SM 12-2016 Parte 2 - Prenotazioni Club Tennis Povegliano Asd
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SM 12-2016 Parte 2 - Prenotazioni Club Tennis Povegliano Asd
Virgili, il poeta fragile Il fiorentino, nipote di un grande centravanti, è capace di colpi incredibili: “Non ho mai visto tirare così forte di diritto e rovescio”, disse un suo avversario Top 100. Ma è incappato in troppi infortuni... DI ALESSANDRO NIZEGORODCEW “A delchi non arriva, appare”. Così Vittorio Selmi, ex manager Atp, era solito presentare Virgili quando il toscano varcava la soglia del circolo. Sono pochi i giocatori che possiedono la capacità di illuminare un match, di elettrizzare il pubblico, di far appassionare al tennis con un unico, singolo colpo. Innamorato del tennis, troppo spesso frenato da gravi infortuni, Adelchi Virgili - come già accaduto tre volte in passato - sarà al via nelle Pre-qualificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia 2016. Per provare a raggiungere il tabellone cadetto e, se possibile, estasiare il pubblico. La storia - Da sempre considerato una grande promessa, Adelchi è nipote di Giuseppe Virgili, il leggendario Pecos Bill, attaccante titolare della Fiorentina scudettata del ‘55/56. Cresce tennisticamente grazie a papà Alessandro, ancora oggi suo coach, che gli mette la racchetta in mano a 3 anni. Una famiglia che vive con le scarpe sporche di terra rossa, come dimostrano i suoi fratelli: Alexia, classe ‘86, è stata n.328 Wta e oggi allena i giovani; Augusto, 22 anni a giugno, è un habitué del circuito Itf. Notato subito dagli addetti ai lavori, accecati dal suo immenso talento, Adelchi non ha mai trovato continuità a causa di molti problemi fisici, in particolar modo alla schiena. A 14 anni, poco prima dell’inizio del connubio con Riccardo Piatti, sono arrivate le ernie discali lombari. Da quel momento gli infortuni si sono susseguiti e, di fatto, la sua carriera non è mai decollata. Ma quando sta bene sa regalare perle di puro tocco alternate ad accelerazioni letteralmente imprendibili. Blaz Kavcic, ex Top 70 Atp che nel 2013 sconfisse Virgili negli ottavi del challenger di San Marino, disse: “Non ho mai visto tirare così forte con diritto e rovescio”. Parola di uno Adelchi Virgili Nato a: Firenze Il: 10 marzo 1990 Coach: Alessandro Virgili (padre) Ranking: n.729 Atp Best ranking: 594 Atp (20/07/2015) che ha giocato anche con gente come Tomas Berdych. “La velocità di palla di Virgili - ha aggiunto - è da Top 10”. Gli exploit - Nonostante non sia mai riuscito a giocare con continuità per più di 2-3 mesi, Virgili sa far innamorare del proprio tennis. Nel 2013 è stato Fabrizio Fanucci, storico allenatore di Filippo Volandri, a prenderlo sotto la sua ala protettrice per alcuni mesi. “In tanti anni che seguo il tennis - spiegò il coach toscano - ho visto solo Adriano Panatta, in Italia, dotato di un talento pari al suo”. In quell’anno Virgili fece bene, ma i tornei disputati erano troppo pochi per poter creare una buona classifica e per periodi molto lunghi è stato costretto a scomparire dal circuito. “La motivazione è forte, il tennis è la mia vita - spiega lui -. Che cosa sarei potuto diventare? Certe volte quando sono in campo percepisco che sarebbe potuto esserci qualcosa di grande. Non lo nego, non mi piace essere falso o ipocrita. Ma io ci provo sempre, ci credo molto. Gli infortuni? In un certo senso sono stati di grande aiuto: cerco sempre di cogliere il lato positivo delle cose, penso che la sofferenza faccia parte dell’uomo e che trarne una motivazione forte per migliorarsi costituisca l’aspetto più importante”. Ora lo aspettiamo al Foro Italico: accorrete gente, perché il suo è tennis champagne. Ecco i pass per il Foro Sempre più veloci verso quota 6 mila, quasi il totale degli iscritti 2015. Adesso siamo all’incirca a metà strada e il totale continua a salire. Prosegue così a tutto gas la serie di eventi che porta dritti al Foro Italico S i continua a giocare. Lo si è fatto anche nel week-end pasquale. Con tornei in fase di conclusione e con tornei in fase di avvio. E che tornei. Il giovedì santo è cominciata, a Milano, la tappa che lo scorso anno fu la più frequentata e che quest’anno si conferma in qualità di torneo “da battere” almeno nei numeri. 802 gli iscritti al Quanta Club, contro i 697 dello scorso anno (era già record), e contro i 733 del Match Ball Firenze 2016, fin qui sempre in vetta alla specifica graduatoria. Ma non c’è solo Milano, dei 25 tornei che compongono il calendario delle prequalificazioni 2016, ormai vicine a sfondare quota 6 mila partecipanti in tutta Italia, si è giocato in tutto lo Stivale. Con diversi verdetti e vari pass distribuiti per il Foro Italico. Da Cagliari, Floris e Fago Singolo e doppio, due vittorie che portano al Foro Italico e che arrivano nel circolo di casa, quello dove è cresciuta tennisticamente. Difficile chiedere di più per la cagliaritana Anna Floris, che si è aggiudicata la tappa delle pre-qualificazioni Bnl giocate al Tennis Club Cagliari. “Per me è stato motivo di grande orgoglio vincere un torneo così nel circolo dove sono nata”, ha detto a bocce ferme dopo la vittoria. Successo sfiorato - ma il viaggio a Roma all’inizio di maggio è comunque in cassaforte - anche per l’altro sardo Manuel Mazzella, l’unico in regione a poter vantare un ranking all’interno dei primi 1000 giocatori del mondo. Il dorgalese è stato sconfitto nell’atto decisivo da Matteo Fago, tesserato per il Tc Parioli e passato in due set con il parziale di 6-1 6-3. Proprio i due finalisti hanno poi saputo conquistare il pass per Roma anche in doppio, insieme questa volta, regolando con un duplice 6-2 la coppia Zucca/Chiurulli. I due vincitori dell’Open Bnl del Tc Cagliari Anna Floris (a sinistra) e Matteo Fago Una doppietta riuscita in campo femminile anche ad Anna Floris, che oltre al singolare (vittoria in finale su Federica Di Sarra con il parziale di 6-4 6-2) ha trionfato pure in doppio. Anche lei, come successo “al maschile”, curiosamente con la finalista del singolare al proprio fianco e con lo stesso punteggio dei ragazzi: un netto 6-2 6-2, questa volta alle giovani Martina Mone, pure lei del Tc Cagliari, e Federica Bilardo, palermitana. Oltre ai successi e alle trasferte da preparare con destinazione Foro Italico, l’Open Bnl del Tc Cagliari può festeggiare anche per i numeri fatti registrare. 412 gli iscritti complessivi, di cui 213 soltanto per il singolare maschile. Cifre che da sole valgono molto ma che acquisiscono ancor più significato se paragonate a quelle del 2015. A conti fatti il totale è praticamente raddoppiato (un anno fa furono 212). Rovereto: trionfano Della Tommasina e Brianti Dal veloce parquet della Baldresca alla terra rossa romana. L’Open di Rovereto spalanca le porte del Foro Italico a Davide Della Tommasina e Alberta Brianti, sono loro a trionfare nella tappa trentina che assegnava gli ambiti pass per le pre-qualificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia, in programma dal 2 al 15 maggio nella capitale. Della Tommasina, 25enne massese, ex grande speranza dal braccio d’oro, ha fatto suo il torneo piegando in una finale in parte inattesa l’altro 2.2 patavino Francesco Borgo, 30 anni, una laurea in biologia molecolare, un’associazione sportiva di proprietà, l’Alpha Tennis di cui è anche presidente. Un tipo tosto il veneto, che aveva offerto un’impressionante dimostrazione di forza nei quarti, schiacciando un giocatore esperto come il 2.4 bresciano Marco Pedrini, classe ’83, e una prova di grande sostanza in semifinale con Da Jesi a Roma, pass per Balducci e Galvani Alberta Brianti, vincitrice a Rovereto (Tn) il primo favorito del torneo, il roveretano Giacomo Oradini. Borgo è partito deciso anche in finale, ma Della Tommasina ha avuto il merito di non arretrare mai e nel momento topico del match i muscoli del patavino hanno ceduto: Borgo in avvio di terzo set ha dovuto arrendersi alla sfortuna. Un ritiro che non sminuisce i meriti di Della Tommasina, capace di aggiudicarsi uno spettacolare braccio di ferro con il 2.1 Marco Speronello e di mettere sotto in semifinale Patrick Prader. In campo femminile sul velluto il successo della protagonista più attesa, Alberta Brianti, parmense classe 1980, numero 55 al mondo nel 2011, vincitrice di due titoli Wta e undici Itf, attualmente n. 332 Wta. Dopo essersi sbarazzata all’esordio della 2.3 ligure Annalisa Bona, la Brianti ha dominato anche la semifinale contro Deborah Chiesa, quindi ha controllato con grande sicurezza in finale Agnese Zucchini, bolognese, classe 1982, ex n. 372 Wta. Nel torneo di terza bel successo di Petra Pavesi, 14enne trentina che si allena con i fratelli Stoppini a Rovereto, vittoriosa in finale sulla giovanissima 3.3 veronese Sofia Sambú, papà guineano e madre italiana. Nel maschile affermazione del veneto Alessandro Balzan, in finale sul giovane Tommaso Pederzolli. (l.a.) Sono Alice Balducci ed il veterano Stefano Galvani i vincitori della tappa marchigiana delle pre-qualificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia, disputati nell’impianto del Nice Jesi. In campo femminile (80 partecipanti) ha vinto la ventinovenne Balducci, numero 482 del ranking mondiale, nata nella vicina Chiaravalle (a 20 chilometri). Per lei a tifare nel corso del torneo un nutrito gruppo di familiari e amici, davanti ai quali in finale ha battuto per 6-3 6-4 la laziale Federica Di Sarra in un match che ha visto di fronte le prime due del tabellone (entrambe qualificate per Roma). In semifinale Lucia Bronzetti e Marta Bertolaso. “Sono veramente felice - ha detto la Balducci -. E sono contenta di avere vinto e di essere tornata a giocare dove sono cresciuta. Confesso che nel primo incontro ho avvertito l‘emozione, poi mi sono sciolta e ho giocato bene. In finale sono riuscita a incanalare il match secondo le mie aspettative”. Alice Balducci giocherà agli Internazionali Bnl d’Italia per la terza volta. Nella prima, nel 2013, perse al primo turno delle qualificazioni contro un’allora sconosciuta Simona Halep. In campo maschile (165 iscritti) Stefano Galvani, 39 anni, maestro a Rimini ma con il braccio ancora “caldo”, ha battuto in finale l’alessandrino Jacopo Marchegiani (30 anni proprio il giorno dopo la finale) con un duplice 6-3 riuscendo da subito a prendere il tempo e a comandare il gioco. Entrambi, comunque, disputeranno le pre-quali romane. Marchegiani aveva fatto il colpo grosso battendo nei quarti di finale Gianluca Naso, 236 del mondo ma penalizzato da una leggera influenza (6-1 6-4). In semifinale, poi, aveva beneficiato del forfait (mal di schiena) di Pietro Rondoni, sul 2-0 del primo set. Per la cronaca i tornei intermedi sono stati vinti da Daniele Mancinelli del Ct Moie e da Chiara Arcangeli del Ct Faenza (3a categoria); dall’anconetano Paolo Mazzarini e dalla sangiorgese Letizia Corsini (4a categoria). (r.s.) Jesi: Marchegiani e Galvani (a destra) Dai tabelloni Open agli Nc, tutti i risultati delle finali CAGLIARI, SARDEGNA Finale Open Maschile: Matteo Fago b. Manuel Mazzella 6-1 6-3. Finale Open Femminile: Anna Floris b. Federica Di Sarra 6-4 6-2. Finale 3a Categoria Maschile: Federico Visioli b. Roberto Binaghi 6-3 6-1. Finale 3a Categoria Femminile: Ilaria Pibiri b. Alessandra Gallus 6-2 6-2. Finale 4a Categoria Maschile: Virgilio Prenza b. Fabio Lilliu 2-6 6-4 6-3. Finale 4a Categoria Femminile: Ilaria Pibiri b. Virginia Pisanu 6-3 6-1. Finale Tabellone Nc Maschile: Giuseppe Silvetti b. Marco Musu 6-4 1-6 6-4. Finale Tabellone Nc Femminilie: Marcella Dessolis b. Giuseppina Finocchiaro 6-2 6-1. ROVERETO (TRENTO), TRENTINO ALTO ADIGE Finale Open Maschile: Davide Della Tommasina b. Francesco Borgo 5-7 6-4 1-0 rit. Finale Open Femminile: Alberta Brianti b. Agnese Zucchini 6-1 6-3. Finale 3a Categoria Maschile: Alessandro Balzan b. Tommaso Pederzolli 6-3 7-5. Finale 3a Categoria Femminile: Petra Pavesi b. Sofia Sambù 6-4 6-3. Finale 4a Categoria Maschile: Giovanni Vicentini b. Paul Baldini 7-5 6-3. Finale 4a Categoria Femminile: Linda Canteri b. Giorgia Sartori 6-4 1-6 6-2. NICE JESI (ANCONA), MARCHE Finale Open Maschile: Stefano Galvani b. Jacopo Marchegiani 6-3 6-3. Finale Open Femminile: Alice Balducci b. Federica Di Sarra 6-3 6-4. Finale 3a Categoria Maschile: Daniele Mancinelli b. Edoardo Sorci n.d. Finale 3a Categoria Femminile: Chiara Arcangeli b. Maria Giulia Properzi 6-1 6-3. Finale 4a Categoria Maschile: Paolo Mazzarini b. Andrea Stacchiotti 6-7 6-1 6-4. Finale 4a Categoria Femminile: Letizia Corsini b. Agnese Magi Galluzzi 6-3 6-1. Walter Trusendi: “Mi rimetto in gioco” Nonostante non sia più un ragazzino ha grandi stimoli: “Centrare il mio best ranking e riuscire a giocare un torneo dello Slam sono gli obiettivi”. Intanto, dal Monviso di Torino, si è qualificato per il Foro Italico Walter Trusendi, 31 anni compiuti, punta a riprendersi il best ranking di n.299 Atp DI SARA MONTANELLI COSTANTINI E MILETTI FOTO W alter Trusendi, classe 1985, grazie alla vittoria dell’Open Bnl del Monviso Sporting Club (Torino) scenderà in campo a Roma per le prequalificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia. Il tennista toscano, dopo un periodo lontano dai campi a causa di una squalifica che l’ha visto coinvolto l’anno scorso, ha tanta voglia di rifarsi e di dimostrare che nonostante l’età può ancora regalare grandi emozioni. Cosa significa per te tornare a giocare sui campi del Foro Italico? “Finora mi è capitato solo in un’occasione di giocare le pre-qualificazioni al Foro Italico e quella volta non è andata bene. Ora ho tanta voglia di rifarmi, di rimettermi in gioco, ho una grandissima opportunità. Mi piacerebbe entrare nelle qualificazioni, o perché centrare il tabellone principale. Spero di avere gente che mi stia vicina, che creda in me anche se ormai non sono più giovanissimo. Io ho ancora tanta voglia di far bene e spero di riuscirci”. Nelle pre-quali ti confronti con giocatori molto giovani. Cos’è cambiato, secondo te, rispetto a quando avevi la loro età? “Noto che i giovani di oggi sono molto più attenti all’allenamento e alla preparazione atletica, che viene curata sempre meglio. I metodi si stanno evolvendo, loro hanno molte più opportunità di far bene perché questa costante attenzione glielo permette. A livello tennistico non reputo che siano più bravi di noi. Credo comunque che il livello si stia alzando proprio perché c’è più allenamento fisico ed è una componente che aiuta molto i giocatori”. E i tuoi obiettivi per il futuro? “Il primo obiettivo è sicuramente quello di migliorare il best ranking di 299 al mondo e poi riuscire a giocare almeno un torneo del Grande Slam, cosa che non sono mai riuscito a fare. Sento che sto giocando bene, ho la possibilità per farlo, vorrei provarci fino in fondo. Dopo quello che ho passato l’anno scorso la voglia di tornare è ancora più grande”. Credi che il tennis sarà per sempre la tua vita? “È una domanda che non mi sono mai posto. Spero di sì, il tennis è la mia vita. Spero in futuro di essere un bravo allenatore, credo che prenderò questa strada. Poi per carità può succedere qualsiasi cosa, mi piacerebbe finire anche l’università, non si può mai sapere. Però il tennis è la mia vita e io spero di rimanere in questo ambito”. Se dovessi pensare al momento più emozionante in carriera? “Sicuramente il successo più bello è stata la vittoria della Serie A1 di quest’anno, il Tennis Club Italia Forte Dei Marmi è il mio circolo, è dove sono cresciuto, faccio parte del vivaio. Poi venivo da un anno di inattività, è stato un sogno, non credevo di essere già competitivo a quei livelli. È stato il momento più emozionante, quello che mi ha dato più adrenalina in assoluto. Se dovessi pensare a una partita singola invece direi quella contro Robredo al Challenger di Genova (persa in tre set, ndr), è stata la migliore”. Esportiamo qualità I tecnici dell’I.S.F. “Roberto Lombardi” tengono spesso seminari e corsi a livello mondiale: ecco come è andata al Simposio Internazionale Ptr di Hilton Head (Usa). Il racconto di Donato Campagnoli e Antonio Daino Qui sopra, due dei tre rappresentanti dell’ISF Fit a Hilton Head Island, Stati Uniti: Donato Campagnoli (a sinistra) e Antonio Daino. Presente in America anche Luigi Bertino. Più a destra, la delegazione italiana: da sinistra, Roy Barth (presidente Ptr), Luciano Botti, Andy Andrews (Vice-presidente USTA), Luigi Bertino, Antonio Daino, Luigi Casale, Mattia Ceruti, Donato Campagnoli e Lorenzo Beltrame D a quando è nata la partnership tra FIT e PTR, la collaborazione tra l’Istituto Superiore di Formazione federale e la sezione educativa del PTR è stata molto intensa. Il Professional Tennis Registry collabora attivamente all’organizzazione del Simposio Internazionale Fit di Roma e l’ISF presenzia, proprio come fa regolarmente anche altri appuntamenti internazionali come quelli targati ITF, al Simposio Internazionale PTR di Hilton Head Island, Stati Uniti. Quest’anno a Hilton Island si sono ritrovati quasi 800 tecnici provenienti da 46 paesi. L’ISF era rappresentato dai docenti Donato Campagnoli (anche PTR Professional), Antonio Daino e Luigi Bertino (anche PTR International Master). Donato Campagnoli è stato incaricato di presentare la relazione “Modelli di competenza della tecnica degli spostamenti per Red, Orange e Green’’, che ha riscontrato notevole interesse dei presenti e che ha affermato ancora una volta la validità del “Sistema Italia”. Donato Campagnoli era alla sua decima presenza al Simposio Ptr, mentre Antonio Daino era alla sua prima volta. Campagnoli: “10 anni di Simposio Ptr” “Se è vero che il Simposio internazionale di Hilton Head festeggiava con la sua edizione 2016 il quarantennale dalla fondazione del Ptr, rappresentava anche per me un traguardo importante, 10 partecipazioni. Il livello delle presentazioni del Simposio ha tenuto fede alle attese, così come i nomi dei presenti. Non solo Billy Jean King, ma anche relatori di fama mondiale come Jack Groppel o Jim Loehr, Lorenzo Beltrame e Emma Doyle, solo per citarne due cari e noti anche al pubblico italiano. Il nostro intervento, già presentato alla conferenza di Tennis Australia a Melbourne lo scorso gennaio, e opportunamente adattato alle esigenze del pubblico americano, si componeva di una breve introduzione teorica e soprattutto di una parte pratica che, sulla base della struttura di lezione FIT ha previsto la mia interazione con le atlete dell’Accademia Van der Meer. Al termine della presentazione, poi, si è verificato qualcosa che non capita tutti i giorni... Prima molte domande e grande interesse per l’argomento, poi un sacco di gente che si è riversata sul campo per conoscerci e, se possibile, per restare in contatto. Questa è una sensazione straordinaria e, anche per questo, mi sento di ringraziare il Ptr”. (Donato Campagnoli) Daino: “La prima volta, che emozione” “Il primo fremito emotivo lo si prova entrando a Shipyard e leggendo la scritta Van Der Meer Tennis Center. L’intensità dell’emozione cresce nella cerimonia di presentazione dei vari paesi e quando la nostra rappresentativa sfila nella cosiddetta “parata delle nazioni”. Poi la serata di gala, con Billie Jean King ospite d’onore. Il momento più coinvolgente è stato il dialogo-intervista che Jim Loehr ha condotto proprio con BJK. Jim Loehr è il primo psicologo che si è occupato professionalmente negli Anni ‘80 di sviluppare una metodologia psicologica specifica e concreta da applicare al tennis. Ha una eccezionale capacità comunicativa che deriva dalla profondità del timbro di voce, dall’eloquio pacato e tranquillo, dal modo di muoversi con movenze misurate da attore consumato. Il passaggio più significativo? Quando BJK ha raccontato di come Jim fosse riuscito a trasformare paure, ansie e incertezze in opportunità di successo. Riuscire a far vedere al proprio allievo la pressione che si prova sul campo nei momenti cruciali di una partita come una grande opportunità, e non come una minaccia, è il tocco di classe. Quello che ogni preparatore mentale vorrebbe trasmettere ai propri allievi”. (Antonio Daino) Roma: Internazionali d’Italia per gli amatori A giugno la prima edizione degli Internazionali d’Italia Amatoriali al Foro Italico. A due mesi dal via già oltre 600 gli iscritti al torneo del circuito SuperSlam. Prima, il 14 maggio, le finali dei Campionati Provinciali DI MARCELLO SPORTELLI C on il primo week-end di primavera i motori del movimento tennistico amatoriale Fit-Tpra da caldissimi si apprestano a diventare roventi. Sabato 14 maggio, il giorno in cui i campioni veri si giocheranno un posto per la finale degli Internazionali BNL d’Italia, il Foro Italico aprirà le porte dello Stadio Pietrangeli, uno dei più affascinanti campi del mondo, ai finalisti dei campionati provinciali amatoriali. In più, a tutti i campioni provinciali qualificati sarà regalato un biglietto Ground per seguire l’evento e respirare l’aria speciale degli Ibi16. Secondo appuntamento, sempre a Roma Ma non è finita qua, perché subito a seguire di questo grande evento, cioè dal 2 al 5 giugno, Roma ospiterà la prima edizione del SuperSlam FitTpra “Internazionali d’Italia Amatoriali”. Il complimento più grande, per questi due grandi traguardi raggiunti, è dedicato al popolo degli appassionati di tennis di tutta Italia che sta rispondendo a questa prima edizione con una adesione superiore a ogni più rosea aspettativa. Quando mancano ancora oltre due mesi dall’evento le iscrizioni alle varie gare superano già le 600 unità e di questo passo chissà fin dove può schizzare il numero dei partecipanti. L’entusiasmo con il quale il popolo degli amatori si sta organizzando per dire “io c’ero” e per trascorrere 4 giorni di tennis e divertimento nei luoghi storici del tennis (italiano e non solo), ha spinto gli organizzatori a un ulteriore sforzo al fine di dare a tutti l’opportunità di vivere questa esperienza irripetibile. Non solo Foro E così la Federtennis sta selezionando i campi di altri importanti circoli della Capitale per poter “mettere in campo” tutti i fighter Fit-Tpra che si iscriveranno ancora nei prossimi due mesi. Il circolo ospitante, che sarà il fulcro di tutta la manifestazione, resterà ovviamente quello del Foro Italico, ma è evidente che saranno necessari molti più campi, compresi quelli di diversi altri circoli romani per dar sfogo alla passione di tutti e garantire lo svolgimento di tutte le partite. Partite importanti, perché saranno quelle che decreteranno i vincitori della Prima edizione degli Internazionali d’Italia Amatoriali. Tutte le info via mail, sul web o al telefono A breve saranno disponibili maggiori dettagli in merito agli aspetti organizzativi, logistici ed economici per le due importanti manifestazioni amatoriali che si svolgeranno tra maggio e giugno a Roma. Sia la Fit che la dirigenza Tpra stanno lavorando alacremente per garantire il miglior supporto possibile ai giocatori che arriveranno da tutte le regioni d’Italia. Per cui non rimane che augurare un grande in bocca al lupo a tutti i protagonisti del circuito Fit-Tpra, e per coloro che volessero ulteriori informazioni e aggiornamenti, è possibile scrivere a [email protected] oppure visitare regolarmente il sito www.tpratennis.it nella sezione “Eventi e Tornei” - “New Calendario Tornei” - “Circuito Superslam Series”. Inoltre è possibile chiamare lo 06/98372277 dal lunedì al mercoledì dalle 10 alle 16. Il tempio della forza È fatto di tre gradini, quattro colonne e un frontone. Il giocatore che sa visualizzare al meglio questo schema, e sa interiorizzare i suoi principi, ha un grande vantaggio. E basta partire da 4 lettere: M.E.C.A., ovvero... DI ANTONIO DAINO, I.S.F. R. LOMBARDI GETTY IMAGES a forza mentale è la capacità di utilizzare bene le proprie risorse psicologiche per la gestione dell’allenamento e della gara. Per rendere più facile l’interiorizzazione del concetto di forza mentale bisogna chiedere al giocatore di visualizzare un tempio (nella figura in alto al centro). Che abbia alla base tre gradini sui quali a loro volta poggiano quattro colonne e un frontone. Incominciando dall’alto, ovvero dal frontone, si può leggere la scritta: “La forza mentale nel tennis”, che rappresenta il costrutto che si deve sviluppare e che deve crescere nella mente del tennista con la stessa modalità con cui si allena un muscolo in palestra. Per lo stesso motivo, cioè per farlo diventare più forte. dello spettatore, quindi del giocatore, un ricordo che parte da lontano e che ha bisogno di un progetto, così come di impegno e applicazione sistematica. Parlando dell’aspetto mentale, nella mente di un tennista spesso ci sono cose non ben definite, a volte così confuse che il giocatore stesso non riesce a verbalizzare e spiegare che cosa accada dentro la sua testa. Spesso anche i migliori giocatori si comportano in modo “istintivo” senza una reale e consapevole competenza della propria forza mentale. Così come dei loro eventuali punti deboli, sui quali lavorare per migliorare. È in queste situazioni che emerge la differenza tra chi si affida al caso e chi ha preparato, lavorato e sviluppato dentro di sé le risorse per gestire la sua parte emotiva e mentale nelle situazioni competitivamente più difficili. I gradini e le colonne Conoscersi è fondamentale Abbiamo detto che il tempio è appoggiato su tre gradini. Sul primo gradino c’è scritto: “se un giocatore conosce se stesso può vincere”; sul secondo: “se conosce se stesso e il suo avversario ha il doppio delle possibilità di vincere”; sul terzo: “se conosce solo l’avversario, perderà”. Queste tre affermazioni possono sembrare eccessivamente categoriche, ma andremo ad analizzarle passo passo nel corso della nostra attività e la situazione diventerà più chiara e comprensibile. Proseguendo nella descrizione del tempio, le colonne che sorreggono il frontone rappresentano i quattro fattori portanti della forza mentale nel tennis. E sono la motivazione, l’emozione, la concentrazione e l’autoconvinzione (M.E.C.A.). Il punto dal quale partire è la scritta “Conosci te stesso”, vale a dire quella alla base del tempio. È la scritta che vale sia per i migliori del mondo sia per i giocatori che si contendono il titolo del torneo sociale del proprio club. Il giocatore di club non può servire a oltre 200 km/h o tirare un vincente lungolinea a 150 km/h, non può avere la mobilità di Djokovic o il servizio di Raonic, eppure può gestire le sue risorse mentali esattamente come se fosse uno dei primi giocatori del mondo. Ma lo può fare solo se si conosce e allena questa parte del suo gioco. Il giocatore dunque deve provare a rivedere nella sua mente che cosa è rimasto: se l’immagine del tempio e i suoi componenti sono chiari e nitidi, vuol dire che questi ha posto la prima pietra sulla quale costruire la sua forza mentale. E il suo tennis ne trarrà grande giovamento. FOTO L Bisogna essere pronti L’immagine del tempio della Forza Mentale deve suscitare nella mente Le 4 colonne del Tempio? Ricorda M.E.C.A. Da una indagine condotta tra i primi 100 giocatori e giocatrici al mondo si evince che i più vincenti si caratterizzano per: 1. un altissimo livello di Motivazione; 2. la capacità di gestire la pressione e la conseguente Emozione; 3. l’abilità di focalizzare la Concentrazione; 4. L’Autoconvinzione di saper regolare il proprio stato di attivazione ottimale. Sono esattamente i quattro elementi delle colonne del tempio di cui abbiamo parlato (foto in alto alla pagina). Motivazione, emozione, concentrazione e autoconvinzione... abbreviandole in un acronimo, per ricordarle: semplicemente M.E.C.A. Scopri la potenza se guardi... il profilo Quasi 30 anni fa l’ideazione della Kuebler Resonanz 50, racchetta iper-rigida con profilo a spessore maggiorato (e variabile) che cambiò i parametri della spinta. L’evoluzione di oggi è figlia di quell’intuizione DI RAFFAELLO BARBALONGA A ripensarci, il 1987 è un anno strano. Gli U2 pubblicano “The Joshua Three”, Bernardo Bertolucci ci consegna “L’Ultimo Imperatore” e Sigfried Küebler la racchetta che segna l’inizio di una nuova generazione, la “Resonanz 50”. Il mondo del tennis, malgrado le innovazioni continue, rimase attonito e incredulo. Stava accadendo davvero una rivoluzione. Con l’avvento della graphite, nei primi Anni ‘80, si era generato una sorta di timore per l’eccesso di rigidità dei telai. In buona sostanza le racchette elastiche venivano destinate ai principianti e quelle rigide agli agonisti. Il braccio, abituato al legno, percepiva come particolarmente traumatico l’impatto attraverso un telaio in fibra sintetica, e solo agli agonisti, ai giocatori fisicamente allenati, ne era consigliato l’uso. Per questo motivo, in oltre un decennio, la graphite venne abbondantemen- Cinque telai flessibili Wilson Blade 98 te mixata con fibra di vetro, o al massimo aramide. Negli Anni ‘80, una racchetta come Head Prestige veniva definita molto rigida. Ancora oggi quando parliamo con veterani che masticano tennis da diversi decenni, rimaniamo confusi quando ci confermano questa asserzione. Eppure da un certo punto di vista è vero. In un mercato pullulante di telai come “Dunlop Max 200G” o “Rossignol F200”, che registrano valori anche inferiori ai 30 RA, la “Prestige” o la “Pro Staff” diventavano monolitiche raffigurazioni di rigidità. L’uomo che riformulò le teorie, ponendo nuovo ordine e regole fu appunto Sigfried Küebler. Küebler brevetta l’idea E Wilson gliela compra Il progetto di “Resonanz” venne alla luce dopo una gestazione piuttosto complessa ma fin dall’inizio apparve come assoluto e inconfutabile. “La frequenza di risonanza è il tempo che serve ad un telaio flesso dopo un impatto, per Yonex VCore Tour Tecnifibre T-Fight 315 riallinearsi. Prima della mia “Resonanz 50”, i telai erano ancora flessi quando la palla lasciava il piatto-corde. La mia racchetta è così rigida che la sua frequenza di risonanza è quasi la stessa Pro Kennex Q Tour Head Prestige Pro del tempo di impatto tra palla e corde. Meno energia è persa in flessione; più ottieni potenza’’. In sintesi: + rigidità = + potenza e + ampiezza di sweetspot. Erano le basi del tennis contemporaneo. Un tennis che anche attraverso nuovi talenti come Andre Agassi, portava alla luce la rapidità e la fisicità. In occasione del Mias di Milano e dell’Ispo di Monaco di Baviera, nel settembre 1987, Wilson aveva già risolto tutte le questioni legate al brevetto “Resonanz” e come era avvenuto per Lacoste e “T2000” nel 1968, si era accaparrata i diritti di un geniale inventore. Il nuovo telaio Wilson prese il nome di “Profile” e si candidò come progenitore di tutta la saga delle cosiddette Widebodies, racchette dallo spessore (o profilo) molto consistente. L’aumento della rigidità venne corroborato dalla sinergia tra profili allargati e materiali tecnologicamente davvero innovativi: il Silicon Carbide, il Boron, l’Aramide (Kevlar e Twaron), la Graphite HM, il Titanio, ma anche le soluzioni meno conosciute come il Noryl, il Nicalon, il Dyneema, il Technora, le Torayca, l’FRP, il Vectran... Vennero impiegati senza esitazioni, in una vera frenesia di sperimentazione commercializzata. I risultati furono racchette ancora più rigide e ancora più potenti. Nel 1989 Yamaha, utilizzando su un telaio a spessore profilato continuo solo graphite alto modulo, realizzò un progetto clamoroso che prese il nome di “Proto”. In occidente vennero commercializzate racchette come le “Secret” e la capostipite, la famosa “04”, che raggiungeva una rigidità impensabile: oltre 80 RA. Cinque telai rigidi Wilson Ultra XP Head Extreme, Babolat Pure Drive: le rigide degli agonisti Il periodo delle racchette ultraprofilate però fu relativamente breve. I top player infatti non incentivarono la consuetudine e tranne rari casi, come quello della nostra Raffaella Reggi, ritornarono ben presto a profili più contenuti. Il motivo era l’eccesso di potenza e la scarsa sensibilità che questi telai generavano. Eppure i giocatori di club continuarono - e continuano ancora oggi - a trarre vantaggio da questi concetti. Le racchette odierne non presentano gli stessi esagerati profili, ma strutturalmente possiedono una uguale, se non maggiore, rigidità. Oggi si lavora meno sulla forma e maggiormente sul materiale, ma l’idea di base è la stessa: più rigidità = più facilità di spinta. Una racchetta estremamente rigida quindi, oggi la vediamo in mano a principianti o a veterani, cioè a chi non dovrebbe supportare un impatto traumatico. L’opposto degli Anni ‘80. Come mai? I sistemi antivibranti, atti a incentivare il comfort, sono molto meglio integrati nei telai e le nuove generazioni di corde svolgono una funzione decisiva nella dissipazione dell’impatto. Aziende come Babolat ci hanno abituato a vedere telai particolarmente rigidi. “Pure Drive”, che spesso mette d’accordo diverse categorie di giocatori, ed è uno dei prodotti più venduti al mondo, supera i 70 RA. Head ha prodotto “Extreme” per andare incontro alle esigenze di un Top 10 come Ivan Ljubicic, ma ora, declinato nelle più disparate versioni, questo telaio lo vediamo sempre più spesso in mano anche a principianti e veterani che possono così sfruttar- Gamma RZR 100 Voelkl Super G La Yamaha Secret 04, rigidità 80 RA ne la rigidità per trarre maggiore “lunghezza di palla”. Wilson nel catalogo 2016 presenta “Ultra XP” (Extreme Power) che sfrutta alti livelli di rigidità (73 RA) per generare potenza, Gamma con “RZR 100T” tocca i 75 RA di flex, ma in genere tutte le nuove generazioni di telai si attestano su valori pressocché simili e comunque superiori ai 70 RA. Poche quindi ormai le racchette “morbide” presenti sul mercato, e quasi tutte derivate dal mitico stampo “H22”. Insomma, se paragonate alle auto, le racchette si possono dividere tra comodi e ingombranti SUV, che sfruttano la potenza per tirarci fuori dai guai, e fuoriserie assettate che ci fanno sentire al massimo la guida, il cosiddetto “handling”, ma che ci trasmettono anche la più piccola buca sul terreno. A voi scegliere, ma ricordatevi che affrontando le curve al massimo della velocità, senza un’adeguata preparazione, è facile uscire di strada. Babolat Pure Drive Head Extreme Chiamata in anticipo: se la prendo al volo? Un caso molto specifico ma curioso (e realmente accaduto): la seconda di servizio colpisce il nastro, la palla sta per andare fuori, il giudice di linea chiama l’out e il ribattitore la blocca. Tutto prima del rimbalzo... La situazione Molte situazioni particolari Thomas sta giocando una partita di singolare contro Federico. I due si affrontano in una partita con la presenza dell’arbitro di sedia e anche dei giudici di linea. Innanzitutto va detto che non si tratta di un’eventualità “di scuola”, ma stiamo parlando di un caso realmente verificatosi in un torneo Futures internazionale. Come si rileva, qui intervengono tante situazioni particolari: il giudice di linea che chiama una palla che non è ancora rimbalzata e lo fa chiamandola fuori, il giocatore avversario che prende al volo una palla a seguito di un servizio, e come se non bastasse la palla che lungo il suo tragitto ha toccato il net. Come sappiamo, se a seguito di un servizio il ribattitore viene toccato dalla palla, oppure la prenda intenzionalmente al volo senza che Che cosa succede? Durante un secondo servizio di Thomas, la palla tocca il nastro della rete prima di impennarsi dando l’impressione che stia chiaramente andando fuori. A causa di questa impressione il giudice di linea, di istinto, senza che la palla sia ancora rimbalzata, chiama la palla “out”. A quel punto Federico, che si trova in risposta, un po’ stupito prende la palla al volo con la sua racchetta. questa abbia prima effettuato il rimbalzo a terra, questi perderà sempre il punto (anche perché la palla viene considerata come rimbalzata nel giusto campo e quindi buona). Come si procede? Il nostro caso specifico però è diverso. Sul servizio la palla ha toccato il net, e quindi di fatto viene “limitata” qualunque conseguenza con riferimento al singolo servizio, che ricordiamo era una seconda di servizio. Così in questo caso specifico l’azione da parte del ricevitore di prendere al volo la pallina avrà rilievo solamente per quel servizio: ecco perché considerando in questo caso la palla buona perché presa al volo, l’effetto sarà unicamente quello di rigiocare il secondo servizio, e non comporterà la perdita del punto. Se non fosse stato toccato il net su servizio, il ricevitore avrebbe perso il punto. Nel caso in cui, ancora, senza toccare il net sul servizio fosse intervenuta la chiamata del giudice di linea e, in seguito alla chiamata, il ricevitore avesse bloccato la palla al volo... si sarebbe dovuto far rigiocare il punto intero, perché si sarebbe considerata la chiamata del giudice di linea come un “disturbo esterno”. Inviateci via mail le vostre domande I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi - o le vostre curiosità - di natura regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero.