Poveri: la nostra Chiesa investe parecchie risorse
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Poveri: la nostra Chiesa investe parecchie risorse
8 SPECIALE CARITAS L’intenso lavoro svolto attraverso le attività caritative, guidate dalla Caritas – 1 Poveri: la nostra Chiesa investe parecchie risorse Energie moltiplicate, nonostante la crisi. Alle istituzioni chiede più attenzione e collaborazione C on l’appuntamento elettorale oramai alle porte, e in riferimento prima di tutto alle imminenti elezioni amministrative che interessano il capoluogo mantovano, i vertici e i responsabili della Caritas diocesana, insieme al nostro settimanale (ed in particolare, don Claudio Cipolla, il vicario episcopale per la Pastorale, nonché già direttore della stessa Caritas sino a qualche anno fa, e Paolo Lomellini, il direttore de La Cittadella), hanno pensato di offrire ai diversi candidati alla carica di sindaco di Mantova e a tutti gli aspiranti componenti del Consiglio comunale, una “panoramica” riguardante i vari servizi che la Chiesa locale ha messo in piedi e tuttora gestisce, nel campo dei poveri, ossia a favore dell’accoglienza rivolta agli “ultimi”. Si tratta di servizi, definiti come “opere-segno”, che si esplicano sia sul fronte delle risposte immediate ai più comuni bisogni materiali, sia sul versante dell’accoglienza vera e propria, presso le strutture e le comunità residenziali, in cui le persone in difficoltà pagina a cura di L.V. Venerdì 15 Maggio 2015 Alcuni dei tanti volontari attivi presso la mensa per i poveri di San Simone, in città, in occasione di una visita del Vescovo Roberto possono trovare un “ricovero”! Queste opere-segni sono collocate un po’ su tutto il territorio diocesano di Mantova e in varie zone dell’area provinciale. Però in questa occasione, la citata “panoramica” prende in esame solo quelle che ruotano nell’orbita della città, e dei comuni limitrofi; o in altre parole, che gravitano attorno alla sfera della Grande Mantova, e del relativo Distretto. Le ragioni sono di facile intuizione (si possono Per tracciare un quadro sintetico di tutti i servizi che la Caritas propone, abbiamo incontrato oltre al direttore, Giordano Cavallari, alcuni degli operatori che guidano i vari settori di intervento: Davide Boldrini, responsabile del Centro per i poveri di “C.a.s.a. San Simone” (Centro di ascolto, servizi e accoglienza, gestito dalla evincere anche da una delle domande che pure noi abbiamo sottoposto agli stessi aspiranti sindaci nelle interviste che pubblichiamo nelle pagine precedenti): il Comune cittadino, oggi, non si può più limitare a fare il… “Comune cittadino”. Per forza di cose, infatti, è chiamato a uscire dalle mura della città e a “giocare” un ruolo che supera i suoi confini, per estendersi a quelli provinciali. La Provincia, intesa Associazione Agàpe), e anche dell’Osservatorio diocesano delle povertà; Maria Luisa Cagia, responsabile dell’Ufficio “Proximis”; Renato Gandolfi, responsabile della Comunità Mamrè di Mottella (gestita mediante l’Associazione Abramo), e coordinatore delle diverse “opere di carità”; Laura Lorusso, che opera presso la “Casa della come istituzione, sarà sempre più “assente”, è destinata a scomparire. Quindi appare chiaro che alla luce di una progressiva perdita di funzioni, di competenze e importanza, da parte di quest’ultima, l’Ente pubblico del capoluogo risulterà investito di una maggiore responsabilità, nei confronti dell’intero territorio provinciale. Dovrà in qualche modo fungere da punto di riferimento, traino, e rosa” (diretta da Teresa Soetz), e segue i progetti inerenti l’housing sociale; Carlo Martiradonna, che si occupa dell’ambito dei profughi, ed è responsabile della casa di Borgoforte in cui vengono accolti 11 di questi giovani migranti; ed infine, Francesco Simoncelli, che coordina le attività del Magazzino per gli alimentari. I servizi tradizionali di C.A.S.A. San Simone: ascolto, mensa, indumenti, igiene e tanto altro assumerà il compito di “centro di coordinamento”, rispetto a tutti gli altri Comuni… Per questi motivi insomma, i nuovi amministratori comunali di Mantova sono attesi da un impegno ancora più “massiccio”. Già lo è del resto per via di altre motivazioni: non ultima… la questione delle “nuove povertà”, collegate alla crisi economica e alla disoccupazione in crescita, oltre che alle non poche forme di disagio e problematiche sociali che si stanno diffondendo e aumentano continuamente. I sindaci e gli assessori del domani… avranno molto a che fare con questi “aspetti” piuttosto spinosi. Ai quali la Chiesa, attraverso la Caritas e i suoi molteplici “bracci operativi”, sta riservando da parecchi anni una notevole attenzione. Concreta… L’apporto che è stato fornito non è indifferente, bensì consistente. Da qualsiasi punto di vista. Anche per le risorse messe a disposizione, e per il grande supporto garantito da un volontariato tuttora cospicuo! RIVALUTARE “AL RIALZO” «Le opere di carità, di cui parla anche Papa Francesco, servono e sono utili per tutti i cittadini! – ha sottolineato Giordano Cavallari, l’attuale direttore della Caritas – E la Chiesa, i suoi servizi, li offre gratuitamente. Adesso, sta ricevendo un contributo solo da parte di un paio dei sei Distretti nei quali sono suddivisi i Comuni virgiliani… Tra questi vi è il Distretto di Mantova. Però il supporto economico viene erogato soltanto per le comunità residenziali. Ai Centri di ascolto per i poveri, quello cittadino situato in “San Simone” così come tutti gli altri, non viene più elargito niente. Il contributo è cioè molto parziale. Ma lo era pure prima, ossia quando quasi tutti i Distretti avevano sottoscritto le convenzioni di collaborazione con la Caritas, e anche i Centri di ascolto ne beneficiavano. E lo era, parziale, perché ciò che mette in campo la Chiesa è tanto, davvero tanto. Fra risorse finanziarie, lavoro dei volontari, edifici di proprietà, attività svolte e iniziative portate avanti, per esempio sotto il profilo del reperimento e dello smistamento dei generi alimentari, o degli indumenti, sul piano della socializzazione, e via discorrendo, lo sforzo compiuto e le energie profuse dalla Chiesa sono rilevanti e di non poco conto: sappiamo sul serio “moltiplicare”… quello che ci viene dato…». Ci si aspetta perciò un’attenzione un po’ più “adeguata”, da parte di chi amministra la “cosa pubblica” e ha il dovere istituzionale di farsi carico dei problemi sociali delle persone, e in primis dei cittadini più fragili. Sì, perché adeguata non sempre lo è stata, questa attenzione. Anzi, negli anni più recenti si è rivelata un’attenzione… in ribasso. La “bontà” di quanto realizzato dalla Diocesi e l’entità dei benefìci resi e ricaduti sul contesto dell’intera collettività, andrebbero forse rivalutati un po’ meglio. Al rialzo. E non per meri “calcoli economici”, bensì in quanto oggi si sta assistendo appunto a un costante incremento delle richieste di aiuto. La domanda sale: e nonostante che anche la Chiesa “soffra” come tutti, a causa del periodo di recessione vissuto non solamente in Italia, comunque non ha lesinato il suo impegno e non si è fermata. Al contrario, le “opere” sono cresciute, numericamente e qualitativamente, e alcuni servizi stanno ora cambiando pelle, si trasformeranno, in linea con il mutamento delle necessità sociali. Il che denota peraltro anche una pronta capacità di “lettura”, rispetto alle novità e alle rinnovate esigenze che affiorano da un tessuto sociale in fase di perenne fibrillazione. Sarebbe fondamentale, dunque, che i nuovi amministratori si premurassero almeno di confrontarsi con quanto emerge e viene attuato, mediante le opere di carità locali. Al di là delle idee di ciascuno, si rimarca come in ballo vi sia una cosina denominata giustizia sociale. Che non ha un colore politico. E che oggigiorno si traduce anche in “tenuta sociale” (pure questo è un valore essenziale!). Si è al cospetto di un momento cruciale: la Chiesa ci mette tutto ciò che ha. Speriamo che lo si colga e faccia fruttare. Quasi 200 interventi nel 2014. Italiani in crescita. Il sostegno di parrocchie, famiglie, volontari I l Centro di “C.a.s.a. San Simone” (l’acronimo significa appunto Centro per l’ascolto, i ser vizi e l’accoglienza) offre diversi servizi, riconducibili in pratica a tre tipologie di intervento: quelli finalizzati alla soddisfazione immediata dei bisogni primari (mensa, cambio degli abiti, igiene personale e altro…), quelli tesi all’accompagnamento verso l’autonomia (distribuzione dei viveri, mobilio, guardaroba…), e quelli relativi invece alla promozione e al re-inserimento sociale (orientamento e tutela dei diritti, sostegno economico…). Oggi la struttura non gode più di alcun contributo pubblico. Riceveva circa 90.000 euro (grazie ai protocolli di intesa e annesse convenzioni, stipulate con i Comuni a suo tempo): poi a un tratto, di punto in bianco, più nulla. E tuttavia i servizi sono cresciuti ugualmente (anche perché a certe “grida di soccorso”, come si fa a non rispondere?). Sono cresciuti comunque, per merito di un impegno ancora più intenso, da parte della Chiesa. E poi, come ha spiegato Davide Boldrini, per la folta presenza dei volontari (ora più di trecento), e per l’apporto sempre più significativo fornito dalle parrocchie cittadine, vera e solida fonte di sostegno (sono le socie dell’Associazione Agàpe, che si occupa di gestire il Centro: peraltro, di recente si è registrato un nuovo ingresso, San Leonardo, e così oramai la “copertura” cittadina è pressoché completa). Attraverso le parrocchie stesse, si è messa in moto una “via di finanziamento” che è divenuta considerevole: tanti nuclei familiari, in svariate circostanze, scelgono quanto destinare in beneficenza ai servizi dedicati ai poveri, e consegnano le loro offerte alle parrocchie, durante la Messa… Oggigiorno intorno alla città, si è costituita una “rete” composta da circa quattrocento famiglie che devolvono un loro contributo per questo scopo. E complessivamente, in questo modo, si arriva a mettere insieme una cifra non indifferente: circa 50.000 euro all’anno. Che consentono di respirare, e andare avanti! O meglio, permettono di mantenere gli stessi “standard” e livelli di intervento. Nel corso del 2014 il lavoro compiuto è stato più o meno in linea con le annate precedenti. Si sono incontrate poco più di 1.950 situazioni: termine, quest’ultimo, che può indicare tanto la singola persona, quanto un nucleo familiare, perché succede spesso che dietro il cittadino che si reca al Centro ci siano una moglie e dei figli. Pertanto, se si volesse calcolare il numero delle persone effettivamente assistite (operazione ovviamente non semplice), questo sarebbe sicuramente molto superiore rispetto alle 1.950 unità citate. In ogni caso, ultimamente, è aumentata anche la quantità delle famiglie che vanno a chiedere aiuto al Centro, nel loro insieme. Cioè con tutti i componenti… E rispetto al passato è cresciuta la presenza degli italiani in carico ai servizi: sono poco più di 500 casi, ossia circa un quarto del totale. Un ulteriore dato di rilievo riguarda la residenzialità: al di là di una piccola percentuale (23%) di persone prive di una residenza (si tratta per lo più di stranieri), dalle statistiche si scopre che sette “utenti” su dieci risiedono nel Mantovano. Cioè la quota dei residenti, di chi è “radicato” sul territorio locale (non è né di passaggio, né un “vagabondo”, bensì un cittadino mantovano a tutti gli effetti) è sempre imponente. Questi sono solo i dati inerenti i servizi riferiti all’area della grave emarginazione e povertà acuta, ovvero agli interventi, per così dire, di “bassa soglia”. Ma a partire dal 2009, e negli ultimi anni in misura sempre più consistente (proprio sotto questo profilo è stato potenziato l’impegno), si è aperta una prospettiva di aiuto e accoglienza che prima non veniva svolta e non era contemplata. Indirizzata a chi? A chi fino a ieri si pensava che non avrebbe mai avuto delle grosse difficoltà, sul fronte economico, e adesso invece, si ritrova in una condizione di semi-povertà e di disagio! “C.A.S.A. SAN SIMONE” ALCUNI DATI - Anno 2014 “Situazioni” incontrate e assistite 1.951 Persone straniere 1.448 Presenze italiane 503 Percentuale degli italiani 25,78% Aumento degli italiani (rispetto al 2013) +6,8% Persone incontrate per la prima volta 520 Percentuale dei “primi incontri”, rispetto al totale 27% “Nuovi incontri” italiani 160 Percentuale (in crescita) dei “nuovi incontri” italiani 30,7% Persone residenti nel Mantovano 1.367 Percentuale dei residenti nel Mantovano 70% Persone residenti in altre province 128 Percentuale dei residenti in altre province 6,5% Persone prive di residenza 456 Percentuale delle persone prive di residenza 23,7% D Venerdì 15 Maggio 2015 E il sostegno economico e finanziario per i “nuovi poveri”, grazie a Proximis a una parte ci sono quindi le persone profondamente emarginate, quelle che restano “fuori dai diritti”, i diritti non scritti e non direttamente esigibili (“barboni”, stranieri, immigrati clandestini, profughi, persone che si trovano in una situazione di “povertà assoluta”…), mentre sul versante opposto si collocano quei cittadini e nuclei familiari che rientrano nella sfera dei diritti riconosciuti, e fruiscono pienamente del diritto di cittadinanza, però stanno vivendo e affrontando un momento di crisi economica per via del quale chiedono un “supporto”, eppure non ricevono una risposta congruente (a causa anche dell’impoverimento degli interventi predisposti dalle istituzioni, dentro il quadro di un’assistenza sociale carente, “a maglie larghe”: una volta, ai tavoli dove si dovevano programmare i servizi, sedevano parecchi interlocutori; oggi si sono un po’ “squagliati”, dileguati, e praticamente sono stati smontati anche i tavoli medesimi…). La risposta che in “San Simone” si è impostata da questo punto di vista (cioè quello economico) ha un nome molto preciso: si chiama “Proximis”. L’apposito Ufficio così denominato è stato creato nel 2009 in via sperimentale ed è divenuto un servizio vero e proprio, ossia permanente, a partire dal 2012 (Proximis è un acronimo che significa “Programma X per interventi tesi al micro-credito sociale”; ma naturalmente richiama pure il concetto della prossimità). Il servizio funziona “al plurale”, nel senso che ha a che vedere con un campionario variegato di realtà catalogabili come “nuove povertà”. Come ha raccontato Maria Luisa Cagia, si tratta di situazioni pre-default. Vicine al “fallimento”. Vissute da cittadini che risultano invisibili ai servizi pubblici (non sono ancora ufficialmente ascrivibili alle “liste dei poveri”), però che sino a poco tempo fa non si erano nemmeno mai rivolti alla Caritas… Oltre la metà delle persone coinvolte sono peraltro italiane. E alle loro spalle c’è una famiglia, con dei figli minori a carico. In genere si tratta di nuclei alle prese con un forte ridimensionamento della capacità reddituale, dovuto magari alla perdita dell’impiego da 9 SPECIALE CARITAS pagina a cura di L.V. Il Magazzino di Mottella “movimenta” e distribuisce parecchi viveri e derrate alimentari parte di uno dei componenti, o ad una diminuzione del monte-ore lavorativo. Le problematiche si mostrano alquanto differenziate: c’è chi deve fronteggiare il pagamento dell’affitto o del mutuo; però, ci sono anche molti episodi relativi a debiti accesi per l’acquisto dell’automobile o di un elettrodomestico; all’improvviso, così, ci si ritrova “oppressi” dalla scadenza della rata men- L sile da corrispondere, che il deterioramento reddituale non permette più di versare regolarmente: con tutti i rischi connessi all’intenzione dei creditori di vedere rispettati gli accordi, e di rivalersi sulle famiglie, nel caso che non riescano a recuperare quello che spetta loro. Bisogna rilevare che a volte i prestiti chiesti e per i quali ci si trova un po’ in difficoltà, riguardano delle spese non strettamente necessarie, che qualcuno si è concesso quando gli è stato possibile farlo: la crisi sta tuttavia richiamando all’ordine la nostra “mentalità consumistica” di ieri ed esige un cambiamento nello stile di vita; che però è lento e ha bisogno di tempo. Di frequente accade anche di incontrare delle persone finite nei guai (finanziari) per fronteggiare i debiti accumulati tramite il vizio del gioco d’azzardo. Il fenomeno delle “dipendenze”, è purtroppo abbastanza diffuso. Più spesso, comunque, la richiesta del sostegno economico è legata a seri problemi “ordinari”, come le spese mediche (tra cure, esami costosi, interventi di odontoiatria, occhiali…), o quelle riguardanti la scuola dei figli (libri, testi, gite, e abbonamenti per il trasporto scolastico…). Le domande da esaminare e le attività da espletare vengono gestite da un nutrito gruppo di volontari (sono oltre una decina quelli disponibili), tra cui figurano alcuni esperti in materia legale “UFFICIO PROXIMIS” INTERVENTI EFFETTUATI - 2014 Ascolto e orientamento ai servizi territoriali 165 casi Supporto economico 153 casi (122.300 €) CREDITO Micro-credito locale 7 casi (15.250 €) Prestito della Speranza 6 casi (32.100 €) Sostegno anti-usura 1 caso (17.000 €) Totale interventi finanziari 14 casi (64.350 €) FONDO PERDUTO Fondo di sollievo 83 casi (25.427 €) Fondo famiglie in difficoltà 30 casi (22.488 €) Fondo famiglie e minori 26 casi (10.034 €) Totale interventi a fondo perduto 139 casi (57.949 €) COMUNE DI MANTOVA Crediti totali 25 casi (33%), 99.400 € (40%) Erogazioni a fondo perduto 85 casi (61%), 19.480 € (34%) e vari professionisti provenienti dall’area bancaria. L’ottica in cui ci si muove è imperniata attorno al dogma di sempre: si pone al centro la persona; nel caso specifico le persone: cioè la famiglia nella sua globalità. La base, il punto di partenza, è ogni volta la (ri)costruzione del bilancio economico del nucleo familiare: però l’aspetto economico viene inserito nel quadro relazionale e sociale della famiglia. Solamente se Interventi “plurali”, fra micro-credito e molteplici erogazioni a fondo perduto a sede dell’Ufficio Proximis si trova nei locali di “C.a.s.a. San Simone”, a Mantova, in via Arrivabene. Il servizio si rivolge dunque a chi si trova in difficoltà economica e anche alle piccole e mini-imprese, a quanti desiderano avviare una loro attività, e poi si occupa pure di sostenere dei percorsi finalizzati ad agevolare l’inserimento sociale e lavorativo, oltre che di favorire il mantenimento di condizioni abitative dignitose, la conservazione di una buona capacità di reddito, la scolarizzazione dei minori, e anche la qualificazione professionale, finanziando i costi per la partecipazione a determinati corsi di formazione o di aggiornamento… Gestito da un operatore qualificato a tempo pieno (appunto Maria Luisa Cagia), affiancato dai volontari, esperti in temi bancari e giuridici, l’Ufficio mette a sistema tutte le molteplici misure economiche e finanziarie promosse dalla Diocesi, a sostegno delle fasce più deboli della popolazione virgiliana. Distribuzione di farmaci e molti generi alimentari Ricordiamo che tra le attività più recenti messe in piedi dalla Caritas, vi è anche il Servizio di Farmacia, finalizzato alla distribuzione gratuita dei medicinali (prezioso è l’apporto fornito dall’Associazione dei farmacisti cattolici), nonché l’apertura (e il suo successivo consolidamento) del Magazzino degli alimentari (questo è attivo a Mottella di San Giorgio, nei pressi della Comunità Mamrè). Il Magazzino, durante il 2014, ha distribuito circa 55.000 euro di generi alimentari, non più provenienti, come invece in precedenza, dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (questa aveva infatti pressoché dismesso il suo servizio: ha erogato assai poco), bensì acquistati in proprio (si sono spesi circa 60.000 euro), grazie alle donazioni e all’aiuto assicurato da alcune fondazioni, con cui si è sopperito appunto alla “mancanza” dello storico apporto assicurato dall’Agea. I volontari del servizio per la distribuzione dei farmaci attivo da un paio di anni in San Simone Difatti, accanto al microcredito sociale si occupa pure dell’erogazione di contributi a fondo perduto. In particolare, le “misure” gestite o alle quali partecipa sono queste: il micro-credito, che è un intervento sviluppato grazie alla collaborazione attivata tra Caritas, Associazione Agàpe, Fondazione della comunità di Mantova, Confindustria e Sezione cittadina del Rotary Club (questi enti hanno costituito un apposito “fondo di garanzia”, reso possibile e come frutto di una convenzione, sottoscritta da Agàpe con “Mantovabanca 1896 Bcc”); il “Fondo di sollievo”, istituito dalla Fondazione della comunità mantovana; il “Prestito della Speranza”, inizialmente nato da un accordo ad hoc nazionale stipulato dall’Associazione delle Banche e dalla Cei, e ora disciplinato dall’accordo firmato dalla medesima Conferenza Episcopale Italiana, con il Gruppo “Banca Intesa-San Paolo”; il collegamento con la solida Fondazione anti-usura “San Bernardino” di Milano; il “Fondo rivolto alle famiglie in difficoltà”, alimentato dalle parrocchie della Diocesi di Mantova; il Fondo “Famiglie e Minori”, sostenuto da tanti cittadini privati e finalizzato alla cura della salute e al diritto allo studio, per i ragazzi. Inoltre, Proximis è coinvolto in ulteriori fondi, bandi, iniziative previste per progetti specifici, in cui è presente insieme ad altre realtà (nel settore del volontariato, e nella lotta al gioco d’azzardo, nel campo degli sfratti dovuti a una morosità incolpevole). Dal 2009 sino alla fine del 2014 (i dati sono aggiornati allo scorso 31 dicembre), ai servizi di Proximis si sono rivolte più di 1.000 persone, tante di origine italiana, e non intercettate prima dai servizi caritativi e assistenziali. E in totale, sono stati distribuiti oltre 570.000 euro: attorno ai 274.000 euro complessivi si aggira la somma degli aiuti erogati “a fondo perduto”, mentre le risorse elargite tramite il microcredito locale, il “Prestito della Speranza” o in sintonia con la Fondazione “San Bernardino”, hanno in sostanza superato in totale i 296.000 euro. Scendendo più nel dettaglio dei dati, con il micro-credito locale si sono assegnati poco più di 96.000 euro (46 interventi), sempre nel periodo compreso fra il gennaio del 2010 e la fine dell’anno passato; 25.400 euro (circa il 25% del totale…), per 13 interventi, hanno riguardato il Comune di Mantova. Invece, mediante il “Prestito della Speranza”, sono stati erogati 29 prestiti, per circa 151.600 euro; 12 di questi sono stati elargiti sul territorio del capoluogo (per un totale di 74.000 euro, pari al 49%). Per cui, assieme, tutti i crediti concessi (tra quelli locali e quelli derivanti dal “Prestito della Speranza”) ammontano a 75 unità (quasi 248.000 euro); 25 (circa un terzo) sono stati distribuiti nell’area comunale della città (in valori assoluti si tratta di oltre 99.000 euro, corrispondenti a un 40%, in confronto al totale). Generalmente, i crediti vengono estinti per avvenuto rimborso. La “quota” di quelli non rimborsati, ossia l’insolvenza, il default, è piuttosto bassa: si aggira attorno al 4% (e si provvede tramite l’escussione dal fondo di garanzia). Ciò testimonia allora che è stato eseguito un ottimo lavoro a monte: se la risposta è “sana”, vuole dire che gli operatori di Proximis hanno avanzato una proposta che l’utente è sul serio in grado di onorare, senza fare salti nel buio e andare ad aggravarne la posizione (ovvero una proposta di credito sostenibile). Nell’economia dei prestiti rientra inoltre anche la questione dell’usura: si tratta di interventi lunghi e complessi, si ha davanti la situazione nella sua “interezza”, sia sul piano finanziario, e sia in ordine alle relazioni sociali, è possibile intraprendere la strada più consona, orientando le persone verso l’adozione di una risposta mirata, o della “soluzione” più corretta. In pratica, la “squadra” di Proximis deve comportarsi e agire come un’equipe medica ben articolata: stila una “diagnosi” a 360 gradi, e dopo propone la “cura” più idonea. finalizzati a soccorrere delle situazioni di forte esposizione e sovra-indebitamento (fuori dai margini della legalità…), per i quali ci si appoggia appunto alla Fondazione San Bernardino. In questo contesto, si sono finora seguiti in tutto 4 casi, e investiti circa 48.000 euro (per fortuna sono cifre contenute!). Poi ci sono i finanziamenti a fondo perduto. Nel complesso si sono erogati 274.300 euro, più o meno equamente distribuiti tra i vari fondi costituiti (Sollievo, Famiglie, e Minori); 78.000 euro (il 28,5%) hanno riguardato il Comune di Mantova. In merito al solo anno 2014, 165 persone hanno beneficiato dell’ascolto e dell’orientamento verso i servizi territoriali, mentre sono stati realizzati 153 interventi di supporto economico o finanziario, per un totale di 122.300 euro distribuiti. Si sono effettuati 1 intervento anti-usura (circa 17.000 euro), e 13 in relazione ai prestiti (7 di micro-credito locale e 6 con il “Progetto Speranza”), per un totale di 47.350 euro. Così nel complesso questi interventi hanno elargito poco più di 64.000 euro. In ordine ai fondi perduti, e sempre per quanto concerne solo lo scorso anno, si sono erogati quasi 58.000 euro (139 casi), per lo più tramite il Fondo di sollievo (83 casi, 25.400 euro). Il Comune di Mantova è stato interessato da 85 interventi (il 60%), per 19.480 euro (33,5%). Nel capoluogo si è fruito in misura preponderante dei finanziamenti riservati ai minori (62%). CONTINUA… La settimana prossima proseguiremo il discorso, completando la panoramica con la presentazione dei servizi di natura comunitaria, residenziale, incluse l’accoglienza dei profughi, e la nuova “frontiera” dell’housing sociale…