema di controllo interno, costituito dall’insieme di regole, procedure e strutture organizzative volte a consentire, attraverso l’adeguato processo di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, la sana e prudente conduzione dell’impresa, sono definite dal Consiglio di Amministrazione, il quale ne valuta l’adeguatezza rispetto alle caratteristiche dell’impresa, avvalendosi NOTE ILLUSTRATIVE 184 dell’assistenza dell’apposito Comitato Consiliare Rischi di Gruppo e delle attività delle funzioni aziendali di controllo. Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi di Credito Emiliano si sostanzia come segue: controlli di “linea” sul regolare svolgimento delle attività quotidiane, effettuati dalle stesse funzioni che pongono in essere le attività; controlli posti in capo alle unità operative/amministrativo contabili, o incorporati nelle procedure; controlli sulla gestione dei rischi di credito (compreso quello di tasso di interesse), di mercato e operativi affidati ad una specifica ed autonoma funzione di Risk Management che si occupa anche del profilo di rischio di liquidità a presidio del c.d. rischio strategico; controlli di secondo livello, volti a presidiare le attività di contrasto e mitigazione del rischio di non conformità alle norme, compresa la disciplina di contrasto al riciclaggio ed al finanziamento al terrorismo; controlli associati al processo di informativa finanziaria; attività di revisione interna, effettuata dal Servizio Audit. Il Gruppo Credem svolge con frequenza almeno annuale il processo ICAAP. L’obiettivo del processo ICAAP consiste nella valutazione autonoma da parte del Gruppo Credem, a livello consolidato, della propria adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica in relazione ai rischi assunti e alle strategie aziendali. In coerenza con il processo ICAAP e gli obiettivi di business, il CA della Capogruppo valuta tutte le tipologie di rischio a livello consolidato e ne approva l’assunzione in maniera articolata su Società e Business Unit individuate come rilevanti per l’apporto al rischio di Gruppo, attraverso un articolato processo di Risk Appetite Framework. Il RAF considera la possibilità che il profilo di rischio atteso possa subire sensibili variazioni in presenza di andamenti avversi di mercato e pertanto prevede delle soglie di tolleranza al Risk Appetite (Risk Tolerance), che rappresentano la variazione massima che Credem intende accettare in scenari di stress. Il Consiglio di Amministrazione, avvalendosi del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo, nel corso dell’esercizio ha valutato il funzionamento del sistema di controllo interno giudicandolo complessivamente adeguato, efficace ed effettivamente attuato rispetto alle caratteristiche della Banca e del Gruppo. Tale giudizio tiene conto del piano per l'implementazione dei punti di miglioramento individuati in esito alle verifiche svolte dalle Funzioni di Controllo. In tale contesto, considerata la peculiare natura di Credito Emiliano, non solo di intermediario bancario, ma anche di società quotata, in assenza della figura dell’amministratore delegato, la Banca non ha ritenuto di individuare alcun amministratore esecutivo incaricato di sovrintendere alla funzionalità del sistema di controllo interno. A questa quindi provvedono: l’Organo con funzione di supervisione strategica, al quale risponde direttamente la Funzione di Revisione Interna; l’Organo con funzione di gestione (nella specie il Consiglio di Amministrazione), sulla scorta della specifica normativa di vigilanza per le banche. Nell’attività di verifica del sistema di controllo interno, il Consiglio di Amministrazione è coadiuvato dall’apposito Comitato Consiliare Rischi Di Gruppo. Credito Emiliano, in qualità di banca autorizzata e di Capogruppo, ha istituito una Funzione di Revisione Interna (Servizio Audit) che dipende direttamente dal Consiglio di Amministrazione di Credito Emiliano e risponde al Comitato Consiliare Rischi Di Gruppo. Il Responsabile del Servizio Audit, in qualità di Responsabile della Funzione di Revisione Interna, è stato nominato dal Consiglio di Amministrazione, su proposta del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo supportato dal Comitato Nomine, e previo parere favorevole e del Collegio Sindacale. NOTE ILLUSTRATIVE 185 Il Responsabile del Servizio Rischi, che coordina le azioni delle funzioni di controllo di secondo livello ovvero la Funzione di Controllo di conformità alle Norme, la Funzione di Risk Management e la Funzione Antiriciclaggio, i cui responsabili (Compliance Officer/Responsabile Funzione Antiriciclaggio e Risk Officer) hanno accesso diretto ed autonomo agli Organi Aziendali della Capogruppo e delle Società del Gruppo, che hanno optato per l’esternalizzazione su Credembanca delle proprie funzioni aziendali di controllo. Il Consiglio, sentito il parere del Comitato Remunerazioni di Gruppo ai sensi delle disposizioni Banca D’Italia in materia, approva la politica di remunerazione a favore dei Responsabili di tutte le funzioni di controllo. Le politiche di incentivazione sono elaborate in modo coerente con i compiti assegnati, avendo cura di evitare situazioni in conflitto rispetto alle aree aziendali soggette al loro controllo. Per ulteriori dettagli si rimanda al documento “Relazione annuale all’assemblea degli azionisti relativa alla politica di remunerazione di gruppo” e in particolare al paragrafo “Remunerazione dei Responsabili delle funzioni aziendali di controllo”. Il Gruppo Credem ha previsto specifiche modalità di coordinamento tra i vari soggetti coinvolti nel sistema di controllo interno e gestione dei rischi. Segnatamente, il coordinamento viene garantito con le seguenti modalità: ricezione della reportistica prodotta dalle funzioni di terzo e secondo livello nonché dai relativi comitati consiliari e interfunzionali, dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio Sindacale precisandosi che quest’ultimo viene informato anche in occasione delle partecipazioni alle singole riunioni dei Comitati e del Consiglio di Amministrazione; invio della reportistica prodotta dalle funzioni di secondo livello alla Funzione di Revisione Interna; analisi delle tematiche di controllo interno e analisi dei relativi rischi nell’ambito del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo, il quale registra, tra l’altro, la partecipazione del Responsabile del Servizio Audit, anche in qualità di Segretario dello stesso (e perciò sempre informato di ogni tematica trattata dal Comitato), la partecipazione del Responsabile del Servizio Rischi, la partecipazione del Dirigente Preposto e del Responsabile della Funzione Compliance e Antiriciclaggio, quest’ultimi per le riunioni di relativo interesse, e da ultimo, la possibile presenza di ogni eventuale ulteriore invitato di cui si reputi opportuna la partecipazione per quanto già indicato in precedenza. Al fine di mantenere una elevata attenzione alle tematiche di controllo dei rischi connessi all’attività bancaria, il Gruppo Credem ha predisposto da alcuni anni una intensa attività formativa a tutti i livelli della struttura, compresi gli Organi Collegiali. Su questo ultimo aspetto nel corso del 2014 si sono svolte 5 sedute di Consiglio d’Amministrazione dedicate a formazione in termini di rischi e controlli, in collaborazione con docenti universitari. Alle sedute oltre al Board hanno partecipato i componenti del Collegio Sindacale e il Top Management. Le informazioni presenti nella Sezione 1 sono riferite esclusivamente al Gruppo bancario, ad eccezione dei casi previsti dalla circolare 262 della Banca d’Italia. Nell’ambito degli interventi di adeguamento al 15° aggiornamento del 2/07/2013 alla Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006, lo scorso 18 giugno 2015 il Consiglio di Amministrazione di Credembanca ha approvato un nuovo assetto organizzativo per le Funzioni aziendali di controllo di secondo livello (c.d. FAC di secondo livello) a decorrere dal 1/07/2015. Il Consiglio di Credembanca, sentiti i pareri dei Comitati Consiliari Rischi e Nomine di Gruppo e del Collegio Sindacale, ha assegnato al proprio Comitato Esecutivo la responsabilità gerarchica sulle funzioni aziendali di controllo di secondo livello, e inoltre ha provveduto, alla costituzione dei seguenti due servizi, entrambi con riporto diretto verso il Comitato Esecutivo: • Servizio Compliance e Antiriciclaggio, il cui responsabile è individuato anche come Compliance Officer, e all’interno del quale confluiscono gli uffici della Funzione Compliance e della Funzione Antiriciclaggio, NOTE ILLUSTRATIVE 186 • Servizio Enterprise Risk Management, il cui responsabile è individuato anche come Risk Officer all’interno del quale confluiscono le attività delle Funzioni Risk Management e Validazione e i processi di attribuzione e di sviluppo del modello interno di Rating/PD Assignment per la Funzione Regolamentare Corporate. NOTE ILLUSTRATIVE 187 SEZIONE 1 – RISCHI DEL GRUPPO BANCARIO Informazioni di natura qualitativa 1. Aspetti generali Il Gruppo Credem considera storicamente l’elevata qualità del credito come un elemento fondante della propria stabilità patrimoniale ed un fattore strategico nel processo di creazione del valore. Questo criterio generale trova il proprio riferimento nella policy creditizia che ne declina i principi fondamentali: • la tecnica, come principio generale delle concessioni di credito, assicura un presupposto oggettivo e coerente con le finalità e le esigenze finanziarie del cliente, con le sue dimensioni patrimoniali e finanziarie e con le relative capacità di rimborso storiche e prospettiche; • la qualità e l’adeguatezza delle informazioni costituiscono il presupposto essenziale per la valutazione oggettiva del profilo di rischio che trova nel rating la sua espressione di sintesi. In questa prospettiva assumono rilevanza la scelta di connotare Credem come gruppo creditizio radicato nel territorio, l’attenzione ad assicurare una logica coerenza fra l’ubicazione del cliente, la sua dimensione e la distanza dal “punto vendita” Credem e il costante aggiornamento del quadro informativo dei clienti affidati; • la selettività nelle concessioni, ponendo particolare attenzione alle imprese immobiliari e alle società finanziarie, privilegiando gli interventi edili di piccole dimensioni con finanziamenti direttamente correlati alla vendita delle unità immobiliari; • il frazionamento del rischio di credito perseguito diversificando il portafoglio clienti con un approccio selettivo e coerente con gli obiettivi di capitale e di rischio/rendimento; • la valutazione consolidata delle controparti a livello di gruppo Credem in modo da delineare una prospettiva unitaria e non frammentata del profilo di rischio di ciascuna singola controparte o gruppo controparte; • il modello di governance imperniato sull’accentramento nelle strutture centrali delle autonomie di credito, sulla segregazione delle funzioni deliberanti centrali dalle funzioni periferiche proponenti, sulla condivisione dei principi e delle metodologie all’interno di tutto il Gruppo Credem; • la cura riservata alla regolarità formale prima dell’erogazione delle concessioni di credito anche attraverso il supporto di strutture specialistiche presso la Capogruppo che assicurano i necessari riferimenti tecnici e consulenziali per ogni tipo di concessione di credito; • l’attenta gestione dei rapporti da parte delle unità di linea e i controlli effettuati dalle funzioni centrali dedicate, che assicurano la corretta applicazione delle linee di credito, l’aggiornamento costante del quadro informativo della clientela, il presidio dell’evoluzione dei rapporti, la tempestiva individuazione delle posizioni problematiche e l’adozione delle azioni necessarie al recupero delle relative esposizioni. I principi di policy vengono declinati in linee guida di strategia creditizia a presidio dei seguenti aspetti: • profittabilità e sostenibilità del credito inteso come business line generatrice di ricavi, costi e perdite; • potenzialità e rischiosità per territorio; • potenzialità e rischiosità per settore economico; • potenzialità e rischiosità per segmento / prodotto; • grado di copertura delle operazioni garantite. Le indicazioni di strategia creditizia definiscono il livello di appetito al rischio di credito in termini di composizione del portafoglio per rating, mix di segmenti/prodotti ed altri credit limit in coerenza con il Risk Appetite Framework di Gruppo. NOTE ILLUSTRATIVE 188 2. Politiche di gestione del rischio di credito 2.1 Aspetti organizzativi Il Servizio Crediti è attualmente organizzato secondo tre aree: • • • Credit Strategy and Monitoring, che definisce obiettivi di sviluppo del credito in termini di quota di mercato e profilo di rischio coerenti con le strategie di gruppo; all’interno dell’area operano le funzioni Policy Crediti, Industry Analysis, Financial Institution e Country Risk e il Controllo Crediti, che effettua attività di controllo e monitoraggio sull’area credito per garantire l’individuazione dei rapporti caratterizzati da anomalie andamentali e verificare la corretta attribuzione dei rating e degli override; le linee guida di Credit Strategy vengono approvate da uno specifico Comitato Interfunzionale di Gruppo e deliberate dal Consiglio di Amministrazione; Credit Management, che attraverso l’attività deliberativa e la consulenza tecnica alle strutture commerciali garantisce nel tempo un profilo di rischiosità degli impieghi coerente con gli obiettivi di strategy. All’interno dell’area operano due uffici competenti rispettivamente dei mercati Corporate e Retail ed una struttura dedicata ai Grandi Fidi; Credito Problematico e Non Performing, che si occupa delle attività di gestione e recupero sul credito anomalo e sulle posizioni a default. Nella gestione del rischio di credito intervengono inoltre, per le rispettive competenze, ruoli operanti all’interno del Servizio Rischi: • il Risk Officer, che misura il rischio di credito del portafoglio e la coerenza con gli obiettivi di capital allocation e con il Risk Appetite Framework; Il Risk Officer risponde direttamente al Comitato Esecutivo, a cui riferisce direttamente sia in occasione di flussi di reporting codificati, sia in tutte le circostanze in cui emergano rilevanti situazioni nel processo di governo dei rischi, fatta salva la facoltà per lo stesso di accedere e comunicare direttamente anche con il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale. • il Rating Office, che è responsabile dell’attribuzione dei rating interni a tutta la clientela del gruppo rientrante nella funzione regolamentare corporate. Tali funzioni vengono svolte dalla capogruppo per tutto il gruppo Credem. Le disposizioni introdotte dalla circolare Bankit n. 263 del dicembre 2006 ed i successivi aggiornamenti sono stati sistematicamente accolti dal Gruppo Credem come un’opportunità per migliorare la gestione del rischio e per incrementare il valore generato per gli azionisti, grazie alla storica qualità dell’attivo creditizio nonché all’ampia e consolidata diffusione degli strumenti di rating utilizzati nell’attività di valutazione, erogazione, monitoraggio e prezzatura del credito. Al riguardo, si ricorda che già nel mese di giugno 2008 venne ottenuta l’autorizzazione dall’ Organo di Vigilanza all’utilizzo del sistema IRB di base per la quantificazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito per il portafoglio Corporate per Credem e Cedemleasing. Sono in corso le attività di validazione da parte dell’Organo di Vigilanza a seguito dell’invio della Domanda di autorizzazione all’utilizzo del modello IRB Avanzato per i portafogli retail e corporate inoltrata recentemente dal Gruppo. 2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo L’attività di valutazione ed erogazione del credito è differenziata a seconda della tipologia di clientela. Più precisamente, per il segmento corporate è in uso un sistema “esperto” che guida la formulazione della proposta di affidamento ed è alla base del sistema di rating. Tale metodologia si basa su logiche di analisi delle componenti economico-patrimoniali di bilancio integrate dalla valutazione dei flussi di cassa, dati di centrale rischi, nonché da valutazioni qualitative sul posizionamento competitivo, sui rischi di business e sull’appartenenza al gruppo. NOTE ILLUSTRATIVE 189 Per il segmento small business, nell’ambito della stessa metodologia generale di valutazione, sono state applicate delle differenziazioni per dare maggior peso alle informazioni di tipo andamentale e di centrale dei rischi, che evidenziano un contributo importante alla capacità predittiva del default. Per il segmento delle microattività e dei privati consumatori è stato sviluppato un sistema di rating specificamente calibrato su questa tipologia di clientela a supporto dei processi di approvazione delle operazioni. Inoltre, per tutta la clientela sono attivi: • un modello interno di Loss Given Default (LGD) che valuta la potenziale perdita dato il default della controparte tenendo in considerazione la tipologia di controparte, l’ammontare dell’esposizione, la tipologia di forma tecnica e le eventuali garanzie a sostegno della posizione; • un modello interno di Exposure At Default (EAD) che valuta la potenziale evoluzione dell’esposizione delle controparti all’approssimarsi del default. Tutti i sistemi sono direttamente integrati nella proposta di affidamento. Nel corso del 2013 venne completata la nuova Pratica Elettronica di Fido e rilasciata a tutti i gestori imprese. La piattaforma ha portato notevoli miglioramenti in termini di data quality ed efficienza nei processi di istruttoria e delibera di affidamenti e rating. Si ricorda che nel corso del 2012 venne revisionata la regolamentazione interna sul credito apportando una forte razionalizzazione al repertorio delle linee di credito e garanzie ed introducendo un nuovo parametro, l’Accordato Ponderato, per la definizione delle autonomie di delibera. La funzione di definizione e di controllo dei limiti di affidamento si avvale del supporto di uno specifico Comitato Crediti di Gruppo che fissa le “soglie di massima esposizione”, cioè l’ammontare massimo complessivamente concedibile da società del Gruppo Credem a gruppi di clientela. Il Comitato è responsabile inoltre di rendicontare le posizioni che, a seguito di specifiche decisioni, superano le soglie definite. Il superamento delle “soglie di massima esposizione” si configura come “Operazione di Maggior Rilievo” ai sensi del 15° aggiornamento della Circolare n. 263 del 5 luglio 2013. A livello di portafoglio, le analisi periodiche e il monitoraggio sono svolte dalla funzione Risk Management che ha come mission quella di supportare la Capogruppo nella definizione dei principi del funzionamento del modello di Risk Management di Gruppo e della struttura dei limiti e delle deleghe operative in coerenza con il Risk Appetite Framework. Tale funzione svolge anche i compiti di coordinamento del progetto Basilea 2 e di segreteria tecnica del Comitato Risk Management oltre che di supporto al Comitato Interfunzionale “Risk Management”. Il Comitato Interfunzionale “Risk Management” (di seguito, per brevità, “Comitato”) è istituito al fine di informare il Consiglio di Amministrazione (di seguito CA) del presidio del rischio complessivamente assunto dalle singole società e del suo monitoraggio nell’ambito delle strategie e metodologie definite dalla Capogruppo nel Risk Appetite Framework. In particolare, la funzione di Risk management consente al Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato, di poter svolgere un’adeguata attività valutativa volta a deliberare: • il Risk Appetite Framework (con particolare riferimento alla valutazione degli obiettivi di rischio e delle soglie di tolleranza) assicurando che l'attuazione sia coerente con gli obiettivi di rischio e le soglie di tolleranza approvate; • l’andamento trimestrale del profilo di rischio assunto nel suo complesso rispetto agli obiettivi di Risk Appetite e alle soglie di tolleranza relativamente a tutti gli indicatori previsti nel RAF di Gruppo. Relativamente ai modelli interni: • la conformità dei modelli interni ai dettami previsti dalla regolamentazione prudenziale previo parere del Collegio Sindacale; • i parametri di rischio relativi ai modelli interni utilizzati previo parere preventivo della funzione di convalida; NOTE ILLUSTRATIVE 190 • i criteri per individuare le Operazioni di Maggior Rilievo (OMR) e approvare la rendicontazione annuale relativa. Nello specifico, con riferimento al Rischio di credito per le attività richieste dalla disciplina prudenziale (riferimenti normativi: Circolare 263 e 285 di Banca d’Italia e CRR), la Funzione Risk Management per il tramite dell’ufficio Rischi Operativi e di Credito: • svolge tutte le attività previste, in carico a tale ufficio, dal Regolamento di “Gestione del sistema interno di rating”; • svolge attività gestionali inerenti la quantificazione del rischio di credito a supporto di altre funzioni, anche con riferimento alle operazioni con soggetti collegati e la verifica dell’adeguatezza delle valutazioni effettuate sui crediti deteriorati. Inoltre l’ufficio Validazione Modelli Interni: • effettua la convalida dei modelli interni come previsto dal Regolamento “Gestione del Sistema Interno di Rating”; • effettua verifiche sulle attività di controllo andamentale del credito. 2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito Le garanzie rivestono particolare rilevanza nelle strategie creditizie della Banca pur mantenendo un carattere accessorio nel processo di valutazione e concessione del credito, dove l’elemento fondante è la valutazione della capacità di rimborso del debitore, in quanto consentono la mitigazione nel complessivo ciclo di vita del credito. A tal fine è codificata all’interno del “Regolamento per l’assunzione dei rischi di credito verso la clientela” la ponderazione e la loan to value da applicare alle diverse operazioni ipotecarie in base alla natura dell’immobile. In particolare, proprio per la natura di intervento a medio termine, i mutui ipotecari prevedono percentuali di iscrizione della garanzia diversificate a seconda della tipologia e della durata del finanziamento. Nell’ambito della definizione del valore di perizia del cespite da acquisire in garanzia le regole applicate sono così riassumibili: utilizzo di periti esterni indipendenti dal processo di erogazione del credito e individuazione del valore cauzionale del cespite su cui viene calcolato il valore di loan to value. Vista l’importanza del comparto mutui residenziali nel portafoglio complessivo e in ottica di adeguamento alle Nuove Disposizioni di Vigilanza è stato messo a punto un processo di monitoraggio del valore degli immobili oggetto di ipoteca al fine di una corretta valutazione del grado di copertura dei mutui in corso. La prima fase ha riguardato le attività sugli immobili residenziali a garanzia di mutui concessi a privati, mentre la seconda ha riguardato il portafoglio degli immobili non residenziali. Il processo di adeguamento alla normativa e quindi le attività di sorveglianza degli immobili, hanno imposto la strutturazione di una base dati necessaria per la rivalutazione degli stessi. Per quanto riguarda le garanzie reali su valori mobiliari sono previsti scarti cauzionali da applicare a seconda della tipologia del prodotto acquisito in garanzia e dell’eventuale rating dell’emittente. Relativamente alle garanzie fidejussorie, osserviamo che la loro valorizzazione viene sempre effettuata sulla base di una valutazione prudenziale del patrimonio responsabile dei garanti. 2.4 Attività finanziarie deteriorate La struttura di Crediti Problematici e non Performing supporta da un punto di vista tecnico la rete nella gestione dei crediti deteriorati, ed in sede di proposta interviene nella determinazione delle svalutazioni da sottoporre all’organo deliberante. All’interno di questa struttura, la gestione dell’attività di recupero crediti sulle posizioni a Sofferenza (Contenzioso) è svolta da un ufficio centrale e da reparti decentrati con sede in tre regioni. Le autonomie relative alla valutazione delle perdite ed agli stralci sono quasi completamente accentrate su organi monocratici; tale peculiarità permette tempi di risposta alle proposte transattive particolarmente ridotti. NOTE ILLUSTRATIVE 191 L’attività di determinazione delle svalutazioni, che è analitica per tutti i crediti deteriorati, è supportata da un sistema di revisione periodica delle varie posizioni che permette un adeguamento costante che tiene conto delle evoluzioni giudiziali o stragiudiziali intervenute. La valutazione delle perdite è improntata a criteri di indubbia prudenza confermata anche dalle plusvalenze registrate che si assestano intorno al 13% degli incassi totali escluso rettifiche e riprese da attualizzazione. Per tutte le esposizioni viene fatta una stima analitica, attribuendo un piano di rientro ovvero un incasso a scadenza in caso di recupero da procedura esecutiva, differenziato in relazione alle caratteristiche dei crediti (presenza di garanzie, area geografica, procedure concorsuali e/o esecutive). Il termine di attualizzazione viene aggiornato in sede di revisione nell’ipotesi in cui si modifichi il contesto. Nel 2013 il Consiglio di Amministrazione ha approvato un documento denominato “linee guida e criteri di svalutazione crediti gruppo Credem”; tale documento ha lo scopo di indirizzare ed uniformare l’attività degli uffici deputati alla gestione dei crediti deteriorati nella determinazione delle relative svalutazioni sia civilistiche che attinenti i tempi di recupero. Tali linee guida traggono il loro riferimento dalle prassi adottate dalle società, periodicamente aggiornate in base all’esito dell’attività di gestione e recupero dei crediti deteriorati, nonché dalle indicazioni emerse dagli esiti delle analisi qualiquantitative svolte dal Servizio Rischi; le linee guida hanno lo scopo di disciplinare l’attività degli uffici incaricati al fine di assicurare l’applicazione di criteri uniformi e prudenziali e si fondano essenzialmente su una particolare prudenza nella valutazione del collateral, laddove esistente, ed al tempo stesso dei tempi stimati per il recupero. In particolare, relativamente alle inadempienze probabili vengono definite percentuali di accantonamento crescenti in base alla durata dell’inadempienza, alla presenza o meno di collateral ed alla data dell’ultimo aggiornamento disponibile del loro valore di mercato. Elementi di ulteriore differenziazione sono la natura residenziale o commerciale dell’immobile a garanzia e la sua fungibilità. .A Giugno 2015, la composizione delle attività deteriorate nette per anzianità di scaduto era la seguente: • 19,3% Difficili da pagare non scadute o scadute da meno di 90 giorni, • 9,4% Scadute > 90 giorni <= 180 giorni, • 12,6% Scadute > 180 giorni <= 1 anno, • 58,7% Scadute > 1 anno. Nel mese di gennaio 2015 la Commissione Europea ha omologato l’Implementing Technical Standard (ITS) pubblicato dall’EBA nel 2013 in materia di esposizioni oggetto di concessioni (c.d.”forborne”). In conformità agli standard dell’EBA, si definiscono forborne le esposizioni nei confronti delle quali sono state accordate misure di forbearance, ossia misure di sostegno a debitori che affrontano, o sono prossimi ad affrontare, difficoltà ad adempiere alle proprie obbligazioni finanziare (c.d. stato di difficoltà finanziaria). In linea generale, le possibili misure di forbearance accordate al debitore in difficoltà finanziaria possono ricadere nelle seguenti fattispecie: • modifica dei termini e delle condizioni contrattuali su un’esposizione che la controparte non è in grado di ripagare, con nuove condizioni che non sarebbero state accordate se il cliente non si fosse trovato in difficoltà finanziaria; • rifinanziamento parziale o totale del debito che non sarebbe stato accordato in assenza di difficoltà finanziaria della controparte. Il 20 gennaio 2015 la Banca d’Italia ha pubblicato una serie di aggiornamenti alle Circolari relative alle Segnalazioni Statistiche, di Vigilanza e alla Matrice dei Conti. Gli aggiornamenti sono finalizzati ad allineare le definizioni di attività deteriorate alle nuove definizioni di credito non-performing (Non-performing exposure, NPE) e di credito oggetto di concessioni (Forbearance), emanate dall’EBA negli Implementing Technical Standard. NOTE ILLUSTRATIVE 192 Tra i cambiamenti più significativi della normativa, entrata in vigore dal 1° gennaio 2015, emerge la differente suddivisione delle attività deteriorate. In particolare, da un lato, non sono più contemplate le categorie di “incagli” ed “esposizioni ristrutturate”, dall’altro vengono introdotte le nozioni delle “inadempienze probabili” e delle “esposizioni oggetto di concessioni” (forbearance). Per quanto riguarda le “esposizioni oggetto di concessioni”, queste non formano una categoria di crediti non-performing a sé stante, ma rappresentano una qualificazione del credito, sia in bonis sia deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute). Infatti, le esposizioni sottoposte a misure di forbearance, possono collocarsi tra i crediti deteriorati (“esposizioni oggetto di concessioni deteriorate”) oppure tra quelli in bonis (“altre esposizioni oggetto di concessione”). Inoltre, nella nuova categoria delle “inadempienze probabili” non sono più contemplabili le ipotesi di “incaglio oggettivo” previste dalla precedente normativa. Nello specifico, il Gruppo ha effettuato la riclassificazione alla data del 1° gennaio 2015 delle esposizioni presenti al 31 dicembre 2014 relative agli “incagli oggettivi” e ai “ristrutturati”; tali esposizioni sono state rispettivamente riclassificate nella categoria delle “esposizioni scadute deteriorate” e in quella delle “inadempienze probabili”. L’informativa al pubblico per la pubblicazione delle informazioni riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi di credito e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla gestione dei rischi, prevista dal regolamento UE 575/2013 (CRR,) pubblicazione della disclosure relativa al c.d. “Pillar 3”, verrà comunicata al mercato nei termini di legge, sul sito www.credem.it. Le informazioni presenti nella Sezione 1 sono riferite esclusivamente al Gruppo bancario, ad eccezione dei casi previsti dala circolare 262 della Banca d’Italia. Le tabelle seguenti riguardanti l’informativa sulla “qualità del credito” già recepiscono i nuovi obblighi di informativa ad oggi conosciuti, per adeguarli alle nuove definizioni di attività finanziarie deteriorate introdotte ai fini delle segnalazioni di vigilanza nel mese di gennaio 2015, che dovranno essere considerati per la predisposizione del bilancio dell’esercizio 2015, a seguito dell’aggiornamento della Circolare 262 della Banca d’Italia, in corso di approvazione. NOTE ILLUSTRATIVE 193 Informazioni di natura quantitativa Qualità del credito A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditzie per portafogli di appartenzenza e per qualità creditizia (valori di bilancio) Gruppo bancario Portafogli/qualità 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione Esposizioni scadute deteriorate Inadempienze probabili Sofferenze Altre imprese - 214 31 34 - - 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - 4. Crediti verso banche - - - 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 5. Crediti verso clientela Totale Esposizioni scadute non deteriorate Altre attività - Deteriorate Altre attività 120.720 - - 120.965 6.572.973 - 2.466.594 9.039.601 - - - - - - 345.733 - 7.452 353.185 355.554 359.399 82.610 866.969 19.816.658 - 17.334 21.498.524 6. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - 7.726 - 68.189 75.915 7. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - - - 8. Derivati di copertura - - - - 161.216 - - 161.216 NOTE ILLUSTRATIVE 194 Totale 30/06/2015 355.588 359.613 82.641 866.969 27.025.026 - 2.559.569 31.249.406 Totale 31/12/2014 334.426 363.460 100.267 863.705 26.861.083 - 2.672.155 31.195.096 A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti) Attività deteriorate In bonis Portafogli / Qualità Totale (Esposizione netta) Esposizione lorda Rettifiche specifiche Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di portafoglio Esposizione netta A. Gruppo bancario 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 251 - 251 X X 120.720 120.971 34 - 34 6.572.973 - 6.572.973 6.573.007 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - - 4. Crediti verso banche - - - 345.733 - 345.733 345.733 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 5. Crediti verso clientela 1.394.693 597.131 797.562 20.762.359 78.731 20.683.628 21.481.190 6. Attività finanziarie valutate al fair value - - - X X 7.726 7.726 7. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - - 8. Derivati di copertura - - - X X 161.216 161.216 1.394.978 597.131 797.847 27.681.065 78.731 27.891.996 28.689.843 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - - 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - 2.466.594 - 2.466.594 2.466.594 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - - 4. Crediti verso banche - - - 7.452 - 7.452 7.452 5. Crediti verso clientela - - - - 17.334 17.334 6. Attività finanziarie valutate al fair value - - - 68.189 68.189 7. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - 8. Derivati di copertura - - - Totale B - - - 2.491.380 Totale 30/06/2015 1.394.978 597.131 797.847 Totale 31/12/2014 1.345.227 547.074 798.153 Totale A B. Altre imprese incluse nel consolidamento X X 17.334 X X - X X - - - 2.559.569 2.559.569 30.172.445 78.731 30.451.565 31.249.412 30.065.736 69.356 30.396.943 31.195.096 NOTE ILLUSTRATIVE 195 A.1.3 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti A.1.3 Gruppo bancario – Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche di valore di portafoglio Rettifiche di valore specifiche Esposizione netta A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 6 - X 6 b) Inadempienze probabili - - X - c) Esposizioni scadute deteriorate - - X d) Esposizioni scadute non deteriorate 3 - e) Altre attività 1.882.258 TOTALE A - X 1.882.267 - 3 - 1.882.258 - 1.882.267 - 471.357 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate - b) Altre 471.357 - X - X TOTALE B 471.357 - - 471.357 TOTALE A+B 2.353.624 - - 2.353.624 A.1.6 Gruppo bancario – Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche di valore di portafoglio Rettifiche di valore specifiche Esposizione netta A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 870.505 514.922 x 355.583 b) Inadempienze probabili 428.109 68.711 x 359.398 96.109 13.499 x 876.232 - 9.263 69.468 24.904.594 597.132 78.731 26.569.154 - 879.455 c) Esposizioni scadute deteriorate d) Esposizioni scadute non deteriorate e) Altre attività 24.974.062 TOTALE A 27.245.017 X 82.610 866.969 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 11.282 b) Altre 879.455 854 x x 10.428 TOTALE B 890.737 854 - 889.883 TOTALE A+B 28.135.754 597.986 78.731 27.459.037 Come da indicazioni della circolare di Banca d’Italia 262 del 22 dicembre 2005, e successivi aggiornamenti, le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa vantate verso la clientela qualunque sia il loro portafoglio di allocazione contabile (valutato al fair value, disponibile per la vendita, detenuto sino alla scadenza, crediti), ad eccezione dei titoli di capitale e delle quote di O.I.C.R.; le esposizioni “fuori bilancio” includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati) che comportano l’assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.). Le esposizioni deteriorate fuori bilancio sono rappresentate prevalentemente da crediti di firma su posizioni a sofferenza, inadempienze probabili ed esposizioni scadute. Le esposizioni lorde e le rettifiche di valore specifiche ricomprendono anche gli interessi di mora ritenuti non recuperabili. NOTE ILLUSTRATIVE 196 Per quanto riguarda le “esposizioni oggetto di concessioni”, come già anticipato in precedenza, queste non formano una categoria di crediti non-performing a sé stante, ma rappresentano una qualificazione del credito, sia in bonis sia deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute). Infatti, le esposizioni sottoposte a misure di forbearance, possono collocarsi tra i crediti deteriorati (“esposizioni oggetto di concessioni deteriorate”), che ammontano a 207,1 milioni di euro, oppure tra quelli in bonis (“altre esposizioni oggetto di concessione”), che ammontano a 273,8 milioni di euro. A.1.7 Gruppo bancario – Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde Causali/Categorie A. Esposizione lorda iniziale - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni in bonis B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 uscite verso esposizioni in bonis (incluse le scadute non deteriorate) C.2 cancellazioni C.3 incassi C.4 realizzi per cessioni Inadempienze probabili Sofferenze Esposizioni scadute deteriorate 807.789 424.424 - - 88.891 - 89.655 144.758 95.566 67.841 5.520 75.852 80.204 38.472 - 3.931 30.434 27.725 26.939 141.073 88.348 - 4.656 33.031 6.189 1.050 20 19.146 40.339 3.968 190 1.146 405 C.4 bis perdite da cessione - - - C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - 67.638 51.037 C.6 altre variazioni in diminuzione D. Esposizione lorda finale - di cui: esposizioni cedute non cancellate 458 26.985 102 870.505 428.109 96.109 - - - Nelle voci “altre variazioni in aumento e in diminuzione” della precedente tabella sono state riclassificate le seguenti esposizioni presenti al 31 dicembre 2014, in particolare: • nelle voce “B3 altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna “esposizioni scadute deteriorate” sono ricomprese per 24.687 mila euro le esposizioni classificate ad “incagli oggettivi” al 31 dicembre 2014; lo stesso importo è riportato nella voce “C6 altre variazioni in diminuzione” con riferimento alla colonna “inadempienze probabili” • nelle voce “B3 altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna delle “inadempienze probabili” sono state riclassificate le esposizioni classificate tra i “ristrutturati” al 31 dicembre 2014 per 23.349 mila euro. NOTE ILLUSTRATIVE 197 A.1.8 Gruppo bancario – Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive Causali/Categorie A. Rettifiche complessive iniziali Esposizioni scadute deteriorate Inadempienze probabili Sofferenze 473.366 64.270 - - - B. Variazioni in aumento 59.539 35.503 17.393 B1. rettifiche di valore 40.418 28.817 10.118 - - - 18.790 3.330 - - di cui: esposizioni cedute non cancellate B.1 bis perdite da cessione B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento 6.084 331 3.356 7.275 17.983 31.062 9.978 C.1 riprese di valore da valutazione 8.504 1.925 1.120 C.2 riprese di valore da incasso 3.281 3.933 3.565 - - - 6.189 1.050 20 - 16.878 5.243 C. Variazioni in diminuzione C.2 bis utili da cessione C.3 cancellazioni C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.5 altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali - di cui: esposizioni cedute non cancellate 9 7.276 30 514.922 68.711 13.499 - - - Nelle voci “altre variazioni in aumento e in diminuzione” della precedente tabella sono state riclassificate le seguenti esposizioni presenti al 31 dicembre 2014, in particolare: • nelle voce “B3 altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna “esposizioni scadute deteriorate” sono ricomprese per 7.272 mila euro le esposizioni classificate ad “incagli oggettivi” al 31 dicembre 2014; lo stesso importo è riportato nella voce “C5 altre variazioni in diminuzione” con riferimento alla colonna “inadempienze probabili” • nelle voce “B3 altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna delle “inadempienze probabili” sono state riclassificate le esposizioni classificate tra i “ristrutturati” al 31 dicembre 2014 per 3.354 mila euro. Gli importi incassati concernenti sofferenze cancellate integralmente dal bilancio sono stati rilevati nelle sottovoci B.3 “altre variazioni in aumento” per le tabelle A.1.7 e A.1.8, C.3 “incassi” per la tabella A.1.7 e C.2 “riprese di valore da incasso” per la tabella A.1.8. NOTE ILLUSTRATIVE 198 B. Distribuzione e concentrazione delle esposizione creditizia B.1 Gruppo bancario – Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio) Governi Esposizioni/Controparti Altri enti pubblici Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Società Finanziarie Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Imprese di assicurazione Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Imprese non finanziarie Rettifiche valore di portafoglio Esposizione netta Rettifiche valore specifiche Altri soggetti Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Rettifiche valore di portafoglio A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze - - x 657 302 x 1.387 3.341 x - - x 199.645 335.613 x 153.894 175.666 x A.2 Inadempienze probabili - - x 1.052 154 x 17 21 x - - x 186.305 48.032 x 172.024 20.504 x 54 12 x 5 1 x 72 16 x - - x 33.300 4.900 x 49.179 8.570 x A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Altre esposizioni 4.766.943 Totale A - 5 180.584 - 5 182.298 457 8 644.696 - 8 646.172 3.378 376 26.278 - 376 26.278 X 6 10.998.695 - 40.908 9.140.289 6 11.417.945 388.545 40.908 9.515.386 - 37.428 204.740 37.428 4.766.997 12 B.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - 3.098 621 - 9 - - B.2 Inadempienze probabili - - x - - x - - x - - x 4.921 196 x 190 37 x - x - x - X - x - x - x B. Esposizioni "fuori bilancio" B.3 Altre attività deteriorate - B.4 Altre esposizioni 213.218 Totale B - X 2.467 - X (4.323) - X 11.617 - 2.095 X 500.841 - 115 X 156.027 - X 213.218 X - 2.467 X - (4.323) X - 11.617 X - 510.955 817 - 156.341 37 - Totale (A+B) 30.062.015 4.980.215 12 5 184.765 457 8 641.849 3.378 376 37.895 - 6 11.928.900 389.362 40.908 9.671.727 204.777 37.428 Totale (A+B) 31/12/2014 4.003.889 16 8 204.951 410 18 1.408.442 3.652 364 3.259 - 45 12.004.903 356.956 37.495 9.458.376 186.448 31.425 NOTE ILLUSTRATIVE 199 B.2 Gruppo bancario – Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio) Italia Esposizioni/Aree geografiche Esposizione netta Altri paesi europei Rettifiche di valore complessive America Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Asia Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Resto del mondo Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Rettifiche di valore complessive Esposizione netta A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 355.540 514.033 29 874 12 8 2 7 - A.2 Inadempienze probabili 359.192 68.694 103 1 6 5 98 11 (1) - 82.557 13.492 48 5 4 1 - - 1 1 A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Altre esposizioni - 21.869.122 78.232 3.766.264 138 112.344 25 7.570 219 2.185 117 22.666.411 674.451 3.766.444 1.018 112.366 39 7.670 237 2.185 118 B.1 Sofferenze 3.107 621 - - - - - - - - B.2 Inadempienze probabili 5.111 233 - - - - - - - - B.3 Altre attività deteriorate 2.210 - - - - - - - - - 871.748 - 4.131 - 215 - 29 - 3.333 - 882.176 854 4.131 - 215 - 29 - 3.333 - Totale A B. Esposizioni "fuori bilancio" B.4 Altre esposizioni Totale B NOTE ILLUSTRATIVE 200 Totale A+B 30.062.015 23.548.587 675.305 3.770.575 1.018 112.581 39 7.699 237 5.518 118 Totale A+B 31/12/2014 25.769.737 615.589 1.213.896 997 90.143 29 7.813 203 1.500 19 Operazioni di cartolarizzazione e di cessione delle attività Operazioni di cartolarizzazione Informazioni di natura qualitativa Sono presenti nella categoria contabile Available For Sale (AFS), al 30 Giugno 2015, 107,9 milioni di euro di ABS emessi da veicoli terzi, costituiti in particolare da: • un’esposizione di 37 milioni di euro di Covered Bond emesso da società “veicolo” con residenza estera, rifinanziabile in BCE, con rating minimo pari a BBB+ di emittente spagnolo; • un’esposizione di 70,9 milioni di euro su cartolarizzazioni emesse da veicoli terzi collegati a crediti esclusivamente europei (non esistono esposizioni dirette o indirette ai subprime americani), con preponderanza della componente di origination italiana (57,2 milioni di euro). Circa il 91,1% sono cartolarizzazioni di mutui residenziali ed il restante 8,9% è composto da altre tipologie di ABS. L’incidenza di mutui “non conforming” sul totale ABS (classificazione che identifica come sottostanti erogazioni a fronte di procedure di affidamento non coincidenti con quelle “tradizionali” bancarie, ma non per questo corrispondente al concetto di “subprime”) è circa pari all’1,38% del totale. • Paese ITALIA Controvalore % Esposizione 57.173.285 80,6 UK 8.545.420 12,0 PORTOGALLO 1.551.081 2,2 OLANDA 3.653.512 5,2 TOTALE 70.923.298 100,0 Il portafoglio delle cartolarizzazioni è diversificato su 12 emittenti e 17 emissioni con massima concentrazione pari a 9,4 milioni di euro per singola emissione e 21,5 milioni di euro per singolo emittente. NOTE ILLUSTRATIVE 201 Gruppo bancario - operazioni di covered bond Il Consiglio di Amministrazione di Credito Emiliano, nelle sedute del 26 maggio 2010 e del 25 giugno 2010, ha deliberato di avviare la strutturazione di un programma di emissione di obbligazioni bancarie garantite per un ammontare massimo di Euro 5 miliardi di euro. In data 22 ottobre 2010, il Consiglio di Amministrazione ha approvato la prima cessione da parte di Credem di un portafoglio di crediti per un valore massimo di Euro 2,4 miliardi in favore di Credem CB srl, Società Veicolo (Special Purpose Vehicle, SPV) selezionata per la partecipazione al Programma e partecipata al 70% da Credem. Il quadro normativo italiano in materia di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite (di seguito, anche la “Normativa”) è costituito, in particolare: • dalla deliberazione del CICR del 2 agosto 1996, in materia di organizzazione amministrativa e contabile e controlli interni, come modificata e integrata dalla deliberazione del 23 marzo 2004 dello stesso Comitato; • dall’art.7-bis della legge n. 130 del 30 aprile 1999, come successivamente modificato ed integrato (la “Legge 130”); • dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 310 del 14 dicembre 2006 (il “Decreto MEF”); • dal Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Presidente del CICR, del 27 dicembre 2006; • dal Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Presidente del CICR, del 12 aprile 2007, n. 213; • dalle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia in tema di Obbligazioni Bancarie Garantite, ai sensi della Parte Terza, Capitolo 3, della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013, contenente le “Disposizioni di vigilanza per le banche”, come di volta in volta modificate e aggiornate (le “Istruzioni”); • dalle ulteriori fonti normative, comunitarie e domestiche, espressamente richiamate nelle Istruzioni al Paragrafo 2, Sezione 1, Capitolo 3, Parte Terza. L’emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite da parte di Credem si inserisce nel piano strategico del Gruppo, finalizzato, tra l’altro, all’ottenimento di alcuni benefici in termini di funding, quali la diversificazione delle fonti di raccolta, la riduzione del relativo costo, nonché l’allungamento delle scadenze del passivo. In linea generale, la struttura base di un’emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite – secondo lo schema delineato dalla normativa – prevede che vengano realizzate le seguenti attività. Una banca (Credem) trasferisce un insieme di asset aventi determinate caratteristiche (il “Portafoglio”) ad una Società Veicolo (Credem CB srl). Gli attivi ceduti alla Società Veicolo costituiscono un patrimonio separato da quello della Società Veicolo stessa a beneficio dei portatori delle obbligazioni bancarie garantite e degli altri soggetti in favore dei quali la garanzia è rilasciata. La Banca Cedente eroga alla Società Veicolo un prestito subordinato finalizzato a finanziare il pagamento del prezzo di acquisto degli asset da parte della Società Veicolo stessa. Una banca (Credem) emette titoli obbligazionari. La Società Veicolo rilascia una garanzia in favore dei portatori dei titoli obbligazionari emessi dall’Emittente. Come conseguenza di ciò, il rimborso delle Obbligazioni Bancarie Garantite che saranno emesse nell’ambito dell’operazione è garantito da una garanzia primaria, non condizionata e irrevocabile rilasciata dalla Società Veicolo ad esclusivo beneficio degli investitori che sottoscriveranno le Obbligazioni Bancarie Garantite e delle controparti terze, ivi incluse quelle di hedging, coinvolte nell’operazione. La garanzia è rilasciata dalla Società Veicolo a valere sul Portafoglio. Da quanto riportato si evince che l’operazione di covered bond illustrata rientra nella “fattispecie semplice”, in quanto la figura di banca originator, banca finanziatrice e banca emittente coincidono con un unico soggetto, rappresentato appunto da Credem. NOTE ILLUSTRATIVE 202 Il Portafoglio di cessione Il portafoglio che di tempo in tempo viene ceduto alla Società Veicolo deve rispecchiare alcune caratteristiche comuni. I principali criteri comuni di identificazione e selezione dei mutui, da cui derivano i crediti che costituiscono il Cover Pool, sono stati individuati previa condivisione con le agenzie di rating cui è stata richiesta l’assegnazione del rating alle Obbligazioni Bancarie Garantite che Credem emetterà nel contesto del Programma. A fine ottobre 2010, settembre 2011, febbraio 2012, aprile 2014 ed ottobre 2014 sono stati selezionati i crediti ipotecari derivanti da contratti di mutuo che, alle relative date di cut-off soddisfacevano, a scopo illustrativo e non esaustivo, i seguenti criteri cumulativi: crediti in relazione ai quali il relativo contratto di mutuo preveda espressamente che siano stati erogati per l'acquisto, la costruzione o la ristrutturazione di un bene immobile, o al fine di rifinanziare un mutuo già erogato da altre banche; crediti che derivino da contratti di mutuo per cui è stato concordato un tasso d'interesse fisso, un tasso d'interesse variabile, un tasso d'interesse misto o un tasso d'interesse opzionale; crediti che prevedano modalità di pagamento con ordine di addebito diretto in conto corrente, pagamento mediante avviso (MAV) o mediante altri rapporti interbancari diretti (RID); crediti che siano garantiti da ipoteca di 1° grado costituita su beni immobili siti sul territorio della Repubblica Italiana; crediti in relazione ai quali, alla relativa Data di Valutazione, non sussista alcuna rata non pagata oltre il periodo di franchigia dalla relativa ultima data di pagamento e in relazione ai quali tutte le rate precedentemente dovute sono state interamente pagate; con riferimento ai crediti ipotecari residenziali, i crediti ai quali si applichi una ponderazione del rischio non superiore al 35% e il cui rapporto fra l'importo capitale residuo del relativo mutuo ipotecario sommato al capitale residuo di ogni altro precedente mutuo garantito da ipoteca sul medesimo bene immobile non sia superiore all'80% del valore dell'immobile; crediti che non derivino da contratti di mutuo che beneficiano di forme di agevolazione finanziaria; crediti che non siano classificati come "sofferenze", ai sensi delle "Istruzioni di Vigilanza per le banche"; crediti che non siano stati erogati (neanche in cointestazione) a dipendenti o amministratori di Credito Emiliano o delle sue controllate facenti parte del Gruppo Bancario CREDEM. In sede di prima cessione, effettuata mediante la sottoscrizione, in data 29 ottobre 2010, di un apposito contratto quadro di cessione dei crediti, Credem ha ceduto a Credem CB S.r.l. un portafoglio iniziale per un importo in linea capitale complessivo di circa Euro 2,4 miliardi (il “Portafoglio Iniziale”). In sede di seconda cessione Credem ha ceduto a Credem CB S.r.l. un secondo portafoglio per un importo in linea capitale complessivo di circa Euro 1,1 miliardi (il “Secondo Portafoglio”). In sede di terza cessione, Credem ha ceduto a Credem CB S.r.l. un terzo portafoglio per un importo in linea capitale complessivo di circa Euro 1,2 miliardi (il “Terzo Portafoglio). Nel corso del mese di settembre 2012, Credem ha riacquistato da Credem CB S.r.l. un portafoglio di crediti per un importo in linea capitale complessivo di circa Euro 0,4 miliardi. In sede di quarta cessione a fine aprile 2014, Credem ha ceduto a Credem CB S.r.l. un quarto portafoglio per un importo in linea capitale complessivo di circa Euro 0,5 miliardi (il “Quarto Portafoglio”). In sede di quinta cessione a fine ottobre 2014, Credem ha ceduto a Credem CB S.r.l. un quinto portafoglio per un importo in linea capitale complessivo di circa NOTE ILLUSTRATIVE 203 Euro 0,3 miliardi (il “Quinto Portafoglio”, che insieme al Portafoglio iniziale e alle successive cessioni costituisce il “Cover Pool”). Il Cover Pool alla data contabile del 30 giugno 2015, consiste di crediti derivanti da n. 40.540 mutui ipotecari, con un debito residuo complessivo di 2.886,59 milioni di euro. % Debito Residuo % N° Regione Mutuatario Debito N° Mutui (Euro) Mutui Residuo Abruzzo 28.169.558,26 0,98% 369 0,91% Basilicata 5.383.902,98 0,19% 93 0,23% Calabria 94.751.457,80 3,28% 1.881 4,64% Campania 290.568.331,73 10,07% 3.840 9,47% Emilia Romagna 651.761.669,63 22,58% 8.891 21,93% Friuli Venezia Giulia 22.117.138,18 0,77% 298 0,74% Lazio 268.022.861,65 9,29% 2.814 6,94% Liguria 56.865.482,91 1,97% 697 1,72% Lombardia 420.594.070,60 14,57% 5.518 13,61% Marche 48.315.647,31 1,67% 564 1,39% Molise 6.400.622,36 0,22% 108 0,27% Piemonte 101.348.520,85 3,51% 1.341 3,31% Puglia 221.161.017,82 7,66% 4.012 9,90% Sardegna 29.185.656,87 1,01% 281 0,69% Sicilia 310.386.988,20 10,75% 5.785 14,27% Toscana 199.359.299,12 6,91% 2.431 6,00% Trentino Alto Adige 4.542.663,69 0,16% 55 0,14% Umbria 15.422.164,34 0,53% 263 0,65% Val D'Aosta 165.864,22 0,01% 4 0,01% Veneto 112.067.613,53 3,88% 1.295 3,19% Totale Portafoglio 2.886.590.532,05 100% 40.540 100% Finanziamento Subordinato In occasione della cessione del Portafoglio Iniziale, in data 29 ottobre 2010 Credem e Credem CB hanno sottoscritto un contratto di finanziamento subordinato, mediante il quale Credem ha concesso a Credem CB un finanziamento subordinato per il pagamento del corrispettivo di acquisto del Portafoglio Iniziale e si è obbligata a concedere a Credem CB ulteriori finanziamenti subordinati ciascuno di importo pari al corrispettivo da corrispondersi da parte di Credem CB in relazione all’acquisto dei successivi portafogli di crediti che saranno ceduti da Credem secondo i termini e le condizioni previste dal Contratto Quadro di Cessione. Un ulteriore finanziamento subordinato è pertanto stato concesso in sede di ogni cessione successiva, per un importo pari ai relativi prezzi di cessione. Asset Swap Tra la Società Veicolo e Credem sono stati stipulati dei contratti swap, per un ammontare fino alla copertura del Cover Pool, al fine di garantire alla Società Veicolo una protezione contro il rischio di tasso e/o di base dovuta alla presenza di attivi con diversa indicizzazione. Nel mese di giugno 2013, in fase di rinnovo annuale del programma, è stata rivista la struttura dei meccanismi di copertura dell’operazione e, previo parare favorevole delle Agenzie di rating, sono stati chiusi NOTE ILLUSTRATIVE 204 anticipatamente tutti i contratti swap a suo tempo stipulati tra la Società Veicolo e Credem. Attualmente non sono presenti contratti asset swap tra la Società Veicolo e Credem. Covered Bond Swap (o Liability Swap) In occasione dell’emissione sul mercato di Covered Bond “”, tra la Società Veicolo e Credem viene stipulato un contratto swap al fine di mitigare il rischio di tasso tra i flussi ricevuti dalla Società Veicolo e quanto dovuto dalla stessa agli investitori in caso di default dell’emittente. Attualmente sono in essere contratti swap stipulati in fase di emissione per i seguenti Covered Bond: “09/07/2013-2020 “30/08/2013-2028” “27/02/20142019”, “06/11/2014-2021”. Conti correnti Il Programma prevede un’articolata struttura di conti correnti sui quali sono appoggiati i flussi finanziari dell’operazione. Alla strutturazione dell’operazione, sono stati attivati una serie di conti intestati alla Società Veicolo ed in particolare, a scopo non esaustivo: Collection Accounts, Reserve Account, Payments Account, Eligible Investment Account e Expenses Account. In seguito al downgrade subito da Credem ad ottobre 2011, tali rapporti di conto corrente intestati a Credem CB sono stati trasferiti presso BNP Paribas Secuities Services – Milan Branch. A seguito del downgrade di Credem del luglio 2012 è stato inoltre attivato un nuovo conto corrente intestato a Credem CB presso Barclays Bank PLC - Milan Branch nel quale Credem, nel suo ruolo di servicer del programma, ha versato un ammontare a garanzia definito come “commingling amount”. In fase di rinnovo del programma, ad ottobre 2014, i conti presso BNP Paribas Secuities Services – Milan Branch e Barclays Bank PLC - Milan Branch sono stati traferiti su Credem. Soggetti coinvolti nel Programma Con riferimento a tale sezione si riassumono i principali ruoli e controparti coinvolte nell’operazione: • Servicer: ruolo svolto da Credem che, in tale qualità, è stato incaricato da Credem CB delle attività di incasso e recupero dei crediti inclusi nel Portafoglio Iniziale e nei portafogli che Credem stessa cederà a Credem CB ai sensi del Contratto Quadro di Cessione. • Investment Manager: ruolo svolto da Credem che, in tale qualità, è stato incaricato di investire la liquidità disponibile sui conti correnti aperti da Credem CB e di redigere e inviare alle parti di tale contratto il c.d. Investment Manager Report, contenente l’indicazione dei risultati dell’attività di investimento svolta in esecuzione delle istruzioni ricevute. • Account Bank: ruolo attualmente svolto da Credem presso cui, in tale qualità, sono stati aperti i conti correnti intestati a Credem CB e sui cui sarà depositata la liquidità da utilizzarsi per i pagamenti previsti dalla struttura del Programma. • Principal Paying Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale qualità, ha il principale compito di determinare ed effettuare (sia per conto di Credem che per conto di Credem CB) i pagamenti dovuti, in linea capitale e in linea interessi, in favore dei portatori delle Obbligazioni Bancarie Garantite. • Calculation Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale qualità, ha il principale compito di redigere e inviare alle parti del contratto il c.d. Payments Report, contenente l’indicazione dei fondi disponibili di titolarità di Credem CB e dei pagamenti da effettuarsi, secondo l’ordine di priorità dei pagamenti determinato dalle parti dell’operazione ai sensi dell’Intercreditor Agreement, a valere su tali fondi disponibili. • Asset Monitor: ruolo svolto da Mazars S.p.A. che, in tale qualità, effettua i calcoli e le verifiche sui Test Obbligatori e sull’Amortisation Test svolti ai sensi del NOTE ILLUSTRATIVE 205 Cover Pool Administration Agreement, verificando l’accuratezza dei calcoli effettuati dal Calculation Agent ai sensi del Cover Pool Administration Agreement. Con incarico separato, è attualmente previsto che l’Asset Monitor, su incarico di Credem, svolga ulteriori verifiche aventi ad oggetto in particolare la conformità degli attivi idonei costituenti il Portafoglio ai requisiti previsti dalla Normativa e il rispetto dei limiti alla cessione e dei requisiti degli emittenti previsti dalle Istruzioni. • Representative of the Bondholders: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale qualità, esercita nei confronti di Credem e di Credem CB i diritti delle controparti coinvolte nell’operazione nascenti dai Contratti del Programma. • Listing Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale qualità, ha il principale compito di gestire, per conto di Credem e di Credem CB, i rapporti e gli adempimenti con la Borsa presso cui saranno quotate le Obbligazioni Bancarie Garantite. Si specifica infine che alcuni contratti del Programma prevedono che i soggetti incaricati dello svolgimento di alcune attività e alcuni ruoli sopra indicati siano dotati, ai fini di tali incarichi, di determinati livelli di rating. Pertanto, seppure alcuni ruoli risultino attualmente ricoperti da Credem, è possibile che in futuro gli stessi possano essere assegnati a soggetti esterni al Gruppo. I rischi connessi con l’operazione Il Programma di Emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite comporta i seguenti rischi finanziari rispetto ai quali sono state adottate varie misure di mitigazione: rischio dell’Emittente, rischio di tasso, rischio di credito, rischio di liquidità, rischio di rifinanziamento, rischio di controparte, rischi legali legati all’operazione. La funzione di revisione interna di Credem (Servizio AUDITING) effettua, almeno ogni 12 mesi, una completa verifica dei controlli svolti, anche avvalendosi delle informazioni ricevute e delle valutazioni espresse dall’Asset Monitor. I risultati di tali verifiche sono portati a conoscenza degli organi aziendali. Caratteristiche principali del Programma La struttura finanziaria del Programma prevede che Credem proceda all’emissione in più serie successive di Obbligazioni Bancarie Garantite con rating atteso pari a Aa2 e A+ espresso rispettivamente dalle seguenti società di rating: Moody’s Investors Services Inc. e Fitch Rating Limited. Tali obbligazioni sono state collocate ad investitori istituzionali con il supporto dei Dealers di tempo in tempo selezionati. In fase iniziale gli Arrangers del Programma sono stati Barclays Bank PLC e Société Générale; attualmente il ruolo è unico ed è svolto da Barclays. Credem potrà emettere, a valere sul Programma, Obbligazioni Bancarie Garantite per un importo complessivo di tempo in tempo in essere non superiore ad Euro 5 miliardi. Tale importo massimo potrà essere incrementato in conformità a quanto previsto dalla documentazione contrattuale del Programma. Nell’ambito del Programma, Credem potrà emettere un ampio spettro di tipologie di titoli; tuttavia le tipologie attualmente più diffuse sul mercato sono titoli c.d. soft bullet che prevedono il pagamento periodico di interessi, il rimborso in un’unica soluzione alla scadenza e la possibilità per la Società Veicolo, in caso di inadempimento di Credem, di posticipare la data di scadenza di un periodo aggiuntivo di tempo (di prassi, un anno). In data 3 ottobre 2014, ottenuta l’approvazione del Prospetto da parte della Commission de Surveillance du Secteur Financier, Credem ha provveduto a rinnovare il Programma di emissione di obbligazioni bancarie garantite. Nel corso del primo semestre 2015 non sono state effettuate nuove emissioni oltre a quelle già effettuate nel 2010, 2011, 2012,2013 e 2014. Al 30 giugno 2015 il controvalore nominale delle emissioni è pari a 2.1 miliardi di euro. NOTE ILLUSTRATIVE 206 Programma Canossa CB Nel mese di agosto 2012 Credem ha perfezionato la costituzione di un secondo programma di Covered Bond per un ammontare massimo di 5 miliardi di euro, assistito da mutui residenziali e commerciali erogati da Credem. Il programma è stato specificamente strutturato per poter migliorare il rapporto tra quantità degli attivi presenti nel cover pool a garanzia delle obbligazioni emesse e l’ammontare dei covered bond emettibili oltre che per accogliere una gamma di attivi più ampia rispetto al primo programma. In data 26 luglio 2012, il Consiglio di Amministrazione ha approvato la cessione da parte di Credem di un portafoglio di crediti per un valore circa pari ad Euro 0,5 miliardi in favore di Canossa CB srl, Società Veicolo (Special Purpose Vehicle, SPV) selezionata per la partecipazione al Programma e partecipata al 70% da Credem. In data 25 ottobre 2012, il Consiglio di Amministrazione ha approvato la cessione da parte di Credem di un secondo portafoglio di crediti per un valore di circa Euro 0,73 miliardi in favore di Canossa CB srl. A maggio 2013 è stata effettuata una nuova cessione da parte di Credem di un terzo portafoglio di crediti per un valore di circa Euro 0,57 miliardi in favore di Canossa CB srl. Il Portafoglio di cessione Il portafoglio che di tempo in tempo viene ceduto alla Società Veicolo deve rispecchiare alcune caratteristiche comuni. I principali criteri comuni di identificazione e selezione dei mutui, da cui derivano i crediti che costituiscono il Cover Pool, sono stati individuati previa condivisione con l’agenzia di rating cui è stata richiesta l’assegnazione del rating alle Obbligazioni Bancarie Garantite che Credem emetterà nel contesto del Programma. In occasione delle tre cessioni di attivi effettuate nel corso del 2012 e 2013, sono stati selezionati i crediti ipotecari derivanti da contratti di mutuo che, alle relative date di cut-off soddisfacevano, a scopo illustrativo e non esaustivo, i seguenti criteri cumulativi: crediti che siano garantiti da ipoteca costituita su beni immobili siti sul territorio della Repubblica Italiana; con riferimento ai crediti ipotecari residenziali, i crediti ai quali si applichi una ponderazione del rischio non superiore al 35% e il cui rapporto fra l'importo capitale residuo del relativo mutuo ipotecario sommato al capitale residuo di ogni altro precedente mutuo garantito da ipoteca sul medesimo bene immobile non sia superiore all'80% del valore dell'immobile; con riferimento ai crediti ipotecari commerciali, i crediti ai quali si applichi una ponderazione del rischio non superiore al 50% e il cui rapporto fra l’importo capitale residuo del relativo mutuo ipotecario sommato al capitale residuo di ogni altro precedente mutuo garantito da ipoteca sul medesimo bene immobile non sia superiore al 60% del valore dell’immobile; crediti che non derivino da contratti di mutuo che beneficiano di forme di agevolazione finanziaria; crediti che non siano classificati come "attività finanziarie deteriorate", ai sensi della sezione “Avvertenze Generali”, paragrafo “Qualità del Credito” della Circolare di Banca d’Italia n. 272 del 30 luglio 2008 recante la “Matrice dei Conti”, come successivamente modificata e integrata; Il Cover Pool alla data contabile del 30giugno 2015, consiste di crediti derivanti da n. 6.722 mutui ipotecari, con un debito residuo complessivo di 424,35 milioni di euro. NOTE ILLUSTRATIVE 207 Regione Mutuatario Debito Residuo (Euro) % Debito Residuo N° Mutui % N° Mutui Abruzzo 3.671.268,86 0,87% 60 0,89% Basilicata 451.159,37 0,11% 13 0,19% Calabria 19.369.586,25 4,56% 384 5,71% Campania 35.536.124,06 8,37% 488 7,26% Emilia Romagna 126.568.088,99 29,83% 2.056 30,59% Friuli Venezia Giulia 1.765.818,43 0,42% 27 0,40% Lazio 29.319.577,71 6,91% 381 5,67% Liguria 6.611.181,13 1,56% 93 1,38% Lombardia 56.528.692,96 13,32% 876 13,03% Marche 6.122.743,32 1,44% 67 1,00% Molise 612.258,26 0,14% 12 0,18% Piemonte 11.618.799,67 2,74% 182 2,71% Puglia 34.884.579,57 8,22% 676 10,06% Sardegna 1.792.808,53 0,42% 15 0,22% Sicilia 47.220.083,18 11,13% 873 12,99% Toscana 24.636.304,24 5,81% 303 4,51% Trentino Alto Adige 1.069.006,38 0,25% 12 0,18% Umbria 3.397.557,78 0,80% 51 0,76% Veneto 13.174.339,58 3,10% 153 2,28% Totale Portafoglio 424.349.978,27 100% 6.722 100% Finanziamento Subordinato In data 31 luglio 2012 Credem e Canossa CB hanno sottoscritto un contratto di finanziamento subordinato, mediante il quale Credem ha concesso a Canossa CB un finanziamento subordinato per il pagamento del corrispettivo di acquisto del Portafoglio Iniziale e si è obbligata a concedere a Canossa CB ulteriori finanziamenti subordinati ciascuno di importo pari al corrispettivo da corrispondersi da parte di Canossa CB in relazione all’acquisto dei successivi portafogli di crediti che saranno ceduti da Credem secondo i termini e le condizioni previste dal Contratto Quadro di Cessione. Un ulteriore finanziamento subordinato è pertanto stato concesso in sede di cessione del Secondo e Terzo Portafoglio di mutui, per un importo pari al relativo prezzo di cessione. Asset Swap Non sono stati stipulati contratti swap tra la Società Veicolo e Credem. Conti correnti Il Programma prevede un’articolata struttura di conti correnti sui quali sono appoggiati i flussi finanziari dell’operazione. Alla strutturazione dell’operazione, sono stati attivati una serie di conti intestati alla Società Veicolo ed in particolare, a scopo non esaustivo: Collection Accounts, Reserve Account, Payments Account, Eligible Investment Account e Expenses Account. Soggetti coinvolti nel Programma Con riferimento a tale sezione si riassumono i principali ruoli e le controparti che sono state coinvolte nell’operazione anche nel corso del primo semestre 2015: NOTE ILLUSTRATIVE 208 • Servicer: ruolo svolto da Credem che, in tale qualità, è stato incaricato da Canossa CB delle attività di incasso e recupero dei crediti inclusi nel Portafoglio Iniziale e nei portafogli che Credem stessa cederà a Canossa CB ai sensi del Contratto Quadro di Cessione. • Investment Manager: ruolo svolto da Credem che, in tale qualità, è stato incaricato di investire la liquidità disponibile sui conti correnti aperti da Canossa CB e di redigere e inviare alle parti di tale contratto il c.d. Investment Manager Report, contenente l’indicazione dei risultati dell’attività di investimento svolta in esecuzione delle istruzioni ricevute. • Account Bank: ruolo attualmente svolto da Credem presso cui, in tale qualità, sono stati aperti i conti correnti intestati a Canossa CB e sui cui viene depositata la liquidità da utilizzarsi per i pagamenti previsti dalla struttura del Programma. • Principal Paying Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale qualità, ha il principale compito di determinare ed effettuare (sia per conto di Credem che per conto di Canossa CB) i pagamenti dovuti, in linea capitale e in linea interessi, in favore dei portatori delle Obbligazioni Bancarie Garantite. • Calculation Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale qualità, ha il principale compito di redigere e inviare alle parti del contratto il c.d. Payments Report, contenente l’indicazione dei fondi disponibili di titolarità di Canossa CB e dei pagamenti da effettuarsi, secondo l’ordine di priorità dei pagamenti determinato dalle parti dell’operazione ai sensi dell’Intercreditor Agreement, a valere su tali fondi disponibili. • Asset Monitor: ruolo svolto da Mazars S.p.A. che, in tale qualità, effettua i calcoli e le verifiche sui Test Obbligatori e sull’Amortisation Test svolti ai sensi del Cover Pool Administration Agreement, verificando l’accuratezza dei calcoli effettuati dal Calculation Agent ai sensi del Cover Pool Administration Agreement. Con incarico separato, è attualmente previsto che l’Asset Monitor, su incarico di Credem, svolga ulteriori verifiche aventi ad oggetto in particolare la conformità degli attivi idonei costituenti il Portafoglio ai requisiti previsti dalla Normativa e il rispetto dei limiti alla cessione e dei requisiti degli emittenti previsti dalle Istruzioni. • Representative of the Bondholders: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale qualità, esercita nei confronti di Credem e di Canossa CB i diritti delle controparti coinvolte nell’operazione nascenti dai Contratti del Programma. • Listing Agent: ruolo svolto da BNP Paribas Securities Services che, in tale qualità, ha il principale compito di gestire, per conto di Credem e di Canossa CB, i rapporti e gli adempimenti con la Borsa presso cui saranno quotate le Obbligazioni Bancarie Garantite. Caratteristiche principali del Programma Le emissioni effettuate a valere sul Programma garantito da Canossa CB sono Obbligazioni Bancarie Garantite retained (riacquistate da Credem). Nel corso del primo semestre 2015 sono scadute le ultime emissioni a valere sul Programma; al 30 giugno 2015 non sono quindi più presenti emissioni garantite da Canossa CB. Nel mese di giugno 2015 è stato inoltre perfezionato un riacquisto parziale di crediti per un valore di circa Euro 0,99 miliardi in favore di Credem. NOTE ILLUSTRATIVE 209 Informativa sulle entità strutturate non consolidate contabilmente (diverse dalle società veicolo per la cartolarizzazione) Un’entità strutturata è un’entità configurata in modo tale che i diritti di voto o diritti similari non sono ritenuti rilevanti per stabilire il controllo, come nel caso in cui i diritti di voto facciano soltanto riferimento ad attività amministrative e le attività rilevanti siano condotte attraverso accordi contrattuali. Per i veicoli a destinazione specifica e fondi di investimento, il controllo è ritenuto esistere laddove il Gruppo dispone dei diritti contrattuali per gestire le attività rilevanti dell’entità e risulta esposto ai rendimenti variabili delle stesse. Entità strutturate consolidate Non sono presenti nel Gruppo entità strutturate consolidate. Entità strutturate non consolidate contabilmente Il Gruppo detiene l’intero patrimonio di due fondi comuni gestiti da Eurmobiliare Asset Managenent SGR, società appartenente al Gruppo stesso. In considerazione della composizione del patrimonio dei fondi, costituito essenzialmente da attività finanziarie valutate al valore di mercato, e ritenendo che i benefici dell’informazione derivante dal consolidamento dei fondi siano inferiori ai costi necessari per fornire l’informazione stessa (cap.3, qc38 del “The Conceptual Framework for Financial Reporting”), non si provvede al consolidamento linea per linea di tali fondi. Inoltre, le quote suddette sono contabilizzate all’interno della voce “Attività finanziare detenute per la negoziazione” per un importo di Euro 7,8 milioni al 30 giugno 2015 (9,8 milioni di euro al 31 dicembre 2014); essendo quindi contabilizzate al “fair value” con contropartita al conto economico, il loro consolidamento non avrebbe prodotto alcun effetto sull’utile di pertinenza della Capogruppo e sul patrimonio netto del Gruppo, anche per quanto detto in precedenza. Nel corso del 1° semestre 2015 l’attività di gestione dei fondi ha continuato a concentrarsi esclusivamente sull’ordinata dismissione degli attivi e sul conseguente recupero della liquidità da essa scaturita, in modo da massimizzare il valore di realizzo degli attivi stessi. I fondi sono infatti gestiti in ottica di dismissione da inizio 2009, mentre nel 2010 i fondi hanno aperto formalmente una procedura di liquidazione. In allegato al bilancio consolidato semestrale abbreviato si riportano i rendiconti di tali fondi comuni alla data del 30 giugno 2015. Entità strutturate non consolidate ai fini vigilanza Non sono presenti nel Gruppo entità strutturate non consolidate ai fini vigilanza. Altre entità strutturate Il Gruppo detiene quote nel fondo Credem Venture Capital soprattutto per soddisfare le proprie esigenze di investimento. Il fondo ha terminato il proprio collocamento nel 2005 e Credem, in origine, possedeva la maggioranza. Attualmente la percentuale di interessenza ammonta a circa il 49%; le quote detenute, e non consolidate, sono contabilizzate all’interno della voce “Attività finanziare detenute per la negoziazione” per un importo di circa 17,4 milioni di euro e della voce “Attività finanziare disponibili per la vendita” per NOTE ILLUSTRATIVE 210 un importo di circa 0,8 milioni di euro. Il fondo chiuso, è gestito da Credem Private Equity SGR, e come per tutti i fondi comuni le disponibilità di Credem Venture Capital non possono essere autonomamente destinate, se non attraverso l’approvazione da parte di Banca Depositaria, banca terza rispetto al Gruppo Credem: Il fondo investe in PMI italiane nei settori merceologici più disparati, attualmente, imballaggi plastici, catene di negozi per animali e meccanica, quindi, in attività generalmente molto distanti da quella finanziaria. Non sono presenti rapporti attivi e passivi intrattenuti dal Gruppo con il Fondo e non sono presenti forme di accordi contrattuali nel fornire sostegno finanziario al suddetto fondo. NOTE ILLUSTRATIVE 211 1.2. Gruppo bancario - rischi di mercato 1.2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio prezzo – portafoglio di negoziazione di vigilanza Informazioni di natura qualitativa Il modello organizzativo di presidio dei rischi ha lo scopo di favorire il raggiungimento di una serie di obiettivi: • ruolo di governo e indirizzo della Capogruppo nel presidio dei rischi per singola Società e del loro impatto sui rischi di Gruppo, in ottemperanza alle vigenti disposizioni di Vigilanza e al Risk Appetite Framework di Gruppo; • controllo gestionale nel senso dell'ottimizzazione del profilo rischio-rendimento a livello di gruppo; • uniformità della metodologia di analisi e del "linguaggio" utilizzato per tutte le Società del gruppo. In questo ambito il Rischio di mercato, inteso come rischio di perdite causate da variazioni sfavorevoli dei fattori di rischio (tasso, prezzo, cambio ed altri fattori di mercato), è misurato e monitorato sia in riferimento al banking book (poste a vista e a scadenza) sia al trading book (strumenti finanziari negoziati con finalità di positioning, trading e negoziazione). Struttura organizzativa Di seguito vengono descritti i principali compiti delle strutture organizzative coinvolte nel processo di controllo e gestione dei rischi di mercato. Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo è responsabile della definizione delle linee generali del governo dei rischi per ciascuna area di business; delibera i poteri riconosciuti in merito a strategie operative, assunzione di rischi e azioni correttive; approva la struttura generale dei limiti operativi e delle deleghe, nonché le linee di responsabilità ed autorità in merito al processo di gestione dei rischi; individua l’insieme di indicatori di Risk Appetite e delle relative metriche di calcolo; definisce e approva gli obiettivi di rischio e le soglie di tolleranza. I Consigli di Amministrazione delle singole società recepiscono gli obiettivi assegnati dal Consiglio di amministrazione della Capogruppo riferiti a mission e profilo di rischio; approvano la struttura dei limiti e delle deleghe operative interne nell’ambito di quanto fissato dal Consiglio di amministrazione della Capogruppo. Le Direzioni delle singole società realizzano le attività di business di competenza nel rispetto delle deleghe e dei limiti operativi di rischio assegnati dai rispettivi Consigli di Amministrazione. Il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo svolge l’attività valutativa e propositiva necessaria affinché il CA possa definire e approvare il Risk Appetite Framework (con particolare riferimento alla valutazione degli obiettivi di rischio e delle soglie di tolleranza); monitora l’andamento del profilo di rischio assunto nel suo complesso rispetto agli obiettivi di Risk Appetite e alle soglie di tolleranza relativamente a tutti gli indicatori previsti nel RAF di Gruppo. La funzione di Risk Management supporta il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo ed effettua le seguenti attività: la misurazione e la rendicontazione dei rischi finanziari per singola società e a livello di gruppo, utilizzando a questo fine misure di rischio in termini di VaR e di sensitivity, volte a verificare il rispetto dei limiti assegnati e la coerenza con gli obiettivi di rischio rendimento assegnati; lo sviluppo e la gestione dei sistemi di misurazione dei rischi tramite l’acquisizione dei dati di mercato necessari per il calcolo; la definizione del profilo di rischio dei nuovi prodotti. Le risultanze dell’attività della funzione di Risk Management sono riportate periodicamente al Comitato Consiliare Rischi di Gruppo. NOTE ILLUSTRATIVE 212 Aspetti generali Rischio di tasso di interesse Credembanca Il presidio dei rischi finanziari avviene tramite la definizione di una struttura di limiti che costituisce l’espressione diretta del livello di rischiosità ritenuto accettabile con riferimento alle singole aree/linee di business, in coerenza con il Risk Appetite definito a livello di gruppo. In particolare i rischi di mercato si generano a seguito delle seguenti operatività: attività tradizionale di raccolta ed impiego; attività sui mercati finanziari con finalità di trading e di investimento; attività di negoziazione di strumenti finanziari in contropartita con la clientela. Il rischio tasso di interesse nel portafoglio di negoziazione di vigilanza è generato dall’attività svolta sui mercati obbligazionari e derivati su tasso. Il rischio di tasso generato da tale attività è gestito e controllato tramite limiti complessivi in termini di delta (ovvero di sensitività rispetto a movimenti paralleli della curva), di spread di curva (ovvero di sensitivity rispetto a movimenti non paralleli della curva) e di vega. Il rischio specifico o emittente viene monitorato tramite appositi massimali di concentrazione per settore e classe di rating. Inoltre il modello di VaR in uso esclusivamente ai fini gestionali include il rischio emittente, mediante l’utilizzo di serie storiche specifiche sugli spread di mercato. La funzione di Risk Management produce reports di rischio con frequenza giornaliera, settimanale e trimestrale a seconda della funzione destinataria, indicando gli eventuali sconfini rispetto ai massimali assegnati dal regolamento e la misura di rischio gestionale in termini di VaR. Banca Euromobiliare I rischi di mercato legati al rischio tasso sono gestititi tramite la definizione di massimali operativi distinti in termini di posizione ten years equivalent. La funzione Risk Management della capogruppo verifica il rispetto di tali limiti ed elabora una misura di rischio gestionale in termini di VaR. Rischio di prezzo Nell’ambito del “portafoglio di negoziazione di vigilanza” la principale fonte di rischio di prezzo è costituita dai titoli azionari, fondi e dai relativi strumenti derivati. Credembanca I rischi azionari sono assunti nell’ambito delle attività di trading e di hedging a fronte della operazioni di strutturazione. Tale attività svolta sui mercati azionari prevede l’assunzione di posizioni direzionali gestite e controllate tramite massimali di posizione, sia lorda sia netta, limiti in termini di greche e massimali di concentrazione per sottostante. Vi sono inoltre posizioni in quote di fondi di fondi hedge, in tale contesto l’investimento principale è costituito da una posizione in fondi gestiti da Euromobiliare AM SGR con finalità di seed money. NOTE ILLUSTRATIVE 213 Banca Euromobiliare Il Regolamento Finanza, monitorato dalla funzione di Risk Management, non prevede massimali ordinari per l’operatività sul rischio azionario. La società detiene inoltre una posizione nei medesimi fondi di fondi hedge di cui al punto precedente. B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo Rischio di tasso di interesse - metodologie e metriche di misurazione Il rischio di tasso di interesse viene calcolato giornalmente tramite metodologia VaR per Credembanca; la misurazione ha finalità gestionali, non viene utilizzata per il calcolo del requisito patrimoniale sui rischi di mercato per il quale il Gruppo Credem adotta l’approccio standard. Il VaR misura la massima perdita potenziale nella quale può incorrere il portafoglio in base all'evoluzione dei fattori di mercato, dato un certo livello di confidenza, nel corso di un determinato orizzonte temporale. La metodologia applicata nell’ambito del Gruppo Credem prevede i seguenti parametri: • livello di confidenza 99%; • orizzonte temporale 1 giorno; • volatilità calcolata come media mobile delle ultime 255 osservazioni giornaliere, dando maggior peso ai dati più recenti (decay factor λ=0,94). Per il calcolo dell’assorbimento in termini di capitale interno si procede inoltre a convertire il dato in un VaR a 10gg, applicando prudenzialmente il coefficiente moltiplicativo previsto dalla Vigilanza. Il dato di rischio è anche sottoposto ad analisi di stress testing nell’ambito del processo di verifica dell’adeguatezza patrimoniale, che mira a verificare la variazione del capitale (stimato in termini di VaR) in caso di forti turbolenze dei mercati finanziari. L’analisi è basata sulla determinazione di una matrice di varianza e covarianza dei fattori rischio in ipotesi di condizione di stress dei mercati che innalzi la volatilità delle variabili finanziarie e alteri la struttura delle relazioni fra di esse. La determinazione di tale matrice è stata effettuata con la medesima metodologia utilizzata per la stima del VaR. In particolare ci si è avvalsi della possibilità di impostare il periodo storico utilizzato come campione di analisi per il calcolo delle volatilità e delle correlazioni, selezionando un intervallo temporale critico (di elevata volatilità) sui mercati, in coerenza con lo scenario complessivo di stress individuato. In relazione a Banca Euromobiliare: il rischio di tasso di interesse viene calcolato settimanalmente tramite la metodologia VaR. Intervallo di confidenza, orizzonte temporale e coefficiente moltiplicativo sono gli stessi già indicati per le altre società del gruppo. Informazioni di natura quantitativa Portafoglio di negoziazione di vigilanza Nella presente sezione vengono sinteticamente esposti i risultati delle analisi di rischio di tasso nell’ambito del portafoglio di negoziazione. In particolare di seguito sono riportati i valori medi, massimi e minimi del VaR (in milioni di euro) generato dal fattore di rischio tasso di interesse relativi agli esercizi 2013, 2014 e primo semestre 2015. NOTE ILLUSTRATIVE 214 Per quanto riguarda Credem il confronto con l’esercizio precedente evidenzia un contenuto aumento del fattore di rischio tasso di interesse; il dato di rischio di tasso include contratti IRS e OIS contabilmente definiti di trading, ma gestionalmente a copertura di poste di banking book. Nelle figure sottostanti è riportato l’andamento di tale dato di VaR per Credem nell’arco del 2015. Figura 1. Andamento Interest Rate VaR Credem (99%, 10gg*coeff moltiplicativo). Dati in mln di €. Interest Rate VaR 25,0 VaR 20,0 media 15,0 10,0 5,0 0,0 Per quanto riguarda la shift sensitivity analysis e limitatamente al portafoglio di negoziazione di vigilanza, la tabella sotto riportata mostra i dati relativi all’impatto sul margine di interesse su un orizzonte temporale di 12 mesi, nell’ipotesi di una variazione parallela dei tassi di interesse di +/- 100 punti base (dato riferito a Credem). NOTE ILLUSTRATIVE 215 Ipotesi di shift parallelo (dati mln di €) Shock -100 b.p. Shock +100 b.p. -0,0 +0,4 Dati 06/2015 Rischio di prezzo - metodologie e metriche di misurazione Il rischio di mercato equity viene calcolato con la stessa frequenza e metodologia indicata per il rischio tasso. Informazioni di natura quantitativa Nella presente sezione vengono sinteticamente esposti i risultati delle analisi di rischio di prezzo nell’ambito del portafoglio di negoziazione. In particolare di seguito sono riportati i valori medi, massimi e minimi del VaR (in mln di euro) generato dal fattore di rischio equity delle singole società relativi agli esercizi 2013, 2014 e primo semestre 2015. Tabella 2. Dati di Equity VaR 06/2015 2014 2013 6,4 5,0 9,2 6,6 4,1 9,8 8,0 4,4 11,9 0,2 0,1 0,2 0,2 0,1 0,2 0,3 0,2 0,4 Credem VaR - medio min max Banca Euromobiliare VaR - medio min max dati in mln di €, VaR 99% 10gg * Coeff moltiplicativo Il dato è determinato sostanzialmente dalla posizione in hedge fund di cui sopra. Nelle figure sottostanti è riportato l’andamento del VaR per Credem nell’arco del 2015. NOTE ILLUSTRATIVE 216 Figura 2. Andamento Equity VaR Credem (99%, 10gg*coeff moltiplicativo). Dati in mln di €. Equity VaR 12,0 VaR Media 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 I risultati dell’attività di backtesting sono riportati nel paragrafo 1.2.3 “Rischio di cambio”. RISCHIO SPECIFICO - INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA Il rischio specifico è il rischio di perdite causate da una sfavorevole variazione del prezzo degli strumenti finanziari negoziati dovuta a fattori connessi con la situazione dell’emittente. Di seguito sono riportati i valori medi, massimi e minimi (in milioni di euro) del rischio specifico delle singole società, calcolati sulla base delle ponderazioni di vigilanza, relativamente agli esercizi 2013, 2014 e primo semestre 2015. Tabella 3. Dati di rischio specifico 06/2015 2014 2013 Rischio specifico - medio min max Banca Euromobiliare 0,1 0,1 0,2 1,2 0,2 2,0 2,3 1,7 3,1 Rischio specifico - medio min max 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Credem dati in mln di € NOTE ILLUSTRATIVE 217 1.2.2 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – portafoglio bancario Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo Rischio di tasso Il Gruppo adotta la definizione normativa di rischio di tasso di interesse sul banking book, secondo cui il rischio in oggetto è: “il rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione: rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse”. Il rischio di tasso di interesse è generato dagli sbilanci rivenienti dall’attività caratteristica, come conseguenza di differenze nelle scadenze e nei periodi di ridefinizione delle condizioni di tasso di interesse delle poste attive e passive. La politica di gestione del rischio di tasso d’interesse sul banking book è volta alla stabilizzazione del margine di interesse sul portafoglio bancario, mantenendo uno sbilancio tendenzialmente contenuto e all’interno dei massimali definiti nel “Regolamento per l’assunzione dei rischi finanziari”. Eventuali modifiche a tale Regolamento ed ai massimali in esso espressi possono essere sottoposte a delibera del Consiglio di Amministrazione su proposta della Business Unit Finanza, sentito preventivamente il parere della funzione di Risk Management. Nell’ambito delle linee guida e delle soglie di tolleranza massima indicate dal Consiglio di Amministrazione, coerentemente con il Risk Appetite Framework di gruppo, al Comitato Asset & Liability Management (ALM) sono assegnati poteri decisionali per la declinazione delle strategie definite in merito a: • struttura finanziaria delle attività e delle passività della banca; • livello di rischio di tasso e liquidità complessivo desiderato; • politiche di funding del Gruppo e proposizione del funding plan annuale della Capogruppo, formulato dalla Business Unit Finanza di concerto con il Servizio Valore. Tali indicazioni costituiscono il presupposto e garantiscono la coerenza complessiva con gli obiettivi gestionali che ogni funzione aziendale definisce nell'ambito delle proprie autonomie. Gli indirizzi strategici, e le conseguenti scelte gestionali, sono finalizzati a: • stabilizzare nel tempo il margine di interesse; • garantire un adeguato grado di liquidità, solvibilità e mismatching delle scadenze. La gestione operativa del rischio di tasso di interesse sul banking book è attribuita alla Business Unit Finanza, nell’ambito delle autonomie assegnate dal Regolamento per l’assunzione dei rischi finanziari ed in ottemperanza agli indirizzi strategici espressi dal Comitato ALM. Nell’attività di gestione la Business Unit Finanza si avvale di un modello rappresentativo del rischio tasso basato sulla visualizzazione lungo l’asse temporale delle operazioni per scadenza di repricing, al fine di evidenziare squilibri fra attivo e passivo. La Business Unit Finanza si occupa inoltre di proporre al Comitato ALM gli interventi ritenuti necessari a migliorare il profilo complessivo in termini di rischio di tasso (e di liquidità strutturale) e di realizzare operativamente tali interventi. Nell’ambito del processo di gestione dei rischi e di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale e prospettica, la funzione di Risk Management: NOTE ILLUSTRATIVE 218 • • • sviluppa, con il supporto della Business Unit Finanza, le metodologie di misurazione del rischio di tasso di interesse sul banking book; monitora giornalmente il rispetto dei limiti esplicitati nel “Regolamento per l’assunzione dei rischi finanziari”; predispone reporting per la gestione e monitoraggio del rischio di tasso per il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo. Il Report Giornaliero di sintesi del rispetto dei massimali presenta, fra le altre, le seguenti informazioni: • gap per fascia di scadenza sulle operazioni di raccolta e impiego in Euro e in valuta estera, i relativi massimali stabiliti dal Regolamento ed eventuali sconfini; • massimali di rischio tasso in termini di Ten Years Equivalent (Tye) ed eventuali sconfini; • limiti di concentrazione per divisa ed eventuali sconfini. B. Attività di copertura del fair value Si è adottata la metodologia contabile del Macro Fair Value Hedge per la copertura del rischio di tasso associato a: • mutui a tasso fisso, • mutui a tasso variabile con opzione “cap”, per coprire il rischio tasso generato dall’opzione. • componente core anelastica della raccolta a vista. Si è adottata, inoltre, la metodologia contabile del Micro Fair value Hedge per la copertura del rischio di tasso associato a: • titoli di debito in regime contabile AFS e • prestiti obbligazionari a tasso fisso emessi da Credito Emiliano. L’applicazione della metodologia di hedge accounting consente di rappresentare contabilmente in modo simmetrico sia le poste coperte che i prodotti derivati utilizzati per la copertura. In particolare, per la copertura del rischio di tasso, vengono utilizzati strumenti derivati non quotati (IRS, OIS, IRO) che consentono di riallineare le differenze tra le caratteristiche finanziarie degli impieghi e della raccolta. Il Fair Value Hedge prevede che la relazione di copertura sia formalmente documentata da una hedging card e che la tenuta della copertura sia verificata attraverso dei test di efficacia sia prospettici che retrospettivi. Se i test di efficacia danno esito positivo è passata in contabilità una rettifica relativa al Fair Value dello strumento coperto, per allineare la sua modalità di valutazione a quello dello strumento di hedging. Tali test di efficacia sono svolti periodicamente durante tutta la vita dell’operazione. La copertura è considerata efficace se il rapporto tra la variazione di fair value dell’elemento coperto rispetto allo strumento di copertura è compreso nel range 80%-125%. Il test di verifica della tenuta prospettica e retrospettiva delle coperture è svolto su base trimestrale. L’hedge accounting non può essere mantenuto qualora la copertura divenga inefficace (fuori dal range 80%-125%). Per quanto riguarda le poste a vista, il gruppo adotta un modello di valutazione che permette di quantificarne gli effetti di persistenza nel tempo e di imperfetta elasticità alla variazione dei tassi di mercato (effetto vischiosità). La modellizzazione è basata sulle serie storiche interne dei comportamenti della clientela, e si costituisce di due componenti: la stima della relazione dei tassi delle poste a vista con i tassi di mercato in base ad un modello econometrico; la stima della persistenza dei volumi, attraverso la quale l’ammontare delle poste a vista viene tradotto in un portafoglio di poste a tasso fisso a scadenza (replicating portfolio). NOTE ILLUSTRATIVE 219 C. Attività di copertura dei flussi finanziari Obiettivo di fondo delle operazioni di copertura effettuate secondo la metodologia del Cash Flow Hedge è quello di evitare che variazioni inattese dei tassi di mercato si ripercuotano negativamente sul margine di interesse. Sono presenti coperture di cash flow hedge su diverse forme di raccolta a tasso variabile già emessi e di futura emissione (forecast transaction). In particolare, per la copertura del rischio di tasso, vengono utilizzati strumenti derivati non quotati (IRS) che consentono di riallineare le differenze tra le caratteristiche finanziarie degli impieghi e della raccolta. L’obiettivo della copertura è l’eliminazione parziale del rischio di fluttuazioni dei flussi di cassa futuri determinati dall’andamento del tasso variabile lungo il periodo coperto e il conseguente raggiungimento di un’indicizzazione al tasso fisso “obiettivo”, pari a quello sintetizzato dai flussi della “gamba” a tasso fisso del gruppo di strumenti di copertura. Nei precedenti esercizi è stato attivato il Cash Flow Hedge anche per i mutui a tasso variabile. La definizione dei pacchetti di mutui coperti in Cash Flow Hedge è stata fatta secondo i seguenti criteri: • stessa frequenza di pagamento • stesso tipo di indicizzazione • periodicità di revisione del tasso e liquidazione degli interessi (divisi nei seguenti 3 bucket: dal 1° al 10° giorno del mese, dal 11° al 20° e dal 21° a fine mese). L'omogeneità di tali caratteristiche del portafoglio mutui e dei relativi derivati garantisce l'efficacia della copertura e quindi permette di non effettuare il test al punto 2 del seguente paragrafo (test invece indispensabile per il Cash Flow Hedge su diverse forme di raccolta. Metodo di valutazione di efficacia: Per la raccolta a tasso variabile coperta in Cash Flow Hedge vengono effettuati i seguenti test: 1. Verifica della capienza minima di nominale per ogni periodo futuro a partire del bucket in corso; 2. effettuazione del test prospettico e retrospettivo tramite la metodologia del derivato ipotetico, ovvero confronto fra il Fair Value del derivato di copertura rispetto al Fair Value del derivato ipotetico avente come gamba fissa gli stessi flussi dei derivati di copertura e come gamba variabile i flussi variabili dello strumento coperto pesato per le percentuali di copertura. Per i mutui coperti in Cash Flow Hedge viene verificato che lo swap di copertura sia stato concluso a condizioni di mercato, controllando il valore di Market To Market con la curva real time al momento della chiusura dell’operazione. Osservazioni sulla metodologia presentata Relativamente al Cash Flow Hedge delle diverse forme di raccolta (analogo discorso vale per il Cash Flow Hedge mutui cambiando i segni dei flussi e passività in attività) gli strumenti derivati per i quali si applica la metodologia in oggetto sono considerati come facenti parte di un unico gruppo di operazioni che presentano complessivamente un’esposizione di tipo “incasso tasso variabile/pagamento tasso fisso”. Tale gruppo di operazioni è considerato, lungo tutta la loro vita, a copertura parziale dei flussi che si generano su un gruppo di passività a tasso variabile (pagamento tasso variabile); tali passività sono rappresentate sia da posizioni debitorie già in essere, sia da operazioni future con le medesime caratteristiche (qualora rispettino i requisiti richiesti dal principio per essere designate come poste coperte 2). All’interno di ciascun bucket, essendo coperto l’insieme omogeneo dei flussi generati dalle passività interessate dalla copertura, l’identificazione dei 2 Se le operazioni solo “prospettate” rispettano i requisiti necessari per essere qualificate secondo lo IAS 39 come “forecast transaction”, anche i flussi futuri da queste generati potranno essere a loro volta inclusi nella medesima definizione e, conseguentemente, designabili come poste coperte. Per il CFH mutui si è deciso di non utilizzare “forecast transaction”. NOTE ILLUSTRATIVE 220 flussi coperti prescinde dalla correlazione dei medesimi rispetto ai nominali che li hanno generati (singole passività a tasso variabile), tuttavia i flussi oggetto di copertura vengono identificati come “i primi” complessivamente generati all’interno del bucket medesimo (cfr. IAS 39 IG §F.3.10). L’obiettivo della copertura è l’eliminazione di una porzione del rischio di variabilità dei flussi di cassa derivanti dalla ridefinizione delle “cedole” delle poste coperte. La designazione della relazione di copertura è riferita a precisi periodi di tempo futuro (bucket trimestrali per il Cash Flow Hedge titoli, bucket mensili per il Cash Flow Hedge mutui) e, in termini di porzione coperta, può essere differente da bucket a bucket in relazione alla posizione complessiva del gruppo dei derivati di copertura e delle operazioni coperte in essere alla fine di ogni bucket definito. La riduzione del rischio di variabilità dei flussi di cassa è ottenuta tramite la composizione di gruppi di elementi coperti e di poste di copertura che presentano caratteristiche di indicizzazione allo stesso tasso variabile e con date di definizione dei tassi “ragionevolmente” vicine (trimestre nel caso di Cash Flow Hedge su diverse forme di raccolta, 10 giorni nel caso del Cash Flow Hedge mutui). In sostanza, i flussi di cassa che verranno incassati in ognuno dei periodi definiti dalle cedole variabili del gruppo degli strumenti di copertura annulleranno una porzione (pari a quella generata sul capitale coperto) dei flussi di cassa complessivamente pagati sul gruppo di poste coperte (i flussi generati dai primi nominali in riprezzamento di ogni bucket fino a concorrenza del nominale delle operazioni di copertura per ogni periodo) trasformando l’esposizione complessiva nel bucket da variabile a fissa. Affinché tale situazione si verifichi con un elevato livello di probabilità è necessario che i flussi di cassa (variabili) generati dai due gruppi siano allineati in termini di parametro e frequenza di indicizzazione e che le date di definizione dei tassi variabili dei singoli elementi presenti nei due gruppi siano sufficientemente ravvicinate fra di loro. Il concetto di alta probabilità delle operazioni attese Ai fini della designazione della relazione di copertura delle diverse forme di raccolta a tasso variabile, una forecast transaction deve essere 3: • altamente probabile; • capace di incidere, in ultima istanza, sul conto economico, essendo variabili i flussi di cassa ad essa riconducibili . Per “altamente probabile” si intende una situazione tale per cui è molto più facile che la transazione avvenga piuttosto che non avvenga 4. A tal fine, non è possibile dare una qualifica di “alta probabilità” a delle transazioni future solo sulla base delle intenzioni del management: è necessario supportare l’analisi con fatti e circostanze verificabili in modo oggettivo. Il principio fornisce un elenco degli elementi che è necessario prendere in considerazione ai fini della definizione del requisito di alta probabilità 5. Questi sono: • la frequenza di transazioni simili nel passato; • le capacità finanziarie ed operative dell’entità nel portare a termine la transazione; • i piani strategici industriali (la transazione attesa deve essere in linea con le dimensioni dell’entità e con le sue prospettive di sviluppo); • l’attinenza della transazione con l’attività tipica dell’entità; • la probabilità che diverse operazioni con caratteristiche differenti tra loro possano essere intraprese per raggiungere lo stesso obiettivo; • l’attuale presenza di una sostanziale destinazione di risorse allo scopo in esame. Tre elementi condizionano l’entità e la forza delle “prove” necessarie al fine della dimostrazione dell’“alta probabilità” di una transazione futura: 3 4 5 IAS 39 § 88 IAS 39 IG F.3.7 IAS 39 IG F.3.7 NOTE ILLUSTRATIVE 221 • • • l’orizzonte temporale della transazione futura. A parità di altre condizioni, più lontana nel tempo si prevede essere la transazione futura, meno certa è l’evenienza che questa si verificherà effettivamente e quindi più difficilmente dimostrabile è il requisito di “alta probabilità”. In questi casi saranno necessarie prove dell’"alta probabilità” che siano molto più consistenti (saranno, quindi, necessarie, ad esempio, forme contrattuali a supporto della transazione futura; il principio 6 evidenzia come i flussi di interessi a venti anni derivanti da uno strumento di debito con questa scadenza sono “altamente probabili” in quanto supportati da un contratto che obbliga alla corresponsione di detti flussi); la quantità/il valore delle transazioni future rispetto alle transazioni effettive della stessa natura. A parità di altre condizioni, maggiore è il valore delle transazioni future rispetto alle attuali, minore è la probabilità che queste si realizzeranno. Saranno, quindi, necessarie prove maggiormente consistenti a supporto della dimostrazione di “alta probabilità”; la storia delle designazioni passate. Se storicamente si è verificato il fatto che le designazioni di coperture di transazioni future non si sono realizzate col venir meno della transazione stessa, questo è un segnale della scarsa capacità della società di valutare in modo attendibile come “altamente probabile” le transazioni future. Come evidenziato nell’Implementation guidance 7 dello IAS 39, non è necessario che la società sia in grado di predire con esattezza la data in cui si verificherà la transazione futura. È, però, richiesto che sia ben identificato e, quindi, anche documentato il periodo in cui la transazione è attesa. Nel rispetto di quanto sopra riportato, il Comitato ALM ha inoltre fissato un limite al valore massimo delle forecast transaction. L’importo delle forecast transaction non potrà superare il valore complessivo ipotizzato delle future emissioni obbligazionarie a tasso variabile (definito come differenza fra i volumi previsti come giacenze per ogni anno e l’ammontare delle obbligazioni già emesse). Per una corretta individuazione dei flussi in scadenza, oltre all’inerziale delle operazioni già effettuate, vengono anche valorizzati gli importi delle operazioni effettuate negli anni di previsione/proiezione; per convenzione la durata di queste emissioni viene ipotizzata a 2 e 3 anni. E’ inoltre stabilita una percentuale, decrescente con il trascorrere del tempo, del rapporto fra totale delle forecast transaction ipotizzate e le emissioni previste, al fine di esprimere un minore livello di probabilità delle forecast tanto più sono lontane nel tempo. Informazioni di natura quantitativa Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività Nella presente sezione vengono sinteticamente esposti i risultati delle analisi di rischio di tasso di interesse, limitatamente al portafoglio bancario. In particolare, la tabella sotto riportata, mostra i dati relativi all’impatto sul margine di interesse (shift sensitivity analysis), su un orizzonte temporale di 12 mesi, nell’ipotesi di una variazione parallela dei tassi di interesse di +/- 100 punti base. La misura è basata sulle posizioni a fine anno, senza includere dunque ipotesi su futuri cambiamenti della composizione di attività e passività. Per quanto riguarda le poste a vista, il dato include le risultanze del modello di stima descritto sopra, basato sulle serie storiche interne dei comportamenti della clientela. L’analisi è relativa a Credem e Credemleasing, le due società rilevanti ai fini rischio di tasso del banking book. 6 7 IAS 39 IG F.3.7 IAS39 IG F.3.11 NOTE ILLUSTRATIVE 222 Ipotesi di shift parallelo (dati in milioni di euro) Shock -100 b.p. Shock +100 b.p. +0,8 +50,6 Dati 06/2015 Per il rischio di tasso del portafoglio bancario sono inoltre previste le medesime analisi di VaR e stress test descritte nel paragrafo sul portafoglio di Negoziazione, a cui si rimanda per la descrizione della metodologia. Nelle figure sottostanti è riportato l’andamento del VaR del banking book Credem nell’arco del 2015. I risultati dell’attività di backtesting sono riportati nel paragrafo 1.2.3 “Rischio di cambio”. Figura 5. Andamento Interest Rate VaR Credem – banking book (99%, 10gg*coeff moltiplicativo). Dati in milioni di euro. Interest Rate VaR 80,0 VaR 70,0 media 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Rischio di prezzo Nell’ambito del portafoglio bancario, il rischio di prezzo è legato essenzialmente alla presenza di partecipazioni e titoli di capitale all’interno del portafoglio “disponibili per la vendita”. Con riferimento alle partecipazioni quotate in mercati regolamentati, il rischio viene monitorato giornalmente attraverso il calcolo del Value at Risk. Attività di copertura del rischio di prezzo Il gruppo non ha posto in essere operazioni di copertura. NOTE ILLUSTRATIVE 223 1.2.3 Rischio di cambio Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio L’attività svolta sui mercati dei cambi prevede l’assunzione di posizioni gestite e controllate tramite massimali di posizione, sia lorda sia netta, e massimali di concentrazione per divisa. Il rischio di mercato currency viene calcolato con la stessa frequenza e metodologia indicata per il rischio tasso ed equity. B. Attività di copertura del rischio di cambio Il Gruppo non ha posto in essere operazioni di copertura. Informazioni di natura quantitativa Distribuzione per valuta di denominazione delle attività e passività e dei derivati • Modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività Nella presente sezione vengono sinteticamente esposti i risultati delle analisi del rischio di cambio nell’ambito del portafoglio di negoziazione. In particolare di seguito sono riportati i valori medi, massimi e minimi del VaR (in milioni di euro) generato dal fattore di rischio currency relativi agli esercizi 2013, 2014 e primo semestre 2015. Tabella 4. Dati di Currency VaR 06/2015 2014 2013 0,0 0,0 0,2 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Credem VaR - medio min max dati in mln di €, VaR 99% 10gg * Coeff moltiplicativo Nelle figure sottostanti è riportato l’andamento di tale dato di VaR per Credem nell’arco del 2015. NOTE ILLUSTRATIVE 224 FX VaR 0,2 VaR media 0,1 0,0 La tabella sottostante evidenzia il contributo medio del rischio di cambio nel corso del 2015 al VaR complessivo non diversificato. Tabella 5. Contributo medio % dei fattori di rischio al VaR complessivo non diversificato Credem Equity Risk FX Risk Interest Rate Risk 21,2% 0,1% 78,7% Nell’ambito della più complessiva analisi annuale di backtesting dei modelli, viene effettuato il confronto tra il dato di VaR e il P&L effettivamente conseguito. Le linee guida per lo svolgimento dei test retrospettivi sono descritte nel documento Rischio di Mercato, Metodologia backtesting, VaR Portafoglio di Proprietà, che ne espone la finalità e la metodologia. Il backtesting è eseguito mettendo a confronto i dati di VaR con i dati di P&L gestionali giornalieri (o settimanali, per i portafogli per i quali il calcolo di redditività è su base weekly), e si basa sull’analisi delle “eccezioni”, ovvero dei casi in cui la perdita registrata risulta superiore al VaR stimato per lo stesso periodo di riferimento, sia in termini di numerosità sia in termini di distribuzione temporale. Il perimetro dell’analisi di backtest sono i portafogli del Regolamento Finanza, l’orizzonte temporale del VaR è coerente con quello di calcolo del P&L. L’esercizio si basa su 12 mesi di dati. Le ipotesi sono state verificate attraverso una serie di test: • Frequency Test: Basilea e Kupiec (o POF, Proportion of Failure); • Indipendence Test: Christoffersen e Mixed Kupiec; • Joint Test: POF + Christoffersen, POF + Mixed Kupiec. Nell’ambito dell’analisi annuale non sono state riscontrate anomalie nel risultato dei test, di conseguenza il backtesting ha fornito un esito positivo. NOTE ILLUSTRATIVE 225 Gli strumenti derivati L’operatività in strumenti finanziari derivati è gestita dal Gruppo tramite un apposito applicativo dedicato atto alle valorizzazioni giornaliere a Mark to model. Il documento di riferimento “Allegato tecnico alla Fair value Policy di Gruppo: Manuale modelli di pricing” disciplina i principali modelli di pricing comunemente utilizzati dal Gruppo per i propri derivati valutati al Mark to Model. In particolare una sezione dedicata descrive nel dettaglio tali modelli. L’insieme dei modelli descritti individua le metodologie ad oggi utilizzate e validate per le valutazioni degli strumenti detenuti in proprietà. Classificazione strumenti derivati e parametri di mercato Il Gruppo Credem si è dotato di una Fair Value Policy e relativi allegati tecnici che disciplinano anche le regole contabili per la valorizzazione degli strumenti a mark to model, i relativi parametri e i processi inerenti la valorizzazione degli strumenti. In particolare il manuale si articola nelle seguenti sezioni: - classificazione degli strumenti derivati, storicizzati all’interno dell’applicativo; - mappatura e dettaglio dei parametri di mercato alimentati all’interno dell’applicativo al fine di valutare tutti gli strumenti; - descrizione procedure automatizzate per la storicizzazione dei prezzi. Parametri di mercato I parametri di mercato utilizzati per le valutazioni e gestiti all’interno dell’applicativo possono essere: - dati acquisiti automaticamente, informazioni scaricate periodicamente da Info Providers,( ad es: market parameter giornalieri); - dati di mercato inseriti manualmente nell’applicativo a richiesta; - dati di mercato stimati dall’applicativo, prevalentemente attraverso dati acquisiti automaticamente. Generalmente, i parametri alimentati manualmente necessitano di un aggiornamento costante e giornaliero. sono quelli che non Processo di validazione modelli e parametri I documenti di riferimento riportano come indicato tutti i modelli di pricing e i parametri di mercato validati e utilizzati dal Gruppo per la valutazione degli strumenti derivati. Qualora sia necessario introdurre nuovi parametri e/o modelli, il processo prevede il coinvolgimento della funzione di validazione che disciplina un apposito parere inerente la nuova operatività e provvede alla validazione dei modelli come disciplinato nell’ apposito regolamento Nuovi prodotti del Gruppo. E’ cura dell’ufficio di validazione aggiornare periodicamente i documenti di riferimento con i nuovi modelli e/o parametri utilizzati ed effettuare analisi sulla validità dei modelli in uso. Procedure automatiche e appositi controlli consentono il presidio giornaliero delle valorizzazioni dei derivati e dei parametri utilizzati. NOTE ILLUSTRATIVE 226 Si riporta per ogni tipologia di strumento derivato il tipo di valutazione (tramite quotazione di mercato - Mark to market o tramite valutazione a modello- Mark to model). Nel caso lo strumento sia valutato tramite Mark to Model si indicano: il modello di pricing utilizzato per la valorizzazione e i parametri di mercato utilizzati per la valutazione. Description Mark to Market /Mark to Model Modello di pricing e variabili di mercato utilizzate per la valutazione Modello: modello CDS Default Swap Mark to Model Parametri:Curve CDS Modello: Costo of Carry Spot Forward Mark to Market per lo spot, Mark to Model per i forward Parametri: Spot rates, Curve FX Modello: Modello Cost of Carry Forex-Swap Mark to Model Parametri: Spot rates, Curve FX Modello: Modello binomiali Simple Option Mark to Model di Black& Scholes/Alberi Parametri: Spot rates, Curve FX, volatilità FX Modello: mondo black Simple Barrier Mark to Model Parametri: Spot rates, Curve FX, volatilità FX Modello: non validato Convertible Bond Mark to Model Parametri: Prezzo sottostante, curva tassi, volatilità sottostante, credit spread, dividendi attesi Modello: Discounted Cash Flow + Modello Black &Scholes Indexed Bond Mark to Model Parametri: curva tassi, credit spread Equities Mark to Market Prezzo Quotato Modello: Modello di Black& Scholes EQD Option Parametri: volatilità, Listed Mark to Model Prezzo sottostante, curva tassi, dividendi attesi Modello: Black&Scholes/alberi Binomiali EQD Option OTC NOTE ILLUSTRATIVE Mark to Model Parametri: Prezzo sottostante, volatilità, dividendi attesi curva tassi, 227 Description Mark to Market /Mark to Model Modello di pricing e variabili di mercato utilizzate per la valutazione Modello: Discounted Cask Flow Asset Swap Mark to Model Parametri: Curva Tassi Bond Mark to Market Prezzo Quotato Modello: Modello Fischer Black Cap/Floor Mark to Model Parametri: Curva Tassi, volatilità tassi Digital: campo Barrier Modello: Call Put Spread Cap/Floor Interest Swap Mark to Model Modello: Discounted Cash Flow Rate Long Future Parametri: Curva Tassi, volatilità tassi Mark to Model Parametri: Curva Tassi Mark to Market Prezzo Quotato Modello: Discounted cash flow Loans/Deposit Mark to Model NOTE ILLUSTRATIVE 228 Parametri: Curva Tassi 1.3 Gruppo bancario - rischio di liquidità Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità Il rischio di liquidità identifica l’eventualità che il gruppo possa trovarsi nella condizione di non riuscire a far fronte agli impegni di pagamento, previsti o imprevisti, senza pregiudicare l’operatività quotidiana o la propria condizione finanziaria. La gestione di questo rischio può essere suddivisa fra: • gestione della liquidità di breve termine, ivi compresa la liquidità intra-day: il cui obiettivo è quello di garantire che i flussi di liquidità in uscita siano fronteggiabili attraverso i flussi di liquidità in entrata nell’ottica di sostenere la normale continuità operativa dell’attività bancaria; • gestione della liquidità strutturale: il cui obiettivo è quello di mantenere un equilibrio tra passività complessive e attività a medio-lungo termine finalizzato a garantire un adeguato livello di liquidità in ottica di medio lungo periodo. Il Gruppo Credito Emiliano si è da tempo dotato di una Policy per la Gestione del rischio liquidità. La Policy approvata disciplina: i principi di governo e di gestione del rischio di liquidità adottati dal Gruppo Credito Emiliano; l’insieme delle norme e dei processi di controllo finalizzati a prevenire l’insorgere di situazioni di crisi di liquidità per il Gruppo e per le singole società del Gruppo; con l’obiettivo di ispirare una sana e prudente gestione del rischio di liquidità a livello consolidato, tale da assicurare la stabilità la sicurezza delle operazioni aziendali, la solidità finanziaria e, conseguentemente, la solvibilità del Gruppo. I principi essenziali a cui si ispira la politica di gestione della liquidità sono: • una struttura operativa che opera all’interno dei limiti assegnati e strutture di controllo autonome dalla prima; • una valutazione di impatto derivante da ipotesi di stress su alcuni aggregati; • il mantenimento di un livello adeguato di attività prontamente liquidabili; • il costante monitoraggio degli attivi di bilancio che possono essere utilizzati come collaterale per le operazioni di finanziamento. Su base giornaliera, mediante un modello di liquidity gap, viene esposta l’evoluzione temporale dei flussi di cassa per consentire l’attivazione di operazioni finalizzate a determinare un equilibrio fra entrate ed uscite di cassa. Al Comitato Asset Liability & Management di Gruppo sono assegnati poteri decisionali per la declinazione delle strategie in merito alle politiche di funding del Gruppo. Periodicamente sono analizzate, in sede di Comitato, le condizioni di equilibrio finanziario per orientare le decisioni circa le strategie di funding. Sempre in sede di Comitato sono analizzati interventi straordinari eventualmente richiesti per le contingenti situazioni di mercato. Le regole di “Liquidity Management” adottate prevedono un ratio minimo di liquidità da rispettarsi sulle scadenze di breve termine ed altri indicatori per monitorare quotidianamente la posizione complessiva. E’ inoltre prevista la cd. “Soglia di tolleranza” intesa quale massima esposizione al rischio ritenuta sostenibile in un contesto di “normale corso degli affari” (going concern) e in “situazioni di stress” (stress scenario). Il Tempo Minimo di Sopravvivenza (TMS) è espresso come orizzonte temporale minimo in corrispondenza del quale il Gruppo è in grado di fronteggiare il fabbisogno di liquidità facendo affidamento esclusivamente sulle proprie risorse. NOTE ILLUSTRATIVE 229 Relativamente alla liquidità strutturale sono previsti limiti finalizzati a controllare e gestire i rischi derivanti dal mismatch di scadenze a medio-lungo termine dell’attivo e del passivo. Sono previsti dei gap ratio a 1, 2 e 5 anni. Questi limiti consentono di evitare che l’operatività a medio-lungo termine possa dare luogo ad eccessivi squilibri da finanziare a breve termine. Sono inoltre previste delle procedure di Contingency Funding Plan che si pongono l’obiettivo di salvaguardare la stabilità del gruppo durante le fasi iniziali di uno stato di tensione di liquidità e garantire la continuità del gruppo stesso nel caso di gravi crisi di liquidità. Le procedure sono state riformulate definendo tre differenti livelli di gestione che coinvolgono attori diversi in funzione delle tipologie di intervento necessario. L’attività di gestione della liquidità a breve e del funding strutturale è svolta dalla Business Unit Finanza della capogruppo che complessivamente: • gestisce i flussi di liquidità infragruppo rivenienti dai fabbisogni/surplus di liquidità netti delle Società del Gruppo; • coordina ed effettua la raccolta sul mercato interbancario al fine di mantenere condizioni adeguate di liquidità per il Gruppo; • determina periodicamente gli interventi finanziari utili per conseguire gli equilibri nel medio e lungo termine, la sostenibilità della crescita e la maggior efficienza della provvista. Questa impostazione consente di supportare adeguatamente i fabbisogni finanziari ed è finalizzata a: • ridurre i fabbisogni complessivi di finanziamento da parte di controparti esterne al Gruppo; • ottimizzare l’accesso ai mercati e conseguentemente minimizzare i costi complessivi di raccolta esterna. La principale linea evolutiva in ambito rischio di liquidità nel 2015 è rappresentata da tutte le attività legate al progressivo adeguamento al processo di evoluzione normativa Basilea 3, e in particolare alle ulteriori segnalazioni previste con il recepimento dell’Atto Delegato e con gli Additional Liquidity Monitoring Metrics. Il Gruppo prosegue inoltre la partecipazione al monitoraggio Basilea 3, trimestrale per il LCR e semestrale per il NSFR, e invia le segnalazioni di liquidità previste nel regolamento UE 575/2013 (CRR), sotto forma di requisito in materia di copertura della liquidità (LCR) e di finanziamento stabile (SF). Nel corso del primo semestre 2015 il rifinanziamento effettuato con la BCE si è progressivamente ridotto rispetto ai 2,235 miliardi di euro di fine 2014; la liquidità a disposizione ha infatti consentito di effettuare due rimborsi anticipati di operazioni LTRO per complessivi 1,5 miliardi di euro. A giugno, in funzione della nuova operatività proposta dalla Banca Centrale Europea, il Gruppo ha partecipato all’operazione TLTRO a 3 anni per un importo di 1,015 miliardi di euro. Al 30 giugno il debito residuo complessivo verso BCE si è quindi attestato a 1,750 miliardi di euro. Programmi Obbligazioni Bancarie Garantite Nel primo semestre 2015 non sono state effettuate nuove emissioni a valere sul Programma garantito da Credem CB srl. Al 30 giugno 2015 il controvalore nominale delle emissioni è pari a 2,1 miliardi di euro. Nel primo semestre 2015 sono inoltre scadute le ultime emissioni a valere sul Programma garantito da Canossa CB. NOTE ILLUSTRATIVE 230 1.4 Gruppo bancario – rischi operativi Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo Il Gruppo ha sviluppato un sistema integrato di gestione dei rischi operativi assunti che, in attuazione degli indirizzi strategici, consente di rafforzare la capacità delle Unità Organizzative di gestirli consapevolmente, introducendo strumenti di rilevazione, misurazione e controllo tali da garantire un’assunzione dei rischi consapevole e compatibile con le strategie di Governance e con le condizioni economiche e patrimoniali, nel rispetto delle indicazioni provenienti dalle Autorità di Vigilanza”. Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha approvato il regolamento “Gestione dei rischi operativi” (Regolamento ORM) con cui definisce le politiche di gestione del rischio operativo a livello di Gruppo e Banca e determina un sistema comune e coordinato caratterizzato da regole condivise per l’allocazione di compiti e responsabilità. Il regolamento definisce come rischio operativo “il rischio di perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni, ivi compreso il rischio giuridico; non sono inclusi quelli strategici e di reputazione” Inoltre, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha approvato, ai fini della determinazione del requisito patrimoniale, l’utilizzo del metodo TSA per tutte le società appartenenti al Gruppo Bancario. Non sono intervenute variazioni significative rispetto all’esercizio precedente in relazione al modello di gestione dei rischi operativi che di seguito viene rappresentato sinteticamente: l’Organo con funzioni di supervisione strategica di Gruppo è identificato nel Consiglio di Amministrazione di Credito Emiliano SpA, Capogruppo del Gruppo Bancario Credito Emiliano – CREDEM. L’azione viene esercitata con il supporto del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo (Comitato di Governance, privo di deleghe, istituito con la finalità di svolgere un ruolo istruttorio). A livello di Gruppo sono stati individuati più organi con funzioni di gestione, coincidenti con i Consigli di Amministrazione delle singole controllate, che hanno adottato il Regolamento ORM traducendo il relativo “schema” nella specifica realtà aziendale ed individuando concretamente le funzioni “locali” richieste per il buon esito del processo. Dal punto di vista operativo gli organi con funzione di supervisione strategica e quelli con funzioni di gestione sono supportati dall’attività dell’ufficio Rischi Operativi e di Credito (ROC). Nell’ambito del processo coordinato centralmente da ROC (c.d. “ORM Centrale”), l’attività viene svolta con il supporto di alcune funzioni “ORM Periferico” appartenenti a diversi servizi della banca. L’Organo con funzioni di controllo è identificato nel Collegio Sindacale, coerentemente con la disciplina vigente relativa agli enti che adottano un modello “tradizionale” di governance societaria. Più in particolare, il Collegio della Capogruppo è responsabile di vigilare sull’osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie, sulla corretta amministrazione, sull’adeguatezza degli assetti organizzativi e contabili del Gruppo anche tramite il coordinamento con gli omologhi organi collegiali presenti nelle controllate. Nell’espletamento delle proprie attività tale organo viene supportato dal Servizio Audit di Gruppo. Il Regolamento ORM istituisce, inoltre, specifici flussi informativi verso l’organo di controllo delle società interessate dal modello TSA (a livello individuale e consolidato, secondo le rispettive competenze). Il Sistema di Gestione dei Rischi Operativi è periodicamente sottoposto a revisione indipendente da parte del Servizio Audit della Capogruppo. NOTE ILLUSTRATIVE 231 Il sistema di gestione dei rischi operativi è definito come l’insieme strutturato dei processi funzioni e risorse per l’identificazione, la valutazione e il controllo dei rischi operativi ed è articolato nei seguenti sottoprocessi: • Identificazione; • Misurazione; • Monitoraggio e Controllo; • Mitigazione. Il processo di “Identificazione” è composto dalle seguenti procedure: • Loss Data Collection: consiste nella raccolta dei dati di perdita operativa interna con il coinvolgimento diretto di tutte le unità di business. In tale ambito, gli eventi di perdita operativa sono classificati per Business Line (corporate finance, trading and sales, retail banking, commercial banking, payment and settlement,, agency services, asset management, retail Brokerage) ed Event Type (frodi interne, frodi esterne, rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro, clientela - prodotti e prassi professionali, danni da eventi esterni, interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi, esecuzione, consegna e gestione dei processi); • Risk Self Assessment: consiste nella raccolta, attraverso questionario, di stime soggettive espresse dai risk owner con riferimento agli eventi di natura operativa potenzialmente rilevanti per le proprie unità di business; • Data Pooling/Comunicazione verso enti esterni: consiste nella partecipazione ad iniziative consortili esterne e nella gestione delle relative interrelazioni (ad es. consorzio DIPO) ed alla comunicazione dei dati di perdita operativa raccolti agli Organi di Vigilanza (Banca d’Italia). Il processo di “Misurazione” è rappresentato dalla quantificazione del Capitale a Rischio (CaR) mediante stime soggettive. Le metodologie di misurazione delle perdite attese e inattese sono finalizzate ad un’attività di controllo ed individuazione di situazioni potenzialmente critiche e si basano sulla esecuzione di questionari (RSA), con frequenza almeno annuale, che per ogni tipologia di evento richiedono ai responsabili delle unità organizzative (UO) che possono generare/gestire i rischi operativi, una stima soggettiva di alcuni fattori di rischio: • “frequenza tipica”, il numero medio atteso di eventi nell’arco temporale di riferimento; • “impatto tipico”, la perdita media attesa per tipologia di evento; • “impatto peggiore”, l’impatto del singolo evento qualora esso si manifesti nel peggior modo (ragionevolmente) concepibile. L’analisi è svolta su più livelli: unità organizzativa, business units, società e gruppo consolidato e per ogni livello sono prodotti: un valore di perdita attesa ed un valore di perdita inattesa. Il processo di “Monitoraggio e controllo” mira a identificare tempestivamente eventuali disfunzioni nei processi aziendali o nelle procedure di gestione del rischio al fine di consentire di valutare le necessarie azioni di mitigazione. I Rischi Operativi sono inoltre monitorati all’interno del più ampio processo di Risk Appetite Framework (RAF) di Gruppo (monitoraggio trimestrale). Il sistema di reporting fornisce agli organi aziendali ed ai responsabili delle funzioni interessate informazioni sul livello di esposizione ai rischi operativi e rappresenta uno strumento di supporto per la loro gestione attiva e rappresenta la sintesi dei processi di misurazione, monitoraggio e controllo. Il processo di “Mitigazione” definisce le azioni da intraprendere per la prevenzione e l’attenuazione dei rischi operativi ed è composto dalle seguenti procedure: • Analisi gestionale: consiste nell’analisi delle criticità emerse e delle diverse possibili soluzioni a disposizione nell’ambito delle tradizionali modalità alternative di gestione del rischio (ritenzione, trasferimento, mitigazione), in ottica costi-benefici; • Gestione dell’attività di mitigazione: consiste nella scelta, pianificazione, avvio delle attività, implementazione e completamento degli interventi di NOTE ILLUSTRATIVE 232 mitigazione messi in atto e successivo controllo dell’avanzamento e dell’efficacia degli interventi di mitigazione del rischio attuati; • Gestione delle forme di trasferimento: consiste nella individuazione, valutazione, scelta e gestione delle diverse forme di trasferimento del rischio. La classificazione delle attività nelle linee di business regolamentari è declinata nelle fasi di: • mappatura dati; • determinazione requisito patrimoniale individuale. La mappatura dei dati si delinea a livello individuale attraverso il collocamento di ciascuno dei centri gestionali nella business line regolamentare di pertinenza seguendo i principi sanciti dal Regolamento UE n. 575/2013; segue quindi l’individuazione delle fonti dati che riportano i dati reddituali di tali centri e gli eventuali criteri di ripartizione. In applicazione della mappatura definita, ciascuna società procede alla determinazione dei valori per centro, alla collocazione sulle business line previste e alla determinazione del requisito individuale. Le attività definite per la determinazione del requisito patrimoniale consolidato prevedono l’identificazione dell’”Indicatore Rilevante” individuale e la componente riconducibile a ciascuna società del Gruppo per business line regolamentare (da determinarsi in coerenza con i criteri sanciti nella mappatura utilizzata a fini individuali). Il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi, calcolato sull’ Indicatore Rilevante del triennio 2012 - 2014, è pari a 117,1 milioni di euro. RISCHI LEGALI Il Gruppo, nel normale svolgimento della propria attività d’impresa, è parte di diversi procedimenti giudiziari dai quali potrebbero anche derivare obblighi di natura risarcitoria e/o restitutoria, con conseguente possibile esborso di risorse economiche (c.d. rischio legale). Tutte le controversie in essere sono state debitamente analizzate dalla Banca e, alla luce di tale analisi, nonché delle indicazioni anche provenienti dai Legali Fiduciari esterni, sono stati effettuati, ove ritenuto necessario, accantonamenti a bilancio nella misura idonea ed appropriata alle singole circostanze. Più in particolare è costituito un fondo rischi ed oneri diversi a presidio delle potenziali passività che potrebbero scaturire dalle cause pendenti. La maggior parte di tali controversie sono riconducibili alle principali attività del Gruppo e riguardano, in particolare, le aree del credito, dei servizi di investimento, dell’anatocismo e fiscali. Di rilevanza minore sono le controversie relative all’ambito immobiliare, amministrativo, all’operatività posta in essere dai promotori finanziari, alle successioni e all’operatività di sportello. Si fornisce di seguito una descrizione delle principali classi di passività potenziali che, nel caso in cui la relativa passività sia stata giudicata probabile, hanno dato luogo ad accantonamenti al fondo a fronte di altri diversi rischi ed oneri. Oneri futuri per il personale: si tratta degli accantonamenti relativi a varie forme di retribuzione non ricorrenti (es: premi di anzianità e bonus) relative a prestazioni già effettuate ma che avranno la manifestazione finanziaria in futuro. Malversazioni: si tratta di controversie nelle quali il Gruppo può essere coinvolto in ragione del normale svolgimento della propria attività d’impresa, vi sono alcune vertenze legali derivanti da comportamenti (asseritamente) anomali posti in essere da dipendenti o promotori finanziari nello svolgimento delle mansioni loro affidate o dell’attività espletata, con conseguenti contestazioni da parte della clientela nei confronti del Gruppo stesso, che può eventualmente essere ritenuto responsabile di tali comportamenti. NOTE ILLUSTRATIVE 233 Il Gruppo procede a una valutazione delle singole posizioni caso per caso, in fatto e in diritto, prestando particolare attenzione al dato documentale/fattuale. Per effetto di detta analisi, ove opportuno, vengono pertanto di volta in volta disposti (e tempo per tempo modificati, ove necessario) gli accantonamenti ritenuti congrui in relazione alle specifiche circostanze della fattispecie in esame. Contenzioso in materia di anatocismo: il numero complessivo delle cause pendenti si mantiene consistente (in crescita anche rispetto agli ultimi anni), alla luce, soprattutto, delle problematicità derivanti da alcuni orientamenti della Giurisprudenza (oltre che dalle evoluzioni della normativa di settore). Tutte le cause in materia– con crescente frequenza comprendenti anche contestazioni relative al superamento del Tasso Soglia Usura – sono oggetto di costante monitoraggio e i rischi che ne derivano, ove opportuno, sono fronteggiati da appositi accantonamenti al Fondo rischi ed oneri diversi, in applicazione di quanto previsto dallo IAS 37. Contenzioso in materia di servizi di investimento: quanto alle contestazioni aventi ad oggetto servizi di investimento – bond in default, derivati, ecc.– la policy adottata dal Gruppo in materia è quella di procedere ad una valutazione delle singole posizioni caso per caso, prestando particolare attenzione al dato documentale e al profilo dell’adeguatezza degli investimenti contestati rispetto alla posizione della singola controparte. Per effetto di detta analisi, ove ritenuto opportuno, vengono pertanto di volta in volta disposti gli accantonamenti ritenuti congrui in relazione alle specifiche circostanze. Il Gruppo, inoltre, prevede ad effettuare accantonamenti a fronte dei reclami pervenuti in materia di servizi di investimento in applicazione di quanto previsto dal paragrafo 39 dello IAS 37 Contenzioso fiscale Euromobiliare Asset Management SGR: Ispezione Agenzia delle Entrate, Anno 2012 Il 16 marzo 2015 ha avuto inizio una verifica fiscale presso Euromobiliare Asset Management SGR spa, sull’anno di imposta 2012, da parte della Direzione provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate, esteso ad Ires, IRAP ed IVA. Dopo approfondite indagini, il 29 luglio è stato notificato alla società il Processo Verbale di chiusura delle operazioni di verifica, nel quale viene statuito che “non sono emerse fattispecie fiscalmente rilevanti”. Credem International Lux Ispezione Agenzia delle Entrate, Anni 2007-2012 L’8 giugno 2015 la Direzione provinciale I di Milano della Agenzia delle Entrate ha notificato al rappresentante legale della controllata Credem International Lux un “invito a comparire”, atto col quale viene convocato un potenziale soggetto passivo di imposta al fine di informarlo formalmente dell’avvio di un’attività ispettiva a suo carico (o, come in questo caso, a carico della società di cui lo stesso è rappresentante legale). Nell’atto è stato comunicato che l’analisi della documentazione reperita, in sede di verifica (di cui sopra), presso Euromobiliare Asset Management SGR spa, ha condotto l’Agenzia delle Entrate al convincimento che la valutazione allo stato attuale che la “direzione effettiva” e “l’oggetto principale dell’attività” di Credemlux siano in Italia, presso la sede dell’SGR. Il 28 luglio 2015 l’Agenzia delle Entrate ha notificato il Processo Verbale di chiusura dell’attività di verifica che, in estrema sintesi, conferma la suddetta valutazione in merito alla direzione effettiva e all’oggetto principale della attività di Credem International Lux. In attesa del prossimo passo dell’Agenzia delle Entrate, Credem International Lux porrà in essere tutte le attività volte a salvaguardare i propri interessi, sia verso l’ordinamento tributario italiano sia verso l’Organo di Controllo e Vigilanza bancaria e verso l’Amministrazione finanziaria lussemburghesi, al fine di tentare di ottenere un loro diretto coinvolgimento avverso le pretese dell’Agenzia delle Entrate. Conseguentemente, in tale contesto, in fase assolutamente iniziale, la società seguirà l’evoluzione degli elementi a propria disposizione che allo stato attuale non NOTE ILLUSTRATIVE 234 comportano la individuazione di alcun accantonamento a presidio del rischio che dovesse avere impatto sulla società e sul Gruppo. Sono infine presenti controversie di minore rilevanza relative all’operatività posta in essere dai promotori finanziari, al contenzioso lavoristico, nonché all’ambito immobiliare, amministrativo. Informazioni di natura quantitativa Si riporta di seguito la composizione percentuale delle perdite operative del Gruppo Credem per tipologie di evento: ET 01 - Frode Interna ET 02 - Frode esterna ET 03 - Relazioni con il personale e sicurezza dell'ambiente di lavoro ET 04 - Rapporti con clienti, prestazioni di servizi e prodotti ET 05 - Disastri ed altri eventi ET 06 - Sistemi ET 07- Esecuzione, gestione, consegna di servizi e prodotti Nel corso del 1° semestre 2015, la principale fonte di rischio operativo, per importo di perdita, è risultata essere la tipologia di evento “Frode Esterna” (ET 02) che include le perdite dovute a frode, appropriazione indebita o violazioni di leggi da parte di un terzo senza la collaborazione di una parte interna (circa il 14% di tale importo è dovuto a perdite riconducibili al rischio informatico). La seconda fonte si riferisce a “Disastri e altri eventi” (ET 05) che include le perdite dovute a smarrimenti di valori o danni ad attività materiali rivenienti da catastrofi naturali o altri eventi (l’importo più rilevante del semestre si riferisce alle opere di ripristino a seguito dell’evento sismico del 2012 in Emilia). Inoltre, in ordine decrescente di incidenza, si sono registrate perdite dovute a esecuzione, gestione e consegna di prodotti o servizi (ET 07), a rapporti con clienti, prestazioni di servizi o prodotti (ET NOTE ILLUSTRATIVE 235 04), e a relazioni con il personale e sicurezza dell'ambiente di lavoro (ET 03). Quasi nulle, in termini di incidenza, risultano essere le perdite legate a malfunzionamento dei sistemi tecnologici (ET 06), mentre l’incidenza nulla delle perdite dovute a frodi interne (ET 01) è in realtà dovuta ad una ripresa di valore a seguito di un contenzioso non creditizio vinto dalla Banca nei confronti di un cliente, relativamente alla malversazione di un ex-dipendente. NOTE ILLUSTRATIVE 236 Sezione 2 – Rischi delle imprese di assicurazione CREDEMVITA S.P.A. Approccio alla gestione del rischio di Credemvita Strategie e gestione del rischio Credemvita S.p.A opera sulla scorta di una strategia di assunzione e gestione dei rischi basata su criteri di sana e prudente gestione e coerente con il livello patrimoniale dell’impresa. Tale strategia si fonda su principi di valutazione dei rischi che considerano gli aspetti relativi alla significatività (impatto economico) ed alla probabilità degli eventi. La strategia di gestione del rischio si sostanzia nell’insieme dei valori e dei comportamenti che caratterizzano l’atteggiamento della Compagnia nei confronti del rischio, in ogni sua attività: dalla formulazione delle strategie di business alle attività operative correnti. La filosofia della gestione del rischio adottata riflette pertanto i valori della Compagnia, influenza la sua cultura e il suo stile operativo ed incide sul modo in cui gli elementi del sistema di gestione dei rischi sono attivati. Sono inoltre componenti sostanziali della filosofia di gestione dei rischi le modalità di identificazione dei rischi, la tipologia dei rischi assunti e la loro gestione. L’approccio seguito nella gestione dei rischi è fondato sul criterio di proporzionalità e viene delineato in un’apposita politica interna, Politica di Gestione dei Rischio, sulla scorta di principi di carattere generale mentre gli aspetti di dettaglio sono declinati nella specifica documentazione all’uopo predisposta (framework di riferimento per l’analisi del profilo di rischio, procedura di censimento dei rischi, politiche di investimento, politiche assuntive, ecc). La gestione del rischio ed in generale le decisioni strategiche sono assunte basandosi su analisi risk based al fine di consentire alla Compagnia l’ottimizzazione del capitale, di efficientare le performance aziendali e di mitigare il rischio reputazionale verso i contraenti, il mercato ed i Regolatori. Gli elementi chiave attraverso cui viene definita la strategia e le modalità di gestione dei rischi della Compagnia sono i seguenti: • Definizione delle categorie di rischio; • Risk Appetite Framework; • Il modello organizzativo di gestione del rischio – Limiti operativi e controlli; • L’analisi interna per l’identificazione del profilo di rischio; • Le politiche di gestione del rischio; • Piani di emergenza; • Gli strumenti e le metodologie di misurazione del rischio. Inoltre, Credemvita nell’ambito del proprio sistema di gestione dei rischio, ha strutturato ed implementato un autonomo processo di valutazione della propria Adeguatezza Patrimoniale, attuale e prospettica, in relazione ai rischi verso i quali la Compagnia risulta effettivamente esposta (FLAOR). Tale processo ha le seguenti finalità: • diffondere la cultura del rischio; • garantire l’adeguatezza del capitale anche in ottica prospettica. Definizione delle categorie di rischio Al fine di diffondere la cultura di gestione dei rischi e ottenere una piena comprensione dell’importanza strategica di una gestione integrata degli stessi, Credemvita, ai sensi del Regolamento IVASS n.20 art. 19 che richiede di provvedere alla catalogazione dei rischi in funzione della natura e dimensioni dell’attività, ha definito una classificazione dei rischi che consente l’ottenimento di NOTE ILLUSTRATIVE 237 un’adeguata convergenza tra definizioni utilizzate dall’IVASS, dall’ EIOPA e in generale a livello di mercato. I rischi sono classificati nelle seguenti principali classi: • Rischi tecnici assicurativi • Rischi di mercato (compreso il rischio di liquidità) • Rischi di default • Rischi operativi • Rischi di non conformità alle norme • Rischi di secondo livello • Rischi strategici Risk Appetite Framework Il Risk Appetite Framework è il quadro di riferimento che definisce - in coerenza con il massimo rischio assumibile, la mission aziendale e il piano strategico - la propensione al rischio, le soglie di tolleranza, i limiti di rischio, le politiche di governo dei rischi, i processi di riferimento necessari per definirli e attuarli. Il processo di definizione del risk appetite si affianca al processo di pianificazione strategica; tali elementi non sono infatti disgiunti, ma si influenzano a vicenda con l’obiettivo di ottenere la massimizzazione del profilo rischio – rendimento della Compagnia. Negli intendimenti di Credemvita, la strategia di rischio deve presentare le seguenti caratteristiche: • coerenza con il livello di patrimonio disponibile; • misurabilità in termini quantitativi per permettere al management di valutare l’impatto dei rischi sull’andamento aziendale; • presenza di un monitoraggio continuativo del profilo di rischio e confronto con il risk appetite. La propensione al rischio è definita sulla scorta della normativa attuale in tema di Margine di Solvibilità. In tale accezione, il margine di solvibilità richiesto ed il relativo indice di solvibilità, determinato come rapporto tra il margine di solvibilità disponibile e margine richiesto, sono costantemente monitorati in quanto individuano il livello di capitale che la Compagnia deve detenere per fronteggiare i rischi derivanti dal business. Tale monitoraggio è effettuato dalla Compagnia con riferimento alla situazione consuntiva e prospettica utilizzando anche analisi di stress test. Le valutazioni relative alla posizione di solvibilità della Compagnia definiscono il livello di tolleranza al rischio complessivo. In base a questo livello si delinea il contesto di riferimento dove vengono predisposte le politiche assuntive, riassicurative, liquidative, di investimento dell’attivo nonché la gestione degli ulteriori rischi operativi. Modello organizzativo di gestione del rischio Il modello organizzativo di gestione del rischio di Credemvita prevede il coinvolgimento dei seguenti organi: • Consiglio di Amministrazione: responsabile della definizione delle direttive in materia di gestione dei rischi (insieme delle strategie e delle politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi maggiormente significativi), della fissazione dei livelli di tolleranza al rischio e della verifica della corretta implementazione del sistema di gestione dei rischi da parte dell’Alta Direzione; • Alta Direzione: è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del monitoraggio del sistema di gestione dei rischi; • il Risk Management è responsabile di supportare il Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione nell’individuazione, la misurazione e il monitoraggio dei rischi aziendali significativi; NOTE ILLUSTRATIVE 238 la funzione di Compliance è responsabile di valutare che l’organizzazione e le procedure aziendali siano adeguate a prevenire i rischi di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite patrimoniali o danni di reputazione, in conseguenza di violazioni di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità di vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione e di supportare il Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione in tema di rischi di non conformità alle norme; • la funzione di Internal Audit è preposta a monitorare e valutare l’efficacia e l’efficienza del Sistema dei Controlli Interni e di Gestione dei Rischi; • Il Comitato di coordinamento delle funzioni di controllo, formato dalle funzioni di Risk Management, Compliance e Internal Audit, ha il compito di garantire l’efficienza e l’efficacia dell’azione delle funzioni di controllo ed in generale del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi attraverso una adeguata azione di coordinamento e scambio informativo. La gestione operativa dei rischi rimane in carico alle singole funzioni competenti, in ragione della loro responsabilità sui processi operativi gestiti. Il modello di gestione dei rischi adottato da Credemvita è caratterizzato da: • una fase di aggiornamento dei limiti operativi di contenimento del rischio a seconda delle esigenze organizzative e a seguito di variazioni del contesto interno o esterno, o qualora non siano più in linea con il profilo di rischio richiesto dall’organo amministrativo; • una conseguente attività di controllo sui limiti operativi di contenimento del rischio. Le attività di controllo sul rispetto dei livelli di tolleranza al rischio definiti dal Consiglio di Amministrazione e dei limiti operativi definiti dall’Alta Direzione si sostanziano in specifici presidi organizzativi atti a garantire il rispetto dei limiti stessi ed attivare tempestivi processi di segnalazione a fronte di eventuali rilevazioni di superamento. • L’analisi interna per l’identificazione del profilo di rischio Credemvita ha previsto una procedura di censimento dei rischi, da intendersi come strumento metodologico di supporto nello svolgimento delle attività di individuazione e valutazione dei rischi, per sua natura in evoluzione in base al progressivo affinamento del sistema di gestione dei rischi e all’evoluzione del quadro normativo di riferimento. La procedura di censimento dei rischi di Credemvita si articola in quattro fasi: • Analisi del Piano strategico aziendale; • Individuazione dei fattori di rischio esterni; • Individuazione dei fattori di rischio operativi, di non conformità alle norme e di secondo livello; • Individuazione dei fattori di rischio strategico. Le politiche di gestione dei rischi Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi e coerentemente con quanto previsto dalla normativa, il Consiglio di Amministrazione ha formalizzato un set di politiche scritte per ognuno degli ambiti di rischiosità che insistono su Credemvita. Ciascun documento dettaglia gli obiettivi, i compiti, le responsabilità, il processo, le procedure da seguire ed i flussi informativi messi in atto per la gestione del rischio esaminato. I documenti, inoltre, hanno l’obiettivo più generale di contribuire alla diffusione della cultura del controllo e di gestione dei rischi all’interno della società. Il rispetto e l’applicazione dei Documenti sono garantiti dalla presenza del Sistema dei Controlli Interni costituito da un insieme di Regole, Procedure e Tecniche di Controllo e Strutture Organizzative volto ad assicurare il corretto funzionamento ed il buon andamento dell’impresa. I rischi sono monitorati in maniera continuativa dalla funzione di Risk Management e dalle singole funzioni competenti; a tal fine è stato sviluppato e NOTE ILLUSTRATIVE 239 affinato progressivamente il reporting relativo all’evoluzione dei rischi nei confronti del Consiglio di Amministrazione, dell’Alta Direzione e delle strutture operative competenti al fine di migliorare la comunicazione dei risultati e consentire una maggior comprensione delle tematiche connesse alla valutazione dei rischi. In particolare la documentazione prevede, per i rischi quantificabili, l’effettuazione di analisi attuali e prospettiche relative a scenari particolarmente sfavorevoli (stress test). Rischi assicurativi Le principali tipologie di prestazione che la Compagnia ha collocato, attraverso le reti distributive con le quali intrattiene le relative convenzioni, vengono di seguito classificate evidenziando inoltre il rapporto di composizione relativo alla situazione al 30 Giugno 2015: Ramo I Capitale Differito Capitalizzazioni Miste Rendite Vite Intere 8,86% 1,94% 43,97% 0,02% 5,20% Totale 59,98% Ramo III Capitale Differito Vite Intere 0,53% 35,29% Totale 35,82% Totale 0,60% Temp. Caso morte Fondo Pensione Linea Garantita Altro 1,10% 2,51% Totale 3,60% I rischi, derivanti dall’andamento sfavorevole degli eventi effettivamente realizzati, rispetto a quelli stimati sui quali è stato costruito il premio, vengono definiti Rischi Tecnici. I fattori di rischio da cui dipende il rischio tecnico assicurativo sono la mortalità, la sopravvivenza, l’invalidità, la malattia, la mutualità, il comportamento degli assicurati e le spese (tali fattori di rischio vengono definiti nel “Framework di riferimento per la gestione dei rischi” adottato dalla Compagnia). Di seguito si riporta una sintesi dei principali rischi che gestisce la Compagnia. Rischio Mortalità La variazione sfavorevole del tasso di mortalità, in termini di variazioni della mortalità stimata, ha effetti sulla copertura caso morte ed implica la necessità di aggiornare costantemente le basi demografiche adottate nella costruzione delle NOTE ILLUSTRATIVE 240 tariffe. I prodotti con elevata componente di rischio mortalità sono pari al 0,60% del totale dei prodotti della Compagnia. Tali prodotti sono caratterizzati da un elevato grado di standardizzazione sia dal punto di vista del processo assuntivo sia da quello dei capitali assicurati. In fase assuntiva vengono espletate tutte le attività funzionali a garantire una elevata “qualità” del rischio assunto. Le basi demografiche utilizzate per il calcolo dei premi puri sono, nella quasi totalità dei casi, quelle desumibili dal censimento effettuato nel 2002 della popolazione italiana. La politica riassicurativa limita a 75.000 euro il livello di ritenzione del rischio per assicurato. La Compagnia esegue inoltre le attività di backtesting funzionali a determinare la misura della mortalità effettiva del portafoglio rispetto a quella attesa. Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio mortalità in ottica Solvency II, il contributo dell’SCR mortalità è di Euro 3.7 milioni su un totale di SCR pari a Euro 152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014). Rischio Sopravvivenza La fluttuazione sfavorevole del tasso di sopravvivenza, in termini di allungamento della vita media stimata, ha effetti sulle coperture assicurative. Infatti, l’allungamento della vita media può creare un’inattesa estensione della durata delle obbligazioni assunte verso gli assicurati e la necessità di aggiornare costantemente le basi demografiche adottate nella costruzione delle tariffe. Attualmente il rischio non è significativo; allo stato attuale infatti la Compagnia ha in corso di pagamento rendite che pesano per un 0,02% sul totale dei prodotti. Rischio Invalidità La fluttuazione sfavorevole del fattore di rischio invalidità degli assicurati rispetto alle previsioni (ossia l’incapacità fisica dell’assicurato a svolgere, in tutto o in parte, un qualsiasi lavoro proficuo) possono rendere inadeguate le ipotesi adottate nel momento di pricing di prodotti. Nel corso dell’anno la Compagnia ha detenuto in portafoglio una quantità contenuta di questa tipologia di prodotti. Rischio Malattia La fluttuazione sfavorevole del fattore di rischio malattia degli assicurati rispetto alle previsioni (ossia il verificarsi di alterazioni dello stato di salute, non dipendenti da infortunio) ha effetti sulle coperture assicurative e può rendere inadeguate le ipotesi adottate nel momento di pricing dei prodotti. Ad oggi la Compagnia non ha in portafoglio prodotti che presentano questa tipologia di rischio. Rischio Mutualità La diminuzione della numerosità delle polizze in portafoglio potrebbe avere effetti negativi inattesi sui benefici provenienti dalla mutualità. Un’elevata numerosità di polizze permette di “attutire” il verificarsi di eventi sinistrorsi sull’intera popolazione. E’ un rischio oggi limitato al portafoglio delle coperture caso morte. La dimensione del portafoglio riferito a questa tipologia di rischio è sostanzialmente stabile e di NOTE ILLUSTRATIVE 241 dimensioni adeguate a contenere il rischio di mutualità. In dettaglio, il numero di contratti/adesioni: Data Contratti/adesioni 31-dic-14 122.665 30-giu-15 123.045 Rischio Comportamento degli assicurati Le fluttuazioni del fattore di rischio comportamento degli assicurati, derivante dagli scostamenti dell’esercizio da parte degli assicurati alle opzioni a loro riconosciute quali ad esempio riscatto, riduzioni del contratto, differimento automatico a scadenza, conversione in rendita, etc, possono rendere inadeguato il pricing dei prodotti. Il rischio comportamento degli assicurati riguarda tutti i prodotti di Ramo I, pari al 59,98 sul totale e di Ramo III, pari al 35,82% sul totale. Nelle periodiche valutazioni prospettiche integrate di attivo e passivo si è evidenziata un’esposizione della Compagnia ad eventuali riscatti superiori rispetto a quelli ipotizzati nelle valutazioni “best estimate”. Per mitigare questo rischio, la Compagnia ha da tempo introdotto penali di riscatto per i prodotti in cui detiene un rischio mercato. Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio aumento riscatti in ottica Solvency II, il contributo dell’SCR riscatti è di 13.9 milioni su un totale di SCR pari a 152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014). Rischio Spese Incrementi inattesi del fattore di rischio spese, in termini di spese variabili e spese fisse (comprese le spese di gestione con particolare riferimento all’andamento dei prezzi e dei salari) possono rendere inadeguate le ipotesi adottate nel momento di pricing dei prodotti. In considerazione del fatto che il rischio spese riguarda tutti i prodotti della Compagnia, esiste un processo di “Cost Allocation” necessario per il controllo e la gestione di questo fattore di rischio. Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio spese in ottica Solvency II, il contributo dell’SCR spese è di 6.8 milioni su un totale di SCR pari a 152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014). Rischi di mercato I rischi legati agli investimenti vengono definiti rischi di mercato. I fattori di rischio sottostanti il rischio di mercato sono tasso di interesse, corsi azionari, credito, tasso di cambio, liquidità del titolo, prezzi di immobili ed altri beni, volatilità e concentrazione (tali fattori di rischio vengono definiti nel “Framework di riferimento per la gestione dei rischi” deliberato dal CdA di Credemvita nel corso del 2014). I fattori di rischio di mercato, coerentemente con l’attuale regime normativo Solvency I, vengono individuati nelle classi di bilancio specifiche delle Gestioni Separate Credemvita ed Credemvita 2, nel portafoglio libero e nella linea obbligazionaria garantita del Fondo Pensione. NOTE ILLUSTRATIVE 242 La tabella riportata di seguito rappresenta la distribuzione degli strumenti nei portafogli suddetti al 30 Giugno 2015 per tipologia, espressi in percentuale rispetto al controvalore totale di mercato pari a 3.300 milioni di euro. Tipo Titolo Emittenti Governativi Tipo Cedola Fixed Floating Totali 54,23% 2,11% Totale Emittenti Obbligazionari Fixed Floating 56,34 % 7,55% 11,26 % Totale 18,81% Totale 24,85 % OICR Rischio di tasso di interesse Il rischio di tasso di interesse si origina quando uno shock (positivo o negativo) dei tassi di interesse produce variazioni non sincronizzate nel valore delle attività e delle passività. Nell’ipotesi di considerare entrambe le gestioni in run-off (ipotesi coerenti con le linee guida del prossimo contesto normativo Solvency 2), la Compagnia è esposta al rischio di rialzo tasso d’interesse sulla gestione separata Credemvita 2 e al rischio ribasso di interesse per la gestione separata Credemvita. Essendo il volume di Credemvita 2 significativamente superiore a quello di Credemvita, l’effetto congiunto dei due rischi tasso di interesse porta la Compagnia ad essere penalizzata a fronte di un rialzo dei tassi di interesse. La Compagnia controlla su base continuativa tale fattore di rischio attraverso specifiche analisi di ALM (volte alla proiezione dei flussi di cassa attivi/passivi, alla proiezione dei rendimenti e alla duration gap). E’ da notare come tale rischio, considerando tutti i prodotti a rischio mercato, sia attenuato per i seguenti motivi: • la Compagnia ha la facoltà di fissare il minimo garantito annualmente per i prodotti della gestione separata Credemvita 2, • nella gestione separata Credemvita, per la maggior parte dei prodotti, il minimo garantito viene riconosciuto a scadenza oppure per i primi 5 anni. Anche il comparto obbligazionario garantito del Fondo pensione è esposto ad un ribasso dei tassi d’interesse. Tale rischio risulta poco materiale considerando il totale delle posizioni esposte al rischio mercato. Si riporta inoltre la composizione dei livelli di rendimento garantiti ai contratti che la Compagnia offre agli assicurati. Le percentuali si riferiscono ad un totale di impegni pari al 3.052 milioni di euro. NOTE ILLUSTRATIVE 243 DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA/ALTRO LINEE DI GARANZIA GESTIONE SEPARATA E TASSO TECNICO TCM Impegni verso gli assicurati % Incidenza sul totale 1,75% Riconosciute annualmente con consolidamento Riconosciute con consolidamento per anno 2015* 4,00% Riconosciute annualmente con consolidamento 5,47% 2,00% Riconosciute a scadenza per i primi 5 anni 2,13% 2,00% Credemvita STRUTTURA DELLE GARANZIE 3,00% 3,00% 2,74% 2,75% Riconosciute a scadenza 1,52% Riconosciute in caso di decesso 1,29% totale Credemvita 15,90% 0,00% Credemvita II 2,15% 1,25% Altro 5,12% Riconosciute annualmente con consolidamento Riconosciute con consolidamento per anno 2015* 0,02% 76,21% totale Credemvita II TCM 81,36% 0,00% Altro 0,00% 1,00% Altro 0,02% 1,70% Altro 0,06% 1,75% Altro 0,16% 2,00% Altro 0,73% 3,00% Altro 0,00% 4,00% Altro 0,00% totale TCM Fondo pensione "Credemprevidenza" 0,97% 2,00% Altro 1,78% Totale Fondo pensione "Credemprevidenza" Totale 1,78% 100,00% *Per gli anni successivi al 2015, come riportato nei rispettivi fascicoli informativi, la Compagnia ha la facoltà di variare il suddetto livello di garanzia L’analisi di ALM eseguita secondo i dettami normativi determina l’eventuale riserva (riserva ex 1801) da accantonare per far fronte al rischio che i rendimenti minimi garantiti alla clientela risultino inferiori ai rendimenti prospettici e rappresenta una quantificazione del rischio in oggetto. La Compagnia ha svolto in data 30 Giugno 2015 l’indagine statistica IVASS sull’esposizione ai rischio tasso d’interesse (sono state seguite le linee guida riportate nella lettera circolare IVASS del 30 maggio 2013 prot.n. 19-13-002902). Di seguito si riportano i risultati classificandoli per metodologia di calcolo e per scenario testato: NOTE ILLUSTRATIVE 244 Metodo A: Scenario IR down dic-14 21.916.912 giu-15 25.557.506 Scenario Base Scenario IR up 19.056.217 20.355.603 16.255.172 15.712.150 Metodo C: Scenario IR down Scenario Base dic-14 21.099.607 giu-15 24.885.679 17.234.248 17.983.286 Scenario IR up 13.472.620 11.562.047 Come si può notare, il metodo A implica un’esposizione maggiore al rischio tasso d’interesse in quanto, rispetto al metodo C, non vengono considerati eventuali effetti compensativi tra polizze con livelli di garanzia differenti. Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio legato ad un aumento dei tassi di interesse in ottica Solvency II, il contributo dell’SCR tasso è di 74.3 milioni su un totale di SCR pari a 152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014). Rischio corsi azionari Il rischio corsi azionari si origina quando le attività della compagnia sono sensibili all’andamento dei mercati azionari. Il totale degli OICR presenti in portafoglio ammonta a circa 820,01 milioni di euro, pari al 24,7% del totale controvalore di mercato delle esposizioni dove la Compagnia detiene un rischio mercato. Di seguito si riportano le esposizioni in percentuale, rispetto al controvalore totale di mercato delle esposizioni in OICR e dei mercati di riferimento caratteristici degli OICR stessi: Mercato Riferimento Azionario Govt Breve Termine Govt Medio termine Immobiliare Corporate IG Corporate HY Esposizione 39,24 % 18,66% 10,83% 0,03% 25,71 % 5,53% L’esposizione al rischio corsi azionari è pari a circa 321, 78 milioni di euro, ovvero pari al 39,24% del controvalore totale di mercato delle esposizioni in OICR e pari al 9,69 % del totale controvalore di mercato delle esposizioni dove la Compagnia detiene un rischio mercato. Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio azionario in ottica Solvency II, il contributo dell’SCR equity è di 66,5 mln su un totale di SCR pari a 152 mln (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014). Rischio prezzi di immobili ed altri beni Il rischio di prezzo di immobili ed altri beni si origina quando i flussi finanziari sono generati da attività sensibili all’andamento dei prezzi di tali mercati. Il rischio di prezzo di immobili ed altri beni è limitato alla variabilità dei valori quota degli OICR immobiliari in portafoglio. Non vi sono esposizioni materiali che risentono di tale fattore di rischio. Rischio Credito NOTE ILLUSTRATIVE 245 L’esposizione al rischio credito, che deriva da un cambiamento inatteso nel livello o nella volatilità degli spread creditizi rispetto alla struttura a termine del tasso privo di rischio, si riferisce ad attività, passività e strumenti finanziari sensibili alle variazioni degli spread creditizi. La Compagnia, per rispondere a quanto richiesto dalla lettera Ivass del 22 luglio 2013 dove si evidenzia la necessità di: • evitare un esclusivo e meccanico affidamento ai rating elaborati dalle agenzie specializzate per la valutazione dei propri rischi d’investimento; • adottare, pertanto, strumenti e tecniche per la valutazione autonoma del rischio di credito, inteso come il rischio di perdita derivante da oscillazione del merito creditizio dei soggetti nei confronti dei quali si è esposti. ha, tramite il proprio Consiglio di Amministrazione, deliberato l’adozione del “Modello Interno di Valutazione del Merito Creditizio” definito dall’attività progettuale “Progetto Kremod”, promosso all’interno del Gruppo Credito Emiliano con il coordinamento del Risk Officer della controllante e con la partecipazione congiunta di tutte le Società appartenenti al Gruppo (Credito Emiliano, Banca Euromobiliare, Euromobiliare Asset Management S.G.R. e Credemvita) interessate alle raccomandazioni impartite dalle diverse Autorità di Vigilanza. Il Consiglio di Amministrazione di Credemvita ha ritenuto tale modello idoneo a dare attuazione alle indicazioni impartite, per quanto interesse della Compagnia, da IVASS e COVIP. Nell’arco del primo semestre 2015, a seguito del processo annuale di valutazione della tenuta del “Modello Interno di Valutazione del Merito Creditizio”, svolto con il coordinamento del Risk Officer di Gruppo, la Compagnia ha ritenuto detto modello idoneo a dare attuazione alle indicazioni impartite dalle Autorità di Vigilanza, segnatamente IVASS e COVIP, in materia di utilizzo dei giudizi emessi dalle agenzie di rating. La tabella di seguito rappresenta la distribuzione della qualità del credito (definita con la metodologia “Procedura processo identificazione qualità del credito” approvata dal Consiglio di Amministrazione l’11 marzo 2014) degli emittenti obbligazionari presenti nei portafogli dove la Compagnia detiene un rischio mercato al 30 Giugno 2015. Con riferimento a tale data, il peso degli emittenti obbligazionari soggetti al rischio credito è pari al 18,81% dell’ammontare dei portafogli dove la Compagnia detiene il rischio mercato. La qualità del credito è espressa numericamente da 0 a 6 dove la qualità del credito migliore ha un valore numerico più basso. Qualità del credito Percentuale 0 1 2 3 0,16% 2,40% 34,94% 55,20% TOTALE 18,81% Alla data di valutazione, la Compagnia non detiene posizioni con qualità del credito inferiore al 3. Considerando gli emittenti governativi presenti nei portafogli dove la Compagnia detiene un rischio mercato al 30 Giugno 2015, nella tabella di seguito vengono riportati le distribuzione della qualità del credito (definita con la metodologia “Procedura processo identificazione qualità del credito” approvata dal Consiglio di Amministrazione Credemvita). NOTE ILLUSTRATIVE 246 Emittente Significatività Italia >5% Presente nel Ptf altre società Gruppo Presente nel Ptf altre società Gruppo Presente nel Ptf altre società Gruppo Presente nel Ptf altre società Gruppo Modello Applicato Francia Stati Uniti Spagna Merito di Credito Ammissibilità Investment Grade Investment Grade OK KREMOD Moderato Low Risk Adeguato KREMOD Buono Investment Grade OK KREMOD Buono Investment Grade OK KREMOD Moderato Low Risk Investment Grade OK KREMOD Germania Livello di Rischio OK Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio credito in ottica Solvency II, il contributo dell’SCR spread è di 69,4 milioni su un totale di SCR pari a 152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014). Rischio di cambio Il rischio di cambio si origina quando titoli azionari o obbligazionari sono denominati in valuta estera diversa da quella dei corrispondenti impegni tecnici assunti contrattualmente. Le esposizioni che sono soggette al rischio cambio risultano contenute in quanto ammontano a circa 155,2 milioni di euro, pari al 4,67% del totale controvalore di mercato delle esposizioni dove la Compagnia detiene un rischio mercato. Per quanto riguarda il rischio assorbito dal fattore di rischio cambio in ottica Solvency II, il contributo dell’SCR forex è di 11,8 milioni su un totale di SCR pari a 152 milioni (con riferimento alla data di valutazione 31/12/2014). Rischio di liquidità Il rischio di liquidità è definito come il rischio di conseguire delle perdite connesse alla difficoltà di trovare sul mercato la controparte interessata all’acquisto dei titoli che si intende smobilizzare. La maggior parte dei titoli della Compagnia sono negoziati su mercati regolamentati. Inoltre è in vigore un limite massimo del 10% del valore complessivo del portafoglio che risente del rischio mercato per l’acquisto di strumenti finanziari caratterizzati da scarsa liquidità. Al 30 Giugno 2015 nella gestione separata Credemvita la percentuale di titoli considerati illiquidi è pari al 2,38% del controvalore totale di mercato del portafoglio stesso mentre in Credemvita 2 la percentuale è pari al 1,30% del controvalore totale di mercato del portafoglio stesso. Le analisi periodiche dei flussi di cassa volte alla valutazione del rischio liquidità (secondo quando deliberato dal documento di “Liquidity Policy”), sempre per quanto riguarda le gestioni separate, dimostrano una buona capacità della Compagnia nel far fronte alle uscite previste impiegando titoli liquidi, di breve termine e quindi bassa volatilità. Rischio di volatilità Il rischio di volatilità si origina quando gli attivi della compagnia che risultano investiti in derivati risulteranno per loro natura sensibili alla volatilità delle variabili di mercato sottostanti (tassi di interesse, di cambio, prezzi azionari, …). Alla data di valutazione, 30 Giugno 2015, la Compagnia non detiene alcun tipo di strumento finanziario derivato in portafoglio. NOTE ILLUSTRATIVE 247 Rischio concentrazione L’esposizione al rischio di concentrazione, che deriva da una variazione inattesa dei prezzi e del valore delle esposizioni verso emittenti su cui si ha un accumulo di esposizione, si riferisce alle attività soggette al rischio azionario, al tasso di interesse e credito e al rischio immobiliare incluse nel rischio di mercato, ed esclude le attività soggette al rischio di inadempimento di controparte Al 30 Giugno 2015 non vi sono emittenti sui quali insiste un rischio di concentrazione. Rischi default I rischi di default (controparte) in ambito assicurativo sono riconducibili alla possibile perdita legata ai rapporti con riassicuratori, coassicuratori, assicurati ed intermediari. Ogni volta che un’impresa di assicurazione sottoscrive un qualsiasi contratto con una controparte finanziaria (es. tutte le contrattazioni non regolamentate OTC) può incorrere nel rischio di inadempimento della stessa. Le compagnie di assicurazione per la peculiarità del loro business, sono soggette anche al rischio legato all'insolvenza dei riassicuratori, oltre che ai rischi per i crediti vantati nei confronti di altre compagnie di assicurazione (coassicurazione), degli assicurati (es. recupero franchigie, incasso premi, regolazioni premio) e degli intermediari (agenti e broker). Sostanzialmente l’esposizione al rischio di inadempimento della controparte, legato all’inadempimento imprevisto o al deterioramento del merito di credito delle controparti e dei debitori delle imprese di assicurazione e riassicurazione nel corso dei successivi dodici mesi, si riscontra nell’ambito dei contratti per ridurre i rischi, in relazione agli accordi di riassicurazione, alle cartolarizzazioni e derivati, ai crediti verso intermediari, nonché in eventuali altre esposizioni creditizie che non rientrano nel rischio credito. La Compagnia sostiene il rischio controparte avendo definito un contratto di riassicurazione con Munchen Re e RGA International Reinsurance Company LTT, strumenti forward con primarie Controparti Bancarie estere di elevato standing creditizio e mantenendo conti corrente, a supporto della propria operatività, radicati presso la Capogruppo Credem. Alla data di valutazione, la Compagnia non ha in essere strumenti Forward con controparti. Rischi operativi Il rischio operativo è definibile come il rischio di perdite derivanti dalla disfunzione (carenze o errori) di processi interni, di comportamenti di risorse umane e di sistemi informativi interni, oppure da eventi esogeni (tale fattore di rischio viene definito nel “Framework di riferimento per la gestione dei rischi” deliberato al CdA di Credemvita del 16 dicembre 2014). Per quanto attiene ai rischi di natura operativa, che interessano tutti i processi della società, il contenimento dei rischi, è affidato all’individuazione di soluzioni organizzative e procedurali (ad es. attraverso blocchi procedurali, separazione dei compiti, sistemi autorizzativi di doppie firme, ecc.). La responsabilità operativa di tali rischi è pertanto affidata alle singole funzioni nell’ambito dei processi di propria competenza. Per la gestione del rischio operativo la Compagnia si è dotata di una metodologia denominata “Operational Risk Management process” che permette l’identificazione e la misurazione dei rischi. Tale attività è delineata in un Framework di Operational Risk Management in cui sono individuati i principi, le metodologie e gli strumenti utilizzati per la gestione dei rischi operativi e le responsabilità delle unità organizzative coinvolte, al fine del raggiungimento degli obiettivi gestionali interni. Al fine di salvaguardare l’incolumità delle persone e dei beni e il tempestivo ripristino delle attività aziendali in caso di evento catastrofico, con particolare NOTE ILLUSTRATIVE 248 riguardo agli aspetti informatici, Credemvita ha realizzato un Piano di continuità operativa (Business Continuity PLAN). In particolare la Business Impact Analisys ha l’obiettivo di: • identificare/verificare i processi critici da sottoporre a continuità, • valutare e quantificare l’impatto dell’indisponibilità dei processi, • valutare prime ipotesi di soluzione (continuità / mitigazione del rischio). Rischio di non conformità alle norme Il fattore di rischio di non conformità alle norme (o di compliance) che è definibile come il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative in conseguenza alla mancata osservanza di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità di Vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione, quali statuti, codici di condotta o codici di autodisciplina (tale fattore di rischio viene definito nel “Framework di riferimento per la gestione dei rischi” deliberato al CdA di Credemvita del 16 dicembre 2014). Tale rischio è quindi distinto tra: • rischio di non conformità interno: rischio di mancato/errato allineamento a norme interne (codice etico, regolamenti, processi e procedure), • rischio di non conformità esterno: rischio di mancato/errato adeguamento a normativa nazionale o sovranazionale entro i termini. La valutazione dei rischi di non conformità, svolta dalla funzione di compliance, si articola nell’individuare i rischi di non conformità, analizzare i disallineamenti che derivano dal mancato recepimento delle prescrizioni normative nei processi aziendali, proporre attività correttive per contenere i rischi rilevati entro livelli adeguati, attivare eventuali monitoraggi sui processi in capo alle strutture operative e dare un contributo alla promozione ed allo sviluppo della cultura della conformità e del controllo verso il personale dipendente. L’attività di verifica di conformità ha l’obiettivo di: • dotare la Compagnia, nell’ambito dei sistemi di controllo interno, di specifici presidi volti a prevenire il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite patrimoniali o danni di reputazione per violazioni di leggi, regolamenti o provvedimenti dell’autorità di vigilanza o di norme di autoregolamentazione, • identificare e valutare il rischio di non conformità alle norme con normative relative alla trasparenza e correttezza dei regolamenti nei confronti degli assicurati e danneggiati, informativa precontrattuale e contrattuale, corretta esecuzione dei contratti con particolare riferimento alla gestione dei sinistri e, più in generale, alla tutela del consumatore. Rischio reputazionale I fattori di rischio sia interni, sia esterni, possono essere causa del deterioramento dell’immagine aziendale o dell’aumento della conflittualità con gli assicurati, perciò nell’ambito della valutazione dei rischi di non conformità viene rilevata, tra l’altro, in relazione agli eventuali rischi identificati, la potenziale insorgenza di danni reputazionali e di immagine. Rischio legato all’appartenenza ad un gruppo L’eventuale appartenenza ad un gruppo determina un “rischio di contagio”. In relazione alla necessità di valutazione complessiva dei rischi e non configurandosi la fattispecie di cui all’art. 6, comma 6, lett b), sottopunto i) del Reg. Isvap n°25, in quanto Credemvita non fa parte di alcun gruppo assicurativo bensì del gruppo societario Credito Emiliano – CREDEM, la Compagnia, nell’ambito delle linee guida redatte ai sensi del citato Regolamento Isvap n.25, al fine di contenere il rischio di incorrere in conflitto di interessi derivanti dai rapporti con il Gruppo, ha definito un limite di operatività degli investimenti/finanziamenti in termini di esposizione annua verso il sottoinsieme di controparti infragruppo riconducibili alle società del gruppo Credito Emiliano – CREDEM. NOTE ILLUSTRATIVE 249 E’ inoltre prevista un’apposita politica per la gestione dei conflitti d’interesse laddove risultassero inevitabili. Strumenti di mitigazione del rischio Nell’ambito della gestione dei rischi aziendali, le tecniche di mitigazione del rischio sono lo strumento di riduzione dell’esposizione al rischio attraverso il suo trasferimento, parziale o integrale, ad una controparte che ne garantisce la copertura. Nell’ambito di tali tecniche, la riassicurazione rappresenta lo strumento privilegiato di mitigazione del rischio tecnico implicito nelle obbligazioni verso gli assicurati. Le altre tecniche di mitigazione fanno riferimento alla copertura dei rischi finanziari mediante l’utilizzo di strumenti derivati. La Compagnia inoltre prevede un elenco di azioni di mitigazione per fronteggiare le principali fonti di rischio e da porre in essere in condizioni estreme, quali a titolo di esempio: • raccogliere mezzi propri tramite aumenti di capitale; • raccogliere fondi tramite finanziamento; • posticipare / rimandare / annullare il pagamento dei dividendi; • intervenire sul Portafoglio prodotti della Compagnia. Altre analisi qualitative/quantitative per l’identificazione e valutazione del rischio Procedura di Censimento Qualitativo dei Rischi Nell’ambito dell’identificazione e valutazione qualitativa del rischio, in relazione a quanto previsto dal Regolamento in vigore Isvap n. 20 del 26 Marzo 2008, la Compagnia presidia e gestisce in via continuativa i fattori di rischio a cui è soggetta, avvalendosi di una specifica procedura di censimento qualitativo dei rischi che ha il compito di: • individuare i fattori di rischio presenti in azienda, suddividerli in classi e rilevarne la significatività, • individuare specifici processi di gestione dei rischi atti a mitigare i fattori di rischio e i relativi potenziali eventi perdita, • dare una concreta risposta organizzativa per la gestione qualitativa dei fattori di rischio. Forward Looking Assessment of Own Risk Sono state effettuate le attività quali/quantitative finalizzate alla “valutazione prospettica dei rischi” (Forward Looking Assessment of Own Risks – c.d. FLAOR) che l’Autorità di Vigilanza, nell’ambito della lettera al mercato 51-14-000579 del 15.04.2014 avente ad oggetto “Solvency II – applicazione degli Orientamenti EIOPA in materia di governance, di valutazione prospettica dei rischi, di trasmissione di informazioni alle Autorità Nazionali competenti e di procedura preliminare dei modelli interni” e successivamente integrata dalla lettera al mercato pubblicata da IVASS del 24.03.2015 , ha richiesto alle Compagnie di Assicurazione di effettuare (con riferimento ai risultati economici al 31.12.2014) e di inviare ad IVASS entro il termine ultimo del 30.06.2015. Gli elementi oggetto di esame e di comunicazione all’Autorità di Vigilanza, sono stati: • profilo di rischio della Compagnia in chiave prospettica; • fabbisogno complessivo di solvibilità anche in un’ottica di medio-lungo periodo; • collegamento tra profilo di rischio e il fabbisogno complessivo di solvibilità; • fattori di rischio significativi da assoggettare ad analisi complementari fra cui stress test, reverse stress test ed analisi di scenario. • Fabbisogno complessivo di solvibilità della Compagnia prendendo in considerazione il rischio sul governativo • Analisi della liquidità della Compagnia in chiave attuale e prospettica NOTE ILLUSTRATIVE 250 Sulla base delle analisi svolte di seguito riepilogate, Credemvita risulta sufficientemente capitalizzata per coprire i rischi attuali e prospettici (triennio 2015-17) derivanti dalle attività di business: il rapporto tra Capitale disponibile e Solvency Capital Requirement (Solvency Ratio), presenta una dinamica costantemente superiore alla soglia limite del 100% in condizioni base. In particolare: • Solvency Position o Alla luce delle valutazioni attuali e prospettiche sul SCR in tutte le sue componenti, la posizione di solvibilità di Credemvita risulta più che adeguata sia nella valutazione al 31 Dicembre 2014 sia nelle analisi prospettiche. In particolare, nel triennio 2015-17 il Capitale disponibile a copertura dell’SCR (uguale al totale dei Fondi Propri eleggibili per tutti gli anni di proiezione) cresce in maniera lineare secondo le ipotesi di nuova produzione prevista da Piano Strategico e all’ipotesi di ritenzione degli utili prodotti. Il Requisito di capitale richiesto (SCR) decresce proporzionalmente, come conseguenza dell’aumento dei volumi di Ramo III a scapito di una riduzione dei volumi di Ramo I. La combinazione dei movimenti sopra descritti porta ad una crescita del Solvency Ratio a partire dal secondo anno di proiezione. o I Ratio risentono, inoltre, di una divergenza tra le ipotesi gestionali utilizzate in sede di pianificazione strategica e le ipotesi sottostanti la formula standard definita da EIOPA che impone che nei contratti con l’opzione di differimento automatico a scadenza, non vi sia alcuna ipotesi di esercizio dell’opzione da parte della clientela qualora la Compagnia, come nel caso di Credemvita, abbia la facoltà di non accettare l’esercizio dell’opzione stessa. Tale assunzione è coerente con le specifiche tecniche emanate da EIOPA in materia di “contract boundaries”. Come conseguenza, i volumi di Ramo I, in applicazione delle ipotesi normative previste, tendo progressivamente a ridursi. o Tali dinamiche portano il Solvency Ratio, che alla data di valutazione è pari a 152%, a muoversi seguendo, a meno di un primo anno di proiezione in cui si presenta una moderata decrescita, un trend crescente per tutti i restanti anni. • Fattori di rischio La proiezione dei principali fattori di rischio definiti all’interno della formula standard vede che: o l’impatto dell’effetto di diversificazione dei fattori di rischio si preserva costante durante gli anni di proiezione (valore di circa 18 mln); o il rischio operativo si muove seguendo le dinamiche della nuova produzione, che vede un calo della produzione di Ramo I e un contestuale aumento della produzione di Ramo III che ne determinano una conseguente riduzione; o il market risk proiettato (che rappresenta il fattore di rischio maggiormente rilevante per la Compagnia) recepisce le ipotesi di asset mix coerenti con le ipotesi di redditività utilizzate in sede di pianificazione; tale portafoglio è caratterizzato da una percentuale maggiore di azionario da cui consegue una maggiore rischiosità in termini di SCR. Inoltre, al fine di rappresentare al meglio il profilo di rischio di Credemvita sulla base degli esiti delle valutazioni attuali e prospettiche del SCR, sono stati valutati alcuni scenari di stress: • Stress test Governativo (come richiesto da IVASS nella “Lettera al Mercato del 24 marzo 2015”); • Stress test Interest Rate Up; • Scenario Stress Test. • I risultati delle prove di Stress Test, sebbene derivanti da analisi ancora semplificate che non consentono di apprezzare ancora appieno la probabilità dell’avverarsi dei singoli stress o degli scenari, forniscono una prima indicazione in ordine di grandezza delle variazioni quantitative che potrebbe NOTE ILLUSTRATIVE 251 subire la Compagnia in base ai parametri presi in esame. I fattori di rischio presi in esame (sia stand-alone che aggregati) portano ad una riduzione generale del Solvency Ratio che, per l’effetto dell’aggregazione dei diversi fattori di rischio, può raggiungere anche valori inferiori al 100%. Profilazione qualitativa e quantitativa dei rischi L’attività di “Profilazione qualitativa e quantitativa dei rischi” svolta nel corso del primo semestre 2015 con riferimento Dicembre 2014, ha consentito di individuare i fattori di rischio cui la Compagnia è esposta, attribuendo a ciascuno di essi, una significatività di tipo qualitativo. In base all’analisi svolta, la Compagnia ha rafforzato i processi di Asset-Liability management e il processo per la valutazione dell’SCR Solvency II. A titolo esemplificativo, sono stati effettuati investimenti in ambito informatico acquisendo apposite piattaforme/software, atte/i alla creazione degli scenari stocastici utilizzati per la valutazione delle fair value liability. Analisi quantitative per l’identificazione e valutazione del rischio In relazione a quanto previsto dal Regolamento Isvap n. 20 del 26 Marzo 2008 la Compagnia ha provveduto a dotarsi di modelli di valutazione e monitoraggio delle proprie esposizioni alle principali fonti di rischio. Mediante tali modelli di valutazione stocastici e/o deterministici sono state effettuate valutazioni fair value di asset e liability sulle differenti gestioni assicurative di tipo rivalutabile e di puro rischio (Ramo I e V) e di tipo linked (Ramo III e VI), completate contestualmente da analisi di stress test. Tali valutazioni al fair value sono fondamentali nell’ambito del primo pilastro (che prevede il calcolo degli indicatori quantitativi) del prossimo contesto normativo di Solvency 2. La Compagnia, con riferimento al 30/06/2015, ha effettuato i calcoli necessari per adempiere alle richieste del primo pilastro al fine di: • preparare i membri del consiglio di amministrazione agli impatti quantitativi sul patrimonio della Compagnia partendo da un caso concreto, • perfezionare il processo per il calcolo del requisito patrimoniale rafforzando l’interazione tra le diverse unità operative ed aumentando lo “sharing di know how” sulle tematiche specifiche di Solvency 2, • insistere sullo sviluppo di tecniche e modelli di asset – liability management. • compilazione dei QRT (“Quantitative Reporting Template”) Si riporta di seguito il dettaglio della situazione patrimoniale con riferimento al 31 Dicembre 2014: • SCR 152,7 mln€ • MCR 68,7 mln€ Nell’ambito del contesto di Asset e Liability Management (ALM e Liquidity) la Compagnia effettua valutazioni quantitative seguendo un processo che vede coinvolte le funzioni aziendali quali: Alta direzione, Risk Management, Direzione finanza e Ufficio Tecnico. Tale processo prevede le seguenti analisi quantitative: • analisi delle caratteristiche fondamentali delle passività (minimo garantito, minimo trattenuto, opzioni di riscatto, ecc…); • proiezione dei flussi di cassa previsionali; • proiezione dei rendimenti attesi. • misurazione della duration gap • misurazione delle metriche di liquidità Nell’ambito della normativa attuale in tema di Margine di Solvibilità, sono effettuate mensilmente analisi prospettiche, anche mediante l’uso di stress test, degli elementi patrimoniali disponibili per la copertura dello stesso Margine di Solvibilità in modo da controllare periodicamente che la tolleranza al rischio della Compagnia sia rispettata. NOTE ILLUSTRATIVE 252 CREDEMASSICURAZIONI S.P.A. Approccio alla gestione del rischio di Credemassicurazioni Strategie e gestione del rischio Credemassicurazioni ha una strategia di assunzione e gestione dei rischi orientata a criteri di prudente gestione coerenti con il livello patrimoniale dell’impresa. Tale strategia si basa su principi di valutazione che considerano gli aspetti relativi alla significatività (impatto economico) e probabilità degli eventi. Inoltre viene posta particolare attenzione al conseguimento di un equilibrio ottimale tra obiettivi di crescita e di redditività e rischi conseguenti. La strategia di gestione del rischio può essere definita come l’insieme dei valori e dei comportamenti che caratterizzano l’atteggiamento della società nei confronti del rischio, in ogni sua attività: dalla formulazione delle strategie di business alle attività operative correnti. La filosofia della gestione del rischio adottata riflette pertanto i valori della Compagnia, influenza la sua cultura e il suo stile operativo e incide sul modo in cui i componenti del sistema di gestione dei rischi sono attivati, come per esempio, le modalità di identificare i rischi, la tipologia dei rischi assunti e la loro gestione. La gestione dei rischi viene attuata mediante un processo integrato che consente di censire e classificare i rischi a cui la Compagnia è esposta in maniera continuativa definendo pertanto il profilo di rischio sulla base del quale sviluppare modelli di valutazione quantitativa ed ottimizzare i processi aziendali preposti alla gestione ed alla mitigazione di tali rischi. La Compagnia provvede, dal punto di vista operativo, a svolgere tutte le attività necessarie per assicurare una crescente efficacia del sistema di gestione dei rischi. Definizione delle categorie di rischio Al fine di diffondere la cultura di gestione dei rischi e ottenere una piena comprensione dell’importanza strategica di una gestione integrata degli stessi, Credemassicurazioni, ai sensi del Regolamento n.20 art. 19 che richiede di provvedere alla catalogazione dei rischi in funzione della natura e dimensioni dell’attività, ha definito una classificazione dei rischi che consente l’ottenimento di un’adeguata convergenza tra definizioni utilizzate dall’IVASS, dall’ EIOPA e in generale a livello di mercato. I rischi sono classificati nelle seguenti principali classi: • Rischi tecnici assicurativi • Rischi di mercato (compreso il rischio di liquidità) • Rischi di default • Rischi operativi • Rischi di non conformità alle norme • Rischi di secondo livello • Rischi strategici Risk Appetite Il Risk Appetite Framework è il quadro di riferimento che definisce - in coerenza con il massimo rischio assumibile, la mission aziendale e il piano strategico - la propensione al rischio, le soglie di tolleranza, i limiti di rischio, le politiche di governo dei rischi, i processi di riferimento necessari per definirli e attuarli. Il Risk Appetite Framework individua quindi la propensione al rischio che Credemassicurazioni intende perseguire e mantenere nel tempo sia: • in una fase di normale corso degli affari • in condizioni di business stressato. In linea con gli orientamenti regolamentari e di mercato, il risk appetite di Credemassicurazioni viene declinato secondo le metriche legate al capitale, NOTE ILLUSTRATIVE 253 fissando un livello target di capitale (SCR% risk appetite) e un livello minimo da detenere (SCR% soglia), espresso non in valori assoluti, ma in relazione al requisito regolamentare di capitale (identificando pertanto un Solvency ratio – SCR%) dato dal rapporto tra Fondi Propri e SCR. Il SCR% risk appetite e il SCR% soglia sono espressi prendendo in considerazione il calcolo del Solvency Capital Requirement secondo la Standard Formula e gli Own fund derivanti dal bilancio Solvency II. Il livello del SCR% soglia in particolare è determinato considerando per il calcolo del requisito patrimoniale (SCR) l’adozione di un livello di probabilità del 99,9% (ipotesi di stress) anziché 99,5% previsto dalla Normativa. Per valutare la consistenza e la tenuta del Risk Appetite, la Compagnia inoltre predispone una serie di Stress Test sui principali fattori di rischio per verificare che il buffer di capitale determinato sia in grado di assorbire gli impatti derivanti da scenari avversi. Le valutazioni relative alla posizione di solvibilità della Società si affiancano coerentemente agli altri livelli di tolleranza al rischio esistenti all’interno del processo di governance del rischio della Compagnia volti a definire e controllare le decisioni manageriali rispetto ai rischi rilevanti in tema di politiche assuntive, riassicurative, liquidative, di investimento dell’attivo nonché degli ulteriori rischi operativi. Il modello organizzativo di gestione del rischio Il sistema di gestione dei rischi di Credemassicurazioni ha l’obiettivo di mantenere i rischi ad un livello accettabile e coerente con le disponibilità patrimoniali della società. Nell’ambito di tale obiettivo il sistema di gestione dei rischi prevede i seguenti ruoli e responsabilità: • Il Consiglio di Amministrazione è responsabile della definizione delle direttive in materia di gestione dei rischi (insieme delle strategie e delle politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi maggiormente significativi), della fissazione del Risk Appetite e dei livelli di tolleranza al rischio e della verifica della corretta implementazione del sistema di gestione dei rischi da parte dell’Alta Direzione; • l’Alta Direzione è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del monitoraggio del sistema di gestione dei rischi; • il Risk Management è responsabile di supportare il Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione mediante l’individuazione, la misurazione e il monitoraggio dei rischi aziendali significativi; • la funzione di Compliance è responsabile di valutare che l’organizzazione e le procedure aziendali siano adeguate a prevenire i rischi di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite patrimoniali o danni di reputazione, in conseguenza di violazioni di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità di vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione e di supportare il Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione in tema di rischi di non conformità alle norme; • la funzione di Internal Audit è preposta a monitorare e valutare l’efficacia e l’efficienza del Sistema dei Controlli Interni e di Gestione dei Rischi; • Il Comitato di coordinamento delle funzioni di controllo, formato dalle funzioni di Risk Management, Compliance e Internal Audit, ha il compito di garantire l’efficienza e l’efficacia dell’azione delle funzioni di controllo ed in generale del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi attraverso una adeguata azione di coordinamento e scambio informativo. La gestione operativa dei rischi rimane in carico alle singole funzioni competenti, in ragione della loro responsabilità sui processi operativi gestiti. L’analisi interna per l’identificazione del profilo di rischio Credemassicurazioni ha previsto una procedura di censimento dei rischi, da intendersi come strumento metodologico di supporto nello svolgimento delle NOTE ILLUSTRATIVE 254 attività di individuazione e valutazione dei rischi ed è per sua natura in evoluzione in base al progressivo affinamento del sistema di gestione dei rischi e all’evoluzione del quadro normativo di riferimento. La procedura di censimento dei rischi di Credemassicurazioni si articola in quattro fasi: • Analisi del Piano strategico aziendale; • Individuazione dei fattori di rischio esterni; • Individuazione dei fattori di rischio operativi, di non conformità alle norme e di secondo livello; • Individuazione dei fattori di rischio strategico. Le politiche di gestione dei rischi Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi e coerentemente con quanto previsto dalla normativa, il Consiglio di Amministrazione ha formalizzato un insieme di politiche scritte per ognuno degli ambiti di rischiosità che insistono su Credemassicurazioni. Ciascun documento dettaglia gli obiettivi, i compiti, le responsabilità, il processo, le procedure da seguire ed i flussi informativi messi in atto per la gestione del rischio esaminato. I documenti, inoltre, hanno l’obiettivo più generale di contribuire alla diffusione della cultura del controllo e di gestione dei rischi all’interno della società. Il rispetto e l’applicazione dei Documenti sono garantiti dalla presenza del Sistema dei Controlli Interni costituito da un insieme di Regole, Procedure e Tecniche di Controllo e Strutture Organizzative volto ad assicurare il corretto funzionamento ed il buon andamento dell’impresa. I rischi sono monitorati in maniera continuativa dalla funzione di Risk Management e dalle singole funzioni competenti; a tal fine è stato sviluppato e affinato progressivamente il reporting relativo all’evoluzione dei rischi nei confronti del Consiglio di Amministrazione, dell’Alta Direzione e delle strutture operative competenti al fine di migliorare la comunicazione dei risultati e consentire una maggior comprensione delle tematiche connesse alla valutazione dei rischi. In particolare la documentazione prevede, per i rischi quantificabili, l’effettuazione di analisi prospettiche relative a scenari particolarmente sfavorevoli (stress test). Analisi dei rischi Rischi di mercato Nell’ambito dei rischi di mercato si fa riferimento a tutti quei rischi che hanno come effetto il deterioramento di investimenti di natura finanziaria come conseguenza di andamenti avversi delle variabili di mercato rilevanti quali i prezzi azionari, i tassi di interesse, i tassi di cambio e il merito creditizio degli emittenti. La Compagnia adotta, nei confronti di tali rischi, linee guida che definiscono i principi generali per l’attività della funzione Finanza ed i limiti per l’operatività in strumenti derivati. I limiti relativi agli investimenti sono oggetto di verifica e controllo su base continuativa da parte delle funzioni aziendali preposte e, con frequenza periodica, i risultati di tali controlli sono portati all’attenzione del Consiglio di Amministrazione. La tabella riportata di seguito rappresenta la distribuzione degli strumenti finanziari al 30 Giugno 2015 per tipologia, espressi in percentuale rispetto al controvalore totale di carico pari a 78,05 milioni di euro. Tipologia NOTE ILLUSTRATIVE Totale Emittenti Governativi 92,73% Emittenti Obbligazionari 3,42% OICR 3,85% Totale 100% 255 L’attività finanziaria è contrassegnata, nell’ambito del rischio di tasso di interesse, da un’impostazione prudenziale caratterizzata da un assetto di duration contenuto del portafoglio ed allineato alla prevedibile evoluzione temporale di smontamento delle riserve. La duration complessiva del portafoglio dei titoli di debito è di circa 1 anno. La gestione finanziaria ha determinato un rendimento di portafoglio pari al 2,6% annualizzato. La componente azionaria ha un peso limitato all’interno del portafoglio ed è rappresentata dagli OICR. Il totale degli OICR presenti in portafoglio ammonta a circa 3 milioni di euro, pari al 3,85% del totale controvalore di carico delle esposizioni dove la Compagnia detiene un rischio mercato. Le posizioni in divisa presenti in portafoglio, in termini di rischio di fluttuazione dei cambi, hanno un’incidenza irrilevante. L’esposizione al rischio credito, che deriva da un cambiamento inatteso nel livello o nella volatilità degli spread creditizi rispetto alla struttura a termine del tasso privo di rischio, si riferisce ad attività, passività e strumenti finanziari sensibili alle variazioni degli spread creditizi. Per quanto riguarda il rischio di credito si specifica che Credemassicurazioni ha intrapreso un processo di adeguamento dei sistemi interni di valutazione del merito di credito che consenta di non affidarsi in modo esclusivo o meccanico ai giudizi emessi dalle agenzie di rating con lo specifico obiettivo di realizzare una gestione finanziaria indipendente, sana e prudente e di adottare misure idonee a salvaguardare i diritti dei contraenti e degli assicurati. Il Modello sviluppato internamente, ha l’obiettivo di identificare la qualità del credito degli emittenti obbligazionari corporate e sovrani in aggiunta alla valutazione svolta dalle Agenzie di rating. La tabella di seguito rappresenta la distribuzione della qualità del credito degli emittenti obbligazionari presenti nel portafoglio dove la Compagnia detiene un rischio mercato al 30 Giugno 2015. Con riferimento a tale data, il peso degli emittenti obbligazionari soggetti al rischio credito è pari al 3,42%. La qualità del credito è espressa numericamente con una scala da 0 a 6, dove il valore minimo corrisponde alla migliore qualità creditizia. Qualità del credito Percentuale 0 0,00% 1 0,00% 2 0,00% 3 100,0% TOTALE 100% Considerando gli emittenti governativi presenti nei portafogli dove la Compagnia detiene un rischio mercato al 30 Giugno 2015, nella tabella di seguito vengono riportati le distribuzione della qualità del credito. NOTE ILLUSTRATIVE 256 Emittente Livello di Rischio Merito di Credito Italia Moderato Low Risk Germania Buono Francia Buono Investment Grade Investment Grade Investment Grade Rischio di liquidità Il rischio di liquidità è definito come il rischio di non adempiere alle obbligazioni contrattuali derivanti dai contratti sottoscritti e dai relativi sinistri nel momento della loro manifestazione finanziaria. Credemassicurazioni declina il liquidity risk nelle seguenti categorie, in funzione dell’orizzonte temporale con cui viene analizzato e studiato il rischio stesso: • short term liquidity risk, o cash management, riguarda il fabbisogno di liquidità in ordinarie condizioni di business (fino ad un mese); • medium term liquidity risk, riguarda le necessità di soddisfare il fabbisogno dei cash flow futuri in uscita con periodo di riferimento pari ad un anno; • contingency liquidity risk, riguarda la possibilità che future condizioni di business e di mercato avverse vadano a minare la capacità di realizzo degli asset aziendali al loro valore di mercato corrente. Tale tipologia di rischio viene misurata con appositi stress test e analisi di scenario che consentano di riconoscere ed individuare tempestivamente potenziali minacce. La Compagnia quantifica il proprio grado di liquidità e dei propri investimenti mediante il monitoraggio di strumenti e indicatori, c.d. “metriche”. Le metriche vengono definite secondo una ratio forward-looking, in modo da valutare l’esposizione al rischio secondo un orizzonte prospettico di valutazione. Il sistema di monitoraggio degli indicatori di liquidità prevede inoltre che sia assegnato uno score di liquidità. In funzione dello score di liquidità sono definite tre situazioni di liquidità: Situazione ordinaria, Tensione di liquidità e Crisi di liquidità. Al 30 Giugno 2015 non si rilevano situazioni di tensione o di crisi di liquidità. Il rischio di liquidità in Credemassicurazioni risulta comunque trascurabile poiché i titoli obbligazionari emessi da Stati o da Enti Sovranazionali appartenenti alla zona A rappresentano l’92,73% del portafoglio titoli. Nella seguente tabella vengono riportati i dati relativi agli strumenti finanziari obbligazionari per fasce di scadenza. Scadenza Governativi Corporate Totale <= 1anno >1 <=3 anni >3 <=5 anni >5 <=7 anni >7 <=10 anni >10 anni 33,48% 44,24% 13,13% 0,00% 0,00% 1,89% 0,86% 2,56% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 34,33% 46,80% 13,13% 0,00% 0,00% 1,89% Totale 92,73% 3,42% 96,15% Si precisa inoltre che Credemassicurazioni, proiettando un ciclo finanziario positivo, può gestire la dismissione di eventuali attività illiquide in un lasso temporale tale da ottenere prezzi favorevoli, eventualmente frazionando le vendite nel tempo; in ogni caso, in presenza di un prezzo non ritenuto equo, la società ha la volontà e la possibilità di mantenere tali posizioni sino alla loro naturale scadenza. Rischio di Default Il rischio di default è connesso con l’insolvenza delle controparti (riassicuratori, banche, assicurati, intermediari e agenti). Per quanto concerne le controparti riassicurative, Credemassicurazioni ha definito politiche per la gestione e il controllo di tale rischio in termini di linee guida e limiti relativi alle controparti. In relazione al rischio di default relativo a controparti riassicurative, si segnala che l’esposizione è concentrata principalmente su un unico riassicuratore, Swiss Re, di rating pari ad AA- espresso dall’agenzia, specializzata nel settore assicurativo e riassicurativo, Standard&Poor’s. La società ha in essere con SwissRe due trattati di riassicurazione in “eccesso di sinistro”: • Un trattato multiline per sinistro/evento a copertura dei rami infortuni, NOTE ILLUSTRATIVE 257 malattia, incendio, altri danni ai beni e R.C. Generale; • Un trattato per sinistro/evento relativo al ramo Corpi di Veicoli Terrestri. La società ha in essere un trattato proporzionale in quota con Arag Assicurazioni relativamente al ramo Tutela Legale. A partire dal 1° luglio 2013 è stato inoltre stipulato un trattato proporzionale con CNP IAM S.A. a copertura dei rischi di un prodotto Protection Income in portafoglio. Rischi tecnici assicurativi Nella classe dei rischi tecnici rientrano i rischi tipici dell’attività assicurativa, in particolare: - Rischio di sottoscrizione è caratteristico e strettamente collegato all’attività assicurativa. Rappresenta il rischio derivante dalla sottoscrizione dei contratti di assicurazione, collegato agli eventi assicurati, ai processi seguiti per la tariffazione e selezione dei rischi, all’andamento sfavorevole della sinistralità effettiva rispetto a quella stimata; - Rischio di riservazione, ovvero il rischio connesso alla quantificazione di riserve tecniche non sufficienti a coprire gli impegni assunti nei confronti degli assicurati e dei danneggiati; - Rischio catastrofale, ovvero il rischio di perdita o di variazione sfavorevole del valore delle passività assicurative, derivante dall’incertezza significativa delle ipotesi relative alla determinazione dei premi e alla costituzione delle riserve in rapporto al verificarsi di eventi estremi ed eccezionali legati ad eventi naturali o causati dall’uomo. La Compagnia adotta, nei confronti di tali rischi, linee guida che: definiscono il modello organizzativo e di governance, nonché i ruoli e le responsabilità delle strutture aziendali coinvolte nell’assunzione e nel monitoraggio del rischio assunto e nelle attività di riservazione; descrivono le procedure di reporting applicate ed i flussi di comunicazione tra le funzioni coinvolte nei processi di sottoscrizione e riservazione; illustrano le modalità con cui l’impresa tiene conto della riassicurazione o di altre tecniche di mitigazione del rischio nel processo di progettazione di un nuovo prodotto assicurativo e del calcolo del relativo premio. La Compagnia misura e monitora la propria esposizione al rischio di sottoscrizione considerando il portafoglio complessivo, oltre a verificare la conformità ai limiti ed alle politiche definite. Il monitoraggio del rischio assume diverse connotazioni e coinvolge differenti funzioni aziendali. Il monitoraggio avviene mensilmente tramite il rapporto Sinistri/Premi. Su base periodica vengono monitorati i seguenti aspetti: lo sviluppo premi, l’andamento della sinistrosità, la profittabilità tecnica per prodotto - ramo di bilancio dei sinistri. Con riferimento alla gestione del rischio di riservazione nell’ambito di Solvency II vengono calcolate le riserve Best Estimate attualizzando i sinistri attesi, determinati sulla base delle ipotesi operative best estimate, con la curva di riferimento. Le ipotesi operative (e.g. sinistri e costi) impiegate per proiettare i flussi di cassa futuri, vengono rivisitate almeno annualmente sulla base della reale esperienza del portafoglio. La Compagnia esegue una serie di analisi di sensitività delle riserve Best Estimate al variare delle ipotesi economiche ed operative in modo da valutare i fattori più rilevanti e conseguentemente identificare gli aspetti più significativi. Nelle tabelle che seguono si riportano le principali voci del Saldo Tecnico al 30 Giugno 2015 suddivise per ramo ministeriale ed esercizio. Premi I premi contabilizzati nel 2015 ammontano a 15.603 migliaia di euro, con un incremento rispetto al dato del 2014 dello 0,45%. La variazione della raccolta presenta differenze più significative sui singoli rami ministeriali. Tali differenze sono imputabili principalmente ad un’evoluzione generale del mix prodotti commercializzato. I premi di competenza nel 2015 ammontano a 13.223 migliaia di euro, con un incremento rispetto al 2014 del 9,64%. Gli aumenti più significativi si registrano sui rami Incendio, Altri Danni ai Beni e Perdite Pecuniarie. Le riserve NOTE ILLUSTRATIVE 258 premi al 30 Giugno 2015 ammontano a 43.873 migliaia di euro, con un incremento del 10,98% rispetto al 30 Giugno 2014. Gli incrementi più significativi si osservano nei rami Infortuni, Incendio, Altri Danni ai Beni e Perdite Pecuniarie. Premi contabilizzati (valori in unità di euro) Ramo ministeriale Dati al 30/06/2015 Dati al 30/06/2014 Δ assoluto Δ% 1 - Infortuni 2.579.601 2.956.316 2 - Malattia 2.902.158 2.989.558 -87.400 -2,92% 348.449 381.607 -33.158 -8,69% 8 - Incendio ed Elementi Naturali 2.793.830 2.446.698 347.132 14,19% 9 - Altri danni ai beni 2.710.372 2.327.156 383.216 16,47% - - - n.d. 3 - Corpi di Veicoli Terrestri 10 - R.C. Autoveicoli terrestri 637.721 589.947 47.773 8,10% 3.341.020 3.608.604 -267.584 -7,42% 105.008 96.578 8.430 8,73% 13 - R.C. Generale 16 - Perdite pecuniarie 17 - Tutela giudiziaria 184.564 136.081 48.483 35,63% 15.602.722 15.532.545 70.177 0,45% 18 - Assistenza Totale -376.715 -12,74% Premi competenza (valori in unità di euro) Dati al 30/06/2015 Dati al 30/06/2014 Δ assoluto Δ% 1 - Infortuni 2.192.146 2.169.800 22.346 1,03% 2 - Malattia 3.345.586 3.253.846 91.740 2,82% 359.539 385.196 -25.657 -6,66% 8 - Incendio ed Elementi Naturali 1.724.938 1.549.284 175.654 11,34% 9 - Altri danni ai beni 1.923.594 1.759.344 164.250 9,34% - - - n.d. 551.391 510.499 40.892 8,01% 16 - Perdite pecuniarie 2.868.083 2.215.132 652.950 29,48% 17 - Tutela giudiziaria 106.252 100.270 5.983 5,97% 18 - Assistenza 151.890 117.264 34.626 29,53% 13.223.419 12.060.634 1.162.785 9,64% Ramo ministeriale 3 - Corpi di Veicoli Terrestri 10 - R.C. Autoveicoli terrestri 13 - R.C. Generale Totale Riserve Premi (valori in unità di euro) Dati al 30/06/2015 Dati al 30/06/2014 1 - Infortuni 13.989.166 13.090.498 898.667 6,87% 2 - Malattia 8.343.757 8.506.229 -162.472 -1,91% Ramo ministeriale Δ assoluto Δ% 145.122 167.514 -22.392 -13,37% 8 - Incendio ed Elementi Naturali 7.222.201 5.587.997 1.634.204 29,24% 9 - Altri danni ai beni 3.531.556 2.092.991 1.438.565 68,73% - - - n.d. 3 - Corpi di Veicoli Terrestri 10 - R.C. Autoveicoli terrestri 445.053 413.950 31.104 7,51% 16 - Perdite pecuniarie 9.980.052 9.498.046 482.006 5,07% 17 - Tutela giudiziaria 88.282 82.378 5.904 7,17% 13 - R.C. Generale 18 - Assistenza Totale NOTE ILLUSTRATIVE 127.425 93.603 33.822 36,13% 43.872.613 39.533.206 4.339.407 10,98% 259 Sinistri Di seguito sono riportati gli oneri dei sinistri dell’esercizio corrente, gli oneri dei sinistri degli esercizi precedenti e l’ammontare delle riserve sinistri al 30 giugno, suddivisi per ramo ministeriale ed esercizio. Gli oneri dei sinistri correnti ammontano a 3.550 migliaia di euro e risultano in aumento del 13,03% rispetto alla chiusura dello scorso esercizio. Gli oneri dei sinistri degli esercizi precedenti registrano un risparmio di 1.638 migliaia di euro, in sensibile aumento rispetto al risparmio di 588 migliaia di euro della chiusura dello scorso esercizio. I miglioramenti più significativi si osservano sui rami Infortuni, Incendio, Altri danni ai beni e Perdite Pecuniarie. Nei primi 3 rami il risparmio è determinato dalla revisione delle riserve e dalla chiusura, con pagamenti inferiori alla riserva, di un numero ridotto di pratiche. Sulle Perdite Pecuniarie lo smontamento della riserva è positivo sia sulla revisione dell’inventario sia sulla tenuta della riserva tardivi. Le riserve sinistri risultano in contrazione rispetto alla chiusura del precedente esercizio (-13,61%). La riduzione osservata è imputabile principalmente allo smontamento del ramo R.C. Autoveicoli. Oneri sinistri esercizio corrente (valori in unità di euro) Dati al 30/06/2015 Dati al 30/06/2014 Δ assoluto Δ% 1 - Infortuni 358.539 232.379 126.161 54,29% 2 - Malattia 370.409 230.287 140.122 60,85% 3 - Corpi di Veicoli Terrestri 139.350 199.054 -59.704 -29,99% 8 - Incendio ed Elementi Naturali 586.438 361.399 225.039 62,27% 9 - Altri danni ai beni 321.061 272.203 48.858 17,95% - - - n.d. -51,37% Ramo ministeriale 10 - R.C. Autoveicoli terrestri 72.290 148.651 -76.361 16 - Perdite pecuniarie 1.687.588 1.694.400 -6.812 -0,40% 17 - Tutela giudiziaria 6.604 1.384 5.220 377,30% 13 - R.C. Generale 7.605 864 6.741 780,31% 3.549.884 3.140.620 409.264 13,03% 18 - Assistenza Totale Oneri sinistri esercizi precedenti (valori in unità di euro) ((+)perdita / (-)risparmio) Dati al 30/06/2015 Dati al 30/06/2014 Δ assoluto 1 - Infortuni -296.152 -31.661 -264.490 2 - Malattia -151.466 57.570 -209.036 -59.873 -25.220 -34.653 8 - Incendio ed Elementi Naturali -182.496 -255.533 73.037 9 - Altri danni ai beni -151.371 -76.212 -75.159 -49.294 -223.447 174.153 Ramo ministeriale 3 - Corpi di Veicoli Terrestri 10 - R.C. Autoveicoli terrestri 4.556 -21.605 26.160 16 - Perdite pecuniarie -752.436 5.079 -757.514 17 - Tutela giudiziaria -2.729 -12.705 9.976 13 - R.C. Generale 18 - Assistenza Totale NOTE ILLUSTRATIVE 260 2.939 -4.130 7.068 -1.638.321 -587.863 -1.050.458 Riserve sinistri (valori in unità di euro) Dati al 30/06/2015 Dati al 30/06/2014 Δ assoluto 1 - Infortuni 718.912 444.804 274.107 61,62% 2 - Malattia 680.771 319.456 361.315 113,10% 3 - Corpi di Veicoli Terrestri 150.413 97.170 53.243 54,79% 8 - Incendio ed Elementi Naturali 702.682 787.729 -85.047 -10,80% 9 - Altri danni ai beni 398.323 391.613 6.709 1,71% 14.632.382 18.811.717 -4.179.336 -22,22% Ramo ministeriale 10 - R.C. Autoveicoli terrestri Δ% 623.298 639.600 -16.301 -2,55% 16 - Perdite pecuniarie 2.781.560 2.456.069 325.491 13,25% 17 - Tutela giudiziaria 12.217 19.425 -7.208 -37,11% 13 - R.C. Generale 7.875 2.351 5.524 234,95% 20.708.432 23.969.936 -3.261.504 -13,61% 18 - Assistenza Totale Di seguito si riporta il rapporto tra oneri per sinistri correnti e premi di competenza (Loss Ratio esercizio corrente) illustrato di seguito per ramo ministeriale. Loss Ratio Esercizio Corrente (valori in unità di euro) Esercizio corrente Dati al 30/06/2015 Dati al 30/06/2014 1 - Infortuni 16,36% 10,71% 2 - Malattia 11,07% 7,08% 3 - Corpi di Veicoli Terrestri 38,76% 51,68% 8 - Incendio ed Elementi Naturali 34,00% 23,33% 9 - Altri danni ai beni 16,69% 15,47% n.d. n.d. 13 - R.C. Generale 13,11% 29,12% 16 - Perdite pecuniarie 58,84% 76,49% 17 - Tutela giudiziaria 6,22% 1,38% 18 - Assistenza 5,01% 0,74% 26,85% 26,04% Ramo ministeriale 10 - R.C. Autoveicoli terrestri Totale Il Loss Ratio complessivo risulta in leggero aumento rispetto alla chiusura del 2014. In particolare si osserva un aumento sui rami Infortuni, Malattia e Incendio controbilanciati da una sensibile riduzione del dato del ramo Perdite Pecuniarie. Rischi operativi, di non conformità alle norme, reputazionali e di appartenenza al Gruppo Con riferimento ai rischi operativi, nell’ambito del più vasto “Programma di convergenza verso Solvency II”, Credemassicurazioni ha concluso un progetto di mappatura dei processi aziendali, dei rischi operativi e dei relativi controlli effettuato mediante lo strumento di Business Project Management (B.P.M.) Mega. La metodologia adottata si articola in due diverse fasi: nella prima i rischi operativi vengono individuati e valutati in fase di mappatura dei processi sotto forma di “rischio lordo”, secondo logiche di impatto qualitativo e di frequenza del possibile accadimento; nella seconda, per mezzo di analisi dell’adeguatezza e della periodicità dei presidi di controllo presenti sul processo di riferimento, vengono NOTE ILLUSTRATIVE 261 misurati sotto forma di “rischi netti” ed identificate le eventuali azioni correttive necessarie a mitigare tale rischio residuo. All’interno del già citato Programma di convergenza, la Compagnia ha inoltre proseguito nei lavori per il completamento del piano di continuità operativa (Business Continuity Plan). Nella gestione del rischio di non conformità normativa, l’azienda identifica quale fattore prioritario di successo il conseguimento della conformità in materia di trasparenza e correttezza nel rapporto col cliente assicurato e danneggiato, nell’informativa precontrattuale e contrattuale dei prodotti, nella corretta esecuzione dei contratti, con particolare riguardo alla liquidazione dei sinistri, e in generale nella tutela del consumatore. In sintesi, il processo di analisi di conformità alle norme mira, attraverso la formalizzazione della matrice di rischio di compliance, a: • migliorare il grado di sensibilità nei confronti del disposto normativo da parte dei controlli di primo livello; • valutare i presidi di controllo esistenti sui processi; • stimolare la riflessione sui potenziali rischi esistenti; • valutare la capacità nel riconoscere o prevenire i rischi medesimi; • individuare gli interventi organizzativi utili a colmare i gap eventualmente riscontrati. Nell’esercizio dei propri compiti la funzione di Compliance opera sulla base di un approccio metodologico fondato su tecniche di identificazione, valutazione, gestione e monitoraggio dei rischi di non conformità ispirate alle migliori prassi del mercato e coerenti con quelli utilizzati nei processi di Risk Management e di Internal Audit. Con riferimento al rischio legato all’appartenenza al gruppo Credemassicurazioni, pur non rientrando nell’ambito di alcun gruppo essendo partecipata pariteticamente in misura pari al 50% del capitale sociale sia da Reale Mutua Assicurazioni sia da Credito Emiliano S.p.A., è comunque soggetta alle disposizioni di cui al Regolamento ISVAP (ora IVASS) n. 25 del 27 maggio 2008. Pertanto la Società ha definito, con apposita delibera del Consiglio di Amministrazione, le linee guida in materia di operazioni infragruppo. La delibera stabilisce specifiche linee guida per ciascuna tipologia di operazione infragruppo individuata e fissa i relativi limiti di operatività in coerenza con le caratteristiche delle varie tipologie di operazioni e delle controparti delle operazioni stesse, nonché con riferimento alla totalità delle transazioni poste in essere per ciascuna tipologia di operazione infragruppo. Il rischio reputazionale è strettamente legato alla vendita del prodotto e alla prestazione dei servizi ad esso collegati. A tutela del Cliente/assicurato e di conseguenza a presidio del rischio reputazionale sono attivate una serie di misure come le normative in termini di adeguatezza, finalizzate a valutare in via preliminare le esigenze del cliente ed a fornire l’adeguata trasparenza sul prodotto; l’assistenza da parte della rete distributiva; i servizi di assistenza; il processo di gestione dei reclami ed il servizio di liquidazione sinistri. Strumenti di mitigazione del rischio Nell’ambito della gestione dei rischi aziendali, le tecniche di mitigazione del rischio sono lo strumento di riduzione dell’esposizione al rischio attraverso il suo trasferimento, parziale o integrale, ad una controparte che ne garantisce la copertura. Nell’ambito di tali tecniche, la riassicurazione rappresenta lo strumento privilegiato di mitigazione del rischio tecnico implicito nelle obbligazioni verso gli assicurati. Le altre tecniche di mitigazione fanno riferimento alla copertura dei rischi finanziari mediante l’utilizzo di strumenti derivati. NOTE ILLUSTRATIVE 262 4. Altre informazioni 4.1 Solvency II Credemassicurazioni segue gli sviluppi relativi al progetto Solvency II e partecipa alle iniziative promosse dalle principali istituzioni coinvolte in tale progetto. In relazione a quanto previsto dal Regolamento Isvap n. 20 e come modificato dal Provvedimento IVASS n.17 del 15 aprile 2014, recante disposizioni in materia di controlli interni, gestione dei rischi, compliance ed esternalizzazione delle attività delle imprese di assicurazione, ai sensi dell’art. 87 e 191, comma 1, del D. Lgs. N. 209 del 7 settembre 2005, la Compagnia ha provveduto a dotarsi di modelli di valutazione e monitoraggio delle proprie esposizioni alle principali fonti di rischio. Nel corso del primo semestre 2015 la Compagnia ha proseguito l’attività di coordinamento del “Programma di convergenza verso Solvency II” (di seguito indicato come “Programma”), derivante dalla precedente attività di valutazione in termini di aderenza al nuovo sistema di solvibilità Solvency II. La Compagnia ha sviluppato nel corso del primo semestre 2015 i seguenti temi: - - - realizzazione delle valutazioni trimestrali della posizione di solvibilità utilizzando la metodologia prescritta dalla formula standard; prosecuzione delle attività di automatizzazione dei tracciati alimentanti il sistema di calcolo con il supporto dei sistemi informativi e con il coinvolgimento delle strutture definite owner dei dati nel processo di Data Quality. L’attività è finalizzata alla definizione del Datawarehouse aziendale ed alla realizzazione del pilota per la definizione della reportistica (QRT) richiesta dal Pillar III; predisposizione della reportistica (QRT) richiesta dal Pillar III e predisposizione dell’ informativa descrittiva redatta ai sensi del comma 35 della lettera al mercato IVASS del 15 aprile 2014 – inviati ad Ivass in data 3 giugno 2015; predisposizione della relazione sul sistema di gestione dei rischi Reg. 20 (IVASS) e delle direttive in materia di sistemi di controlli interni reg 20 art 5(d); realizzazione delle elaborazioni ORSA necessarie alla valutazione del profilo di solvibilità del piano strategico 2015-2017; sviluppo di una metodologia per verificare che le ipotesi sottostanti al calcolo del requisito di capitale catturino il profilo di rischio della Compagnia in modo adeguato ai sensi dell’articolo 45 della Direttiva Solvency II e sulla base di quanto previsto nell’orientamento 16 delle Linee Guida sulla Valutazione Prospettica dei Rischi; La valutazione quantitativa dell’impatto derivante da andamenti sfavorevoli dei fattori di rischio viene determinata secondo logiche di massima perdita potenziale mediante l’utilizzo della misura di SCR. Il calcolo del SCR della Compagnia tiene conto degli effetti derivanti dalla diversificazione a livello di singolo modulo di rischio. In termini di profilo di rischio, si riporta la composizione percentuale del fabbisogno di solvibilità al 31 dicembre 2014. In particolare il SCR a tale data risultava pari a € migliaia 10.822. Tale valore è ottenuto partendo dal BSCR (Basic Capital Requirement che esprime sostanzialmente l’insieme dei rischi tecnici - dei rischi di mercato e del rischio di controparte) pari a € migliaia 10.678 al quale viene sommato l’assorbimento di capitale legato al rischio operativo pari € migliaia 1.870 e sottratto l’adjustment per la capacità di assorbimento delle perdite mediante imposte differite. Analizzando in dettaglio gli elementi costitutivi del BSCR e considerando anche la percentuale di assorbimento legato al rischio operativo, riportiamo di seguito la composizione percentuale del SCR al lordo dell’effetto di diversificazione che risulta: - 70,3% rischi tecnici (NON Life + Health NSLT); - 12,7% rischi di mercato; NOTE ILLUSTRATIVE 263 - 10,8%; rischi operativi; - 6,2 % rischio di controparte. Le risultanze delle attività di valutazione dei rischi e le conseguenti analisi di stress, condotte con logiche prospettiche sulla base del piano strategico 2015-2017 evidenziano un’evoluzione dei rischi della Compagnia sostenibile in ragione del proprio livello di patrimonializzazione proiettato e del Risk Appetite definito dal Consiglio di Amministrazione. Quest’ultimo consente di assorbire perdite anche in scenari particolarmente avversi così come emerge dalle risultanze degli esercizi di stress test condotti durante l’esercizio. Il profilo di rischio risulta coerente con le azioni previste dal piano sia in termini di investimenti sia in termini di nuovi prodotti. NOTE ILLUSTRATIVE 264 PARTE F INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO CONSOLIDATO Sezione 1 – Il patrimonio consolidato A. Informazioni di natura qualitativa Dal 1° gennaio 2014 è entrato in vigore il regolamento (UE) n. 575/2013 (“CRR”) con il quale vengono introdotte nell’Unione Europea le regole definite dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria con l’articolato insieme di documenti unitariamente denominato “Basilea 3” in materia di adeguatezza patrimoniale (Primo pilastro) e informativa al pubblico (Terzo pilastro). Il regolamento (UE) n. 575/2013 e la direttiva 2013/36/UE (“CRD IV”) definiscono il nuovo quadro normativo di riferimento nell’Unione Europea per banche e imprese di investimento. Dal 1° gennaio 2014. CRR e CRDIV sono integrati da norme tecniche di regolamentazione o di attuazione approvate dalla Commissione Europea su proposta delle Autorità europee di supervisione (“ESA”), che danno attuazione alla normativa primaria. Con l’adozione del regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 sono state stabilite le norme tecniche di attuazione (Implementing Technical Standards) vincolanti in materia di segnalazioni prudenziali armonizzate delle banche e delle imprese di investimento relative a: fondi propri, rischio di credito e controparte, rischi di mercato, rischio operativo, grandi rischi, rilevazione su perdite ipotecarie, posizione patrimoniale complessiva, monitoraggio liquidità e leva finanziaria. Inoltre, la Banca d’Italia ha emanato le Circolari n. 286 e n. 154 che traducono secondo lo schema matriciale, attualmente adottato nelle segnalazioni di vigilanza, i citati ITS Il Gruppo ritiene prioritario valutare la propria struttura patrimoniale. Le analisi sono svolte periodicamente all’interno dei Comitati di Governance di Gruppo. In particolare, all’interno del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo, trimestralmente, viene analizzata la struttura del Patrimonio in termini di assorbimento di capitale e margine disponibile a livello consolidato e anche di apporto allo stesso da parte delle singole società. Il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo, nello specifico, supporta il Consiglio di amministrazione della Capogruppo nella definizione delle strategie e delle metodologie per la gestione dei rischi del Gruppo, in particolare: • Svolge l’attività valutativa e propositiva necessaria affinché il Consiglio di Amministrazione possa definire e approvare il Risk Appetite Framework (cd. RAF, con particolare riferimento alla valutazione degli obiettivi di rischio e delle soglie di tolleranza); • Monitora l’andamento del profilo di rischio assunto nel suo complesso rispetto agli obiettivi di risk appetite e alle soglie di tolleranza relativamente a tutti gli indicatori previsti nel RAF di Gruppo. • Valuta metodologie di misurazione e controllo dei rischi anche ai fini del calcolo del capitale interno. I membri del Comitato sono nominati dal Consiglio d’Amministrazione della Capogruppo, scelti tra componenti non esecutivi del Consiglio di amministrazione stesso (la maggior parte dei quali possiede i requisiti di indipendenza). NOTE ILLUSTRATIVE 265 La Segreteria del Comitato è a cura del responsabile della funzione di Revisione Interna. Le analisi presentate in Comitato Consiliare Rischi di Gruppo vengono successivamente prodotte al Consiglio d’Amministrazione della Capogruppo. Sotto il profilo di Vigilanza l’assorbimento viene determinato tenendo in considerazione le attuali “regole” di segnalazione. Sotto il profilo gestionale l’assorbimento viene calcolato con l’utilizzo di modelli interni per il rischio di credito e di mercato e l’utilizzo di un metodo standard “gestionale”. I rischi vengono esaminati sia complessivamente che dettagliatamente all’interno delle società del Gruppo (analisi dei portafogli specifici). Al 30 giugno 2015 i Fondi Propri sono stati determinati in base alle disposizioni contenute nel Regolamento (UE) n.575/2013 (CRR). NOTE ILLUSTRATIVE 266 B. Informazioni di natura quantitativa B.1 Patrimonio consolidato: ripartizione per tipologia di impresa Gruppo Bancario 1. Capitale Imprese di assicurazione 332.398 2. Sovrapprezzi di emissione 3. Riserve 4. Strumenti di capitale Elisioni e aggiustamenti 30/06/2015 da consolidamento Altre imprese 71.600 - (71.600) 332.398 283.054 - - - 283.054 1.497.541 94.359 - 1.383 1.593.283 - - - - - 5. (Azioni proprie) (2.252) - - - (2.252) 6. Riserve da valutazione - Attività finanziarie disponibili per la vendita - Attività materiali 38.547 11.167 - - 49.714 13.637 11.135 - - 24.772 - - - - - - Attività immateriali - - - - - - Copertura di investimenti esteri - - - - - (21.977) - - - (21.977) - Differenze di cambio - - - - - - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - - - (6.193) 32 - - (6.161) - - - - - 53.080 - - - 53.080 103.084 16.544 - (272) 119.356 2.252.372 193.670 - (70.489) 2.375.553 - Copertura dei flussi finanziari - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti - Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - Leggi speciali di rivalutazione 7. Utile (perdita) Totale Nella tavola sopra riportata sono indicate le componenti del patrimonio netto contabile, sommando quelle del Gruppo con quelle di terzi, ripartite per tipologia di imprese oggetto di consolidamento. Più in dettaglio, nella colonna riferita al Gruppo bancario viene indicato l’importo che risulta dal consolidamento delle società appartenenti al Gruppo bancario, al lordo degli effetti economici di transazioni effettuate con altre società incluse nel perimetro di consolidamento; le società controllate, diverse da quelle appartenenti al Gruppo bancario e consolidate integralmente sono qui valorizzate con il metodo del patrimonio netto. Nella colonna Imprese di assicurazione sono riportati gli importi che risultano dal consolidamento, al lordo degli effetti economici derivanti da transazioni effettuate con le società appartenenti al Gruppo bancario. Nelle colonne Elisioni ed Aggiustamenti sono invece indicate le rettifiche necessarie per ottenere il dato rappresentato in bilancio. NOTE ILLUSTRATIVE 267 B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione Gruppo bancario Attività/valori 1. Titoli di debito Riserva positiva Imprese di assicurazione Riserva negativa Riserva positiva Elisioni e aggiustamenti da consolidamento Altre imprese Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Totale Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa 27.121 13.861 10.946 366 - - - - 38.067 14.227 2. Titoli di capitale 297 64 - - - - - - 297 64 3. Quote di O.I.C.R 145 - 912 357 - - - - 1.057 357 - - - - - - - - - - Totale 30/06/2015 27.563 13.925 11.858 723 - - - - 39.421 14.648 Totale 31/12/2014 107.539 4.887 6.902 27 - - - - 114.441 4.914 4. Finanziamenti Nel corso del semestre si è proceduto, in relazione ai ristretti margini di ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza. Tale operazione ha comportato la riduzione della riserva positiva presente al 31 dicembre 2014 per circa 100 milioni di euro, al lordo del relativo effetto fiscale. Si è provveduto, inoltre, alla cessione delle azioni detenute in SIA, registrando una plusvalenza di circa di 5,6 milioni di euro. B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue Le variazioni nette dell’esercizio evidenziano un saldo positivo di 3,9 milioni di euro. NOTE ILLUSTRATIVE 268 Sezione 2 – I fondi propri e i coefficienti di vigilanza bancari 2.1. Ambito di applicazione della normativa I fondi propri (ovvero il patrimonio di vigilanza come veniva definito in precedenza) sono pari alla somma del Capitale di classe 1 e del Capitale di classe 2. Il Capitale di classe 1 è pari, a sua volta, alla somma del Capitale primario di classe 1 e del Capitale aggiuntivo di classe 1. Il capitale primario di classe 1 (o Common Equity Tier 1) è costituito dal capitale sociale e relativi sovrapprezzi, dalle riserve di utili, dalle riserve da valutazione positive e negative considerate nel prospetto della redditività complessiva, dalle altre riserve, dai pregressi strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering), dai filtri prudenziali e dalla detrazione. I filtri prudenziali consistono in aggiustamenti regolamentari del valore contabile di elementi del Capitale primario di classe 1, mentre le detrazioni rappresentano elementi negativi del Capitale primario di classe 1. Il Capitale aggiuntivo di classe 1 è costituito da elementi positivi e negativi, strumenti di capitale e relativi sovrapprezzi, pregressi strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie e detrazioni. Il Capitale di classe 2 è costituito da elementi positivi e negativi, strumenti capitale e prestiti subordinati e relativi sovrapprezzi, rettifiche di valore generiche, eccedenza sulle perdite attese, pregressi strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie e detrazioni. E’ previsto un regime transitorio delle disposizioni di vigilanza sui fondi propri che prevede l’introduzione graduale di parte della nuova disciplina sui fondi propri e sui requisiti patrimoniali lungo un periodo generalmente di 4 anni e regole di “grandfathering” pe la computabilità parziale, con gradale esclusione entro il 2021, dei pregressi strumenti di capitale del patrimonio di base e del patrimonio supplementare che non soddisfano tutti i requisiti prescritti dal Regolamento CRR per gli strumenti patrimoniali del CET1, AT1 e T2. Le scelte sul predetto regime transitorio operate dalla Banca d’Italia, in quanto di competenza delle autorità di vigilanza nazionali secondo quanto consentito dal Regolamento CRR, sono contenute dalla circolare 285 del 17 dicembre 2013. Per il corrente anno devono essere soddisfatti i seguenti requisiti patrimoniali, espressi in percentuale degli attivi ponderati per il rischio (RWA – Risk Weighted Assets): - il capitale primario di classe 1 (o Common Equity Tier 1) deve essere almeno pari al 4,5% degli RWA totali; - il capitale di classe 1 (Tier 1) deve essere almeno pari al 6% degli RWA totali; - i fondi propri (pari alla somma del Tier 1 e del Tier 2 capital) devono essere almeno pari all’8% degli RWA totali. Inoltre, le banche hanno l’obbligo di detenere una riserva di conservazione del capitale pari al 2,5% degli attivi ponderati per il rischio. Pertanto, i coefficienti patrimoniali minimi richiesti ai Gruppi bancari, per il 2015, sono pari al 7% di Common Equity Tier 1, inclusa la riserva di conservazione del capitale, all’8,5% di Tier 1 e al 10,5% del totale fondi propri. In particolare, per quanto riguarda il livello dei fondi propri, la Banca d’Italia congiuntamente all’Autorità di Vigilanza Host (Commission de Surveillance du Secteur Financier), ha fissato per il gruppo Credem una soglia di monitoraggio prudenziale dell’8% in termini di Common Equity Tier 1 ratio, comprensiva del capital conservation buffer del 2,5%. In base alle disposizioni dettate dagli articoli 11, paragrafi 2 e 3, e 13, paragrafo 2, del già più volte citato Regolamento CRR, le banche controllate da una “società di partecipazione finanziaria madre” sono tenute a rispettare i requisiti stabiliti dal predetto regolamento sulla base della situazione consolidata della società di NOTE ILLUSTRATIVE 269 partecipazione finanziaria medesima. Tali disposizioni hanno pertanto reso necessaria la modifica del perimetro di consolidamento del Gruppo ai soli fini della vigilanza prudenziale, portando a calcolare i ratio patrimoniali a livello di Credemholding, società controllante al 76,87% di Credem Spa. Tale livello non comporta nel breve differenze di rilievo rispetto alle analoghe rilevazioni misurate sul perimetro di consolidamento che fa capo a Credito Emiliano Spa; presenta invece una più significativa penalizzazione prospettica (vale a dire in sede di applicazione “fully phased” delle nuove norme), dovuta al trattamento più restrittivo riservato dalle norme vigenti al computo del cosiddetto “patrimonio di terzi”. Non ci sono impedimenti ne sostanziali ne giuridici che ostacolano il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi all’interno del gruppo. 2.2. Fondi propri bancari A. Informazioni di natura qualitativa 1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) 2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) 3. Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2) Le principali caratteristiche contrattuali delle passività subordinate, che rientrano nel calcolo del Capitale di classe 2 (Tier 2), sono di seguito riportate: • “CREDITO EMILIANO SPA 3,125% VAR.RATE 13.03.2015/2025 EUR” (ISIN XS1199020295) per 200.000.000,00 € costituito da n. 200.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse annuali pari al 3,125% annuo lordo fino al 13.03.2020. Il prestito scade il 13/03/2025 e prevede una call e nuovo fixing il 13.03.2020 al tasso IRS 5YR+3%. Al 30/06/2015 la quantità residua risulta pari a 200.000.000,00 € costituita da n. 200.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta € 200.000.000. I sottoelencati prestiti sono stati oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering) in quanto presentano un piano “amortising” nei primi cinque anni di vita ed emessi prima del 31/12/2011. • “CREDITO EMILIANO 26/10/2009 – 26/10/2015 LOWER TIER II A TASSO MISTO” (ISIN IT0004541444) per 100.000.000,00 € costituito da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Nel corso del primo e del secondo anno dalla data di emissione, le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 3,25% annuo lordo, in luogo delle cedole a tasso variabile, che saranno corrisposte a partire dal terzo anno dalla data di emissione. Le cedole a tasso variabile saranno indicizzate al tasso Euribor a 3 mesi aumentato di uno spread pari a 50 centesimi. Il prestito scade il 26/10/2015 e prevede un piano di ammortamento che, a partire dal 26/10/2011, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza. Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 20.000.000,00 € costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 200 € cadauna. L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 6.460.920,04. NOTE ILLUSTRATIVE 270 • “CREDITO EMILIANO 30/06/2011 – 30/06/2017 LOWER TIER II A TASSO FISSO SUBORDINATO” (ISIN IT0004737489) per 100.000.000,00 € costituito da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 4,5% annuo lordo. Il prestito scade il 30/06/2017 e prevede un piano di ammortamento che, a partire dal 30/06/2013, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza. Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 40.000.000,00 € costituita da n. 100.000 obbligazioni del valore nominale di 400 € cadauna L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 40.032.858,71. • “CREDITO EMILIANO 23/12/2011 – 23/12/2017 LOWER TIER II A TASSO FISSO” (ISIN IT0004781016) per 50.000.000,00 € costituito da n. 50.000 obbligazioni del valore nominale di 1.000 € cadauna. Le obbligazioni corrisponderanno cedole fisse trimestrali pari al 7,05% annuo lordo. Il prestito scade il 23/12/2017 e prevede un piano di ammortamento che, a partire dal 23/12/2013, rimborsa ogni anno il 20% del nominale emesso fino a scadenza. Al 30/06/2015 la quantità residua post ammortamento risulta pari a 30.000.000,00 € costituita da n. 50.000 obbligazioni del valore nominale di 600 € cadauna L’apporto al Capitale di classe 2 ammonta a € 24.835.706,46. I prestiti emessi dopo il 31/12/2011 che presentano un piano “amortising” nei primi cinque anni di vita non sono stati computati nel Capitale di classe 2 a seguito di un recente orientamento della vigilanza italiana ed europea in merito alla loro computabilità. Si tratta dell’applicazione restrittiva di una norma del Regolamento CRR che ha indotto ad escludere dal computo tali emissioni. NOTE ILLUSTRATIVE 271 2.2 Patrimonio di vigilanza - B. Informazioni di natura quantitativa Totale 30/06/2015 A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei filtri prudenziali di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie Totale 31/12/2014 2.299.098 2.335.844 - - 20.770 31.994 2.319.868 2.367.838 (435.301) (447.272) 31.204 (59.758) 1.915.771 1.860.808 - 13.705 - - - - I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nell'AT1 per effetto di disposizioni transitorie 4.000 (13.705) L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H +/- I) 4.000 - 294.034 102.526 71.329- 84.812 - - (24.826) 5.760 B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B) D. Elementi da dedurre dal CET1 E. Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di minoranza oggetto di disposizioni transitorie F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C – D +/-E) G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie H. Elementi da dedurre dall’AT1 M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie N. Elementi da dedurre dal T2 O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nel T2 per effetto di disposizioni transitorie P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O) Q. Totale fondi propri (F + L + P) 269.208 108.286 2.188.979 1.969.094 A seguito del provvedimento della Banca d’Italia del 18 maggio 2010, che ha modificato il trattamento prudenziale dei titoli di debito dei Paesi dell’Unione Europea ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza delle banche e dei gruppi bancari italiani, il gruppo Credito Emiliano ha deliberato di esercitare l’opzione a) del medesimo provvedimento, neutralizzando sia le plus sia le minus relative, rilevate nelle riserve da valutazione successivamente al 31 dicembre 2009. La scelta di tale opzione è applicata al calcolo del patrimonio di vigilanza dal 30 giugno 2010 e: • estesa a tutti i titoli della specie detenuti nel predetto portafoglio; • applicata in modo omogeneo da tutte le componenti del gruppo bancario; • mantenuta costante nel tempo. Ai sensi della nuova circolare 285 del 17 dicembre 2013, nel mese di gennaio 2014, il Gruppo ha confermato la suddetta facoltà, che resterà in vigore fino a quando la Commissione Europea non avrà adottato un regolamento sulla base del regolamento (CE) n.16606/2002 che dovrà approvare l’International Financial Reporting Standard in sostituzione del principio contabile IAS39. Le riserve nette del Gruppo bancario sui titoli emessi da Amministrazioni centrali di paesi appartenenti all’Unione Europea presentavano, alla data del 30 giugno 2015, un saldo negativo di circa 1,8 milioni di euro, in riduzione rispetto al saldo positivo di 69 milioni presente al 31 dicembre 2014 a seguito alla ricomposizione NOTE ILLUSTRATIVE 272 del portafoglio titoli di proprietà, avvenuta nel semestre, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza. 2.2 Adeguatezza patrimoniale A. Informazioni di natura qualitativa La Banca d’Italia, in data 17 dicembre 2013, ha emanato la circolare 285 (Disposizioni di vigilanza per le banche), in sostituzione della circolare 263 del 27 dicembre 2006 (Nuove disposizioni di vigilanza), e la circolare 286 (Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare), in sostituzione della circolare 155 del 18 dicembre 1991 (Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul patrimonio di vigilanza e sui coefficienti prudenziali). Tali disposizioni consentono, tra l’altro, alle banche ed ai gruppi bancari di adottare sistemi interni per la determinazione del requisito patrimoniale per il rischio di credito previo ottenimento di apposita autorizzazione da parte di Banca d’Italia, subordinata all’accertamento della sussistenza in capo al richiedente di specifici requisiti minimi organizzativi e quantitativi. Il Gruppo Credem ha ottenuto l’autorizzazione all’utilizzo del metodo IRB, per il segmento Corporate, a partire dalla segnalazione al 30 giugno 2008 per Credem e Credemleasing. Le principali innovazioni introdotte nei portafogli regolamentari e nei relativi fattori di ponderazione del nuovo framework normativo riguardano, tra l’altro, l’introduzione di un fattore di sostegno dello 0,7619 da applicare al requisito prudenziale (supporting factor) per le esposizioni al dettaglio verso le controparti rappresentate da PMI e l’introduzione di un nuovo requisito patrimoniale sul rischio di “aggiustamento della valutazione del credito” (CVA), ossia a fronte del rischio di perdite derivanti dagli aggiustamenti al valore di mercato dei derivati OTC a seguito delle variazioni del merito creditizio. NOTE ILLUSTRATIVE 273 2.3 Adeguatezza patrimoniale – Informazioni di natura quantitativa Categorie/Valori Importi non ponderati 30/06/2015 Importi ponderati / requisiti 31/12/2014 30/06/2015 31/12/2014 A. ATTIVITA' DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte 1. Metodologia standardizzata 30.727.627 30.062.990 15.061.595 14.937.703 21.038.851 20.274.646 8.739.440 8.517.881 9.580.807 9.631.780 6.259.036 6.301.594 9.580.807 9.631.780 6.259.036 6.301.594 - - - - 107.969 156.564 63.119 118.228 1.204.928 1.195.016 2.070 1.884 2. Metodologia basata su rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del dit B.3 Rischio di Regolamento B.4 Rischi di mercato 1. Metodologia standard - - 20.631 24.673 20.631 24.673 2. Modelli interni - - 3. Rischio di concentrazione - - 117.103 117.103 B.5 Rischio operativo 1. Metodo base 2. Metodo standardizzato 3. Metodo avanzato B.6 Altri elementi di calcolo - - 117.103 117.103 - - - - 1.344.732 1.338.676 16.809.141 16.733.454 11,40% 11,12% C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 11,42% 11,12% C.4 Totale fondi propri//Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 13,02% 11,77% B.7 Totale requisiti prudenziali C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate C.2 Capitale primario di classe1/Attività di rischio ponderate (CET 1 capital ratio) Il requisito patrimoniale complessivo, al 30 giugno 2015, è di 1.344,7 milioni di euro a fronte di Fondi Propri per 2.189,0 milioni di euro con un margine disponibile di 844,3 milioni di euro, pari a circa il 39% dei Fondi Propri. Le indicazioni sui coefficienti patrimoniali evidenziano il Common Equity Tier 1 ratio Pashed-in all’11,40% (Fully Phashed 10,52%), il Tier 1 Capital ratio Pashedin all’11,42% (Fully Phashed 10,87%), e il Total capital ratio Phashed-in al 13,02% (Fully Pashed 12,47%). NOTE ILLUSTRATIVE 274 PARTE G – OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D’AZIENDA Sezione 1 – Operazioni realizzate durante l’esercizio 1.1 Operazioni di aggregazione Non esistono operazioni. 1.2.1 Variazioni annue dell’avviamento Non esistono operazioni. Sezione 2 – Operazioni realizzate dopo la chiusura dell’esercizio Non esistono operazioni. Sezione 3 – Rettifiche retrospettive Non esistono operazioni. NOTE ILLUSTRATIVE 275 PARTE H OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE 1 Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica Di seguito vengono fornite le informazioni sui compensi corrisposti ai dirigenti con responsabilità strategiche, in coerenza con quanto previsto dallo IAS 24. I dirigenti con responsabilità strategiche di Credito Emiliano sono i soggetti aventi il potere e la responsabilità, direttamente o indirettamente, della pianificazione, della direzione e del controllo delle attività di Credito Emiliano. Rientrano nel perimetro dei dirigenti con responsabilità strategiche: i Consiglieri di Amministrazione, i Sindaci, il Direttore Generale, i Vice Direttori Generali, il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari, gli altri componenti della Direzione Centrale, il Responsabile dell’Internal Audit, il Compliance Officer ed il Risk Officer di Credito Emiliano SpA. Riepilogo compensi Totale 30/06/2015 Totale 30/06/2014 Amministratori 438 Sindaci 120 82 3.450 2.851 4.008 3.360 Dirigenti Totale 2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate In ottemperanza alle disposizioni normative riguardanti le operazioni con parti correlate, il Gruppo Credito Emiliano ha adottato specifiche procedure per disciplinare tali operazioni ed assicurare idonei flussi informativi. In attuazione alla delibera Consob n. 17221 del 12 marzo 2010, Credito Emiliano ha adottato apposite “Procedure per la gestione delle operazioni con parti correlate”, dove sono indicate le regole istruttorie e deliberative riguardo alle operazioni poste in essere da Credito Emiliano, anche per il tramite di società controllate, nonché le modalità di informativa agli Organi sociali ed al mercato. Successivamente all’emanazione da parte di Banca d’Italia del 9° aggiornamento della circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche”, riguardante la disciplina delle attività di rischio e dei conflitti di interesse nei confronti dei Soggetti Collegati di Gruppo, Credito Emiliano ha approvato anche le procedure deliberative in materia di operazioni con soggetti collegati. Entrambe queste procedure sono disponibili per la consultazione sul sito internet di Credito Emiliano www.credem.it. Fermo il rispetto del principio di cui all’art. 2391 del Codice Civile in tema di interessi degli amministratori, la tematica è inoltre regolamentata dall’art. 136 del D.Lgs. 385/93 (Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia), in forza del quale gli esponenti aziendali della Banca possono assumere, direttamente o indirettamente, obbligazioni nei confronti della società che amministrano, dirigono o controllano soltanto previa unanime deliberazione dell’Organo amministrativo della Banca - con esclusione del voto dell’esponente interessato - assunta con il voto favorevole di tutti i membri del Collegio Sindacale. I rapporti e le operazioni perfezionate con parti correlate e soggetti collegati non presentano criticità e sono riconducibili all’ordinaria attività di servizio e di credito. NOTE ILLUSTRATIVE 276 427 Le condizioni applicate ai singoli rapporti ed alle operazioni con parti correlate e soggetti collegati non si discostano da quelle correnti di mercato. Nel corso del 1° semestre 2015 non è stata effettuata alcuna operazione non ordinaria con parte correlata o soggetto collegato qualificabile di maggiore rilevanza ai sensi delle richiamate procedure. Nello stesso periodo il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha adottato 2 “delibere quadro” con consueta durata annuale: in data 23 gennaio 2015 e successivamente in data 18 giugno 2015: in tema di operazioni ordinarie relative ad “affidamenti” ed a “depositi vincolati a tempo” concluse a condizioni equivalenti a quelle di mercato o standard. In particolare le delibere hanno riguardato: • concessione di affidamenti a parti correlate e soggetti collegati riconducibili al Gruppo Max Mara e più in generale, al relativo esponente aziendale Credem di riferimento, per un importo massimo complessivo, erogabile in più operazioni dal Gruppo Credem, di 95 milioni di euro anche nell’ambito di operazioni rotative; • operazioni in depositi vincolati a tempo con parti correlate e soggetti collegati riconducibili al Gruppo Max Mara e, più in generale, al relativo esponente aziendale Credem di riferimento, da effettuarsi in una o più tranche sino a complessivi 10 milioni di euro di interessi passivi. Nel corso del 1° semestre 2015 sono state poste in essere operazioni infragruppo e/o con parti correlate/soggetti collegati, Italiani ed esteri, rientranti nell’ordinario esercizio dell’attività operativa e della connessa attività finanziaria, perfezionate di norma a condizioni analoghe a quelle applicate per operazioni concluse con terzi indipendenti. Le operazioni infragruppo sono state effettuate sulla base di valutazioni di reciproca convenienza economica e la definizione delle condizioni da applicare è avvenuta nel rispetto di correttezza sostanziale, presente l’obiettivo comune di creare valore per l’intero Gruppo Credem. Uguale principio è stato applicato anche nel caso di prestazioni di servizi infragruppo, unitamente a quello di regolare tali prestazioni su di una base minimale commisurata al recupero dei relativi costi di produzione. 2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate Crediti Amministratori, sindaci e dirigenti Debiti 713 Raccolta amministrata Garanzie 6.523 570 Raccolta gestita 11.998 24.905 Stretti familiari 5.623 7.627 919 60.423 49.873 Società controllate e collegate 64.628 219.368 83.996 560.749 288.327 Altre parti correlate - - - - - Totale 70.964 233.518 85.485 633.170 363.105 2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate Interessi attivi Commissioni attive e altri ricavi Interessi passivi Commissioni passive e altri oneri Amministratori, sindaci e dirigenti 6 20 64 6 Stretti familiari 4 18 75 16 Società controllate e collegate 1.118 357 490 74 Altre parti correlate - - - - Totale 1.128 395 629 96 NOTE ILLUSTRATIVE 277 L’incidenza dei volumi, delle operazioni con le controparti correlate sopra indicate, sul totale del Gruppo risulta essere pari in termini percentuali a: Dati patrimoniali Totale Dati economici Crediti Debiti 0,2 0,8 Garanzie e Raccolta impegni amministrata 6,9 3,4 Raccolta gestita 1,7 Interessi attivi Interessi passivi Commissioni attive ed altri ricavi Commissioni passive ed altre spese 0,3 0,4 0,2 - Totale Si provvede di seguito a fornire i dettagli (in migliaia di Euro) dei rapporti verso le imprese collegate: Dati patrimoniali Totale Dati economici Crediti Debiti 2.881 8.282 Garanzie e Raccolta impegni amministrata 1.620 78.160 Raccolta gestita - Interessi attivi Interessi passivi Commissioni attive ed altri ricavi Commissioni passive ed altre spese - - 5.096 175 Totale L’incidenza dei volumi, delle operazioni con le imprese collegate, sul totale del Gruppo risulta essere pari in termini percentuali a: Dati patrimoniali Crediti Debiti - - Totale Dati economici Totale NOTE ILLUSTRATIVE 278 Garanzie e Raccolta impegni amministrata 0,1 0,4 Raccolta gestita - Interessi attivi Interessi passivi Commissioni attive ed altri ricavi Commissioni passive ed altre spese - - 1,4 - PARTE I ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI Informazioni di natura qualitativa 1. Descrizione degli accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali Coerentemente con le politiche retributive approvate dall’Assemblea e nel rispetto delle disposizioni in materia di remunerazione e di incentivazione emanate della Banca d’Italia in attuazione della direttiva 2013/36/UE (CRDIV), si è proceduto alla definizione di un sistema retributivo variabile basato in parte su pagamenti in contanti e in parte attraverso l’assegnazione gratuita di azioni. Il sistema incentivante è correlato al raggiungimento di obiettivi di performance misurati al netto dei rischi ed alla sussistenza di un adeguato livello di patrimonializzazione e liquidità dell’Azienda. Il sistema è volto a motivare e fidelizzare le persone che occupano posizioni chiave in azienda ed è destinato ai top manager rientranti nella categoria del Personale più rilevante. Verificato il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Consiglio di Amministrazione, sentito il parere del Comitato Remunerazioni, la quota in azioni del premio 2015 assegnata ai beneficiari è pari al 50% del valore complessivo del bonus (secondo quanto previsto dal documento relativo alla politica di remunerazione approvato dall’Assemblea). Più in particolare, i piani di remunerazione riservati al personale più rilevante del Gruppo che prevedono il pagamento di una parte del premio mediante l’assegnazione gratuita di azioni sono: Sistema premiante 2015; Sistemi premianti e altre forme di remunerazione variabile di breve e lungo termine relativi ad anni precedenti. Il numero di azioni è determinato sulla base della quotazione del titolo nel momento in cui il premio è assegnato. Sono previsti meccanismi di correzione, durante il periodo di differimento, per effetto dei quali i premi maturati potranno ridursi ovvero azzerarsi. In particolare, le singole quote differite già assegnate potranno non essere erogate o ridotte in presenza di determinate condizioni di utile, redditività corretta per il rischio, livelli patrimoniali e di liquidità non in linea. Il premio è altresì non erogato in caso di risoluzione del rapporto di lavoro o di prestazioni professionali contrarie agli obblighi di buona fede e correttezza. Ai fini della rappresentazione in bilancio, per tener conto delle condizioni di assegnazione delle varie quote di bonus è stata utilizzata la simulazione con il Metodo Monte Carlo che, sulla base di opportune ipotesi, ha consentito di definire un consistente numero di scenari alternativi nell’arco temporale considerato. In particolare, in ogni scenario la proiezione dei parametri che definiscono gli obiettivi di performance viene effettuata di anno in anno, a partire dall’ultimo valore di rendiconto, secondo un moto geometrico Browniano. La metodologia di calcolo può essere schematizzata nelle seguenti fasi: • proiezione dei parametri di bilancio e del prezzo dell’azione nell’orizzonte temporale prescelto; • verifica dei parametri di performance; NOTE ILLUSTRATIVE 279 • • • • • calcolo del bonus per ogni partecipante al piano e proiezione delle traiettorie individuali verificando il raggiungimento delle performance individuali e per ogni anno la continuità dell’attività lavorativa e la sopravvivenza; calcolo delle quote individuali secondo le modalità di pagamento individuali del bonus; determinazione in funzione del prezzo stimato del titolo del numero di azioni necessarie a corrispondere la parte di bonus in azioni (laddove non già determinato); imputazione proporzionale in base al vesting period delle azioni assegnate; reiterazione del procedimento per il numero di repliche stabilite. Informazioni di natura quantitativa Piano Gruppo Credem - Sistema premiante 2015 e Sistemi premianti e altre forme di remunerazione variabile di breve e lungo termine relativi ad anni precedenti NOTE ILLUSTRATIVE 280 quota di competenza dell'esercizio impatto a patrimonio 628,9 4.028,7 PARTE L – INFORMATIVA DI SETTORE INFORMATIVA DI SETTORE – distribuzione per settori operativi Gli “operating segments” individuati a livello Gruppo sono i seguenti: • Banking Commerciale, nel quale confluiscono il corrispondente segmento di Credito Emiliano ed, integralmente, i bilanci di Credemleasing, Credemfactor, Banca Euromobiliare, Euromobiliare Asset Management SGR, Credem International Lux, Credem Private Equity SGR, Credemtel, Euromobiliare Fiduciaria e Creacasa; • Bancassurance, interamente rappresentato da Credemvita e dalla interessenza pro-quota di Credemassicurazioni; • Finanza, nel quale è confluito il corrispondente segmento di Credito Emiliano che comprende l’attività gestione del rischio tasso del banking book, del portafoglio di investimento e di quello di trading; • Altro, che comprende, oltre alle rettifiche di consolidamento, Magazzini Generali delle Tagliate e relativamente a Credito Emiliano tutti i centri che svolgono un’attività di supporto ai segmenti Banking Commerciale e Finanza. Con riferimento a Credito Emiliano, per quanto riguarda i segmenti relativi al Banking Commerciale, alla Finanza e alle attività diverse, si sono utilizzati i dati gestionali. Al fine di garantire la coerenza dei margini rendicontati con gli utili effettivamente prodotti, i dati gestionali vengono periodicamente “riconciliati” con i dati di bilancio. Criteri di costruzione del conto economico per operating segments di Credito Emiliano I risultati economici degli “operating segments” sono determinati sulla base dei seguenti principi: • il margine di interesse è ottenuto dall’applicazione di tassi interni di trasferimento coerenti con le caratteristiche finanziarie dei prodotti; • le commissioni nette sono attribuite puntualmente al cliente che le ha generate e, quindi, all’ operating segment di pertinenza; • le risorse utilizzate dagli “operating segments” per lo svolgimento della propria attività sono pagate dagli stessi sulla base di prezzi rappresentativi dei costi effettivi; • vengono attribuiti i costi direttamente imputabili al punto vendita, quali ad esempio il personale e le spese relative all’utilizzo ed al funzionamento dei locali; gli altri costi, compresi quelli relativi alla struttura centrale e al centro servizi, vengono convenzionalmente attribuiti al segmento “Altro”; • le spese generali relative alle singole società confluiscono integralmente negli “operating segments” a cui appartengono le rispettive società. INFORMATIVA DI SETTORE - commento Si segnala preliminarmente che nella informativa di settore i valori della raccolta indiretta sono espressi al controvalore (valore di mercato). Inoltre si specifica che la voce “raccolta gestita” include SICAV per le quali Euromobiliare International Fund ha conferito mandato a Credem International Lux. BANKING COMMERCIALE I risultati economici del segmento Banking Commerciale mostrano da un lato la dinamica riflessiva del margine finanziario (-5,3%) dall’altro il significativo NOTE ILLUSTRATIVE 281 progresso del margine servizi (+12,7%); complessivamente il margine d’intermediazione si attesta a 468,7 milioni (450,6 milioni a giugno 2014, +4,0%). In crescita le spese generali e gli ammortamenti a 254,7 milioni di euro (+4,6%); in lieve progresso a 214 milioni di euro il risultato operativo (207,1 milioni di euro a giugno 2014, +3,3%). L’utile ante imposte del Banking Commerciale risulta in lieve flessione 157,3 milioni di euro (-4,3%) in quanto il positivo andamento del risultato operativo è più che compensato dall’incremento delle rettifiche su crediti che passano da 42,8 a 56,7 milioni di euro. Per un’analisi più approfondita dei risultati economici e per l’analisi dell’andamento delle masse e delle principali iniziative poste in essere nell’esercizio si fa rimando al capitolo “Divisione Banking Commerciale” presente nella relazione sulla gestione. BANCASSURANCE In un favorevole contesto di mercato la società registra il sensibile progresso delle consistenze di riserve e dei flussi di raccolta premi. Le condizioni di mercato, unitamente al potenziamento dell’offerta commerciale destinata alla clientela affluent e private, hanno favorito la raccolta mediante prodotti Linked (riferibili a polizze di Unit) di ramo III (622 milioni di euro di raccolta rispetto ai 211 del primo semestre 2014). Ancora positiva, ma in rallentamento rispetto al 2014, è risultata la raccolta di polizze rivalutabili di ramo I e V (341 milioni di euro rispetto ai 519 del primo semestre 2014); tale comparto ha in particolare risentito dell’evoluzione dei tassi di interesse e dei conseguenti, minori rendimenti offerti. Sull’apprezzabile progresso del risultato economico hanno positivamente inciso i ritorni commissionali legati all’accelerazione nel classamento di polizze Unit Linked ed i proventi finanziari ricondicibili dalle gestioni riconducibili alle polizze di ramo I e V. Ha, al contrario, inciso negativamente l’andamento delle spese generali: come previsto, anche il semestre in rassegna è stato caratterizzato da iniziative (sia progettuali, sia di potenziamento dell’organico) a sostegno dello sviluppo commerciale, nonché da intense attività progettuali di natura normativa Nel suo complesso il bancassurance registra un margine d’intermediazione di 34,1 milioni di euro (+35,3% su giugno 2014) a fronte di costi operativi ed ammortamenti pari a 4,8 milioni di euro (+20% su giugno 2014); di conseguenza il risultato operativo mostra un significativo incremento (+38,2% su giugno 2014) raggiungendo 29,3 milioni di euro. FINANZA L’andamento del margine finanziario ha risentito del minor apporto del portafoglio titoli passando da un risultato positivo di 22 milioni di euro ad un contributo negativo di 9,9 milioni di euro. Nel corso del semestre si è infatti proceduto, in relazione ai ristretti margini di ulteriore apprezzamento di valore, alla ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà, attraverso la sostituzione di titoli governativi italiani con altri titoli governativi europei “core” e sovranazionali di analoga scadenza. Tale operazione ha comportato l’appostazione di componenti economiche che hanno inciso positivamente sul margine servizi; sono nel contempo venuti meno proventi finanziari in ragione dei rendimenti più contenuti dei titoli acquistati. Hanno, al contrario, contribuito positivamente alla dinamica dell’aggregato in discussione la significativa crescita dei volumi intermediati riconducibili a clientela, la minore esposizione verso la Banca Centrale Europea e, più in generale le più favorevoli condizioni di approvvigionamento di fondi nelle varie forme tecniche di finanziamento interbancario. Ha inoltre inciso positivamente il risultato dell’attività di negoziazione e copertura, sulla quale ha in particolare rilevato, in ragione dell’evoluzione dei tassi di riferimento, la favorevole valutazione di derivati posti a copertura massiva e specifica di poste dell’attivo e del passivo. NOTE ILLUSTRATIVE 282 Il margine servizi si attesta ad oltre 112 milioni di euro e conseguentemente il risultato operativo praticamente raddoppia passando da 51,3 a 101,9 milioni di euro. NOTE ILLUSTRATIVE 283 Distribuzione per settori di attività: dati economici Voci/Settori di attività Margine finanziario Margine servizi Margine d'intermediazione Spese generali e ammortamenti Risultato operativo Oneri/proventi straordinari Rettifiche nette di valore su crediti Accantonamenti per rischi Svalutazione netta partecipazioni Utile prima delle imposte Imposte sul reddito Utile di terzi Utile netto NOTE ILLUSTRATIVE 284 Banking commerciale 30/06/2015 Bancassurance Finanza Altro Totale 205,3 263,4 468,7 34,1 34,1 (9,9) 112,5 102,6 14,6 (9,0) 5,6 210,0 401,0 611,0 (254,7) 214,0 (4,8) 29,3 (0,7) 101,9 (108,5) (102,9) (368,7) 242,3 (56,7) 157,3 (0,9) 0,1 28,5 101,9 4,0 (7,4) (9,5) (0,3) (116,1) 3,1 (64,1) (9,4) (0,3) 171,6 (52,2) 119,4 Distribuzione per settori di attività: dati economici Voci/Settori di attività Margine finanziario Margine servizi Margine d'intermediazione Spese generali e ammortamenti Risultato operativo Oneri/proventi straordinari Rettifiche nette di valore su crediti Accantonamenti per rischi Svalutazione netta partecipazioni Utile prima delle imposte Imposte sul reddito Utile di terzi Utile netto NOTE ILLUSTRATIVE Banking commerciale 30/06/2014 Bancassurance Finanza Altro Totale 216,9 233,7 450,6 25,2 25,2 22,6 29,4 52,0 6,3 8,6 14,9 245,8 296,9 542,7 (243,5) 207,1 (4,0) 21,2 (0,7) 51,3 (101,7) (86,8) (349,9) 192,8 (42,8) 164,3 (0,1) 21,1 51,3 0,8 11,7 (3,9) (0,3) (78,5) 0,7 (31,1) (3,9) (0,3) 158,2 (59,2) 99,0 285 Informativa per settore di attività: dati patrimoniali Voci/Settori di attività IMPIEGHI A CLIENTELA 30/06/2015 Banking commerciale Bancassurance 21.448 Raccolta ASSICURATIVA Finanza 51 5.127 Raccolta DIRETTA BANCARIA 18.485 TOTALE RACCOLTA DIRETTA 18.485 Raccolta GESTITA 22.002 5.127 Totale 21.499 5.127 2.300 20.785 2.300 25.912 22.002 Raccolta AMMINISTRATA 10.597 8.128 18.725 TOTALE RACCOLTA INDIRETTA 32.599 8.128 40.727 TOTALE RACCOLTA 51.084 5.127 10.428 66.639 TOTAL BUSINESS 72.532 5.127 10.479 88.138 NOTE ILLUSTRATIVE 286 Informativa per settore di attività: dati patrimoniali Voci/Settori di attività IMPIEGHI A CLIENTELA 31/12/2014 Banking commerciale Bancassurance 21.508 Raccolta ASSICURATIVA Finanza 187 4.409 Raccolta DIRETTA BANCARIA 18.281 TOTALE RACCOLTA DIRETTA 18.281 Raccolta GESTITA 20.208 4.409 Totale 21.695 4.409 2.105 20.386 2.105 24.795 20.208 Raccolta AMMINISTRATA 10.644 7.154 17.798 TOTALE RACCOLTA INDIRETTA 30.852 7.154 38.006 TOTALE RACCOLTA 49.133 4.409 9.259 62.801 TOTAL BUSINESS 70.641 4.409 9.446 84.496 NOTE ILLUSTRATIVE 287 Informativa per settore di attività: dati economici Margine intermediazione 6/14 6/15 var.% Banking Commerciale 6/14 6/15 var.% Utile ante imposte 6/14 6/15 var.% 4,6 207,1 214,0 3,3 164,3 157,3 (4,3) (4,0) (4,8) 20,0 21,2 29,3 38,2 21,1 28,5 35,1 (0,7) (0,7) 0,0 51,3 101,9 98,6 51,3 101,9 98,6 5,6 (62,4) (101,7) (108,5) 6,7 (86,8) (102,9) 18,5 (78,5) (116,1) 47,9 611,0 12,6 -349,9 -368,7 5,4 192,8 242,3 25,7 158,2 171,6 8,5 Bancassurance 25,2 34,1 35,3 Finanza 52,0 102,6 97,3 Altro 14,9 542,7 288 Risultato operativo (254,7) 468,7 NOTE ILLUSTRATIVE Spese e ammortamenti 6/14 6/15 var.% 4,0 (243,5) 450,6 Totale variazioni % LEGENDA: Margine finanziario + Voce 30 Margine di interesse + Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni escluso gli utile/perdite derivanti da cessioni/valutazioni + Voce 70 Dividendi e proventi simili (per la sola quota relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS) - Margine d’interesse Credemvita Margine servizi + Voce 60 Commissioni nette + Voce 70 Dividendi e proventi simili (al netto della sola quota relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS) + Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione + Voce 90 Risultato netto dell'attività di copertura + Voce 100 Utili/perdite da cessione o riacquisto, ad esclusione della sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale + Voce 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value + Voce 150 Premi netti + Voce 160 Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa + Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (al netto delle componenti di natura straordinaria e del recupero di imposte indirette) + Margine d’interesse Credemvita Margine di intermediazione (Margine finanziario + Margine servizi) Spese generali e ammortamenti + Voce 180 Spese amministrative (al netto delle imposte indirette recuperate) + Voce 200 rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali + Voce 210 rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali Risultato Operativo (Margine d’intermediazione – Spese generali e ammortamenti) NOTE ILLUSTRATIVE Oneri/proventi straordinari + Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze) + Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale + Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita + Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti + Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al netto delle imposte Rettifiche nette su crediti + Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti e di altre operazioni finanziarie Accantonamenti netti per rischi ed oneri + Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri Utili/perdite su partecipazioni + Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da cessioni/valutazioni Utile ante imposte + Risultato operativo + Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri + Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti ed altre operazioni finanziarie + Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da cessioni / valutazioni + Oneri/proventi straordinari: Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze) Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al netto delle imposte 289 ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE Stato Patrimoniale riclassificato Conto economico riclassificato Elenco delle partecipazioni Rendiconto annuale dei fondi Euromobiliare Alternative SGR ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE 293 Stato patrimoniale riclassificato (milioni di euro) variazioni 06/15-12/14 30/06/2015 31/12/2014 Cassa e disponibilità liquide assolute % 110,1 146,4 -36,3 -24,8 21.498,5 21.695,4 -196,9 -0,9 353,2 521,2 -168,0 -32,2 12.057,9 10.882,2 1.175,7 10,8 27,3 26,1 1,2 4,6 Attività materiali ed immateriali 682,6 693,8 -11,2 -1,6 Altre attività 899,2 829,2 70,0 8,4 Totale attivo 35.628,8 34.794,3 834,5 2,4 Debiti verso clientela 16.507,1 16.758,3 -251,2 -1,5 Titoli in circolazione (compreso passività subordinate) 6.580,2 6.149,2 431,0 7,0 Riserve tecniche 3.180,7 2.979,4 201,3 6,8 26.268,0 25.886,9 381,1 1,5 5.225,9 5.013,6 212,3 4,2 Altre passività finanziarie 202,0 356,6 -154,6 -43,4 Fondi rischi specifici 196,7 221,2 -24,5 -11,1 1.360,6 939,5 421,1 44,8 - 0,4 -0,4 -100,0 33.253,2 32.418,2 835,0 2,6 332,4 332,4 - - -2,3 -2,9 0,6 -20,7 1.926,1 1.894,8 31,3 1,7 119,4 151,8 -32,4 -21,3 2.375,6 2.376,1 -0,5 0,0 35.628,8 34.794,3 834,5 2,4 Crediti verso clientela Crediti verso banche Altre attività finanziarie Partecipazioni subtotale Debiti verso banche Altre passività Patrimonio di pertinenza di terzi Totale passività Capitale sociale Azioni proprie Riserve Utile d'esercizio Patrimonio netto Totale passivo Tale riclassifica è stata effettuata considerando i dati desumibili direttamente dagli schemi di bilancio ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE 294 Conto economico riclassificato trimestralizzato (in milioni di euro) 1° trim 2° trim. 06/15 06/14 Var% 2° trim.14 12/14 margine d’interesse 106,2 103,8 210,0 245,8 (14,6) 122,2 490,8 margine servizi (*) 246,9 154,1 401,0 296,9 35,1 133,8 577,5 margine d'intermediazione 353,1 257,9 611,0 542,7 12,6 256,0 1.068,3 (120,5) (116,8) (237,3) (225,2) 5,4 (112,5) (456,2) (55,0) (56,9) (111,9) (105,7) 5,9 (51,7) (198,6) (175,5) (173,7) (349,2) (330,9) 5,5 (164,2) (654,8) 177,6 84,2 261,8 211,8 23,6 91,8 413,5 (9,5) (10,0) (19,5) (19,0) 2,6 (9,8) (38,7) 168,1 74,2 242,3 192,8 25,7 82,0 374,8 (9,4) - (9,4) (3,9) 141,0 (1,6) (8,2) 5,4 (2,6) 2,8 0,4 n.s. 2,0 (0,2) rettifiche nette su crediti e operazioni finanziarie (36,8) (27,3) (64,1) (31,1) 106,1 (17,6) (114,9) UTILE ANTE IMPOSTE 127,3 44,3 171,6 158,2 8,5 64,8 251,5 - - - (0,1) (43,3) (8,9) (52,2) (59,2) (11,8) (22,8) (99,6) 84,0 35,4 119,4 99,0 20,6 42,0 151,8 spese del personale spese amministrative (*) costi operativi risultato lordo di gestione ammortamenti risultato operativo accantonamenti per rischi ed oneri oneri/proventi straordinari utile/perdita di terzi imposte sul reddito UTILE NETTO - - UTILE PER AZIONE 0,36 0,30 20,0 0,46 UTILE DILUITO PER AZIONE 0,36 0,30 20,0 0,46 La riclassifica è stata effettuata considerando anche dati gestionali non desumibili direttamente dagli schemi di bilancio e dalla nota integrativa (*) le spese ed il margine servizi sono stati nettati della componente di imposte indirette e tasse recuperate alla clientela (39,8 milioni di euro a giugno 2014, 43,8 milioni di euro a giugno 2015 e 88,4 milioni di euro a dicembre 2014) ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE 295 LEGENDA: Margine finanziario + Voce 30 Margine di interesse + Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni escluso gli utile/perdite derivanti da cessioni/valutazioni + Voce 70 Dividendi e proventi simili (per la sola quota relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS) - Margine d’interesse Credemvita Margine servizi + Voce 60 Commissioni nette + Voce 70 Dividendi e proventi simili (al netto della sola quota relativa ai dividendi dei titoli di capitale AFS) + Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione + Voce 90 Risultato netto dell'attività di copertura + Voce 100 Utili/perdite da cessione o riacquisto, ad esclusione della sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale + Voce 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value + Voce 150 Premi netti + Voce 160 Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa + Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (al netto delle componenti di natura straordinaria e del recupero di imposte indirette) + Margine d’interesse Credemvita Margine di intermediazione (Margine finanziario + Margine servizi) Costi operativi + Voce 180 Spese amministrative (al netto delle imposte indirette recuperate) Risultato Lordo di Gestione (Margine di intermediazione – Costi operativi) Ammortamenti + Voce 200 rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali + Voce 210 rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE 296 Risultato Operativo (Risultato Lordo di Gestione – Ammortamenti) Accantonamenti netti per rischi ed oneri + Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri Oneri/proventi straordinari + Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze) + Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale + Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita + Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da cessioni / valutazioni + Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti + Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al netto delle imposte Rettifiche nette su crediti + Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti e di altre operazioni finanziarie Utile ante imposte + Risultato operativo + Voce 190 Accantonamenti netti a fondi per rischi ed oneri + Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti ed altre operazioni finanziarie + Oneri/proventi straordinari: Voce 220 Altri oneri/proventi di gestione (solo componenti di natura straordinaria - sbilancio sopravvenienze) Voce 100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto per la sola componente degli utili/perdite su titoli di capitale Voce 130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita Voce 270 Utili/perdite da cessione di investimenti Voce 240 Utile/perdita delle partecipazioni derivanti da cessioni / valutazioni Voce 310 Utili/perdite dalle attività in via di dismissione al netto delle imposte Elenco delle partecipazioni Sede % sul Equity Valore capitale sociale ratio di bilancio Credemassicurazioni spa Reggio Emilia 50,000 50,00 27.069 Interconsult sa Lussemburgo 33,300 33,30 241 Nextone srl Milano 30,000 30,00 - ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE 297 EUROMOBILIARE ALTERNATIVE INVESTMENTS MARKET NEUTRAL (in liquidazione) SITUAZIONE PATRIMONIALE Situazione al 30/06/2015 ATTIVITÀ A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A.1 Titoli di debito A1.1 Titoli di Stato A1.2 Altri A.2 Titoli di capitale A.3 Parti di O.I.C.R B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B.1 Titoli di debito B.2 Titoli di capitale B.3 Parti di O.I.C.R C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C.1 Margini presso organismi di compensazione e garanzia C.2 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C.3 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D.1 A vista D.2 Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITÀ F.1 Liquidità disponibile F.2 Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F.3 Liquidità impegnata per operazioni da regolare G. ALTRE ATTIVITÀ G.1 Ratei attivi G.2 Risparmio d’imposta G.3 Altre TOTALE ATTIVITÀ PASSIVITÀ E NETTO Valore complessivo Relazioni Semestrali 2015 Euromobiliare Asset Management SGR ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE 298 Valore complessivo In perc. del totale attività 572.987 20,41% 902.457 25,41% 572.987 20,41% 902.457 25,41% 874.832 748.512 2.045.437 -1.919.117 1.360.139 9.777 1.343.002 7.360 2.807.958 31,16% 26,66% 72,84% -68,35% 48,44% 0,35% 47,83% 0,26% 100,00% 905.954 204.127 2.273.955 -1.572.128 1.743.197 1.743.197 25,51% 5,75% 64,03% -44,27% 49,08% 0,00% 49,08% 3.551.608 100,00% Situazione al 30/06/2015 Situazione al 31/12/2014 Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L.1 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L.2 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M.1 Rimborsi richiesti e non regolati M.2 Proventi da distribuire M.3 Altri N. ALTRE PASSIVITÀ N.1 Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N.2 Debiti di imposta N.3 Altre TOTALE PASSIVITÀ VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO Numero delle quote in circolazione Valore unitario delle quote MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse Quote rimborsate In perc. del totale attività Situazione al 31/12/2014 -20.477 -14.606 -76.161 -76.161 -5.871 -20.477 2.787.481 48,168 57.869,966 -76.161 3.475.447 48,168 72.152,611 0,000 0,000 pagina 7 di 13 EUROMOBILIARE ALTERNATIVE INVESTMENTS MARKET NEUTRAL PLUS (in liquidazione) SITUAZIONE PATRIMONIALE Situazione al 30/06/2015 ATTIVITÀ A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A.1 Titoli di debito A1.1 Titoli di Stato A1.2 Altri A.2 Titoli di capitale A.3 Parti di O.I.C.R B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B.1 Titoli di debito B.2 Titoli di capitale B.3 Parti di O.I.C.R C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C.1 Margini presso organismi di compensazione e garanzia C.2 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C.3 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D.1 A vista D.2 Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITÀ F.1 Liquidità disponibile F.2 Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F.3 Liquidità impegnata per operazioni da regolare G. ALTRE ATTIVITÀ G.1 Ratei attivi G.2 Risparmio d’imposta G.3 Altre TOTALE ATTIVITÀ PASSIVITÀ E NETTO Valore complessivo pagina 10 di 13 Valore complessivo In perc. del totale attività 773.492 15,23% 1.576.969 27,74% 773.492 15,23% 1.576.969 27,74% 784.919 738.595 1.079.860 -1.033.536 3.519.807 9.311 3.503.136 7.360 5.078.218 15,46% 14,54% 21,26% -20,35% 69,31% 0,18% 68,98% 0,14% 100,00% 203.993 180.841 1.614.075 -1.590.923 3.903.331 3.903.331 3,59% 3,18% 28,40% -27,99% 68,67% 0,00% 68,67% 5.684.293 100,00% Situazione al 30/06/2015 Situazione al 31/12/2014 Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L.1 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L.2 Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M.1 Rimborsi richiesti e non regolati M.2 Proventi da distribuire M.3 Altri N. ALTRE PASSIVITÀ N.1 Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N.2 Debiti di imposta N.3 Altre TOTALE PASSIVITÀ VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO Numero delle quote in circolazione Valore unitario delle quote MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse Quote rimborsate In perc. del totale attività Situazione al 31/12/2014 -23.523 -17.652 -79.605 -18.897 -5.871 -23.523 5.054.695 96,236 52.523,950 -60.708 -79.605 5.604.688 96,236 58.239,000 0,000 0,000 Relazioni Semestrali 2015 Euromobiliare Asset Management SGR ALLEGATI ALLE NOTE ILLUSTRATIVE 299 ATTESTAZIONE DEL PRESIDENTE E DEL DIRIGENTE PREPOSTO ATTESTAZIONE DEL PRESIDENTE E DEL DIRIGENTE PREPOSTO 303 RELAZIONE DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE