la salina di cervia
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la salina di cervia
Cervia: la città del sale FICOCLE Oggi è Cervia, un tempo era Ficocle. Fondata forse da coloni greci, quando il suo nome compare per la prima volta nei documenti storici - alla fine del V secolo - è già città di una certa importanza, in quanto sede vescovile. Situata fra Ravenna, Rimini e Cesena, si svilippa notevolmente in età bizantina come conseguenza della lotta politica e religiosa fra la chiesa di Roma, a cui Ficocle apparteneva, e quella di Ravenna. Secondo la tradizione, l'abitato di Ficocle sorgeva all'interno della salina, in quella che è oggi la zona archeologica del Prato della Rosa. Ed è proprio l'inizio della lavorazione del sale (databile VIII - IX secolo) a rendere questa piccola città protagonista di numerose vicende storiche. Nell'antichità, quando il sale era quasi l'unico metodo di conservazione degli alimenti, la sua importanza commerciale ed il suo valore erano enormi, la città prosperava quando il raccolto era abbondante e stentava quando le annate erano cattive. Nel corso dei secoli la città di Cervia fu così oggetto della bramosia di coloro che si disputarono il possesso ed il controllo delle sue Saline. Successivamente appare in una lettera papale del 997 l'espressione "ad locum qui dicitur Cervia" (in quel luogo che viene chiamato Cervia...). Da questo momento scompaiono le tracce dell'antica Ficocle e comincia la storia di Cervia. CERVIA VECCHIA Posta al centro delle saline, Cervia vecchia occupava una superficie di 20 ettari. Era circondata da un alto terrapieno che fungeva da argine al canale perimetrale, lungo circa 1800 metri. Cervia vecchia fu demolita in seguito alle pressioni degli abitanti della città, decimati dalla malaria e dalle condizioni di vita insalubri. Posto di fronte alla minaccia di perdere la lavorazione del sale, il papa assecondò le richieste dei cervesi e fece trasferire la città ad est, nella posizione attuale, utilizzando tutto il materiale di Cervia vecchia e facendone giungere altro via mare. Papa Innocenzo XII firmò il decreto di traslazione della città il 9 novembre 1697. LA FONDAZIONE DI CERVIA NUOVA Scelto il luogo idoneo (la più alta delle dune costiere), preparato il terreno, chiamati gli operai da varie città, il 24 gennaio 1698 il vescovo Francesco Riccamonti poneva la prima pietra di Cervia nuova. Cervia nuova sorse su disegno del romano Bellardino Preti a forma di rettangolo, con un perimetro di circa 800 metri. La cinta esterna, comprendeva 48 abitazioni che potevano ospitare oltre 150 famiglie di salinari, un piccolo ospedale, una caserma, un macello ed il teatro. Sulla via principale vennero costruite la chiesa del Suffragio ed altre 15 case con vasti cortili per il clero e le famiglie nobili. Una piazza minore ad uso mercato venne lasciata dietro la piazza principale. Nel resto del quartiere centrale trovarono posto un convento ed altre case private. Poco all'esterno del quadrilatero sorsero i due grandi magazzini del sale, mentre dalla Torre San Michele le guardie avvertivano con una campana la popolazione in caso di incursioni piratesche. La costruzione della nuova città fu pressoché ultimata nel giro di dieci anni. Nel 1708 il tesoriere di Romagna Matteo Conte ne prese possesso a nome della Camera Apostolica. LA STORIA DEL NOME DI CERVIA Narra la leggenda che un giorno un cervo, uno dei tanti che popolavano la nostra antichissima pineta, si inginocchiò in segno di devozione davanti al vescovo di Lodi, in visita in questi luoghi. L'immagine è stata ripresa nello stemma della città. Cervia, quindi, da "cervo", secondo la tradizione popolare. Più prosaicamente, diversi studiosi pensano che la radice del toponimo sarebbe da ricercare nella parola latina "acervus" (cumulo), alludendo ai mucchi di sale che come montagne biancheggiavano nella città vecchia. Altre teorie traggono l'origine del nome dall'allora diffuso culto della dea Cerere, "la divinità più di tutte venerata". Difficile invece la derivazione da "cerrus" (quercia) o da "silva" (bosco) che fanno riferimento alla geografia del luogo, caratterizzata da boschi e da paludi. IL PARCO DELLA SALINA La Salina di Cervia, porta di accesso a sud e stazione del Parco Regionale del Delta del Po, è considerata un ambiente di elevatissimo interesse naturalistico e paesaggistico, tanto da essere stata inserita come Zona Umida di Importanza Internazionale nella convenzione di Ramsar. Dal 1979 è divenuta Riserva Naturale dello Stato di popolamento animale. Dal punto di vista avifaunistico e botanico, l'ambiente delle saline è di straordinaria bellezza e suggestione: popolato da specie rare come i Fenicotteri, i Cavalieri d'Italia, le Avocette e altre specie protette ed è un punto di riferimento per i visitatori sensibili agli aspetti ambientali. Un ambiente naturale come quello delle Saline di Cervia che seleziona e specializza una flora ed una fauna adattata a sopravvivere in condizioni estreme, non ha uguali come estensione nell'alto adriatico, se si considera la profondità dell'acqua che prevalentemente non supera i pochi centimetri, l'alta concentrazione di sale (oltre il 150%) che permette la sopravvivenza di particolari forme di vita, perfettamente inserite in un unico ecosistema. LA SALINA DI CERVIA Le saline di Cervia si estendono su una superficie di 827 ettari, a 1600 metri di distanza dal mare. Sono abbracciate da un canale perimetrale lungo Km 14,200 e percorse al loro interno da una rete di vari altri canali per uno sviluppo complessivo di oltre 46 chilometri. Dal 1959 il sistema di lavorazione industriale a raccolta unica ha sostituito il precedente sistema artigianale a raccolta multipla. Le 144 piccole saline allora in funzione, sono state sostituite da una decina di grandi bacini. Dopo un periodo di inattività della durata di 4 anni (dal 1999 al 2002) e dopo il passaggio gestionale della salina alla Società Parco della Salina di Cervia, nell'estate del 2003 si è ripresa la produzione che ora si attesta sui 50.000 quintali annui. Il metodo di lavorazione attualmente in uso viene chiamato "per bacini differenziati" o più semplicemente "alla francese" e consiste nel separare i numerosi sali dell'acqua marina al fine di ricavare cloruro di sodio il più possibile puro. L'avvio della campagna salifera ha inizio con lo svuotamento, alla fine dell'inverno, dei bacini dalle acque piovane raccoltesi nei mesi freddi. Verso i primi di aprile, in un giorno in cui la salinità è particolarmente elevata, l'acqua viene immessa dal mare Una parte dell'acqua riempie le vasche deposito, la rimanente comincia il suo giro e viene pompata nelle vasche di evaporazione. Grazie al naturale processo dell'evaporazione, l'acqua marina si concentra e inizia a depositare i metalli pesanti ed i sali meno solubili (i carbonati). Successivamente si depongono i solfati nei cosiddetti bacini di terza evaporazione. A questo punto l'acqua viene portata nei bacini di quarta evaporazione che "servono" i bacini salanti, i quali misurano 1200 metri di lunghezza per 160 di larghezza dove si deposita alla fine dell'estate il cloruro di sodio. In queste condizioni la salinità è maggiore di 7-8 volte quella del mare. La raccolta del sale si effettua alla fine del mese di Agosto, con un apposito macchinario che avanza su dei rulli metallici sulla crosta di sale di un bacino salante. Il sale viene poi trasportato nel piazzale al centro dello stabilimento con un piccolo treno con dei vagoncini della portata di circa 20 quintali ciascuno, per essere accumulato in attesa del lavaggio e del successivo confezionamento. LA SALINA CAMILLONE La Salina "Camillone" è l'unica superstite delle circa 150 saline a raccolta multipla cancellate con l'avvento della lavorazione secondo il metodo industriale nel 1959. È di piccola estensione, con una superficie evaporante di mq. 21.181 ed una superficie salante di mq. 2.650. Ancora in funzione, grazie all'attività volontaria svolta dal Gruppo Culturale Civiltà Salinara, produce annualmente circa 1000 quintali di sale di qualità elevatissima. La raccolta avviene da giugno a settembre, in condizioni ottimali due volte alla settimana. Vengono utilizzati gli attrezzi da lavoro tradizionali; oltre a questi, è possibile vedere presso la "Camillone" le barche di ferro (burchielle) con cui veniva trasportato il sale lungo i canali fino ai magazzini e le garitte un tempo occupate dalle guardie di finanza. Oltre che per l'attività estrattiva, la Salina Camillone è utilizzata con finalità turistiche, didattiche, culturali, rappresentando una sorta di museo del sale all'aperto unico in Italia. LA FLORA La Salina di Cervia rappresenta per il tipo di suolo, l'elevata salinità, la variabile presenza di acqua e l'accumulo di sostanza organica, un ambiente estremo per la vita delle piante. Tali condizioni sono tollerate da un limitato numero di specie, denominate alofile (dal greco alos = sale e filè = amico) e presentano molto spesso un aspetto carnoso che ricorda le piante degli ambienti aridi. Sugli isolotti emergenti dalle acque solo nel periodo estivo e a ridosso degli argini, dove il suolo è spesso ricco di sostanza organica, predominano specie annuali quali Suaeda marittima, Salsola soda (i saporiti lischi), ed in alcune zone anche la rara Salicornia veneta. Nelle zone più elevate si osservano abbondantissime le salicornie perenni (Arthrocnemum fruticosum, Arthrocnemum glaucum), l'alimo prostrato (Obione portulacoides) e la puccinellia (Puccinellia palustris). Salicornia Più lontano dall'acqua rispetto alle salicornie si trova il pregiato limonio comune (Limonium serotinum) chiamato, in dialetto cervese, "semparviv" poiché mantiene i fiori colorati anche per molti anni dopo la morte, mentre nei suoli sempre emersi, cresce l'erba bacicci (Inula chrithmoides), assieme alla gramigna litoranea (Elytrigia atherica). Nelle zone a salinità ridotta si formano popolamenti di settembrini (Aster tripolium), cannuccia palustre (Phragmites australis), lisca marittima (Bolboschoenus maritimus) e varie specie di giunchi. I rari alberi e arbusti presenti lungo gli argini appartengono Limonio a specie che tollerano la salinità e il disturbo antropico, come il prugnolo (Prunus spinosa), il tamerice (Tamarix gallica) o l'olivello di Boemia (Eleagnus angustifolia). Prugnolo L'AVIFAUNA Le Saline di Cervia ospitano nel corso dell'anno più di 70 specie differenti di uccelli che trovano, anche in un ambiente così estremo, le condizioni migliori per alimentarsi, nidificare e sostare durante le lunghe migrazioni. Gli uccelli tipici delle saline sono i limicoli, piccoli trampolieri che si nutrono di invertebrati presenti nei bassi fondali limosi, fra i quali ricordiamo: l'Avocetta (Recurvirostra avosetta), simbolo della Salina di Cervia, presente tutto l'anno e nidificante; il Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus) presente d'estate e il Piovanello pancianera (Calidris alpina), che d'inverno si riunisce in gruppi di migliaia di individui. L'altro gruppo presente è quello degli aironi, tra i quali troviamo la Garzetta (Egretta garzetta), l'Airone bianco maggiore (Egretta alba) e l'Airone cenerino (Ardea cinerea), che frequentano le saline prevalentemente per Avocetta alimentarsi o riposarsi. Nei mesi freddi svernano a migliaia le anatre, in particolare quelle appartenenti al gruppo delle -˜anatre di superficie': Fischione (Anas Penelope), Germano Reale (Anas platyrhynchos), Codone (Anas acuta) e Mestolone (Anas clypeata). Sono presenti tutto l'anno il Gabbiano reale (Larus cachinnans) e il Gabbiano comune (Larus ridibundus), ai quali si associano d'estate il Gabbiano corallino (Larus melanocephalus), il Fraticello (Sterna albifrons) e la Sterna comune (Sterna hirundo). Da segnalare la presenza, ormai costante da alcuni anni, di alcune centinaia di esemplari di Fenicottero (Phoenicopterus ruber). I PICCOLI ABITANTI DELLE SALINE Sono presenti Anellidi, Molluschi (Gasteropodi e Bivalvi), Crostacei ed Insetti. Questi organismi oltre a partecipare alle catene alimentari e conseguentemente all'ecosistema, costituiscono una ricca fonte di nutrimento per i numerosi uccelli presenti, provvedendo alla degradazione e alla riutilizzazione delle sostanze organiche. Fra i più caratteristici ricordiamo i Chironomidi (gen. Chironomus) insetti simili alle zanzare, le cui larve di un colore rosso intenso per la presenza di emoglobina vivono sui fondi limosi. Nelle serate estive è possibile, passeggiando lungo gli argini delle saline, incontrare grandi sciami di adulti che spesso vengono confusi con le comuni zanzare ma, a differenza di queste, sono completamente innocui. Nei laghi continentali salati e nelle acque madri delle saline l'Artemia salina, piccolo crostaceo rossastro lungo al massimo 15 mm ha trovato rifugio dai nemici predatori. Questo è un fatto curioso, perché questi piccoli crostacei non discendono da animali marini, ma da abitatori delle acque dolci. L'artemia, è importantissima per la produzione di sale, rende limpida l'acqua delle vasche nutrendosi di alghe e detriti e, favorendo la penetrazione dei raggi del sole, facilita l'evaporazione. Questo piccolo animaletto è un anello fondamentale della catena alimentare delle Saline è infatti predata soprattutto da uccelli quali il Fenicottero, la Volpoca e da numerose specie Artemia salina di limicoli quali l'Avocetta e il Cavaliere d'Italia. I PESCI Le acque della salina, per l'elevata salinità, ospitano un numero limitato di pesci, i quali entrano attraverso i canali immissario ed emissario che mettono in collegamento le saline con il mare. Risalendo questi canali i pesci giungono nel canale circondariale, che ha la stessa salinità (circa 35%) dell'acqua del mare, e quando trovano le chiuse aperte entrano anche Nono all'interno dei bacini evaporanti. Qui possiamo trovare il Latterino (Atherina boyeri), l' Anguilla, il Nono (Aphanius fasciatus) e varie specie di Mugilidi. L'Anguilla, un tempo molto abbondante, ha costituito per diverso tempo una fonte di reddito per i salinari che potevano pescarla e rivenderla ad un prezzo piuttosto alto per le carni pregiate. Il Nono non è commestibile per l'uomo, ma molto importante poiché rappresenta un anello fondamentale per l'ecosistema delle saline. Questo piccolo pesce striato, che riempie tutti i bacini di prima evaporazione, può sopravvivere in acque fino a quattro volte più salate rispetto a quelle del mare. Superata una certa soglia di salinità e di temperatura, diventa facile preda per diverse specie di uccelli. IL MUSEO In un'ampia ala del seicentesco Magazzino del sale trova spazio Musa: il Museo del Sale di Cervia. Un piccolo grande museo dove i volti e le storie dei salinari, ci portano dentro all'avventura e alla magia del sale. Un percorso guidato fa capire perché il sale fosse chiamato oro bianco e presenta gli elementi che hanno caratterizzato la storia di Cervia e della sua salina. Per illustrare e semplificare questi temi sono stati utilizzati audiovisivi, pannelli, immagini e plastici. Non manca una sala con gli strumenti utilizzati in passato per la produzione del sale col sistema artigianale a raccolta multipla. Qui è possibile anche ammirare la burchiella: barca in metallo a fondo piatto capace di contenere fino a 80 quintali di sale. Per informazioni e prenotazioni: Musa/Museo del Sale Cervia, Magazzino del Sale Torre Tel./fax 0544-977592 [email protected] LA STANZA DEL SALE La Stanza del Sale di Cervia è un concentrato dell'energia del mare. Le pareti e il pavimento sono interamente ricoperti di pannelli di sale marino integrale di Cervia di cui sono note le proprietà benefiche. Nella Stanza di Sale si crea un particolare microclima marino sovrasalato, con una presenza di ioni di iodio in concentrazioni superiori a quelle comunemente presenti nell'aria che respiriamo e degli altri oligoelementi presenti nel sale marino integrale. La luce, i colori, la simbologia, i materiali impiegati richiamano quelli dei bacini della produzione salina dall'acqua di mare. L'ambiente è caratterizzato dall'assoluta salubrità dell'aria che viene respirata, assicurata dalle capacità antisettiche del sale, che impediscono la sopravvivenza di agenti patogeni. La temperatura, 24-27 gradi, la ventilazione, il tasso di umidità, l'aerosol di acqua di mare, riproducono quelle delle prime ore del giorno, all'inizio dell'estate, in riva al mare, che sono quelle in cui si riscontrano le condizioni climatiche ottimali per la salute umana, creando un ambiente ideale per il relax e il recupero durante e dopo i trattamenti salini. Queste condizioni creano un ambiente rilassante, piacevole, accompagnato da musiche che riproducono i suoni della natura, dell'acqua, il fruscio del vento e della vegetazione e da profumi ed aromi di essenze naturali. La Stanza del Sale è un ambiente unico in cui si sfruttano non solo le proprietà del sale marino integrale, ma può essere un piacevole momento di ritrovo e socializzazione, in cui al relax, al recupero e al benessere si unisce il piacere della compagnia. La dotazione interna, a seconda dei trattamenti che verranno proposti, è rappresentata da chaise longue di sale, riscaldabile, utilizzata per trattamenti salini ( salagioni, bendaggi, applicazioni di gel salini, frizioni di acqua madre, ecc.) e per la fase di relax e recupero dopo i percorsi benessere col sale. La Stanza del Sale, a seconda che sia inserita in una struttura sanitaria o per il benessere, può avere diversi utilizzi: può essere l'area relax e recupero al termine di un percorso di trattamenti drenanti e anticellulite a base salina, o il luogo in cui tenere alcuni di quei trattamenti. Mentre in strutture termali o sanitarie è il luogo ideale anche per trattamenti per le vie respiratorie, per il sistema osteo articolare e per i postumi di traumi, oltre che per l'apparato cutaneo in cui siano previsti impieghi di derivati salini. La permanenza nella Stanza del Sale rappresenta inoltre un fattore favorevole al recupero psico-fisico, sfruttando l'effetto relax del particolare ambiente in cui musica, suoni, aromi, luci e colori sono appositamente programmati per favorire sedute di rilassamento. Queste condizioni consentono di combattere efficacemente lo stress, di disintossicare l'organismo dalle tensioni accumulate, di ripristinare l'equilibrio psico-fisico, di aumentare l'energia e la vitalità del corpo e della mente. Maggiori informazioni sono disponibili visitando il sito: www.stanzadelsale.com MATTONELLA DELLO CHEF di Sale "dolce" di Cervia Mattonella di puro Sale "dolce" di Cervia ideale per la cottura a caldo o per preparazioni a freddo delle pietanze Permette di cucinare le pietanze senza l'aggiunta di grassi (olio, burro, margarina) risultando ideale per una cucina dietetica. La pietanza cotta sulla mattonella assume dalla stessa la giusta quantità di sale di cui ha bisogno, salandosi autonomamente. I tempi di cottura rispetto all'antica tecnica "sotto sale" o "in crosta di sale" sono notevolmente ridotti, soluzione fondamentale per chi ha poco tempo a disposizione per il pranzo o per la cena. Con la cottura sulla mattonella di sale il gusto è perfetto! ISTRUZIONI D'USO MATTONELLA CALDA Cottura Completa La Mattonella di Sale dello Chef può essere riscaldata al fine di cucinarvi sopra le pietanze. Per una cottura completa delle pietanze (carne-pesce-verdure) portare il forno ventilato a 250°. Dopo 10 minuti inserire la mattonella nel forno e lasciarla riscaldare per 20-30 minuti permettendogli di raggiungere una temperatura di 200-220°. A questo punto sarà possibile rimuovere la mattonella dal forno e con molta cautela adagiarvi sopra la pietanza, rimettendo eventualmente poi il tutto in forno ancora per alcuni minuti in base allo spessore del cibo. A questo punto rimuovere la pietanza dal forno servendola in tavola direttamente sulla mattonella. Mezza cottura, intiepidimento La Mattonella di Sale dello Chef può essere riscaldata al fine di cucinarvi sopra le pietanze. Per una mezza cottura o un'intiepidimento delle pietanze (es. Tartare di carne o pesce, uova) portare il forno ventilato a 250°. Dopo 10 inserire la mattonella nel forno e lasciarla riscaldare per 10-15 minuti permettendogli di raggiungere una temperatura di 120°-130°. A questo punto sarà possibile rimuovere la mattonella dal forno e adagiarvi sopra la pietanza (con molta cautela) servendola immediatamente a tavola. In questo modo il commensale potrà gustare direttamente la tartare o "cucinarla" ulteriormente sopra la mattonella di sale a proprio gradimento. Note: - Più calda è la mattonella più veloce sarà il processo di salagione della pietanza. - Più la pietanza rimane sul piatto e più sale assorbirà se priva di protezione (pelle naturale del prodotto, bianco uovo, spezie etc) - Si consiglia l'utilizzo di piatti che possano sopportare alte temperature (ceramica, pietra, legno) - Per salvaguardare il piatto è consigliabile utilizzare un centrino in lino da porre tra la mattonella e il piatto. MATTONELLA FREDDA La Mattonella di Sale dello Chef può essere raffreddata al fine di mantenere la freschezza del prodotto, con il vantaggio che la pietanza non si attacca alla mattonella (a differenza dei cibi serviti sul ghiaccio). In questo caso sarà però assente il processo di auto-salagione dell'alimento, che andrà strofinato sulla mattonella nel caso si voglia salarlo. La mattonella può essere raffreddata tenendola dentro un abbattitore per 6 ore a -25-30° (nel caso di pietanze a base di pesce consigliamo di abbattere oltre alla mattonella il prodotto stesso), o nel caso di un freezer si consigliano almeno 24 ore.