«Un occhio allo smartphone In auto quei secondi sono fatali»
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«Un occhio allo smartphone In auto quei secondi sono fatali»
N0sjJwj61kIHpvoIxDfXf5YfjPvicqmlWNJiSnotz1I= 13 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 6 SETTEMBRE 2015 IL CASO A zig zag per il centro chattando con WhatsApp ei mesi scorsi un cittadino di Bergamo si era improvvisato vigile-reporter, registrando in una giornata tutte le infrazioni che vedeva nelle strade della nostra città. Ne era uscito un quadro particolarmente negativo, con atteggiamenti contrari al codice della N strada di ogni genere. Ora però sembra che la nuova emergenza sia l’utilizzo degli smartphone che gli automobilisti fanno durante la guida per chattare via WhatsApp o per inviare un tweet o per digitare un like su Facebook. Di esempi ce ne sono centinaia tutti i giorni sulle nostre strade. Basta guardarsi attorno, dare una sbirciatina al finestrino del vicino e con tutta probabilità sorprenderete qualcuno al telefono. Ieri pomeriggio, tanto per fare un esempio, una ragazza al volante ha percorso da largo Tironi via a Porta Nuova utilizzando di continuo lo smartphone, tra messaggi e telefonate. Il risultato? Un vero pericolo perché la sua auto, senza che lei se ne accorgesse, ha sbandato più volte occupando la corsia opposta, in alcuni tratti della strada ha frenato improvvisamente senza motivo indotto dal traffico e a due semafori si è fermata più del dovuto anche se era scattato il verde. Anche a Bergamo questo esempio è la normalità, una normalità distorta e pericolosa. «Un occhio allo smartphone In auto quei secondi sono fatali» L’esperto. Roberto Breda, perito ricostruttore di incidenti: «Così in auto limitata la visione periferica. E le vittime sono spesso pedoni e ciclisti» FEDERICO BIFFIGNANDI li smartphone sono causa di incidenti stradali. Lo conferma Roberto Breda, perito ricostruttore degli incidenti stradali, vero esperto delle dinamiche di quanto avviene sulle strade. «Dopo un periodo in cui i sinistri (gravi e meno gravi) erano fortunatamente diminuiti anche grazie ad una maggiore sensibilizzazione sul fenomeno – spiega – ora i numeri sono tornati a salire». G Sempre più spesso di vedono automobilisti che utilizzano il cellulare mentre sono al volante FOTO FRAU un pericolo improvviso o nella necessità di evitare un ostacolo improvviso, l’impresa diventa davvero ardua impresa, se non addirittura impossibile». L’irrefrenabile voglia di chattare, o mandare messaggi quando si è al volante, rappresenta un’insidia molto pericolosa. Basta infatti pensare che nei 10 se- condi necessari per compilare un messaggino, il conducente, ad una velocità media sulle strade extra urbane, percorre non meno di 300 metri in completa disattenzione rispetto a quanto sta accadendo sulla carreggiata. Uno spazio immenso, durante il quale può accadere davvero di tutto. telefonica siamo trascinati dalle emozioni che essa ci provoca e, nonostante oggettivamente stiamo guardando la strada, in realtà la nostra concentrazione è altrove». Nei casi che lei ha seguito di incidenti provocati dall’uso di smartphone quali sono le dinamiche più frequenti? «Innanzitutto ci tengo a dire che stabilire quando un incidente è stato provocato dall’abuso di smartphone alla guida è molto Quale è il vero problema dell’uso di complesso. Semplicemente persmartphone alla guiché ancora si stenta da? ad indagare su que«La distrazione che sta ipotesi tornando il loro uso comporta. al discorso della È stato stimato che “sottovalutazione l’80% degli incidenti del problema”. stradali è causato Quando invece dalla distrazione del emerge che il conconducente e in queducente era impesta percentuale una gnato nell’uso dello fetta molto ampia è Roberto Breda strumento ho notaoccupata dalla dito che spesso mi trostrazione da smarvo a dover studiare tphone». casi in cui viene investito un pedone o un ciclista, gli utenti deCi può spiegare tecnicamente cosa boli della strada, e che quasi significa essere distratti dallo smarsempre siamo in un contesto urtphone? bano». «Due sono i tipi di distrazione: una oculare e una emotiva. La Come mai proprio pedoni e ciclisti? prima è quella più facilmente «Perché l’uso dello smartphone comprensibile: guardando lo alla guida riduce la visione perischermo dello smartphone non ferica del conducente, che in possiamo guardare cosa succede corrispondenza di un attraverdavanti a noi. A questo proposito samento pedonale non percepiil momento più delicato è quan- sce l’arrivo laterale del pedone. do digitiamo un numero di tele- A questo bisogna aggiungere che fono, non riusciamo a digitarlo spesso anche pedoni e ciclisti senza guardare la tastiera per un attraversano con la testa nello numero di secondi dall’enorme schermo luminoso accentuando peso specifico. La distrazione i rischi». emotiva invece è quella che deriva dal fatto che mentre noi siamo A che punto siamo con i controlli e impegnati in una conversazione gli studi in Italia? C’è chi addirittura si mette a digitare sul cellulare mentre guida «Molto, molto indietro, il problema è ampiamente sottovalutato e questo non fa che renderlo ancor più pericoloso. Negli Stati Uniti stanno già studiando in modo assai approfondito il fenomeno cercando di capire come cambiano i tempi di reazione del conducente che usa smartphone alla guida. Inoltre lì, ma anche in Europa, i controlli della polizia sono molto serrati, cosa che non sta accadendo qua in Italia. Negli Stati Uniti addirittura stanno predisponendo delle volanti che controllano solo i conducenti che guidano usando quegli strumenti tecnologici, li fermano e li educano». Scusi, perché parla di «strumenti tecnologici» al plurale? «Giusto, va approfondito anche questo aspetto, soprattutto perché come sempre quello che accade negli Stati Uniti anticipa quello che arriverà anche in Italia. Gli americani infatti sono arrivati addirittura ad usare frequentemente anche pc e tablet al volante come fossero seduti in ufficio. Capite bene quanto questo incrementi i rischi». Tornando in Italia, chi sono i soggetti più «smanettoni» alla guida? «I giovani, sicuramente, che sfruttano ogni minima potenzialità dello smartphone e hanno meno dimestichezza con la guida. E poi i professionisti che rispondono a mail, sms, chat e chiamate in tempo reale per non perdere il lavoro». Casco slacciato, si oppone al fermo della moto Ha 82 anni: denunciato. La figlia: che esagerati Aveva il casco slacciato e per il codice della strada è come circolare senza. Per questo motivo lunedì, alle 18,30, in zona Galgario, un 82enne è stato multato, con conseguente fermo dello scooter 50. Ma il pensionato ha cercato di opporsi al fermo del mezzo, si rifiutava di scendere di sella. Gli agenti della polizia locale lo hanno afferrato e costretto a scendere per consentire al carro attrezzi di portare via il motorino. L’anziano ha accusato un malore, è stato portato in ospedale da dove gli è stato diagnosticato uno stato d’agitazione e alcune lievissime escoriazioni alla mano: è stato dimesso con due giorni di prognosi. «A mio padre - racconta la figlia Vanna De Agostini - è parso esagerato che per il casco slacciato scattasse il fermo. Così ha detto: datemi pure la multa, ma la moto lasciatemela. Gli agenti hanno compiuto un atto di prepotenza. Erano in tre, ne hanno chiamato a rinforzo altri due. Cinque vigili per un ottantenne. Mio padre è ancora sotto choc e io sono amareggiata e scandalizzata. È la polizia municipale, primo filtro per il cittadino, a cui ci rivolgiamo per piccoli problemi di ordine pubblico e ai cui dinieghi per carenza di personale, sempre impegnato in altre missioni, io, residente nel centro storico di Bergamo bassa, mi sono ormai rassegnata. Dal racconto che ha fatto mio padre, mi pareva invece un branco. Se non altro, questi giovanotti saranno ben fieri di aver dato una bella le- zione di vita a un ottantenne!». «Abbiamo risparmiato la denuncia per le offese che ha rivolto agli agenti - fanno sapere dal comando di via Coghetti -. Però, abbiamo dovuto denunciarlo per resistenza perché ci impediva di fare il nostro dovere. Non c’è stata esagerazione. Abbiamo cercato di venirgli incontro in tutti i modi. È stata chiamata una pattuglia a rinforzo perché estranea al diverbio, e dunque in grado di approcciare la questione in modo “terzo”». Cinque vigili sono intervenuti per un anziano di 82 anni