Giovani Italia-UK: classe politica e immigrazione prime

Transcript

Giovani Italia-UK: classe politica e immigrazione prime
XVI Convegno di Pontignano "Identità in transizione"
Ambasciata britannica
Roma
EMBARGATO FINO ALLE ORE 12:00 am DEL 26/09/08
COMUNICATO STAMPA
XVI CONVEGNO DI PONTIGNANO
Identità in transizione. Chi vogliamo essere?
Siena, 26-28 settembre
DA UN'INDAGINE PUBLICA RES - GRUPPO SWG
PER AMBASCIATA BRITANNICA IN ITALIA e BRITISH COUNCIL
Giovani Italia-UK:
classe politica e immigrazione
prime cause declino identità nazionali
• Appena 2 giovani su 10 ritengono che il proprio senso d’identità nazionale si sia
rafforzato negli ultimi anni
• Meno di 2 giovani su 10 hanno fiducia nella politica del proprio Paese. In Italia
giù anche la fiducia nei sindacati (23%)
• Pericolo immigrati: soprattutto per la sicurezza (1 italiano su 3) e l'impiego (1
britannico su 4)
• La maggioranza dei giovani Oltremanica (56%) è orgogliosa di essere
europea. Nel Belpaese più orgogliosi di essere europei (75%) che italiani
(69%)
• L’Ue non scalda, ma per economia, ambiente e diritti dei cittadini saprà fare
più e meglio dei singoli Stati
• I valori più importanti per il futuro? I giovani vogliono una società laica, onesta
e rispettosa degli altri e dell'ambiente
Roma, 26 settembre - Sembrano accomunati innanzitutto dalle idee chiare rispetto ai fattori che
maggiormente indeboliscono il loro senso di appartenenza al proprio Paese.
Sono i 2.000 giovani italiani e britannici tra i 18 e i 35 anni interpellati nell’ambito dell’indagine
comparata condotta da PublicaReS-Gruppo SWG per conto dell’Ambasciata britannica e del British
Council alla vigilia della XVI edizione del Convegno di Pontignano.
I risultati dell’indagine, che mira a fornire elementi utili di riflessione agli oltre 100 partecipanti
dell'appuntamento di quest'anno - "Identità in transizione. Chi vogliamo essere?" - sono stati
illustrati questa mattina presso la residenza dell'Ambasciatore britannico a Roma alla presenza di
Giuliano Amato e Chris Patten, chairmen della tre giorni italo-britannica che aprirà i battenti questo
pomeriggio presso la Certosa di Pontignano vicino Siena.
Per informazioni e accrediti
Pierluigi Puglia - Capo Ufficio Stampa e Comunicazione - Ambasciata britannica
Tel. 06.4220.2296/2237 - 335.7516845 - [email protected]
1/4
XVI Convegno di Pontignano "Identità in transizione"
Ambasciata britannica
Roma
EMBARGATO FINO ALLE ORE 12:00 am DEL 26/09/08
IMMIGRAZIONE E POLITICA I MALI DELL’IDENTITÀ NAZIONALE
I giovani di Italia e Regno Unito avvertono un marcato indebolimento del senso di identità
nazionale nel proprio Paese, rafforzatosi negli ultimi anni solamente per il 24% degli italiani e il
13% dei britannici.
Sul banco degli imputati sono soprattutto la classe politica e l’immigrazione, ritenuti per entrambi i
campioni i primi due fattori alla base del declinante senso di appartenenza al proprio Paese.
Se gli italiani si mostrano però particolarmente severi nei confronti della loro classe politica, con il 55%
degli intervistati che la indica alla base di questo “mal d’identità nazionale” (segue l’immigrazione per il
34%), tra i maggiori responsabili di una indebolita “britannicità” spicca l'immigrazione (60%), seguita
dalla qualità della classe politica d’Oltremanica (23%).
Da notare poi nella stessa direzione, il ruolo di fenomeni come l’emergere di spinte autonomiste e
l’unificazione europea.
Quali sono, secondo te, i fattori che indeboliscono maggiormente
l’identità nazionale in Italia/Regno Unito?
Indica i 2 più importanti
La qualità della classe politica interna
L’immigrazione
L’emergere di spinte autonomiste/separatiste dei territori
Il consumismo
La globalizzazione e l’indebolimento degli Stati nazionali
La crescente presenza di altre religioni
L’egemonia (culturale) statunitense
L’unificazione europea
Altro
Preferisco non rispondere
Somma citazioni (2 risposte consentite)
italiani
britannici
55
34
23
20
17
11
10
8
4
3
23
60
9
19
17
18
14
21
5
7
>> LA SFIDUCIA NELLE ISTITUZIONI POLITICHE
Il percepito indebolimento dell’identità nazionale si accompagna ad un’articolata e critica mappa della
fiducia nelle istituzioni del proprio Paese.
Governo, Parlamento e partiti politici costituiscono in entrambi i Paesi le tre istituzioni nelle quali i
giovani ripongono la minore fiducia.
Solo il 2% degli intervistati in Italia e Regno Unito dichiara di avere in questo momento molta fiducia
nei partiti politici (un punto percentuale in più, il 3% ha molta fiducia nel governo britannico, il 6% in
quello italiano), mentre una robusta maggioranza si dice fiduciosa nelle Forze dell’Ordine (60% ITA,
54% UK), nell’Esercito (60% ITA, 71% UK) e nella Presidenza della Repubblica (52%). Il resto
degli apparati pubblici e istituzionali non gode di ottima salute nell’opinione dei giovani, e se appena 1
Per informazioni e accrediti
Pierluigi Puglia - Capo Ufficio Stampa e Comunicazione - Ambasciata britannica
Tel. 06.4220.2296/2237 - 335.7516845 - [email protected]
2/4
XVI Convegno di Pontignano "Identità in transizione"
Ambasciata britannica
Roma
EMBARGATO FINO ALLE ORE 12:00 am DEL 26/09/08
giovane su 4 dichiara di avere fiducia in Montecitorio e in Westminster, in Italia anche i sindacati
vivono un momento di particolare crisi di popolarità.
Parlando del tuo Paese, quanta fiducia hai:
Nelle Forze dell’Ordine
Nell’Esercito
Nella Presidenza della Repubblica/ nella Corona
Nel sistema sanitario pubblico
Nelle imprese
Nel sistema scolastico pubblico
Nello Stato in generale
Nel sistema giudiziario
Nelle istituzioni ecclesiastiche
Nel Governo
Nel Parlamento
Nei sindacati
Nei partiti politici
hanno fiducia
italiani
britannici
60
54
60
71
52
42
48
53
45
45
44
57
38
34
38
41
30
38
26
22
25
24
23
42
16
17
La sfiducia nelle istituzioni, soprattutto politiche, si riflette inoltre sulla scarsa capacità risconosciuta al
proprio Paese di far fronte ad alcune delle principali sfide di oggi, per cui a prevalere sembra un generale
pessimismo condiviso da entrambi i campioni, ma più pesante in Italia.
Europa: un carrozzone che (forse) ci salverà
Pur condividendo diversi dubbi in merito all’Unione europea – ritenuta generalmente come una mera
operazione di strategia economica e monetaria, afflitta peraltro da eccessivo burocratismo soprattutto
agli occhi dei britannici – i giovani di Italia e Regno Unito sono d’accordo nel riconoscere all’Europa
maggiori capacità di fare più e meglio dei governi nazionali rispetto alle principali questioni aperte nel
mondo contemporaneo.
L’Ue sarà in grado di diventare economicamente più forte per il 66% degli italiani e per il 58% dei
britannici (a fronte rispettivamente del 22% e del 38% che credono in questa possibilità per il proprio
Paese) e comunque saprà mantenere il livello di benessere raggiunto per una percentuale
sostanzialmente maggiore di quelli che ritengono il proprio Paese in grado di fare lo stesso.
Se l’influenza diplomatica dell’Ue è destinata a crescere per il 61% degli italiani ed il 55% dei
britannici, una differenza significativa si riscontra nella percezione dell’efficace impegno per un futuro
energetico sostenibile. Sono praticamente il doppio gli italiani che ripongono per questo le loro
speranze nella Ue (61%) piuttosto che nel proprio Paese (31%).
Di rilievo anche le diverse aspettative nei confronti della protezione e della salvaguardia dell’ambiente,
per cui quasi il 60% di entrambi i campioni è fiducioso rispetto al contributo europeo in questo ambito,
mentre lo è in misura minore riguardo a quello del proprio Paese (32% ITA, 48% UK).
I diritti dei cittadini saranno poi difesi meglio in Europa che in casa propria, se 1 intervistato su 2
riconosce l’Ue in grado di assolvere a questo compito a fronte di un più magro 31% italiano e del 39%
britannico che sono su questo ottimisti nel proprio Paese.
Per informazioni e accrediti
Pierluigi Puglia - Capo Ufficio Stampa e Comunicazione - Ambasciata britannica
Tel. 06.4220.2296/2237 - 335.7516845 - [email protected]
3/4
XVI Convegno di Pontignano "Identità in transizione"
Ambasciata britannica
Roma
EMBARGATO FINO ALLE ORE 12:00 am DEL 26/09/08
Quanto nei prossimi anni…
Di diventare più forte economicamente
Di acquisire maggiore influenza diplomatica
Di attuare politiche energetiche nuove e
sostenibili
Di difendere e migliorare le condizioni
dell'ambiente
Di difendere i diritti dei cittadini
Di garantire il mantenimento del benessere
economico e sociale raggiunto
Di contrastare il terrorismo
Di garantire maggiore sicurezza
Di gestire il fenomeno dell'immigrazione
Dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Il tuo Paese sarà in grado
Italiani
britannici
22
38
31
36
34
47
L’Ue sarà in grado
Italiani
britannici
66
58
61
55
60
56
32
48
58
57
31
27
39
38
54
47
50
53
40
36
30
54
48
25
46
42
32
49
52
30
>> L'IMMIGRAZIONE: UN RISCHIO PIU' CHE UNA RISORSA
Nei confronti dell'immigrazione sembra prevalere in entrambi i Paesi un sentimento di chiusura, se gli
immigrati vengono considerati prevalentemente un rischio più che una risorsa.
Interrogati rispetto a cosa gli immigrati nel proprio Paese rappresentino per i giovani italiani e britannici,
oltre 1 italiano su 3 (a fronte di meno della metà dei britannici, il 16%) riferisce che essi costituiscono
soprattutto un rischio per la sicurezza e l’ordine pubblico, mentre il 25% degli intervistati
Oltremanica appare invece soprattutto preoccupato per il proprio posto di lavoro.
Solo per il 7% degli italiani e il 5% dei britannici, infine, gli immigrati costituiscono una risorsa
demografica a fronte del calo della popolazione residente.
Pensa adesso agli immigrati presenti in Italia/Regno Unito. Secondo te
essi rappresentano soprattutto:
Un rischio per la sicurezza e l’ordine pubblico
Una risorsa economica per la nazione
Una fonte di arricchimento culturale della nazione
Un rischio per i posti di lavoro degli italiani/dei britannici
Un rischio per l’omogeneità etnica/culturale/religiosa della nazione
Una risorsa demografica, a fronte del calo della popolazione residente
Preferisco non rispondere
Dati riportati a 100 in assenza di non risposte
italiani
britannici
34
22
18
11
8
7
16
19
18
25
17
5
6
12
Interessanti sono inoltre gli elementi emersi rispetto alle principali condizioni che un immigrato
dovrebbe soddisfare per favorire la propria integrazione nei rispettivi Paesi degli intervistati. Il rispetto
delle tradizioni e della religione del Paese ospite costituisce la prima condizione per entrambi i
campioni (con il 75% Oltremanica e il 56% in Italia), seguito dal possesso di un contratto di lavoro in
Italia (52%) e da un’adeguata conoscenza della lingua del Paese ospite (71% in Gran Bretagna).
In generale sono i britannici a mostrare una particolare sensibilità e preoccupazione rispetto alle
condizioni che un immigrato dovrebbe soddisfare, dalla sottoscrizione di una carta dei valori per
ottenere la cittadinanza (positiva per il 40% degli intervistati), al possesso di un regolare contratto di
lavoro (53%), all’adesione ai modelli educativi e scolastici vigenti (46%).
Per informazioni e accrediti
Pierluigi Puglia - Capo Ufficio Stampa e Comunicazione - Ambasciata britannica
Tel. 06.4220.2296/2237 - 335.7516845 - [email protected]
4/4