progetto “acting” – invecchiamento attivo per il trasferimento di
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PROGETTO “ACTING” – INVECCHIAMENTO ATTIVO PER IL TRASFERIMENTO DI COMPETENZE E LA FORMAZIONE UNIONE EUROPEA 2007 Rilevazione 2009 a cura di Marco Vittore Capitini, Staff Sistema Documentale, Buone Prassi e Benchmarking di Italia Lavoro S.p.A. 1 INDICE INFORMAZIONI GENERALI DI PROGETTO .................................................................. 3 TITOLO ................................................................................................................... 3 COMMITTENTE ......................................................................................................... 3 PROMOTORE ............................................................................................................ 3 DURATA .................................................................................................................. 3 TIPOLOGIA DI POLICY ............................................................................................... 3 SETTORE DI INTERVENTO .......................................................................................... 3 REFERENTE DI PROGETTO ......................................................................................... 3 SITO WEB DI PROGETTO ........................................................................................... 3 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO............................................................................ 4 PROBLEMA AFFRONTATO ........................................................................................... 4 CONTESTO DI RIFERIMENTO ...................................................................................... 5 OBIETTIVI ATTESI E RISULTATI PRODOTTI .................................................................. 6 LINEA DI FINANZIAMENTO......................................................................................... 8 ATTORI COINVOLTI................................................................................................... 8 DESTINATARI DIRETTI E INDIRETTI ............................................................................ 9 RACCONTO DELL’ESPERIENZA ................................................................................. 10 METODOLOGIE E STRUMENTI UTILIZZATI .................................................................. 13 RATING ................................................................................................................. 16 - INNOVATIVITÀ ..................................................................................................... 16 - RIPRODUCIBILITÀ E TRASFERIBILITÀ ...................................................................... 16 - SOSTENIBILITÀ .................................................................................................... 16 - MAINSTREAMING.................................................................................................. 16 - VALORE AGGIUNTO .............................................................................................. 16 2 INFORMAZIONI GENERALI DI PROGETTO TITOLO ACTING – Invecchiamento attivo per il trasferimento di competenze e la formazione. COMMITTENTE Il progetto è stato finanziato nell’ambito delle Azioni Innovative - Articolo 6 del Fondo Sociale Europeo, promosse dalla Commissione Europea – DG Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità, Accordo di Convenzione VS/2004/0372, per un valore complessivo di 1.129.299,72 euro. PROMOTORE Soggetto promotore del progetto è IFOA, Centro di Formazione e Servizi delle Camere di Commercio della Regione Emilia Romagna. DURATA La durata complessiva del progetto è stata di 27 mesi, a partire da dicembre 2004, fino alla conclusione con l’evento finale realizzato nel mese di febbraio 2007. TIPOLOGIA DI POLICY Il progetto si è caratterizzato per la sperimentazione di politiche finalizzate alla promozione dell’invecchiamento attivo sui luoghi di lavoro, valorizzando le professionalità degli over 45, sulla base di quanto previsto dai Consigli Europei di Lisbona, Stoccolma e Barcellona. SETTORE DI INTERVENTO Attraverso la dimensione transnazionale e multi-settoriale dell’iniziativa che ha visto coinvolti 4 paesi (Italia, Francia, Regno Unito, Spagna), e che ha avviato sperimentazioni con lavoratori anziani nei settori tessile-abbigliamento, plastica e costruzioni, metallurgico e alimentare, ACTING ha inteso contribuire al tema dell’invecchiamento attivo valorizzando le professionalità degli over, maturate in contesti informali e formali, per il rafforzamento dell’autoconsapevolezza e comprensione del potenziale professionale in loro possesso, presupposto all’adattabilità e mobilità occupazionale. REFERENTE DI PROGETTO Per informazioni più dettagliate su ACTING, è possibile contattare il responsabile di progetto, ing. Luca Boetti, presso IFOA, al seguente numero: +39-0522-329243 e-mail: [email protected] SITO WEB DI PROGETTO http://www.ifoa.it/acting/home.htm 3 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO PROBLEMA AFFRONTATO Gli ambiti principali da cui il progetto ACTING si è mosso sono gli obiettivi occupazionali individuati dai Consigli Europei di Lisbona, Stoccolma e Barcellona, assieme agli andamenti relativi al contesto demografico, economico ed occupazionale dell’Unione Europea. La strategia comunitaria prevede nello specifico il raggiungimento del 50% di occupazione della popolazione in età compresa tra i 55 ed i 64 anni, entro il 2010, ritardando l’uscita dal mercato del lavoro e rendendo così i sistemi di protezione sociale più sostenibili. L’obiettivo enunciato appare tuttavia ambizioso se si analizza il contesto demografico e socioeconomico europeo, caratterizzato da situazioni nazionali eterogenee e da andamenti preoccupanti, con l’aspettativa media di vita in crescita e tassi di natalità sempre più bassi. Inoltre il tasso di occupazione dei lavoratori anziani rimane modesto, rappresentando un peso consistente per i sistemi nazionali di protezione sociale: a titolo di esempio, in Italia vi è uno degli invecchiamenti più veloci dell’Unione Europea, mentre il tasso di attività e di occupazione degli over (30,5%) risulta ben al di sotto della media comunitaria, pari al 41%. In questo contesto il tema della formazione rappresenta un elemento imprescindibile per affrontare efficacemente le problematiche evidenziate. Appare centrale l’importanza della formazione continua e dell’apprendimento permanente per il miglioramento dell’occupabilità dei lavoratori anziani e il prolungamento della loro attività lavorativa. Vi è un rapporto diretto fra opportunità di formazione e livello delle competenze e produttività: i rapidi cambiamenti del mercato del lavoro richiedono l’adattamento delle skill dei lavoratori per garantire un tasso di produttività adeguato. Per gli over, in particolare, la mancanza di opportunità di apprendimento permanente ne mettono a rischio l’occupabilità. Esiste inoltre un rapporto diretto tra livello delle qualifiche e delle competenze, le possibilità di accesso alla formazione e tassi di occupazione e permanenza nel mercato dei lavoratori anziani. Da ultimo, l’avvento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, assieme ai nuovi metodi di produzione, determina sensibilmente i piani di occupazione e pensionamento delle persone: minore è l’aggiornamento delle competenze e qualifiche, maggiori le possibilità di esclusione dal mondo del lavoro o di ritiro spontaneo anticipato. Quanto detto può essere sintetizzato nel seguente modo: y y il tasso di produttività degli anziani non è negativamente influenzato dall’età, quanto dalla obsolescenza delle competenze; la permanenza degli over nel mercato del lavoro dipende anche dalle opportunità di formazione ed adattamento delle competenze ai nuovi contesti produttivi. L’importanza della formazione risulta ancora più decisiva se affiancata ad azioni di sensibilizzazione sulle potenzialità ed i benefici che i lavoratori senior possono apportare al sistema produttivo. Nonostante i forti pregiudizi, solo in parte giustificati, nel non considerare un lavoratore over risorsa ancora ricca ed attiva, è invece indubbio che la maggiore esperienza professionale apporti un’aggiunta produttività all’azienda. 4 Risulta altresì certo che gli over rappresentano un patrimonio di saperi e professionalità essenziale per le imprese (per quei comparti economici ad elevato valore aggiunto) non sempre adeguatamente intercettato e sfruttato. Emergono quindi due considerazioni: la prima è che l’aggiornamento delle competenze e la riqualificazione delle professionalità, contribuiscono ad aumentare le possibilità di occupazione e di adattabilità in un mercato del lavoro in continua evoluzione; la seconda è che il lavoratore anziano possiede un patrimonio importante per l’impresa che, se non valorizzato, soprattutto in settori produttivi ad alto valore aggiunto, rischia di essere disperso arrecando danni alla produttività ed al know-how aziendale. È sulla base di queste due riflessioni che è stato promosso il progetto ACTING, che ha inteso elaborare e sperimentare metodologie e prassi a livello transnazionale, per: y y y preservare, valorizzare e trasferire in azienda il patrimonio di competenze professionali dei lavoratori anziani; promuoverne l’adattabilità e l’occupabilità tramite l’acquisizione di competenze “innovative”, favorendo l’ereditarietà delle risorse professionali tramite il trasferimento delle competenze distintive degli anziani ai più giovani, producendo così un circolo virtuoso del quale possono beneficiare sia l’impresa stessa che questi ultimi; sensibilizzare gli attori istituzionali e socio-economici sulle potenzialità dei lavoratori anziani e sulle politiche in favore dell’invecchiamento attivo della popolazione. CONTESTO DI RIFERIMENTO Promosso nell’ambito delle Azioni innovative finanziate a titolo dell’articolo 6 del regolamento relativo al Fondo sociale europeo, il progetto ACTING ha individuato specifici settori economici ed ambiti geografici in cui svolgere le proprie attività, sulla base della situazione del mercato del lavoro nei seguenti contesti: Italia, Francia, Regno Unito e Spagna, con i primi due Paesi che spesso condividono caratteristiche e problematiche. In questi quattro Paesi sono stati quindi rilevati alcuni settori particolarmente interessanti rispetto al tema trattato, nello specifico: y y y y Italia, con il coinvolgimento delle regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, sui settori merceologici della moda e dell’abbigliamento; Francia, regione Rhône-Alpes, settore delle materie plastiche e delle costruzioni edili; Spagna, principato delle Asturie, settore metallurgico; Regno Unito, in particolare l’Irlanda del Nord, settore relativo alla trasformazione dei prodotti alimentari. Nel dettaglio, quello della moda è uno dei settori trainanti per l’economia italiana ed europea, che si caratterizza per una pluralità di aziende molto diverse che si intrecciano e si integrano in filiere verticali o in distretti territoriali. I prodotti acquisiscono valore grazie alla combinazione tra lavorazioni tradizionali ed utilizzo delle nuove tecnologie di produzione: in questo settore, le esperienze dei lavoratori anziani sono assolutamente da valorizzare perché tradizione ed innovazione sono fondamentali per rendere i prodotti italiani ed europei di riferimento, in grado di competere con quelli asiatici, ottenuti con costi del lavoro assolutamente insostenibili anche per l’Unione Europea allargata. 5 In Francia, il Dipartimento della Ain, Regione Rhône-Alpes, si connota per la rilevanza dell’industria della plastica sugli altri comparti produttivi, quantificabile nell’ordine del 40% del totale. Molto sviluppato è il settore delle costruzioni. In entrambi i settori i problemi della riqualificazione e dell’aggiornamento delle competenze dei lavoratori e l’invecchiamento della popolazione attiva sono molto sentiti, unitamente al numero sempre più scarso di lavoratori giovani disponibili in questi ambiti di mercato. La Spagna non presenta performances positive in termini di politiche demografiche: il settore metallurgico ha un significativo impatto in termini sia economici, sia occupazionali nella Regione delle Asturie, con tasso di lavoratori anziani superiore agli altri comparti produttivi, e conseguenti forti problemi di invecchiamento del personale e trasferimento delle competenze ai più giovani. In Irlanda del Nord il settore della trasformazione dei prodotti alimentari è uno dei più rilevanti, con livelli di competenze e qualifiche relativamente bassi e l’età media dei lavoratori del settore in aumento. Due elementi significativi hanno determinato la scelta di questo ambito: le attività di trasferimento delle competenze professionali ai giovani lavoratori del comparto sono ancora scarse, e l’età di pensionamento nel Regno Unito si sta elevando a 70 anni; risulta perciò fondamentale provvedere ad azioni di “upskilling” e “career path” rivolte agli anziani. OBIETTIVI ATTESI E RISULTATI PRODOTTI Nello specifico, il progetto ACTING si è posto una serie di obiettivi verso i lavoratori over e verso le imprese. Nel primo caso si è voluto valorizzare le professionalità. Attraverso la valutazione delle competenze acquisite anche in un contesto informale: ciò per migliorare l’autostima, la consapevolezza delle proprie capacità e il miglioramento dell’occupabilità in termini di skills spendibili anche al di fuori della propria azienda. Per le imprese si è inteso garantire la disponibilità di strumenti concreti per descrivere, formalizzare, tradurre e capitalizzare le competenze distintive, quelle che apportano le caratteristiche di “qualità” del prodotto e su cui spesso i lavoratori più anziani detengono il presidio, difficilmente trasferibile con semplici interventi formativi. ACTING ha voluto inoltre favorire la promozione di un clima di integrazione generazionale tra le risorse presenti nelle imprese obiettivo, promuovendo la consapevolezza del concetto di “risorsa qualificata”. Dal punto di vista dei risultati ottenuti, sulle 22 aziende coinvolte ACTING ha favorito l’individuazione e la descrizione di 59 profili professionali in riferimento ad un campione di 126 lavoratori, assieme alla consapevolezza, da una parte, della perdita di competenze cruciali che il pensionamento dei lavoratori over può determinare, assieme, dall’altra parte, alle difficoltà espresse dai lavoratori stessi circa la ridotta valutazione dell’importanza del loro ruolo e la scarsa percezione dell’utilità professionale che sono in grado di trasferire. La fase di sperimentazione ha quindi promosso sessioni formative pilota, sia per la riqualificazione dei lavoratori senior sui temi organizzativi e come formatori di colleghi più giovani, sia a supporto del management aziendale nella realizzazione di politiche di invecchiamento attivo. In ogni azienda è stata avviata un’analisi dei fabbisogni, per identificare il tema di maggior interesse ai fini formativi, le risorse da coinvolgere e le metodologie più opportune da attivare. Nella formazione pilota sono stati utilizzati e sperimentati anche gli strumenti sviluppati nelle varie fasi precedenti del progetto, a beneficio di circa 90 lavoratori, di cui il 50% senior. 6 La sensibilizzazione alle tematiche dell’invecchiamento attivo ha visto la promozione di azioni mirate ai portatori di interesse, con l’obiettivo di comparare e trasferire la sperimentazione condotta a livello europeo. Quattro sono stati i seminari tematici realizzati, ognuno dei quali ha visto il coinvolgimento di più di 40 persone. Il progetto è stato selezionato anche dalla DG Impiego, Affari Sociali e Pari Opportunità per essere presentato al Primo Forum sul Futuro demografico in Europa, tenuto a Bruxelles nel mese di novembre 2006. Il modello operativo sperimentale proposto è stato veicolato attraverso un manuale operativo, contenente le linee guida per il trasferimento delle competenze. 7 LINEA DI FINANZIAMENTO Il budget a disposizione del progetto ACTING, a valere sulle risorse previste nell’ambito delle Azioni Innovative - Articolo 6 del Fondo Sociale Europeo, Accordo di Convenzione VS/2004/0372, è di 1.129.299,72 euro. Il costo effettivo del progetto è stato pari a 1.072.574,99 euro, mentre il finanziamento pubblico ha riguardato il 75% del valore complessivo totale. ATTORI COINVOLTI Il progetto ha coinvolto 22 aziende e 126 lavoratori e si è avvalso di un partenariato transnazionale “multi-stakeholder”, composto da enti istituzionali, parti sociali e agenzie formative, e coinvolge una ventina di aziende e un centinaio di persone in diversi settori produttivi. Capofila è l’Istituto di Formazione Operatori Aziendali, IFOA, con sede centrale in EmiliaRomagna, a cui fanno parte in qualità di soci di patrimonio, le Camere di Commercio dell’Emilia Romagna, Unioncamere Nazionale ed Emilia-Romagna, la Fondazione “Pietro Manodori” di Reggio Emilia e, in qualità di soci di diritto, il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero degli Affari Esteri, l’Istituto “Tagliacarne” di Roma e gli Enti locali. Dotato di personalità giuridica, l’istituto vuole promuovere la crescita del capitale umano attraverso la formazione, sostenendo gli ambiti di intervento per aiutare l’arricchimento del loro capitale umano e professionale, per supportare i processi di innovazione, per vincere le sfide della società dell’informazione e della conoscenza. Di seguito gli altri attori del partenariato, suddivisi tra Enti Istituzionali, altri Enti ed Agenzie formative: y y y y y Unione regionale delle Camere di commercio dell'Emilia-Romagna, l'associazione delle nove Camere di commercio del territorio (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini) nata nel 1965. Sviluppo e consolidamento dell’economia del territorio, sono gli obiettivi di fondo della struttura che svolge funzioni di indirizzo, rappresentanza e coordinamento dei rapporti di un sistema a rete che impiega circa 850 persone e investe oltre 118 milioni di Euro; Camera di Commercio di Reggio Emilia, ente autonomo di diritto pubblico che rappresenta e cura gli interessi generali del sistema delle imprese della provincia e si occupa della promozione dello sviluppo; Agenzia Regionale per il Lavoro della Regione Lombardia, operante come componente tecnica del sistema regionale per l’attuazione delle politiche integrate di istruzione, formazione e lavoro. Svolge un’attività tecnico-scientifica a supporto dell’azione politica e amministrativa della Regione, finalizzata al pieno sviluppo della persona ed al potenziamento del capitale umano quale leva primaria per la competitività e la costruzione di una società basata sulla conoscenza; Regione Toscana (Dir. Gen. Politiche formative, beni e attività culturali - Settore Formazione Continua e Obbligo Formativo) e UNCEM Toscana (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), l'Associazione cui aderiscono in Italia 356 Comunità montane, 4.201 comuni classificati montani o parzialmente montani, oltre ad alcune Amministrazioni provinciali e ad altri Enti operanti in montagna; Sistema Moda Italia, associazione italiana delle industrie della filiera tessile abbigliamento; 8 y y y y y y y y y Federazione Formazione Ricerca – CGIL; Sandwell Education Business Partnership (Regno Unito), associazione per la promozione della formazione professionale e le competenze dei giovani; Customized Training Services (Irlanda del Nord – Regno Unito), centro specializzato nell’erogazione di corsi di formazione a distanza per le piccole e medie imprese; BTP (Francia), Sindacato della Regione del Rodano-Alpi del settore delle imprese artigiane e dell’edilizia; Associazione SMILE, riconosciuta dal Ministero del Lavoro quale ente di formazione accreditato presso i principali fondi interprofessionali; Groupe ESCI (Francia), scuola superiore del commercio e dell’industria, promotrice di corsi di formazione professionale riconosciuti a livello europeo; North West Regional College (Irlanda del Nord – Regno Unito), costituito nel 2007 per l’erogazione di percorsi educativi e formativi rivolti al tessuto sociale del territorio di appartenenza; U3A (Irlanda del Nord – Regno Unito), Università della Terza Età, con un patrimonio di oltre 300 corsi erogati attraverso scuole - cooperative sul territorio britannico; CAMARA OVIEDO (Spagna), Camera di Commercio, Industria ed Artigianato, costituita nel 1889 per supportare la crescita delle imprese del territorio delle Asturie, attraverso attività formative rivolte al personale e supporto alle esportazioni. DESTINATARI DIRETTI E INDIRETTI Il progetto ACTING è stato sperimentato prima di tutto nei confronti degli over 45, cioè di quei lavoratori il cui coinvolgimento diretto è stato considerato uno strumento essenziale per il trasferimento di conoscenze generazionale e la promozione di una cultura di apprendimento innovativa in azienda. Coinvolgere le risorse umane è stato uno degli asset principali di ACTING: l’individuazione dei destinatari diretti si è basata sulla considerazione di alcuni elementi essenziali: le persone coinvolte, la tipologia delle competenze da trasmettere, (in termini di motivazione, trasmissione di conoscenze), la cultura dell’azienda. Nel primo caso è stato importante procedere all’accurata selezione dei profili professionali delle persone da coinvolgere come formatori e dell’attività di responsabilizzazione da parte dell’impresa circa l’importanza del successo derivante dalla corretta gestione del processo formativo in atto. Tra i destinatari diretti figurano inoltre i beneficiari della formazione; poiché si è trattato di professionisti in possesso di differenti esperienze sul luogo di lavoro, è stato importante elaborare un insieme di idee da trasmettere nel coinvolgimento di tale processo: l’importanza della formazione per il rafforzamento delle mansioni di cui l’azienda ha bisogno; lo sviluppo di attività più pertinenti al profilo professionale della risorsa; il valore aggiunto di tale attività, in termini di nuove competenze spendibili e di incremento retributivo che dovrebbe derivare dall’acquisizione di maggiori skills. I destinatari indiretti ossia i possibili futuri beneficiari sono stati coloro che nelle aziende gestiscono delle responsabilità a qualunque livello nei confronti dei lavoratori, come i responsabili delle risorse umane o della formazione e gli imprenditori, in particolare quelli delle Piccole e Medie Imprese. Costoro hanno potuto trovare in ACTING, oltre all’inquadramento generale, una metodologia per sostenerli a comprendere e ad occuparsi del tema dell’invecchiamento attivo, se ancora non lo hanno fatto, o a verificare le azioni intraprese, se già hanno iniziato. 9 Altri destinatari indiretti sono stati gli Enti pubblici, soprattutto a livello locale, le Camere di Commercio, le Associazioni di imprenditori, le Parti Sociali. Anche per loro l’aspetto della maggiore consapevolezza sul tema è importante, perché è a loro che imprese e lavoratori si rivolgono per chiedere supporto. Infine, le Agenzie formative, che possono utilizzare i risultati di ACTING per arricchire e motivare la propria offerta, per dialogare meglio con i lavoratori e le imprese, per capirne meglio aspettative e fabbisogni, per tarare con più precisione e concretezza le loro azioni. RACCONTO DELL’ESPERIENZA Seppure il carattere sperimentale del progetto e le caratteristiche stesse dei partner coinvolti non giustificano e non consentono una generalizzazione tout-court dei risultati, il progetto ACTING ha permesso l’individuazione di alcune linee guida volte a garantire un valore adeguato delle azioni intraprese: y y y y Porre al centro dell’attenzione i lavoratori e le loro caratteristiche: l’indagine ha coinvolto direttamente i lavoratori senior che presidiano processi chiave nelle aziende dei settori economici interessati. In linea di massima sono coloro che detengono una notevole parte della ricchezza dell’impresa in termini di capitalizzazione delle conoscenze e risorse umane che, in assenza di misure preventive, è destinato a perdersi al momento della loro uscita dal mercato del lavoro. Al centro del percorso di indagine è quindi posto il lavoratore anziano non solo come beneficiario “passivo” delle azioni di analisi dei fabbisogni e riqualificazione ed aggiornamento delle competenze, ma come soggetto attivo, fulcro dell’acquisizione dei saperi e delle professionalità e della loro trasmissione all’organizzazione aziendale nel suo complesso; porre l’accento sulle competenze distintive: i lavoratori senior sono quelli che da più tempo “vivono” l’azienda: è quindi presumibile che dispongano di un patrimonio di conoscenze, capacità, comportamenti ricco e prezioso, anche se non necessariamente esplicitato. Aiutare tali persone nel riconoscere e descrivere le proprie competenze è stato considerato un passo fondamentale del progetto; porre l’accento più sulla valorizzazione delle competenze e delle potenzialità dei lavoratori senior che sul loro divario di competenze: non è sufficiente avvertire la necessità di preservare il patrimonio di competenze dei senior, è necessario anche motivarli nei processi di trasferimento delle stesse, dando il giusto valore ai loro saperi, verificando la loro capacità di trasmetterli ed allontanando i timori di diventare inutili per l’azienda, una volta avvenuto il trasferimento. Il carattere innovativo di ACTING è stato proprio nel considerare i senior non solo per ciò di cui necessitano in termini professionali e formativi, ma per il patrimonio di esperienze di cui sono portatori e che può essere trasferito verso i colleghi più giovani. L’analisi dei fabbisogni è stata pensata in una logica di bidirezionalità: identificando da una parte la logica del lavoratore anziano per cercare di promuoverne adattabilità ed occupabilità; ma al contempo individuarne i punti di forza, le professionalità maturate in modo da sensibilizzare il sistema in cui è inserito nelle sue reali potenzialità e capacità di supportare produttività e competitività aziendali; utilizzare un approccio sistemico, riconoscendo il lavoratore senior come parte dell’azienda: intervenire solo sui senior, seppure con strumenti e metodi innovativi, significherebbe considerare solo una parte del problema dell’invecchiamento attivo. Per favorire la consapevolezza e la comprensione del valore dei senior nelle imprese, per favorire significativi risultati in termini di impatto e sostenibilità, l’indagine ha attuato un insieme di interventi “top-down” e “bottom-up”, con azioni incentrate non solo sui lavoratori anziani, ma anche sui più giovani, sul management, su altri attori del mercato del lavoro. Attraverso la loro interazione con i beneficiari diretti si è inteso pro muovere un 10 y y “circolo virtuoso” di cui possa beneficiare il sistema nel suo complesso. Da qui un approccio che ha inteso far comprendere innanzitutto all’azienda quanto sia importante considerare i senior risorse ricche ed attive in termini di competitività e produttività e quanto sia importante preoccuparsi di facilitare l’ereditarietà dei loro saperi ai lavoratori più giovani, senza contare la ricaduta positiva di questo approccio in termini di “auto-stima” e percezione dei punti di forza; porre l’accento sulla dimensione transnazionale delle attività: per avere concreti elementi di comparabilità, per dare forza alle azioni che deriveranno dai risultati dell’indagine, per garantirne una migliore e più ampia trasferibilità, metodi, strumenti, attività, prodotti sono stati ideati, realizzati ed utilizzati congiuntamente dai partner dei quattro Paesi dell’Unione europea coinvolti nell’attività di indagine; mirare ad ottenere risultati concreti, direttamente applicabili: ulteriore obiettivo dell’indagine è stato quello di porre le basi per sviluppare prodotti e processi concretamente fruibili dagli attori dei sistemi di riferimento, nonché realmente nuovi per i contesti produttivi e nazionali identificati che scontano significativi ritardi nelle politiche di gestione del cambiamento demografico. Le oltre 50 attività considerate dall’indagine hanno richiesto per un esame approfondito di poter essere ricondotte ad un sistema di classificazione per poi misurare le azioni formative e di trasferimento di conoscenze, sulla base sia del livello di complessità che i detentori dei ruoli sono chiamati a presidiare, sia della maggiore o minore discrezionalità che sono chiamati ad esprimere, sia infine del confronto con un ambiente più o meno regolato, prevedibile e stabile. Una possibile classificazione è la seguente: Ad un’analisi di dettaglio dei principali comportamenti che caratterizzano il quadro di classificazione delle attività si ha il quadro sinottico sottostante: 11 Sulla base delle indicazioni emerse dall’analisi condotta su tipologie assai differenti di attività nell’ambito dei paesi coinvolti si è potuto riconoscere alcune classi di competenze descrittive di comportamenti osservabili e riconoscibili in un determinato contesto: y y y y Personali; Organizzative Tecnico-professionali Valoriali Competenze personali: sono le competenze più propriamente attribuibili alla persona, a quanto ne caratterizza il modo peculiare di agire, di operare, di decidere, di rapportarsi. Nella popolazione in esame è chiaro che all’interno di tali competenze ha una considerevole rilevanza l’esperienza maturata, il tipo di apprendimento che in molti casi inconsapevolmente ha portato a far sì che nel corso del tempo si siano modificate una serie di atteggiamenti, si siano sviluppate alcune capacità, si siano ottenute migliori forme di “produttività personale”. Competenze organizzative: sono riconducibili più propriamente all’agire in un ambito che supera la dimensione personale ma tiene conto delle necessarie connessioni con altri, con variabili legate al tempo, all’allocazione delle risorse in un contesto a quanto in genere rappresenta informazione rispetto ad una situazione di caos di entropia. Riconducono, a secondo del livello nel quale incidono in una data realtà, a comportamenti organizzativi o a comportamenti manageriali. Competenze tecnico professionali: sono più collegate all’insieme delle conoscenze che sono significative rispetto ad una determinata attività e il cui possesso o meno rappresenta elemento di discriminazione. Competenze valoriali: sono fortemente collegate al sistema di valori propri di una data organizzazione, ad una cultura organizzativa, rappresentano il denominatore comune di cui le persone sono portatori. Sono quindi emerse due considerazioni principali: preminenza delle competenze “soft”/chiave (in relazione alla situazione dell’azienda e al contesto produttivo); la prima conclusione generale sui fabbisogni dei senior consiste nella carenza di competenze “soft”, piuttosto che “hard”, o tecniche. Più in dettaglio, le principali aree di possibile miglioramento riguardano: 12 y l’Information technology, in particolare applicata ai processi di produzione; y lo sviluppo di una cultura orientata al problem solving, per migliorare e facilitare l’ottenimento dei risultati; y le competenze di comunicazione interpersonale, per evitare o minimizzare gli errori e prevenire conflitti e incomprensioni tra colleghi; y le competenze di team building, di networking, di condivisione di visione e obiettivi, per consentire all’azienda di lavorare in modo più collaborativo, senza ostacoli o barriere tra e diverse unità produttive impregnate nel medesimo processo produttivo o compito. Importanza di una riqualificazione rispetto ai processi di produzione ed organizzazione: y i lavoratori senior, non solo hanno competenze peculiari e di valore, ma hanno anche una chiara comprensione ed una visione ampia dei processi dell’azienda, (per esempio della produzione e dell’organizzazione); y pianificazione e controllo della produzione al fine di minimizzare i problemi causati dalle emergenze ed da un carico pesante di lavoro; y ridisegno dei processi tecnici in modo da ridurre le fasi di produzione e sollevare le risorse umane da azioni inutile e ripetute (più efficienza ed efficacia); y ridisegno dei processi strategici sulla base di soluzioni e approcci innovativi e flessibili; y ridisegno del ruolo e della responsabilità all’interno dei processi di produzione, a partire dall’esperienza e dalla competenza dei senior. È quindi emersa una mancanza di strategia definita per il trasferimento delle competenze professionali dagli over 45 ai lavoratori più giovani, nella stessa impresa. Alcune aziende non hanno nemmeno delle job description formalizzate; altre usano la parola “compiti” per il ruolo dei loro impiegati al posto delle parole “competenze” o “capacità”. Tutte le aziende hanno politiche per la formazione in corso ma molte sono generiche a meno che non siano coinvolte capacità chiave specifiche, e non rivelano alcuno strumento/pratica ad hoc mirato a quelle competenze distintive che devono essere trasferite dalle vecchie generazioni. Ciononostante, c’è un’alta percezione del bisogno di politiche per il trasferimento delle competenze. Il tema del trasferimento delle competenze è stato generalmente accolto prima di tutto per il mantenimento dell’azienda e per il miglioramento delle prestazioni, dei posti di lavoro, o per la promozione e il lo sviluppo personale. E’ emerso come rilevante un certo numero di requisiti e fattori che favoriscono le politiche di trasmissione: da qui la realizzazione del manuale, contenente le linee guida per il trasferimento delle competenze chiave del progetto ACTING. METODOLOGIE E STRUMENTI UTILIZZATI È stata avviata un’indagine con interviste dirette agli attori coinvolti nel processo di invecchiamento attivo nelle imprese di riferimento: lavoratori senior, junior, management ed osservatori privilegiati, tra i quali le parti sociali. Si è quindi proceduto con un duplice approccio, considerando al centro dell’intervento i profili dei lavoratori, con l’obiettivo di descriverli in termini di competenze. Analoghe domande sono state poste ai responsabili aziendali coinvolti, con un approccio dall’alto in basso verso il problema, sia di converso ai lavoratori con un approccio inverso, di tipo bottom-up. Nella prima fase sono stati indagati aspetti quali le competenze distintive riconosciute all’azienda nei lavoratori senior, i fabbisogni di competenze, le problematiche collegate 13 all’invecchiamento attivo dal punto di vista dell’impresa, i metodi ritenuti migliori per il trasferimento e la capitalizzazione delle competenze. Nella fase dal basso verso l’alto sono state condotte in modo speculare attività di analisi individuale delle competenze, con ricostruzione dei percorsi personali di apprendimento, di indagine sui fabbisogni e sui possibili metodi per il loro soddisfacimento. Profilo per profilo, i risultati delle due fasi sono stati analizzati, confrontati e correlati in modo da ottenere alla fine una serie di schede che costituiscono la sintesi delle indicazioni ricevute dai vari attori coinvolti e che descrivono in termini di competenze i profili indagati per ciascun settore esaminato. Per lo svolgimento delle attività sono stati realizzati congiuntamente dalla partnership due modelli di questionario, il primo destinato alla registrazione dei parametri di processo, il secondo destinato a guidare le interviste per la descrizione dei profili professionali. Entrambi i documenti prevedevano una sezione da compilare durante la fase top-down (interviste al management aziendale) e una da compilare durante la fase bottom-up (interviste ai lavoratori senior e junior). I questionari sono stati redatti nelle quattro lingue dei partner. In tutti i Paesi sono stati utilizzati gli stessi modelli, per garantire la comparabilità dei risultati e la effettiva transnazionalità dell’indagine. Sono così emerse due considerazioni principali: y La preminenza delle competenze “soft”/chiave (in relazione alla situazione dell’azienda e al contesto produttivo): la prima conclusione generale sui fabbisogni dei senior consiste nella carenza di competenze “soft”, piuttosto che “hard”, o tecniche. Più in dettaglio, le principali aree di possibile miglioramento riguardano: − l’Information technology, in particolare applicata ai processi di produzione; − lo sviluppo di una cultura orientata al problem solving, per migliorare e facilitare l’ottenimento dei risultati; − le competenze di comunicazione interpersonale, per evitare o minimizzare gli errori e prevenire conflitti e incomprensioni tra colleghi; − le competenze di team building, di networking, di condivisione di visione e obiettivi, per consentire all’azienda di lavorare in modo più collaborativo, senza ostacoli o barriere tra e diverse unità produttive impregnate nel medesimo processo produttivo o compito. y Importanza di una ri-qualificazione rispetto ai processi di produzione/ organizzazione: − i lavoratori senior, non solo hanno competenze peculiari e di valore, ma hanno anche una chiara comprensione ed una visione ampia dei processi dell’azienda, (per esempio della produzione e dell’organizzazione); 14 − pianificazione e controllo della produzione al fine di minimizzare i problemi causati dalle emergenze ed da un carico pesante di lavoro; − ridisegno dei processi tecnici in modo da ridurre le fasi di produzione e sollevare le risorse umane da azioni inutile e ripetute (più efficienza ed efficacia); − ridisegno dei processi strategici sulla base di soluzioni e approcci innovativi e flessibili; − ridisegno del ruolo e della responsabilità all’interno dei processi di produzione, a partire dall’esperienza e dalla competenza dei senior. 15 RATING - INNOVATIVITÀ Con l’obiettivo di rilevare e promuovere un’efficace metodologia di raccordo “intergenerazionale” per il trasferimento delle competenze, ACTING può essere considerata un’esperienza innovativa, per la multi-attorialità del partenariato promosso e coinvolgimento diretto dei destinatari: alle varie fasi del progetto hanno contribuito e collaborato aziende, enti di formazione, parti sociali, enti pubblici, lavoratori senior e junior: tutti gli attori chiave sono stati coinvolti sin dalla fase progettuale, a tutti i livelli ed in prima persona. - RIPRODUCIBILITÀ E TRASFERIBILITÀ Il progetto o le sue parti può essere concretamente riprodotto in presenza di problemi analoghi a quelli che lo hanno originato (in caso di effettiva riproduzione del progetto, descrivere sinteticamente le modalità con cui è avvenuto tale processo). Il progetto è facilmente riproducibile in quanto la pratica propone soluzioni operative/gestionali di semplice riproduzione e può essere collegabile con altre azioni o progetti finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo preposto che ne rafforzano la componente di riproducibilità in contesti analoghi. - SOSTENIBILITÀ Durante il progetto sono emersi fattori e punti di interesse inizialmente non previsti, che hanno richiesto (ed ottenuto) un prolungamento di 3 mesi riguardo la sperimentazione. Una seconda modifica ha riguardato il tipo di prodotti realizzati: mentre infatti inizialmente era previsto unicamente lo sviluppo di cataloghi formativi per lavoratori senior, la constatazione della bassa sensibilizzazione sul tema da parte sia del management aziendale che dei lavoratori ha portato ad aggiungere la realizzazione di una sorta di "tool-box" (cassetta degli attrezzi) per coloro interessati all’argomento. - MAINSTREAMING A livello orizzontale, il modello può essere adottato non solo dai soggetti interni al progetto, ma soprattutto da imprese ed istituzioni analoghi operanti sul territorio, attraverso la diffusione dei risultati e promozione degli elementi di successo presso stakeholders, associazioni e aziende. A livello verticale il modello può essere adottato ad altri livelli di intervento nelle politiche ordinarie. - VALORE AGGIUNTO ACTING ha consentito la realizzazione di strumenti di uso concreto: tra gli aspetti che vengono sottolineati più di frequente quando si parla di invecchiamento attivo c’è la necessità di aumentare, in tutti gli attori coinvolti, la consapevolezza dell’importanza di questo tema, e del dare seguito alle riflessioni teoriche con azioni concrete. Avere messo a disposizione uno strumento di uso pratico che potesse rispondere ad entrambe queste necessità, rappresenta senza dubbio il valore aggiunto del progetto. 16