Necropoli arcaica di Caracupa
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Necropoli arcaica di Caracupa
Presenze archeologiche del territorio Lepino e la necropoli arcaica di Caracupa Il Centro di Documentazione e Promozione Culturale Itala Fatigati - Salvagni in collaborazione con Archivio di Stato di Latina , ArcheoClub Latina, Societa’ per la Storia Patria della Provincia di Latina e il Consorzio delle Biblioteche dei Monti, organizzano presso i locali della “Locanda La bella Lisa - Hostaria La Gròtte” sito in Viale della Croce 1 – Bassiano (Latina) ) un Simposio - Convivio avente come tema l’arcaica necropoli di Caracupa e le presenze archeologico - storiche del territorio Lepino, finalizzato a promuovere, valorizzare e tutelare le bellezze naturali, artistiche e monumentali del territorio. Aprirà la relazione alle ore 10.30 la Dottoressa Carla Vaudo, attiva Archeologa internazionale, preceduta da una proiezione di riprese fotografiche del territorio Lepino, curate da Luigi Sarallo e Angelo Movizzo. Sono previsti brevi interventi di Scipione Salvagni, Pres. Centro Itala Fatigati-Salvagni di Bassiano; Costantino Cacciotti, Sindaco di Bassiano; Giuseppina Giovandoli, Sindaco di Sermoneta; Sergio Mancini, Sindaco di Norma; Padre Eugenio Romagnolo, Priore Abbazia Valvisciolo. Seguiranno le relazioni di Giorgio Ippoliti, Presidente ArcheoClub di Latina; Elisabeth Bruckner, Archeologa; Francesco Mannino, Archivio di Stato Latina. Coordina e modera i lavori Luigi Zaccheo, Presidente Consorzio delle Biblioteche dei Monti Lepini. Alle 14.00 è prevista una Colazione, menù tipico (euro 20,00 previa conferma di adesione al 0773/355606). La necropoli fu rinvenuta tra il 1901 e il 1903 dagli archeologi Savignoni e Mengarelli i quali si stavano interessando dello scavo dell'abitato di Norba e della ricognizione del territorio tra Norma e Sermoneta. Nel tentativo di individuare la necropoli di Norba, i due archeologi rinvennero una serie di prime tombe segnalate da abitanti locali. Lo scavo portò alla luce 76 tombe ad inumazione e 4 tombe ad incinerazione ed altre 15 furono rinvenute in campagne successive al 1903. Il sesso degli individui sepolti era in prevalenza femminile (44 contro 28). Il corredo funerario che in alcune tombe era costituito da vasi di ceramica d'impasto bruno eseguiti con la tecnica cosiddetta a colombina ( anforette di tipo laziale, kyathoi tazze-attingitoio con ansa bifora ), materiale di bronzo (fibule, anelli, tripodi, coltelli, lance), materiale di ferro (spade) altro materiale ceramico (fuseruole, pesi da telaio) materiale d'argento (ferma trecce) ed elementi d'importazione specie nelle sepolture più recenti (collane con elementi con elementi d'ambra e pasta vitrea). Tutto il materiale si inquadra nella prima età del ferro tra la fase laziale II b (830-770 a.C.) e la IV fase (720-580 a.C.) ad Est dell'area della necropoli si sono rinvenute frammenti di intonaco di capanna e ceramica di uso quotidiano che lasciano presupporre una dislocazione dell'abitato verso il pendio del monte Carbolino. L'abitato poteva essere comunque in parte difeso naturalmente a Nord-Ovest da un torrente, noto attualmente con il nome "Fosso della Badia". La possibilità di individuazione è inoltre complicata dagli sbancamenti operati negli anni '20 per lo scavo di canali e la costruzione di imponenti opere idrauliche. Quindi, appuntamento da non mancare .