Percorso formativo grest 2013

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Percorso formativo grest 2013
Proposte per incontri
Formazione animatori Grest 2013
(a cura della Commissione
C
formazione diocesana)
Premesse: l’attenzione è inizialmente posta sugli adolescenti animatori e solo
olo in seconda battuta si
considera l’importanza del tema del Grest 2013 “EVERYBODY”.. Gli educatori responsabili dei
percorsi dovranno adattare alle loro realtà il percorso con, almeno, una duplice attenzione:
- Diversificare la proposta tra animatori esperti e animatori che svolgono questo servizio per la
prima volta
- Monitorare
rare la competenza degli adolescenti nell’acquisire conoscenze e abilità per una crescita
personale, mentre si lavora sul loro essere animatori.
Ricordiamo che sono disponibili tutti i materiali formativi anche delle presentazioni a educatori e
catechisti nelle interzone, sempre sul sito focr.
INCONTRO 01
ANIMARE:
VOCE DEL VERBO ESSERE
Temi:
- Aver cura delle motivazioni;
- Approfondire quale deve essere lo stile di un buon educatore.
Obiettivo:
Aiutare
iutare gli animatori a prendere coscienza del loro ruolo di animatori che non comporta solo un
fare qualcosa, ma un rispondere alla fiducia che la comunità ripone in loro. Essere animatore è un
servizio e un dono,, una possibilità e un’occasione. Richiede di
di sapersi mettere in gioco e di non
pensarsi centro del mondo o del Grest. Richiede inoltre il saper cogliere il valore che essi rivestono
nei confronti dei bambini, che li vedono come modelli e punti di riferimento.
Attività:
Attività 1:
Lavorare sui gesti che un animatore compie durante il suo lavoro: salutare un bambino al mattino
o alla sera, abbracciarlo, dirigere un gioco, ballare con gli altri animatori, fare la pausa merenda
con i bambini anziché con i propri amici al bar, sedersi sul
sul pullman vicino ai ragazzi e non ai propri
amici animatori, vivere un momento di gita o di preghiera per e con i bambini. Gesti molto
semplici che in una giornata di grest viviamo inconsapevolmente,
inconsapevolmente ma che raccontano il perché e il
senso di una relazione.. Che differenza c’è tra il vivere un momento di preghiera vicino ai bambini e
viverlo negli ultimi banchi insieme agli animatori? Si potrebbero elencare e simulare dei momenti
di grest e provare a capire quale significato questo gesto riveste. Successivamente
Successivam
affrontare il
tema delle motivazioni degli animatori attraverso l’analisi della corporeità: cosa fanno, come sono,
come si muovono, perché, cosa esprimono, cosa vedono i bambini. Si provi a fare
f
foto o video del
loro modo di porsi e poi creare una griglia
gri
che raccolga tutti questi gesti.
A questo punto un passaggio importante è quello di richiamare la catena educativa e quindi fare
memoria dei gesti che i ragazzi hanno visto fare dai loro animatori: perché ve lo ricordate?
Attività 2:
Lavorare sulla parola “animatore”, che già contiene il significato di ciò che essi sono in quanto
animatori del Grest. Chiedendo agli adolescenti di definire gli aggettivi che qualificano l’animatore,
essi saranno invitati ad entrare in questo ruolo non secondo delle definizioni precostituite, ma a
partire dalla loro esperienza che può diventare competenza se rielaborata nel gruppo. Dalla parole
emerse poi vestire un manichino, dove ogni indumento è simbolo di un aspetto dello stile
dell’educatore (per esempio occhiali = sguardo, cappello = testa, mani, piedi, …).
Attività 3:
Lavorare sui gesti dell’animatore, far lavorare gli adolescenti a gruppi di 4 chiedendo loro di
indicare gli aggettivi che definiscono l’animatore e di farne una classifica di importanza. Dopo aver
scelto i 5 più importanti, ogni gruppo metterà in scena momenti di Grest in cui gli animatori vivono
tali atteggiamenti, facendo indovinare agli altri gruppi di quali aggettivi si tratta. L’educatore
recupera poi dando spiegazione a ogni aggettivo, per presentare un identikit dell’animatore.
Preghiera/meditazione:
Si potrebbe proiettare il filmato del cardinale che ha annunciato l’Abemus Papam: preso in giro in
modo molto pesante dai giovani sulla rete per i suoi movimenti fisici, prese in giro che non
tengono conto della malattia grave di cui è affetto il cardinale: il Parkinson. Quali attenzione devi
avere come animatore al corpo dell’altro? La fragilità del loro corpo in divenire è un aspetto ma
non è dimensione etica. Dichiarare che gli altri non sono dati per essere meno schiavi di noi, l’altro
mi prende su di sé, l’essere animatore è dono per me.
Si può ascoltare la canzone La cura di Battiato come preghiera, rivolta da noi a Dio, da Dio a noi, da
noi ai ragazzi, dai ragazzi agli animatori.
INCONTRO 02
IL BENE VA FATTO BENE
Tema:
-le competenze dell’animatore
-il lavoro di gruppo
Obiettivo:
Per essere animatore non basta fare qualcosa, magari immagazzinato nella memoria del nostro
essere bambini del grest. È importante acquisire delle competenze, imparare a essere animatore e
non improvvisarsi. Il bene si fa bene; il servizio non si butta là perché gratuito; si cura perché
prezioso.
Attività:
Attività 1:
Per sottolineare il lavoro in gruppo: Con i colori a dita realizzare un quadro astratto e poi
recuperare secondo queste provocazioni:
- Cosa vuol dire al grest “sporcarsi le mani”?
- Come avete gestito la collaborazione tra di voi? (Ognuno fa il suo pezzetto? uno dirige i
lavori e gli altri eseguono? Come coordinarsi con l’azione dell’altro?)
- Costa fatica tradurre in azione il pensiero?
- Il risultato delle tue azioni puoi valutarlo alla fine
- La bellezza del quadro si vede da lontano
- Il gruppo
Per sottolineare la relazione educativa con i bambini: come gli animatori si relazionano
in modo educativo con i bambini? Come li guardano? Cosa vedono nei bambini?
Consegnare foto di bambini e aiutare a riflettere sui compiti educativi della loro età,
definiti n base alla corporeità e alla maturità di ogni fascia di bambini. In diversi gruppi
gli animatori pensano come rapportarsi, quali compiti, quali sfide e quali approcci,
attraverso delle schede ad hoc. Cosa sentono, pensano e fanno di fronte a situazioni concrete di
bambini concreti?
Attività 2:
Attraverso un gioco in tre manches due squadre si sfideranno in prove che richiedono una sinergia
sempre più forte e una comunicazione sempre più attenta ed efficace. Ma anche sempre più
complicata. Nella rielaborazione del gioco quindi, gli adolescenti saranno portati a cogliere
l’importanza della comunicazione perché ci sia gruppo e l’essenzialità di essere in sinergia e
comunione di progetto e di intenti per riuscire in una attività o, ancora di più, in un Grest. Più la
situazione è complicata più è importante avere abilità comunicative sviluppate. Durante l’attività
osservare con attenzione alle dinamiche comunicative che cambiano al variare della difficoltà del
gioco. Spesso, più la situazione richiederebbe un maggior dialogo, più la reazione spinge verso un
maggior silenzio e minor confronto. Dopo aver diviso in squadre i ragazzi, saliranno su un foglio di
carta sempre più piccolo (da un A0, a un A1 a un A2 (o foglio di giornale). Uno o due degli ado di
ogni squadra fungeranno da educatori e daranno delle indicazioni: nella prima manche parlando,
poi scrivendo e nella terza manche in silenzio. Dopo le manche si possono scrivere le parole
principali che sono state importanti durante il gioco. Nel recupero del gioco si portano i ragazzi a
riflettere sulla comunicazione, sul linguaggio verbale e non verbale, sulla capacità di rispondere in
gruppo a delle indicazioni, cioè sulla capacità di andare tutti insieme nella stessa direzione.
Attività 3:
Attraverso una storia, in cui i ragazzi sono protagonisti e il cui esito è in mano a loro, essi sono
portati a riflettere sulla relazione educativa. In particolare, tocca a loro inventare delle prove
concrete per darsi un nome, cioè per tirarsi fuori dall’anonimato e quindi poter anche aiutare i
bambini a fare lo stesso. Educazione è dare un nome ai ragazzi, aiutarli a essere se stessi. Nella
conclusione della storia i ragazzi firmeranno l’impegno a lottare per esercitare quelle qualità
tipiche di un animatore che voglia essere anche educatore. Le prove che gli ado inventano devono
essere fattibili e capaci di far estrapolare il significato che portano in sé. L’attenzione principale è il
messaggio da passare: un’animazione che sappia educare, cioè dare nomi e identità a sé e agli
altri. Si parte dal racconto di una storia (che può essere raccontata, rappresentata o proiettata):
“Un cavaliere arriva in un paese dove tutti non hanno nome. Come mette piedi nel paese anche lui
perde il suo nome. Vi immaginate che caos? Dal mago del villaggio scopre che c’è stato un
incantesimo ad opera di una strega e solo il cavaliere con un gesto può sciogliere l’incantesimo. Il
cavaliere dovrà dare un nome a se stesso e allora l’incantesimo sarà sciolto e tutti avranno il loro
nome.
Per darsi un nome deve superare tre prove che dimostrino che lui è capace di:
- Ascoltare
- Osservare con attenzione
- Accogliere e rispettare tutti
Aiuta il cavaliere a continuare la storia”.
I ragazzi divisi in gruppi penseranno le prove e faranno sfidare tutti gli ado.
Si recupera quindi – a partire dal gioco e dal significato che danno alle prove inventate – il valore
dell’educazione per ridare verità alle persone. Al termine, arriva un baule in cui c’è un foglio con la
fine della storia, che è una domanda: ti impegni a lottare con tutta la tua capacità di ascolto, di
attenzione e di accoglienza, perché i bambini del tuo Grest scoprano il loro vero nome? Gli ado
sono invitati a firmare la loro adesione e il loro impegno.
Canzoni:
Lavorare sulla canzone “Si può fare” di Branduardi
Preghiera/meditazione: Gen 1-2 la creazione continua in base all’azione del mio corpo, in positivo
o in negativo. Come tu agisci nel Grest determina molto del buon funzionamento del grest, ma
determina anche un miglioramento della creazione (vedi omelia di papa Francesco sul custodire).
INCONTRO 03
IL TEMA DEL GREST/1:
IDENTITÀ E RELAZIONE
Tema:
Fra i valori che il corpo riveste nella vita di ciascuno, relazione e identità sono quelli fondamentali.
Con il corpo tu sei te stesso e ti relazioni con gli altri, con il mondo, con Dio.
Obiettivo:
Aiutare i ragazzi a cogliere l’importanza del loro corpo nel definire se stessi, non come
unicum, ma come strumento che costituisce il sé; inoltre cogliere il corpo come il
principale canale di relazione con l’esterno: come usarlo al meglio e quali i rischi
connessi.
Attenzioni pedagogiche da condividere:
1) In che modo guardo i bambini?
2) Cosa mi dicono e come?
3) “io testimone con il mio corpo": ho coscienza nel vestirmi, nell'usare determinati gesti, ho
pudore nei confronti dei bambini; so che ciò che faccio del mio corpo sarà per loro un ok a
ripeterlo?
Attività:
Attività 1:
In cerchio, ognuno deve presentarsi al gruppo attraverso un gesto del suo corpo che sia
significativo di sé, esprima qualcosa di sé, senza aggiunta di parole.
Attività 2:
I ragazzi vengono divisi a squadre. In 4 minuti devono scrivere su un cartellone l’elenco delle parti
di cui è composto il nostro corpo. Vince chi ne scrive di più. Non riusciranno mai a completare
l’elenco, siamo fatti di parti pressoché infinite, o in numero così elevato da non riuscire a finirlo.
Riflettere poi sul fatto di essere fatti bene, “da Dio”!
Attività 3:
I ragazzi, a squadre o a sfida individuale, devono scrivere il proprio nome nell’aria, con il proprio
corpo che si muove nel vuoto. Si può poi riflettere come il corpo è lo strumento che ci permette di
essere noi stessi e di esistere nel tempo e nello spazio. Si può movimentare il gioco con delle
regole (farlo con gli occhi chiusi, farlo fischiettando, non staccare un piede da terra,… ).
Attività 4:
I ragazzi si dispongono a coppie, in piedi uno di fronte all’altro. Al via hanno un minuto di tempo
per osservare in silenzio il compagno. Quindi si girano di spalle e il conduttore comincia a fare
domande: (una domanda ad ogni ragazzo, girando per tutte le coppie) chiedendo un particolare
del compagno/avversario di coppia: di che colore ha l’orologio? Come sono le cuciture dei jeans?
Cosa c’è scritto sulla tasca dei pantaloni?...). Vince chi indovina più particolari. Riflettere poi
sull’importanza di guardare l’altro con attenzione, non essere superficiali e non dare per scontato
di conoscere, nemmeno il corpo dell’altro, a maggior ragione la persona dell’altro!
Preghiera/meditazione: Sal 138: “Hai fatto di me una meraviglia stupenda”. Anche nel mio corpo
limitato posso cogliere la meraviglia del passaggio di Dio. Aiutare i ragazzi a stupirsi della
complessità e della perfezione del nostro corpo.
Canzoni:
Si può utilizzare la canzone di Jovanotti “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”
INCONTRO 04
IL TEMA DEL GREST/2:
COMUNICAZIONE, ESPRESSIVITÀ E AZIONE
Tema: Il corpo è mezzo indispensabile per comunicare e comunicarsi, per esprimere ed esprimersi,
per agire e agirsi. Come, che cosa, perché e quando il corpo è tutto questo?
Obiettivo: aiutare i ragazzi a cogliere la valenza del corpo come mezzo di comunicazione. Senza il
corpo tu puoi anche passare vicino all’altro, ma non comunichi nulla. Inoltre il corpo è il mezzo
privilegiato per un’azione educativa quale quella dell’animatore del Grest.
Attenzioni pedagogiche da trasmettere:
1) Il valore dell’accoglienza
2) L'importanza del saluto e del nome.
3) Come sto nella squadra, ascolto i bambini o sono solo "cose" da impegnare e portare in giro?
Attività:
Attività 1
Il tema può essere introdotto da alcuni giochi che cervono per scaldare il clima e mettere i ragazzi
nell’ottica di partecipare:
- Ogni ragazzo ha dei bigliettini da pescare con delle indicate delle azioni: in uno
l’espressione e nell’altro l’azione da fare (per esempio saluta il tuo migliore amico con noia,
abbraccia tua mamma con rabbia, ecc.). L’emozione e il gesto possono essere in
contraddizione oppure coerenti.
- Ogni ragazzo pesca un bigliettino con indicata una parola che deve mimare al resto della
sua squadra, possono essere fatte anche più squadre per creare competizione.
- Far pescare ai ragazzi dei bigliettini con indicate delle parti del corpo che si devono toccare
(p.es. mano – guancia, pancia – testa, ecc.) . I ragazzi troveranno il modo per fermare il
bigliettino tra quelle parti.
Attività 2 :
I ragazzi vengono suddivisi a coppie, un ragazzo ricopre il ruolo dello scultore e l’altro è il blocco di
marmo. Il primo scolpisce il secondo dando una forma al corpo dell’altro, curando con attenzione i
particolari. Il conduttore può dare una consegna, per esempio: “Scolpitemi un gruppo di animatori
molto arrabbiati”, oppure un gruppo di animatori “annoiati”, oppure un “gruppo di animatori che
stanno arbitrando una partita a bandiera”, ecc. Già qui si può riflettere su come la stessa postura
possa creare equivoci. Ci si scambia i ruoli in modo che entrambe possono provare i tutti i ruoli.
Dopo un po’ di statue gli scultori possono accordarsi e formare delle coppie e dei terzetti con più
statue che simulano una situazione del grest, quando tutti sono posizionati gli scultori urlano:
Azione! A questo punto le statue prendono vita e mettono in scena ciò che secondo loro pastura di
partenza racconta. Una possibile evoluzione di questo gioco è l’attività del quadro, dove tutti gli
animatori a turno entrano in scena e prendono una posizione, gli altri dovranno organizzarsi
scegliendo una postura interente a quelle precedenti fino a formare un quadro. Questa variante
permette anche di riflettere sul tema dell’ascolto corporeo e del sentire dove c’è più bisogno della
mia presenza. Il conduttore prima potrebbe anche non dare un titolo al quadro e farlo dare ai
ragazzi e poi invece iniziare il gioco con un titolo e vedere quanto la parola riesca a condizionare il
corpo.
Attività 3:
Fare una carrellata di gesti di Gesù: che legano, costringono e liberano, sottolineando il tema
dell’equivocità dei gesti (il bacio di Giuda). Provare a confrontare il significato che i ragazzi
attribuiscono ai seguenti gesti affettivi (sguardo, toccarsi, abbraccio, bacio) e confrontarli con il
significato che ricoprono per Gesù.
Sguardo:
C’è uno sguardo che scruta per amare ed entrare nell’interiorità e c’è uno sguardo che
strumentalizza per sé.
Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo
ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Marco 10,21
Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si
fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Giovanni 1,39
Toccare
Può diventare un gesto di appropriazione, di possesso ma toccare è anche generare alla relazione,
come è accaduto per Gesù nei confronti dei malati, dove si manifesta la gratuità dell’approccio.
Gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. Luca
8,44.
E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te,
alzati!». Luca 7,14
Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da
lui. Luca 5,13
Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!». Marco 1,41
Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo. Matteo 8,15
Abbraccio:
E’ accoglienza dell’altro nel proprio spazio, è la vittoria della distanza sullo scontro. Non diventa
eccessiva fusione appropriazione. Così conosciamo l’abbraccio del figlio al prodigo che rinasce nel
“grembo” del padre e l’abbraccio possessivo che esige l’altro incollato a sé. E’ il gesto della
riconciliazione, del persone.
Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli
corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Luca 15,20
Bacio:
E’ la comunione attraverso l’incontro con la bocca. Divorare o venerare?
Il bacio di giuda come espressione di tradimento, un mangiarsi il presente e il futuro dell’altro.
Il bacio che non è solo per mangiare,ma per entrare in profonda comunione
Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi.
Luca 7,45
Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». Luca 22,48
Preghiera/meditazione: i gesti di Gesù: gesti che liberano, rialzano e danno vita, “animano”
PREGHIERA
E CORPO
Lettura di introduzione
Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. E Dio li benedisse.
(Gn 1,27)
Il corpo non è una cosa ma qualcuno. È me stesso in quanto dato agli altri e in relazione col mondo. Essere
corpo significa essere esposto agli altri, dipendente dagli altri, radicato in una storia. E non fossi un corpo,
per iniziare la mia esistenza non avrei avuto bisogno di un determinato uomo e una determinata donna che
dovettero unirsi per darmi la vita. Il corpo costituisce l’espressione dell’anima, la sua manifestazione, il suo
linguaggio.
È sconvolgente il fatto che Dio abbia scelto non di farsi angelo, ma di assumere quanto, apparentemente,
c’è di più povero, di più debole, di più misero, di più sottoposto ai condizionamenti del tempo e dello
spazio. Il platonismo direbbe che Dio si è imprigionato in un corpo. Il cristiano invece dice che Dio si è fatto
corpo. Mistero inaccessibile per le filosofie dell’oriente; è veramente la “pietra d’inciampo” per tutti coloro
che sostengono che Gesù non abbia realmente sentito, vissuto, patito, che il suo corpo era solo
un’apparenza. Gesù non ha rivestito un corpo come un abito indossato per circa trent’anni e poi lasciato nel
sepolcro una volta liberata l’anima. No, Gesù ha preso un corpo per sempre!
Con il corpo possiamo rendere lode a Dio:
la preghiera coinvolge il corpo.
MUOVERSI: Salmo 26 (25),6-8
S: Lavo nell’innocenza le mie mani e giro intorno al tuo altare, Signore,
T: per far risuonare voci di lode e per narrare tutte le tue meraviglie.
ALZARE LE MANI: Salmo 134,2
S. Alzate le mani verso il tempio e benedite il Signore.
Salmo 141,2
T. Come incenso salga a te la mia preghiera,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
1 Timoteo 2,8
S. Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino,
T.alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese.
APPLAUDIRE CALOROSAMENTE: Salmo 47,2
S. Applaudite, popoli tutti,
T. acclamate Dio con voci di gioia.
ESULTARE = SALTARE DI GIOIA: Isaia 12,6
S. Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
T. perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele.
Matteo 5,12
T. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
DANZARE: Esodo 15,20-21
S. Allora Maria, profetessa, sorella di Aronne, prese in mano un timpano: dietro a lei uscirono le donne con i
timpani, formando cori di danze.
Salmo 149,3
T. Lodino il nome del Signore con danze,
con timpani e cetre gli cantino inni.
CANTARE e SUONARE!: 2 Cronache 5,11-14
s. Ora avvenne che… quando i suonatori e i cantori fecero udire all’unisono la voce per lodare e celebrare il
Signore e il suono delle trombe, dei cembali e degli altri strumenti si levò per lodare il Signore perché è
buono, perché la sua grazia dura sempre, allora il tempio si riempì di una nube, cioè della gloria del Signore.
Esodo 15,21b
S. Cantate al Signore perché ha mirabilmente trionfato:
T. ha gettato in mare cavallo e cavaliere!
Salmo 150,3-5
S. Lodatelo con squilli di tromba, lodatelo con arpa e cetra;
lodatelo con timpani e danze, lodatelo sulle corde e sui flauti.
T. Lodatelo con cembali sonori, lodatelo con cembali squillanti;
ogni vivente dia lode al Signore. Alleluia.
Preghiera insieme
Lettore 01:
per avere belle labbra, pronuncia parole di tenerezza
per avere occhi preziosi, cerca quello che c’è di buono nella gente
per avere un corpo snello condividi il tuo cibo con chi soffre la fame
per avere bei capelli, lascia che un bambino passi le sue dita tra di essi
per avere una buona posa cammina sapendo che non cammini mai solo,
la gente, molto più che le cose, deve essere restaurata, rivissuta, reclamata e redenta;
Lettore 02:
non rifiutare mai nessuno,
ricorda sempre che una mano che ti aiuta la trovi all’estremo del tuo braccio
man mano che cresci scoprirai di avere due mano, una per aiutare te stesso e l’altra per aiutare gli altri,
la bellezza di una persona non sta nei vestiti che porta, la figura che ha o come si pettina,
la bellezza di una persona deve essere cercata nei suoi occhi
che sono la porta di accesso al suo cuore, posto dove risiede l’amore.
Tutti:
Signore,
ci hai dato questo corpo per lodarti e amare i nostri fratelli.
Fa’ che possiamo essere sempre il tempio santo della tua dimora.
Tu ci hai fatti come un prodigio.
Amen.