Valutazione e Gestione del Rischio negli insediamenti civili e

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Valutazione e Gestione del Rischio negli insediamenti civili e
Valutazione e Gestione del Rischio negli insediamenti civili e industriali:
al via a Pisa il convegno nazionale VGR 2004
Presentati i dati sullo stato di attuazione della direttiva Seveso
Oltre 1.100 stabilimenti a rischio in tutt'Italia, tra cui 293 depositi di oli minerali, 282
stabilimenti chimici e petrolchimici, 248 depositi di gas liquefatti. Sono solo alcuni dei dati
sugli stabilimenti in cui sono presenti sostanze pericolose e per questo motivo soggetti
all'applicazione della Direttiva Seveso.
L'aggiornamento sullo stato di attuazione della norma comunitaria che prevede il
controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose è
stato reso noto oggi, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, nel corso
della conferenza stampa sulla presentazione del Convegno nazionale "Valutazione e
Gestione del Rischio negli insediamenti civili e industriali" (VGR 2004) che si è tenuto a
Pisa dal 19 al 21 ottobre scorsi.
"L'evento di Pisa - ha detto il sottosegretario all'Ambiente e Tutela del Territorio,
Francesco Nucara - rappresenta un momento di sereno confronto tra tutti i soggetti
coinvolti nell'attuazione della norma sui rischi di incidenti rilevanti. Il Ministero
dell'Ambiente si sta dotando di tutti gli strumenti al fine di attuare l'emendamento alla
direttiva Seveso che estende il campo di applicazione".
Infatti, nel dicembre 2003, anche a seguito degli incidenti di Baia Mare (Romania - 2000),
di Enschede (Paesi Bassi - 2000) e di Tolosa (Francia - 2001), il Parlamento ed il
Consiglio europei hanno emanato la Direttiva di modifica della direttiva Seveso,
estendendone il campo di applicazione, essenzialmente per quanto riguarda le sostanze
esplodenti, alcune attività minerarie, l'inserimento di nuove sostanze cancerogene e
maggiore attenzione per le sostanze pericolose per l'ambiente, nonché l'inserimento di
nuovi obblighi per gli stati membri e per i gestori degli stabilimenti, al fine di garantire
standard di sicurezza sempre più elevati. Proprio l'Italia, nel corso del semestre di turno
alla presidenza dell'Unione Europea, ha portato rapidamente a conclusione le procedure
della Conciliazione tra Consiglio e Parlamento Europeo.
Il numero complessivo degli stabilimenti a rischio presenti in Italia al 30 settembre 2004
è pari a 1.105, di cui 643 detengono quantitativi minori di sostanze pericolose (i
cosiddetti a rischio) e 462 detengono quantitativi maggiori (ad alto rischio).
Relativamente alla distribuzione degli stabilimenti soggetti a notifica sul territorio
nazionale, si rileva che oltre il 22% sono concentrati in Lombardia, in particolare nelle
province di Milano, Varese e Bergamo. Regioni con elevata presenza di industrie a rischio
sono anche il Piemonte (circa 10%), l'Emilia-Romagna (circa 9%), ed il Veneto (circa
8%), dove si evidenziano concentrazioni particolari nelle aree di Trecate (nel Novarese),
Ravenna, Ferrara e Porto Marghera e nelle province di Torino, Alessandria e Bologna. Al
Sud le regioni con maggior presenza di attività soggette a notifica risultano essere la
Sicilia (circa 6%), la Puglia (circa 4%) e la Sardegna (circa 4%), in relazione alla
presenza degli insediamenti petroliferi e petrolchimici nelle aree di Gela, Priolo, Brindisi,
Porto Torres e Sarroch. Altre province dove si riscontra un elevato numero di stabilimenti
a rischio sono Livorno, Roma, Frosinone, Napoli e Bari.
Proprio la quarta edizione del convegno di Pisa, un appuntamento biennale di riferimento
per gli analisti di rischio, costituisce un'occasione di confronto tra Amministrazioni centrali
e locali, Università, centri di ricerca e mondo dell'impresa sulle problematiche inerenti la
sicurezza negli insediamenti industriali.
Roma, 13 ottobre 2004
Comunicati Stampa 2004 – Ministero dell’ ambiente