Poveri: la nostra Chiesa investe parecchie risorse

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Poveri: la nostra Chiesa investe parecchie risorse
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SPECIALE CARITAS
L’intenso lavoro svolto attraverso le attività caritative, guidate dalla Caritas – 1
Poveri: la nostra Chiesa
investe parecchie risorse
Energie moltiplicate, nonostante la crisi. Alle istituzioni chiede più attenzione e collaborazione
C
on l’appuntamento elettorale oramai alle porte,
e in riferimento prima di
tutto alle imminenti elezioni
amministrative che interessano
il capoluogo mantovano, i vertici e i responsabili della Caritas
diocesana, insieme al nostro
settimanale (ed in particolare,
don Claudio Cipolla, il vicario
episcopale per la Pastorale,
nonché già direttore della stessa
Caritas sino a qualche anno fa,
e Paolo Lomellini, il direttore
de La Cittadella), hanno pensato
di offrire ai diversi candidati
alla carica di sindaco di
Mantova e a tutti gli aspiranti
componenti del Consiglio
comunale, una “panoramica”
riguardante i vari servizi che
la Chiesa locale ha messo in
piedi e tuttora gestisce, nel
campo dei poveri, ossia a favore dell’accoglienza rivolta agli
“ultimi”. Si tratta di servizi,
definiti come “opere-segno”,
che si esplicano sia sul fronte
delle risposte immediate ai più
comuni bisogni materiali, sia
sul versante dell’accoglienza
vera e propria, presso le strutture e le comunità residenziali,
in cui le persone in difficoltà
pagina a cura di L.V.
Venerdì 15 Maggio 2015
Alcuni dei tanti volontari attivi presso la mensa per i poveri di San Simone, in città, in
occasione di una visita del Vescovo Roberto
possono trovare un “ricovero”!
Queste opere-segni sono collocate un po’ su tutto il territorio
diocesano di Mantova e in varie
zone dell’area provinciale. Però
in questa occasione, la citata
“panoramica” prende in esame
solo quelle che ruotano nell’orbita della città, e dei comuni
limitrofi; o in altre parole, che
gravitano attorno alla sfera della
Grande Mantova, e del relativo
Distretto. Le ragioni sono di
facile intuizione (si possono
Per tracciare un quadro sintetico di tutti
i servizi che la Caritas propone, abbiamo
incontrato oltre al direttore, Giordano
Cavallari, alcuni degli operatori che guidano i vari settori di intervento: Davide
Boldrini, responsabile del Centro per i
poveri di “C.a.s.a. San Simone” (Centro di
ascolto, servizi e accoglienza, gestito dalla
evincere anche da una delle
domande che pure noi abbiamo
sottoposto agli stessi aspiranti
sindaci nelle interviste che
pubblichiamo nelle pagine precedenti): il Comune cittadino,
oggi, non si può più limitare a
fare il… “Comune cittadino”.
Per forza di cose, infatti, è
chiamato a uscire dalle mura
della città e a “giocare” un
ruolo che supera i suoi confini,
per estendersi a quelli provinciali. La Provincia, intesa
Associazione Agàpe), e anche dell’Osservatorio diocesano delle povertà; Maria Luisa
Cagia, responsabile dell’Ufficio “Proximis”; Renato Gandolfi, responsabile della
Comunità Mamrè di Mottella (gestita
mediante l’Associazione Abramo), e coordinatore delle diverse “opere di carità”; Laura
Lorusso, che opera presso la “Casa della
come istituzione, sarà sempre
più “assente”, è destinata a
scomparire. Quindi appare
chiaro che alla luce di una progressiva perdita di funzioni,
di competenze e importanza,
da parte di quest’ultima,
l’Ente pubblico del capoluogo risulterà investito di una
maggiore responsabilità,
nei confronti dell’intero territorio provinciale. Dovrà
in qualche modo fungere da
punto di riferimento, traino, e
rosa” (diretta da Teresa Soetz), e segue i
progetti inerenti l’housing sociale; Carlo
Martiradonna, che si occupa dell’ambito
dei profughi, ed è responsabile della casa
di Borgoforte in cui vengono accolti 11 di
questi giovani migranti; ed infine, Francesco Simoncelli, che coordina le attività del
Magazzino per gli alimentari.
I servizi tradizionali di C.A.S.A. San Simone:
ascolto, mensa, indumenti, igiene e tanto altro
assumerà il compito di “centro
di coordinamento”, rispetto a
tutti gli altri Comuni…
Per questi motivi insomma, i
nuovi amministratori comunali
di Mantova sono attesi da un
impegno ancora più “massiccio”. Già lo è del resto per
via di altre motivazioni: non
ultima… la questione delle
“nuove povertà”, collegate
alla crisi economica e alla
disoccupazione in crescita,
oltre che alle non poche forme
di disagio e problematiche sociali che si stanno diffondendo
e aumentano continuamente.
I sindaci e gli assessori del
domani… avranno molto a
che fare con questi “aspetti”
piuttosto spinosi. Ai quali la
Chiesa, attraverso la Caritas
e i suoi molteplici “bracci
operativi”, sta riservando da
parecchi anni una notevole
attenzione. Concreta… L’apporto che è stato fornito non è
indifferente, bensì consistente.
Da qualsiasi punto di vista.
Anche per le risorse messe a
disposizione, e per il grande
supporto garantito da un volontariato tuttora cospicuo!
RIVALUTARE
“AL RIALZO”
«Le opere di carità, di cui parla
anche Papa Francesco, servono
e sono utili per tutti i cittadini!
– ha sottolineato Giordano Cavallari, l’attuale direttore della
Caritas – E la Chiesa, i suoi
servizi, li offre gratuitamente.
Adesso, sta ricevendo un contributo solo da parte di un paio
dei sei Distretti nei quali sono
suddivisi i Comuni virgiliani…
Tra questi vi è il Distretto di
Mantova. Però il supporto economico viene erogato soltanto
per le comunità residenziali.
Ai Centri di ascolto per i poveri, quello cittadino situato in
“San Simone” così come tutti
gli altri, non viene più elargito
niente. Il contributo è cioè
molto parziale. Ma lo era pure
prima, ossia quando quasi tutti i
Distretti avevano sottoscritto le
convenzioni di collaborazione
con la Caritas, e anche i Centri
di ascolto ne beneficiavano. E
lo era, parziale, perché ciò
che mette in campo la Chiesa
è tanto, davvero tanto. Fra
risorse finanziarie, lavoro dei
volontari, edifici di proprietà,
attività svolte e iniziative
portate avanti, per esempio
sotto il profilo del reperimento
e dello smistamento dei generi
alimentari, o degli indumenti,
sul piano della socializzazione,
e via discorrendo, lo sforzo
compiuto e le energie profuse
dalla Chiesa sono rilevanti e di
non poco conto: sappiamo sul
serio “moltiplicare”… quello
che ci viene dato…».
Ci si aspetta perciò un’attenzione un po’ più “adeguata”,
da parte di chi amministra la
“cosa pubblica” e ha il dovere
istituzionale di farsi carico dei
problemi sociali delle persone, e
in primis dei cittadini più fragili.
Sì, perché adeguata non sempre
lo è stata, questa attenzione.
Anzi, negli anni più recenti si
è rivelata un’attenzione… in
ribasso. La “bontà” di quanto realizzato dalla Diocesi e
l’entità dei benefìci resi e ricaduti sul contesto dell’intera
collettività, andrebbero forse
rivalutati un po’ meglio. Al
rialzo. E non per meri “calcoli
economici”, bensì in quanto
oggi si sta assistendo appunto
a un costante incremento delle
richieste di aiuto. La domanda
sale: e nonostante che anche la
Chiesa “soffra” come tutti, a
causa del periodo di recessione
vissuto non solamente in Italia,
comunque non ha lesinato il suo
impegno e non si è fermata.
Al contrario, le “opere” sono
cresciute, numericamente e
qualitativamente, e alcuni servizi stanno ora cambiando pelle,
si trasformeranno, in linea con
il mutamento delle necessità
sociali. Il che denota peraltro
anche una pronta capacità di
“lettura”, rispetto alle novità
e alle rinnovate esigenze che
affiorano da un tessuto sociale
in fase di perenne fibrillazione.
Sarebbe fondamentale, dunque, che i nuovi amministratori
si premurassero almeno di confrontarsi con quanto emerge e
viene attuato, mediante le opere
di carità locali. Al di là delle
idee di ciascuno, si rimarca
come in ballo vi sia una cosina
denominata giustizia sociale.
Che non ha un colore politico. E
che oggigiorno si traduce anche
in “tenuta sociale” (pure questo
è un valore essenziale!). Si è al
cospetto di un momento cruciale: la Chiesa ci mette tutto
ciò che ha. Speriamo che lo si
colga e faccia fruttare.
Quasi 200 interventi nel 2014. Italiani in crescita. Il sostegno di parrocchie, famiglie, volontari
I
l Centro di “C.a.s.a. San
Simone” (l’acronimo significa appunto Centro
per l’ascolto, i ser vizi e
l’accoglienza) offre diversi
servizi, riconducibili in pratica a tre tipologie di intervento: quelli finalizzati alla
soddisfazione immediata
dei bisogni primari (mensa,
cambio degli abiti, igiene
personale e altro…), quelli
tesi all’accompagnamento
verso l’autonomia (distribuzione dei viveri, mobilio,
guardaroba…), e quelli relativi invece alla promozione
e al re-inserimento sociale
(orientamento e tutela dei diritti, sostegno economico…).
Oggi la struttura non gode
più di alcun contributo pubblico. Riceveva circa 90.000
euro (grazie ai protocolli di
intesa e annesse convenzioni,
stipulate con i Comuni a suo
tempo): poi a un tratto, di
punto in bianco, più nulla. E
tuttavia i servizi sono cresciuti
ugualmente (anche perché
a certe “grida di soccorso”,
come si fa a non rispondere?).
Sono cresciuti comunque,
per merito di un impegno
ancora più intenso, da parte
della Chiesa. E poi, come ha
spiegato Davide Boldrini, per
la folta presenza dei volontari (ora più di trecento),
e per l’apporto sempre più
significativo fornito dalle
parrocchie cittadine, vera e
solida fonte di sostegno (sono
le socie dell’Associazione
Agàpe, che si occupa di gestire
il Centro: peraltro, di recente si
è registrato un nuovo ingresso,
San Leonardo, e così oramai
la “copertura” cittadina è
pressoché completa).
Attraverso le parrocchie
stesse, si è messa in moto una
“via di finanziamento” che è
divenuta considerevole: tanti nuclei familiari, in svariate
circostanze, scelgono quanto
destinare in beneficenza ai
servizi dedicati ai poveri, e
consegnano le loro offerte
alle parrocchie, durante la
Messa… Oggigiorno intorno
alla città, si è costituita una
“rete” composta da circa
quattrocento famiglie che
devolvono un loro contributo
per questo scopo. E complessivamente, in questo modo,
si arriva a mettere insieme
una cifra non indifferente:
circa 50.000 euro all’anno.
Che consentono di respirare,
e andare avanti!
O meglio, permettono di
mantenere gli stessi “standard” e livelli di intervento.
Nel corso del 2014 il lavoro
compiuto è stato più o meno
in linea con le annate precedenti. Si sono incontrate
poco più di 1.950 situazioni:
termine, quest’ultimo, che può
indicare tanto la singola persona, quanto un nucleo familiare, perché succede spesso
che dietro il cittadino che si
reca al Centro ci siano una
moglie e dei figli. Pertanto, se
si volesse calcolare il numero
delle persone effettivamente
assistite (operazione ovviamente non semplice), questo
sarebbe sicuramente molto
superiore rispetto alle 1.950
unità citate.
In ogni caso, ultimamente, è
aumentata anche la quantità
delle famiglie che vanno a
chiedere aiuto al Centro, nel
loro insieme. Cioè con tutti
i componenti… E rispetto
al passato è cresciuta la
presenza degli italiani in
carico ai servizi: sono poco
più di 500 casi, ossia circa un
quarto del totale. Un ulteriore
dato di rilievo riguarda la
residenzialità: al di là di una
piccola percentuale (23%) di
persone prive di una residenza
(si tratta per lo più di stranieri),
dalle statistiche si scopre che
sette “utenti” su dieci risiedono nel Mantovano. Cioè
la quota dei residenti, di chi
è “radicato” sul territorio
locale (non è né di passaggio,
né un “vagabondo”, bensì
un cittadino mantovano a
tutti gli effetti) è sempre
imponente. Questi sono solo
i dati inerenti i servizi riferiti
all’area della grave emarginazione e povertà acuta, ovvero
agli interventi, per così dire,
di “bassa soglia”.
Ma a partire dal 2009, e negli
ultimi anni in misura sempre
più consistente (proprio sotto
questo profilo è stato potenziato l’impegno), si è aperta
una prospettiva di aiuto e
accoglienza che prima non
veniva svolta e non era contemplata. Indirizzata a chi?
A chi fino a ieri si pensava che
non avrebbe mai avuto delle
grosse difficoltà, sul fronte
economico, e adesso invece,
si ritrova in una condizione
di semi-povertà e di disagio!
“C.A.S.A. SAN SIMONE”
ALCUNI DATI - Anno 2014
“Situazioni” incontrate e assistite
1.951
Persone straniere
1.448
Presenze italiane
503
Percentuale degli italiani
25,78%
Aumento degli italiani (rispetto al 2013)
+6,8%
Persone incontrate per la prima volta
520
Percentuale dei “primi incontri”, rispetto al totale
27%
“Nuovi incontri” italiani
160
Percentuale (in crescita) dei “nuovi incontri” italiani 30,7%
Persone residenti nel Mantovano
1.367
Percentuale dei residenti nel Mantovano
70%
Persone residenti in altre province
128
Percentuale dei residenti in altre province
6,5%
Persone prive di residenza
456
Percentuale delle persone prive di residenza
23,7%
D
Venerdì 15 Maggio 2015
E il sostegno economico e finanziario
per i “nuovi poveri”, grazie a Proximis
a una parte ci sono quindi le persone profondamente emarginate,
quelle che restano “fuori dai
diritti”, i diritti non scritti
e non direttamente esigibili
(“barboni”, stranieri, immigrati
clandestini, profughi, persone
che si trovano in una situazione
di “povertà assoluta”…), mentre sul versante opposto si collocano quei cittadini e nuclei
familiari che rientrano nella
sfera dei diritti riconosciuti,
e fruiscono pienamente del
diritto di cittadinanza, però
stanno vivendo e affrontando un momento di crisi
economica per via del quale
chiedono un “supporto”,
eppure non ricevono una
risposta congruente (a causa
anche dell’impoverimento degli interventi predisposti dalle
istituzioni, dentro il quadro di
un’assistenza sociale carente,
“a maglie larghe”: una volta,
ai tavoli dove si dovevano programmare i servizi, sedevano
parecchi interlocutori; oggi
si sono un po’ “squagliati”,
dileguati, e praticamente sono
stati smontati anche i tavoli
medesimi…).
La risposta che in “San Simone” si è impostata da questo
punto di vista (cioè quello
economico) ha un nome molto
preciso: si chiama “Proximis”.
L’apposito Ufficio così denominato è stato creato nel
2009 in via sperimentale ed
è divenuto un servizio vero
e proprio, ossia permanente,
a partire dal 2012 (Proximis
è un acronimo che significa
“Programma X per interventi
tesi al micro-credito sociale”;
ma naturalmente richiama pure
il concetto della prossimità). Il
servizio funziona “al plurale”,
nel senso che ha a che vedere
con un campionario variegato
di realtà catalogabili come
“nuove povertà”.
Come ha raccontato Maria
Luisa Cagia, si tratta di situazioni pre-default. Vicine al
“fallimento”. Vissute da cittadini che risultano invisibili
ai servizi pubblici (non sono
ancora ufficialmente ascrivibili alle “liste dei poveri”),
però che sino a poco tempo
fa non si erano nemmeno mai
rivolti alla Caritas… Oltre la
metà delle persone coinvolte
sono peraltro italiane. E alle
loro spalle c’è una famiglia, con
dei figli minori a carico.
In genere si tratta di nuclei
alle prese con un forte ridimensionamento della capacità reddituale, dovuto magari
alla perdita dell’impiego da
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SPECIALE CARITAS
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Il Magazzino di Mottella “movimenta” e distribuisce
parecchi viveri e derrate alimentari
parte di uno dei componenti,
o ad una diminuzione del
monte-ore lavorativo. Le
problematiche si mostrano
alquanto differenziate: c’è chi
deve fronteggiare il pagamento
dell’affitto o del mutuo; però,
ci sono anche molti episodi
relativi a debiti accesi per l’acquisto dell’automobile o di un
elettrodomestico; all’improvviso, così, ci si ritrova “oppressi”
dalla scadenza della rata men-
L
sile da corrispondere, che il
deterioramento reddituale non
permette più di versare regolarmente: con tutti i rischi connessi
all’intenzione dei creditori di
vedere rispettati gli accordi, e di
rivalersi sulle famiglie, nel caso
che non riescano a recuperare
quello che spetta loro. Bisogna
rilevare che a volte i prestiti
chiesti e per i quali ci si trova
un po’ in difficoltà, riguardano
delle spese non strettamente
necessarie, che qualcuno si è
concesso quando gli è stato possibile farlo: la crisi sta tuttavia
richiamando all’ordine la nostra
“mentalità consumistica” di ieri
ed esige un cambiamento nello
stile di vita; che però è lento e ha
bisogno di tempo. Di frequente
accade anche di incontrare
delle persone finite nei guai
(finanziari) per fronteggiare
i debiti accumulati tramite il
vizio del gioco d’azzardo. Il
fenomeno delle “dipendenze”,
è purtroppo abbastanza diffuso.
Più spesso, comunque,
la richiesta del sostegno
economico è legata a seri
problemi “ordinari”, come
le spese mediche (tra cure,
esami costosi, interventi di
odontoiatria, occhiali…), o
quelle riguardanti la scuola
dei figli (libri, testi, gite, e
abbonamenti per il trasporto
scolastico…). Le domande
da esaminare e le attività da
espletare vengono gestite da
un nutrito gruppo di volontari
(sono oltre una decina quelli
disponibili), tra cui figurano
alcuni esperti in materia legale
“UFFICIO PROXIMIS”
INTERVENTI EFFETTUATI - 2014
Ascolto e orientamento ai servizi territoriali
165 casi
Supporto economico
153 casi (122.300 €)
CREDITO
Micro-credito locale
7 casi (15.250 €)
Prestito della Speranza
6 casi (32.100 €)
Sostegno anti-usura
1 caso (17.000 €)
Totale interventi finanziari
14 casi (64.350 €)
FONDO PERDUTO
Fondo di sollievo
83 casi (25.427 €)
Fondo famiglie in difficoltà
30 casi (22.488 €)
Fondo famiglie e minori
26 casi (10.034 €)
Totale interventi a fondo perduto
139 casi (57.949 €)
COMUNE DI MANTOVA
Crediti totali
25 casi (33%), 99.400 € (40%)
Erogazioni a fondo perduto 85 casi (61%), 19.480 € (34%)
e vari professionisti provenienti
dall’area bancaria. L’ottica in
cui ci si muove è imperniata
attorno al dogma di sempre: si
pone al centro la persona; nel
caso specifico le persone: cioè
la famiglia nella sua globalità.
La base, il punto di partenza,
è ogni volta la (ri)costruzione
del bilancio economico del nucleo familiare: però l’aspetto
economico viene inserito nel
quadro relazionale e sociale
della famiglia. Solamente se
Interventi “plurali”, fra micro-credito
e molteplici erogazioni a fondo perduto
a sede dell’Ufficio Proximis si trova nei locali
di “C.a.s.a. San Simone”,
a Mantova, in via Arrivabene.
Il servizio si rivolge dunque
a chi si trova in difficoltà
economica e anche alle piccole e mini-imprese, a quanti
desiderano avviare una loro
attività, e poi si occupa pure
di sostenere dei percorsi
finalizzati ad agevolare l’inserimento sociale e lavorativo,
oltre che di favorire il mantenimento di condizioni abitative
dignitose, la conservazione di
una buona capacità di reddito,
la scolarizzazione dei minori, e
anche la qualificazione professionale, finanziando i costi per
la partecipazione a determinati
corsi di formazione o di aggiornamento… Gestito da un operatore qualificato a tempo pieno
(appunto Maria Luisa Cagia),
affiancato dai volontari, esperti
in temi bancari e giuridici, l’Ufficio mette a sistema tutte le
molteplici misure economiche
e finanziarie promosse dalla
Diocesi, a sostegno delle fasce
più deboli della popolazione
virgiliana.
Distribuzione di farmaci
e molti generi alimentari
Ricordiamo che tra le attività più recenti messe in piedi dalla
Caritas, vi è anche il Servizio di Farmacia, finalizzato
alla distribuzione gratuita dei medicinali (prezioso
è l’apporto fornito dall’Associazione dei farmacisti
cattolici), nonché l’apertura (e il suo successivo consolidamento) del Magazzino degli alimentari (questo
è attivo a Mottella di San Giorgio, nei pressi della
Comunità Mamrè). Il Magazzino, durante il 2014, ha
distribuito circa 55.000 euro di generi alimentari,
non più provenienti, come invece in precedenza, dall’Agea,
l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (questa aveva infatti
pressoché dismesso il suo servizio: ha erogato assai poco),
bensì acquistati in proprio (si sono spesi circa 60.000
euro), grazie alle donazioni e all’aiuto assicurato da alcune
fondazioni, con cui si è sopperito appunto alla “mancanza”
dello storico apporto assicurato dall’Agea.
I volontari del servizio per la distribuzione dei farmaci
attivo da un paio di anni in San Simone
Difatti, accanto al microcredito sociale si occupa pure
dell’erogazione di contributi
a fondo perduto. In particolare, le “misure” gestite o alle
quali partecipa sono queste:
il micro-credito, che è un
intervento sviluppato grazie
alla collaborazione attivata tra
Caritas, Associazione Agàpe,
Fondazione della comunità di
Mantova, Confindustria e Sezione cittadina del Rotary Club
(questi enti hanno costituito un
apposito “fondo di garanzia”,
reso possibile e come frutto di
una convenzione, sottoscritta
da Agàpe con “Mantovabanca
1896 Bcc”); il “Fondo di sollievo”, istituito dalla Fondazione
della comunità mantovana; il
“Prestito della Speranza”,
inizialmente nato da un accordo ad hoc nazionale stipulato
dall’Associazione delle Banche
e dalla Cei, e ora disciplinato
dall’accordo firmato dalla
medesima Conferenza Episcopale Italiana, con il Gruppo
“Banca Intesa-San Paolo”; il
collegamento con la solida
Fondazione anti-usura “San
Bernardino” di Milano; il
“Fondo rivolto alle famiglie
in difficoltà”, alimentato dalle
parrocchie della Diocesi di
Mantova; il Fondo “Famiglie
e Minori”, sostenuto da tanti
cittadini privati e finalizzato
alla cura della salute e al diritto
allo studio, per i ragazzi.
Inoltre, Proximis è coinvolto
in ulteriori fondi, bandi, iniziative previste per progetti
specifici, in cui è presente insieme ad altre realtà (nel settore
del volontariato, e nella lotta al
gioco d’azzardo, nel campo degli sfratti dovuti a una morosità
incolpevole).
Dal 2009 sino alla fine del
2014 (i dati sono aggiornati
allo scorso 31 dicembre), ai
servizi di Proximis si sono
rivolte più di 1.000 persone,
tante di origine italiana, e non
intercettate prima dai servizi
caritativi e assistenziali. E in
totale, sono stati distribuiti
oltre 570.000 euro: attorno ai
274.000 euro complessivi si aggira la somma degli aiuti erogati
“a fondo perduto”, mentre le
risorse elargite tramite il microcredito locale, il “Prestito della
Speranza” o in sintonia con la
Fondazione “San Bernardino”,
hanno in sostanza superato in
totale i 296.000 euro. Scendendo più nel dettaglio dei dati, con
il micro-credito locale si sono
assegnati poco più di 96.000
euro (46 interventi), sempre
nel periodo compreso fra
il gennaio del 2010 e la fine
dell’anno passato; 25.400 euro
(circa il 25% del totale…), per
13 interventi, hanno riguardato il Comune di Mantova.
Invece, mediante il “Prestito
della Speranza”, sono stati
erogati 29 prestiti, per circa
151.600 euro; 12 di questi sono
stati elargiti sul territorio
del capoluogo (per un totale
di 74.000 euro, pari al 49%).
Per cui, assieme, tutti i crediti
concessi (tra quelli locali e
quelli derivanti dal “Prestito
della Speranza”) ammontano a
75 unità (quasi 248.000 euro);
25 (circa un terzo) sono stati
distribuiti nell’area comunale
della città (in valori assoluti
si tratta di oltre 99.000 euro,
corrispondenti a un 40%, in
confronto al totale).
Generalmente, i crediti vengono estinti per avvenuto rimborso. La “quota” di quelli non
rimborsati, ossia l’insolvenza,
il default, è piuttosto bassa:
si aggira attorno al 4% (e si
provvede tramite l’escussione
dal fondo di garanzia). Ciò
testimonia allora che è stato
eseguito un ottimo lavoro a
monte: se la risposta è “sana”,
vuole dire che gli operatori
di Proximis hanno avanzato
una proposta che l’utente è
sul serio in grado di onorare,
senza fare salti nel buio e andare
ad aggravarne la posizione
(ovvero una proposta di credito
sostenibile). Nell’economia dei
prestiti rientra inoltre anche la
questione dell’usura: si tratta di
interventi lunghi e complessi,
si ha davanti la situazione nella
sua “interezza”, sia sul piano
finanziario, e sia in ordine alle
relazioni sociali, è possibile
intraprendere la strada più
consona, orientando le persone
verso l’adozione di una risposta
mirata, o della “soluzione” più
corretta. In pratica, la “squadra” di Proximis deve comportarsi e agire come un’equipe
medica ben articolata: stila una
“diagnosi” a 360 gradi, e dopo
propone la “cura” più idonea.
finalizzati a soccorrere delle
situazioni di forte esposizione e
sovra-indebitamento (fuori dai
margini della legalità…), per i
quali ci si appoggia appunto alla
Fondazione San Bernardino. In
questo contesto, si sono finora
seguiti in tutto 4 casi, e investiti
circa 48.000 euro (per fortuna
sono cifre contenute!).
Poi ci sono i finanziamenti
a fondo perduto. Nel complesso si sono erogati 274.300
euro, più o meno equamente
distribuiti tra i vari fondi
costituiti (Sollievo, Famiglie,
e Minori); 78.000 euro (il
28,5%) hanno riguardato
il Comune di Mantova. In
merito al solo anno 2014, 165
persone hanno beneficiato
dell’ascolto e dell’orientamento verso i servizi territoriali,
mentre sono stati realizzati
153 interventi di supporto
economico o finanziario, per
un totale di 122.300 euro
distribuiti. Si sono effettuati
1 intervento anti-usura (circa
17.000 euro), e 13 in relazione
ai prestiti (7 di micro-credito
locale e 6 con il “Progetto Speranza”), per un totale di 47.350
euro. Così nel complesso questi
interventi hanno elargito poco
più di 64.000 euro. In ordine
ai fondi perduti, e sempre
per quanto concerne solo lo
scorso anno, si sono erogati
quasi 58.000 euro (139 casi),
per lo più tramite il Fondo di
sollievo (83 casi, 25.400 euro).
Il Comune di Mantova è stato
interessato da 85 interventi
(il 60%), per 19.480 euro
(33,5%). Nel capoluogo si è
fruito in misura preponderante
dei finanziamenti riservati ai
minori (62%).
CONTINUA…
La settimana prossima proseguiremo il discorso,
completando la panoramica con la presentazione dei
servizi di natura comunitaria, residenziale, incluse
l’accoglienza dei profughi, e la nuova “frontiera”
dell’housing sociale…