Introduzione alla tecnica ReflEXAFS
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Introduzione alla tecnica ReflEXAFS
Introduzione alla tecnica ReflEXAFS F. d’Acapito ESRF - GILDA CRG INFM - OGG 6, Rue Jules Horowitz F-38043 Grenoble October 11, 2005 1 INTERAZIONE RAGGI X - MATERIA 1 1 Interazione raggi X - Materia I raggi X non sono per loro natura una sonda superficiale data la lora bassa sezione d’urto con la materia. Sfruttando alcune loro proprieta’ e’ comunque possibile ottenere sensiblita’ superficiale. L’equazione del moto di un elettrone lungo l’asse x sollecitato da una campo elettrico E0 a frequenza ω si scrive: me ẍ + κx = qe E0 eiωt (1) La (1) ammette soluzioni del tipo qe E0 eiωt me (ω02 − ω 2 ) che e’ la soluzione classica del moto armonico forzato. x= (2) 1 INTERAZIONE RAGGI X - MATERIA 2 La polarizzabilita’ elettronica α del mezzo vale: qe x qe2 α(t) = = E me (ω02 − ω 2 ) Nel caso di un gas a bassa densita’ vale: r Nα Nα N qe2 1 n= 1+ ≈1+ =1+ ε0 2ε0 2ε0 me ω02 − ω 2 (3) (4) E, nel caso di un sistema multielettronico, considerando un moto smorzato: N qe2 X fj n=1+ 2 − ω 2 + iγ ω 2ε0 me j ω0j j (5) A frequenze sopra tutte le risonanze i termini della sommatoria sono piccoli e negativi dunque l’n e’ minore di 1. 2 RIFRAZIONE DI RAGGI X 2 3 Rifrazione di raggi X Raggio Incidente Raggio Riflesso E_1R, k_3 E, k_1 φ n φm E_2, k_2 x n_m z Raggio rifratto Figure 1: Geometria considerata per la riflessione di un fascio X su una interfaccia L’indice di rifrazione n del materiale illuminato nella notazione corrente viene scritto come n = 1 − δ − iβ (6) con λ2 λ2 δ= N re (f0 + f1 ) β= N re f2 2π 2π Tra δ e β sussiste la relazione di Kramers-Kronig Z ∞ E‘2 0 δ = KK{β} = β(E ) 2 δE‘ E − E‘2 0 (7) (8) 2 RIFRAZIONE DI RAGGI X 4 Metallic Ni Sasaki tables 3e−05 delta 2.5e−05 2e−05 1.5e−05 1e−05 7800 8000 8200 8400 8600 8800 8000 8200 8400 Energy (eV) 8600 8800 4e−06 beta 3e−06 2e−06 1e−06 0 7800 Figure 2: δ e β in funzione dell’energia nella regione attorno alla soglia K di assorbimento nel Ni cristallino. 2 RIFRAZIONE DI RAGGI X 5 ~ sara’ Ad una profondita’ z il campo elettrico E E2 (z) = E2 (0)ei(k2x x+k2z z) eiωt (9) k = k1x ≈ k1 p 2x ≈ k1 φ2 − 2δ − i2β (10) Per piccoli (sinφ ≈ φ) angoli k2z (11) Se consideriamo un caso semplificato dove β = 0 si ha che k2z > 0 finche’ φ2 > 2δ. Questo e’ un regime di normale propagazione del fascio rifratto all’interno del mezzo condizione per cui vale la legge di Snell. cosφ nm = (12) cosφm n Non appena pero’ φ2 < 2δ il vettore d’onda lungo z diventa immaginario. L’onda si propaga lungo la direzione x ed e’ esponenzialmente attenuata lungo z (Onda evanescente). RIFLETTIVITA’ DI RAGGI X 3 3 6 Riflettivita’ di raggi X Usando le formule di Fresnel si ha: p R 2 E1 h − X 2(h − 1) = p R= E1 h + X 2(h − 1) β φ X= δ φc q h = X 2 + (X 2 − 1)2 + Y 2 Y = (13) (14) (15) SiO2 − lamda = 1 Ang 1.00 R Reflected Intensity (Arb. Units) 0.80 0.60 0.40 0.20 0.00 0 1 2 3 Incidence Angle (mrad) 4 5 Figure 3: Riflettivita’ in funzione dell’angolo calcolata per una interfaccia vuoto-SiO2 misurata con un fascio da 1Å. 4 LUNGHEZZA DI PENETRAZIONE 4 7 Lunghezza di penetrazione L’angolo tale che φ2 = 2δ e’ detto angolo critico φc e vale: √ φc = 2δ ≈ pochi mrad (16) Al variare dell’angolo la lunghezza d’attenuazione z1/e vale: 1 a± = √ 2 λ 4πa− (17) (φ2 − φ2c )2 + 4β 2 ± (φ2 − φ2c ) (18) z1/e = rq Per φ < 0.8φc (regime stazionario) si ha z1/e = 4π p λ ≈ poche decine di Å. φ2c − φ2 Per angoli φ > φc si ha z1/e = (Regime di assorbimento convenzionale.) λφ φ = 4πβ µ (19) 4 LUNGHEZZA DI PENETRAZIONE 8 SiO2 − lamda = 1 Ang 100000 No refraction (delta = 0) Full calculation Penetration length (Ang.) 10000 1000 100 10 0 1 2 3 Incidence Angle (mrad) 4 5 Figure 4: Lunghezza di penetrazione z1/e calcolata per una interfaccia vuoto - SiO2 a λ=1Å. 5 I RAGGI X COME SONDA SUPERFICIALE 5 9 I raggi X come sonda superficiale H3HQHWUDWLRQOHQJWKP )H $J =U *H QRUPDOLQFLGHQFH WRWDOUHIOHFWLRQ (QHUJ\H9 Figure 5: Confronto tra le lunghezze d‘attenuazione di raggi X in incidenza normale e radente (φ = 0.8φc ) in una serie di elementi. In ciascun caso l’energia considerata e’ 100 eV sopra la soglia K d’assorbimento dell’elemento indicato. In incidenza radente disponiamo quindi di un fascio X utilizzabile come sonda superficiale per realizzare esperimenti di: 1. Diffusione di raggi X a basso angolo 2. Diffusione di raggi X ad alto angolo 3. Rivelazione di elementi in superficie 4. Assorbimento di raggi X 6 REFLEXAFS 6 10 Reflexafs La riflettivita’ della superficie di un materiale in funzione dell’energia, che abbiamo visto dipendere da β e δ tramite le (14, 15, 13), contiene una discontinuita’ all’attraversare la soglia di assorbimento dello stesso. Metallic Ni ReflEXAFS 0.9 Reflectivity 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 8000 8200 8400 8600 Energy (eV) 8800 9000 Figure 6: Esempio di andamento della riflettivita’ di un film di Ni di 200 Å misurata sotto l’angolo critico in funzione dell’energia. Si notano le oscillazioni tipo EXAFS appena sopra la soglia 6 REFLEXAFS 11 Un apparato per misure reflEXAFS e’ cosi’ composto: • un sistema di collimazione del fascio • un portacampione con movimenti meccanici di precisione • rivelatore per la riflettivita’ • rivelatore per la fluorescenza Figure 7: Tipico apparato Apparato Sperimentale per misure ReflEXAFS. Il fascio in ingresso viene sezionato da una (o piu’) fenditure a taglie dell’ordine di qualche decina di µm. Il campione e’ montato su un movimento per il posizionamento verticale e la rotazione. 6 REFLEXAFS 6.1 12 Metodi di analisi Il problema principale nell’analisi di spettri ReflEXAFS e’ che non esiste in generale una relazione semplice tra µ (o β) ed R o T . Nel caso di campioni diluiti la fluorescenza e’ proporzionale a µ dunque possono essere analizzati in maniera standard. I dati dai campioni concentrati vanno trattati in maniera opportuna seguendo vari schemi: Figure 8: Destra: Spettri ReflEXAFS di GaAs presi a vari angoli. Sinistra:Riflettivita’ con indicati gli angoli di raccolta degli spettri ReflEXAFS. 6 REFLEXAFS 6.1.1 13 Metodo Pizzini Lontano dalla soglia la dipendenza di δ da E puo’ essere trascurata e ridurre la (20) alla µ∝ 1 − R(E) 1 + R(E) (20) La parte oscillante di R e’ dominata da quella in β per φ < 0.8φc . (Martens e Rabe) L’effetto di δ porta pero’ problemi di normalizzazione: Figure 9: Effetto della distorsione di µ dovuta al contributo δ. J prog calcolato automaticamente e’ piu’ grande del vero valore J real ; quest’ultimo viene recuperato calcolando J al di fuori dei punti dove δ ha un apprezzabile contributo anomalo (vedi inserto). 6 REFLEXAFS 6.1.2 14 Metodo di Poumellec Lavorando ben al di sotto dell’angolo critico φc (X < 1) si puo’ espandere R opportunamente ricavando: √ 1 − X 2 1 − R(E) β(E) = δ(E) (21) X 1 + R(E) Mentre la R(E) e’ misurata sperimentalmente la δ in principio e’ incognita come β. Si usa percio’ un metodo ricorsivo cosi’ definito: 1. Nota una composizione di massima del materiale si calcola δ trascurando la correzione anomala (ossia usando la (7) con f1 = 0) che chiameremo δ0 . 2. con δ0 e la (20) si calcola β0 . 3. si fa una trasformata KK di β0 (8) per ottenere una migliore approssimazione di δ che chiameremo δ1 . 4. si ripetono varie volte i passi 2 e 3 fino ad ottenere la convergenza della β: poche iterazioni bastano a questo proposito. Il metodo presenta alcuni vantaggi: 1. Si applica al caso in cui, lavorando sotto φc si ha la massima sensibilita’ superficiale 2. non necessita la conoscenza approfondita della composizione del campione. La figura (9) mostra l’effetto di questa correzione sui dati di fig (6). 6 REFLEXAFS 15 Anomalous dispersion correction Poumellec Method Absorption Coefficient (Arb. Units) 8 6 a) 4 b) 2 0 8000 8200 8400 8600 Energy (eV) 8800 9000 Figure 10: Correzione di poumellec: a) e’ calcolato dalla β0 , b) e’ la β ottenuta dopo 2 iterazioni. 6 REFLEXAFS 6.1.3 16 Metodo Heald Questo metodo si basa su una procedura generale di estrazione di un segnale XAS oscillante da una funzione generica G(µ) del coefficiente d’assorbimento µ. In generale µ puo’ essere diviso in due contributi, il primo, µ0 , lentamente variabile con l’energia E, e l’altro contenente le oscillazioni XAS ∆µ. µ = µ0 + ∆µ (22) di conseguenza la parte oscillante di G, ∆G sara’: ∆G = dG ∆µ dµ (23) ∆G puo’ essere ottenuta dai dati sperimentali sottraendo una polinomiale. Il segnale oscillante sara’ χ= µ − µ0 ∆µ = step step (24) Se ora consideriamo la riflettivita’ R come funzione G siamo in grado di definire una relazione tra le oscillazioni normalizzate in µ (χ) ed in R: µ ¶ dR ∂R ∂R ∂δ χ R = R − R0 = χ=χ + δµ (25) dµ ∂µ ∂δ ∂µ ∂δ Le derivate parziali ∂µ possono essere calcolate a partire da un modello che, basato su valori atomici tabulati di δ(E) e β(E), riroduca correttamente la parte non oscillante di R. La χ(k) cosi’ otenuta puo’ essere successivamente analizzata coi metodi standard. 6 REFLEXAFS 17 Il metodo presenta alcuni vantaggi: 1. Permette di eseguire una normalizzazione anche quando i dati non mostrano un chiaro salto di soglia come accade nel caso in cui φ > φc . 2. Puo’ esssere applicato a dati raccolti a qualsiasi angolo di incidenza. 3. Permette di trattare dati da strutture a multistrato. Per contro presenta una notevole complessita’ che puo’ essere evitata nella maggior parte dei casi. 6 REFLEXAFS 6.1.4 18 Metodo Diretto In questo caso non si eseguono approssimazioni come nei metodi precedenti. Si parte da una χ(k) teorica e la si sovrappone ad una funzione β(E) atomica per ottenere uno spettro di assorbimento teorico. Tramite una trasformazione KK si calcola una δ(E). Figure 11: Destra: Funzione χ di partenza. Sinistra:Funzione β 6 REFLEXAFS 19 Figure 12: Destra: Funzione δ. Sinistra:Confronto tra le R teorica e sperimentale Successivamente, noto l’angolo di incidenza ed eseguita una opportuna modellizzazione della rugosita’ di superficie, si calcola la riflettivita’ R per mezzo delle 13. R viene poi comparata col dato sperimentale (in spazio diretto o Fourier-trasformato) ed i parametri strutturali vengono variati per ottenere il best-fit. 7 RIVELAZIONE DI FLUORESCENZA 7 20 Rivelazione di fluorescenza Anche dalla fluorescenza dal campione possiamo trarre simili informazioni superficiali 7.1 Campioni concentrati Definiamo un elemento concentrato su una superficie in esame quando e’ tale da alterare significativamente l’indice di rifrazione dello strato campionato dal fascio X. L’intensita’ della fluorescenza da parte di tale campione puo’ essere calcolata sempre a partire dalle formule di Fresnel per l’intensita’ del fascio trasmesso (o ampiezza in superficie dell’onda evanescente) T: ¯ E ¯2 4X 2 ¯ 2¯ p T =¯ ¯ = (26) E h + X 2(h − 1) dove X ed h sono definite nelle (14, 15). L’andamento di T con l’angolo e’ mostrato in fig (13). T raggiunge il massimo all’angolo critico di circa 4 e cio’ rappresenta un notevole incremento di fascio in condizioni di riflessione totale. Il fascio trasmesso sara’ poi attenuato all’interno del materiale e la fluorescenze cha ne esce sara’ a sua volta attenuata dal materiale stesso nel suo percorso di uscita. Se ci riduciamo a considerare misure ben al di sotto di φc allora si trova che I f = I 0 Av T Ω µc z1/e ²k sin φ 4π (27) 7 RIVELAZIONE DI FLUORESCENZA 21 SiO2 − lamda = 1 Ang 4.00 Transmitted Intensity (Arb. Units) T T’ 3.00 2.00 1.00 0.00 0 1 2 3 Incidence Angle (mrad) 4 5 Figure 13: Intensita’ del fascio trasmesso T (linea continua). In linea tratteggiata l’intensita’ riscalata per il rapporto delle sezioni illuminate T 0 : quest’ultima non mostra picco a φc e sommata ad R da 1 in tutto iul campo angolare 7 RIVELAZIONE DI FLUORESCENZA 7.2 22 Campioni diluiti In riflessione totale si ha confinamento del fascio nella regione che contiene il campione. Questo comporta, un notevole aumento di flusso di fluorescenza rapportato al caso convenzionale. Incidendo sul campione con un angolo φ grande (per es 45 deg) la fluorescenza If sara’ I f = I 0 Av µc zc Ω ²k sin φ 4π (28) In condizioni di incidenza radente e sotto la condizione di campione sottile (zc << z1/e ) si ha: If = I0 Av T Ω µc zc ²k sinφ 4π (29) Se confrontiamo una misura presa a φ = 45 deg ed una all’angolo critico (per es. φ = φc = 0.2 deg si ha una amplificazione su If di un fattore circa 800 tra i due casi. Questo rende la geometria di riflessione totale estremamente interessante per l’analisi di film sottili su superfici. Applications of total reflection EXAFS to materials science. F. d’Acapito - GILDA CRG Advantages of total reflection Geometry Beam penetration in the substrate reduced by 3 orders of magnitude Beam intensity at the surface enhanced by a factor 3-4 (φ= 0.8 φc) 2 EXAFS on single crystals Detector: Large collected solid angle Beam Penetration: Several tens of µm Incoming beam: Energy 10-30 keV Energy spread 5-10% Angular dispersion 0.5 deg Sample: a few ML Substrate Fluorescence Signal Elastically scattered beam 3 EXAFS on single crystals •In the energy scan it is easy to find a condition for Bragg scattering from the substrate. •The intense peak is not completely separated from the true fluorescence. •This effect can be minimized by reducing the sampling depth. 2000 Er doped Crystalline Si 14 10 1500 2 at/cm Bragg peak from the substrate Thanks to Dr A. Terrasi University of Catania 1000 500 0 8000 8100 8200 8300 8400 8500 8600 8700 Energy (eV) 4 Experimental apparatus (GILDA CRG beamline, ESRF) ¾Beam sizing to 50-100 µm ¾In vacuum mechanics for sample alignement. Resolution 1µm, 10-3 deg ¾Detector for reflectivity (photodiode, ion chamb.) ¾Detector for fluorescence (13 elements High Purity Ge) F. d’Acapito et al. J. Synch. Rad. 10 (2003), 260. 5 Experimental apparatus (GILDA CRG beamline, ESRF) Quartz microbalance Fluo detector High Temp Oven Crucible Manipulator Inner view with the oven Outer view 6 An obvious application: studying a surface system 7 Study of the surface reaction NiO + Al2O3 ÆNiAl2O4 P. Ghigna, G. Spinolo, I. Alessandri, I. Davoli and F. D’Acapito 8 Chemical reactions at interfaces NiO + Al2O3 ÆNiAl2O4 Ni Al2O3 Al2O3 Evaporation Substrate 50-200 Å 1 Oxydation NiAl2O4 Annealing NiO Al2O3 Al2O3 3 2 • Local order around Ni in the various steps of the reaction. • Treatments carried out in situ. P. Ghigna et al. Phys. Chem. Chem. Phys., 5 (2003), 2244. 9 ReflEXAFS Experiment Comparison Reflectivity vs Sampling depth Reflectivity Spectra (Ni thickness 225 Å) 10 • Data derived from reflectivity spectra. • Iterative correction. • Incidence angle φ ≈ 0.7 φc. Formation of the NiAl2O4 spinel phase Results (a) (b) (c) (d) (e) (f) (g) (h) as grown NiO film; after 2h at 930 C; same as b, but after further 2h at 930 C; same as (c), but after further 2h at 1000 C; same as (d), but after further 2h at 1000 C; same as (e), but after further 3h at 1000 C; same as (f) but after further 3h at 1000 C; NiAl2O4 . (All treatments in 60 mbar O2) Smooth transformation from NiO to NiAl2O4: Ni substituted by Al ? 12 A bit tougher: depth selectivity 13 Local order around As dopants in Si F. d’Acapito, F. Boscherini, S. Milita, M. Servidori Analysis in progress 14 Local order around As dopants in Si •Arsenic is widely used as dopant in Si because is possesses a high solubility and a low diffusion rate. •Ideal candidate for the realization of ultra-shallow junctions. •As introduced in Si by ion implantation is electrically activated by rapid (laser, RTA, SA processes) annealing. 15 The Experiment • n-type Si (001) wafers implanted with As and thermally treated • Thermal treatments made in a 90% N2 + 10% O2 atmosphere. Sample 1 2 3 4 5 Fluence Energy (keV) Treatments 15 2 (*10 As/cm ) 1 5 RTA 900°C 10s 1 5 RTA 1050 °C 10s 1 5 SA 1050 °C 2 1 PAI, 600°C oven 20 min. 2 1 PAI, RTA 1000°C 5s 6 2 1 PAI, SA 1050 °C 17 2 1 PAI • The technique: Tot. Refl. X-ray Absorption Spectroscopy • Depth sensitivity: possibility of investigating different zones of the implant. 16 6 1.2 5 10 1 4 10 φ>φ 6 c 1 keV 2 0.8 As/cm / As/cm 0.6 0.4 6 2 10 6 1 10 0.2 0 6 3 10 3 Reflectivity (Arb. Units) Depth–sensitive XAS 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 Angle (deg) Choosing 2 working points on the reflectivity curve. • φ > φc • φ < φc 0.3 SiO 5 keV φ<φ c 2 0 0 50 100 Depth (A) 150 200 Probe beam intensity in the two configurations. 17 1.2 10 4 2 10 Sample 3 1 104 8000 6000 4000 2000 1.4 1.2 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 Angle (deg) 0.3 1.5 10 4 1.4 4 1 104 5000 Reflectivity (Arb. Units) 4 Fluorescence Yields (Arb. Units) 1.4 10 Reflectivity (Arb. Units) Fluorescence Yields (Arb. Units) Depth–sensitive XAS 1.2 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 Angle (deg) 0.25 0.3 Sample 3 0 4 4 4 4 4 4 1.16 10 1.18 10 1.2 10 1.22 10 1.24 10 1.26 10 0 4 4 4 4 4 4 1.16 10 1.18 10 1.2 10 1.22 10 1.24 10 1.26 10 Energy (eV) Energy (eV) Total Reflection In depth 18 Results: 5 kev implants φ> φc Bulk S am p le 1 N (S i) R (Å ) σ2 ± 0.2 ± 0.01 (10 -4 Å 2 ) ± 10 3.3 2.41 32 2 3.2 2.41 32 3 2.9 2.41 18 A s d ilu ted in S i 4 2.41 19 ± 10 • RAs-Si = 2.41 • NSi=3 • Further coordination shells visible • Site close to the As substitutional in Si Example of data fitting, sample 3 19 Results: 5 kev implants Sample 1 N ±0.2 2.7 0.5 As 2 2.6 0.3 As 3 2.7 0.4 As 17 2.3 as-implanted 0.3 As R (Å) σ2 ±0.01 (10-4Å2) ±0.04 2.37 20 2.56 20 2.37 20 2.59 20 2.37 20 2.60 20 2.37 20 2.54 20 φ< φc Surface • Low coordination with Si • RAs-Si = 2.37 Å • Further coordination shells NOT visible • As-As coordination • Site similar to that in the as-implanted sample Example of data fitting, sample 3 20 As sites along the implant profile 6 1.4 10 5 keV 6 1.2 10 5 8 10 3 As/cm / As/cm 2 6 1 10 + disorder, As particles 5 6 10 5 4 10 SiO 5 2 10 2 0 0 50 100 Depth (A) Vacancy Si As 150 200 V-Asn n<2 21 Space selectivity 22 Characterization of thermally treated Mo/Si multilayer mirrors with Standing-Wave-Assisted EXAFS M.Rovezzi, F. D'Acapito, A. Patelli, V. Rigato, G. Salmaso, E. Bontempi, I. Davoli Submitted MSE 2005 23 Multilayers •A ML is made up of a periodic repetition of layers of materials. •Bragg-like reflection happens when λ = 2d sin Θ 24 Standing-waves In the Bragg reflection condition a standing wave field builds up in the material. The SW has the same period as the material. Depending on the angle the crests can be located on one of the 2 components. 25 SW excited XAS Example on Mo-Si MLs with different thermal treatments. We have collected spectra on the minima and maxima of the Mo-Kα florescence yield 26 Results •Metallic Mo + MoSi phases. •Decreasing metallic content with annealing. •Lower metallic content in the spectra collected at the minimum points 27 Conclusion Reflexafs is effective in describing surface systems. Advantages • Useful when dealing with single crystals. • Possibility of studying samples prepared in situ. • Space selective investigations. • ML (or less) sensitivity. Requests • Beam stability (time, energy, temperature, …). • Accurate mechanics (≈µm, ≈10-3 deg). • Good beam focusing. • Effective detection system. 28