5 - CSFA Design
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EXTRA 5 N.19 del 7 maggio 2015 me (Madame Blanche, Madame Rouge, eccetera). I prossimi busti però prenderanno il nome dai proprietari precedenti». Di tutt’altro genere il materiale usato da Raffaele Cornaggia, valtellinese residente a Domaso, ex-immobiliarista che ora ha deciso di dedicarsi solo alla produzione artistica. Cornaggia usa pezzi di oggetti tecnologici e meccanici. «Ho cominciato così, per caso, un giorno che ho smontato un vecchio computer scoprendo tanti piccoli componenti che mi hanno ispirato una composizione. Non è certo una cosa nuova, nel genere Tinguely è stato forse il primo e poi ho avuto la fortuna di conoscere altri due precursori, l’americano Jeremy Mayer e l’australiano James Corbett. La mia particolarità, rispetto ad altri, è che non uso saldature, solo viti e bulloni. Le mie sono creature immaginarie, testimoni un po’ ironici di una società devastante che porta il pianeta sommerso dagli scarti sull’orlo del collasso, “memorie” che si uniscono, testimonianze rimaste di chi quegli oggetti li ha posseduti. Una delle mie ultime creazioni, Dattylo, è stato assemblato con pezzi di macchine da scrivere Hermes usate dalle guardie di confine svizzere; è una specie di condottiero che guida alla riscossa le vecchie macchine da scrivere, amiche fedeli di tanti scrittori, finite in cantina e soppiantate da volgari computer». Anche il siciliano Sebastiano Renda da una ventina d’anni A sinistra sopra il titolo, Angler Cyberfish di Raffaele Cornaggia. Qui sopra, da sinistra in alto Madame Rouge di Penelope Soler Lopez, i Drum2Streets, lo scultore Sebastiano Renda in azione e Leandro Gianini del Drum Head Percussion Ensemble con alcuni dei suoi “strumenti”. In copertina, Dattylo di Raffaele Cornaggia. opera su pezzi meccanici in disuso, trovati nelle discariche, assemblandoli e saldandoli per trasformarli in fantastiche creature “cyber punk” nelle quali è percepibile una certa ironia postindustriale. Riportare in vita ciò che dopo una vita al servizio dell’uomo era destinato al degrado, all’oblio, all’inutilità, è in fondo la madre di tutte le operazioni artistiche, oltre che dell’eco-sostenibilità. A Tiriciclo Renda darà dimostrazioni pratiche di come crea le sue opere, che non sono fatte per restare al chiuso di un museo: ne hanno passate ben di peggio e – da autentici sopravvissuti – sono a loro agio ovunque. Esibizioni Suonato come un tavolo. O come un bidone... Non ci sono solo le sculture a rappresentare le potenzialità artistiche del riciclaggio. Ti-riciclo infatti presenta anche due momenti musicali molto particolari. Lo spettacolo No instrument needed del Drum Head Percussion Ensemble (ironicamente: ensemble delle teste di tamburo...) si svolgerà attorno a un tavolo; che, come tutti gli oggetti attorno e sopra di esso, verrà “suonato”. Spiega Leandro Gianini, componente del gruppo con Davide Poretti e Luca Bruno: «Ci siamo conosciuti al Conservatorio della Svizzera italiana, dove abbiamo studiato percussioni e Davide e Luca insegnano, mentre io mi sto specializzando a Zurigo. Fuori da scuola trovare tutti gli strumenti (e ne servono tantissimi) costa caro. Per cui abbiamo creato o cer- cato brani, ad esempio di John Cage, che non richiedono strumenti. Suoniamo sedie, caffettiere, bicchieri, tastiere di computer e poi il tavolo stesso (c’è un pezzo di Thierry de Mey che si intitola proprio Musique de table), più teglie, pentole, bidoni, scatole di cartone. Anche i nostri spettacoli sono “riciclabili”, ovvero flessibili, da strada, con rumore e gente che passa». Prima e dopo di loro si esibiranno i turgoviesi Drum2Streets, un gruppo di giovani che ha ottenuto uno straordinario successo nel talent svizzero Die grössten Schweizer Talente, percorrono pure la strada delle percussioni secondo lo stile degli “street drummer” americani. I loro ritmi, eseguiti su bidoni e altri recipienti, sono assolutamente e irresistibilmente travolgenti.