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NOTIZIE DAL GSS GSS -Gruppo Studio Scoliosi [www.gss.it] NOTIZIE DALLA LETTERATURA a cura di Alessandra Negrini E' ORA DI RICONOSCERE UNA PATOLOGIA DEL RACHIDE FINORA IGNORATA? Kado, Annals of Internal Medicine, 2007 Una delle patologie più comuni e fastidiose del rachide è stata quasi completamente ignorata dalla medicina moderna. Si tratta dell'ipercifosi, vale a dire il progressivo incurvamento del rachide toracico che piega le persone anziane in avanti, riduce la statura e proietta lo sguardo verso il basso. L'ipercifosi colpisce sia uomini che donne, con una prevalenza dal 20% al 40% nelle persone anziane. L'ipercifosi provoca una serie di conseguenze negative sulla salute, inclusa una riduzione della funzionalità polmonare, dolori cronici, riduzione della forza muscolare, diminuzione della densità ossea, problemi nella deambulazione, cadute traumatiche, angoscia psicologica e persino morte prematura. Malgrado l'ipercifosi sia comunemente attribuita alle fratture vertebrali, in realtà le fratture sono presenti solo in un terzo dei casi più gravi. Altre cause potenziali comprendono debolezza muscolare, problemi posturali, inattività fisica, riduzione di altezza dei dischi, riduzione della densità minerale ossea, riduzione dell'integrità dei legamenti e predisposizione genetica. "L'ipercifosi è una variazione posturale che si riconosce facilmente e si osserva spesso nelle persone anziane," afferma Kado in una revisione recente. "Tuttavia, al giorno d'oggi i medici hanno una scarsa conoscenza delle cause, delle conseguenze e del trattamento da offrire ai pazienti colpiti." IL CARICO MECCANICO NON PREDISPONE ALLA LOMBALGIA CRONICA Bakker, European Spine Journal, 2007 Il carico meccanico sul rachide legato alla postura, agli stress lavorativi e all'attività fisica del tempo libero è un fattore di rischio per la lombalgia persistente? No, in base a uno studio recente condotto in Olanda. Bakker ha reclutato 97 pazienti consecutivi con un episodio acuto di lombalgia non specifica dagli studi di 40 medici generici. L'obiettivo dello studio era di determinare se il carico meccanico vertebrale all'inizio dello studio valutato con il questionario "tabella delle 24 ore" (un metodo convalidato) potesse predire lo sviluppo di mal di schiena cronico e/o ricorrente in un periodo di controllo di sei mesi. I ricercatori hanno valutato anche il ruolo di una serie di caratteristiche quali l'età, il sesso, precedenti episodi di mal di schiena, l'intensità del dolore, la durata del dolore, il fumo, le caratteristiche dell'impiego e la soddisfazione del lavoro. Gli unici fattori che predisponevano allo sviluppo di dolori cronici o ricorrenti erano il fumo e l'età avanzata, mentre il carico meccanico non aveva nessuna influenza. I PLANTARI PREVENGONO IL MAL DI SCHIENA? Safar, Cochrane Database Systematic Review, 2007 Alcuni studi di laboratorio insinuano che i plantari potrebbero proteggere dal mal di schiena e dai problemi vertebrali mantenendo un allineamento del piede benefico e aiutando a ridurre il colpo del piede contro superfici solide. Tuttavia, una nuova revisione sistematica della Cochrane Collaboration non ha trovato evidenze che i plantari possano prevenire il mal di schiena non specifico. Con una ricerca ampia nella letteratura, Safar ha trovato sei studi randomizzati controllati, che evidenziavano che l'uso di plantari non previene il mal di schiena in soggetti asintomatici quando hanno iniziato a indossarli. I ricercatori non hanno potuto trarre conclusioni riguardo alla possibilità che i plantari riducano il mal di schiena nei soggetti già sintomatici. CHIRURGIA PER L'ERNIA DEL DISCO DOLOROSA: MEGLIO SUBITO O DOPO? Peul, New England Journal of Medicine, 2007 In quello che potrebbe essere lo studio più completo fino ad oggi pubblicato sul trattamento della sciatalgia da ernia del disco, Peul ha rilevato che i risultati a lungo termine dei pazienti trattati chirurgicamente e non chirurgicamente sono identici. Lo studio ha evidenziato che i pazienti i cui sintomi sono tollerabili possono rimandare l'intervento chirurgico con ragionevole fiducia nella guarigione spontanea. "Il 60% dei candidati alla chirurgia, che ha scelto il trattamento conservativo prolungato, ha evitato la chirurgia. Dopo un anno, i risultati sono simili a quelli dei pazienti che hanno scelto di operarsi subito. Il decorso naturale della sciatalgia è più favorevole di quanto si pensasse in precedenza," ha affermato Peul. La chirurgia ha comunque un ruolo importante per chi non riesce a sopportare il dolore alla gamba o per chi trova il decorso naturale della guarigione troppo lento e vuole minimizzare i tempi di recupero dal dolore. PRESENZA DI DOLORE E DEPRESSIONE Gameroff e Olfson, Journal of Clinical Psychiatry, 2006 Quando il dolore e la depressione si presentano insieme, possono creare grandi sofferenze e spese ingenti. La depressione è una malattia diffusa. In base a una stima recente, dal 5 al 10% dei pazienti di un medico generico soffre di depressione importante. E un ulteriore 10-20% presenta problemi psicologici meno gravi. Il dolore e la depressione spesso viaggiano insieme. In base a un'indagine sulla popolazione adulta statunitense, il 12,6% degli individui che lamentano rachialgia cronica presenta anche i criteri diagnostici di una importante depressione. Gameroff e Olfson hanno valutato recentemente che i costi annuali medi triplicano quando sono associati dolore e depressione. IL PESO IN ECCESSO PROVOCA DEGENERAZIONE DISCALE? Pye, Annals of the Rheumatic Diseases, 2007 Battié, Journal of Bone and Joint Surgery, 2006 Gli studi scientifici non hanno ancora documentato una relazione coerente tra indice di massa corporeo e degenerazione discale. Uno studio recente di Pye ha esaminato la relazione tra peso, indice di massa corporeo, fattori legati allo stile di vita e caratteristiche particolari della degenerazione discale. I soggetti con peso corporeo maggiore presentavano un'osteofitosi significativamente maggiore. Le altre caratteristiche radiografiche non avevano associazioni significative con il peso e l'indice di massa corporeo. In una revisione recente, Battié ha sottolineato che i fattori genetici sono i più significativi nella genesi della degenerazione discale, mentre i fattori ambientali hanno un ruolo meno importante.